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Leghe non nobili

Possono essere divise in 2 tipi:

1.Sulla base della natura del metallo base:

● Leghe a base di cobalto:


Si dividono per:
- Protesi a ponte
- Protesi scheletrata

Vengono utilizzati per scheletrati metallici in PPM e per la costruzione di basi metalliche in
protesi totali mobili

SONO COMPOSTE DA:

Cromo: adeguata resistenza alla corrosione ( PASSIVAZIONE si crea una patina “strato”
che aiuto la resistenza)

Cobalto: impartisce alla lega una resistenza meccanica, durezza e rigidità

Molibdeno: aumenta durezza e rigidità, migliora la resistenza mecc e innalza il limite di


fatica

Nickel: diminuisce il modulo elastico e la durezza e aumenta la resilienza (assorbire urti


senza rompersi). Data la sua tossicità sarebbe opportuno eseguire la rifinitura la lucidatura e
operazioni di fusione e saldatura in presenza di un impianto di aspirazione (perché si
creano polveri)

Manganese e Silicio : aumenta la scorrevolezza della lega liquida, funge da disossidante e


aumenta la resistenza meccanica

Carbonio: aumenta la resistenza e durezza, tende a formare insieme agli altri componenti
dei composti (CARBURI caratterizzati da durezza e fragilità a seconda della condizione)

Ferro: aumenta durezza e resistenza

Alluminio: potere disossidante, aumenta durezza e forma un composto NiAl Nitrato di


alluminio

Berillio: azione riducente (ridurre), contribuisce ad aumentare la resistenza mecc. e


diminuire l’intervallo di fusione però essendo tossico si lavora sotto cappa aspirante

Tungsteno: aumenta la durezza, resistenza allo scorrimento viscoso e la rigidità

Hanno durezza maggiore rispetto alle leghe d’oro extradure da colata, elevata resistenza ad
usura quando si trovano nello scheletro metallico, maggior laboriosità durante lucidatura e
rifinitura, hanno un modulo di elasticità longitudinale che è quasi il doppio rispetto a quelle
leghe nobili, peso specifico più basso, maggiore rigidità, fondono a T periodate, hanno un
ritiro più elevato, coef. di dilatazione termica minore e costo minore.

REALIZZAZIONE DI UNO SCHELETRATO RIGIDO (confezionamento di una


odontoprotesi)

Quando un arcata si presenta in condizioni ottimali,deve essere prelevata l’impronta


definitiva e poi colato il modello in gesso extraduro. Montare il modello sul paralellometro e
tracciare sui denti pilastro di ancoraggio la linea di analisi (linea del maggior contorno del
dente ed è realizzata ponendo un piano verticale rappresentato da segnalinee di graffite del
parallelometro. Superfice convessa del dente pilastro.
Se la superfice del dente viene fatta ruotare attorno al segnalinee in graffite verrà tracciata
una linea che rappresenta la max circonferenza del dente. Tracciare quindi determinare
questa linea permette di localizzare le zone di sottosquadro,la cui misura varia a seconda
dell’asse d’inserzione della protesi. Variando l’inclinazione del piatto mobile del
parallelometro, varia anche per la sua circonferenza su ogni dente pilastro e si avranno
quindi zone di sottosquadro diverse.
GANCIO: 3 PARTI
● APPOGGIO: evita l’affondamento della protesi e serve ad ottenere il carico
masticatorio sul dente pilastro di ancoraggio senza disturbare l’articolazione

● ABBRACCIO: parte rigida delle due spalle che si sviluppano dall appoggio. Non
deve mai trovarsi nel sottosquadro e deve essereperfettamente aderente alla corona
del dente pilastro e avere una rigidità sufficiente in grado di impedire movimenti
laterali della protesi

● RITENZIONE: zona più flessibile, le punte. Impediscono il disinserimento della


protesi in condizioni di riposo oltre a garantire la stabilità durante la masticazione.
Questa parte si trova sempre in un sottosquadro.

La linea di analisi non ci da indicazioni del luogo dove la punta del gancio dovrà essere
collocata. Dovrà essere determinata la quantità di sottosquadro orrizontale sinistra per la
necessaria ritenzione del tipo di gancio che si vuole utilizzare. Tale quantità varia in funzione
del profilo longitudinale del dente considerato. Per determinare questo punto esistono dei
misuratori di sottosquadro formati da un gambo che termina con una testina; la sporgenza

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del gambo può variare ed essere di 3 misure. Il punto di contatto fra la testina e la faccia
interessata del dente mi indica dove dovrà terminare la punta del gancio prescelto. Si
dovrà stabilire l’inclinazione e procedere al disegno dello scheletro.

● Leghe a base di Nickel, si ottiene da superleghe ( leghe che si ottengono a T


elevata)
● Leghe a base di Titanio, si ottiene da superleghe ( leghe che si ottengono a T
elevata)

2. Sulla base del loro impiego:


vengono classificate come
1. Protesi parziali rimovibili (leghe di cobalto)
2. Protesi fisse (leghe di titanio)

Scienze: realizzazione di uno scheletrato con leghe non nobili


1. Duplicazione modello master o maestro
Bisogna riprodurre un doppione del modello, in gesso duro, in materiale refrattario, sul quale
poi verranno applicati i preformati in cera che costituiscono lo scheletro metallico. É
consigliato l’utilizzo di una gelatina da duplicazione compatibile con i rivestimenti per alte
temperature, impiegati nella fusione delle leghe al cromo-cobalto.
Le fasi sono:
a. Eliminazione dei sottosquadri con una cera adatta; i sottosquadri si trovano sulla
superficie prossimale dei denti pilastro per favorire l’inserimento e il disinserimento della
sella. Si posiziona il modello sul parallelometro e si monta un’apposita lama.
b. Applicazione di due fogli di cera in modo da evitare il contatto dello scheletro metallico
con i tessuti molli e creare un piccolo spazio libero al di sotto dello scheletro in modo che la
resina possa inglobare completamente l’armatura metallica.
c. Il modello master viene saturato (riempito) in acqua tiepida per 10-15 min e asciugato con
un getto d’aria calda. Per evitare che durante la fase di immersione il solfato di calcio
biidrato possa disciogliersi in acqua, l’acqua dovrà essere già satura di solfato di calcio
biidrato.
d. Duplicazione del modello: il modello viene posto sulla muffola duplicatrice. In un
recipiente si riscalda il colloide fino a diventare liquido, poi lo si lascia raffreddare. Dopo aver
inserito la parte superiore della muffola sulla base, si potrà versare il colloide in uno dei due
fori fino a che non fuoriesce dall’altro. Questo processo deve avvenire lentamente. La
muffola viene lasciata raffreddare per qualche minuto e poi il tutto si porta sotto acqua
corrente. Dopo 15 min il modello verrà estratto. Ora è necessario versare l’impasto che
forma il materiale refrattario. L’impasto dovrà essere preparato con un miscelatore
meccanico o con un apparecchio per la miscelazione sottovuoto. Dopo un’ora si toglie il
modello refrattario e si sfila il cono di plastica del modello. Il modello refrattario dovrà essere
essiccato in un forno a una temperatura di 85-90 gradi per 60/90 min con l’obiettivo di
eliminare l’umidità presente. Al fine di poter ottenere superfici lisce e prive di porosità, si
deve immergere il modello refrattario in un bagno di resina o cera d’api.

2. Trasferimento del disegno sul modello refrattario:


avviene con una matita tenera e appuntita direttamente sul modello di lavoro, il disegno dello
scheletro riportato sul modello master.

3. Modello in cera (applicazione dei preformati):


Si ricorre a elementi prefabbricati in plastica o cera in modo da rendere veloce il lavoro.

4. Applicazione dei perni:


dopo che è avvenuta l’applicazione in cera dello scheletro, devono essere applicati i perni di
colata che generano i canali di colata all’interno della massa di rivestimento; forma, numero
e dimensioni dovranno essere valutati dal tecnico. Se la parte centrale del modellato non è
interessata da componenti dello scheletro della protesi parziale rimovibile, é meglio
realizzare il cono di colata direttamente nella parte superiore del modello con un apposito
preformato in plastica a forma di tronco-conica.
5. Messa in rivestimento (inclusione della massa):
ultimata l’applicazione dei perni, si passa al rivestimento, dopo aver applicato sullo scheletro
in cera con l’ausilio di un pennello soffice, un “riduttore di tensione superficiale” (deboulizer),
la cui funzione è facilitare l’adesione del rivestimento con i preformati. Le masse di
rivestimento che sono in genere utilizzate, sono quelle a legante fosfatico e a legante silicio.
A miscelazione ultimata, si pennella lo scheletro in cera si riempie il cilindro con un impasto
più fluido dello stesso rivestimento.

6. Pre-riscaldamento in forno:
a questo punto il cilindro viene collocato con la cavità di colata verso il basso in un forno
elettrico per eliminare la cera e realizzare l’espansione del rivestimento.

7. Fusione e colata:
La fase di fusione può avvenire secondo tre modalità:
a. a induzione elettromagnetica: si ricorre al crogiolo ceramico;
b. Per fusione al cannello ossiacetilenico: si ha una miscela di ossigeno e
acetilene il calore che si sviluppa nella combustione esotermica di una miscela costituita da
un volume di ossigeno e uno di acetilene. È una reazione di combustione (brucia) che
avviene all’estremità del cannello e produce una fiamma ad elevata temperatura. In base al
rapporto tra il volume di ossigeno e acetilene, la fiamma può essere: neutra, pari proporzioni
e non determina reazioni chimiche; carburante, l’acetilene é immerso in una quantità
maggiore del dovuto (+ acetilene) e il dardo si prolunga in una scia luminosa. La fiamma
cede carbonio alle superfici fuse; ossidante, l’ossigeno in eccesso e la fiamma presenta un
dardo molto piccolo. Da luogo a ossidi.
La colata di una lega non nobile fusa in un crogiolo ceramico attraverso un cannello
ossiacetilenico, avviene con materiali ad azione centrifuga. Terminata la colata, il cilindro
viene lasciato raffreddare in aria ambiente fino alla scomparsa del colore rosso vivo della
lega, dopodiché viene immersa in acqua fredda per evitare una dispersione continua di
carburi lungo i contorni dei grani. Con un raffreddamento brusco, i carburi si presentano in
modo puntiforme. La formazione dei carburi deve essere controllata;
c. Fusione all’arco elettrico: avviene con fonditrici in cui la fusione avviene
grazie all’elevato calore dell’arco elettrico che si genera fra un elettrodo di tungsteno e la mia
lega. L’elettrodo di tungsteno si trova sotto e un altro sopra il crogiuolo, collegato al
coperchio della fonditrice e manovrabile esternamente dall’operatore per mezzo di una
manopola. Vengono inseriti dei lingottini di lega nel crogiuolo e viene tappata la fonditrice.

8. Recupero del getto:


se è stato utilizzato un cilindro metallico, occorrerà rimuoverlo dalla massa rivestimento o
con un apposito espulsore oppure battendo delicatamente con un martelletto. I residui più
piccoli vengono rimossi per mezzo di ultrasuoni o per mezzo di sabbiatura.
In genere non sono sottoposte a decapaggio (perché ciò che si forma conferisce
passivazione/ passivante che fa sì di proteggere la lega (effetto pellicola)).

Rifinitura e lucidatura:
Dopo la sgrossatura con la sabbiatrice, si toglie un disco separatore di carborundum, I perni
relativi ai canali di colata. Con una punta montata al granulometria grasso una si dovranno
ripassare le zone di inserzione dei perni sullo scheletro e liberare le eventuali sporgenze.
Con la stessa punta andranno ritoccate le zone interne dei ganci e verificato l’adattamento
dello scheletro sul modello master, ritoccato e ripulito. Ottenuto il livellamento superficiale
che si desidera ad ottenere il pezzo colato viene lucidato a specchio con delle botine di
gomma e spazzole di cotone con paste per lucidatura a base di particelle di granulometria
molto fine.

Realizzazione della base in resina e inserimento dei denti prefabbricati:


Dopo aver scelto i denti in resina acrilica per colore,forma e dimensione. Si passa al
montaggio sulle base in cera. Provato alla protesi al paziente e apportati gli eventuali ritocchi
si mette in muffola per realizzare in resina termopolimerizzabile le selle con inseriti i denti
prefabbricati. Montati i modelli al articolatore si verifica l'occlusione e lo invi. Per la
realizzazione della sella in resina portante i denti artificiali, si può ricorrere a resine
fotopolimerizzabili in quanto diminuiscono i tempi di lavoro. Dopo aver inserito i denti
artificiali in resina sulla sella in cera…… si applica una maschera in gesso sulle facce
vestibolari e su quelle occlusale dei denti pilastro e dei elementi artificiali.
Dopo che gesso ha fatto preso si elimina la cera con acqua bollente e si realizza la selle in
resina autopolimerizzabile tutto viene portato in recipiente a pressione contenente acqua
dove si lascia polimerizzare la resina sotto la pressione di aria compressa e la resina diventa
più compatta e meno porosa. Si recupera la protesi e si effettua la rifinitura.

Leghe a base di cromo-nickel


Sono note come leghe cromo-nichel o cromo-nichel-molibdeno e vengono impiegate per la
realizzazione di protesi fisse(ponti e corone) in metallo resina e metallo porcellana(metallo-
ceramica). Oltre nichel e cromo troviamo:
● Molibdeno
● Silico
● Manganese
● Fero
● Alluminio
● Tungsteno

Hanno minore colabilita rispetto a leghe d’oro di colata.

TITANIO
Caratteristiche:
Ottima biocompatibilità
Elevata resistenza alla corrosione
Atossicità
Assenza di sapore e reazioni allergiche
Bassa conducibilità termica
Bassa densità
Possibilità di essere radioficato
Buona proprietà meccaniche
Rigidità compatibile con il tessuto osseo
Assenza di reazioni chimiche
Possibilità di essere saldato

Viene impiegato prevalentemente in implantologia e in ortodonzia.


Gia dalla metà del 900’ in ortopedia.
Il titanio è prodotto in due forme:

1) Commercialmente puro:
Viene utilizzato per la realizzazione di scheletrati; viene classificato in base al contenuto
massimo di impurezze presenti che formano soluzioni solide interstiziali con il titanio e ha
valori minimi per alcune proprietà meccaniche. Viene classificato secondo una scala di valori
che va da 1 a 4 in cui aumentano le percentuali di alcune impurezze e le proprietà
meccaniche e diminuisce la duttilità.
Ad esempio
● il titanio 1 è più resistente alla corrosione e presenta una maggior deformazione al
freddo ;

● il titanio 2 si presenta come un ottimo compromesso tra resistenza a corrosione,


caratteristiche meccaniche e saldabilità

● il titanio 4 presenta migliori caratteristiche meccaniche

Il titanio è molto pericoloso in presenza di idrogeno.

2) Lega di titanio
Si presentano sotto forma di soluzioni solide in cui il titanio è in associazione con alluminio,
cromo, molibdeno, tantalio, niobio, vanadio, zirconio, stanio.
Alcuni di questi metalli tendono a stabilizzare la fase alfa, altri la fase beta, altri non
influiscono ai cambiamenti di trasformazione ma migliorano le proprietà meccaniche della
fase alfa.
In base alla struttura vengono classificate in alfa, beta, alfa-beta.
In campo dentale vengono impiegate le beta

Il procedimento di fusione e colata del titanio nella fonditrice avviene in 2 camere:


● nella camera superiore è inviato l'ardor (gas inerte, ovvero non da reazione chimica)
che proviene da una bombola

● nella camera inferiore della camera è presente il vuoto

Il titanio viene portato allo stato liquido nella camera di fusione in un crogiolo di rame,
sfruttando il calore che si sviluppa dall’arco elettrico (scarica di corrente a forma d’arco):
il tempo necessario per la fusione dipende dalla quantità di titanio utilizzata. Il timer deve
essere regolato secondo la casa produttrice della lega. Allo stato liquido, lasciando cadere il
metallo fuso nel cilindro di rivestimento con il cono di colata rivolto verso l’alto.

REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA IN TITANIO DI UN PONTE

- Avviene la modellazione della protesi in cera

- Verranno disposti i perni e posizionato il modellato su una base con un cono di colata
incorporato
- All’interno del cilindro si dovrà inserire il tutto

- Si procede alla messa in rivestimento. La polvere della massa da rivestimento per il


titanio è a base di allumina-silicati e leganti fosfatici ed è priva di grafite e
composti azotati per evitare effetti incontrollati sulle proprietà del titanio a causa
dell’alta reattività nei confronti di carbonio e azoto. La sostanza riducente impiegata è
rame in polvere. La dimensione dei grani e la composizione del liquido dipendono
dal tipo di protesi per cui il rivestimento è utilizzato. La polvere e il liquido speciale
diluito con acqua distillata, vanno miscelati sottovuoto per 60 secondi in un apposito
apparecchio nelle proporzioni indicate.

- Riempito il cilindro con l’impasto si dovrà attendere per 40 minuti, dopodiché sarà
impossibile inserire la massa di rivestimento in un forno freddo per l’espansione
termica. La T aumenta di 5/7 C al minuto con una T di arresto a determinate
temperature. A 1000 gradi l’espansione termica del rivestimento è del 1% per la
miscelazione con il solo liquido speciale, dello 0,85% nella miscelazione con 60 parti
di liquido e 40 parti di acqua distillata

- Dopo la permanenza a 1000 gradi la T del forno diminuisce a 430 *C e mantenuta


costante per non più di 2 minuti, si ottiene un espansione termica del rivestimento
che sommata a quella di presa, compensa la contrazione del titanio nel
raffreddamento fino a Tamb

- Ottenuta l’espansione il cilindro viene estratto dal forno e munito nella parte
superiore di una guarnizione ad anello in ceramica

- Dopo aver posizionato il cilindro sul supporto regolabile, si dovrà chiudere lo sportello
e premere dei pulsanti correttamente indicati dalla casa costruttrice.

- La fusione sotto pressione in atmosfere di argon (gas) e la colata nella camera


sottostante sono svolte automaticamente dalla fonditrice e le varie fasi sono
segnalate da appositi led luminosi

- Dopo 30 minuti che la pressione rimane uguale a 0,lo sportello si può aprire, ruotare
la manopola di regolazione ed estrarre il cilindro con apposite pinze e immergerlo in
acqua.

- Rimosse le scorie di titanio rimaste sul crogiuolo e gli eventuali residui dal canale di
colata dalla fonditrice e verificando l’appuntimento dell’elettrodo occorrerà attendere
per successive fusioni dai 2 ai 7 minuti a seconda della quantità di titanio fusa in
precedenza
- 15g = 2 minuti
- 20g = 3 minuti
- 30g = 5 minuti
- 35g = 7 minuti

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