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RELAZIONE DI LABORATORIO: METALLOGRAFIA

Colun Danila 5 CMM

FINALITÀ
La metallografia è una scienza che studia la costituzione e la struttura dei metalli e delle leghe
metalliche. Gli esami metallografici, micrografici e macrografici, rappresentano una delle
tecniche analitiche più importanti per la valutazione delle caratteristiche dei materiali
metallici. La struttura del materiale, infatti, influenza in modo decisivo le proprietà dello
stesso. Sono prove che non generano un risultato numerico ma delle osservazioni, (al
microscopio, allo stereomicroscopio, o visive). Ha lo scopo di:

 Valutazione degli effetti sulla microstruttura di trattamenti termici, termochimici e di


deformazioni plastiche a caldo e a freddo
 Individuazione di difetti: microvuoti, inclusioni non metalliche e cricche
 Correlazione fra microstruttura e caratteristiche di impiego

DESCRIZIONE DELL’APPARECCHIATURA

 Il microscopio ottico
 Il microscopio elettronico a scansione
 Dischi di carta vetrata
 Panni metallografici
 Acido Nital 1%/2%/3%
 Macchina troncatrice
 Schermo
 Presa
 Due blocchetti metallici di acciaio C40 e uno da C10
 Lucidatura
CONDOTTA DELLA PROVA
1) Troncatura

Consiste nel prelevamento del campione dal materiale da esaminare. Si possono


utilizzare apposite macchine troncatrici a dischi abrasivi. Durante il prelievo, per evitare
riscaldamenti e deformazioni che possono provocare variazioni strutturali, è bene
fare uso di liquido refrigerante. Il campione ha forma cilindrica e spessore adeguato per
essere manovrato con facilità nelle successive fasi di smerigliatura e lucidatura.

2) Inglobamento

Consiste nel porre, a caldo o a freddo, eventuali campioni dalle dimensioni molto piccole
(per esempio schegge o fili) in un blocco di resina (per lo più fenolica). Nel nostro caso
abbiamo fatto tramite la resina.

3) Smerigliatura

Ha lo scopo di eliminare le irregolarità, dovute al taglio, presenti sui campioni da


esaminare. E’ fatta a umido mediante successivi passaggi su carta vetrata sempre più
fine. Nel nostro caso 200, 400 e 600. Il campione così smerigliato è sgrassato con
alcool denaturato e trasferito all’apparecchio per la lucidatura.

4) Lucidatura

Ha lo scopo di rendere speculare la superficie del


campione. La abbiamo eseguita con procedimento
meccanico. (Un metodo diffuso è quello meccanico,
manuale, con il provino tenuto aderente su un disco
rotante di feltro, sul quale è spruzzata una polvere di
abrasivo in sospensione in un liquido) Un abrasivo è
l’allumina, adatta nel caso di materiali ferrosi. Alla fine
della fase di lucidatura, il campione deve essere lavato con alcool ed asciugato.

5) Attacco chimico

L'attacco ha lo scopo di differenziare i diversi costituenti


strutturali del materiale. Dopo avere scelto il reattivo più adatto a
seconda del materiale da esaminare, abbiamo lasciato cadere una
goccia sulla superficie lucidata del campione. Il reattivo è tenuto
sulla superficie per il tempo previsto (per esempio, nel nostro
caso 20 secondi). Abbiamo lavato il campione con acqua, immerso
nell’alcool ed asciugato. La superficie del provino risulta corrosa
nella zona attaccata dal reattivo. Dopodiché abbiamo fissato il campione su un apposito
vetrino (per esempio mediante plastilina) ed osservato al microscopio con
l’ingrandimento voluto.

6) La visione

Il cristallo che non è stato attaccato dal


reattivo, rimane “a specchio” e riflette
ortogonalmente la luce incidente. Il grano
appare per questo chiaro. Il cristallo corroso
dal reattivo devia invece il fascio di luce, che
non torna nell’oculare. Il grano appare per
questo scuro. Scuri appaiono, per lo stesso
motivo, anche i contorni dei grani (giunti). Si
fa una visione molto accurata del materiale.

CONCLUSIONI
Dopo aver eseguito la fase della visione tramite il microscopio vengono fuori questi resultati
(che sono accurati al 90% della previsione):

1) Primo provino: Normalizzato t=880


gradi in aria con una struttura
ferrite+perlite. Ha una elevata
durezza, però meno resilienza. HB=96

2) Secondo provino: Temprato da 840


gradi in acqua. Struttura martensitica.
Durezza maggiore però minore la
resilienza. Attacco con Nital 2%. HB=60

3) Terzo provino: Ricottura completa con


t=930 gradi. HB=47. Ferrite + tracce di
perlite ai bordi.

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