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Lezione 9

Storia della stampa musicale


(parte 3 di 3)

Metodologie e tecnologie per l'editoria musicale – Prof. Luca A.


Ludovico
Riassunto

La storia della stampa musicale ha conosciuto varie tappe e tecniche:

• la xilografia
estremamente flessibile, adeguata ai vari repertori, con una tradizione alle
spalle, facilità di implementazione grazie agli artigiani intagliatori,
conservazione della matrice
stampe poco pulite
tempi lunghi per la realizzazione delle matrici, errori non correggibili in fase
di stampa o nelle successive edizioni

• la stampa a caratteri mobili (a tripla, doppia o singola incisione e/o con


caratteri a mosaico)
risultati (potenzialmente) eleganti, composizione veloce della forma,
possibilità di correzioni al volo o nelle successive edizioni
difficoltà tecniche nel creare i tipi, necessità di avere a disposizione tanti
tipi quanti sono i caratteri musicali nella pagina
criticità negli allineamenti verticali e nella compresenza di voci, distruzione
della forma alla fine di ogni stampa

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9. Storia della stampa musicale
Parte 1

CALCOGRAFIA

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9. Storia della stampa musicale
Calcografia

• Con il termine calcografia (dal greco calkós = rame e


grapheîn = scrivere) si intendono, per estensione, tutte
le tecniche di incisione del metallo che portano alla
realizzazione di una matrice per la stampa.

• Anticamente il metallo utilizzato era prevalentemente il


rame, ma non sono mancati esempi di incisione su altri
metalli (zinco, ferro, stagno, ecc.).

• La tecnica della calcografia musicale è identica a quella


impiegata per la produzione calcografica di altri tipi di
stampe e consiste nell’incidere il metallo tramite
strumenti d’acciaio appuntiti come il tradizionale bulino.

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9. Storia della stampa musicale
Origine e storia

• La tecnica calcografica, originariamente


sviluppata per il fiorente mercato delle mappe,
viene usata per la prima volta a metà del ‘400,
ma rimane poco conosciuta e usata fino al 1540
circa.

• Solo a partire dagli anni ‘80 del ‘500 si usa con


una certa regolarità, sia nella musica vocale, sia
in quella strumentale.

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9. Storia della stampa musicale
Il bulino

• Il bulino è formato da una sottile sbarra di acciaio temperato


con un estremità tagliata trasversalmente e affilata, di sezioni
diverse: quadrata, triangolare, a losanga, ecc.

• L'altra estremità è infissa in un’impugnatura di legno a forma


di mezza sfera che si adatta alla mano dell'incisore,
permettendogli di conferire con il palmo della mano una
spinta costante e di esercitare contemporaneamente una
pressione con l’indice sul ferro.

• Il ferro asporta il metallo creando dei ricci, che alla fine del
lavoro vengono tolti.

• I segni incisi trattengono l’inchiostro per la stampa. Si ottiene


così un segno particolarmente netto e preciso.

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9. Storia della stampa musicale
Moderni bulini

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9. Storia della stampa musicale
Altri attrezzi in uso

Ci sono anche altri attrezzi specifici:


• il rastro per il rigo musicale, utensile costituito da un certo
numero di punte d’acciaio;

• il punzone, un attrezzo dell’arte orafa caratterizzato da


un’estremità molto appuntita. Il punzone viene battuto
direttamente sulla lastra per creare puntinature. Utile per
tracciare i segni musicali.

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9. Storia della stampa musicale
Incisione diretta e indiretta

• La lastra deve essere incisa in negativo, cioè con la


notazione disegnata da destra verso sinistra, per
permettere che la riproduzione su carta risulti nel verso
corretto.

• Ci sono due differenti tecniche di incisione: diretta e


indiretta.

• Nell’incisione diretta, detta anche puntasecca, le note e


i segni musicali vengono incisi direttamente con gli
strumenti sopra elencati.

• Nell’incisione indiretta, chiamata acquaforte, le incisioni


vengono prodotte dall’azione corrosiva di un acido.

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9. Storia della stampa musicale
Tecnica dell’acquaforte

1. La superficie della lastra viene prima levigata e


sgrassata, poi coperta da uno strato sottile e uniforme
di cera per acquaforte, poi annerita con nerofumo per
rendere la cera più resistente all’azione degli acidi e
più visibili i segni.
2. Con una punta di acciaio leggermente arrotondata si
esercita una pressione sufficiente a scoprire il metallo,
tracciando i segni che comporranno l'immagine.
3. Protetti i margini e il retro con una vernice, si immerge
la lastra in una bacinella contenente acido diluito, di
solito l’acido nitrico o il percloruro di ferro.
4. Durante la morsura (azione corrosiva dell’acido), le
parti di metallo messe a nudo dal disegno vengono
corrose.
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9. Storia della stampa musicale
Dalla matrice alla stampa su carta

• Una volta ottenuta la matrice, si hanno tre diverse fasi (da ripetere
per ogni copia):

Stampa al
Inchiostratura Pulitura
torchio

• L’inchiostratura consiste nel far penetrare bene l’inchiostro nei


segni incisi, distribuendolo abbondantemente, con una piccola
spatola, su tutta la lastra.
• La pulitura serve per togliere l’inchiostro da tutta la superficie
della matrice tranne che dai segni incisi; viene effettuata mediante
garze, fogli di carta velina o anche con il palmo della mano.
• La stampa viene realizzata con un apposito torchio, sul cui piano
viene collocata la lastra. Ad essa si sovrappone il foglio di carta
umido e quindi un feltro di ammorbidimento, il tutto viene poi fatto
passare tra due cilindri in pressione tra loro che spingono la carta a
raccogliere l’inchiostro contenuto nelle incisioni.

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9. Storia della stampa musicale
Torchio calcografico «a stella»

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9. Storia della stampa musicale
Funzionamento del torchio calcografico

pressione
rullo

inchiostro incisione carta

lastra

piano di stampa
mobile
pressione

rullo

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9. Storia della stampa musicale
Caratteristiche della carta

Le carte usate in calcografia:


• devono essere piuttosto spesse;
• devono contenere pochissima colla, in modo da
facilitare l’assorbimento dell’inchiostro;
• devono avere una certa resistenza per reggere senza
strappi alla pressione del torchio.

Le carte vengono inumidite prima della stampa in modo


da farne gonfiare le fibre così che possano raccogliere
meglio l’inchiostro dall’incavo dei segni.

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9. Storia della stampa musicale
Successo della calcografia nel ‘700

• Nel corso del ‘700, la calcografia si dimostra più adatta


della tecnica tipografica a rispondere alle nuove
esigenze della riproduzione musicale in serie.

• Il metodo calcografico garantisce maggiore flessibilità di


scrittura e di impaginazione.

• Questo facilita la stampa della scrittura strumentale


ornata e la sovrapposizione delle note nelle partiture
orchestrali. Infatti, si adopera soprattutto per partiture
ridotte e per la musica per tastiera.

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9. Storia della stampa musicale
I motivi del successo

• L’impressione calcografica permette di raffigurare le


note di più breve valore e le note multiple su un singolo
pentagramma con molta più efficacia di quanto non
consenta la stampa a singola impressione e supporta un
migliore allineamento verticale.

• Grazie alla calcografia, gli stampatori riescono a evitare


le restrizioni dovute ai monopoli sui caratteri tipografici.
I caratteri per la tipografia devono essere realizzati in
una fonderia tipografica, mentre il processo di incisione
del metallo può avvenire in maniera artigianale.

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9. Storia della stampa musicale
I motivi del successo

• La matrice può essere conservata per lungo tempo, a differenza di


quella per la tipografia.

• La tecnica calcografica permette di adattare l’ordine di grandezza


della produzione a quello della domanda: si possono stampare di
volta in volta piccole quantità di copie, evitando problemi di
stoccaggio e di perdita della carta, ancora molto costosa, in caso di
insuccesso di un’opera.

• La tiratura di piccoli lotti (poche decine di esemplari) consente


oltretutto di evitare la ripetizione di eventuali errori, che, una
volta rilevati, possono essere corretti sulla lastra prima di stampare
nuove copie. Questo è il motivo per cui gli esemplari di una stessa
edizione musicale a volte non sono perfettamente identici, sebbene
coincidano nel frontespizio, nel numero editoriale e nella maggior
parte delle pagine.

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9. Storia della stampa musicale
Convivenza con la tipografia

• Nonostante sia molto più funzionale della stampa a singola


impressione, la calcografia rimane per lo più una soluzione di
lusso.

• Si può affermare che le due tecniche inizialmente convivano,


quasi dividendosi i campi di applicazione, poiché l’incisione su
rame si usa specialmente per le intavolature e per le edizioni
più eleganti e costose, mentre l’ambito più vasto delle
edizioni economiche viene delegato al sistema tipografico.

• La tecnica calcografica, molto in voga nel Settecento


europeo, viene impiegata diffusamente dagli editori musicali
italiani durante la prima metà del XIX secolo. Ma poi…

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9. Storia della stampa musicale
Limiti della tipografia

• Dopo il ‘700 la tecnica tramonta, inadatta a far fronte alle nuove


esigenze del mercato. La forte espansione richiede un numero
sempre maggiore di opere stampate e del relativo numero di copie.

• Il metodo calcografico consente ritmi di produzione blandi, con


tempi di realizzazione sono piuttosto lunghi, anche a causa della
necessità di aspettare che la carta inumidita si asciughi.
la soluzione?
• Le tirature devono essere limitate, perché la pressione esercitata
dai cilindri del torchio sulla lastra di metallo cancella a poco a poco
i contorni del disegno inciso, rendendo la matrice non più
utilizzabile: da una stessa lastra si potevano ottenere non più di
200 o 300 esemplari.
Vedi «Pawn Stars» s5 ep10 (https://youtu.be/UYqXTuMKMcw?t=260)

• Un altro fattore negativo sono i costi elevati dovuti alla necessità di


utilizzare carta molto spessa.

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9. Storia della stampa musicale
Parte 2

LITOGRAFIA

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9. Storia della stampa musicale
Litografia

• Il termine litografia (dal greco líthos = pietra e grapheîn


= scrivere) indica un procedimento di stampa ottenuto in
origine mediante una matrice in pietra, e più tardi anche
con lastre di metalli porosi come lo zinco e l’alluminio.
• Alla base di questa tecnica c’è un fenomeno chimico: la
reciproca repulsione o incompatibilità tra acqua e
sostanze grasse.
• La litografia fu inventata nel 1796 da Alois Senefelder
(Praga, 6/11/1771 – Monaco di Baviera, 26/2/1834) e nel
1805 fu importata in Italia, a Roma, da Giovanni
Dall’Armi, primo stampatore italiano a usare la tecnica
litografica.

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9. Storia della stampa musicale
Estratto da Feldmarsch der Churpfalzbayerischen Truppen
Franz Johannes Gleißner (1759 – 18 September 1818)

Prima stampa effettuata con successo da Senefelder con il metodo litografico (1796).

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9. Storia della stampa musicale
Preparazione della matrice

• La matrice è fatta di pietra calcarea, granulosa e


costituita da carbonato di calcio.

• La matrice deve avere uno spessore che va dai 6 ai 12


cm.

• La pietra deve essere compatta ed omogenea per evitare


fratture sotto la pressione del torchio litografico.

• La superficie della pietra va levigata con pomice o


sabbia per togliere qualsiasi segno.

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9. Storia della stampa musicale
Il disegno

• Si disegna con una matita litografica o con dell’inchiostro


litografico composti da sostanze grasse. L'inchiostro
litografico è tipico per essere molto oleoso.

• Il carbonato di calcio di cui è composta la matrice trattiene


con facilità le sostanze grasse.

• Finito il disegno, si cosparge la pietra con un liquido a base di


acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua.

• La reazione chimica che si verifica è dovuta all’acido nitrico


che trasforma tutte le parti non protette dall’inchiostro
litografico, trasformando il carbonato di calcio presente nella
pietra in nitrato di calcio, sostanza idrofila.

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9. Storia della stampa musicale
Litografia

• La pietra viene lavata e pulita con essenza di trementina,


compreso il disegno realizzato dall’artista. La superficie non
presenta più nessuna visibile modificazione fisica ma risulta
preparata chimicamente a ricevere e repellere l’inchiostro di
stampa, senza nessun rilievo o solco e nessuna immagine
visibile.

• La matrice disegnata viene bagnata e poi inchiostrata con un


rullo di caucciù. L’inchiostro rimarrà soltanto in alcune aree,
quelle in carbonato di calcio precedentemente coperte
dall'inchiostro tipografico e rimaste intatte all’acido.

• La stampa avviene mediante il torchio litografico. A ogni


tiratura viene eseguita l’umidificazione e l’inchiostrazione
della pietra.

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9. Storia della stampa musicale
Litografia

carbonato di calcio
nitrato di calcio (trattiene sostanze grasse)
(è idrofilo)

inchiostro litografico
inchiostro trattenuto

1. Disegno con inchiostro


litografico
2. Uso di acido nitrico, gomma
arabica acidificata e acqua
3. Lavaggio con essenza di
trementina
4. Matrice bagnata e inchiostrata Inchiostro
non
con un rullo di caucciù. trattenuto

5. Passaggio sotto il torchio


litografico.

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9. Storia della stampa musicale
Metallografia e fotolitografia

• Nel XIX secolo gli sviluppi tecnologici


permettono esperimenti sui metalli
trattati e si scopre che lo zinco e (più
tardi) l’alluminio offrono ottimi risultati
nella stampa litografica, anche se
l’utilizzo in campo musicale è tardivo,
dopo il 1890. Questa variante della
litografia è anche detta metallografia.

• La fotolitografia è un procedimento di
stampa fotomeccanico basato sul
trasporto di immagini fotografiche su
matrici di zinco o di pietra.

• Un’altra tecnica di stampa basata sugli


stessi principi è la stampa offset,
descritta più avanti.

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9. Storia della stampa musicale
Il passaggio alla litografia

• A partire dal 1800, numerosi editori (primo dei quali fu


Johann Anton Andrè di Offenbach am Main) passano
parzialmente o totalmente dall’incisione ai metodi litografici.

• Rispetto alle altre tecniche produttive, la litografia presenta


vantaggi riguardanti più l’aspetto economico che quello
qualitativo.

• I benefici maggiori si hanno nella fase di scrittura, molto più


veloce e meno costosa del procedimento d’incisione, dato che
è intrinsecamente più semplice e chi scrive/trascrive musica
può servirsi di attrezzi consueti, senza bisogno di investire in
dispendiose serie di punzoni.

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9. Storia della stampa musicale
Scrittura a rovescio vs. riporto

• Nella prima metà del XIX il metodo di scrittura più diffuso, che
garantisce buoni risultati di nitidezza e contrasto, è quello di
vergare al rovescio direttamente sulla pietra con l’inchiostro
litografico grasso.

• Il metodo di riporto prevede invece l’esecuzione su un foglio di


carta, con la matita litografica, del disegno a diritto, riportato poi
sulla pietra con un decalco a pressione. Successivamente si può
procedere alla stampa. Il vantaggio principale di questo metodo,
detto anche autografia, consiste nella possibilità di disegnare la
notazione nel verso consueto, da sinistra a destra.

• L’autografia permette ai musicisti, dilettanti e professionisti, di


riprodurre la propria grafia, trasferendola sulla lastra di pietra
senza l’intervento di un copista.

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9. Storia della stampa musicale
Tannhäuser
Richard Wagner

• L’edizione autografa di Dresda


(1845) è stata realizzata di pugno
dall’autore su carta appositamente
trattata con l’autografia.

• La matrice è andata distrutta


durante il processo di riproduzione
litografica delle 100 copie.

• Wagner ha inviato queste partiture


orchestrali ai principali teatri
d'opera, sperando che le
acquistassero e mettessero in scena
le sue opere. Tutte le copie sono
state restituite, a volte nemmeno
aperte.

• Delle 100 copie ne sopravvivono


appena 29, di cui 23 nelle
biblioteche di istituzioni pubbliche.

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9. Storia della stampa musicale
Qualità della stampa litografica

• La qualità della stampa litografica dipende molto dalla


scrittura che, passando per gradi intermedi, può variare
da un’esecuzione attenta e ponderata, effettuata al
rovescio sulla pietra alla maniera dei migliori incisori, a
una realizzazione frettolosa da parte dei compositori o
copisti su carta da riporto.

• Generalmente la qualità risulta inferiore agli standard


della stampa per incisione, che garantisce esiti migliori
nella notazione dei segni musicali e nei frontespizi,
realizzati con strumenti appositi in grado di dare
chiarezza e uniformità al tratto.

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9. Storia della stampa musicale
Ordine di disegno della notazione

• I primi litografi solitamente seguono un ordine preciso per tracciare


la musica sulla pietra: prima i righi, poi le chiavi e il tempo, quindi
le teste delle note e, con l’ausilio di strumenti da disegno,
stanghette, stangoni, legature, indicazioni dinamiche, ecc.

• Le teste delle note sono spesso rotonde. Per riuscire a renderle


tutte uguali e per velocizzarne la stesura vengono usate delle
«forme».

• Ad esempio, viene creato un tampone resinoso la cui punta ha la


forma di testa di nota, che – una volta inchiostrato - viene usato
come un timbro.
I litografi tedeschi, invece, sviluppano un attrezzo che, sotto la
pressione di uno stantuffo e di una molla, eroga una quantità
misurata di inchiostro attraverso un tubo a sezione circolare o ovale
e, appoggiato alla pietra, vi disegna la testa della nota.

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9. Storia della stampa musicale
Litografia vs. calcografia

• Il numero degli esemplari ottenibili da una lastra in pietra è molto


maggiore rispetto a quelli ricavabili da una lastra calcografica, dato
che la matrice non viene usurata nel processo di stampa.

• Per le tirature ancora piuttosto basse dei primi decenni


dell’Ottocento, ciò non costituisce un grosso vantaggio, ma quando,
dalla seconda metà del secolo, è necessario incrementare il numero
degli esemplari, la tecnica litografica rende possibile la
riproduzione di un’opera in elevata quantità di copie e in tempi
molto rapidi.

• Perciò a partire dagli anni Sessanta il metodo calcografico viene


gradualmente soppiantato da quello litografico, utilizzato nella
variante del procedimento di «riporto di prove di stampa» (vedi
prossima slide).

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9. Storia della stampa musicale
Riporto di prove di stampa

• Si tratta di una variante del procedimento di riporto che


consiste nel prendere prove di stampe con inchiostro
litografico da lastre incise, trasferendolo poi su lastre di
pietra o metallo.

• Il beneficio principale di tale metodo è costituito dalla


possibilità di giovarsi allo stesso tempo delle tradizionali
capacità grafiche degli incisori e dei vantaggi della
litografia in fase di tiratura.

• M. Twyman propone di denominare questo procedimento


riporto di prove di stampa, per distinguerlo dal citato
metodo del riporto di scrittura.

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9. Storia della stampa musicale
Parte 3

TECNICHE PIÙ RECENTI

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9. Storia della stampa musicale
Stereotipia

• La stereotipia, inventata da F. Reichard nel 1790, è una tecnica che


permette di produrre delle matrici tipografiche a partire da una
forma tipografica costituita da caratteri mobili.

• La prima matrice viene creata realizzando un calco in gesso della


forma e fondendo nel calco una lega metallica in modo da ottenere
un duplicato in rilievo dell’originale, chiamato stereotipo.

• Ora invece si ottiene un’impronta su cartone-amianto o su


materiale plastico sul quale viene fatto colare piombo fuso
(stereotipia in piombo) o gomma fusa (stereotipia in gomma).

• La stereotipia presenta il vantaggio notevole di non logorare le


forme tipografiche, dato che queste sono sostituite con lastre di
metallo (o altro materiale).

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9. Storia della stampa musicale
Avvento della fotografia

• Con l’introduzione della fotografia nel campo della


riproduzione delle arti grafiche, ci fu un grande passo avanti.

• Tra i vari esperimenti, nel 1857 Eduard Isaac Asser di


Amsterdam (avvocato e fotografo amatoriale) effettuò il primo
trasferimento di una stampa fotografica su pietra litografica.
Pochi anni dopo si riuscì a trasferire anche su zinco.

• Non fu più necessaria la copiatura sulla pietra o l’utilizzo della


carta di riporto, bastava fotografare l’originale.

• Queste tecniche necessitavano di un originale «ben scritto».


Allo scopo si usavano particolari attrezzi per disegnare le teste
delle note, le chiavi e gli altri simboli musicali, come stencil e
punzoni.

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9. Storia della stampa musicale
Stampa offset

• La stampa offset è una tecnica derivata dalla litografia, nata


all’inizio del XX secolo.

• Questa tecnica prevede il passaggio dell’inchiostro non


direttamente dalla forma litografica al supporto, ma
indirettamente, attraverso una superficie intermedia di
gomma.

• Il vantaggio consiste nel fatto che la gomma permette di


trasferire l'inchiostro non soltanto sul supporto cartaceo, ma
anche su materiali di altro tipo, che non possono essere
stampati in modo diretto (ad esempio, la plastica e il metallo).

• Inoltre, poiché il caucciù aderisce perfettamente alla


superficie da stampare, la qualità della stampa risulta molto
più nitida.
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9. Storia della stampa musicale
Al giorno d’oggi

• Oggi, al posto delle originali superfici stampanti su lastra di


calcare si usano perlopiù sottili lastre di alluminio, o di altri
materiali come la plastica e l'acciaio, che vengono avvolte
intorno al cilindro stampante.

• Per essere impressionate, le lastre vengono dapprima ricoperte


da un sottile strato di materiale fotosensibile, ad esempio un
fotopolimero, che subisce una variazione di solubilità quando è
esposto a un'intensa sorgente di luce blu e ultravioletta.

• Le immagini vengono impresse sulla lastra esponendo


quest'ultima alla luce, che viene fatta passare attraverso un
positivo o un negativo di pellicola.

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Il metodo di stampa

La stampa offset si basa sullo stesso principio della litografia.


Anziché stampare il foglio a contatto diretto con la pietra o la
lastra di zinco, la stampa avviene attraverso l’impiego di tre
cilindri a contatto tra loro:
1. il primo cilindro porta avvolta la lastra, che viene bagnata dai
rulli umidificatori ed inchiostratori;
2. il secondo, di caucciù, riceve la stampa e la riporta sul foglio;
3. Il terzo, detto cilindro di pressione, fa girare il foglio.

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9. Storia della stampa musicale
Al giorno d’oggi

• La maggior parte delle odierne macchine offset possono stampare a


più colori. Il metodo dei tre cilindri continua a valere, ma si applica
a ogni singolo colore.
• Ad esempio, una macchina da stampa a 4 colori è composta
essenzialmente da 6 elementi:
• 4 castelletti di stampa, uno per colore, che
contengono al loro interno i 3 cilindri della
stampa offset;
• gli aspiratori e le squadre di registro a inizio
macchina;
• la raccolta dei fogli ed eventualmente altri
macchinari di finitura a fine macchina.

• Molte operazioni sono ora automatizzate ad opera di centraline di


controllo: tra queste, i cambi di formato e lastra, il lavaggio e la
regolazione degli inchiostri.

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