Sei sulla pagina 1di 13

Pietro Mascagni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Pietro Antonio Stefano Mascagni (Livorno, 7 dicembre 1863 –


Roma, 2 agosto 1945) è stato un compositore e direttore
d'orchestra italiano.

Mascagni visse a cavallo tra Ottocento e Novecento, occupando


un posto di rilievo nel panorama musicale dell'epoca, soprattutto
grazie al successo immediato e popolare ottenuto nel 1890 con la
sua prima opera, Cavalleria rusticana, adattamento dell'omonima
novella di Giovanni Verga. Oltre a quest’ultima, Mascagni
compose altre 14 opere che gli valsero una popolarità mondiale.
Tuttavia solo alcune di esse sono entrate stabilmente in repertorio,
come ad esempio l'Iris, che toccò la ragguardevole cifra di 800
produzioni.

Mascagni scrisse inoltre un'operetta, Sì, oltre che altre


composizioni di musica vocale, strumentale, nonché canzoni,
romanze e brani per pianoforte. Compose anche musica sacra (ad
esempio la Messa di Gloria), e fu il primo compositore italiano a
scrivere per il cinema muto (Rapsodia satanica, da Nino Oxilia).
In ultimo luogo, non va dimenticato l'interessante esperimento di
The Eternal City, sorta di suite sinfonica, basata sulle musiche di
scena del dramma omonimo, sulla scia degli analoghi lavori di
Luigi Mancinelli (Cleopatra, Messalina).

Indice 0:00 / 0:00


Voce di Mascagni che presenta la
Biografia sua registrazione della Cavalleria
La nascita e le prime opere rusticana (1940).
Cavalleria rusticana e Iris
La fama mondiale
Morte
Musica
Mascagni e il cinema
Mascagni "one opera man"
La vita privata
Onorificenze
Opere scelte
Opere teatrali
Operette
Musica sacra
Musica sinfonica
Musica per film
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Biografia

La nascita e le prime opere

Pietro Mascagni nacque il 7


dicembre 1863 a Livorno, in piazza
delle Erbe;[1] proveniva da una
famiglia rinomata nella città, ma di
condizioni economiche non agiate,
nonostante il padre fosse uno dei
più facoltosi e conosciuti panettieri Facciata della casa che ospitò
del centro di Livorno. Dopo aver Mascagni durante il suo soggiorno a
ultimato gli studi ginnasiali, ai quali Cerignola
affiancò anche lo studio del
pianoforte e dell'organo, dal 1876 si
dedicò agli studi musicali – contro la volontà del padre – seguendo gli
insegnamenti di Alfredo Soffredini,[2] fondatore dell'Istituto Musicale
Livornese (in seguito dedicato a Mascagni), dove studiò anche violino,
Un giovane Pietro Mascagni
contrabbasso e alcuni strumenti a fiato; con Soffredini, in particolare, studiò
armonia e contrappunto.

La sua prima composizione musicale, la romanza Duolo eterno!, risale al 1878, seguita da altre come
Elegia per soprano, violino e pianoforte (1879), Ave Maria per soprano e pianoforte (1880), Pater Noster
per soprano e quintetto d'archi (1880), Sinfonia in fa maggiore (1881).[3] Sempre nel 1881 compose la
cantata In filanda, a quattro voci soliste, e nel 1882 la cantata Alla gioia, su testo di Friedrich Schiller.
Trasferitosi a Milano per studiare al Conservatorio con Amilcare Ponchielli e Michele Saladino, Mascagni
condivise una stanza in affitto con Giacomo Puccini, più anziano di lui di cinque anni. In Conservatorio,
però, Mascagni si trovò presto in difficoltà: i metodi e i contenuti della disciplina musicale impartita dai
docenti si scontravano col suo temperamento e con la sua musica più moderna, anche se aveva Amilcare
Ponchielli dalla sua parte. Nel 1885 Mascagni abbandonò il Conservatorio di Milano senza terminare gli
studi, unendosi a compagnie d'operetta come direttore d'orchestra. Nel dicembre 1886, in tournée con la
compagnia Maresca, fece tappa a Cerignola, dove il sindaco allora in carica, il commendatore Cannone,
invitò lui e la futura moglie Argenide Marcellina Carbognani, che avrebbe sposato il 7 febbraio 1889, a
fermarsi offrendogli di dirigere la neonata orchestra filarmonica locale. Mascagni resterà, salvo momentanee
assenze per concerti e impegni artistici, nella casa di via Assunta sino al 1895, componendo ben cinque
opere - Cavalleria rusticana, L'amico Fritz, I Rantzau, Guglielmo Ratcliff e Silvano - impartendo anche
lezioni di musica e canto.

Cavalleria rusticana e Iris

Nel luglio del 1888 si iscrisse ad un concorso, indetto dalla casa editrice Sonzogno, per la composizione di
un'opera formata da un singolo atto. Mascagni chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e
professore di letteratura all'Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse
Cavalleria rusticana (un dramma scenico che Giovanni Verga aveva tratto dalla sua omonima novella),
avvalendosi della collaborazione di Guido Menasci.[4] L'opera, che fu completata l'ultimo giorno valido per
l'iscrizione al concorso, si piazzò tra le prime tre su 73 partecipanti, insieme al Rudello di Vincenzo Ferroni
e a Labilia di Nicola Spinelli; il 17 maggio 1890 Cavalleria rusticana debuttò al Teatro Costanzi di Roma,
ottenendo un successo clamoroso di pubblico e vincendo il concorso.[5] L'opera venne successivamente
rappresentata in vari teatri, riscuotendo un ottimo successo. Nel 1891 avvenne il debutto di un'altra opera,
rappresentata al Costanzi di Roma, ovvero L'amico Fritz. Nel frattempo, però, Giovanni Verga non rimase
soddisfatto dall'offerta di Sonzogno per i diritti di adattamento della sua novella e aprì una causa per plagio,
sostenendo, fra l'altro, di non avere mai concesso ufficialmente il permesso all'adattamento, ma solo un
generico assenso ad un'informale richiesta del musicista.[6][7] La causa fu vinta da Verga: lo scrittore
siciliano ottenne come risarcimento il 25% degli utili derivanti dalla rappresentazione dell'opera.[8][9]

Negli anni successivi, Mascagni iniziò a collaborare con Luigi Illica, già librettista di Catalani, Giordano e
Puccini, per la stesura dell'Iris, commissionata dall'editore Ricordi. Contemporaneamente alla composizione
di Iris, Illica e Mascagni lavorarono insieme ad un altro progetto, Le maschere, stavolta per Casa
Sonzogno. Nel frattempo continuò col suo lavoro di direttore d'orchestra, dirigendo, tra l'altro, sei concerti
alla Scala di Milano, tra cui la Patetica di Pëtr Il'ič Čajkovskij, inedita in Italia, e una propria composizione
per soprano e orchestra, il poema sinfonico A Giacomo Leopardi, scritto per il centenario della nascita del
poeta. Nel novembre del 1898 fu di nuovo al Teatro Costanzi di Roma per dirigere la prima di Iris.

La fama mondiale

Dal 1899 al 1900 intraprese una tournée in qualità di direttore


d'orchestra che lo portarono a esibirsi a Pietroburgo, Vienna e negli
Stati Uniti. Dopo il debutto poco lusinghiero de Le Maschere
(1901), che avevano esordito in contemporanea in ben sei città
diverse (Roma, Milano, Venezia, Torino, Genova, Verona), il
compositore livornese giunse a Vienna su invito di Gustav Mahler,
dove, al Teatro Imperiale, diresse il Requiem di Giuseppe Verdi in
tributo alla recente scomparsa del compositore emiliano. Seguirono
altre tournée in Europa e negli Stati Uniti, fino a che, nel 1903,
Lapide a Roma
assunse la carica di direttore della Scuola Nazionale di Musica di
Roma, alla quale affiancò, a partire dal 1909, anche la direzione
artistica del Teatro Costanzi di Roma. Questo doppio incarico non impedì a Mascagni di continuare i suoi
viaggi di lavoro per il mondo, comprese due tournée in Sud America durate diversi mesi.

Nel 1927 Mascagni ricevette la delega dal governo, in qualità di rappresentante dell'Italia, in occasione
delle celebrazioni per il centenario della morte di Ludwig Van Beethoven che ebbero luogo a Vienna. Due
anni dopo, nel 1929, alla fondazione della Reale Accademia d'Italia, Mascagni venne incluso tra gli
Accademici insieme, tra gli altri, a Luigi Pirandello, Guglielmo Marconi, Gabriele D'Annunzio ed Enrico
Fermi; nel 1932 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista.[10]
Il 16 gennaio 1935 venne
rappresentata al Teatro alla
Scala Nerone, su libretto di
Targioni-Tozzetti. Nel
1940, in occasione del
cinquantenario di
Cavalleria rusticana,
l'opera fu incisa su disco.
L'anno successivo diresse
le celebrazioni per il
cinquantenario dell'Amico
Fritz, col tenore Ferruccio
Tagliavini. Tra il 1943 e il
1944, ormai ottantenne,
Mascagni terminò la sua
carriera di direttore al La tomba di Mascagni a Livorno

Pietro Mascagni nel 1937 Teatro Adriano di Roma.


Già nel 1943, subito dopo il
bombardamento di Roma, in una sua lettera ad Anna Lolli scriveva:
«Rendiamo grazie a Dio, il Fascismo è finito! Il sole della libertà splende su di noi!».[11] Malgrado ciò va
ricordato che «Al crollo del Regime, nel 1943, Mascagni aveva ricevuto dai "fondi segreti" di Mussolini
1.290.000 lire: per l'epoca, una somma enorme» (pari a 428.571 euro odierni). «[…] Soggiornava in un
Grand Hotel romano, disseminando sospetti e attizzando zizzanie tra i colleghi…».[12]

In un periodo non chiaro ha soggiornato presso il Castello ducale di Monte San Giovanni Campano a cui
ha donato un suo meraviglioso pianoforte (chiamato “fortepiano”) ed ancora oggi visibile. All’interno del
Castello attualmente c’è un ristorante chiamato “Corte D’Avalos” ed una sala è proprio dedicata all’artista.

Morte

Pietro Mascagni morì il 2 agosto del 1945 nel suo appartamento al Grand Hotel Plaza di Roma, divenuto
sua residenza stabile a partire dal 1927; il presidente del Consiglio dell'epoca, Ferruccio Parri, gli negò i
funerali di Stato.[13] Radio Mosca fece un minuto di silenzio e la folla si accalcò per omaggiare la salma. Le
sue spoglie vennero trasferite nel 1951 presso il cimitero della Misericordia di Livorno.

Musica
Dal punto di vista stilistico, la musica di Mascagni è spesso definita esasperata, sia per la propensione verso
gli acuti, che per il largo uso ch'egli fa del declamato. In realtà, ciò riguarda una parte della sua produzione
operistica (specialmente l'ultima fatica, il Nerone), ovvero quella finale, quando si era già in pieno clima
espressionista. Nei primi lavori (Cavalleria, Amico Fritz, Ratcliff, Iris, Maschere e Rantzau) è invece vivo
uno stile fine, ma decadente, che riaffiora similmente nella poesia e nella pittura di quel tempo. L'unica vera
e propria opera verista di Mascagni, insomma, fu Cavalleria, il cui successo venne poi emulato da Ruggero
Leoncavallo con i Pagliacci. Quanto a Umberto Giordano, che spesso viene definito compositore verista (e
giustamente, per opere minori come Mala vita), il suo stile è assai più vicino a Giacomo Puccini che a
Mascagni. In sintesi, al di là dello stile dei musicisti coetanei di Mascagni (la cosiddetta Giovane Scuola
Italiana), l'opera italiana, a cavallo tra Otto e Novecento, non fu interamente verista. Vi fu - è vero - un gran
successo del verismo, specie dopo Cavalleria, ma ben presto, già dal 1896, quest'ultimo cedette il posto
all'opera decadente (che comprendeva il simbolismo, l'esotismo e il dannunzianesimo) e, più tardi, a quella
espressionista; di tutti questi stili, Mascagni si fece grande ambasciatore, dando prova di grande coraggio
(nonché di spirito eclettico), anche se spesso mal compreso.

Mascagni e il cinema
Pietro Mascagni compose la Rapsodia satanica per l'omonimo film di Nino Oxilia del 1917, caratterizzato
dall'ambizioso tentativo di fondere le arti e realizzare quella "opera d'arte totale" teorizzata dal compositore
Richard Wagner[14]. Il 21 giugno 2014, nel centenario del colossal del cinema muto Cabiria, anche
Rapsodia satanica è stato proiettato all'Auditorium Rai di Torino, con la musica di Mascagni eseguita dal
vivo dall'Orchestra sinfonica Nazionale della Rai; lo stesso giorno è stata inoltre ripubblicata Canti brevi, la
prima raccolta di poesie di Nino Oxilia del 1909.

Una rappresentazione di Cavalleria rusticana compare nel film Il padrino - Parte III, in cui Anthony
Corleone debutta come tenore nella parte di Turiddu al Teatro Massimo di Palermo dove avviene una
strage. L'intermezzo di Cavalleria rusticana, l'intermezzo di Guglielmo Ratcliff e il notturno/barcarola di
Silvano sono inoltre stati utilizzati da Martin Scorsese nella colonna sonora del film Toro scatenato.

Sulla vita di Mascagni nel 1952 è stato realizzato il film Melodie immortali diretto da Giacomo Gentilomo,
dove il compositore livornese viene impersonato da Pierre Cressoy.

Mascagni "one opera man"


Mascagni è definito “one opera man”, ovvero un compositore che ha
creato soltanto un'opera lirica di successo, alla stregua, per esempio, di
Ruggero Leoncavallo, con Pagliacci, di Umberto Giordano, con Andrea
Chénier, o di Francesco Cilea, con Adriana Lecouvreur[15]. Le ragioni di
tale marginalizzazione sono ancora oggi argomento di dibattito. Certamente
a suo favore non giocò l'adesione al fascismo, che gli alienò molte simpatie
nel dopoguerra. Ma bisogna anche rimarcare - a onor del vero - che anche
Luigi Pirandello, come Mascagni, ha avuto le medesime frequentazioni, ma
non per questo la sua carriera letteraria ne ha risentito.

Si è imputato allora, a Mascagni, l'errore di non aver cavalcato a


sufficienza il successo di Cavalleria Rusticana, presentando come opera
successiva un idillio come L'amico Fritz, seguita poi dai temi romantici del
Guglielmo Ratcliff. Questa continua sperimentazione, alla fine, non ha
potuto che nuocergli[16], non incontrandosi spesso con i gusti del pubblico
e della critica. Se per esempio un'opera come l'Iris (1898) ha introdotto
Profilo di Pietro Mascagni
nella musica lirica i temi cari all'Orientalismo, ben prima di Madama
(What We Hear in Music,
Anne S. Faulkner, Victor
Butterfly (1904), il fatto di indugiare più al simbolismo che alla
drammaturgia l'ha comunque penalizzata rispetto all'opera pucciniana.
Talking Machine Co., 1913).
Lontani da Cavalleria sono sicuramente l'opera buffa Le maschere, ma
anche il dannunzianesimo di Zanetto, Isabeau e Parisina. Questo
eclettismo non gli ha certo giovato in termini di accessibilità delle sue opere, che evidenziano varie
difficoltà quanto ad esecuzione e ruoli. Il risultato, perciò, è che pochi interpreti negli ultimi anni vi si sono
cimentati con successo[16].

La possibilità di riconquistare il pubblico ci fu, se vogliamo, ma non venne comunque sfruttata dal
compositore. Dopo Guglielmo Ratcliff (1895), l'editore Ricordi cercò infatti di riconvertire Mascagni al
verismo, proponendogli un libretto tratto dalla novella La lupa di Giovanni Verga. Mascagni però rifiutò,
preferendo continuare il suo percorso avventuroso ed eclettico. Nasceranno, perciò, il neomedievalismo di
Zanetto (1896) e l'esotismo/simbolismo di Iris (1898). La successiva scelta di puntare tutto, per il rilancio
della sua carriera, sull'opera buffa Le maschere si rivelò rovinosa; in questo caso le sue incertezze emersero
prepotentemente, tanto da spronarlo ad una continua opera di revisione di questo lavoro, anche a distanza di
trent'anni[10]. Messo in un angolo sia da Sonzogno che da Ricordi, dovette consolarsi con un editore
francese.

La valorizzazione di Mascagni, al di fuori di Cavalleria Rusticana, non c'è quasi mai stata nei teatri lirici
italiani ed internazionali, ma è avvenuta paradossalmente al cinema (nelle colonne sonore di certi film di
Hollywood) o alle Olimpiadi di Roma del 1960, con l'Inno del Sole dell'Iris innalzato ad inno ufficiale della
manifestazione. Va comunque rimarcato che in tempi recenti, grazie soprattutto a molte case discografiche
"minori", sono state commercializzate varie incisioni di opere mascagnane piuttosto rare, come i Rantzau,
Silvano, Zanetto, Lodoletta, Amica, per non parlare dell'interessante incisione (1999) di Parisina, con
protagonista Denia Mazzola Gavazzeni. In quest'edizione, va detto, la partitura è assai mutilata rispetto
all'originale (prassi peraltro già avviata da Mascagni stesso, subito dopo la prima assoluta del 1913), ma
l'operazione può sostanzialmente definirsi riuscita, quantomeno nell'intento di divulgare un'opera che -
assieme a Cavalleria - è il capolavoro di Mascagni, nonché una delle maggiori espressioni del
decadentismo italiano d'inizio 900, al pari della Butterfly pucciniana, o della Francesca da Rimini di
Riccardo Zandonai.

La vita privata
La vita sentimentale di Mascagni fu a tratti burrascosa. Sposatosi in giovane età con la parmigiana Lina
Carbognani (1862-1946), si infatuò poi, nel 1910, di una sua corista, Anna Lolli[10]. La relazione rimase
clandestina, ma fu vissuta intensamente dal maestro livornese, che scrisse più di quattromila lettere alla sua
amata[17].

Mascagni fu un artista molto famoso non soltanto per le opere da lui scritte, o per la sua attività di direttore
d'orchestra, ma anche perché fu un personaggio alla moda. Strinse amicizia con pittori come Giovanni
Fattori, Gaetano Previati, Plinio Nomellini ed ebbe un rapporto molto stretto con D'Annunzio, che prima lo
criticò duramente (nel 1892 lo definì "un capobanda"), poi lo esaltò, e infine collaborò con lui (per la già
citata Parisina)[10].

A Mascagni venne dedicato un museo a Bagnara di Romagna, contenente molteplici oggetti a lui
appartenuti, tra cui il suo pianoforte, ritratti, componimenti e circa 5.000 lettere d’amore inviate a Anna
Lolli tra il 1910 e il 1945.

Onorificenze
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
— Roma
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia
— Regio Decreto 28 gennaio 1937[18]
Pietro Mascagni venne anche nominato cittadino onorario della città di Pisa, per l'entusiasmo popolare che
scatenavano le sue performance al Teatro Nuovo (poi Verdi), nonché per l'impegno profuso nella diffusione
della cultura musicale[19].

Opere scelte

Opere teatrali
Cavalleria rusticana (17 maggio 1890 Teatro Costanzi,
Roma)
L'amico Fritz (31 ottobre 1891 Teatro Costanzi, Roma)
I Rantzau (10 novembre 1892 Teatro La Pergola,
Firenze)
Guglielmo Ratcliff (16 febbraio 1895 Teatro alla Scala,
Milano)[20]
Silvano (25 marzo 1895 Teatro alla Scala, Milano)
Zanetto (2 marzo 1896 Liceo Musicale, Pesaro)
Iris (22 novembre 1898 Teatro Costanzi, Roma)
Le maschere (17 gennaio 1901 Teatro Carlo Felice,
Genova - Teatro Regio, Torino - Teatro alla Scala, Milano
- Teatro La Fenice, Venezia - Teatro Filarmonico, Verona
- Teatro Costanzi, Roma) Pagina interna del libretto dell'opera
Amica (16 marzo 1905, Monte Carlo) Isabeau, dove si vede che riporta
Isabeau (2 giugno 1911 Teatro Coliseo, Buenos Aires) una data di copyright (1910) anteriore
Parisina (15 dicembre 1913 Teatro alla Scala, Milano) di un anno a quella della prima
dell'opera stessa.
Lodoletta (30 aprile 1917 Teatro Costanzi, Roma)
Il piccolo Marat (2 maggio 1921 Teatro Costanzi, Roma)
Pinotta (23 marzo 1932 Casinò, Sanremo) adattata dalla cantata In filanda (1881)[21]
Nerone (16 gennaio 1935 Teatro alla Scala, Milano) con musica scritta tra il 1890 e il 1930

Operette
Il re a Napoli (21 marzo 1885 Teatro Ponchielli, Cremona)
Si (13 dicembre 1919 Teatro Quirino, Roma)

Musica sacra
Kyrie per tenori primi, tenori secondi, bassi e organo (1880).
Christe per tenore, baritono e organo (1880).
Messa per tenore, baritono, basso e orchestra, in collaborazione con S. Barbini (1880).
Kyrie, larghetto in fa maggiore per tenori primi, tenori secondi, bassi, organo e orchestra
(1880).
Ave Maria per canto e pianoforte, parole di D. Capellina (1880).

In nativitate Domini (1881).


Salve Regina per soprano, tenore e baritono (1881).
In epiphania Domini per canto e organo (1882).
Sinfonia religiosa (1883).
Introibo, Alleluja, Sanctus (1883).
Messa di Requiem (1887).
Messa di Gloria in fa maggiore per soli, coro e orchestra (1888).
Invocazione alla Madonna, parole di G. Targioni-Tozzetti (1932).

Musica sinfonica
Duolo eterno!, romanza (1878).
Elegia per soprano, violino e pianoforte (1879).
Sinfonia in do minore (1879).
Melodia per violino (1880).
Minuetto in do per quintetto a corda (1880).
Leggenda per tenore (1880).
Sinfonia in fa maggiore, per pianoforte a quattro mani e trascrizione orchestrale (1880).
In filanda, cantata per soli, coro e orchestra, parole di A. Soflredini (1881).
Romanza per tenore, violino, armonium e pianoforte, parole di F. Romani (1881).
Strofe a coro (1881).
Novellina per pianoforte (1881).
La pensosa, coro (1882).
Alla gioja, cantata per soli, coro e orchestra sull'ode di SchiIler, trad. di A. Maffei (1882).
Mottetto in modo dorio per voce e organo (1882).
Il canto dell'agricoltore per pianoforte (1882).
Canzone militare per flauto, violino, pianoforte e violoncello (1882).
Canzone popolare (1882).
Canzone amorosa per flauto, violino, violoncello e pianoforte (1882).
Melodia per violoncello (1882).
Coro nuziale a due voci con «a solo» (1882).
La tua stella, melodia per canto, parole di E. Fiorentino (1882).
La stella di Garibaldi, stornello per canto in chiave di sol e pianoforte, parole di Porfirio (E.
Cappelli) (1882).
Alla luna, romanza, parole di A. CipoIlini (1882).
Pena d'amore, romanza, parole di A Ghislanzoni (1883).
Serenata, parole di Porfirio (E. Cappelli) (1883).
Sulla riva, romanza per canto e pianoforte (1883).
Sulle rive di Chiaia, per pianoforte (1883).
Canzonetta per coro (1883).
Elegia per orchestra in morte di R Wagner (1883).
Leggenda (1883).
M'ama...non m'ama, scherzo per canto e pianoforte (1884).
Ballata per canto con accompagnamento di orchestra piena (1884).
Il re a Napoli, romanza per tenore e orchestra, parole di A Maffei (1884).
Motivo di danza popolare (1885).
Romanzina francese (1886).
Sulle gioie d'amor, romanza (1886).
Va' mio povero sospir, romanza (1886).
Una croce in camposanto, romanza (1886).
Valzer per quartetto (1887).
Polka di Titania, scherzo musicale (1888).
Sorriso di fanciulla, romanza (1889).
Marcia militare (1889).
Danza boema (1889).
Messaggio d'amore, romanza, parole di Ildovaldo (AG. Petri) (1890).
Rosa, romanza, parole di RE. Pagliara (1890).
Risveglio, abbozzo, parole di G.E. Ducati (1890).
Inno per l'esposizione di Palermo, per tenore, coro a sette voci e orchestra; testo di anonimo
(1890).
Scherzo, per canto e pianoforte (1890).
Pifferata di Natale (1890).
Allora ed ora, romanza, parole di V. Valle (1891).
Sintomi d'amore, romanza per canto e pianoforte, parole di G. Ferrozzi (1891).
Danza esotica per orchestra (1891).
Savoia, inno (1891).
L'addio di Palamidone, strofette satiriche su testo di Mascagni indirizzate a G. Giolitti (1894).
Serenata per canto e pianoforte, parole di L. Stecchetti (1894).
Sera d'ottobre, lirica, da Myricae di G. Pascoli (1894).
A Giacomo Leopardi, poema per orchestra e voce di soprano su testi leopardiani (1898).
Inno ad Adelaide Cairoli per coro con soli (1899).
Tema di andante (1899).
Gavotta delle bambole, per orchestra (1900).
Corda fratres, inno goliardico, parole di G. Pascoli (1900).
Incidental music from «The Eternal City», by Hall Caine (1902).
New World processional, marcia trionfale (1904).
Pastorale (1905).
Ascoltiamo, romanza per canto e pianoforte, parole di G. Menasci (1906).
Spes ultima, romanza per canto e pianoforte, parole di G. Menasci (1906).
Stornelli marini per canto e pianoforte, parole di G. Menasci (1906).
La prima bagnante, frammento (1908).
La luna, ballata per canto e pianoforte, parole di G. Menasci (1913).
Il coro dei fanti per sole voci (1915-18).
La ballata di maggio, per voce e strumenti (1917).
Guardando la Santa Teresa del Bernini, nota anche come «visione lirica» (1923).
Il canto del lavoro, per coro e orchestra, testo di Edmondo Rossoni e Libero Bovio (1928 al
Teatro San Carlo di Napoli).
Danza dei Gianduiotti e Giacomette per l'azione coreografica Fiori del Brabante di
Giovacchino Forzano, con musiche di autori vari (1930).
O Roma felix, per voce e organo (1943)
Serenatella per mandolino e pianoforte
Musica per film
Rapsodia satanica (1915) - Mascagni fu uno dei primi compositori italiani di professione a
scrivere una colonna sonora per un film.
La canzone del sole, regia di Max Neufeld (1934).

Note
1. ^

La casa natale situata in piazza delle Erbe, attuale


piazza Cavallotti, venne demolita nel secondo
dopoguerra e la sua presenza è oggi attestata da
un'epigrafe posta sulla facciata di un moderno
condominio.

2. ^ V. anche Mini-Pellegrini, p. 181. Targa indicante la posizione della


3. ^ V. Sinfonia in fa maggiore. casa natale di Pietro Mascagni.
4. ^ Sansone, p. 200.
5. ^ Sansone, pp. 200-201, n. 6.
6. ^ Adriano Bonforti, Se la copia diventa un capolavoro - Le Cavallerie Rusticane, su
patamu.com. URL consultato il 10 febbraio 2021.
7. ^ Cavalleria rusticana, un secolo di duelli, in Famiglia Cristiana. URL consultato il 10 febbraio
2021.
8. ^ L'altra «Cavalleria Rusticana» e il segreto mai rivelato di Mascagni, in Il Giornale, 21
giugno 2012. URL consultato il 10 febbraio 2021.
9. ^ Domenico Giuriati, Il plagio furti letterari artistici e musicali, Milano, Hoepli, 1903, pp. 316-
317.
10. Virgilio Bernardoni, Pietro Mascagni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 71, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008. URL consultato l'11 novembre 2021.
11. ^ Lettera ad Anna Lolli del 26 luglio 1943, citata in Mallach, pp. 76-77.
12. ^ Alessandro Zignani, La storia negata, Zecchini Editore, 2016, p. 45.
13. ^ Lucca riabilita Mascagni, ma cosa dirà la “rossa” Livorno?, su intelligonews.it, 12 luglio
2013. URL consultato l'11 novembre 2021 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2013).
14. ^ (EN) Irene Lottini, Satan's Rhapsody, in Louis Bayman (a cura di), World Directory Cinema:
Italy, Intellect Books, 2011.
15. ^ (EN) Saggio web di Roger Flury sulla produzione di Mascagni, su iaml.info, 2015. URL
consultato l'11 novembre 2021. ( versione italiana, su cedomus.toscana.it, ultima visita: ottobre
2016. URL consultato l'11 novembre 2021.).
16. Pietro Mascagni (http://www.mascagni.org/faq) Archiviato (https://web.archive.org/web/20020
802214204/http://www.mascagni.org/faq) il 2 agosto 2002 in Internet Archive.
17. ^ Mascagni e Anna Lolli (1888-1972), su bibliotecaneval.altervista.org. URL consultato il 19
novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
18. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del regno d'Italia, n. 221 del 22 settembre
1937, p. 3.
19. ^ Nel 1910, insieme a Giacomo Puccini, promosse la fondazione della società Corale
Pisana, tuttora esistente.
20. ^ composta tra il 1885 ed i primi 1890.
21. ^ La Società Culturale Artisti Lirici Torinese Francesco Tamagno ha recentemente
ripresentato l'opera Pinotta nella versione originale del 1932 (che da allora non fu più
allestita se non in versioni sporadiche col pianoforte).

Bibliografia
Mario Morini, Pietro Mascagni, Milano, 1964.
Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972.
Claudio Casini, Franca Cella, Fiamma Nicolodi e Guido Salvetti, Mascagni, Milano, Electa
Editrice, 1984.
Roberto Iovino, Mascagni, l'avventuroso dell'opera, Milano, Camunia, 1987,
ISBN 9788877670144.
Franco La Magna, Lo schermo trema. Letteratura siciliana e cinema, Reggio Calabria, Città
del Sole, 2010, ISBN 978-88-7351-353-7.
Gherardo Ghirardini, Invito all'Ascolto di Mascagni, Milano, Mursia, 1988.
(EN) Matteo Sansone, Verga and Mascagni: The Critics' Response to 'Cavalleria Rusticana',
in Music & Letters, vol. 71, n. 2, 1990, pp. 198-214.
(EN) Alan Mallach, Mascagni, Marat, and Mussolini A Study in Ambivalence and
Accommodation, in The Opera Quarterly, vol. 11, n. 2, 1995, pp. 55-80.
Roger Flury, Pietro Mascagni: A Bio-Bibliography, Westport (Connecticut), Greenwood,
2000, ISBN 9780313296628.
Alan Mallach, Pietro Mascagni and His Operas, Lebanon (New Hampshire), University
Press of New England, 2002, ISBN 9781555535247.
Fulvio Venturi, Pietro Mascagni biografia e cronologia artistica, Livorno, DeBatte editore,
2005.
Nivio Sanchini, "Viva Mascagni! Abbasso Mascagni!" (Né vincitori né vinti), Pesaro, Sirio
Editore, Dicembre 2008.
Aldo Santini, Mascagni viva e abbasso, Livorno, Belforte editore libraio, Marzo 1985 - 35
illustrazioni b/n, ISBN 978-88-7997-125-6.
Giulia Perni (a cura di), Mascagni forever. L'autore, gli interpreti, la critica, Livorno, Sillabe,
2013, ISBN 97888-8347685-3.
Maurizio Mini e Andrea Pellegrini, Livorno, dalla 'musica americana' al Jazz - La storia, le
storie, Collana Erasmo Musica - I Quadrati, Livorno, Erasmo, 2013, ISBN 978-88-89530-55-
9. Contiene un'interessante lista di compositori allievi di Pietro Mascagni (p. 182), da
Francesco Balilla Pratella a Riccardo Zandonai e molti altri, e stralci di interviste rilasciate
da Mascagni sul Jazz al Giornale d'Italia (1929) e al Corriere della Sera (1926) (pp. 47 – 48).
Cesare Orselli, Pietro Mascagni, Roma, NeoClassica, 2019, ISBN 978-88-9374-026-5.

Voci correlate
Cerignola
Livorno
Musica

Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Pietro Mascagni
Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene
immagini o altri file su Pietro Mascagni (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:P
ietro_Mascagni?uselang=it)

Collegamenti esterni

(IT, EN) Sito ufficiale, su pietromascagni.com.


Mascagni, Pietro, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
MASCAGNI, Pietro, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
MASCAGNI, Pietro, in Enciclopedia Italiana, II Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
1949.
Mascagni, Piètro, su sapere.it, De Agostini.
(EN) Pietro Mascagni, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Virgilio Bernardoni, MASCAGNI, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 71, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
Opere di Pietro Mascagni, su Liber Liber.
Opere di Pietro Mascagni, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Pietro Mascagni, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Opere di Pietro Mascagni, su Progetto Gutenberg.
(EN) Pietro Mascagni (musica per videogiochi e anime), su VGMdb.net.
Pietro Mascagni, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
(EN) Spartiti o libretti di Pietro Mascagni, su International Music Score Library Project,
Project Petrucci LLC.
(EN) Pietro Mascagni, su AllMusic, All Media Network.
(EN) Pietro Mascagni, su Discogs, Zink Media.
(EN) Pietro Mascagni, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
(EN) Pietro Mascagni, su IMDb, IMDb.com.
(EN) Pietro Mascagni, su AllMovie, All Media Network.
(EN) Pietro Mascagni, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
(DE, EN) Pietro Mascagni, su filmportal.de.
(CA) Pietro Mascagni (XML), in Gran Enciclopèdia Catalana on line, Enciclopèdia Catalana.
(EN) Pietro Mascagni, su web.archive.org, 9 febbraio 2005. URL consultato il 10 febbraio 2021
(archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2005). Sito americano interamente dedicato a Mascagni
VIAF (EN ) 12492045 (https://viaf.org/viaf/12492045) · ISNI (EN ) 0000 0001 0871
0240 (http://isni.org/isni/0000000108710240) · SBN CFIV023115 (https://opac.sbn.i
t/risultati-autori/-/opac-autori/detail/CFIV023115?core=autoriall) · BAV 495/192899
(https://opac.vatlib.it/auth/detail/495_192899) · Europeana agent/base/146964 (http
s://data.europeana.eu/agent/base/146964) · LCCN (EN ) n79063307 (http://id.loc.go
v/authorities/names/n79063307) · GND (DE) 118782428 (https://d-nb.info/gnd/1187
82428) · BNE (ES) XX878895 (http://catalogo.bne.es/uhtbin/authoritybrowse.cgi?act
Controllo di ion=display&authority_id=XX878895) (data) (http://datos.bne.es/resource/XX87889
autorità 5) · BNF (FR ) cb13897174b (https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb13897174b)
(data) (https://data.bnf.fr/ark:/12148/cb13897174b) · J9U
(EN, HE) 987007265171905171 (http://uli.nli.org.il/F/?func=find-b&local_base=NLX1
0&find_code=UID&request=987007265171905171) · NSK (HR ) 000091502 (https://
katalog.nsk.hr/F/?func=direct&local_base=nsk10&doc_number=000091502) · NDL
(EN, JA ) 00621087 (https://id.ndl.go.jp/auth/ndlna/00621087) · CONOR.SI
(SL) 18859107 (https://plus.si.cobiss.net/opac7/conor/18859107) · WorldCat
Identities (EN ) lccn-n79063307 (https://www.worldcat.org/identities/lccn-n79063307)
Portale Biografie Portale Musica classica

Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pietro_Mascagni&oldid=136728788"

Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 4 dic 2023 alle 15:58.

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono
applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.

Potrebbero piacerti anche