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Attrezzi da muratore
L'iconografia del cantiere permette di conoscere alcuni strumenti usati dai muratori
durante la costruzione dell'edificio.
I due attrezzi tipici del muratore, la cazzuola e la martellina, sono rappresentati in
quasi tutte le immagini di cantiere edile. Inoltre sono spesso presenti la marra, la
pala, lo sparaviere e tutti quegli oggetti come vassoi di legno, ceste e secchi,
utilizzati nel trasporto dei materiali sul cantiere. Talvolta compare anche la carriola.
La carriola fa la sua comparsa nei cantieri nordeuropei nel XIII secolo e si diffonde
nel secolo XIV. Negli Statuti quattrocenteschi dell'Arte dei Muratori modenesi, i
massari controllano le dimensioni delle carrette per il trasporto della calce.
La cazzuola, già presente in epoca romana, è costituita da una lama in ferro
semirigida, di forma triangolare o trapezoidale, talvolta con punta arrotondata, e con
un manico fissato ad angolo retto alla metà della base, spesso con impugnatura di
legno. La forma e l'utilizzo della cazzuola, con le varianti appena descritte, non
sembra subire modifiche fino ai nostri giorni. La cazzuola viene impiegata per
prendere la malta dagli appositi vassoi e stenderla.
Vassoi di legno, ceste di vimini, gerle, secchi di legno o di ferro, servono per il
trasporto dei materiali sul cantiere. Nelle miniature della “Relatio” il trasporto dei
mattoni avviene in grandi canestri portati a spalla, mentre la terra viene trasportata in
contenitori simili a gerle, legati sul dorso degli operai.
La marra, usata anche in epoca romana, è una sorta di zappa dalla lama posta ad
angolo acuto rispetto al manico con la quale il manovale effettua un movimento di
sfregamento per eliminare i grumi e far penetrare la sabbia nella massa elastica della
calce. Anche la zappa, la cui lama forma un angolo retto con il manico, viene usata
per mescolare la calce.
La martellina, o martello da muratore, è una sorta di martello, con manico ligneo e
testa metallica, che da una parte ha il piano per picchiare e dall'altra il taglio. La
martellina è usata dai muratori per fissare i conci o i laterizi nella malta appena stesa,
oppure per tagliare i laterizi stessi. Una variante della martellina da muratore è la
"polka", in cui le due estremità trancianti sono disposte tra loro perpendicolarmente.
La pala, oltre che per mescolare la calce nella fossa di spegnimento, viene usata per
ammucchiare la sabbia o per mettere la calcina negli appositi contenitori.Uno
strumento usato dai muratori, sia per sorreggere la malta sia per levigare la superficie
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dell'intonaco, è lo sparaviere: una tavoletta di legno piana, con manico lungo e
centrale fissato nella parte inferiore.
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I martelli di legno o mazzuoli sono generalmente grandi e rotondi, con manici corti.
Sono usati per percuotere su appositi scalpelli.
Il picconcello, o picchiarello, è una sorta di piccolo piccone, la cui funzione non è
quella di abbozzare, ma di definire la forma in modo dettagliato. Un altro attrezzo
molto usato nella lavorazione della pietra, simile alla martellina da muratore, è
Il piccone è costituito da una lama leggermente ricurva sagomata a punta da
un'estremità e a taglio dall'altra, con un foro nel mezzo per inserirvi il manico di
legno.
Lo scalpello è rappresentato in Italia già agli inizi dell'VIII secolo nella transenna in
marmo di San Pietro in Valle (Ferentillo) e in seguito dagli inizi del secolo XII; a
Modena, nell'archivolto del Porta dei Principi, è raffigurato uno scalpellino al lavoro
che sembra impugnare uno scalpello con lama, strumento che in Francia appare verso
il 1170-80. Il mazzuolo, che esso impugna, di piccole dimensioni, ha testa quadrata.
Molto interessante è lo scalpellino raffigurato nel portale bronzeo di San Zeno a
Verona: con la destra tiene sollevato un mazzuolo a testa quadra, con cui sta per
colpire due scalpelli che stringe nella sinistra. La tecnica di usare
contemporaneamente due scalpelli è impiegata per scolpire il nastrino, cioè la
rifinitura dei bordi del concio, in maniera più veloce. Nella maggior parte dei casi,
quando lo scalpellino è bravo, sulla pietra non è possibile identificare questo tipo di
lavorazione rispetto a quello con uno scalpello solo. Lo scalpello è in genere
interamente di metallo, talvolta con un manico di legno, ed è usato per tagliare le
rocce dure. È l'attrezzo più comune.
Il trapano, usato anche nei lavori di carpenteria, nei contesti più vari e in stadi diversi
della lavorazione, è uno strumento molto utilizzato dagli scultori. Per lavorare la
pietra si usa in genere il trapano ad asta. Lo strumento funziona secondo il seguente
meccanismo: la traversa orizzontale viene premuta contro la superficie della pietra, in
modo tale che la correggia fissata alle sue estremità si svolga facendo ruotare l'asta
verticale. Il peso applicato sull'asta verticale provoca la rotazione per inerzia, dopo
che la traversa è stata spinta in basso, consentendo il riavvolgimento della correggia
intorno all'asta stessa. In questo modo è possibile imprimere all'asta una rotazione
continua in senso alternato che consente una certa rapidità nel lavoro. Lo strumento
deve essere usato in posizione perpendicolare, particolarità che consente di
distinguerne i fori da quelli ottenuti con un trapano ad archetto. Con il trapano
vengono anche effettuati dei solchi, praticando una serie di fori uno vicino all'altro.
Wiligelmo, ispirandosi alla scultura romana di età imperiale, fa un uso magistrale del
trapano, impiegato con grande sicurezza nelle occasioni più varie.
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L'archipendolo è una squadra munita di filo a piombo, utilizzata per verificare
l'orizzontalità di un piano o per seguire nella costruzione di un muro una pendenza
prestabilita.
L'asta mensoria o virga è un'asta per misurare. L'unità di misura variava da città a
città: a Modena si usavano il braccio, la pertica e il piede, di eredità romana. Spesso
l'asta mensoria viene rappresentata in mano all'architetto, come probabilmente nel
caso di Lanfranco nella nota miniatura della “Relatio”.
La “virga”, in mano all'architetto, può essere usata anche per indicare e dirigere,
come riportano anche alcuni testi scritti.
Il compasso è uno strumento usato sia dai muratori sia dai tagliapietre sia dai
carpentieri. Esso consente di disegnare circonferenze o archi di circonferenza, ma
anche di riportare le misure con estrema precisione. Già Isidoro di Siviglia, nel VI
secolo, scrive nel grande trattato enciclopedico, le “Etymologiae”, di un compasso
con punte fisse, forse simile a quelli in uso in epoca romana.
Nel XII secolo il monaco benedettino Teofilo nel suo trattato “De diversis artibus”
parla del compasso come strumento realizzato in ferro, a differenza dei compassi
romani, che erano in bronzo. Talvolta il "compasso grande" è usato per disegnare
archi o cerchi direttamente sul terreno o sul pavimento dell'edificio, disegni che
vengono poi usati come guida dai tagliapietre.
La corda è un altro strumento molto semplice usato sul cantiere: serve per tracciare
cerchi di qualsiasi dimensione e talvolta è utilizzata anche per misurare.
Uno strumento molto usato nei cantieri edili è il filo a piombo. Ci sono due tipi di filo
a piombo; il primo tipo è costituito da un piombo cilindrico e da un parallelepipedo
forato nel quale scorre il filo. Con una mano il muratore tiene il parallelepipedo,
appoggiandolo sulla parete da controllare, mentre con l'altra fa scorrere il filo a
piombo. Questo tipo di filo a piombo non necessita dell'aiuto dell'asta per evidenziare
la pendenza.
Il secondo tipo è privo del dispositivo assiale per fissare il filo: uno strumento di
misurazione molto semplice, usato dal tagliapietre, dal muratore e dal carpentiere.
La squadra è utilizzata per calcolare le proporzioni, più che per indicare o costruire
angoli. Essa è generalmente costruita in legno e solo nel Bassomedioevo vengono
usate squadre in ferro. Tra l'XI e il XIII secolo si diffondono tre tipi di squadre: la
prima con bracci di larghezza differente e bordi paralleli, la seconda con bordi
leggermente divergenti, la terza con bordi fortemente divergenti. La squadra è uno
strumento di misura usato da architetti, muratori, carpentieri e scalpellini e talvolta
essa viene rappresentata nell'iconografia per nobilitare il personaggio.