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SECONDA TESI ACUSTICA

(PARTE GENERALE E APPROFONDIMENTO SUGLI


STRUMENTI AD ARCO)

Una corda, se sufficientemente tesa, raggiunge un livello di elasticità tale da poter produrre un suono, il
quale, a sua volta, ha una frequenza determinata dalla lunghezza, dallo spessore, dalla densità e dalla
tensione della corda stessa. Il meccanismo che permette agli strumenti cordofoni di possedere il suono che
conosciamo è tuttavia più complesso, in quanto la sola corda non sarebbe in grado di produrre alcun timbro o
intensità.

Tutti gli strumenti, cordofoni inclusi, si servono infatti di un sistema detto catena acustica che permette
di trasferire il moto da un elemento vibrante (nel nostro caso la corda) ad un risuonatore (il corpo dello
strumento) mediante un elemento detto adattatore d'impedenza (ponticello, anima e catena ad esempio).

Ecco le grandezze fisiche e meccaniche coinvolte:


Velocità di propagazione: il suono ha una velocità di propagazione diversa a seconda del materiale entro il
quale si muove. Nell'aria, a 15 gradi celsius, il suono ha una velocità di circa 340 metri al secondo, mentre
nei corpi solidi varia a seconda del materiale.

Elasticità: è la proprietà che permette ad un corpo di deformarsi sotto l'azione di una forza esterna e di
riacquisire, se le deformazioni non risultano eccessive, la sua forma originale al venir meno della causa
sollecitante. Se il corpo, cessata la sollecitazione, riassume esattamente la configurazione iniziale è detto
perfettamente elastico.

Impedenza acustica: È una proprietà caratteristica del mezzo in cui l'onda si propaga. Sostanzialmente
rappresenta la resistenza espressa da un mezzo, da un materiale al passaggio dell’onda acustica e ottiene
particolare enfasi quando l’onda sonora attraversa due mezzi o due materiali che sono costituiti da densità,
temperatura e materia differenti.

(L’impedenza acustica è la quantità di resistenza che un materiale può in un onda sonora. siccome il suono è
un’onda che può attraversare qualunque materiale, ogni materiale ha la sua impedenza)
La catena acustica
Elementi della catena e loro funzionamenti:

Elemento vibrante:

(più propriamente una guida d'onda) è la prima fonte di oscillazioni in un mezzo elastico parte dello
strumento (nel nostro caso le corde). Gli strumenti devono poter eseguire molte note, il che significa che
ciascuno di essi deve possedere un meccanismo di selezione della frequenza dell'oscillazione prodotta. Negli
strumenti a corda la frequenza è selezionata indirettamente variando la lunghezza della corda vibrante.

Risuonatore:

Il risuonatore di uno strumento musicale è tipicamente il corpo stesso dello strumento, ed è in genere
costituito da una o più cavità. Nel caso degli strumenti ad arco è la tradizione liutaria, con la sua secolare
esperienza, ad aver selezionato forme e geometrie che siano efficacemente risonanti in un esteso intervallo di
frequenze scartando così i materiali con bande di risonanza molto strette, che come visto in precedenza
danno risalto solo ad alcune note piuttosto che ad altre.
I medesimi necessitano però di un meccanismo sofisticato di adattamento dell'impedenza all'aria circostante,
perché le corde da sole non sono in grado di trasferire efficacemente la propria vibrazione all'aria. Per contro
la cassa non ha la funzione di intonare la fondamentale dei suoni.

Adattatore di impedenza:

L’adattatore d’impedenza ha un ruolo molto delicato: deve rendere il più possibile semplice il trasferimento
di energia dall'elemento vibrante al risuonatore.

Gli archi per permettere ciò hanno bisogno di diversi adattatori contenuti al loro interno, che sono utilizzati
come passaggi intermedi per adattare l'impedenza delle corde metalliche con quelle delle superfici di legno.
( il discorso è che le corde e il legno hanno differente impedenza)

Hanno questa funzione ad esemio il ponticello e l'anima nel violoncello. Il ponticello riceve la vibrazione
delle corde, e "fa leva" con i suoi piedi sulla tavola, consentendo di trasformare l'oscillazione trasversale in
una dimensione della corda in oscillazioni in due dimensioni nella tavola. L'anima invece è un cilindretto di
legno che accoppia la tavola superiore dello strumento con il fondo, permettendo così alle oscillazioni delle
due superfici di diventare oscillazioni di volume nell'aria contenuta nella cassa.
Il tipo di legno impiegato negli strumenti ad arco
Ogni liutaio e ogni scuola di liuteria, a seconda dello strumento in questione (violino, viola, violoncello ecc.)
ha delle preferenze differenti sui materiali per fondo, fasce, manico e riccio. E' però imprescindibile che il
piano armonico, ossia la tavola più caratteristica ed immediatamente riconoscibile dello strumento, sia
ricavata da legno di risonanza di abete rosso.

L'abete rosso più rinomato è quello della Val di Fiemme dove il particolare microclima consente agli
alberi una crescita lenta e regolare dando al legno caratteristiche tecnologiche di robustezza e leggerezza,
ideali per la trasmissione e amplificazione del suono.

La famiglia degli aerofoni


Quali sono le sottofamiglie degli aerofoni?
Nell'uso comune troviamo fra gli ottoni: trombe e cornette, tromboni, tuba, bassotuba e flicorni, corno
francese. Mentre fra i legni si annoverano: flauto e ottavino, clarinetto e clarinetto basso, sassofoni, oboe e
corno inglese, fagotto e controfagotto.

Gli strumenti a fiato sono detti aerofoni poiché producono il suono mettendo in vibrazione l'aria stessa.
Mentre le vibrazioni delle corde avvengono in senso perpendicolare rispetto al senso di propagazione
(vibrazioni trasversali), le vibrazioni dell’aria contenuta in un tubo sonoro avvengono nel senso della
lunghezza del tubo stesso (vibrazioni longitudinali).

La parte di aria che provoca le vibrazioni si immette nel tubo attraverso una piccola apertura detta
imboccatura.

L’ imboccatura può essere:

• libera nei flauti dritti e nell’ottavino (costituita da una fessura o un foro)

• imboccatura ad ancia semplice nel clarinetto e nel sassofono (costituita da una sottile lamina di legno o
di metallo),

• imboccatura ad ancia doppia nel fagotto, nel controfagotto, nell’oboe e nel corno inglese (costituita da
due lamine di legno o di metallo).
I tubi d’aria vengono classificati come aperti se comunicano con l’esterno mediante due vie o chiusi se hanno
una via sola.

La forma dei tubi può essere conica (oboe, saxofono, corno), cilindrica (flauto, clarinetto) e quello misto, a
forma cilindro-conica (trombe e tromboni).

La famiglia dei membranofoni

Nei membranofoni, come si è detto, è una membrana, tesa su di una qualche struttura che per lo più
funziona da risonatore, a costituire il corpo vibrante. Appartiene a questa classe il variegato mondo dei
‘tamburi’.
I tamburi si distinguono in base al meccanismo con cui viene messa in vibrazione la membrana e per la
loro forma. In base al primo criterio, si hanno, oltre ai tamburi percossi,
tamburi a frizione e tamburi a pizzico.
Nei tamburi a frizione, la membrana è collegata con un’asta o una corda:
sfregando queste, si inducono oscillazioni longitudinali.

Nei tamburi a pizzico, la struttura è leggermente più complessa, perché anche la corda collegata alla
membrana deve essere tesa e quindi avere un punto distante dalla membrana a cui agganciarsi:
pizzicando la corda si possono così indurre indirettamente vibrazioni sulla membrana,
attraverso le oscillazioni longitudinali della corda stessa I più consueti tamburi a
percussione si distinguono, in base alla forma, nel modo seguente:
gopi yantra del Bengala

I membranofoni a suono determinato

I membranofoni a suono determinato sono strumenti a percussione che producono il suono grazie alle
vibrazioni di una membrana, una pelle tesa percossa con un battente, in modo che producano suoni ben
definiti e precisamente identificabili. Un esempio ci è dato dai «timpani».

I membranofoni a suono indeterminato

I membranofoni a suono indeterminato sono strumenti a percussione che producono il suono grazie alle
vibrazioni di una membrana, una pelle tesa percossa con un battente, ma che non generano suoni ben definiti
e precisamente identificabili. Un esempio ci è dato dai «tamburi».

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