Sei sulla pagina 1di 1

9/6/2015 Argento Colloidale ionico, come farselo da soli

Alla fine staccare i due connettori dal pacco batterie (queste è meglio lasciarle
attaccate fra loro per non danneggiare i contatti, non c'è nessun rischio). Versare
piano l'Argento ionico nella sua bottiglia rivestita, avendo cura di non travasarlo
tutto, perché sul fondo del bicchiere si concentra la maggior parte degli eventuali
sali e dei precipitati insolubili. Infine pulire bene gli elettrodi d'Argento e riporli
bene asciutti in una bustina di plastica per ridurre l'ossidazione. Non usare mai
alcuna sostanza o detergente! I due elettrodi di Argento dureranno non anni ma
decenni, perché il procedimento ne distacca solo particelle infinitesimali.

Con questo metodo dovrebbe crearsi, nei 220 ml di acqua, la concentrazione


ottimale di circa 5 o 10 parti per milione (ppm). Si intendono 5 o 10 ppm di Argento
nell'acqua in qualsiasi forma, inclusi dunque i vari sali, solubili e insolubili: una
qualità media ottenibile così contiene inevitabilmente circa un terzo di Argento in
microparticelle e due terzi di sali.

Se l'acqua non fosse in origine sufficientemente priva di sali (come usando una
scadente acqua demineralizzata, o se tutto non è perfettamente pulito), l'argento
diverrà scuro molto presto, si noteranno come dei fiocchi grigi fluttuare, e alla fine
il fondo del recipiente apparirà più torbido. In tal caso assieme agli ioni si sono
prodotti una quantità eccessiva di sali d'Argento (cloruro, nitrato, ecc.). Si butti
via tutto (a meno che l'ACI sia per solo uso esterno), riprovando con una acqua
migliore e/o ricontrollando la perfetta pulizia di tutti i materiali.

La migliore qualità di Argento ionico, dalle particelle finissime e dunque


biologicamente più attive, è assolutamente trasparente e quasi totalmente
insapore. La sospensione di particelle così fini contiene pochissimi sali e non si
deposita quasi per nulla nei tessuti, e dopo aver espletato la loro funzione
antibiotica vengono facilmente espulse dai reni. È perciò solo questa l'unica qualità
da preferire per un uso umano, escludendo assolutamente le soluzioni lattiginose o
colorate, soprattutto se l'uso è protratto nel tempo. Per le sole applicazioni
esterne e per le piante, tuttavia, una maggiore presenza di sali non è affatto
dannosa, e anzi è spesso desiderabile.

Volendo davvero aumentare (di molto!) la qualità del prodotto, si deve ridurre al
massimo la formazione di sali. Per questo l'acqua va rimescolata
CONTINUAMENTE per tutto il processo. Si potrà usare un economico aereatore
da acquario: si immerga l'estremità del tubetto fino al fondo del recipiente, in
modo che le bollicine salendo rimescolino il liquido. Non si deve usare la pietra
porosa finale, perché contaminerebbe l'acqua: per limitare il flusso dell'aria si può
chiudere (scaldandola) l'estremità del tubo, poi si praticheranno tre o quattro
forellini con un ago riscaldato. Sarà meglio praticare anche uno o due altri buchini
lungo il tubo non immerso, per evitare un eccesso di pressione. L'argento ionico
fatto così è assolutamente superiore a quello senza rimescolamento continuo.

per conservarlo...

L'Argento ionico è delicato:

è sensibile alla luce (anche quella tenue di una stanza) perché i fotoni
annullano la carica elettrica degli ioni in sospensione;
è sensibile all'eccessivo calore;
anche i campi magnetici o elettromagnetici agiscono sugli ioni del colloide,
scaricandoli;
si guasta con l'eventuale sporcizia dei contenitori, o per contaminazioni
successive;
i sali insolubili, se presenti, tendono a depositarsi sul fondo.

Perciò:

http://www.xmx.it/argentocolloidale.htm 5/7

Potrebbero piacerti anche