2021
Riassunto di Storia
Moderna
DI RENATA AGO E VITTORIO VIDOTTO
LAURA MORI
Sommario
1. Popolazione, economia, società........................................................................................................1
1.1 crescita della popolazione, crescita delle città, crescita della domanda di beni.........................1
1.2 le campagne................................................................................................................................1
1.3 il sistema manifatturiero.............................................................................................................1
2
1.4 commercio e finanza...................................................................................................................2
1.5 crisi economiche, pauperismo e nuove politiche sociali............................................................2
1.6 la fine dell’espansione economica e il declino della popolazione..............................................2
2. Viaggi oceanici e scoperte geografiche............................................................................................3
2.1 i primi viaggi oceanici................................................................................................................3
2.2 la scoperta dell’America.............................................................................................................3
2.3 Viaggi in Oriente........................................................................................................................3
2.4 La conquista dell’America..........................................................................................................3
2.5 Gli Aztechi..................................................................................................................................4
2.6 I Maya e gli Incas.......................................................................................................................4
2.7 Gli strumenti della conquista......................................................................................................4
2.8 La nuova organizzazione dei territori.........................................................................................4
2.9 il problema dell’altro..................................................................................................................5
2.10 Le conseguenze delle scoperte..................................................................................................5
3. La riforma.........................................................................................................................................5
3.1 i problemi della chiesa................................................................................................................5
3.2 Le tendenze riformatrici del primo 500......................................................................................5
3.3 Martin Lutero..............................................................................................................................5
3.4 la diffusione del luteranesimo.....................................................................................................6
3.5 la guerra dei contadini................................................................................................................6
3.6 la riforma delle città....................................................................................................................6
Zurigo:...........................................................................................................................................6
3.7 riforma religiosa e poteri politici................................................................................................7
3.8 Giovanni Calvino........................................................................................................................7
3.9 la diffusione del calvinismo........................................................................................................8
3.10 la riforma in Inghilterra............................................................................................................8
3.11 gli eretici italiani del ‘500.........................................................................................................8
4. guerre d’Italia e formazione degli stati territoriali...........................................................................8
4.1 il principio dinastico e la sua difesa: le guerre d’Italia...............................................................8
4.2 Carlo V e l’idea imperiale...........................................................................................................9
4.3 le istituzioni statali all’inizio del 500..........................................................................................9
4.4 la rivalità tra Francia e Spagna e la seconda fase delle guerre d’Italia.......................................9
4.5 guerre e poteri monarchici........................................................................................................10
5. La controriforma.............................................................................................................................10
5.1 la convocazione del concilio di Trento.....................................................................................10
5.2 l’apparato repressivo.................................................................................................................10 2
3. La riforma
3.1 i problemi della chiesa
All’inizio del 500, diverse parti chiedevano una riforma della chiesa, stava diventando troppo
pesante l’assenteismo dell’alto clero, l’intromissione del papa nelle cose mondane e lo sfarzo
smodato. La scelta dell’alto clero negli ultimi anni era stata dettata soprattutto da scelte politiche,
spesso diventava cardinale o vescovo un uomo nobile. Pertanto, molti fedeli non avevano mai visto
il loro parroco o il loro vescovo perché essi preferivano stare nello sfarzo romano piuttosto che nelle
strutture locali. Di conseguenza, numerose raccolte di denaro venivano destinate a Roma e non alle
zone locali.
Per mantenere questo sfarzo e questo tenore di vita, iniziò la vendita delle indulgenze; c’erano
appositi predicatori che avevano il potere di raccogliere questo denaro che veniva inviato a Roma
per mantenere il tenore di vita. Questa dinamica sembra assurda, ma nella mentalità medievale
questa era all’rdone del giorno: qualcosa poteva essere perdonato solo se ricambiato con una somma
di egual valore. Nel 1517 Leone X concesse l’indulgenza plenaria ovviamente sempre a
“pagamento”. Molti intellettuali e anche persone interne alla chiesa di ribellarono contro questo
sistema. A partire da Erasmo da Rotterdam e Lutero.
3.2 Le tendenze riformatrici del primo 500
Le tendenze del primo 500 furono fortemente riformatrici e avevano come obiettivo quello di
guardare al contributo umanistico e delle sacre scritture, tentando di ritornare ad un cristianesimo
originale ed epurato da quelle rovine.
3.3 Martin Lutero
Nasce nel 1483 e a 22 anni dopo una crisi esistenziale decide di entrare nel convento degli
agostiniani nella sua città di Erfurt. La sua formazione risente quindi della teologia agostiniana. Si
laurea in teologia a Wittenberg ed inizia ad insegnare teologia biblica e a meditare sul discorso del
peccato e della salvezza.
La salvezza era data dal Dio buono per sola fede e rende giusti gli uomini grazia, fede e scrittura.
Nel 1517 rende pubbliche sulla cattedrale di Wittenberg le sue 95 tesi sulla dottrina delle
indulgenze: solo Dio poteva perdonare, non il papa.
3.4 la diffusione del luteranesimo
Le 95 tesi si diffusero molto rapidamente e tanti in Germania erano pronti a schierarsi dalla parte
del luteranesimo. Nel 1520 Lutero fu scomunicato per eresia e lui continuava a richiedere una
riforma interna alla chiesa. Negava la validità dei sacramenti, riconosceva soltanto il battesimo e
l’eucarestia che erano quelli presenti nei Vangeli e sosteneva il principio di libertà interiore e 2
dell’anima dell’uomo. Molti letterati e uomini politici si avvicinarono a queste idee e dopo
l’elezione di Carlo d’Asburgo fu convocata a Worms una Dieta nel 1521. Lutero si presentò davanti
alla dieta ed oppose un netto rifiuto a tutte le richieste che lo portò ad essere espulso da tutte le terre
cristiane.
Lutero non avrebbe voluto muovere degli attacchi politici, lui voleva una riforma della chiesa
romana, ma ben presto si scatenarono la rivolta dei cavalieri e quella dei contadini.
3.5 la guerra dei contadini
I contadini iniziavano a rivendicare verso i signori i propri diritti e le loro possibilità, ma i signori
feudali continuavano a negarglieli e a privarli di questi diritti.
Le prime rivolte scoppiarono nel 1524: i contadini provarono ad organizzarsi e si diedero delle
regole, i 12 articoli dei contadini tedeschi che grazie alla stampa ebbero una grande diffusione.
Diritto nella scelta del parroco da parte delle comunità
Le decime dovevano essere di sostentamento al parroco locale e non dovevano essere
utilizzate per altro.
Ad infiammare ulteriormente le rivolte fu Thomas Muntzer, ex allievo di Lutero, questo metteva in
discussione l’ordine sociale, prevedendo la diffusione delle sacre scritture anche tra i contadini più
poveri.
Lutero però aveva avuto l’intenzione di una riforma religiosa, non di una ristrutturazione o rivolta
sociale e per questo fu d’accordo con chi voleva placare le sommosse.
Muntzer fu catturato e diverse bande contadine furono catturate e uccise.
3.6 la riforma delle città
Zurigo:
A zurigo fu nominato parroco Zwingli, che fu spinto da Erasmo verso un cristianesimo diverso da
quello cattolico ed iniziò una riforma della chiesa locale: abolizione del culto dei santi, condanna
del Purgatorio, contestazione della gerarchia ecclesiastica e del celibato dei preti.
nel 1523 si presentò davanti al consiglio cittadino e presentò i suoi 67 articoli di fede; egli sosteneva
che la messa non fosse un sacrificio in cui il pane e il vino si trasformavano, ma una semplice
commemorazione dell’ultima cena.
Gli articoli furono approvati e furono il fondamento della chiesa Zurighese.
Dal punto di vista sociale fondò una cassa di supporto per i poveri e un tribunale dei costumi e una
scuola di studi biblici.
La dottrina di Zwingli si avvicinava a quella di Lutero sotto tanti aspetti, ma per Lutero, oltre al
fatto che la messa non era un sacrificio, nel pane e nel vino era presente il corpo e il sangue di cristo
(consustanziazione), mentre per Zwingli era soltanto un simbolo, non c’era alcuno scambio tra
spirituale e corporeo.
Sia Zwingli che Lutero si opposero alle teorie degli anabattisti che predicavano il battesimo degli
adulti e una lettura letterale delle scritture.
3.7 riforma religiosa e poteri politici
Diverse città tedesche, in particolare Federico il savio elettore di Sassonia, iniziarono ad
allontanarsi dalla chiesa romana e ad appoggiare le nuove teorie luterane o di ispirazione luterana
che nascevano nelle città. Furono smantellata i beni ecclesiastici e fu data più autorità ai governi
locali perché dava modo di controllare di più il potere e la chiesa locale. La riforma aveva dissolto 2
la gerarchia della chiesa romana e i principi territoriali avevano più poteri perché la chiesa era
territoriale/locale e non curiale.
Tutte queste trasformazioni portarono paure e disordini e iniziarono a convocare delle diete in modo
che si potessero trovare accordi di pace e di ordine.
1526: DIETA DI SPIRA: viene formulato apertamente il principio di territorialità, viene
lasciato ai principi locali il potere di scegliere se applicare o meno l’editto di Worms
(scomunica dei pensieri luterani)
1529: SECONDA DIETA DI SPIRA: tolleranza a favore delle minoranze cattoliche
all’interno dei territori luterani. Questi ultimi protestarono l’ingiustizia a da questo si
guadagnarono l’appellativo di “protestanti”.
1530: DIETA DI AUGUSTA: Carlo V torna in Germania. I luterani vengono rappresentati
da Melantone che presenta la Confessio Augustana suddivisa in 28 articoli: i primi 21
sottolineavano gli elementi comuni ai cattolici e gli altri 7 gli elementi di innovazione
(giustificazione per sola fede, matrimonio dei preti, natura della messa). Carlo V non accettò
il documento e ordinò di applicare l’editto di Worms a tutti i territori e di restituire i beni
confiscati alla chiesa.
I principi si riuniscono nella Lega di Smalcalda e Carlo V accetta l’accordo di una tregua.
Carlo V scelse quindi di fare dei “colloqui di religione”, ovvero dei confronti tra i principi
cattolici e luterani che si confrontano sui punti principali
1541; INCONTRO TRA MELANTONE E IL CARDINALE CONTARINI per cercare di
trovare un accordo unificante, ma questo incontro si rivela un fallimento.
1555: PACIFICAZIONE DI AUGUSTA: l’imperatore accetta definitivamente la frattura
religiosa e accetta la formula cuius regio eius religio e fu promulgato il reservatum
ecclesiasticum, che diceva chela Chiesa sarebbe tornata in possesso dei beni che erano stati
sottratti dopo il 1552.
3.8 Giovanni Calvino
Nasce a Noyon in Piccardia, studia legge a Parigi, simpatizza per la Riforma, ma rischia di essere
condannato per eresia, così si muove verso Strasburgo dove conosce Butzer e poi si dirige verso
Ferrara, ma nel ritorno si ferma a Ginevra nel 1536. Lui era già conosciuto nella città e fu invitato a
restare e ci tornò in seguito nel 1541: riuscì a creare una città in cui fossero diffuse ampiamente le
sue idee.
Idee principali di Calvino: giustificazione per sola fede, sacramenti come puro seno, messa come
rito di commemorazione, la grazia era un dono di Dio che la elargiva ad alcuni e la negava ad altri
secondo la dottrina della predestinazione. Chiunque quindi si sforzava a fare del bene per
conquistare un posto tra i giusti. Era considerata da perseguire anche la gloria terrena.
Organizzò la società della sua chiesa in Pastori che elargivano sacramenti e spiegavano la parola di
Dio, i dottori che interpretavano le scritture e i diaconi che avevano cura degli anziani e dei poveri.
A capo della chiesa di Ginevra era istituito un Concistoro, un organismo collegiale formato da
anziani e pastori. Non c’era distinzione tra potere religioso e potere civile. Sotto il profilo
dottrinario Calvino era intransigente.
3.9 la diffusione del calvinismo
Il Calvinismo si diffuse in molte zone dell’Europa soprattutto a partire dalle teorie economiche di
Max Weber che mettevano in relazione il calvinismo e il capitalismo, gli operai tipografi videro una
nuova possibilità lavorativa nelle nuove congregazioni di preghiera che nascevano nelle città, le
donne videro la possibilità di emanciparsi, l’uguaglianza aveva a che fare con la sfera spirituale e 2
non con quella sociale. Sia calvino che Lutero affidavano molta importanza al ruolo spirituale del
capo famiglia a cui tutti i famigliari erano sottomessi, furono chiusi i conventi e la lettura diretta
della Bibbia diffuse maggiore alfabetizzazione.
3.10 la riforma in Inghilterra
La riforma di Inghilterra nasce dalla richiesta di divorzio di Enrico VIII dalla moglie Caterina
d’Aragona da cui non aveva ricevuto eredi maschi. Il papa Clemente VII rifiutò il divorzio per non
inimicarsi Carlo V che era nipote di Caterina. Il re allora si rivolse al parlamento che con una serie
di atti tra il 1532 e il 1534 si distaccarono dalla chiesa di Roma, abolendo il trasferimento delle
rendite ecclesiastiche e negando la competenza del papa nella nomina dei benefici.
Nel 1535fu firmato l’atto di supremazia con il quale il re diventava il capo supremo della Chiesa
d’Inghilterra. Furono soppressi gli ordini religiosi e i loro ingenti beni furono incamerati dalle casse
della corona.
Cranmer, arcivescovo di Canterbury simpatizzava per la riforma, ma finchè restò al governo Enrico
VIII queste novità non furono introdotte, ci furono più possibilità con l’ascesa di Edoardo VI, ma il
processo di riforma si arrestò nel 1553 con l’ascesa al trono di Maria Tudor, sorellastra di Edoardo,
detta la sanguinaria per la sua ferocia verso il protestantesimo. La riforma riprese piede con
Elisabetta I al trono.
3.11 gli eretici italiani del ‘500
Le notizie delle nuove riforme giunsero presto in Italia, dove però era molto forte il potere della
Chiesa di Roma. La svolta avvenne con il sacco di roma del 1527, che rafforzò il partito favorevole
al concilio generale.
A Napoli nacque il gruppo intorno a Juan de Valdes che accoglieva suggestioni luterane e calviniste
(Trattato del beneficio di Cristo).
Si diffuse anche il Nicodemismo, un gruppo di fedeli che riconoscevano la vacuità di tutte le
cerimonie religiose, a cui partecipavano per senso del dovere e di appartenenza. Si diffusero anche
il calvinismo, l’anabattismo e alcuni assunsero posizioni molto estreme che li portarono a rifugiarsi
in altri stati europei. Qui si apre il capitolo della tolleranza religiosa.
Dopo la morte di Carlo VIII salì al trono Luigi XII che aveva l’obiettivo di continuare la campagna
di Italia perche era visto come un obiettivo prestigioso, datala ricchezza del territorio e delle corti
italiane. Luigi XII aveva fatto un accordo con Ferdinando il cattolico che non andò mai a buon fine
perché Luigi fu sconfitto e nel frattempo gli altri stati italiani cercavano di raggiungere i loro scopi.
A Firenze nel 1512 tornarono i medici, Leone X, successore di Giulio II stipulò una pace di Noyon
con la Francia e posero fine a tutti i conflitti.
4.2 Carlo V e l’idea imperiale
Carlo V si ritrovò con un impero immenso avendo unito i territori della Castiglia, dell’Aragona e
anche i territori del padre Filippo d’Asburgo. Nacque così il Sacro Romano impero della nazione
tedesca. Carlo V fu eletto da un’elezione falsata: egli comprò i voti da fugger bel 1519: il nuovo
imperatore sembrava riportare in vita il grande impero di Carl magno avendo l’obiettivo dell’unità
religiosa e politica. Aveva progetti egemonici ad alto costo che iniziavano ad incrinare i rapporti
interni a causa delle tasse e dei dispositivi di controllo che erano stati messi in piedi dall’imperatore.
4.3 le istituzioni statali all’inizio del 500
GERMANIA: era divisa in stati e staterelli controllati da signori ecclesiastici o laici. L’unità era
data da un’unificante dieta imperiale. Questa dieta era “nemica” dell’imperatore, nonostante ciò,
durante il regno di Carlo V, essa fu ugualmente riunita 19 volte. I ricchi erano alla caccia degli
incarichi pubblici perché potevano dare maggiori ricchezze e maggior prestigio. Il re comunque non
poteva fare a meno dei governi locali per controllare il vasto territorio e la burocrazia e i ceti locali
vedevano nel re il garante unificante e dei loro diritti. Tra i diversi organi c’era quindi un rapporto
di interdipendenza.
REGNI IBERICI: avevano delle assemblee locali rappresentative, le Cortes formate da clero nobiltà
e rappresentanti delle città, che erano dotate di organi di autogoverno. All’interno delle Cortes c’era
il Corregidor, nominato dal sovrano che aveva funzioni amministrative e giudiziarie. Tra il 1520 e il
1521, le più importanti città insorsero, dando vita alla rivolta dei comuneros.
FRANCIA: in Francia c’era il rivale diretto di Carlo V, Francesco I di Valois. In Francia c’era
un’assemblea legislativa, gli Stati Generali, e le città godevano di ampia indipendenza. L’assemblea
degli stati generali aveva autonomie molto minori rispetto alle Cortes.
4.4 la rivalità tra Francia e Spagna e la seconda fase delle guerre d’Italia
La Francia i sentiva accerchiata dall’impero di carlo V e cercava di aprirsi delle vie che la facessero
essere meno accerchiata, guardando anche all’Italia e nello specifico a Milano, da cui però gli
Sforza cacciarono i francesi. Francesco I assediò quindi Pavia e qui fu sconfitto e dovette accettare
la pace di Madrid del 1526. Ritornato in patria, Francesco I convinse gli stati italiani a riunirsi nella
Lega di Cognac per contrastare l’eccessivo rafforzamento di Carlo V.
Il sacco di Roma suscitò un grande scalpore perché i lanzichenecchi avevano distrutto la città
papale e l’imperatore non era intervenuto. Si fece un accordo tra il papa e l’imperatore: Firenze ai
Medici, restituzione al papa dei suoi domini e Clemente VII riconosceva il potere che l’imperatore
aveva sugli stati italiani.
A Francesco I successe Enrico II che riprese a lotta spostando il conflitto in Germania e nel 1522
alleandosi con i principi luterani. Dopo questo scontro che terminò con la pace di Augusta del 1555,
riaprì i conflitti in Italia che si conclusero con la pace di Cateau Cambresis nel 1559.
Nel 1556 Carlo V abdicò e divise i suoi territori tra Filippo II, suo figlio, a cui assegnò i territori
2
spagnoli con le appendici italiane, i paesi bassi e la Franca Contea e al fratello Ferdinando I
andavao i territori ereditati dagli Asburgo. Tutti gli stati italiani erano tornati sotto un’egemonia
spagnola ad eccezione della Repubblica di Venezia.
4.5 guerre e poteri monarchici
Il governo della Spagna continuava ad essere comunque difficile e Filippo II organizzò un sistema
di consigli basato su quelli che erano già stati istituiti dal padre: di Castiglia, Aragona, delle
Finanze, delle Indie e nel 1555 quello d’Italia. Per le questioni di politica generale c’era un
Consiglio di Stato.
I re cattolici avevano espulso gli ebrei già a partire dal 1492 sulla base dell’unità religiosa e dal
1499 dei moriscos. Sulla purezza della fede dal 1483 vegliava in Spagna il sistema dell’Inquisizione
spagnola e Carlo V aveva assunto il potere anche sulle nomine ecclesiastiche.
La Francia presentava minori elementi di dispersione e in materia fiscale l’imperatore poteva
riscuotere una tassa sulla terra che era stata approvata dagli stati generali. A questo si aggiunse però
la venalità degli uffici, ovvero la vendita delle cariche pubbliche. Nelle province in Francia
esistevano degli stati provinciali in cui c’erano le rappresentazioni dei tre ordini di ancient regime.
A capo delle province c’erano dei governatori eletti dalle elite feudali. Il potere d’unità era posto
nelle mani del re, che era stato consacrato; Parigi era la capitale del regno, ma il re aveva diverse
residenze. Dal 1516 il re di Francia godeva, grazie ad un concordato, il potere di nomina delle
cariche ecclesiastiche.
5. La controriforma
5.1 la convocazione del concilio di Trento
Anche all’interno della Chiesa cattolica c’era chi si rifiutava di riunire un concilio e chi lo
richiedeva per poter affrontare le nuove riforme europee. Clemente VII era stato fortemente
contrario a riunire un concilio, mentre il suo successore, Paolo III si mostrò più disponibile. Come
sede di ritrovo fu scelta Trento perché nell’impero e al tempo stesso era italiana, ma gli intransigenti
ritardarono il concilio e i lavori iniziarono soltanto nel 1545 e si concluse quasi 20 anni dopo, nrl
1563, dopo una sospensione di 10 anni, dovuta all’ostilità di Paolo IV. I luterani si rifiutarono di
partecipare; sui costumi accettarono le critiche, ma non sui discorsi dottrinali. Nei decreti dogmatici
quasi nulla viene modificato rispetto a prima: 7 sacramenti, clero celibe e di statuto diverso dai laici.
Sui decreti disciplinari invece qualcosa cambiò: ogni vescovo nella sua diocesi, clero nelle
parrocchie, seminari d’istruzione del clero, controllo sui fedeli, sulla loro osservanza e sui
sacramenti. Fu elaborato un catechismo per istruire i fedeli sulla religione cattolica.
5.2 l’apparato repressivo
1559: viene stilato il primo indice dei libri proibito, seguito poi da un secondo e da un terzo. Nacque
anche la congregazione dell’Indice, fondata nel 1572 e che era preposta al controllo. Nacque
l’inquisizione romana e il tribunale, nato nel 1542 per coordinare la lotta contro l’eresia.
Il tribunale dell’inquisizione esisteva già dal medioevo e poteva contare sulla preparazione del
personale domenicano e francescano e già dal 1517 la sua potenza si era rafforzata con delle
persecuzioni. In spagna era sorta invece l’inquisizione spagnola. Veniva repressa qualunque forma
di dissenso e il governo politico risultava molto unito a quello religioso perché ogni allontanamento
era percepito come un tradimento. La congregazione del santo ufficio controllava tutte le forme di
repressione e di inquisizione.
5.3 chiesa militante 2
Non furono usate solo le forme repressive, la Chiesa per guadagnare consenso fece uso di diverse
attività di predicazione e di educazione pedagogica delle masse. Il rigorismo conciliare fu essenziale
per la maggior parte degli ordini religiosi che si erano messi a predicare e a controllare l’istruzione.
I monasteri femminili si irrigidirono ed irrigidirono anche la clausura, nacqua la compagnia di
Sant’Orsola per istruire le fanciulle e la compagnia di Gesù per istruire i giovani. Si occupavano
anche delle missioni e i loro collegi erano rigidissimi nell’istruzione e anche nella disciplina delle
elites. La loro arte predicatoria era in grado di attirare a sé, con anche molte immagini sacre, la
forza delle masse e i gesuiti fecero delle campagne anche in luoghi molto lontani come in oriente. Il
controllo delle immagini sacre andava ad unirsi a quello dei libri.
5.4 l’irrigidimento dell’ortodossia: la creazione dei ghetti ebraici
La difesa generale dell’ortodossia e del potere della Chiesa cattolica portò a delle forti campagne di
persecuzioni, a partire da quelle verso gli ebrei che erano visti come degli eversivi. Nel 1555 fu
aperto il ghetto di Roma, in cui tutti gli ebrei furono costretti a trasferirsi. Gli ebrei furono espulsi
dallo stato pontificio e dovevano ascoltare obbligatoriamente delle prediche per convertirsi; ogni
conversione riceveva dei privilegi.
5.5 la riforma del cristianesimo popolare
I sacramenti iniziarono ad essere fatti in comunità, nacqquero quindi delle forme di cristianesimo
comunitario in cui la Chiesa controllava tutte le principali fasi di passaggio della vita di un uomo.
Nacquero numerose confraternite e l’idea della carità e dell’amore avevano ceduto il posto alla
massima dottrina dell’obbedienza.
5.6 la caccia alle streghe
L’ortodossia fu difesa anche dalle comunità protestanti, gli ebrei furono perseguitati anche dai
riformati. Non marginale fu la caccia alle streghe: donne che erano accusate e che ammettevano i
loro peccati senza averli commessi. Si pensava che queste donne adorassero il diavolo in un rito
collettivo, il sabba, e che la loro impurità derivasse dalla sfrenatezza sessuale. Queste persecuzioni
rilevarono una misoginia generale e la marginalizzazione delle donne in particolare più esposte e
più povere. La caccia alle streghe interessò soprattutto la zona centrale dell’Europa, non interessò
profondamente l’Italia.
scientifiche entravano in collisione con le teorie della chiesa. Soprattutto furono attaccabili perché
gli scienziati non presentavano delle teorie generali, ma al contrario presentavano dei calcoli
personali. Il conformismo culturale era una sicurezza sia per la politica che per la religione.
Diversi sovrani fungevano da protettori per gli scienziati come per gli artisti, perché avevano gusto
per il nuovo e il mecenatismo era una forma di controllo e di governo.
11.7 il perfezionamento del metodo matematico
Fu perfezionato il metodo di ricerca, soprattutto da Bacone che compilò un codice, il codice di
Bacone: individuò un metodo per la raccolta e la descrizione dei dati e dei fenomeni.
L’eredità di Bacone fu raccolta da Robert Boyle che nel 1660 fondò la Royal Society di Londra, una
rete di scienziati che copriva l’intera Europa ed era utilizzata per le informazioni scientifiche.
Newton diede formidabili riprese al discorso sulla matematizzazione del discorso scientifico.
La guerra di successione austriaca finì con la pace di Aquisgrana nel 1748: fu riconosciuta la
prammatica sanzione, ma il ducato di Parma dovette essere ceduto a Filippo, fratello del re di
Napoli.
Francia, austria e Russia si allearono per prendere i paesi bassi contro l’Inghilterra e la Prussia. Fu
la Prussia A dare inizio alla guerra dei 7 anni che andò dal 1756 al 1763. Tra il 62 e il 63 fu firmata
una pace bilaterale e la Slesia rimase alla Prussia. Questo dimostrò che un piccolo stato forte e ben
guidato poteva resistere a lungo.
La Polonia invece a causa della potente nobiltà interna rimase con il suo sviluppo interno del tutto
bloccato:
1772 Federico II conclude un accordo con Russia e Austria per acquisire 1/3 della Polonia
1791 seconda spartizione della Polonia fra Russia e Prussia
1795 terza spartizione fra Russia, Prussia e Austria.
La Polonia dopo questa spartizione diventa uno stato autonomo e moderno soltanto dopo la Prima
guerra mondiale.
14.3 l’Inghilterra
I partiti dominanti erano quello dei whig e quello dei tories; avevano entrambi le loro origini
nell’aristocrazia terriera ed erano dominanti.
I Whigs erano forti sostenitori delle teorie della gloriosa rivoluzione, sostenitori della monarchia
costituzionale controllata dal parlamento. La camera dei comuni contava 558 membri di cui 45
scozzesi, avevano diritto ad un seggio anche delle località in cui erano presenti pochissime persone.
Il diritto di voto era spesso concesso ai proprietari terrieri più abbienti, 12 borghi invece votavano
von il suffragio universale. Non mancavano però eventi di clientele o di corruzione smaccata; per
avere poteri dovevi comunque avere legami con diverse persone di alto livello.
Nel 1694 fu fondata la banca d’Inghilterra, una banca pubblica che garantiva una stabilità
monetaria.
Walpole emerse come leader dei Whigs dopo il 1720 e lui riuscì a salvare il governo; nacque quindi
l’usanza di un governo di gabinetto, da cui era assente il re e formato da ministri scelti in nome del
re dal leader della maggioranza.
Il governo di Walpole (1720-1740) risanò le finanze e attuò una politica interna di prosperità e di
pace all’estero. Diverso fu il governo di Pitt che condusse le principali vittorie contro la Francia. La
crescita dell’Inghilterra fu dovuta anche al fermento interno culturale, spinto prevalentemente dalla
stampa quotidiana e periodica.
14.4 La Francia
Dopo Luigi XIV, la Francia incassò una serie di insuccessi in politica estera. Tutta la politica
francese appare sotto il segno dell’incertezza e l’impianto della monarchia assoluta sembra entrare
in crisi. Fu un periodo di grande speculazione finanziaria sotto la reggenza dello scozzese John
Law; tante sue poliriche erano avanzate, ma inadatte alla struttura francese.
14.5 L’esercito prussiano
Federico Guglielmo costituì un enorme esercito di grande numero, FedericoII lo accrebbe 2
ulteriormente ma non solo: ampliò l’organizzazione burocratica statale e la strategia non era quella
di avere uno stato con un esercito, ma un esercito con uno stato. Si raggiunsero livelli di disciplina e
addestramento molto alti.
Il 14 luglio un corteo popolare giunse sotto il castello della Bastiglia e la attccarono, causando un
centinaio di morti; sarà considerato l’evento iniziale della rivoluzione. Questo evento aveva messo
il re davanti ad un popolo che chiedeva a tutti i costi un cambiamento vero e proprio. Il 17 luglio il
re riconosceva una nuova municipalità nel comune di Parigi, la società di ancien regime si stava
sgretolando completamente.
Iniziarono a sollevarsi anche le campagne: queste rivolte scoppiarono in vere e proprie ribellioni
antifeudali; per questo, il 4 agosto l’assemblea nazionale decise di abolire il regime feudale,
rimanevano i diritti sui campi, ma non sulle persone.
Il 26 agosto fu firmata la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, momento più celebre
destinato a diventare di esempio per tutti gli stati moderni.
Il 5 ottobre invece un gruppo guidato da donne andò a Parigi con il tentativo di portare il re a Parigi
e di abolire il decreto feudale. Ottennero l’abolizione dei feudi e il re si recò a Parigi. L’ultima
spallata al sistema fu data al clero, con la requisizione dei beni ecclesiastici del febbraio 1790:
furono proibiti i voti monastici e aboliti gli ordini religiosi. Questi prelievi servirono per sanare il
debito pubblico. Infine, a dicembre del 1789 finirono completamente le discriminazioni nei
confronti dei protestanti e furono estesi i diritti civili e la tolleranza.
19.3 la monarchia costituzionale: 1790-1791
Iniziarono a riunirsi gruppi di federati per raggiungere gli obiettivi comuni. Il 14 luglio 1790 si
celebrò la prima desta della federazione. In tanti aderivano alla rivoluzione, ma gli atteggiamenti
erano molti diversi, anche solo all’interno dei club e della stampa.
Fra i club politici la società dell’89 era di tendenze moderate, mentre la società degli amici dei
diritti dell’uomo e del cittadino erano radicali, detto anche club dei cordiglieri (Danton, Marat,
Hèbert). Il club più di rilievo fu quello dei giacobini che escluse fino al 1792 gli appartenenti a
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classi sociali modeste e miravono ad un controllo serrato delle istituzioni (Robespierre, Brissot).
La stampa era diffusa e aveva contribuito alla diffusione degli ideali e aveva fatto circolare
numerose pubblicazioni periodiche di rilievo.
I principali rivoluzionari furono quelli della rivoluzione borghese e si decise di dividere i cittadini in
attivi e passivi: si potevano dire attivi soltanto quelli che avevano pagato almeno un’imposta annua
pari a tre giornate di lavoro e solo gli attivi avevano il diritto di voto. Condizione per essere eletti
era invece possedere qualsiasi proprietà fondiaria e pagare almeno un marco d’argento: questo
sistema elettorale censitario rischiava ancora di non rappresentare la popolazione che era
ovviamente insorta.
Luigi XVI continuava a subire passivamente la rivoluzione e si stavano sviluppando anche diverse
correnti nel paese controrivoluzionarie.
Fu fondata la costituzione civile del clero: i rappresentanti che dovevano essere mantenuti dallo
stato erano eletti da un organo di elettori locali e il clero era obbligato a prestare fedeltà al re e alla
costituzione francese. Queste basi divisero il clero in clero costituzionale e clero refrattario: la
prima versione aderiva alla costituzione, la seconda si rifiutava di firmare il giuramento.
Nel frattempo, la Francia fu divisa in 83 dipartimenti e fu compiuto un decentramento che era stato
voluto dalla monarchia assoluta anche sulla città di Parigi che fu divisa in 48 sezioni.
L’assemblea vietò le coalizioni operaie e gli scioperi e il regime politico fu fondato sulla divisione
dei tre poteri: la costituzione del 91 era fatta per creare uno stabile accordo fra re, Assemblea,
potere legislativo ed esecutivo. Questo nuovo equilibrio fu spazzato via dalla fuga del re da Parigi
avvenuto nel giugno del 1791. Fu poi catturato a Varennes e fu riportato a Parigi.
19.4 la svolta del 1792
Dopo la fuga, la Francia era privata del suo unico “collante”. Nel 1791 si sciolse l’assemblea
nazionale e si riunì l’assemblea legislativa. Nessuno dei gruppi parlamentari era in grado di
esercitare potere sugli altri e il 20 aprile del 1792 fu dichiarata guerra all’Austria per volere dei
girondini (Giacobini della Gironda) e il duca di Brunswick minacciò una vendetta esemplare che fu
ripresa dai sanculotti e ad essi si aggiunsero i federati. Sanculotti e federati chiedevano la
sospensione del re.
Il 3 agosto 92, 47 sezioni di Parigi su 48 chiesero la deposizione del re e il 9 agosto fu chiamato il
popolo in armi. Il 10 agosto i sanculotti e patrioti armati giunsero davanti alle Tuileries.
L’Assemblea legislativa sospese il re e decise nuove elezioni a suffragio universale.
19.5 La repubblica e la guerra rivoluzionaria: 1792-1793
La convenzione nazionale fu eletta nel 1792 e il potere esecutivo in Francia fu controllato da
organismi straordinari fino al 1795.
Il comune insurrezionale di Parigi ebbe un ruolo essenziale e fu il comune a vigilare la nuova
rivoluzione. Si vociferava una rivolta antirivoluzionaria dalle carceri e così dal 2 al 6 settembre
1792 i sanculotti diedero l’assalto alle prigioni e massacrarono migliaia di persone. Questo
massacro mostrava la nuova spinta rivoluzionaria che si andava diffondendosi in Francia con i
sanculotti radicali. Con la stessa violenza i francesi si batterono nel 1792 con la Prussia a Valmy e
fu una vittoria importante per l’esercito francese: guerra e rivoluzione tendevano ad identificarsi nel
nome della nazione e del sentimento nazionale. Il giorno dopo Valmy la Convenzione dichiarò
l’abolizione della monarchia dando vita ad una repubblica. L’assemblea però fu egemonizzata da
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girondini ai quali si contrapponevano i montagnardi che sedevano in alto a sinistra, al centro i
moderati costituivano la pianura chiamata anche palude. I montagnardi erano i più intransigenti in
assoluto e la lotta tra girondini e montagnardi segno la vita della convenzione tra il 1792 e il 93. Gli
scontri erano molto vivi soprattutto sul piano ideologico e politico e questo si mostrò nel processo e
nella condanna a morte del re: i girondini erano meno intransigenti. Luigi XVI fu condannato a
morte nel 1793 e il re fu decapitato come un uomo qualunque.
La Francia rivoluzionaria intendeva mettersi al fianco degli stati che desideravano insorgere ed
iniziarono gli scontri principali con le altre potenze europee: una guerra rivoluzionaria e di
propaganda.
Dopola vittoria contro l’Austria, la Prussia e il Belgio, il 1° febbraio 1793 la convenzione dichiarò
guerra all’Inghilterra e all’Olanda e il mese dopo alla Spagna e avveniva la rottura con gli stati
italiani. La Francia si trovò nel 1793 in guerra con tutti gli stati europei.
Riuscirono ad annettere la Savoia, Nizza, il Belgio e la Renania.
Nel marzo 1793 scoppiò una rivolta in Vandea e nei dipartimenti vicini; questa rimase la rivolta
antirivoluzionaria più forte di tutta la Francia che rappresentava una parte filocattolica e
filomonarchica.
La convenzione dovette affrontare anche il malessere dovuto dalla crisi economica e i sanculotti
chiedevano dei prezzi calmierati e le parti popolari tendevano a richiedere sempre più diritti ed
uguaglianza sociale. La situazione diventava grave e i montagnardi furono spinti a trovare un
accordo con la pianura e la nuova maggioranza della convenzione creò degli organi di controllo
della rivoluzione, come il tribunale rivoluzionario e i comitati di vigilanza, furono inviati dei
rappresentanti dipartimentali e fu stabilito un maximum dipartimentale per il prezzo della farina e
dei cereali.
Fu istituito il comitato di salute pubblica, il vero organo di governo.
I girondini interpretarono queste misure come un cedimento inaccettabile e così iniziarono a
perseguitare i sanculotti cercando di decapitarli, ma furono fermati da organi della convenzione.
19.6 la dittatura giacobina e il terrore: 1793-94
Il successo dei sanculotti aprì la porta ai giacobini e al loro leader Robespierre. All’inizio del 93 il
governo francese poggiava sull’alleanza di due potenze minori; quella dei rivoluzionari militanti e
quella del personale politico giacobino. Le teorie giacobine discendevano dalle idee illuministe di
Rosseau e i giacobini si aprirono al popolo come suoi interpreti, inaugurando un regime di
democrazia totalitaria.
Gli strumenti di questo potere furono il governo rivoluzionario e il Terrore, ossia l’eliminazione
fisica di qualunque avversario politico. Fu instaurata una nuova dittatura in nome del popolo e della
libertà.
Si rinnovò il comitato della salute pubblica, uscì Danton ed entrò Robespierre e fu organizzato un
accentramento dell’esecutivo.
Iniziarono ad esserci delle insurrezioni in tutta la Francia, ma i giacobini con il loro esercito le
sedarono tutte. L’esercito fu rinnovato e fu istituita la leva di massa. Anche dal punto di vista
economico i giacobini, dopo le diverse richieste dei sanculotti iniziarono a fissare sempre di più il
controllo economico, instaurando nell’immediato una politica repressiva. Iniziarono ad essere
eliminati tutti coloro che potevano risultare contrari ai valori rivoluzionari e giacobini, le prigioni
erano piene e la ghigliottina lavorava senza tregua.
Fu promossa una sistematica “scristianizzazione” che era stata iniziata dai cordiglieri e furono
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introdotte le feste laiche, volte all’educazione e al coinvolgimento del popolo.
Il 5 ottobre 1793 fu diffuso il calendario repubblicano o rivoluzionario che rimase in vigore fino al
dicembre 1805. Questo era un altro passo verso la laicizzazione della società. Nonostante ciò,
iniziarono dei culti alla dea ragione perché Robespierre era preoccupato dal completo ateismo dello
stato che non avrebbe più permesso un controllo sociale.
La mentalità rivoluzionaria passò dall’essere positiva ad essere oppressiva, l’unico tratto positivo
era l’esaltazione dell’uguaglianza e della fratellanza.
Nel 1795 fu introdotto il nuovo sistema metrico decimale e l’eliminazione degli Hebertisti e degli
indulgenti, contribuì ad eliminare coloro che mettevano a rischio la nuova dittatura.
Nell’aprile del 94 fu intensificata la repressione e si aprìil periodo del Grande Terrore. Il 9
termidoro (27 luglio) furono condannati Robespierre ed altri giacobini e furono condannati a morte
dalla convenzione. Il periodo del terrore conta circa in tutto 35/40000 morti.
19.7 continuità rivoluzionaria e tentativi di stabilizzazione: 1794-1797
Non fu un periodo pacifico quello dopo la caduta di Robespierre, fu un periodo di ripresa. Nacque
la convenzione termidoriana e i club giacobini furono chiusi definitivamente. Furono sconfitti anche
i sanculotti.
Nel Sud-sudest infuriò il terrore bianco con vendette, massacri e repressioni.
Nel 1795 furono firmati i trattati di pace con la Prussia e l’Olanda, la guerra rimaneva aperta con
l’Inghilterra e l’Austria.
Il potere esecutivo fu affidato ad un direttorio di 5 membri e all’inizio della costituzione fu riportata
nuovamente la dichiarazione dei diritti. Nel 95 fu firmata una costituzione consapevolmente
antidemocratica per evitare l’avvento di nuove dittature.
Il 13 vendemmiaio (5 ottobre) ci fu una rivolta realista che fu repressa da un esercito guidato da
Bonaparte. Il periodo difficile costrinse il direttorio a cercare consensi e ripresero impegno anche i
club giacobini.
Nel 1797 ci fu la congiura degli eguali guidata da Babeuf e poi repressa e poi nel 1797 Babeuf fu
condannato a morte. Sempre nel 1797 il direttorio fu costretto ad organizzare un colpo di stato.
19.8 la Rivoluzione francese e l’Europa
Se all’inizio gli illuministi appoggiavano la rivoluzione e il ribaltamento dell’assolutismo, molti ora
non erano più inclini a seguire i rivoluzionari. La Rivoluzione francese diede materiale di
discussione e di riflessione a tutta Europa, partendo dalle riflessioni sulla rivoluzione in Francia del
Whig Burke. Di questa rivoluzione fu accusato profondamente l’illuminismo.
Nonostante questo, le teorie rivoluzionarie si diffusero in Europa e in Italia ci fu il centro più attivo
in Liguria, sotto l’influenza di Filippo Buonarroti.
In un secondo momento invece, negli altri stati italiani, furono duramente perseguitati tutti i club
giacobini. Essenziale nella diffusione della rivoluzione fu anche l’esercito rivoluzionario.
19.9 Bonaparte e la campagna d’Italia: 1796-1797
Il comando dell’armata d’Italia, nell’obiettivo di fondare le repubbliche sorelle, fu affidato a
Napoleone nel 1796 e le sue vittorie furono l’inizio di una grande carriera. Era di sentimenti
repubblicani e appassionato di Rousseau.
Sconfisse i piemontesi e gli austriaci e il 15 maggio Napoleone entrò vincente a Milano. Il trattato
Tolentino con il papa garantiva il governo francese anche in Emilia-Romagna e Napoleone avviò
delle trattative con l’Austria. Con il trattato di Campoformio nel 1797 ottenne l’egemonia francese
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in Lombardia e in Emilia e ottenne l’annessione del Belgio. L’Austria ricevette il Veneto, l’Istria e
la Dalmazia. I territori di Bergamo e Brescia furono riuniti sotto la repubblica cisalpina, la
repubblica di Venezia veniva smembrata e cessava di esistere.
L’Italia fu una terra di conquista da saccheggiare dei suoi beni preziosi e grandi tesori artistici
presero le vie di Parigi per sanare le finanze.
19.10 Le repubbliche “giacobine” in Italia
Bonaparte iniziò a propagandare i suoi successi con tutti gli strumenti che aveva a disposizione e
nel 1796 fu creata in Emilia-Romagna la repubblica cispadana e in Lombardia la repubblica
cisalpina, nel febbraio 1798 i francesi fondarono la repubblica romana e papa Pio VI fu deposto e
trasferito in Toscana. Il regno di Napoli provò ad insorgere contro la repubblica romana, ma fu
sconfitta e nel 1799 fu fondata la repubblica partenopea.
Queste sono dette repubbliche giacobine, nonostante i valori non si avvicinassero a quelli dei ribelli
rivoluzionari. Tutte si fondavano sulla costituzione del 95 e alcune furono elaborate da italiani;
quella napoletana fu quella che si allontanò di più dal modello francese.
Il controllo politico di queste repubbliche fu interamente francese e furono promosse riforme che
erano diffuse in Francia: stato civile, soppressione di enti religiosi e vendita dei beni nazionali,
abolizione di maggiorascati e fidecommessi. Fu molto attivo anche in questo periodo il pensiero
politico.
I ceti popolari mantennero sempre una discreta ostilità verso il controllo francese che faceva
vacillare gli equilibri interni.
A Napoli i malumori erano parecchi e così il cardinale Fabrizio Ruffo sollevò i contadini a guidare
l’armata della santa fede e tornarono i Borbone.
19.11 La spedizione in Egitto e il colpo di stato: 1798-1799
Nel 1798 Bonaparte iniziò una campagna verso l’Egitto e salpò da Tolone con una flotta di 300
navi. Conquistarono Malta e poi approdarono in Egitto. Sconfissero i mamelucchi al Cairo nella
battaglia delle piramidi e si diffuse nel mondo occidentale la moda per tutto ciò che era egiziano.
Nelson però sorprese i francesi e li isolò ad Abukir.
Le nuove difficoltà militari portarono ad una ripresa giacobina. Sieyes voleva rafforzare
l’essecutivo e il colpo di stato era nell’aria. A metà ottobre Bonaparte entrò a Parigi e pur
lasciandosi alle spalle un insuccesso egli entrò trionfante. Il 19 brumaio 1799 Napoleone impose
con le armi una riforma costituzionale e crearono una commissione esecutiva con pieni poteri
composta di tre consoli: Sieyèes, Ducos e Bonaparte.
19.12 modello politico e tradizione rivoluzionaria
Con il colpo di stato di Napoleone è ufficialmente interrotta la rivoluzione che aveva distrutto le
vecchie forme di potere e aveva posto le basi della politica successiva. Tutta la fase rivoluzionaria
tra l’88 e il 99 si può considerare come la mancata realizzazione di un equilibrio fra rappresentanza
e consenso; le basi della politica contemporanea si trovano infatti nella Rivoluzione francese.
Gli studiosi hanno colto nella Rivoluzione francese l’applicazione di teorie ideologiche in modo
pratico e l’unirsi delle idee illuministe con la mentalità del territorio. Da questo evento storico
nasceranno tre tradizioni rivoluzionarie: liberale, democratica e socialista. Tutte le tendenze
politiche nell’Europa dell’800 si caratterizzano sulla base dell’accettazione o del rifiuto della
Rivoluzione francese e dei suoi specifici momenti.