elettroacustica
PARTE 1
[1900→1950] CONTESTO STORICO-MUSICALE e
PRIME TECNOLOGIE ELETTROACUSTICHE
premessa Principi storiografici della musica elettroacustica
● telefonia
● fonografia (registrazione meccanica)
● carillon sofisticati
● organo a rullo (detto anche “organo di barberia” -
invenzione di Giovanni Barbieri del 1702)
● pianoforte meccanico (o “a rullo”) in uso nel 1800
Registrazione meccanica: il fonografo
registrazione
padiglione stilo di rullo
acustico incisione rotante
riproduzione
Riproduzione “indiretta” attraverso il fonografo
Alla fine degli anni 1920 si diffusero i primi juke box per ascoltare dischi a
pagamento.
Rapporti con l’industria discografica
incisore su disco in ceralacca
(Cecil Watts, ca 1947)
● efficienza dinamica
● risposta in frequenza tra 100 e 5000 Hz
La ricerca sul “microfono”
Nel 1938 Benjamin Bauer costruì, per conto dell’azienda Shure, il microfono
serie 55 che probabilmente è il primo microfono dinamico cardioide.
L’incisione stereofonica
Harvey Fletcher e Alan Blumlein
Ciò accadde nuovamente nel quadro complessivo della Seconda Guerra mondiale e
delle lotte di resistenza che ne conseguirono.
A Parigi il giovane ingegnere Pierre Shaeffer ebbe un ruolo non marginale nel
coordinamento dello forze di resistenza.
In tutto ciò, la radiofonia si rivelò, tra le altre cose, una grande risorsa
per la divulgazione e la promozione della cultura musicale.
La radio per la musica
Già nel 1926 il compositore tedesco Kurt Weill (1900‐1950) pensò a una “musica
radiofonica” (o meglio “radiogenica”) come “un genere artistico indipendente” di
valore equivalente alle altre arti…“una musica non semplicemente registrata su disco,
ma scritta per essere registrata su disco” (Henry Cowell)
Theodor Adorno (1903‐1969) osservò che, se si fosse limitata a diffondere solo musiche
“radiogeniche”, la radio alla fine avrebbe influito negativamente sulla cultura
musicale, lasciando morire quei repertori che “non passavano bene” per radio e che
richiedevano un ascolto più attento e impegnativo.
Una terza posizione, espressa dai “futuristi”, fu quella che avvertiva nella radio
possibilità artistiche del tutto originali, da accogliere con entusiasmo e ottimismo.
Filippo Tommaso Marinetti (1876‐1944), pubblicò il Manifesto della Radia auspicando lo
sviluppo di un’arte radiofonica, capace di determinare una “delimitazione e
costruzione geometrica del silenzio”
La radio per la musica
Il segnale sonoro registrato sulla pellicola era una sottile traccia ondulata
trasparente su fondo scuro, che in riproduzione veniva illuminata da una
lampada, la cui luce – modulata dall’andamento curvilineo della traccia –
colpiva la cellula fotoelettrica con luminosità variabile; la cellula infine
trasformava la mutevole intensità di luce in una debole corrente elettrica
che, debitamente amplificata, diventava suono.
Nel 1954 Varèse lavorò al GRM di Parigi, e nel 1957 fu allo Studio Philips di
Eindhoven per realizzare la sua unica opera su nastro magnetico, Poème
électronique (1957‐58).
Nel 1972 Pierre Boulez fondò l’IRCAM (Istituto di Ricerca Coordinata Acustica
e Musica), uno degli esempi più emblematici di quella collaborazione tra
musica e ricerca tecnologica auspicata da Varèse.
Linguaggio
musicale Oltre la nota
verso il suono
Tradizione occidentale: altezza e ritmo
Nei suoi lavori più avanzati, Varèse compone con i suoni, non con
le note, tanto da poter essere considerato il precursore
espressivo‐musicale più vicino agli sviluppi elettroacustici.
● A fine anni 1930, Varèse fece alcuni tentativi di
manipolazione di suoni incisi su disco grammofonico;
● nel 1953 ricevette in dono dall’amico Alfred Copley un
magnetofono Ampex modello 401A, con esso lavorò sulle
registrazioni che confluirono in Déserts (per fiati,
pianoforte, percussioni e nastro magnetico, 1954);
● Il Poème électronique (per nastro magnetico, 1957‐1958) fu il
suo più importante impegno con mezzi elettroacustici.
John Cage (1912-1992)
Negli anni 1940 Cage utilizzò molto strumenti a percussione ad altezza indeterminata,
e anche di strumenti “trovati”.
Molti furono i suoi lavori per pianoforte preparato (l’alterazione della vibrazione
meccanica delle corde del pianoforte mediante piccoli oggetti posti a contatto con le
corde stesse, in modo da snaturarne il timbro e modificarne altezza e timbro).
● 4’33” (1952)
Beatles
Era qualcuno che possedeva Era qualcuno che svolgeva Sempre più determinante
apparati tecnici che funzioni di intermediario / nelle scelte artistiche,
intendeva mettere a frutto fino a diventare
interfaccia tra musicisti e
autosufficiente,
rendendoli disponibili a tecnici nello studio di riconosciuto come “autore” e
musicisti che volevano registrazione. Tale figura detentore di una propria
promuovere il proprio alla fine ha assunto il personalità artistica,
talento. espressa nel chiuso dello
ruolo di un vero e proprio
studio, senza strumentisti,
Sam Phillips (1923-2003) collaboratore artistico.
solo con mezzi elettronici.
negli anni 1950 era
Teo Macero (1925‐2008) fu Accadeva anche che musicisti
proprietario degli studi Sun
Records di Memphis, determinante nella ideazione assumessero le funzioni di
responsabile di produzione di montaggi e interventi produttore diventando
creativi nel disco Bitches responsabili della
in studio, e promotore di
lavorazione in studio (Metal
musicisti e di repertori brew di Miles Davis machine music di Lou Reed)
musicali
Influenze con la composizione strumentale e vocale
A metà anni 1970 Gérard Grisey (1946‐1998), Hugues Dufourt (1943), e Tristan Murail
(1947), giunsero a usare l’orchestra per “comporre lo spettro” del suono.
PROSPETTIVE
nei laboratori dagli anni
1950 alle esperienze
tecniche e creative
Sviluppi ulteriori degli realizzate negli anni 1960
studi pionieristici e 1970.
...a Parigi negli anni 1960
Nei primi anni 1960, alcuni dei compositori che erano stati in precedenza tra i più
attivi al GRM, entrarono in conflitto con Schaeffer e interruppero la loro
collaborazione al GRM.
● Nel 1958 Pierre Henry fondò un suo centro privato (studio APSOME) compose
soprattutto musiche per il cinema, per il teatro e per la danza (Variations
pour une porte et un soupir (1963‐1965)), lavora con Meurice Béjart ed Eliane
Radigue (Jouet électronique, 1967; Elemental I, 1968).
● Iannis Xenakis si allontanò per l’esigenza di adottare mezzi informatici a
scopi compositivi e anche per i contrasti seguiti alla contestazione di Bohor
(1962) da parte di Schaeffer.
● Luc Ferrari, dopo aver realizzato alcuni lavori di musica concreta (Étude aux
sons tendus, 1958), fece scelte artistiche particolari e incompatibili con i
“comandamenti” di Schaeffer; nel 1963 lascia il GRM e inizia un nuovo percorso
di lavori basati su registrazioni all’aperto (Hétérozygote (1964‐65); ciclo di
brani intitolati Presque Rien).
...importanti compositori si consolidano al GRM
A metà anni 1950 Pierre Henry aveva usato oscillatori elettronici per
alcuni suoi lavori, ma al tempo ciò costituì solo un’eccezione alla
norma. Il primo a usare assiduamente mezzi di sintesi fu Bernard
Parmegiani in un lavoro acusmatico intitolato L’oeil écoute (1969)
Alla fine dei 1960, sotto la direzione di François Bayle lo studio di
Parigi conobbe importanti rinnovamenti tecnici:
● si dotò di sintetizzatori commerciali (Moog) e di costruzione
propria (sintetizzatore di Coupigny)
● si iniziò ad operare con un mixer a ventiquattro canali
Si poterono produrre progetti di ampie dimensioni temporali, con
significativa eterogeneità di materiali sonori.
Estensione temporale: arrivano gli LP
Negli anni 1970 anche François Bayle (1932) si impegnò con brani di
ampie dimensione formali organizzati come cicli di brani raccolti sotto
un titolo comune.
Dopo molti anni in cui al GRM si erano composti soprattutto brevi
“studi” (études), lavori come Grande polyphonie (1974), mostravano
un’esigenza di conquistare una dimensione di ampio respiro formale.
La realizzazione di lavori “lunghi” fu incoraggiata anche dalla
diffusione del disco LP, al quale compositori come Bayle e Parmegiani
aderirono per favorire la circolazione della loro musica.
Andavano producendosi alcuni lavori più o meno sviluppati tenuti
insieme da un’idea unitaria che li collega (in pratica degli album!)
Estensione spaziale: le orchestre di altoparlanti
Nel 1976 Luciano Berio (1925-2003) realizzò Chants paralléles, per solo nastro
magnetico, fatto di materiali vocali e strumentali e di materiali da
sintetizzatori.
Nel 1974 Denis Smalley (1946) compose Pentes, portò le esperienze musicali
della “scuola acusmatica inglese” e degli approfondimenti teorici da essa
derivanti (On sonic art di Trevor Wishart, prima edizione 1985)
attività del GRM
● blocchi di memoria
● operatori logici
● porte di ingresso e di uscita
“Effetti” del transistor
Alla fine degli anni 1970 Rupert Neve lavorò alle prime
forme di mixer a controllo digitale.
Centri impegnati sul controllo in voltaggio
esecuzione di Mikrophonie I di Stockhausen sistema delay per Solo di Stockhausen (realizzazione Istituto di Sonologia di
(Metz, 1973) Utrecht, 1967)
Esempi di live electronics
...explosante‐fixe... di Pierre
Boulez per ensemble da camera ed
elettronica dal vivo (1972)
Esempi di live electronics
● Processi generativi
○ Pepscillator costruito da David Tudor e Gordon Mumma per l’Expo di
Osaka nel 1970
○ Wave train (piano resonances and feedback) di David Berhman (1966)
○ Quintet (sistemi di ampli in feedback) di Hugh Davies (1967‐1968)
○ serie Nimb (es. Nimb #1) (no-input mixer) di Toshimaru Nakamura (anni
2000)
Esempi di live electronics
● brani “antichi”
○ Imaginary landscape n.1 di John Cage (1939) e Still point di Daphne Oram
(1949) (strumenti tradizionali, manipolazione di giradischi)
● Manipolazione di magnetofoni e nastri magnetici
○ Gordon Mumma: “live performance [...] using tape as a means of storage and
retrieval of sound”, primi anni 1960; Megaton for William Burroughs (1965)
○ Domenico Guaccero, uso “performativo” del nastro magnetico: materiali
preregistrati su nastri poi montati e/o mixati in concerto
○ Rozart mix (1965) di John Cage (pubblico partecipa al remix)
○ Paraboles‐Mix (1972) di Henri Pousseur
○ IV Felix Regula (1997) di Roberto Doati
○ MAP/1 e MAP/2 (1969), di Jon Hassell (l’esecutore o un ascoltatore gestisce
manualmente le testine di lettura del magnetofono)
MATERIALI DI
ASCOLTO
(seconda annualità)
2.1. Sviluppi diversi negli anni 1960
1. P.Schaeffer Étude aux Object Sonores (n.1, Objects Exposés) (1959, 1971),
GRM
2. P. Schaeffer La triedre fertile (1975), GRM
3. Francois Bayle L’oiseau chanteur (1963), GRM
4. Bernard Parmegiani - Matiere induites (da De Natura Sonorum, 1974-75), GRM
5. K.H.Stockhausen Telemusik (1966), NHK Tokyo
6. York Holler Horizont (1971) WDR
7. Aldo Clementi Collage 2 (1962), Studio di Fonologia RAI
8. Luigi Nono Contrappunto dialettico alla mente (1968), Studio di Fonologia
RAI
9. K.H.Stockhausen Hymnen (n.2 e n.3 della Region I) (1966-67), WDR, Niccolò
Castiglioni Divertimento (1961), Studio di Fonologia RAI
10. Ivo Malec Reflets (1961) GRM
2.5. Sviluppi della computer music