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Lezione 7

Storia della stampa musicale


(parte 2 di 3)

Metodologie e tecnologie per l'editoria musicale – Prof. Luca A.


Ludovico
Innovazioni tipografiche

• Le prime applicazioni della tipografia in ambito


musicale sono di poco successive all’invenzione della
stampa a caratteri mobili (si veda la scorsa lezione).

• I risultati, però, non risultano sempre soddisfacenti né


eleganti da un punto di vista estetico.

• In questo campo, le principali innovazioni e un netto


avanzamento nella qualità dei risultati si devono a
Ottaviano Petrucci (Fossombrone, 18/6/1466 – Venezia,
7/5/1539), editore musicale e primo stampatore di
musica in Italia.

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7. Storia della stampa musicale
Ottaviano Petrucci

• Nel 1490 Petrucci si reca a Venezia per studiare le tecniche


tipografiche su testi tradizionali e ideare un metodo per la
stampa di musica con i caratteri mobili.

• Anche se la tipografia in musica è antecedente, è il primo a


inventare un completo sistema di notazione mensurale a
stampa e un metodo di impressione che gli permette di
pubblicare volumi di estrema perfezione ed eleganza.

• Nel 1498 ottiene dalla Signoria di Venezia il privilegio


esclusivo di stampare e vendere musica per voce, organo e
liuto nella Repubblica di Venezia per 20 anni. In tutto
stampa almeno 43 titoli musicali tra il 1501 e il 1509. Nel
1511 torna a Fossombrone e continua la sua attività fino al
1520.

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7. Storia della stampa musicale
Stampa di Petrucci custodita presso il Museo della Musica di Bologna (1501-1519?)

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7. Storia della stampa musicale
Eleganza nella stampa

• Petrucci tende a imitare l’elegante stile di notazione che


fioriva alla fine del Quattrocento. In questi manoscritti,
l’impaginazione e l’aspetto esteriore erano importanti
quanto il contenuto.

• Le caratteristiche di eleganza e perfezione che Petrucci


vuole ottenere lo portano a ripensare alla distribuzione del
materiale tra le impressioni: non deve più seguire la pratica,
già in uso per i libri liturgici, di stampare il testo insieme
alla notazione musicale.

• Soluzione (brevettata presso la Signoria veneziana): ripartire


gli elementi della pagina tra differenti impressioni. Egli
smette di stampare musica e testo insieme, potendo così
creare eleganti caratteri musicali che replicano le
caratteristiche verticali della notazione manoscritta.

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7. Storia della stampa musicale
La tripla impressione

• Nei suoi primi libri, ad esempio l’Harmonice musices


Odhecaton del 1501 – prima raccolta di musiche
interamente stampata con caratteri mobili – Petrucci
adotta la tecnica della tripla impressione.

• Ciascun foglio passava sotto il torchio per tre volte:


o una per i righi,
o una per le note,
o una per il testo.

• Si trattava di un lavoro impegnativo, ma la


manodopera costava meno della carta e si continuò a
fare così per buona parte del Cinquecento.

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7. Storia della stampa musicale
La doppia e la singola impressione

• Petrucci capisce presto di poter stampare il testo insieme


ai righi, e si serve di questa procedura a due impressioni
fino alla fine della propria carriera.

• Più avanti si afferma la stampa a singola impressione, con


righi e notazione insieme. Il tempo impiegato nella
preparazione e nella stampa dei caratteri musicali viene
dimezzato, il processo di impaginazione e di formato viene
sistematizzato, e vengono introdotte tecniche che
risparmiano in manodopera.

• Il primo esempio noto è un folio isolato stampato da John


Rastell a Londra verso il 1523, ma il più influente
sviluppatore di questa tecnica è Pierre Attaingnant, attivo
nell’area di Parigi.

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7. Storia della stampa musicale
Orientamento della pagina

• Petrucci decide di stampare i libri in formato oblungo (in


orizzontale, landscape). Anche se i manoscritti del nord
Europa di cui copia la notazione sono quasi tutti in
verticale, nel nord Italia il formato oblungo sta prendendo
piede nell’uso privato proprio negli anni in cui Petrucci sta
decidendo il proprio stile di stampa.

• Petrucci mantiene il medesimo formato anche quando


comincia a pubblicare libri-parte (nei quali la musica per
ciascuna parte si trova su libri separati). Questo genere di
libro era quasi sempre in formato verticale, caratteristica
che diventa lo standard per molta musica a stampa italiana
dopo il 1540, ma a Petrucci non conviene cambiare tecnica
di lavorazione, perciò continua a stampare in formato
oblungo.

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7. Storia della stampa musicale
Impaginazione a libro corale

• Un’altra caratteristica seguita da Petrucci:


l’impaginazione a libro corale.
Sono detti libri corali i codici liturgici di formato massimo che servivano
nelle chiese cattedrali e nei monasteri per gli uffici quotidiani del coro,
collocati sopra grandi leggii.

• Le varie parti, da eseguire simultaneamente, sono


poste ai diversi angoli dell’apertura di pagina.

• Ad esempio, la voce di superius o cantus è posta sopra


a quella di tenor sulla pagina sinistra (il verso),
mentre l’altus si colloca sopra il bassus sulla pagina di
destra (il recto).

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7. Storia della stampa musicale
Impaginazione a libro corale

superius o cantus (contr)altus

tenor bassus
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7. Storia della stampa musicale
La rivalità con Andrea Antico

• Tra il 1501 e il 1509 Petrucci pubblica quasi cinquanta


edizioni di musica, potendo lavorare praticamente
senza concorrenza.

• Nel 1510 si afferma il suo primo rivale: Andrea Antico.


Petrucci usa i caratteri mobili, Antico la xilografia.

• Le due tecniche corrispondono a due modi di pensiero


diversi. Petrucci cerca di disegnare le note come
fossero delle lettere, strutturandole in caratteri
tipografici, Antico le considera come parte di un unico
progetto grafico intagliato in un blocco di legno.

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7. Storia della stampa musicale
Caratteri mobili vs. xilografia

• Nella xilografia si conservano i blocchi per un’eventuale


successiva edizione, cosa che non è possibile nella stampa a
caratteri mobili, in cui i tipi vengono recuperati.


vantaggi
Di conseguenza, la tipografia è pensata per stampare meno
copie, all’incirca quelle che occorrono. Era molto importante ai
tempi valutare il numero di copie da stampare, dato l’elevato
costo della carta. e
• svantaggi
I blocchi predeterminati fanno risparmiare tempo e denaro nel
caso di successive edizioni, ma comportano grandi difficoltà nel
caso di errori da correggere o di miglioramenti nella impagina-
zione e nella spaziatura. Con la stampa a caratteri mobili,
invece, si possono apportare correzioni in ogni fase del processo.

• Per almeno quarant’anni questi due modi di pensare sulla


notazione musicale e come stamparla coesistettero, offrendo
ciascuno determinati benefici.
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7. Storia della stampa musicale
Caratteri mobili vs. xilografia

• Inoltre, diversi repertori fanno propendere per l’una o per


l’altra tecnica:
o la xilografia è particolarmente utile nella musica per
tastiera, dati i problemi nell’uso dei caratteri nella
stampa degli accordi e di note di differente durata;
o per la polifonia vocale, invece, molti stampatori
preferiscono la tipografia a doppia impressione. Infatti,
pur essendo polifonico il contesto complessivo, ogni
parte/voce è monodica quindi non prevede situazioni
accordali o poliritmie su un solo pentagramma.

• Con l’avvento della tecnica di stampa a singola


impressione, la xilografia perde gran parte delle proprie
prerogative.

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7. Storia della stampa musicale
Impressione singola

• Nell’impressione singola, le pagine musicali vengono


assemblate in una sola volta, come si faceva nella
tipografia tradizionale per le pagine di testo ordinario.
• I caratteri musicali vengono creati come i caratteri
letterari. Su un blocco di acciaio (punzone) viene inciso il
carattere desiderato, ad esempio le cinque linee del
pentagramma, poi questo viene impresso su una lastrina di
rame creando una matrice e dalla matrice si ricava per
fusione il tipo da assemblare.

• Il carattere musicale (font), inteso come serie completa di


glifi relativi a un insieme di matrici, comprende numerosi
esemplari (caratteri singoli). Ciascun carattere singolo
rappresenta una nota distinta per posizione e valore ritmico
sul rigo, col suo segmento di rigo associato.

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7. Storia della stampa musicale
Impressione singola

Il simbolo su pentagramma
può essere composto anche
unendo tipi «parziali», ad
esempio singole linee, fino a
ottenere la nota nella
posizione desiderata.
Si tratta del cosiddetto
nested type o bonded type.

Oltre alle note, esistono caratteri per le chiavi, le armature, i


segni mensurali, le righe vuote, le lettere di testo, ecc. Vengono
creati anche spazi orizzontali di varie estensioni in modo da
poter separare le note come richiesto dall’impaginazione.

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7. Storia della stampa musicale
Impressione singola

• Alcuni tipi di caratteri musicali possono


avere scopi molteplici a seconda di dove
vengono usati. Per esempio, una data figura
ritmica nel quarto spazio su un rigo di
cinque linee si può invertire nel primo
spazio del rigo, assumendo una differente
altezza (dipendente anche dalla chiave
iniziale).

• I caratteri per le intavolature a singola impressione


funzionano con analoghi principi, più semplici da creare per
via dell’assenza delle note musicali, ma più difficili da
assemblare.

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7. Storia della stampa musicale
Assemblaggio della forma

• Gli esemplari di tipografia sono assemblati a specchio, da


destra a sinistra, e uniti in una forma.

• La pagina viene assicurata a una solida cornice di metallo


detta griglia per mezzo di cornici interne in legno regolabili
chiamate forniture e cunei (quoins) o, in certi casi, con un
meccanismo basato su dadi ad alette.

• La forma viene inserita nella stampatrice dalla quale si


estraggono i fogli per la correzione delle bozze. Una volta
apportate le eventuali correzioni, si procede alla stampa.

• Ulteriori correzioni possono avvenire durante la stampa


stessa.

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7. Storia della stampa musicale
Stampa della forma e collazione

• Il numero di pagine stampate a partire da una singola forma


dipende dal formato del libro: due per l’in folio, quattro per l’in
quarto, otto per l’in octavo, ecc.

• Ciascun foglio passa sotto la stampatrice due volte, sotto due


differenti forme, la prima per il fronte, la seconda per il retro;
questo foglio forma poi il fascicolo (di 4 pagine per il folio, 8 per
il quarto, 16 per l’ottavo, ecc.). Il foglio viene piegato e tagliato
prima di assemblare il volume e rilegato secondo le preferenze:
ciò avviene sia presso lo stampatore sia, più spesso, presso il
libraio.

• Per assicurarsi che le pagine finiscano nel giusto ordine è


necessaria una successione prestabilita sul fronte e sul retro del
foglio stampato; la corretta collazione – ossia impaginazione,
taglio e sequenza dei fascicoli – è supportata da indicazioni (Ai,
Aii, Bi, Bii, ecc.), numeri di pagina e altri segni di sequenza in
cima o a piè di pagina.
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7. Storia della stampa musicale
Problema

• Ogni singolo carattere tipografico può essere usato una sola


volta nella stessa pagina e una sola volta nello stesso lato del
foglio.

• Attenzione al caso di caratteri elaborati o molto evidenti da


riproporre su più pagine relative a una stessa matrice. E’ il
caso delle lettere capitali decorative. Infatti, è probabile
che tipi diversi, pur volendo raffigurare esattamente lo
stesso simbolo, presentino delle differenze.

• Per evitare ciò gli stampatori talvolta variavano l'ordine dei


brani; ciò può spiegare le apparenti incoerenze nella
successione dei brani in una data edizione.

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7. Storia della stampa musicale
Esempio

Con un formato in quarto, il


recto del foglio normalmente
contiene la prima, la quarta,
la quinta e l'ottava pagina
del fascicolo.

Considerando il caso
musicale di un brano per
pagina, se uno dei testi del
brano iniziasse con la stessa
lettera di un altro, sarebbero
necessarie due differenti
lettere capitali decorative.

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7. Storia della stampa musicale
Dopo la stampa

• Una volta che il numero di pagine prestabilito viene


stampato, la forma viene ripulita e aperta e i caratteri sono
tolti e riposti nei loro contenitori, raggruppati per
tipologia.

• A seconda del numero di stampe di una bottega e del


numero di addetti ai lavori, le forme possono essere
preparate in anticipo e i fogli condivisi tra più tipografi e
più presse.

• Esempio: il fronte di un foglio può essere stampato dalla


Pressa A e il retro dalla Pressa B, mentre A si prepara a
stampare il fronte del foglio successivo.

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7. Storia della stampa musicale
Ristampe e finte ristampe

• Le forme chiuse non vengono conservate a lungo, dunque


non esistono ristampe in senso stretto, anche nel caso in
cui il frontespizio rechi diciture come «nuovamente
ristampata» o simili.

• Ogni edizione successiva alla prima va ricostruita da capo,


quindi si tratta di qualcosa di diverso da ogni edizione
precedente.

• Unica eccezione: il caso delle «finte» ristampe, dove le


pagine stampate in fronte-retro di un’edizione precedente
sono collazionate con un nuovo frontespizio.
Motivi: tentativo da parte dello stampatore o dell’editore
di svuotare il vecchio magazzino o di dare l’impressione
che un determinato titolo sia molto richiesto.

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7. Storia della stampa musicale
Copie di una stessa edizione

• Non si può neppure garantire che ogni singola copia di una


edizione sia identica. Infatti, le interruzioni in fase di
stampa per le correzioni durante la tiratura (stop press)
non causano di norma lo scarto delle pagine già stampate.
Di conseguenza spesso accade che le copie di uno stesso
foglio siano differenti.

• Una volta ultimata la stampa, i fogli vengono assemblati,


ma questo accade senza prestare attenzione alle diverse
correzioni fatte durante l'impressione, quindi i fogli di
differenti stadi di stampa possono trovarsi distribuiti
variamente tra le copie.

• Risultato: spesso le varie copie di una singola edizione sono


differenti, e non è detto che le copie stampate per ultime
siano quelle «più corrette».

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7. Storia della stampa musicale
Nuovi stili di carattere

• Nelle prime forme di stampa della musica, solitamente le


teste delle note sono a forma romboidale o quadrata e le
stanghette partono dal centro della testa; questo stile
continua ad essere usato fino alla fine del XVII secolo,
quando viene sostituito da note con testa ovale o
arrotondata e stanghette a destra o sinistra, secondo il
gusto allora prevalente.

• Il primo artefice di questa innovazione è John Heptinstall a


Londra in Vinculum societatis or the Tie of good Company
di John Carr (1687).

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7. Storia della stampa musicale
Vinculum societatis

London: T. Moore and J. Heptinstall,


for John Carr (1691).

Facsimile digitale disponibile su


IMSLP.

Oltre alle teste delle note e ai


gambi, si osservino le chiavi, la
disposizione dell’armatura di chiave,
la presenza di travi.

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7. Storia della stampa musicale
Nuovi stili di carattere

• Solitamente le teste delle note erano a forma romboidale o


quadrata e le stanghette partivano dal centro della testa;
questo stile continuò ad essere usato fino alla fine del XVII
secolo, quando esso fu sostituito da note con testa ovale o
arrotondata e stanghette a destra o sinistra, secondo il
gusto allora prevalente.

• Il primo artefice dell’innovazione fu John Heptinstall a


Londra in Vinculum societatis or the Tie of good Company
di John Carr (1687).

• Le teste delle note, così come le code, sono fuse con parti
di rigo, gli stangoni hanno un’adeguata inclinazione e le
crome e semicrome successive sono unite assieme in
direzione ascendente o discendente.

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7. Storia della stampa musicale
New London character

• Nel 1699 William Pearson pubblica Twelve New Songs, una raccolta di
brani di diversi autori stampati soprattutto per diffondere il suo new
London character. Confrontandoli con i caratteri di John Heptinstall, si
può notare che questi ultimi sono più piccoli in scala e meglio fusi tra
loro.

• Due diverse versioni di stampa


dell’Orpheus Britannicus di Henry
Purcell. Sopra la prima edizione
(Londra, 1698) stampata da
Heptinstall; sotto la seconda
edizione (Londra, 1706) stampata
da Pearson.
Entrambe le versioni sono
disponibili su IMSLP.
https://imslp.org/wiki/
Orpheus_Britannicus
_(Purcell%2C_Henry)
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7. Storia della stampa musicale
I caratteri a mosaico

• Johann Gottlob Immanuel Breitkopf (Lipsia, 23/11/1719 –


28/1/1794) è un tipografo ed editore musicale tedesco.

• Egli studia un nuovo metodo di stampa a caratteri mobili.


Nel 1755 pubblica un Sonnet per dimostrarne la qualità.

• Nella sua visione, il corpo di tutti caratteri deve essere


della stessa grandezza, ossia un quinto delle dimensioni di
un rigo, e più caratteri servono a formare una nota o una
chiave (per esempio, una singola nota può essere formata
da tre o quattro caratteri).

• Poiché è solo l’unione di più caratteri che forma il simbolo


voluto, il metodo viene chiamato caratteri a mosaico
(mosaic types).
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7. Storia della stampa musicale
Il trionfo
della fedeltà

Maria Antonia
Walpurgis

Facsimile
digitale
disponibile
su IMSLP.

Leipzig: Giovan.
Gottl. Imman.
Breitkopf, 1756

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7. Storia della stampa musicale
I caratteri a mosaico

• Poco dopo Breitkopf, anche Fournier sviluppa un sistema in


cui i simboli sono tagliati in modo da poter formare cinque
differenti corpi di diverse dimensioni.

• Le minime, le semiminime, i quarti, le chiavi e gli altri


simboli della stessa altezza sono costituiti da un solo pezzo
(con incorporati segmenti di tre o quattro righi), invece
delle tre o quattro parti come nell’altro sistema.

• In seguito, molti altri stampatori ideano sistemi e caratteri


diversi per stampare con una singola impressione la musica
seguendo la strada dei caratteri a mosaico.

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7. Storia della stampa musicale
Difficoltà nella realizzazione dei tipi

• Se compariamo la complessità di creare alcuni caratteri di


testo con quella delle note per la doppia impressione, non
c’è paragone: le note sono in numero minore, più semplici
ed economiche.

• Creare i caratteri musicali per la stampa a singola


impressione, invece, presenta difficoltà:
o ogni altezza ha la sua posizione sul rigo (tanti tipi
quante sono le note, come altezza e valore ritmico);
o le linee del rigo devono essere tutte alla stessa distanza
l’una dall’altra in ogni carattere, così che i righi siano
formati da linee continue e parallele;
o i tipi devono essere realizzati con precisione ai bordi.

• I caratteri a mosaico parzialmente ovviano a questi


inconvenienti.
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7. Storia della stampa musicale
Formati di stampa e tecnologie

• Perché, agli albori della stampa, la musica viene prodotta


prevalentemente in formato di libro parte (ad es., per una
collezione di brani a 5 voci, 5 libri parte?

• Non solo per necessità legate all’esecuzione, ma anche per


il tipo di tecnologia adoperata: nella stampa a singola
impressione è difficile ottenere il preciso allineamento
verticale tipico delle partiture.

• Analogamente, volendo scrivere più parti su un solo


pentagramma, servono due o più note sovraimpresse su un
singolo rigo (a meno di non usare caratteri
specificatamente fusi). Questo crea problemi nella stampa
della musica per tastiera, in cui la questione non si può
aggirare usando libri parte.

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7. Storia della stampa musicale
Formati di stampa e tecnologie

• Verso la fine del Cinquecento si operano dei tentativi per


ovviare ai limiti delle stampe a singola impressione. La
tendenza verso l’ornamentazione virtuosistica richiede
un’espansione dei caratteri musicali consueti, andando a
includere valori più brevi.

• QUALE
Queste difficoltà rendono necessario un diverso strumento
di stampa.

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