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RestauRo fai da te
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primi passi-3
Mordenzatura
di fondo
Finitura a cera
Finitura a gommalacca
Il metodo misto
Francesco Poggi
RestauRo fai da te
primi passi-3
i bricolini
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Indice
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4 - Mordenzatura di fondo
5 - MORDENTE NOCE
6 - MISCELARE I MORDENTI
11 - GLI SBIANCANTI
12 - Finitura a cera
13 - PREPARARE LA CERA
14 - LA CERA CARNAUBA
17 - COME USARE GLI OLI
18 - FINITURE DIVERSE
19 - LE CERE PRONTE
20 - IL PROBLEMA DEL PORO
22 - Finitura a gommalacca
24 - PREPARARE LA GOMMALACCA
25 - CON IL PENNELLO
27 - IL TAMPONE
29 - CHIUDERE IL PORO
31 - STENDERE LA GOMMALACCA
33 - IL METODO MISTO
Mordenzatura
di fondo
Ripristinare la corretta tonalit del legno
il primo passo di una buona finitura
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Mordente noce
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Gli esperti prediligono lutilizzo di questo colorante costituito da una sostanza in cristalli che
si scioglie in acqua (1 etto per 1 litro dacqua),
che conferisce al legno una colorazione noce
molto bella, di intensit variabile a seconda della diluizione. Il mordente noce pu essere applicato a tampone o a pennello (necessario per
i piccoli ritocchi). Aggiungendo al mordente
noce una quantit opportuna di anilina rossa si
ottiene il cosiddetto mordente mogano.
I materiali che si utilizzano per colorare il legno: alcool etilico a 95 , ammoniaca, olio di lino cotto, acqua ossigenata, aniline allalcool e allacqua, mordenti base, ossidi, terre colorate, filtri di carta, guanti, cotone,
stracci, spugna.
Miscelare i mordenti
I mordenti classici partono dalle tinte fondamentali che sono il color Noce, Mogano, Ebano. Le proporzioni della soluzioni si dosano a
seconda dellintensit di colore che si vuole ottenere.
Non per facilissimo ottenere le varie sfumature che vogliamo:
- Noce chiaro: diluire la composizione base in
acqua (sciogliere un paio di manciate di granuli
in mezzo litro dacqua in ebollizione).
- Noce scuro: diminuire la quantit dacqua
nella composizione base.
- Noce rossiccio: aggiungere alla composizione
base un poco di mogano.
- Mogano chiaro: aumentare le dosi dacqua
nella composizione base
- Mogano scuro: diminuire la quantit dacqua nella composizione base.
- Mogano con riflessi bruni: alla composizione
base aggiungere un poco di noce
- Ciliegio: Noce Base pi Mogano Base
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Terre colorate
Sono polveri naturali disponibili in
vari colori (terra di Siena, terra dombra, terra rossa, ocra gialla, nerofumo,
ecc.). Vanno sciolte in acqua calda e
poi il preparato va filtrato per eliminare ogni impurit. Si applicano con
una spugnetta.
Le terre colorate si usano anche per
colorare la cera (a caldo), la gommalacca e la colla.
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Gli sbiancanti
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1 - La candeggina tamponata su una zona scura contribuisce a decolorarla senza macchiare, a sua volta, il legno.
2 - La zona trattata con la candeggina pu essere sfumata e raccordata al resto della superficie con una applicazione di acqua ossigenata.
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Finitura
a cera
la finitura pi antica e pi diffusa
e ha il grande pregio di essere di facile esecuzione
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Preparare la cera
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ella fase finale del restauro lutilizzo della cera consente di ottenere una ricca patina protettiva. La finitura a cera consigliabile quando
un mobile era, in origine, trattato con
questo materiale e si desidera mantenere le sue caratteristiche. La cera si
applica dopo averla adeguatamente
preparata o utilizzando un prodotto
gi pronto per luso.
Lapplicazione si pu effettuare con il
pennello, con la spazzola a setole morbide ma anche con il tampone.
Questultimo sistema, per, da riservarsi a mobili che presentano ampi
piani lisci e continui, senza modanature, incisioni o rilievi, in quanto il
tampone non si adatterebbe bene.
In ogni caso la cera va stesa su tutta la
superficie del mobile senza lasciare alcuna parte scoperta e senza creare accumuli. La cera non viene assorbita
dalla superficie e non nutre quindi il
legno come molti pensano, invece d
una certa protezione alla superficie,
un aspetto gradevole ed una finitura
lucente, pi facile da spolverare di
quella opaca.
Se il pigmento della cera pi scuro
delloggetto che deve essere trattato,
essa scurir la superficie. Se si usa un
materiale di colore pi chiaro su mobili scuri, fare attenzione che non ne
rimangano dei residui negli interstizi
perch saranno molto evidenti quan-
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La cera carnauba
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Si ricava da un tipo di palma del Brasile, dove la pianta cresce spontanea. Le foglie vengono raccolte durante la stagione secca,
quando sono ancora chiuse e avvolte da un
sottile strato di cera. Questa viene asportata, fusa e messa in commercio sotto forma di
pani.
La cera carnauba la pi dura cera vegetale
conosciuta. Scarsamente solubile a freddo e
viene principalmente utilizzata per innalzare
il punto di fusione delle altre cere.
Per le sue ottime caratteristiche fisiche, essa
trova largo impiego in diversi settori.
Grazie alla durezza e alla maggiore durata
della brillantezza, apprezzata soprattutto
come costituente di cere per mobili, ma viene anche adoperata per rifinire e lucidare il
cuoio.
do la cera si secca.
Non conviene usare le cere spray, n
quelle contenenti silicone. Questi
prodotti lucidano istantaneamente
ma vi sono numerose controindicazioni al loro uso: la pellicola non copre i graffi ed altri danni superficiali
quanto la cera classica; con le cere
spray il solvente usato pu danneggiare la superficie lucida e pu inoltre
rendere la superficie scivolosa.
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La cera vergine
La cera vergine (o cera dapi) si presenta in pani di colore variabile che
vanno dal giallo chiaro al bruno. Esistono vari tipi di cera dapi (a seconda
del paese di provenienza), quella ita-
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Applicare la cera
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Eliminare leccesso
Per togliere la cera residua il migliore
rimedio consiste nelluso della essenza
di trementina, che il medesimo solvente che si usa per diluire la cera.
Leffetto migliora, riscaldando rigorosamente a bagno maria e moderatamente, lessenza di trementina. Occorre avere molta precauzione nelluso caldo della sostanza perch fortemente incendiaria ed il contatto
con fiamma libera pu essere veramente molto pericoloso.
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Colore e patina
Se vi lesigenza di donare una velatura di colore al mobile, aggiungete
alla cera, una piccola quantit di terra
dombra bruciata o terra di siena naturale o bruciata. Sui mobili che hanno
la patina originale ben conservata
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GLI OLI
Gli oli da usare nel restauro sono essenzialmente due: lolio di lino cotto e
lolio paglierino.
Olio di lino cotto
Veniva usato al posto della vernice,
per mobili costruiti in legno dolce ma
anche per gli esterni (serramenti in
legno). E utile anche per creare una
mano di fondo perch dona una tonalit calda al legno e quando
asciutto vi si pu applicare la gommalacca. Prima di usarlo su di un mobile,
fate delle prove su pezzi di scarto della
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Vernici nitro
La vernice nitro un prodotto moderno, molto
utilizzato dai professionisti ma poco adatto
allamatore. Si pu colorare con le apposite
aniline nitro e si applica soprattutto a spruzzo.
Una volta applicata la vernice nitro a finire si
pu rendere la superficie brillante con nitro a
tampone o gommalacca, sempre a tampone.
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Colofonia
Detta anche pece greca un derivato della
distillazione dellessenza di trementina. Solida,
si scioglie in alcool o nella trementina. Serve
per preparare vernici di bassa qualit.
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Sandracca
La sandracca una resina vegetale disponibile
in pezzetti solidi color ambra e solubili in alcool. La si usa soprattutto sciolta insieme alla
gommalacca in modo da ottenere una copertura maggiormente brillante e dura.
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Finiture diverse
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Le cere pronte
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IL PROBLEMA DEL PORO
La fase di verniciatura del legno, specialmente
con la gommalacca o con altre finiture molto lucide, impone di risolvere, preliminarmente, il cosiddetto problema del poro aperto.
La superficie del legno ricca di microscopiche
aperture (i pori appunto) fatte a forma di cratere, con i bordi pi o meno irregolari e di dimensioni variabili.
evidente che, applicando una finitura come la
gommalacca, essa non risulter perfettamente
piana e quindi ben brillante, ma ricca di microscopiche discontinuit e piccolissimi avvallamenti, che ridurranno di molto la brillantezza finale.
Ne consegue che necessario, se il legno ha i pori
aperti, chiuderli nel modo migliore.
Il legno col poro aperto
Il legno di un mobile sverniciato pu avere i pori
aperti o parzialmente chiusi a seconda del tipo di
sverniciatura adottata, del tipo di legno e dellepoca del mobile. In particolare se la sverniciatura
stata effettuata con metodi meccanici (carta
abrasiva, levigatrice o raschietti) o con soda caustica si avr come risultato finale la completa
apertura del poro.
Presenta pori completamente aperti anche il legno
rimasto a lungo in un ambiente umido. Se invece
la sverniciatura stata effettuata con uno sverniciatore chimico il poro del legno risulter semichiuso e si potr procedere alla verniciatura senza
dover effettuare lavorazioni di chiusura del poro.
Se avete dovuto realizzare parti nuove per riparare il mobile ricordate che questo legno avr i pori
aperti.
La grandezza dei pori presenti sul legno varia a
seconda dellessenza: in generale pi grandi sono
i pori pi difficoltoso sar chiuderli.
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Per questo motivo verniciare un legno con pori pi
grandi richieder un tempo pi lungo rispetto a
quello richiesto da un legno con pori piccoli.
Sono legni a poro grande labete, il pioppo, il cirmolo, la betulla, il tiglio, ecc. Sono invece particolarmente compatti lebano, il palissandro, lulivo,
il legno di rosa, ecc. Il legno ha i pori completamente aperti se stato applicato un colorante ad
acqua, ha invece i pori parzialmente chiusi se stata utilizzata gommalacca colorata.
Chiudere i pori
Per chiudere i pori sono reperibili in commercio vari prodotti da applicare sul legno con il pennello,
prima di passarvi sopra la paglietta dacciaio fine.
Ma si pu approntare una soluzione estremamente
valida con una ricetta casalinga nella seguente
maniera: sciogliete 50 g di gommalacca in un litro
di alcool e filtratela accuratamente.
Quando la soluzione pronta bagnatevi il pennello
in modo che si imbeva bene. Eseguite poi delle passate parallele, nel senso delle venature, cercando di
non sovrapporle.
Quando arrivate ai bordi del piano uscitene rapidamente per evitare che la vernice vi si accumuli.
Con questo sistema applicate due o tre passate sul
legno.Potete passare sulla superficie la paglietta fine di acciaio prima di applicare unultima passata.
PORO APERTO
(sezione del legno)
PORO SEMICHIUSO
(sezione del legno)
PORO CHIUSO
(sezione del legno)
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Finitura
a gommalacca
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Preparare la gommalacca
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Questo
lascia quando arriva alla completa soluzione. La preparazione molto semplice. Le scaglie di gommalacca vanno immesse in un contenitore (meglio se di vetro) e mescolate con
unadeguata quantit di alcool a 95.
Le proporzioni dipendono dalluso
che si deve fare della gommalacca:
Chiusura dei pori: 1 etto in 2 litri di
alcool;
Lucidatura: 1 etto in 1 litro di alcool;
Brillantatura: 1 etto in 2 litri di alcool;
Si lascia in soluzione per almeno un
giorno e poi si filtra. Per un risultato
migliore sarebbe bene lasciar riposare
ancora qualche giorno il preparato e
poi filtrarlo ancora. A questo punto la
gommalacca pronta.
Esistono due modi di applicare la
gommalacca: a pennello o a tampone.
La scelta del metodo dipende dal mobile che dovete finire e dal tipo di finitura che desiderate ottenere.
Con il pennello
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Preparare il tampone
Il tampone costituito da un cuscinetto, ottenuto con una pezzuola di
lana non colorata che ne costituisce
"lanima", avvolta in una tela bianca
di cotone e lino. La grandezza del
tampone, dipende dalla superficie che
si deve lucidare. Sar pi piccolo per
superfici intagliate o piccole fasce e
frontalini di cassetti, pi grande per
piani di tavolo o di com.
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Il tampone
Il tampone un mezzo di applicazione delle vernici
(ma anche delle cere liquide) molto antico e, per certi
versi, insuperabile, grazie alla sua capacit (se ben utilizzato) di applicare sottilissimi strati di vernice.
1 - Per ottenere un tampone di medie dimensioni prendete un batuffolo di cotone (o di feltro) grande quanto
una mela e poggiatelo al centro di una pezzuola di cotone da 15x15 cm.
2 - Piegate verso il centro i quattro angoli della pezzuola in modo da inglobare il cotone formando un sacchetto.
3 - Piegate i bordi allindietro e poggiate il sacchetto al
centro di una tela di lino da 25 x 25 cm.Formate
quindi un nuovo sacchetto.
4 - Il tessuti con cui si formano i sacchetti devono essere di colore chiaro, in quanto, se fossero colorati, a
contatto con lalcool della gommalacca potrebbero
macchiare il legno. Le caratteristiche del tampone variano a seconda dellimpiego cui destinato: le sue dimensioni sono determinate in relazione alla superficie
da lavorare: per un tavolo ampio conviene usare un
grosso tampone in modo da effettuare un numero inferiore di passate, se invece dovete trattare superfici piccole, preparate un tampone piuttosto piccolo. Il tampone, tra una fase di lavorazione e unaltra, pu essere conservato chiudendolo ermeticamente in un barattolo.
Questo
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finch non rimangano tracce di pomice in superficie per non correre il rischio di ritrovarsi con delle macchie
biancastre a fine lucidatura.
Il procedimento va ripetuto per alcuni giorni fino a che, guardando in
controluce il piano, non lo si veda
completamente liscio. Sar comunque la natura del legno pi o meno
poroso a determinare la quantit di
mani necessarie. Questa operazione,
per cos dire preliminare, non va affatto sottovalutata al fine di ottenere un
buon risultato finale.
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Pomiciatura
Ha lo scopo di otturare i pori del legno per rendere pi liscia la superficie:
un legno nuovo o sverniciato e carteggiato ha i pori aperti che riflettendo in modo non omogeneo la luce
sulla superficie da leffetto di una lucidatura non perfetta.
Questa fase va sicuramente eseguita
nelle parti che sono state reintegrate
con legno nuovo.
Le parti originali che non sono state
sverniciate non necessitano di questa
prima fase in quanto dovrebbero avere il poro gi chiuso.
La concentrazione della gommalacca
usata in questa fase abbastanza diluita, infatti di 2 litri di alcool con 1 etto di gommalacca.
La polvere di pomice va "spolverata"
sulla superficie (non va messa sul tampone), e col tampone occorre sottoporla ad una energica frizione al fine
di farla penetrare nei pori. La polvere
si bagna di gommalacca, penetra nei
pori e li chiude come una sorta di
stucco (vedere sequenza all pag. successiva).
Nel passare il tampone, occorre imprimere a questo molta forza: se il
tampone fa fatica a scorrere, conviene
effettuare alcune passate con gommalacca molto diluita senza aggiungere
pomice sulla superficie.
Bisogna prestare molta attenzione af-
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Chiudere il poro
Per questa operazione preliminare si usa la finissima polvere di pomice di origine vulcanica costituita prevalentemente da silice (SiO2). L si utilizza per la chiusura dei pori del legno nella preparazione del fondo della lucidatura a tampone.
Questo procedimento evita la fioritura dopo la
fase di lucidatura.
1 - In una vecchia padella si brucia la polvere
di pomice.
2 - La polvere di pomice va spolverata su tutta
la superficie con un pennello o con una spazzola. Verificare che la polvere sia penetrata omogeneamente in tutte la cavit della superficie.
3 - Con il tampone imbevuto di gommalacca si
friziona energicamente. La polvere di pomice si
bagna di gommalacca, penetra nei pori e li chiude come una sorta di stucco.
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Questo
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re ed il colore del legno, dando a questo laspetto lucido che vogliamo ottenere. Una soluzione densa di gommalacca porta a formare in meno tempo
lo strato lucido, ma molto meglio
usare una soluzione pi diluita, dedicando pi tempo per stendere pi mani che formeranno una pellicola pi
aderente al legno.
In questa operazione non bisogna assolutamente avere fretta, per ottenere
un lavoro veramente soddisfacente
occorre lasciare trascorrere, tra una
mano e laltra un paio di giorni in modo di permettere alla gommalacca di
indurire meglio.
Dopo aver bagnato bene il tampone,
come descritto precedentemente, lo si
strizza in modo che non sgoccioli si
inizia a lucidare seguendo le venature
del legno, senza ripassare dove si ap-
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Stendere la gommalacca
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Brillantatura
loperazione finale, pi delicata e
pi difficoltosa, ma anche quella
che dar pi soddisfazione, perch
perfezioner il vostro lavoro.
Lo scopo quello di eliminare i segni
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Il metodo misto
1 - Utilizzando un pennello
piatto a setole morbide si stende
la gommalacca facendo attenzione a non provocare colature
lungo i bordi.
2 - Quando la gommalacca
ben asciutta, si passa tutta la
superficie con la paglietta dacciaio al fine di renderla uniformemente opaca e liscia.
3 - Ora si pu applicare la cera
con un pennello. Distribuirla
uniformemente su tutta la superficie in una o pi mani a seconda del risultato ottenuto.
4 - Appena la cera asciutta, si
lucida la superficie con un panno di lana possibilmente scaldato in modo da favorirne la scorrevolezza sul legno.
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RestauRo fai da te
primi passi
DELLA MEDESIMA COLLANA:
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Esempi di restauro
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Le cornici dorate
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Le imbottiture
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i bricolini
SET servizi editoria tecnica - www.redita.it - red@redita.it
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