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Passaggio da manoscritti a stampa porta a mutazioni delle condizioni di trasmissione
due diverse discipline, due opere che ne rappresentano xfettamente i risultati conseguiti da ognuna
testi shakespeareani prevalentemente a stampa, x ciò trad. anglosassone forte in bibliografia testuale
SPARTIACQUE GUTEMBERGHIAMO
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studi italiani hanno collaborato pochissimo ad indagare impatto scoperta stampa su storia della
cultura, classificazione sapere, procedimenti di alfabetizzazione.
Prove + difficili x filologia italiana sostenute in ambiti pre-tipografici, e risultati di quelle prove
sono stati assunti come modello generale. + pessimo stato di catalogazione bibliografica in italia
UNITA FILOLOGICA BIBL.TESTUALE: quella parte di testo stampata dalla stessa forma
tipografica, cioè ciascuno dei due lati del foglio.
Le varianti vengono sottoposte ad analisi, catalogate ed interpretate per arrivare infine
all'ESEMPLARE IDEALE (IDEAL COPY) – concetto bibliografico!
Varianti anche a livello di stemma: testimone non è singolo esemplare, ma insieme di tutti gli
esemplari sopravvissuti di quell'edizione! ESEMPLARE IDEALE!
Se xò un'esemplare particolare ha fatto da base ad un tipografo x un'altra edizione allora
quell'esemplare particolare diventa il punto di riferimento.
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Scarsa documentazione su prassi delle antiche stamperie italiane, a differenza di anversa (plantin) e
cambridge. Modi di passaggio in stamperia desunti da quelli di altri paese: Gaskell.
Nodo del problema: se veniva prima corretta tutta l'opera e POI stampata o se cominciavano x
risparmiare tempo e non tenere fermi qui pochi caratteri che avevano.
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In Italia
tra 1480 e 1550 i testi dei volgari che vanno in stampa subiscono forti sollecitazioni.
Migliorini: necessaria opera dei correttori per venire incontro al gusto dei lettori. + che volere
dell'autore si pensa ad intelliggibilità, grammatica corretta e coerente. No grafie singolari o strane.
CONTRIBUTO DECISIVO A STABILITÀ E UNIFORMITÀ DELL'ITALIANO.
Manoscritti in volgare che vanno in revisione senza revisione editoriale sono l'eccezione, non la
norma.
Condizioni migliori per valutare operato sono di avere sia manoscritto che prima stampa:
canzoniere di Lorenzo Spirito, caso + unico che raro
Libro del Cortegiano – Baldassare Castiglione – inviato da Madrid a Venezia, da Aldo Manuzio,
subì revisione bembesca- anche questo caso privilegiato
Arcadia del Sannazaro – editio princeps Napoli 1504 a cura di Pietro Summonte.
Testo preparato intorno al 1490 è diverso, + toscaneggiante, rispetto al manoscritto che presentà una
koinè 400entesca napoletana.
Copie della summontina presentano tante varianti, molte di ordine linguistico.
Se l'analisi bibliografica completa rivelasse un andamento progressivo koinè napoletana > toscano
letterario vorrebbe dire che le correzioni sono continuate a stampa avviata.
Se come + spesso succede ci sono + manoscritti e + stampe indipendenti, tutti con varianti
considerevoli ma con nessuna certezza di avvenuta revisione editoriale, c'è il rischio di individuare
varianti d'autore che in realtà sono del correttore.
Con i manoscritti è impossibile.
La correzione a volte corregge come guasti quelli che in realtà sono forme arcaiche, desuete,
particolari. Mentre uno scriba magari copia senza capire, ma ne copia uno, la stampa corregge e ne
produce UN SACCO.
CORRETTORE EDITORIALE UNICO IN ITALIA DEL 400, attiva fino a fine 500.
Influenze della controriforma si fanno sentire sull'integrità testuale – Trappolaria di Gianbattista
della Porta
Bibliografia testuale e la sua teoria del testo-base sono un riferimento bibliografico obbigato.
Avvertenza:
EDIZIONE: insieme di tutti gli esemplari di libro stampati dalla stessa composizione tipografica.
IMPRESSIONE: tutti gli esemplari di una edizione appartenenti alla stessa tiratura.
EMISSIONE: esemplari di una edizione o impressione destinato, durante la tiratura, allo stesso
mercato o con veste rinnovata. Differenze in frontespizio, colofone...
STATO: insieme di tutti i fogli stampati da una stessa forma in ognuno dei suoi stati.
IL CRITERIO DEL TESTO BASE – WALTER W. GREG
Nel saggio Greg esamina il mutamento del concetto dietro a questo termine.
La scelta di un testo di rifermento era qualcosa che già succedeva tra i classici, ma la scelta era
abitraria.
Lachmann dà un certo fondamento scientifico alla critica testuale, introducendo la classificazione
genealogica dei manoscritti. Fu un passo in avanti importante, ma la sua applicazione poco
perspicace finì col rischiare di ridurre la critica testuale alla stregua di un procedimento meccanico.
Il metodo di Lachmann permetteva di sgombrare il campo da tutta una serie di materiale inutile, ma
l'autorevolezza che donava ad un testimone rimaneva comunque relativa e non assoluta.
Differenza sostanziale tra l'edizione dei testi classici e dei testi inglesi:
Classici: grafia viene normalizzata. Scelta dell'editore è limitata a lezioni manoscritte con varianti
significative
Inglesi: conservare la grafia del testo più antico
quindi la teoria classica dell'OPTIMO non ha niente a che vedere con quella del TESTO-BASE.
Testi inglesi: grafia è caratteristica essenziale del'autore, della sua epoca, del luogo del quale è
orignario.
Nella moderna pratica si sceglie il testo che si ritiene il più fedele rispetto a quello che l'autore
scrisse e lo si modifica il meno possibile.
Quindi il testo-base va seguito per gli accidentali, ma per le sostanziali serve il giudizio del filologo
e dell'editore.
Se i manoscritti si legano indipendentemente ad un archetipo, nella tradizione a stampa in mancanza
di una successiva edizione revisionata dall'autore solo la prima edizione si attesta come autrevole,
sia per le L.S. che per L.A.
Gli editori del 1500-1600 nn notano la distinzione, e nn pensano al bisogno di revisione in caso di
un'edizione più tarda supervisionata dall'autore, quindi arricchendo la tradizione di lezioni
sostanziali.
I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA CRITICA TESTUALE SONO GLI STESSI, MA
CAMBIANO LE CIRCOSTANZE.
Concetto di testo-base nato in circostanze di testi a stampa.
Legge di McKerrow:
“Se un editore trova un testo con delle correzioni che attribuisce all'autore, deve adottarlo come
base per la sua ristampa”
Greg definisce ciò: “La norma che permette di conservare l'integrità del testo-base”
2 principi implicati nella questione
- accordata la preferenza ad un testimone, l'editore è obbilgato ad accoglierne tutte le lezioni
sostanziali (vekkio pregiudizio del testo “migliore”, oggi rifiutato)
- il testimone a cui si accorda la preferenza, o perché revisionato dall'autore o perché ha conservato
le lezioni sostanziali dell'originale meglio degli altri, va adottato come testo base.
McKerrow dice poi che per decidere se tenere o no una seconda edizione che si pensa contenere
correzioni d'autore bisogna che quelle correzioni siano coerenti con lo stile etc dell'autore.
MA, AGGIUNGE GREG, bisogna anche che le correzioni NEL LORO INSIEME siamo coerenti
con l'opera principale, che si possano integrare bene cioè con l'originale.
McKerrow non applicò mai questa teoria nei casi in cui si avessero a disposizione più testi
sostanziali (Hamlet, Henry IV (2nda parte), Othello...), restando quindi fedele al dettato d'autore,
accogliendo lezioni sostanziali ma tentando di ridurre al minimo le interferenze.
Pensavano di passare da un metodo più soggettivo a uno un po' più oggettivo, evitando di scegliere
personalmente le varianti.
Oncaymaeon (on cay mae on, greco, non venne capito) e divenne Oeconomy.
Il testo base prende Oeconomy e aggiunge and nel verso successivo per aggiustare la metrica.
Quando viene ripristinato Oncaymaeon tengono anche and, x nn contraddire il testo base.
La conoscenza dei processi di produzione di un libro hanno come fine ultimo la critica
bibliografica.
3 passaggi chiave:
-COMPOSIZIONE
-LA CORREZIONE DELLE BOZZE
-FASI SUCCESSIVE DELLA PRODUZIONE
1-LA COMPOSIZIONE
Analogia tra compositore e scriba: entrambi trascrivono.
Ma se uno scriba con una penna può tracciare qualsiasi segno, un compositore non lo può fare con
dei caratteri pre-esistenti.
Nel passaggio da manoscritto a stampa sicuramente il testo del manoscritto subirà modifiche,
volontarie e non.
Differenze di interferenze sul testo tra composizione manuale e meccanica (post XIX secolo) sono
quantitative ma nn qualitative. Nel XX sec tendenza revisionare manoscritto da un punto di vista
grafico-formale in sede editoriale.
Oggi i revisore mantiene le lezioni sostanziale ed eventualmente corregge punteggiatura etc in
modo che risponda all'epoca e al luogo.
All'epoca della STAMPA MANUALE convezioni tipografiche uniformi. Differenze arrivana nel
1800, stile personale dei tipografi.
Tra 1500 e 1600 grafia scrittori inglesi ESTREMAMENTE VARIA. Non c'era grafia standard, ma
gamma di possibilità cmq ristretta. Alcune varianti grafiche venivano usate raramente, e seppur
validi x resa fonetica, venivano considerati “errati”.
In tipografia idem. Alcun grafie accettabili e altre no. Cmq ortografia NON STANDARDIZZATA.
A parità di varianti diffuse, un compositori ne preferisce alcune a discapito di altre. (Do e Doe. Se
deve togliere uno spazio scriverà Do invece di Doe)
Se varianti entro limiti accettabili, anche grafia del manoscritto poteva influenzare il
compositore...tipo x rispetto.
Nel xiodo + antico di stampa manuale compositore correggeva
-maiuscole e minuscole
-corsivo
-aggiungeva interpunzione
-abbreviazioni limitate
varianti consentite sempre minori, fino a scomparire (moxon). Valido però solo per opere inglesi,
nelle altre lingue dovevano essere composte seguendo pedissequamente il manoscritto.
Stampa inglese concentrata a Londra fino alla fine delle oscillazioni grafiche, quindi maggiore
omogeneità rispetto al resto d'Europa dove i centri tipografici erano + sparsi e meno in contatto tra
loro.
Gli errori involontari di composizione dipendono per lo più da lettura difficile su scrittura difficile
da decifrare.
Gotica inglese (secretary) per il volgare e Umanistica per il latino fino al 1630, poi umanistica per
tutto. Noi oggi meno abituati a leggere secretary, ma compositori di quel tempo erano abituati.
Hinman ha dimostrato che i compositori del primo in-folio shakespeariano lavoravano con un paio
di casse di caratteri ben definite, e quindi questi set sono riconoscibili.
XVII sec oscillazioni grafiche praticamente scomparse, e cmq set di caratteri nn personali ma in
comune per tutti.
Risalire ai compositori è difficile ma molto utile xkè esercitavano grandi influenze sui testi,
sorattutto interpunzione. A volte i registri dei tipografi aiutano molto a risalire a chi ha fatto cosa.
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La correzione delle bozze
Il correttore SI FACEVA LEGGERE ad alta voce il testo mentre esaminava la prima bozza (che poi
poteva essere seguita da una seconda se c'erano da fare correzioni. All'autore veniva mostrata una
bozza pulita del foglio, cioè di entrambe le forme, per l'apporovazione finale o in caso di correzioni
la venuta di nuove bozze), NOTAVA QUINDI SOLO GLI ERRORI SOSTANZIALI, MA NON
GLI ACCIDENTALI. A meno che non avesse ruolo editoriale, controllava solo l'interpunzione e lo
stile tipografico, ma non l'aderenza allo stile grafico dell'autore.
C'era poi il rischio di introduzione di ulteriori errori sostanziali per colpa di una cattiva lettura a
voce alta, di incomprensione, fraintendimenti.
Errori di questo tipo possono nascere in dettatura del manoscritto, in composizione, o in correzione
bozze.
La correzione di bozze poteva dare origine a varianti testuali, xkè le seconde bozze servivano solo a
vedere se erano state eseguite le correzione sulle prime.
Autori introducevano cambiamenti in tipografia già durante stampa manuale 1700 diventa normale.
Correzione autore era diseguale, + attenzione su alcune parti, meno su altre.
Infine, le bozze venivano rilette in tipografia prima di dare inizio alla tiratura; a volte ulteriore
lettura durante la tiratura: si estraeva foglio a caso, si leggeva, in caso si fermava il torchio e si
correggeva.
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Fasi successive della produzione
Varianti post composizione e correzione bozze.
1-modifiche dei caratteri o lastre durante l'impressione
2-modifiche dei caratteri o lastre tra un'impressione e l'altra
3-cambiamenti in preparazione di duplicati di lastre
unità bibliografica fondamentale è LA FORMA, varianti della forma hanno rilevanza testuale.
1mo tipo
King Lear: 12 copie, 8 forme varianti in 7 dei 10 fogli. 150 modifiche sostanziali. Bozze
corrette a tiratura iniziata.
2ndo tipo
presenza va sospettata qnd sappiamo che c'è stata una ristampa, grazie a modifiche di
frontespizio, numerazione pagine etc..
casi rari prima dal 1700 xkè nn esistevano le lastre.
3zo tipo
possono o no avere importanza testuale.
Di qua e di là dell'atlantico. Edizioni usa e uk diverse, a volte viaggiavano le lastre ma spesso
ricomponevano tutto. Varianti volontarie e non. Legge sul diritto d'autore in usa del 1891, poi 1957.
Spesso modifiche x adattare al diverso mercato; tagli dovuti a pirateria, errori grossolani di ristampe
nn autorizzate; Faulkner: dialetto normalizzato. Hemingway corretto in inglese uk.
STUSSI – FONDAMENTI DI CRITICA TESTUALE x intro vedi file (google stussi fond critica
test)
VARVARO – CRITICA DEI TESTI CLASSICI E ROMANZA
Filologo romanzo ha problemi, soprattutto di traduzione, che non angustiano filologo classico.
Xò filologo classico ha i suoi. Corre il rischio, per sudditanza verso i predecessori, di rimanere
intrappolato in vecchi errori. DEVE AVERE SPIRITO CRITICO. Affrontare problema della
tradizione in modo globale e radicale.
Editori di testi classici si fissano solo sui loci critici, non fanno revisione del testo nel suo insieme.
Studio della tradizione si trasforma in studio dei loci critici.
D.Commedia, Barbi, fissò canone di 396 loci critici.
Vandelli però rinunicò a questo metodo e applicò invece quello degli SPOGLI INTEGRALI
appreso da Pio Rejna. Concentrò attenzione sul testo completo dei manoscritti più antichi e a ambì a
ricostruire una sorta di genealogia delle lezioni di ogni singolo passo che portarono ad un restauro
minuto e prezioso di dettagli affidatp al giudizio del filologo ma no chiarimento su tradizione del
poema.
Giustificazione loci critici: commedia tradizione enorme e fittissima contaminazione.
Esperienza di Giorgio Petrocchi giustifica solo in parte i loci selecti. Dimostra anche che tradizione
della commedia è difficile ma nn impossibile. Si può arrivare ad una sistemazione almeno dei piani
cronologicamente alti.
Quindi:
Barbi – loci come scorciatoia per classificazione testimoni
Vandelli – loci metodo di classificazione delle lezioni
Petrocchi – nn è questione di ridurre varianti, ridurrebbe in quantità ma nn in qualità, nn
contribuisce a qualificazione interna dei codici portatori, nn gioverebbe alla scelta di una lezione
contro un'altra.
Variante isolata è come banderuola impazzita: inquadrata nel sistema di tutte le altre varianti indica
una direzione.
Critica sull'esistenza dell'archetipo, entità teorica e fittizia che però spesso viene idealizzato e a cui
si tende come se fosse cosa vera, anche se non se ne è sicuri. Critica anche del Bedier: editori
mettono l'origine di una tradizione in un manoscritto fittizio)
Divina commedia pubblicata poco a poco non ha mai avuto un archetipo, edizione completa e
definitiva.
Tradizione senza archetipo fa capo ad una successione di autografi, come nel caso del duca di
orleans. Poesie scritte in prigionia,1415-40 poi edite: O. Poi continua a correggerle e ad aggiungere.
Stadi successivi si traggono da copie di O fatte in tempi diversi. Se si cercasse un archetipo, non si
troverebbe, e non si potrebbe trovare.
Libro de buen amor di Juan Ruiz: c'è archetipo, ma un'esemplare dei rami è servito da base per
nuova tradizione: finito il manoscritto, jean ruiz continua a lavorare non sull'autografo ma su ms
derivato dall'archetipo.
Anche Amorum libri di Boiardo ha tradizione complessa.
TRADIZIONI VICINE ALL'AUTORE MA TUTTAVIA COMPLESSE.
Differenza tra tradizioni classiche e romanze. Classiche TRADIZIONE QUIESCENTI, ambienti
limitati a lavoro di professionisti, rispettosi del testo tràdito.
Tradizioni romanze: distanza minima tra autografo e archetipo (se esiste) e testimoni conservati, nn
sempre lavorate da professionisti; scritte in volgare, lingue in fase di sviluppo, TRADIZIONE
ATTIVA.
X opere a grande diffusione tradizioni un po' attive e un po' quiescenti. Tradizione della lirica
trovadorica. Importanza scarsa del dato cronologico; cosa determinante è atteggiamento dello scriba
rispetto al testo.
TRAD. QUIESCENTE scriba è ESTRANEO la testo, RISPETTO. Magari sbaglia, attua congetture,
ma sempre al fine di un RESTAURO CONSERVATIVO.
TRAD. ATTIVA scriba considera testo attuale ed aperto, cade in corruttele a cui nessuno sfugge +
innovazioni che a suo parere rendono il testo più contemporaneo.
FABLIAUX antico-francesi (contes a rire en vers – bedier – della piccardia) presentano tradizione
di copia meccanica che di rifacimento radicale (tipo barzellette): impossibile studiarne la tradizione.
Il filologo classico può difficilmente accedere a parte più antica della tradizione, e quindi sviluppa
fiducia nell'archetipo per farne derivare tutti i testimoni. Self-fulfilled prophecy.
Se una tradizione ha settori attivi e settori quiescenti (liriche di Juan de Mena), va sfruttato questo
contrasto: stratificare cronologicamente i vari apporti testuali.
Relativizzare lo stemma: è un'astrazione quasi matematica e cmq altra cosa rispetto ad un riassunto
di storia.
L'EDITORE DEVE RICORDARE SEMPRE CHE STRUMENTO STA MANEGGIANDO.
LA lezione tardo-antica anteriore all'archetipo è solo UNA delle lezioni, ci è utile solo se rivela un
errore o conferma una congettura, inutile se tramanda lo stesso testo dell'archetipo.
Può rivelare una corruttela entrata assai presto nella tradizione ed è utile per la datazione. Oppure
potrebbe essere congettura o emendazione di corruttela esistente, corruttela a noi nota o no.
Cmq nei primi tempi la tradizione è sempre più attiva, quindi + verosimili le differenze.
Martin de Riquer – il romanzo in prosa e la diffusione della carta
A confronto con i Romans di Chretien de Troyes (romanzo arturiano di 40, 70 anni prima) nn era
così. Differnza di spazi tipografici: 5 milioni contro 180/250.000.
inoltre la loro trama è lineare, non c'è intreccio.
Giusta analisi del contesto sociale, culturale, etc, ma importante anche il contesto materiale.
Usato supporto che permetteva facilmente di tornare indietro, emendare, aggiungere. CARTA.
Inventata in cina e arrivata in europa tramite arabi, spagna e italia meridionale.
Santo domingo di silos: primi libri di carta. Breviario e messale mozarabi. Inizio sec XI.
Fragilità e minore durata, campagna anti carta da XII sec a metà XIII.
Federico II ne vietava l'impiego in atti pubblici.
Veniva detta pergamena di panno. Ma economica e quindi si usa. Notaio di genova 1154-64.
cancellerie federico II, consiglio di siena, camera apostolica papale.
Fabriano dal 1268-76.
Cancellerie non la vedono di buon occhio, ma per scrittori era molto comoda. Occupava poco
spazio, costava poco.supporto ampio, chiaro e comodo. Facilissimo da leggere e ritoccare.
Apriva insospettabili possibilità artistiche per la narrazione e intreccio avventuroso.
L.Q.MA pensabile solo se scritto su carta. Nuova visione del mondo, da eroe individuale a pluralità
di cavalieri. Scoperta dell'individuo si allarga a pluralità di individui che il romanzo mirante alla
totalità può dominare solo in prosa.
I GRANDI CICLI IN PROSA RAPPRESENTANO LIVELLO PIÙ ALTO DI SFORZO
TOTALIZZANTE DELLO STATO FEUDALE. Cambiamento di mentalità e stile con novità
materinale non è casuale. Come stampa e rinascimento.