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Confrontando l'architettura greca e quella romana si può notare un'importante differenza nella concezione dello spazio e delle
forme stesse dell'architettura. L'architettura greca basa le proprie tecniche costruttive su un principio che è quello
dell'architrave appoggiato sui piedritti, sistema che, per essere composto da 3 elementi (architrave e 2 sostegni), è detto
trilitico. L'architettura romana basa invece i propri schemi costruttivi sul principio dell'arco e della volta. In questo modo i
sostegni si fondono con la copertura creando un complesso uniforme, continuo e solido. L'uso sistematico dell'arco e della
volta ha permesso ai romani di coprire spazi immensi.
L'arco è costituito da un insieme di elementi di pietra o di mattoni detti conci. Quello situato nella parte più elevata dell'arco
prende il nome di concio di chiave o serraglia. Le linee radiali riparatrici dei conci si dicono giunti. Il piano da cui si
comincia a costruire l'arco prende il nome di piano di imposta, le linee curve che in basso e in alto delimitano l'arco sono
dette rispettivamente intradosso ed estradosso. La linea di intradosso prende il nome anche di sesto. Si chiama freccia o
saetta o monta la distanza verticale tra il piano di imposta ed il punto più elevato della linea di intradosso, mentre si chiama
luce o corda la distanza fra i piedritti o sostegni. Si dice ancora archivolto o ghiera la parte esterna visibile dell'arco.
L'arco si comincia a costruire dai 2 estremi del piano di imposta. I conci si dispongono in modo che i giunti siano indirizzati
ad un unico centro. Affinché ciò sia possibile, i conci devono avere la forma di un cuneo se sono di materiale lapideo, mentre
se sono di mattoni è necessario aumentare lo spessore della malta che si pone fra un concio e l'altro, dall'intradosso verso
l'estradosso, ovvero si devono utilizzare mattoni rastremati. Senza il concio di chiave l'arco non è tale e non si può reggere.
Durante la costruzione è necessario ricorrere ad una struttura di sostegno che si chiama centina. Essa è solitamente di legno,
si costruisce prima dell'arco e ha anche la funzione di dargli la forma. L'insieme delle centine e degli altri elementi lignei che
mantengono l'altezza voluta prende il nome di armatura. Una volta sistemato il concio di chiave, la centina viene smontata e
quest'operazione prende il nome di disarmo. La volta si basa sul principio dell'arco poiché risulta costituita da tanti conci che
trasmettono alle imposte il peso proprio e quello di tutto ciò che sta sopra.
Mentre l'arco copre una piccola superficie, la volta le copre una molto maggiore.
Le volte più comunemente utilizzate dai romani furono la volta a botte, la volta annullare, la volta a crociera. I romani inoltre
utilizzarono spesso anche le cupole. Il materiale che i romani utilizzarono più frequentemente nella costruzione delle volte e
delle cupole era il calcestruzzo. Si parla allora di volte e cupole in concrezione. Nelle cupole i mattoni venivano disposti ad
arco secondo i meridiani e i paralleli e avevano la funzione di rendere più rigida la struttura in calcestruzzo. La volta a botte
è la più semplice è più utilizzata soprattutto per coprire gli spazi di forma rettangolare.
La volta annullare è una volta a botte che ha le generatrici, ovvero i muri su cui si imposta, costituiti da due cerchi
concentrici.
La volta a crociera è data dall'intersezione di 2 volte a botte le cui direttrici stanno sui 4 lati dell'ambiente da coprire.
La volta a padiglione è ottenuta dall'intersezione di 2 volte a botte che hanno le linee di imposta sui lati dell'ambiente da
coprire.
La cupola geometricamente è una superficie detta di rotazione perché si genera facendo ruotare attorno a un asse centrale un
semicerchio.
La malta era spesso usata da i romani. Si tratta di un composto costituito da un legante o agglomerante, ovvero la calce, e da
uno o più aggregati, ovvero sabbia o pozzolana nonché acqua. Unendo poi alla malta la ghiaia o scaglie di pietra o di
mattone si otteneva il calcestruzzo, un materiale che, una volta evaporata l'acqua, si trasformava in un unico blocco avente la
stessa consistenza e resistenza della pietra. Grazie al calcestruzzo i romani poterono costruire edifici grandiosi con coperture
a volta o a cupola che coprivano spazi immensi. Il calcestruzzo formava solitamente anche il riempimento dello spazio
interposto tra i muri. La costruzione così condotta era detta opus caementicium.
Le parti dei muri a vista potevano essere lavorate nei seguenti modi:
• Opus incertum: Il muro è realizzato con pietre piccole di forme svariate.
• Opus reticulatum: in uno è costituito da elementi linee tufo di forma all'incirca piramidale e affogati nelle
calcestruzzo. rimangono a vista solo le basi quadrate.
• Opus testaceum: si tratta di un tipo di muratura che viene costruita attraverso l'esclusivo utilizzo di mattoni.
• Opus spicatum: le pietre o in mattoni vengono disposti inclinati di circa 45° invertendo la loro inclinazione a ogni
filare. Il disegno che si ottiene assomiglia a una spiga oppure ad una lisca di pesce.
• Opus mixtum: consiste nello utilizzare allo stesso tempo vari tipi di muratura. In generale si utilizzano questo termine
quando vengono utilizzati contemporaneamente pietre e mattoni.
Fra le costruzioni onorarie, quelle edificate per onorare, glorificare e ricordare qualcuno le sue gesta, i romani già dal
periodo repubblicano facevano uso di strutture ad arco o della colonna isolata sormontate da statue, da cavalli o anche da
fontane.
Gli anni che vanno dalla fine del II secolo d.C., immediatamente successivi alla morte dell'imperatore Marco Aurelio, fino al
476 furono ingloriosi per Roma che si trovò a dover difendere un impero troppo vasto ed esposto continuamente alle
incursioni dei barbari. Si ebbe per tutto il corso del III secolo un susseguirsi di imperatori, molti dei quali furono eletti dai
soldati degli eserciti acquartierati lungo le frontiere. La situazione era molto critica, la popolazione del grande impero viveva
in uno stato di povertà sempre più gravoso, le tasse aumentavano continuamente per le esigenze militari dello Stato, gli
imperatori non erano più capaci di garantire pace e benessere ai cittadini, molti dei quali fuggivano alla ricerca di una vita
diversa per non morire di fame. Fu per questo motivo che si ebbe anche una notevole diminuzione della popolazione ed un
aumento del banditismo e della pirateria, ma fu anche per fuggire da una situazione così penosa che molte persone accolsero
le idee diffuse da religioni e riti orientali. Tra questi, oltre al già diffuso cristianesimo, c'erano i culti di Mitra e Iside.
Un grande imperatore che cercò di risollevare le sorti dell'impero fu Diocleziano che capì la necessità di eleggere
contemporaneamente 2 imperatori, uno per l'Oriente e uno per l'Occidente, e 2 Cesari che ne fossero i legittimi successori.
Questa forma di potere politico prese il nome di tetrarchia. Diocleziano cercò anche di migliorare la situazione economica
dell'impero attraverso varie misure tra cui vi fu anche quella di obbligare i figli a scegliere lo stesso mestiere del padre per
evitare che scomparissero soprattutto i contadini ed i soldati. Inoltre, come segno di unificazione culturale, egli impose l'uso
della lingua latina a tutte le province dell'impero.
Per l'arte della tarda romanità o arte tardo-antica si intendono le forme artistiche che caratterizzarono gli anni compresi tra
la fine del II e VI-V secolo d.C.. Nonostante i tanti problemi, le architetture della città di Roma e quelle delle maggiori città
dell'impero continuavano ad aumentare e ad essere il grandiose. L'immenso palazzo che di Diocleziano si fece costruire a
Spalato, in Dalmazia (attuali coste della Croazia), ha un'organizzazione che rispecchia quello dell'accampamento romano,
con 2 strade principali che si intersecano e fortificazioni tranne che sul lato vicino al mare. Un cortile porticato nella zona
centrale conduce da una parte nella zona sacra col Tempio di Giove e dall'altra al mausoleo ottagonale dell'imperatore.
Con Massenzio inizia la costruzione della basilica romana che porta il suo nome anche se fu ultimata da Costantino. Le
basiliche erano degli edifici nei quali veniva amministrata la giustizia ma in esse venivano anche trattati gli affari .
Solitamente le basiliche erano costituite da un grande ambiente rettangolare spesso diviso in 3 o più spazi chiamati navate da
2 o più file di colonne con ingresso posto su uno dei lati lunghi o, più raramente, su uno di quelli brevi o su entrambi
indifferentemente. Al centro di uno dei lati lunghi o di uno di quelli brevi o su entrambi si apriva un'abside a pianta
rettangolare o semicircolare al centro della quale era situato il seggio del magistrato che amministrava la giustizia. La
copertura dell'ambiente poteva essere costituita da capriate lignee (cioè da travi inclinate e rinforzate da un elemento
longitudinale) che reggevano il tetto o, più raramente, da una volta in muratura o in calcestruzzo. L'illuminazione proveniva
da grandi finestre che si aprivano in alto nelle pareti della navata centrale, solitamente più alte di quelle laterali. La basilica
si presentava sobria esternamente e sfarzosa all'interno con soffitti e capitelli dorati, marmi preziosi che rivestivano pavimenti
e pareti, colonne di marmi rari.
Per celebrare le campagne militari dell'imperatore Marco Aurelio contro alcune popolazioni germaniche, fu eretta una
colonna simile a quella Traiana. Nella colonna di Marco Aurelio, rispetto alla colonna Traiana, non c'è più la dignità dei
vinti: in questa colonna il vinto è sempre trattato con durezza, fatto oggetto di scherno ed è sempre rappresentato come
perdente.
Con la costruzione dell'arco di Costantino, tra il 312 115, si concluse quel processo consistente nel progressivo passaggio
dell'arte plebea da un ruolo prima isolato, poi subalterno e infine di primo piano . Nell'arco di Costantino il rilievo storico-
celebrativo è destinato all'arte plebea. L'imperatore è al centro, seduto nel trono in posizione perfettamente frontale e
immobile, è reso simile alla divinità ed è circondato dai suoi sudditi e dai dignitari di corte. Le figure sono trattate in maniera
gerarchica: le loro dimissioni infatti aumentano in base alla loro importanza.
Contrariamente ai riti pagani che venivano celebrati all'esterno dei templi, i riti cristiani si svolgevano al chiuso e alla
presenza di tutta l'ecclesia (comunità dei fedeli). I primi edifici adibiti al culto cristiano furono costruiti prendendo come
esempio le basiliche romane perchè erano costruzioni adatte per contenere tantissime persone.
La basilica cristiana ha un andamento longitudinale e l'ingresso, a differenza di quanto avveniva nelle basiliche romane, è
sempre in uno dei lati minori. La basilica cristiana è preceduta da un quadriportico, cioè da uno spazio di forma all'incirca
rettangolare con un porticato posto su tutti e 4 i lati. (all'interno del quadriportico rimanevano coloro che non avevano
ricevuto il battesimo oppure vi era una piccola fontana centrale dove, prima di entrare nella basilica, le persone si lavavano
manichini per purificarsi). La copertura del quadriportico è detta catino. La parte di porticato che corrisponde alla facciata
della basilica prende il nome di nartece. L'interno della basilica è diviso in 3 navate da 2 o più serie di colonne. La navata
centrale è insolitamente più ampia e più alta delle laterali per permettere l'inserimento delle finestre e termina con un' abside
(dal latino absis che significa volta). Essa è costituita da un semicilindro innestato sulla parete di fondo ed è sormontato da
1/4 di sfera che prende il nome di catino absidale.
A volte il corpo longitudinale viene tagliato trasversalmente da una navata che prende il nome di transetto.
Se i 2 bracci del transetto sono più corti delle navate, la basilica si dice a croce latina.
Se i 2 bracci del transetto sono uguali alle navate e si trovano al centro delle navate la basilica si dice a croce greca.
Se, nella croce latina, il transetto è posso a circa 2/3 del corpo longitudinale, si parla di croce immissa, mentre se è in fondo
si parla di croce commissa o a T.
Viene chiamato presbiterio il luogo riservato al clero, posto in fondo alla navata principale di fronte all'abside. Il presbiterio
è solitamente separato dalla navata attraverso un recinto in marmo, intagliato o traforato che prende il nome di transenna o
anche pluteo. L'arco trionfale è l'arco che congiunge la navata centrale al transetto e, in mancanza di quest'ultimo, per arco
trionfale si intende la parte di parete che rimane attorno all'innesto dell'abside.
La basilica ha copertura costituita da capriate lignee che a volte sorreggono un elemento intermedio composto da cassettoni
in legno e che può essere visto solo dall'interno.
Insieme agli edifici di forma basilicale si svilupparono anche quelli a pianta circolare o poligonale. Questa forma fu utilizzata
per quelle costruzioni che sorgevano sul luogo del martirio di un santo o sulla tomba e successivamente anche per i battisteri,
edifici riservati al rito del battesimo.
Fra le prime basiliche cristiane ricordiamo la basilica di San Pietro, la basilica di Santa Maria Maggiore e la basilica di
Santa Sabina a Roma. Tra gli edifici a pianta centrale ricordiamo Santa Costanza e il Battistero lateranense a Roma, San
Lorenzo a Milano.
La Basilica di San Pietro fu costruita intorno all'anno 330 e distrutta nel XVI secolo per far spazio all'attuale basilica. Si
trattava di un edificio preceduto da un quadriportico e diviso interamente in 5 navate. Un transetto precedeva l'abside.
Santa Maria maggiore è, fra le basiliche paleocristiane, quella meglio conservata. L'interno è diviso in 3 navate attraverso 2
file di classiche colonne ioniche lisce e architravate. Al di sopra delle colonne, le pareti della navata centrale sono forate da
finestre. L'arco trionfale e la parte di muro che si trova sotto le finestre sono ricoperti da scene a mosaico. La copertura a
cassettoni rinascimentale sostituisce quella originaria a capriate.
Santa Sabina fu costruita intorno al 425 e i suoi costruttori hanno utilizzato l'arco a tutto sesto al di sopra delle colonne
corinzie scanalate. L'arco è ripetuto nei 3 finestroni dell'abside che idealmente proseguono le arcate della navata dando vita
ad un motivo strutturale e ornamentale che percorre, unificandolo, tutto lo spazio della parte centrale della basilica.
Santa Costanza fu costruita verso la metà del IV secolo come mausoleo di Costanza o Costantina, la figlia dell'imperatore
Costantino. Fu ben presto trasformata in battistero e nel 1254 fu trasformata in chiesa. L'edificio è la pianta circolare con le
pareti perimetrali scavate da piccole nicchie. Lo spazio centrale è coperto da una cupola che si imposta su un tamburo
sorretto da archi, i quali poggiano su un anello di colonne accoppiate e di ordine composito, sormontate da una parte
trabeazione. Le colonne di granito liscio sono accoppiate in senso radiale, cioè sono una dietro l'altra e nella direzione del
raggio. La cupola un tempo era ricoperta di mosaici che brillavano alla luce che penetrava dall'alto del tamburo. La galleria
circostante invece era ed è anche adesso nella penombra. Al centro del mausoleo, nella posizione attualmente occupata
dall'altare, si trovava il pesante sarcofago in porfido rosso della figlia dell'imperatore.
Il Battistero lateranense fu costruito nel IV secolo per ordine di Costantino e fu ricostruito sotto papa Sisto III. L'edificio era a
pianta ottagonale e costituì il prototipo per la maggior parte dei battisteri successivi. Lo spazio centrale è coperto da una
cupola che si trova al di sopra di un doppio ordine di colonne disposte agli angoli dell'ottagono. Su ambedue gli ordini di
colonne corre una trabeazione. Al di sotto della cupola, al centro dell'edificio, c'è il fonte battesimale.
La Basilica di San Lorenzo a Milano è a pianta centrale ed è preceduta da un ampio quadriportico. La forma esterna è quella
di un quadrato con i lati trasformati per un ampio tratto in curve. In corrispondenza degli angoli si elevano delle torri che
contrastano la spinta della cupola posta a copertura del grande vano centrale. Il vano centrale è organizzato in 4 esedre
incorniciate da arconi sui quali si imposta il tamburo ottagonale. Le esedre, coperte da un vasto catino, comprendono 2
ordini sovrapposti di arcate. La cupola attuale risale al 1573. In pianta, lo schema della chiesa milanese è complicato dalla
presenza della cappella ottagonale di Sant'Ippolito a est (parte opposta all'ingresso), dalla presenza della cappella di San
Sisto a nord e della cappella di Sant'Aquilino a sud. Quest'ultima si trova lì dove un tempo sorgeva un battistero ariano.