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Nella calcografia indiretta, il tratto inciso viene ottenuto con un'asportazione chimica dei
materiali della superficie della matrice.
ZINCO (ZN)
Elemento bianco e resistente all’ossidazione, infatti viene usato per ricoprire materiali
facilmente ossidabili con un processo chiamato zincatura.
In calcografia lo zinco si presenta in lastre da 1mm di spessore e per far sì che si possa
incidere deve essere perfettamente levigato. La sua composizione non lo rende molto adatto
alle stampe a colori, siccome ne compromette i pigmenti.
SOLFATO DI RAME
Lo zinco può essere inciso anche in una soluzione di solfato di rame, che è un SALE e non
un acido, e l’incisione dello zinco quì è dovuta all’AZIONE ELETTROLITICA TRA ZINCO E
IONI DI RAME nel bagno: Lo zinco viene asportato dalla lastra finendo in soluzione sotto
forma di ioni di zinco, mentre gli ioni di rame si trasformano in ossido di rame o rame che
corrodono lo zinco senza produrre fumi tossici. Il solfato di rame è però irritante per occhi e
pelle, perciò vanno usati determinate misure di sicurezza:
- indossare una mascherina quando lo si utilizza
- tirarlo fuori dal suo contenitore con attenzione
- non preparare la soluzione in ambiente ventilato
- indossare guanti di gomma
- se il solfato di rame va a contatto con gli occhi sciacquare abbondantemente
- usare quando vengono acidate lastre grandi per lunghi tempi, una ventilazione
forzata
PROPORZIONI
Più la soluzione è forte più aciderà in fretta:
- 200 g di solfato di rame in 1L di acqua per incisioni profonde a rilievo
- 100 g di solfato di rame in 1l di acqua per incisioni di linee normali
- 50gg di solfato di rame in 1l di acqua per linee sottili
- 25 g di acqua per leggere acquetinte
La miscela sarà di colore BLU PROFONDO, con un PH compreso tra 3 e 4. (con il passare
del tempo però il ph aumenterà e il mordente aciderà più lentamente.
RAME
Per la grafica si utilizza il Rame crudo, poiché più resistente, e si utilizza in lastre di 1mm. E’
abbastanza adatto alla stampa a colori, fatta eccezione per i gialli che tendono ad ossidarsi.
Per il rame si usa il PERCLORURO DI FERRO:
- un mordente non acido, inodore, color ruggine.
- E’ un sale neutro che in soluzione acquosa si idrolizza e reagisce come un acido.
- E’ fortemente igroscopico e si decompone alla luce, perciò va conservato in
confezioni ermetiche e opache.
- Inoltre non va maneggiato a mani nude.
- nel corso dell'incisione si colora
Lo si diluisce in queste proporzioni:
- 1 parte di percloruro e 2 parti di acqua — molto forte
- 1 parte di percloruro e 3 di acqua —- normale
E’ importante che la lastra si intinga capovolta per far sì che non si depositi ossido nei solchi.
Questo permette tratti sottili e profondi senza rischio di bruciature.
MORSURA
Prima di immergere la lastra nel mordente, va protetto il retro della lastra con una vernice
antiacida o più semplicemente con scotch da pacchi. Poi si incide la lastra in ACIDO
NITRICO (zinco) o PERCLORURO DI FERRO (rame o ottone). L’acido corrode solo le zone
dove non è presente la vernice.
Durante la morsura di una lastra di zinco (acido nitrico) bisogna verificare che i segni troppo
vicini non creino una BRUCIATURA, che in fase di stampa può non contenere l’inchiostro
nei solchi.
Durante la morsura di una lastra di zinco (perc. di ferro) la lastra deve essere immersa a
testa in giù distanziata dal fondo da cubetti di cera per evitare che si depositino residui nei
solchi.
Terminata la morsura si sciacqua abbondantemente la lastra per eliminare residui di
mordenti, poi si rimuove la vernice con ACQUARAGIA O PETROLIO.
Si procede poi con l’inchiostratura e poi alla stampa.
- Entrambe si applicano a freddo con un pennello largo 2 dita, molto morbido e piatto.
- Si copre la superficie da incidere, evitando di lasciare spazi scoperti e residui.
- poi si lascia sulla piastra calda per un minuto in modo da uniformare le pennellate.
Vernice nera dura in coni: di consistenza pastosa contiene bitume, cera e resina
dammar. Avvolta in un pezzo di tessuto, che funge da filtro, si strofina il cono sul metallo
precedentemente riscaldato. Con un tampone di seta va resa Omogenea. La lastra
preparata con questa vernice va affumicata facendo scorrere sulla superficie, capovolta e
appesa alle apposite pinze, la fiamma di un lume a petrolio o una torcia di cera, con
movimento continuo ed uniforme. Questa operazione ha la funzione di asciugare facendo
aderire meglio la lastra allo strato di cera e conferisce maggiore risalto ai segni.
La qualità della punta e l’inclinazione determinano segni diversi, per un risultato omogeneo è
opportuno usare la punta in modo quasi verticale. Eventuali scalfiture o errori possono
essere corretti con una vernice al bitume per ritocco. vernice per ritocco liquida Duroziez
che contiene bitume, essenza di petrolio e colofonia; Si applica a pennello e tende a
diventare friabile quindi non è consigliato usarla in zone dove andranno fatti altri segni.
VERNICE MOLLE
Questa tecnica consente di ottenere dei grafismi simili a quelli fatti a matita su carta.
Per questa tecnica si usa come antiacido la Vernice molle nera in cono composta
da bitume, resina pece, cera e sego( che permette di non essiccarsi restando
morbida al tatto).
La tecnica della vernice molle si usa quando si desidera creare tratti indeterminati,
campiture sfumate, simili al pastello o al carboncino su carta ruvida.
1. La cera molle si stende sulla lastra a caldo (40 gradi), poi con un tampone di
seta si batte sulla superficie, prima forte per stendere bene la cera, poi piano
per uniformarla.
2. successivamente si pone sulla lastra un foglio di carta velina dalla parte
ruvida che avrà invece dalla parte liscia il bozzetto. Si può realizzare il lavoro
al tratto o al chiaroscuro con una matita media morbida.
3. E’ utile porre un’asse in legno messa a ponte sulla lastra per evitare che la
pressione della nostra mano crei segni. La quantità di pressione esercitata
determina maggiore o minore quantità di cera asportata.
4. terminata l’opera si solleva il foglio. Guardando la vernice attaccata al foglio si
può capire il tempo di morsura.
VARIANTI DELL’ACQUATINTA
MANIERA ALLO ZUCCHERO
Questa tecnica consente di ottenere segni con effetti pittorici come se fossero eseguiti a
china o a pennello.
1. si esegue il disegno direttamente su lastra precedentemente sgrassata intingendo il
pennello o il pennino in un preparato apposito, una soluzione di acqua, zucchero e
gomma arabica colorata.
2. il disegno una volta asciutto viene coperto con la vernice per acquaforte in strato
sottile
3. una volta seccata si mette la lastra sotto acqua corrente calda che scioglie la
soluzione e fa in modo che si scoprano i segni creati con pennello e pennino
restando disponibili all’azione del mordente.
4. la lastra è pronta per la morsura che può essere unica o studiata per ottenere diversi
grigi coprendo dei segni di volta in volta.
5. per un risultato più omogeneo, prima della morsura si può dare una spolverata di
acquatinta per rendere il tutto più omogeneo
MANIERA PITTORICA
1. La lastra viene prima preparata con la cera per l’acquaforte
2. poi con pennelli morbidi, spugne o pennini si dipinge con una vernice costituita da
olio di lino, olio essenziale di trementina e colore ad olio bianco. La trementina
scioglie la cera al bitume che viene assorbita con carta assorbente o straccio
morbido, lasciando esposta la superficie della lastra.
3. la lastra viene poi morsurata secondo i tempi dell’acquatinta
MANIERA AL SALE
Un altro modo per creare una texture puntinata in positivo sulla stampa (perciò al contrario
dell’acquatinta) consiste nel:
1. coprire la lastra con la vernice per acquaforte e lasciarci cadere prima che asciughi
del comune sale da cucina.
2. una volta asciutta, si lasciano cadere i grani in eccesso
3. poi la lastra va immersa in acqua tiepida dove il sale si scioglierà e lascerà vuoti i
punti che verranno corrosi dal mordente.
LAVIS
Il lavis è un procedimento di morsura diretta :
Sulla lastra precedentemente preparata per acquatinta, viene passato un pennello intriso di
acido, passando più volte sulle zone che si vogliono fare più scure.
Questa operazione conferisce al metallo un aspetto granuloso con effetti di stampa simili
all'acquerello, quindi è spesso usata come integrazione dell’acquaforte. Il lavis, chiamato
anche acquatinta con morsura aperta, è stato utilizzatissimo da FRANCISCO GOYA ed è
divenuto popolare a metà 900.
INCISIONE A ZOLFO
E’ una tecnica che può essere applicata solo a lastre di rame, poiché è il composto che si
utilizza, a corrodere il metallo. Consente di ottenere un effetto punteggiato di grande finezza
dalla trama fitta, con campiture simili all’acquerello.
1. Si prepara una miscela pastosa di zolfo e olio, dalla consistenza omogenea ma fluida
in modo che il tratto sia irregolare che si applica mediante l’uso di pennelli.
2. altro modo di intervento consiste nel pennellare la lastra con strati sottili di olio e di
lasciarvi cadere lo zolfo a spolvero in maniera maggiore o minore a seconda delle
esigenze
TECNICHE AGGIUNTIVE - COLLOGRAFIA
La collografia non è una vera e propria tecnica incisoria. Consiste nell’utilizzare materiali
aggiuntivi da applicare sulla superficie che andrà a costruire la matrice da inchiostrare e
stampare. Il supporto può essere
- metallo
- lamiera zincata
- cartone pressato (devono essere impermeabilizzate con vernici o gommalacca)
- legno
- plexiglass ecc
I materiali da applicarci sono:
- fogli di carta, di alluminio, acetato
- colle, stucchi, paste acriliche, vernici
- materiali organici, tessuti, carte abrasive, pellicole per alimenti ecc
- carburo di silicio (carborundum)
Ogni materiale presenta una propria texture, seguendo tale principio si può ottenere ogni
tipo di valore tonale. Per esempio la stoffa e la carta trattengono più inchiostro rispetto a un
nastro da imballaggio o ad un foglio di acetato. Bisogna evitare inoltre l’uso di componenti
metallici che possono compromettere i rulli e i feltri.
MONOTIPO
Il monotipo è una tecnica che non permette multipli; Fa uso anch’essa del torchio
calcografico ma non ha una lastra incisa. La matrice può essere di metallo o plexiglass e
viene inchiostrata dall’artista per poi essere lavorata mediante l’asportazione dell’inchiostro,
con pennelli o stoffa. Poi mediante il torchio si trasferisce tutto su carta.