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Attrezzature complementari

Le variazioni di peso producono un grande numero di varietà di attacchi: per esempio, per ottenere un suono molto dolce, ma con
un attacco incisivo e preciso, è necessario utilizzare una piccolissima ampiezza del movimento, una grandissima velocità e un buon col-
po-rimbalzo, mentre per ottenere un attacco p con grande risonanza sarà necessaria la stessa ampiezza di movimento, ma la velocità do-
vrà essere assai frenata.
Anche se in commercio si trovano centinaia di modelli di bacchette, mazzuole e battenti vari, non è possibile suggerire l’impiego
dell’uno o dell’altro tipo, perché la scelta appropriata dei mezzi percussivi dipende dal brano da eseguire, dalla qualità degli strumenti a
disposizione, dalla tecnica propria del percussionista, dall’acustica della sala o del teatro e da altre circostanze contingenti. Inoltre biso-
gna considerare che la produzione dei mezzi percussivi è in continuo sviluppo e non sempre è possibile trovare gli stessi modelli. Le in-
dicazioni generali come ‘‘mazzuole morbide (o soffici), medie o dure’’ nella maggiore parte dei casi sono sufficienti per una buona ese-
cuzione.
Il percussionista ha un accesso fisico diretto al materiale sonoro; egli può, con la sua azione, influenzare il corso dell’evento musica-
le. Toccando o smorzando con la mano o la bacchetta certe parti dello strumento si possono evidenziare alcuni aspetti dello spettro so-
noro a svantaggio di altri. Anche le tecniche di frizione sono, sotto quest’aspetto, utilissime per produrre suoni continui che possono es-
sere modificati nel corso della loro durata.
Altre importanti informazioni per il controllo della qualità sonora riguardano l’angolo di attacco delle mazzuole/bacchette in rap-
porto alla superficie del corpo sonoro. Normalmente la testa della bacchetta (o di qualsiasi mezzo percussivo) descrive una traiettoria
per percuotere la superficie dello strumento a 90o, però non è raro che i percussionisti utilizzino degli angoli di attacco più piccoli e dei
movimenti ellittici per addolcire l’effetto dell’impatto. Questa tecnica è spesso utilizzata per suonare i tam-tam, i gong, i timpani, la
grancassa e i piatti sospesi, al fine di ottenere attacchi pieni e sonori. Tale tecnica può anche essere utilizzata con altri strumenti, in par-
ticolare le tastiere. I movimenti ellittici possono essere realizzati colpendo verso l’esterno o verso il corpo del percussionista, oppure da
sinistra a destra e viceversa.
Altri sistemi di attacco consistono nel tenere sollevato il polso per ridurre l’angolo di attacco e nel percuotere tenendo la bacchetta
poco lontano dalla pelle. In questo modo l’impatto è meno diretto e solo la punta della bacchetta e non la sua parte mediana viene a
contatto con lo strumento, producendo cosı̀ una sonorità più dolce e precisa. In ogni caso, per scegliere il punto d’impatto bisogna va-
lutare attentamente la posizione più adatta per eliminare gli armonici dissonanti e per evidenziare quelli consonanti; di solito questa de-
cisione è lasciata al percussionista, che con il suo intuito sceglie il punto esatto da colpire e il modo migliore per farlo.
La disponibilità di svariati ‘‘attrezzi’’ percussivi, che consente di ottenere un gran numero di sonorità, ha spinto i percussionisti a
sviluppare delle tecniche per effettuare rapidamente e silenziosamente i cambi di bacchette e ad ideare, a questo scopo, anche speciali
supporti porta-bacchette. Normalmente, per un cambio di battenti occorrono due o tre secondi, ma molto dipende anche dalle circostan-
ze, dalla complessità del cambio e dalla collocazione dei battenti. Talvolta il percussionista continua a suonare con una mano mentre
con l’altra cambia bacchetta o mazzuola o prende una mazza.
Per l’impiego dei mezzi percussivi nei vari strumenti rimandiamo alle voci relative.
Tipologia dei mezzi percussivi.
Bacchette (ingl. drumsticks; ted. Trommelstocken; fr. baguette de tambour).
Il termine bacchette è usato generalmente per indicare un’asticciola cilindrica in legno o in altro materiale, semi-affusolata o di altre
forme, terminante in una punta a forma di pallina o di oliva (testa), con la quale vengono percossi gli strumenti a membrana. La parte
cilindrica superiore funge da manico, quella inferiore, semi-affusolata, è utilizzata per percuotere.
Le bacchette per tamburi sono, di solito, ricavate modellando al tornio un pezzo di legno (hickory, acero, quercia, frassino, acacia,
palissandro, acero americano, carpino bianco francese, ebano africano, ebano delle indie orientali, cocobolo, guatambù-moroti, narra, pa-
douk africano) o sono costruite con resine sintetiche e carbonio (v. Tamburo militare). Questi materiali hanno la caratteristica di conferi-
re alle bacchette l’elasticità e la robustezza necessarie per sopportare la forte e costante pressione esercitata nella percussione.
A volte, le punte battenti invece che in legno sono in nylon, materiale che presenta il vantaggio di una più lunga durata, ma che
produce una sonorità più metallica, sorda e poco piena. La lunghezza approssimativa delle bacchette va dai 35 ai 40 cm, con un diame-
tro variabile da 1,5 a 2,5 cm.

Figura 1493. – Morfologia della bacchetta.

Le punte delle bacchette hanno forme diverse per produrre vari tipi di suono.
– Le punte sottili a forma di oliva, nel tamburo, favoriscono l’attacco del suono riducendo la risonanza. Sui piatti sono adatte per
gli accompagnamenti ritmici che non richiedono un eccessivo volume di suono;
– Le punte sottili, a pallina, quando colpiscono la membrana consentono un chiaro attacco del suono e una percussione uniforme
con qualsiasi angolazione della bacchetta e con una discreta risonanza. Il suono risulta cosı̀ rotondo e ben definito;
– Le punte medie a capsula o a oliva rigonfia, che hanno una superficie più vasta e maggior peso delle precedenti, richiedono sul
tamburo un notevole controllo del movimento percussivo da parte del percussionista per l’eccessivo volume sonoro che possono pro-
durre. Sui piatti fanno risaltare le frequenze medie;
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– Le punte grosse a forma di pera rovesciata, di sfera o di grossa oliva sono indicate per i tamburi militari, i tamburi da parata o i
tamburi rullanti ai quali conferiscono una grande ricchezza di suono.
Mazzuole (ingl. mallet; ted. Schlägel; fr. baguettes).
Il termine mazzuole è utilizzato per indicare le asticciole di vari legni, di canna di bambù, di malacca, carbonio, alluminio, plastica,
con la testa di vari materiali (legno, gomma più o meno dura, sughero, plastica, ferro, ottone ecc.), di varie forme e dimensioni (a sfera,
ovoidale, a disco, a pera ecc.) e ricoperte di vari materiali (feltro, filo di cotone, lana o corda, fibra sintetica ecc.) per ottenere gradi dif-
ferenti di durezza.

Figura 1494. – Morfologia della mazzuola per strumenti a tastiera a percussione.

Le mazzuole sono utilizzate sia per gli strumenti a membrana (timpani, grancassa, tom-tom, ecc.), sia per quelli a tastiera a percus-
sione diretta (marimba, xilofono, vibrafono, Glockenspiel). A volte viene utilizzato il termine mazzuola per designare il mezzo percussivo
a doppia testa per la grancassa (ingl. two-headed stick double stick; ted. zweiköpfige Schlägel; Doppelschlägel; fr. mailloche double).

Figura 1495. – Morfologia della mazzuola per timpani.

Si ottengono cosı̀ mezzi percussivi con gradazioni di durezza pressoché infinite. Inoltre, le dimensioni della testa, la lunghezza e il
materiale del manico, la proporzione tra la dimensione della testa (anima o nocciolo centrale) e lo spessore del rivestimento che la rico-
pre determinano il peso e, al momento dell’impatto, influiscono sulla produzione del suono.
L’abilità dei percussionisti, grazie alle nuove tecniche ideate dai virtuosi di vibrafono e di marimba, si è sviluppata fino all’impiego
di quattro o sei mazzuole, due o tre per ogni mano. L’utilizzo di queste tecniche rende possibile l’esecuzione di accordi di quattro e più
suoni sugli strumenti a tastiera e aumenta considerevolmente la velocità e la precisione nell’esecuzione di grandi intervalli in successione;
consente inoltre la diversificazione dei vari movimenti melodici e di evidenziare simultaneamente, e con una certa facilità, fino a quattro
linee di contrappunto. Invertendo l’ordine di successione delle mazzuole si può inoltre eseguire una grande varietà di trilli o tremoli.
Il percussionista può tenere due diversi tipi di mazzuole in ciascuna mano: per esempio, nella mano destra una mazzuola morbida
e una dura, mentre nella mano sinistra due mazzuole dure. Si possono cosı̀ ottenere combinazioni da due a quattro mazzuole e tenere in
mano bacchette o battenti per suonare altri strumenti.
Le indicazioni generiche come mazzuole morbide, medie o dure sono, nella maggiore parte dei casi, sufficienti per una buona ese-
cuzione, anche se di solito i compositori non si preoccupano di precisare in partitura il tipo di mazzuole, delegando al percussionista la
scelta del mezzo percussivo più idoneo al brano.
Per i vari tipi e generi di mazzuole si consultino i vari cataloghi e i siti web. Si citano a tale scopo, a titolo informativo alcune fab-
briche di mezzi percussivi.
Principali fabbriche: Adams Timpani Mallets, Blasticks, Chalklin Marcato Timpani Mallet. Concorde Percussion, DK Percussion,
Drum Unlimited Inc., Corposmaster Serie Marching Products, Grover Pro Percussion, Haymann Mallest, Innovative Percussion, Kol-
berg Percussion, Latin Percussion, Ludwig Payson Bass drum mallets, JG Percussion, Ludwig Brushes, Easily Make Professional Mal-
lets timpani, Louis Bellson, Malletech, Max Mallets, Ludwig Max Mallets, Mike Balter, Payson Bass drum mallets, Pearl Percussion,
Premier Percussion, Pro-Mark Percussion, Rapsody Percussion, Studio 49 Royal Percussion, Easily Make Professional Mallets Timpani
& Bass Drums, Malletech, Optimium Percussion, SenYuan Bo Musical instruments accessories, Sonor Percussion, Studio 200, Swizzle
Sticks, Tom Gauger Steve Vater Percussion Inc., Trixon, Vic Firth, Vic Firth Jazz Brushes, Vic Regal Brushes, Weiss Music, Yamaha.

Mazze e mazzuole per grancassa, gong, tam-tam.


Il termine mazza (ingl. tam-tam [gong] beater, bass drum beater; ted. Schlägel für Tam-tam [Gong], Schlägel für grosse Trommel; fr.
mailloche de Tam-tam [Gong], mailloche de grosse caisse) viene usato per indicare il mezzo per colpire i tam-tam (v.), i gong (v.) di medie
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e grandi dimensioni e la grancassa (v.) (in questo caso si tratta di un mezzo percussivo di grandi dimensioni). Le mazze a ‘‘doppia testa’’
servono per effettuare il rullo con una sola mano.

a) b) c)

Figura 1496. – a) Mazza tradizionale per grancassa; b) mazza dalla doppia testa per grancassa (Kolberg Percussion); c) mazza per gong o tam-tam (Kolberg
Percussion).

Battenti per triangolo (ingl. beaters, triangle beaters; ted. Triangelstab, Triangelschlägel, Metallschlägel; fr. baguette de triangle, baguette
en metal).
I battenti sono mezzi percussivi di vari spessori e senza teste, più o meno lunghi, di solito costituiti da tondini di ferro, acciaio o al-
tro materiale, usati di solito per suonare il triangolo. I battenti comuni hanno uno spessore uniforme per tutta la loro lunghezza, mentre
quelli professionali sono più grossi nella parte battente.

Figura 1497. – A sinistra, battenti per triangolo (Grover); al centro, battente speciale con peso spostabile (M. Balter); a destra, battenti per triangolo (Concor-
de).

Martelli (ingl. wood hammer, heavy mallet; ted. Hammer, Holzhammer; fr. marteau de bois).
I martelli sono mezzi percussivi dalla tipica forma a martello, costruiti di solito in legno, in corno, in plastica o in metallo (solo per
rari impieghi), con eventuali rivestimenti o imbottiture di feltro o cuoio nella zona di percussione. Sono utilizzati per suonare campane
tubolari (v.) e campane a lastra (v.).

Figura 1498. – Martelli per campane e mazza per campane a lastra, con doppia facciata cuoio-feltro (Kolberg Percussion).

Bacchette per timbales e battenti per musica jazz e latino-americana.


Anche in questo caso si rimanda ai cataloghi e ai siti appropriati delle fabbriche, facilmente raggiungibili in internet.
Spazzole (ingl. brush, wire brush; ted. Drahtbürste, Jazzbesen; fr. balai métallique, brosse en fil de métal).
Le spazzole (verghe), costituite da sottili fili di metallo o di materiale plastico molto flessibili ed elastici, sono spesso impiegate nella
musica jazz sul tamburo, sul piatto sospeso o su altri strumenti a membrana. Due modelli particolari di spazzole, live brush e dreadlocks,
costruiti di recente da Vic Firth in America, sono formati il primo da spazzole a scomparsa dotate di una piccola pallina sulla punta di
ogni filo per uno ‘‘scatto’’, un accento aggiunto alla percussione, più nitido su piatti e tamburi; il secondo è costituito da un manico in
fibra di vetro e da 10 doppi fili di acciaio inossidabile intrecciato (v. fig. 1498) per ottenere un attacco brillante e più percussivo, e per
una maggiore articolazione sia sui piatti sospesi, compreso il raschiato, sia sui tom-tom.
a) b) c)

Figura 1499. – a) Spazzole di filo ordinarie; b) spazzole live brush; c) spazzole dreadlocks (Vic Firth).

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Membrane e pelli.
Vi è una distinzione precisa tra le parole pelle e membrana: la prima indica il materiale naturale animale, la seconda designa invece
il materiale prodotto sinteticamente. Per gli strumenti a percussione esistono in commercio molte specie di membrane di sostanza diver-
se che, messe in vibrazione tramite tensione, producono un’ampia varietà di suoni e timbri, spesso amplificati da casse di risonanza di
modelli e grandezze differenti.
Come si è già detto nel capitolo sui timpani, oltre alle pelli classiche di vitello, capra, capretto, pecora, montone, zebra, cervo, cam-
mello, canguro, puledro, asino, mulo, cavallo, vacca, renna, levriero, bufalo, caribù, antilope, serpente, varano, alce, daino, razza, pesce
palla, pescecane, cernia, storione del Nilo, lucertola, cane e gatto ecc. vengono montate anche membrane costituite da materiale sintetico
fabbricate sia per fornire effetti e timbri del tutto nuovi, sia per evitare i disagi che creano le pelli animali in seguito alle variazioni atmo-
sferiche.
Le cosiddette Mylar sono membrane a imitazione delle pelli animali. Sono bloccate in un cerchio metallico per essere poi tese me-
diante il controcerchio e le viti di tensione.
Le pelli animali naturali hanno un timbro più cupo di quello delle membrane sintetiche, ma hanno sonorità più piene e pastose,
anche negli strumenti dal suono più acuto. Nei tamburi con pelle animale la risposta sonora ritmica al tocco percussivo è più lenta di
quella dei tamburi a membrana sintetica. In alcuni tamburi africani, come il djembé e il dunun, le pelli vengono montate allo stato natu-
rale, cioè comprensive dei peli.

Citiamo qui solo le caratteristiche principali di alcuni tipi di pelli e membrane e degli strumenti che ne fanno uso. Sono citati solo
alcuni esempi a titolo esemplificativo, avendo già trattato le morfologie e le caratteristiche nella parte riguardante i singoli strumenti nel
corso d’opera.

a) pelli naturali di animale. Per la maggior parte le pelli naturali sono montate in Europa su adufe, bodhràn, pandeiro quadro, pan-
dereta, tamburello basco, tammorra, tabor; su alcuni tipi di tamburi militari, sul tamburo provenzale, sui timpani ecc.; sui tamburi del Me-
.
dio Oriente (Asia Occidentale) bendir, darbuka, davul, riqq, ecc. in Asia Centrale e Meridionale su doyra, zarb, kañjı̄rā, khol, mr.dangam,
.
pakhāwaj, tablā, tablā-tarang ecc., mentre nell’Asia Orientale sono sistemate su bajiaogu, kotsuzumi, odaiko, otsuzumi, pang ku, shimedai-
ko, taiko ecc.). In Africa su djembé, dunun, talking drum, ecc. e in Sud America atabaque, batà, bombo legüero, bongos, cuica, congas,
tambora, repinique, pandeiro, ecc.
b) le membrane speciali Renaissance da concerto hanno la proprietà sostanziale di essere imbevute d’una resina speciale, in Mylar
strutturato, che ne potenzia la durata e fornisce un suono caldo, risonante aperto. Assomigliano, per il colore, alla pelle umana. Disponi-
bili in vari formati per tamburi, grancasse e timpani, le membrane Renaissance per il calore, la sensibilità e l’articolazione ricordano le
pelli vitello. Queste membrane hanno un’ottima caratteristica tonale, specie per l’espressione melodica che offre un ampio spettro di
suono più bilanciato per i timpani, rullanti, tom e grancasse. La superficie strutturata fornisce un’eccellente suono alle percussione con
le bacchette;
c) le membrane da concerto Fiberskyn sono le più popolari in tutto il mondo grazie alla loro combinazione equilibrata di proiezio-
ne, attacco e calore. Disponibili in diverse grammature da medie a extra pesante, le membrane Fiberskyn sono particolarmente adatte
per quasi tutte le applicazioni;
d) membrane più tecnicamente avanzate da concerto per suoni bassi, per grancassa, in Nuskyn, offrono un suono puro scuro, cal-
do, con lungo sustain. Sono realizzate con un monostrato di 10-mm in Mylar;
e) membrane ordinarie, a un solo strato di materiale sintetico. Sono quelle maggiormente impiegate con ottimi risultati sonori per
quasi tutti gli strumenti di tradizione classica, compresi timpani, tamburi e strumenti latino-americani;
f) membrane sintetiche a doppio strato. Sono costruite con due strati uniti per avere maggior resistenza alle violente percussioni
dei batteristi. Le due sottili membrane unite producono una vibrazione maggiore;
g) membrana sintetica idraulica: è formata da due strati di materiale plastico tra i quali passa uno strato liquido oleoso. Il suono è
pieno e morbido;
h) membrane sintetiche sabbiate: presentano una superficie ruvida simile a quella della tela smeriglio finissima (o carta vetrata). Il
suono è leggermente più smorzato, più secco di quello delle pelli ordinarie. Sono ottime per l’uso con le spazzole di fili metallici.
Ogni tipo di membrana sintetica viene oggi prodotto in materiale trasparente o con il fondo completamente bianco; a volte, può
avere al centro un dischetto autoadesivo di pellicola plastica colorata che serve per bloccare le vibrazioni e rendere il suono più secco e
forte.
Per una visione diretta e specifica delle diverse pelli e membrane si rimanda ai cataloghi e ai siti web delle ditte costruttrici di stru-
menti a percussione citate finora nel corso del volume.

Sostegni, supporti, mezzi di sospensione (stand) e attacchi per rendere agevole l’esecuzione (ingl. stands; ted. ständer; fr. stands, at-
tacches).
I mezzi di sospensione (stand), i vari supporti per tenere sospesi gli strumenti e permettere loro di vibrare, agevolando lo strumen-
tista nell’esecuzione, costituiscono un elemento essenziale dell’apparato a disposizione del percussionista e, nella maggior parte dei casi,
sono anche parte integrante dei singoli strumenti.

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