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TRIENNIO ORDINAMENTALE
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INDICE
3 PREMESSA: PERCHÉ LA RICERCA BIBLIOGRAFICA?
13 DEFINIZIONI
28 PARTE PRIMA: I LUOGHI DELLA RICERCA: I. LA BIBLIOTECA
58 II. LE BIBLIOTECHE DIGITALI
64 III. ARCHIVI DIGITALI DI PERIODICI
69 PARTE SECONDA: INIZIARE UNA RICERCA
• “La musica è in effetti l’unica della arti belle ad aver adottato per la dottrina adesso associata, in
inglese e nella maggior parte delle lingue europee, il suf sso ‘-logia’, forse sintomo del bisogno da
parte di una nuova disciplina di invocare legittimazione accademica e rispettabilità” [Bent, 2002]
• “La musicologia aspira a includere non solo gli aspetti diacronici della storia della musica, dominanti
per tutto il secolo scorso, ma anche altri elementi della dottrina sincronica, studi tecnici e
‘musicologia sistematica’” [ivi]
• Disciplina relativamente giovane, emancipata dal ruolo subordinato alla loso a o alla storia dell’arte,
diventa disciplina scienti ca autonoma, con una propria identità professionale.
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• Il Settecento:
• L’Ottocento:
‣ Biogra e di compositori: Bach (Johann Nikolaus Forkel, 1802), Palestrina (Giuseppe Baini, 1828 e Carl von Winterfeld,
1832).
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• Il Novecento:
‣ Da musicologia intesa come storia della musica a dilatazione dei campi di ricerca con l’utilizzo di tutte le innovazioni
tecnologiche a disposizione.
‣ Allargamento all’etnomusicologia, con la possibilità di studiare regioni e popoli prima inaccessibili.
‣ Nella prima metà del XX secolo è una disciplina dominata dalla cultura germanofona
‣ Con l’esodo in America di molti studiosi tedeschi durante il Terzo Reich, il baricentro si sposta negli Stati Uniti
(American Musicological Society, 1934).
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‣ La nascita dell’Early Music: movimento di riscoperta e studio della prassi esecutiva medievale, rinascimentale,
barocca e classica. Tra le personalità più in uenti si ricordano Arnold Dolmetsch (1858-1940), Wanda
Landowska (1879-1959) e Albert Schweitzer (1875-1965). Le metodologie di indagine sono ereditate dalla
musicologia col ne di epurare la musica dei secoli XVII e XVIII da tradizioni romantiche e post-romantiche.
- Gli strumenti originali e le copie storiche sono più congeniali per l’esecuzione della musica del passato (con
conseguente riappropriazione di tecniche strumentali speci che e il riutilizzo dei temperamenti antichi).
- Lo studio dei trattati e di qualsiasi fonte disponibile è punto di partenza imprescindibile per ricostruire uno
stile.
- Il testo non può essere interpolato da revisori condizionati da un’estetica romantica ma deve rispondere a
criteri lologici. Non più edizioni riviste ma edizioni critiche e un contatto diretto e competente con le fonti
manoscritte o prime edizioni a stampa.
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- Ogni interpretazione autenticista in realtà è soltanto un'esecuzione moderna della musica del
passato.
- L'interpretazione autenticista è valida in quanto “essa trae la sua autenticità non dalla sua
verosimiglianza storica, ma dal suo rispecchiare veracemente, nel bene nel male, il gusto
dell'ultimo scorcio del XX secolo”.
‣ Tesi di Jean-Jacques Nattiez (2002)
- Esistono delle verità locali, desunte da un’indagine sistematica
“Nutro la debolezza di sperare che, grazie agli strumenti della lologia, procedendo alla messa
in serie dell'informazione dei testi, operando una rigorosa valutazione critica dei documenti,
alcune certezze possono essere stabilite caso per caso e conseguentemente talune opzioni
interpretative possono venire criticate come infedeli e non autentiche”.
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“Permettetemi di tentare un elenco dei bene ci che il mio percorso musicologico ha dato al mio lato
esecutivo. Al primo posto della lista va la curiosità, con le sue implicazioni, nella misura in cui la natura
umana lo consente, di mentalità aperta, di ricettività a nuove idee, e amore per l’esperimento. È in
questo spirito che io credo che le investigazioni delle pratiche per formative del passato debbano
essere condotte. Proviamo quindi qualsiasi cosa si possa prendere in ogni trattato, in ogni documento
d'archivio, in ogni immagine, in ogni descrizione letteraria, e più la maniera è avventurosa meglio è. Ma
non facciamolo in uno spirito di rispettosa negazione del sé o con l'illusione che più conoscenze uno
guadagni, meno decisioni uno dovrà prendere. Accettiamo dallo studioso che è in noi soltanto ciò che
genuinamente eccita l'esecutore che è in noi […].
Il secondo grande vantaggio che l'esercizio musicologico conferisce è la conoscenza di ciò che c'è e
dove trovarlo. Quando uno ha imparato a padroneggiare le competenze bibliogra che e
paleogra che di uno studioso, non c’è più necessità di essere limitati dai capricci degli editori.
[Taruskin, 1995]
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Bibliogra a di riferimento:
- Margaret Bent, Il mestiere del musicologo, in Enciclopedia della Musica, X, Il sapere musicale, a
cura di J.J. Nattiez, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2002.
- Jean-Jacques Nattiez, Interpretazione e autenticità, in Enciclopedia della Musica, X, Il sapere
musicale, a cura di J.J. Nattiez, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2002.
- Richard Taruskin, Text and Act, Essays on Music and Performance, Oxford University Press,1995.
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DEFINIZIONI:
INFORMATION LITERACY E LONGLIFE LEARNING
Fonte: De nizione di Information Literacy del CILIP Information Literacy Group
(Chartered Institute of Library and Information Professionals)
Traduzione italiana a cura del Gruppo di Studio AIB sull’Information Literacy 2017-2020 della CILIP De nition of Information
Literacy (2018)
(Laura Ballestra, Francesca Bianchetti, Luigi Catalani, Sandra Migliore, Stefania Puccini, Ornella Russo, Laura Testoni)
[https://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/gruppo-di-studio-information-literacy/2019/75711-de nizione-il-cilip/]
L’Information Literacy è l’abilità di pensare criticamente e esprimere giudizi equilibrati sull’informazione che troviamo e usiamo.
L’Information Literacy ci aiuta come cittadini a maturare e esprimere punti di vista informati e a partecipare in modo pieno alla
società.
Il concetto di Information Literacy comprende una serie di abilità e competenze che tutti devono possedere per svolgere compiti
che presuppongono l’uso di informazione, come ad esempio accedere, interpretare, analizzare, gestire, creare, comunicare,
archiviare e condividere informazione. Ma è molto più di questo: si riferisce all’applicazione delle competenze, alle qualità e
consapevolezza necessarie a fare il miglior uso dell’informazione e a interpretarla con criterio. L’Information Literacy include il
pensiero critico e la consapevolezza e una comprensione sia degli aspetti etici che politici associati all’uso dell’informazione.
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L’Information Literacy fa riferimento all’informazione in tutte le sue forme: non solo la carta, ma anche il
contenuto digitale, i dati, le immagini e le parole. L’Information literacy è legata e si sovrappone alle altre
literacies, in particolar modo la digital literacy, l’academic literacy e la media literacy. Non è un concetto a sé
stante, e si colloca a anco di altri ambiti di conoscenza e di comprensione.
L’Information Literacy aiuta a capire i temi etici e legali connessi all’uso dell’informazione, compresi la
privacy, la protezione dei dati, la libertà di informazione, l’open access/open data e la proprietà intellettuale.
Più di tutto, Information Literacy signi ca empowering ed è un importante fattore di sviluppo di società
democratiche, inclusive, partecipative; come suggerito da UNESCO, è un diritto umano universale.
[…] L’Information Literacy aiuta a comportarsi in modo eticamente corretto nelle proprie attività online,
consentendo di essere ri essivi rispetto all’informazione impiegata e diffusa, sia che riguardi se stessi che
gli altri, attraverso tutte le piattaforme, inclusi i social media.
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L’Information Literacy garantisce alle persone di acquisire e sviluppare una comprensione del mondo intorno a
sé e di formulare punti di vista informati; consente, quando è il caso, di mettere in discussione ciò che si ritiene
credibile e assunzioni o idee ortodosse (includendo le proprie) e persino “auctoritas”; di riconoscere bias e
disinformazione; e quindi di diventare cittadini partecipi, capaci di giocare un ruolo completo nella vita
democratica e nella società. L’Information Literacy aiuta ad affrontare l’esclusione sociale, fornendo a gruppi
svantaggiati o marginalizzati la possibilità di dare signi cato al mondo intorno a sé e di partecipare alla società.
In un contesto globalizzato dove le fake news sono divenute un concetto ben noto, la capacità di mostrare
giudizi critici rispetto alle diverse fonti informative, soprattutto quelle online, è cruciale. Sia si tratti di mezzi di
informazione tradizionale, sia di social media o ricerche in internet o semplicemente informazione comunicata
oralmente, l’Information Literacy aiuta a comprendere la disponibilità e autorevolezza delle fonti informative.
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DEFINIZIONI:
BIBLIOGRAFIA MUSICALE (REPERTORI BIBLIOGRAFICI)
[Fonte: Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, Il lessico, volume quarto, diretto da A. Basso,
Torino, UTET, 1984]
“Sussidio indispensabile per gli studi di storiogra a musicale e di musicologia, i R. B. musicali sono opere
di compilazione in cui sono raccolti i dati concernenti il patrimonio musicale scritto, considerato nella sua
totalità oppure nei suoi singoli aspetti particolari. Per bibliogra a musicale comunemente si intendono
tanto la ricerca, descrizione e classi cazione, secondo determinati criteri, dei libri di musica ed argomento
musicale, quanto i R. B. stessi. La tradizionale sfera di competenza della bibliogra a musicale comprende
non soltanto i libri editi a stampa, ma anche le fonti manoscritte; oggi, inoltre, l'attività del bibliografo
musicale è estesa alla catalogazione di ben altro materiale documentario: lm e relative “colonne sonore”,
fonoincisioni (dischi, registrazioni su nastro magnetico), iconogra a musicale, nonché soggetti di minor
rilievo, quali possono per es. essere i programmi illustrativi di manifestazioni musicali, eccetera.”
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“In generale, per la compilazione di R.B. possono essere seguiti criteri differenti, secondo la natura del
materiale che deve essere catalogato e secondo le esigenze che con tali R. si intende soddisfare:
avremo così bibliogra e analitiche, descrittive, alfabetiche (per autore, per titoli, per soggetti),
cronologiche, sistematiche, ecc. In campo musicale, la bibliogra a analitica e la bibliogra a descrittiva
si devono collocare tra le principali fonti per lo studio della storia della musica; esse consistono
nell'esame nella descrizione dei libri intesi come oggetti (sicché in tali biogra e per ciascun libro sono
indicati anche il formato, il numero delle pagine, il tipo di carta, di rilegatura, di impaginazione, ecc.; ne
è poi trascritto in frontespizio, con la prefazione, le avvertenze, le lettere dedicatorie, inoltre si
speci cano le collocazione degli esemplari esistente nelle varie biblioteche o collezioni), e in ne nella
descrizione e classi cazione del materiale musicale in essi contenuto.”
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“Si de niscono bibliogra e ‘di consultazione’ (ingl. reference bibliographies) quei R. per mezzo dei
quali si intende offrire all'attenzione di possibili utenti un più o meno vasto panorama di pubblicazioni
utili allo studio e alla ricerca […]. Tra le bibliogra e di consultazioni distinguiamo quelle che elencano
titoli di libri editi nel passato (bibliogra e cumulative) da quelle dedicate a testi appena pubblicati
(bibliogra e correnti); bibliogra e cumulative e correnti possono fornire dati relativi a materiale di ogni
specie (bibliogra e generali) oppure limitarsi a determinati (bibliogra e speciali o particolari).”
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[Fonte: Stanley Boorman, Bibliography of music, in Grove Music Online, Oxford University Press, 2001]
“Lo studio e la descrizione di documenti musicali e della letteratura dedicata alla musica, specialmente in forma edita. L'uso
più generalizzato della parola bibliogra a, in musica o in ogni altro ambito scienti co, si riferisce agli indici, allegati alle
pubblicazioni, di altri scritti scienti ci che l'autore ha usato mentre scriveva, o che potrebbero essere utili a un lettore
interessato. Questo utilizzo è rappresentato alla ne di pressoché ogni articolo del presente dizionario, e può essere chiamato
“citazione bibliogra ca”. È la conseguenza di un processo di selezione, che valuta e vaglia una dettagliata lista della maggior
parte della letteratura secondaria disponibile. La preparazione di queste liste su vasta scala è chiamata ‘reference
bibliography’. Ma il termine è arrivato a questo utilizzo da prassi accademiche più dettagliate. L'etimologia della parola
implica la scrittura di libri, ma (in comune con la maggior parte dei termini che niscono in “gra a”), è arrivato a signi care
anche il loro studio, o almeno la loro descrizione, e di solito si riferisce a materiale stampato. Questo porta a due altri utilizzi,
speci camente connessi con il carattere dei libri e delle edizioni, e solo secondariamente con i loro contenuti. Con l’aggettivo
‘descrittiva’, la bibliogra a si riferisce a un elenco (con descrizioni dettagliate) della composizione dei libri. La bibliogra a
‘analitica’ va oltre, implicando lo studio dei libri in quanto oggetti, il processo della loro creazione, la loro storia, il loro posto
nella storia dei loro contenuti”.
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• Tipologie principali di bibliogra e musicali: cataloghi per nome dei compositori, generi o forme, fonti per l’esecuzione, data,
paese di origine o biblioteche odierne.
‣ Cataloghi di compositori: utili agli studiosi e agli esecutori
- Forniscono informazioni essenziali su date di composizione, fonti, edizioni, testi musicati e dettagli dei singoli movimenti.
- Se l'elenco è in ordine di genere, mostra a colpo d'occhio le forme che hanno interessato il compositore nelle diverse
fasi della sua produzione.
Esempio: catalogo dei lavori di François Couperin in Grove Music online
- Per soddisfare le esigenze dei ricercatori i cataloghi più recenti forniscono informazioni anche su manoscritti, schizzi e
bozze, prime edizioni o edizioni riviste con la possibilità di una descrizione della loro struttura e dei contenuti. Materiale
aggiuntivo può includere report sulla ricezione della critica o su attribuzioni dubbie di opere.
- Per alcuni compositori esistono cataloghi diversi per speci ci ambiti della loro produzione.
Esempio: Chopin’s First Editions Online
‣ Bibliogra e dedicate a repertorio per uno strumento o a un genere, che permettono inoltre una ricerca sullo sviluppo nella
storia di particolari forme o formazioni.
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Bibliogra a descrittiva
• Fornisce commenti indicazioni non solo sulla musica ma anche sulla natura della fonte catalogata.
‣ Caratteristiche della copia posseduta
‣ Commento ed indice dei contenuti
‣ Elementi che distinguono la copia posseduta da quella “ideale”
• Elementi base per la descrizione di un libro:
‣ Trascrizione del titolo di copertina
‣ Dimensione e formato
‣ Collazione
‣ Firme o numeri di lastra
‣ Numeri di pagine ed eventuali incongruenze
‣ Altre informazioni che caratterizzano la tecnica dello stampatore
‣ Informazioni contenute nelle prime pagine (dediche, colophon, etc.)
‣ La presenza di pagine pubblicitarie con date (spesso unico modo per datare un’edizione)
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‣ Tecniche di stampa
‣ Tecniche di rilegatura dello stampatore
‣ Biblioteca o collezione privata in cui è conservato, con numero di catalogo
‣ Note su parti mancanti o incomplete
‣ Descrizione della carta e della ligrana
‣ Commenti su aspetti speci ci della copia
Esempio: Bach, Ouvertüre nach französischer Art
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Bibliogra a analitica
• “Studia il documento in quanto documento e il suo posto nella storia della stampa e dell’editoria”
[Boorman, 2001]
• Partendo dal presupposto che nessuna copia di un libro sarà identica, la bibl. analitica studia la
singola copia per ricavarne informazioni dettagliate da confrontare con esemplari simili o differenti
edizioni, etc.
• La bibl. analitica studia la storia delle tecniche di stampa e dell’editoria, l’evoluzione della notazione
musicale stampata, la diffusione a livello di mercato.
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Terminologia di base
• Edizione: indica tutte le copie che sono stampate a partire stessa impressione di stampa.
Se tipogra ca l’edizione è stata stampata una volta sola, se litogra ca o calcogra ca le lastre possono essere riutilizzate più volte.
• Impressione: comprende tutte le copie stampate nello stesso momento.
• “Issue” (emissione): insieme di tutti gli esemplari di una edizione di una impressione che si con gurano con uno speci co e
distinto sottoinsieme.
• “State” (stato): il complesso delle varianti che distinguono una singola copia da tutte le altre della medesima impressione
emissione, non determinata dalla volontà dell'editore di differenziare tale copia [Caraci Vela, 2005]; copie che presentano
differenze di contenuto a casa di aggiunte o modi che da parte dell’autore, correzione di errori, sostituzioni di lastre. Ad un certo
livello di modi che si può arrivare ad una nuova edizione [Boorman, 2001].
• Copia ideale: la copia che rispecchia l'intenzione dello stampatore e dell'editore al momento dell'immissione in mercato. “È una
ricostruzione di tutte le forme delle copie di una emissione o impressione così come furono messe in circolazione dall'editore, e
comprende tutte le modi che, intenzionali e non veri catesi nelle singole copie prima di lasciare la tipogra a”. [Caraci Vela, 2005]
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‣ “incunaboli e manoscritti, compresi le carte geogra che e gli spartiti musicali, isolati o in collezione”. (Ivi, Allegato A, A.9)
• Tale concetto riduttivo è sintomo di una scarsa cultura musicale, che nasce a livello educativo e si ri ette a livello legislativo.
• Il tutto si ri ette a livello ministeriale: non esistono divisioni o uf ci centrali del MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività
Culturali) dedicati esplicitamente ai beni musicali.
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• In Italia esistono oltre 1700 archivi e istituti privati e pubblici, divisi fra biblioteche e archivi statali,
università e conservatori, enti locali, biblioteche ed archivi ecclesiastici, fondazioni teatrali e
concertistiche, associazioni, bande, scuole di musica, istituti culturali, fondi privati.
‣ Fondo Musicale: gruppo di fonti musicali a stampa e o manoscritte, solitamente raccolte nello
stesso spazio pubblico o in ambito privato, aventi perlopiù un'origine comune (o perché
provenienti dallo stesso proprietario o possessore, o perché espressione dell'attività della
medesima istituzione, eccetera).
‣ Censimento: CABIMUS (Clavis Archivorum ac Bibliothecarum Italicarum ad Musicam Artem
Pertinentium), ovvero Guida alle Biblioteche e agli Archivi Musicali Italiani con relativa Bibliogra a
Musicologica, a cura di Giancarlo Rostirolla, con la collaborazione di Luciano Luciani (dicembre
2004), aggiornato nel 2009 per la regione Lazio.
‣ https://www.ibimus.it/cabimusonline/inizio.html
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‣ Fra le più importanti collezioni al mondo: dai manoscritti medievali agli autogra di compositori come Schubert, Mozart,
Haydn, Brahms, Johann Strauss, A. von Webern.
‣ Link: https://www.a-wgm.at/home
• Staatsbibliothek - Berlin
‣ La più grande collezione musicale tedesca: manoscritti di J. S. Bach, G. Ph. Telemann, W. A. Mozart, J. Haydn e L. van
Beethoven.
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• British Library:
‣ Biblioteca del British Museum, fondata nel 1753.
‣ Dal 1780 la musica stampata in Gran Bretagna con uisce nella collezione per diritto di deposito.
‣ Il diritto di deposito e la politica di acquisto nel corso dei secoli hanno contribuito a rendere il fondo musicale il più importante al mondo per
quanto concerne la musica a stampa.
- The catalogue of printed music in the British Library to 1980: 62 volumi
‣ Link: https://www.bl.uk/subjects/music
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• Bologna:
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๏ Cembalo a tre registri costruito nel 1679 dal lucchese Giovanni Battista Giusti
๏ Clavicembalo-pianoforte di Giovanni Ferrini, Firenze 1746
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• Firenze:
๏ Strumenti di Antonio Stradivari: viola tenore e violoncello (1690, due dei quattro strumenti
superstiti del Quintetto Mediceo), violino del 1716.
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• Roma:
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• Milano:
‣ Cremona
- Museo del violino, fondazione Stradivari
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• Fanno parte di questa categoria tutti gli archivi digitalizzati, accessibili online liberamente o tramite
abbonamento. Ne fanno parte:
• Raccolgono differenti tipologie di materiale musicale: manoscritti, libri a stampa, libretti d’opera,
iconogra a, periodici e letteratura musicale, registrazioni.
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• Realizzato con il coordinamento dell’ Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni
bibliogra che (ICCU).
• Nato nel 2005, con lo scopo di “creare un accesso unico e integrato al patrimonio delle biblioteche italiane attraverso i
Cataloghi e attraverso le Collezioni digitali delle biblioteche. Obiettivo primario di Internet culturale è promuovere la
conoscenza del patrimonio bibliogra co e documentario offrendo anche approfondimenti culturali sulle raccolte librarie
attraverso risorse multimediali, dedicati alla cultura letteraria, scienti ca, musicale. ecc.; si propone come punto di
riferimento per quanti sono portatori di interessi nel mondo del libro; in quanto aggregatore tematico italiano di
contenuti digitali aspira ad accogliere i risultati di queste attività realizzate dalle biblioteche di diversa natura
amministrativa”.
• Suddiviso in:
‣ Biblioteca Digitale Italiana (BDI): http://www.internetculturale.it/it/1038/biblioteca-digitale-italiana
‣ Emeroteca Digitale Italiana: http://www.internetculturale.it/it/913/emeroteca-digitale-italiana
‣ Rete della Musica Italiana (ReMi): http://www.internetculturale.it/it/753/remi
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‣ Europeana Music:
- https://classic.europeana.eu/portal/it/collections/music
‣ Musiconn (ex ViFa Musik, Virtuelle Fachbibliothek):
- https://www.musiconn.de/index.php
- Realizzato in collaborazione dalla Biblioteca di Stato bavarese e la SLUB di Dresda
- Permette di consultare database digitali di musica e letteratura musicale
‣ International Music Score Library Project - Petrucci Music Library (IMSLP):
- Creato da un privato cittadino, Edward W. Guo (1987), nel 2006, è attualmente il più grande deposito digitale
presente in rete
- Conta quasi 180 mila opere, circa 570 mila partiture e 22 mila compositori e migliaia di registrazioni.
- Si basa sulla tecnologia WIKI: sono gli stessi utenti a caricare sul sito digitalizzazioni o trascrizioni fatte con
software musicali. Dal 2014 le stesse istituzioni e biblioteche sono invitate a caricare le proprie collezioni digitali.
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• USA:
‣ The Musical Quarterly (dal 1915)
‣ Journal of the American Musicological Society (dal 1948)
‣ Notes, periodico dell’American Music Library Association (dal 1934)
• Europa:
‣ Die Musikforschung (Germania, 1948)
‣ Acta musicologica, Journal of the International Musicological Society (Svizzera, 1928)
‣ Music and Letters (Gran Bretagna, dal 1920)
‣ Fontes Artis Musicæ, International Association of Music Libraries, Archives and Documentation Center (dal
1954)
‣ Early Music, (Gran Bretagna, dal 1973)
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• Italia:
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• JSTOR:
‣ https://www.jstor.org
‣ Biblioteca digitale che permette ricerca all’interno dei testi, forniti anche in formato PDF
‣ Raccoglie pubblicazioni internazionali, con oltre 2300 titoli di riviste.
‣ In abbonamento
• Music Periodicals Database: comprende 600 mila record bibliogra ci, oltre 600 periodici musicali,
220 dei quali accessibili online fulltext.
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• Die Musik in Geschichte und Gegenwart (La musica nel passato e nel presente)
‣ Prima edizione 1949-1987 (a cura di Friedrich Blume), seconda edizione 1994-2007 (a cura di Ludwig Finscher, 26 volumi)
‣ Ora disponibile online (tramite abbonamento):
‣ https://www.mgg-online.com
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Musikgelehrten der christlichen Zeitrechnung bis zur Mitte des neunzehnten Jahrhundert (Quellen Lexikon)
‣ Lessico bio-bibliogra co dei musicisti e degli studiosi di musica dell'era cristiana no alla metà dell’Ottocento.
‣ Pubblicato in 10 volumi tra il 1900 e il 1904, con appendici fra il 1913 e il 1916.
‣ Ideato dal musicologo tedesco Robert Eitner (1832-1905).
‣ Censisce le fonti musicali conservate nelle biblioteche europee ante Prima Guerra mondiale. Ancora oggi
quindi fornisce importanti informazioni su documenti ma non scritti ma stampa talvolta non più reperibili o che
hanno cambiato sede.
‣ Le schede sono organizzate alfabeticamente per compositore: con cenni biogra ci, elenco dei manoscritti ed
edizioni musicali, biblioteche e archivi di conservazione. Ogni biblioteca ha una abbreviazione e la lista è
posta all’inizio.
‣ La copia digitalizzata è disponibile su Gallica e Archive.
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‣ Organizzazione no-pro t, fondata nel 1952 a Parigi, con lo scopo di inventariare manoscritti, stampe musicali, libretti e trattati di tutto il mondo.
‣ E attualmente strutturato in una trentina di gruppi nazionali che operano nel mondo, tra cui anche quelli italiani di Milano e Roma (URFM e
IBIMUS). La sede principale e attualmente a Frankfurt am Main (Germania).
‣ È strutturato in 3 serie (A-B-C)
- A/I: comprende edizioni musicali monogra che pubblicate a stampa no al 1800 e conservata in tutto il mondo.
- A/II: comprende fonti musicali manoscritte dal 1600 senza limite cronologico e geogra co.
๏ Tutte le schede sono ora disponibili online, con ricerca possibile anche per incipit musicale.
๏ Qualora il documento sia disponibile digitalizzato è presente il link.
- B: comprende repertori speci ci, i soggetti vanno dalle edizioni a stampa collettive dal XVI al XVIII secolo, alla teoria musicale, la musica
araba, le fonti della musica ebraica, Intavolatura, codici musicali ante 1600.
- C: descrizione dei fondi musicali delle teche in tutto il mondo.
‣ N.B.: la ricerca tramite RISM non esaurisce tutte le fonti conservate nei fondi musicali, così come la ricerca tramite OPAC SBN. Sono in corso
progetti per allineare i record dei manoscritti musicali.
‣ Link: https://rism.info
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‣ Fondato nel 1966 dalla International Association of Music Libraries, Archives and Documentation Centres (IAML) e International
Musicological Society (IMS).
‣ Sede a New York, con 48 comitati nazionali nel mondo.
‣ Raccoglie materiale bibliogra co inerente la musica di qualsiasi epoca, riportando la bibliogra a corrente e retrospettiva.
‣ Prima in edizione a stampa, ora solo online.
‣ Al tradizionale RILM sono stati af ancati
- Abstracts of Music Literature with Full Text (RAFT)
- RILM Music Encyclopedias
- MGG online
- RILM Index to Printed Music (IPM)
‣ Ogni record è corredato da abstract in inglese. Sono archiviati 1.204.288 record e 394.546 articoli in full-text.
‣ Il materiale bibliogra co è suddiviso in “super-classi”:
- link
‣ Solo su abbonamento
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‣ Progetto avviato nel 1971 con lo scopo di censire e rendere accessibili le fonti iconogra che
relative alla musica, sviluppando metodi, mezzi e centri di ricerca per la classi cazione,
catalogazione e studio delle suddette fonti.
‣ Sede principale in Svizzera, con distaccamenti in altri paesi del mondo.
‣ Pubblica la rivista “Imago musicæ” (LIM)
‣ Open access: https://db.ridim.org/search.php
‣ Rispetto agli altri database presenta un numero di record estremamente ridotto.
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‣ Ricerca nei cataloghi delle biblioteche (ad es. OPAC SBN), oppure in libreria/libreria online
• Se si conosce l’argomento ma non cosa è stato pubblicato a riguardo occorre rivolgersi a molteplici risorse:
‣ Repertori bibliogra ci
‣ Banche dati
‣ OPAC
‣ Cataloghi di altre biblioteche o sistemi bibliotecari
‣ Cataloghi cartacei per risorse pre-informatizzazione
‣ Internet
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• OPAC SBN (On-line public access catalog del Sistema Bibliotecario Nazionale): Catalogo collettivo delle biblioteche italiane in
rete
‣ Permette di interrogare l’intera rete di biblioteche italiane che aderiscono all’SBN tramite diverse modalità: autore, titolo,
soggetto, classi cazione Dewey, lingua, etc.
Consente di combinare più ricerche e raf nare le ricerche con l'utilizzo degli operatori logici.
• La base dati “Musica” è una delle maschere di ricerca disponibile:
‣ Permette anche di vedere l’incipit trascritto dei manoscritti.
‣ Contiene notizie bibliogra che su libretti, musica a stampa e manoscritta, documenti sonori, audiovisivi.
‣ Rappresenta circa 1/8 di tutti i record bibliogra ci di SBN.
‣ Sebbene siano presenti i cataloghi musicali più importanti, rimangono fuori da SBN ancora molte collezioni dei 1700 fondi
musicali censiti. La ricerca tramite OPAC non esaurisce quindi i risultati esistenti.
‣ Oltre ai campi tradizionali di ricerca è possibile interrogare il database per incipit musicale.
‣ Dove presente il record rimanda alla copia digitalizzata.
‣ Le maschere sono progettate per un utente medio, con competenze generali in biblioteconomia.
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• MetaOPAC:
‣ MAI (MetaOPAC Azalai Italiano): Interrogazione cumulativa nei cataloghi delle biblioteche italiane disponibili in Internet. Questo
metaOPAC è indicato per la ricerca di documenti poco comuni non trovati in altri cataloghi italiani. Usarlo come strumento di ricerca
primario è sconsigliabile, perché produce risultati sovrabbondanti e rallenta il funzionamento.
‣ Kvk (Karlsruhe Virtual Catalog): realizzato dall’Università di Karlsruhe è il MetaOPAC più potente a livello internazionale. Permette
l'interrogazione cumulativa di cataloghi nazionali delle principali nazioni europee del mondo, compreso il WorldCat, oltre che la ricerca
nelle principali librerie online internazionali, E inoltre nelle principali risorse bibliogra che di rete come progetto Europeana, Google
Books, Internet Archive, DOAJ (Directory of Open Access Journals) e DOAB (Directory of Open Access Books). Link
‣ WorldCat: permette di rintracciare risorse di ogni genere conservate nelle biblioteche siche e digitali del mondo. Link
‣ Google Books: il più grande progetto di digitalizzazione di libri antichi o in commercio
‣ Google Scholar: “offre un modo semplice per cercare in modo ampio la letteratura accademica. Da un unico punto è possibile effettuare
ricerche in molte discipline e fonti: articoli, tesi, libri, abstract e pareri di tribunali, da editori accademici, società professionali, archivi
online, università e altri siti web”
‣ Internet Archive: archivio di pagine web, anche chiuse da tempo, e biblioteca di documenti digitalizzati in rete, realizzato con il
contributo degli utenti.è possibile accedere a musica notata e materiali audiovisivi.
‣ Link
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• Approfondimenti:
‣ La ricerca per soggetto: “riguarda la scelta di termini rappresentativi del contenuto concettuale
dell'opera analizzata. L’ indicizzazione semantica è l'operazione che avviene dopo l'analisi
concettuale dell'opera, che prevede l'attribuzione di lemmi o di stringhe di soggetto, cioè di uno
o più parole che, nel loro insieme, rappresentano il tema di base dell’opera”.
[C. Bianchini - M. Guerrini]
- Il linguaggio di indicizzazione semantica alfabetica più diffuso in Italia è il Nuovo soggettario
prodotto dalla biblioteca nazionale di Firenze. Un elenco alfabetico dei termini di un
linguaggio d’indicizzazione è detto Thesaurus; esso fornisce le relazioni logiche e semantiche
tra le varie voci di soggetto.
- link
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- concepita da Melvil Dewey nel 1873 e pubblicata la prima volta nel 1876 – è uno strumento generale di
organizzazione della conoscenza, in continua revisione per mantenerlo aggiornato ai suoi sviluppi”. (Fonte: AIB)
- “La DDC è il sistema di classi cazione più usato nel mondo. L’adoperano le biblioteche di più di 138 paesi per dare
accesso alle loro raccolte, e i numeri DDC compaiono nelle bibliogra e nazionali di più di 60 paesi”. (Fonte: AIB)
- Si basa su uno schema composto da 10 classi principali, ciascuna di esse è divisibile in 10 divisioni, ciascuna
divisione in 10 sezioni. (C. Bianchini - M. Guerrini). Deriva dalla classi cazione dello scibile di Francis Bacon
(1561-1626), il quale riteneva che il sapere dipendesse da tre facoltà fondamentali dell'uomo: memoria (storia,
naturale e civile), immaginazione (poesia e arte) e ragione ( loso a, divina, naturale o umana). Dewey adottò il
sistema baconiano invertito: le prime classi, dalla 100 alla 700 si riferiscono alla ragione umana, la classe 800
rappresenta l'immaginazione, la 900 la memoria.
- Alla Musica è af data la classe 780.
- Approfondimento: link
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‣ I cataloghi delle biblioteche: contengono le informazioni bibliogra che del posseduto di una biblioteca o un insieme di
biblioteche:
- Registrazione bibliogra ca/scheda/record: “l'insieme di dati che contiene la descrizione e i punti di accesso della risorsa in
forma normalizzata, nonché i suoi dati gestionali (per esempio la sua collocazione la sua disponibilità al prestito)”. (C. Bianchini -
M. Guerrini).
- Descrizione: insieme strutturato di dati che identi cano il caratterizzano una risorsa. Ad esempio: titolo, sottotitolo, autore,
edizione, luogo di pubblicazione, nome della casa editrice, data di pubblicazione, numero delle pagine, serie, numero
progressivo della serie, note, ISBN.
- ISBN (International Standard Book Number): codice internazionale che identi ca in modo univoco un libro. È composto da 13
cifre.
- ISSN (International Standard Serial Number): codice che identi ca periodici e collane, 8 cifre.
- ISMN (International Standard Music Number): codice a 13 cifre per la musica stampata.
- ISRC (International Standard Recording Code): codice alfanumerico che identi ca le registrazioni sonore.
- DOI (Digital Object Identi er): codice alfanumerico di identi cazione assegnata un articolo pubblicato sul periodico
elettronico, agli e-book e alle tesi di dottorato.
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- Punto d’accesso: un dato utilizzato per cercare, identi care selezionare una o più descrizioni di
risorse registrate in un catalogo.
- Punto d’accesso controllato e autorizzato: stringa redatta dal catalogatore in base a un preciso
corpus di regole per garantire la coerenza necessaria per raggruppare i dati bibliogra ci per
insiemi di risorse utilizzate dai lettori per cercare, identi care selezionare una o più descrizioni
di risorse registrate in un catalogo che corrispondono alla chiave di ricerca.
๏ I punti di accesso sono scritti in una forma particolare (normalizzazione) e sono sotto forma
di link. Il catalogo rispetta i principi di uniformità e di univocità, a differenza del web.
- Collocazione (segnatura): fa parte dei dati gestionali, è un insieme di numeri, o di numeri e
lettere, che indica la posizione occupata da una singola risorsa in biblioteca, oppure con
riferimento alla notazione di una classi cazione bibliogra ca.
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- Si utilizzano per interrogare un catalogo, una banca dati, un motore di ricerca. Consentono di stabilire una relazione tra i
termini della stringa di ricerca.
- I principali operatori booleani sono tre: AND, OR, NOT
๏ AND consente di intersecare due insiemi: i risultati restituiti appartengono a entrambi e contengono entrambi i termini.
๏ OR consente di unire in un unico insieme due insiemi di risposte, in modo che il risultato del nuovo insieme
provengano dal primo o dal secondo. I risultati contengono uno o l’altro termine, oppure entrambi.
๏ NOT sottrae un sottoinsieme dei risultati da un insieme di risposte, in modo che l'insieme nale dei risultati escluda
quelle contenute nel sottoinsieme. I risultati contengono il primo termine ma non il secondo.
‣ Caratteri jolly
‣ Simbolo utilizzato per sostituire, in una stringa di ricerca, uno o più caratteri per cercare una parola che può avere varianti
ortogra che o un'ortogra a incerta. Caratteri più conosciuti sono * e ?. Se si vuole estendere la ricerca tutte le parole che
contengono una parte conosciuta del termine si può utilizzare la funzionalità di troncamento, unendo alla parte conosciuta *
o $.
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‣ Piattaforma di ricerca bibliogra ca comune alle biblioteche universitarie toscane: Università degli
Studi di Firenze, Siena, Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università per stranieri di Siena e
altre realtà toscane.
‣ Consente di consultare da ogni sede dell'ateneo, o da casa tramite Proxy, tutte le risorse in modo
integrato: libri, riviste, articoli di rivista, e-book, oggetti digitali, nonché le risorse elettroniche
disponibili gratuitamente in rete.
‣ A differenza dei normali motori di ricerca consente l'accesso a risorse controllate e di qualità, in
molti casi garantendo l'accesso al testo completo.
‣ Rientra nella categoria dei discovery tool.
‣ OneSearch
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‣ Theme nder: progetto sviluppato da due università statunitensi (Standford University e Ohio
University) con lo scopo di testare nuove strade di ricerca per incipit musicale. Permette di
effettuare ricerche di temi collocati all'inizio e all'interno della composizione. Link
‣ Portale dell’Uf cio Ricerca Fondi Musicali di Milano (URFM): oltre al catalogo nazionale dei
manoscritti musicali, convertito in database, il sito fornisce l'accesso ad altri cataloghi e risorse utili
per la ricerca musicale.
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• Più in generale: “l'attività critica nalizzata alla comprensione di un testo, qualunque sia la tipologia,
la natura, la struttura di quel testo o il grado di complessità della sua trasmissione nel tempo, e a
qualunque periodo storico esso afferisca”. [Caraci-Vela]
• La lologia è una disciplina complessa, con metodi di indagine e terminologia speci ci. La lologia
musicale richiede in più competenze esecutive e strumentali.
• Un buon lologo musicale deve essere un discreto musicista, un buon musicista deve essere un
discreto lologo: nessuna delle due discipline può essere improvvisata.
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• Filologia musicale: la disciplina che ha per scopo la restituzione di un testo musicale nella forma più
vicina possibile a quella che l'autore considerò compiuta (termine che non va confuso con de nitivo)
‣ Tale de nizione si adatta ad un numero limitato di testi musicali.
‣ Più in generale si de nisce lologia musicale una ri essione su di un testo musicale allo scopo di
procurarne la restituzione critica, valutandone sia il rapporto con l'autore sia quello con chi nel tempo
ne ha usufruito e lo ha tramandato e, così facendo, di volta in volta interpretato.
‣ La lologia osserva i testi sotto tre punti di vista principali:
- Dell’autore: ovvero come studio del processo creativo
- Della tradizione: Studio delle varianti degli errori entrati nel testo nel corso della sua trasmissione.
- Fruitore: Studio del rapporto fra testo musicale e i suoi destinatari.
‣ La lologia prevede pertanto la compresenza di tre discipline: critica del testo o ecdotica, esegesi
testuale, analisi stilistica.
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Lessico:
➡ Testo: dal latino texere, indica un pensiero articolato oralmente e ssato nella scrittura, che vive si tramanda lungo il percorso
di una trasmissione e attraverso un numero variabile di testimoni.
➡ Testimoni: l'individuo sico (manoscritto, a stampa, misto) che trasmette un testo. Può trasmettere uno o più testi di un singolo
autore, oppure testi di autori diversi.
➡ Tradizione: il percorso di trasmissione di un'opera insieme di testimoni che la documentano.
➡ Lezione: ciò che si legge in un determinato passo di un testimone.
➡ Variante: deviazione dalla lezione originaria, che non ha carattere di errore evidente.
➡ Errore: qualsiasi tipo di deviazione dalla lezione originaria con carattere però di lezione evidentemente sbagliato
‣ Monogenetico o signi cativo: errori che se presenti in più testimoni, si sono trasmessi a partire da un comune modello: la
loro presenza dunque attesta un rapporto di parentela tra i testimoni che li hanno.
‣ Poligenetico o non signi cativo: errori che possono essersi prodotti in maniera indipendente in due o più testimoni: non
provano un rapporto di parentela o di dipendenza tra i testimoni che li attestano.
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• Un testo musicale è quindi un progetto che prende forma scritta più o meno stabile. Garantisce la
sopravvivenza di repertori che si sarebbero potuti conservare altrimenti solo in forma orale, con
l'inconveniente quindi di poter conoscerne solo il risultato nale.
• La scrittura musicale presenta speci cità diverse rispetto alla scrittura verbale, con maggiori problemi
di interpretazione a seconda degli stili e delle epoche: questo non esime da un’indagine basata sulle
metodologie codi cate dalla lologia.
‣ Ogni epoca, ogni repertorio e ogni cultura ha prodotto la propria scrittura speci ca che
rispondeva ad esigenze speci che. La storia della notazione non va intesa come un processo che
ha teso verso una codi ca di segni sempre più precisi.
‣ La disciplina che studia l’evoluzione delle notazioni nel tempo e nelle diverse culture è la
paleogra a musicale.
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• L’esecuzione musicale prevede due componenti: un testo musicale e una prassi, ovvero “l'insieme
delle attività interpretative che si esplicano nell'esecuzione musicale”.
‣ Testo e prassi si possono condizionare a vicenda.
‣ Un testo musicale frutto di un'indagine volta a ricostruire le volontà dell'autore è una base
imprescindibile per una realizzazione musicale cosciente, coerente, fondata su competenze
storico-stilistica.
‣ Molto spesso delle prassi stilistiche producono dei testi musicali, che si allontanano dalle volontà
dell'autore quanto più rispecchiano le idee dell’esecutore.
‣ È di fondamentale importanza non confondere i concetti di lologia musicale e prassi esecutiva.
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Lessico:
➡ Testimoni autorizzati:
‣ Manoscritti:
- Autogra
๏ Schizzi - particelle
๏ Abbozzi
๏ Versioni
- Idiogra
‣ A stampa:
- Edizioni autorizzate
- Bozze
- Materiale informatico, elettronico, multimediale
➡ Testimoni non autorizzati:
‣ Manoscritti: apogra
‣ A stampa: edizioni pirata o ristampe non controllate dall’autore.
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• La ricostruzione critica di un testo musicale è inscindibile dall’analisi storico-critica del testo nel
tempo:
‣ La tradizione di un testo comporta lezioni, varianti o errori, ma anche adattamenti del testo ad una
nuova estetica.
‣ Ogni livello della trasmissione ri ette l’estetica del tempo in cui il testimone è stato redatto: non ci
parla solo del passato del testo ma del suo presente.
‣ I testi di molti repertori non vanno intesi come entità immobili ma uide e dinamiche: l’indagine
lologica è quindi nalizzata a ricostruire i diversi livelli e le interazioni fra essi.
‣ D’altra parte invece la vita di molti testi musicali è stata molto breve, poiché la musica per molti
secoli (con l’eccezione solo della monodia liturgica) non è stata considerata patrimonio culturale
stabile: la musica del presente sostituiva quella del passato. Solo a partire dall’Ottocento il
recupero della musica del passato diventa essenziale.
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• Nel corso dell’Ottocento la lologia musicale procede in maniera discontinua e risulta metodologicamente alquanto
arretrata rispetto ai livelli coevi di quella letteraria. Stessa situazione per le discipline ausiliarie come la paleogra a
musicale, in ritardo di più di due secoli rispetto alla paleogra a Latina e diplomatica.
• L'ottocento però è il secolo in cui si delineano le prime importanti gure di musicologi. Nascono le prime importanti
opere di storiogra a musicale (vedi I lezione) e di edizioni storico-critiche:
‣ K.F.F. Chrysander (1826-1901): studioso di Händel (cofondatore della Händel-Gesellschaft ed editore dell’opera
omnia in 105 volumi), ma anche di Corelli, Couperin e altri compositori del periodo barocco. Le sue edizioni mirano
ad una restituzione fedele del testo, senza interventi di revisione.
‣ J.A.P. Spitta (1841-1894): autore di una delle biogra e su J.S. Bach più importanti.
• La formazione musicologica acquisisce gradualmente strumenti speci ci che vanno aldilà della preparazione musicale.
Non è ancora una disciplina indipendente: musicologi più importanti af ancano agli studi musicali quelli scienti ci,
loso ci, storico-letterari, lologici.
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• La ricerca musicologica stimola ambiziosi progetti di edizione, con l'intento di raccogliere opere fondamentali
per la storia di una cultura (Monumenta) e oppure editare l'opera completa di un compositore (Opera omnia).
‣ Alcuni esempi di Monumenti:
- Denkmäler der Tonkunst (Monumenti dell’Arte Musicale): pubblicati da Friedrich Chrysander
(1869-1871)
- Denkmäler Deutscher Tonkunst (Monumenti dell’Arte Musicale Tedesca): due serie, 103 volumi, dal
1892 al 1938.
- Denkmäler der Tonkunst in Österreich (Monumenti dell’Arte Musicale Austriaca): pubblicati quasi
integralmente da Guido Adler, 87 volumi, dal 1894 al 1951.
- Les maîtres musiciens de la Renaissance française: Henry Expert, 1894-1908, 23 volumi.
- The Fitzwilliam Music: edita dalla casa editrice Novello, dal 1825.
- L’Arte musicale in Italia: a cura di Luigi Torchi, 7 volumi, dal 1897 al 1903.
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• L’edizione di tipo storico-critico delineatasi nell’Ottocento si ispira a criteri lologici, produce risultati
importanti ma spesso discontinui.
• Metodo:
‣ Edizione af data ad un musicologo o a un comitato-tecnico scienti co.
‣ Ogni volume contiene:
- Introduzione storica
- Recensione dei testimoni
- Edizione del testo musicale
- Apparato critico che registra le varianti
• Non tutte le edizioni scienti che potevano considerarsi tali: alcune recensioni erano selettive e non
tenevano conto dei manoscritti oppure utilizzavano solo i testimoni di facile reperibilità. Alcune decisioni
potevano essere prese in maniera personale, in base alle idee di stile dell’editore.
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Lessico:
➡ Recensione: censimento completo dei testimoni giunti di un'opera, analisi dei loro reciproci rapporti,
individuazione dei descritti e dei testimoni invece indispensabili alla restituitio texto”.
➡ Apparato critico: è la sede in cui l'edizione critica registra tutte le divergenze di lezioni emerse dalla
collazione e rende ragione del comportamento dell’editore. Può essere:
‣ Positivo o esplicito: lezione accolta a testo + lezioni divergenti
‣ Negativo o implicito: solo lezioni divergenti (soluzione più pratica ed economica)
‣ Se l’opera ha avuto elaborazioni d’autore:
- Apparato diacronico/dinamico/interno: varianti d’autore
- Sincronico/statico/esterno: varianti di tradizione
➡ Collazione: confronto sistematico delle lezioni di tutti i testimoni di un’opera emersi dalla recensione.
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• Tra le gure di maggior rilievo in campo lologico ottocentesco va ricordato Otto Jahn (1813-1869):
‣ Classicista, archeologo con grande preparazione musicale.
‣ Studi sulla musica di Mozart e Beethoven.
‣ È fra i primi a porre l’attenzione verso ogni testimone della tradizione, nonché all’uso delle
testimonianze secondarie (epistolari, diari, documenti).
‣ Acquisiscono valore nello studio lologico schizzi, abbozzi e versioni.
‣ Sostiene la tesi per cui l’ultima versione d’autore non annulla il valore o l’interesse verso i livelli
testuali precedenti.
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• Italia: chi aspira ad una formazione musicologia-editoriale completa gli studi in Germania.
‣ Gaetano Cesari (1870-1934): violoncellista, studia clavicembalo, musicologia e composizione a
Monaco, la gura più importante di lologo musicale in Italia nel suo tempo. Fra i vari lavori è da
segnalare l’edizione critica dei madrigali di Monteverdi, non completata e non pubblicata,
condotta con metodi rigorosi. La mancata pubblicazione ha comportato la diffusione dei lavori di
Monteverdi attraverso l’edizione prima di criteri storico-critici di Malipiero.
• Anni ’20: superamento della concezione positivistica-oggettiva e del metodo stemmatico.
‣ La lologia viene vista come disciplina specialistica oggettiva, cui si contrappone l’arte
interpretativa basata sulle idee. Il testo musicale perde di importanza.
‣ In un clima di idealismo prende campo la teoria evoluzionistica della musica: le edizioni vengono
spesso af date a revisori, senza competenze lologiche.
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• Recupero della musica del passato signi ca anche riproposizione in sede concertistica o in ambito
didattico.
‣ Movimento ceciliano: rinnovamento della musica liturgica, sviluppatosi in particolare a Rome e in
Germania, con l’intento di guardare alla musica del passato (idealizzata), ripulendo lo stile da
elementi derivati dal melodramma.
‣ École de musique classique et réligieuse: fondata a Parigi da Louis Niedermeyer (1802-1861). La
didattica era basata sulla monodia liturgica, la polifonia rinascimente, la musica tastieristica del
1500-1700, il repertorio strumentale e camristico. Il melodramma era escluso.
‣ La musica del passato ha un ruolo fondamentale in compositori come Mendelssohn, Schumann,
Brahms.
‣ Fiorisce il genere della trascrizione.
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• Metodo attribuito al lologo Karl Lachmann (1793-1851), ma in realtà codi cato nella prima metà dell’Ottocento.
• Può essere sintetizzato in 5 punti:
‣ Ri uto della vulgata, ovvero il livello più diffuso di un testo nella sua tradizione, ma portatore con tutta
probabilità di molteplici errori e varianti.
‣ Recensio dei testimoni
‣ Collatio, ovvero confronto sistematico dei testimoni.
‣ Preparazione della stemma, ovvero dell’albero genealogico dei testimoni.
‣ Ricostruzione dell’archetipo.
• Criticità: la ricostruzione dello stemma non è un’operazione meccanica così semplice e dipende dalla corretta
interpretazione dei dati emersi dalla collazione. Uno stemma erroneo produce ricostruzioni scorrette.
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Lessico:
➡ Stemma codicum: l’albero genealogico della tradizione di un testo che illustra le relazioni tra i singoli
testimoni. Lo stemma comprende testimoni esistenti contrassegnati da lettere maiuscole latine e
testimoni ricostruiti indicati con lettere minuscole dell’alfabeto greco. Con è indicato l’archetipo.
➡ Archetipo: un testimone non necessariamente esistente ma solo ipotizzato e ricostruibile in base alla
presenza di almeno un errore comune a tutta la tradizione, dal quale discendono per vie diverse i
testimoni a disposizione.
➡ Originale: il testimone, talvolta autografo, talvolta edizione autorizzata, che ssa la redazione d’autore
e da cui muove la tradizione di un testo.
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• Esempio:
A B F G
H= descriptus (derivato)
C D E
= subarchetipi
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𝜶
𝜷
𝜶
𝜷
𝜸
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• Ricordi, attualmente parte del gruppo Universal Music Publishing Classical, assieme a Editions
Durand-Salabert-Eschig (Parigi) e Editio Musica Budapest: collana di edizioni critiche (opera, periodo
barocco, musica del Novecento). Alcuni esempi: l’opera omnia di Vivaldi (in collaborazione con
l'Istituto Italiano Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia), l’edizione completa delle
Sonate di Scarlatti a cura di Emilia Fadini. Link
• Suvini Zerboni: edizioni critiche di Frescobaldi, Paganini, Martucci, Salieri, Mercadante.
• Universal Edition: fondata a Vienna nel 1901. Punto di riferimento per il repertorio del XX secolo.
• Attività editoriali incentrate sulla ristampa di copie anastatiche: Minkoff, SPES (entrambe fallite) e
Anne Fuzeau (Link)
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• La lologia musicale, e di conseguenza l’editoria musicale ad essa connessa, rimane anche nel Novecento in
ritardo rispetto alle nuove tendenze della lologia letteraria, producendo così ancora risultati spesso discontinui e
discutibili, legati ancora fedelmente alla stemmatica o alla scelta del “miglior testimone”.
• Nuove prospettive a partire dagli anni ’70-80:
‣ Indagine approfondita e interdisciplinare dei testimoni manoscritti o a stampa. Studio dei contesti culturali e
sociali della loro diffusione.
‣ Nuova stemmatica: Allan Atlas, Stanley Boorman. Indirizzata soprattutto alla musica medievale e
rinascimentale.
‣ Bibliogra a testuale: studio delle edizioni a stampa e del rapporto fra innovazioni tecniche-editoriali e
diffusione di repertori.
‣ Teoria della ricezione: ovvero lo studio di un particolare momento nella storia della tradizione di un testo e dei
suoi livelli di ricezione (trascrizioni, riadattamenti, revisioni).
‣ Filologia d’autore: studio del processo creativo.
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‣ Filologia delle strutture: studio dell’organizzazione interna di un opera e delle sue innovazioni nel
tempo.
‣ Valutazione dell’autenticità: nel Novecento il concetto si sposta dal piano testuale al piano
esecutivo, con il movimento dell’Historical Informed Performance e tutti i dibattiti relativi ai
concetti di “fedeltà” e “autenticità”. Il campo d’azione però si riferisce anche all’ attribuzionismo o a
certi fenomeni di “disattribuzionismo”.
‣ Nuove frontiere editoriali fornite dal web: edizioni critiche online, utilizzo della tecnologia MEI
(Music Encoding Initiative con linguaggio XML). Esempi:
‣ Beethovens Werkstatt: link
‣ Digital Mozart Edition: link
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L’edizione critica
• Non tutti i lavoro lologici portano ad un’edizione critica, ma ogni edizione critica ha alle spalle un
lavoro lologico.
• Scopo dell’edizione critica è la restituzione del testo e la visualizzazione dei suoi rapporti con l’autore
e con la tradizione:
‣ Ricostruzione del livello testuale più vicino possibile a quello originale.
- L’originale può essere presente, sotto forma ad esempio di testimone autorizzato.
- Oppure assente, in tal caso l’indagine cercherà di ricostruire l’archetipo.
- L’indagine lologica mira a “capire, […] risalire, lungo la catena della trasmissione, a livelli
sempre più alti: quei limiti estremi del processo ricostruttivo il cui valore storico e culturale
resta indubbio anche nell’impossibilità di individuare o ricostruire la originaria facies del testo”.
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• Criteri:
‣ Recensione dei testimoni.
‣ Confronto sistematico (collazione)
‣ Ricostruzione testuale: se necessario stemmatica, se troppo contaminata oppure lineare invece non serve.
- Ricostruito lo stemma si risale al possibile archetipo.
‣ Se il testo è tradito in un solo testimone: vengono saltati i passi precedenti e lo studio si concentrerà su
possibili errori interni, indagati con base scienti ca e non soggettiva.
‣ Il testo è tradito in più testimoni ma si opta per pubblicarne uno storicamente più importante: stesso
procedimento, che non esclude la recensione e collazione di tutti i testimoni.
‣ Studio della lologia d’autore: ricostruzione del processo creativo, studio delle varianti d’autore ed
eventualmente di diverse redazioni d’autore. Talvolta è utile e necessario pubblicare edizioni diverse per
ogni redazione d’autore (compreso eventuali trascrizioni e riduzioni dell’autore stesso o autorizzate).
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• L’edizione critica moderna si presta a diverse letture e scopi: dallo studente al professionista o al musicologo.
• Ogni testo pone problemi speci ci, perciò le modalità di edizione critica si adatteranno di conseguenza.
Ogni edizione critica dovrà però contenere:
‣ Lista dei testimoni: prima i manoscritti, ordinati alfabeticamente per nazione, città, biblioteca; poi le
stampe, in ordine cronologico. I testimoni sono indicati con lettere maiuscole o con sigle. Se i testimoni
sono di particolare interesse storico viene riportata anche la segnatura della biblioteca e la bibliogra a
relativa.
‣ Introduzione: vengono illustrati in forma discorsiva i problemi incontrati e i criteri editoriali. Può
contenere anche notizie sulla tradizione e ricezione del testo, nonché questioni stilistiche e storiche.
‣ Testo musicale
‣ Apparato critico
‣ Eventuali appendici
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• Edizione diplomatica: edizione che riporta fedelmente un testimone, compreso di eventuali errori, in
caratteri a stampa.
• Edizione interpretativa: edizione che riporta in caratteri a stampa un testimone, emendato dei
possibili errori e adattato alla notazione moderna (trasposizione delle chiavi antiche, utilizzo dei
segni moderni di alterazioni, etc.)
• Copia anastatica: ristampa di un testimone (es.una prima edizione, una manoscritto autografo)
• Edizione Urtext: termine ambiguo (Ur-text= testo originario), che potrebbe essere inteso come
testimone d’autore o testo ricostruito criticamente. Ma dietro questa classi cazione si contano
edizioni approntate con criteri diversi: “nella migliore delle ipotesi una buona edizione Urtext è
quindi una diplomatico-interpretativa ben fatta; più spesso si rivela nient’altro che una edizione
pratica, o un’edizione con pretese scienti che ma condotta con metodo eclettico; in qualche caso
coincide invece con un’edizione critica a tutti gli effetti”. [Caraci-Vela]
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• Edizioni revisionate (edizioni pratiche): edizioni che non si pongono come obiettivo la fedeltà al
testo originale, ma la preparazione di un testo ad uso didattico. Il revisore vaglia le fonti che riesce a
reperire con una metodologia non scienti ca, modi ca secondo propri criteri estetici e didattici
segni di fraseggio, talvolta persino divisioni di battuta e note, interviene sull’ornamentazione
seguendo un proprio criterio coerente soggettivo, aggiunge segni di dinamica, agogica,
diteggiature, indicazioni interpretative e consigli didattici a piè di pagina. Il risultato è un testo in cui
non è più distinguibile la mano dell’autore dagli interventi del revisore.
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• Edizione Urtext: sicuramente “intellettualmente” più onesta. Ma pone dei problemi: il testo non
può essere accettato come “sacro”, come ultima e de nitiva volontà dell’autore, poiché alcune
scelte possono essere state arbitrarie da parte dell’editore oppure non suf cientemente motivate.
L’edizione Urtext pone il problema sostanziale di dover conoscere i problemi stilistici del repertorio
in questione. Nel caso, in particolare, del repertorio barocco, l’allievo/esecutore deve costruirsi
quel bagaglio di conoscenze indispensabile per colmare ciò che il testo non dice perché sottinteso
(all’esecutore barocco) o af dato alla scelta.
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• Edizione critica: da un punto di vista musicologico rappresenta la scelta migliore, specie in una fase
degli studi avanzata o in ambito esecutivo. Da un punto di vista di “interpretazione” del testo si
pongono gli stessi problemi di un’edizione Urtext, ovvero diventa fondamentale acquisire un
background di conoscenze per colmare il testo.
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PARTE QUARTA:
LA REDAZIONE DI UN TESTO MUSICOLOGICO
TIPOLOGIE DI TESTO
Divulgativo
ad es. note di sala (programme notes), materiale multimediale per conferenze, lezioni-concerto, libretti discogra ci, etc.
Didattico
Saggi brevi, elaborati di ne corso, presentazioni multimediali di ricerche
Accademico
Tesi di I livello
Tesi di II livello
Scienti co
Articolo, saggio, monogra a
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Rivolto “ad un pubblico generale di concerti, ovvero un pubblico di non musicisti interessati alla
musica e relativamente informato. Se il programma contiene opere di repertorio standard, il pubblico
generalista probabilmente ne saprà già qualcosa e potrebbe averne ascoltato in precedenza
performance dal vivo o registrate. Scrivere di brani molto noti può inizialmente sembrare un compito
arduo (cosa c'è di più da dire sulle suite per violoncello di Bach o sulla sonata "Moonlight" di
Beethoven?). Ma il pubblico apprezzerà comunque il fatto che venga ricordato, o detto per la prima
volta, il background dei brani, le intenzioni dei compositori e altre informazioni rilevanti sulle opere e
su ciò che le rende popolari. Un linguaggio tecnico ma universalmente comune può essere utile e
necessario, ma il suo signi cato dovrebbe essere sempre chiaro”. [Fonte: ABRSM]
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• Le caratteristiche distintive della ciaccona sono un metro triplo e una linea di basso ostinato
(ripetuta), che spesso inizia con una scala discendente. La linea di basso ripetuta di questa ciaccona
è semplicemente una serie di quattro note discendenti, che possono essere ascoltate molto
chiaramente nell'introduzione del pianoforte.
• Come la maggior parte delle arie di Scarlatti, "Ergiti, amor" usa la forma dell'aria "da capo" che
dominava l'opera italiana del XVIII secolo. Consiste in tre sezioni (ABA), in cui la sezione A ripetuta
viene solitamente cantata con ornamenti aggiuntivi.
• Verso la ne del movimento c'è il passaggio convenzionale della cadenza che offre l'opportunità
all'esecutore di improvvisare usando temi del movimento. La cadenza suonata oggi non è
un'improvvisazione, ma è stata scritta dall'artista in stile mozartiano.
[Fonte: ABRSM]
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• Nell'Adagio si fa un uso ef cace di molti dei colori dei toni del violino, ad esempio attraverso l'uso della sordina e degli armonici
alla ne del brano che producono un suono puro e squillante. Ciò contribuisce a una delle caratteristiche essenziali dello stile del
compositore: il suo adattamento unico dell'impressionismo francese. Il linguaggio armonico e melodico in uenzato dall'oriente è
in completo contrasto con il movimento precedente, con la sua enfasi sulla melodia tonale e l'armonia triadica convenzionale.
• La terza variazione combina il caratteristico ritmo puntato del tema principale con una revisione del pro lo melodico originale, ora
basato sull'intervallo dissonante di una quarta aumentata - il "diabolus in musica" (diavolo in musica) della teoria musicale
medievale. Mentre viene mantenuta la struttura binaria di base (AB) del tema, la seconda sezione è molto estesa con elaborazioni
contrappuntistiche del materiale melodico.
• Il tema sereno del rondò del nale è ancorato a una profonda nota di pedale e ha il carattere di una canzone popolare. L'ampia
disposizione del movimento consente due episodi - facilmente distinguibili poiché la tensione aumenta man mano che ciascuno si
immerge in passaggi di ottava stridenti ed energici in tonalità minori - oltre che molti spunti di sviluppo. Il tema del rondò diventa
il fulcro della brillante coda “prestissimo” in cui lunghi trilli decorano la penultima apparizione, anticipando lo stile di scrittura
pianistico più maturo di Beethoven.
[Fonte: ABRSM]
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• Alcuni suggerimenti:
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È rivolto ad un lettore competente, viene richiesto di focalizzarsi su un aspetto particolare dell’argomento scelto, in maniera
speci ca.
Nel caso di un programma di sala per un recital di ne corso, “le aree appropriate per la discussione potrebbero includere
questioni relative al periodo e allo stile o approcci analitici che illuminano l'interpretazione. Altri possibili argomenti
includono questioni di autenticità, storia della ricezione, l'in uenza di sviluppi culturali più ampi, lo studio delle fonti
manoscritte, la storia del pensiero critico in relazione al repertorio, il rapporto tra un’ opera e la produzione del suo
compositore, il contesto storico del repertorio scelto o il modo in cui un'opera sfrutta il particolare linguaggio dello
strumento / voce.
La presentazione dovrebbe includere intuizioni personali e contenere prove sostanziali di valutazione critica e ricerca
appropriata. […]”
[Fonte: ABRSM]
N.B.: le fonti bibliogra che, discogra che o sitogra che devono essere citate in maniera completa e precisa.
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• Qualsiasi lavoro di ricerca che non si basi su opinioni soggettive e arbitrarie è un lavoro scienti co e pertanto
necessita di un metodo scienti co.
‣ Il metodo scienti co permettere di giungere ad una conoscenza oggettiva dei fatti, veri cabile empiricamente.
‣ L’obiettivo è la valutazione di fatti o teorie per accrescere la conoscenza umana in un determinato ambito
scienti co.
• La ricerca scienti ca:
‣ Ha un oggetto riconoscibile, delimitato e delineato.
‣ Prende le mosse da quanto già scritto e studiato sull’argomento.
‣ Deve essere utile al lettore.
‣ Deve fornire le prove per veri care le ipotesi e le conclusioni che presenta.
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I. Scegliere l’argomento
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• Ricerca guidata: il relatore o il professore forniscono i riferimenti bibliogra ci principali per condurre la ricerca.
• Ricerca autonoma:
‣ Partire da risorse generali e procedere per collegamenti (metodo “a palla di neve” [cfr. Riediger])
‣ La bibliogra a di una voce di enciclopedia, saggio o monogra a offre spunti per allargare la ricerca: ogni
risorsa apre le porte ad una serie di altre connesse.
‣ Lo scaffale della biblioteca: un libro cercato può trovarsi vicino ad altri di argomenti af ni.
‣ Appuntare in maniera ordinata tutti i quesiti che sorgono dalla lettura dei documenti e cercare le risorse
bibliogra che speci che per risolverli.
‣ N.B.: il materiale raccolto deve essere alla portata del ricercatore, ovvero deve essere adeguato al suo
grado di conoscenze per poter essere utilizzato. Es.: non raccogliere una bibliogra a in una lingua che non
si conosce poiché la traduzione comporterebbe tempistiche e costi ingestibili.
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• Fonti primarie: sono o contengono i fatti di cui ci si occupa (es. la prima edizione di una
composizione, un trattato, i diari o la corrispondenza del compositore oggetto della ricerca, etc.)
• Fonti secondarie: si occupano dell’argomento della ricerca (es. letteratura critica, monogra e, studi
scienti ci)
• Fonti terziarie: fonti in cui è riconoscibile un legame con l’oggetto della ricerca (ad es. enciclopedie,
dizionari, cataloghi di biblioteche, bibliogra e, etc.)
• Letteratura grigia: tutti quei documenti non diffusi commercialmente (ad es. tesi di laurea e dottorato,
pubblicazioni interne a istituzioni o organizzazioni, atti di convegni, bozze, appunti, dispense di corsi,
etc.)
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‣ Chi è l’autore? Quali sono le sue competenze, le sue pubblicazioni, il suo percorso di studi? È legato a qualche
istituzione? È citato in altre bibliogra e? Etc.
‣ Chi è l’editore? È specializzato per la materia in oggetto? La pubblicazione è curata da esperti o vagliata da
studiosi autorevoli?
‣ Il testo è accurato? Le argomentazioni sono scienti che? Sono citate le fonti? Vengono dimostrate le tesi
sostenute?
‣ Il testo è obiettivo? Oppure presenta un punto di vista personale?
‣ Le informazioni sono aggiornate? Ovvero lo studio parte dalla letteratura scienti ca del passato ed è l’ultima
pubblicazione disponibile sull’argomento? Oppure rappresenta un tassello importante nella storia della
ricezione o analisi di un repertorio/autore/stile?
‣ L’argomento è trattato in maniera esaustiva per le mie esigenze? Oppure è troppo dettagliato o troppo
sintetico?
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• Citare le fonti:
‣ Un lavoro scienti co deve fare riferimento a dati, informazioni, conoscenze e idee trovate nelle fonti.
‣ Le informazioni esposte e le tesi devono essere supportate da fonti adeguate e ognuna di esse deve essere citata.
‣ Ogni citazione deve essere veri cabile e facilmente individuabile dal lettore.
‣ Il grado di citazione dipenderà dal contesto:
- Citazione a senso: viene riportata una rielaborazione di un concetto trovato in una o più fonti. È necessario rimandare
in nota i riferimenti bibliogra ci.
- Citazione letterale: lascia intatto il testo originale; in caso di omissione di alcune frasi, periodi, capoversi è necessario
inserire le parentesi quadre con i tre puntini di sospensione […].
๏ Se la citazione è breve può essere inserita nel corpo del testo, fra virgolette.
๏ Se è più lunga va fatta una citazione rientrata, senza virgolette.
๏ Se si aggiunge qualcosa al testo originale occorre scriverlo fra parentesi quadre.
๏ Se si aggiungono corsivi o sottolineature vanno aggiunte le sigle [s.n.] (sottolineatura nostra) o [c.n.] (corsivo
nostro)
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‣ N.B. Riportare citazioni senza virgolette o compilare testi con il sistema del patchwriting è
considerato plagio.
‣ Un lavoro scienti co si basa sulla qualità delle fonti citate, non necessariamente sulla quantità:
- Ogni fonte deve essere stata consultata direttamente.
- Troppe citazioni appesantiscono la lettura inutilmente.
- Citazioni estese, se da fonti primarie ritenute indispensabili o utili ad approfondire un
concetto, possono essere riportate in appendice.
- Una citazione ha senso solo se si riportano informazioni speci che, non generali o risapute.
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• Le note:
‣ Servono a indicare le fonti citate, oppure forniscono ulteriori citazioni, osservazioni e riferimenti
che avrebbero appesantito il testo.
‣ Le note documentano la serietà del lavoro scienti co.
‣ Possono essere poste a piè di pagina (sistema più pratico) o in fondo ai capitoli, talvolta persino in
fondo al testo.
‣ Le note possono diventare una “patologia della saggistica” (Riediger): appesantiscono il testo e
denotano il grado di gerarchie/servilismo accademico.
‣ Non devono condurre discorsi paralleli o di approfondimento del testo.
‣ Preferibilmente dovrebbero essere contenute nella pagina in cui si trova il rimando.
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- citazione-nota: se l’opera è citata per la prima volta vengono riportati i dati bibliogra ci in maniera
completa. Il nome di battesimo dell’autore (con l’iniziale se già citato prima) precede il cognome senza
virgole.
Per introdurre l’opera si usa “Cfr.” (Confer, Confronta), “Vedi”, “Si veda”. Fondamentale la coerenza
all’interno del testo. Oltre ai dati bibliogra ci si aggiunge anche il rimando alla parte speci ca del testo.
๏ “Parte” o “Sezione” non si abbreviano, il numero va indicato in lettere (es. “Parte quinta”)
๏ Capitolo si abbrevia con “cap.” (pl. “capp.”). Se ha un titolo va in tondo tra virgolette, dopo i dati del
volume. Se il capitolo è parte di una miscellanea, quindi autonomo, va in corsivo come primo dato
seguito da “in” + i riferimenti del volume.
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Ess:
E. Napolitano (2015) Debussy, la bellezza e il Novecento. “La Mer” e le “Images”, EDT: Torino, cap. II,
“Natura e immaginazione”
M. Amato (1997) “Amarilli mia bella” di Giulio Caccini nelle edizioni di Arnold Schering e E. H. Wiley
Hitchcock, in Edizioni moderne di musica antica. Sei letture critiche, a cura di M. Toffetti, LIM: Lucca, pp.
159-86.
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✴ Se l’opera è citata nella nota appena precedente si può indicare solo “ibidem” (=nello stesso luogo) in
corsivo, seguito dai nuovi riferimenti.
E. Napolitano (2015) Debussy, la bellezza e il Novecento. “La Mer” e le “Images”, EDT: Torino, cap. II,
“Natura e immaginazione”, p. 15.
Ibidem, p. 18.
✴ Se i dati di una nota coincidono con quelli della nota precedente si usa “loc. cit.” (loco citato).
143
• La Bibliogra a nale
‣ Contiene in ordine alfabetico o cronologico tutte le fonti citate direttamente o indirettamente:
- Fonti dirette: citate nel testo
- Indirette: servite come ricerca o lettura preliminare ma non citate nel testo
- Fonti da segnalare: per approfondimento
‣ N.B. per tesi e saggi scienti ci: contiene solo fonti dirette, non divise per supporto (valutabile) ma per tipo (primaria,
secondaria,)
‣ Regole generali:
- Redatta in ordine alfabetico. Nomi propri per esteso o abbreviati purché vi sia coerenza.
- Più opere di uno stesso autore: in ordine di data.
- Per i libri: autore o curatore, titolo, luogo e data di pubblicazione, cassa editrice.
- Per articoli: autore, titolo, nome, numero e anno della rivista.
- Per fonti in internet: informazioni + URL + data ultima consultazione.
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‣ Criteri di citazione dei testi: variano a seconda della casa editrice, università o istituzione (veri care sempre se vi sono linee guide
apposite universitarie). Se si usa Word con EndNote è possibile scegliere fra formati standard di bibliogra e.
‣ Indicazioni bibliogra che di libri:
- Cognome e nome (puntato o per esteso). Se sono più autori separarli con “e”, “&” o trattino. Se opera con contributi varii,
indicare il nome del curatore seguito da “(a cura di)”.
- Anno di pubblicazione
- Titolo e sottotitolo, in corsivo e separati da un punto. In inglese: tutte le parole, eccetto articoli e congiunzioni, in maiuscolo.
Francese: se il titolo inizia con articolo la seconda parola di solito è anch’essa maiuscola. Tedesco: maiuscoli tutti i sostantivi.
- Eventuale formato (per e-book)
- Luogo di pubblicazione, in lingua originale. Se più luoghi separarli da trattini senza spazi o usando congiunzioni. Se non c’è
luogo indicare “s.l.”.
- Casa editrice
- Eventuale edizione successiva alla prima
- Se è una traduzione: indicare “Trad. it.” seguito da nome puntato e cognome del traduttore + anno + titolo e sottotitolo della
traduzione in corsivo + casa editrice della traduzione.
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‣ Indicazioni bibliogra che volumi collettanei, se si cita uno dei saggi contenuti:
- Cognome e nome autore
- Anno
- Titolo del saggio fra virgolette.
- Cognome e nome del curatore seguito da “(a cura di)” anteceduto da “in”
- Titolo del volume completo in corsivo
- Luogo
- Casa editrice
- Pagine in cui il saggio è contenuto.
Maurizio, I. (2021) “La lauda e la poesia lirico-religiosa del Duecento: un approccio interdisciplinare alle
fonti”, in Carugno G. (a cura di) Dalla Storia alla Musica. Percorsi di didattica musicale con le fonti storiche,
Varazze: PM edizioni, 29-44.
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‣ Usare:
- Una battuta fra le parole. (Il pianoforte, non il pianoforte)
- Tra parola e punteggiatura nessuna battuta. (Mozart, non Mozart ,)
- Tra punteggiatura e parola una battuta. (Beethoven, nato non Beethoven , nato)
- Battuta prima delle virgolette e parentesi di apertura, ma non dopo. (Bach) non ( Bach)
- No battuta prima di virgolette e parentesi di chiusura. (Bach) non (Bach )
- Nessuna battuta fra apostrofo e parola. (un’arpa non un’ arpa)
- Tra iniziare del nome e cognome una battuta. (F. Liszt non F.Liszt)
- Per i nomi con più iniziali nessuna battuta. (J.S. Bach non J. S. Bach)
- Per le pagine, una battuta (p. 2 non p.2)
- Puntini di sospensione: solo tre, senza battuta (magari… non magari …..). Non vanno dopo “ecc.” o “etc.”
- Parole straniere non di uso comune vanno in corsivo, almeno che non appartengano al linguaggio tecnico (texture non
texture)
- Punto dopo le virgolette se non presente nella citazione. Altrimenti all’interno.
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‣ Questioni di stile…:
- Andare al punto, basarsi su fatti e non su opinioni.
- Stile asciutto, evitare espressioni “emotive”, ma non per questo costringersi ad un linguaggio
asettico.
- Racchiudere in ogni paragrafo un concetto, evitare periodi involuti, eccessiva paratassi o ipotassi.
- Evitare metafore colloquiali e affermazioni generiche e retoriche. (“Orchestra e solista si
scambiano le frasi con un botta e risposta” - “Chopin, il poeta del pianoforte”).
- Non usare mai la prima persona singolare. Eventualmente la prima plurale o l’impersonale (“si
può concludere che” non “ritengo che” “penso che”, eventualmente “riteniamo che”).
- Evitare espressioni del tipo “a mio modestissimo parere”…
- Non usare l’articolo davanti ai nomi propri: “il Vivaldi”.
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‣ Questioni di lessico…:
- Evitare neologismi di propria invenzione. Se si usano termini tecnici di raro utilizzo, o utilizzati solo all’interno di
sistemi di linguaggio circoscritti, spiegarne prima il signi cato. (Specialmente in musica quando ci si riferisce a
terminologie analitiche).
- Acronomi e abbreviazioni vanno scritti la prima volta per esteso (es. LPO per London Philharmonic Orchestra).
- Evitare un uso eccessivo di avverbi.
- Evitare colloquialismi: “Il compositore ce la mise tutta per far pubblicare la partitura”.
- Evitare gli aggettivi derivati dai nomi propri: “lo stile beethoveniano” (lo stile di Beethoven) “la concezione del
tempo celibidachiana (la concezione del tempo di Celibidache). Solo quando è di uso comune (“l’analisi
schenkeriana).
- Evitare le circonlocuzioni: “il genio di Bonn” (Beethoven), “l’autore di Miroirs” (Ravel), “il pianista bresciano”
(Michelangeli).
- Limitare l’uso dei pronomi e fare in modo che il soggetto della frase sia sempre chiaro.
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‣ Verbi:
- Usare tempi e modi verbali semplici. Veri care la coerenza. Privilegiare l’indicativo.
- Limitare il participio presente: “il quartetto avente come primo violino Paolo Borciani”.
‣ Parole straniere:
- Da usare solo se non esiste una traduzione appropriata in italiano (“serendipity”, “texture”), mai per dare sfoggio
intellettuale.
- Italianizzare i nomi stranieri solo se vi è una tradizione consolidata (Cartesio, Bacone, Lutero, Perotino, Leonino).
- Attenzione al genere dei nomi stranieri: “la mer”, “la Weltanschaung”, “la pièce per clavicembalo”. I nomi neutri vanno
al maschile: “il leitmotiv”. Per l’inglese usare il genere entrato nell’uso comune italiano.
- Usare i plurali stranieri solo se di uso comune. “i lm”, ma “i lieder”.
‣ Generi:
- Prestare attenzione ad un uso non sessista della lingua, per quanto l’Italiano lo permetta. “La direttrice”, “La Maestra di
violino”, ma attenzione: “il soprano”.
‣ Grammatica e ortogra a: vedi indicazioni in Riediger o Eco.
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‣ Nel testo:
- Maneggiare con attenzione le notizie biogra che:
๏ Se il soggetto è un compositore/esecutore noto: limitarsi alle notizie speci che inerenti alle
opere di cui si sta parlando, evidenziando elementi poco noti o molto dettagliati.
๏ Se il soggetto è poco noto, oppure manca una biogra a di riferimento in Italiano: dedicare
un capitolo o un paragrafo, così che il materiale raccolto, le traduzioni e la ricostruzione
siano disponibili per studenti “futuri”.
๏ In ogni caso evitare uno stile romanzesco, eventualmente scremando dai testi che si
consultano (alcuni possono avere uno stile divulgativo pur contenendo notizie rilevanti) ciò
che si addice più ad una narrazione letteraria.
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๏ Evitare analisi del tipo descrizione/elenco della spesa: “a b. 4 nisce l’introduzione, dopodiché inizia il primo tema
af dato al violino (bb. 5-14), cui segue una transizione con tema secondario af dato al pianoforte (bb.15-18), etc.”
Se si reputa utile un’analisi dei temi meglio preparare uno schema, eventualmente riportando anche la
trascrizione o la copia degli incipit delle sezioni. Leggere un’analisi che si limita a fare un elenco, senza la partitura
o dei rimandi ad essa, diventa dispersivo e poco utile.
๏ Usare un linguaggio tecnico speci co: fare riferimento ad un sistema ben codi cato di analisi formale (non
confondere i termini frase, periodo, semifrase, inciso, motivo, etc.); usare un sistema coerente di simboli per
l’analisi armonica, eventualmente speci candone l’origine (es. Piston, Dubois, De la Motte, Schenker, etc.).
๏ In caso di partiture complesse cercare fonti di studiosi più quali cati che hanno già fatto un lavoro di analisi,
eventualmente riportando le diverse interpretazioni. (Es. la differente lettura dell’accordo di Tristano).
๏ Ricopiare sempre, se possibile, l’esempio musicale a cui si fa riferimento, usando il sistema copia/incolla da una
copia digitalizzata della partitura utilizzata, oppure, in caso di manoscritti o digitalizzazioni di scarsa qualità,
trascrivendo con un programma di video-scrittura.
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Donald McCorkle (edited by), Brahms, Variations on a Theme of Haydn op.56a and 56b,
New York, W.W. Norton & Company, 1976, p.v-vi
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INDICE
Premessa I
Introduzione III
2. LA TRASCRZIONE E BRAHMS 25
2.1. Brahms trascrittore di se stesso 25
2.2. Brahms trascrittore di altri autori 36
2.3. Brahms trascritto 37
5. CONCLUSIONI 127
Bibliografia 129
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INDICE Conclusioni......................................................................................................161
APPENDICE 1....................................................................................................164
Introduzione.........................................................................................................I
APPENDICE 2....................................................................................................174
APPENDICE 3....................................................................................................182
I. CENNI BIOGRAFICI........................................................................1
I.1 GLI ANNI DI FORMAZIONE......................................................................1
BIBLIOGRAFIA..................................................................................................189
I.2 RAOUL PUGNO E LA COMUNE................................................................8
I.2.A Cenni storici: Napoleone III, la guerra franco-prussiana, la Comune...9
I.2.B La musica istituzionale fra guerra e Comune...................................12
I.3 GLI ANNI IN SORDINA...........................................................................21
I.4 L’INSEGNAMENTO E LA CARRIERA CONCERTISTICA..............................28
I.4.A Il duo Ysaÿe - Pugno......................................................................31
I.4.B La carriera solistica........................................................................36
I.4.C Raoul Pugno e Nadia Boulanger.....................................................41
II. RAOUL PUGNO COMPOSITORE: ALCUNI ASPETTI......................47
II.1 CONSIDERAZIONI INIZIALI..................................................................47
II.2 LE OPERETTE......................................................................................48
II.3 LES SOIRS............................................................................................58
II.4 LA VILLE MORTE..................................................................................67
III. LE OPERE DIDATTICHE.............................................................76
III.1 LES LEÇONS ÉCRITES DE RAOUL PUGNO - CHOPIN..............................78
III.1.A Berceuse....................................................................................82
III.1.B Altre considerazioni..................................................................102
III.2 ETUDE DES GAMMES........................................................................111
III.3 LES LEÇONS ÉCRITES DE RAOUL PUGNO - SCHUMANN.......................120
III.3.A Faschingsschwank aus Wien.....................................................122
IV. RAOUL PUGNO INTERPRETE: LE TESTIMONIANZE.................134
IV.1 LE PAROLE DEI CRITICI MUSICALI.....................................................134
IV.2 LE TESTIMONIANZE SONORE............................................................143
IV.2.A Dischi di cera e rulli di carta......................................................143
IV.2.B Le registrazioni di Raoul Pugno.................................................151
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“Vorrei concludere con due osservazioni: fare una tesi signi ca divertirsi e la tesi è come il maiale, non se ne butta via niente.
[…]
L'importante è fare le cose con gusto. E se avrete scelto un argomento che vi interessa, se avrete deciso di dedicare
veramente alla tesi il periodo anche breve che vi siete pre ssato (abbiamo posto un limite minimo di sei mesi) vi accorgerete
allora che la tesi può essere vissuta come un gioco, come una scommessa, come una caccia al tesoro.
C'è una soddisfazione sportiva nel dare la caccia a un testo che non si trova, c'è una soddisfazione enigmistica nel trovare,
dopo aver ri ettuto molto, la soluzione di un problema che sembrava insolubile.
Voi dovete vivere la tesi come una s da. Lo s dante siete voi: vi siete posti all'inizio una domanda a cui non sapevate ancora
rispondere. Si tratta di trovare la soluzione in un numero nito di mosse. Talora la tesi può essere vissuta come una partita a
due: il vostro autore non vuole con darvi il suo segreto, voi dovete circuirlo, interrogarlo con delicatezza, fargli dire quello
che non voleva dire ma che avrebbe dovuto dire. Talora la tesi è un solitario: avete tutti i pezzi, si tratta di farli andare a posto.
Se giocherete la partita con gusto agonistico farete una buona tesi. Se partite già con l'idea che si tratta di un rituale senza
importanza e che non vi interessa, siete battuti in partenza. A questo punto, ve l'ho detto all’inizio (e non fatemelo ripetere
perché è illegale), fatevela fare, copiatevela, non rovinatevi la vita, non rovinatela chi dovrà aiutarvi e leggervi. […]
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“Se avrete fatto la tesi con gusto, vi verrà voglia di continuare. […] E questo è segno che la tesi vi ha
attivato il metabolismo intellettuale, che è stata una esperienza positiva. È segno anche che siete ormai
vittima di una coazione a ricercare, un poco come il Chaplin di Tempi moderni che continuava a serrare
i bulloni anche dopo il lavoro: e dovrete fare uno sforzo per frenare.
Ma una volta frenato, può darsi che vi accorgiate che avete una vocazione alla ricerca, che la tesi non
era solo lo strumento per prendere la laurea e la laurea lo strumento per avanzare di grado nei ruoli
statali o per accontentare i genitori. E non è neppure detto che proporsi di continuare a ricercare
signi chi darsi alla carriera universitaria, attendere un contratto, rinunciare a un lavoro immediato. Si
può dedicare un tempo ragionevole alla ricerca anche facendo un mestiere, senza pretendere di avere
un incarico universitario. Anche un buon professionista deve continuare a studiare.”
[Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea, Milano, La Nave di Teseo, 2017]
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PARTE QUINTA
APPROFONDIMENTO: CENNI DI EDITORIA MUSICALE
I. I PRIMI STAMPATORI MUSICALI
• Cronologia:
‣ 1465: nascita della stampa in Italia;
‣ 1476: primo libro di canto liturgico con testo stampato;
‣ 1501: primo stampa musicale di Ottaviano Petrucci.
• L’invenzione della stampa musicale non scalza la diffusione dei manoscritti no al pieno Settecento:
‣ Repertorio per liuto e tastiera tramandato principalmente manoscritto;
‣ Melodramma raramente stampato prima dell’Ottocento (con l’eccezione della Francia);
‣ Fino a gran parte del Cinquecento la musica stampata è ancora quantitativamente marginale.
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• Stampatore: si occupa dei problemi tecnici, prepara i caratteri, stampa copie multiple e le vende (non rilegate)
all’editore.
• Editore: commissiona allo stampatore la preparazione del libro e si occupa della vendita.
‣ N.B.: questa distinzione di ruoli non era così evidente, soprattutto nelle prime fasi.
• Le prime edizioni imitavano i manoscritti: il manoscritto era il modello di libro di riferimento.
• Tipologie di impaginazione:
‣ Atlantico: libro formato da fogli interi;
‣ In-folio: ogni foglio di stampa è piegato una sola volta e presenta quindi 4 facciate, 2 per lato.
- Nell’uso moderno si intende un volume con misure minime altezza 40 cm - larghezza 26 cm.
‣ In-quarto: il foglio è ripiegato due volte, 8 facciate, 4 per lato.
- Nell’uso moderno: altezza fra 28-38 cm.
‣ In-ottavo: il foglio è ripiegato tre volte, 16 facciate, 8 per lato.
- Nell’uso moderno: altezza fra 20-28 cm.
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• Nella seconda metà del ‘500 l’editoria musicale vive un periodo orente.
‣ La conoscenza e la pratica della musica sono diffuse in maniera capillare nei diversi strati della società
(aristocrazia e borghesia dei centri urbani).
‣ Parallelamente è richiesta nuovo repertorio per la liturgia post Concilio di Trento.
• Gli editori erano in stretto contatto con i compositori per assicurarsi nuova musica da stampare.
• La stampa diventa il mezzo principale di diffusione musicale: il Cinquecento e il primo Seicento rappresentano la
prima epoca d’oro della stampa musicale.
• Nel Cinquecento in Italia si diffonde dapprima nelle capitali come Firenze, Roma, Milano e Venezia, per poi
arrivare a città più piccole come Brescia, Perugia e Verona.
• Alcuni stampatori erano associati a case reali che garantivano il monopolio (come Le Roy & Ballard a Parigi), altri
rimanevano indipendenti. Pochi si dedicavano esclusivamente alla musica. Le imprese erano a carattere familiare.
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• Ruoli:
‣ Stampatore: responsabile della tipogra a, produzione e tiratura (talvolta poteva svolgere anche il
ruolo di editore).
‣ Editore: responsabile della distribuzione (talvolta poteva essere il compositore stesso: ad es. Claudio
Merulo, Thomas Tallis, William Byrd, Thomas Morley).
‣ Compositore: talvolta pagato dallo stampatore, talvolta si sobbarcava le spese di stampa.
• Per attirare clientela nasce la pubblicità sotto forma di cataloghi e frontespizi.
‣ Alcune edizioni soddisfavano un mercato ristretto (es. stile di una regione), altre uno più
generalizzato (es. inni e salmi protestanti).
‣ Ogni stamperia di un certo livello doveva soddisfare più generi (sacro e profano) e più livelli di
dif coltà (amatori e professionisti).
‣ La crescente censura si occupava marginalmente della stampa musicale.
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• Tecnologia: si afferma l’uso di caratteri mobili a singola impressione, più semplice e rapida rispetto
alla xilogra a o alla doppia e tripla impressione.
‣ I caratteri musicali, ciascuno con la propri aporzione di pentagramma, venivano assembrati a
specchio e uniti in una forma. La pagina veniva assicurata ad una cornice di metallo. Dopo
l’assemblaggio si procedeva alla stampa di una bozza che serviva per le correzioni. Talvolta le
correzioni potevano avvenire durante la stampa (correzione stop-press).
‣ Questa tecnica non permette ristampe in senso stretto, ogni seconda o successiva edizione
andava ricostruita da capo.
‣ L’eventuale stop-press portava a varianti all’interno di una stessa edizione.
‣ Principalmente venivano stampati libri-parte: erano più pratici per l’esecuzione e per la stampa
(l’allineamento dei caratteri era complesso).
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• La crescente complessità delle oriture spinge a cercare nuove soluzioni di stampa: la tecnica dell’incisione su
lastra di rame apre nuovi orizzonti nella diversi cazione della scrittura a stampa, sostanzialmente permettendo
l’impressione di caratteri manoscritti.
‣ La tecnica dell’incisione su rame si diffonde in particolare dagli anni ’80 del ‘500.
‣ Era più usata per edizioni di lusso.
• Le tirature erano di circa 5000 esemplari: una bassa tiratura dif cilmente era vantaggiosa, un’alta tiratura rischiava
di riempire gli scaffali di invenduto.
• In Italia sia contavano circa 80 edizioni all’anno nel periodo 1580-1620.
• Per i compositori poter stampare signi cava affermarsi pubblicamente, non una attività di per sé vantaggiosa, ma
utile per i bene ci che poteva procurare (attirare un committente, ottenere un incarico) o come forma di
ringraziamento per un incarico ottenuto.
‣ La diffusione della stampa introduce i diritti di proprietà d’autore, sotto forma di privilegi limitati
cronologicamente e geogra camente.
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‣ La stampa garantiva una certa protezione dai plagi della circolazione manoscritta.
‣ Allo stesso tempo però per accedere all’editoria era necessario conformarsi agli stili e ai generi consolidati
nel mercato.
‣ Alcuni compositori-esecutori tendevano a lasciare segrete alcune informazioni per la corretta esecuzione
dei loro lavori (per la paura probabilmente di vedere rimpiazzate le loro esecuzioni con la musica stampata);
altri indicavano nelle prefazioni regole e avvertimenti per la corretta interpretazione del testo scritto.
• I consumatori spesso acquistavano musica del passato: la diffusione della stampa permette per la prima volta
la sopravvivenza della musica antica e la formazione di canoni stilistici e tradizione.
‣ N.B.: la diffusione della musica tramite manoscritto rimane comunque presente.
• Il periodo d’oro della stampa si esaurisce negli anni ’20 del ‘600, con lo sviluppo di stili più complessi (monodia
accompagnata e opera) destinati a professionisti. L’editoria si sposta verso la musica sacra e il repertorio
semplice per i dilettanti. Il mutamento stilistico si unisce ad una contingenza storica: crisi economica, guerra dei
Trent’Anni e Guerra Civile in Inghilterra.
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• Intavolatura:
‣ “Qualsiasi raccolta di musica strumentale solista, di solito per liuto o tastiera e stampata durante il XVI o XVII secolo, che è "in
tablatura". Il termine era spesso usato nel suo senso letterale, come nell'Intabulatura de lauto di Francesco Spinacino: libro
primo (Venezia, 1507) e Intavolatura de cimbalo (Napoli, 1576) di Antonio Valente, che sono rispettivamente in tablatura per
liuto italiano e tablatura per tastiera spagnola-italiana . Tuttavia, la parola "intavolatura" e i suoi derivati più comuni (tabulatura,
intavolate, tabulati, intabulatura, intabolatura, intavolature, ecc.) sono stati spesso utilizzati nei frontespizi delle fonti italiane e
tedesche del XVI e XVII secolo per descrivere la musica stampata non in una delle tablature convenzionali ma in partitura per
tastiera (su due righi) o, in una data leggermente successiva, in partitura per tastiera. Questo uso del termine deriva dal fatto
che la prima di tali fonti conteneva spesso composizioni che erano state originariamente scritte per voci ma che erano state
"intabulate" (cioè messe in notazione per l'esecuzione strumentale solista); si intendeva quindi indicare che la musica era stata
adattata alla notazione della tastiera piuttosto che per trasmettere la natura precisa della nuova notazione. Invariabilmente
queste immissioni comportarono un certo grado di elaborazione del materiale originale. L'uso del termine "intavolatura" è
stato successivamente esteso per includere raccolte di opere concepite originariamente per strumenti a tastiera. La prima
intavolatura per tastiera superstite è Frottole intabulate da sonare organi: libro primo, pubblicata nel 1517 dallo stampatore
romano Andrea Antico. L'uso del termine "tabulatura" per descrivere la partitura della tastiera si vede per la prima volta nelle
pubblicazioni tedesche del 1620, in particolare nella Tabulatura nova di Samuel Scheidt (Amburgo, 1624). [Fonte: New Grove]
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III. IL SEICENTO
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IV. IL SETTECENTO
• In Italia: il manoscritto rimane la forma di diffusione maggiore no alla metà del secolo.
‣ Numerose testimonianze di viaggiatori (ad es. Charles Burney) attestano la prassi manoscritta,
laddove in altre parti d’Europa era più comune la musica stampata (Inghilterra, Francia).
• La circolazione di determinato repertorio solo sotto forma manoscritta comporta un differente rapporto
con la conservazione della musica del passato. Con la stampa il passato viene preservato; se
manoscritto rimane volubile.
‣ Emblematico il caso delle opere che venivano interpolate con arie di baule, arie fatte all’occorrenza
in base alle esigenze di un cantante, tagli e modiche per esigenze teatrali.
‣ La stampa ha valore conservativo, il manoscritto testimonia la contingenza di un’esecuzione
(contenendo magari appunti e annotazioni), di una committenza, di un’occasione.
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• Per ovviare ai problemi di errori dei copisti alcuni compositori provvedono direttamente a preparare le parti: Vivaldi, Sammartini,
Tartini, Nardini.
• Al manoscritto può seguire la stampa, oppure rimanere un unicum, andando ad integrare quindi il catalogo conosciuto di un
compositore.
• La prassi manoscritta testimonia una vita musicale frenetica, fatta di musica d’uso che presto veniva sostituita da nuovo
repertorio. Allo stesso tempo rimanda al mondo dei dilettanti che collezionavano brani di differente origine e genere per le
esecuzioni private.
‣ La prassi di copiare per uso personale comporta un’eterogeneità del panorama dei manoscritti: le copie potevano
riguardare una selezione dell’opera originale, modi care organici, ordine dei movimenti, intere sezioni e parti.
‣ Ciò contribuisce a rendere particolarmente complesso il lavoro di catalogazione e studio per diversi compositori italiani del
periodo.
‣ Le copie potevano avere anche una destinazione didattica o per studio personale.
• Anche nel genere sacro il manoscritto svolge una funzione pratica fondamentale all’interno delle istituzioni religiose: l’attività
amanuense meglio si adatta alle esigenze dei diversi momenti dell’anno liturgico. Tramite il manoscritto è possibile collezionare
repertori che meglio si adattano alle esigenze di una singola istituzione.
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• "Le composizioni musicali hanno vita assai breve in Italia, poich vi una tale passione per la novit
che per le poche copie richieste dal pubblico non vale la pena di sobbarcarsi la spesa del-la stampa.
Bisogna pure considerare che qui, come in Turchia, il lavoro di copista d impiego a tanta gente, e
saebbe crudele desiderare di sottrarglielo, tanto pi che questo commercio pi attivo e
vantaggioso di ogni altro.” [Charles Burney, Viaggio musicale in Italia, a cura di E. Fubini, EDT, Torino
1979, pp.169-170]
• “il padrone di casa era il primo violino ed aveva un’ottima mano; vi erano inoltre dodici o quattordici
esecutori tra cui alcuni buoni violinisti, due auti traversi, un violoncello e un piccolo contrabbasso.
Eseguirono abbastanza bene alcune sinfonie del nostro Bach, che differiscono da quelle stampate in
Inghilterra: tutta la musica qui manoscritta.” [ibidem, p.89]
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Monsieur de Chambonnieres, Pièces de clavessin, livre premier, Gérard Jollain, Paris, 1670.
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‣ Un uso eccessivo delle lastre per imprimere esemplari poteva produrre però stampe di bassa
qualità (la lastra era soggetta ad usura).
‣ Spesso i compositori diventavano editori delle loro musiche: la dicitura nel frontespizio chez
l’auteur sta a signi care che la partitura era acquistabile presso il domicilio dell’autore.
‣ Nascono contemporaneamente i primi negozi musicali (“A la Règle d’Or”, 1690; “A la Croix d’Or”,
1728): la merce venduta veniva pubblicizzata su cataloghi e giornali. Ma a vendere musica
potevano essere anche commercianti di ogni genere.
- A partire dagli anni ’30 nascono stabilimenti specializzati nella vendita, rappresentanza e
diffusione dell’editoria musicale che presto assumeranno dimensioni internazionali.
‣ I maggiori editori del Settecento in Francia erano principalmente musicisti professionisti, più
raramente qualche libraio o cartaio.
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‣ Repertorio:
- In genere non veniva indicata la data: in questo modo la composizione rischiava meno di
andare fuori moda perché vecchia.
- Fino agli anni ’40 si stampa esclusivamente musica francese: no al 1730 a maggioranza
vocale, malgrado una presenza notevole di importanti composizioni per tastiera
(Chambonnières, D’Anglebert, Couperin, Rameau). Negli anni’40 si moltiplica il repertorio
strumentale, solistico e da camera e quello dei trattati. In ambito vocale le ariette, romanze e
opéras comiques rimpiazzano il repertorio mitologico.
- A metà del secolo la musica francese viene sostituita da quella italiana o tedesca. A fronte di
una diffusione del repertorio sonatistico italiano prima e orchestrale italo-austriaco in seguito,
il repertorio del passato francese esce dai gusti del pubblico e verrà recuperato solo a partire
dagli anni ’30 dell’800.
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• L’inversione di tendenza del declino della stampa musicale italiana si veri ca verso la ne del Settecento, in
particolare a Venezia, Firenze e Napoli.
‣ Anche in Italia si impone gradualmente la gura dell’editore-musicista, come in Francia.
• Crescita consistente a partire dal 1815: contribuiscono la stabilità politica e il grande successo della musica di
Rossini.
• Si distingue da subito l’impresa milanese Ricordi: fondata nel 1808 da Giovanni Ricordi, diventa presto leader nel
settore attraverso una tta rete di relazioni commerciali con negozi e stampatori delle principali città italiane e
contratti con i più importanti compositori.
• Nel 1853 Ricordi ha all’attivo 25.000 edizioni.
• L’unica ditta in grado di contendere il primato a Ricordi è quella di Francesco Lucca, di Milano (1825): nel 1888 la
vedova Lucca è costretta però a vendere i diritti a Ricordi (47.800 edizioni)
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• Con Giulio Ricordi (nipote di Giovanni) la casa milanese lega de nitivamente il suo nome a quello di Giuseppe Verdi e
cresce in Italia e all’estero.
‣ L’aumento esponenziale della clientela si deve allo sviluppo di una borghesia urbana che pratica musica a livello
amatoriale e si appropria di quei costumi che appartenevano all’aristocrazia.
• Sul nire del secolo è la ditta milanese di Edoardo Sonzogno a controbilanciare l’egemonia di Ricordi: nel 1890 ha i diritti
per Cavalleria Rusticana di Mascagni che ha un enorme successo internazionale.
‣ A Sonzogno si legheranno alcuni dei più importanti compositori della nuova generazione: Giordano, Cilea,
Leoncavallo.
• L’attività dell’editore si estende al noleggio delle parti per le stagioni concertistiche: i manoscritti dei fondi teatrali o degli
impresari venivano acquistati, stampati e poi noleggiati in Italia e in Europa per nuove rappresentazioni.
‣ Le case editrici si impegnano anche nel settore dei periodici musicali: attraverso questi era possibile rispondere
all’interesse culturale del pubblico verso argomenti musicali, reclamizzare prodotti e orientare i gusti del pubblico.
- “Gazzetta musicale di Milano" (Ricordi, 1842-1902); “L’Italia musicale” (Lucca, 1847-48, 1850-59); “Gazzetta
musicale di Napoli” (Cottreau, 1852-68); “Teatro illustrato” (Sonzogno, 1881-92).
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• Tecniche di stampa:
‣ Calcogra a: tutte quelle procedure che implicano l’incisione di una lastra in negativo (da destra a
sinistra per stampare poi in giusto).
- Incisione diretta: con utensili idonei a scal re il metallo.
- Incisione indiretta: su vernice che ricopre il metallo, successiva immersione in acido
(acquaforte) che corrode le parti messe a nudo dal disegno.
- Fasi successive: inchiostrata della matrice, pulitura e stampa al torchio.
- Vantaggi: precisione della scrittura, possibilità di stampare solo un piccolo numero di copie
alla volta per rispondere alla domanda di mercato.
- Svantaggi: le lastre si consumavano e i tempi per prepararle comportavano ritmi blandi di
lavoro.
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• Formati:
‣ Oblungo: ad inizio secolo il più usato per le riduzioni operistiche (si adattava bene al leggio del pianoforte)
‣ In ottavo: introdotto da Lucca per le riduzioni operistiche e poi utilizzato per il repertorio cameristico.
‣ La musica d’insieme veniva stampata quasi esclusivamente in parti staccate: era più semplice tecnicamente
e la partitura non era richiesta dal mercato (il ruolo del direttore d’orchestra si afferma solo nella seconda
metà dell’Ottocento in Italia).
‣ Formato tascabile: inaugurato nel 1858 da Guidi di Firenze, sul modello di quello francese di Pleyel,
rispondeva alle richieste di partiture per ni di studio.
‣ Ogni stampa riporta il numero editoriale, utile oggi per risalire alla datazione. La data non veniva di solito
indicata: il cliente poteva avere l’impressione di acquistare musica “vecchia” nel caso di nuove tirature.
‣ Gli editori intervenivano su titoli e dediche, molte volte contro la volontà del compositore, per soddisfare
esigenze di mercato.
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• Repertorio:
‣ Rimane manoscritto solo parte di quello operistico, sacro e per banda. La maggior parte viene stampato.
‣ Lo studio dell’editoria italiana ottocentesca premette quindi di studiare i generi più in voga:
- Estratti d’opera in riduzione canto e pianoforte
- Rielaborazioni strumentali da arie d’opera.
- Pezzi da salotto.
- Romanza da camera
- Scarsa presenza di musica strumentale pura, solo a partire dagli anni ’60 con la fondazione di “Società del Quartetto” dedite
all’esecuzione del repertorio cameristico e sinfonico.
- L’insieme della produzione da salotto, da camera, sinfonica e per banda supera quella vocale.
- Strumenti principali: pianoforte, violino, auto, chitarra, mandolino.
- Metodi didattici
- Album miscellanei e raccolte periodiche speci che per strumenti (es. Biblioteca di musica per chitarra di Giovanni Re, 1808).
- Sul nire del secolo antologie di musica antica.
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