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GIANCARLO CARDINI/PAOLO CASTALDI/DOMENICO GUACCERO/DANIELE LOMBARDI

BENIAMINO PLACIDO/SERGIO SALVI/GIANNI EMILIO SIMONETTI/DINO VILLATICO

SPARITO PRESO LA MUSICA DA VEDERE

IrfTCrito

IMPETVWJO J® MODERATO

VALLECCHI
La mostra «Spartito preso»
è presentata dall'Assessorato per la Cultura del Comune di Torino
nell'ambito della rassegna «Settembre Musica»
in collaborazione con l'Istituto di Storia dell'Arte della Facoltà di Lettere,
l'Istituto di Storia dell'Arte della Facoltà di Magistero dell'Università
degli Studi di Torino e con l'iniziativa CAMT.
L'organizzazione della mostra è opera
dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze

Per l'uso di frammenti di partiture da loro edite, si ringraziano


tutte le case editrici musicali citate nelle didascalie delle immagini.
Un ringraziamento particolare al Civico Museo Bibliografico Musicale
ed alla Biblioteca del conservatorio di musica «G.B. Martini»
di Bologna per il prestito delle opere che costituiscono in gran parte
la sezione «Notazioni dissidenti».
Si ringrazia Marina Brizziper l'aiuto alla redazione del catalogo;
Maurizio Nannucci per i materiali sulla Poesia Sonora;
Franco Masotti per i materiali sulla musica americana degli anni 60/70
e Paola Bortolotti per alcune notazioni curiose dell'Ottocento.
Grazie anche ai prestatori di opere originali, tra i quali vogliamo
ricordare: Paolo Renosto, Christina Kubisch, Domenico Guaccero, Paolo Castaldi,
Gianni Emilio Simonetti, Maurizio Nannucci e Claudio Ambrosini.

Catalogo a cura di Daniele Lombardi.


Progetto grafico: Angelo Pontecorboli.
Foto di Nicolò Orsi Battaglini.
In copertina: D. Lombardi, «Tumbling tumbleweed»
per pianoforte (1980) © D. Lombardi
Giancarlo Cardini/Paolo Castaldi /Domenico Guaccero/Daniele Lombardi
Beniamino Placido/Sergio Salvi/Gianni Emilio Simonetti/Dino Villatico

SPARTITO PRESO la musica da vedere

Torino, Mole Antonelliana


26 agosto - 18 ottobre 1981

VALLECCHI
SPARTITO PRESO
INDICE

9 Spartito preso: a proposito della scrittura musicale contemporanea


di Daniele Lombardi
20 Contributo giuridico-costituzionale al problema della lettura
della musica scritta
di Beniamino Placido
21 L'utopia nelle nuove grafie musicali
di Giancarlo Cardini
22 Viaggio di ritorno alle nuove notazioni
di Paolo Castaldi
30 Appunti teorici sulla grafia musicale
di Domenico Guaccero
33 La de /notazione musicale: dieci aforismi
di Gianni-Emilio Simonetti
35 Itinerarium mentis ad inferum: parola, suono, scrittura
di Dino Villatico
38 II budino come cosmetico
di Sergio Salvi

MATERIALI

40 Notazioni dissidenti e curiose


54 Notazioni delle avanguardie storiche dei primi del Novecento

Notazioni dal 1945 ad oggi


66 Notazioni di azione
84 Notazioni di musica concettuale
102 Notazioni per la musica elettronica
110 Notazioni per il computer
116 Notazioni meccaniche e giochi speculativi della composizione
122 Notazioni di poesia sonora
128 Notazioni per azioni interdisciplinari
132 Notazioni supplementari
136 Notazioni tradizionali e trans/tradizionali
146 Notazioni a strutture mobili
155 Bibliografia
SPARTITO PRESO:
A PROPOSITO DELLA SCRITTURA MUSICALE CONTEMPORANEA

«... perché anche il silenzio si dipinge con i suoni». Il punto di partenza per una analisi corretta consiste nel pren-
(Denis Diderot) dere in esame il progresso di comunicazione musicale in cui i
protagonisti
autore — esecutore — ascoltatore
Gli anni Ottanta sono iniziati all'insegna di una interagiscono nei seguenti tre momenti essenziali e successivi:
trans/avanguardia che recupera forme ed espressioni
accettabili/piacevoli. Dopo trent'anni di enfants terribles, di 1. autore a. parte da un'idea musicale;
b. scrive un progetto compositivo.
ogni tipo di sperimentazione e di provocazione al limite di
un'autodistruzione, la New Wave dell'accademia dell'avan- 2. esecutore a. compie una analisi del progetto e, al corren-
guardia musicale europea si autodefinisce su posizioni Neoro- te dei segni convenzionali e delle tradizioni
mantiche, producendosi in compiaciuti arabescamenti orali immanenti all'opera, si prepara per la
postpost-raveliani. sintesi / esecuzione ;
Non si stupisca l'ascoltatore che si trova ad assistere a prime b. esegue la composizione.
esecuzioni in festivals di musica contemporanea se ciò che 3. ascoltatore a. ascolta la composizione;
ascolta suona come Mahler; inoltre in questo modo sia cultura b. compie un processo di appercezione che può
occidentale che cultura orientale battono gli stessi sentieri, consistere sia in un ignaro ascolto emotivo, sia
spinti dalla stessa motivazione di fondo di costituire opere con in un ascolto analitico di varia natura, a secon-
criteri gastronomici. L'industria della musica esige che il pub- da del tipo di opera e del bagaglio tecnico-
blico venga indotto a comprare e in questa ottica c'è sì anche la esperienziale che possiede.
provocazione, ma soltanto storicizzata e in una luce rassicuran- Anzitutto una considerazione: si può tranquillamente affer-
te, distanziata dalla proiezione storica che non la rende diretta. mare che quando ascoltiamo una musica percepiamo un ogget-
Si tenta una riformulazione dell'oggetto sonoro citando o rias- to sonoro che è diverso, in maniera duplice, rispetto al proget-
sumendo in toto il sistema tonale e forme passate, si gioca a na- to compositivo che lo determina. Premesso che la scrittura pre-
scondino con l'afasia (Webern-Cage) quindi con le sue cause suppone il suo spazio, che vincola l'azione stessa dello scrivere,
che tutt'ora potrebbero turbare i sonni tranquilli del composi- la transcodifica da idea di suono a una corrispondente cifratu-
tore. ra nello spazio grafico determina una prima metamorfosi per
Intanto continua fuori dagli spazi ufficiali della musica (Enti, la quale la partitura è un prodotto altro dall'idea, ma non bi-
conservatori etc.) un'altra sperimentazione, performances, sogna dimenticare che ne è anche l'unica manifestazione pos-
istallazioni e fermenti di vario tipo, alcuni confluiti in mixed sibile.
media, comunemente definiti teatro sperimentale. Tutte que- I suoni, scriveva qualche anno fa Paolo Emilio Carapezza, «so-
ste altre modalità di concepire la musica, appartenenti ad no inafferrabili fantasmi: le cose si afferrano, si ordinano, si
un'altra industria della cultura, più sofisticata ma anche più governano, ci si specula sopra e ci se ne appropria; ma i suoni
spiazzata, sono lontani dal consumo generalizzato (Radio, TV, evaporano da tutti i lati. Per questo è assai più difficile muo-
industria discografica etc.), ma sono anche un diverso meccani- versi nello spazio sonoro: è necessario, per controllarlo, tradur-
smo di occultamento, un gioco a nascondino con la storia me- lo in spazio visivo. Ecco perché bisogna notare la musica».
no compromesso con la buccia di banana del significante che il Si tratta comunque di una riduzione, dell'appiattimento di un
potere mette davanti a chi si incamminerebbe in un'altra dire- potenziale espressivo in un pattern con contorni precisi e limi-
zione. tati; spetta poi all'interprete il compito di far esistere una real-
Oggi dobbiamo cercare di definire uno spaccato delle avan- tà sonora vicina all'idea dell'autore. Scrive Busoni nel suo Ent-
guardie della seconda metà del Novecento avendo presenti wurf einer Aesthetik der Tonkunst, del 1906: Progetto di un’estetica
questi due modi di concepire la musica: Apollo e Dioniso sono dell’arte musicale
rimasti bloccati in qualche ascensore di Manhattan, ma il loro La notazione, la scrittura di pezzi musicali è, in primo luogo, un inge-
influsso è ancora avvertibile. gnoso espediente per fissare un'improvvisazione, onde poterla far rivi-
vere in un secondo tempo. Ma tra quella e questa intercorre lo stesso
Pensando all'inutilità di certa luce, si ha voglia di scendere in cantina. rapporto che intercorre tra il ritratto e il modello vivo. L'esecuzione
(Alberto Savinio) deve sciogliere la rigidità dei segni e rimetterli in movimento.

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Si ha poi una seconda trasformazione dell 'idea musicale al mo- questioni stilistiche non sono indicate nella notazione in modo con-
mento della esecuzione da parte dell'interprete che, pur realiz- clusivo e che il mio stile richiede una interpretazione. Questo è vero
zando una sonorizzazione il più possibile fedele al progetto e ed è anche il motivo per cui ritengo che le mie registrazioni siano sup-
al mondo espressivo dell'autore, si sovrappone ad esso con la plementi indispensabili alla musica stampata.
sua visione delle cose e questo produce differenze non sempre Lascio a chi vuole documentarsi l'ascolto, per esempio, del Ca-
piccole. Con il suo linguaggio analitico e metafìsicizzante, Bu- priccio per pianoforte e orchestra suonato dal nostro di cui esi-
soni individua nel suo Entwurf questa metamorfosi, schieran- ste incisione discografica.
dosi dalla parte di un arbitrio/licenza che è certamente frutto All'interno di questi due criteri antitetici c'è poi da tener pre-
della sua esperienza di interprete e virtuoso, certo il più grande sente una considerazione di fondo, che la precisazione del pro-
del suo tempo: getto è direttamente proporzionale al grado di precisazione
I legiferatoti (sic) però pretendono che l'esecutore riproduca la rigidità possibile consentito dalla fonte sonora cui è riferito. Non a caso
dei segni e considerano la riproduzione tanto più perfetta quanto più lo sforzo di precisazione è andato di pari passo col fiorire di una
si attiene ai segni. raffinata tecnica strumentale, mentre l'uso della voce umana
Quello che il compositore necessariamente perde della sua ispirazione non permette mandarinismi, in quanto strumento caratteristi-
attraverso i segni, l'esecutore deve ricreare attraverso la propria intui- camente individuale, sempre vario di tessitura e coloritura, che
zione. sfuggono ad una eccessiva codificazione preliminare.
Si ha una prova di questo ascoltando alcuni rari documenti so- - Sì - le risposi. - Quando ci saremo sposati, e cioè fra un paio di setti-
nori dove Debussy, Ravel, Granados, Stravinsky o Scriabin ese- mane, ci prenderemo le vacanze. Andremo nel Devonshire, fra le bru-
guono loro composizioni; spesso si rimane perplessi perché tra ghiere d'erica. Ma ben presto, cara, sentirete nuovamente il desiderio
taglio interpretativo e musica alla mano ci sono grosse diversi- di cantare. Cantare è la vostra stessa vita.
tà. E pur vero che molte volte sono rulli d'autopiano e quindi - La mia vita siete voi - mi disse, dopo un breve silenzio. - Ma forse an-
una non totale fedeltà riproduttiva, ma gli stacchi dei tempi e che il canto è parte della mia vita. Sì, un giorno, riprenderò a cantare.
certe intensità sono sicuramente quelle. Si vede quindi come Per quella notte dovetti lasciarla, e me ne tornai lentamente all'al-
bergo.
l'atteggiamento esecutivo può essere stato molto vario nel pas-
(Arnold Bennett)
sato; oggi poi il fenomeno si è accresciuto smisuratamente, da-
to che l'interrelazione autore interprete va dalla realizzazione Lancio una sfida a musicisti, critici, persone non esperte: affer-
di un progetto precisissimo che gli lascia a malapena spazio per mo che è impossibile poter distinguere dal solo ascolto il tipo
respirare ad un gioco liberamente improwisativo nel quale di notazione e quindi quale tipo di partecipazione esecutiva
l'autore non interviene che dando lui le regole, schemi a volte produce una qualsiasi composizione degli ultimi trenta anni.
molto semplici, semplici allusioni. Abbiamo opere come No- Capita così che non ci si possa accorgere della grande differenza
velletta, che Sylvano Bussotti scrisse su commissione della pia- che passa tra il decimo e l'undicesimo Klavierstùck di Karl-
nista Marie-Frangoise Bouquet, ma che nella recente versione heinz Stockhausen, ed ignorare così che mentre il decimo è un
fatta da Giancarlo Cardini, è giunta ad essere, come afferma lo progetto assolutamente prestabilito per tutta la sua durata fino
stesso Bussotti: al feticismo nei più piccoli particolari, l'undicesimo è costituito
da diciannove spezzoni diversi che l'esecutore suona in un or-
... L'omaggio a Giancarlo Cardini, operina quant'altra mai fertile dine che egli decide estemporaneamente.
nell'esempio di quanto la Paternità dell'interprete incomba nel susci- Si possono ascoltare opere di precisa codificazione pensando
tare ogni Creatura dell'Arte. che siano improvvisazioni, oppure improvvisazioni su schemi
Di segno diametralmente opposto si può assumere quest'altra come TV Koeln di John Cage o Memories of you di Cornelius
affermazione di Igor Stravinsky, che tende ad appiattire la so- Cardew [fig. 1] con l'idea di ascoltare opere con un progetto
vrapposizione dell'interprete quasi totalmente: preciso, e questo significa che non si afferra un aspetto ideolo-
gico molto importante con il quale l'autore si è mosso. E un
Ho detto spesso che la mia musica va «letta», va «ascoltata» ma non va po' come vedere alla televisione delle immagini di paesaggi
«interpretata». Continuerò a dirlo ancora perché in essa non vedo senza audio: non sappiamo se è un documentario sulla infan-
niente che richieda una interpretazione (sto cercando di essere immo- zia di Marino Moretti, o un reportage sullo stato di tensione al
desto, non modesto). Ma lei protesterà col dire che nella mia musica le

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C A in luce molto bene Umberto Eco in Apocalittici ed integrati
(Milano 1964, Bompiani, pp. 297-307), individuando nove di-
rette conseguenze a questo fatto, come lo scoraggiamento del
dilettantismo dove afferma che:
Mentre cresce il livello generale dell'alfabetismo e della cultura, decre-
sce il numero di coloro che sanno leggere la musica. A questo impove-
rimento può ovviare solo una educazione scolastica che tenga conto
della nuova situazione venutasi a creare in seguito alla diffusione del
disco.
Tutti sappiamo quale è la assenza della musica contemporanea
nel mondo della scuola dove c'è sì un processo notevole e posi-
tivo di alfabetizzazione musicale, ma dove si considerano tutte
le composizioni attuali con il termine sperimentazione, e come
tale rimandata ad un domani allorché l'allievo volenteroso se
ne occuperà da solo.
Da questo la necessità di una esposizione come Spartito preso,
un momento di contatto tra l'ascoltatore ed i progetti composi-
tivi, accostati in tutti i loro aspetti multiformi, non certo per-
ché chi non conosce la teoria musicale possa trarne una imme-
diata competenza, cosa assolutamente impossibile data la com-
plessità del sistema, ma per determinare una tassonomia di va-
rie modalità dei processi di comunicazione, quindi, sulla ba-
se della grafia, intuire con un certo fondamento, come si svol-
ge il rapporto autore-esecutore nel meccanismo di produzione
confine tra due paesi in procinto di entrare in guerra, o una sonora.
trasmissione ecologica sulla diminuzione della natalità dei bru-
chi, o un inserto filmato della Domenica Sportiva. Il compito dell'arte e della politica è di fare sognare la gente, di esau-
A questo punto si vede chiaramente come l'ascoltatore debba dire i suoi desideri, non permettendo tuttavia che si realizzino, di tra-
per forza assumere l'oggetto sonoro in maniera acritica, spesso sformare il mondo, di cambiare la vita; offrire una scena al desiderio
non al corrente del ruolo preciso dell'autore e dell'esecutore perché, lui, il regista, vi allestisca la sua recita fantasmatica. Bisogna
perciò rinvenire le operazioni comuni al sogno (o al sintomo) a
all'interno del processo di produzione dell'opera, a meno che quest'arte e a questa politica, ed esporle. Una simile esposizione è im-
non abbia la possibilità di riferirsi, anche se in maniera superfi- mediatamente critica. La critica è proprio ciò che resta da fare attual-
ciale, al testo. mente con l'arte (e la politica).
Nella musica degli ultimi trenta anni è veramente indispensa- (Jean-Francois Lyotard)
bile poter collocare in una precisa zona di competenze ciò che
Agli inizi degli anni Sessanta Stockhausen individuava, in uno
viene ascoltato, ma pur essendo eseguito un grande numero di
opere contemporanee un po' dappertutto, è molto difficile che scritto intitolato Musik und Graphik (cfr. «Darmstadter Beitra-
l'ascoltatore entri in contatto con la musica scritta. Il mercato ge zur Neuen Musik», Mainz I960), alcune tendenze di carat-
dell'editoria è concentrato sulla diffusione solo di pochissimi tere funzionale alla musica contemporanea, espresse tramite la
autori che sono presenti ovunque, in persona, in edizioni, in grafia:
esecuzioni, in dischi, mentre altri sono assolutamente ignorati, 1. scrittura di azione
con lo stesso meccanismo con cui si vendono i detersivi. D'al- descrizioni delle azioni da compiere per produrre il suono;
tronde i critici sono su posizioni più vicine alle agenzie pubbli- 2. scrittura di progetto
citarie che non a organizzazioni a tutela del consumatore. progetto in qualche modo cifrato, a volte autonomo, con la
Le persone sono sempre più lontane dalla produzione e l'av- possibilità, cioè, di essere svincolato dalla eventuale realiz-
vento della musica riprodotta ne è la causa principale; lo mette zazione;

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3. musica da leggere Sono stati fatti alcuni convegni sui rapporti tra scrittura e suo-
esclusivamente visiva, quindi senza realizzazione sonora, da no; va ricordato quello di Darmstadt, durante i corsi estivi del
essa completamente autonoma e realizzata con grafismi, 1964, al quale parteciparono, tra gli altri, anche Earle Brown,
ideogrammi o comunque con sistemi riferiti alla percezione Karlheinz Stockhausen, Mauricio Kagel, Gyorgy Ligeti, Aloys
visiva; Kontarsky e Sigfried Palm. Nel corso dei lavori emerse in piena
4. musica solo da udire luce la crisi della notazione tradizionale, le cui cause sono mol-
intraducibile in una notazione, pratica di tipo improwisati- teplici, dai nuovi strumenti elettronici con i loro parametri
vo; complessi, all'uso altro degli strumenti tradizionali in funzio-
ne dell'espansione timbrica. Era già in corso una sfrenata e
5. gradi intermedi di musica da leggere e da vedere
spesso gratuita ricerca semiografica all'insegna del personale e
un testo che fa da supporto alla esecuzione fisica in modo arbitrario, una specie di scalata alla torre di Babele di questo
che la comunicazione musicale avvenga contemporanea- drappello di avanguardisti. Nel corso dei successivi anni fu tale
mente tramite una analogia audio-visuale, oppure altri si- l'espansione di questo fenomeno, che ben venne nel 1972 un
stemi interdisciplinari non necessariamente analogici. successivo convegno, quello che si tenne a Roma, presso l'Isti-
Questa suddivisione fa il punto sulla serie di esperienze che tuto Italo-Latino americano, organizzato da Domenico Guac-
hanno caratterizzato l'avanguardia dal 1945 ad oggi, con quel- cero e Franco Evangelisti. Oltre a loro erano impegnati nei la-
la destrutturazione per cui lo specifico del suono è apparso co- vori Gino Stefani con una relazione di taglio semiotico e Jean-
me ammutolito, facendo prevalere il gesto esecutivo e lo stesso Jacques Nattiez con «La place de la notation dans la semiologie
segno del progetto grafico, con uno sconfinamento tea traliz- musicale» e tanti altri musicisti e musicologi tra cui Boguslaw
zante. Schaffer, Erhard Karkoschka, Robert Ashley e Cornelius Car-
Quando il tempo è stato sottratto ad una ritmica consequen- dew.
ziale, si è verificata la sua stessa contrazione, uno spasmo Karkoschka metteva in luce due problemi diversi, ma ambe-
dell'attimo e nell'attimo che ha trasferito la materia tipica del- due di fondamentale importanza: in primo luogo evidenziava
la musica a monte dell'oggetto sonoro, ad avvalorare una auto- la difficoltà insolubile di sintetizzare un nuovo Esperanto della
nomia del progetto grafico. Davanti a questa sclerosi del suo- scrittura musicale, che scegliesse tra tutti i segni arbitrari dei
no, e soprattutto davanti all'azzeramento della semantica vari compositori il meglio del meglio in quanto a funzionalità.
dell'intervallo (armonico o melodico che sia), si è aperto un La cosa apparve subito molto difficile da realizzare, in quanto
ventaglio di esperienze che ha visto una proliferazione di siste- l'allineamento ideologico che questa azione implicitamente ri-
mi di semiosi che non aveva precedenti nella storia della musi- chiedeva era assolutamente impossibile e non sperabile.
ca. L'interdisciplinarietà, costituita dalla fusione di segno + Il secondo problema era dettato dalla considerazione che al
gesto + suono ha avuto una vasta applicazione nel corso degli momento in cui lo statuto della comunicazione tra autore ed
anni Sessanta, che si è protratta negli anni Settanta con forme esecutore, la codificazione, ha trasformato le sue modalità,
diverse e conviventi con la pratica crescente dell'improvvisazio- confermando un'altra trasformazione più profonda, quella di
ne, a volte confluita nel free-jazz, a volte in una ancora più idea di musica, è nato il concreto problema di un pubblico im-
contaminata musica creativa. possibilitato a stare dietro alla proliferazione/esplosione/
disintegrazione dei linguaggi.
«Insomma, secondo lei ciò che vi è di politico nella musica è che essa Karkoschka proponeva l'uso di partiture d'ascolto, notazioni
non è politica?» di tipo supplementare per consentire all'uditorio una lettura
«Esatto». strutturale dell'evento in tempo reale. Il compositore tedesco
«Allora che cosa vede anzitutto come musica che 'si infischia del po- illustrava poi quei sistemi che secondo lui erano più precisi e
tere'?» razionali della notazione tradizionale, il Klavarscribo e l'Equi-
«Diciamo, in generale e oggi come oggi, la musica non scritta; com- ton\ queste specie di diagrammi non hanno però avuto una
preso ciò che non è scritto o ciò che è lasciato all'improvvisazione
dell'esecutore nella musica scritta. Ma in testa c'è ovviamente il FREE grande diffusione.
JAZZ». Riportava, come esempio, un frammento di Schizophrenie di
(Olivier Revault d'Allones) Martin Almstedt e lo metteva a confronto tra:

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1. notazione tradizionale [fig. 2\. 3. quella con durate proporzionali, meno tecnica ma più visiva
Ifig- 4]:

e due altre ed antitetiche convenzioni"grafiche: A questi esempi Karkoschka faceva seguire tre diverse notazio-
2. quella per Equiton, la più tecnica e precisa [fig. 3]: ni di un frammento del suo quartetto per archi Quattrologe-,

1. in notazione tradizionale \fig. 5]:


fc?

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2. in una notazione ideografica, di supplemento all'ascolto, Risulta evidente da questi tre esempi come ognuno di loro
che si basa su una analogia tra segno grafico-suono, una visua- adotta un sistema tendente a privilegiare una particolare fun-
lizzazione, sintesi spazio-temporale dell'evento \fig. 6\. zionalità: mentre il primo, in notazione tradizionale, è il mi-
gliore per una esecuzione, l'uso di una notazione grafica serve,
come abbiamo già visto, come partitura d'ascolto, mentre il
terzo ai fini di una analisi consente un rilevamento statistico
più agevole.
. In . -
' Parrebbe che l'aspetto assunto dalla grafia sia prodotto da mo-
tivazioni di carattere funzionale, è logico pensarlo, ma spesso
non è stato così perché a volte il compositore si è trovato a com-
si a, . ^^ i b piere più o meno coscientemente una sorta di speculazione.
L'esempio di questo è dato da alcune notazioni grafiche parti-
n colarmente eccentriche o da scritture volutamente complicate o
I P " "
addensate di indicazioni feticizzanti l'atto di scrivere.
Reginald Smith-Brindle si domanda, in The new music (Lon-
don 1975, Oxford Un. Press), se la parte solistica del flauto nel
finale .del Marteau sans maitre di Boulez, scritta in modo tradi-
zionale [fig. £]:
3. in uno sviluppo diagrammatico, nel quale altezza e durata
sono espresse in ascisse e ordinate \fig. 7]:

7
0] ti^ 0

non potrebbe essere invece scritta con un sistema proporziona-


le di durate [fig. 9]:

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agevolando l'interprete senza che il risultato sonoro cambi nel- c. December 1952 è una vera e propria pittografia, vagheg-
la sostanza. Il colpo d'occhio dell'interprete valuta la lunghez- giarne alcune composizioni di Piet Mondrian, che sviluppa
za delle note in base alla lunghezza del segno che le rappresen- l'analogia segno grafico-suono, con la possibilità di essere
ta, invece di contare il valore prescritto in modo tradizionale. E letto nei quattro versi del foglio \fig. 12];
un problema tutt'ora aperto, questo, dato che se è vero che da
una parte l'interprete suona con minore esattezza, può anche 1 12

essere più libero, e quindi rendere maggiormente espressiva la


sua esecuzione, restituendo da un'ottica più distante il senso
globale del pattern.
Si può avere un'idea precisa del problema prendendo in esame
una opera come Folio e Four Systems di Earle Brown, per orga-
nici varii. Questi otto fogli, riuniti in un album, scritti dal I
1952 al 1954, appaiono omogenei stilisticamente se ascoltati
l'uno dopo l'altro, ma la loro notazione è diversissima:
a. October 1952 è in notazione tradizionale \fig. 10];
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b. November 1952 («Synergy») è un tessuto fitto di linee, una MI
specie di pentagramma moltiplicato (che qualche anno do-
po ispirerà Sylvano Bussotti per Piano Piece forD. Tudor 4)
e su questa trama appare una costellazione di note [fig. 11]; d. MM 87 e MM 135-March 1953 \figg. 13-14] sono altre due
pagine scritte in modo tradizionale, come pure il successivo
Music for «Trio for five dancers» - fune 1953 [fig• 15];

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f. Four systems-January 1954 è scritto con un criterio analogo
a December 1952, nei due sensi di lettura come 1953 [fig•
17].

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e. 1953 è in notazione proporzionale e deve essere letto prima
nel senso di partenza, poi rovesciando il foglio; come un ce-
lebre canone di Mozart [fig. 16];
Rimane allora aperto il dibattito se, uscita dalla semantica con-
nessa con la tensione intervallare, la prassi compositiva non ab-
1 bia una entropia nel suo processo di comunicazione tale da
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rendere di linguaggio omogeneo operazioni espresse in modo
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così diverso. D'altronde molte persone passano il loro tempo
guardando la televisione con il comando a distanza sempre at-
tivo, saltando canale ogni minuto, vedendo tutto e nulla, ren-
dendo tutto equivalente.
Hojohe! Hallojo!
Hojohe! Hallojo! Ho! He!
Ho! He! Ja! Ho! Hallojo!
Ho! Johe! Hallohe! Hallohe!
(Richard Wagner)
Guaccero, nella relazione finale del Symposium di Roma,
giungeva ad una analisi delle tendenze compositive degli anni
Cinquanta-Sessanta abbastanza simile a quella di Stockhau-
sen, distinguendo cioè:
1. Scrittura d'azione;
2. Rivalutazione dell'interprete, non più esecutore, ma quasi
coautore (la scissione compositore-esecutore - aggiungeva
Guaccero - è segno della scissione del musicista e dell'uomo
come unità);
3. Grafismo musicale autonomo;
4. Gestualismo e connessione con eventi «teatrali»;

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5. Improvvisazione, e con questo inutilità della pagina scritta, 1. codice cifrato
perlomeno come intendiamo comunemente una partitura. si può definire così un sistema di segni convenzionali con
Si può tentare una analisi del mare magnum della produzione un preciso statuto più o meno complesso ma che definisce il
musicale contemporanea definendo quindi, parzialmente decorso della composizione in modo tecnicistico. Impone
d'accordo con Stockhausen e Guaccero, quattro diversi modi di quindi un lavoro di analisi sorretta dalla conoscenza di tutte
porre in relazione il suono con la scrittura musicale, che sono: le nozioni tecniche che il singolo tipo di scrittura implica. E
un esempio di questo codice la notazione tradizionale, ma
1. Scrittura di progetto lo sono anche, per esempio, i diagrammi per musica elettro-
come tale abbiamo anzitutto nica di Stockhausen e di Schaffer.
a. la notazione tradizionale e quella cui siamo tornati nel 2. codice visivo
corso degli anni Settanta, nella quale sono parzialmente notazioni per immagini, che sottendono una raffigurazio-
confluite le convenzioni arbitrarie, che può essere chiamata ne, o dell'evento sonoro, o dei gesti per produrlo, partendo
scrittura trans/tradizionale. da una analogia più o meno stretta tra scrittura e suono,
Si possono poi enumerare altre grafie che di volta in volta sempre di tipo arbitrario. Si ascrivono a questo tipo di codi-
saranno successivamente descritte: ce notazioni ideografiche inserite in diagrammi o conven-
b. scrittura di azione zioni spaziali diverse, come partiture circolari o con percorsi
che rientra di diritto nella progettualità e non costituisce, particolari, foto o disegni di azioni esecutive o di spazi dove
come sostenevano Stockhausen e Guaccero, un genere «a compiere le operazioni le quali possono essere più o meno
sé»; precisate in modo analogico.
c. progetti per la musica elettronica;
d. progetti per la computer music; 3. codice verbale
e. procedimenti meccanici di scrittura; definizione mediante testi linguistici di eventi sonori o del-
f . intavolatura; le istruzioni per realizzarli.
g. progetti di poesia sonora.
Naturalmente non possiamo considerare ogni progetto riferibi-
2. Musica da leggere e da vedere le strettamente né a uno solo dei tre codici, né ad una sola fun-
che consiste in scritture di progetti che sono destinati a ri- zione di questa tassonomia, perché molto spesso in una com-
manere nel silenzio fisico, mediante una percezione diver- posizione viene operata una contaminazione di forme e fun-
sa, oppure speculazioni metatestuali sulla scrittura: zioni tale da farla appartenere contemporaneamente anche a
a. progetti di musica concettuale; molte voci. Si può parlare in questo caso di notazione mista,
b. metanotazioni; anche se è da tener presente che in genere una caratteristica
c. progetti di poesia visiva. prevale sulle altre e questo costituisce il motivo della scelta
3. Gradi intermedi di musica da leggere, ascoltare e vedere che operata nel collocare l'opera in questione in una delle voci.
si veicolano attraverso forme eterogenee di comunicazione, Spiegel 11 per 55 archi di Friederich Cerha, per esempio, pur se
scritte con: scritto in notazione tradizionale con durate proporzionali, rea-
a. progetti per azioni interdisciplinari; lizza l'intento di un grafismo costituito da arabeschi di linee
b. progetti supplementari. ondulate che risultano dalla somma degli attacchi e stacchi dei
4. Musica solo da udire vari strumenti in partitura: lo sottende quindi una analogia
improvvisazione, e con questo inutilità della pagina scritta. visiva-uditiva \fig. 18].
Infiniti esempi di partiture miste sono rappresentati da tutta la
Bisognerebbe buttare nel dimenticatoio tutte le forme musicali che produzione per strumenti elettronici e strumenti tradizionali
abbiamo ereditato, non servirsi più di nessuna delle parole, di nessu- più o meno amplificati uniti insieme; si possono avere progetti
no dei termini tecnici usati finora. di musica concettuale che in parte divengono scritture d'azione
(Filippo Tommaso Marinetti) o confluiscono in spezzoni di scrittura tradizionale.
A livello di sistemi di codifica, si può ridurre ognuna delle fun- In genere è più comune l'eterogeneità di codici più che di fun-
zioni descritte ad uno dei seguenti tipi di codice: zioni, basti pensare alla notazione interdisciplinare che basa

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mi, non devono essere notati dall'orecchio: un suono si unisce o entra
in un altro, id est, non c'è ritmo di sorta, perché non si sente né l'ini-
zio né la fine del suono. Gli strumenti a cui si è pensato sono: campa-
ne avvolte con un panno o altro, arpe eolie, gusli, sirene, trottole e
così via. Naturalmente tutto questo dovrà essere studiato, ma a questo
proposito Marinetti propone che si vada insieme a Milano per qualche
giorno e che si discuta col direttore della loro «orchestra», e si esamini-
no tutti i loro strumenti.
(Sergej Pavlovic Djagilev)
Un aspetto importante ancora da trattare è costituito dalle no-
tazioni a strutture mobili, un atteggiamento inerente alla pras-
si compositiva e agito in varie scritture di progetto. Il principio
era quello di non precisare il decorso temporale dell'evento,
nei due seguenti modi:
a. con notazioni a blocchi intercambiabili, dei quali l'esecuto-
re decide la successione in modo estemporaneo;
b. con sezioni parziali o singole parti che vengano combinate
tra loro in modo variabile e non predeterminato, da diversi
esecutori.
Questo parziale do it yourselfhz rappresentato un momento
storico, una chiave di volta, dello scontro-incontro tra la fetici-
stica codificazione operata dai musicisti seriali e post-seriali
mitteleuropei e la concezione di alea che John Cage portò in
Europa traversando l'Atlantico agli inizi degli anni Cinquanta.
I funghi che Cage cucinò a Darmstadt fecero strani effetti:
Stockhausen cominciò a realizzare happenings, altri decisero di
costruire dei pezzi per un puzzle inesistente e così via.
Queste strutture mobili sono il sintomo che qualche cosa è
cambiato nel rapporto tra autore ed esecutore, perché deman-
dando a un interprete una autonomia di scelte si rivela una
perdita di fiducia nel decorso temporale dei suoni come qual-
che cosa di logico e consequenziale e, con questo sistema inter-
cambiabile, il ruolo di realizzatore dell'evento diventa una sor-
ta di co-composizione.
Da allora si sono ancor più radicalizzati due criteri che hanno
il» 1S909 ambedue teso a eliminare l'interprete: da una parte una moda-
lità ipertecnicistica ha trovato nel mezzo elettronico la possibi-
proprio la sua entità nell'uso di varie scritture insieme, destina- lità di maggiore controllo nella riproduzione dell'opera, realiz-
te a mixed media. zata direttamente dall'autore, dall'altra la musica per stru-
Mi è venuta un'idea geniale. Dopo trentadue prove della Liturgie, sia- menti ha vissuto l'avventura del progressivo avvicinamento alla
mo giunti alla conclusione che l'assoluto silenzio è morte... e che lo pratica dell'improvvisazione, rarefacendo il progetto e renden-
spazio etereo non è silenzio assoluto e non può esserlo. Il silenzio non do autore lo stesso interprete.
esiste e non potrebbe esistere. Perciò l'azione della danza deve essere
sostenuta non da musica ma da suoni, idest, colmando armonicamen- Nessuna arte umana può rappresentare con parole dinanzi ai nostri
te l'orecchio. La sorgente sonora di questa «colmatura» non deve esse- occhi lo scorrere di una massa d'acqua variamente agitata, secondo
re riconoscibile. I cambiamenti di queste giunture armoniche, o lega- tutte le sue mille onde, ora piatte e ora gibbose, impetuose e schiu-

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manti; la parola può solo contare e nominare scarsamente le variazio- costruttivo momento di informazione con un panorama esteso
ni, ma non può rappresentare visibilmente i trapassi e le trasformazio- a tutti i generi di sperimentazione nella musica d'oggi, evitan-
ni di una goccia con l'altra. do così quella discriminazione cui prima accennavo.
E ugualmente avviene con la misteriosa corrente che scorre nelle pro- C'è da riflettere ancora una volta sulla bizzarria del destino di
fondità dell'anima umana: la parola enumera, nomina e descrive le un'opera d'arte e domandarsi se la storia della musica, anche e
trasformazioni di questa corrente, servendosi di un materiale a questa soprattutto quella contemporanea, non corra il rischio di di-
estraneo; la musica invece ci fa scorrere davanti agli occhi la corrente ventare menzognero patchwork cucito da critici con il metro in
stessa. Audacemente la musica tocca la misteriosa arpa, e traccia in tasca di sterniana memoria.
questo oscuro mondo, ma con un preciso ordine, precisi e oscuri segni
magici, e le corde del nostro cuore risuonano, e noi comprendiamo la Lo spaccato di una realtà come quella di oggi si presenta, al di
loro risonanza. là di troppo avventati e precoci criteri assiologici, molto più
(Wilhelm Heinrich Wackenroeder) complesso ed articolato e denso di presenze che, ritenute mar-
ginali, creano sottili tessuti connettivi con altre famose, contri-
L'impressione che si ha da tutte le notazioni, visitando una buendo anonimamente alla costituzione di stili che sono sol-
esposizione come Spartito preso, è analoga a quella che prova tanto la punta affiorante di icebergs sommersi.
l'archeologo penetrando dopo millenni nella tomba di un fa- Professore, le punte dell'iceberg sono fenomeni buoni o cattivi, o
raone. Molte di queste partiture, dopo una prima esecuzione neutri? Come comportarsi correttamente, ideologicamente, quando
dove spesso gli esecutori erano più numerosi del pubblico, so- se ne vede una? Approvare? Rimproverare? E nel pubblico o nel priva-
no sparite dalla circolazione e, stampate o manoscritte, sono to, fa differenza?
quasi introvabili, mentre altre sono in tutti i posti dove si cer- (Alberto Arbasino)
cano le prime: provare per credere. Daniele Lombardi
Auspico che con questa iniziativa si renda possibile per tutti un Firenze, dicembre 1980

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CONTRIBUTO GIURIDICO-COSTITUZIONALE
AL PROBLEMA DELLA LETTURA DELLA MUSICA SCRITTA

Non sorprenderà nessuno, anzi farà piacere a tutti, che si co- Con due conseguenze. La prima: si può ben dare il caso di una
minci con una citazione di Sandro Pertini. Punto di riferimen- Legge bella, e mai applicata, così come si dà il caso (questa mo-
to per tante cose, il nostro Presidente della Repubblica può stra lo dimostra) di notazioni musicali belle (o almeno poten-
ben esserlo anche per il problema di «come si legge» (una for- zialmente belle) come un quadro di Klee, di Kandinsky.
mula matematica, un disegno di legge, uno spartito musicale). Bellissime per esempio le Leggi fasciste degi Anni '30 sulla bo-
Anzi lo è stato, con molta (anche se controversa, discussa) au- nifica integrale. Anzi perfette. Prevedevano perfino l'espro-
toritevolezza quella sera del dicembre scorso quando si affacciò priazione per i proprietari inadempienti all'obbligo di bonifi-
in televisione per porre il problema di una certa Legge sulle zo- care le terre. Mai applicate.
ne terremotate di cui lamentava la mancata applicazione. E i vari abbozzi di Legge sulla programmazione? Così belli da
Il Presidente Pertini rivelava in quella circostanza una conce- farsi facilmente definire «Libro dei sogni». Mai realizzati.
zione giustamente indignata e «dantesca» della nostra produ- La seconda conseguenza è che non ci sono limiti, in realtà, al
zione legislativa («Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?»). lettore-interprete dello spartito musicale o della «Gazzetta Uf-
Si può fare un passo avanti rispetto all'indignazione (sacrosan- ficiale». O della Legge delle Dodici Tavole.
ta) del Presidente Pertini? Sì: in direzione di una concezione Se dei lettori-esecutori di musica si può dire quello che la Co-
«kelseniana» della Legge (e del leggere). stituzione dice dei giudici (e cioè - articolo 101 - che «sono sog-
Da Kelsen, il giurista viennese (dove, se non a Vienna potreb- , getti soltanto alla Legge»: non al potere esecutivo, nemmeno al
be essere nato un intellettuale capace di inventare una teoria Ministro della Giustizia, nemmeno al Presidente della Repub-
interessante sia il Codice civile che i codici musicali?) che ha blica); se della Associazione degli esecutori di musica (ce n'è
proposto - ed imposto - alla cultura giuridica del '900 la sua una?) si può dire ciò che la Costituzione dice della Magistratu-
«Stufentheorie». ra (e cioè - articolo 104 - che essa «costituisce un ordine autono-
«Stufe» in tedesco vuol dire «scala», anche «scala musicale» mo e indipendente da ogni altro potere») allora può accadere
(«stufenfolge»). Ma la teoria di Kelsen non è una teoria delle anche che un giorno un esecutore di musica sia rapito («exem-
scale, è una teoria degli scalini, dei gradini lungo i quali la nor- plum fictum», esempio astratto, naturalmente) e che tutti gli
ma giuridica deve discendere (senza necessariamente atteggiar- altri esecutori decidano - senza dar conto a nessuno - che musi-
si alla Wanda Osiris) per arrivare fino a noi. ca suonare nei confronti dei rapinatori.
Non è vero che la Legge c'è e che bisogna soltanto por mano ad Voglio dar voce al senso di disagio che deve attraversare chi vi-
essa. La Legge non c'è, se qualcuno non ha posto mano ad essa. sita questa mostra. Perché è vero - ce lo hanno insegnato in
Anzi, se tutti quelli che possono e debbono non se la sono pas- questi anni Massimo Cacciari e gli altri studiosi della Grande
sata di mano, di gradino in gradino. Vienna - che c'è stato un terremoto culturale, la «crisi dei fon-
E quella Legge lì che sta scritta a chiare lettere nella «Gazzetta damenti», contemporanea e parallela alla crisi dell'Impero
Ufficiale», a grandi lettere sulle Dodici Tavole? Ma non è anco- austro-ungarico.
ra stata scritta, dice Kelsen. Perché non è vero che è il Legisla- È vero che non ci sono più né panorami definiti, né certezze as-
tore (e sia pure Mosè, e sia pure un Parlamento liberamente solute, né leggi ferme. Ma percorsi erratici. Ma linguaggi auto-
eletto dal popolo) a scrivere le Leggi. nomi e arbitrari.
La Legge la comincia a scrivere, sì, il Legislatore, ma poi la con- Però è anche vero che nonostante tutto questo c'è un fortissimo
tinua a scrivere il Ministro che detta il regolamento di esecuzio- bisogno di certezze, c'è una fortissima aspirazione alla Legge.
ne, il Magistrato che la applica nei casi controversi, la Corte È un paradosso che conoscono benissimo tutti i lettori di Kaf-
Costituzionale che ne valuta la congruenza con la norma costi- ka. Dove si respira insieme l'assenza di una Legge, e la presen-
tuzionale. za incombente ossessiva della Legge.
E come «concorrono» queste persone, queste istituzioni a scri- Tant'è vero che Massimo Cacciari, che della decadenza vienne-
vere le Leggi? Ma, ciascuno con il suo grado (o gradino) di li- se è un appassionato studioso, e un fine musicologo, e un col-
bertà, di discrezionalità, sennò che «concorso» sarebbe? laboratore di Luigi Nono, sta in Parlamento. Fa il Legislatore.
Ma pare evidente che tutto questo si può tranquillamente ap- E prepara - a quanto è dato sapere - un libro sulla Legge.
plicare al rapporto fra lo spartito musicale e chi lo legge, e chi
lo interpreta. Beniamino Placido

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L'UTOPIA NELLE NUOVE GRAFIE MUSICALI

Nella pura contemplazione sinestetica il suono-segno delle gra- all'opera, attraverso l'atto estemporaneo di traduzione sonora
fie musicali «altre» si realizza nella sua radicalità più strenua, dell'interprete o dello stesso autore, di incarnarsi in sembianze
vivendo esso interamente nel mentale, e mantenendo perciò ir- ogni volta differenti, sfuggendo così alla cristallizzazione di
risolte le sue pregnanti anfibologie, il suo non facilmente tra- un'unica fisionomia per lasciarsi invece plasmare in leggere, ef-
ducibile senso; e questo proprio rinunciando a non essere altro fimere forme, scomparenti nell'attimo stesso del loro manife-
che apparenza inafferrabile, labile barbaglio, offrendosi alla starsi, non desiderose di essere impacchettate e trasmesse alla
percezione come tracciato simbolico di masse, volumi, densità, storia, e sempre pronte a rinascere.
gesti, ritmi, non bisognosi di venir concepiti primariamente
come metafore, o come codici segnaletici indicanti qualcos'al- Invece che rivolgersi ad una visione utopistica e sperimentale
tro, ma reclamanti al contrario un'attenzione piena, incondi- della musica, certi compositori si sono accaniti in approcci qua-
zionata, priva di secondi fini. si ingegneristici ad essa. Quanta ossessione per un sistema di
Questo in prima istanza. scrittura che fissi anche il numero di respiri da farsi durante
Secondariamente, nel caso di realizzazioni esecutive concrete l'esecuzione di un pezzo! (cosa che, citandosi qui come para-
delle nominate nuove grafie, chi scrive è dell'opinione che la dosso, sarebbe evidentemente molto più interessante che il
rinuncia alla precisa definizione delle frequenze e delle durate prescrivere astruse complicazioni di durate o del tutto astratti e
ivi manifestantesi, oltre a presentarsi come fondatissima critica teorici viluppi polifonici).
all'eccesso «culturale», punto utopistico e molto, invece, casti- Bisognerebbe cercare di esaltare l'esecutore, di conferirgli una
gante, di certe ipercomplicate e iperdefinite partiture struttu- certa iniziativa, un certo suo proprio respiro, una sua facoltà di
raliste anni cinquanta-sessanta (oggidì metamorfosate, specie scelta, e non al contrario deprimerlo e angosciarlo con esose,
in Italia, in rigurgiti di elegante velocismo liszt-raveliano), par- quasi punitive imposizioni.
titure richiedenti all'interprete, anzi meglio: all'esecutore, un
lavoro alienante e ingrato di decifrazione e di successivo studio,
questa rinuncia alla precisa definizione, dicevamo, dovrebbe Esistono, nella musica degli ultimi vent'anni, opere facenti o
altresì esigere soluzioni inaudite, prendendo questo termine no ricorso a grafie nuove, che si denotano come parzialmente o
nel suo significato anche più letterale. totalmente indeterminate, divenendo l'esecutore, in questi
E allora, in sede compositiva, si potrebbe stimolare, con qual- frangenti, come vero e proprio co-autore. Il guaio è che il pub-
che indicazione verbale, questa ricerca dell'inaudito. Ricorren- blico non sempre si rende conto, e in questo andrebbe aiutato,
do a gesti estremi, sconfinando negli altri «media», facendo a che ci sono casi dove perlomeno il 50 per cento della composi-
meno, anche, e coraggiosamente, del suono. zione è da ascrivere all'interprete, e l'altro 50 per cento a colui
Tutto nell'intento di evitare di cadere in situazioni sonore cor- che nominalmente appare come l'autore.
renti, tipiche di quella musica seriosa e «ufficiale», non esente Sarebbe interessante dibattere più a lungo su questo argomen-
da sospetti di nuova accademia, con la quale non pare si vor- to, per riuscire a capire in quale misura una notazione speri-
rebbe avere molto a che fare. mentale può rappresentare l'oggetto sonoro immaginato dal
Da ciò discende anche che qualunque tentativo di trascrivere, compositore. In ogni caso si è tanto parlato di liberazione
di rendere pronti per l'uso quei suggestivi geroglifici, non altro dell'esecutore dai lavori forzati dell'asservimento agli autori
è apparso, quando ciò si è verificato, che come una inevitabile (tesi questa da applicare «cum grano salis»), ma ci si dovrebbe
sottrazione di splendore al testo originale, o come una pruden- anche augurare, da questi ultimi, in simili casi di collaborazio-
te difesa dalla minaccia dell'ancora incodificato. ne creativa, una maggiore disponibilità e chiarezza nel ricono-
Tanto varrebbe, allora, che il compositore usasse simboli grafi- scerlo.
ci tradizionali, se poi di fatto, anche se non per suo volere, pro-
prio in quegli orti troppo ben coltivati finirà per cadere. Giancarlo Cardini
L'inverso di tutto questo non sarebbe altro che consentire Firenze 1981

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VIAGGIO DI RITORNO ALLE NUOVE NOTAZIONI

«L'esterno è un interno elevato allo stato di mistero. (Forse anche tare. La si perde subito fissandone con l'intenzione il centro,
viceversa)». indelicatamente. Come può accadere con le stelle più lontane,
Novalis, Frammenti, 1785 o come tante volte, per precisare si va fuori fuoco (troppo vici-
no).
Nel pullmann che per lo sci club, dietro congrua offerta, mi
porta alla gita in montagna un gruppetto di giovinastri (assolu-
ti) è in delirio, qualcuno mi sfiora a tratti: impressione o curio- «Il mondo deve essere romanzato. Così si ritrova il senso
sità mie, forse riflesse. Le ciance sono quasi tutte interessanti: originario... noi stessi siamo una simile serie qualitativa di poten-
acusticamente! Il senso non c'entra, o più ancora fa parte ma- ze».
teriale di un complesso panoramico di paesaggi appartenenti a Novalis, ibid, 1788
un altro versante, pesante e palpabile.
Della stessa montagna!, mi accorgo da qualche tempo. Guardo L'impiego secondo - o «ritorno» - delle Nuove Notazioni, dalla
fuori dal finestrino. Ecco, d'improvviso la doppia identifica- metà circa degli anni settanta (come le nostre opere vogliono
zione. Non si tratta, ne sono sicuro, di un'animazione testimoniare) non ha avuto lo stesso significato del primo
dell'inanimato, piuttosto l'inverso. Infine nemmeno questo, è (dall'inizio circa degli anni sessanta: o significativamente quasi
altra cosa, per grazia di Dio. Due esempi. Scrive Wittgenstein subito dopo la scadenza di validità della Neue Musik come teo-
(nei Quaderni, alla data 4.9.1914): «Se segno e designato non ria della koiné, dominante linguistica unificatrice). Ci si indi-
fossero identici rispetto al loro pieno contenuto logico, allora ci cava la prima volta, ancora in accordo con le precedenti poeti-
dovrebbe essere qualcosa di ancor più fondamentale che la lo- che di «avanguardia» (N.M. quivi inclusa), la necessità ulterio-
gica». È il caso della musica: c'è, evidentemente. Avevo scritto re di qualcosa di «nuovo» nel campo dei vocaboli; con una vo-
in un testo di presentazione (di Moli, 1964): «L'uso del fami- lontà anzi di «descrizione» fenomenologica diretta, non solo
liare è qui considerato più accettabile e oscuro, l'uso dello dei «fatti», ma quasi corporea della ricerca. Era questa condi-
straordinario più discitibile e familiare, in ogni caso, entrambi zione della scrittura una indubbia fisiologia di gesti e azioni
non cancellano la loro origine nel sacrificio formale. A diffe- provocatori, eversivi, ordita per la rottura con l'astrazione ana-
renza che nel collage classico ad ogni elemento si dovrà piutto- litica darmstadtiana, resa intollerabile dalla sua intransigenza
sto adattarsi, che rapportarlo... non vi è interruzione fra il let- limitatrice «razionalista». Anche se questo era ovviamente im-
terale e il lettarario. Nessun conflitto si instaura fra la qualità plicito nelle sinuosità del segno e non oggetto di manifesti pro-
fisica della materia e la funzione del segno», ma il senso di ciò positivi; ed anche se ci sono stati come sempre episodi d'incroci
(può essere un'illusione, mi pare assai comune) credo di valu- e interferenze, imprecisioni, cedimenti, divergenze-convergen-
tarlo appieno solo in questo momento. Anche ora, dicevo, nel- ze parziali da tutte le parti. (Come sempre, ripetiamo, accade
la ciancia a flusso, nell'anonima furiosa bestia del parlare, sot- quando fermenta e si solleva la massa tutta delle presenze che
to il continuo torrenziale della sua pelle inesplicabile, dibat- si provano necessarie).
tente, qualcosa di sensato passa a tratti. Ma tendendo l'«altro» Nel secondo momento, anche dove figurazioni non diverse
orecchio colgo a volo il suggerimento che questa, discriminatri- dalle prime vengono apparentemente messe in gioco, di fatto
ce e classificatoria, è la buona e sbagliata via dell'ascoltare, al- interessano più delle evocazioni di essenze che non dei processi
meno per il musicista in quel frangente. A meno che non si vo- rappresentativi considerati come oggetti d'attenzione... la
glia, per chissà quale costruzione pratica convenzionale, servir- «realtà» (l'evento sonoro concreto, il dato, il rumore, il quoti-
si proprio di quel mattone. Lo si afferri però subito, è precario: diano nell'acustico) non si pone in relazione diretta con un
scivola via - non parlo del tempo breve; o non soltanto... mi sta soggetto «progettante» con la pretesa di conoscerla, non si dice
scivolando. di modellarla: e nemmeno, in fondo, di rappresentarla. Il con-
Oltre il confine si percepisce un odore nuovo, o complesso, sot- cetto di rappresentazione viene assorbito e quasi cancellato in
tilmente impastato di vecchio al nuovo, o di revisione del pas- quello di «raffigurazione»: idealmente un'ottica - pura e sem-
sato in altra quasi fosse più duratura e brillante, e insieme più plice - con rispondenze indimostrabili ma probabili quasi dap-
fluida, trasformazione; e sintomatico di qualche cosa di nuovo pertutto di sacralità intemporale, che subentra allo scatena-
che, ci avverte il naso stesso involontariamente, ci dovrà impor- mento confessivo, pregnante, organico, singolarmente «metae-

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spressionista» se ci si passa il traslato un po' audace, della pri- quella della falsa ovvietà. Il magistero dovrà adoperarsi allora a
ma ondata della ricerca; di notazioni «nuove». rendere intimamente necessario al tutto, come per magia (a
Ci si chiede ora alle spalle delle avanguardie: ma che criterio rendere assumibili nel tessuto del contesto fino a farli del tutto
era poi quello della «novità»? Concediamoci che la novità di sparire), ciascuno dei particolari accidentali.
un procedimento, tecnico o meno, debba essere un dato indi- Questo comporta certo in primo luogo una modificazione,
mostrabile, anche storicamente empirico; e non deducibile, e franca e congeniale, dell'idea tradizionale d'insieme; che sem-
non assolutamente oggettivo. Per chiarire questo punto: la no- bra un allentamento dei suoi nessi logico discorsivi o una de-
vità si trova nell'occhio di chi guarda, del commentatore, con- concentrazione delle stringenti relazioni di antecedenza - con-
frontatore e cronista, non mai nel procedimento stesso impie- seguenza fra le parti: fra Vante e il post non cronologici; della
gato in quel punto di un'opera unitaria o più in generale «nel- concezione medesima di causalità dunque, come si è già visto.
la cosa pensata», guardata. L'artista serio, quanto a lui, è qui Ma dopo il lungo viaggio attraverso le ideologie, l'esperienza
fuori questione perché baderà esclusivamente all'adeguatezza può accogliere ogni oggetto con lo stesso sorriso di stupore lie-
e si varrà dei mezzi come mezzi. ve. Lo sguardo è come retrospettivo, le lingue diverse si parlano
Questo sembra ai nostri tempi ancora un poco difficile da ac- con facilità. Ciò che poteva sembrare a suo tempo indecente o
cettare, abituati come siamo alle piste di gara per la priorità di paradossale viene accolto accanto al consueto, fa parte del con-
momenti accessori di ciò che di un'opera si vuole misurare. Ma sueto senza nessun significato di scalpore, senza andare mai
non è che la evidenza banale ad usum delphini ovvero una fuori registro.
semplice applicazione particolare di questa constatazione, che L'attenzione è intenta e un poco miope, ma non sfoca, mentre
la adeguatezza, ben diversamente dalla «novità», può dipen- ci si trovano addosso facoltà di comporre qualcosa di irreconci-
dere solo dalla mano di chi governa l'opera e non dalla nota liabile per semplice imposizione della mano: di tranquilla
(come potrebbe?) posta in quella posizione o da chi la osserva. equilibrazione compositiva dei materiali più eterogenei. La
Del resto, la banalità di questa evidenza è a sua volta sempre chiameremo musica, e speriamo che lo sarà.
una qualità culturale del pensarla, non abita dentro la cosa Le Nuove Notazioni ritrovate, fra le adorne suppellettili della
considerata, valutata dal giudizio. Questa evidenza, che pare nonna, gli attrezzi ancora in ottimo stato del padre e càre cose
palmare, è a sua volta per contro un dato culturale; evidente- del nostro passato prossimo oltre che remoto, stanno al «rumo-
mente, non possiamo nemmeno essere fuori di noi... siamo re » di tanti eroici momenti più lontani come il contemplare Neo-
fuori di noi! Novalis proseguiva: «Questa operazione è ancora dada al chiassoso Dada storico. Non c'è, soprattutto, atteggia-
del tutto ignota». mento dissacratore, parodistico, di antitesi o polemica contro
nulla, in queste raffigurazioni del diverso. Diverso, da che?
Il rinnovato contatto dell'arte con la «realtà» si risolve in una
sdrammatizzazione, o come procedendo a una occulta liquefa-
«Il mago è un poeta. Il profeta sta al mago come l'uomo di gusto al zione del dramma, come al tempo di Strawinsky lo si solidifica-
poeta». va. A questa, corrisponde d'altro canto un processo di aggrega-
Novalis, ìbid., 1750 zione più intima, dall'interno delle materie, che trascorrono
con un plus di autonomia d'oggettivazione simbolica oltre le
Secondo la tagliente formulazione della Nascita della Trage- posizioni «esistenziali» dell'Informale.
dia, è il «magistrato artistico, che maschera la parte formale L'Informale - il groviglio inanalizzabile, il fascino biologico del
che s'impone come necessaria, e la fa sembrare accidentale»: o tissulare, il proliferante micro-caos; l'infinitamente complesso
naturale, come preferiremmo dire ora. Il pianismo di Chopin intuito nello sfavillare a scroscio dei piccoli bagliori - era già un
per esempio, che sembra nato da sé, con la sua levigata, iper- traguardo percettivo, ed artistico per la mimesi dell'anonimato
funzionale complessità fissata in perfetta scrittura, è capace di naturale, sommo ed estremo. Ma può e deve essere superato da
rendere apparentemente ovvie, inevitabili nella loro impecca- forme semplici che si offrano senza sbarramenti di mistero, in
bile naturalezza, che invece è tutta a posteriori, le sue «calcola- termini più nitidi e familiari, di inventario o di riconoscimen-
te sorprese» (Mittner). to: i termini del noto, delle sue qualità, dell'intarsio delle sue
Ma ancora un passo, e saremo alla netta inversione di questa forme. Questa raffigurazione, che precisamente le seconde
che pure è l'unica logicità formale che ci possa attrarre, Nuove Notazioni consegnano, deve costituire insieme realtà di

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riporto, oggettualità integra, citazione immediata e se possibi- al prelievo realistico mediante citazioni o collage ma solo ci si è
le il dominio poetico di tutto questo. L'assunzione senza tra- ispirati ad un'illogica formale che è del mondo di fuori.
sformazioni appariscenti dell'esterno (che ci riporterebbero, E dal «fuori» è bene derivato sempre lo spirito. Questo spirito:
quelle, all'interventismo attivistico soggettivo come matrice «della citazione», nella lettura iperespressiva, non partecipata!
dominante - ciò che tuttavia ritornerà ad occupare il nostro delle formanti psicologiche del fenomeno mostrate come le
campo fra non molti anni, accanto a tutte le altre tecniche e farfalle di un policromo campionario; e «del collage», nella
procedure e con gli stessi diritti inaspettatamente; o al contra- sintassi formale dissociativa, per accostamenti netti e recisi di
rio, coerentemente con quanto formulato) e l'appropriazione stati lontani. Un invito a questa pratica ci sembra il paesaggio
calamitata, in cui il peso materiale dell'oggetto gradualmen- urbano della civiltà dell'industria, il contesto massivo dall'inci-
te scompare, rimanendone l'immagine, sono le due moda- sività feroce e inesplicabile, che ci circonda in quest'epoca...
lità «soprappensiero» di questo pensiero, che si ricollega alla non si tratta però di un impegno programmatico, sicuramente.
vita autonoma dell'altro da sé come a una fondazione origi- Piuttosto non è un impegno, ma un'intenzionale-ininten-
naria. zionale avventura della sensibilità fattasi ancella percettiva. E
In questo la lezione più penetrante dell'Informale, dei suoi in quanto tale, salvaguarda e conserva forse anche più vivida-
tessuti granulati a piccole cellule lievitanti «spontaneamente» mente del museo (senza «sconsacrare», ripetiamolo; tutt'altro;
come crescessero dalla terra (penso soprattutto alla visione ancora una volta) ogni valore convenzionale dell'arte e ogni
dell'arte, brut e preziosa, di Dubuffet) ci sarà conservata e non aspetto del mondo o fa loro pagare, nell'accelerazione spietata
obliterata, come procedendo e non retrocedendo dev'essere. dei ritmi di vita attuali, lo scotto minore possibile.
L'immagine sonora, suggerita dal processo descritto o «raffigu- Teniamo presente che la fotografia è stata fin dagli inizi, non
rato» in suono, del fenomeno, dell'oggetto o del frammento una imitazione né sorella, parente o amica della pittura, ma
conosciuto nell'esperienza previa, non lo potrà che di rado qualche cosa d'altro. È dappertutto normativa comune, se non
«spiegare»: non si tratta di musica a «programma»... come proprio ancora per noi (in musica, non soltanto il critico ma
nel lampo che inchioda l'apparenza, il nostro rapporto con poveretto anche l'inconscio collettivo, tenuto a regime ristretto
essa non è attivo, benché sia talora di complessa elaborazio- dai programmatori, limita l'informazione alle poche cose di
ne. È letterale, non è psicologico. Soprattutto non è più comodo locale e breve), che per esempio la riproduzione «foto-
interventista-concettuale. C'è una marcata «superficialità» in grafica» sia già in quanto tale una esperienza «tautologica» in
questa fisica frontale dei fenomeni, che non è crudezza empiri- cui l'identità può capovolgersi nel suo opposto: nell'estraneità
ca né grezza violenza, ma sospensione istantanea. Di un istante pretestuale. Wittgenstein: «L'identità è il Diavolo in persona e
che può essere indefinitamente protratto, che ha ogni punto immensamente importante; molto più di quanto io pensassi...
del decorso come centro e una testuale, abbacinante evidenza non sono ancora potuto arrivare a qualcosa di definito. Tutta-
come unico argomento. Tutto potrebbe anche ritrovare in que- via non mi perdo d'animo e continuo a pensare» (lettera a B.
sta trattazione l'immediatezza dell'incontro fortuito, la mini- Russel, da Skjolden, 29.10.1913). Resta in ogni caso acquisito,
ma variante equivale qui a una emergenza improvvisa. In qual- pure, che possa, la fotografia, costituire forma «artistica» diffe-
siasi momento, dati i mezzi del quotidiano e del banale, è rente, ossia specifica, non meno mediata perché di seconda o
plausibile e legittimo il comporsi con il resto di qualsiasi cosa. indiretta mano. E poi, che quando per esempio è intensa, lo
Come mostrano le Notazioni, i particolari della nuova immagi- sia in modo, deliberatamente perseguito, affatto diverso da
ne non mancano di contorni: non sfumano più di tanto. Han- quello di un «paesaggio» a olio rifinito illusionisticamente be-
no in genere un limpido valore «narrativo» - che ripropone ne quanto si possa.
l'immagine stessa, magari in una prospettiva simile ma variata, Il fotografo è caso mai una versione attrezzata del Viandante...
incantando i sensi in uno speculare «faccia a faccia» con la real- che identifica il gelo con il suo animo, perlustra, scopre, esplo-
tà contemplata: fermata, come si ferma un fotogramma cine- ra; e percorre. Baudelaire della fotografia: «nemica mortale
matografico. Un «fotografare» - infatti, una raffigurazione - della pittura».
è questo atteggiamento contemplativo, totalizzante un vuoto La matrice diretta di queste filiazioni è il gran letto di fiume
armonioso e decorato della coscienza. Nel carattere o nel mo- dell'o£/<?/ trouvé senza ombra di dubbio, dunque non meno,
do; anche quando (come molto spesso ma non sempre; nella attraverso di esso, che il furore antiaccademico del vecchio Da-
più parte dei casi) non c'è il bisogno di ricorrere materialmente da. Senza contare che «trouvé» significa sempre e comunque

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«choisi»; e chi sceglie, nel collage? Non certo la parte esterna sublime armonia che tramuta il timbro di Chopin, come si ve-
del «reale», se non lo si vuole. Così nella Reise romantica il di- de): altezza (microritmo), forma (macroritmo) e ritmo, ci si ac-
sperante viaggiatore, noi fermamente crediamo, subiva tutto e corge già verso il '56 che concorrono a definire, accanto alle ve-
soltanto quello che intimamente voleva. locità di scorrimento, le soglie di densità armonica di punti
percepibili responsabilmente, o cioè scrivibili, come distinti,
nei gruppi sonori, poi strutture. Di tali un poco primitive que-
stioni sul materiale elementare non rimane quasi più traccia,
«Soltanto dalla debolezza dei nostri organi e dall'autocontatto di- erano nondimeno preziosi sussulti, sintomi di qualche cosa di
pende il fatto che non ci vediamo in un mondo di fate». più generale che stava per accadere.
Novalis, ibid., 1756 L'arrivo, poi, dell'episodio Cage (doveva esserci anche per noi
comunque questo punto), che sia esso stato sul piano misera-
Trapassano l'uno nell'altro i criteri privilegianti di verità, esi- mente personale dovuto - come quello Satie - alla libera deter-
stenza, bellezza, bontà, che nella filosofia antica, ed anche na- minazione o all'insufficienza del mestiere (o magari, a tutt'e
scostamente in quasi tutta la moderna, venivano considerati due come tante volte sarà occorso, nel fare di necessità virtù)
fattori di trascendenza immanente - benché con orizzonti di- non fa la minima differenza: è una vetta invalicabile, che va
stinti. In questa generale cancellazione, già in atto, di tutti i perciò valicata. «Tutte le barriere esistono soltanto perché siano
confini, tutte le cose possono diventare essenze, le probabilità scavalcate», indica Novalis ancora, sottolineando («E così via»,
sono rimesse dal profondo in movimento, per ogni frammento 796).
del tutto verso qualsiasi cosa. Al di là della vetta, come oltre una risoluzione corretta del gio-
Non è un fatto negativo, questa trasformabilità. Come la tipica co, il traguardo vitale, o lo zero assoluto (questi punti di di-
compresenza attuale, in potenza, di tutti i modi di scrivere scontinuità esistono dappertutto), non è più concepibile conti-
esperiti dalla storia passata senza più «resistenze», senza divieti nuare ecc. il gioco; vale a dire seguitare a discorrere nei termini
che non siano dettati da una norma interna e momentanea, da della precedente ascensione evolutiva. Si è trovato lì il confine
una qualità specifica della singola opera: dal giudizio del gu- di un territorio montuoso, passato il quale si estendono pianu-
sto. Non c'è più modo di parlare seriamente di attualità o di re insospettate, che di qua del valico non si potevano vedere,
errore, in una odierna pagina. Tutto è affidato alla coerenza senza scoscendimenti o con resistenze di tutt'altro genere, non
estetica, senza bisogno di altro. intensivo.
Con la musicalità dei nessi, unica grammatica rimasta decisiva, Qui si edificano città analoghe a quelle della memoria, a prima
ritrovata guardando più dall'alto, l'oggetto risultante globale vista, ma che parlano altre lingue; qui si riprendono i viaggi (ci
dovrà avere queste caratteristiche: essere, dopo, vero; essere ta- sono spazi di vastità sconcertante) con mezzi differenti. E qui
le che non lo si potesse, prima, nemmeno immaginare; essere ora il soggettivo può forse mettersi come nelle origini a rispec-
facilmente evidente, dopo: fino all'ovvietà. chiare tutte le cose come creature dell'apparenza, a riprodurre
Tutto ridiviene familiare, of the day, la meraviglia è a portata le loro forme come dati componibili in imperturbabilità di
di ogni mano senza traumi in chiarezza di visione diffusa ed fondo: ma pur sempre meno, man mano che ci s'inoltra, della
eguale. , pelle della sua nuova sensibilità, della superficie.
Già con la musica di Debussy, e poi sommamente di Strawin- Le «figure» del reale non sono apparenze rivali fra loro, se non
sky (tutto: anche quello «russo» a ripensarci, cosa ben mostrata negli schemi che il pensiero elucubrante avrebbe loro imposto
da chi volle demolirlo; e cose simili accadono spesso) il prima e per significarle. Ossia, rendendole - come i personaggi teatrali
il dopo, il tempo stesso su cui si accampa il necessario nel musi- della antica commedia - significative. Nella commedia di carat-
cale, si confondono. Si tratta di un evento millennio, ci capita teri, secondo la geniale esemplificazione di un vecchio afori-
di descrivere con ciò una svolta decisiva. sma dell'ambiente di palcoscenico, se un fucile compare da
E questo è stato esplicitato definitivamente solo dalle «grafi- qualche parte al primo atto, è per sparare contro qualcuno si-
che» che prescrivono in campo visivo unitario, chiamate bene curamente entro il terzo. Mentre, questo non è necessario che
pittografie, promosse dalle prese di posizione teoriche, special- avvenga per nostra fortuna, nelle categorie di reale che ci servo-
mente di Cage. Ma verso la fine della Neue Musik trapassavano no di modello, mai, se si pensano fino in fondo e nelle ultime
già uno nell'altro i parametri «tecnici» (non si allude già alla conseguenze.

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Un «realismo» trascendente come quello cui rinviano le Nuove lo stesso, cambiate le cose, avrebbe potuto dire un uomo di
Notazioni spesso deve rimandare, per attuarsi poeticamente, Darmstadt o chi verso gli anni venti era in seno al gruppo De
in contesto pratico, a qualche cosa di non scritto - di non fisico Stijl. Che cosa sta succedendo?
o semplicemente di metafisico - ossia altro da sé: ad una quìd- Ciò che è accaduto è - confermiamolo - capitale; si rivive ora, e
ditas imponderabile, e cioè alla lettera, ad una forma latente di nel mantenerlo in vita e nel superarlo, tutto quanto era stato
«surrealismo». esperito dai tempi precedenti, forse in tutti i tempi, quasi in
Le latenze divengono dopo un certo periodo di tempo (breve una piccola mimesi del divino, simultaneamente. Lo si può
più che non si creda di solito) patenti; e gli accostamenti si fan- scaricare di certo, e come no, della travagliosa tensione di
no materialmente verificabili. Il Surrealismo storico, sull'onda dramma in cui sovente lo si era generato, non se ne ha memo-
della odierna nuova figurazione infatti pare avere attualmente ria anzi, se non dalle ricostruzioni erudite degli storici di pro-
ritrovato - contro ogni attesa e contro l'eventuale previsione va- fessione. Ma ce ne si può commuovere, al punto d'innamorar-
lutativa di solo pochi anni fa - (a spese cioè del Dada!) una for- sene; e di volersene servire, perché no, violandolo con forza di
te capacità di suggestione. La sua effettiva riapertura, benché dolce prevaricazione, per generare a nostra volta qualche cosa
mascherata appena da «indecifrabile» presso tanti autori attua- di vivo di cui prima non si fosse visto l'uguale. Può dunque
li che ne dipendono, su possibilità figurative, o parafigurative succedere con facilità trasparente e con sciolta grazia ormai di
o fenomeniche rivolte a un recupero della immagine in senso tutto, oltrepassata quella vetta che più e più si allontana alle
postinformale senza dubbio, supera in sostanza anche e tanto nostre spalle... quello spartiacque che aveva segnato la demar-
più l'astrattismo «eidetico» (Calvesi) o logistico aprioristico, cazione dell'irrazionale come traguardo ultimativo degli svi-
che aveva respinto ogni esperienza di contaminazione con l'esi- luppi della plausibilità consequenziale. Amen. Citeremo per
stente come impura. compendio un oscuro Pseudo-Scotus: «Ex absurdo sequitur
(Il Neodada assorto, calamitato e magico rimane sempre a rigo- quodlibet».
re, però, a nostro parere la matrice più vicina; e il Dada arditis-
simo del «ready made», lo ripetiamo, resta la fonte determi-
nante prima di ogni «objet trouvé»).
«Ogni cosa mistica è personale e quindi una variazione elementare
Si ritorna dunque a una sensibilità, non solo a una «percezio- dell'universo».
ne», freschissima - di base. Molte cose particolari, umili o qual-
Novalis, ibid'., 1777
siasi sono diventate nel frattempo essenze primarie, e vicever-
sa, come si era ipotizzato in materia, ma le convenzioni dei
giochi possono cambiare in ogni attimo senz'ombra di dram- Non possiamo continuare a vedere, soggettivamente o «razio-
ma, anzi cambiano tutti gli attimi, per ogni opera vitale sono nalmente», conflitti e infamie dappertutto. Non lo si dice qui
infatti già tutte diverse da se stesse. per evitare di farsi cattivo sangue. Invece sappiamo che sareb-
Non ci sono proibizioni comode e mediocri grammatiche pre- be comodo, e insieme la nostra rovina certa. Conviene spie-
costituite, nella nuova regione. E questo dà un po' di senso di garsi.
freddo e del vuoto troppo etereo, non si ansima qui tanto be- È divenuto, dopo Kraus almeno (non parliamo delle geremiadi
ne, anche se nessuno ci bada. Si devono, anche quelle da cia- arrivate più tardi) un poco troppo facile smascherare l'aliena-
scuno e per ciascun lavoro escogitare e pianificare, prima di ap- zione su ogni viso che ci circonda - decifrare con un fremito
plicarsele con severità. È più difficile che ai tempi di Darm- l'orrore in tutti i pensieri, gesti ed atteggiamenti del prossimo.
stadt... non però tanto diverso da quelli di Parigi, cambiate le Siamo ora giunti al, ed «oltre il punto in cui la macchinosa
cose, verso la metà del Settecento: dove il sentimento, la fanta- esplicitazione di Adorno comincia a girare a vuoto» (se lo dice
sia e l'ispirazione infastidivano ed erano banditi - ma la sensi- Calasso, senza dubbio). E ci pare opportuno chiedere che si
bilità, la immaginazione e la grazia no. provi ad invertire la posizione mentale di chi apre gli occhi per
Ogni combinazione, ogni forma e materia sembra qui aver da- guardare. Potrebbe, chi sa, trovarsi più savio e distaccato, im-
to le dimissioni da un ruolo che le assegnavano secoli di utilita- perturbato e commosso ugualmente da ogni molecola del
rismo, di storia e di privilegi gerarchici. Eppure si parla di «ri- mondo creato. Si può forse altrettanto bene vedere, in ogni
torni». Direbbe un estraneo, quali mai straordinari rimescola- nervatura vivente di una foglia cadutaci per caso sulla mano si-
menti consente la nostra arte dello specchio!... non però tanto: nistra, in ogni piega nell'angolo di un volto rugoso che appare

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improvvisamente nel riquadro di una finestra (certo, ci vuole Si avverte, poi, che era stato un errore: perché se c'è mai stato
una vista molto esercitata, e la illuminazione assoluta un tempo nel quale basti la risolutezza per «fare», fare e insi-
dell'amore), come nelle parole di un frammento di carta stam- stere a fare, tutto il rimuginare giustificativo accampato sul le-
pata che sembra scritto con passione e inconsapevolmente con cito e sul possibile, e perfino sulla qualità delle scelte, essendo
vera conoscenza, qui destinato ai rifiuti (si rimarrà stupefatti secondario: questo tempo, è il nostro.
constatando con quanta facilità se ne trovino nel raggio di po-
chi metri dalla persona): il mirabile moltiplicarsi di implicazio-
ni possibili; spesso, immediatamente tanto chiare e stringenti
sotto l'imperio di tale suggestiva potenza, da doverci ricredere «Ogni caso è meraviglioso, un contatto di un essere superiore, un
problema, un dato del senso attivamente religioso».
sulla povertà di opinioni e progetti dell'espressione soggettiva
lasciata soletta a manifestarsi su carta bianca, se resta in posi- Novalis, ibid., 1780
zione inattiva.
Goethe aveva già messo in guardia a proposito di ciò, e tanti al-
Come rappresentare graficamente il rombo di quella cascata? E
tri prima e dopo variamente ancora l'hanno scoperto. Cono-
i rombi di due cascate? Secondo che aveva scoperto la mentali-
scenza è azione, ed è amore. La sintonia presuppone accordo,
tà tecnologico analitica prima maniera, come insiemi densi di
non lo determina già come effetto. Lo presuppone, al solito, in
piccoli segni su carta, meglio se millimetrata per garantire o
tempi diversi con modulazioni diverse, ma niente come il sog-
millantare la esattezza «oggettiva»; perché il mio rombo non è
getto attraverso la storia si comprende, quasi fossimo fuori a ra-
che una fitta successione di ticchettii di gocce, certo? Ma non è
diografare, dal tempo di ogni simultaneità, il nostro: che è an-
vero. Invece, se si oltrepassa una soglia decisiva, alla percezione
tisoggettivo ed anche, più dall'alto, antistorico. Ora, si posso-
tutto cambia e nemmeno la «struttura» risultata equivale più
no amare e conoscere le ragioni, i drammi in cifra - per gli uo-
alla somma delle componenti elementari. Come nelle lettere
mini dell'epoca totalmente inesplicabili, come vediamo dalle
che fanno parola, o nelle parole che fanno senso direzionale, di
recensioni per noi incredibili affatto - di Debussy e di Bizet, di
un'azione intesa teleologicamente non si possono tracciare i
Van Gogh e di Kafka. Ora mi meraviglia di sentire a fondo la
diagrammi descrittivi delle trazioni tendineo muscolari, mi
distesa malinconia dai colori accesi e slegati, un autunno ca-
sembra, senza rinunciare davvero a descrivere; ma ogni caso è a
muffato da energia classico romantica estiva, la ruminazione
sé; bisogna scegliere. Fra le notazioni, e i suoni; scegliere perfi-
del vitale in un autore come Brahms che mi lasciava freddo an-
no se scrivere «alberi» o «bosco», è come decidere in penultima
ni fa, ed ecco due note mi sommergono con emozione, devo
analisi fra pane e Pan. Nell'ambito semantico le differenze
averlo anche scritto da un'altra parte, di rivelazioni struggenti
non sono quantitative. Né le aure si misurano in scale gradua-
e suggestive nell'«Adagio» della sua Seconda Sinfonia.
te, ma si definiscono e rapportano fra loro come modalità e re-
Ma l'amore per la cosa è quasi come quello per la persona, ri-
lazioni interne del pensiero. Hanno dunque un loro astratto si-
chiede con forza il suo, come una necessità: e se non può darlo,
gnificare secondo, che è la fisionomia propria che si portano
son dolori. Non si potrà per questo «amare» Grétry come Bi-
dietro come un ruolo ordinatore; mentre le «cose» che indi-
zet, o pur il gran Telemann come Bach; o Saint-Saéns... altro
chiamo non ne hanno; né pur hanno il primo (non designano
che essendo affini per motivi personali, e seppure. Si può, in-
nient'altro); né come tali esistono per se stesse.
vece, come si deve con Mozart e Haydn: o quell'oggi multiplo
La musica, nei suoi elementi ha solo questo significato secon-
non sarebbe vero. È richiesto ormai un fafe in grande, non ba-
do; non essendo semantica lo sembra dunque tuttavia, di
sta più il fare serio.
«quel» senso secondo il quale viene trasmessa. E un fatto di co-
Quanto all'ipertrofia del pensiero rispetto all'azione, questa dice che gioca con se stesso: scegliere come scriverla è sceglierla,
ha effetti, sul piano pratico e inesorabilmente di rimbalzo an- dunque è tutto. I suoni c'entrano fino a un certo punto, si di-
che per la salute del pensiero stesso, paralizzanti. Questa esa- rebbe... Ma non dobbiamo dirlo.
cerbazione è una caratteristica patologica nostra, e del tempo.
Per decidere se convenga attraversare o no la strada e da che Persi i criteri per la discriminazione «certa» (ma ci resta qualche
parte voltarsi (o da che parte per prima in piena cognizione di dubbio retrospettivo) dei valori, non è per ciò stesso cancellata
causa) occorre mettere al lavoro, sembrerebbe, un calcolatore anche la nozione di valore, come si è creduto sulle prime un
di media capacità carico di dati. poco troppo frettolosamente. Ben al contrario. Un'estetica,

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un'etica senza norme vanno scoperte di fine orecchio assoluto «(Magia). Simpatia fra il segno e il designato».
momento per momento, e sono in generale le più dure da ap- Novalis, ibid., 1752
plicare.
Ma che cosa allora si può scrivere, per nostro conto, e leggere
dagli scritti. La questione deve sempre debordare, perché le Una riprova. Nei momenti di eterna-felicità, di pace perfetta si
sue risposte saranno sempre «un'altra» composizione di segni. avverte la sazieteà della «logica» del discorso: del suo querulo
Oppure, che non si parli più affatto; almeno... che non si com- arrovellarsi ad applicare vincoli, a dare nomi, a pararsi di fronte
ponga, come è stato - infelicemente! quando mai - proposto: alle apparenze per sostituirsi e costituirsi a «spiegare». La sua
ora ci torneremo. Più credibilmente, che non si ponga «più do- pretesa di edificare ipotesi petulanti che puntualmente vanno
manda alcuna; e appunto questa è la risposta»: Wittgenstein contraddette da altre non meno vacue e precarie subito dopo,
sul problema della conoscenza o sui limiti del pensiero. Al lin- questo avvelenato brulicare... sembra avere, in dati momenti,
guaggio, mi sembra che ormai sia quasi ovvio, non è possibile qualcosa di immondo.
«conoscere» ma solo notar delle convenzioni e comporle e Non si chiede la ricostruzione della complicata macchina ede-
scomporle fra loro. Un linguaggio come segnatamente quello nica (lo spettacolo della natura ricomposto!) da parte della
musicale, è eminentemente uno strumento melodico amplifi- scimmia linguistica, o una definitiva inchiesta protratta fino
cato; di poiesis, d'azione inventiva: composizione creativa. all'esecuzione del colpevole. Ma ad un'intesa più comprensiva
Poesia. Con sparsi e pochi elementi... come con i pezzi degli del racconto di Genesi ci ricompone, per istanti, lo spettacolo
scacchi, mettendoli insieme. della natura. Una occhiata di giovinetta commossa, un grumo
Ma scomponendoli e separandoli di nuovo eccessivamente (gli di cellule che cresce ordinatamente, mari in tempesta o in cal-
errori della mentalità assiomatica, della critica dei fondamenti ma scintillante, trasformazioni, dispersione spettacolare della
e della Neue Musik) non si fanno affatto più giochi ahimè né perfezione nelle forme viventi, anche se qui l'uomo sfugge un
analisi di gioco, si ritrovano poco più di venti suoni insensati, po'... non avrà messo in bocca per caso, tempo fa, qualcosa di
dodici note e dei pezzi di legno. poco digeribile; leggi della meccanica celeste, casi concomitan-
I tempi «moderni» - ossia di tanti anni fino quasi ad ora - sono ti... le differenze delle cose simili o «uguali».
stati contrassegnati da uno scientismo esasperato in tutti i cam- Non si tratta di umiliare il soggetto in liquidazione, se non per
pi, tranne forse solo quello, seriamente problematico, delle metafora. Né di abbandono allo scetticismo vecchio stile, che
scienze ad alto livello. Questi tempi erano, e sono ancora pieni sarebbe imperdonabile. Tutt'al contrario! Si potrebbe invece
di tentazioni alla rinuncia... (si era anche concluso per la morte confermare che il pensiero venga infine con una sua grazia di-
dell'arte, a più riprese, facciamo qualche sforzo di memoria, sposto ad assumere su di sé «tutte» le forme di un nichilismo
come vertice dell'avanguardia). È la tentazione peggiore. Biso- ascetico, cioè ad anteporre anche a se stesso il segno radicale
gna superarla. Tutto è ora sempre più diversificato, più lonta- negativo. Sarebbe in verità concesso per questo segno (che po-
no ci pare, da una norma esprimibile qualsiasi. Tutto quello stula o nega i valori in ogni cosa) di sposare tutto - di condivi-
che ora conta non era facilmente prevedibile soltanto un quar- dersi, credere allo stesso modo in ogni senso in senso di amarne
to d'ora prima dell'idea; che spesso innova più che non inventi e di imitarne, per assimilazione mimetica attimo per attimo in-
di sana pianta. condizionata, tutte le forme facendole ineccepibilmente «pro-
«La illusione alchemica di conquistare l'immortalità trasfor- prie»: anche nel senso della correttezza tecnica e della proprie-
mando il carbonio in oro - di cui l'uomo a poco a poco, non tà stilistica.
senza fatica, guarì - non era che una metafora trasparente, sen- «Questo immane stomaco» (come scrisse Feldman, sebbene
za mende sostanziali» (dal mio testo di riporti intessuto per parlando d'altro) si è mangiato anche la tabula rasa. Lasciando-
Sunday Morning, 1975). L'uomo stesso è fatto di fango con la ovviamente là ferma dove si trovava collocata in forza delle
quel piccolo soffio in più, o consiste di una bestia qualsiasi con evoluzioni storico linguistiche, ma passando oltre e però tra-
qualche cosa d'impercettibilmente mutato. sformandola, per così dire, senza aggiungervi certo quello che
si chiama un contributo «personale», in giardino fiorito. Fiori-
ture di conseguenze tanto vaste, numerose e diverse quante
un'arte imitativa può immettere in una visione creativa del

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reale: e viceversa. Penso qui all'atto della fecondazione che pu- dell'universo; né il viceversa triste argomento tanto meno, che
re non riusciremo mai a spiegarci a fondo, e questo ha sempre accolla sempre ad altri la responsabilità del passo decisivo (il so-
avuto per noi una grande attrazione... Tema cfr. lito «contesto falsato» in cui non ci rimarrebbe posto per alcun
Tornando a un tono più serio, oppure riprendendo la polemica motto «autentico», secondo il tale). Ma perché? (Autentico:
contro l'avanguardia dell'ammutolire, pertanto non possiamo che vuol dire?) Le tesi «pragmatiche» o dell'impossibilità, ven-
ammettere delle interruzioni nelle operazioni. Occorre parlare gono poi sempre nel mondo medesimo travalicate: da chi cre-
sempre nuove parafrasi del mondo naturale, del linguaggio deva altrimenti; perché nulla è impossibile alla vera fede. Co-
stesso, della cosa metafisica e dell'impulso d'amore o associati- me ogni volta è dimostrato a posteriori, non hanno valore, né
vo; e fare riflessioni, non perdersi di speranza - non arrestare la teorico né pratico, che per il loro tempo breve.
produzione. Lo si sapeva bene, da sempre. Sbalorditivamente, «infatti» -
L'episodio evangelico della maledizione del fico, non ha per- come riferisce Marco - anche allora «non era il tempo dei fichi»
duto nulla della sua manifesta terribilità per alcune contingen- (11:13)!
ti vicende «storiche»: perché non vale accampare le tesi esila-
ranti dell'esaurimento oggettivo, della sterilità di tutto il resto Paolo Castaldi

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APPUNTI TEORICI SULLA GRAFIA MUSICALE

ì. L'essenziale è che non perdevo di vista l'esito definitivo, cioè


In che senso parlare oggi di «grafia musicale»? l'oggetto sonoro.
In che senso posso io parlarne? Il problema dell 'autonomia del segno grafico, che era al centro
O all'interno dello sviluppo delle grafie musicali, una storia di quello scritto, era inteso all'interno della «doppia serie di
che va avanti dalle «tavole d'Alipio» sino a noi, con più o me- problemi: quella dell'autonomia e relazione fra lingua e ope-
no influenze extramusicali. ra, fra sintassi e dimensioni sintattiche da una parte, e quella
O dall'esterno, come un fatto grafico (visivo), accanto ad altri dell'autonomia e relazione fra autore, interprete e pubblico,
fatti grafici, per cui il risultato fonico non è il «precedente», il che è il problema della comunicazione dell'arte, dall'altra».
«condizionante», «ciò-che-può-stare-anche-senza-grafia». Quello che, in sostanza, individuavo era la tendenza dMauto-
Si tratta, nel primo caso (sviluppo della grafia musicale), di nomia assoluta dalla grafia, nel senso del non-mediato e la pos-
mettersi sempre e in primo luogo con l'angolazione sul fatto sibilità che i momenti successivi nella catena autore-grafia-
grafico a inserire la grafia (musicale) nella storia della grafia - il interprete-suono possano funzionare da canali per la comuni-
fatto sonoro è non strettamente essenziale. cazione o al contrario come diaframmi «i quali operano una ir-
recuperabile dispersione sulle operazioni e sulle realizzazioni
precedenti».
2.
Una storia della grafia musicale può ben essere una storta della Che è quello che affermerà Cardew nel 1972 al Simposium di
Roma, quando criticherà il proprio Treatise, in quanto non
musica, tanto il fatto grafico si è intrecciato da sempre col fatto
strumento, ma impedimento per la comunicazione.
sonoro. È evidente che, data quest'impostazione, io terminassi lo scrit-
Credo sia utile rifarsi alla storia delle grafie musicali, per rica- to interrogandomi direttamente sul posto e la funzione della
varne eventuali leggi e sistemazioni. musica aleatoria, e non solo della sua grafia, all'interno della
Per quella che è la mia storia personale di compositore, ho uti- società tecnicizzata, finendo per respingere la «pura» tecnica,
lizzato la ricerca storica per giungere a delle conclusioni teori- così come la «pura» grafia, in quanto non relazionate, assolu-
che o, per dir meglio, di poetica personale, forse utilizzabili da tizzate, regressive.
altri.
È quello che ho fatto nei miei scritti specifici sull'argomento, e 4.
cioè: L'«alea», da suono a segno grafico (1961), Per un fonda- In Per un fondamento, etc. l'indagine si spostava sull'inqua-
mento critico alle grafie aleatorie (1961), Contributo alla de- dramento logico e storico della grafia musicale.
composizione (1973). Rimando alla lettura di quei testi, che Mi serviva di studiare il problema del «segno» e delle funzioni
in generale rispecchiano il mio attuale pensiero sulla grafia semantiche della grafia musicale, intrecciate alle dimensioni
musicale. pragmatica e sintattica della musica.
Da qui derivava una proposta di «evoluzione del segno musica-
le», che combinava l'ordine logico, secondo gradi successivi di
Richiamo i problemi che erano affrontati in quei testi. complessità sintattica (dalla pittografia alle indicazioni le più
In L \alea» etc. il problema centrale era quello dell'alea in mu- minute) e l'ordine storico:
sica e delle grafie che vi si riferivano; era il problema concomi- a. segno minimo d'esecuzione senza sistema sintattico musica-
tante dell' autonomia della grafia musicale (aleatoria) e del suo le ed è il caso dei cenni d'esecuzione o degli incitamenti urlati
collocarsi all'interno della catena logica-pratica che passava dal nelle civiltà semibarbare; b. segno minimo entro un sistema
pensiero dell'autore, all'azione dell'autore, all'opera come og- musicale, com'è il caso delle chironomie, ad esempio di quella
getto grafico, all'azione dell'esecutore, all'opera come oggetto egiziana antica, il «far musica con la mano», di cui parla Sachs;
sonoro. (Notavo, allora, che questa successione era fatta a tito- c. segno grafico senza sistema sintattico musicale, un caso - di-
lo di sistemazione logica, sia perché potevano consistere in una cevo nel 1961 - «storicamente non documentato e in linea di
sola persona la peculiarità di autore e interprete, sia perché po- fatto difficile a verificarsi: potrebbe essere lo stadio di pittogra-
teva ben esserci una posposizione di azioni, come dire: prima fie a scopo originario incantatorio, che vengano usate come
può venire l'esperienza dell'oggetto sonoro, poi quella della simboli o segnali di musiche, anch'esse a scopo magico» (è pos-
sua grafia.) sibile una verifica da parte degli storici?); d. segno grafico entro

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un sistema musicale, che è il caso in cui può catalogarsi tutta la dell'evento artistico e delle funzioni di progettatore, realizza-
civiltà musicale, da quando coesistono un sistema sintattico e tore, percettore dell'evento artistico, anche in casi di arte col-
una grafia musicale, con la seguente distinzione in vari stadi: lettiva, d. la funzione della grafia (musicale), che può cessare
I. grafie e ideografie suggerenti, con l'immagine pittografica, di essere utile in casi di improvvisazione («la grafia poteva be-
l'immagine musicale emozionalmente (cioè senza una interdi- nissimo cessare d'esistere, poteva benissimo essere soppiantata
pendenza fra segno e dimensione sintattica, presente nella mu- da un preventivo accordo su determinate operazioni: e, per lo-
sica eseguita); II. grafie ideografiche, suggerenti non un'im- gico trapasso, anche l'accordo logicamente chiaro poteva venir
magine musicale in sé compiuta, ma uno schema melodico, un sostituito da eventuali partecipazioni intuitive, mistico-
«nomos» combinabile con altri frammenti; III. grafie con segni ermetiche per i non iniziati, scambiabili tra gli esecutori-
convenzionali indicati un «nomos», cioè segni mnemonici che autori».)
suggeriscono frammenti melodici già conosciuti (grafie di mu- Oggi posso aggiungere alcune integrazioni a questa indagine,
siche sumera o ebraica nell'età cristiana); IV. grafie con segni e cioè: è da chiarire sempre e meglio il problema del «control-
convenzionali indicanti singole altezze o i singoli intervalli lo», non sempre chiaro dal momento che si continua da qual-
d'altezza, e qui entrano tutte le notazioni alfabetiche, come cuno a scambiare la sicurezza del controllo tecnico-scientifico
quella greca e quella Hucbaldiana, o la notazione daseana o con il controllo linguistico; è da mantenere chiaro lo spazio
quella bizantina; V. grafie con segni riproducenti la chirono- dell'evento artistico, in relazione e in continuo scambio con gli
mia gestuale, ma indicanti un «nomos», come in alcune nota- altri spazi, ma senza superficiali confusioni: un pezzo di musi-
zioni neumatiche giapponesi; VI. grafie con segni riproducenti ca, realizzato in certe condizioni e ambienti, è certo una opera-
la chironomia gestuale, con la riproduzione visiva della curva zione politica, ma lo è di tipo e tecnica diversa dall'operazione
del suono, com'è la notazione neumatica in campo aperto; politica svolta in sede di assemblea sindacale o di partito; biso-
VII. grafie con segni che indicano puntualmente i valori inter- gna aver chiara, ormai, la caratteristica comunicativa dei lin-
vallavi per ogni dimensione musicale, indicante valori precisi guaggi artistici e aver chiara la diversa funzione degli altri tipi
sia utilizzando righi o carta millimetrata (diagrammi) sia uti- di comunicazione (ad esempio quella con fondamento ermeti-
lizzando indicazioni diverse (notazione di Ermanno il contrat- co o mistico, basata, quando si fa sul serio, su precise tecniche,
to o notazione tecnica di alcuni pezzi per strumenti elet- di cui, a volte, il fatto sonoro fa parte); occorre continuare a
tronici). studiare il rapporto fra improvvisazione (assenza di grafia) e
Vorrei mettere (e mettermi) in guardia circa l'utilizzazione di grafia (con assenza di musica?), in quanto, comunque, la gra-
questo schema evolutivo, e cioè che non bisogna affidargli nes- fia (anche musicale) ha leggi comportamentali connesse ad al-
suna intenzione «verso il meglio» (dalla barbarie alla civiltà), tro dal suono.
ma lasciarlo come un quadro (da integrare, perfezionare, cor-
reggere, respingere) di quello che può accadere ed è accaduto, 6.
in maniera da non scoprire l'acqua calda, per un verso, e in Lo scritto più recente, Contributo alla de-composizione, mi è
maniera da riferirsi e cogliere suggerimenti (storici), per l'altro. servito per tornare sull'argomento dopo undici anni e dopo
che, tra il '64 e il '68, avevo scritto alcuni pezzi «grafici».
5. Oltre ad un aggiornamento sul problema del «segno», del «se-
La seconda parte di quel saggio trattava dei problemi connessi gno musicale» in particolare, oltre ad una scorsa storica delle ri-
all'opera (oggetto artistico) e all'operare, con i riferimenti cerche e degli studi sulla grafia musicale (da Stockhausen, a
all'operazionismo (Bridgman) e al vitalismo, e da qui alla no- Kagel, a Stone, a Schaffer, a Karkoschka etc.) e ad un riassunto-
zione di opera connessa alla nozione di forma e alla grafia co- interpretazione delle relazioni e discussioni effettuate al Sim-
me strumento per «fissare» (anche questo mi pareva fosse stato posium sulla grafia musicale tenuto a Roma (1972), la tesi e il
il suo compito storico) e quindi per «formalizzare», in qualche risultato fondamentale dello scritto consiste in una accentua-
maniera. zione dell'aspetto socio-politico del linguaggio (musicale) e del
Si connettevano a questi problemi quelli riguardanti: a. il con- carattere primario del far musica (della sintassi musicale) sulla
trollo (controllo logico-sintattico e controllo fisico-scientifico), grafia, intesa questa come proliferazione, escrescenza, tentati-
b. la possibile distinzione fra opera e operazione d'arte, c. l'in- vo di uscire dall'impasse della musica d'avanguardia nella dire-
tenzionalità dell'arte, cioè l'individuazione dello spazio zione di un «altro-dal-suono», la grafia, appunto. Mi pareva

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lizzazione più larga delle notazioni precise e in certa misura so-
evidente che occorreva battere la tesi escatologica della «musica
grafica» come altro esito nella linea dello sviluppo serialità- fisticate della musica tradizionale.
puntilismo-strutturalismo-alea-gesto-grafismo. Addirittura ci sarebbe da temere il risvolto contrario. E cioè
Occorreva e occorre indicare come questo sviluppo sia avvenuto che, essendo tali notazioni ideografiche immediatamente per-
all'interno della società borghese occidentale e come il fatto cepìbili e in qualche misura «di massa», non rappresentino una
grafico possa risolversi in fenomeno reazionario e regressivo, «facilitazione» e una «deformazione» molto vicina allo sponta-
quando si sviluppi in concomitanza di situazioni socioculturali neismo. ..
che privilegiano l'irrazionale, il «puro», l'«assoluto» musicale. Che è lo stesso problema del suonar strumenti autocostruiti o
Mi preme ribadire, per altro, che bisogna sempre parlare di si- suonare strumenti tradizionali in maniera «primitiva» (cioè ri-
tuazioni precise e ben conosciute, per evitare le possibili cacce manendo a tecniche esecutive falso-primitive) e credendo di
alle streghe, accusate, magari, di irrazionalismo. suonare «sperimentalmente».
Questo per dire che non ci possono essere superficiali e facili Anche qui (e specie qui) deve passare la precisa distinzione, la
condanne per irrazionalismo - come dire che oggi qualsiasi ri- precisa scelta di campo fra la storia e la non-storia, fra il fermar-
cerca sulla grafia (teoria e prassi) e sulla musica grafica è ten- si entro uno stadio grafico, assolutizzandolo, e il suo sviluppo,
denzialmente irrazionale. fra l'offerta consumistica alla «massa» e l'appropriazione da
parte delle classi popolari di tecniche (anche grafiche) sempre
più raffinate.
Anche il considerare prioritario il fatto grafico a fronte di quel- In sede tecnica si tratta di muoversi dal facile verso il comples-
lo musicale (il suono è un'appendice non necessaria della gra- so, senza con questo inferire circa la validità artistica del facile
fia) non può essere inquadrato senz'ombra di dubbio in un fe- o del complesso e senza rimanere al facile (tecnico) per comodi-
nomeno distorto o regressivo. tà o per malinteso semplicismo.
Non vedo perché si possa interpretare visivamente o spazial- Perciò le «questioni previe» di cui parlava al Sìmposium di Ro-
mente quello che è nato come fatto sonoro (una realizzazione ma il compositore cileno Becerra-Schmidt sono sì le questioni
per balletto d'un'opera musicale) e debba respingersene per sintattico-linguistiche, ma sono, andando ancora più alla base,
principio l'inverso. . . quelle di ordine sociale e ideologico. E sono le più difficili a
Né è detto che non possano darsi opere nate all'origine per una scoprire e a dominare, anche se alla lunga emergono in eviden-
percezione sinestetica, né che grafie ideografiche, di quelle che za dalle opere e dai comportamenti degli intellettuali della
appaiono in primo luogo «oggetti visivi», siano necessariamen- musica.
te «per élite». .
Anzi! Esperienze di grafizzazioni di suoni fatte da bambini o Domenico Guaccero
offerte a non addetti ai lavori dimostrano la loro possibile uti-
LA DE/NOTAZIONE MUSICALE: DIECI AFORISMI

«Pensate ad un pianoforte che desse settantacinquemila suoni dif- Cave canem. La fedeltà dell'interprete all'involucro formale
ferenti. Questa è la situazione dei pittori».
della traccia è un sintomo, il suo contrario uno sbaglio. (La par-
(Salvador Dal!) titura, in quanto pagina doppia - ambigua - surrogato, è im-
mediatamente visibile come collasso formale della denotazio-
ne, come smemoratezza.) Oppure: Che cos'è un'Identità letta
Sulla natura del contratto. L'interpretazione - intesa di per sé su una carta d'identità? Chi se ne frega di un po' di musica,
come un processo allucinatorio in cui l'intenzione fagocita una una carta omeomorfica contiene ben altro, per esempio,
traccia - poggia su una figura retorica elementare, quella l'equivalenza fra spazio euclideo e tempo musicale. Fra la pie-
dell'asemia, in pratica, sulla insignificanza del segno. Questa tra inghiottita da Crono e la fatica di sopportare il silenzio.
insignificanza - questo mero augurio - ha per scopo di favorire
la reiterazione eventuale, soprattutto, d'impedire che la coa-
zione a ripetere si forcluda, prenda il sopravvento la tensione
verso la dualità dell'oscuro. (Dice Lacan, il suo «truc» d'identi-
ficazione con la regola. Ovvero, l'effetto di «pharmakon» del La cosa in sé. La notazione è un surrogato dell'incoscio, un sur-
canto gregoriano.) Nella partitura, va da sé, manca ogni effetto rogato eroico, essa è il discorso dell'altro che diventa legge.
di verità dei suoi contenuti, eseguire vuol dire in ogni caso Così: Quando l'interpretazione diventa turbamento primitivo
smarrirsi sulle rive del Lete, smarrirsi a dispetto di ogni eccesso della percezione? Oppure: Quando è delirio? (L'allucinazione
denotativo, dell'amore di Mnemosine. - di contro - è da un'altra parte, essa è la femme visible del de-
La questione non è da poco se si mette in conto l'astuzia del siderio musicale.)
compositore di regolare le sospensioni di senso della notazione
con l'espressione. Come non vedere, qui, la «svaporizzazione»
dei fini ermeneutici della notazione classica ad onta degli effet-
ti? Facciamo il caso del silenzio, d'oro alchemico o sacro esso è
ancora troppo simile al suono che lo rinchiude come mero orro- Quando il contenuto è pie gèe. È con l'epoca bella, con la do-
re dell'essere, di ciò che è stato. decafonia che il contenuto smette di fare corpo con l'interpre-
tazione. D'ora in poi chiunque può rimuovere le mine del si-
gnificato, chiunque può fare musica con la scrittura.

Mia madre l'Oca. Dalla composizione alla tessitura, quello che


emerge è la categoria «tra», fondamentale qui come nella topo-
logia. Legare, annodare, praticare ponti, costruire pozzi, mon-
tare relè «tra» tempi assolutamente diversi. Nella notazione Il mito di Giocasta. Il solco di Giocasta è stato seminato due
contemporanea il silenzio è altrove, sineddoche generalizzata volte, il padre ha inseminato i suoi figli proprio dove egli stesso
di una crisi senza ritorno. era stato inseminato. Il solco o il rigo, fa lo stesso: in gioco è il
destino dell'ascolto come forma partorita da un'idea che vuole
essere reiterativa di un senso prendendoli tutti, alla lettera.
Con il laccio dell'espressione. L'incesto soccombe soltanto da-
vanti alla complicazione linguistica che esso stesso produce,
La sindrome dell'antimetabole. Che cosa regola la polisemia esattamente come la partitura alla supremazia del significante,
del fatto musicale? Chi gioca sulla compatibilità dei risultati? È intendendo questo come un'estasi temporale, come l'ombra di
da ieri che i segni ci tirano a destra e a manca diventando se- una preda che ci distrae dalla preda stessa. Come la farcia
gnali. Ora che non c'è più una religione essi sono vincoli sacri. dell'opera.
Vincoli di una indicibile solitudine.

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Elogio della pazienza. L'esecuzione è possibile solo nella pa- questo di essa si parla come se fosse una vestigia, un segno tan-
zienza, essa inganna la generosità dell'interpretazione dando gibile del linguaggio. Di contro, la notazione moderna è pura
all'opera il tempo del trionfo. (Un po' come la fede e i misfatti solitudine, quasi pittura, il contatto con essa è simile a quello
della virtù presso i cristiani.) con la terra, con i minerali. La mano si raffredda e s'irrigidisce.

La ricerca dell'intenzionalità. Ogni eccesso di senso non equi- Tranne l'impossibile. Che cosa vuol dire che l'interpretazione
vale alla coscienza del processo temporale della composizione, l all'origine del sapere e che il dolore è all'origine del negati-
il significato proprio dell'interpretazione consiste, invece, in vo? Che nella musica è messa in questione la spontaneità stessa
un «oltrepassamento», qualcosa di simile all'husserliano della libertà pena un doppio silenzio. O la notazione è questo
«riempimento» o, per altre strade, alla sensazione del succede- freddo cammino della pazienza o non è nulla.
re. Ma l'esecuzione è anche un «tatto», un puro avvicinamen-
to. Nel contatto la mano abbozza una carezza, involontaria-
mente, essa tocca il duro cuoio della groppa animale, urta le ri- Gianni-Emilio Simonetti
ghe del pentagramma. La prossimità dell'opera è poesia, per autunno 1980

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ITINERARIUM MENTIS AD INFERUM:
PAROLA, SUONO, SCRITTURA

«L'inautentico non crede alla autenticità in genere. E, se ci credes- «Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero».
se, non comprenderebbe come si possa essere autentici in un'epoca
in cui nessuno ha realmente bisogno di essere autentico». «L'arte mette in disordine la vita. I poeti dell'umanità ristabilisco-
no ogni volta il caos».
«Per nausea della vita metter mano al pensiero: un suicidio per
mezzo del quale ci si dà la vita». «La bruttezza del presente ha valore retroattivo».

«Cercasi deserto adatto per Fata Morgana».


«Nulla di più incomprensibile dei discorsi della gente a cui il lin-
guaggio non serve a nient'altro che a farsi capire». Karl Kraus.

Funambolo della parola, Karl Kraus c'introduce in un luogo vlov non insegna niente?), funziona solo per contatti di memo-
dove gli opposti coincidono, dove, nonostante la profondità, la rie: abbiamo l'idea del dolce perché vi contrapponiamo, taciu-
pura apparenza delle cose sono le cose: tale luogo è la Forma. I to, l'amaro; e così bello e brutto, buono e cattivo, cotto e cru-
sette aforismi dicono un po' meno e un po' più di quanto si do, suono e silenzio. Alle origini gli opposti venivano compresi
desiderebbe da parte di chi vuole capire: non una sillaba è in una sola parola: sacer, in latino, significa sia sacro che ese-
sprecata per chi non cerca oltre, si arresta a ciò che dicono, vede crando. L'orrore nasce, giustamente, dall'attrazione. La civiltà
ciò che i suoni significano. Certo, questo è un mondo capovol- si costruisce sul rifiuto di ciò che più si desidera: lo spasimo è
to-. a segnarne i confini non sono i concetti, ma le parole. «Mon asociale. Estremamente civile, però, la formalizzazione dello
cher Degas», direbbe Mallarmé: la poesia non si fa con le idee, spasimo. E questo, è l'arte. Non quella degli esteti, con la A
ma con le parole. Ascoltiamole, queste parole. maiuscola, fonte di epidermiche estasi, né quella, distorta, di
chi pretende un immediato uso, un senso tangibile della sua
socialità. È sociale perché «ristabilisce il caos», riafferma l'ur-
A la nue accablante tu genza dei desideri, istilla dubbi sulla nostra comprensione del
Basse de basalte et de laves mondo. È sociale perché inutde. In un mondo dove tutto deve
A mème les échos esclaves
Par une trompe sans vertu funzionare scandalizza costruendo funzioni che bastano a se
stesse, che non si rapportano ad altro che al proprio, chiuso,
Quel sépulcral naufrage (tu esistere. La materia usata per questa sublime scompaginazione
Les sais, écume, mais y baves) della conoscenza è il linguaggio. E in un mondo dove anche il
Suprème une entre les épaves linguaggio è merce di scambio, la scompaginazione del lin-
Abolit le màt dévètu guaggio assume il supremo significato di rovesciare le funzioni:
Ou cela que fùribond faute lo scambio proposto è inutilizzabile. Il presente diventa così
De quelque perdition haute l'attimo in cui la memoria brucia il suo desiderio di perpetuar-
Tout l'abìme vain éployé si. Per secoli la cultura umana si è nutrita esclusivamente di fi-
Dans le si blanc cheveu qui traine gure e di suoni. Si memorizzavano formule, si combinavano,
Avarement aura noyé ritualizzati, lacerti sonori, che fossero parole o il battito di un
Le flanc enfant d'une sirène. bastone su un tronco cavo. Poi qualcuno, per primo, fissò in
una figura un grumo di suoni: e nacque la scrittura. Alla me-
C'è di che stupire (e scandalizzare) ogni accademia, anche la moria si aprivano nuove prospettive. L'atto di comporre una
più avanguardistica, non a caso, spesso, insieme la più regressi- poesia, un poema, un discorso si complicava d'una infinita rete
di possibilità combinatorie che la semplice composizione orale
va. Ma il sonetto è solo quello che dice: se però accogliamo le
non permetteva. All'inizio le figure fonetiche assomigliavano
parole per quello che suonano, un impasto di memorie musi-
alla cosa rappresentata dai suoni che la figura fissava. Poi, a po-
cali. Il cervello umano, del resto (ma solo quello umano? Pa-

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co a poco, la figura si fa più astratta. Un segno, soltanto, del Zola? non si accusi l'artista di descrivere situazioni immorali,
suono. Ma l'elemento fondamentale della poesia resta il suo- l'artista descrive quello che vede, e finché esisteranno situazio-
no. Tra parola e musica non si percepisce differenza, perché ni immorali descriverà situazioni immorali. L'impegno, mora-
non c'è. E anche la notazione musicale segue il cammino di le, anzi, consiste proprio nel descriverle. Ma se ormai sembra
una progressiva astrazione. Si pensi alle chiavi: C per quella di superata la confusione tra arte e morale (tranne che per certi
do, F per quella di fa, G per quella di sol. La rivoluzione da cui procuratori), non altrettanto superata è invece, e proprio tra gli
nasce la notazione moderna (e la musica moderna) avviene con artisti, la confusione tra impegno estetico e impegno sociale.
l'Ars Nova: si fissano i principi con cui segnare le durate. Alla Con ciò non si vuole dire che non si debba raffigurare situazio-
combinazione polifonica si dischiudono spazi sconfinati: il ni «impegnate», si afferma soltanto che la raffigurazione avrà
musicista può controllare, sulla carta, le più intricate intelaia- valore estetico solo perché riuscita e non perché «impegnata».
ture, i più intellettualistici giochi. Come era avvenuto per la Non si ascolta Bach perché era un credente, ma perché la sua
poesia, la scrittura finisce con assumere significato predomi- musica è straordinaria. Certo, ciò significa introdurre, di nuo-
nante: e si scrivono artifici che l'udito non percepisce. Il mot- vo, un giudizio di valore «estetico». Ma perché averne paura?
tetto isoritmico è un capolavoro di musica visiva. L'aspetto gra- non basta? o sianjo così spaventati dal riconoscere «valore» a
fico della musica oltrepassa la sua funzione di memorizzare la qualcosa di inutilizzabile, che dobbiamo per forza inventarci
composizione: è esso stesso composizione. Tra compositore e un uso, un significato, una funzione? Del resto: in un'arte così
interprete si istituisce una sorta di sfida: la decifrazione del strutturalmente asemantica come la musica, la ricerca di signi-
criptogramma musicale fa parte del gioco, è un evento in più ficati non musicali ha mai prodotto altro che aborti concettua-
che connota il fare musica. E allora anche il modo di interpre- li? Diverso è il discorso se la ricerca formalizza le corrisponden-
tare le scritture diventa tradizione, codice, che i musicisti si tra- ze, le insinua come metafore, costruisce insomma sul linguag-
mandano. La spaccatura, tra compositore e interprete, è cosa gio musicale un linguaggio verbale analogo, ma comunque
recente, di poco più di un secolo. Ed è contemporanea della mai veramente identico. E anche qui, sarebbe il caso di proce-
dissoluzione della figura in pittura, del disordine della sintassi dere con estrema cautela. Senza perdere mai di vista, in ogni
in poesia. Ogni poeta, ogni pittore, ogni compositore s'inven- caso, la provvisorietà e la scommessa di tutta l'operazione. Ec-
ta allora un proprio codice che traduca in segni le nuove strut- co, perfino all'interno della musica avviene qualcosa di analo-
ture sintattiche, i diversi rapporti figurativi, le inaudite combi- go: che l'appunto, la memorizzazione si consideri già musica,
nazioni sonore. Se già una pagina mozartiana appare all'occhio che la scrittura pretenda di porsi per quello che non è: ragnate-
come inconfondibilmente mozartiana, tanto più è necessario la di suoni. Da questo equivoco nascono molte insopportabili
che una pagina di Bussotti sia solo di Bussotti. A evitare il so- interpretazioni sedicenti «filologiche». Come se la restituzione
lipsimo, la babele muta basta che i segni rinviino, e sia pure in del segno fosse la restituzione del suono (ma già: essi usano an-
minima parte, a qualcosa di noto. Il resto si dedurrà per asso- che originalinstrumenten), quando invece anche la semplice
ciazioni. L'interprete è così chiamato a prendersi, quasi inte- lettura è già una traduzione, un'interpretazione. Il segno è
gralmente, la responsabilità della decifrazione. Non che que- sempre allusivo: invita a una tensione tra silenzio e suono, con-
sto non avvenga anche con le musiche del passato: che cosa di- tiene nel suo muto sguardo (ma c'è chi si suona dentro, com'è
ce una pagina di Chopin sul modo di suonare Chopin? L'uso, giusto, già la lettura di una partitura) illimitate incarnazioni
la consuetudine d'ascolto, il logoramento del consumo hanno sonore. E qui sta il senso, forse, di tutta la musica d'occidente:
contrabbandato per ovvio ciò che ovvio non è: e cioè che qua- nel suggerire, appunto, la rottura del silenzio, nel far germina-
lunque pianista suoni Chopin, suoni Chopin e non il suo Cho- re dal grembo silenzioso del tempo un ordine effimero, che
pin. Il compositore contemporaneo obbliga invece ciascuno a dura lo spazio d'un suono, e riprecipita nel murmure amorfo
prendere atto che suonare è un arbitrio. Il rischio, naturalmen- del quotidiano e inavvertito silenzio fatto di rumori. La scrittu-
te, è quello di una radicalizzazione dell'arbitrio: ma ben ven- ra aggiunge all'enigma sonoro un enigma grafico: lo genera,
ga, se evitarlo potrebbe significare l'appiattimento d'un'abitu generata. Non dispone d'altro (ed è molto!) a evitare risposta,
dine. Che si restauri una koiné qualsiasi non è decisione di mu- a sfuggire le insidie di chi vorrebbe incasellarla in comode con-
sicista a renderla cosa possibile. Se disordine, e perfino solipsi- suetudini, imbrigliarla in decomposte ideologie. E pensare che
smo, esiste, è perché la koiné agognata è solo il pio desiderio di Marx ha dedicato un intero volume alla demolizione di qual-
chi vorrebbe la società già trasformata. O dobbiamo ricordare siasi ideologia. Chi sa, forse, la funzione è trovata: la musica si

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rifiuta a qualsiasi ideologia, non è funzione di nessun ordine Et musique est une science
che non sia l'appello al dubbio di tutti gli ordini, di tutti i va- Qui veut qu'on rie et chant et dence.
lori esistenti, l'invito a diffidare, insomma, dei fossili che si
credono vivi. L'ordine proposto dalla musica è un ordine pura- Scienza, dunque (e che altro significa la parola Ars?), ma del
mente formale: e con ciò denuncia come disordine l'imposizio- gioco, del canto, della danza; a vivere come possibile la dou-
ne di qualsiasi ordine esistente, fosse pure il più giusto, che ceur del cuore, irrazionale solo per chi ha un concetto assai li-
non esiste. E Zdanov lo sapeva bene. Come lo sanno tutti i rea- mitato della razionalità. La razionalità dell'arte è dare forma ai
zionari che ancora fischiano Boulez. Fosse anche soltanto puro fantasmi: inventare corpi dove c'è vuoto, suoni dove si minac-
gioco, divertimento, leggerissima inezia, la musica cancel- cia silenzio. Segno, se non altro del dolore di un'assenza.
la giocando la serietà dei Lager. Ricordate Giullaume de
Machaut? Dino Villatico

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IL BUDINO COME COSMETICO
ovvero Lo shampoo da bere, la musica da vedere,
il plumcake come make-up, la nascita come morte.

Ventiquattro anni fa, Giulio Preti osservava, in Praxis ed empi- poraneità dei livelli: ad esempio il rock, inteso quale musica di
rismo, che la famosa frase di Engels «la prova del budino è nel consumo, che si fa musica di avanguardia attraverso new wave
mangiarlo» era soltanto una constatazione, per di più ovvia, e no wave. Da alcuni decenni si verifica, infine, una interessan-
che non escludeva l'eventuale successo operativo di un qualun- te mescolanza e contemporaneità dei generi e, per conseguen-
que budino quale cosmetico. Di qui un deciso contributo al za, dei media: il cinema degli artisti, la poesia visiva, la perfor-
crollo di ogni metafisica materialistica ancorché dialettica. Pro- mance, la poesia sonora, lo spartito musicale «altro», eccetera
babilmente, se si prescindesse dall'impiego di alcuni additivi eccetera.
francamente velenosi, uno shampoo al midollo di bue sarebbe Dalla mescolanza e dalla contemporaneità degli stili, dei livelli
più nutriente di un omogeneizzato «al» vitello e un detersivo e dei generi (meglio sarebbe dire dei media) stanno forse na-
al limone più gradevole e dissetante di una bibita intitolata al scendo un nuovo stile, un nuovo livello, un nuovo genere, un
medesimo agrume. Siamo partiti un po' da lontano per soste- nuovo medium. È a questa probabile nascita che una mostra
nere, cosa del resto ormai nota, che la prova di uno spartito come Spartito preso viene dedicata. Per ora, i dati in nostro
musicale non è la sua esecuzione (e nemmeno la sua eseguibili- possesso indicano che è in corso un concepimento più che una
tà) in quanto niente esclude una sua autonoma esistenza come nascita. L'architettura post-moderna è chiaramente ancora ar-
«pura» operazione visuale. Già negli anni Sessanta, critici co- chitettura anche se si situa sull'orlo dell'architettura medesi-
me Willet affermavano qualcosa di simile. Questa considera- ma; la poesia sonora è ancora poesia anche se si situa sull'orlo
zione vale, beninteso, per tutta la musica «scritta» e non sol- della poesia. Eppure non è affatto detto che il punto «nascita»
tanto a proposito di ciò che viene ormai comunemente classifi- sia più importante del processo «gravidanza e parto». Inoltre,
cato come «musica da leggere e da vedere», assai specializzato l'orlo è qualcosa di più di una linea di confine: è infatti una fa-
in tal senso. E potrebbe indicare anche una sorta di principio di scia, dotata di una propria organicità, che appartiene ancora ad
reciprocità: alcuni quadri di Kandinskij possono agevolmente un campo precipuo pur risentendo appieno degli effetti del
essere intesi ed eseguiti, infatti, come «pittura da suonare». Ma campo, o dei campi, confinanti. Del resto, la stessa geopolitica
tutta l'arte visiva può essere intesa come «musica da vedere», considerava l'esempio più brutale di confine, il confine territo-
considerando come tale musica non debba essere necessaria- riale tra due stati, non come una linea ma come una fascia do-
mente eseguibile. tata di autonomia categoriale. E se la geopolitica fu una «scien-
za» nazista, la nuova «scienza» democratica ed europeistica del
Con questi teneri paradossi si giustificano allora alcune concre-
MEC ha teorizzato il concetto di «regione transfrontaliera»
te esperienze che tutti possono compiere: trovare uno spartito
(concetto sicuramente post-moderno).
di Cardew più «bello» di una serigrafia di Adami o un foglio di
Chiari più suggestivo di una poesia di Sereni. Ad ogni modo Una mostra come Spartito preso, per il fatto stesso di essere
non è soltanto questione di chiarezza e di serenità, doti o di- una mostra, si situa facilmente nell'ambito della visualità. Ep-
mensioni che pertengono agli umanissimi «cuore & mente», pure, la sua ascendenza musicale è ancora determinante, anche
quanto di un postulato circa un nuovo modo di «leggere» e di se gli oggetti per l'udito sono stati selezionati come oggetti per
«vedere» i prodotti di quella pervicace attività degli uomini, la vista. Di qui nasce una «fascia» (un «orlo») tra la musica e le
frazionata in generi ma sostanzialmente unitaria, che ha preso, arti visive, sufficientemente autonoma anche se non autofon-
lungo la storia, il nome di «arte», e poi, via via, quello di «arte data. Si documenta, insomma, ancora una volta, immergendo-
moderna» e infine di «arte contemporanea». Infine? Natural- ci in questa fascia, più un concepimento che una nascita. Ma il
mente, no. Siamo già, infatti, all'arte «post-moderna». nostro compito è ancora e sempre quello di mostrare un proces-
Il post-moderno postula, come ancora una volta si sa, la con- so e non il risultato, statico e pertanto davvero finale, di tale
temporaneità e la mescolanza degli stili (intesi tanto in sen- processo. Un processo giunto alla propria conclusione, alla pro-
so storico, cioè verticale, quanto in senso etnico, cioè orizzon- pria fine, significa infatti sempre morte, anche se tale fine vie-
tale). Altre esperienze ad esso contemporanee (post-con- ne virata nella fattispecie della nascita.
temporanee?) postulano invece la mescolanza e la contem- Sergio Salvi

38
NOTAZIONI DISSIDENTI E CURIOSE

In tutto l'arco dell'Ottocento e primi del Novecento, con l'enorme arreca sommo vantaggio per la brevità, per la semplificazione con la
sviluppo della produzione di musica strumentale, molti teorici e quale è scritta...»2.
compositori cercarono di formulare nuovi sistemi semiografici che Esiste un numero incredibile di questi inventori, che Machabey
sostituissero o integrassero la notazione tradizionale, a scopo di definisce «spiriti difficili»; molto spesso ci troviamo davanti a mere
semplificarla o renderla più razionale. Essendo rapidamente caduti promesse che sul sistema pratico si rivelano non funzionali, ma
in disuso, questi sistemi oggi possono essere definiti notazioni qualche rara volta ci si può imbattere in qualche uovo di Colombo
dissidenti. che è rimasto inutilizzato, come nel caso del sistema che Busoni
Uno dei precedenti più illustri risale al bizzarro tentativo di Jean- aveva ideato per gli strumenti a tastiera. Si tratta di una tessitura di
Jacques Rousseau; il filosofo-musicista aveva presentato nel 1742 righe corrispondenti ai tasti neri del pianoforte, con la prerogativa
una relazione all'Accademia delle Scienze di Parigi su un suo di rendere a colpo d'occhio in strutture di particolare complessità
sistema numerico di codifica, rispondente ad un criterio di cromatica.
matematicizzazione della prassi compositiva anche nella sua Ci sono poi alcuni casi di Notazioni curiose, per lo più disegnini
semiosi1. Pare che Rousseau avesse desunto questo metodo da un umoristici per i quali sono stati utilizzati segni convenzionali della
certo abate Souhaity, che nel 1677 pubblicava un metodo di musica, in genere non suonabili. Tra queste vignette più o meno
notazione «con la sola scienza dei numeri». divertenti, analoghe ad alfabeti antropomorfi, si ricordi la Musica
Verso il 1843 Gaspare Romano, un musicista allievo di Meyerbeer, Figurata di Grandville (1840), nella quale le note diventano
pubblica un piccolo trattato Sténographie de la Musique dove, ad personaggi, e la Musica dei gatti di M. Schwind, il pittore che ha
avvalorare la bontà del suo sistema, afferma: «...si può leggere a più volte ritratto l'amico Schubert.
grande distanza, ed a colpo d'occhio con una chiave si può con tal In tempi recenti di queste notazioni curiose ne sono state prodotte
metodo di scrittura comprendere ed esprimere tutte le note del molte, in special modo negli Stati Uniti. Tom Johnson ha disegnato
Basso e del Violino, non del canto in generale. Ciò che è più il volume Imaginary Music dove troviamo numerose situazioni
importante, vengono tolte con questo modo di scrivere la musica le divertenti, come pure paradossali sono le vignette di Bill
sette chiavi diverse che recano allo scrittore tanto disturbo. Più Hellermann, disegnatore di dentifrici e di vernici a strisce musicali.
ancora resta eliminato tuttfc le ottave sotto e sopra il rigo, e tutti gli Già con questi disegni ci avviciniamo molto allo specifico della
accidenti appariscono con un solo segno ponendogli alla chiave si o poesia visiva, ma con intenti sicuramente meno «impegnati»
no come piacerà allo scrittore. Parrà a taluni che osservano rispetto a quella, e quella di Luciano Ori, presa a confronto, ne è
superficialmente la cosa che sia per riuscire difficile l'intelligenza di un esempio.
una tale scrittura, dovendosi distruggere tutta la musica antica e
studiare da capo, dimenticando quanto si è appreso finora. Ma se
bene osserverà, dovrà scorgere che anzi d'essere difficoltosa >Cfr. ROUSSEAU, J j., Project concernant de noveaux signes pour la musique,
l'intelligenza di tal metodo, aiuta anzi a coltivare la mente, a Paris 1742.
conservare sempre più franca la memoria, alleggerisce la fatica, 2
Cfr. ROMANO, G., Sténographie de la musique, Milano 1843, Lucca, e Ru-
rende facile ai principianti l'intelligenza, agli scrittori, ai maestri dimento Musicale, Milano 1843, Ed. Libr. Silvestri.

TABI,E G E N E R A L E
e-tonoriod7Órui ero de toutteo rio Cùfo.
eie de Fa \ 7/1. 7/1 \ 7/1
de Mi ...... | 2 | 3 4 I ì | <T 7/4 I 2 I J 4 I 5 I A | 7/1 | » | 3 4 i S I <T I 7/l | 2 | 3 4 < |ff| 7/1 I 2 I 3 4 5 I <T I 7A\
de Mi B , . i ! > < | < i r i y i U i M U l y i M u m U i y i r / i l m u i f i y i - l »
de Re- \ 3 i F \ tA i 3 \ 3 « \ 3 j <S\ 7A \ 3 4 \ S ì 6' \ 7/1 \ i \ 3 t \ S i 7A ì 2 \ 3 4 \ S <ff\ 7A
d'Vt D 3 4 I S I :»-| .VI I -z I j J I 5 I ó'I 7/1T1 I 3 4 I d I tr | 7/1 I 3 la 4 I 3 I <f I 7/1 I s I 3 4 I IT? I 7/1 I ala
d'Vt * 4 3 : f ri». 2 \ 3 4 \ 3 i C- 7AT2 > 3 4 3 \ 7/1 \ 2 \ S 4 \ 5 • 7/1 > ì \ 3 *
de Si I S I f I 7/i I 3 I 3 4 I S 1 eri 7/1 I jpH 1 1 tr\ ,-/i I : I \ a1 »-! i/i I 2 I 34 I 5 i e ; 7/1 I a I 34T
de Si B s [ o \ 7/Q \ » ] 3 « \ S i ó \ \ 3 • à 4 ] S \ ^L \ 2 \ 3 i \ S \ f i \ 2 \ ^ 4 \ S \ o \ ^ \ 2 \ 3 4 i S
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de laB ? I 7A I a | 3 4 I J I I 7/L \ 2 \ e t \ 5 \ p--. 7/1 \ 2 \ 3 j \ 5 \ff\ Vi \ 2 \ 3 t \ S \ Pi 7/l \ 2. \ 3 j \ 5 \ 6
de Sol \7A\2\34.\S\6\7A\2\34\S\6'\ 7/1 \ 2\ 34]5\tr\7Zx\2)?.4\S\o \ 7/1 \ 2\ 3i>5\S\
deìaD \7A I » I a i I S I e I 7AI » I -3 4 I à I ITI 7/i | 2 | 3 4 I S I t> I 7/1I 2 I 3 A I 5 I e I 7/1 I 2 I 3 4 I 5 I e I
A B C D TC

J.-J. Rousseau - Tavola generale, in «Dissertation sur la musique


moderne», Paris 1743, D. Vincent.

40
D i s s e r t a t i . O N s u r l a M u s i q u e M o d e r n e . 9 5

romper la tef t a , Din di ra din di


MENUET DE DARDANUS.
Re d 4^ 3,*|3 | ' 4 » J , 3 l ' , 1 » 5 |5;4>3 |2>
\7olez, plaifirs, volez , Amour prete leur tes char-
romper la tef ta, Din di ra din di
d 3,4 3,2 3 |4/i31 a. 1 3 2 1
d i,7)i |'M>l|'}7, ibi ) |7b
mes , répare les allarmes qui nous ont troublez.
6 6 ta don
a 1 I 1,21,7 |5,4, 3 I * 5 ; i i 7
b
J ^ w k M b o| , ; 15 3
Que ton empire eft doux, vien, vien, nous voulons
c 5c,4 3 , 4 5 1 6 ) 4 | 5 | i , 3 i, ra din di ra din don don don , dan di ra din
2
tous fentir tes coups, enchaine nous ; mais ne te fers d 3 j 4 I 5,4*3 I * I 3 I 4) ' J 3 |4,3, |
d i | i,3 2, i | i , 3 2, i | 6 | 4 5 , 6 ra din di ra din don dòn don , dan di ra din
que de ces chaines dont les peines font des bienfaits. C k y i I 5 , 2 , I I 7 I i l I 2 , . , I | > 2 , I J 7 |

6
c 7,i 1 I •3 4 -, 5 J 7 i I 4•4 5 , 7* | i d . don don don don dan di ra din
b
CARILLON MILANOIS EN T R I O . I . 5 •I 5 I i I f , - , i | 4 , 2 , 5Ì
^
l " Deffus.
" Campana che fona da lu to èdafef---- don ' don ./ don.
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» 3 K,7» i I 7 > M V 7 > i |.,2,7| 1,2,3 | d 3 I 3 |3s-,d.8
Campana che
idDcflus 3 C„ o
don don don. . r
l ' i ' lv,3K,7,i| d i I I |ì,.,d.g
Bade.
don don don don don don don.
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i , 3 , 5 I i , 5 , 3 I
ta Fa
d 2 ,IJ7| i,2,3|»,2,i|-,7,o| . I 4 I Campa na che fo na da lu ' to è da fef-
fona da lu to è da fella Fa d 5 I J,33b34|j,33,34| J I ' , 4 , 3 |4>
d 7,M6>7o|V7,6I^,o| • | z | Campa na che fo na da lu - to è da fef-
Fa romper la tef- - - - d 3 I '•> 1 2
,
b b O- *—* W
I • I • ,7,i|2,3,4|
Fa romper la tef-
b o | . I • 6 , 6 , 6 \ i ,

J.-J. Rousseau - Dissertation sur la musique moderne, Paris 1743,


D. Vincent, pp. 92-93.

41
r.ir. ///.

C a t t t a b ile

10 i l 12 15 1 4 13 16 22 25 24 23 26 27 28 29 5o|si 52 55 5 4 55 5 6 57 58 39 40 41 i>i\4 5
( 2 3 4 5 6 7 8 9 17 18 19 2 0 21

Re Mi Fa Sol La Mi | Fa Sol La Si Do Re Mi Fa Sol La Si


Fa Sol La Si Do Si Do Ke

104 8.1 50 44 4 12 84 96 76 30 6 8 •26 2 8 5 2 2 2 4 32 18 2 0 174 176 16 17 172


8 8 4 2 4 2 2 8 2 1 <5 2 2 2 8 1 1 2
16 28 8 8 4 4
56 8 180 8 8 44 164 20 48 10 1 2 0 4 2 4 •24 11 134 144 1 3 0 88 5 2 175 1 4 2 90
144
8 8 8 8 4 4 2 2 2 2 4 4 8 4 2 4 10 8 4
g 10
8 •21 1 1 6 100 64 36 30 20 114 62 6 38 2 92 98 10 1 0 4 36
80
56 8 8 16 2 8 8 4 2 2 8 2 7 10
8 8 8 48 122 22 152 10 1 6 6 4 2 72 24 48
8 8 8 2 2 4 2 1 8
72 120 8 8 1 3 6 1 0 6 11 10
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3f

TAV. I.

J i g v t x e bit C i ) U t t b r c

DE M." DIDEROT

Sol diesis Lo diesis Si Di diesis Se diesis Mi Fa diesis Sol


1. 2. 3. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 1. 2. 3 . 1. 2. 3. 1. 2. 5. 1. 2 3. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 1.
_ J -

- - - -

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- -

SCALA CROMATICA

Do d.-b. Re d.-b. Mi Fa d.-b Sol il.-b. La d.-b. Si Do

Numero
2880 2700 2560 2100 2304 2160 •2025 1920 1800 1728 1620 1536 1440
delle Dimenzioni
Numero
delle Oscillazioni
1440 1336 1620 1728 1800 1920 2 0 2 5 2160 2304 2400 2560 2700 2880 A. Stoli - Metodo grafico di riduzione in Cifre
Numero Numeriche ad uso dell'Armonagrafia, Roma
- 8 8 - 8 I l i - 8 2 4 - 8 5 2 - 8 4 0 - 8 4 8 - 8 3 6 - 8 6 4 - 8 7 2 - 8 » 0 - 8 » 8 - 8 £10—8
di Composizione 1841, tav. Ili e tav. I.

42
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I
S'y. S su.
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io v«. mì -fa rol 1«. A
Jlfota. ««furali / I N — / I \
bo-molU p * e- / b V E per leggere le note scritte a questa forma comune
.. hinsis / 1 c/ J k guai se niente uno soffra abbagliamento di vista o tra-
.< hoppie. btsnotU.. r f R d- * 4, V veggole o nuvole. E in ogui modo è impossibile rile-
Sappia, h'njts.. ^ t <\ d- ir vare a colpo d'occhio siffatte note acutissime o pro-
1i<j.sy. , òq.... />7 i »r u r t , i/lAd fonde senza numerare ad una ad una le lineette che
f I Ta..... U-^1 .. W1A le attraversano.

3
Jerie. A ; 2 2 wvx „ quanti vii fi' 04 terre.
Ma la mia estesissima scala non finisce così subito;
jot... A/W
u . . . . r-^j MNTI tienle dietro se puoi!
4t ... FW

P. Selvatico - Tavola VII, in «Quattro opuscoli musicali - ossia Nuovo B. Montanello - Intorno allo scrivere la musica. Lettera di B.M. a
Sistema di Notazione», Milano 1847. Marco Beccatichi, Milano 1843, p. 9.

43
LA P A R T E N Z A D E I M I L I T I LOMBARDI R o m a n o g r a f i a musicale e Valtz
CORO <11 BARDI del CI e M? R O S S I N I .

£ TH 1 U l
bar- - - d i , che il guer ri e _re riten.tas
-J- " m r
voce degli ita _ li
Pianoforte a due chiavi eguali e note —
|
5 7 J 7 m u 1r-tj-LLg Sol . I N I
Vi MI T» Semibreve O Minima O

t
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[ m Chiave centrale x •
r
F-Pf'Lf ?
u-1 -? {—j—1
FoF'f } -vp F U Chiave per due Rigo
come sopra 7~MÌ VI
l^J b a r sovra il campo nemico a pu_ rnar.
gliar su cor. re_te,o s o l d a . t i Lou
_ di, 8ol/v V/ Semicrome m.
Sol yv |I \> l"^ 1 U Crome J nota ere», b) calan. -I) poi natura. +)
J . i.J J J . J J J Z J J j» J. J r z/r rf J -
\ | SiMitim1inlme N i
(Si. ^ " L/v " . V, i v 1rx— \
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y 3? pel tueono •M
Corrivo \ INTROD?
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ivia i t;y) i P Z v i VP VA N VA i x i N
rsJu ^ ' IV - . V, i \ rr— 0 V ] ' " ir*
I D a l l ' » . m u _ re jdi: ....
p a . t».;>
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H—• I1Z ' tZ' — U L - U A - A —VA k V
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Lrier: dd'in
imper ler_ r i _ t o core infianima _ to ol-tre l'al-pi
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si cacci' il stranier. I 7 i \ ——. J \

I
a—eA-»—At^ ' I » vP v^» _N y,r\ \—V.7Ì 1 y— X
' • S f ascendenza sorprendente -UT
vi 5
ViaLdcKardi ascollate l l a r i t o , Non bagnale le ciglia di pianto, Quando il canto s'udrà di vittoria,
V^VfN- l " L*
W -o—tr
Quell'antico,primiero col aggio,
L o r c b è unito sia l ' I t a l o s e n ,
Che già Roma mostrò ne'suoi d i , D e l l a p ilria vi chiama l ' o n o r : Belle m a d r i de'figli al p a r t i r !
T o r n e r a n n o ricolmi di g l o r i a
AZ
-4 4-
Or che splende di sorte il bel raggio Deh! mostrate che sol fu sopito Vuol l'Italia ogni giogo qui infranto

Mostri Italia d ' a v e r o g g i d ì . D e l l ' I t a l i a l'antico valor. E g l i è questo il c o m u n e d e s i r . Agli amplessi del patrio t e r r e n .
Glacini» L o n g o n i .
c-W- * c AV AV
Sua^nm^per^X^^^^
I? Accordatore deal1 istrumenti a tasto.
" 5 ? Ascend. V V T VI V (,
X IÌ t vi Te
SA x
w Ve . xl ® w le
5? Distend. lì
N.B. Le 5 ? cattanti «inquarto di c o m m a . L ' 8? ben p e r f e t t a è n a s c o s t a .
k II k fc \ n ,

G. Romano - La partenza dei militi lombardi, in «Saggio di G. Romano - Romanografia musicale e Valtz del C.re M.o Rossini, in
Romanografia musicale», Milano 1843, Libreria Silvestri. «Saggio di Romanografia musicale», Milano 1843, Libreria Silvestri.

44
VX R DE ROSA DANZA

'.(lerato
«MMoJinfe
C7V7 ^Ah
GTITET'Gr
'jUl/Wl

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tempre
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L^A» ^ > . 4

iìài '-""iq
%Ar\ ì-er-• ^ t ^ 1N

«.V' ì U ' ^ ' ^W'^Ll 1,1 I y U y W


V X T ir

D.C.alFine

G. Romano - Vere/erosa danza, in «Saggio di Romanografìa musicale:


Milano 1843, Libreria Silvestri.

45
AGGIUNTA
ESEMPLARE per canto e suono od con Fariaeioni comunemente sufficienti ad abilitarsi alla nuora e facile ferma
su qualsivoglia stromento.

A
C«M A 1 1 a) I n precedenza m a n i f e s t o , come che la cosa
G 5
» E B D D
E p
e- P
sia di poco m o m e n t o , c h e una o due t r o m b e , o
T E M A ! G• e " A
| I • « v 1 1 C »
cosi d e t t e coperte di cristallo, e meglio t r e se il
a can- il fuo co sta
"7 "*•
Non piti
F
tratto dall'Opera
c D
B
D C E
C B P i a n o - f o r t e fosse c o d a t o , appese a c o n t a t t o sotto
la Cenerentola 9. o G B " " 1 c
' ' A 1
il timpano p e r mezzo di un cordone di s e t a , ser-
A
> —
- * U " - |
vono a r e n d e r e una eco più e s t e s a , ed una voce
- più sensibile, dilicata ed oscillante. S e q u a t t r o basi
C
B G ^ G » " 0
C«M
cristalline alle piante quali isolauti concorrono a
!
F o f
P
E > c > —!— | ' J . » , . v | E - - D f
0 o f B -JL
D V B '
r e n d e r e miglior effetto all' o r e c c h i o , molto più lo

' V E a v r e m o con questi a c c e s s o r j .


mes - t a ec.
F E
C
D
B c E
< E
G C
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CG —
8
C

C
8 » G G
1 A
b ) T r o v a i a n c o r a ottimo a prolungazione del-

c ' E
' —
1 " " — 1 A
A unisoni
1= * l l ' a c c o r d a t u r a di applicare una lamina di metallo,
che va a premere i penoli o metallici c o n i , a cui

„ e—c0' n
r
A. a c » S* B sono avvolte le c o r d e , dopo di aver reso più e-
— 1 ~ F E D _ C guale la superficie, mercè di rotolini di cera mal-
? ' C ' ò 0
D S c -n
l e a b i l e , e con doppi l e m b i di p a n n o sovrapposti;
_ - - - i Non r i a mesta ec. D D
lungo pai pi - t a
C
E
D
F
B
C B
G
molto più se i fori avessero sofferto un qualche in-
C G
B - C D
° D
_ c „ — e5 G

' ' Unisoni


sensibile attrito col t e m p o , o fossero dalla parte

ì -
d e ' m a r t e l l e t t i , dove spicca m a g g i o r e la vibrazione.
L a pruova i t e r a t a p a r v e p e r s u a d e r m i di un qual-
9 0 4 che più durevole vantaggio e più di l u n g a mano
A 5 C
7
B // l H B
4
A A
nel verno relativo alla m a g g i o r e s a t t a compressio-
F ec
1 D [ D
1
D
1 A
B n e ; ne ci rimane del t u t t o che l'inconveniente del-
adagio | f li , C
o 1 1 i ' L

nel Carelli t l'incostante impressione a t m o s f e r i c a .


c ) In mancanza di un Voltipresto, adattai ad
un piccolo b a s t o n c i n o , o v e r g b e t t a , indi ferma-
t a sul l e t t o r i l e , alcuni cordoncini con brevi in-
t e r v a l l i , e stirati d a g l o b e t t i di o s s o , di v e t r o ,
o m e t a l l o . Inseriti i medesimi a qualche distanza
coli' ordine loro nel mezzo delle pagine raccoman-
date se sien poche a fermaglio od a l t r o , in m o d o
però che seguono di mano in mano i c o r d o n i , i
quali per non togliere la vista devono sempre così
c a d e r e dopo nel mezzo delle c a r t e , ajutano la ma-
no a rivolgerle con più di sicurezza e celerità nel-
l'atto della non i n t e r r o t t a esecuzione, ed a con-
servarle più lunga pezza .
d ) T r o v e r e i forse ad a j u t o del discepolo il col-
locare uno specchio della lunghezza della tastie-
r a , perpendicolare alla stessa e parallelo al let-
t o r i l e , dove senza dipartirsi g r a n fatto colle pup-
pille dalla c a r t a si s c o r g e r e b b o n o i tasti e la va-
ria posizione delle i n a n i ; imperciocché l'una e gli
altri in luogo di essere in r e t t a linea coli'occhio,
senza punto piegare il c a p o , diverrebbono come di-
rimpetto o di p r o s p e t t i v a , quasi fossero p r o l u n g a t i .

A M Nichetti - Aggiunta e Esemplare per canto e suono ed accompagnamento con Variazioni


comunemente sufficienti ad abilitarsi alla nuova e facile forma su qualsivoglia strumento in
«Prospetto di un nuovo modo più agevole di scrittura musicale», Padova 1833, pp. 67-68 e
tav. I.

46
-A, ri, Xri /ci-I dSri

G. Decher - Tonschrift fiir das gleichstufige


Tonsystem, blatt 2, Monaco di Baviera 30
giugno 1877 (manoscritto conservato presso il
Museo Civico Bibliografico di Bologna,
Conservatorio di musica «G.B. Martini»),

47
Pastorale in re maggiore.

Galop di maschere.

G.I.I. Gérard - Musica Figurata (1840), in «La lettura», rivista mensile


del «Corriere della sera», Milano 1905, anno V, n. 9-

48
Marcia eroica.

Valzer.

Tarantella.

49
oscillando da 54 a 62

B. Schàffer - Konfiguracje per pianoforte, Warszawa © Polskie F. Busoni - (J.S. Bach) Fantasia cromatica transcritta in notazione
Wydawnictwo Muzycne. pianistica organica (1905), Liepzig © Bteitkopf und Hartel.
52
requiem per / recordare opera k. 755

piano

RE.
zz: M O H
• • ^ a
• • • • • • • • • * *
L.Ori - Requiem per opera •
—»^. m1 w« *»
K755 (1976), collage
plastificato su cartone, z: *—
cm. 50x70.

53
NOTAZIONI DELLE AVANGUARDIE STORICHE
DEI PRIMI DEL NOVECENTO

Se Ettore Pozzoli, il musicista più conosciuto e meno apprezzato ed un evento di teatro musicale prefissando, come si fa con la musica
amato dagli studenti di conservatorio, potesse aver assistito ad una strumentale, anche gli effetti scenici etc.
serata futurista o dadaista, scoprirebbe allarmato e deluso che la sua Già nel 1911 Alexander Scriabin aveva scritto il Prometeo o Poema
definizione incrollabile «la musica è l'arte dei suoni» è stata messa a di fuoco, nel quale erano codificati in partitura particolari effetti di
dura prova dalle avanguardie storiche dei primi del Novecento. luce colorata da realizzare con un Clavier à lumière, morendo
Con l'Arte dei Rumori il futurista Luigi Russolo teorizza prima di poter condurre a termine un mastodontico progetto di
l'inglobamento del rumore nella dimensione musicale, evento teatro globale: il Misterium.
basilare per tutta la musica contemporanea; purtroppo questo E interessante leggere cosa scrivevano i fratelli Corradini in Arte
aspetto non ha avuto lo sviluppo che si meritava da parte degli dell'avvenire (1911), primo trattato di sinestesia delle arti: «Sul
stessi futuristi, principalmente Filippo Tommaso Marinetti e palcoscenico si svolge una azione (pura azione senza parole,
Francesco Balilla Pratella. mimica). Al posto occupato dall'orchestra nel dramma musicale,
Soltanto oggi, dopo John Cage e Brian Eno è apparso in tutta la stanno degli strumenti atti a produrre (ognuno con modalità
sua importanza questo assunto che Russolo aveva puntualizzato, proprie) tutti i.colori semplici. Durante lo svolgimento dell'azione
fino a scrivere un saggio dal titolo Grafia enarmonica, nel quale si sul palcoscenico, questa orchestra cromatica inonda il teatro di luci
configura un'attuazione pratica di un sistema per scrivere le sue diverse, che si svolgono in motivi: questi motivi cromatici devono
«Spirali di rumori» adottando ancora il pentagramma ma con un esprimere le situazioni ed i caratteri del dramma mimico.
criterio diagrammatico. Naturalmente, i colori saranno stati determinati e notati (con una
Il Fox-Trot del Teatro della Sorpresa di Virgilio Mortati è una segnatura simile alla musicale) dall'artista (pittore); il direttore
utilizzazione della pagina scritta per un divertissement sulla carriera d'orchestra avrà davanti lo spartito».
frustrata e agrodolce di un libertino. Pentagrammi ondulati, Nell'importante libro dei fratelli Corradini si legge anche:
indicazioni agogiche e vignette da Travaso costituiscono un progetto «Esempio di romanzo musicale: uno spartito su cui, di pari passo
eterogeneo che resta un caso unico nella storia della notazione. con la musica, è descritta un'azione drammatica. L'azione deve
Anche il poeta Filippo Tommaso Marinetti, l'animatore del essere descritta per sommi capi, in modo che chi legge, abbia
futurismo, va ricordato in questa sede per le sue poesie sonore che pressappoco la stessa impressione che se assistesse a una
aveva nominato mots en liberti. Queste tavole sviluppavano una rappresentazione mimica: i motivi musicali, che si svolgono lungo
libera composizione nella pagina di caratteri tipografici, o lettere lo svolgersi dell'azione raccontata, devono esprimere i caratteri, le
manoscritte o segni di vario tipo, un conglobamento di materiali situazioni, i contrasti... Tutto ciò che ha ufficio d'arte (espressione
che risultano essere le prime notazioni che scardinano il senso dei pensieri) deve essere fatto dalla musica, il resto dalle parole.
normale di lettura (sinistra-destra e alto-basso) per adottare una Similmente per il romanzo cromatico, di forme, di linee».
serie di percorsi liberi da dedurre, un primo esempio di alea nel Tutte queste operazioni sull'uso della scrittura di progetto hanno
progetto. inevitabilmente risvegliato, come il principe sveglia la bella
Nello sviluppo del teatro musicale contemporaneo ha avuto una addormentata nel bosco, un interesse per le insospettate possibilità
grande influenza l'opera delle avanguardie storiche dei primi del espressive della scrittura, a volte specchio della nuova realtà
Novecento. Fino da allora sono state realizzate notazioni riferite ad musicale, cioè medium della nascente espressione contemporanea, a
eventi interdisciplinari, le quali aderiscono alla necessità di fissare volte proprio per quel portato concettuale che ha teso a rendere
in partitura particolari effetti di sinestesia, rapportando in modo autonomo il progetto nella sua realizzazione come opera in sé. Il
più o meno preciso luci, suoni, colori, scene, testi, odori, legame tra Satie, Marinetti e tanti altri protagonisti delle
diapositive, films etc. avanguardie storiche dei primi del Novecento e musicisti come
Nella sua Analisi di Die Glucklische Hand, Arnold Shònberg Cage o Kagel è molto forte; tuttavia non è ancora stata realizzata
parlava di «far musica con i mezzi della scena», cioè di concepire una mappa esauriente di questi tessuti connettivi.

54
t t
Un pére de famille prend la parole
(A patriarch speaks out) f z m r - .

- 7
- —
r

P (They ali begin to cry)

A. Schònberg - Klavierstilck op. 11 n. 3


(1910), Wien © Universal, p. 13 della L' épouvanle sureit, elle se mele à la danse delirante.
partitura.

E. Sade - d'Edriophtalma (II degli


Embryons desséchés) per pianoforte (1913),
New York © E. Demets (AMP), p. 53
della partitura.

A. Scriabin - Sonata n. 6 op. 62 per


pianoforte (1912), London © (1947) Boosey
& Hawkes Music Publishers Ltd, p. 20 della
partitura.

55
Dal « Risveglio di una città » per Intonarumori. - L. Russolo

Ululo-toni

Roitaoló^i/

SiUlaXoxi

L. Russolo - Risveglio di una città per intonarumori (1913), in «L'arte


dei rumori», Milano 1916, Edizioni Futuriste di Poesia.

Ho sempre avuto presente, nelle mie ricerche per un sistema di scrittura per la mu-
sica enarmonica, questo bisogno di lettura rapida e facile, ed ho subito scartato la
scrittura cifrata.
Ho potuto così risolvere il non facile problema della grafia enarmonica, conservan-
do l'attuale pentagramma e variando solamente la forma e il modo di segnare so-
pra questo le note.
Non è stato quindi necessario variare il numero delle righe, come altri aveva pro-
posto, poiché il risultato, se pure qualche volta logico (p. es. il tono intero segnato
sulla riga, il semitono nello spazio) aveva però l'inconveniente di allargare lo spa-
zio occupato da una sola ottava, con necessità quindi di numerosi trasporti all'otta-
va sopra o all'ottava sotto. (L.R.)

56
ifenit^UTa.

e a/Mf,-

V . M®«TV,RI-

CA.»»*»«•
V. Mortari - Fox 7>o? del Teatro della Sorpresa per pianoforte (s.d.), XrilMyV,
Napoli, Casa Ed. Musicale C.A. Bixio.

57
Applause (non-protest)

(C) n — r
i3i
fffffffffff

C. Ives - Varied Air and Variations (Study n. 2 for Ears or Aural and
Mental Exercise!!!), Bryn Mawr, Pa. © (1971) Merion Music.

dim. e

H.D. Cowell - New Musical Resources (1930) New York © Alfred A.


Knopf, Ine, p. 128.
H. Cowell - The Banshee per pianoforte (1925), New York © (1959)
Associated Music Publishers, Inc.
«The Banshee» è suonato nella cordiera del pianoforte, l'esecutore sta in piedi da-
vanti alla coda. Un'altra persona deve sedersi alla tastiera e tenere pigiato il pedale
di risonanza ininterrottamente per tutta la composizione. Si suona un'ottava sotto
rispetto a quella nella quale è scritta.

H. Cowell - Tigerpet pianoforte (1928), New York © (I960)


Associated Music Publishers Inc.

58
W. Kandinsky - Raffigurazione in punti e linee di alcuni frammenti
della Quinta Sinfonia di L. Van Beethoven (1923), in «Punto linea
superficie», Milano 1968 © Adelphi, pp. 42-44

In queste trasposizioni mi è stato di prezioso aiuto il Maestro Franz von Hosslin, al


quale voglio esprimere il mio cordiale ringraziamento (nota a p. 44 del libro).

59
p / s z i S A f f y-

o o o> * * t / / ' / f / cff^cvcY/YCYt/tyyrfy

>rc?, a c ' 4 « « > < ' T è r r e i ,

c ,et Cerere e
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f f t * * PALLA h FUOCO ? e
I P A * * » * A A A N V ^
l o 5 p a ~<t-1 a

F.T. Marinetti - Après la Marne, Joffre visita le front en auto, in «Les


G. Balla - Paesaggio + temporale (1915), inchiostro su carta. mots en liberté futuristes», Milano 1919.

60
33
• Inlaitungi
ito nato confuoco
l u m a i » bo w ò t u uì Uu,

kwii Ec.

till rrrrrr beeeee bó, (A)


di 1 rrrrrr beeeee bò fumms bò,
rrrrrr bctot bò fumms bò wò,
breat bò (limmr bò wò tiri,
bò fumms bò wò citi zài,
fumms bò wò cài rii Uu:
m m s w m ,

Jtalìn

Fumms bò wò riti u i Uu, — ìfytà


pògdf,
Icwii Ec.
8*
fil <fì
Drdesnn nn rrrrrr,
li Ec.
npiff cillff eoo, qtfr
Cillli. 3a
Jùù Km?
, m
(t""l ) .iffdr.
~3ì-
bozzù contrabbassi
Rinniekere bee bee tini k/r muu ?
zuuu ennze, ziiuu rinmkrrmuQ, A
slrtofenh
rsiete bee bee. •mir^rtmmbir
Sa

Rrummpff tiliff toooo?

F. Cangiullo - Finale di partitura strawinskiana, in «Musica


K. Schwitters - Ur-sonate per voce, Hannover 1924. Pentagrammata», Napoli 1923, Casella, p. 33.

61
S. Prokofiev/S. Eisenstein - Alexander Nevskij,
pagina della partitura di sonorizzazione del
film, produzione Mosfilm, Mosca 1938
(g.c. Ass. Italia Urss).

H. Neugeboren - Raffigurazione grafica Le... figure presentano parti di una fuga di Bach raffi- q u a n t o lo consenta la notazione musicale
(planimetrica) della fuga n. 1 dal gurata graficamente (in due dimensioni). Illustrando tradizionale... le diverse chiavi non fanno che nascon-
nel contempo la possibilità di una raffigurazione tridi- dere il senso dell'occhio imparziale, così come la testa,
«Clavicembalo ben temperato» diJ.S. Bach, su - vuota o piena, delle note significa solo la durata dei
mensionale (progetto di un monumento a Bach). In
catta millimetrata, (1928), Darmstadt Archivio entrambi i casi non si tratta di interpretazioni personali suoni senza però mostrarla... Per far fronte a queste la-
del Bauhaus (in «Il Bauhaus», Milano 1972 influenzate dal sentimento, ma di una trasformazione cune, con la cui semplice enumerazione non si può pe-
© Feltrinelli), p. 424. scientificamente esatta di un altro sistema. La rappre- rò risolvere il problema difficile e non certo ricco di
sentazione in piano scaturì non solo dal desiderio di prospettive di una nuova e migliore notazione, sorse la
udire il decorso temporale e spaziale della musica, ma raffigurazione bidimensionale su carta millimetrata di
anche di vederlo, e di vederlo in un modo più chiaro di una fuga del «Clavicembalo ben temperato»... (H.N.)

62
D . H . Cope - U n d i a g r a m m a dell 'Avanguardia (in «New Directions in
music», D u b u q u e , Iowa 1976).

63
NOTAZIONI DAL 1945 AD OGGI

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STRUTTURE,
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ASCOLTARE
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NOTAZIONI DI AZIONE

È così definibile quel tipo d i notazione che t e n d e a descrivere, in d e t e r m i n a t o questo spostamento nella ricerca musicale e se d a u n a
vario m o d o , le azioni per p r o d u r r e i suoni, invece di fissarne i parte è s i n t o m o della crisi di alcuni sistemi compositivi, non si è
parametri. Questa modalità deriva dalla necessità di ricavare dallo configurata soltanto come gesto provocatorio, costituendo per
s t r u m e n t o particolari effetti, soprattutto timbrici, per i quali i segni contro u n a sostanziale indagine sulla materia stessa della musica. La
tradizionali sarebbero inadeguati. Si p u ò risalire a piccole notazioni pagina scritta ha acquistato la stessa importanza delle precedenti
d ' a z i o n e inserite in partitura da Stravinsky e da Bartók, quali p r i m i f o r m e astratte, sostituendole: al posto della variazione si è messa
esempi di questo genere; d ' a l t r o n d e possono essere considerate l'azione, si è slegata la catena ed i suoni h a n n o o t t e n u t o lo
d ' a z i o n e e n o n di espressione tante didascalie come: «Lasciar vibrare svincolamento dalle gabbie formali. Molti h a n n o attribuito a questo
a lungo» o « C a n t a n d o la parte superiore», che si trovano la loro fine, e sembrerebbe dimostrarlo il f a t t o che, per tornare al
c o m u n e m e n t e in t u t t a la musica d e l l ' O t t o c e n t o . suono, negli a n n i Settanta, si è passati n u o v a m e n t e per il vecchio
Nella ricerca di questo n u o v o materiale l'indagine delle possibilità sentiero della notazione tradizionale.
semiografiche è stata m o l t o vasta e si è assistito negli a n n i N a t a da u n ' e s p a n s i o n e della ricerca timbrica nell'oggetto sonoro, la
Cinquanta-Sessanta ad u n a proliferazione di scritture arbitrarie scrittura di azione costituisce un sintomo dello spostamento dal
quale n o n era mai avvenuta in precedenza nella storia della musica. sonoro al visuale, in quanto il gesto che privilegia (ed il segno che
Infatti le modalità delle scritture di progetti di azione si sono 10 fissa) t e n d e a p r e n d e r e il sopravvento sul suo effetto.
avvalse d i t u t t i e tre i codici: Mauricio Kagel h a p r o d o t t o u n vasto repertorio d i opere u s a n d o
1. cifrato, con sistemi di simboli grafici analoghi alla Intavolatura scritture d'azione: da Match a Improvisation Ajoutée, da Transicion
cinquecentesca, corrispondenti ad u n i t à minimali di azione; 11 a Diaphonie.
2. visivo, con disegni o (più di rado) fotografie che indicano La vasta p r o d u z i o n e di Paolo Castaldi annovera opere di questo
l'azione, sia descrivendo l'esecutore o ciò che egli usa, sia le parti tipo come Moli o Sunday Morning; m a si ricordi anche Franco
dello s t r u m e n t o , o gli oggetti, t u t t o quello cioè che viene a D o n a t o n i con Quartetto IV (Zrcadlo) (una struttura mobile), o
costituire l'evento (per esempio u n a m a n o aperta che b a t t e in u n Babai, realizzato come una intavolatura.
preciso p u n t o della cassa del violoncello, etc.); A volte si sente eseguito anche Aus des Sìeben Tagen, di Karlheinz
3. verbale, con testi che descrivono con parole l'azione d a Stockhausen, anche se inteso in genere come progetto di musica
compiere. concettuale.
Ci troviamo davanti ad u n a molteplicità di esperienze che Molto spesso si trovano partiture nelle quali si f o n d o n o insieme
rappresentano tra l'altro u n a conseguenza della diffusione estesa notazioni di azione con brani in notazione tradizionale, come nel
della pratica aleatoria, la quale è stata la risposta vitalistica ad u n a citato Sunday Morning di Castaldi, esempi di partitura mista,
sclerosi dell'espressione costituita dal fissaggio feticistico del materiali eterogenei in cui prevale però u n continuo riferimento
progetto. La ventata di vacanza scolastica portata da Cage ha all'azione.

66
li) piano pi«c«forDavidTudorS

S. Bussotti - Piano Piece for David Tudor n. allo scopo di determinare la sequenza dei vari attac-
3 (1959), in «Piecès de chair II», pour piano, chi o gruppi sonori.
baryton, une voix de femme, instruments, Dato un senso ad ogni segno, stabilendo cosi un rigo-
roso codice per le modalità di lettura, e fissata in una
Milano © Ricordi, p. 28 della partitura. scelta strumentale la sua veste sonora, il tradursi
dell'atto grafico in atto musicale provocherà la sco-
perta sperimentale in tutta la sua estensione.
Da parte autorevole, ci si è spesso compiaciuti
Sul tracciato che scorre nell'ipotesi - tendente a relegare nel solito ambito
passepartout della «pura astrazione» tali esperienze,
Sul tracciato che scorre di sfondo all'immagine, viene lusingandone, con cattiva coscienza, la pretesa eman-
ad incrostarsi tutto un repertorio di segni minuti, a cipazione assoluta dell'atto grafico dall'atto sonoro
volte impercettibili, piccoli agglomerati di figurazio- ed al tempo stesso sbarrando così il cammino ad ogni
ni geometriche, brevi tratti, legature, punti, rare zo- probabilità di progresso inteso, quest'ultimo, come
ne sfumate di pointilìé. Si riconosceranno segni allu- precisa acquisizione tecnico musicale - secondo la
sivi all'ordinaria scrittura musicale, come armonici e quale a simili composizioni non si potrebbe di certo,
freccie di glissandi, che potrebbero far pensare ad attribuire alcun «significato» musicale, se non quello
una scrittura d'arpa (già in questo si scoprirà di fatto di un vago stimolo visivo per delle improvvisazioni
che la realizzazione sonora del pezzo vada intesa lasciate al più libero «arbitrio dell'interprete». Si è
nell'uso della totalità dello strumento, non soltanto veduto sopra, al contrario, quanto poco l'interprete
la tastiera, dunque, ma le corde direttamente solleci- sia libero qui di abbandonarsi all'«improwisazione»,
tate all'interno e la cassa in legno dello strumento per cui un sistema tanto complesso d'induzioni in
con tutte le sue parti metalliche) e, in due o tre casi, senso obbligato lascerà trapelare solo una infima
vere e proprie note. Tutte queste figurazioni inter- chance; ed in che poco conto sia tenuto lo «stimolo
rompono, ricoprono, deviano ed in certi casi contrad- visivo» (che, in quanto ed esclusivamente tale po-
M. Kagel - Transicion //per pianoforte, dicono il decorso orizzontale delle linee. A questo trebbe si venir tacciato di squisita vaghezza) durante
percussione e due nastri magnetici (1959), proposito le legature rivestono particolare importan- l'elaboratissimo e faticoso atto pratico della lettura.
za poiché è prescritto di seguire la curva in ogni senso (S.B. in «Marcatrè», 2, 1963)
Wien © Universal (frammenti).

67
S. Bussotti - Sensitivo per arco solo (1959), da «Sette fogli - una
collezione occulta», London © Universal.

Impaginazione e scrittura presentano in questa collezione esperienze grafiche


variamente sviluppate, in molteplici sensi, a partire dal segno musicalmente si-
gnificante secondo le tradizioni più o meno recenti, sino a segni di libera in-
venzione, musicalmente ancora ignoti: veri e propri disegni. (S.B.) A. Logothesis - Tonbùndel (1961), Mùnchen

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K. Stockhausen - Plus Minus 2x7 pagine per elaborazione (1963), D. Schnebel - Glossolalie per voci recitanti e strumentisti (1959-61),
Wien © Universal. Mainz © Schott.

69
P. Castaldi - Moli Bit das klavier (1964). Wien
© Universal.

70
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R. Moran - Four Visions per flauto, arpa e quartetto d'archi (1963),


Wien © Universal.

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R. Kayn - Signals per orchestra (1964-66), Milano © Suvini Zerboni, p. 5 della partitura.

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F. Donatoni - Babai per clavicembalo (1964),


Milano © Su vini Zerboni. R. Kayn - Phasen per una o più voci, coro,
quattro gruppi di percussione ed eventuale
J. Cage - Water Music (1959), New York nastro magnetico (1962), Milano
© Henmar. © Suvini Zerboni, p. 34 della partitura.

72
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e - W K 5 j i u t , f - f i n e moie, h - f t ^ K . , l - l e t sturai, n- j o i s e , p-eercuim/e
50UMS, r - time tepctifiuvre, 5 - (aeryl shsft" notes, t i - tremoli JT- j rffcer
lelters ihd (Jttnds are. t i intwpnet Mtiy,^ aceri., ni

B. Schaffer - Free Form / per cinque strumenti (1963), Warszawa


© B. Schaffer.

73
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G. Chiari - Gesti sul piano (1963), in «Musica senza contrappunto»,


Roma 1969 © Lerici.

l'uomo non conosce l'esistenza dei tasti la tastiera è per


lui una lunga striscia bianca
egli ha però capito che le sue mani le sue braccia
possono lasciare un'impronta sulla tastiera come sulla sabbia
ha capito
che la sua rabbia la sua ansia la sua tensione la sua fissità
la sua apatia la sua tenerezza lasceranno per un attimo
sulla striscia bianca un'impronta rabbiosa tenera...

non ha mai visto suonare il piano


non concepisce che un dito serva per un tasto

74
I N F O R M E L 2

ALDO CLEMENTI

COSTELLAZIONE A

K. Stockhausen - Stop per orchestra (1965). Wien © Universal, p. 4


della versione parigina.

Durante il «Kòlner Kurse fiir Neue Musik 1964-65» i partecipanti della classe di
composizione chiesero a Stockhausen di discutere il processo di scrittura di un'ope-
ra, nei suoi esatti dettagli. Stockhausen rispose componendo Stop alla lavagna du- A. Clementi - lnformel 2 (1966) Milano © Suvini Zerboni,
rante una sessione pomeridiana di sette ore, spiegando ogni singola decisione. Costellazione A.

75
©uM«Ma|
R.nd d« SIZZLE—BECKEN
cn IMI ,
g
4

F. Furrer - Interstrukturen fiir beliebige


klangerzeuger (1971), Munchen © Edition
Modem.
M. Kagel - Match per tre esecutori (1967),
London © Universal, p. 17 della partitura.

76
FhI
Senza t e m p o .
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G. Ligeti - Aventures per tre voci e sette strumenti (1967) © Litolff

M. Feldman - In search of an orchestration (1969), London D. Guaccero - Variazioni 2 per orchestra (1968), Roma
© Universal, p. 7 della partitura. © D. Guaccero.

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4. Lavi. - fiUUTMtlll

J. Levine - Parentheses piano d'esecuzione per qualsiasi strumento ad


arco (1970), Milano © Suvini Zerboni.

Parentheses è un piano d'esecuzione per qualunque strumento a corda. (Può esse-


re suonato come una esecuzione solistica oppure come una serie di diverse esecu-
zioni simultanee fino ad un massimo di otto).
Comprende 49 eventi, ciascuno composto da 4 caratteristiche e da un numero di
modificatoti, relativi e tali caratteristiche, che va da uno a quattro. L'esecuzione S. Sciarrino - Prelude per pianoforte (1970), Milano © Ricordi.
può cominciare da qualsiasi angolo in alto a sinistra del foglio e procedere sia oriz-
zontalmente da sinistra verso destra passando alla riga successiva, sia verticalmen-
te, dall'alto verso il basso, passando alla colonna successiva. L'esecuzione termina
quando sono stati eseguiti (da tutti gli strumenti) i 49 eventi. Le linee orizzontali delimitano approssimativamente le ottave del pianoforte.
Ciascun segno rappresenta o una caratteristica o un modificatore (di caratteristica) Le legature delineano soltanto alcuni raggruppamenti di figurazioni.
dell'evento in cui appare. A prescindere dalla direzione scelta per la lettura delGli accenti suggeriscono semplicemente le inflessioni metriche del discorso e mai
pezzo, è sempre la posizione del segno all'interno del quadrato che valgono come vere accentuazioni dinamiche. Essi sono sottointesi ogni volta che
determina la
caratteristica o il modificatore rappresentati dal segno. una determinata figura si ripresenti. (S.S.)

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W. Szalonek - 2 + 7 + ; + ;, in «Collage», n. 9, t o o / O o
Palermo 1970, Vitone.

A. Walacinski - AUaloa per pianoforte (1970), CD


o t?
Krakòw © Polskie Wydawnictwo Muzyczne. Ah
fa/»
C. Wolff - Duo for pianists II, New York
© 1970 Peters.

79
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J. Fulkerston - Patterns VII for any solo


AA/Vw
v instrument (1972), Munchen © Edition
Improvvisare, c o n i d u e s c h e m i indicati.
utilizzando t u t t e le c o m b i n a z i o n i possibili: ^y^j^JJJ^
Modem.
J. Antunes - Reflex per due pianoforti (1971),
Milano © Suvini Zerboni, da p. 4 della
partitura.

80
Robert Ashley - In memoriam... Crazy Horse, in «Collage», n. 9, D. Lombardi - Anamorphosis per cinque strumenti e slides (1977),
1970, Palermo, Vitone. Firenze © D. Lombardi.

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S. Bussotti - Novelletta per pianoforte (1973), Milano © Ricordi.

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P. Castaldi - Sunday Morning per tre o più esecutori (1977), Milano


© Ricordi, p. 3 della partitura.

83
NOTAZIONI DI MUSICA CONCETTUALE

«Affermare l'eterogeneità indipendente e totalmente irrelata del «Ma se era vero che il tempo diventava spazio, allora le mie
segno significa promulgate la sua estraneità dal suono che, notazioni musicali potevano diventare arte grafica. Da questo
pertanto, nella sua impertinenza ne condiziona l'autonomia. Come nacque l'idea di produrre litografie, serigrafie, acqueforti,
affermare il sesso quale totalità autosufficiente significa non negare utilizzando i miei spartiti musicali. E cerco di proiettare nel mio
l'amore ma piuttosto esistete in una condizione nella quale l'amore lavoro quelle intuizioni che mi si sono rivelate con i suoni».
è soltanto una inconosciuta latenza». (John Cage)
(Franco Donatoni)

La pratica feW alea ha messo in crisi la prassi compositivo-esecutiva di azioni da immaginare o narrate successivamente dallo stesso
al punto di delegare (alcuni pensano relegare) ad un progetto in autore/esecutore;
quanto utopia l'espressione di un evento musicale che, fino agli 3. (verbale) testi di azioni da immaginare o narrate successivamente
anni Cinquanta, era connessa soltanto con i suoni. dallo stesso autore/esecutore.
L'assenza del suono era già stata argutamente sottesa in molta della Stockhausen nel I960 avvertiva un pericolo di banalizzazione della
musique en tapisserie che Erik Satie scriveva tra il 1910 e il 1920. Il composizione, mediante questa Kunst-Graphik, mentre Cornelius
postino di Arcueil legava didascalie a frasi musicali, compenetrate Cardew, l'autore del Treatise, tra i più interessanti prodotti
l'una nell'altra, vietando la pubblica lettura dei testi durante dell'autonomia del segno grafico, faceva nel 1972 una aspra
l'esecuzione; ne risulta che l'ascolto en tapisserie è secondario o autocritica sul suo lavoro. Ambedue parlavano di azioni-
perlomeno successivo ad una fruizione visiva del progetto nel quale speculazioni connesse con questo approccio meta-musicale, ma è
prevale questo aspetto concettuale. bene rimandare alla lunga serie di saggi sull'argomento che dal
Ttent'anni fa finiva con l'alea e il silenzio di Cage l'altra utopia, 1963 Domenico Guacceto pubblicò in varie riviste.
quella che tagliava i suoni in carati e si faceva irreversibile la In sostanza il momento attuale è molto lontano dall'avallate tesi di
spaccatura tra scrittura e suoni, già divenuti con Schonberg due autonomia del progetto, dato che nella logica dei mass-media ciò
duellanti vicini quasi a toccarsi, ma di spalle, pronti a contate i che si vende non è il menù del ristorante, ma i vari piatti che il
passi e sparare uccidendo a vicenda. menù stesso promette.
Parallelamente all'architettura radicale degli anni Sessanta, anche in Resta aperto se un pezzo come Metapiece (Mimeties) di Kagel non
musica è stata sperimentata questa concettualizzazione dell'oggetto sia più significativo come progetto che come oggetto, come
sonoro in modo vario e multiforme. La scrittura di azione, la vasta d'altronde tante partiture grafiche assai suggestive come apparizioni
produzione di partiture si è resa autonoma ed ha avuto di eventi sonori, che poi tradotte in suoni, riaffondano nel grande
realizzazioni nei tre codici, destinate a: fiume delle esperienze di conglomerazione sonora che verso il 1970-
1. (cifrato) una riflessione metalinguistica con e sui segni 72 rischiava di rompere gli argini dell'interesse per dilagare in un
convenzionali della notazione; mare di noia (noise?).
2. (visivo) notazioni ideografiche che congelano eventi sonori Ma l'accademia dell'avanguardia si è spostata verso la musique
visualizzandoli e richiedendo allo spettatore una lettura mentale nel verité/environmental o verso il ritorno all'intervallo, come il tempo
silenzio fisico. Si possono avere anche fotografie e disegni (proustiano) ritrovato.

84
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Tuyl ?i4o
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T. Johnson - Celestini Music for lmaginary
Trumpets, N.Y.C. 1974 © Tom Johnson, 218 La Monte Young - Composition I960 n. 7, in «Noten» (1974) (catalogo della esposizione alla
press. Kunsthalle di Berna).

85
THREE V E L L O W EVENTS

I • yellow
• yellow
SYMPHONY NO.2 • yellow

(turning)
II • yellow
• loud

III • red

to Rrose
Spring, 1961
G. Brecht

G. Brecht - Symphony n. 2 (1961), evento da «Water Yam», Paris G. Brecht - Three yellow events (1961), da «Water Yam», Paris
© Daniel Templon. © Daniel Templon.

86
G.E. Simonetti - Cats as cats can, tratto da «Mutica», pagine di musica
muta (per pianoforte, vento e fischi), tecnica mista su carta
(cm. 50 x 70).

87
I CHURCH PROCESSIONI ] ROMAN CIRCUsJ NATURAI BYZANTINE
[PHANTASTIC ARTj [BARQQUE MULTI-MEDIA SPECTACLTIJ T EVENTS n ICONOCLASM
VERSAILLES SUPER-MULTI-MEDIA SPECTACLES C ,E
^ ! !!I? M
le.51!!?, ' | | I ELECTRONIC?]
S-altan^s presenta,.»» of polymorphic mi.ed n»d,.: " I CIRCUS IyINTERNATIONAL I[ÒPTICS I FUTURIST
k, natie scalene. ( loutasin play tri f.re.orks), I EXPRESSIONISM 1 I EXPOSITIONS 7 / , -
kinesthelic theaoe (egueslrian evenis and ballai), • i ' I I 1WORLD FAIRS y COLLACE BALLET VAUDEVILLE
auditory «Mi (music, eiplosions and recitations). | ACTION PAINTINC| I SENSATIONALISM I ' f JUNK ART M. Graham 9a9s.jokas.hoa
culinary miai MC.MC. ali only lof sensory EFFECT. / I preoccupaiion with:WALT DISNEY CONCRETISM Charlie Chaplm .1 INOUSTRIAL SOCIA LIST
SPECTACLES SPIKE JONES. GAMES 4 PRODUCT 4 REAUSM 4
l"pseudotechnology"l /Q/ Hofman ale. PUZZLE S DESIGN WDACTIC
ART

collage

Judson Church dance parlormancas Fluafeitt mass-produced oòjecis.


Theaira and "Engineering" sen.s
Experimerts in Art 4 Technology.Inc. 1 111111!^=

G. Maciunas - Expandedarts diagram (1966), Fluxest informatimi.


T. Kosugi - Theatre Music (1964).

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M. Kagel - Metapiece (mimetics) per pianoforte


(1961), London © Universal, p. 6 della
partitura.

M. Kagel - Ludwig vari (Hommage von


Beethoven) (1970), London © Universal, p. 1
della partitura.

89
C. Cardew - Treatise (1963-67), Buffalo 1967 © Gallery Upstairs Press,
p. 183 della partitura.

90
D. Schnebel - Mo-No (1969), Musik zu Lesen, Schauberg © DuMont.

92
93
Ogni persona presente pensa:
«Questa musica è mia»
«Questa musica è esistita nel mio pensiero»
«Sono state le mie mani a suonare questa musica per la prima volta»

Vocals Melody

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lynjlh of è fcryyth of the mode stwùld b» omitted

Making A

When A in the A-gauge glass


becomes level with white line,
make more A as follosvs:
1. Place WET B in glass bamer.
2. Emptv one pack of A into
the wet B.
3. Draw otf two full measures
of hot boiling C and pour
them over the dry A in the B
(using circular motion).
4. Draw off one FL'LL measure G. Chiari - Studio su un'opera pianistica a La Monte
of A and repour it into B. Young (1967), in «Musica senza contrappunto», Roma
5. Close B between pours. © Lerici.
6. Never make more A if the A
in A-gauge glass is above C. Cardew - Schooltime Compositions (1968), London
svhite line. © Experimental Music Catalogue.

94
AA.W. - Scratch music (di C. Cardew, S. Cardew, C. Finder, L.
Gare, P. Gebbet, B. Harris, C. Hobbs, D. Jackman, C. May, T.
Mitchell, J. Nash, M. Parsons, T. Phillips, H. Skempton, C.
Williams), London 1972, Latimer, pp. W della partitura.

95
00 00 01 00 02 00 03 00 04 00 05 00 06 00 07 00
00 01 01 01 02 01 03 01 04 01 05 01 06 01 07 01
00 02 01 02 02 02 03 02 04 02 05 02 06 02 07 02
00 03 01 03 02 03 03 03 04 03 05 03 06 03 07 03
00 04 01 04 02 04 03 04 04 04 05 04 06 04 07 04
00 05 01 05 02 05 03 05 04 05 05 05 06 05 07 05
00 06 01 06 02 06 03 06 04 06 05 06 06 06 07 06
00 07 01 07 02 07 03 07 04 07 05 07 06 07 07 07
00 08 01 08 02 08 03 08 04 08 05 08 06 08 07 08
00 09 01 09 02 09 03 09 04 09 05 09 06 09 07 09
00 10 01 10 02 10 03 10 04 10 05 10 06 10 07 10
00 11 01 11 02 11 03 11 04 11 05 11 06 11 07 11
00 12 01 12 02 12 03 12 04 12 05 12 06 12 07 12
00 13 01 13 02 13 03 13 04 13 05 13 06 13 07 13
00 14 01 14 02 14 03 14 04 14 05 14 06 14 07 14
00 15 01 15 02 15 03 15 04 15 05 15 06 15 07 15
00 16 01 16 02 16 03 16 04 16 05 16 06 16 07 16
00 17 01 17 02 17 03 17 04 17 05 17 06 17 07 17
00 18 01 18 02 18 03 18 04 18 05 18 06 18 07 18
00 19 01 19 02 19 03 19 04 19 05 19 06 19 07 19
00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20
00 21 01 21 02 21 03 21 04 21 05 21 06 21 07 21
00 22 01 22 02 22 03 22 04 22 05 22 06 22 07 22
00 23 01 23 02 23 03 23 04 23 05 23 06 23 07 23
00 24 01 24 02 24 03 24 04 24 05 24 06 24 07 24
00 25 01 25 02 25 03 25 04 25 05 25 06 25 07 25
00 26 01 26 02 26 03 26 04 26 05 26 06 26 07 26
00 27 01 27 02 27 03 27 04 27 05 27 06 27 07 27
00 28 01 28 02 28 03 28 04 28 05 28 06 28 07 28
00 29 01 29 02 29 03 29 04 29 05 29 06 29 07 29
00 30 01 30 02 30 03 30 04 30 05 30 06 30 07 30
00 31 01 31 02 31 03 31 04 31 05 31 06 31 07 31
00 32 01 32 02 32 03 32 04 32 05 32 06 32 07 32
00 33 01 33 02 33 03 33 04 33 05 33 06 33 07 33
00 34 01 34 02 34 03 34 04 34 05 34 06 34 07 34
00 35 01 35 02 35 03 35 04 35 05 35 06 35 07 35
00 36 01 36 02 36 03 36 04 36 05 36 06 36 07 36
00 37 01 37 02 37 03 37 04 37 05 37 06 37 07 37
00 38 01 38 0 2 38 03 38 04 38 05 38 06 38 07 38
00 39 01 39 02 39 03 39 04 39 05 39 06 39 07 39
00 40 01 40 02 40 03 40 04 40 05 40 06 40 07 40
00 41 01 41 02 41 03 41 04 41 05 41 06 41 07 41
00 42 01 4 2 02 42 03 42 04 42 05 42 06 42 07 42
00 43 01 43 02 43 03 43 04 43 05 43 06 43 07 43
00 44 01 44 02 44 03 44 04 44 05 44 06 44 07 44
00 45 01 45 02 45 03 45 04 45 05 45 06 45 07 45
00 46 01 46 02 46 03 46 04 46 05 46 06 46 07 46
00 47 01 47 02 47 03 47 04 47 05 47 06 47 07 47
00 48 01 48 02 48 03 48 04 48 05 48 06 48 07 48
00 49 01 49 02 49 03 49 04 49 05 49 06 49 07 49
00 50 01 50 02 50 03 50 04 50 05 50 06 50 07 50
00 51 0 1 51 02 51 03 51 04 51 05 51 06 51 07 51
00 5 2 01 52 02 52 03 52 04 52 05 52 06 52 07 52
00 53 01 53 02 53 03 53 04 53 05 53 06 53 07 53
00 54 01 54 02 54 03 54 04 54 05 54 06 54 07 54
00 55 01 55 02 55 03 55 04 55 05 55 06 55 07 55
00 56 01 56 02 56 03 56 04 56 05 56 06 56 07 56
0 0 57 01 57 02 57 03 57 04 57 05 57 06 57 07 57
00 58 01 58 02 58 03 58 04 58 05 58 06 58 07 58
00 59 01 59 02 59 03 59 04 59 05 59 06 59 07 59

T. Phillips - 4 pieces for John Tilbury per pianoforte, in «Collage»


W. Marchetti - Una hora zaj, Madrid, enero 1970. n. 9, 1970, Palermo, Vitone.

96
D. Higgins - Clouds for Piano (1974), in «Short Piano Pieces 1962-
1984», New York © Dick Higgins, Printed Editions.

97
C. Ambrosini - De photographia (1976), Venezia © C. Ambrosini.

Sia musica che fotografia hanno bisogno di «strumenti!, di realizzazione, che han-
no caratteristiche (di costruzione, di funzionamento, ecc.) particolari. E possibile,
analizzando da vicino il nostro modo di usare questi oggetti, individuare delle affi-
nità, delle identità, oppure invece delle antitesi, delle opposizioni totali? Che ri-
sultato può dare l'operazione necessaria sullo strumento di un'arte applicata, ri-
portata su quello dell'altra?
«De Photographia» è un'analisi in 25 tavole dei possibili rapporti tra far musica e
far fotografia. .
Ognuna delle 25 tavole presenta un parallelo tra un'operazione propria dell esecu-
zione musicale, confrontata con quella «corrispondente» fotografica.
Ogni tavola contiene perciò una possibile risposta alle precedenti e molte altre (se-
rie, scala, glissato, moto contrario, crescendo, diminuendo, forte, piano, compen-
sazioni, improvvisazione, gesto, corpo, ecc.) domande. C. Palestine - Aggressive Monologue, performance in «A Space»,
I risultati fotografici in tutte le tavole sono dipesi da questo rapporto foto-suono. Toronto, il 19 marzo 1976 (foto: Kathleen Agnoli), in «Parachute»,
(C.A.) n. 5, Hiver 1976, Montréal.

98
Topopraphie (solo) d u r é e longue porte refarmée
boia sifflement
d t i r é e moyenne bruit
durée l o n ^ a aon b l a n c un mot
t r o i a timbraa d i f f é r e n t n métal nord
• p/p attaques simultanées boia
duréa courte auivie d'un bruit un mot Bilance
silanoe aifflament phrase ascendante
un mot boia d u r é e moyenne
b r u i t a de p a s ailence deux t i m b r e a d i f f é r e n t s
aotiritéa durée courte durée courte
silanca cinq doublé crochea batteraenta
un mot durée longue a u i v i o d'un bruit un mot
porta referméa aon b l a n c accord
aourdine b r u i t aourd d u r é e lon/jue
quelquea exercioea porta ouvarta pp/mf/p
r e g i e t r e moyen b r u i t a de paa métal
peau voi* b r u i t a de paa
Bilenca b r u i a a e m e n t de l'eau murmure
deux tirabraa d i f f é r e n t e mota d'une pièce v e r i . . .
pftle b r u i t a da paa pénombre/lanière

/-0 pfrf /U' / ^ f ^ / - O"

Y. Bouliane - Topographie (solo) (1977), in Play a low


note very
Play a very
high note

«032303» Premières rencontres internationales softly. very softly.

d'art contemporain, Montréal, p. 24.

Play a m i d -
Sustain dle-range
a soft middle-
range chord with softly.
ten notes in
Play o n e or it. Listen for
t w o m o r e soft a m o m e n t before
high notes

T. Johnson - Private pieces, piano Music for


Self-Entertainment (1976), New York Play a low note
A *
Play t h e s a m e low note very soft-
© Two-Eighteen Press. ly. a n d sustain it a m o m e n t before going on. very softly.

99
C. Kubisch - Emergency Solos (1975), in «Weekend», Milano
© Giancarlo Politi ed.

100
R. Masotti - You tourned the table on me
(1974-79) frammento di 20 musicisti dai 100
dell'intera opera, Milano © R. Masotti.

Musicalità, nuovamente, di questa logica o illogica fo-


togenica o fotofonica. Perché il narrativo a grado zero
di ognuna delle fotografie di Roberto Masotti - anche
se la sequenza dei ritratti non è animata da alcuna suc-
cessione lineare di avvenimenti - agisce sul tempo. Per
il solo gesto di sfogliare l'album, il lettore costruisce un
ritmo; e questo ritmo fa del libro nel suo insieme una
partitura, nel senso in cui Germano Celant aveva dia-
gnosticato, in Silence di Cage, in Book as Artwork: leg-
gere quel libro equivaleva necessariamente a eseguire
un certo brano musicale, visto che si trattava di am-
bienti sonori, di soundscapes... (Daniel Charles).

Mauricio Kagel Walter Marchetti Elisabeth Wiener Vinko Globokar Jesus Villa Rojo
Paul Burwell Juan Hidalgo Kenny Wheeler Max Neuhaus Garret List
David Toop Alvin Lucier Steve Beresford Steve Lacy Alvin Curran
Antony Braxton Paul Lytton Leo Cuypers Robert Ashley Richard Teitelbaum

101
NOTAZIONI PER LA MUSICA ELETTRONICA

La sempre più accentuata ansia di precisazione ha teso a tendete Evidenziano questo passaggio lavori come Gesang der Jiinglinge di
l'esecutore una specie di congegno meccanico, un ipertecnico K. Stockhausen, Scambile II di H. Pousseur nonché Thema
preparato a seguire le istruzioni nel modo più mirabolantemente (Omaggio a Joyce) di Berio. Si noti poi Transicion II di M. Kagel
preciso possibile. per pianoforte, percussione e due nastri magnetici che, insieme a
Con la nascita dei mezzi di produzione e riproduzione elettronica Kontakte di Stockhausen, evidenzia quel passaggio in cui la ricerca
del suono, tanti di questi compositori intrapresero un lavoro che di agglutinamenti sonori procede di pari passo con intetteazioni
eliminava la figura dell'interprete, in quanto la macchina poteva gestuali dei musicisti che operano dal vivo, con veri «corpo a corpo»
registrare direttamente e riprodurre la volontà esatta dell'esecutore. con la sostanza sonora e con la struttura simbolica dei segni,
Ai corsi di Darmstadt del 1963 il direttore di un laboratorio di ampiamente facenti ricorso alle problematiche dell'alea, o apertura
musica elettronica ad Urbana (Usa), Lejaren A. Hiller, delineava sull'interprete.
una suddivisione cronologica dello sviluppo della musica elettronica Finché la composizione elettronica rimase limitata entro ambiti ben
in quattro fasi successive: circoscritti, volutamente schematica, esisteva ancora la possibilità di
1. musica scritta per strumenti elettronici, dal 1920; scrivere una partitura di accettabile approssimazione. Da un certo
2. musica elettronica su nastro magnetico, dal 1949; momento in poi però, la complessità dei mezzi impiegati non ha
3. musica per sintetizzatori, dal 1955; più permesso la sedimentazione di una scrittura onnicomprensiva;
4. musica d'elaboratori, dal 1957. più che di notazioni e partiture si può parlare di veri e propri
Naturalmente ognuno di questi quattro tipi di applicazione del incontri di materiali diversi, ciascuno relativizzato o allusivo ad un
mezzo elettronico ha avuto sistemi diversi come supporto proprio sistema di riferimento, ad un preciso linguaggio
semiografico. Un sistema di grande interesse visivo fu introdotto da conduttore.
Stockhausen con i due Elektronische Studien. nei quali «Sino da oggi - scriveva Eco qualche anno fa' - la notazione della
visualizzava, in tre fasce sovrapposte, le onde quadre, il tempo di musica elettronica ha ubbidito a criteri così personali (dovendo il
scorrimento in secondi e le varie intensità con picchi di misure musicista inventare un sistema di notazione diverso per ogni
diverse. Questo sistema di tipo diagrammatico va riferito alle composizione, dato che ogni composizione si basava sulla
teorizzazioni che A. Schillinger faceva nel precedente Mathematical produzione di diverse possibilità sonore e sulla loro organizzazione
basis of the arts (1949), un grande trattato oggi sconosciuto. secondo diversi criteri di montaggio) che le partiture esistenti
Se in una prima fase abbiamo osservato decisamente separati i appaiono pressoché illeggibili, e possono interessare più come
lavori estetico-strutturalisti dello studio di Colonia e quelli degli contributi alla biografia dell'artista che come strumenti pratici di
eredi ideali del filone Russolo-Vatèse, i «concreti» parigini, nel lavoro». Oggi è possibile distinguere nei tre diversi codici (cifrato-
breve volgere di qualche anno si ebbe a notare tra i rigorosissimi visivo-verbale) un ventaglio di sistemi di semiosi che hanno avuto
discepoli di Eimett una tendenza all'assorbimento dei procedimenti più o meno vasta utilizzazione, ma la tendenza più recente è
della musica concreta, una consapevolezza della necessità evolutiva rappresentata dalla realizzazione di opere in tempo reale con
di una ricerca che non poteva più non spingersi verso la costruzione sintetizzatori di vario tipo, anche se ancora poco maneggevoli e
di «objets musicaux nouveaux», tendenza che attenuò notevolmente senza una notazione diffusamente acquisita.
il processo di serializzazione e di livellamento sul materiale sonoro,
quell'ostinato puntiglio elettronico che caratterizzò il primo 'ECO, U. , La musica e la macchina, in «Apocalittici ed integrati», Milano, 1964,
decennio di ricerca dello studio di Colonia. Bompiani, pp. 295-307.

102
120 MATERIAL B MATERIAL B

121 G e s a m t l à n g e : 256.5 c m . Total length: 256.5 c m .


T e i l u n g in 6 S e k t i o n e n : Division into 6 sections:
12.3 cm
Qnotient: 3/2
18.6
27.8
Reihenfolgen: a ) 3 6 4 1 2 5
41.7 bl) 5 2 1
Sequences:
62.5 2) 4 6 3 (14)
93.7

Sektionen der R e i h e n f o l g e a: Sections of sequence a:

.11 2.3 cm
2.6
2.9 Qnotient: 10/9
3.2
3.6 Reihenfolge:
4 3 8 6 5 1 7 2
3.9 Sequence:
4.4
4.9 L. Berio - Thema (omaggio a Joyce) voce e
27.8 cm nastro magnetico (1958), Milano © L. Berio.
.12 6.4 cm C.M. Koenig - Essay composizione per musica
7.5 elettronica (1957), Wien © Universal.

104
H. Pousseur - Rimes pour differentes sources
sonores (1962), Milano © Suvini Zerboni,
p. 18 della partitura.
J. Cage - Diagramma per William Mix (I960),
New York © Henmar Press Inc.

105
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L. Nono - Per Bastiana Tai-Yang Cheng per nastro magnetico e


strumenti (1967), Milano © Ricordi, p. 6 della partitura.

107
1. Inei Jt-n e.a/He »on«nt,tt
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- Vi —I irJ.kjl
.Tri.jlii kur.C
m>>JIr,, . e
.Uflr.l.k rx.l.,.

B. Parmegiani - De Natura Sonorum suite in dodici movimenti (1975), Paris, Ina-Grm.


K. Stockhausen - Kontakte (1966), London © Universal, p. 1 della partitura.

108
nOOOHz 10000Hz 9000Hz »000 H: 7000Hz feOOOHi

Glìss. - Variatine) teeit vorher


Ode

FORT 5. von [W|SEITE


siehe 0SEITE1

Steuerfreq. sehr ticf

3 KEISU-Schlage und 'NJ - Schweftungssummer (OLisiondi)—• ftingm. Originale KEI5U


Schlage (Leiser) und Ringm.-Ausgong parallel geschaltet.

Somme
140 Hz konst.
105 Hz
«v Rtngm.: 70Hz

K. Stockhausen - Telemusik (1969), Wien Telemusikfu realizzata dal 23 gennaio al 2 marzo 1966
ne
© Universal, p. 14 della partitura. U° Studio di Musica Elettronica della Nippon Hoso
Kyokai (NHK) in collaborazione con gli studi Wataru
Uenami ed i tecnici Hiroshi Shiotani, Shigeru Satò,
Akira Honma.

109
NOTAZIONI PER IL COMPUTER

Il progresso nel campo dei calcolatori elettronici ha aperto nuovi Henry Olson che permetteva per la prima volta di realizzare, con
orizzonti nelle possibilità di produzione ed elaborazione del segnale l'aiuto di diverse schede o nastri perforati, un'imitazione che
sonoro. pretendeva di essete perfetta di musiche tradizionali; i lavori di
I progetti in genere sono realizzati con il linguaggio del calcolatore Max Mathews, nei laboratori della società telefonica Bell che posero
cui sono riferiti, attraverso la compilazione di un programma, che le basi e svilupparono progressivamente, in particolare con il
lungi da essere un accadimento del tutto meccanico, rappresenta in programma da lui ideato Music 4, gli strumenti teorici della
realtà un passaggio estremamente delicato, una ricerca di equilibrio programmazione per fini di generazione; lo studio di Monaco con i
tra la consapevolezza, per il compositore, di fino a che punto sono contributi di Josef Anton Riedl e dell'ing. Alexander Scharf, primo
programmabili i desideri, le conoscenze musicali, la propria esempio di lavoro di équipe tra personale di realizzazione
esperienza, e una tecnologia avveniristica in grado di create, propriamente detto e personale di ricerca. Va poi indubbiamente
attraverso sofisticati codici, simboli e riferimenti mnemonici, un citato l'enorme contributo di ricercatoti come G.M. Koenig e
piccolo universo disponibile. dell'italiano Pietro Grossi, da anni impegnato nella ricerca, che è
II programma di un calcolatore esprime e genera un sistema di giunto alla realizzazione di un sistema di «Codificazione integrale -
comunicazione ad alto contenuto di informazione per poi autocreazione», con la possibilità di dialogare con il calcolatore
successivamente ridurne il contenuto di informazioni al grado attraverso operazioni in tempo reale al terminale. In questa
desiderato. direzione negli ultimi anni sono stati compiuti innumerevoli
Lejaren A. Hiller, direttore Ji un laboratorio di musica elettronica progressi; oltre alla realizzazione del Progetto Tau Mus 2, presso il
ad Urbana (Usa), riferendosi ai primi esperimenti di scrittura di un Cnuce di Pisa ad opera dello stesso Grossi, si deve ricordate ciò che
linguaggio assemblatore destinato alla composizione musicale, il viene realizzato ali'Ircam di Parigi dove Luciano Betio e tecnici
Musicomp, definisce i tre momenti necessari per scrivete musica con come P. Di Giugno elaborano strumenti sempre più perfezionati
il calcolatore: «In primo luogo facciamo generare alla macchina dei per la realizzazione di musica elettronica in tempo reale. Altri
numeri casuali (random) e associamo ogni numero intero casuale ad lavori tra i più significativi per il tempo di progettazione, «Progetto
un particolare elemento di una struttura musicale (altezze, ritmi, Viarp I» di L. Nilson, realizzato all'EMS di Stoccolma, «For Dance»
dinamiche, modi di esecuzione, etc.). In secondo luogo di B. Buxton, che usa il programma POD6, formulato da B. Truax.
sottoponiamo i numeri così generati a test, un procedimento che Va infine citata, come passaggio tra i più aperti e suggestivi,
ricorda un setaccio, attraverso il quale i numeri devono passate. l'esperienza di Zinoviev che si serviva del sistema analogico per far
Questi test riflettono i divieti delle tegole compositive tradizionali, leggere alla macchina, opportunamente predisposta, strisce di carta
regole dettate dalla fantasia, risultati di analisi statistiche o regole con veri e propri schemi grafici di tutti gli aspetti compositivi del
autogenerate dall'elaboratore stesso. In terzo luogo uniamo i programma, non necessariamente in assetto lineare.
risultati a formate unità o parti di unità musicali»1. «In certo modo le mie partiture tendono a divenire sempre più
Grande è la tentazione dell'utente a non programmare diverse da ciò che considero dei grafici postmusicali inutili. Perciò i
l'elaboratore solamente con una serie di numeri, tutti modelli tridimensionali esprimono quelli che potrebbero, da alcuni,
precedentemente determinati e memorizzati, ma far compiete alla essere considerati fattori molto slegati e impropri, per esempio:
macchina determinati ordini di scelta, a diversi livelli, impiegando catarsi, tensione, sorpresa, noia, grigiore, attesa, ansietà, e ciascuno
numeri aleatori, almeno in qualche parte del processo compositivo; di questi è stato espresso con un algoritmo; la partitura è perciò
ciò significa in realtà che il programma deve essere una una sotta di post medium di un evento musicale, cosicché si può ^
combinazione di sequenze stabilite e di istruzioni compositive, affermare a posteriori che ciò era musicalmente teso oppure che ciò
poiché la macchina è anche in grado di accettate istruzioni tipo: era musicalmente catartico»2.
«suonami qualcosa di simile, ma più denso» oppure «questo suono
si chiama Elefante», senza definire ogni volta queste indicazioni in 'HILLER, L.a., in Bfook, Harry S., ^Computer Application in Music», edition
senso matematico. Gerald Lefkoff
Ricordiamo le esperienze pionieristiche, nella seconda metà degli -ZINOVIEV, P., in Electronic Music Reports, settembre 1969, n. 1, Institute of
anni '50, di Milton Babbit al lavoro con il «sintetizzatore» dell'ing. Sonology, Utrecht State University, pp. 61-67.

110
THE SKYLINE HAB ITS OWN MUSICAL PATTERN TRANSLATED
EROM SILHOUETTE TO MUSIC NOTES WITH T H E HELP o r

Manifesto per «The Schillinger System of Musical Notation» (1946), in THE SCHL
ILN
I GER SYSTEM OF MUSC
I AL COMPOST
IO
IN
«Cybernetic Serendipity - the computer and the arts», special issue, by J O S E P H SCHILLINGER
London 1968, Studio International, p. 17. A scientific approach to writing music • N o w available in Two Volumes
PRICE rOR THE SET: 8300.0
New York Skyline è stato composto come pezzo per pianoforte da Heitor Villa- PublrtW by
Lobos. Il Sistema è stato usato anche da molti altri compositori, anche da George
Gershwin, in Porgy and Bess Boston •
CARL FS
Chicago •
I CHER, Inc.
Dallas • Los Angolo* • Now York

111
tr. tha parforaar of STA 1X3 A T R K £ 3 A » MOPS Aild CUAJDSi

Sat i , for 3TALKS AKD T32S3I 3«*»n non-ravarbaratini inatruaent»,


dry, daad, «iploalva, whlpplne, r a t t l i n * , voodan, ato. Prafarably,
but not naaaaaarily, Juet om£ cf aaoh of i r r » f r y diffarant kinda.
Tha savan ayabola for Sat A, a«d tha nuabar of tlcaa aaeh ap?a«ra in
tha aoorai

T tf tf Tf
1$ II 17 M 11 f 9
Sai B, for DR0P3 ARD CUWMt 8ix ravarbaratlnf lnatruaanta, raao.mdtnr,
ringind, vibratine, alcaline, aoiay, «hinparlns, aio. Prafarably, bui
noi naoaaaarily, aavaral of aaah of nix varjc diffarani klnda. Tha aix
aynbola for Sai B. and tba nunbar of ilnaa aaoh appaara in tha aoor.i

d) ! i i 1 Jc
iS 13 37 I' li "
Durine tha f i r a i praparaiory ata<n (aaa Oanaral Prafaoa) you bava io
H. Briin - Stalks and trees and drops and clouds (1967), in «Cybernetic
datamina tha partloular kind of lnatrunant, vhioh aaeh aynbol v i l i
rapraaant throuehout tha placa.
Serendipity - the computer and the arts», special issue ©.Studio
International, p. 20.

112
P. Zinovieff - Four sacred aprii, in «Cybernetic Serendipity - the
computer and the arts», special issue, London 1968 © Studio
International, p. 29.

113
oectf. fl io
3«» 257

- ajr

1000
11000
500 1500
2000
100
500
1400
1450
50 Òl

G. Strang - Composition 4 (1965), composizione sviluppata da


Mathews e Pierce presso la Bell Telephone Laboratories, prodotto da
UCLA, in «Cybernetic Serendipity - the computer and the arts»,
special issue, London 1968 © Studio International, p. 27.

114
Lfd.Nr. KLANG KOMBINAT I 0 N
1 4 BASIS 5 RING 27 E 1LTER 1
2 21 MEL 1 RING 21 (6) FILTER 1 (20)
3 2 BASIS 7 FILTER 1
4 29 PULS 4 HALL (14) F1LTER 1 (14)
5 19 BASIS 11 RING 8 FILTER 1 (7)
6 3 BASIS 9 FILTER 1 RING 14
7 13 BASIS 2 F1LTER 1 (11) RING 1 (13)
8 17 BASIS 1 FILTER 1 HALL (26)
9 9 MEL 8 RING 5
J.»/4« 0.«*l» d.«»l»-S.(*l» C.»4|4 C . i . l » /.•>!*%-<).I» I» 0.(4l«-0.(«1»
10 27 MEL 4 RING 10 (24) F1LTER 1
/.»44» 0.»*I4 0.(4)4-3.(4|4 D.(«l» 0.(414 / . W « 1 - 0 . l ' l l 0. ( « I V O . 1*16
/.«/4» o.»»i* o . ( 4 i 4 - c . t 4 i » 5 .»4| 4- /.»?4»-o.(4i4-1. »?4» 11 30 MEL 5 HALL (13) FILTER 1 (15)
C. »41 » 0 . • » In-0. (414-?. »?4S -U. «4 14-D.s* |» 5 .«« | v- ?. V * » - 0 . I * I 4- l . »?4»
12 34 BASIS 3 HALL (5) RING 20
13 18 PULS 8 FILTER 1 HALL (21 )
14 11 MEL 7 RING 6
15 1 BASIS 12
16 12 MEL 10 RING 19 FILTER 1
17 6 PULS 3 FILTER 1
18 36 MEL 3 HALL (9) RING 7
19 26 PULS 12 RING 11 FILTER 1
20 23 PULS 7 RING 16 HALL (6)
21 8 PULS 6 RING 9 F1LTER 1
22 5 PULS 13 RING 17
23 33 MEL 6 HALL (15) RING 13
24 25 BASIS 10 RING 4 F1LTER 1
25 32 PULS 1 HALL (10) RING 12
26 10 MEL 2 RING 25 FILTER 1
27 22 BASIS 4 RING 3 HALL (3)
28 35 PULS 9 HALL (12) RING 24
29 15 BASIS 8 FILTER 1 (22) HALL
30 24 MEL 9 RING 18 HALL (17)
31 31 BASIS 6 HALL (23) RING 22
32 20 PULS 5 RING 26 FILTER 1 (9)
33 14 PULS 10 FILTER 1 (21 ) RING 23 (17)
34 7 PULS 11 FILTER 1 RING 2
35 28 BASIS 13 HALL (4) F1LTER 1 (25)
36 16 PULS 2 F1LTER 1 (13) HALL (7)
io 21 >1 II 0 110 TAB. 9 Daten fiir die Produk+ion des 1<a na 1 s 1
? . l » C ) ?.»744 j . a i n I.I«<H ) . » » » 1 . 2 1 » I . O H I 2 . l » l 2 . M U >.2«20
2 . C 2 2 V | . » M - I . M « I - I . M » - I . M r « - l . * 2 l » - I . I I O r - 0 . « l 2 » - t . t M » - 0.4)2)
-0. > ) M - 0 . ) ) 0 0 1.2)1» 2.»7** 2.12)1 1.(007 1.4)41 0.4'2» 0.»»«» 0.2202
O.CI >4-0.0714-0. 027«-).»« »»-2. «7*1-2. 04)1-2. I M O - I . 0102- 1.T00I- 1.0402
- l . 4 0 ) 0 - 1 . 4 4 l ) - l . (107-1.3?»»-0.»070-0.02)0 0.4720 0.«0t2 0.»727 0.40(0

G.M. Koenig - Punktion Grau (1966), in «Musica/Sintesi», Venezia


P. Grossi - dal Progetto Tau Mus, 1977, Cnuce, Pisa. © La Biennale - Archivio Storico Atti Contemporanee (1977), p. 42.

115
NOTAZIONI MECCANICHE
E GIOCHI SPECULATIVI DELLA COMPOSIZIONE

Con un controverso sposalizio tra aspetti lucidi e rigorosa ricerca


formale, sono state prodotte molte opere che rappresentano un uso
I 2 3 4 3 6 7 9 IO 11 12
8
particolare della composizione, caratterizzato da una speculazione 2 8 4 6 11 i 9 12 3 7 IO
interessata al processo formativo ed incuriosita sul risultato sonoro
imprevedibile che ne è la secondaria soluzione. Dai punto di vista 3 4 i 2 8 9 IO 3 6 7 12 I I
notazionale risulterà sorprendente la mole dei 4 fascicoli di Music of
Changes per pianoforte di John Cage, derivante dall'uso anomalo 4 2
dell'antico testo cinese di divinazione I'Ching. Ma l'idea di simili
meccanismi è molto più antica. 6 8 ecc.
Curioso è il precedente di un gioco di scacchi musicale di un certo 6 ii
Bermudo del 1555 che è fatto con lo stesso principio del Chess 9
pieces di Cage e del romanzo Alice oltre lo specchio di Lewis i IO
Carrol. 7
Nel Seicento era molto diffuso questo gusto speculativo, si pensi 8 9 5
ali 'Arca Musarithmica con la quale Athanasius Kircher affrontava il
diluvio della ragione nella sua Musurgia Universalis (1605). 9 12 6
Successivamente si attribuisce ad Haydn e Kirnberger dei sistemi di
notazione mediante l'uso di dadi, e nel 1795 l'editore Simrock IO 3 7
pubblica a Bonn quel famoso Sistema per comporre valzer e
contraddanze mediante l'uso dei dadi, costituito da tabelle di cifre i i 7 12
corrispondenti a battute musicali mobili, attribuito a Mozart. 12 IO I I Serie originale
Ma il «gioco delle perle di vetro» ha avuto un'altra stagione molto
ricca con la ricerca formale dal 1945 in poi (vedi Schillinger).
L'indagine più approfondita sulla forma appare quella espressa
negli scritti e nelle opere da Jannis Xenakis, nei quali si mette in
luce l'uso del calcolo delle probabilità come aspetto metodologico. I 7 3 IO 12 9 2 11 6 4 8 5
Pierre Boulez testimonia un'altra presenza di questo genere; la
prima versione di Structures I per due pianoforti ne costituisce un 7 i i IO 12 9 8 I 6 3 3 2 4
esempio.
Con l'uso del computer, infine, si è favorita questa «pruderie» 3 IO i 7 11 6 4 12 9 2 3 8
realizzando a volte anche buffi esperimenti tra i quali alcuni non
certo degni di particolare rilievo. IO 12 7
12 9 i i ecc.
9 8 6
2 i 4
II 6 12
6 3 9
4 3 2
8 2 3
3 4 8 Serie invertita

P. Boulez - Quadri di permutazione, in «Note di


apprendistato», Torino 1968 © Einaudi, p. 141.

116
Z a h l e n t a f e l . I N S T R U C T I O N

T a b l e de C h i f f r e s . T o compose, w i t h o u t t h e least knowledffe of


Music, C o u n t r y - d a n c e s , L y t h r o w i n ^ a

A B C D E F G I I certain X u m h e r with. t v o Dice .

1.)The L c t t e r s A H, piart i! at the head of the 8 Columns


o f t h e N t i m b e r . T a b l e s show the 8 . tinte* of earhpartof
the C o u n t r y . D a n c e , V i i . A , the f i r s t , B , t h e yecond, C,
t h e t h i r d , At : and the Number s i n the Column under the
Lettere show the N u m b e r of the timc i n the N o t e s ,
2.)The N u m b e r s f o r m 2 , to 1 2 , show the sum o f t h e
N u m h e r t h a n c a n be t h r o w n ,
3.) For in stante, i n throwing' f o r the f i r s t time of the f i r s t
part of the Dance, w i t h t w o D i c e , t h e Number 6 , o n e
l o o k s next to t h a t Nnmber i n the Column A , f o r the
1 0 J " 1 ' t i m e i n the N o t e s . T h i s t i m e i s w r i t t e n down,
a n d m a k e s the beffinninff of the Dance. _ For the sccond
t i m e . f o r instance, the N u m b e r 8 , h e i n y t h r o w n , t u r i i
t o t h e same table Column B , and the Number 81. shall
be f o u n d . T h i s t i m e is put n e x t to the f i r s t , A one c o n ,
t i n n e s , in this m a n n e r t i U the ei^ht t i m e s «hall be
t h r o w n , w h e n l i k e w i s c the f i r s t part of t h e D a n c e
shall be f i n i s h ' d . — The sitjn of r e p e t i t i o n is f u r t h e r
p l a c e d A the seconrt part b e t e u n .

vermiUelst zweier Wiirfel


o h n e e l w i t v o n i n Kualfc oder
t o m p o j l i l o n zu vertlehea

V.A.KOZAHT- MMM
BfMtirafciVMgtt,
!tSIMROCX.OmbltlnBCRU«

W . A . Mozart - Istruzione per comporre delle « Walzer» oppure


«Schleifer» col mezzo di due Dadi senza aver la minima notizia di
Musica ovvero della Composizione (1795), Bonn, Simrock.

117
J.P. Kirnberger - Tabella delle note, in «Der
Neue Menuetten, Trio, und Polonesen-
Compositor» (manoscritto conservato nella
Osterreichische Nationalbibliotek, Vienna), in
«Musica ex machina» di F.K. Prieberg, Torino
1963 © Einaudi.

J. Cage - Music of Changes (II) per pianoforte


(1951), New York © Peters.

118
S E R I E

T A V O L A D I T U T T I L I N U M E R I

PER LA P R I M A PARTE, C O N T E N U T I N E L L A T A V O L A .

•e. »4. -

z
3 4 5 6 7
I SOTTOPOSTI NUMERI ROMANI INDICANO LE BATTUTE
k k X I
GETTO
DILLI I II Ili IV V VI VII Vili = # 8= f T f FFr, 1
T -j-j-i * ii • •
D A D I • 4
150 142 18 85 62 3 152 9 4
2 -se. c Aì ,
-di + Jtì

.~
89 149 137 11? 56 5 I?2 l0
3 71 (« pim 9 r~> 11 12 13 14
ft.
81 13 in IO 96 154 27 I79
4
140 184 55 2 9 175 73 90
5
180 34 59 98 141 166 78 H3
É É H i p ^ i p ^ ^ ^ i i
122 12 7 174 192 24 46 107 183 15 16 17 18^ 19 20 21 22
82 15 112 58 133 118 16 105

43 38 136 116 170 193 129 92

io 44 181 39 109 29 63 197 172

il 160 48 72 182 80 42 138 4 23 24 25 26 27 28 29

il 104 68 114 4 7 124 86 52 162


.

A. Calegari - Tavole, in «Gioco pitagorico musicale, col quale potrà Tavola. Questi possono facilmente ripetere il loro getto: per esempio dar quattro
Ognuno, anco senza sapere di musica, formarsi una Serie quasi infinita due volte, dar otto tre volte, ec. Ciò non fa caso, poiché di dice quattro per la pri-
di picciole Ariette, e Duettini per tutti li Caratteri, Rondò, Preghiere, ma Battuta; quattro per la seconda Battuta; otto per la sesta Battuta; otto per la
Polacche, Cori ec., il tutto con l'accompagnamento del Piano-Forte, o settima Battuta, ec.
Arpa, o altri Strumenti», Venezia, Sebastiano Valle, 1801.
Li Numeri Romani indicano le Battute. Per esempio. Nella colonna sotto al nume-
ro Uno (b) vi sono undici numeri, ognuno dei quali deve servire per la prima Bat-
tuta di ogni differente Composizione: ciascuno altro di quelli sotto al numero Due
Prima di tutto questo Gioco si fa con due Dadi. Ognun sa, che due Dadi non pos- (c) per una seconda Battuta, e così sino al fine di ogni Composizione.
sono date né meno di due, né più di dodici; per conseguenza undici sono li diffe-
renti Getti, che si possono dai medesimi cavare. Ecco, che la Colonna Getto delti Per fare con più sollecitudine il Gioco, ecco come si fa. Si gettino li Dadi tante vol-
Dadi (a) incomincia dal Due, e và sino al Dodici. te quante sono le Colonne, che compongono la Tavola, che si vuol soddisfare, e ad
ogni getto si metta in una Cartella quel numero, che orizzontalmente corrisponde
Si gettino dunque tante volte li Dadi quante sono le Colonne, che compongono la al numero, che han dato li Dadi; come più chiaro vedremo nel seguente Esempio.

119
Bermudo - Canon - Quatuor Vocum Unio (Quod appositum est et
apponetur, per verbum Dei Benedicetur), in «E1 libro llamado J. Cage - Chess Pieces (ca. 1944), Collection Alfred and Rue Shaw,
declaracio de instrumentos», Ossuna, 1555. Chicago, in «John Cage» di R. Kostelanetz, London 1974, Alien Lane.

120
J. Xenakis - Pithoprakta per un'orchestra di 50
strumentisti, London © Boosey and Hawkes
P. Boulez - Structures 1 per due pianoforti (1963), Wien, Universal. Music Publishers ltd.

121
NOTAZIONI DI POESIA SONORA

Avulse da notazioni verbali di azione, troviamo delle partiture di della suddivisione tra poesia fonetica e poesia sonora, definendo
poesia sonora destinate ad una realizzazione vocale. Glissando sul appunto quest'ultima quale quella che prevede l'uso del
ruolo della voce come suono, al di là della crisi della parola nella registratore.
poesia contemporanea, è interessante avete una presenza di questa Con Chopin va ricordato Bernard Heidsieck, Frangoise Dufrène,
modalità all'interno dello specifico della notazione musicale. Jean-Paul Curtay e Marc Texier, autore di un Manifeste de Musique
Si ha quindi una costellazione di esperienze molto varie, a volte Architecturale - pour une ecriture spatiale et atemporelle de la
distaccate dallo specifico del fare musica (dal quale per esempio musique (Boulogne, G.M.A. 1977).
Henri Chopin tende a distanzarsi), o tese a coinvolgete il pubblico In Italia va ricordato Mimmo Rotella, attivo fin dagli anni
in una partecipazione collettiva (come Bob Cobbing) o tramite i Cinquanta e autore anche di un Manifesto dell'epistaltismo. Anche
media (radio, tv etc.). Arrigo Lora Totino è una figura di estrema importanza per le
Nata con i futuristi la poesia sonora si è sviluppata con il Dada e, ricerche sulla voce e i suoi studi sulle avanguardie storiche dei primi
attraverso le glossolalie di Antonin Attaud, ha avuto una lunga del Novecento; autore di «Poesie liquide» per le quali usa uno
stagione creativa ad opera dei poeti Isidore Isou e Maurice strumento particolare chiamato «Liquidofono», ha anche realizzato
Lemaitre, animatori del Lettrismo. Questo movimento trova in Isou «Poesie ginniche» che necessitano di una gestualità nell'azione
un teorico che, preoccupato di sintetizzare aspetti sonori della declamatoria. Con Patrizia Vicinelli, si ricordano Adriano Spatola,
fonazione, ha formulato un codice di segni fonetici, alcuni desunti Maurizio Nannucci e Luciano Caruso che sono importanti presenze
da quello esistente, altri da lui inventati, codice che si chiama anche per aver curato le più importanti rassegne e pubblicazioni
Hypetgraphologie. antologiche sulla poesia sonora di questi ultimi anni in Italia.
Grande è l'uso dei sistemi di registrazione per i risultati che questi Un cenno a parte merita Demetrio Sttatos, questo musicista
offrono nel campo della realizzazione di effetti vocali e di prematuramente scomparso cui si deve l'espansione incredibile delle
miscelazione, playback e sovrapposizione con suoni ptetegistrati. potenzialità espressive della voce, verso effetti sonori inauditi e cosi
Dobbiamo ricordare l'opera di Henri Chopin, tra l'altro teorico fertili di possibilità che non ha potuto sviluppare.

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t.ri.- tx
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u d.L
Vi
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G. Rtìhm - 12:4 per quattro voci, in «Kontextsound», Amsterdam


1977 © Michael Gibbs, p. 12.

122
M dngoun, m diahl ©^na iou frarò zalii kéapri norévé
hsn ìoun inhlianhl M 2 pna iou nayakoler koramin atiirsi
karsòpéti dani povra ziivé
vgain set i ouf ! sai iaf tieu soraya lilò koramési.
fin plt i clouf ! mglai vaf
A 3 O là ìhì cnn vii klaroid éponèm lorumési
snoubidi i pnn mii kotaléc/iir ora barii jéri
A4gohà ihihì gnn gì ola daji korù dévòbari
ani, lòsas, blokalami dépudr
klnbidi A5blìglìhlì danostrimèl parsi nòmòsari
H 6 mami chou a sprl blokajoèl klimayalii réudr
scarni Bgou eia etri
guel el inhì ni K7grin sonéklami, fréri, panédové
Khlogbidi E8vi binci crin avor dédi, kokéfamù zaksi
cncn ff vsch gin ié barjistós, totéfòs vazové
kétozim, nonavòs bonazaksi.
gué rgn ss ouch clen dé akskizona, poska samé troksi
chaig gna pea hi avirlofas dolavirjù mori
0 9 snca grd kr di késògris nazòparni tori
késògris nòzapèrnii boraudr
nazomarmor, orna nanu lari
blokajoèl klimayalii paudr

lòs ! dawtsé bueh ékewlévé lévé


rokamadur nonavis bozaksi
évor dédlù, koklifoma zùvé
ovirlafòs dalóvarji mori
okskizénó, paskò somi graksi
ovirlafòs dolavirjù mori
kósagris nézòparni tari
kosàgris nózapèrnu péròudr
nòzamarmir, amo noni lori
1. 0, t = soupir. blokajoèl klimalayu saudr.
2. M, m = gémissement.
3. A, X = gargarisme. Ertvoi
4. A, a = aspiration.
5. A, X = ràle. Proséjàzi, kézortizas matri
6. H, n = ahannement. gardikofèr, nonadi sognari
7. K, x = ronflement. alonavi kòfari nékijudr
8. E, e = grognement. am, ozénapi domawkuri
9. 0 , t = soupir.
blokajoèl ldimayalu naudr.

I. Isou - Larmes de jeune ftlle - poème clos (1947), in «Poesia sonora» M. Lemaìtre - La ballade des Mordus (1965), in «Poesia
(Matteo d'Ambrosio), Napoli 1979 © Spazio Libero, p. 10. (Matteo D'Ambrosio), Napoli 1979 © Spazio Libero, p.

123
schtzngrmm Vaduze
schtzngrmm autour de Vaduze
autour de Vaduze
11 y a des Suieses
11 y a des Autrichiens

t-t-t-t autour de Vaduzr il y a des Allemands


il y a autour de Vaduze des Tyrollens
t-t-t-t il y a des Saxons
grrrmmmmm 11 y ,
11 y i
: de Vaduze des Bavarois
: de Vaduze des Silésiens
t-t-t-t 11 y > : de Vaduze des Slovaques
U y < • de Vaduze des Magyars
s c il y a des Slovènes
il y a des Liqures
tzngrmm des Vénitiens
des Xtaliens
tzngrmm il y , des Provencaux
il y . des Savoyards

tzngrmm il y a

grrrmmmmm il y < autour, autour de Vaduze, il y a des Polonais


il y a des Grands-Russes
schtzn il y a autour de Vaduze des Tziganes
il y a des Ruthéniens

schtzn tout i
tout.
de Vaduze des Ukrainiens
de Vaduze des Monténégrins
t-t-t-t tout de Vaduze des Roumains
tout autour de Vaduze des Serbes
de Vaduze des Serbo-Croates
t-t-t-t et il y a
il y < des Macédoniens
il y a autour de Vaduze des Albanais
schtzngrmm il y a des Grecs
et des Siciliens
schtzngrmm des Toscans et
des Sardes
tssssssssssssssssssss il y a des Andalous
des Néfoussas et des Berbères

grrt il y a des Cspagnols


il y a des Catallans

grrrrrt i autour de Vaduze des Basques


tout autour de Vaduze des Occitans

grrrrrrrrrt il y i
et des Auvergnats

scht il y a des Wallons

scht il y a agtour, autour, autour de Vaduze


il y a autour de Vaduze des Flammands
t-t-t-t-t-t-t-t-t-t tout
il y a des Néerlandais
de Vaduze des Anglais
scht i des Frisons
il y c de Vaduze des Prussiens
tzngrmm il y c de Vaduze des Danois
il y e des Baltes
tzngrmm
t-t-t-t-t-t-t-t-t-t et des Caréliens
il y a autour, autour, autour de Vaduz< , il y a des Blancs-Russes
scht tout autour, tout « autour de Vaduze il y a des Juifs

scht a i , tout autour de Vaduze des Finlandais


11 y tout
< autour de Vaduze des Velkorussiens

scht et des Biélorui


il y a des Tchérénisses

scht il y a autour de Vaduze des Kirghizes


il y a autour de Vaduze des Houtzouls

scht il y a autour de Vaduze des Kachcuhs


il y a tout autour

grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr il y a tout autour


il y a tout autour
t-tt tout autour de Vaduze des Bulgares
11 y a autour de Vaduze des Sorabes
il y a tout autour de Vaduze des Turcs

11 y a il y a tout autour des Azerbeijanl


il y a
ilya i l y a autour de Vaduze des Chegs
il y a des Tosques
il y a des Crétois
il y a autour de Vaduze des Yougoslaves
il y a des Kroumirs
il y a des Kabiles autour de Vaduze
et des Mozabires

E. Jandl - Schtzngrmm (1966), in «Poesia sonora» (Matteo B. Heidsieck - Vaduze, in «Kontextsound», Amsterdam 1977
D'Ambrosio), Napoli 1979 © Spazio Libero, p. 15. © Michael Gibbs, p. 9.

124
f {fco-AÙS- - n n o . )

F. Dufrène - Cantate des Mots Camés (extrait) (1977), cm. 100 x 65


(foto A. Morain/Paris) © Zona Archives.

125
arcwrong yeti are he kicks hitn into 1914 movie

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^ Breaks through door Im a poli flashes his dirty rotten hunka tm time
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and place he was looking for are wrong he puts the cuffs on? he has
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' lt strayed into Dillinger's right stick him with sub machine gun wrong cop

So p rat bares his yellow teeth detective knocks man to floor ìf you are gay
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p \) - . 1914 movie outside bar coats off Harry S. Truman decides to drop

F ^ first you are wrong Hiroshima wrong film of right to jaw sequence

IA-T repeat child I am executioner is making a difficult decision you come


7
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f 6 s•• 41
• ÀÌCPT78H I j i l H l i o r a S JTUVWX
S officer right enough mixed you he sticks a gun in a teen age drug party

B. Gysin - Cut-up, in «Exposition - retrospective poésie sonore et


visuelle», catalogo della mostra in occasione del «9° Festival Int. des R.M. Schafer - da Smoke, a novel, in «Sound Poetry», catalogo per
Musiques Expérimentales», Bourges 1979 © Rivista «OU» e Comune l'XI Festival Internazionale di Poesia Sonora, Toronto 1978
di Bourges. © Underwhich, p. 49.

126
MAURIZIO NANNUOCI OOLOURS NOMENCLATURES

10 20 3o

TRACKS 1 AMBER YELLOW AUREOLIN YELLOW O A D M I U M YELLOW C A N A R Y Y E L L O W OH ROME D E E P OORN


2 A L Z A R I N E RED BLOOO RED B L U S H RED C A R D I N A L RE
3 A P P L E P I N K AUROR
4
5
6
7
TIME 4o 5o 7o

TRACKS 1 Y E L L O W D E E P Y E L L O W 9 A M B 0 G E Y E L L O W GOLDEN Y E L L O W F L A M E Y E L L O W I N D I A N Y E L L O W L E M 0 N Y E L L O W
2 D C A R M I N E C A R N A T I O N R E D C H E R R Y RED C H I N E S E R E D O R I M S O N L A K E E N 9 L I 3 H R E D F L A M E RED F L E S H
3 A P I N K B L U S H R O S E P I N K O A R N A T I O N P I N K S E R A N I U M P I N K H O L L Y H O C K P I N K M A D D E R P I N K . OLD R O S E
4 A L I C E B L U E ANTWERP B L U E C A R M I N E OF I N D I G O O E R U L E A N B L U E O O B A L T B L U E D E E P B
5 AMETHYST H E L I O T R O P E LAVANOER O R C H I D LAVANDER
6 APPLE SREEN BLUE
7
8
TIME 8o So loo 110

TRAOKS 1 M A I Z E YELLOW M A R I S O L O Y E L L O W MOON Y E L L O W N A P L E S YELLOW O R A N G E YELLOW P A N S Y Y E L L O W P R I M R


2 T I N T G A R N E T RED S E R A N I U M L A K E H O L L Y B E R R Y RED I N D I A N R E D J A C K O U E M I NOT R E D J A P O N I C A S C A R
3 O R O H I D P I N K ROSE FONTANA S E A S H E L L P I N K TEA ROSE P I N K W I L D ROSE P I N K
4 L U E D E L F T B L U E F O R G E T ME NOT B L U E F R E N O H B L U E I N O I G O B L U E I T A L I A N B L U E L A R K S P U R B L U E MA
5 F L O R E N T I N E V I O L E T M I D D L E V I O L E T P E R I W I N K L E V I O L E T ROTHKO V I O L E T R O Y A L V I O L E T V I O L E T MAU
5 G R E E N B O T T L E G R E E N B R O N Z E G R E E N CHROME G R E E N D A R K G R E E N D I S T A N T T R E E G R E E N E M E R A L O 9 R E E
7 C H I N E S E W H I T E CREAM WHI TE I C E WHI TE I M P E R I A L WHI TE L I G H T WHI T E O X I D E WHI T E
8 BLACK IVORY BLACK NEUTRAL BLAOK S L A T E B L A C K

13o 14o 15o


12o

TRAOKS 1 O S E YELLOW RAW S I E N A S A N D Y E L L O W STRAW Y E L L O W S U N S E T Y E L L O W YELLOW A L B E R S Y E L L O W E A R T H


2 L E T L I G H T RED M A G E N T A RED NEON RED NEWMAN RED P O I N S E T T I A RED RED E A R T H RED R O S E R O B I N ' s
3
4 RINE BLUE MIDNIGHT BLUE NAVY B L U E NEW B L U E PEACOCK BLUE P R U S S I A N BLUE ROBIN's EGO BLUE
5 V E V I O L E T C A R M I N E V I O L E T WI S T A R I A V I O L E T
6 N G R E E N ALMOND G R E E N B I C E G R E E N L A K E G R E E N K E L L Y G R E E N I S H Y E L L O W H O L L Y L E A F G R E E N HOOKE
7 S A N D W H I T E SNOW W H I T E S P E O T R U M W H I T E W H I T E M A L E W I T S O H W H I T E P O L A R
8 S P O T T I N 9 L A M P B L A O K LONDON B L A O K S T R O N G H E L L B L A O K P E A R L B L A O K R E I N H A R D T B L A O K
TIME 160 170 180 1So
TRAOKS 1 YELLOW L A K E YELLOW O C H R E F I RE ORANGE O R A N G E WARHOL
2
BREAST RED R O C K E T RED ROOF RED ROYAL ORIMSON RUBY RED S A L M O N RED S C A R L E T V E R M I L I O N SEA
3
4
ROYAL BLUE SKY BLUE STEEL BLUE STONE BLUE TROPICAL SKY BLUE TUROUOISE BLUE KLEIN BLUE U
5

R'S SREEN HUNTER'S GREEN L E A F GREEN M A P L E GREEN M I S T L E T O E GREEN M O S S GREEN MOUNTAIN GRE
7
2oo 21o 22o 23o

TRACK3 1
2 SHELL RED S T A IN ED C L A S S RED SUNSET RED TERRA COTTA RED V E N E T I A N REO V E R M I L I O N WINE RED
3
4 LTRAMARINE DEEP
5
6 EN N I L E GREEN OLIVE GREEN O X I D E OF C H R O M I U M PALE GREEN P R U S S I A N GREEN SAGE GREEN SEA GR
7

TIME 240 230 25o 27o

TRACKS 1
2
3
4
5
6 EEN S P R I N G GREEN STONE GREEN SUNSHINE GREEN VIRIDIAN G R E E N WATER S R E E N W I L L O W GREEN
7

M. Nannucci - Colours nomenclatures (1969),'Firenze © Exempla


Archivio.

127
NOTAZIONI PER AZIONI INTERDISCIPLINARI

Costituiscono questa sezione tutti quei progetti riferiti ad azioni


teatrali e quei mixed-media che si caratterizzano per la precisazione
di particolari situazioni sonore-visive-gestuali, sia descritte
singolarmente, sia indicate in precise relazioni di simultaneità.
Questa modalità era stata introdotta nel panorama semiografìco fin
dai primi anni del Novecento e sviluppata soprattutto nelle ricerche
condotte da Lazio Moholy-Nagy al Bauhaus e da molti altri, per
cadere poi in un certo disuso verso gli anni intorno alle due guerre
mondiali, mentre con l'esplosione della visualità e della gestualità
come spazio di ricerca degli anni Sessanta, si è avuta una vasta
produzione di queste partiture interdisciplinari.
Documenti di grande suggestività sono le partiture che Bussotti ha
realizzato per i suoi spettacoli di suono, danza e immagini, come
pure quella di Stockhausen per Herbstmusik o quella di tante
opere di Kagel. Recentemente soprattutto negli Stati Uniti si è
diffusa la ricerca nel campo degli effetti speciali di suono-
immagine, utilizzando sofisticati mezzi di produzione elettronica
del suono, video-tapes, films, laser etc.
Il repertorio semiografìco va quindi da piccoli testi verbali per
azioni minimal a complessissime partiture di azione nelle quali è
segnato con estrema meticolosità ogni singolo effetto sonoro e
visuale.

J. Mizelle - Radiai Energy /, in «Source: Music of the


Avant-Garde», Davis Ca. © Composer/Performer Edition.

128
Media Forms
lfimin L o o p Design Logistics

Channel 2

Projector
No. 3

Channel Channel 2

AIR TURNS DISCS


LIGHT IMAGES
No. 6
MP1804-2 CONTROL PHOTOCELLS
CONTROL SYNTHESIZERS

R. Pellegrino - Metabiosis V (A light, sound


A. Strange - No Dead Horses on the Moon (1969), mixed media, and audience environment), New York
Champaign, 111. © Media Press. 1972 © ASUC Inc.

129
e pluribus unum*
C h o o s e an a p p r o p r i a t e space and lighting (i.e. s u n l i g h t , c a n d l e s , stage l i g h t s ,
l a n t e r n s , d a r k n e s s . . . ) . D i s t r i b u t e the performers around the s p a c e . Each pe
rformer c h o o s e a single n o t e , some r e s t s , and a tempo from a favorite p
iece of m u s i c . Begin softly playing (or singir.g) y o u r loop... indepe
d e n t l y , but s i m u l t a n e o u s l y with the o t h e r s . After a while begin
to g r a d u a l l y synchronize y o u r tempo with a n o t h e r m e m b e r ' s a
n d . . . when these "duos" finaìly e x i s t among ali the oth
e r s , allow the process to continue until everyone i
s performing his note on a common p u l s e . . . then
e v e n t u a l l y with a common note l e n g t h . At th
is point begin to fi nd y o u r c l o s e s t nei
ghbor's note by g r a d u a l l y m o v i n g to
ward it i n ^ s t e p s 0 r slow glis
sandos at each pulse until
the e n t i r e group arriv
es at a unison or
o c t a v e transp
osition o
f the
uni
s
0
n

n
o
t
e
Begi n
to cresce
n d o . . . and as
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"From many, One" the motto Stephen Montague


on the G r e a t Seal of the USA L o n d o n , M a r . '76

A. Lucier - BirdandPerson Dyning (1975), in


«Studio international», n. 984, nov.-dec. 1976,
S. Montague - E pluribus unum (1976), Munchen © Edition Modem. London, p. 289.

130
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S. Bussotti - L'oggetto amato (1975), mitologie


I'4B<V dU UVM paaìeHp danzate da un'idea di Romano Amidei, con
che attutite taianjL rwuwetU aW«e^i-K dUpc il boce«/4cetnx(ifu<»wtc nW+»uLbU pianoforte, baritono, una voce di
DtAviaWeuk capetto LVC aiti ed U reali uonoi jecavuL i i i+f-ucjùmi. .
IgeAueoaii.pta. f 'aJ^Hwea-lo.eaH £<vp<»iSiri'6i'4av()UveAui-M i££u«t«/wa£r iw umhcUtuLmezzosoprano, altre voci parlate e percussioni;
5 te -mWifcià. it ^VoowU- Me Furato -wJypewriu»- u&voùtò al cateto ii s+a^U -+eJti» ricomposte per nastro magnetico, con progetti
di allestimento scenico, testi e musica (partitura
di appunti), Milano © Ricordi, dalle pp. 33 e
38 della partitura.

131
NOTAZIONI SUPPLEMENTARI

Si definiscono supplementari quelle notazioni, diagrammi o disegni


che valgono come trasposizione visiva di una musica pre-esistente,
realizzate cioè sull'ascolto e per l'ascolto. Si possono avere:
1. schemi e diagrammi per l'analisi, tendenti a mettere in luce
caratteristiche di carattere strutturale;
2. partiture d'ascolto, con le quali favorire l'ascolto strutturale di
partiture particolarmente complesse;
3. disegniRealizzati da bambini che visualizzano impressioni di
ascolto, esperienze condotte nelle scuole elementari e medie.

o;

(IN SI1

T. Bruynèl - Signs for Windquintet and two Soundtracks, 1968-69.


Ausschnitt © Stedelijk Museum Amsterdam.

132
C A R R É

C. Wolff - Bartók, Musik fur


Seiteninstrumente (1959), in «La Rassegna
Musicale», n. 4, Torino 1972, Einaudi.
H. Chiarucci - Schema per un'analisi di Carré
per 4 orchestre di Stockhausen, in «Musique en
jeu», n. 12, Paris 1972.

133
J. Gibson - Melody (1977), New York © Printed Matter.

134
l5
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7 A li <>}*tìiò>°U ti* oj}^ It It 'Wfc 'i /t /<• h H à 5'

L. Veronesi - J.S. Bach da «Fuga n. 7», in «Veronesi», Catalogo della


mostra, Comune di Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 23 aprile - 10
giugno 1978, pp. 114-15.

135
NOTAZIONI TRADIZIONALI E TRANS/TRADIZIONALI

La grande stagione strumentale, dalla fine del Seicento in poi, ha da una parte compositori come Cage, Stockhausen e Kagel
determinato il consolidamento di sempre più precise convenzioni inventavano nuovi sistemi, nuove modalità, con estrema
semiografiche, in un arco storico che culmina con la produzione del spregiudicatezza, nell'altra autori come Boulez, Nono e Berio si
primo Novecento. È intorno agli anni Dieci e Venti che attenevano alla tradizionale cifratura, integrata da innovazioni che
sperimentatori come Cowell cominciarono ad usare in modo nuovo però non trasformavano di fondo lo statuto della notazione e del
gli strumenti tradizionali, espandendone le possibilità foniche fino processo di comunicazione musicale.
al rumore, e staccandosi dalla cifratura per rivolgere l'attenzione a Negli anni settanta la notazione tradizionale, discussa e confrontata
sistemi di descrizione di azioni, per cui la notazione tradizionale con sistemi arbitrari in vari convegni, è stata riutilizzata in modo
risultava inefficace. generalizzato, sono decantate le eccentricità meta-musicali!pulsioni
Nel momento in cui questo sistema aveva raggiunto il massimo feconde, tornando la scrittura alla più stretta funzionalità, scrittura
della sua funzionalità, con Schonberg e i suoi contemporanei, che usa anche nuovi segni, ma che ritrova esclusivamente il criterio
cambiava il linguaggio musicale a tal punto da mettere in crisi non di cifratura, eliminando la visualità del progetto, in una ortodossia
solo la notazione, ma l'idea stessa di musica e di fare musica. del rapporto progetto-esecuzione-ascolto.
In questo solco nel dopoguerra si aprivano due diverse direzioni: Si può definire questa scrittura trans/tradizionale.

A. Webern - Quartetto per violino, violoncello, sassofono e


pianoforte (1930), Wien © Universal.

136
O. Messiaen - Oiseaux Exotiques per pianoforte e piccola orchestra P. Boulez - Eclat per quindici strumenti (1965), London © Universal,
(1955), Wien © Universal. I p. 8 della partitura.

137
P. Boulez - Don per orchestra, (1958-1960), London
© Universal.
A. Clementi - lnformel 1 per percussione e strumenti a
tastiera (1961), Milano © Suvini Zerboni, p. 5 della
partitura.

138
K. Stockhausen - Klavierstùck Vili (1965), London © Universal, p. 4
della partitura.
G. Scelsi - Action Music IV pei pianoforte (1959) © G. Scelsi, New G. Manzoni - Parole da Beckett per due cori, tre gruppi strumentali e
York Schirmer. nastro magnetico (1971) © Ricordi, p. 9 della partitura.

139
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preparazione per la «bucatura» del rullo d'autopiano, in «Soundings»,
John Cage n. 9, 1975, pp. 7 e 22 della partitura.

140
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Tka. ìj detar h'.nti k3 pianti-

P. Glass - 7 +1 (1968), in «Experimental music - Cage and beyond» di A. Gentilucci - Cr/e, 1973 per flauto, oboe, clarinetto, corno e fagotto,
Michael Nyman, New York 1974 © Michael Nyman, Schirmer Books. Milano © (1974) Ricordi, p. 8 della partitura.

141
48

C. Togni - Rondeauxper dieci, Tre Rondeaux di Charles d'Orléans per


N. Castiglioni - Inverno in-ver (1973), undici poesie musicali per soprano leggero e nove strumenti (1963-64), Milano © Suvini Zerboni,
piccola orchestra, Milano © Ricordi, pp. 30-31 della partitura. p. 48 della partitura.

142
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1 I quarte 1 I—jfqtbtMcfcuw-I

L. Nono - Como una ola de fuerza y luz per soprano, pianoforte,


L. Berio - Passaggio per soprano, due cori e strumenti (1963), Wien orchestra e nastro magnetico (1971-72), Milano © Ricordi, p. 51 della
© Universal. partitura.

143
3. 30. 59

Very fast. Soft as possible. Durations are free for each hand

F. Grillo - Paperoles per contrabbasso (1977), Milano © Suvini


Zerboni, da p. 1 della partitura.
S. Sciattino - Grande sonata da camera per
M. Feldman - Last Pieces per pianoforte (1959), New York © Peters, orchestra (1972), Milano © Ricordi, p. 2 della
p. 4 della partitura. partitura.

144
S. Sciarrino - Clair de lune op. 23 (1976),
Milano © Ricordi, p. 21 della partitura.

La luna è un uomo panciuto i cui intestini bluastri tra- F. Donatoni - Spiri per dieci strumenti (1977), Milano © Ricordi,
spaiono sotto la pelle (da A. Métraux). p. 43 della partitura.

145
NOTAZIONI A STRUTTURE MOBILI

Nelle note al Klavierstiick XI (1956), Stockhausen indicava: di procedere compositivo che si esprime in tutti e tre i codici.
«L'esecutore guarda il foglio a caso e comincia da un gruppo, il Ambedue i tipi implicano un discorso sul tempo musicale in
primo su cui gli è caduto l'occhio; lo suona scegliendo a suo piacere relazione a percorsi diversi, cioè stabiliscono uno scardinamento
il tempo (escluse sempre le note stampate più piccole), l'intensità della pagina come senso normale di lettura (sinistra-destra alto-
dinamica e il tipo di attacco. Terminato il primo gruppo legge in basso) per privilegiare un tempo ed un percorso a discrezione
coda le indicazioni di tempo, dinamiche e relative all'attacco, e dell'esecutore, stavolta unico fruitore «visivo» della pagina, alla
guardando un altro gruppo a caso, suona questo secondo con le tre quale si sovrammette con decisioni non scritte. Questa
indicazioni suddette... Ogni gruppo si può congiungere con sovrammissione diviene talmente forte, in opere come Serenata per
ciascuno degli altri diciotto e può cosi essere suonato in base a un satellite di Bruno Maderna, o Solo (dalla «Passion selon Sade»)
ciascuno dei sei tempi e livelli dinamici e con ciascuno dei sei modi di Bussotti, da rappresentare l'ultima spiaggia della progettazione
d'attacco... Questo pezzo per piano dovrebbe venire possibilmente versus improvvisazione.
eseguito due volte, o più, nel corso di uno stesso programma». Questi ultimi, poi, sono forse i responsabili della sparizione della
Negli stessi anni Pierre Boulez realizzava il progetto di una pratica improwisativa dal panorama concertistico in quanto molti
monumentale III Sonata per pianoforte comprendente cinque musicisti hanno preferito trincerarsi dietro opere come queste nel
sezioni mobili: Anthiphonie, Trope, Constellation, Strophe e proporre al pubblico le loro creazioni estemporanee, dividendo con
Sequence. gli autori delle stesse gioie e dolori. Ecco perché un piccolo stormo
Nel testo introduttivo descrivevo due tipi di strutture mobili, oltre di questi schemi per improvvisazione ricorrono cosi di frequente nel
alle pagine pianistiche di Stockhausen e Boulez, appartengono al mondo concertistico, spesso accolti non come delle improvvisazioni,
primo tipo molti altri lavori come Scambi o Miroire de Votre Faust mentre tutto questo non è accaduto nel jazz dove, peraltro, tanti
di Henry Pousseur, molta della produzione di Roman Haubenstock dei musicisti classical-free hanno trovato uno strapuntino.
Ramati etc. La rottura del percorso per una simultanea apertura di un ventaglio
Anche il secondo tipo di mobiles è rappresentato da una nutrita di possibilità è nata come un'altra risposta dei musicisti seriali e
produzione; ricordiamo Refrain di Stockhausen, nel quale un post-seriali alla libertà che l'Alea di Cage regalava all'interprete.
regolo mobile, concentrico con la partitura circolare, determina Quanto alla resa espressiva, indubitabilmente con questa mobilità
situazioni grafiche mutevoli. l'opera si apre a continue nuove valenze espressive, ma il senso di
La lunga serie di Varìations di Cage è un esempio di mobili «compromesso» traspare quando l'ascoltatore si rende conto di non
composti con grafici d'azione, mentre Players di Paolo Renosto e sapere bene a chi attribuire esattamente segmenti e cesure dello
Mobile di Earle Brown o l'omonimo Mobile di Henry Pousseur usa svolgimento temporale dell'opera, una sorta di non-sensical « che
materiale in notazione tradizionale. Abbiamo quindi ùn modo cosa apparirà?».

mobile
•for tvice ^ solo'or, à 2"j

-CÌÌ» A
àjfA -ut.

thij.fwMViI b« aó/Sei m wòniA*

R. Haubenstock-Ramati - Credentials (frammento) per voci e otto


strumenti (1961), Wien © Universal.

146
K. Stockhausen - Klavierstiick XI (1956), London © Universal. J. Cage - Variations 7,(1961), New York © Henmar Press.

147
K. Stockhausen - Refrain per tre esecutori (1961), London
© Universal.

148
SCo { borri I,I,I,H U J
RiTe • •• ••• •••• botri*
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legno pont. legno pont. SCo { barri 1,1,1,11 M I )
pp} il piti poss. # ii r»ù poss.RiTe, -4-cB • V /
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PREMIÈRE STRUCTURE DE PRÉPARATION
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arco pizz. arco (£. paat,,pp t a s t j cassa I
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SCo I M unghie : i, m, a ( U S )
pizz. arco pp—#
3c £ sempre, joortt.
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SECONDE STRUCTURE DE PRÉPARATION

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f arco tallone pont.


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F. Donatoni - Quartetto IV (ZRCADLO) per quartetto d'archi (1963),


Milano © Suvini Zerboni. H. Pousseur - Mobile per due pianoforti (1961), Milano © Suvini
Zerboni, p. 2 del Cahier mobile n. 3/piano A.
Composto nel 1963 e dedicato a Francesco Agnello, il quartetto, costituito da vari
gruppi di materiale predisposti dall'autore, realizza la propria struttura secondo
un criterio assai singolare: in funzione dell'impaginazione di un quotidiano del L'ordine dei quaderni mobili può essere concertato e preparato prima, o scelto
giorno e del luogo dell'esecuzione. Il nome Zrcadlo ha un aspetto enigmatico che all'istante, o lasciato interamente al caso. E questo vale per tutto quello che, in
l'autore vuole conservare segreto. («Marcatré», Genova 1963, n. 1, Vitone). questa partitura, rimane più o meno indeterminato.

149
J. Cage - Fontana Mix (Aria) for any voice (1958), New York
© Peters Corp.

150
C. De Incontrerà - For four (& more) (1970), Milano © Ricordi.
B. Schaffer - Utwory na skrzypce i fortepian n. 2, Warszawa
© Polskie Wydawnictwo Muzycne.

151
P. Renosto - Players per qualsiasi strumento o gruppo (cameristico) di
strumenti (1968), Milano © Ricordi.

152
a vnBe&rv Montale uri con amicizia

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B. Maderna - Serenata per un satellite (1969), Milano © Ricordi.

Possono suonarla: violino, flauto (anche ottavino), oboe (anche oboe d'amore -
anche musette) clarinetto (trasportando naturalmente la parte) marimba - arpa -
chitarra e mandolino (suonando quello che possono) - tutti insieme o separati o a
gruppi - improvvisando insomma, ma! - con le note scritte. (B.M.)

153
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Finito di stampare
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nel febbraio 1981.
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