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L'ARTE ROMANA

Confrontando l'architettura greca e quella romana si può notare un'importante differenza nella concezione dello spazio e delle
forme stesse dell'architettura. L'architettura greca basa le proprie tecniche costruttive su un principio che è quello
dell'architrave appoggiato sui piedritti, sistema che, per essere composto da 3 elementi (architrave e 2 sostegni), è detto
trilitico. L'architettura romana basa invece i propri schemi costruttivi sul principio dell'arco e della volta. In questo modo i
sostegni si fondono con la copertura creando un complesso uniforme, continuo e solido. L'uso sistematico dell'arco e della
volta ha permesso ai romani di coprire spazi immensi.
L'arco è costituito da un insieme di elementi di pietra o di mattoni detti conci. Quello situato nella parte più elevata dell'arco
prende il nome di concio di chiave o serraglia. Le linee radiali riparatrici dei conci si dicono giunti. Il piano da cui si
comincia a costruire l'arco prende il nome di piano di imposta, le linee curve che in basso e in alto delimitano l'arco sono
dette rispettivamente intradosso ed estradosso. La linea di intradosso prende il nome anche di sesto. Si chiama freccia o
saetta o monta la distanza verticale tra il piano di imposta ed il punto più elevato della linea di intradosso, mentre si chiama
luce o corda la distanza fra i piedritti o sostegni. Si dice ancora archivolto o ghiera la parte esterna visibile dell'arco.
L'arco si comincia a costruire dai 2 estremi del piano di imposta. I conci si dispongono in modo che i giunti siano indirizzati
ad un unico centro. Affinché ciò sia possibile, i conci devono avere la forma di un cuneo se sono di materiale lapideo, mentre
se sono di mattoni è necessario aumentare lo spessore della malta che si pone fra un concio e l'altro, dall'intradosso verso
l'estradosso, ovvero si devono utilizzare mattoni rastremati. Senza il concio di chiave l'arco non è tale e non si può reggere.
Durante la costruzione è necessario ricorrere ad una struttura di sostegno che si chiama centina. Essa è solitamente di legno,
si costruisce prima dell'arco e ha anche la funzione di dargli la forma. L'insieme delle centine e degli altri elementi lignei che
mantengono l'altezza voluta prende il nome di armatura. Una volta sistemato il concio di chiave, la centina viene smontata e
quest'operazione prende il nome di disarmo. La volta si basa sul principio dell'arco poiché risulta costituita da tanti conci che
trasmettono alle imposte il peso proprio e quello di tutto ciò che sta sopra.
Mentre l'arco copre una piccola superficie, la volta le copre una molto maggiore.
Le volte più comunemente utilizzate dai romani furono la volta a botte, la volta annullare, la volta a crociera. I romani inoltre
utilizzarono spesso anche le cupole. Il materiale che i romani utilizzarono più frequentemente nella costruzione delle volte e
delle cupole era il calcestruzzo. Si parla allora di volte e cupole in concrezione. Nelle cupole i mattoni venivano disposti ad
arco secondo i meridiani e i paralleli e avevano la funzione di rendere più rigida la struttura in calcestruzzo. La volta a botte
è la più semplice è più utilizzata soprattutto per coprire gli spazi di forma rettangolare.
La volta annullare è una volta a botte che ha le generatrici, ovvero i muri su cui si imposta, costituiti da due cerchi
concentrici.
La volta a crociera è data dall'intersezione di 2 volte a botte le cui direttrici stanno sui 4 lati dell'ambiente da coprire.
La volta a padiglione è ottenuta dall'intersezione di 2 volte a botte che hanno le linee di imposta sui lati dell'ambiente da
coprire.
La cupola geometricamente è una superficie detta di rotazione perché si genera facendo ruotare attorno a un asse centrale un
semicerchio.
La malta era spesso usata da i romani. Si tratta di un composto costituito da un legante o agglomerante, ovvero la calce, e da
uno o più aggregati, ovvero sabbia o pozzolana nonché acqua. Unendo poi alla malta la ghiaia o scaglie di pietra o di
mattone si otteneva il calcestruzzo, un materiale che, una volta evaporata l'acqua, si trasformava in un unico blocco avente la
stessa consistenza e resistenza della pietra. Grazie al calcestruzzo i romani poterono costruire edifici grandiosi con coperture
a volta o a cupola che coprivano spazi immensi. Il calcestruzzo formava solitamente anche il riempimento dello spazio
interposto tra i muri. La costruzione così condotta era detta opus caementicium.
Le parti dei muri a vista potevano essere lavorate nei seguenti modi:
• Opus incertum: Il muro è realizzato con pietre piccole di forme svariate.
• Opus reticulatum: in uno è costituito da elementi linee tufo di forma all'incirca piramidale e affogati nelle
calcestruzzo. rimangono a vista solo le basi quadrate.
• Opus testaceum: si tratta di un tipo di muratura che viene costruita attraverso l'esclusivo utilizzo di mattoni.
• Opus spicatum: le pietre o in mattoni vengono disposti inclinati di circa 45° invertendo la loro inclinazione a ogni
filare. Il disegno che si ottiene assomiglia a una spiga oppure ad una lisca di pesce.
• Opus mixtum: consiste nello utilizzare allo stesso tempo vari tipi di muratura. In generale si utilizzano questo termine
quando vengono utilizzati contemporaneamente pietre e mattoni.

Fra le costruzioni onorarie, quelle edificate per onorare, glorificare e ricordare qualcuno le sue gesta, i romani già dal
periodo repubblicano facevano uso di strutture ad arco o della colonna isolata sormontate da statue, da cavalli o anche da
fontane.

Gli anni che vanno dalla fine del II secolo d.C., immediatamente successivi alla morte dell'imperatore Marco Aurelio, fino al
476 furono ingloriosi per Roma che si trovò a dover difendere un impero troppo vasto ed esposto continuamente alle
incursioni dei barbari. Si ebbe per tutto il corso del III secolo un susseguirsi di imperatori, molti dei quali furono eletti dai
soldati degli eserciti acquartierati lungo le frontiere. La situazione era molto critica, la popolazione del grande impero viveva
in uno stato di povertà sempre più gravoso, le tasse aumentavano continuamente per le esigenze militari dello Stato, gli
imperatori non erano più capaci di garantire pace e benessere ai cittadini, molti dei quali fuggivano alla ricerca di una vita
diversa per non morire di fame. Fu per questo motivo che si ebbe anche una notevole diminuzione della popolazione ed un
aumento del banditismo e della pirateria, ma fu anche per fuggire da una situazione così penosa che molte persone accolsero
le idee diffuse da religioni e riti orientali. Tra questi, oltre al già diffuso cristianesimo, c'erano i culti di Mitra e Iside.
Un grande imperatore che cercò di risollevare le sorti dell'impero fu Diocleziano che capì la necessità di eleggere
contemporaneamente 2 imperatori, uno per l'Oriente e uno per l'Occidente, e 2 Cesari che ne fossero i legittimi successori.
Questa forma di potere politico prese il nome di tetrarchia. Diocleziano cercò anche di migliorare la situazione economica
dell'impero attraverso varie misure tra cui vi fu anche quella di obbligare i figli a scegliere lo stesso mestiere del padre per
evitare che scomparissero soprattutto i contadini ed i soldati. Inoltre, come segno di unificazione culturale, egli impose l'uso
della lingua latina a tutte le province dell'impero.

Per l'arte della tarda romanità o arte tardo-antica si intendono le forme artistiche che caratterizzarono gli anni compresi tra
la fine del II e VI-V secolo d.C.. Nonostante i tanti problemi, le architetture della città di Roma e quelle delle maggiori città
dell'impero continuavano ad aumentare e ad essere il grandiose. L'immenso palazzo che di Diocleziano si fece costruire a
Spalato, in Dalmazia (attuali coste della Croazia), ha un'organizzazione che rispecchia quello dell'accampamento romano,
con 2 strade principali che si intersecano e fortificazioni tranne che sul lato vicino al mare. Un cortile porticato nella zona
centrale conduce da una parte nella zona sacra col Tempio di Giove e dall'altra al mausoleo ottagonale dell'imperatore.

Con Massenzio inizia la costruzione della basilica romana che porta il suo nome anche se fu ultimata da Costantino. Le
basiliche erano degli edifici nei quali veniva amministrata la giustizia ma in esse venivano anche trattati gli affari .
Solitamente le basiliche erano costituite da un grande ambiente rettangolare spesso diviso in 3 o più spazi chiamati navate da
2 o più file di colonne con ingresso posto su uno dei lati lunghi o, più raramente, su uno di quelli brevi o su entrambi
indifferentemente. Al centro di uno dei lati lunghi o di uno di quelli brevi o su entrambi si apriva un'abside a pianta
rettangolare o semicircolare al centro della quale era situato il seggio del magistrato che amministrava la giustizia. La
copertura dell'ambiente poteva essere costituita da capriate lignee (cioè da travi inclinate e rinforzate da un elemento
longitudinale) che reggevano il tetto o, più raramente, da una volta in muratura o in calcestruzzo. L'illuminazione proveniva
da grandi finestre che si aprivano in alto nelle pareti della navata centrale, solitamente più alte di quelle laterali. La basilica
si presentava sobria esternamente e sfarzosa all'interno con soffitti e capitelli dorati, marmi preziosi che rivestivano pavimenti
e pareti, colonne di marmi rari.

Per celebrare le campagne militari dell'imperatore Marco Aurelio contro alcune popolazioni germaniche, fu eretta una
colonna simile a quella Traiana. Nella colonna di Marco Aurelio, rispetto alla colonna Traiana, non c'è più la dignità dei
vinti: in questa colonna il vinto è sempre trattato con durezza, fatto oggetto di scherno ed è sempre rappresentato come
perdente.

Con la costruzione dell'arco di Costantino, tra il 312 115, si concluse quel processo consistente nel progressivo passaggio
dell'arte plebea da un ruolo prima isolato, poi subalterno e infine di primo piano . Nell'arco di Costantino il rilievo storico-
celebrativo è destinato all'arte plebea. L'imperatore è al centro, seduto nel trono in posizione perfettamente frontale e
immobile, è reso simile alla divinità ed è circondato dai suoi sudditi e dai dignitari di corte. Le figure sono trattate in maniera
gerarchica: le loro dimissioni infatti aumentano in base alla loro importanza.
Contrariamente ai riti pagani che venivano celebrati all'esterno dei templi, i riti cristiani si svolgevano al chiuso e alla
presenza di tutta l'ecclesia (comunità dei fedeli). I primi edifici adibiti al culto cristiano furono costruiti prendendo come
esempio le basiliche romane perchè erano costruzioni adatte per contenere tantissime persone.

La basilica cristiana ha un andamento longitudinale e l'ingresso, a differenza di quanto avveniva nelle basiliche romane, è
sempre in uno dei lati minori. La basilica cristiana è preceduta da un quadriportico, cioè da uno spazio di forma all'incirca
rettangolare con un porticato posto su tutti e 4 i lati. (all'interno del quadriportico rimanevano coloro che non avevano
ricevuto il battesimo oppure vi era una piccola fontana centrale dove, prima di entrare nella basilica, le persone si lavavano
manichini per purificarsi). La copertura del quadriportico è detta catino. La parte di porticato che corrisponde alla facciata
della basilica prende il nome di nartece. L'interno della basilica è diviso in 3 navate da 2 o più serie di colonne. La navata
centrale è insolitamente più ampia e più alta delle laterali per permettere l'inserimento delle finestre e termina con un' abside
(dal latino absis che significa volta). Essa è costituita da un semicilindro innestato sulla parete di fondo ed è sormontato da
1/4 di sfera che prende il nome di catino absidale.
A volte il corpo longitudinale viene tagliato trasversalmente da una navata che prende il nome di transetto.
Se i 2 bracci del transetto sono più corti delle navate, la basilica si dice a croce latina.
Se i 2 bracci del transetto sono uguali alle navate e si trovano al centro delle navate la basilica si dice a croce greca.
Se, nella croce latina, il transetto è posso a circa 2/3 del corpo longitudinale, si parla di croce immissa, mentre se è in fondo
si parla di croce commissa o a T.
Viene chiamato presbiterio il luogo riservato al clero, posto in fondo alla navata principale di fronte all'abside. Il presbiterio
è solitamente separato dalla navata attraverso un recinto in marmo, intagliato o traforato che prende il nome di transenna o
anche pluteo. L'arco trionfale è l'arco che congiunge la navata centrale al transetto e, in mancanza di quest'ultimo, per arco
trionfale si intende la parte di parete che rimane attorno all'innesto dell'abside.
La basilica ha copertura costituita da capriate lignee che a volte sorreggono un elemento intermedio composto da cassettoni
in legno e che può essere visto solo dall'interno.
Insieme agli edifici di forma basilicale si svilupparono anche quelli a pianta circolare o poligonale. Questa forma fu utilizzata
per quelle costruzioni che sorgevano sul luogo del martirio di un santo o sulla tomba e successivamente anche per i battisteri,
edifici riservati al rito del battesimo.

Fra le prime basiliche cristiane ricordiamo la basilica di San Pietro, la basilica di Santa Maria Maggiore e la basilica di
Santa Sabina a Roma. Tra gli edifici a pianta centrale ricordiamo Santa Costanza e il Battistero lateranense a Roma, San
Lorenzo a Milano.

La Basilica di San Pietro fu costruita intorno all'anno 330 e distrutta nel XVI secolo per far spazio all'attuale basilica. Si
trattava di un edificio preceduto da un quadriportico e diviso interamente in 5 navate. Un transetto precedeva l'abside.

Santa Maria maggiore è, fra le basiliche paleocristiane, quella meglio conservata. L'interno è diviso in 3 navate attraverso 2
file di classiche colonne ioniche lisce e architravate. Al di sopra delle colonne, le pareti della navata centrale sono forate da
finestre. L'arco trionfale e la parte di muro che si trova sotto le finestre sono ricoperti da scene a mosaico. La copertura a
cassettoni rinascimentale sostituisce quella originaria a capriate.

Santa Sabina fu costruita intorno al 425 e i suoi costruttori hanno utilizzato l'arco a tutto sesto al di sopra delle colonne
corinzie scanalate. L'arco è ripetuto nei 3 finestroni dell'abside che idealmente proseguono le arcate della navata dando vita
ad un motivo strutturale e ornamentale che percorre, unificandolo, tutto lo spazio della parte centrale della basilica.

Santa Costanza fu costruita verso la metà del IV secolo come mausoleo di Costanza o Costantina, la figlia dell'imperatore
Costantino. Fu ben presto trasformata in battistero e nel 1254 fu trasformata in chiesa. L'edificio è la pianta circolare con le
pareti perimetrali scavate da piccole nicchie. Lo spazio centrale è coperto da una cupola che si imposta su un tamburo
sorretto da archi, i quali poggiano su un anello di colonne accoppiate e di ordine composito, sormontate da una parte
trabeazione. Le colonne di granito liscio sono accoppiate in senso radiale, cioè sono una dietro l'altra e nella direzione del
raggio. La cupola un tempo era ricoperta di mosaici che brillavano alla luce che penetrava dall'alto del tamburo. La galleria
circostante invece era ed è anche adesso nella penombra. Al centro del mausoleo, nella posizione attualmente occupata
dall'altare, si trovava il pesante sarcofago in porfido rosso della figlia dell'imperatore.

Il Battistero lateranense fu costruito nel IV secolo per ordine di Costantino e fu ricostruito sotto papa Sisto III. L'edificio era a
pianta ottagonale e costituì il prototipo per la maggior parte dei battisteri successivi. Lo spazio centrale è coperto da una
cupola che si trova al di sopra di un doppio ordine di colonne disposte agli angoli dell'ottagono. Su ambedue gli ordini di
colonne corre una trabeazione. Al di sotto della cupola, al centro dell'edificio, c'è il fonte battesimale.

La Basilica di San Lorenzo a Milano è a pianta centrale ed è preceduta da un ampio quadriportico. La forma esterna è quella
di un quadrato con i lati trasformati per un ampio tratto in curve. In corrispondenza degli angoli si elevano delle torri che
contrastano la spinta della cupola posta a copertura del grande vano centrale. Il vano centrale è organizzato in 4 esedre
incorniciate da arconi sui quali si imposta il tamburo ottagonale. Le esedre, coperte da un vasto catino, comprendono 2
ordini sovrapposti di arcate. La cupola attuale risale al 1573. In pianta, lo schema della chiesa milanese è complicato dalla
presenza della cappella ottagonale di Sant'Ippolito a est (parte opposta all'ingresso), dalla presenza della cappella di San
Sisto a nord e della cappella di Sant'Aquilino a sud. Quest'ultima si trova lì dove un tempo sorgeva un battistero ariano.

Il mosaico e la sua tecnica


Soprattutto nel IV nel V secolo d.C. la tecnica del mosaico o tecnica musiva diventa la tecnica più diffusa per decorare
pavimenti e pareti, sostituendo addirittura la pittura. In questi secoli il mosaico raggiunge il massimo delle sue potenzialità
espressive. Il termine mosaico viene dal latino medioevale mosaicus a sua volta derivante da Musa. Le Muse, infatti,
venivano onorate in grotte artificiali decorate con motivi ornamentali costituiti da piccole pietre colorate variamente
accostate. I mosaicisti romani utilizzavano soprattutto pietre dure, terra cotta e ciottoli di forma a parallelepipedo detti
tessere. A partire dalla seconda metà del I secolo a.C. si diffuse anche l'utilizzo di tessere di vetro. I colori a disposizione
aumentarono con l'uso del mosaico a pasta vitrea perché era sufficiente aggiungere al vetro un pigmento colorante in
quantità variabili per ottenere intensità diverse di una stessa tinta. Soprattutto l'utilizzo di tessere a fondo dorato diede luogo
a profonde innovazioni nell'effetto totale della decorazione musiva. Le tessere si incastravano nell'intonaco fresco che veniva
via via applicato al di sopra di un sottofondo sul quale il soggetto da rappresentare era stato precedentemente disegnato o
inciso. Spesso in mosaico si sovrapponeva a un dipinto vero e proprio e in questo caso le tessere d'oro erano poste su un
fondo rosso. Dopo aver disegnato con piccole tessere le sagome delle figure, si riempivano gli spazi fra l'una e l'altra secondo
filari pressoché orizzontali ma, per ottenere effetti speciali, in alcune zone la disposizione delle tessere poteva anche seguire
altre regole. Successivamente si lavorava all'interno delle figure. Le tessere utilizzate non erano tutte delle stesse dimensioni.
Ad esempio quelle destinate agli incarnati (cioè alle pareti nude dei corpi) erano molto più piccole delle altre. Questo
permetteva di utilizzarne un numero maggiore, potendo contare così anche su una gamma superiore di colori. Anche i dettagli
potevano in questo modo essere più curati.
L'arte a Ravenna
Dopo la morte di Teodosio il grande, l'immenso impero romano fu definitivamente diviso in 2 parti, Oriente e Occidente,
assegnate ai suoi figli e successori Arcadio e Onorio. Quest'ultimo scelse Ravenna come capitale della sua parte di impero
che durò fino al 476. Nel 535 l'imperatore d'Oriente Giustiniano cercò di ricomporre l'unità dell'antico impero romano la cui
parte occidentale è ormai divisa fra i barbari. Nel 540 ci fu la presa e l'entrata in Ravenna del generale bizantino Belisario e
nel 1553 la guerra ebbe fine. L'Italia divenne una delle province dell'impero riunificato sotto il diretto comando di un esarca,
ovvero comandante, che risiedeva a Ravenna. Con la fine dell'impero d'Occidente iniziò per tutti quei paesi che ne avevano
fatto parte un nuovo periodo storico che si è soliti chiamare Medioevo o Età di mezzo perché è posta tra l'età antica e quella
moderna. La città di Ravenna situata sull'Adriatico fu il centro in cui si incontrarono arte romana paleocristiana e bizantina.
A Ravenna l'architettura e mosaici sono l'uno in funzione degli altri.
Le manifestazioni artistiche possono essere raggruppate per periodi storici, che sono:
• Periodo Imperiale (fino al 476 )
Di questo periodo ricordiamo in particolare il mausoleo di Galla Placidia e il Battistero degli Ortodossi o Neoniano.
La costruzione del mausoleo di Galla Placidia risale alla prima metà del V secolo. Galla Placidia era sorella dell'imperatore
Onorio ed era reggente dell'impero in nome del figlioletto Valentiniano III. Il mausoleo ha pianta quasi a croce greca, con
volta a botte sui 4 bracci e una cupola all'incrocio di questi. L'esterno dell'edificio è semplice ed è costituito da mattoni a
vista. Gli unici motivi decorativi sono gli archetti ciechi che lo percorrono intorno ed i classici timpani dentellati. La cupola
non è visibile dall'esterno perché è racchiusa tra murature verticali coperte da una piramide. Questa struttura di protezione e
di contenimento delle spinte prende il nome di tiburio. Non c'è un solo centimetro quadrato che non sia rivestito di marmi
preziosi o di mosaici. L'utilizzo del mosaico fa sì che ogni spigolo venga arrotondato per necessità tecniche, mentre i motivi
decorativi delle tessere colorate fanno dimenticare l'esistenza delle pareti che si trasformano in questo modo in puri supporti
della decorazione. Lo spazio prospettico di alcune scene finge ancora degli ambienti che sembrano dilatare le pareti. Il
mausoleo imperiale accoglie soggetti aulici e realizzati da maestri di formazione classica.
Il Battistero degli ortodossi o Neoniano risale anch'esso alla prima metà del V secolo, ha pianta ottagonale con absidi sui 4
lati ed è coperto da una cupola con tiburio. L'esterno in mattoni è mosso da volumi di piccole absidi, dalle finestre centinate e
dagli archetti pensili separati da lesene. L'interno è suddiviso in 3 parti: le 2 parti inferiori comprendono un doppio ordine di
arcate che si sviluppano lungo gli 8 lati dell'edificio, mentre la parte superiore è costituita dalla cupola. Gli archi poggiano su
pulvini, elementi tipici dell'architettura bizantina, posti al di sopra dei capitelli e aventi la forma di un tronco di piramide
rovesciato. Le grandi arcate della zona mediana ospitano una triplice architettura in stucco: quella centrale è occupata dalle
finestre, mentre le 2 laterali accolgono figure femminili. Questa parte centrale simula un loggiato interno che, negli edifici
paleocristiani, e successivamente in quelli romanici e gotici, viene più propriamente chiamato matroneo perché è riservato
alle donne. Il naturalismo è la prima caratteristica di cui ci accorgiamo. Notiamo anche che il fondo dorato è tutt'altro che
naturalistico e dà l'impressione dell'inesistenza dello spazio. Per evitare che i contorni dei personaggi si perdessero contro
quel cielo irreale, l'artista li ha sottolineati con una decisa linea rossa.
• Periodo Ostrogotico (fino a 540)
Intorno al 505 Teodorico fece erigere la basilica di Sant'Apollinare Nuovo per il culto ariano della sua gente. Si tratta di un
edificio a 3 navate precedute dal solo nartece che in area ravennate viene più propriamente detto ardica. La navata centrale
termina in un'abside e le colonne dorate e il pulvino sorreggono gli archi. I mosaici appartengono ad epoche differenti.
Alcuni di quelli teodoriciani furono sostituiti in periodo giustinianeo, quando l'edificio fu consacrato al culto cattolico. Le
decorazioni musive dividono in 3 fasce distinte la parete della navata centrale. In quella inferiore alla veduta del palazzo di
Teodorico è mostrata in prospettiva ribaltata, mentre le contrapposte processioni di santi martiri e sante vergini evidenziano
alcuni dei caratteri dell'arte propria dell'impero d'Oriente. La fascia mediana ha riquadri tra le finestre che incorniciano
solide figure di santi. Per accogliere le proprie spoglie, Teodorico fece erigere un solido mausoleo in bianca pietra d'Istria,
che costituisce una rottura con le tecniche costruttive tradizionali basate sull'utilizzo delle laterizio ma che riporta alla mente
l'aspetto degli edifici monumentali di Roma. Sul basamento pianta decagonale con profonde arcate cieche, si imposta il
massiccio corpo sempre decagonale del piano superiore circondato da uno stretto ambulacro. Al di sopra di questo secondo
corpo un basso tamburo cilindrico sorregge una ciclopica cupola monolitica, formata cioè da un solo blocco di pietra, che
conclude la costruzione. All'aspetto imperiale e alle tecniche costruttive romane si sovrappongono decorazioni di gusto
barbarico, soprattutto nella cornice che si trova al di sotto della calotta. Si tratta di semplici disegni geometrici in
successione che costituiscono un motivo decorativo a tenaglia che nulla ha a che fare con le ornamentazioni classiche, ma che
a puntuali riferimenti alle creazioni dell'oreficeria gotica.
• Periodo Giustinianeo (dal 540)
Sotto il regno di Giustiniano l'impero d'Oriente visse un periodo particolarmente glorioso sia dal punto di vista politico e
legislativo sia artistico. La più importante opera architettonica della capitale Costantinopoli era la chiesa di Santa Sofia. La
chiesa di Santa Sofia è stata costruita tra il 532 e 537, ha pianta quasi quadrata ed è preceduta da un nartece. L'interno è
diviso in 3 navate di cui quella centrale ha una grande ampiezza. La copertura è costituita da un'immensa cupola emisferica
affiancata da 2 semi cupole. La cupola appoggia, attraverso i pennacchi, su 4 enormi pilastri fra i quali sono gettati degli
arconi. La cupola è circondata da una corona di 24 finestre che la fanno apparire come sospesa al di sopra di un anello
luminoso.
Un altro edificio importante da ricordare è la Basilica ravennate di San vitale fondata nelle 532 e consacrata nelle 547.
Questa basilica rappresenta più di ogni altra, nella città in cui si trova, un richiamo ai grandi esempi monumentali
paleocristiani e in particolare al San Lorenzo di Milano. La basilica di San vitale ha pianta ottagonale preceduta un tempo da
un quadriportico ma attualmente solo dal nartece a forcipe che si dispone tangente a uno spigolo dell'accentrata costruzione.
All'esterno la struttura risulta semplice essendo costituita di soli mattoni. Gli spazi sono ottenuti dalla conpenetrazione di
solidi geometrici elementari come i prismi, piramidi, cilindri e parti dicono. Le facce del corpo ottagonale esterno, rinforzate
da contrafforti che si inspessiscono in corrispondenza degli spigoli, sono divisi in una cornice in 2 parti corrispondenti al
doppio loggiato interno. Al centro si trova il tiburio che nasconde la cupola. All'interno è inscritto un secondo ottagono. Gli
ingressi sono 2 e si aprono su 2 lati adiacenti dell'ottagono esterno. Di fronte a uno di essi c'è il presbiterio seguito
dall'abside. A destra si trova il diaconicon, per la conservazione del pane e del vino consacrati, mentre a sinistra si trova la
proteis, per la conservazione dei suppellettili e per la preparazione delle funzioni liturgiche.

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