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Lezione 7

Storia della stampa musicale


(parte 1 di 3)

Metodologie e tecnologie per l'editoria musicale – Prof. Luca A.


Ludovico
Definizione

• La notazione, o semiografia musicale, è il sistema che


fissa per iscritto una composizione (vedi lezione
precedente).

• Obiettivo della stampa musicale è riprodurre


meccanicamente con precisione e chiarezza la
notazione musicale.

• Fino al XV secolo, la notazione musicale venne


riprodotta manualmente. Fu solo a seguito
dell’invenzione della stampa che si pensò a riprodurre
meccanicamente anche la musica.

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7. Storia della stampa musicale
Invenzione della stampa

• L'invenzione della stampa a caratteri mobili su carta è


attribuita al tedesco Johann Gutenberg.

• Si ritiene che già i cinesi utilizzassero in precedenza


tecniche simili e che, contemporaneamente a Gutenberg,
altri stampatori tedeschi, boemi, italiani e olandesi
stessero lavorando a qualcosa di simile.

• Comunque fu Gutenberg, in società con il banchiere


Johann Fust e l'incisore Peter Schöffer, a dare alle stampe
il primo libro con la tecnica della stampa a caratteri
mobili: si tratta della Bibbia, realizzata a Magonza tra il
1448 e il 1454.

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7. Storia della stampa musicale
Ci sono giunti solo 48 esemplari (12 su vellum, 36 su carta) dei 180 originariamente stampati. Due copie sono conservate
al Museo Gutenberg di Magonza, due (una su vellum, una su carta) alla British Library di Londra.

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7. Storia della stampa musicale
La stampa a caratteri mobili

• I cosiddetti tipi (da cui «tipografia») sono piccoli prismi


metallici di sezione variabile, su ciascuno dei quali
compare in rilievo un carattere.

• La tecnica di stampa a caratteri mobili consiste


nell’allineare i tipi assemblandoli in linee, e unire le linee
creando le pagine complete di testo.
Ogni matrice relativa a una pagina viene quindi
inchiostrata e successivamente stampata con un torchio.

• In un primo momento i tipi erano resi solidali da fasce; per


questo, i libri stampati dall’invenzione della stampa fino
alla fine del ‘400 vengono detti incunaboli, dal latino in
cuna («in culla», ossia in fasce).

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7. Storia della stampa musicale
Torchio di Gutenberg (riproduzione funzionante)

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7. Storia della stampa musicale
Parte 1

TIPOGRAFIA

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7. Storia della stampa musicale
Stampa vs. tipografia

• Tipografia è un vocabolo composto formato da


tipo- e -grafia.

• Si tratta di un sistema di stampa diretta che si


esegue mediante una matrice a rilievo composta
manualmente con caratteri mobili oppure
realizzata mediante un procedimento di
composizione meccanica (monotype, linotype, …).

• Quindi non sono sinonimi: la tipografia è solo una


delle possibili tecniche di stampa, al pari della
litografia o della xilografia (descritte più avanti).

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7. Storia della stampa musicale
Stampa di testi musicali

• L’invenzione della stampa dei simboli musicali è posteriore a


quella delle lettere alfabetiche di circa un ventennio.
Questo ritardo è dovuto a:
• maggiore difficoltà di riprodurre a stampa i segni della
notazione musicale, intrinsecamente più complicati
rispetto ai caratteri alfanumerici;
• maggiore incertezza riguardo alla notazione rispetto
all’alfabeto, dato che nel XV secolo i glifi musicali e la
scrittura in generale sono ancora in evoluzione.

• I primi esperimenti di notazione musicale a stampa risalgono


al 1475 circa e si attuano contemporaneamente in Italia e in
Germania. Gli autori sono tipografi ed editori generici che si
dedicano anche alla musica. Solo a partire dall’800 nasce la
figura dell’editore esclusivamente musicale.

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7. Storia della stampa musicale
Aspetti di impaginazione

• Gli antichi stampatori tendevano a imitare i manoscritti e i


libri liturgici: il testo musicale doveva apparire sulla
pagina esattamente come nei manoscritti.

• Le ragioni sono molteplici:


o il manoscritto forniva un modello di impaginazione
offrendo la soluzione a molti problemi, quali la
distribuzione delle parti e delle voci, la spaziatura tra i
simboli, ecc. (tanto più che tipografi ed editori non
erano specializzati in ambito musicale);
o questo faceva risparmiare tempo ed energie;
o il libro a stampa poteva attrarre i possessori di
manoscritti, e copiare l’aspetto esteriore dei testi
esistenti ne facilitava l’attrattività e la vendita.

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7. Storia della stampa musicale
Alcune difficoltà

• Però, così lo stampatore si trovava di fronte ad alcune


difficoltà pratiche: il numero di copie da stampare, il
formato dei libri, e la carta da usare (materiale ai tempi
assai costoso, il cui utilizzo andava ottimizzato).

• Di solito si stampava in quarto o in ottavo, ossia con 4 o 8


fogli creati dal foglio di carta originale ripetutamente
piegato, ricavando 8 o 16 pagine di testo, ciascuna con un
fronte (recto) e un retro (verso).

• Il legatore doveva sapere come piegare i fogli stampati per


ottenere la sequenza corretta delle pagine.

• La copia modello manoscritta andava impostata in modo


che il tipografo sapesse quanto testo disporre in ogni
pagina e quante pagine componessero l’edizione.

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7. Storia della stampa musicale
Impaginazione e repertori

• Dato che molti libri venivano stampati in un formato che


comprendeva diversi fogli in un fascicolo, si cercava di
disporre il materiale in un numero di pagine potenza di 2 (8,
16, …): in tal modo, ogni foglio poteva essere sfruttato
interamente e non generava sprechi.

• Per alcuni repertori era più semplice: una frottola, una


chanson o un madrigale, generi popolari e su temi profani,
occupavano esattamente una pagina o un’apertura.

• Dunque bastava contare il numero dei brani e assicurarsi che


questi – insieme al frontespizio, alla “tavola” e, a volte, alla
dedica – occupassero un numero di pagine appropriato.

• I libri-parte del ‘500 spesso erano composti da 24 o 32 pagine.

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7. Storia della stampa musicale
Impaginazione e repertori

Frottola «Dal lecto me levava» dalle Frottole – Libro 1 di


Ottaviano Petrucci (1504).

Si noti la disposizione delle parti: tenor (2 voci), altus e bassus.

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7. Storia della stampa musicale
Impaginazione e repertori

• Come detto, si cercava di disporre il materiale in un numero


di pagine potenza di 2: in tal modo, ogni foglio poteva essere
sfruttato interamente e non generava sprechi.

• Altri repertori si prestavano meno. Ad esempio, i mottetti


sono composizioni musicali vocali, con o senza
accompagnamento, di ispirazione sacra.

• Benché i libri di mottetto fossero spesso dello stesso formato


rispetto ad altri tipi di repertorio, la lunghezza assai variabile
dei singoli brani rendeva più difficile una relazione
preordinata tra numero di brani e formato del libro.

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7. Storia della stampa musicale
Esempio di imposizione tipografica

• L'imposizione tipografica è il procedimento che permette di


stampare più pagine, disposte in modo opportuno, su un unico
foglio. Il foglio così stampato e poi adeguatamente piegato
formerà un fascicolo o segnatura, che - insieme con altre
segnature - costituirà un libro.
• Esempio di segnatura di un sedicesimo:

4a 2b
3b

1
3a
4b 2a

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7. Storia della stampa musicale
Ottimizzazione nell’uso dei tipi

• In teoria, nulla vietava di procedere linearmente di pagina in


pagina, come si farebbe nella copiatura di un manoscritto, ma
questo avrebbe complicato la gestione dei bifolii, che – come
si è visto – ospitano 4 pagine la cui numerazione in generale
non è contigua.

• Il lavoro di preparazione della matrice, se fatto con cura,


permetteva al tipografo di preparare tutte e sole le pagine
che si trovavano su una facciata del foglio; dopo aver
stampato queste, si poteva iniziare a comporre le pagine per
l’altro lato.

• Nel caso di stampa a caratteri mobili, un effetto positivo era il


risparmio nella quantità di tipi da maneggiare.

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7. Storia della stampa musicale
Compresenza di simboli

• Problema: presenza contemporanea di simboli musicali (note,


chiavi, alterazioni, ecc.) e righi, gli uni sugli altri.

• Come nei manoscritti, la musica a stampa necessitava di


un’attenta sovrapposizione delle note sui righi, all’altezza
giusta e con una spaziatura adatta alla lettura.

• Inizialmente si stampava in due colori, con la notazione nera e


i righi rossi. Se i due colori non si sovrapponevano mai, le due
parti del testo potevano essere preparate insieme, ciascuna di
esse accuratamente inchiostrata col proprio colore, per essere
stampate in un’unica soluzione sotto il torchio. In caso
contrario, non sarebbe stato possibile preparare e stampare le
due parti allo stesso tempo; da qui lo sviluppo della stampa a
doppia impressione, nella quale i due colori venivano
preparati e stampati separatamente.
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7. Storia della stampa musicale
Incipit dell’«Introitus» da In
Nativitate Domini. Ad Primam
Missam in nocte. Editio Medicea.
Roma: Typographia Medicea, 1614.

Si tratta dell’edizione rivista del


canto gregoriano.

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7. Storia della stampa musicale
Testo letterario e testo musicale

• Fin verso il 1475 i tipografi cercarono di eludere il problema


della stampa della notazione musicale stampando la parte
alfabetica e lasciando spazi vuoti per la musica; oppure
venivano stampati solo i righi musicali e un amanuense inseriva
poi le note.

• Si trattava di un procedimento lungo, costoso e il risultato era


poco gradevole: gli inchiostri erano spesso diversi, e
l’amanuense doveva riuscire a far stare la parte musicale nello
spazio lasciatogli dallo stampatore. Poteva anche capitare che
alcune copie non venissero ultimate: ci sono giunti alcuni libri
mancanti delle parti musicali.

• Per questi motivi, si ricercò il mezzo per stampare anche la


notazione musicale.
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7. Storia della stampa musicale
Criticità

• Difficoltà principale (per la notazione corale) non sono i singoli


segni, ma la presenza del rigo musicale con la necessità di
inserire i simboli all’altezza voluta. Inoltre c’è differenza nel
colore: rosso per le linee del rigo, nero per le note.

• Con la notazione mensurale emergono altri problemi: ad


esempio le legature o i differenti colori delle note (nere, rosse,
bianche).

• I primi esperimenti riguardano il solo campo della notazione


corale, mentre in una fase successiva (XVI secolo) si riproduce a
stampa anche la notazione mensurale. E’ probabile che la
stampa della notazione mensurale abbia introdotto una
semplificazione e una codificazione di tutta la notazione (con
vantaggi per la lettura e la comprensione).
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7. Storia della stampa musicale
Esempio mensurale

Baude Cordier (Reims, 1380 circa – Digione, prima


del 1440)
Belle bonne sage

Si tratta di una chanson scritta in notazione


mensurale.
Concentrandosi sulla voce superiore, si nota la
presenza di note di colore nero, rosso (per
indicare alterazioni ritmiche) e bianco.

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7. Storia della stampa musicale
Una possibile soluzione

• Il primo criterio adottato dai


tipografi per superare la
difficoltà della stampa della
notazione corale pare sia
stato quello di ridurre il rigo
a un sistema uniforme di 4 o
5 linee e di unirne un
frammento a ogni carattere
mobile che riproduceva una
nota.

• Giustapponendo le singole note con i loro frammenti di rigo si


riusciva a riprodurre il rigo per intero con le note alla giusta
altezza.

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7. Storia della stampa musicale
Una possibile soluzione

• Il primo esempio del genere pare sia rappresentato


dal Constance Gradual del 1473 circa.

• Le pagine di questo libro presentano note,


pentagrammi, chiavi (Fa e Do), due linee verticali
che segnano l’inizio e la fine dei pentagrammi, e del
testo scritto in nero a due impressioni.

• Solo la lettera iniziale, per la quale lo stampatore


lascia uno spazio vuoto, e una linea rossa aggiuntiva
ai righi musicali sono stati fatti a mano.

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7. Storia della stampa musicale
Constance Gradual

Primo esempio di testo musicale


stampato con caratteri mobili.
La copia conservata presso la
British Library è l’unica giunta a
noi completa di cui si abbia
notizia.

Il difetto principale di questa


tecnica è che i vari punti di sutura
dei frammenti di rigo non
riuscivano mai a combaciare
perfettamente.

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7. Storia della stampa musicale
Una possibile soluzione
Orfeo

Claudio Monteverdi
I edizione a stampa
(1607)

I punti di cesura tra i caratteri tipografici sono chiaramente visibili.


Il facsimile digitale dell’atto secondo è disponibile nel PDF 1.

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7. Storia della stampa musicale
Stampa di testi musicali liturgici

• Tra il 1476 e il 1500 i libri liturgici con musica –


note e pentagrammi – stampati a due impressioni
venivano prodotti in almeno 25 città da 66
stampatori.

• La maggior parte degli stampatori ha prodotto


solo uno o due libri, ma alcuni hanno raggiunto
quote di 12-13, proponendosi quindi come
specialisti.

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7. Storia della stampa musicale
Stampa di testi di teoria musicale

• I libri di teoria musicale richiedevano tecniche di


stampa diverse.

• Durante il Medioevo e il primo Rinascimento le


discussioni di teoria musicale poggiavano su basi
aritmetiche.

• Di conseguenza, i manoscritti - oltre alla notazione


musicale - dovevano contenere diagrammi di rapporti
e relazioni matematiche e forme geometriche, per
cui non si potevano usare i tipi. Si passò all’uso della
xilografia.

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7. Storia della stampa musicale
Parte 2

XILOGRAFIA

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7. Storia della stampa musicale
La xilografia

• La xilografia (letteralmente “scrittura su legno”), o


silografia, è una tecnica di incisione in cui si
asportano dalla faccia piana d’una tavoletta di legno
o di metallo le parti non costituenti il disegno.

• Si usano particolari strumenti come la sgorbia,


scalpello di forma ricurva e scanalata usato per
l’intaglio.

• La tavoletta viene poi cosparsa di inchiostro e


impressa sulla carta: le parti scavate risulteranno
bianche, mentre quelle in rilievo saranno nere.

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7. Storia della stampa musicale
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7. Storia della stampa musicale
Opusculum Musices

Nicolò Burzio
(Parma, 1450 ca. – Parma, 1528)

La musica in questa xilografia


proviene dal primo libro di
musica noto prodotto con la
tecnica della xilografia. È
stato realizzato a Bologna nel
1487.

Il libro è archiviato presso la


New Berry Library di Chicago.

La dimensione del testo


musicale è di 7,5 x 5,5 pollici
(circa 19 x 14 cm).

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7. Storia della stampa musicale
Il successo della xilografia in musica

• Questa tecnica era già diffusa largamente in Europa nel XV


secolo e molti libri stampati venivano decorati con disegni o
lettere iniziali impressi con blocchi di legno.

• I materiali musicali in generale erano semplici e di solito gli


esempi da realizzare erano brevi.

• Gli artigiani disponevano di molti modelli della notazione


richiesta da riprodurre tramite xilografia.

• Se non erano disponibili localmente caratteri tipografici


musicali e le conoscenze per usarli, era naturale che lo
stampatore si rivolgesse ad uno xilografo, un artigiano del
legno, piuttosto che a un compositore di caratteri.
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7. Storia della stampa musicale
Criticità della xilografia in musica

• La tecnica in sé è semplice, ma richiede destrezza


manuale, controllo e attenzione nell’incidere i testi e la
musica “al contrario” sulla tavola e precisione in ogni
dettaglio.

• La natura grafica della musica, ossia un sistema di linee


verticali e orizzontali incrociate ad angoli precisi con
elementi associati, note, chiavi e altri segni che a loro
volta impongono forme e angoli, presenta molte
difficoltà.

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7. Storia della stampa musicale
https://ludovico.lim.di.unimi.it/simulatest/editoria/survey_question.php?id=5
Esempio

• Problema: se il punto di intersezione del rigo musicale e la


stanghetta della nota non sono incisi in modo chiaro, l’inchiostro
tende a spargersi nel punto di congiunzione.

• Per evitare questo fenomeno, alcuni incisori lasciavano una


piccola tacca in modo da interrompere la superficie
nell’intersezione per ridurre la densità dell’inchiostro.

• Per lo stesso motivo, non è semplice incidere le note bianche a


cavallo di una riga.

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7. Storia della stampa musicale
Diffusione della tecnica

• La musica stampata con questa tecnica tra il XV e il XVI secolo


varia enormemente per qualità ed estensione.

• Dal 1500 al 1600 sono state pubblicate 326 opere di teoria


musicale in un totale di 611 edizioni da 225 stampatori in 75
città europee.

• Andrea Antico fu uno dei più importanti stampatori a utilizzare


la tecnica xilografica. Egli iniziò la sua attività intorno al 1510,
quando pubblicò a Roma un libro di frottole: le Canzoni nove.

• Questa tecnica di stampa continuò ad essere usata fino al XIX


secolo, solitamente per piccoli libri, libretti e volumi simili.

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Opusculum Musices

Nicolò Burzio
(Parma, 1450 ca. – Parma, 1528)

Volume stampato da Ugo de


Rugeriis (Bologna, 1487), folio
e5v.

Esempio di stampa con il


metodo della xilografia.

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7. Storia della stampa musicale
Liber quindecim missarum

Parte di una pagina del volume stampato da Andrea


Antico da Montona (Montona, 1470/1480 – 1540).

Stampato a Roma nel 1516.

Altro esempio di stampa attraverso la tecnica della


xilografia.

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7. Storia della stampa musicale
Confronto tra stampe

• Nella prima edizione del Pratica musicae di Gaffurius, stampato


da Guillermus Le Signerre nel 1496, gli esempi in notazione
gregoriana e mensurale sono incisi bene e stampati senza
imperfezioni.Può essere interessante il
confronto
• L’edizione del 1508, stampata con gli stessi blocchi, su due folii
presenta dei tra piùcerchi
piccoli copieoltre
di uno stesso vera e propria.
alla musica
libro in una
Questo suggerirebbe singola
che la edizione,
parte musicale sia stata incisa su una
o di
tavola inchiodata adcopie di differenti
un supporto di legno, e che una mancanza di
cura nell’inchiostrazione abbia fatto sì che venissero stampate
edizioni.
anche le teste dei chiodi.
• Nell’edizione del 1512 alcuni esempi musicali sono sghembi.
Questo suggerisce che la superficie di stampa è stata fissata con
poca cura e di conseguenza durante la stampa la tavola non è
rimasta perfettamente ferma.

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7. Storia della stampa musicale
Tecniche di stampa miste

• La xilografia è anch’essa una


tecnica di stampa in rilievo,
come i caratteri mobili.

• Quindi è possibile inserire


una matrice prodotta con
tecnica xilografica
all’interno di una forma
tipografica che contiene
anche caratteri mobili,
inchiostrare e imprimere
simultaneamente su carta
attraverso una pressa.
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