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- MECCANISMI DI RAFFORZAMENTO
1. Rafforzamento per soluzione solida
2. Rafforzamento per incrudimento
3. Rafforzamento per precipitazione
4. Rafforzamento per trasformazione martensitica
5. Rafforzamento per bordo di grano e legge di Hall-Petch
∆𝜏 = 𝐺 ∙ 𝑏 ∙ 𝜀 3⁄2 ∙ √𝑐
Con G modulo di elasticità tangenziale, b modulo del vettore di Burgers (considerabile
come lunghezza caratteristica della dislocazione), c concentrazione del soluto, ε
deformazione.
𝜏√𝜋𝑎
𝜏𝑥𝑦 = 𝑓𝑥𝑦 (𝜃)
√2𝜋𝑟
Con τ tensione nominale applicata (non vi è influenza della cricca), a lunghezza della
cricca, r distanza dall’apice della cricca, θ angolo rispetto alla direzione della cricca.
Ponendo θ=0 (si calcola la tensione sul piano della cricca), a=d dimensione del grano, e
sottraendo τ0, resistenza allo delle dislocazioni non dato dal bordo di grano, a τ e
inserendo una costante si ottiene:
(𝜏 − 𝜏0 )√𝑑
𝜏𝑥𝑦 = 𝐵1
√2𝜋𝑟
Si può pensare che le tensioni tangenziali siano causate da sforzi di trazione
monoassiali per cui σ=2τ (cerchi di Mohr), ci si avvicina al bordo di grano fino alla
distanza minima del vettore di Burger r→b, quindi si può prendere il valore locale σloc, in
particolare si sceglie il valore σ* per cui la dislocazione oltrepassa il bordo di grano
(𝜎 − 𝜎0 )√𝑑
𝜎 ∗ = 𝐵2
√𝑏
Inglobando in un un’unica costante k*=σ*/B2, si ottiene la legge di Hall-Petch:
𝑏
𝜎 = 𝜎0 + 𝑘 ∗ √
𝑑
Si vuole vedere fino a che punto, restringendo il grano, è valida la legge di Hall-Petch.
Si può porre, dal punto di vista fisico, d<100 nm, σ-σ0≈σ (cresce molto la tensione per
generare nuove dislocazioni), ne consegue anche N→1 numero di dislocazioni). La legge
di Hall-Petch si trasforma come:
𝑐2 𝐸𝑏
𝜎≈
𝑑
Quindi, applicata una tensione critica σ*, viene nucleata una dislocazione che subito
passa il bordo. Posto 𝑘 ∗ = √𝑐2 𝐸𝜎 ∗ si ottiene il diametro critico sotto il quale non vale
più la legge di Hall-Petch:
𝑐2 𝐸 2
𝑑∗ = ( ∗ ) 𝑏
𝑘
Il rafforzamento per affinamento del grano può essere praticato mediante
l’inserimento di particolari elementi inoculanti nel metallo. Esempi sono lo Zr nel Mg
oppure TiB2 nell’Al che fungono da nucleatori permettendo una nucleazione eterogenea
più spinta a pari accrescimento del grano.
TECNOLOGIA DEI GETTI
1. Vantaggi dell’uso dei getti rispetto alle altre lavorazioni (asportazione di truciolo o
deformazione plastica)
I vantaggi dell’uso dei getti sono:
- proprietà mediamente isotrope nei pezzi ottenuti (può esserci qualche lieve
variazione a causa della solidificazione direzionale, ma effetti minori alle altre
lavorazioni)
- progettazione funzionale senza dover tenere conto delle problematiche del
montaggio finale (il pezzo è prodotto con forme e dimensioni richieste)
- rapida prototipazione
- produzione semplificata di pezzi di forma complessa, quindi con riduzione dei costi
(risparmio di massa, minor numero di pezzi e lavorazioni)
- è indicata quindi per la produzione di piccoli o medi lotti (a seconda della
produttività e dei costi impiantistici della tecnologia scelta) di pezzi di forma complessa
a cui possono seguire operazioni di finitura superficiale a seconda della tecnologia
utilizzata.
2. Microstruttura del materiale ottenuto per colata (dendriti, fasi secondarie, composti
intermetallici indesiderati, inclusioni, …)
La microstruttura ottenuta nei getti influenza le sue caratteristiche meccaniche.
Generalmente in un getto si possono osservare tre zone con microstrutture diverse: una
zona più esterna (chill zone) cioè quella a contatto con le pareti, presenta cristalli
equiassici di piccole dimensioni; una zona intermedia (columnar zone) contraddistinta da
dendriti disposte nella direzione del gradiente termico; una zona più interna che
raffredda per ultima, presenta grandi grani equiassici e vi si accumulano tutti i difetti in
assenza di materozze. Si ha formazione di dendriti soprattutto nelle leghe a causa di
gradienti di temperatura e di composizione. Più l’intervallo di solidificazione è lungo,
più difficilmente si formeranno dendriti, se è maggiore di circa 110 °C si avrà quasi
solamente chill zone quindi cristalli equiassici. Per ridurre la zona colonnare si possono
inserire degli inoculanti che favoriscono la nucleazione eterogenea (per esempio Zr nel
Mg o TiB2 nell’Al) oppure agitare la forma con rottura delle dendriti e nucleazione di
grani equiassici. La crescita colonnare è favorita anche da una elevata velocità di
𝐴 2
raffreddamento, che può essere stimata con la legge di Chvorinov 𝑇̇ ∝ (𝑉) in cui A
rappresenta la superficie del pezzo e V il suo volume. Nella solidificazione di leghe
ingegneristiche multifase osserviamo fasi diverse, che possono essere duttili come nel
caso degli acciai inox austenoferritici, oppure possono esserci 2e fasi fragili, le quali
possono essere desiderate o indesiderate. Desiderate: ho messo degli elementi a posta e
voglio che si formino; nell’Al: Cu→θ(Al2Cu),θ’ Mg→β(Mg2Si),β’ negli acciai può essere un
C che forma carburi. Sono intenzionali anche gli inoculanti quali il TiB2 nell’Al.
Indesiderate: considerate inclusioni; nel Fe S→MnS O→Al2O3,SiO2 nell’Al da fonderia:
Fe→FeSiAl5. Possono essere classificate anche in micrometriche, quali Fe 3C, Si, θ, β
oppure nanometriche, come quelle usate nei rafforzamenti per precipitazione β’ θ’ δ’ η’
Le inclusioni possono anche essere esogene, cioè che derivano dal processo produttivo,
per esempio particelle di scoria ceramiche o di sabbia. Possono essere eliminate con un
flussaggio di Cl o F.
1 𝐴 2 𝑉 2 𝑉 2𝑞
Per Chvorinov 𝑇̇ ∝ 𝑡 ∝ (𝑉) ; 𝑡𝑠 = 𝐾2 (𝐴) ; 𝐿 = 𝐾3 (𝐴) con A area e V volume
𝑠
2
Risulta 𝐴% = 𝑒𝑥𝑝 [(𝐾4 − 𝐾5 𝐿)1+𝑛 ] − 1
7. Effetti di scala (influenza del volume) nelle proprietà meccaniche dei getti
Le proprietà meccaniche dei getti sono rappresentate da grandezze ottenute mediante
metodi statistici, proprio perché tali proprietà risultano variabili da getto a getto e
rappresentano quindi non il valore effettivo ma un valore medio (valore atteso). I dati
statistici vengono forniti tramite distribuzioni gaussiane. Ci sono due limitazioni: tale
distribuzione è sensata se si tratta di un materiale duttile (allungamento a rottura
A%>8%); non sono tenute in conto le variazioni di velocità di solidificazione per le varie
sezioni. La probabilità di rottura può essere descritta mediante statistica di Weibull:
𝑤
𝑉 𝑅−𝜎0
− ( )
𝑃 = 1−𝑒 𝑉0 𝜎𝑚𝑒𝑑 (𝑉0 )−𝜎0
Con V volume del materiale, V0 un volume rappresentativo, σ0 soglia al di sotto della
quale non vi è rottura, σmed(V0) il valore medio della tensione di rottura nel volume
rappresentativo. w è l’esponente di Weibull che è indice della dispersione dei dati (w=10
per ceramici, w=50 metalli forgiati, w=80 laminati metallici, w=50 premium quality). In
particolare si arriva all’espressione:
1 𝑉
ln (𝑙𝑛 ( )) = [𝑙𝑛 − 𝑤 ∙ 𝑙𝑛(𝜎𝑚𝑒𝑑 (𝑉0 ))] + 𝑤 ∙ 𝑙𝑛(𝑅)
1−𝑃 𝑉0
In piano doppio logaritmico è una retta di coefficiente angolare w e la cui intercetta
dipende da σmed(V0). Dall’espressione si evince come, aumentando V0, aumenta la
probabilità di rottura, la quale quindi ha un effetto di scala dipendente dal volume del
pezzo.