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lingue e letterature carocci / 401

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Marco Ottaiano

«Un modo di sentire la realtà»


La traduzione dallo spagnolo letterario

Prefazione di Marco Presotto

Carocci editore Lingue e letterature


Volume pubblicato con il contributo del progetto di interesse strategico
“Interazioni e transizioni critiche” del Dipartimento di Studi Letterari,
Linguistici e Comparati dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”

1a edizione, giugno 2023


© copyright 2023 by
Carocci editore S.p.A., Roma

Realizzazione editoriale: Studio Agostini, Roma

Finito di stampare nel giugno 2023


dalla Litografia Varo (Pisa)

isbn 978-88-290-2096-6

Riproduzione vietata ai sensi di legge


(art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633)

Senza regolare autorizzazione,


è vietato riprodurre questo volume
anche parzialmente e con qualsiasi mezzo,
compresa la fotocopia, anche per uso interno
o didattico.
Indice

Presentazione 9
di Marco Presotto

Nota dell’autore. Abitanti di una piccola Babele 15

Ringraziamenti 17

1. Dalla lettura alla revisione: le sei fasi della tra-


duzione letteraria 19

2. L’ospite tradotto: le traduzioni dei titoli dallo


spagnolo all’italiano 35

3. Ritradurre i classici: due esempi dalla letteratu-


ra spagnola 47

4. L’italiano parodiato: i casi di ¡Ay Carmela! e


Venecia 61

5
5. La precarietà del tradurre: perdite onorevoli e
sonore sconfitte 73

6. Un «mosaico di citazioni»: Valle-Inclán e


l’influenza dannunziana 89

7. Divulgazioni, scouting, repêchage: l’editoria


italiana e l’affaire Galdós 105

Bibliografia essenziale 117


Un idioma es una tradición, un modo
de sentir la realidad, no un arbitrario
repertorio de símbolos
Jorge Luis Borges
Presentazione
di Marco Presotto*

La pratica della traduzione dei testi letterari dallo spagnolo


all’italiano ha conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo sen-
za precedenti, grazie all’importante spinta dell’offerta for-
mativa in ambito universitario e alle numerose occasioni di
approfondimento presenti ormai in tutt’Italia nelle modalità
più diverse. Il discorso sulla traduzione letteraria è estrema-
mente funzionale nei corsi di studio, perché offre una compe-
tenza sentita dallo studente come concreta nella sua tecnicità
ed è al tempo stesso per il docente uno strumento che intesse
relazioni fondamentali e spesso molto articolate tra la lingua
madre e la seconda lingua, alimentando le reciproche compe-
tenze. Per lo studioso, si tratta di un’attività creativa che si af-
fianca alle ricerche più dichiaratamente scientifiche, facendo
scaturire sempre percorsi ermeneutici nuovi accanto ad una
riflessione sulle modalità dell’approccio al testo, e in genera-
le sulle problematiche legate alla mediazione culturale. Al di
là del contesto formativo, il mestiere del traduttore lettera-
rio professionale è intriso di questa specificità, pur con le sue
enormi difficoltà di stabilizzazione e le complesse variabili a
cui è sottoposto. Purtroppo, l’impronta dell’editore, nella sua
capacità di intravedere progetti culturali di ampio respiro, è
sempre più rara in un mercato vertiginoso in cui il successo di
un piano editoriale è determinato solo in parte dalla qualità

* Presidente aispi (Associazione ispanisti italiani).

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marco presotto

dei testi e dei collaboratori coinvolti, ma implica dinamiche


di vendita e fenomeni comunicativi estranei o apparentemen-
te inusitati all’interno dello sviluppo di una collana letteraria.
La riproposta di traduzioni assai datate di opere fondamen-
tali per la cultura spagnola nel contesto europeo è la prova di
un interesse poco coltivato in Italia nei confronti dei classi-
ci di questa area linguistica e culturale, dove evidentemente
l’accademia ha una parte di responsabilità. L’indizio permet-
te di comprendere appieno che le dinamiche della produzio-
ne editoriale seguono canali diversi in un’ottica commerciale
che spesso è assai lontana dalle preoccupazioni del letterato
immerso nelle affascinanti problematiche della traduzione di
un’opera che crede significativa per il pubblico italiano.
Marco Ottaiano conosce bene il mondo degli editori e
le sue regole, che ha vissuto in prima persona non solo come
traduttore, e da anni riporta queste competenze nei suoi corsi
universitari. «Un modo di sentire la realtà» si presenta quindi
come un manuale che, attraverso i diversi contributi su que-
stioni specifiche, diviene il racconto sincero di un professio-
nista della traduzione che è perfettamente consapevole delle
molte forze, spesso divergenti, che influiscono nella realizza-
zione di un libro destinato a divenire un prodotto commer-
ciale che ambisce a contribuire allo sviluppo culturale della
comunità di arrivo. Ottaiano parte sempre dalla propria espe-
rienza traduttiva, per trarne empiricamente delle regole, o al-
meno un modello di condotta e una proposta metodologica
di approccio al testo da tradurre. La comprensione e l’inter-
pretazione del testo, il preciso dominio delle due lingue coin-
volte, portano alla proposta pragmatica di definizione di sei
fasi nel processo traduttivo, che introducono almeno altret-
tante competenze specifiche e non sono mai viste in un’ot-
tica astratta e ideale, ma concretamente ancorata al progetto
editoriale che precede il percorso traduttivo, e molto spesso
ne modifica in modo sensibile i tratti distintivi. Ottaiano ci
porta direttamente all’interno del suo personale laboratorio

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presentazione

di traduzione, in cui ogni scelta rimanda ad una distinta ti-


pologia di approccio, a una decisione prima di tutto meto-
dologica e poi estetica o tecnica. La questione dei titoli delle
opere, così come dei nomi stessi con cui sono noti gli autori
canonici nel nostro paese, è molto interessante a questo ri-
guardo, perché con difficoltà sarà accettata dal lettore italia-
no la nuova formulazione di un testo conosciuto tradizional-
mente in una forma, come è accaduto di recente per l’articolo
indeterminativo di La vita è un sogno, di Pedro Calderón de
la Barca, edito da Marsilio qualche anno fa, che ha scaturi-
to un dibattito molto interessante. Eppure nel titolo risiede,
per l’editore, una delle chiavi principali del possibile successo
di un’opera, ed è il luogo dove il progetto si gioca gran par-
te della sua stessa ragione d’essere in termini editoriali, cioè
una vendita significativa che ripaghi i costi e rilanci la colla-
na. I casi portati ad esempio da Ottaiano sono esemplificati-
vi dei diversi atteggiamenti del mondo editoriale (meno che
traduttivo in senso stretto) nei confronti del progetto concre-
to e delle sue possibilità di successo. Le scelte esotizzanti o, al
contrario, l’importante distanziamento dal prototesto sono
decisioni che offrono chiaramente al lettore il polso della co-
stante e inevitabile interazione tra la volontà del traduttore e
le esigenze dell’editore.
Nell’ambito della traduzione dei classici spagnoli, Ottaia-
no pone giustamente in risalto la presenza, in Italia, di un ca-
none talmente ristretto da impedire, di fatto, un accesso dav-
vero approfondito ai grandi fenomeni letterari e alla loro in-
terazione con il contesto europeo. Il caso forse più eclatante
è quello di Benito Pérez Galdós, la cui ingente e sperimentale
esperienza di scrittura è ridotta in Italia ad una presenza spa-
ruta di pochi brevi romanzi, come è il caso di Tristana, ope-
ra che ha conosciuto la fama novecentesca grazie soprattutto
al film omonimo di Luis Buñuel e alla magistrale interpreta-
zione di una giovanissima Catherine Deneuve. All’interno di
questa tendenza conservatrice di riproposta dello stesso ca-

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marco presotto

none, Ottaiano pone l’accento su quella particolare attività


che è la ritraduzione, l’aggiornamento sempre costante di una
lingua che è in continua mutazione. È molto significativo, al
riguardo, il caso riportato di San Manuel Bueno, mártir di
Miguel de Unamuno, nel contesto della costruzione dell’im-
magine dell’intellettuale in Italia, noto soprattutto come filo-
sofo e in misura molto minore per la sua attività di scrittore e
drammaturgo. Non si tratta solamente di riscrivere le tradu-
zioni cercando nuove soluzioni linguistiche più vicine al let-
tore attuale, ma anche di ripensare l’intero progetto tradutti-
vo alla ricerca di un diverso approccio finalizzato al maggiore
rispetto del significato artistico del prototesto. È quanto ac-
cade nel caso del teatro del Siglo de Oro, rappresentato da Ot-
taiano con l’esempio di La Entretenida di Miguel de Cervan-
tes, dove la scelta radicale di tradurre in prosa un testo in versi
(e polimetrico), è stata con gli anni sempre più scartata in fa-
vore di una traduzione che mantiene il verso, la sonorità e il
ritmo, fino a sperimentazioni formali a volte azzardate che si
impongono di restituire anche la rima, pur con la consapevo-
lezza che non sempre la lingua e la cultura del testo di arrivo è
in grado di accogliere appieno la struttura strofica di origine.
Il particolare statuto del testo, destinato alla rappresentazio-
ne, è poi un elemento di enorme rilevanza nell’attività del tra-
duttore, come accade con il caso esemplare di ¡Ay, Carmela!
di Pepe Sanchis Sinisterra, studiato da Ottaiano, dove si pone
il problema della traduzione dei dialoghi, termini o brevi sin-
tagmi in lingua italiana parodiati dal testo di origine, l’uso di
segni grafici e l’attenzione per la resa testuale.
Il fascino dell’attività del traduttore risiede proprio nel-
la costante tensione tra la necessità e l’impossibilità, l’intra-
ducibile e il compromesso. Ricordando l’importanza dell’in-
tertestualità, che può divenire un prezioso strumento di rico-
struzione del nuovo tessuto letterario, Ottaiano riesce a de-
scrivere questa complessità in modo ironico, alla ricerca della
complicità del lettore, riportandolo alle “perdite onorevoli e

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presentazione

sonore sconfitte”, a volte dolorose e sfacciate, che caratterizza-


no inevitabilmente qualunque percorso traduttivo. La storia
della traduzione letteraria è, in primo luogo, quella dei per-
corsi individuali e della ricerca di un metodo mai avulsa dal
contesto di realizzazione di ogni singolo progetto; questo li-
bro ne costituisce una bella testimonianza, risultando al tem-
po stesso di grande utilità didattica e fonte di ispirazione per
i traduttori del nuovo millennio.

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Nota dell’autore
Abitanti di una piccola Babele

Questo volume nasce, in primo luogo, dalla necessità di rac-


cogliere e revisionare alcune mie riflessioni sulla traduzione
dallo spagnolo all’italiano che nascevano in seno a conve-
gni accademici, volumi collettanei e partecipazioni a riviste
scientifiche, e che riguardavano essenzialmente opere di am-
bito narrativo e teatrale. L’esigenza è sicuramente quella di
provare a definire un più ampio e unitario discorso intorno a
questioni riguardanti la traduzione di testi letterari di lingua
spagnola in italiano, un discorso che potesse essere innanzi-
tutto in grado di fornire elementi relativi alle insidie che tale
operazione presenta, proprio in virtù della cosiddetta, e più
volte evocata, vicinanza fra le due lingue. Tale prossimità è
sempre capace di generare pericolosi e al tempo stesso sugge-
stivi cortocircuiti linguistico-culturali, ma è pure la causa di
una serie di luoghi comuni sulla paventata “semplicità” della
comprensione e della produzione della lingua spagnola per
un italofono, e di conseguenza della relativa semplicità nel
tradurre dallo spagnolo verso la lingua italiana. Un aspetto
secondario, ma di fatto anche inevitabile, di questo lavoro ri-
guarda poi l’analisi dell’effettiva penetrazione della letteratu-
ra di lingua castigliana nel nostro canone editoriale, un’ana-
lisi che, dati alla mano, e soprattutto per quanto riguarda la
letteratura di ambito più specificamente iberico, si fa a tratti
impietosa.
Ad ogni modo, se il disastro di Babele corrisponde, se-
condo la riflessione etimologica di George Steiner, a «una

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«un modo di sentire la realtà»

pioggia di stelle sull’umanità», risiedere in quella più piccola


e delimitata Babele che si muove fra lo spagnolo e l’italiano
rappresenta comunque un osservatorio privilegiato per lo stu-
dioso, e lo studente, che si occupa di questi aspetti secondo
diverse prospettive.
Come per una traduzione vera e propria, che non si consi-
dera mai come testo finito ma costantemente aperto e sogget-
to a revisioni finanche “postume” alla sua pubblicazione, an-
che il discorso traduttologico è suscettibile di continue mo-
difiche, di aggiornamenti e precisazioni: pertanto la ripresa
di questi testi ha comportato una serie di opportuni aggiusta-
menti, e qua e là alcune inevitabili e radicali integrazioni che
sorgono da una maggiore esperienza sul campo, dalla necessi-
tà di uniformità del volume e da una naturale evoluzione de-
gli studi contemporanei sul tema.

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