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Conservatorio Luca Marenzio di Brescia - Darfo

Classe di chitarra

Triennio accademico 2° anno

Docente: Enea Leone

FONDAMENTI DI STORIA E TECNOLOGIA DELLO STRUMENTO

Anno accademico 2018/2019

Allievo: Samuele Biasibetti

LA CHITARRA MODERNA:
Le tipologie di incatenatura da
Antonio de Torres ad oggi.

LA MORFOLOGIA DELLA CHITARRA

La chitarra classica viene costruita con legni di diverso tipo: la tavola


armonica può essere in abete, cedro, più raramente in sequoia o altri legni.
Al suo interno, la tavola armonica viene rinforzata con listelli di abete,
quella che viene definita incatenatura, che da diverse tipologie
corrispondono caratteristiche sonore diverse. La disposizione delle catene
a ventaglio, già presente in alcune chitarre dei primi dell'Ottocento, fu
perfezionata dal liutaio spagnolo Antonio de Torres. Le fasce e il fondo
sono costruite in varie essenze, molto utilizzato è il palissandro (in
particolare quello brasiliano), il mogano, cipresso, ebano makassar e acero.
Il manico è costruito con legni poco sensibili all'umidità e poco propensi
alla deformazione, normalmente la cedrella odorosa o mogano. La tastiera
è in ebano (legno molto resistente). Il ponte (o ponticello), a cui vengono
legate le corde, può essere in palissandro, ebano, noce o altre essenze. Il
capotasto e l'osso sono in osso o in avorio.
Oggi le corde sono in nylon, che conferisce al suono un timbro ovattato e
dolce, o di carbonio con un timbro più nitido e brillante e una maggiore
tenuta di suono. Con altre tipologie di chitarra vengono utilizzate ancora le
corde in budello, come nell’800.
LA CHITARRA MODERNA

Il periodo che va dalla fine del secolo XVIII alla metà del
secolo XIX è caratterizzato da una forte sperimentazione dal
punto di vista costruttivo che porterà alla nascita della
chitarra moderna.

Questa ricerca era focalizzata su:


- maggior volume
- aumento delle dimensioni della cassa armonica (Juan
Moreno 1792-1824)
- aumento della tensione delle corde

Grazie a Antonio de Torres Jurado, che raccolse tutte


queste nuove sperimentazioni, portò alla realizzazione della
chitarra classica come oggi noi la intendiamo.

Nella chitarra due sistemi concorrono nel suo


funzionamento, ossia: il sistema di produzione e
amplificazione e quello di sostegno.
Le corde, creando una tensione creano deformazioni,
tuttavia la struttura è studiata per sopportare queste
tensioni, perciò consideriamo lo strumento elastico e
deformabile. Bisogna tener conto del rapporto PESO-
SUONO, bisogna trovare il giusto rapporto tra il peso dello
strumento (che influisce anche sulla robustezza della
struttura) e durata-proiezione del suono. Maggiore è la
tensione delle corde, maggiore è il peso che dovrà avere lo
strumento con la conseguenza di un suono più duraturo.
Tuttavia ci sono dei lati negativi: lo strumento è meno
sensibile e ci vorrà maggior forza per far entrare le corde in
vibrazione.
PESO CHITARRA CLASSICA PESO CHITARRA FLAMENCO
1500-1800 gr. 1100-1300 gr.
Attacco non troppo evidente Attacco marcato ed evidente
Suono più duraturo Suono di breve durata

Nella parte finale del manico troviamo la paletta dove


troviamo il meccanismo di accordatura dello strumento.
Inizialmente venivano utilizzati dei piroli conici (simil violino),
successivamente vennero impiegate le meccaniche, che
rendevano l’accordatura più precisa ed agevole.
La paletta era unita al manico con incastro a V (Hauser-
Romanillos).
Il manico fa da supporto per la tastiera e termina con il
tacco, con cui si congiunge manico e cassa armonica.
Inizialmente i tasti erano mobili fatti con corde di budello, in
seguito in legno incollati e dalla metà del sec.XIX una
lamina (alpaca, rame, zinco, nichel) inserita nel legno.
All’inizio della tastiera vi è il capotasto (osso o avorio) che
determina altezza e spaziatura delle corde.
La tavola armonica è costituita da due assi di abete/cedro
aperte a libro e incollate, al centro viene messa la buca (o
foro di risonanza). Per fattori di robustezza e propagazione
del suono vi è l’incatenatura, formata da asticelle in legno
posizionate a raggiera e dai bracci(vedremo
successivamente vari tipi di approccio). Il ponticello è
incollato sulla tavola armonica con due ali a lato per una
maggior superficie di incollaggio, e serve a trasmettere le
vibrazioni alla cassa, nel ponte viene posto l’osso che
permette una facile regolazione dell’altezza delle corde e il
diapason.
I legni maggiormente impiegati nella costruzione della
chitarra sono:
Manico: cedro di Cuba (cedrella odorosa), mogano
dell’Honduras
Tastiera: ebano
Tavola armonica: abete rosso, cedro rosso o altre essenze
Fasce e fondo: Palissandro del Brasile/Palissandro Indiano
o altre essenze.

La chitarra, dal punto di vista estetico, è rifinita con dei


“filetti” di legno (la cosiddetta filettatura) che oltre a
fungere da fattore estetico crea anche una protezione alla
cassa armonica e non solo (parti più esposte a possibili urti
e conseguenti crepe nel legno).

Ad oggi esistono varie tipologie di vernice, ma quelle utilizzate


sono quelle naturali; ossia a base di: resina, cera, gommalacca
e olio siccativo. La vernice a gommalacca viene applicata a
tampone, tuttavia questo tipo di vernice è molto delicata e
quindi soggetta a graffi, calore, sudore, perdita di lucentezza e
di conseguenza richiede spesso manutenzione.
Grazie a recenti ricerche, altre tipologie di vernici sono utilizzate
da maestri liutai, come ad esempio la vernice al poliuretano che
è più resistente e lucida rispetto alla gommalacca. Importanti
studi sono stati svolti sull’impatto che le vernici hanno sul suono
e sul timbro degli strumenti.



L’INCATENATURA DI ANTONIO DE TORRES



Liutaio spagnolo, Antonio de Torres (1817-1892) viene
considerato come il padre della chitarra moderna, tra le sue più
importanti innovazioni fu l’aumento della superficie della tavola
armonica (o piano armonico) posizionando il ponticello nel punto
di massima larghezza della tavola. Gli strumenti risultavano si più
grandi ma non più pesanti, grazie all’uso della tavola armonica
leggermente bombata. (Ricordiamo l’esperimento con la
costruzione di una chitarra di cartone - 1862).
Torres focalizzò molto la sua attenzione e i suoi studi
sull’incatenatura, infatti nei suoi strumenti la tavola armonica era
rinforzata grazie ad un’incatenatura così realizzata:
Rinforzo di 3 catene trasversali, due sopra e una sotto la buca e
sette raggi simmetrici nella parte inferiore della tavola e due
catene messe in obliquo a chiudere il “ventaglio”.
(Fig.31)

Dal 1856 Torres, modificò la precedente struttura


dell’incatenatura, così aprì due finestre nella catena maestra dove
passavano i raggi più esterni del “ventaglio” dove inserisce un
cono metallico (tornavoz) sotto la buca, fissato sulla tavola e sul
fondo ne derivò una migliore proiezione. Tuttavia questo metodo
fu poco dopo accantonato dallo stesso Torres.
(Fig.32)

Per l’incatenatura Torres utilizzava legno di Abete.

Torres non ebbe allievi, tuttavia i suoi strumenti furono oggetto di


grande studio e copia da parte dei liutai del tempo e non solo.
(Es. Arias, Gonzàlez, José e soprattutto Manuel Ramirez ecc.)
Hermann Hauser (1882-1952 Monaco), affermatosi negli anni
trenta in Germania, provò varie incatenature utilizzando un
rinforzo trasversale sotto il ponte, aprendo delle finestre nelle
catene sopra e sotto la buca. Questa ricerca fu possibile grazie
anche al contatto che ebbe con Segovia e Llobet.

Il suo stile costruttivo si rifaceva alla tradizione dell’Europa


centrale. Realizzò chitarre per grandi nomi della chitarra, come
Segovia (1937). I suoi strumenti vennero usati anche da Julian
Bream e Sergio Abreu.

L’attività continua grazie al figlio e il nipote Hermann Hauser II e


Hermann Hauser III.

(Fig.35)

L’INCATENATURA DI ROBERT BOUCHET
Robert Bouchet (1879-1943 Parigi), fu allievo di José Ramirez I.
Iniziò rifacendosi alla tradizione spagnola e quindi inevitabilmente
a Torres.
Tuttavia riprendendo il principio dell’incatenatura di Torres ne
apportò dei cambiamenti:
- ridusse i raggi del ventaglio da 7 a 5;
- aggiunse una catena trasversale sotto il ponticello.
(Fig.36)


Ignacio Fleta (1897-1977 Barcellona), negli anni trenta, iniziò a
costruire chitarre secondo i principi di Torres. Nel 1950 realizzò
un nuovo modello, con misure più grandi e nuove caratteristiche:
- l’interno della cassa era verniciato;
- Aggiunge una catena trasversale inclinata subito sotto la catena;
maestra della tavola armonica;
- Porta a 9 i raggi del ventaglio;
- Aggiunge un rinforzo piatto sotto al ponte.

Costruì chitarre per Segovia, Williams, Ponce, Lagoya, giusto per


citarne alcuni.

L’attività fu tramandata ai figli Francisco e Gabriel Fleta, i quali


continuarono l’attività del padre.

(Fig.37)


Daniel Friederich (Parigi), fu influenzato da Bouchet. Per quanto
riguarda l’incatenatura ne usava tipologie differenti, con una
catena trasversale sotto il ponticello e uno o tutti i raggi esterni che
scavalcavano la catena maestra arrivando fino alla buca.

Friederich ha un approccio metodico sulla costruzione dei suoi


strumenti, registra misura, peso, resistenza alla flessione di tutte le
componenti, infatti ne segue uno studio supportato da musicisti e
scienziati riguardo a problemi inerenti alla musica e al suono.

(Fig.38)


José Ramirez III (1922, Madrid ), realizza strumenti su scala
industriale, mantenendo però la tradizione artigianale della
famiglia Ramirez.
Verso la metà degli anni 60, abbandona l’uso dell’abete in favore
del cedro per le sue caratteristiche: suono più caldo e ricco di
bassi.
Ramirez aggiunge una barra di rinforzo in ebano nel manico.
La tavola armonica viene rinforzata nell’incatenatura:
- aggiunge due catene trasversali e una obliqua che incrocia la
catena maestra;
- tutte e tre le catene hanno delle finestre dal lato dei bassi;
- raggi di lunghezza differente che passano sopra un rinforzo
trasversale piatto incollato sotto il ponticello.

(Fig.40)

Paulino Bernabé (Madrid), utilizza un’incatenatura molto
particolare e “spoglia”:
- il ventaglio è molto semplice, a 3 raggi;
- Il raggio centrale è quello con maggior spessore;
- I raggi laterali sono invece leggeri e angolati.

(Fig.41)

Félix Manzanero (Madrid), non utilizzò il classico ventaglio ma
un’incatenatura a cinque catene parallele longitudinali sotto il
ponticello.

(Fig.42)
Masaru Kohno (Nishiikebukuro), studiò a Madrid con Arcàngel
Fernàndez, in seguito tronò in Giappone.
Utilizza un’incatenatura a ventaglio con due barre trasversali
principali più tre sottili e un rinforzo sotto il ponticello.

(Fig.43)

BIBLIOGRAFIA:

- LA CHITARRA (p. 0-100) - E. Allorto, R. Chiesa, M. Dell’Ara, A. Gilardino - I MANUALI


EDT.
- Luca Waldner - Guitar Maker (PDF)

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