Con il termine "sbalzo" si indica il lavoro di ornamento
prodotto modellando il metallo in lastra per mezzo di martello e ceselli. Il lavoro a sbalzo differisce dall’ornamento fuso e da quello stampato sia nel design che nel trattamento. Parte del fascino del lavoro a sbalzo dipende dalle tracce che i ferri lasciano sul metallo. Il resto è dato dalla creatività dell'artefice. La superficie del lavoro è inclinata in un senso e nell' altro per farle prendere la luce da differenti angolature. Alcune parti della decorazione possono avere meno vie di altre e perdersi nello sfondo. Per esser precisi, lo sbalzo è quella parte del lavoro che si fa dal retro del pezzo, la bombatura delle linee o delle sagome dal di dietro; il cesello è il lavoro che viene fatto sul davanti. Ma oggi si usa il termine sbalzo per indicare tutto il lavoro in rilievo, fatto sia dal retro che dal davanti. Il termine cesello viene anche applicato alla correzione e rifinitura per mezzo di ceselli e martello dei pezzi ottenuti in fusione. Cenni storici Questa tecnica è antichissima. Era già praticata da Egizi, Cretesi, Greci e Romani. Anche nel rinascimento sono stati eseguiti pregevoli lavori di illustri artisti come Cellini, Botticelli, Donatello, Ghiberti, Pollaiolo, Verrocchio. Nella cappella della Chiesa di San Nazaro a Milano si ammira l’opera di cesellatura del VI secolo dell’era cristiana. Scrive Benvenuto Cellini, nella seconda metà del Cinquecento: «il cesello è uno qualunque dei numerosi utensili non taglienti atti a creare a colpi di martello su lastre metalliche un qualunque disegno a scopo decorativo». Il cesellatore esegue per mezzo dei ceselli la deformazione plastica sotto colpi di martello, producendo uno spostamento plastico di metallo con una serie di rilievi e di rientranze su piani diversi. Quest’arte anche per i piccoli oggetti è molto faticosa e spesso all’inizio si possono avere crampi alle dita. Il martello e il cesello devono essere mantenuti ben fermi tra le dita della mano. Supporto per la lastra del metallo
Quando bisogna rialzare una figura da una lastra
di metallo, il lavoro è appoggiato a faccia in giù su un supporto di materiale cedevole nel punto in cui il metallo viene battuto e che allo stesso tempo lo sostenga tutt'intorno evitando che si deformi. Il materiale di supporto deve essere in contatto continuo con il retro del lavoro. Il materiale migliore adatto allo scopo è la pece, essendo la stessa un materiale adesivo che resta aderente al metallo anche dopo un buon numero di martellate e, grazie al supporto omogeneo offerto al metallo, ogni cesello lascerà una netta impronta della forma della sua faccia, specialmente se si lascia raffreddare e indurire la pece. Per ottenere un rilievo di una certa altezza è necessario lavorare mentre la pece e calda e morbida perché si solidifica abbastanza in fretta. La composizione della pece per lo sbalzo
Come supporto per lo sbalzo la pece offre molte
più possibilità di realizzare rilievi e strutture superficiali di quanto permetta qualsiasi altro materiale. Componenti 1 2 3 La miglior pece da usare è quella conosciuta Pece 10 parti 12 parti 14 parti come pece di Stoccolma o svedese. E’ di colore bruno scuro e si poteva trovare dai fornitori orafi. Pece greca (colofonia) 4 parti 2 parti 14 parti La pece è troppo fragile per essere usata da sola e dev'essere mescolata con qualche altra Polvere di mattone o gesso 20 parti 16 parti 7 parti sostanza per renderla più resistente. A questo scopo si possono usare gesso o polvere di Sego od olio di lino 2 parti 2 parti 0,5 parti mattone, pece greca, olio di lino o sego Fondere pece e colofonia in un tegame di ferro. Quando sono ben sciolte aggiungere il gesso o la polvere di mattone poco a poco, mescolando bene. Per ultimo mettere il sego, il cui scopo è di rendere più morbida la composizione, perciò ci vuole più sego in inverno che in estate. A volte si usa olio lino al posto del sego. Supporti per lo sbalzo
La tavola per la pece è una specie di vassoio di legno
profondo 4 cm e riempito di pece nera. Le dimensioni della tavola devono essere proporzionate alla grandezza del lavoro da realizzare. Per fissare il lavoro sopra la tavola con la pece si riscalda la superficie della pece con il cannello in movimento continuo per evitare che prenda fuoco perché sarebbe pericoloso. Con la fiamma dolce e una spatola si livella la superficie della pece, togliendo eventuali pezzetti bruciati. Prima di fissare il lavoro sulla pece si devono piegare a squadro verso il basso i bordi della lastra di metallo e poi si pressa con il manico di un martello per farla aderire perfettamente alla pece, senza lasciare vuoti. Ci si lascia sopra qualche peso finché la pece non si è rappresa. Le bolle d'aria imprigionate sotto il metallo si localizzano grazie al suono di vuoto che dà il metallo colpito, in questo caso il punto va scaldato con il cannello e spinto di nuovo in giù.
Rilievo etrusco a sbalzo
La boccia per la pece
Un altro supporto per la pece è la boccia.
La boccia è semisferica, di ferro fuso, di circa 25 cm di diametro e circa 1,5 cm di spessore. La boccia può essere anche in pietra. boccia
La boccia riempita di pece diventa pesante e questo fa sì
che possa reggere i colpi di martello e cesello senza spostarsi. La boccia è appoggiata su un anello di cuoio che funge ceselli e martelli da supporto stabile e permette di girare e inclinare in qualsiasi posizione la boccia durante il lavoro. Nel cesello il martello usato è unico, a due teste: una piccola, semisferica e l’altra larga, piana leggermente convessa. Da un martello all’altro varia il peso e quindi la grandezza del lavoro da eseguire più fine o più massiccio. Alcuni adoperano un manico leggermente conico, altri un manico a pera asimmetrico. Ceselli per lo sbalzo
I ceselli sono in acciaio temprato di lunghezza pari a 10/11 cm e
variano di spessore a seconda del tipo di cesello usato. Questi vengono forgiati e martellati sull’incudine per dargli la forma desiderata e sono divisi in alcune categorie: tracciatori o profilatori, imbutitori, spianatori, zigrinatori o granitoi. Il cesello si tiene tra il pollice e le prime due dita della mano, l’anulare e il mignolo poggiano sul lavoro per tenere fermo il cesello. Il tracciatore è simile a uno scalpelletto senza filo e si usa principalmente per tracciare il contorno. Gli imbutitori sono di molte forme: tondi, a triangolo, quadrati o bislunghi, ma hanno in comune il fatto di avere gli spigoli stondati. Lo scopo di questo gruppo di ferri è quello di bombare il metallo in bugne o rialzi di varie forme. Gli spianatori invece, sono usati sul dritto del lavoro e sono quindi in genere a faccia più piana. Molti sono a faccia piana con spigoli abbastanza netti, a volte gli spigoli sono stondati. Gli zigrinatori si usano per dare una varietà di trame superficiali al lavoro. I ferri rigati hanno la faccia attraversata da un certo numero di linee o solchi, altri ferri sono incisi o zigrinati in modi diversi. Questi ferri si usano anche per ritoccare i pezzi di fusione. La lavorazione
Per lo sbalzo normalmente si usano lastre di rame, di
ottone oppure di argento. La lastra di metallo per lo sbalzo varia di spessore in base al lavoro che si intende realizzare, da pochi decimi di millimetro fino a qualche millimetro. La lastra di metallo per lo sbalzo si prepara con un disegno su carta velina che viene poi riportato sulla lastra, utilizzando la carta carbone, in modo che rimane il segno. Poi con una punta d’acciaio si traccia il contorno del disegno. A questo punto la lastra sarà pronta per la prima fase di lavorazione del negativo e successivamente sarà effettuata la rifinitura e cesellatura sul positivo. Completata la lavorazione dalla parte del negativo, con la fiamma dolce va riscaldata la pece e con una pinza si va a staccare la lastra dal piano. Sempre con la fiamma e con l’aiuto di lana d’acciaio si ripulisce tutta la superficie della lastra a rilievo per prepararla alla seconda fase di rifinitura e cesellatura del positivo. negativo positivo La lastra sbalzata, prima di rimetterla in pece, si deve riscaldare con fiamma viva finché assume un colore rosato. Questa procedura è detta ‘’rincottura’’ che serve a rendere più malleabile il metallo. Successivamente la lastra va riempita di pece nella parte concava, ripiegando nuovamente la bordatura a squadro e, una volta raffreddata, si solidifica. Poi si riscalda nuovamente il piano di pece, seguendo lo stesso procedimento della prima fase, si fa pressione maggiormente sui lati per farla aderire perfettamente alla pece senza lasciare vuoti. Lo stacco e ripulitura della lastra sbalzata si effettua riscaldando a fiamma dolce la pece mentre con una pinza si stacca la lastra che si ripulisce sempre a fiamma dolce con l’aiuto di lana d’acciaio e poi si ribatte la bordatura su un piano d’acciaio e, se necessario con una cesoia si tagliano le bordature per la rifinitura del lavoro. E’ buona regola incidere con un cesello tracciatore piccolo la firma dell’autore e l’anno. Lo sbalzo si può lasciare nel colore natural, dandogli un fissativo lucidante oppure si può creare dei contrasti dando a pennello del nero d’inferno (inchiostro) che si lascia asciugare e poi passandoci sopra una paglietta d’acciaio fine si fanno risaltare alcuni dettagli. Ignoto orafo argentiere, Capsella di san Nazaro, argento sbalzato con dorature cm. 20,5 x 20,5 x 20, 6, Milano, Museo Diocesano