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INCISIONE

Procedimento Diretto:
la matrice viene incisa direttamente dall'artista con strumenti idonei a scalfire il metallo, senza mediazioni
chimiche.
Sono tecniche dirette il bulino, la puntasecca, la maniera nera, il punzone.

Procedimento Indiretto:
la matrice viene incisa, dopo opportune preparazioni, dall'azione "mordente" dell'acido in cui viene
immersa, e non direttamente dalla mano dell'artista.
Sono tecniche indirette principalmente l' acquaforte, l' acquatinta, la vernice molle. Nel metodo
indiretto la lastra deve essere preparata con sostanze coprenti in modo che il disegno scopra solo le parti
che le sostanze chimiche dovranno poi incidere.

INCISIONE DIRETTA :A BULINO

MATERIALI: rame, zinco, ottone, acciaio, bulino con punte di varie misure, MOLA smeriglio ,
pietra arkansas, carta e paste abrasive (paste dure x usurare superfici), cuscinetto rotondo rivestito di
cuoio a lenti, brunitoio.

La lastra di rame si incide direttamente con il bulino ( bacchetta di acciaio con la punta affilata
infissa in un manico di legno a forma di fungo) che si impugna tenendo il becco tagliente tra indice
e pollice mentre il manico deve essere tenuto saldamente con le altre dita dentro il palmo della
mano chiusa a pugno. CI sono punte di bulino di varia forma e grandezze.

LASTRA DI METALLO
La lastra deve essere priva di graffi e non deve avere spigoli togliendoli con raschietto e brunitoio
deve anche essere bisellata cioè si devono togliere gli spigoli ai lati e posata sopra un cuscino di
sabbia rivestito di cuoio per favorire il bilanciamento inmpressi alla lastra. Il bulino ben affilato
(con la mola smeriglia (ruota di pietra per levigare o pietra arkansas e finiture con carte abrasive). Il
metallo asportato si presenterà a forma di riccio, cioè incidendo con la punta si sollevano
lateralmente una bordatura ariccio detta barba. La parte iniziale e finale dell' incavo sono più sottili
di quella mediana perchè l'utensile affonda e riemerge gradualmente. I ricci devono essere eliminati
prima della stampa con un raschetto triangolare o anche soltanto con gli abrasivi(sostanza dura
formata da granelli taglienti usata per levigare come la carta vetrata) o anche con il brunitoio (per
schiaccciare la bordatura). L'incisione a bulino può anche non essere sbarbata così il segno avrà
corporatura irregolare. "l'intagliare dolce" come si diceva in passato invece era formato da un segno
pulito ed alla totale assenza di irregolarità o sbavature (lo scavo del bulino è corposo più forte se si
pressa con più forza il bulino)
LUCIDO E RICALCO
L'immagine incisa risulterà risulterà ribaltata. Si riporta il disegno con la carta carbone trasferendo
il disegno sulla lastra di metallo e si incide con una punta o un bulino per rendere più stabile la
traccia guida. Si può usare carta trasparente sovrapposta alla lastra e puntinata con uno stilo in
modo da intaccare (seguendo le linee del disegno) il metallo.
Per un disegno più dettagliato si può ricorrere all'acquaforte: la superficie della lastra dopo essere
stata sgrassata e levigata viene coperta da uno strato di vernice poi annerita per renderla più
resistente all'azione degli acidi con una punta d'acciaio leggermente arrotondata si esercita una
pressione sufficiente a scoprire il metallo tracciando i segni che comporranno l'immagine.
Protetti i margini e il retro con una vernice la lastra si immergenell'acido rimuovere la vernice con il
petrolio e lavorare a bulino.

INTAGLIO: si pone la lastra su un cuscino di cuoio pieno di sabbia. Per le curve di fa ruotare il
tutto con la mano sinistra e il bulino deve restare fermo. Il ferro asporta il metallo e davanti alla
puntaforma un riccio ma la pressione creaai bordi due sovraelevazioni dette barbe chealla fine
verranno rimosse. Si ottieneun segno netto e preciso che trattiene l'inchiostro (l'intaglio a bulino di
distingue perchè ah una secca restituzione grafica e per la pulitezza)
CORREZIONI
La diminuizione dell'intensità gafica si ottiene schiacciando lievemente il metallo con il brunitoio
perchè questi si richiudano per qual tanto che è necessario per contenere e restituire sulla carta
meno inchiostro. La rimozione degli intagli si fa asportando con un raschietto la corrispondente
parte e fino a praticare un dolce avvallemento entro il quale poi si rinnova l'incisione se
l'avvallamento è tanto si elimina battendo il rame al rovescio.
STORIA
Incisione a bulino è la prima etcnica calcografica (scrivere sul rame=calcografia) priam era
utilizzata dagli artigiani e orafi per intagliare metalli preziosi. Così ha origine la stamap incisa
diversa da quella "rotocalcografica" stama che è diversa da quelal a rilievo della xilografia (sul
legno) perchè è determinata dalle parti scavate. Contemporaneamente all'Italia Germanie a
FIANDRE SPERIMENTANO LA STAMAP INCISA. Il trapasso da un incisione di orafi ad un
incisione per artisti e non artigiani avviene con Maso Finiguerra Mantegna incise con questa tecnica
usando incroci e sovrapposizioni. Durer. Con Marcantonio Raimondi nasce l'incisione di
riproduzione cioè quell'incisione che riproduce quadri famosi lui copiò quadri che lo stesso
Raffaello gli affidava. Tra settecento e ottocento la tenica giunge al tecnicismo e al virtuosismo
manuale. La stagione del bulino finisce con l'ondata del romanticismo che privilegia l'acquaforte
soltanto nei deceni a noi più vicini il bulino emerge come lo dimostrano le stamep di Picasso e altri.

INCISIONE A PUNZONE
Si utilizza un punzone mosso dall'energia della mano affinchè bacchetti il metallo.
Quando il punzone penetra solleva il metallo tutt'intorno che poi verrà rimosso con dei raschietti o
abrasivi. L'intaglio a bulino è la prima in ordine di tempo delle tecniche della calcografia (scrivere
sul rame). Per le sigenze di minuscoli segmmenti di segno e punti aggregati dalle linee e al
tratteggio l'utensile può essere un punzone da affidare all'energia della mano o alla percussione con
un martelletto. Il punzone è una bacchetta di acciaio appuntita ad un'estremità.

(IO: incisione diretta ) PUNTA SECCA


MATERIALI: come nel bulino
Si usa una punta di acciaio o di diamante
Con una diversa pressione esercitata sulla punta si determina la variazione di profondità.
(larghezza solco) che stampata c darà un segno più o meno intenso. La punta penetrando il metallo
spostasui lati del solco sottili lamine dette barbe che nella fase di stampa trattengono l'inchiostro
dando come risultato un segno vellutato e pastoso.Queste barbe vengono staccate o schiacciate
durante la pulitura della lastra o sotto la pressione del torchio. Per queste sue caratteristiche la punta
secca non è mai stata utilizzata come tecnica produttiva (perche ppoco duratura).

Esercitando una pressione sulla lastra per tracciare i segni, la punta penetra nel metallo, spostando sui
lati del solco sottili lamine, dette "barbe", che nella fase di stampa trattengono l'inchiostro, dando come
risultato un segno vellutato e pastoso, caratteristica peculiare di questa tecnica.
Queste barbe vengono staccate o schiacciate durante la pulitura della lastra o sotto la pressione del
torchio, per cui il segno diminuisce di forza dopo la stampa di pochi esemplari. Le barbe si possono
rimuovere o no in base al risultato che si vuole ottenere overo segno pastoso o no.
Come con il bulino con la punta secca di intacca direttamente il metallo (tecnica diretta) senza la mediazione di un
erosivo chimico. La punta intacca solo superficialmente il metallo non cvi penetra come fa il bulino produceanche
questa tecnica le escrescenze dette barbe. La punta si tiene tra pollice indice e medio. Invece che alla punta di
acciaio alcuni ricorrono alla putna di diamante. Per certi riscontri compositivi servendosi anche di uno specchio si
può rovesciare l'immagine che può riservare sgradite sorprese.

CORREZIONI
Le barbe si possono ridurre schiacciandole con il brunitoio o asportandole con il raschietto. Un ruolo che l'artista
affida alla punta secca è quello di un incisione iniziata all'acquaforte e la puntaasecca usata per interventi
migliorativi.
IMPRESIONE A STAMPA
Le barbe rialzate dalla punta (quindi i segni che le barbe alzandosi formano) sono poco consisteni e non possono
a lungo contrastare e resistere alla pressione che esercita il cilindro del torchio da stampa quindi le stampe sono
limitate come quantità (per questo questa tecnica poi è stata scartata)
CARATTERI GRAFICI
L'inizio dell'incisione a punta secca deve essre ricercato tra Germania e Paesi Bassi, alcune matrici a punta secca
sono compresse e ricche come quelle di Durrer . In Italia abbiamo il Parmigiao, poi c'è Rembrandt che
tecnicamente e poetivcamente è uno dei più forti ed il più ricco, magico ed esaltante incisore a punta secca. Nel
settecneto la puntaseccaa viene ignorata. Negli ultimi decenni a noi vicini viene ripresa come mostrrano le stampe
di Rodin, Munch è in casa espressionista che esplode l'uso dell'incisione a puntasecca, come Otto Dix, Kirchner,
Picasso e Giorgio Morandi.

INCISIONE (diretta) A MANIERA NERA O MEZZOTINTO


MATERIALI: lastra di rame, ottone e zinco, mezaluna o cerceau o rocker, brunitoi, raschietti e carte
abrasive.
Consente di creare tonaliltà vellutata (in Germania la chiamano incisione a velluto), con sfumature
finissime. E' un metodo particolarmente faticoso e lento. E' indispensabile l'uso di una matrice di
rame (ricotto), accuratamente liscia poi si prepara con il rocker (piccola mezzaluna di acciaio). Ha
un manico centrale per l'impugnatura e la sua azione deve essere CULLANTE (cioè come il
movimento della culla) e nel mentre si procede in avanti per passare ad altree aree. Questo
procedimento è per lasciare sul rame piccoli segni puntiformi.
La maniera nera inverte il processo creativo (di solito l'incisione procede aggiungendo segni) in
questo caso si tratta di togliere il nero di fondo procedendo attraverso i grigi sino al bianco. SI
usano 2 strumenti il brunitoio, acciaio duro a forma di piccola unghia allungata e liscia con il quale
si abbassano le barbe lasciate dal rocker.
Come l'incisione a bulino la punta secca anche la maniera nera o mezzotinto è un procedimenteo di
incisione diretta appunto perchè non si avvale della mediazione di un mordente chimico. E' un
processo inverso il nero si ottiene per via di togliere poi si ottengono i grigi ed i bianchi per gradi. E'
necessario produrre sulla superficie delle barbe fitte ma analoghe a quelle della punta secca. Il
ricorso a un singolare utensile che nella nostra lingua si chiama mezzaluna che i francesi chiamano
berceau (gli inglesi rocker). Essa è munita di una lama con rigature hano un taglio smussato e
arcuato che formano una corona di dentini la lama è infissa su un robusto manico di legno. Il
roccker provvederà a sollevare le barbe tanto più fitte quanto più saranno i passaggi incrociati.
PREPARAZIOEN LASTRA
Il movimento cullante si deve accompagnare a quello in avanti la superficie del rame da lucida
eliscia deve diventare ruvida e opaca. Preparando la lastra con la mezzaluna il successivo lavoro di
schiacciamento con il brunitoio o parziale rimozione delle barbe con il raschietto i denti della
mezzaluna più che incidere in proondità lacerano soltanto la superficie.
Quindi si da inizio all'azione pressiva sulle barbe e alla loro eliminazione intervenendo prima sulle
parti che devono corrispondere ai bianchi più intensi o ai grigi chiari. Il raschietto può attenuare la
sporgenza delle barbe. Se si vuole un bianco più lucente in quel punto si può passare anche la carta
abrasiva.
CORREZIONI
Ricostruendo la texure originaria di barbe con mezzalina per poi ritornarvi con brunitoio e
raschietto.
CARATTERI GRAFICI
La stamap a maniera nera è morbida e pastosa il procedimento nasce in Germania poi venne
asportato in Inghilterra dove verrà praticata con particolare dedizione e fortuna da molti artisti
incisori e pittori. Turner al usa. Ma si dovrà attendere Goya che fa un uso esaltante della maniera
nera. L'opera sua unica trataata a mezzotinto è intitolata "el coloso".

INCISIONE INDIRETTA (all'acquaforte:IO)


MATERIALI: lastra di rame, zinco, ottone vernici antiacide, mordenti (acido nitrico, perclorulo
ferrico e acido olandese), solventi delle vernici (petrolio e benzina) raschietto, brunitoio e paste
abrasive

La lastre sgrassata, lucida (a specchio) angoli e lati smussati, si prepara con la vernice antiacida che
protegge il metallo dall'azione del liquido corrosivo. Alla vernice si addiziona la cera d'api. Poi si fa
l'affumicatura. La resistenza della cera è importante al fine delle morsure. Cmq l'affumicatura si fa
per annerire la vernice (con risalto maggiore dei segni incisi) e accelerare l'essicazione.

Le lastre di rame deve essere levigata a specchio. La superficie deve essere interamente coperta di
cera d'api addizzionata ad un altra componente solida o liquida cioè la vernice. Se la vernice è
solida questa viene disciolta sulla lastra mediante un piano riscaldante e con l'aiuto di un tampone
rivestito di pelle (ruvida) si stende sulla superficie. Se invece è liquida si stende con un pennello
morbido possibilmente di pelo di vaio

AFFUMICATURA
Per accelerare l'essicazione Avviene solitamente con un lume a petrolio o una torcia di candeline.
Questo procedimento è molto delicato. L'insistenza di una fiamma viva può bruciare i materiali di
cui è fatta la vernice facendola diventare secca e quindi friabile al taglio, può anche darsi che la
vernice si infiammi se questa contiene acquaragia e di solito la contiene la vernice liquida che si
infiamma quando il prodotto liquido non è steso uniformemente e ci sono zone dove è concentrata
più acquaragia., basterà soffiare o procurarsi una ventola.

PUNTE DI ACCIAIO
iNTAGLIANO LA PELLICOLA SEGUENDO UN DISEGNO SOLO IN PQRTE PREimpostato.
La punta intaglia la pellicola e deve solo sfiorare il metallo. Si possono utilizzare punte: a conche o
punte tagliate (cioè sagomate e affilate), ciappole e ugelle.

SUGGERIMETO: Per effetti chiaroscurali con una fitta rete di segni lo si faccia con accorterza
perchè si devono evitare avvallamenti informi. Ancora: se un segno deve essere cancellato perchè si
deve fare più correttamente è sufficiente ricoprirlo con un sottile strato di vernice antiacida. Sono da
evitare i segno ancora velati di vernice che poi il mordente non riuscirebbe ad attraversare per
intaccaare il metallo (le incertezze nel segno generano ciò)

I MORDENTI
ACIDO NITRICO
(l'acido disgrega il metallo la dove la punta l'aveva privato della vernice) i mordenti utilizzati per la
tecnica dell'acquaforte sono: acido nitrico, precloruro ferrico, e acido olandese.Per sfuggire alla
esalazioni nocive dell'acido bisogna lavorare in aree aperte o coppe munite da aspiratore. Siccome
l'acido (soprattutto quello nitrico) sviluppa l'azione corrosiva non solo in profondità ma anche in
larghezza per evitare ciò vi è un aumento della percentuale di acqua (per una corrosione più
regolare e non troppo aggressiva quindi poco prevedibile) per evitare che l'azione corrosiva si
sviluppi in larghezza e non in profondità si aumenta la percentuale di acqua contenuta nel mordente
(se si usa troppa acqua la morsura e più lenta ed il segno risulterà meno vigoroso). SI diluissce con
acqua: al 50% per il rame e al 30% per lo zinco. Le bollicine che si formano di tanto in tanto
devono essere rimosseper evitare che trasmettano all'incavo ed al segno come una sfregiatura
(rovinano il segno) (si eliminano con l'azione della penna di un volatile o facendo ondeggiare il
mordente dentro la bacinella)

PRECLORURO FERRICO
Mordente per rame ed ottone da privilegiare la dove ci sono i segni sottili (allarga il segno). Non
emette esalazioni nocive o maleodoranti. Gli si deve attribuire lìinconveniente di non consentire il
controllo a vista dell'azione che sviluppa a causa dell'intenso color ruggine.

MORDENTE OLANDESE
Si usa per il rame e non si trova in commercio inizialmente. La puzza che questo liquiodo
iniizialmente è chiaro poi diventa verde trasparente) esala è davvero insopportabile. Le morsure
sono lente inadatte per gli impazienti

LA MORSURA
Se la lastra si immerge nell'acido per due minuti il segno sarà chiaro, lieve e luminoso. Per segni più
evidenti per un grigio intenso o nero si deve attendere quindici o venti minuti. Sono indicazioni
orientative.
Può essere effettuata in due diversi modi, con un solo bagno (detta) "morsura piana".

Oppure mediante la successione di tempo fra loro staccati e intervallati dalle coperture ( o riserve)
con vernice rapida a pennello per esaltare il chiaroscuro questo secondo metodo è detto "morsura
per coperture".determinati da più immersioni : dopo aver acidato una prima volta, si coprono con una
vernice protettiva i segni che dovranno risultare più sottili, leggeri, fini nella stampa ; si immerge di
nuovo per avere segni più grossi, si coprono questi e si ripete l'operazione fino ai segni più larghi. Nella
stampa si vedranno i confini netti fra le varie zone con differente morsura.

Per "aggiunte" quando si trattano sulla lastra per primi i segni che si vogliono più forti nella stampa,
si acidano e in successione si aggiungono, dopo ogni morsura i segni che via via si vogliono più sottili.

NEUTRALIZZAZIONE DEI MORDENTI E RIMOZIONE VERNICI


Basterà sottoporre la lastra su un lavaggio con acqua corrente e si asciuga dopo con carte assorbenti
o con pezzuola
Dopo ogni bagno nell'acido si sottopone la lastra ad un prolungato lavaggio sotto l'acqua correntee
in seguito si asciuga fra morbide carte assorbenti. Successivamente si rimuovono le vernici ponendo
la lastra ponendo la lastra su un piano riscaldante e sciogliendole con petrolio o analogo solvente, e
poi a freddo con benzina e stracci puliti per poi procedere alla prova di stampa.

CORREZIONI
schiacciando con il brunitoio con un raschietto fino a ripianare l'incavo e formare un leggero
avvallamento. Si può riverniciare al lastra dopo riaverla sgrassata. Per poi riprendere le morsure si
può passare al vernice a rullo così facendo questa andrà solo nelle parti rilevate lasciando liberi gli
incavi. Si può completare un acquaforte con sovrapposizioni di macchie all'acquatinta
CARATTERI GRAFICI
L'acquaforte ha una varietà timbrica il segno è spontaneo e immeiato. Il bulino la sua punta non
deve intaccare il metallo ma asportare soltanto la pellicola cerosa e per questo è scorrevole e
versatile.
STORIA
I primi tentativi di utilizzare acidi corrosivi liquidi per incidere una matrice per la stamapa ad
incavo risalgono a Marcantonio Raimondi e Durer. Il primo vero acquafortista è il Parmigiano che
all'inizio non ebbero successo forse perchè le novità non sono mai accettate subito. L'uso
dell'acquaforte fu ripreso dal pittore Federico Fiori. A lui gli è stata attrribuita l'invenzione delle
morsure per coperture. Meno finite e cono un segno disinvolto sono le stampe di Guido Reni. Van
Dick una un tratteggio con sovrapposizioni di segni. Rembrandt tra i migliori acquafortisti lui ha
indagato l'acquaforte così come la puntasecca e il bulino li ha anche uniti nei suoi segni veloci ed
articolati. Nel 1700 l'acquaforte divenuta espressione indispensabile dello spirito la usano tra gli
ingegni più illuminanti come Canaletto con le sue vedute veneziane per lo più ad andamento
orizzontale. Sono cos' tanti gli artisti che è impossibile nominarli tutti. A Madrid tra i più singolare
incisori c'è Francisco Goya con una scrittura per segni brevi o linghi orizzontali e verticali qualche
volta fra loro appena tangenti ma quasi mai incrociati semrpe essenziali a reggere le larghe macche
dell'acquatinta., Millet con acquaforti con grigi teneri. Degas in lunghi segni fili che si intrecciano
tra loro. Corot, Fattori. Poi ancora nell'otttocento Ensor incide in modo espressionista usando
tremolì con segni istintivi non calcolati. Munch, Nolde Picasso, Braque, Morandi,Chagall, Vollard
hanno usato questa tecnica. Morandi con le sue umili bottiglie ha esercitato un rigore compositivo e
la sua poesia del silenzio.

INCISIONE INDIRETTA: ALL'ACQUATINTA


MATERIALI: lastra di rame, zinco e ottone, bitume giudaico in pezzi o in polvere, clorulo di sodio,
zucchero, carta vetrata, resine antiacide, vernici liquide e solide per acquaforte, mordenti (acido
nitrico, perclorulo ferrico e acido olandese), solventi (petrolio e alcool denaturato)sacchetto per
granire, raschietto e brunitoio, setaccio, raschietto e brunitoio.

L'ACQUATINTA: Si realizza sulla carta un immagine per macchie. Le graniture sfruttano proprietà
anticorrosive di alcune resine. La colofonia (pece greca) e bitume giudaico poverizzati sono
antiacidi usati per granire una lastra da incidere all'acquatinta la struttura anticorrosiva ha una forma
di tanti granelli accostati ma non tangenti. Altre graniture possono essere ottenute usando sale da
cucina o zucchero.

Può essere considerata una variantedell'acquaforte poichè le corrosioni avvengono con l'aiuto di un
acido. Il procedimento è identico a quello descritto per l'acquaforte ma con effetti simili
all'acquerello ottenuti con una lastra granulata che si ottiene facendo cadere sulla lastra calda
granelli di bitume (con bitume giudaico o colofonia cioè una resina vegetale) che fondono e formano
un piano più o meno denso. L'acquatinta è una tecnica di carattere tonale: anziche formare un
immagine attraverso una serie organizzata di segni, realizza aree di intensità e forma controllata. Si
interviene sulla matrice con un procedimento che corrode la superficie della lastra determinando
rugorosità che trattengono l'inchiostro di stampa, tale rugosità è detta granitura (il termine si
riferisce anche al processo stesso, ed al suo risultato). La lastra viene coperta con uno strato più o
meno fitto a seconda dell'effetto desiderato) di grana di colofonia (detta anche pece greca) o grana
di asfalto macinato (granitura). Questi vengono mediante calore fatti fondere per aderire al metallo.
Sulla lastra così preparata, l'acido penetra negli spazi trai granelli corrodendo il metallo e
rendendone spugnosa la superficie. Con tale sistema di ottengono in fase di stampa (simile
all'acquaforte) effetti vellutati e sfumature.

GRANITURA A SACCHETTO
La lastra è posta su una leggera graticola di rete metallica sulal quale è stata posta la lastra. E' un
operazione da fare a due mani. Con una si tiene la graticola con l'altra si scuote il sacchetto. La
granitura deve essere su lastre levigate sgrassate con bianco di spagna (detersivo) o altri detersivi.
Dopo si riscalda la lastra con la graticola alla fiamma. Per far fondere al metallo la polvere resinosa
la fusione si nota perchè il granello diventa dall'opaco al cristallino.

Si pratica scuotendo un sacchetto di stoffa saldamente chiuso (contenente la polvere resinosa che
filtra dal sacchetto scuotendoloe si posa sulla lastra). La granitura deve essere fatta su lastre ben
levigatee sgrassate con BIANCO DI SPAGNA. E' bene acquistare COLOFONIA E BITUME IN
PEZZI e provvedere da soli alla polverizzazione battendoli perchè devono essere puri ed a pezzi si
ha la sicurezza che sono puri e non compromesis o mescolati con altre sostanze.. In definitiva il
risultato finale deve essere un fondo opaco e coperto da un velo di polvere se si riscontrano
eventuali difetti toccherà pulire la superficie e riprenderel'operazionedaccapo.

GRANITURA A CASSETA
Si tratta di un contenitore leggero in forma di parallelepipedo deve esserevi collocata e fissata una
grata ove appoggiare la lastra. I modi per mandare in sospensione la resina polverizzata sono
diversi. Si correda allora di un gongegno atto ad immettere aria forzata in prossimità del deposito di
polvere resinosa ed in misura tale da provocere il solelvamente a torbine della stessa, con una
ventola interna rotante oppure con un soffietto a mano, o con compressore d'aria azionato
elettricamente.

La polvere di BITUME O COLOFONIA è racccolta sulla lastra che si trova all'interno di una
cassetta. La distribuzione di polvere resinosa è più regolare e meglio distribuita.La cassa per
grunire è uno strumento di fattura artigianale. Si tratta di un contenitore deggero ma robusto in
forma di parallelepipedo (con un apertura a feritoira ovvero un apertura stretta e piccola in
coincidenza di essa o più in basso si trova una grata dove viene posata la lastra attraverso la ferritoia
con l'aria si manda in sospenzione la resina in polvere) I modi per mandare in sospensione la resina
polverizzata sono diversi. Come un congegno che immette aria forzata in prossimità del deposito di
polvere resinosa e in misura tale da provocare il sollevamento a turbine della stessa con una ventola
interna ruotante perchè azionata manualmente dall'esterno oppure con un soffietto a mano o con un
compressore d'aria azionato elettricamente.

GRANITURA A SETACCIO O A MANO


Possono essere a granitura più grossa. Una lastra da condurre all'acquatinta con le graniture
predisposte può essre incisa in due distinti modi, alternando copertura e vvernice e morsura per
graduare la scala chiaroscurale oppure operando le morsure direttamente pennellate di acido e
gomma arabica.

Si provvede al setaccio per separare la polvere troppo sottile dal medio e dal grosso e distribuire il
granulato voluto sulla lastra mediante sacchetti di stoffa a trama larga o setaccio da da muovere con
delicateza il setaccio non si deve tenere alto e lontano dalla lastra per impedire il rimbalzo dei
granelli e quindi una distribuzione non distribuita in modo uguale nella lastra. La resina può essere
distribuita anche a mano per ottenere una granitura irregolare a fini espressivi o ne può modellare la
distribuzione ocn le dita o un pennello o con il soffio

MORSURE PER COPERTURE (libro)


è sottinteso che questo modo di procedere alla morsura di un acquatinta è ben lontano da consentire
quelle delicatezze di passaggi e di sfumati. Questo genere di acquatinta riseide nella utilizzazione di
macchie di variata forza raccordate per suture nette intensià dei valori a cominciare dai bianchi sono
conseguenze delle coperture (dette anche riserve) operate a pennello e vernice coprente oltre che
della diversa durata dei bagni di morsura che quelle si alternano.Si puòaiutare con un disegno
all'acquaforte oppure a bulino. Quando si utilizzano graniture sottili è conveniente provvedere alle
morsure con soluzioni acide "stanche" attenuando la loro foza facendoli corrodere con trucioli di
rame o zinco affinchè l'azione disgregatrice del metallo avvenga quando più possibile in profondità
invece che in larghezza. Si può replicare anche più di una volta la granitura per integrare quella
originaria quando se ne riscontri la diminuita capacità di resistenza (pian piano la granitura cede).
CORREZIONI
Per rinforzare le macchie della lastra coprendo la superficie con polvere resinosa ma in misura
maggiore di quella iniziale per salvaguardare al massimo le parti non intacccate dalle morsure
precedenti. Se tutto l'inciso è troppo forte si può attenure l'evidenza con carte abrasive o brunitoio
se poi si volesse eliminare una parte per rifarla da capo sarà sufficiente operare a raschietto o
brunitoio come di consueto.
ACQUATINTA CON MORSURE A PENNELLO
Durezze dell'acquatinta incisa per coperture per realizzare cioè in incisione a stampa quelle
gradualità di passaggi e di sfumati che si procede nel modo seguente: su lastra granita, le morsure si
praticano invece che per immersione direttamente con un pennello intinto entro una miscela di
gomma arabica. Da neutralizzare subito o poco dopo come sempre con acqua quando per replicare
pennellate si vuol giungere ai grigi più forti e via via al nero che non si deve consentire all'acido di
scalzare il sottilissimo granulato al ontrario quest'ultimo deve essere irrobustito per via di ripetute e
sovrapposte graniture affinchè la progressione dello scavo avvenga per punti semrpe piùà ristretti e
le superfici incavate del metallo tanto fittemente puntinate. Prima di procedere alla stampa le
matrici così trattate canno ripulite oltre che con petrolio e benziana con alcool denaturato per
sciogliere la colofonia.
MORDENTE AL MIELE è una mistura corrosiva che si da a pennello.
GRANITURA A SPRUZZO
Mediante un pennello o spazzolino di pelo corto e duro intinto nella vernice coprente con le dita o
con la bocca o con aerografo si spruzza
GRANITURA ALLO ZOLFO
E' possibile soltanto su rame, esige tempi lunghi per apprezzabili risultati, si disegna su metallo a
pennello intinto in olio di oliva, con un sacchetto e setaccio vi si spolvera sopra la polvere di zolfo
subito dopo battendo verticalmente la lastra soffiandovi la polvere trattenuta dall'olio in
corrispondenza di quelle che il metallo verrà lentamente intaccato lo zolfo deve poter agire per
molte ore a volte per una giornata
GRANITURA CON IL SALE DA CUCINA
Una lastra ricoperta di un sottile velo di vernice per acquaforte prima che questa asciughi si ricopre
di uno spesso strato di clorulo di sodio il cosiddetto sale da cucina cospargendolo a mano se le
irregolarità non sono disdegnate oppure con un setaccio. Il sale quando va a contatto con la vernice
attiva una sorta di repulsione l'allontanamento della medesima vernice dal granello provoca
tutt'intorno ad esso dei minuscoli anellli fra loro distanti o tangenti. Quando la vernice è ben secca
la volatilizzazione dell'acquaragia può esseere accelerata con il calore non con la fiamma diretta si
batte verticalmente la lastra per far scendere il sale e si provveder ea sciogliere quello che resta
sotto l'acqua per poi procedere alle coperture e via via alla morsura. La stessa operazione può essere
fatta con lo zucchero e persino con la segatura di legno lasciati cadere sopra uno strato minimo di
vernice liquida.
GRAMITURA CON LA CARTA VETRATA E SIMILI
Su una lastra preparata come per doverla incidere all'acuqaforte e posta su un piano del torchio da
stampa si sovrappone un foglio di carta betrata in modo che la rugosità veetrosa sia a contatto con la
vernice affumicata a pressione moderata si aziona il torchio in modo che la vernice ne resti
puntinata si ripete l'operazione (pe ravere più puntini) e si procede alla morsura.
MANIERA PITTORICA
pER AVER RESTITUITE ALLA STAMPA LE QUALITà DELLA PENNELLAATA CHE
ALCUNI CHIAMANO MANIERA PITTORICA SI PROCEDE NEL MODO CHE SEGUE. SU
LA LASTRA sgrassata preparata con vernice luquida pe racqwuaforte affumicata o non si lavora
con un pennello imbevito di olio di olica petrolio e un colorante. Questo solvente sovrapposto alla
vernice la discioglio puù o meno a seconda del arico di grasso lasciato dal pennello. Vi si
sovrappone un foglio di carta assorbente e si asporta il solvente e con esso parte o tutta la vernice
disciolta sicchè il metallo non risulterà troppo scoperto secondo il voluto disegno scoperto
completamente se lo si vuole o parzialmente quando si desideri valorizzare le velature di grasso e
vernice che vi sono rimaste depositate. Le prime morsure si fanno con soluzioni acide vecchie. La
lavorazione a pennello si può fare per gradi oppure in un unnica volta.
GRANITURA POSITIVA E NEGATIVA: la prima i granelli formano gli spazi di metallo senza
vernice che poi sono mordenzati e diventano incavati, la seconda forse quella a sale dove i granelli
lssciano scopero il metallo che poi viene mordenzato e incavato (forse- io)

CARATTERI GRAFICI
La resa grafica di una matrice elaborata all'acquatinta è identificabile. Il modellato operato a
pennello con vernice coprente e alternate morsure restituisce relativamente ben visibili gli stacchi
tra i diversi valori tonali. Le qualità di una acquatina incisa con pennellate di mordente danno
gradevoli sfumati e effetti chiaroscurali.
STORIA
La conoscenza e le prime implicazini dell'acquatinta risalgono (al 1600) ad alcuni incisori olandesi
che utilizzano tale procedimento per ocmpletare incisioni prima fatte ad acquaforte. In Francia
l'acquatinta viene usata con più continuità. Il riferimento più autorevole è costituito dalle stamep di
Goya "Los Caprichos" quasi tutte realizzate con il congiunto concorso della acquaforte e
dell'acquatinta o solo con acquatinte pure. Manet riprende acquatinta e acquaforte. Munch,
Picasso,Vlaminck anche loro ne fecero uso.

INCISIONE INDIRETTA: MANIERA A MATITA O VERNICE MOLLE


MATERIALI: lastre di tame zinco o ottone vernice molle carte rugose, matite, pastelli mordenti,
brunitoio e raschietto.
Si dice maniera a matita o maniera a pastello perchè restituisce un immagine con una grafica simile
a quella che si ottiene disegnando su carta a grafite o pastello si dice anche a vernice molle perchè si
usa una vernice antiacida tenera.
PREPARAZIONE LASTRA
La lastra sgrassata si ricopre a caldo con un tampone o rullo con vernice solide per acquaforte ma di
consistenza molto più tenera (molle appunto) addizionata con sego di bue (grasso, che la rende più
tenera o molle). La vernice distribuita uniformemente deve essere annerita affumicandola con la
fiamma di un lume a petrolio o torcia di candele. Si traccia l'immagine (il disegno) su un foglio di
carta dopo sovrapposto alal lastra si procede disegnandoci sopra a matita o pastello ceroso
premendo più o meno a seconda dell'evidenza chiaroscurale che si vuole. Mentre mano e matita
disegnano premendo sulla carta la tenera vernice aderisce sul verso della stessa e si stacca dal
metallo però non continuatiamente coma fa la punta ma conformemente alla rigosità della sua
superficie alla tenerezza della matita o alla stoffa o altro infrapposto tra la carta e la vernice,
affinchè l'acido abbia poi buon gioco a penetrarvi.
Dopo si da inizio alla morsura. Il rpimo basgno di morsura dovrà essere più prolungato del solito
perchè la soluzione acida stenta comunque a valivare e rimuovere il pur visibile velo di grasso che
rimane sul metallo scoperto. Si può fare una morsura piana o per coperture se serve.
ROTELLE DENTATE
Un altro modo per aggiungere segni è quello delle rotelle dentate sono delle rotelline di acciaio
munite di sporgenze puntute ruotano e restituiscono uan materia grafica a texture troppo ordinata e
meccanica
IMPRONTE SULLA VERNICE
Si tratta di utilzzare l'impronta di stoffe, carte sottili legni o altro si possa usualmente laciare la
forma di se asportando la vernice con texture. Oppure con imrponte digitali delle mani o con
sovvrapposizione di materiali sulla vernice ci si può valere del torchio a stampa e dopo si procede
alla morsura.
CARATTERI GRAFICI
Con il segno modellante e chiaroscurato per la ben calcolata varietà di pressione della mano
STORIA
Le prime immagini sono del 1700. Susanne Valadon faceva uso di questa tecnica.

MATERIALI: lastre di rame, zinco, ottone, vernice molle, matite, pastelli a cera, mordenti,
brunitoio, raschietto, tele, carte abrasive.

Si stende sulla lastra (la vernice molle:perchè è molla e tenera) per mezzo di un penello a rullo a
calore moderato. Un impasto di vernice e sego. Sopra si applica un foglio sottile sul quale l'artista
traccia il disegno con una matita appuntita tale traccia rimarrà impressa sulla vernice quando il
foglio verrà asportato. DIVERSI TIPI DI MATITE E CARTE POSSONO DARE EFFETTI
DIVERSI. I passi successivi sono del tutto uguali all'aquaforte.

INCISIONE INDIRETTA: MANIERA A PENNA O ZUCCHERO


MATERIALI: lastre di rame, zinco, ottone, bianco di Spagna, raschietto e brunitoio, pennino o
cannuccia, pennelli inchiostro e zucchero, colofonia o (vernice liquida per acquaforte) bitume,
acido e solventi.
Si dice maniera a penna perchè restituisce i caratteri grafici propri del disegno schizzato a penna.
Maniera a zucchero si dice perchè la lastra viene coperta con un inchiostro particolare fra le sue
componenti c'è lo zucchero. La preparazione lastra: deve essere levigata, bordi smussati e angoli
arrotondati e sgrassata con acuqa e polvere di bianco di Spagna (come per tutte le altre lastre degli
altri procedimenti).
INCHIOSTRO A ZUCCHERO
Composto di acqua gomma arabica e zucchero. Con un pennino di metallo si disegna sulla
superficie sgrassata del metallo
VERNICIATURA
Accertata l'avvenuta essiccazione dell'inchiostro si distende la verniciatura la si riscalda e affumica
con discrezione perchè il troppo calore potrebbe sciogliere lo zucchero dell'inchiostro. Con la
vernice ben secca si immerge la lastra in un bagno di acqua tiepida lasciandola fino a quando le
parti disegnate ad inchiostro er effeto del rigonfiamento e scioglimento della gomam arabica e dello
zucchero non risulteranno liberate dalla vernice.
MORSURE
Chiudendo con vernice le parti che non si vogliono incise si possono aggiungere con una punta dei
segni si procede alla morsura piana o per coperture. Dopo una prima morsura è indispensabile
granire con polvere di colofonia affinchè il fondo dei segni risulti rugoso tale da poter trattenere
inchiostro da stampa da evitare questo procedimento invece quando vogliamo per fini espressivi le
irregolarità ricche di trasparenze e morbidezze che detrivano dalla sottrazione dell'inchiostro.
CORREZIONI
con brunitoio o raschietto si attenuano o cancellano i segni delle morsure
CARATTERI GRAFICI
La grafia della maniera a zucchero anche se vuol andare sul sottile i segni saranno molto evidenti e
grossi. In morsura senza il ricorso alle graniture l'inchiostro da stampa rimane solo parzialmente
entro gli scavi accumulandosi invece nei bordi dell'inciso in misura maggiore rispetto al dentro
questi bordi che risulteranno in stamap più chiari ed i bordi più scuri come contorni.
STORIA
Quando e chi sia stato per la prima volta a sperimentare questa tecnica non si sa, le ricerche sono
rimaste senza esito. Picasso e Rouault fanno uso di qeusta tecnica.

Con un pennino di metallo si disegna sulla superficie sgrassata del metallo. Dopo l'essiccazione
dell'inchiostro si stende (mediante pennello di martora) un sottile velo di vernice quindi la si
riscalda e affumica. Qunado la vernice è secca si immerge la lastra in acqua tiepida fino a quando
non si sciogliel'inchiostro. Provveduto a coprire i bordi e il retro, si procede alla morsura quasi
sempre a morsura piana per non contravvenire ai caratteri propri del disegno).

INCISIONE DIRETTA E INDIRETTA: TECNICHE SPERIMENTALI


Gli artisti non hanno mai mancato di indagare.
MONOTIPIA
Tale è stato in passato il caso del monotipo del dipingere cioè con colori ad olio o inchiosti da
stampa diluiti su una lastra metallica per trasferire poi grazie alla moderata pressione del torchio
quelal materia su un foglio di carta che abbia il giusto grado di assorbenza. Può essere fatto su una
lastra di rame, di ottone ma anche di zinco e di vetro. In questo caso la pressione può essere
cautamente esercitata con il palmo delle mani o con un rullo. Degas Rouault l'hanno utilizzata. La
lastra può anche essere uniformemente inchiostrata a rullo di nero eppoi disegnata con uno stilo di
legno successivamente improntata dalla pressione del torchio.

Dipingere con colori ad olio e inchiostri da stampa (diluiti con olio di lino crudo o altro olio
vegetale) su una lastra metallica per poi trasferire l'immagine sulla carta mediante la pressionedi un
torchio può essere fatto su rame,ottone,zinco,ma anchevetro e plexiglass

ACQUAFORTE A RILIEVO

Su una lastra di zinco o rame sgrassata si disegna a penna o a pennello con un inchiostro-vernice
antiacido per poi provvedere alle morsure riprese in più tempi più o meno prolungati ( alternate a
coperture) per dar luogo alla creazione di spessori. William Blake usa questa tecnica.

STAMPA BIANCA O A SECCO


La carta viene improntatadai diversi livelli incisi impresisenza l'uso dell'inchiostro. Stampa a secco
altrimenti detta incisione bianca perche la carta viene di fatto improntata dai diversi livelli incisi e
dunque impressi senza inchiostro. Quella per intenderci dei vassoietti di cartone per pasticceria. La
pressione muterà in rilievo per gli spessori che sulla carta diverranno rientranze. Per questa stampa
ci volggiono carte o cartoncini di grammatura sostenuta cioè carte spesse) conttrariamente a quello
che si può pensare le pressioni non devono essere fortissime e invece ed in ogni caso ammorbidite
con un interposto foglio di gommapiuma. Conviene utilizzare carte di pasta flessibile. La pop art
faceva uso di questotipo di stampa.

COLLOGRAFIA
Il principio non risiede nello scavo della matrice ma nell'accompagnamento del carborundum
sovrapposto nella lastra di zinco, rame o acciaio inossidabile. Altri espedienti ai quali sono ricorsi
artisti astratto-informali e gestuali: sulla superficie di una matrice si dispongono casualmente
cascami di vario materiale (trucioli, segatura e frammenti di metallo, stoffe e carta, segatura di
legno e fil di ferro. Il supporto cos' predisposto si dice operato a callografia, cellocue e metalprint
può essere impresso a secco o con inchiostrazione. Infinite sono le texure che si possono formare
con questo metodo.

CARBORUNDUM
Non risiede nello scavo della matrice ma al contrario di un granulato di carburo di silice durissimo
più o meno grosso detto carborundum sovrapposto alla superficie della lastra (zinco,rame, acciaio) e
così stampato oppure della medesima trsferita a forte pressione du una lastr adi metallo con uno
strato protettivo e quindi incisa con acido.

INTEGRAZIONI FOTOMECCANICHE
Si tratta di rendere sensibile (alla luce) la lastra che dovrà divenire matrice da incavare mediante al
morsura
INCISIONE CON ELETRO PUNTA
tecnica diretta meccanica. Con apparecchio di dimensioni quanto una grossa matita che
elettricamente trasmette impulsi ad una punta d'acciaio è una specie di martelletto elettrico per
puntinare la superficie.

ACUQATINTA CON COPERTURE A PASTELLO CEROSO ANTIACIDO


SI ci può avvalere di una lastra preparata per acquatinta con granitura negativa cioè
sgrassataparzialmente coperta da colofonia o bitumeda coprire con un pastello a cera (p con
qualcosa di analogamente antiacido, perchè la parte disegnata a pastello non verrà intaccata
dall'acido)sfruttando le stesse potenzialità di quando si disegna su un foglio ruvido.

STAMPA CALCOGRAFICA
La stampa calcografica è il momento finale di tutto il processo di incisione. L'inchiostro viene
distribuito uniformemente sulla matriceed è fatto penetrarein tutti i segni scavati fino a riempirli con
l'aiuto di un tamponcino. L'eccesso di inchiostro viene tolto con una spatola (e poi con veli di
tarlana appallottolata fino ad arrivare alla pulitura definitiva strofinando la superficie con il palmo
della mano). La lastra è pronta per la stampa viene posta sul piano del torchio con la superficie
incisa rivolta verso l'alto. Su di esso verrà posto il foglio di carta inumidito in precedenza (simile
alla carta assorbente con poca colla e nessuna fibra in legno). Sulal carta viene quindi appoggiato un
feltro per ammorbidire al pressione e accogliere l'acqua che viene spremuta.
Tutto viene fatto scorrere lentamente (mediante la stella del torchio) sotto il cilindro pressore. Se il
risultato soddisferàl'incisore, la stampaverrà messa ad asciugare tra cartoni vegetali pesanti e ben
pressati. L'inchiostratura della lastra verràverrà ripetuta ad ogni foglio

CARTE E CARTONCINI PER LA IMPRESSIONE A STAMPA


Non tutte le carte e i cartoncini sono utilizzabili deveno essere di ottima pasta e in grado di
assorbire senza deteriorarsi, l'umidità indispensabile a renderli più cedevoli alla pressione.

FONDINI E LORO UTILIZZAZIONE


E' da dicondurre a quello della carta da stampa, sovrapponendovi un uniforme velo di inta prima di
consegnarla alla stampa. Si può anche interporre fra matrice inchiostrata e cartoncino supporto una
corrispondente porzione di carta sottile logicamente di dicaerso colore e collata sul rovescio in
modo che la pressione oltre che stamnparla la faccia nel contempo a quello aderire.
COLALTURA DELLE CARTE DA FONDINO
La collatura su carta può essere fatta con colla di farina di grasso o di quelle prodotte
industrialmente diluite con acqua.
BAGNATURA DELLA CARTA E CARTONCINI DA STAMPA
Si deve in ogni caso farla perchè l'umidità assorbita riduce le fibre del supporto cartaceo più
cedevoli e flessibili così che possano penetrare più agevolmente gli incavi incisi per prelevarvi
inchiostro. Come vedremo la si può fare in diversi modi è necessario avere due piani mobili di
multistrati con rivestimento di laminato plastico o di una pressa verticale.
UMIDIFICAZIONE DELLA CARTA
Su una soltanto o entrambe le superfici una moorbida spugna imbevuta di acqua quando si tratti di
carta dura conviene allora immergerla nell'acqua contenuta in na bacinella. I fogli comunque
bagnati e scolati vanno poi messi uno su l'altro in ordinate pile e tenuti per qualche tempo tra le due
tavole sotto pressa o sotto peso per liberarli del superfluo dell'acuqa.
INCHIOSTRO E INCHIOSTRAZIONE
Se troppo duro deve essere macinato con la spatola su un piano di marmo aggiungendovi
all'occorrenza olio. L'inchiostrazione si fa a caldo e cioè ponendo la lastra-matrice su una piastra
riscaldante.Un tempo si faceva sul fuoco vivo di brace ora un fornello a gas o eletrico. Tutto questo
perchè il calore rende più fluida la pasta dell'inchiostro e più agevole la sua penetrazione entro gli
incavi anche quelli più sottili. L'inchiostro può essere portato sulla superficie della matrice
premendo entro gli incavi direttamente con una spatoletta (o tampone di solito).
LA PULITURA
L'inchiostro quando resta in superficie dopo aver inchiostrato deve essere asportato senza togliere
quello che è andato a colmare gli incavi. Lo si fa prima con un largo tampone di tarlatana (tessuto di
cotone) mosso in senso circolare. Volendo si possono fare discerete velature (di inchiostro) per
attenuare i contrasti e le dcrudezze troppo aspre dell'inciso senza abusarne. Oggi è al contrario da
raccomandare il rispetto e anzi l'esaltazione del soltanto inciso. Si può oppure pulire la lastr con un
foglio di carta di giornale. La pulitura quindi può essere a tarlatano o a palmo e carta.
LA PRESSA O TORCHIO A STAMPA
La matrice chiostrata e pulita viene sottoposta alla vigorosa stretta dei cilindri (due) tangenti tra i
quali è costretto a scorrere il piano che porta la matrice con sovrapposti il foglio di carta inumidita e
il feltro di lana. Il contemporaneo movimento dei cilindri, uno superiore pressivo ed uno inferiore
più grande portante deve essere attivato manualmente per forza di braccia agendo con armonia e
continuità sulla stella. Le precauzioni atte ad evitare che il cilindro abbia ad arrestarsi quando è
sopra la matrice evenienza questa da evitare sempre che la stamap non rimarrebbe vistosamente
segnata.
FELTRI
Devono essere spessi da due a quattro millimetri e di buona lana lavati ogni qualvolta si induriscono
per aver assorbito le sostanze collose dalla carta. (si possono usare anche le flanelle di lana o
cotone)
POSIZIONAMENTO DELLA MATRICE E DEL FOGLIO SUL PIANO deve essere collocata al
posto giusto perchè la marginatura risulti ben centrata sul foglio.
STAMPA A COLORI
Può essere con gradevoli sovrapposizioni solo parzialmente giustificate da motivazioni decorative
perchè la vera stampa originale a colori era fatta per sovrapposizioni dove ogni lastra era fatta per
un determinato colore.
INCHIOSTRAZIONE A LA POUPEE dove i tasselli di inchiostro a colori vengono messi a
pennello o con le dita i colori però si conttminano nei colo margini (tra questi tasselli)
INCHIOSTRAZIONE MISTA
Al quale è possibile ottenere stamep a più colori con una sola matrice.
IMPRESSIONE A STAMPA Quando si è certi che la matrice è stata in tutto ben predisposta la
lastra meglio se ancora tiepida si colloca in corrispondenza dei punti prestabiliti sul piano di stamap
(cioè si centra) e si procede alla stampa. Dalla lastra-matrice conviene sapere che a tiratura eseguita
essa deve esseere difesa ingrassandola abbondantemente con grasso e olio oppure ricoprendola con
vernice di bitume prima di incartarlaPROVE ESEMPLARI DI TIRATURA LORO
NUMERAZIONE E STIRATURA
Si dicono prove tutte le stampe impresse per verificare la qualità (del segno dei toni chiaroscurali
ecc). L'esemplare unico è quela stampa unica e sola dove la matrice è stata sma<rrita o volutamente
distrutta. Le stampe vanno posate su un piano consistente di cartone e ricoperti di un foglio di carta
sottile e leggera per poi sovrapporvi esemplari successivi. Un tempo i fogli stampati di fresco di
stendevano apesi ad un filo teso fra due pareti della stamperia. Pur non essendo sempre
indispensavile gli esemplari più che le prive devono essere stirati. Se il foglio ancora umido può
essere ancorato ad un piano fissandone i bordi con un nastro adesivo perchè si tendxa per non farlo
curvare con l'umidità dopo aver accertato che l'inchiostro è ben secco ogni foglio stampa deve
essere nuovamente inumidito sopra di poggia un fogli odi carta sottile e sopra l'altra stmapa eppoi
tutti o a gruppi ordinatamente impilati e posti sottopeso o sottopressa affinchè tornino ad asciugare
e contemporaneamente insieme stirarsi.

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