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Abstract
Parole chiave
Introduzione
Conclusioni
Bibliografia
2
ABSTRACT
Questo elaborato propone un'analisi degli elementi essenziali della musica del
periodo Barocco, cercando di far conoscere e comprendere come essi venivano
utilizzati, e suggerire come oggi potrebbero essere riproposti per fornire
un'interpretazione rispettosa dello stile originario.
3
PAROLE CHIAVE
1
Johann Sebastian Bach
1
2
Barocco
2
3
Johann Joachim Quantz
3
4
Sylvius Leopold Weiss
4
5
Improvvisazione
5
4
INTRODUZIONE
Nel nostro secolo c'è una forte propensione verso lo sviluppo di un'attenta
ricerca filologica che consenta di poter suonare la musica del periodo Barocco.
Questa maggiore attenzione alla ricerca ha dovuto innanzitutto abbattere alcuni
preconcetti relativi alla possibilità di riproporre la musica delle differenti epoche
riuscendo a riprendere quello che era lo stile originario, perché è ancora oggi
persistente l'idea che la musica appartenga solamente agli esecutori dell'epoca di
riferimento e che risulti pertanto impossibile riproporla.
5
CAPITOLO 1
Fino alla prima metà del XVI secolo la parola 'barocco', con la quale noi ci
riferiamo a un determinato periodo storico, veniva utilizzata per indicare quegli
esecutori che impiegavano troppe ornamentazioni, a causa delle quali le loro
creazioni erano definite con il termine 'nuova musica', utilizzato in senso
dispregiativo per differenziarla da una musica che concentrava l'attenzione
sull'elemento vocale, elemento che invece le ornamentazioni in eccesso andavano a
offuscare. In seguito divenne il termine comune per indicare un particolare periodo
storico che parte tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, e prosegue fino alla
metà del XVII secolo.
6
mentre la seconda sezione era lasciata alla libera improvvisazione dell'esecutore. Ai
giorni nostri troviamo invece già tutto predisposto secondo la linea ideologica dettata
dal compositore, inoltre è comunissimo nel nostro secolo avere compositori che
preferiscono affidare le proprie opere a esecutori da loro stessi selezionati piuttosto
che suonarle personalmente, questo è il cosiddetto distacco, un musico del nostro
secolo spesso è un compositore ma non un esecutore o viceversa.
7
improvvisare perfettamente fino a 2 o 3 voci polifoniche e nel perfezionare la loro
esecuzione estemporanea cantavano le voci individualmente e ascoltavano le
esecuzioni vocali per migliorare lo stile e l'espressione musicale. Il liuto trovava
applicazione soprattutto nella musica da ballo, la danza era l'attività sociale preferita a
corte, la musica da ballo era tipicamente improvvisata o composta in forma binaria o
ternaria con varie ripetizioni. Chiaramente vi erano anche altre applicazioni dello
strumento, esso era utilizzato anche per le intavolature polifoniche e le variazioni di
musiche popolari, le intavolature erano tipicamente tra quattro voci trascritte nota per
note con poche alterazioni, tale pratica risultava molto piacevole all'ascolto ma
richiedeva una grande capacità tecnica, ragion per cui alle volte le voci da quattro
venivano ridotte a due o tre. Le variazioni popolari erano molto comuni all'epoca e
non erano complicate da eseguire, tranne in alcuni casi, molte di esse sopravvissero al
tempo e inoltre autori come J. Dowland crearono versioni più virtuosistiche, come Go
from my window e tante altre.
L'accordatura del liuto era tipicamente in Sol, questo dipendeva anche dalla
grandezza dello strumento, uno strumento più largo veniva accordato con un registro
sonoro grave, uno più stretto con un registro sonoro acuto; le corde erano composte
da budello di pecora, le corde acute erano di una larghezza minore mentre le corde
gravi erano più larghe, ancora è interessante notare l'introduzione di alcune corde
molto larghe, i cosiddetti 'bordoni', che vennero inserite al di sopra del manico per
dare maggiore profondità ai bassi. L'utilizzo ovviamente richiedeva sempre più
bravura tecnica non solo a causa della presenza di più corde ma anche perché i
bordoni andavano a ingrandire ulteriormente lo strumento. Vi sono diversi esempi di
strumenti con ulteriori corde, come il chitarrone, chiamato in seguito tiorba ma
conosciuto anche come liuto basso, sviluppatosi in Italia nel XVI secolo, era simile al
liuto ma con un manico più lungo e più sottile, poteva essere a doppia o singola corda
e come il liuto poteva avere diverse accordature e comprendeva un massimo di dodici
corde. In Francia questo strumento ebbe uno sviluppo diverso, fino al 1620 aveva
dieci corde con accordatura rinascimentale (Sol), poi nel 1630 venne aggiunta
l'undicesima corda con un diverso tipo di accordatura, l'accords nouveaux,
8
un'accordatura in Re minore chiamata oggi accordatura barocca, la tiorba a 11 corde
venne utilizzata fino al 1720, quando si aggiunsero altre due corde andando cosi a
incrementare ulteriormente la grandezza e la scelta sonora.
Nel Barocco si svilupparono anche altri strumenti oltre al liuto e alla tiorba
come: la chitarra rinascimentale, uno strumento più simile a quelli odierni che
comprendeva quattro corde di diversa accordatura, data la quantità delle corde
l'arrangiamento di composizioni nate per questo strumento su una chitarra moderna è
altamente difficoltoso; la chitarra barocca, antenata della chitarra, sviluppatasi nella
metà del XVI secolo, comprendeva cinque corde a coppie e includeva uno o due
bordoni affiancati a un cantino accordato un ottava sopra, con la particolarità di avere
il cantino posto in alto, cioè al contrario, caratteristica dovuta alla mancanza di
armonici acuti nelle corde basse, che conferisce una particolare sonorità. La musica di
questi strumenti dal punto di vista della tecnica musicale si adattava bene a questo
tipo di effettistica dato l'utilizzo delle dita per suonare e non del plettro, vi erano
comunque diverse tecniche tutt'ora in uso, quale lo strumming cioè battente in italiano
e rasqueado in spagnolo o il plucked ovvero il pizzicato.
9
retorica presentava comunque elementi negativi, ad esempio quello di assecondare le
persone suscitando in loro diversi sentimenti, chi sfruttava questo tipo di abilità non
lo faceva dunque con lo scopo di esprimere i proprio sentimenti ma d'influenzare il
popolo. Quest'arte comprende diversi elementi o parti che servirono ai greci e ai
romani per suddividerla: inventio, ovvero la scelta dell'argomento, dispositio, ossia
ordinare la disposizione dei concetti da esprimere, elocutio, vale a dire lo stile
espressivo, memoria e pronuntiatio, cioè il concetto di dizione e di memoria di ciò
che va esposto, e infine movere, delectare, docere, secondo cui i concetti espressi
hanno lo scopo di muovere le genti, deliziare e insegnare.
Tra le molteplici citazioni sulla retorica ve n'è una di Cicerone che condensa
chiaramente il suo significato nella pratica: "nessuna mente è suscettibile al potere
dell'eloquenza, quanto a catturarne il fuoco, a meno che l'oratore, quando si avvicina
ad essa, non sia egli stesso in fiamme". Questa frase rende una perfetta idea della
retorica, essa è per tutti coloro che hanno la capacità di saperla adoperare e di
coglierne l'arte, ovvero la magia di sapere muovere l'animo delle persone.
10
Pensiero comune dei musici dell'epoca era infatti di poter suonare una melodia
solamente quando si fosse riusciti a imitare perfettamente la voce umana attraverso la
varietà delle espressioni, che dovevano andare da un momento più dolce e morbido
fino a un momento più acceso e vivace. Se un pittore produceva un quadro potendo
utilizzare tutte le creazioni presenti in natura attraverso i vari colori, uno strumento
poteva imitare le espressioni della voce umana sfumando la nota mediante
un'opportuna diteggiatura.
Sapendo questo è chiaro che un musico doveva sapere interpretare ciò che
voleva trasmettere, se voleva interpretare la gioia, l'ascoltare doveva provare gioia, e
ovviamente non doveva mai esprimere un'emozione e trasmetterne un'altra, ciò
significava il non sapere utilizzare la retorica e di conseguenza il non essere un bravo
artista.
Diversi erano i mezzi musicali utilizzati, tra questi: fraseggio, puntato, ritmi
irregolari, agogica, rubato, diversità timbrica, dinamica, improvvisazione, recitazione
del testo cantato; questi elementi non portarono alla nascita dello stile recitativo ma,
tramite l'unione della retorica musicale e del drama, presto si arrivò all'opera.
11
ecco che si possono creare diversi e amplificati momenti di piacere; quest'ordine
invisibile è presente ovunque, ad esempio in molte arti, come nella poesia, in alcuni
momenti di silenzio o nei suoni generati dalle sillabe prodotte nel parlato, o nella
danza, attraverso la cadenza dei passi che seguono un ritmo, ecco che si va ad
avvertire piacere, quel cosiddetto impulso. Ed è proprio quell'impulso che genera in
noi qualcosa, una sorta di risonanza che muove il nostro spirito e il nostro istinto,
quello che appunto la musica cerca di amplificare, come già detto, creando un ordine
tra questi elementi invisibili.
12
potrebbe essere cambiato. Parlando di trascrizione è interessante osservare i lavori di
trascrizione svolti da J.S.Bach e come egli adopera tali elementi:
13
La misura 5 inizia con un accordo di 6*, vi è poi una preparazione alla
modulazione imminente, per 3\4 della misura risulterebbe efficace suonarla in
maniera anticipatoria per poi sfociare, con più intensità, nelle ultime note della misura
sul Sol#, che modula verso Mi7 della misura 6. Nella misura 6 bisognerà tenere tale
tensione e crescere pian piano, fino ad arrivare al La, il quale sarà la nuova tonica
della misura 7.
Nel XVI secolo tra i vari metodi per poter arricchire la conoscenza e il
linguaggio musicale era sicuramente fondamentale frequentare luoghi concertistici
canori, questo dava diversi benefici permettendo di riuscire a catturare meglio
l'essenza della composizione e di comprendere meglio l'esecuzione melodica.
Nell'esecuzione canora l'articolazione era uno strumento retorico essenziale, associato
alla separazione e al collegamento di parole e frasi, e il suo uso svolgeva un ruolo
fondamentale nell'interpretazione strumentale, ad esempio una melodia veloce e
vivace veniva eseguita con una certa separazione tra le note, mentre una melodia
lenta e triste veniva eseguita senza troppi intoppi cosi da evidenziare gli effetti e le
sfumature.
14
erano idee diverse sull'ideale utilizzo di tale tecnica, c'era chi abusava del legato
indifferentemente dall'andamento della composizione per non fare sembrare le note
scollegate tra loro, e chi invece, non essendoci all'epoca chiarezza sull'utilizzo, lo
usava poco o in maniera non adatta; tale problema era in realtà del tutto normale
perché si cercava ancora di rendere l'esecuzione strumentale molto simile
all'esecuzione vocale, quindi non vi era un corretta praticità nell'uso.
In Francia invece era comune nella musica da ballo mantenere le note staccate
fra loro per una maggior chiarezza, ad esempio tra note ripetute o prima di salti o note
sincopate. Molto comune era la pratica di accorciare la seconda nota dei gruppi di due
note con una pausa di articolazione, cosi da riuscire a imitare più correttamente il
canto o gli strumenti a fiato.
Altro elemento di grande importanza era l'accentazione delle note, che per
fornire una varietà dinamica dovevano necessariamente non essere troppo forti ed
essere ben collegate in base all'agogica e all'articolazione. All'epoca era di grande
importanza studiare i principi grammaticali, come ad esempio una virgola che
rappresenta la più piccola separazione a un periodo che esprime una chiusura possa
essere usata per comprendere i vari dispositivi retorici e interpretarli in musica. Ben
chiaro cosi diventa il correlare una composizione musicale con elementi
grammaticali. L'accento rappresenta il suono più importante tra le sillabe di una
parola, allo stesso modo l'enfasi musicale non cade su singole note ma sull'intera frase
e sul significato da essa trasmesso; l'accento ha solo funzione sulle sillabe, con la
lunghezza, brevità, ascesa e caduta della loro pronuncia. Da considerare poi che ogni
parola multisillabica ha almeno un accento, se non di più, ma non tutte le parole
hanno enfasi. Infine, l'accento è legato alla sola pronuncia, l'enfasi d'altra parte
illumina il senso della frase e con ciò della perfomance musicale, inoltre l'accento
deve necessariamente essere usato su una nota melodica, la regola che deve essere
osservata è che la nota corrispondente deve essere lunga o prominente, è però
necessario sottolineare che l'enfasi non è vincolata da questa regola, ma piuttosto può
anche trovarsi su note brevi e di passaggio quando c'è qualcosa di speciale in esse.
15
Si possono distinguere tre tipi di accento: l'accento grammaticale che serve a
distinguere le sillabe brevi e lunghe; l'accento oratorio o logico che sottolinea
determinati termini in baso al loro significato; l'accento patetico che si riferisce al
sentimento e si ottiene sia attraverso l'inflessione della voce, alzando o abbassando la
nota, sia attraverso un discorso più veloce o più lento. La fonte dell'accento patetico
sono i sentimenti e serve a comunicare emozioni all'ascoltatore, mentre gli altri due
sono legati all'intelletto.
16
In questa piccola sezione musicale del minuetto di Mattheson vediamo come
una melodia strumentale veniva suonata con indicazioni tratte dalle regole di base
della punteggiatura e della grammatica musicale. I simboli che riconosciamo sono
situati sotto le note e in base alla punteggiatura indicata l'esecutore andava a
interpretare la melodia secondo i parametri sopra indicati.
17
note, in quanto data la grandezza dello strumento alcune di esse non potranno essere
tenute per tutta la durata indicata, in questo consiste un lavoro di ricerca: selezionare
le note più importanti e le note che più soddisfano l'orecchio, mentre le altre
considerate 'cattive' saranno quelle che meno verranno rispettate nel tempo di durata,
cosi facendo si manterrà un coerenza anche se alcune parti del discorso musicale
saranno, rispetto ad altre, leggermente nascoste; simile è il lavoro da sviluppare sul
registro delle note, simile in quanto si attuerà la stessa pratica gerarchica, diverso in
quanto in base al registro da rispettare bisognerà comunque verificare la possibilità
della posizione da eseguire, questo porterà con sé diversi lavori d'incastro con la
durata delle note stesse.
Tramite il lavoro da eseguire sulla durata e sui registri delle note verranno cosi
a svilupparsi molteplici posizione sullo strumento e la più coerente in questo caso
verrà scelta, poiché ora la coerenza è un elemento fondamentale in quanto una non
efficace scelta porterà sicuramente a una troppo diversa riuscita nell'emulazione del
discorso musicale. Un elemento sicuramente d'effetto sulla chitarra classica e di aiuto
per una più corretta coerenza musicale è l'utilizzo del capotasto sul 2° o 3° tasto, cosi
da risultare musicalmente più simile al liuto, e inoltre l'accordare la 3° corda del Sol
in Fa# come nel liuto. Questo tipo di effetti è molto utilizzato attualmente nel
riprendere i lavori del XVI secolo.
18
1.4 Disuguaglianza ritmica e modifica del tempo: note disuguali e tempo
rubato
19
trattate nel sistema pesante-leggero. In poche parole non tutte le coppie di note
pesanti-leggere sono trattate con irregolarità ritmica, ma quasi tutte le coppie di note
suonante in modo irregolare sono pesanti-leggere, l'irregolarità è una conseguenza
delle note buone o cattive. Citando J. A. Hiller (1780): "I mezzi di accentuazione che
un musicista ha in comune con un oratore sono in parte un lungo indugiare sulla
sillaba da far emergere e in parte un suono accentuato e rafforzato"1.
1
P. Croton, Performing Baroque music on the classical guitar, Create space, 2015, p.67.
20
Come già detto alcune parole o sillabe importanti sono leggermente allungate
nel discorso, in egual modo nel campo musicale dal XVI al XVIII secolo alcune
'buone note', a seconda della loro posizione metrica, hanno ricevuto un leggero
accento agogico oltre a un accento dinamico. In poche parole, un modo comune di
articolare le note divisibili in coppie di note è quello di suonare la prima nota
leggermente più a lungo e più forte della seconda. Questo viene fatto naturalmente ad
esempio nel folk e nel jazz. A questo possiamo ora aggiungere l'articolazione naturale
swing che deriva dall'allungamento della prima delle due sillabe.
Esecuzione Semiminime
2
P. Croton, op. cit., p.70.
21
Esecuzione Crome
Per quanto riguarda il suonare in stile, le semimine si suonano in un modo mentre le crome in
tre. Per le semiminime bisogna soffermarsi sul primo e accelerare il secondo, e né più né
meno indugiare sul terzo, infine accelerare il quarto; tutte le semiminime sono trattate in
questo modo. Questo come se la prima semiminima fosse puntata mentre la secondo risultasse
una croma, la terza altrettanto puntata e la quarta come croma di nuovo, e cosi via per tutte le
semiminime, facendo attenzione all'andamento, non è molto veloce ma piuttosto moderato3.
Esecuzioni semiminime
3
P. Croton, op. cit., p.71.
22
A proposito delle crome scrive:
Il primo modo è quello di soffermarsi sulla prima croma e accelerare la seconda, soffermarsi
sulla terza, né più lenta né più veloce, e accelerare il quarto e cosi via, come se la prima croma
avesse il punto. Questo modo è usato in opere che sono interamente contrappuntistiche e per
lunghi e brevi passaggi diminuiti4.
Acceleriamo la prima croma e ci soffermiamo sul secondo accelerando poi il terzo, indugiamo
sul quarto e cosi via, in questo modo differentemente dal primo, la prima croma viene trattata
come se fosse una semicroma, mentre la seconda croma presenta il punto, terza croma come
se fosse una semicroma e quarta croma sempre puntata, e cosi via. Altra differenza è che le
crome puntate non cadono sul battere ma in levare. Questo modo è molto utilizzato in brevi
passaggi diminuiti ed in forme musicali come la fantasia, e presenta un carattere prettamente
più elegante rispetto al primo modo5.
4
P. Croton, op. cit., p.72.
5
Ibidem.
23
Esecuzione crome, secondo modo
Proprio come nella scrittura o nel parlato sarebbe estremamente noioso per
l'ascoltatore o il lettore se il discorso si trascinasse senza figure di vario colore, lo
stesso vale per il canto, se non variato. Perciò pur avendo le stesse note, tali note
dovranno apparire in modi diversi.
24
Giulio Cacci, Le Nuove musiche, esempio 1
25
Antonio Brunelli, Varii esercitii
In a period where performers in italian stylistic orbit felt free, indeed obligated, to improvise
on the writen text, they considered certain freedoms of rhythmic manipulation as part of their
prerogative6.
Earlier alterations of a similar kind, as described by musicians such as Santa María (1565),
Caccini (1602), or Frescobaldi (1615–16), were freer in their treatment, and need to be
considered as forerunners, but not actually as part of the main practice of inequality 7.
Alcuni studiosi moderni chiamano questa flessibilità ritmica una prima forma
di tempo rubato.
6
P. Croton, op. cit., p.74.
7
Ibidem.
26
fonti francesi del tardo XVII e XVIII secolo. Saint-Lambert in Les principes du
clavecin, ad esempio scrive:
When one plays quarter or eighth notes unequally, it is up to taste to decide whether they
should be a little or strongly unequal. There are pieces where it is suitable to make them
strongly unequal, and others where they should be less. Taste decides this, as in the case of
tempo8.
Eighth notes are sometimes sung equally and sometimes unequally. When done equally, one
stays as much on the second one as on the first. When they are done unequally, one remains a
little more on the first one than the second. When the composer wishes the eighths to be equal
in a triple meter, marked with 3, or , he writes above: Equal Eighths 9.
When one plays quarter or eighth notes unequally, it is up to taste to decide whether they
should be a little or strongly unequal. There are pieces where it is suitable to make them
strongly unequal, and others where they should be less. Taste decides this, as in the case of
tempo10.
Sono stati fatti vari tentativi per indicare quali note devono essere suonate in
8
P. Croton, op. cit., p.75.
9
Ibidem.
10
Ibidem.
27
modo irregolare, utilizzando diversi metri e valori di nota. Come riassunto da David
Fuller:
2\2: crome.
4\4 o"alla breve": semicrome o in alcuni casi crome.
2\4: semicrome.
3\2: semiminime
3\4: crome.
6\4: crome.
3\8: semicrome.
6\8: semicrome
Questo grafico può essere usato come linea guida per indicare quali note
dovrebbero essere suonate in modo irregolare, indipendentemente dal metro sono poi
il tempo e il gusto che decidono. L'irregolarità ritmica veniva spesso utilizzata in
melodie graduali con salti occasionali, perché questo movimento cadenzale
aggiungeva, come già indicato, grazia alla melodia. Se le note sono strutturali o
abbastanza lente, vengono suonate allo stesso modo, se sono estremamente veloci, è
11
Ibidem.
28
quasi impossibile suonarle in modo irregolare, pertanto le note che di solito vengono
suonante in modo irregolare sono non strutturali, melodiche e ornamentali. Nel caso
degli arpeggi, nella maggior parte dei casi, le note non si suonano in modo irregolare
se presentano i soli toni dell'accordo. Inoltre David Fuller, nell'analizzare una raccolta
di brani per organo del 1685 di Nicolas Gigault, conclude che: "Dotting is not
affected by the intervallic character of the melodic movement: wide leaps are dotted
as well as stepwise movement…"
29
all'interno dello stesso pezzo per scopi espressivi. Egli introduce un largo numero di
rapporti per rappresentare le note irregolari, nelle quali il rapporto più netto che
propone è di 3:1, l'equivalente di un punto aggiunto; altri rapporti vanno da 3:2 a 9:7
e sono quasi impercettibili, più 'sentiti' che sentiti. Il rapporto più comune ad ogni
modo è certamente il 2:1, che, come nel jazz, si traduce in una sensazione di terzina.
Secondo il pensiero di Engramelle, nei brani allegri o vivaci l'irregolarità può essere
più acuta che ne pezzi più lenti, dove l'irregolarità darebbe un senso più delicato.
Sebbene i suoi suggerimenti risalgono alla fine del XVIII secolo, essi sono
sicuramente una linea guida importante per la comprensione del pensiero
sull'irregolarità anche oltre tale secolo. Engramelle ha avuto modo di stimare che di
solito in base alle diverse esigenze l'irregolarità può variare all'interno dello stesso
brano. Solo il buon gusto può decidere correttamente la varietà d'irregolarità, e per
capire come sia meglio eseguire determinati brani, l'unica alternativa è l'esecuzione in
diversi modi.
12
P. Croton, op. cit., p.78.
30
Wolfgang Caspar Printz (Schweid-nitz, 1678)
Ulteriori riferimenti all'irregolarità tedesca non appaiono fino alla metà del
XVIII secolo. Probabilmente non era ancora praticato nella prima metà del secolo o
forse potrebbe essere che per l'epoca tale maniera di suonare era talmente naturale
che non vi era bisogno di scrivere a riguardo. Comunque sia, un resoconto dettagliato
dell'irregolarità ritmica può essere trovato nel Versuch einer anweisung die flöte
traversiere zu spielen (Berlino, 1752) di Johann Joachim Quantz. Questo fu uno dei
trattati più importanti sulla pratica della perfomance. Quantz fu influenzato
stilisticamente sia dalla musica francese che da quella italiana, e la sua scrittura dà
un'idea dello stile 'misto' allora prevalente.
I must make a necessary comment regarding the length of time each note is to be held. In
performance one must know how to differentiate between the main notes, also called accented
or, as the Italians usually call them, good notes, and those that are passing, which some
foreigners call bad notes. Wherever possible the main notes must always be more emphasized
than the passing ones. According to this rule, the quickest notes in every piece in moderate
31
tempo, or even in an Adagio, must be played a little unequally – regardless of the fact that
they appear to have the same value. Thus the main notes of each figure, i.e. the first, third,
fifth and seventh, are held somewhat longer than the passing ones, i.e. the second, fourth,
sixth and eighth – without however lengthening them so much as if they were dotted. …
Excepted from this rule, however, are first of all rapid passages in a very rapid tempo, where
time does not allow them to be played unequally, and where one need only add length and
volume to the first of four notes ...13.
13
P. Croton, op. cit., p.79.
32
Semicrome: C.P.E. Bach, Versuch über die wahre art das clavier zu spielen (Berlin,
1762)
33
Egli aggiunge: "short notes after dots are always played shorter than their
notation calls for. Thus writing these short notes with additional dots or flags is
superfluous"14.
14
Ibidem.
34
CAPITOLO 2
L'uso della dinamica nella musica barocca, e soprattutto nello stile galante, è
molto dibattuto tra gli esecutori e gli studiosi, a causa in gran parte della scarsità di
segni dinamici nelle partiture. Nel XX secolo questo è stato interpretato da molti
come una mancanza di varietà dinamica, un'idea ancora sostenuta da alcuni. Ci sono,
tuttavia, molte prove storiche che dimostrano che il cambiamento di volume e
intensità era essenziale per la perfomance espressiva e retorica. Queste prove sono
così ampie che rendono più utile discutere su come sia stata utilizzata la dinamica
piuttosto che se sia stata utilizzata. Tra i documenti scritti abbiamo il libro di liuto di
V. Capirola del 1517 circa, nel quale viene utilizzata la direttiva 'tocca pian piano',
che è considerata da molti studiosi la prima indicazione dinamica.
35
imitate dai suonatori di archi e fiati, ma rappresentano una sfida per i suonatori di
strumenti a corde pizzicate. Ci sono modi, tuttavia, per avvicinarsi a questo effetto:
In musiche con più voci i cantanti possono formulare le loro singole linee con
facilità. Quando invece viene trattata musica contrappuntistica alla chitarra è possibile
emularla in modo sottile con dinamica, articolazione e tempismo. Nell'esempio
presentato di seguito da un Preambel di Hans Newsidler (1536), una leggera
articolazione prima della 'e' nella voce superiore prepara la sincopazione e consente di
enfatizzarla senza accentuare contemporaneamente la 'g' sottostante. Suonando
successivamente la minima Fa# nella voce inferiore, dolcemente e leggermente in
ritardo, possiamo creare una diversa sensazione sull'arrivo alla voce superiore,
differentemente da come sarebbe stato senza questi elementi dinamici, più
precisamente potremmo dire che tali elementi permetterebbero di creare diverse
illusioni. Importante sarà sempre saper dosare, in quanto, in questo caso, se
suonassimo il Fa# con troppa forza andremmo a coprire la voce superiore privandola
del suo impulso dinamico.
Just as it is the task of an orator not merely to decorate a speech with beautiful, charming, lively words
36
and splendid figures, but rather to enunciate clearly and to move the passions by now raising, now
lowering the voice and by speaking now with a moderate, soft voice, now with a full, strong voice, in
order that the listener's heart is touched and the passions moved, and in order that the song achieve
thus the purpose for which it was made and to which it is directed 15.
Of the many distinguishing attributes of the lute, the possibility of playing soft and loud is one of the
best, and is always very expressive but only if it is properly executed; because when the piece is lively
one should play loudly but not crudely and harshly. Especially in a fantasia or a canzona, the string
that has the subject must be played loudly but the accompaniment should be played softly in order not
to smother the subject. Where the composition has something chromatic, or melancholy, or grave, or
has some dissonances, one plays more softly but in a way that the sound is sweet and not dull or
muted. Better still is to broaden the measure skilfully and judiciously; in this way one will have much
more success in playing expressively. Not many pieces will be found where the discerning player will
not have the opportunity to execute the wavering way of playing, in other words, soft and loud. Where
the music is full of durezze [dissonances], it always has a good effect to play as they do in Naples,
where they pluck the same dissonance repeatedly, now softly, now loudly, and the more dissonant it is
the more often they pluck it...16
Nella prefazione del suo libro di madrigali (1638), Domenico Mazzochi (1592-1665)
descrive chiaramente un crescendo e lo indica con una 'V'. Fornisce inoltre le
abbreviazioni P = piano, F = forte, E = eco. Nella musica Mazzochi va a indicare un
diminuendo segnando i passaggi con i segni F\P\pianiss.
15
P. Croton, op. cit., p.95.
16
Ibidem.
37
Domenico Mazzochi, Partitura de' madrigali a cinque voci (Rome, 1638)
Il liuto era considerato uno strumento ideale perché poteva essere suonato con
timbri e dinamiche diverse, avvicinandosi così alle possibilità espressive della voce,
per questo era lo strumento principe di quell'epoca. Connettendolo alla voce si
potrebbe dire che è uno strumento che sa 'parlare', in quanto imitava gli oratori; il
liuto doveva attenuare o alzare la 'voce' e saper 'colpire' forte o dolcemente, cosi da
affascinare o stupire l'ascoltatore.
La ricchezza di questa capacità si ritrova non solo nei lavori dinamici basati
sullo studio di diverse composizioni ma soprattutto nello studio delle trasposizioni; la
trasposizione da strumento a strumento è un durissimo lavoro musicale, nel quale
però uno strumento con le capacità del liuto può portare a un risultato di alta qualità.
38
Proseguendo con la comprensione delle dinamiche della musica barocca
riprendiamo una parte di una composizione di T. Mace, nella quale egli indica piano e
forte. La virgola indica un'appoggiatura, la linea ondulata indica un vibrato e la linea
diagonale indica un plainte. L'accordatura utilizzata, una fra le più comuni all'epoca,
presenta dei gradi abbassati di un semitono.
Accordatura, corde da 6 - 1
39
graduale, senza utilizzare un cambio brusco, cosi da dare più eleganza ed effetto
musicale. Questo modo di utilizzo sicuramente da un'idea più pratica e più efficace,
in quanto l'errore più comune su uno strumento è sicuramente di sfruttare il cambio
istantaneo, che in alcuni casi può portare a interessanti risultati, ma generalmente è un
cambio graduale che, proprio come nella voce, rende l'esecuzione semplicemente più
naturale. Quindi nella musica si avrà maggiore efficacia con un cambio di volume nei
punti più appropriati.
Nel XVIII secolo molti compositori utilizzavano simboli, tra cui: forchette,
triangoli, ecc. per indicare i diversi cambi di volume nelle loro musiche, ad esempio
nelle sonate di G.A. Piani (1712), F. Geminiani (1739) e F. M. Veracini (1744), e in
Rameau's Hippolyte et Araicie (1733). Rameau e Geminiani indicano i crescendo e
decrescendo con dei cunei, indicando un rinforzo di volume attraverso tale simbolo.
40
color of volume, the listener would be left cold"17.
Quantz: Versuch einer anweisung die flöte traversiere zu spielen (Berlin, 1752),
Table XVII
17
P. Croton, op. cit., p.100.
41
In conclusione la dinamica era un aspetto essenziale dell'espressione retorica.
Alcune composizioni di Mace e Quantz mostrano quanto frequentemente siano state
utilizzate le dinamiche, e Mylius, Quantz, e altri confermano che crescendo e
diminuendo facevano parte del panorama musicale. Doppiamo riconoscere, tuttavia,
che i primi strumenti non avevano la gamma dinamica dei modelli successivi, il che
solleva un altro punto importante: uno strumento è costruito in modo che canti e
risuoni quando suonato silenziosamente e quando suonato ad alto volume. Un forte o
piano della fine del XVIII secolo o dell'inizio del XIX secolo, tuttavia, è più delicato
e ha una gamma dinamica relativamente più limitata. Quando viene suonato in
silenzio sussurra, quando viene suonato ad alta voce grida e soffre. In altre parole, le
dinamiche hanno un effetto molto più retorico su un pianoforte precoce che su un
pianoforte moderno. In linea generale potremmo dire che i primi strumenti a corda,
con la loro minore tensione delle corde, avevano un'ombreggiatura più naturale di
dinamica e registro rispetto agli strumenti moderni. Vorremmo ribadire qui la
differenza tra il fraseggio dinamico nella musica barocca e quello romantico. Nel
fraseggio romantico di oggi, crescendo significa che ogni nota successiva è
leggermente più forte, e diminuendo significa che invece è leggermente più morbida.
Nella musica barocca e galante il rapporto pesante-leggero della coppia di note
rimane, non importa quale possa essere il gesto dinamico più ampio. La stessa
differenza si presenta anche nel canto.
42
2.1 Metro, tempo, danza
Many confuse movement with mesure… movement, however, is completely different from
what one imagines; in my opinion it is certain quality which gives spirit to singing and is
called movement because it 'moves', or i would say 'excites' the attention of the listener… it
inspires in their hearts what ever passion the singer may wish to evoke, above all, tenderness.
… I have no doubt that variety of mesure, now slow, now fast, contributes much to the
expression of a song, but 'in movement' there is not doubt yet another quality, more refined
and more spiritual18.
18
P. Croton, op. cit., p.105.
43
Quindi qual è la differenza tra metro e movimento? Il metro è il mezzo per arrivare
all'obiettivo, al movimento, e poiché la musica deve lasciarsi guidare dal metro, il
metrò sarà guidato e animato dal movimento. Quindi nello stesso metro c'è spesso un
movimento molto diverso, perché a volte sarà più vivace o a volte più languido, a
seconda dell'effetto si desidera esprimere.
Queste sono le regole stabilite nella musica che toccano il tempo dei brani, ma
di tutte le regole di quest'arte sono le meno osservate da colore che la praticano.
Come i poeti e i pittori anche i musicisti si prendono delle libertà, in particolare per
quanto riguarda il tempo delle composizioni.
19
P. Croton, op. cit., p.108.
44
Ogni musicista istruito che suona un brano composto da qualcun altro fa meno
sforzo per dargli il tempo se segue l'indicazione che il compositore ha posto all'inizio
del pezzo, piuttosto che dargliene uno che soddisfi il proprio gusto, bisogna però
considerare che anche se tutti i musicisti usano lo stesso vocabolario, non lo
capiscono allo stesso modo. Le indicazioni temporali mostrano quindi solo in modo
molto imperfetto il tempo di un brano, e i compositori che riconoscono questa
mancanza spesso aggiungono una di queste parole nelle indicazioni temporali nelle
loro opere: Lentamente, Gravemente, ecc.
20
P. Croton, op. cit., p.109.
45
scetticismo riguardo ai segni di Quantz, perché non solo i musicisti dell'epoca non
avevano accesso a precisi dispositivi temporali, ma anche i risultati portavano a tempi
estremamente rapidi per movimenti rapidi e tempi improbabilmente lenti per il resto.
Edward R. Reilly, nella sua traduzione inglese del trattato di Quantz, interpreta questi
tempi in termini moderni e stabilisce segni di metronomo, ad esempio (in 2\2):
Fast (Geschwinde)
Slow (Langsam)
46
Di seguito è riportato un riepilogo delle informazioni storiche relative agli
indicatori di tempo e degli affetti a loro comunemente associati, secondo Frederick T.
Wessel:
Largo
Grave
Adagio
Lento
Andante
Maestoso
47
Allegretto
Allegro
Vivace
Vivacità, gioia, bisogna cantare o giocare con il fuoco, con la vivacità, con
lo spirito. Viene anche spesso suonato o cantato rapidamente, o con un
tempo audace, vivace, animato. È più o meno un allegro.
Presto
Prestissimo
48
perché non pensino che il brano non sia ancora finito. Se, invece, viene ripetuto in un
tempo un po' più veloce, assume un aspetto più vivace e, per così dire, nuovo e
diverso, che suscita negli ascoltatori un nuovo grado di attenzione.
Come il jazz, la musica barocca è spesso guidata dal basso, molti gesti e
impulsi musicali provengono dal basso, il quale condivide uguale importanza con la
melodia nel gioco espressivo. La linea di basso fornisce anche movimento e il suo
studio può dare un'idea dell'espressione retorica. Prendiamo ad esempio il primo
movimento del Preludio, fuga e allegro di J.S. Bach (BWV 998), prima in chiave
originale di Mi♭ e annotato in chiavi di violino e basso, e poi trasportato in Re per
chitarra e annotato in chiave di violino per la separazione visiva del basso. Il
movimento di basso può essere inteso come segue: nelle misure 25-27 (della versione
trasportata) il basso rimane sul Sol, un'assenza di movimento che può essere riflessa
dalla calma della nostra interpretazione; nelle misure 28-29 il ritmo armonico
accelera con due note basse per misura che possono essere riflesse da un aumento
d'intensità; nelle misure 30-32 il basso accelera a quattro note per misura, che
possono essere espresse attraverso un'intensità e una spinta aggiuntive; le misure 33-
35 ritornano a una nota di basso per misura, questa volta ciascuna collegata a un
cambiamento armonico e una sensazione di relativa calma, anche se un po' più di
direzione rispetto alle misure 25-28.
49
J.S. Bach, Preludio, BWV 998 (trascrizione per chitarra)
2.1.1 Danza
La danza ha svolto un ruolo centrale nella vita di corte dell'Europa dal XVI al
XVIII secolo, le lezioni di danza erano considerate essenziali per la corretta
educazione dei giovani e la partecipazione ai balli formali era importante per la
propria posizione sociale; re e regine ballavano, e alcuni erano ben noti per la loro
abilità, ad esempio Luigi XIV di Francia (1638-1715). Così c'era una domanda
costante di nuova musica da ballo, fornita in parte da compositori assunti dai tribunali
. Inoltre la danza figurava in produzione teatrali e altre forme d'intrattenimento.
Tuttavia, gran parte della musica da ballo barocca, pur usando gesti ritmici e strutture
di frasi della danza, non erano pensata per la danza, ad esempio la suite per liuto di
S.L. Weiss.
50
J.S. Bach, a sua volta, ha creato la sua sintesi personale del movimento e del
carattere della musica da ballo francese e italiana, come si può constatare nelle sue
suite di danza.
Quantz sottolinea l'importanza del tempo nella danza: "Just as all types of
music depend on the correctness of tempo, so too must it be observed most exactly in
dance music". Tuttavia, quando si discute dell'uso del polso per determinare il tempo
della musica da ballo francese, dice anche: "This kind of music consists mostly of
certain character, and each character demands its own tempo..."21. Il carattere o se
vogliamo, affetto, espressione, viene ancora una volta, prima del tempo.
21
P. Croton, op. cit., p.114.
51
considerazione la complessità e l'ornamentazione del pezzo. Così St. Lambert (1702)
dice che una danza viene suonata più lentamente al clavicembalo che da un ensamble
in una sala da ballo. Questo rallentamento sarebbe ancora maggiore sul liuto, uno
strumento meno adatto ai tempi veloci rispetto al clavicembalo.
Prima dell'introduzione del metronomo, all'inizio del XIX secolo, furono fatti
vari tentativi di creare dispositivi meccanici per indicare il tempo, e il XX secolo vide
un forte disaccordo su come interpretare i segni risultanti. Michel L'Affilard (1656-
1708) usò un pendolo che chiamò 'cronometro' (1705), e gli studiosi moderni furono
a lungo divisi sul fatto che una 'vibrazione' sia un'oscillazione in una direzione o
avanti indietro. Ciò ha portato a interpretazioni ampiamente divergenti dei tempi
previsti. Oggi l'interpretazione più frequente è che una vibrazione è un'oscillazione in
una direzione, spesso l'interprete cede però, nella musica solista complessa, a tempi
più veloci di quanto si possa supporre. Nei primi anni del 1730 d'Onzembray sviluppò
un cronometro che includeva il meccanismo di un orologio del nonno e portò
maggiore chiarezza alle indicazioni del tempo. A riguardo Jean Jacques Rousseau
dice nel suo dizionario (1768): "...the only good Chronomètre that one can have is a
skillful musician who has taste, who has read well the music he is going to play, and
who knows how to beat the time"22.
Klaus Miehling, autore dell'opera Das tempo in der musik des barock (2003), è
un forte sostenitore dei tempi più veloci. Secondo le sue analisi, i tempi indicati di
seguito possono essere trovati nelle fonti francesi, tali tempi differiscono
significativamente da quelli di Quantz. Sebbene alcuni possano sembrare
eccessivamente veloci, comunque essi possono avere senso nella semplice musica da
ballo, in particolare se le note veloci vengono suonate leggermente all'interno della
suddetta gerarchia di battito e si osserva il 'fraseggio' dei passi di danza:
52
Allemande in 2: croma o (in 2\4) semiminima = 121-192
Sarabanda in 3\2 & 6\4: croma o (in 3\4) semiminima = 72-133
Courante in 3\2: croma = 79-100
Menuet in 3\4: croma puntata o (in 3\8) semiminima puntata= 48-77
Loure in 6\4: croma puntata = 46-53
Gigue in 6\4: croma puntata o (in 6\8, 3\4, 3\8) semiminima puntata = 100-
121 (160)
Canerie in 6\4: croma pountata o (in 6\8 o 3\8) semiminima puntata = 106-138
(160)
53
plié (cadere), derivanti dal raddrizzamento e dalla flessione del ginocchio. Un
movimento verso l'alto del corpo accompagna un accento, generando così un tipo di
enfasi significativamente diverso da quello chiamato 'battere'. I passi sono
tipicamente fatti sulla parte frontale del piede, conferendo una certa leggerezza al
movimento. Molti strumentisti moderni tendono ad accentuare troppo pesantemente
la musica da ballo barocca semplicemente perché percepiscono il 'battere' come un
movimento verso il basso. Percepire il battere come un movimento verso l'alto può
cambiare considerevolmente le prestazioni portando a un fraseggio leggero ed
elegante, con energia.
54
- L'Allemande ha avuto origine nel XVI secolo; il suo nome deriva dalla
parola francese per 'tedesco'. In effetti l'Allemande è la versione francese di una
danza tedesca. Nel XVI secolo in Inghilterra era comunemente chiamata Almain. Gli
italiani in genere la chiamavano Alemanda, e i tedeschi alla fine presero il termine
francese. Nel XVI secolo era tipicamente un tempo moderato, processionale danza di
coppia in 2 movimenti. Michael Praetorius (1619) scrive:
Allemande means a German song or dance, for Alemagna means Germany and un Alemand a
German. This dance, however, is not as nimble or brisk as a galliard, but more melancholic
and slow, since no extraordinary movements are used...23
Ad ogni modo l'Allemande divenne meno popolare come danza all'inizio del
XVII secolo, in quanto comincio più a essere suonata che a essere ballata, ragion per
cui i chitarristi che eseguono un Allemande non necessitano di suonarla con un
carattere totalmente da 'ballo'. Una volta che l'Allemande non fu più di moda ne
emersero due tipi diversi: il vivace Allemande gay e la solenne Allemande grave. Il
fraseggio a 2\2\4 misure precedentemente menzionato è tipico per entrambi i tipi di
Allemande. L'Allemande gay, spesso in tempo tagliato, presenta un carattere vivace e
può essere suonato in modo molto articolato con un tono chiaro e deciso.
L'Allemande grave, spesso nel tempo di 4\4, era un brano relativamente lento e
solenne, caratterizzato da armonie complesse, dissonanze e figure drammatiche.
- La Courante ebbe origine nel Rinascimento, quando era una danza vivace e
in tempo ternario. Nel periodo Barocco distinguiamo tra lo stile corrente italiano e lo
stile francese courante. Questo è particolarmente importante per i chitarristi classici
che suonano la musica di J.S. Bach e S.L. Weiss, entrambi i quali hanno spesso usato
23
P. Croton, op. cit., p.118.
24
Ibidem.
55
il termine francese anche per una composizione in stile italiano. Uno dei miti più
comune oggi, anche tra alcuni specialisti di musica antica, è che la Courante sia
veloce, questo è vero per la corrente italiana, ma non per la Courante francese, che di
solito è da lento a moderato. La corrente italiana e l'inglese Coranto, fedeli ai loro
nomi, eseguono danze , tipicamente annotate in 3\4. Tipicamente è una composizione
omofonica con armonie semplici e ritmo armonico lento, è spesso scritta con crome o
semicrome, con un fraseggio regolare, poco sincopazioni e spesso una struttura
ritmica all'emiola a cadenze. Può essere seguita rapidamente, leggera e abbastanza
dinamica nel movimento. Praetorius scrive che "Courantes are named after Currendo
or Cursitando because they are usually dance with certain jumps up and down, as if
running"25.
La Courante francese, spesso in 3\2 o 6\4 che a volte si alternano nello stesso
pezzo, è un ballo da sala considerevolmente più lento, nel quale la melodia esprime
qualcosa di sentito, qualcosa di nostalgico, e anche qualcosa di gioioso, infatti spesso
descritto con i termini di 'bello e tenero' (lieblich und zärtlich). La Courante francese
25
P. Croton, op. cit., p.119.
26
Ibidem.
56
è caratterizzata da un fraseggio irregolare, armonia complessa, dissonanza espressiva,
frequente cambiamento armonico, cambio di metro e sincopazione. Eseguito
velocemente può sembrare affrettato e privo del respiro e dell'eleganza necessari.
Quando si parla di tempo, tuttavia, dobbiamo ricordare che 'lento' si riferisce alla
pulsazione, in quanto comunemente i francesi eseguivano rapide note al suo interno.
La quinta Suite per violoncello di J.S. Bach include tempo moderato in stile francese
courante. Di seguito la prima frase della versione per liuto, trascritta per chitarra.
27
P. Croton, op. cit., p.121.
57
secondo battito della prima o seconda misura di frasi a 2 battute, un equivalente del
tipico gesto ascendente del ballerino. Questo è stato a volte indicato come la Folie
d'Espagna. Oggi la Sarabanda è spesso caratterizzata come avente un accento sul
secondo battito. Troviamo più utile descrivere questo come una sorta di fioritura,
perché non è un forte accento verso il basso. Immaginare un sollevamento verso l'alto
sulla semimina puntata ci avvicina allo spirito della danza, così come una sospensione
temporanea del movimento piena di anticipazione del prossimo passo.
La quinta Suite per violoncello di J.S. Bach include un buon esempio del suo
carattere vivace.
28
Ibidem.
58
- La Bourrée è una danza con inizio in anacrusi e movimento vivace.
Mattheson (1713) tratta la Bourrée insieme alla Gavotta a causa del loro tempo
potenzialmente simile, anche se ci sono delle differenze essenziali di struttura ritmica
e carattere. Mattheson scrive (1739):
A melody that is more flowing, smooth, sliding and connected than gavotte, is the bourrée...
However I must say here that its proper nature rests on satisfaction and pleasant character, and
is somewhat carefree and calm, a bit careless, leisurely, and certainly nothing unpleasant 29.
29
P. Croton, op. cit., p.123.
59
correlata ma più veloce e più semplice della Bourrée. È simile in qualche modo alla
Gavotta ma tende (come la Bourrée) a iniziare una frase in modo vivace. Riguardo il
Rigaudon Mattheson scrive (1739): "Its character consist of a somewhat flirtatious
jest. By the way, the rigaudon is a true hybrid, made up of the gavotte and bourrée...
and indeed I find that it is very popular and in frequent use among sailors"30.
It did not necessarily 'slow down' in later years; even if it kept the same tempo, it would have
been considered slow in relation to the newer, faster, gayer triple-meter dance of the second
half of the eighteenth century, such as the Ländler and the German Waltz 31.
30
P. Croton, op. cit., p.124.
31
P. Croton, op. cit., p.125.
60
Ad ogni modo il Minuetto francese è tipicamente in 3\4 e caratterizzato da due
frasi musicali a 2 battute corrispondenti ai passi di danza. Il Minuetto italiano è
invece più veloce e spesso si trova in 3\8 o 6\8. in quanto più veloce spesso è ballato
in frasi di 8 battute. Come la Bourrée e la Gavotta, è seguito spesso da un secondo
Minuetto contrastante.
The common of English gigue has as its proper characteristc a heated and fleeting eagerness,
and a wrath that soon dissipates... Finally the Italian gigue, which is not made for dancing but
for use on the violin (from which its name may derive), demands as it were an extreme speed
or haste; however it often has a flowing and impetuous manner, something like the smooth
flow of a stream32.
32
P. Croton, op. cit., p.127.
61
Un buon esempio della Giga italiana si trova nella Suite per violoncello N.1 di
J.S. Bach (BWV 1007), sezione trascritta per chitarra.
Un buon esempio si trova nella Gigue in stile francese di J.S. Bach (BWV
995), sezione trascritta per chitarra.
62
Correlata alla Chaconne è la Passacaille (Passacaglia). Brossard (1703) scrive:
It is actually a chaccone ... The only difference is that tempo is ordinarily slower than that of
the chaconne, the melody is tenderer and the expression less lively; for this reason the
passacaille is almost always composed in a minor key...33
- La Loure, in 3\4 o 6\4, è spesso descritta come una Gigue lenta, anche se il
suo carattere è molto più morbido e i suoi movimenti più delicati. In genere è
ritmicamente irregolare e ha una consistenza contrappuntistica. Appare
occasionalmente nelle suite da ballo, la più famosa è presente nella Partita per
violino in Mi maggiore di J.S. Bach (BWV 1006). Molti, tra cui Mattheson e J.G.
Walther, definivano la Loure una danza con un carattere orgoglioso e arrogante, e un
pezzo dal tempo grave con la prima nota di ogni misura puntata.
33
P. Croton, op. cit., p.129.
63
Loure, J.S. Bach (BWV 1006a)
- Le Canarie (Canario) è una danza vivace e molto popolare tra i chitarristi nel
periodo Barocco. Spesso presenta una semplice progressione di
tonica\sottodominante\dominante, spesso definita un tipo di Gigue il cui carattere è
ancora più veloce di quello della Gigue ordinaria, in 6\8 e molto raramente in 6\16.
Thoinot Arbeau (1519-1595) nella sua Orchésographie (1588) afferma che i passaggi
sono gay, strani e fantastici, con un forte sapore barbaro. Le sue origini derivano
senza dubbio dalle Isole Canarie.
64
2.2 Stile italiano
Per aiutarci a comprendere quest'arte, molti sono i materiali utili, tra cui il
Trattado de glosas sobre clausulas y otros generos de puntos en la musica de
violones (Roma, 1553) di Diego Ortiz (1510 - 1570), che contiene numerosi esempi
di cadenze ornate (clausulae), intervalli riempiti, voci superiori abbellite di madrigali
e improvvisazione su motivi di basso ripetuti. Il suo modo di abbellire è simile a
quello di un jazzista che improvvisa su una melodia. Attraverso la pratica e la
ripetizione, il musicista moderno può ottenere un senso di abbellimento stilistico ed
essere ispirato a creare passaggi simili a quelli di Ortiz.
65
Esempio di abbellimenti: Diego Ortiz, Trattado de Glosas
Un certo numero di libri simili sono stati pubblicati nel XVI e XVII secolo,
degno di nota è il manuale di Silvestro Ganassi (1535), nel quale l'autore tenta di
mostrare la complessità ritmica dei passaggi. Questo materiale è essenziale per chi
apprende, anche se, la difficoltà di realizzare tali ritmi altamente complessi che
ricordano le improvvisazioni quasi impossibili da notare, tende a rallentare il
processo di apprendimento. Gli esempi di Ganassi suggeriscono come
l'improvvisazione avrebbe potuto effettivamente suonare, e quindi sono una preziosa
fonte d'ispirazione.
66
pezzi ci aiutano a capire lo stile e forniscono modelli per creare divisioni nostre.
L'esempio in questione è Can she excuse di Dowland, prima senza ornamentazioni,
poi con le sue ornamentazioni.
67
Un eccellente esempio del tipo di ornamento che Caccini avrebbe certamente
disapprovato è la versione di Amarilli mia bella nella pubblicazione del 1623 di
Johann Nauwach (1595-1630), che rende quasi impossibile l'espressione del testo in
alcuni passaggi. La versione di Nauwach rappresenta il tipo di canto florido che era
molto popolare tra gli artisti dell'epoca, che può avere un effetto straordinario
sull'ascoltatore se eseguito con leggerezza e un buon senso di differenziazione tra
struttura e ornamento. Il grado di ornamento è una questione di gusti, se preferiamo
una quantità discreta lasciando intatta l'espressione del testo, potremmo avvicinarci
all'intento del compositore, se invece seguiamo l'esempio di Nauwach, e trattiamo
l'originale come una struttura su cui improvvisare in modo elaborato, creiamo il tipo
di perfomance personalizzata tipica anche del XVII secolo. Vedremo per l'appunto
due esempi, il primo è la versione originale di Caccini, il secondo è la versione ornata
di Nauwach.
Johann Nauwach, Libro primo di arie (Dresden, 1623), Amarilli mia bella
68
veicoli per il passaggio virtuoso nella perfomance. Nell'edizione di Amsterdam del
1710 delle sue Sonate per violino opus 5, i movimenti lenti sono scritti "les
agréemens... comme il les joue", ovvero ornati mentre si suonano. La musica è di
altissima qualità e il suo valore pedagogico è immenso perché comprende anche le
versioni non ornate su cui Corelli improvvisava.
69
Le Sonate metodiche à violino solo ò flauto traverso di Telemann (1728-1732)
sono simili, anche qui abbiamo veri movimenti lenti sia in forma semplice che
abbellita, è pertanto un documento inestimabile per comprendere questo aspetto dello
stile barocco.
Distinguere tra note strutturali e ornamentali ci aiuta anche a venire a patti con
l'aspetto vitale della musica di J.S. Bach e della sua interpretazione, questo perché
Bach tendeva a integrare ornamenti 'in stile italiano' e 'in stile francese' nelle sue
partiture, a volte rendendo difficile per i musicisti moderni distinguere questi
abbellimenti dalla struttura melodica sottostante.
70
Iniziando a studiare le Sonate metodiche di Telemann, e altre opere che
presentano versioni semplici e ornate, possiamo avvicinarci alla comprensione della
musica di J.S. Bach, così da interpretare la sua musica in modo stilisticamente più
espressivo. Una tendenza tra i chitarristi di oggi è quella di suonare tutte queste note
come se fossero ugualmente importanti. Se riconosciamo quali note sono
ornamentali, suonarle con più leggerezza e libertà si traduce in un migliore fraseggio
ed espressione.
Il Preludio di J.S. Bach dalla Suite per liuto in Sol minore (BWV 995),
adattato dalla quinta Suite per violoncello (BWV 1011), può essere studiato per il suo
passaggio che collega e migliora il movimento armonico. Studiando le armonie
principali è possibile creare un'interpretazione più espressiva attraverso la tensione
armonica e di rilassamento. Il passo successivo è quello di utilizzare le crome e
semicrome come mezzo per migliorare il fluire dell'armonia e non solo come mezzo
virtuosistico, esse possono essere viste come improvvisazione scritta tra armonie
strutturali, ed essere suonate con leggerezza ma con un'intensità trainante e una certa
naturale disuguaglianza ritmica. L'esempio che vedremo sono le misure 1-10
trascritte in la minore per chitarra, precedute da una semplice analisi armonica.
Nella prima misura partiamo da la minore, questa parte può essere suonata in
modo abbastanza rilassato ma con intensità crescente. Le successive semicrome
servono come collegamento alla seconda misura, il cui accordo espressivo e
dissonante sullo stesso basso con gli intervalli 4\6\#7, può essere suonato con
maggiore intensità e volume e poi morbido di nuovo sull'accordo della terza misura.
Il mordente nella terza misura può essere suonato in modo assertivo, preparando la
figura ornamentale che guida alla quarta misura, che inizia con Sol# al basso e poi
un'appoggiatura notata sul Do# che fornisce una dissonanza espressiva.
Successivamente vediamo che il Sol# porta all'inizio di una breve linea cromatica che
conduce a un accordo di tonica con intervalli di 6* e 4* nella quinta misura, può
essere suonato con un po' più di volume, intensità e anticipazione rispetto all'accordo
della prima misura. Una breve figura ritmica ci prepara e conduce al La minore
71
sospeso nella misura 6. Sebbene dissonante, in questo contesto è possibile suonarlo
con morbidezza che enfatizza la sensualità dell'accordo. Il 4* si risolve su Do# , che
attraverso l'aggiunta di una 5* diminuita ci riporta all'accordo più rilassato, come
nella quinta misura. Nella settima misura troviamo un accordo di transizione alla
dominante con il Sol# al basso dell'ottava misura. Il 5* diminuito in questo accordo
crea tensione che alla fine si risolverà sul La minore nella nona misura. Sebbene a
prima vista si potrebbe pensare che l'accordo di La minore in questione sia rilassato, è
in realtà più efficace dargli un po' più di energia e movimento, che porterà al Mi
maggiore nella misura 10.
72
di solito suonati dalla mano sinistra dopo che la nota iniziale è stata pizzicata dalla
mano destra. Thomas Robinson riguardo l'approccio pratico scrive (1603):
The longer the time is of a single stroke... the more neede it hath of a relish, for a relish will
help, both to grace it, and also it helps to continue the sound of the note his full time: but in
quicke time a little touch or jerke will serve.. 34.
Altri come Jean Baptiste Besard (1567-1625) alludono alla difficoltà nella
gestione dell'ornamentazione e della necessità di giudizio nella loro applicazione
(1603):
You should have some rules for the sweet relishes and shakes if they could be expressed here,
as they are on the LUTE: but seeing as they cannot by speech or writing be expressed, thou
wert best to imitate some cunning player, or get them by thine own practice, only take heed,
lest in making too many shakes thou hinder the perfection of the Notes. In some, if you affect
biting sounds, as some men call them, which may very well be used, yet use them not in your
running [division playing], and use them not at all but when you judge them decent 35.
In all the places where one must hold a note a lot or a little, one does a tremolo. Now one does
one sort of tremolo, now another, as is convenient, and on every fret on every string and even
in eighth notes, if there's enough time, it will always have a good effect. And because the
places where one must make the tremoli are infinite, I didn't want to mark any in the tablature
so as not to obscure it. This advice should suffice: be forewarned, lest by wanting to make
many tremoli, the player become weary and appear to be struggling; it is necessary for the
performer to play gracefully, and to not show any exhaustion in playing 36.
34
P. Croton, op. cit., p.142.
35
Ibidem.
36
P. Croton, op. cit., p.143.
73
Nello stile italiano, per tutto il XVII secolo, riguardo le note di grazie non si
hanno informazioni su come usarle, anche se continuarono a essere usarte. Nel XVIII
secolo Francesco Gasparini (1661-1727) fornisce esempi di diminuzioni, acciaccature
e mordenti, e usa un segno di trillo, senza tuttavia indicare come dovrebbe essere
eseguito.
In the Italian style of earlier times, absolutely no embellishments were notated, but rather they
were left to the discretion of the performer... for a while now, however, those that follow the
Italian style have started to indicate the most essential ornaments 37.
37
P. Croton, op. cit., p.143.
74
Indicazione a riguardo:
Tratteremo ora alcuni fra i più comuni ornamenti dell'epoca, uno fra quelli
molto utilizzati e più retoricamente espressivi, la cui lunghezza e volume variano a
seconda dell'effetto desiderato, è l'appoggiatura. Deriva il suo nome da 'appoggiare',
coinvolge la nota contigua inferiore o superiore ed è indicata con un segno o scritta.
Nella musica inglese l'appoggiatura è spesso chiamata fall quando utilizza la note
superiore, invece backfall quando utilizza la nota inferiore, nella musica francese
appuy o port de voix. Nella tablatura per liuto quando l'appoggiatura è superiore e
spesso indicata da una virgola dopo la nota principale, inferiore da un semicerchio
sotto la nota principale. La prima apparizione teorica dell'appoggiatura sembra essere
su degli abbellimenti svolti da Giovanni Battista Bovicelli (1594) su un mottetto di
Palestrina, Regole, passaggi di musica. Tuttavia ci sono precedenti ornamenti simili
ad appoggiatura scritti in tablatura per liuto, indicati ad esempio con parentesi in una
pubblicazione di Francesco da Milano e Pietro Paulo Borrono (1548).
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Altro ornamento è il mordente, deriva il suo nome dal verbo italiano 'mordere'.
Il termine francese per questo ornamento è pincé, ovvero 'pizzicare'. Questi termini
sono illuminanti non solo per l'esecuzione dell'ornamento ma anche per l'intuizione
che offrono agli approcci italiani e francesi, alla loro espressione musicale. Gli inglesi
spesso chiamavano il mordente un beat. Il mordente comporta un'alternanza tra la
nota principale e la sua congiuta inferiore che può essere eseguita una volta o
ripetutamente. Geminiani discute i suoi possibili usi affettivi (1749):
This is proper to express several Passions; as for Example, if it be perform'd with Strength,
and continued long, it expresses Fury, Anger, Resolution, &c. If it be play'd less strong and
shorter, it expresses Mirth, Satisfaction, etc. But if you play it quite soft, and swell the note, it
may then denote Horror, Fear, Grief, Lamentation, &c. By making it short and swelling the
note gently, it may express Affection and Pleasure 38.
38
P. Croton, op. cit., p.149.
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Quiebros: Tomás de Santa María (Valladolid, 1565)
In epoca barocca il trillo era indicato, ad esempio, con 't', 'tr', '+' o
semplicemente una linea ondulata. Un trillo francese, del tardo XVII o XVIII secolo,
di solito inizia sulla nota contigua superiore, con conseguente dissonanza con il
basso, riflettendo l'uso della dissonanza come elemento espressivo. Indugiare sulla
nota superiore si traduce in un ornamento composto, cioè un trillo che inizia con
un'appoggiatura, la cui lunghezza e forza persistente influenzano l'effetto. Quantz
(1752) scrive:
However, reminds us that when a trill sign appears over a note that is already dissonant with
the bass, the appoggiatura-part of the trill should be extremely short (ganz kurz), so as not to
turn the dissonance into a consonance 39.
Nella musica italiana del XVII secolo c'è meno chiarezza per quanto riguardo i
trilli della nota principale rispetto a quella della nota superiore. I primi esempi di trilli
scritti arrivano da Frescobaldi, il quale propone d'iniziare lentamente e accelerare, e
suggerisce anche di alternare forte e piano durante un lungo trillo.
39
P. Croton, op. cit., p.151.
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Il mordente inverso, è esattamente come indica il suo nome, ovvero, un
mordente eseguito al contrario. C.P.E. Bach lo chiama schneller e lo scrive in piccole
note piuttosto che usare un simbolo. A partire dalla nota principale sul battito si
esegue una rapida alternanza con la nota superiore. La sua funzione, come quella del
trillo semplice, è ritmica e viene utilizzata principalmente nei passaggi veloci dove
non c'è tempo per un trillo completo.
Trillo inverso
Abbiamo poi il gruppetto (turn) che è tipicamente una figura di quattro note,
composta dalla nota superiore, dalla nota principale, da quella inferiore e di nuovo
dalla nota principale. Un ornamento composto che appare nel Board lute book (1620-
1630) potrebbe essere una prima interpretazione di gruppetto. A partire dalla fine del
XVII secolo è tipicamente indicato con una forma di 'S'. Il suo scopo principale è
quello di aumentare l'energia ritmica di una melodia. Buoni esempi possono essere
visti nella tabella sopra riportata.
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La tierce coulée riempie lo spazio tra le note di una terza ascendente o
discendente, è leggera e non accentata e può dare alla frase un elemento di eleganza
in più. L'esempio è riportato in tabella.
To show that one must make a plaintive accent on the accentuated note – raising the tone a
little at the end of its enunciation and giving it a little dot, which passes so quickly that it is
difficult to perceive; but it must be raised only a half step, which consists of a small effort of
the voice40.
40
P. Croton, op. cit., p.154.
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limitato per timore che diventi noioso e perda efficacia. Il vibrato è discusso da
cantati e strumentisti e con alcune eccezioni non è descritto come continuo né trattato
come una caratteristica essenziale di buon suono. I commenti dei liutisti suggeriscono
che richiedeva un grande movimento della mano con conseguente oscillazione ad
ampio tono, molto diverso dal tipo di vibrato che alcuni chitarristi moderni usano, che
è veloce e di piccola ampiezza. Greta Moens-Haeven scrive:
Terminology used in music was not standardized until the 20th century; earlier terms,
primarily applied to vocal vibrato, include: flattement, flatté, balancement, balancé, plainte,
langueur, verre cassé; tremolo, tremolo sforzato, ardire, trilletto; Bebung, Schwebung; and
sweetening, depending on the effect wanted or technique used. Terminological uncertainties
arise because vibrato is regarded not as a single ornament but rather as a complex of
'quivering' ornaments which might be modified in performance depending on the desired
expression or the emotion to be aroused41.
Martin Agricola (1486-1556) scrive (1529): "If you want to understand the
basics of playing, then learn to play the flute with trembling breath. For it very well
adorns singing..."42.
41
P. Croton, op. cit., p.158.
42
I bidem.
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Giovanni Battista Doni definì il trillo come una vibratio vocis o
'increspamento di voce', in grado di conferire gaiezza al canto, dunque atto a indicare
circostanze liete. Va però distinto dal 'tremolamento di voce' poiché si rivela più
adeguato a soggetti 'rimessi e femminili' o a situazioni di 'mestizia e di timore'. Da
quanto asserisce il trattatista dovremmo desumere, quindi, che la distinzione tra il
trillo e il tremolamento riguarderebbe il carattere brioso o dimesso del tipo di vibrato,
fortemente condizionato dalla tipologia dell'affetto che si vorrà delineare mediante il
canto. Anche Mersenne negli stessi anni accosta al trillo des italiens la parola
tremblement sulla stessa corda. Bernhard nel suo vademecum, redatto a scopo
pedagogico, nel descrivere le peculiarità del 'cantar alla napolitana', ribadisce quanto
già affermato da Doni, ossia che il trillo, insieme al forte e all'ardire, è meno indicato
per descrivere parole dolci o tristi, in quanto adatto a rafforzare le passioni veementi e
intense, richiedendo tempi di esecuzione più veloci.
Trillo ist ein Zittern der Stimme in einer Clave über einer grössern. Noten / also / daß das
Anschlagen zwar scharf seyn solle / jedoch mit sonderbarer Manier geschehen muß / welche
nicht recht beschrieben werden kan / sondern muß mit lebendiger Stimme gewiesen werden.
Trilletto aber ist nur eine Bebung der Stimme / so viel linder als Trillo, und fast gar nicht
angeschlagen wird43.
43
P. Iervolino, Il vibrato all’origine della vocalità barocca, in "Analecta Tor", 1-2 2017, p.232.
44
Ibidem.
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Risulta, dunque, con estrema chiarezza che nel corso del XVII secolo i
cantanti ricorressero a due differenti forme di abbellimento, ossia il trillo e il tremolo,
che hanno in comune una vibrazione sonora. L'oscillazione del suono varierà in base
alla circostanza musicale e al significato racchiuso nella parola che descrive uno
specifico affetto.
82
CONCLUSIONI
83
BIBLIOGRAFIA
M. DELL'ARA, Manuale di storia della chitarra vol. 1°, La chitarra antica, classica e
romantica, Berben, Modena 1965.
P. CROTON, performing Baroque music on the classical guitar, Create space 2015.
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