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RIASSUNTO DI STAMPA E
CULTURA IN EUROPA
DI LUDOVICA BRAIDA
LAURA MORI
Università di Parma
I
Sommario
DAL MANOSCRITTO ALLA STAMPA: continuità ed innovazione.............................................................1
1. il manoscritto: le trasformazioni della produzione prima della stampa.....................................................1
2. L’invenzione di Gutenberg. Nuove tecniche, nuovi mestieri....................................................................1
3. l’Europa del libro a stampa.......................................................................................................................2
Le caratteristiche generali:........................................................................................................................2
Una geografia differenziata......................................................................................................................2
4. I mestieri della trascrizione e il commercio del libro................................................................................3
2. forme e repertorio dei testi............................................................................................................................3
1. l’incunabolo: nel segno della continuità...................................................................................................3
2. testi antichi, testi nuovi.............................................................................................................................4
3. libro di larga circolazione: repertorio e caratteristiche materiali...............................................................4
4. l’editoria umanistica tra la fine del 400 e il primo 500.............................................................................4
3. autori, editori, lettori.....................................................................................................................................5
1. l’autore, lo stampatore-libraio e il ricorso alla privativa...........................................................................5
2. il correttore in tipografia...........................................................................................................................5
3. Dallo stampatore all’editore......................................................................................................................5
4. Biblioteche e lettori..................................................................................................................................6
5. gli effetti della standardizzazione.............................................................................................................6
4. La stampa fra trasmissione e controllo del sapere.........................................................................................6
1. l’uso della stampa durante la riforma........................................................................................................6
2. stampa e censura.......................................................................................................................................6
3. Dalla “Bibliotheca universalis” alle bibliografie in volgare......................................................................7
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DAL MANOSCRITTO ALLA STAMPA: continuità ed innovazione
1. il manoscritto: le trasformazioni della produzione prima della stampa
Prima dell’avvento della stampa, il mondo librario aveva ricevuto comunque una buona innovazione: la
scrittura dei testi passò dal mondo monastico a quello universitario. Nelle grandi città universitarie c’erano
gli stationarii e i cartolai. Gli stazionari mettevano a disposizione i testi scolastici che erano organizzati in
peciae, cioè l’unità diveisoria di questi testi. Tutti i testi scolastici venivano revisionati da una commissione
una volta all’anno per controllare che fossero attendibili; si era già avviato quindi un primordiale processo di
standardizzazione dei testi. Oltre agli stazionari c’erano degli scribi a pagamento che non lavoravano più
soltanto su commissione, ma che avevano delle botteghe vere e proprie.
Tra il VIII e il XI sec. si diffonde negli scriptoria monastici la lettura silenziosa ed individuale e ben presto
questa tipologia di lettura si espande anche verso il mondo universitario.
Gli scribi non sono più, nel XIII sec., soltanto dei ricchi o dei personaggi di rilievo, ma si diffonde un’abilità
scrittoria a diversi strati della popolazione che porta molti personaggi elitari, ma non troppo ricchi, a “copiare
per leggere” e per formare la propria biblioteca personale, che spesso era formata da testi sacri, la Divina
commedia, il decameron e testi di Petrarca.
Nel XIV sec. l’attività libraria è laica e urbanizzata edè contraddistinta da una separazione del lavoro.
Rimane però il problema che, essendo gli scribi di varia estrazione e varia preparazione, c’erano testi molto
corrotti e pieni di errori.
In questo periodo, soprattutto dal XV sec., i committenti dei nuovi codici sono persone di rango elitario, ma
comunque non soltanto i monasteri o i centri universitari.
2. il correttore in tipografia
Il correttore è una figura importante e di cui sappiamo relativamente poco perché ci sono arrivate poche
notizie. Il correttore epurava il testo dagli errori e lo organizzava con l’indice, l’appendice ecc.
Non tutti gli stampatori riuscivano però a permettersi un correttore oltre ai torcolieri e ai compositori. I
correttori hanno avuto un ruolo molto importante nella stabilizzazione linguistica, grafica e lessicale.
Il correttore poteva essere scelto ed indicato anche dall’autore stesso e, se gli editori o gli autori non
potevano ricorrere ad un correttore, la stesura dei testi era assegnata ai compositori.
In Italia l’attenzione al testo e alla correttezza ortografica fu sempre più attenta e resa con precisione; Aldo
Manuzio segnava tutti gli errori o i pezzi che non era stato in grado di ricostruire filologicamente.
2. stampa e censura
La tampa fu fin dall’inizio considerata un pericolo per il potere, soprattutto dalla Chiesa di Roma. I primi
controlli sul materiale di stampa furono attuati a Colonia nel 1479 da parte di autorità tedesche ed in
particolare dall’ateneo di Colonia che era fortemente filocattolico. La paura più grande è quella di non poter
inizialmente controllare la circolazione di Bibbie e letture religiose in volgare.
Le prime basi vere e proprie della censura sono state poste da Innocenzo VIII nel 1487 e accanto alle autorità
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ecclesiastiche si affiancarono alcune potenze, in particolare la corona spagnola. Molti stati italiani invece
rinunciarono a questo potere e lo lasciarono nelle mani delle istituzioni ecclesiastiche.
L’inquisizione romana nasce ufficialmente nel 1542, perché oltre alla paura della stampa per la perdita del
potere si unisce la paura verso la nuova riforma protestante. Iniziano tutti quei procedimenti che inducono il
popolo ad avvicinare la lettura al senso di colpa, attraverso i roghi di libri nelle piazze ecc.
Nasce anche l’inquisizione spagnola negli anni 50 del 500 e furono fatti numerosi interventi regi nei
confronti dei nuovi libri a stampa. Si diffuse, soprattutto negli stati non italiani, una struttura che vedeva il
controllo dell’inquisizione o degli uffici ecclesiastici insieme ai parlamenti e alle università. In Francia la
censura fu più leggere rispetto alla Spagna e all’Italia e Lione in particolare fu una città molto libera perché
non aveva né università bè parlamento e gli uffici ecclesiastici non riuscivano a controllare tutti i libri che da
molti eretici venivano “camuffati”.
Il primo indice dei libri proibiti è elaborato dalla Sorbona di Parigi tra il 44 e il 66. Il primo indice romano fu
pubblicato nel 1559 da Paolo IV ed era molto rigido; esso includeva autori non cattolici di cui si proibiva
l’intera opera, gli autori di cui si proibiva solo qualche opera, cattolici che venivano considerati eretici e titoli
di opere anonime. Furono fatte delle liste con Bibbie vietate e nuovi testamenti vietati e anche tipografi che
si dovevano evitare. Furono vietate anche opere che non trattavano di opere religiose, come il Decameron,
Macchiavelli, Della Casa ecc.
Dopo Paolo IV ci fu l’indice tridentino di Pio IV che sembrò moderarsi, ma si ritornò alla rigidità dell’indice
paolino con l’indice clementino di Clemente VIII.
Epilogo
Sicuramente la stampa è una delle più grandi rivoluzioni nella produzione libraria; si allarga il mercato del
libro, muta l’attività dell’autore e questo è sollecitato nelle consegne dai tipografi, inoltre si diffonde
l’incertezza sulla pubblicazione dato che la revisione non è fatta dall’autore o da una persona fidata di
questo.
La stampa cambia i rapporti con la cultura scritta e apre la fruizione testuale a tutta quella parte di
popolazione definita “semicolta” poco alfabetizzata che deve unicamente mantenere vive le poche
conoscenze di lettura e scrittura che ha.
L’ultima rivoluzione è quella sulla stesura elettronica e digitale dei testi e non è da meno, anzi: se la stampa
non aveva cambiato la materialità del codex, il libro elettronico cambia anche la sua materialità, oltre che la
correzione e il metodo di scrittura.