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Filament winding

Daniele Barbera

1 Generalità

Il lament winding è un processo industriale ottenuto attraverso l'uso di un


macchinario speciale che permette l'avvolgimento di li , o nastri intorno ad
un mandrino. Esistono due tipi distinti di avvolgimento, quello polare e quello
elicoidale. Le parti fondamentali di questo macchinario sono due, il mandrino
che ha la funzione di stampo maschio , e la testa porta lo che ha il compito
di stendere ed eventualmente impregnare i li o nastri . Nel caso di avvolgi-
mento polare entrambi questi dispositivi hanno la possibilità di ruotare . La
testa è capace di avvolgere secondo angoli che vanno dai 90 no ai 5°, rispetto
all'asse di rotazione del pezzo. Il risultato nale è una laminazione a strati.
Con l'avvolgimento elicoidale invece si suddivide in due tipi specici di macchi-
nari, uno operante con mandrino in rotazione e testa mobile in moto rettilineo
alternato, l'altro con mandrino sso e testa rotante e traslante. Quest'ultima
tecnica permette di avere angoli di avvolgimento tra 10 e 90°. Il pezzo una volta
nito è un laminato non a strati, ma a rete. Il tipo di  lo utilizzato per gli
avvolgimenti non è unico, possiamo dividerli in due categorie, roving e tape ,
cavi e nastri. Per il roving c'è una classicazione interna che riguarda diretta-
mente il numero di lamenti che costituiscono il fascio ed è valutato per il peso
a chilometro, 600,1200,2400,4800 e 9800 tex. Il tipo di lamento o tessuto usato
inuenza enormemente la fattura e la rugosità del manufatto ultimato. La testa
ha il compito nel caso di materiali non pre-impregnati di impregnare i lamenti
prima della stesura. Questo avviene facendoli passare all'interno di una vasca
con resina. I parametri fondamentali da tenere sotto controllo sono, la temper-
atura e l'umidità, lo stato della resina che va sempre aggiunta e la  pettinatura
dei li. Questo processo è importante al ne di eliminare ogni eccesso di resina
che comporterebbe l'introduzione di un eccesso di aria all'interno del compos-
ito, potenzialmente pericoloso nel processo di cura. Ovviamente il punto debole
dell'intero processo produttivo è la complicatezza della geometria che si intende
realizzare, il tutto è legato alla disposizione del lo sulle linee geodetiche, in cui
il lo stesso è in un punto di equilibrio, cioè di minimo dell'energia e soddisfa
la relazione:
r · sin(α) = cost
Questa relazione collega il raggio di curvatura con l'angolo che si forma tra il
lo e l'asse di rotazione. Nel caso di geometrie particolari ,coniche per esempio,
i problemi sopraggiungono man mano che il raggio diminuisce. L'eetto pratico

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è l'aumento del materiale che va a straticarsi nelle sezioni minori. Per risolvere
questo inconveniente si tende ad usare linee di avvolgimento con angoli decres-
centi, ma questo procedimento tende a distorcere i li ,o il nastro, causando al
momento della cura la nascita di stress interni dovuti alla naturale tendenza di
questi a tornare in posizione originaria. Un procedimento risolutivo può essere
quello di far variare la velocità del carrello e quella del mandrino per ottenere
una variazione di angolo desiderata. Molto spesso il carrello arrivato a ne corsa
si ferma e viene fatto girare con un angolo di 90° per deporre degli avvolgimenti
 freno per il resto dei li, quindi poi viene rimandato indietro. In ogni caso
l'uso in campo aerospaziale è molto spinto proprio perchè le geometrie da real-
izzare solitamente sono cilindriche o sferiche, nel caso di serbatoi per motori a
solido o liquido e solamente nel caso di ugelli si utilizzano geometrie coniche.

Figure 1: Motore ed ugello del secondo stadio del vettore Scout

Come detto precedentemente una delle parti fondamentali è il mandrino,


questo può essere sso o rotante. Ognuna delle due soluzioni tecniche com-
porta vantaggi e svantaggi. Nel caso di mandrino rotante il principale ostacolo
è costituito dal peso stesso, e quindi dalle dimensioni, siamo nell'ordine delle
tonnellate. Se le geometrie sono semplici, come quella cilindrica, il problema è
limitato, tuttavia per geometrie complesse e non simmetriche possono insorgere
problemi dovuti alle rigidezze essionali. A tutto questo va aancato un mo-
tore tale da imprimere una rotazione elevata per le masse in gioco, 10-30 giri al
minuto. In compenso la testa avvolgitrice nel caso di mandrini rotanti è molto
più semplice ed economica, permette di usare un gran numero di bobine, dimin-
uendo il tempo necessario per la produzione dei manufatti. Alcuni macchinari
hanno una corona rotante e traslante , questa scorre intorno al mandrino, tut-
tavia questa soluzione introduce altri possibili complicazioni legate alle vasche
impregatrici. Queste infatti vanno progettate in modo che non perdano il loro
contenuto durante le operazioni di stesura dei li, inoltre devono garantire un

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Figure 2: Macchina lament winding a mandrino rotante

ecace impregnamento del tessuto. Per i sistemi a mandrino sso c'è uno svan-
taggio legato alla densicazione della resina per via della gravità. L'ultimo
aspetto per la produzione di manufatti è la polimerizzazione che necessita di
temperature e pressione. Spesso vengono usati autoclavi, presse riscaldate o
l'azione combinata con tessuti termo restringenti come kevlar. Nel caso di cura
in pressa c'è un problema con elevati spessori, poiché il calore prodotto non si
disperde omogeneamente negli strati e brucia solo quelli più esterni. Esistono
due possibilità; la prima è quella di eseguire più cicli di avvolgimento , il secondo
sfrutta l'impiego di diverse resine con diverse temperature di polimerizzazione.

2 Particolarità costruttive e sistemi di controllo

Il sistema di bobine necessarie per eettuare gli avvolgimenti è alloggiato in


una scaalatura chiamata cantra. La sua complessità costruttiva dipende ovvia-
mente dal numero di bobine utilizzate ed ovviamente anche al complesso sistema
di tensionamento delle bre. Il tensionamento in alcuni casi può provocare la
rottura delle bre così sono presenti dei palpatori che controllano l'integrità dei
li. La gestione della tensione dei li è controllata automaticamente attraverso
vari sistemi, il più semplice è quello che utilizza un cilindro gestito da un freno.
La forza frenante è distribuita nel tempo a seconda della quantità di bobina che
rimane avvolta. Il sistema sebbene sia molto semplice è anche molto impreciso,
infatti per questo alcuni costruttori utilizzano due cilindri posizionati su un
piano rotante. La rotazione del piano tende il roving garantendo l'omogeneità
della forza di trazione. Il sistema che assicura il corretto svolgimento del lo può
essere esterno od interno, viene spesso usato quello interno poiché il momento di
inerzia della bobina ha una variazione minore, inoltre il sistema di sostituzione

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delle bobine esauste è molto più semplice. Quest'ultima particolarità spesso
introduce un problema legato agli eccessi di materiale dovuti alle annodature
od imbastiture necessarie per giuntare la bobina in esaurimento con quella di
ricambio.

3 Testa porta mandrino,mandrino e carrello

La testa porta mandrino necessita di grosse potenze e per questo è attibata da


un motore a corrente continua. Il mandrino può essere di diversi tipi estraibili
e a perdere. I primi possono esssere monolitici, collassabili, gonabili. I secondi
possono essere fusibili o frantumabili. Secondo le dimensioni e soprattutto la
forma e quindi le forze esercitate dai li, si possono scegliere materiali metallici
, plastici o schiume poliuretaniche.

Figure 3: Mandrino imbobbinato

Le ultime due parti fondamentali del lament winding sono il carrello con il
gruppo di impregnazione e la corona. Il carrello è una struttura che permette
di far muovere la testa lungo il mandrino, soprattutto quando questo è sso e
rotante, come in AVIO per i motori del Vega. Nel carrello se si lavora con avvol-
gimento wet è presente una vaschetta per l'impregnazione, questa contiene un
sistema di rulli che impregnano il lo o il nastro in modo continuo e costante.
Alla ne nel caso di li c'è anche un pettine il cui compito principale è quello
di rimuovere l'eccesso di resina. La testa è la parte più complicata del sistema
perchè deve essere in grado di deporre il materiale seguendo le linee di progetto
,quindi con precisione e velocità, ricordiamo che il mandrino può rotare con
velocità costante. Quando si parla di teste multiassiali ci si riferisce alla possi-
bilità di moto della testa o del carrello, si può va da un minimo di 3 assi ad un
massimo di 9. Il numero di assi e la complicatezza della testa e del carrello sono
direttamente legati alla capacità di mantenere costante durante l'avvolgimento

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l'angolo tra la testa e il punto di tangenza del mandrino. Infatti, deponendo
del materiale con tiro costante si vanno a creare delle zone di sovrapressione nei
punti a curvatura maggiore, qui nasce un eetto di compattazione maggiore.
Questo può far nascere una disomogeneità della distribuzione della resina con
la nascità di vuoti, con il relativo crollo delle caratteristiche meccaniche del
manufatto.

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