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FRANCESCO PETROSELLI

IL LESSICO
DIALETTALE VITERBESE
NELLE TESTIMONIANZE
DI EMILIO MAGGINI
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
NELLE TESTIMONIANZE DI EMILIO MAGGINI


FRANCESCO PETROSELLI

Il lessico dialettale viterbese


nelle testimonianze di
Emilio Maggini

VOCABOLARIO DIALETTALE DELLA TUSCIA VITERBESE

REFERENZE FOTOGRAFICHE:
Archivio Banca di Viterbo: foto, p. 6
Archivio Famiglia Emilio Maggini: foto, pp. 97 - 179 - 273 - 305 - 347 - 409 - 529 - 625
Archivio Mauro Galeotti: foto, prima di copertina, pp.147 - 219 561
Archivio Francesco Petroselli: foto, pp. 447
Archivio Francesco Galli: foto, p. 595
Archivio Martin Harrebek: foto autore (1° risvolto di copertina).
Le foto si riferiscono alla vita di Emilio Maggini e ad alcuni aspetti del Quartiere di Pianosca-
rano del secolo ventesimo.

© 2009 - Francesco Petroselli


Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa con qualsiasi mezzo o
in qualsiasi forma (fotomeccanica, elettronica, filmica) senza l’autorizzazione scritta dell’autore.
INDICE

Premessa del Presidente Banca di Viterbo . . . . . . . . . . pag. 7

Presentazione del Prof. Corrado Grassi . . . . . . . . . . . . » 9

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11

Documenti etnolinguistici e folklorici . . . . . . . . . . . . . » 37

Avvertenza al vocabolario dialettale . . . . . . . . . . . . . . . » 89

Abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 95

Vocabolario dialettale viterbese . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 99


7

PREMESSA


È con vero entusiasmo e con malcelato orgoglio che, a nome della


Banca di Viterbo Credito Cooperativo nella mia veste di Presidente, sono a
presentare la pubblicazione del testo, da noi fortemente voluto, che ha per
titolo “Il lessico dialettale viterbese nelle testimonianze di Emilio Maggini”.
Con tale realizzazione abbiamo inteso raggiungere un triplice risultato. In-
nanzitutto quello di riscoprire e valorizzare - perché lo meritava - l’opera let-
teraria di Emilio Maggini, già nostro socio/amministratore, ma soprattutto
scrittore di grande spessore e umanità.
Devo subito precisare che il testo non deve essere inteso come un’an-
tologia dell’opera del Maggini, ma rappresenta piuttosto uno studio appro-
fondito ed una appassionata ricerca sulla sua attività letteraria, soprattutto
nelle sue forme ed espressioni più arcaiche e linguisticamente più rilevanti.
In secondo luogo risulta essere un valido contributo al recupero del
dialetto viterbese ricorrente nel mondo contadino del quartiere di Pianosca-
rano.
Da ultimo con tale pubblicazione abbiamo voluto finalmente far co-
noscere soprattutto ai viterbesi la validità della ricerca che da anni nel set-
tore ha visto come esemplare protagonista il prof. Francesco Petroselli,
studioso viterbese, oggi anche cittadino svedese, peraltro parente prossimo
dello stesso Emilio Maggini.
L’autore, a cui mi lega da oltre 60 anni una vera amicizia e stima, ha
saputo mettere in risalto il vero significato della cultura popolare dell’Alto
Lazio con una dedizione che ci ha portato a riscoprire molti valori sociali di-
menticati e addirittura negletti della nostra terra.
Nel quadro nazionale la provincia di Viterbo, dal punto di vista lingui-
stico, costituisce infatti un’area scientificamente molto poco documentata
fino ad oggi, ad eccezione di scarsi studi che per il loro contenuto hanno
però destato l’interesse da parte dei maggiori specialisti italiani della mate-
ria.
Pertanto la presente opera, che fortemente ha voluto la Banca di Vi-
terbo nelle sue componenti tutte, oltre a costituire un riconoscimento sen-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
8

z’altro dovuto ad uno dei suoi soci, autentico scrittore viterbese, viene a col-
mare almeno in parte una riprovevole lacuna delle conoscenze dialettologi-
che e offre materiale utile per successivi studi e ricerche anche per le altre
discipline, quali ad esempio la storia della lingua italiana.
Voglio terminare rivolgendomi alla memoria di Emilio Maggini, il quale
rimane nei nostri più vivi ricordi, per un sincero sentimento di gratitudine,
perché, a mo’ di aedo, con grande umiltà contadina ha riferito di giorno in
giorno all’autore i propri sentimenti più veri, le usanze più arcaiche, le con-
suetudini, i fatti e le circostanze della propria vita quotidiana attraverso il
filtro della sua poetica ineguagliabile ispirazione.
Grazie, grazie, indimenticato poeta della nostra Viterbo e della nostra
Banca!
LUIGI MANGANIELLO
9

PRESENTAZIONE


Ho avuto in sorte la fortuna di seguire, non solo a distanza, le fasi


successive dell’elaborazione del Dizionario di Francesco Petroselli, che
viene ora presentato al pubblico. Come correlatore prima della sua tesi di
dottorato e, successivamente, della libera docenza conseguite nell’Uni-
versità di Göteborg, ambedue brillantemente superate, ho assistito alla
progressiva maturazione del progetto di dotare la comunità viterbese di
un archivio delle sue specificità linguistiche ed etnografiche, oggi in via
di rapido mutamento, se non di estinzione totale. Grazie a quest’opera, Vi-
terbo potrà d’ora in poi disporre di una sua “storia degli umili” minuzio-
samente documentata e della messa in evidenza di vicende storiche, che
nessuno storico ufficiale ha pensato di tracciare.
In questo delicato impegno, portato a termine grazie a un paziente
lavoro di scavo durato decenni, Francesco Petroselli ha avuto la fortuna,
da lui utilizzata appieno, di potersi valere delle preziosissime esperienze
personali di Emilio Maggini, illustre cittadino viterbese, depositario dei
saperi e delle minute vicende della sua piccola patria.
Il Dizionario di Francesco Petroselli non è un semplice, prezioso ar-
chivio della parlata viterbese, documentata nella fase storica che potrebbe
precedere la sua definitiva scomparsa, ma è un’opera che fa tesoro, sulla
traccia lontana ma ben percepibile da parte dei professionisti, del mo-
dello adottato in particolare dai grandi dizionari nazionali svizzeri, se-
condo i quali non si può parlare di “parole”, se prima non si conoscono
e non si sono praticate direttamente o almeno descritte le “cose”, che alle
“parole” corrispondono. In questo senso, il Dizionario di Francesco Pe-
troselli si distingue da molti altri prodotti della lessicografia dialettale ita-
liana, alla quale viene a portare un prezioso contributo metodologico, che
mi auguro possa avere in futuro il successo che si merita.

CORRADO GRASSI
Professore Ordinario Emerito di Lingue Romanze
nella Wirtschaftsuniversität di Vienna
Introduzione
11

INTRODUZIONE


Come è avvenuto in tante altre città italiane, anche Viterbo vanta nel sec. XX una
ricca tradizione locale di poeti in dialetto, dei quali Enrico Canevari (Viterbo 1861-
1947) è da considerarsi il più noto rappresentante. Appartenente ad una famiglia di
estrazione borghese, dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Roma, nel
1891 fu nominato insegnante nella Scuola professionale, diventandone direttore allor-
ché questa fu trasformata in Scuola di Arti e mestieri fino al 1929, anno del suo pen-
sionamento. Fu animatore della vita artistica e culturale dell’epoca, alternando
all’insegnamento, un’attività varia e multiforme: fu artista, scrittore teatrale, direttore
della filodrammatica S. Rosa, attore egli stesso e scenografo, poeta in vernacolo, in-
terprete della società viterbese, tradizionalista e conservatrice.
I suoi componimenti più riusciti prendono ad argomento leggende “storiche” lo-
cali, episodi biblici, personaggi tipici della sua città. Non a caso la sua raccolta, com-
posta negli anni Trenta del secolo scorso, trae il titolo dalla giovane gentildonna
Galiana, che incarna il mito di una municipalità consapevole e sdegnosa1. Non poteva
mancare l’omaggio alla santa patrona, anch’essa viterbese, cioè alla giovane eroina
santa Rosa, figura caratterizzata da una ferma volontà e da una religiosità intensa, fatta
di dedizione e di rinunce. Ben impiantati risultano anche alcuni bozzetti teatrali, che
furono portati sulla scena con buon successo di pubblico. In sintesi si può dire che la
sua esperienza poetica rappresenti l’esempio più evidente di quel tipo di letteratura
dialettale che il Croce definì “riflessa”, cioè derivante dall’ottica borghese, che porta
l’autore a scegliere a portavoce dei suoi componimenti umoristici la figura arguta e ti-
pizzata del “villano”, Meco Torso, dialettofono seminalfabeta, nel solco di un genere
letterario di ascendenza medievale2.

1
La bella Galiana ed altre poesie in dialetto viterbese, Viterbo 1961, Quatrini (II ediz., Viterbo, di-
cembre 1971, Tip. S. Leonardo; ristampa a c. di F. Turchetti, Viterbo 1980, Tip. Agnesotti).
Sulla leggenda di Galiana, vd. M.L. Polidori - A. Tiburli, La bella Galiana fra mito e leggenda, a
Viterbo e a Toledo, in “Biblioteca e Società”, VI, 1-4, 1984, pp. 48-54.
2
Vd. Le confidenze di Meco Torso (in: La bella Galiana, cit., pp. 159-164); e dello stesso contenuto,
Il lamento del villano e Ancora il lamento del villano (ibid., pp. 122-124). Tuttavia, nelle sue opere
(bozzetti, monologhi, favole, aneddoti storici, satire politiche) è scoperto il riecheggiamento dei mo-
delli romaneschi, come opportunamente rileva P. D’Achille: “A Viterbo all’inizio del Novecento
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
12

Ben diverso risulta il profilo di Emilio Maggini (Viterbo 1900-1986), agricoltore,


viterbese di Pianoscarano, il quartiere più popolare della città (con circa 1.200 ab.).
Piccolo possidente, con un modesto grado di istruzione (era in possesso del titolo di
istruzione elementare), per tutta la vita coltivò la piccola proprietà paterna, dalla quale
con solerte fatica seppe ricavare i mezzi di sostentamento per la sua non esigua fami-
glia, vivendo in condizione di certo non agiata, ma dignitosa3. Una volta pensionato,
poté dedicarsi con continuità all’esercizio della poesia, affermandosi come capofila
del gruppo di poeti raccolti nel sodalizio di Tuscia dialettale, accanto a Edilio Meca-
rini, Ezio Urbani ed altri ancora4.

l’influsso della poesia romanesca (soprattutto di Pascarella e di Trilussa) è evidentissima nella pro-
duzione di Enrico Canevari” (“Il Lazio”, in: Dialetti italiani. Storia struttura uso, a c. di M. Corte-
lazzo, C. Marcato, N. De Blasi, G. P. Clivio, Torino 2002, UTET, pp. 547-548).
3
Non sono molti i riferimenti autobiografici che si possono desumere dalle opere di Maggini (vd.
Tanto pi cumincià, in Viterbo cu le scarpe grosse, Viterbo 1972, Quatrini, pp. 11-13). La sua esistenza
non è segnata da eventi “eccezionali” e, se si esclude il servizio di leva (che espletò a 18 anni nel
1918 a Volterra), si svolse interamente nella sua città natale. Se ne allontanò raramente per parteci-
pare o a pellegrinaggi presso vari santuari o, da pensionato, a viaggi con il sodalizio Tuscia dialet-
tale per incontri con associazioni omologhe di altre regioni. Dal matrimonio con Rosa Agostini (20
settembre 1924) gli nacquero cinque figli: Bartolomeo, Giovanni, Marcello, Gemma e Giacomo,
che divenne sacerdote giuseppino. La piccola proprietà (circa 4 ettari), nella quale per decenni im-
pegnò fatica ed energie, si trova in località San Nicolao: dapprima vi coltivò cereali, misti ad olivi
e viti poi, a partire dagli anni ‛50, passò all’orticoltura. Gestì nel secondo dopoguerra una rivendita
di vino al minuto di produzione propria (‘L campanone di Viterbo aricconta. Storia dil passato di
gojaria vitorbese, Viterbo 1973, Quatrini, p. 83; La cuccagna, Viterbo 1977, Quatrini, p. 12). Come
agricoltore gli fu assegnato nel 1954 il primo premio provinciale (con medaglia d’oro) per il pro-
gresso economico e sociale (agricoltura innovativa con la bonifica del terreno e l’irrigazione a piog-
gia) e nel 1973 un premio speciale per fedeltà alla terra.
Pur essendo iscritto ai Coltivatori Diretti e alla Democrazia Cristiana nella sezione di Pianoscarano,
limitata fu la sua partecipazione alle iniziative politiche. Al contrario intensa fu la vita religiosa: ter-
ziario francescano, presidente dell’Unione uomini d’Azione Cattolica nella parrocchia S. Andrea di
Pianoscarano; fu membro della Confraternita del Sacramento nella stessa parrocchia ed ultimo se-
gretario della confraternita del Gonfalone; infine prese parte assiduamente all’Opera dei ritiri con riu-
nioni mensili nella chiesa di S. Ignazio.
La sua formazione culturale, se così si può dire, si basò essenzialmente sulla lettura del quotidiano
“L’Avvenire”, di riviste quali “Famiglia Cristiana”, “Il coltivatore”, “Vita Giuseppina”, fogli e no-
tiziari di poesia, periodici di carattere religioso. Tra gli autori preferiti che rileggeva vanno annove-
rati I miserabili, Guerra e pace, i romanzi di Alexandre Dumas, I Promessi Sposi, raccolte di poesie.
Era anche musicista dilettante: per accompagnare le canzoni in occasione di festicciole e di serenate,
suonava il mandolino o la mandola (‘L Campanone, cit., p. 44). Per le notizie biografiche riportate
in questa nota siamo debitori alla cortesia del figlio di Emilio Maggini, Giovanni, e del nipote An-
gelo. Per i riconoscimenti ottenuti ed i giudizi espressi dalla stampa, vd. le pp. 5-6 della raccolta La
Cuccagna, cit.
4
Vd. ‘L capagno. Antologia di poesie in dialetto viterbese, Viterbo 1983, Edizioni Cultura (le poe-
sie di Maggini sono a pp. 81-93). La brevissima scheda di presentazione, sebbene ampollosa, coglie
comunque l’essenza della sua ispirazione: “voce di popolo, poesia con mitria e porpora; agreste,
Introduzione
13

Come poeta fu autodidatta, alieno da imitazioni pedisseque, estraneo a riecheg-


giamenti di scuola5. In una recente antologia è stato definito il “poeta viterbese per ec-
cellenza”, non tanto perché è stato capace di trovare una sua tonalità contenuta, intrisa
di sapida ironia, e una malinconica vena evocativa, ma quanto perché è riuscito ad ele-
vare la parlata natia ad un buon livello di espressività, senza rifarsi ai modelli domi-
nanti del romanesco o lasciarsi condizionare da quelli, antichi e moderni, della poesia
in lingua6. Egli affinò via via il suo stile, imprimendo ai versi una cadenza pacata, fino
ad acquisire, attraverso l’assiduo esercizio, decoro espressivo e dignità formale, senza
cedere alle artificiosità, rifuggendo da sovraccarichi esornativi.
Nella sua poesia è possibile cogliere una naïveté spontanea, senza forzature, una
sensibilità ritmica, che si traduce in delicata musicalità; d’altro canto, era per lui abi-
tuale in ogni situazione l’impiego idiomatico della parlata materna, che fluiva dalle
sue labbra senza bisogno di pescare con fatica formulazioni adatte dal fondo della me-
moria.
Maggini deve la sua notorietà ad una produzione che, pur non essendo copiosa -
comprende tre raccolte di poesie e tre volumetti in prosa - si impone per un carattere
etico-religioso sentito, non superficiale, che appare legato più che ai riti ai valori, per-
vaso di una umanità profonda. Non condizionato da correnti, mode o modelli, il suo
percorso artistico appare delineato a cominciare dalle prime prove fino a raggiungere

una scarpetta di Cenerentola, non scarpa grossa. Liutaio e fabbro nella fucina del dialetto viterbese”
(ibid., p. 81).
Sulla semplicità e sul realismo insiste invece il giudizio espresso da Mario Menghini: “Come in
ogni poeta in lui la natura si umanizza, prende cioè i dolori, gli sforzi dell’uomo [...] a volte secca,
incisiva questa poesia di Maggini mira dritto al segno per la via più breve, con mezzi espressivi di
edificante semplicità. Non arzigogoli né frasi ad effetto, ma toni lirico-realistici sostanziano questi
componimenti dialettali del buon Maggini che colora di note nuove la vita viterbese, che egli passa
sottilmente in rassegna verberata nei suoi aspetti più caratteristici con tono semplice e penetrante”
(‘Gni mese ‛n canto: verse viterbese. Collana “Tuscia dialettale”, n° 1, Viterbo, s.a., Tipolitografia
A. Quatrini & figli, p. 7).
5
Si potrebbero sollevare dubbi al riguardo e riconoscere un preciso imput “colto” o letterario nella
composizione della raccolta ‘Gni mese ‘n canto. Infatti Maggini potrebbe aver tratto ispirazione dai
cicli scultorei che adornano i portali delle chiese medievali o dal topos letterario delle “corone dei
mesi” in versione lirico-didascalica o parodistica della poesia medievale (si pensi a Folgóre da San
Gemignano e alla replica per contrari di Cenne della Chitarra). Pur non potendola escludere, tale ipo-
tesi appare remota e, comunque, l’analogia è soltanto apparente, perché l’argomento è svolto dal vi-
terbese in tutt’altra maniera. Maggini, infatti, può aver rielaborato in maniera personale, mediante
amplificazione, gli spunti dei piccoli componimenti sui mesi che compaiono nei libri di lettura delle
scuole elementari. A commento dei componimenti sui singoli mesi l’autore riporta a piè di pagina
alcuni proverbi popolari.
6
S. Graziotti – V. Luciani, La regione invisibile. Poesia e dialetto nel Lazio. Tuscia meridionale e
Campagna romana nord-occidentale. Presentazione di U. Vignuzzi, Roma 2005, Edizioni Cofine.
Su Maggini, vd. la breve scheda critica a p. 23, la scheda biografica a p. 47 e le poesie (due com-
ponimenti), pp. 48-49.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
14

forme più mature7. Non bisogna dimenticare, accanto alla sua attività di poeta, l’im-
pegno nel “sociale”: per ventitre anni fu ininterrottamente membro del consiglio di
amministrazione della Cassa rurale ed artigiana di Viterbo, subentrando nel 1958 in-
sieme con un gruppo dirigente rinnovato, per fronteggiare un momento critico che
l’Istituto di credito stava attraversando, e vi rimase fino al 1982, stimato per l’attac-
camento, lo scrupolo, l’equilibrio e la rettitudine morale, quando decise, per motivi di
salute, di dimettersi per cedere ad altri il posto di amministratore8.
Procedendo in maniera sommaria all’esame contenutistico, cioè alla individua-
zione dei principali temi ispiratori, possiamo rintracciare un primo filone nelle poesie
di occasione, composte per festeggiare anniversari nell’ambito familiare o nella cerchia
di amici, oppure per celebrare ricorrenze pubbliche. Esempi indicativi di questa se-
zione sono dati dal componimento “Per il Cinquantesimo della Cassa rurale e arti-
giana”, che egli declamò durante la cerimonia di celebrazione dell’evento9; o anche
dalla dedica “A sua maestà Gustavo VI Adolfo di Svezia”, con la quale apre una rac-
colta e che ebbe il plauso del monarca, archeologo e cittadino onorario di Viterbo10. Per
Maggini, che non amava perdersi in parole inutili, la poesia assumeva anche una fun-
zione strumentale: ad essa egli assegnava il compito di comunicare con efficacia una
riflessione o un sentimento, di esprimere i suoi pensieri in circostanze particolari, come
quelle anzidette.
Non mancano, anzi sono numerosi, i componimenti nei quali sono rievocati con
delicatezza e liricità, sul filo della memoria, episodi autobiografici che si rifanno alla
prima infanzia, con i suoi giochi e il suo repertorio di filastrocche, e ripercorrono via
via momenti salienti delle esperienze individuali, dalla spensieratezza degli anni gio-
vanili, con l’innamoramento e le serenate, a quelli della maturità responsabile, segnati
dalla fatica del lavoro assiduo della terra, nel trascorrere ciclico delle stagioni. Oltre che
provetto agricoltore, era un attento osservatore dei fenomeni naturali: grazie alla sua

7
È autore di varie raccolte, tra le quali, limitandoci a segnalare soltanto quelle in dialetto, si anno-
verano: Viterbo al segno della Rosa. Poesie viterbesi, Viterbo 1970, Quatrini; ‘Gni mese ‘n canto:
verse viterbese, Collana “Tuscia dialettale”, n° 1, Viterbo, s.a., Tipolitografia A. Quatrini & figli; ‘Gni
tempo ha la su ‛mpronta, in edizione postuma, Viterbo 1988, Quatrini; e tre libri di prose: Viterbo
cu le scarpe grosse. Gojaria vitorbese. Con un ricordo e appunti del sac. don Pietro Schiena, Vi-
terbo 1972, Quatrini; ‘L campanone di Viterbo aricconta. Storia dil passato di gojaria vitorbese, Vi-
terbo 1973, Quatrini; La cuccagna, Viterbo 1977, Quatrini. Le sue poesie sono presenti anche in
raccolte antologiche: Cinque poeti viterbesi (Viterbo 1975, Tip. Quatrini, pp. 13-28); ‘L Capagno,
cit., con 12 poesie; La fuscella. Antologia di poesie dialettali viterbesi, Viterbo 1999, Associazione
Tuscia dialettale, pp. 305-318.
8
L. A. Calandrelli, Una banca, una storia (da quarantacinque lire a settemiliardi 218.218.165 lire),
Edizioni Cassa rurale ed artigiana di Viterbo, Viterbo 1986, Tip. Grazini e Mecarini, pp. 58, 69, 73,
82, 86, 92, 96, 100.
9
In L. A. Calandrelli, Una banca, una storia, cit., pp. 67-68; il componimento è ripubblicato in ‛Gni
tempo ha la su ‘mpronta, cit., pp. 56-57, con data: 9 aprile 1961.
10
‘L campanone di Viterbo aricconta, cit., pp. 9-11.
Introduzione
15

perizia, fornì informazioni preziose nel corso di un’indagine etnolinguistica svolta a


partire dai primi anni Settanta del secolo scorso sulla terminologia della viticoltura11.
Il suo vasto ed approfondito patrimonio di conoscenze tecniche sui cicli ergologici –
in particolare di canapicoltura e orticoltura - era frutto dell’esperienza diretta e perso-
nale, non appresa sui libri, ma accumulata grazie al lavoro quotidiano di decenni. Il suo
amore per la terra affiorava nel corso di ripetute conversazioni, ogni volta che riteneva
utile approfondire un argomento con passione e competenza. Inoltre, da questa visione
complessiva del reale il suo animo sensibile era capace di trarre spunti didascalici e
suggestioni per le sue poesie, di percepire e riesprimere le sensazioni della natura e il
senso misterioso della vita. Il lettore contemporaneo è fatto così partecipe del ritmo del-
l’esistenza di generazioni passate, in cui alla fatica quotidiana e ai momenti di serenità
si alternano inevitabilmente le lacerazioni dei lutti familiari e i traumi provocati dalla
guerra distruttrice12. Nei suoi libri troviamo rispecchiata naturalmente la sua mentalità
contadina, forse un po’ chiusa, aliena dal consumismo, attenta ad evitare lo spreco inu-
tile: appaiono sottolineati più volte i valori legati alla saggia gestione delle risorse, la
sobrietà, l’oculatezza, la parsimonia, la virtù del risparmio.
Grazie a questa semplicità e a questa aderenza, anche linguistica, alla concreta re-
altà, che egli seppe riproporre filtrata dalla sua pregnante umanità, ottenne un meritato
successo di ascolto nelle letture pubbliche delle sue poesie effettuate in varie occa-
sioni (nelle scuole, nelle sedi delle associazioni culturali, nelle radio locali ecc.). In-
somma, è comprensibile che Maggini venga generalmente riconosciuto come il
portavoce, attraverso i suoi scritti, dell’autentica tradizione locale, uno dei maggiori in-
terpreti dell’anima viterbese.
Non meno interessante risulta la produzione in prosa, larga parte della quale offre
un ampio affresco ambientale del quartiere popolare di Pianoscarano come si presen-
tava nel primo Novecento, grazie alla rappresentazione realistica di scene della vita
quotidiana, alla caratterizzazione empatica degli umili abitanti. Dallo spazio angusto
dei vicoli medievali, costellati di laboriose botteghe artigiane, risonanti di voci e di ri-
chiami, la vista si allarga allo spazio sociale della piazza: attraverso le porte civiche,
esce per le cave etrusche sulla profondità della campagna.
In agili bozzetti viene presentato al lettore un caleidoscopio di tipi umani semplici
e di personalità originali, dalla battuta pronta e arguta, protagonisti di avventure pica-

11
F. Petroselli, La vite. Il lessico del vignaiolo nelle parlate della Tuscia viterbese, I, Romanica Go-
thoburgensia XV, Göteborg 1974; II, Il ciclo colturale, Romanica Gothoburgensia XXI, Göteborg
1983.
12
Per una sommaria informazione sui ripetuti bombardamenti cui Viterbo fu sottoposta e sulle di-
struzioni apportate si possono consultare, ad integrazione della testimonianza di Maggini, S. Vi-
smara, “Cara Viterbo” Aspetti, avvenimenti e personaggi della Tuscia dal 1945 al 1985, Viterbo
1985, Union Printing, pp. 11-18 (Ricordi degli anni terribili) e B. Barbini - A. Carosi, Viterbo e la
Tuscia dall’istituzione della provincia al decentramento regionale (1927-1970), Viterbo 1988, Stab.
Litotipografico Agnesotti, pp. 98 sgg.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
16

resche, di burle sapide, di giochi di destrezza, di sfide ed epiche gare potatorie, di epi-
sodi fissati nella memoria collettiva fino ad assumere una valenza quasi di emblema13.
Così, accanto ad umili operai, dediti ai mestieri tradizionali più svariati - come
funai, canapicoltori, conciatori di pelli - fanno la loro apparizione raccoglitori di erbe
spontanee, venditori ambulanti e rigattieri, osti e muratori, ciabattini e sarti, guaritrici
e mendicanti, negozianti e sensali, frati questuanti e ladruncoli, guardie comunali e
nobili decaduti. In questa esistenza intessuta di lunghe giornate di lavoro, interrotta
soltanto dalla pausa domenicale, risaltano le grandi festività religiose celebrate spesso
con processioni, fiere di merci e bestiame, merende in campagna. Notevole spazio è
fatto alla descrizione puntuale di usanze trascorse: l’albero della cuccagna, la scam-
panata, le infiorate, le serenate, la festa di mezza estate; cui viene ad aggiungersi il
carnevale d’un tempo, con maschere spontanee, satire e balli in piazza, manifestazione
collettiva non ancora commercializzata14. Né mancano, all’interno dei componimenti,
interessanti allusioni a credenze, fino a tempi recenti diffuse tra la popolazione, con-
cernenti esseri fantastici, anime dei trapassati, licantropi, streghe, malocchio15.
Un posto di rilievo è riservato allo spettacolare trasporto della macchina di santa
Rosa, momento corale della vita cittadina, di cui viene enfatizzato il ruolo di simbolo

13
Nel presentare la raccolta La cuccagna (p. 7), Maggini scriveva: “A differenza di questi più illu-
stri, i nostri personaggi hanno infatti vissuto e lavorato con umiltà silenziosa; ma nella loro ingenuità
furono anch’essi protagonisti della loro epoca e si può dire che il loro nome corse sulla bocca di tutti
all’interno della comunità paesana, allora racchiusa nella cerchia delle mura castellane. Erano que-
sti gli interpreti estrosi di quell’inconfondibile inoffensiva “gojaria”, non disonorevole o cattiva ma
bonaria ed arguta, fonte di riso schietto, a volte – occorre riconoscerlo – inventrice pure di satire pun-
genti e scherzi “pesanti”, oppure espressione prudente di proteste rassegnate”. Numerosi episodi
sono rimasti famosi, divenuti proverbiali, il cui ricordo è tramandato per mezzo di aneddoti all’in-
terno della comunità: invidia e vendette, nozze, funerali, malattie, ubriacature solenni, scorpacciate,
satire e scherzi memorabili. Questi personaggi tipici compaiono in quasi tutte le raccolte: una car-
rellata è presentata vivacemente nella sezione “Discrizione di gente arinomata” di ‘L campanone di
Viterbo aricconta, cit., pp. 64-96 e in Viterbo cu le scarpe grosse, cit., pp. 19-20 e 23-24.
14
Nelle raccolte sono descritti: la cuccagna (La cuccagna, cit., pp. 10-11); la scampanata (ibid., pp.
25-27), le paure (ibid., p. 63), la festa di mezza estate (ibid., p. 22); le serenate (‘L Campanone, cit.,
pp. 44-45; Viterbo cu le scarpe grosse, cit., pp. 46-47); la festa di S. Antonio (‘L Campanone, cit.,
pp. 61-62), il carnevale (Viterbo cu le scarpe grosse, cit., pp. 49-50), la Pasqua (Viterbo cu le scarpe
grosse, cit., p. 32); i giochi tradizionali (ibid., pp. 27-28); le confraternite (‘L Campanone, cit., pp.
51-54; i mestieri tradizionali: es. i molini (‘L Campanone, cit., pp. 77-78); i matrimoni (La cucca-
gna, cit., pp. 35-37); i rapporti con i genitori (Viterbo al segno della rosa, cit., pp. 83-86). Non man-
cano cenni ad antiche leggende come quella dei Sette Dormienti (La cuccagna, cit., pp. 72-74),
nota anche in altri centri della provincia (ad es. Orte, Capranica) e già presente nel Corano e nella
Historia Langobardorum di Paolo Diacono.
15
Vd. cenni sul licantropo (Viterbo cu le scarpe grosse, cit., pp. 51-52); sulle fatture e i malefici
(ibid., pp. 54-55); sulle espressioni protettive o apotropaiche (‘L campanone, cit., pp. 55-56). Per un
primo approccio di carattere storico con il fenomeno delle streghe nella nostra provincia, vd. il vo-
lumetto curato da G. Breccola e M. Lozzi, Il paese delle streghe. Con un inedito processo per stre-
goneria nella Tuscia viterbese, Latera 2006, Annulli editore.
Introduzione
17

identitario16, mentre, sul ritmo della ballata, utilizzando l’immagine della campana
maggiore del palazzo comunale, sono sintetizzati momenti drammatici della vita cit-
tadina nel corso del secolo XX17.
Senza voler approfondire ancora, mettiamo in evidenza lo scoperto intento dida-
scalico e sociale manifestato con il proposito di trasmettere il patrimonio ereditario di
valori e operare da trait d’union ideale con le giovani generazioni in una continuità sto-
rica e culturale, senza soluzioni di continuità. Altro dato non secondario appare la con-
sapevolezza di salvaguardare il dialetto stesso in un periodo di veloci trasformazioni.
Così nella “premessa” a una sua raccolta18, Maggini ribadisce in maniera esplicita que-
sta sua opzione programmatica di scongiurare una perdita irreparabile:
“Avrei voluto riprodurre i suoni della parlata tradizionale viterbese, senza frammi-
schiarvi elementi del romanesco sempre più invadente (troppo spesso composizioni con-
trabbandate per viterbesi non sono altro che un ridicolo guazzabuglio di forme ibride).
Ho tenuto soprattutto a riprodurre le forme grammaticali in uso a Viterbo quando ancora
la città non aveva perduto la sua fisionomia dialettale per effetto degli sconvolgimenti
sociali e culturali derivati dalle traversie belliche e civili della prima metà del secolo. Mi
sono sforzato di rispettare una certa coerenza nell’uso delle forme, quindi.”

La dichiarata fedeltà al modello dialettale avviene anche a costo di compromet-


tere la stessa riuscita poetica, se ancora dichiara19:
“Mi sono sforzato di esprimermi con i suoni della mia parlata nativa, anche a ri-
schio di compromettere la limpidezza del verso e la sua eleganza ritmica. D’accordo,

16
Vd. la prosa La machena de S. Rosa, pp. 58-62, in La Cuccagna (ristampato in: ‘Gni tempo ha la
su’ ‘mpronta, cit., pp. 56-60) e la poesia con lo stesso titolo (Viterbo al segno della rosa, cit., p.13).
Sul culto della patrona ci limitiamo a rinviare al lavoro più recente: S. Cappelli (a c. di), Santa Rosa:
tradizione e culto. Atti della giornata di studio 25 settembre 1998, Dipartimento di storia e culture
del testo e del documento, Università degli studi della Tuscia, Viterbo 1999, Serie prima “Studi e
testi”, numero 10, Manziana, Vecchiarelli ed.
17
Ne La ballata dil campanone (‘L Campanone di Viterbo aricconta, cit., pp. 111-116) sono rievo-
cate, assumendo a voce della città e della sua aspirazione alla libertà il campanone del Comune, le
vicende più drammatiche della storia viterbese del XX secolo, a cominciare dalla resistenza popo-
lare opposta all’assalto delle squadre fasciste per giungere al secondo dopoguerra, quando i Viter-
besi, al posto del vecchio campanone con il bronzo del quale erano stati colati cannoni, decisero di
farne fondere un altro nuovo. Sull’uccisione di alcuni antifascisti succinte risultano le notizie rife-
rite in “Quaderni della resistenza laziale” n° 3 (a c. di B. Di Porto, Roma 1977, Regione Lazio, p.
13, nota 13): Tra i caduti antifascisti si ricordano “ [...] Antonio Tavani, fratello di Luigi, colpito da
tre sicari la sera del 9 luglio 1922. In una sparatoria cadde anche un viaggiatore inglese, che passava
per Viterbo in automobile: era il conte Jaromir Czernin”.
In effetti Maggini non solo era consapevole dell’importanza delle campane come manufatti artistici,
ma ne intuiva anche l’importanza religiosa e civile nell’ambito della comunità. Infatti, nella rac-
colta ‘L Campanone di Viterbo aricconta (cit., pp.15-35), provò ad abbozzare un piccolo corpus di
campane della sua città, con le relative iscrizioni e favolette onomatopeiche (ibid., pp. 21, 25).
18
Viterbo al segno della rosa, cit., p. 7.
19
Ibid., p. 8.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
18

questa nostra parlata sembra poco adatta per raffigurazioni gentili, per astrazioni e ra-
gionamenti elevati; ma basta per dire l’essenziale della nostra esperienza umana. Mo-
dificarla e violentarla non è leale e preferisco rispettarla come ce l’hanno tramandata i
padri”.

Dunque, la scelta linguistica operata non mira a conferire alle composizioni una
superficiale patina paesana e ad esprimere una compiaciuta scelta formale, dettata da
motivi campanilistici. Più seriamente, il dialetto viene considerato dall’autore veicolo
privilegiato insostituibile per trasmettere con efficacia ai membri della comunità, in
un’ottica moderatamente conservatrice ma non retriva, i princìpi portanti di un’esi-
stenza dedita al lavoro, alimentata da un profondo senso religioso e morale, in cui i rap-
porti sociali sono ispirati a sentimenti di rispetto reciproco, solidarietà e tolleranza,
corroborati dal senso della dignità e dell’onore.
Scrivendo del dialetto usato in opere letterarie contemporanee, Nicola De Blasi
afferma che “si può insomma trattare un testo come una fonte di informazioni utili,
che il dialettologo o lo storico dei dialetti saprà mettere a frutto”20. Non esitiamo ad af-
fermare che, in questo senso, Maggini rappresenta una fonte insostituibile per la co-
noscenza e lo studio della varietà linguistica, utilizzata dai ceti popolari almeno fino
alla metà del XX secolo, nella forma che appare ancora sostanzialmente immune da vi-
stosi influssi a distanza del romanesco moderno.
Occorre precisare che preziosi apporti in tal senso ci vengono non solo dagli
scritti, ma anche dalle registrazioni magnetofoniche effettuate su vari argomenti. Per
questo motivo ci è parso opportuno dare spazio nel volume, in larga parte dedicato al
lessico dialettale21, anche ad una serie di documenti etnolinguistici e foklorici inediti,
sempre comunicatici da Maggini, notevoli per la loro significatività, a cominciare da
quattro testi narrativi composti intorno agli anni Ottanta del secolo scorso. Il primo è
la traduzione in dialetto di una novella del Boccaccio, la nona della prima giornata del
Decamerone. Il testo che riproduciamo costituisce inoltre un utile termine di confronto
con una precedente traduzione viterbese22, effettuata per corrispondenza un secolo

20
N. De Blasi, “L’analisi dei testi nella storia linguistica”, in Dialetti italiani, cit., pp. 83-96.
21
Per uno studio lessicale, disponiamo soltanto di due pubblicazioni precedenti alla nostra, per le
quali si può parlare piuttosto di dizionarietti o glossari amatoriali, approssimativi (specie il secondo)
e spesso limitati alla registrazione della voce dialettale con accanto la corrispondente forma in lin-
gua: E. Urbani, Il vernacolo viterbese. Glossario viterbese-italiano, italiano-viterbese con note di
grammatica e accenni di fonetica, morfologia e sintassi, Viterbo 1999, Sette Città; V. Galeotti- F.
Nappo, Dizionario italiano-viterbese, viterbese-italiano, Viterbo 2005, Sette Città.
22
Nella seconda metà dell’Ottocento, gli studiosi italiani cominciarono a rivolgere la loro attenzione
alla lingua parlata, per il cui studio era indispensabile avere a disposizione campioni di base auten-
tici dell’uso orale. Decisero quindi di sollecitare, con la collaborazione di intellettuali o cultori lo-
cali, la traduzione di brani letterari nei rispettivi dialetti che ne permettessero la comparazione. Nel
1875 Giovanni Papanti (1830-1893) si dedicò alla prima raccolta sistematica in tutta Italia di oltre
700 campioni di differenti dialetti (651 di dialetti italiani e 52 di dialetti alloglotti), utilizzando come
Introduzione
19

prima, che assieme a quelle di altri quattro centri della nostra provincia, compare nella
raccolta pubblicata da Giovanni Papanti, allo scopo di riunire campioni autentici del-
l’uso orale, in base ai quali procedere ad una prima analisi comparativa dei dialetti ita-
liani, anche se per la sua brevità e per lo stile la novelletta boccaccesca non era certo
il testo più adatto23.
Seguono altri due testi, più estesi ed articolati questi: innanzi tutto la versione in
dialetto della Parabola del figliol prodigo (dove, per aggiungere maggior drammaticità
alla narrazione, egli arricchisce di toni realistici il dialogo del padre con il figlio mag-

testo di base la “Novella del re di Cipri” del Decamerone, la nona della prima giornata (I parlari ita-
liani in Certaldo alla festa del V centenario di messer Giovanni Boccacci, Livorno 1875). Malgrado
limiti e difetti, la raccolta offre tuttora un utile quadro complessivo della situazione linguistica del-
l’epoca. Per la provincia di Viterbo, oltre a quella del capoluogo, furono raccolte le versioni di altri
quattro centri, precisamente: Acquapendente, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo, Ronciglione. Sui
limiti della raccolta di testi dialettali per corrispondenza, vd. le osservazioni di V. Matranga, “Come
si fa un’indagine dialettologica sul campo”, in Dialetti italiani, cit., p. 64: “Oggi, un’inchiesta fatta
per corrispondenza, attraverso la quale si possono raccogliere soltanto informazioni su un dialetto
scritto da chi è in grado di attivare quel complesso di operazioni che permettano di adattare alle
norme proprie della scrittura un codice tipicamente orale, e per di più calcato su forme linguistiche
statiche e/o prestigiose - come nel caso della lingua evangelica o delle novelle boccaccesche -, non
è più praticabile per gli interessi della dialettologia moderna, orientati a perseguire le caratteristiche
proprie del parlato e le dinamiche tipiche della comunicazione orale”.
23
Altre due versioni meno note della novella, rispettivamente nel dialetto di Soriano nel Cimino e
in quello canepinese risalenti all’inizio del Novecento, si devono all’iniziativa di un altro eminente
studioso, Ernesto Monaci (1839 – 1918), che fu ordinario all’Università di Roma, autore di autore-
voli studi in vari campi della filologia romanza, soprattutto dell’italianistica, cofondatore nel 1901
della Società Filologica Romana. Dapprima prese l’iniziativa di pubblicare una serie di manualetti
destinati alla scuola, per facilitare l’apprendimento della lingua nazionale a partire dal dialetto. Nel
1903, con una lettera circolare invitò “tutti i maestri della provincia di Roma” a collaborare inviando
la versione in dialetto locale della novella del Decamerone, in modo da poter completare la raccolta
Papanti almeno per la regione laziale. Per Soriano nel Cimino sappiamo che il segretario comunale
e storico locale Achille Ferruzzi (1842-1918) accolse l’invito, pubblicando poi la traduzione assieme
al testo della lettera di Monaci in un raro opuscolo: Dischi fonografici, Viterbo, Tip. Cionfi, 1907.
Copia della traduzione nel dialetto di Canepina, redatta presumibilmente nello stesso periodo, è stata
da noi edita in L. Cimarra - F. Petroselli, Contributo alla conoscenza del dialetto di Canepina con
un saggio introduttivo sulle parlate della Tuscia, Civita Castellana 2008, Tip. Punto Stampa, pp.
180-184. I dati relativi alla raccolta, nonostante alcune deprecabili (e forse irrimediabili) sottrazioni
o perdite, sono ora consultabili nell’Archivio della Società Filologica Romana, attualmente conser-
vato presso la Biblioteca Angelo Monteverdi (Centro Interdipartimentale di Servizi per gli studi fi-
lologici, linguistici e letterari dell’Università “La Sapienza” di Roma) [vd. Monica Carzolari, a c.
di, Il fondo archivistico Ernesto Monaci (1839-1918) e l’archivio storico della S.F.R. (1901-1959),
Roma 2005, Società Filologica Romana, supplemento a Studj Romanzi, I, n.s.: Fondo archivistico
E. Monaci, p. 107, n. 492, Ferruzzi Achille (“due lettere, 16 mar. 1907; 15 gen. 1909. Allegati: alla
lettera n. 2, “versione della nov. I, 9 del Boccaccio nel dialetto di Soriano al Cimino”); Archivio
della Società Filologica Romana, p. 319 (busta 7 - 198. Pubblicazioni) - s.fasc. I “Novella I, 9 del
Decameron di Giovanni Boccaccio tradotta nei parlari del Lazio”: corrispondenza e manoscritti,
1903-1904)].
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
20

giore) e inoltre quella dell’episodio della samaritana24. Tuttavia, nel nostro caso, Emi-
lio Maggini, non si limita a tradurre, come troppo spesso avviene in occasioni analo-
ghe, i testi evangelici pedissequamente alla lettera, quasi in meccanica traslitterazione,
ma si sforza di riesprimere in veste idiomatica lo spirito della vicenda, adottando senza
forzature il tono popolare, dando prova di notevole sensibilità metalinguistica. Libe-
randosi dalla suggestione esercitata dal modello prestigioso, conferisce alla narrazione
un andamento naturale tramite il ricorso a particolari realistici, arricchendo il dialogo
di espressioni tipiche, interiezioni, cliché, locuzioni fisse25. L’ultimo testo della se-
zione, composto sullo schema della tenzone medievale, di cui rimane eco nelle gare dei
poeti improvvisatori26, l’acqua e il vino personificati si esprimono con la voce bona-
ria e saggia di due popolani che, argomentando in contrasto, ne esaltano le rispettive
virtù.
A seguire, presentiamo poi una serie di brevi documenti orali, forniti in maniera
spontanea da Maggini nel corso delle conversazioni. Pur avendo inserito le voci in essi
contenute nel vocabolario sotto i rispettivi lemmi, abbiamo ritenuto opportuno presen-
tarli in una sezione a sé per blocchi omogenei, in quanto utilizzabili per altri tipi di ri-
cerche (demoiatria, farmacopea, etnobotanica, e così via). Questi etnotesti liberi27, spesso

24
Più ampio ed articolato di quello boccaccesco risulta il testo evangelico della Parabola del figliol
prodigo (Luca 15:11-32), che era già stato adottato nel 1853 da Bernardino Biondelli (1804-1886).
La sua opera fu proseguita da Ugo Pellis (1882-1943), che, nelle sue inchieste sul campo per la rac-
colta di materiali per l’Atlante Linguistico Italiano, ne sollecitò dagli informatori la traduzione nel
loro dialetto. E, ancora negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, la Discoteca di Stato ne pro-
mosse un’ampia raccolta di versioni in tutta l’Italia, anche se sono intuibili i rischi e limiti del pro-
cedimento adottato di traduzione dall’italiano letterario in dialetto.
25
Qualche citazione esemplificativa: ricorrono il pron. valtre, i sost. cióco, bbòcche, zzucca che de-
signa l’ortaggio svuotato e secco usato come recipiente, ordégne e palazzétto; l’agg. gójjo e il deri-
vato ngojjisse; i verbi assomijjà “rassomigliare”, tralassatà e guernà; il tecnicismo: toccà e gguernà
li bbèstie; l’inter. guardarònne; le espressioni: annà ffurestièro; annarae a ccattanno; lo lassòrno
cóme ddòn Farcuccio; ntanto lo stómmeco li carujjava; è aridutto a li peluce; sto scialacquóne gójjo
sènza capòccia; magnòrno a ccrepapanza; carestìa da cane, terribile.
26
Con il termine di tenzone si intende “una serie (due o più) di componimenti che si scambiavano
due o più rimatori su un medesimo oggetto del contendere” (Dizionario di linguistica, Torino, Ei-
naudi, 1994, s.v.). Sul fenomeno della poesia all’improvviso in generale, vd. G. Kezich, I poeti con-
tadini con saggio Cantar l’ottava di M. Agamennone, Roma 1986, Bulzoni editore; per la situazione
nella provincia, vd. D. Alessandrini, Le ottave della prigionia, introduz. di A. Ricci, bibliografia di
G. De Giovanni, Viterbo 1985, Consorzio delle biblioteche di Viterbo; G. De Giovanni- A. Ricci (a
c. di), Ottava rima e improvvisazione popolare, Viterbo 1988, Tip. Quatrini. Per la Tuscia, poesie in
ottava rima di argomento agropastorale si possono leggere in: P. Trapè detto Magone, Un fonte in
mezzo a un prato. Poesie di un pastore, a c. di R. Cordovani e R. Vincenzoni, Montefiascone 1982,
Centro Iniziative Culturali [Grotte di Castro, Tipolit. C. Ceccarelli] (alle pp. 163-169, Contrasto tra
padrone e garzone, a. 1882). Più attuali nei contenuti e con spunti di protesta sociale sono le ottave
di N. Baldini (poeta contadino), Quando la libertà è troppa, Viterbo 1979, Union Printing.
27
Con il termine tecnico di “etnotesto” si indicano quei “testi orali che rappresentano un’espres-
sione autonoma della cultura di una comunità linguistica”, cioè consistenti, come nel caso di Mag-
gini, in “ricordi autobiografici, testimonianze di usi e di tradizioni, descrizioni di oggetti e di teniche
Introduzione
21

di tono autobiografico, in genere di limitata estensione, sono stati da noi suddivisi, per
comodità del lettore, in tre sottogruppi secondo l’argomento. Lungi dal rappresentare
mere curiosità, forniscono preziose informazioni sul modo di vivere e di pensare: in altri
termini, esprimono aspetti significativi della cultura (in senso antropologogico) indivi-
duale di Maggini e, per suo tramite, di quella della comunità di appartenenza.
Nella società preindustriale di matrice agropastorale, nella quale vigeva, oltre alla
mancanza di servizi, un atteggiamento di diffidenza verso la scienza medica ufficiale,
assumeva notevole valore la medicina popolare. Erano le mammane ad assistere le ge-
stanti durante il parto; le guaritrici o i santoni, in possesso di un patrimonio di rimedi,
praticavano semplici interventi, usavano preparati naturali (pozioni, polveri, decotti,
eluttuari, sciroppi). Si trattava di una conoscenza empirica, intrisa di magia, che deve
essere messa in rapporto alla situazione, oltre che socio-economica, sanitaria del quar-
tiere e dei ceti popolari in genere28. I tipi di intervento riguardavano innanzi tutto ma-
lori, affezioni leggere e temporanee, ma potevano essere applicati anche a forme
morbose più gravi come infiammazioni, otite, porri, lussazioni, odontalgia, infezioni,
ferite, itterizia, reumatismo, polmonite, dolor di ventre, raffreddore, rachitismo, orec-
chioni, bronchite, ecc. Oltre alle erbe medicinali, compaiono utilizzate anche altre so-
stanze come ragnatele, orina, pidocchi29.

ergologiche” (Dizionario di linguistica, cit., pp. 291-292, s.v.). Quindi esso può essere più general-
mente inteso con Sabina Canobbio come “produzione spontanea ed autonoma del parlante, espres-
sione della sua cultura e quindi della cultura della comunità a cui appartiene”. Nel nostro caso noi
utilizziamo “etnotesto” nel senso di “testimonianza sul modo di essere, di vivere, di lavorare”, men-
tre consideriamo a parte altri etnotesti costituiti da formalizzati o semi-formalizzati elencati a sé (nel
raggruppamento dei documenti folclorici) o immessi nel vocabolario (proverbi, modi di dire, espres-
sioni fisse, ecc.). Il concetto è stato approfondito in varie occasioni da Sabina Canobbio (vd. “Al di
là della raccolta dialettale: etnotesti e documentazione ergologica nell’ALEPO” in: Atlanti regionali:
aspetti metodologici, linguistici e etnografici, Atti del XV convegno del CSDI 19, Pisa, Pacini
1989:83-111).
28
La situazione igienico-sanitaria dei quartieri popolari di Viterbo, alla fine del XIX secolo ed agli
inizi del successivo, non doveva differire da quella degli altri centri minori della Tuscia. Maggini ce
la tratteggia brevemente, senza remore o autocensure, in Li guardie del piscio (‘L campanone di Vi-
terbo aricconta, cit., pp. 39-41): “A la fine dil secolo vecchio e sul principio del nostro, nun c’erano
li commidità chi ci sò adesso. L’acqua a casa ‘n ci ll’iva gnuno, solo quanno pioviva; lu sciacqua-
toro pi buttà l’acqua sporca ci nn’ereno pòche; ‘l lococòmmido pure adèra ‘na cosa rara: quarcuno
c’iva ‘l butto difòra a la finestra da ‘na parte, attappato a la mejo cu ‘n guperchio di legno, e pi con-
fonna quell’odoraccio pi quanno s’affacciavono da la finestra, ci tiniveno ‘l vase di giragne, e tutte
l’artre buttaveno giù ‘nvece da la finestra su’ la strada”. Il quadro non è esagerato. A conferma e ad
integrazione si può vedere il cap. “I servizi igienici all’inizio del secolo”, in Zibaldone viterbese.
Folklore e vecchie cronache curiosità storiche e arte (a c. di E. Corsi, A. Giannotti, Matus Alemme),
Viterbo s.a. [1974?], Quatrini A. & figli, pp. 75-77.
Con informazioni desunte da atti conservati all’Archivio di Stato di Viterbo è lo studio di A. Porretti,
Magia, alchimia ed erboristeria in protocolli notarili del XVI secolo, Quaderno n° 5 allegato a “Bi-
blioteca e Società”, III, 4, 1981, pp. 20.
29
In mancanza di un’opera specifica sulla medicina popolare viterbese, dati parziali e circoscritti ad
alcune località della provincia si possono desumere da: AA.VV., I semplici. Rimedi popolari aque-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
22

A loro volta, credenze e superstizioni occupano nella tradizione locale un campo


vastissimo, spesso descritto rapsodicamente da dilettanti, che meriterebbe invece l’at-
tenzione dell’antropologo storico. Troviamo citate le streghe (con un’interessante ri-
serva sulla loro reale esistenza), accanto ad esseri fantastici e spiriti dei trapassati; né
mancano riferimenti ad altri temi che in progresso di tempo sono caduti in disuso: dalla
modalità seguita nella imposizione di nomi di battesimo, alle previsioni meteorologi-
che, che assumevano una rilevanza particolare per i pastori e gli agricoltori, dato che
svolgevano gran parte dei loro lavori in aperta campagna; alle cautele da adottare du-
rante la gestazione e la gravidanza, fase critica nella vita di una donna, stante l’elevata
mortalità infantile e la numerosità dei casi di decesso per puerperio.
Sotto la rubrica ‘Usanze e consuetudini’ è stata raggruppata una eterogeneità di
testi, che riguardano “le opere e i giorni”. Appare evidenziato il rilievo economico rap-
presentato, soprattutto nella alimentazione dei ceti più poveri, dalla raccolta di erbe
spontanee eduli accanto a bacche, funghi ecc., dieta che veniva integrata con la con-
sumazione di rane, granchi, gamberi e pesci catturati con la pesca di frodo nei ruscelli,
nonché di uccelli e piccoli animali che venivano presi con trappole e lacci. Si aggiunge
poi un inventario di altri fenomeni: dalla religiosità popolare e dalle feste, un tempo
molto più frequenti nel corso dell’anno, pause benvenute, che interrompevano la fatica
del lavoro (ad es. calendimaggio, ferragosto, ottobrata), ai punti nodali del ciclo della
vita umana (nascite, matrimoni, morti), ai giochi infantili praticati nelle strade rionali,
ai contratti agricoli che regolavano i rapporti di lavoro. Troviamo cenni agli scongiuri,
anche per allontanare gli insetti parassiti che minacciavano la vigna o le coltivazioni
in genere (tentativi di stornare le forze negative); alle scampanate di dileggio ai vedovi
che convolavano a nuove nozze, usanza che evidenzia il peso del controllo sociale; ai
pronostici agricoli (per es. dalla forma degli acini o dall’aspetto dei cereali), che rap-
presentavano risposte rassicuranti nelle aspettative della famiglia contadina. Un gruppo
di testimonianze concerne avvenimenti locali e fatti di vita quotidiana: anzitutto i la-

siani, ricerca coordinata da L. Amici, Comune di Acquapendente, Viterbo 1991, AEMME Grafica;
Ead., Medicina popolare della Teverina, ASSINTEC, Collana di storia, tradizioni, folclore 2, Viterbo
1992, Union Printing; P. M. Guarrera, Il patrimonio etnobotanico del Lazio, Censimento del patri-
monio vegetale del Lazio, n° 1, Roma 1994; P. M. Guarrera, G. Forti, S. Marignoli, G. Gelsomini,
Piante e tradizione popolare ad Acquapendente, Quaderni del Museo del fiore n° 2, Acquapendente
2004; M. Casaccia - C. Pozzi, Sui nomi dialettali delle specie floristiche spontanee e coltivate. Loro
ambiente di diffusione sul territorio comunale di Bolsena e utilizzazioni tradizionali, in “Bollettino
di Studi e ricerche”, Bolsena, Biblioteca Comunale di Bolsena, VI, 1991, pp. 123-152; S. Magrini,
Infusi, tisane, acqua di rose: tradizione popolare e scienza, in “I riti del fuoco e dell’acqua nel fol-
clore religioso, nel lavoro e nella tradizione orale”, (a c. di A. Achilli e D. Bertolini), Roma 2004,
EDUP, pp. 257-272 (lavoro incentrato su Bomarzo). Per una subarea umbra, vd. G. M. Nardelli,
Cultura e tradizione. Demomedicina nell’Alta Umbria, Provincia di Perugia, Perugia 1987. Come
utile termine di confronto rimandiamo al vecchio, ma per certi versi ancora valido, lavoro di Z.
Zanetti, La medicina della nostre donne. Studio folk-lorico premiato dalla Soc. Ital. di Antropolo-
gia. La psicologia delle superstizione, lettera del sen. P. Mantegazza, Città di Castello 1892, S. Lapi
Tip.-editore (ora disponibile in ristampa a c. di Il Formichiere sas, Sant’Eraclio di Foligno 2007).
Introduzione
23

vori agricoli, di cui Maggini aveva esperienza diretta perché coltivatore (vd. ad es. il
riferimento alla fertilizzazione del terreno con il letame prezioso che si raccoglieva),
come pure i mestieri artigianali: si pensi al prestigio di cui godeva la figura dell’arti-
giano, dal momento che svolgeva un ruolo fondamentale in una economia di sussi-
stenza e all’interno della comunità (il fabbro produceva o riparava aratri ed altri attrezzi
di lavoro; il maniscalco ferrava le bestie, correggendo difetti e malformazioni della
zampa o curando lesioni e malattie)30.
Segue una sezione dedicata a diversi prodotti riconducibili a forme del folklore
orale. Purtroppo manca per il capoluogo di provincia una raccolta folklorica comples-
siva, anche se sono disponibili i risultati di indagini parziali effettuate in un certo nu-
mero di centri minori31. Ad aggravare la situazione, si aggiunga la difficoltà di reperire
articoli (di qualità variabile) dispersi in quotidiani, bollettini e riviste locali, numeri
unici effimeri, manifesti, calendari, pieghevoli stampati in occasione di sagre e feste,
ecc.32. I testi folklorici, che Maggini ci ha fornito, fissati dalla tradizione e facenti parte
del patrimonio spirituale collettivo, sono stati da noi suddivisi in due sottogruppi, ri-
spettivamente afferenti al mondo degli adulti e a quello dell’infanzia. Occorre preci-
sare che essi non sono stati da noi raccolti in maniera sistematica, cioè nel corso di
una ricerca tematica appositamente strutturata, ma durante libere conversazioni in ma-
niera spontanea, sul filo del discorso. Si tratta, dunque, di materiali parziali; tra l’altro
c’è da segnalare che sono assenti citazioni di ottave, che si componevano in maniera
estemporanea nelle gare di poesia a braccio, tradizione che nella Tuscia, soprattutto
nella subarea maremmana, è rimasta vitale fino a tempi recenti.
Stornelli e strambotti costituiscono una categoria di formalizzati relativamente
numerosa (97 testi), che Maggini ben ricordava, poiché, essendo suonatore di mando-
lino e mandola, aveva fatto parte da giovane di piccoli complessi musicali, che si esi-
bivano in occasione di festicciole, serenate, veglioni di carnevale. Questi formalizzati,
sicuramente tra i più diffusi e numerosi nella nostra area, un tempo venivano intonati

30
Precise testimonianze sull’utilizzazione del letame come fertilizzante, si possono leggere in F. Pe-
troselli, La vite, cit., vol. II, parr. 336-341, pp. 267-277. Per rapidi bozzetti sui vecchi mestieri, vd.
A. Apolito, Viterbo nei suoi mestieri, Viterbo 1997, Banca di Credito Cooperativo.
31
Con l’intento di offrire un primo orientamento bibliografico, indichiamo alcune monografie etno-
folkloriche che riguardano centri della provincia: C. Nanni, Ischia di Castro: Terra uomini case, Vi-
terbo 1979, Edizioni Cultura; S. Cecilioni, Contributo allo studio delle tradizioni popolari di
Tuscania, Biblioteca comunale di Tuscania, Comune di Tuscania, Quaderni della Biblioteca comu-
nale, num. primo, [Grotte di Castro 1998, Tip. Ceccarelli] (rielaborazione della tesi di laurea). Una
ricca raccolta commentata è costituita da: M. Arduini, M. D. Leuzzi, M. G. Palmisciano, Tradizioni
orali a Bomarzo. Alcuni repertori di ricerca, Viterbo 1983, Union Printing. (comprende: proverbi,
blasoni, wellerismi, chiapparelli); M. Cangani, Vox populi. vox Dei, Centro Ricerche e Studi, Ron-
ciglione 1998, Tip. Grafica 2000 (raccolta eterogenea di testi folklorici: proverbi, modi di dire, stor-
nelli e canti, filastrocche, aneddoti, cantilene per accompagnare i giochi, ecc.).
32
Q. Galli, Bibliografia della cultura popolare dell’Alto Lazio 1945-2000, Consorzio per la gestione
delle biblioteche, Biblioteca di Studi Viterbesi VII, Viterbo 2001 [Tipolit. Quatrini].
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
24

in varie situazioni: accanto agli stornelli, con i quali si esprimevano i sentimenti deli-
cati nei confronti della donna, c’erano quelli a dispetto di contenuto ingiurioso e
osceno, con i quali si dava sfogo al rancore, quando si subiva un rifiuto o un tradi-
mento o quando un rapporto si interrompeva; quelli di lavoro che accompagnavano la
dura fatica dei campi (per es. l’olivatura, le mietitura, la vendemmia, la raccolta delle
nocciole e delle castagne) oppure l’operazione del bucato nel lavatoio pubblico o sulle
rive dei ruscelli, la spannocchiatura durante la veglia nei cascinali, oppure le bevute al-
legre all’osteria con sfide tra vari cantori, ed infine più in generale nei momenti di
festa33. Insieme ai canti, elenchiamo battute e tiritere contenenti allusioni maliziose, un
tempo d’uso piuttosto frequente nella comunicazione quotidiana. Seguono le fila-
strocche, con espressioni e testi legati a funzioni fisiologiche, dove spesso non si ri-
fugge dalle espressioni drastiche e scatologiche, che all’interno delle classi subalterne
non erano ritenute sconvenienti, immorali, come invece avveniva secondo l’ottica pru-
riginosa nel ceto della borghesia bempensante. Alcune battute e canzoncine lasciano
trasparire più evidenti contenuti socio-politici di tono contestatario o di sommesso
scontento34. Potrebbero apparire trascurabili i brevi formalizzati costituiti dai gridi di
venditori ambulanti o da testi pubblicitari legati al commercio: essi tuttavia forniscono
utili informazioni di tipo socio-antropologico sul rapporto esistente tra categorie al-
l’interno della comunità.
Una categoria molto ricca ricorrente nella comunicazione orale all’interno di ogni
centro è quella degli indovinelli, che vengono citati con intento didattico e ludico, qui
rappresentata da una ventina di esempi. Un tempo erano spesso argomento di vere e
proprie gare di acume e di intelligenza anche tra adulti, per es. durante la veglia, se-
condo una tradizione millenaria che rimanda alla soluzione di enigmi rituali e, in se-
guito, ai raffinati giochi delle corti. Anche in questo caso la formulazione ambigua,

33
A parte le raccolte ottocentesche di F. Nannarelli (Studio comparativo sui canti popolari di Arlena,
Roma 1871, Tip. E. Sinimberghi) e di A. Marsiliani (Canti popolari dei dintorni del Lago di Bol-
sena, di Orvieto e della campagne del Lazio, ristampa anastatica dell’ediz. di Orvieto 1886, Bolo-
gna, Libreria Editrice Forni, 1968), ricordiamo quella di G. Zanazzo, pubblicata nel 1910, nella
quale compaiono stornelli di Bomarzo, Capodimonte e Latera (opera ora disponibile nell’ediz. cu-
rata da G. Vettori: G. Zanazzo, Canti popolari di Roma e del Lazio, Roma 1977, Newton Compton
edd.). Nella seconda metà del secolo scorso sono state edite per varie località della provincia pic-
coli corpora di stornelli, strambotti ed ottave. Per Montefiascone: Circolo Arci di Montefiascone (a
c. di), Aspetti della poesia popolare a Montefiascone, Viterbo 1979, Union Printing; per Ronci-
glione: A. Anzellotti, Lisandrina. Stornelli e rime popolari, Ronciglione, fasc. I s.a. [1991], fasc. II
s.a., Tip. Spada; per Valentano: R. Luzi, “Le Valentanese”. Stornelli popolari raccolti a Valentano,
Comune di Valentano, 1986 [Empoli, La Toscografica]. Molti stornelli sono presenti nel lavoro di
Cecilioni (Contributo, cit., pp. 119-151).
34
Una messe di canti politici e di protesta sociale è stata raccolta da chi scrive, in collaborazione di
Luigi Cimarra, in una indagine svolta intorno agli anni ‘80 del secolo scorso, soprattutto nel basso
viterbese. Tuttavia tra i materiali, rimasti fino ad oggi inediti, figurano anche testi registrati nel ca-
poluogo di provincia e risalenti agli anni 1920-22.
Introduzione
25

talora scabrosa, non era soggetta a censura35:


Chi la fa, la fa pe vvénne; / chi la cómpra, nu ll’addòpra; / chi l’addòpra, nu la vénne.
La cassa da morto.
C’èra na vòrta Marcàccio, / ll’éva lóngo quanto m bràccio: / quanno lo tirava fòra, /
li gocciava la mazzòla.
Il ramaiolo.
La sottocategoria di testi religiosi elenca alcuni esempi di preghiere non ufficiali
tra le molte tramandate oralmente nell’ambito familiare, di madre in figlia36; cui sono
aggiunti alcuni scongiuri con valenza magica, che rappresentano una riposta al timore
del negativo, per esorcizzare una presenza nociva. Un tipo di formalizzati sfruttato, in
passato più di oggi, nello scambio orale è quello che va sotto il nome di wellerismi. Si
tratta della citazione proverbiale di enunciati fissi sotto forma di discorso diretto, at-
tribuito ad un personaggio reale o fantastico37:

35
Giusto quanto asserisce G. R. Cardona (Introduzione, cit., p. 97; vd. anche pp. 200-203): “buona
parte dell’insegnamento anche linguistico avviene non in forma diretta (per es. con la ripetizione a
memoria, di cui si è detto) ma in forme indirette: un mezzo usato in molte culture è l’indovinello,
che è al tempo stesso un esercizio di memoria e un concentrato di conoscenze simboliche e lingui-
stiche”. Il ricco repertorio è giocato di solito sull’equivoco verbale, su una voluta ambiguità, su sot-
tili accorgimenti linguistici: prevale il doppio senso allusivamente osceno mediante associazioni
verbali e simboliche, che hanno attinenza alla sfera fisiologica o sessuale. Per un esempio di prove
per enigmi, si legga il celebre capitolo “Astuzia di Bertoldo nel tornare innanzi al re nel modo ch’ei
gli aveva detto” (G. C. Croce, Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Le piacevoli ridicolose semplicità
di Bertoldino. Col Dialogus Salomonis et Marcolphi e il suo primo volgarizzamento a stampa, in-
troduzione, commento e restauro testuale di P. Camporesi, Torino 1978, G. Einaudi ed., pp. 33-36).
Da parte degli storici delle religioni e degli antropologi è stato ripetutamente sottolineato il valore
sacrale e rituale rivestito dagli enigmi nel mondo antico (come anche nelle culture arcaiche attuali):
“Le oscure metafore e gli enigmi di cui erano colmi i vaticini era tutt’altro che un gioco, essi dove-
vano venir intesi e risolti per la salvezza degli uomini e degli stati. Nel proporli e risolverli, nell’in-
dovinarli, stava tutta la scienza della divinazione” (A. Seppilli, Poesia e magia, Torino 1962, G.
Einaudi ed., p. 302).
36
M. Brizi, A fulgure et tempestate. Ricerca sulle feste, i riti e le tradizioni della cultura popolare
tra Lazio, Umbria e Toscana, Proceno 1990, Edizioni Pro loco [Grotte di Castro, Tip. C. Cecca-
relli]. Una ricca raccolta, ancora inedita, di orazioni popolari e canti religiosi paraliturgici, che copre
una buona parte della provincia, è stata da chi scrive, insieme a Luigi Cimarra, realizzata negli anni
1975-1995 con recuperi e ricontrolli in periodi successivi.
37
Il wellerismo è un sottogenere del proverbio, che trae nome da Samuel Weller “un personaggio dei
Papers of the Pickwick Club di Dickens, che amava appunto esprimersi in questa forma: il prover-
bio è messo in bocca ad un personaggio, uomo o animale o anche oggetto personificato” (G. R. Car-
dona, Introduzione all’etnolinguistica, Bologna, 1976, Il Mulino, p. 195). E ancora “espressione
attribuita a un personaggio più o meno noto con la formula come diceva, come disse” (B. Miglio-
rini, Dal nome proprio al nome comune. Ristampa fotostatica dell’edizione del 1927 con un sup-
plemento, Firenze 1968, Leo S. Olschki Ed., Suppl. p. LXXVIII, s.v. Weller). Per l’analisi formale,
vd. A. M. Cirese, Wellerismi e micro-récits, in “Lingua e Stile” 5, 1970, pp. 283-292. Possiamo di-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
26

“Scàrzeme tarde e rricàrzeme prèsto”, la vita dice.


“Ècchece vé!, è sségno bbrutto”, disse l ròspo, quanno vidde appinzutà la canna.
“Èccoce qquà”, disse Cicòria, “una cóme qquésta m m’èra mae capetata!”
Vale la pena segnalare che nella raccolta numerose battute proverbiali di questo
tipo sono attribuite non solo a piante o animali personificati, ma soprattutto a noti per-
sonaggi locali, designati con soprannome, evidenziando un gusto per la citazione ri-
petuta che facilita la trasmissione nel tempo. Invece il chiapparello, costruito sullo
schema di botta e risposta, tendeva a sorprendere, ingannare, stupire qualcuno con una
sintetica formulazione inattesa di tono scherzoso. Esso assumeva un tono drastico, ta-
lora scatologico:
“Annam’a Rróma” / “Col zacco e la coróna”.
“C’è l zóle e ppiòve, / chi mmàgneno li bbòve?” / “Ll’èrba!” / “La bbócca tua pièna
di mmèrda”.
“Dó vae?” “Fòra” “Ll’òcchje!”
Il secondo grande raggruppamento presenta il folklore infantile, ovvero utiliz-
zato da e con bambini.
Anche per questo settore folklorico manca nella nostra provincia un lavoro d’in-
sieme, pur essendo stato oggetto di alcuni importanti studi parziali38. Appartenenti al
mondo dell’infanzia sono naturalmente le ninnenanne e le filastrocche riferite a fun-
zioni e movimenti del corpo, con l’intento pedagogico di avviare il bambino alla co-
noscenza di sé, del proprio corpo e delle sue parti. In esse si ripropongono i modi

stinguere tra “wellerismo scherzoso in cui l’autorità invocata è puramente pretestuosa, e quello in
cui c’è un nesso non arbitrario tra il protagonista del wellerismo e le sue parole”; quest’ultima com-
prende i wellerismi che “hanno effettivamente le caratteristiche di microracconto” (Cardona, Intro-
duzione, cit., p. 196).
38
Segnaliamo di seguito le principali pubblicazioni sul folclore infantile: B. Blasi, Detti e giochi del
passato sui ritmi della canzone popolare, Bolletino dell’anno 1987 della STAS, Suppl. n° 16 alle
“Fonti di storia cornetana”, pp. 191-224 (proverbi calendariali, filastrocche, conte, tiritere, raccolta
di stornelli); L. Cimarra (a c. di), Pizzo pizzo ragno. Documenti di folclore infantile, Comune di Ca-
nepina, Quaderni di ricerca e documentazione n° 1, s.l. [Viterbo] 1985, Union Printing; Q. Galli, Tra-
dizioni orali della Teverina: ninne-nanne, filastrocche, racconti ed altro, Collana di storia, tradizioni,
folclore 1, ASSINTEC, Viterbo 1992, Union Printing; M. R. Mechelli, I giochi, Viterbo 1994, Agne-
sotti; Gruppo Archeologico Verentum (G.A.V.), Ghiringhiringola. Valentano: antichi giochi, conte
e filastrocche dentro le mura, “L’ambiente locale” 3, Collana di studi editi a c. del Comune di Va-
lentano – Biblioteca – Servizi culturali, Valentano 1994, [Grotte di Castro, Tip. C. Ceccarelli]; L. Ci-
marra, Mazzabbubbù. Repertorio del folclore infantile civitonico, Biblioteca Comunale di Civita
Castellana, Ninfeo Rosa 4, Civita Castellana, 1997; G. Norcia (a c. di), Fiabe e filastrocche vetral-
lesi, Vetralla 2005, Davide Ghaleb Ed., Guide 5; S. Giorni, La vicitaria del ciocco tinto. Tradizioni
popolari caninesi, Montefiascone 2006, Tip. S. Pellico.
Per cenni e descrizioni di carattere storico sulle attività ludiche attraverso i secoli, vd. F. Rossi (a c.
di), Musei per giocare. Atti del ciclo di conferenze, Sistema museale del Lago di Bolsena-Museo
della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese Valentano 2006 [Grotte di Castro, Tip. Ceccarelli].
Introduzione
27

espressivi usati dal bambino nella fase di sviluppo del linguaggio. Elemento funzionale
indispensabile del gioco è la conta, che assume un andamento sillabato, o ritmato, per
assegnare specifici i ruoli ai partecipanti, spesso intessuta di onomatopee, di nonsense
o di parole prive di significato proprio, qui rappresentata da alcuni esempi. Seguono i
girotondi, soprattutto riservati alle bambine, come lo sono le filastrocche enunciate
nell’esecuzione del gioco della pallamuro. Spesso inventate tra bambini, le tiritere ri-
mate dileggiative sui nomi di persona si trasmettevano poi agli adulti; parimenti, gli
scioglilingua con valenza ludica svolgevano in primo luogo funzione didattica per i
bambini, ma potevano ricorrere anche in autentiche sfide di abilità tra adulti. Come
avviene sopra per le conte, anche le formulette ricorrenti in molti giochi svolgevano
la stessa funzione dinamica.
Seguono sottocategorie meno numerose come le formule dileggiative, le favo-
lette, le formule incantorie di pertinenza al settore magico; sono riportati anche alcuni
testi sul tempo meteorologico, argomento di primaria importanza per i coltivatori; chiu-
dono la raccolta alcune formulette mnemoniche di uso prevalentemente scolastico.
Facciamo infine presente che proverbi e detti proverbiali39, blasoni popolari40 e altri
testi formalizzati di minore estensione, compaiono nel vocabolario inseriti a lemma, in
genere sotto la prima parola piena. Tra questi, un notevole numero di paragoni liberi,
del tipo agg. + come + comparante: róscio cóme m billo, che meriterebbero di essere
raccolti sistematicamente, data la loro prolificità in ogni centro.
Non sfugge l’importanza storica dei documenti etno-antropologici esibiti: anche
se costituiscono un dato parziale, essendo in numero esiguo rispetto ad un patrimonio
complessivo che doveva essere sicuramente più ricco e vario, essi forniscono elementi
utili per una prima caratterizzazione della cultura locale e pongono una minima base
di partenza per l’avvio di future raccolte ad opera di specialisti.
Passando a presentare il lessico utilizzato da Maggini, sarà opportuno premettere
alcune sintetiche considerazioni di carattere generale. Da un punto di vista linguistico,
la provincia di Viterbo rientra nella vasta fascia dell’Italia cosiddetta mediana, insieme
al resto del Lazio, alle Marche e all’Umbria. La Tuscia viterbese non costituisce una
realtà linguistica uniforme, dal momento che, al suo interno, sono chiaramente indivi-

39
Dedicato ad Ischia di Castro è il lavoro di G. Baffioni, Il dialetto ischiano. Raccolta di detti e pro-
verbi, estratto da “Giornale Italiano di Filologia”, XXI (1968), Napoli, Armanni. Contiene, oltre ad
un glossarietto, trecentosessanta proverbi e modi dire, un elenco di nomi e soprannomi, ed un altro
elenco di toponimi, in buona parte non raccolti direttamente dall’autore.
Per l’intera area, vd. L. Cimarra - F. Petroselli, Proverbi e detti proverbiali della Tuscia viterbese,
Viterbo 2001, Quatrini (con informazioni su altre raccolte precedenti, pp. 68-69). Tralasciando le rac-
colte minori, meritevole di menzione ci sembra il maneggevole contributo di G. Braconcini, dedi-
cato al mondo contadino, alle colture ed ai lavori agricoli e alla meteorologia: Si ‘l cuntadino fusse
‘nduìno… La meteorologia e la campagna nei proverbi viterbesi, Viterbo 2003, Stampa Agnesotti.
40
F. Petroselli, Blasoni popolari della provincia di Viterbo, I-II, Viterbo 1978-1986, Tipolit. Qua-
trini A. & figli.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
28

duabili numerose subaree dalle caratteristiche proprie, in cui si notano variazioni si-
gnificative anche a distanza ravvicinata. In assenza di una trattazione descrittiva d’in-
sieme della complessa situazione, ci permettiamo di rinviare, per un primo
orientamento, al provvisorio profilo descrittivo con schematica esemplificazione che
abbiamo tentato recentemente di delineare41.
Ricordiamo che alcuni centri della Provincia furono scelti, nella prima metà del
sec. XX, come punti di inchiesta ove raccogliere dati per l’Atlante linguistico ed et-
nografico italo-svizzero (AIS): Acquapendente, Montefiascone, Ronciglione, Tarqui-
nia; successivamente, i rilievi per l’Atlante linguistico italiano (ALI, in corso di
pubblicazione) sono stati effettuati, oltre che a Montefiascone, anche a Bagnaia (poi
divenuta fraz. del capoluogo provinciale), Cellere, Montalto di Castro, Monteromano
e Vetralla. Negli anni Cinquanta, Michele Melillo raccolse al magnetofono documenti
linguistici, poi depositati nell’archivio della Discoteca di stato, in otto località della
provincia: Proceno, Acquapendente, Bagnoregio, Lubriano, Montefiascone, Chia (fraz.
di Soriano nel Cimino), La Quercia (fraz. di VT) e Caprarola42.
La prima opera lessicografica di ampio respiro realizzata nella nostra provincia
con intenti scientifici è quella dedicata dal compianto Paolo Monfeli al dialetto natio
di Fabrica di Roma43. Per il resto la lessicografia disponibile, per lo più di tipo amato-
riale, tradisce, come avviene sovente in questi casi, l’assenza di adeguati criteri meto-
dologici che ne rende insicura la consultazione a fini scientifici. Appare di valore
disuguale per le modalità con cui è stata condotta la raccolta dei materiali, che in ge-
nere non sono esplicitate o sono vagamente accennate, ugualmente incerti sono i cri-
teri adottati per la lemmatizzazione; altrettanto gravi risultano le carenze circa la

41
A parte i ripetuti interventi di Ugo Vignuzzi (di cui vd. almeno “Marche, Umbrien, Lazio”, in Le-
xikon der Romanistischen Linguistik, IV, Tübingen, Niemeyer, pp. 606-642), rinviamo all’esauriente
presentazione di T. De Mauro – L. Lorenzetti, “Dialetti e lingue del Lazio”, in Il Lazio, Storia d’Ita-
lia, Le regioni dall’Unità a oggi, Torino, Einaudi, 1991:309-364; a P. Trifone, Roma e il Lazio, To-
rino, UTET libreria, 1992:540-593; e soprattutto alla trattazione di P. D’Achille, “Il Lazio”, in:
Dialetti italiani, cit., pp. 515-567 (in particolare pp. 520-524, dove sono illustrate le “principali ca-
ratteristiche dei dialetti laziali”). Per alcuni tratti linguistici della Tuscia viterbese, oltre agli utili
cenni schematici di E. Mattesini (in: M. Casaccia, Pesci del lago di Bolsena, Quaderni ALLI CLA,
La casa Usher, Firenze, 1986:18-19), vd. L. Cimarra – F. Petroselli Proverbi, cit., pp. 47-53; ad in-
tegrazione, un primo e, sinora, unico profilo sui dialetti della provincia si trova in L. Cimarra - F. Pe-
troselli, Contributo, cit., in particolare pp. 28-34.
42
M. Melillo, “Confini linguistici tra l’Alto Lazio e l’Umbria”, in I dialetti dell’Italia mediana con
particolare riguardo alla regione umbra – Atti del V Convegno di studi umbri – Gubbio – 28 mag-
gio-1 giugno 1967”, Perugia, 1970, pp. 491-542; M. Cortelazzo, Avviamento critico allo studio della
dialettologia italiana, I. Problemi e metodi, Pisa 1976, Pacini ed., pp. 59-60.
43
P. Monfeli, Cento gusti non si possono avere di essere bella e di saper cantare. Vocabolario del
dialetto di Fabrica di Roma, Roma 1993, Abete Grafica (rielaborazione della tesi di laurea, discussa
nell’Università “La Sapienza” di Roma con il prof. U. Vignuzzi). Due centri (Acquapendente e Mon-
tefiascone) sono compresi nel Vocabolario del dialetto del territorio orvietano (a c. di E. Mattesini-
N. Ugoccioni), Opera del vocabolario umbro 8, Perugia 1992.
Introduzione
29

trascrizione delle voci dialettali, l’uso degli accenti, l’esatta definizione delle entrate44.
Nostro oggetto di studio è la varietà linguistica utilizzata all’interno del capo-
luogo provinciale, in particolare nel quartiere di Pianoscarano, socialmente omogeneo
in quanto abitato fino ad epoca recente in prevalenza da agricoltori, artigiani, operai.
Rimasto fisicamente appartato per secoli, ha conservato a lungo una precisa identità
culturale e una propria fisionomia linguistica nei confronti di altri quartieri, sia quello
contiguo di San Pellegrino, sia quelli del centro, abitati dalla classe media e più espo-
sti ai modelli dell’italiano regionale e del romanesco.
La raccolta sistematica di dati, che ebbe inizio nel 1960, proseguì negli anni suc-
cessivi, praticamente fino alla morte di Emilio Maggini avvenuta nel 1986. Le con-
versazioni (ovviamente libere, non strutturate in un questionario) si svolsero in
massima parte all’interno dell’abitazione, facilitate dal rapporto affettivo di stretta pa-
rentela che legava il raccoglitore con il depositario in un’atmosfera distesa e tranquilla,
criterio metodologico indispensabile per garantire l’autenticità dei materiali.
Il materiale linguistico che presentiamo, risultato dallo spoglio dei testi scritti e
da parte delle registrazioni magnetofoniche disponibili da noi effettuate, è stato orga-
nizzato lessicograficamente in diverse migliaia di entrate (cui si aggiungono le varianti
formali) presentate in ordine alfabetico. Il repertorio che ne risulta costituisce un do-

44
Tra le raccolte lessicali amatoriali di varia entità e valore ricordiamo: G. Gianlorenzo, Scialimata
de parole stente (Dizionarietto dialettale montefiasconese), in L campo de le rose, Montefiascone
1980, Centro di Iniziative Culturali [Tip. G. Graffietti], pp. 177-208; B. Blasi, Il dialetto cornetano,
Bollettino dell’anno 1983 della STAS, suppl. n. 12 alle “Fonti di storia cornetana”, pp. 21-69 (con
appendice ed aggiunte nei bollettini degli anni successivi); AA.VV., Capranica. Invito a conoscerla,
Capranica 1984, Centro Maria Loreta [Roma, Tip. Giorgetti] (proverbi e modi di dire, filastrocche,
soprannomi, glossario); L. Porri, Decchì chiacchiaramo accossì. Vocabolarietto bassanellese- ita-
liano secondo L.P., ciclostilato 1989 (con elenco di soprannomi e toponimi); id., Supplemento al vo-
cabolarietto bassanellese-italiano Decchì chiacchiaramo accossì, ciclostilato 1990; F. Rigucci, Voci
e forme del dialetto gallesino, Museo di Gallese – Centro Culturale Marco Scacchi, Gallese 2002,
Stampa in proprio; L. Fanti-A. L. Clementi (a c. di), Elenco di soprannomi sorianesi e raccolta di
vocaboli del dialetto, Roma 2003, II ediz., Grafica San Giovanni; G. Nasetti, Il richiamo della me-
moria. Collana di studi e ricerche del dialetto ortano. I. Caratteristiche dialettali – Glossario - Modi
di dire, Orte, Dopolavoro ferroviario 2003 [Civita Castellana, Tip. Punto Stampa]; P. Stefanelli, Vo-
cabolario cellerese-italiano, cap. 10 Appendice, in Cellere, i percorsi della memoria. Ambiente, sto-
ria, personaggi e cultura di un paese della Maremma, Cellere 2003 [Grotte di Castro, Tip.
Ceccarelli], pp. 325-345; D. Calvaresi, Così se dice all’Uriolo. Vocabolario illustrato oriolese-ita-
liano, Roma 2004, Grafica Giorgetti (su Oriolo Romano); Cesare Corradini (a c. di), Così parlavano
a Castiglione. Vocabolario ragionato di una lingua che scompare, Comune di Castiglione in Teve-
rina, Collana di studi e ricerche n. 9, Acquapendente 2004, Tipolit. Ambrosini; M. Casaccia – P.
Tamburini, Il vernacolo di Bolsena, Sistema Museale del Lago di Bolsena, Quaderni 3, Acquapen-
dente 2005, Tipolit. Ambrosini; F. Frediani, Glossario di parole andate. Bassano Romano già Bas-
sano di Sutri, Isola Liri 2007, Grafiche del Liri; F. Ranucci, Cronaca e storia a Valentano (VT) tra
le due guerre mondiali (1920-1950), vol. IV, s.l., s.a., s.e. (tra l’altro: la toponomastica, pp. 142-
143; il vocabolario, pp. 144-159; i proverbi, pp. 161-170; le frasi scherzose, pp. 171-173; le fila-
strocche, pp. 188-199) .
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
30

cumento affidabile dell’uso idiolettale di Maggini, attento osservatore, oltre che de-
positario, della parlata della comunità dall’inizio del sec. XX e riconosciuto sensibile
interprete-portavoce, nelle sue opere, della cultura tradizionale45. In proposito va sot-
tolineata l’importanza dei chiarimenti da lui forniti con insolita sensibilità linguistica
sulle sfumature semantiche di molti lemmi, sul valore dei sinonimi, sulle marche d’uso,
datazione e vitalità delle voci, ecc. Non esitiamo a giudicare il lessico utilizzato da
Maggini rappresentativo dell’uso collettivo delle generazioni anziane nel quartiere
contadino ed operaio di Pianoscarano46.
Dal corpus di cui disponevamo ci è stato possibile estrarre una grande quantità di
voci còlte nell’uso concreto e presentate all’interno di minicontesti di frase autentici,
che ne chiarivano il significato. Nei limiti di spazio consentiti, abbiamo inoltre curato
la ricchezza fraseologica, con la citazione di modi di dire tipici, costruzioni fisse, pa-
ragoni liberi, cliché, battute, intercalari.
Riconosciamo che la definizione proposta, corrispondente al termine dialettale
ad esponente, può risultare talora poco trasparente per il lettore medio odierno; d’al-
tro lato, per il taglio semidivulgativo del volume, data la sede di pubblicazione, oltre
che per motivi di spazio, la descrizione fornita di alcuni referenti (operazioni tecniche
o attrezzi per esempio) si presenta necessariamente contenuta e sommaria:
arato, s.m., aratro di legno a due ali con vomere di ferro, a trazione animale: ~ a
cchjòdo co le bbèstie vaccine || dim. aratèllo.
bbaròzza, bbarròzza, s.m., barroccio.
macèlla, s.f., 1. gramola. 2. pezzo di tavola inchiodata, per sorreggere il tavolato di una
cassaforma orizzontale.
perticara, s.f., aratro di legno a tavola fissa con due manici || dim. perticarétta | accr.
perticaróne.
Lamentiamo altresì la mancanza di annotazioni etnografiche ed antropologiche
esaurienti, che pure sarebbero indispensabili in molti casi per la giusta comprensione
dei valori semantici delle voci47.

45
Ricorda Nicola De Blasi: “quanto sarebbero utili, anche per le opere dialettali contemporanee,
glossari che non siano concepiti solo come puntuale ausilio per lettori ignari di dialetto, ma anche
come documentazione certa, ad uso degli studiosi, di un lessico non sempre presente nei dizionari
dialettali.” (“L’analisi”, in Dialetti italiani, cit., p. 92).
46
In proposito si sottolinea che “le opere dialettali contemporanee (o antiche) sono infine da consi-
derare non solo come mezzo per l’acquisizione di dati, ma anche come fine di un’indagine lingui-
stica, per esempio indirizzata alla descrizione della lingua usata da un autore dialettale di riconosciuto
valore, sulle cui scelte di stile e di lingua c’è ancora molto da studiare” (De Blasi, “L’analisi”, cit.,
pp. 92-93).
47
Si prenda ad esempio il termine curiato, col quale si indica il correggiato; da noi definito “un at-
trezzo costituito da due bastoni uniti a snodo da un legaccio, di corda o di cuoio, che veniva usato
un tempo per battere cereali ed oggi i legumi”. A chi non ha mai visto questo strumento di lavoro,
oggi conosciuto da pochi anziani, sarebbe necessario, oltre ad una definizione congrua, un com-
Introduzione
31

Scorrendo il repertorio lessicale, spicca in primo luogo la ricchezza di espres-


sioni che riguardano il corpo umano e le sue funzioni, il mondo della famiglia con i suoi
valori tradizionali e le attività legate alla casa, l’allevamento dei figli, i sentimenti e la
vita spirituale; parallelamente, risultano altrettanto frequenti i termini riferiti alla vita
sociale di quartiere, a realtà concrete peculiari del luogo e a forme della cultura mate-
riale.
Si noterà che è stato possibile recuperare un gran numero di voci antiquate o ad-
dirittura arcaiche, che rischiano di cancellarsi in breve dalla memoria collettiva, in
quanto appartenenti a campi semantici legati a forme di vita tradizionale, del tutto
scomparse, superate o profondamente modificatesi nel giro di pochi decenni. Si tratta
di voci annotate non tanto per il gusto antiquario, o per un atteggiamento nostalgico del
tradizionale o del genuino, quanto per la consapevolezza di salvaguardare documenti
utilizzabili per una ricerca di taglio storico ed etimologico. Ci riferiamo in particolare
alla articolata terminologia delle tecniche di produzione agricola, differenziata a se-
conda delle colture e delle stagioni48:
maése, majjése, s.f., 1. prima aratura, su cui viene gettata la semente. 2. maggese; stato
del terreno lasciato incolto in riposo, per seminarvi l’anno successivo: na ~ che sse
fa dd’estate pe ffajje pijjà l zóle, ndó s’ha dda fà la sémena del grano. 3. terreno la-
vorato.
nénfa, s.f., linfa della pianta.
vórga, s.f., vascone per irrigazione dei campi.
L’attenzione del coltivatore nei confronti della natura circostante è dimostrata
dalle espressioni afferenti alla geomorfologia e ai fenomeni atmosferici, come pure
agli aspetti della flora e fauna. Un’altra ricca macroarea semantica è quella dell’arti-
gianato, attività fiorente e differenziata: anche se non sono state oggetto di indagine si-
stematica, le diverse attività artigianali, specialmente quelle che sono in più stretto
rapporto con quelle agricole, risultano adeguatamente rappresentate nel vocabolario,

mento etnografico adeguato che ne mettesse la morfologia in relazione con le modalità d’utilizza-
zione e che ne evidenziasse inoltre il valore di documento facente parte del sistema comunicativo
della comunità (M. Luisa Meoni, “Lo studio antropologico della cultura materiale: funzioni, simboli,
comunicazione”, in A Falassi, Tradizioni italiane: codici, percorsi e linguaggi, Univ. per stranieri di
Siena, Siena 1992, pp. 244-257).
48
Per limitarci ad un solo esempio, si pensi alle colture del lino e della canapa, per la cui produzione
Viterbo era nota fin dal Medioevo. Della canapa, in particolare, Maggini tratta in ‘L Campanone, pp.
78-83. Sull’argomento si veda inoltre, F. Petroselli, Canapicoltura viterbese. Documenti di storia
orale, Viterbo 1981, ciclostile; B. Barbini, Coltivatore e scotolatore: la canapa dal seme al tessuto,
in “Lunario Romano”, Roma 1995, Newton Compton, pp. 85-97; “Gli scotolatori”, in Zibaldone
viterbese cit., pp. 66-67; G. Sorrentino, Canapicoltura e tessitura, Museo delle Tradizioni popolari
di Canepina, Viterbo 2006, Tipolit. Quatrini. Per altri centri della provincia: R. Chiovelli-R. Peppa-
rulli, La lavorazione della canapa ad Acquapendente, Grotte di Castro 1987, Comune di Acqua-
pendente; Il lino e le “pettinatrici” di Bagnaia, in “Bagnaia. Un “nucleo” della comunità montana
dei Cimini”, Viterbo 1990, Amici di Bagnaia, pp. 32-35.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
32

come sono individuabili la denominazione dei prodotti della cultura materiale, le tec-
niche di costruzione e di trasporto, gli usi commerciali, le costumanze religiose e so-
ciali.
Appare evidente alla lettura la scelta consapevole operata da Maggini, nel for-
nire testimonianze esatte dell’uso linguistico risalente fino ai primi decenni del sec.
XX, anche col rischio di essere imputato di privilegiare scelte arcaizzanti. D’altro
canto, a fronte del patrimonio lessicale tràdito, risalta netta l’attenzione posta nella co-
municazione quotidiana all’emergere di nuove realtà, specialmente in epoca recente,
per denominare le quali si rende necessario utilizzare, con accezioni nuove, voci dia-
lettali esistenti; in altri casi si ricorre alle risorse dell’italiano regionale, oppure si adot-
tano voci italianeggianti, che entrano così a far parte del sistema linguistico tra-
dizionale. È questo ovviamente il caso dei moderni ritrovati della tecnica, della medi-
cina, della scienza, dei mezzi di trasporto, dell’informazione, dei nuovi prodotti com-
merciali; come pure delle nuove maniere di vivere e comportarsi, di abbigliarsi, di
alimentarsi, di abitare, veicolate dai mass-media. Non di rado bandite in raccolte ana-
loghe, per una sorta di purismo misoneista, che intende privilegiare la forma arcaica
come sola legittima del “vero” dialetto49, queste espressioni costituiscono altrettante
preziose spie della dinamica con cui il dialetto, adattandosi a pratiche esigenze sotto
la spinta di fattori esterni, si configura in nuove sembianze.
Nella provincia di Viterbo, come nel resto del Paese, la situazione complessiva ri-
sulta essersi radicalmente mutata a partire dal secondo dopoguerra, per cause struttu-
rali: migrazioni interne, passaggio dal primario al terziario, mobilità nel territorio (nel
nostro caso il pendolarismo verso la capitale), accresciuto livello di istruzione, benes-
sere (boom economico degli anni Sessanta), meccanizzazione generalizzata e poi au-
tomazione della produzione, miglioramento delle infrastrutture (rete stradale ed
autostradale, trasporti), grandi catene di distribuzione dei prodotti (supermercati, cen-
tri commerciali), ecc. Come conseguenza, sono scomparse alcune coltivazioni tradi-
zionali (ad es. canapa, lino), la manodopera agricola ha subito una drastica riduzione,
sono via via cessate attività tradizionali come la panificazione a legna, l’attività dei
mulini ad acqua, la tessitura al telaio, i mestieri di calderaio, carradore, sediaio, fu-
naio, bottaio. In un’analisi più approfondita, sarebbe utile poter precisare cronologi-
camente con maggiore esattezza il processo di rarefazione crescente o la scomparsa di
una data attività o indicarne il grado attuale di sopravvivenza, mettendola in relazione
con il grado di vitalità attuale delle corrispondenti espressioni dialettali che la desi-
gnano.
Valga un esempio. Oggi molti ignorano il significato del termine mónnolo con il

49
De Blasi (“L’analisi”, cit., p. 89) parla del persistere di un ingenuo “mito del dialetto puro e inva-
riante, possibilmente arcaico, identificabile come l’unica parlata dialettale e tradizionale di un
certo luogo”, mentre la linguistica contemporanea intende affrontare lo “studio del dialetto in una
prospettiva di variazione linguistica, che tiene conto del contatto e dell’interferenza tra varietà di-
verse”.
Introduzione
33

quale si indica il fruciandolo o spazzaforno, costituito da un lungo bastone cui è legato


uno straccio che, immerso nell’acqua, serve a pulire il forno a legna dalla cenere. Ep-
pure esso apparteneva, insieme a numerose altre espressioni, ad un campo semantico
molto ricco, da noi documentato nei primi anni Sessanta, prima che il forno a legna di
Pianoscarano a Valle Cupa cessasse l’attività in seguito alle nuove disposizioni sani-
tarie. Lo stesso può dirsi della canapicoltura, entrata in crisi negli anni Cinquanta, op-
pure dell’ordinanza comunale che proibì la presenza di asini o animali da cortile entro
l’abitato, e di altre usanze.
A questo proposito, è importante far notare che termini da noi documentati, pur
numerosi, che si riferiscono a realtà o situazioni scomparse, non costituiscono più come
un tempo un insieme coeso, ma rappresentano oggi forzatamente soltanto alcuni aspetti
isolati, frammentari, marginali, sopravvissuti, quasi evanescenti, del lessico e ci sono
stati rievocati per nostra sollecitazione, talora a fatica, sul filo del ricordo. Infatti, ap-
pare evidente che una considerevole quantità di espressioni linguistiche, un tempo
anche centrali e di alta frequenza, non facenti più parte del registro attivo quotidiano,
risultano oggi emarginate o irrimediabilmente dimenticate. Una minoranza di esse so-
pravvive in modo latente ormai soltanto nella memoria di una minoranza esigua di an-
ziani che ne ha una conoscenza passiva: non a caso, parecchie espressioni del genere
ci sono state restituite spesso da Maggini per associazione d’idee grazie alla sua sen-
sibilità linguistica.
Osservazione analoga riguarda il mondo religioso, struttura portante nell’opera di
Maggini, che è stato caratterizzato, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, da
profonde trasformazioni, soprattutto a seguito della riforma conciliare. La terminolo-
gia di numerosi settori attinenti alla chiesa, al culto, alla liturgia, alla venerazione dei
santi ha infatti subìto cancellazioni, riadattamenti e ristrutturazioni o ammodernamenti
(basti pensare, ad es., alla celebrazione della messa in italiano): ne sono stati oggetto
molte pratiche religiose, linguaggio delle campane, rituale, devozioni, organizzazione
ed attività delle confraternite, religiosità popolare privata, pellegrinaggi.
Alla stessa stregua, è avvenuto per altre usanze sociali un tempo salde nei nostri
centri. Raramente è dato oggi osservare giochi infantili che un tempo si svolgevano in
strada; forme di farmacopea e veterinaria popolare, vita maschile d’osteria, fiere e feste
popolari, veglia funebre: questi ed altri sono altrettanti fenomeni scomparsi o in via di
sparizione. Tuttavia, occorre avvertire che il processo di cancellazione, con conse-
guente indebolimento delle rispettive espressioni linguistiche, non può dirsi uniforme
e generalizzato: in parecchi campi a differenza di altri, per cause psicologiche che oc-
correrebbe approfondire o per maggiore adesione sentimentale, le forme dialettali che
vi si riferiscono sembrano godere di un maggior grado di stabilità e opporre efficace
resistenza nei confronti delle innovazioni neologiche.
Per concludere, non sarà inutile ribadire che la documentazione da noi raccolta in
questo volume intende illustrare solo una parte del patrimonio lessicale. In sostanza
quello in uso all’interno del quartiere contadino ed operaio di Pianoscarano, limitata-
mente alle generazioni più anziane, di tendenza conservatrice, qui rappresentate dalla
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
34

testimonianza di un autorevole portavoce. La scelta di privilegiare la rilevazione ur-


gente di questa varietà comunicativa, dipende dal ruolo importante che svolge tuttora
all’interno della realtà linguistica nella sua totalità.
Nostro obiettivo infatti non era quello molto più impegnativo di offrire un qua-
dro dettagliato della situazione odierna riscontrabile nel quartiere. Divenuta molto più
complessa e poliedrica in seguito alle trasformazioni socioculturali cui abbiamo ac-
cennato, sopravvenute negli ultimi decenni, appare caratterizzata dall’agonismo dia-
lettico tra resistenza di forme del dialetto tradizionale e irruenza di spinte innovative.
Chi volesse oggi affrontare questa problematica sarebbe costretto ad intraprendere
un’indagine molto più articolata ed approfondita che tenesse nel dovuto conto l’ottica
sociolinguistica50. Non dovrebbe limitare il suo interesse allo studio delle forme del dia-
letto tradizionale, ma allargarlo a quello dell’intero repertorio stratificato, quindi com-
prensivo delle varietà d’italiano in dinamico rapporto, a disposizione dai parlanti.

Mi sia concesso esprimere il mio sincero ringraziamento al collega e fraterno amico


Luigi Cimarra, con il quale ho avuto il privilegio di discutere numerosi particolari ri-
cevendone preziosi consigli e suggerimenti, in particolare riguardo alla presentazione
dei documenti etno-folklorici.
Ringrazio altresì la Banca di Viterbo, nella persona del Presidente Avv. Luigi Man-
ganiello, per aver sovvenzionato la stampa del volume.

50
Vd. R. Sornicola, “Dialettologia sociologica”, in particolare per quanto riguarda la metodologia
da applicare, in Dialetti, cit., pp. 42-63.
35

DOCUMENTI ETNOLINGUISTICI E FOLKLORICI

Testi narrativi
- G. Boccaccio, Decameron, Novella 1.9
- Parabola del Figliuol prodigo (Luca XV, 11-32)
- Episodio evangelico della Samaritana (Giovanni, IV, 1-30)
- Dialogo dell’acqua e del vino

Etnotesti brevi
- Medicina popolare e farmacopea
- Credenze e superstizioni
- Usanze e consuetudini, fatti di vita quotidiana

Testi folklorici
Mondo degli adulti
- Stornelli e strambotti
- Canzoni
- Canzoncine e battute di contenuto socio-politico
- Canti, tiritere e battute contenenti allusioni maliziose
- Tiritere e battute legate a funzioni fisiologiche
- Gridi di artigiani e di venditori ambulanti, avvisi commerciali
- Indovinelli ed enigmi
- Wellerismi
- Chiapparelli e scambi di battute
- Orazioni, invocazioni, giaculatorie
- Formule magiche
Mondo dell’infanzia
- Ninnenanne
- Filastrocche e battute legate a movimenti del corpo
- Formule per la conta
- Formule di gioco
- Filastrocche per il girotondo
- Filastrocche per il gioco della pallamuro
- Tiritere dileggiative su persone e situazioni particolari
- Tiritere dileggiative sui nomi di persona
- Filastrocche legate al tempo meteorologico e ai corpi celesti
- Filastrocche legate al tempo cronologico e al ciclo dell’anno
- Orazioni
- Inizi e chiuse di favole, favole senza fine
- Formule incantatorie
- Scioglilingua
- Formulette mnemoniche
Documenti etnolinguistici e folklorici
37

DOCUMENTI ETNOLINGUISTICI E FOLKLORICI




TESTI NARRATIVI
G. Boccaccio, Decameron, Novella 1.9 (Il re di Cipri, da una donna di Guascogna
trafitto, da cattivo, valoroso diviene)

Dónqua, dice chi mmal tèmp’antiche quann’a Ccipro c’èra l primo ré, dóppo
chi Ggufrèdo di Bbujjóne éva pijjato la Tèrra Santa, succèsse chi na signóra fu-
ristièra anniède m pilligrinàggio a vvisità l zepórcro. Ntraménte che rridav’ad-
diètro p’annà ccasa, quanno chi ffu rrivat’a Ccipro, ll’agguantònno cèrt’òmmene
scellarate.
Nun trovanno cunzulazzióne da gnuno, a la fine pinzò d’annà llamentasse dal
ré. Quanto quarcuno li disse chi ssarèbbe stato fiato spregato, pirchè qquéllo èra
tròppo cojjóne e nu li fregava pròpio pi gnènte dil tòrte che ffacìvono mall’altre.
Anze, passava sópre pure man cèrte bbirbonate chi li facìvono ma ésso, tant’è
vvéro che quanno quarcuno c’iva no mbròjjo ll’annav’a sfocà sópra a ésso e ccusì
lo svergognava.
La dònna quanno sapì la còsa, smagnósa com’adèra de vennicasse, p’aricon-
zolasse di quéllo ch’éva passo, pinzò bbène di stuzzicà la cojjonàggene dil ré. Al-
lóra che ffa? Anniède da ésso a ppiagne e li disse accusì: “Io n’adè cchi mmi
prisènto miqquì davant’a ttì a cchjèdete d’ajjutamme, pirchè ttanto me sò bbèlla
ch’arissegnata di quéllo ch’hò ppatito. Nvéce sarèbbe curiósa di sapé ssólo na
còsa. M’ha da dì ccóme fae tu abbozzà bbòno bbòno le còse de tutte li culóre che
tte fanno questòro. Che Ddio sólo sa che ss’io potévo fà llistésso lu farébbe bbèlla
sudisfatta, arméno mpararèbbe da tì a ssopportà l trìbbole mie cu la stéssa pa-
cènza cóme lo sa fà ttu”.
L ré chi ffinant’a qquel muménto èr’arimasto mèżż’arimpriorito, a ssentì la
bbojjata ch’éveno fatta man quélla pòra cristiana, détte no stórzo chi pparéva
guase che sse svejjava dal zònno. Man quélla fémmena li féce ggiustìzzia e dda
quél giórno n avante ncuminciò a ttrattà l dilinguènte a bbrutto muso e nun sop-
portava ppiù quanno li ggènte volévon’offènna ll’onóre di la coróna sua.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
38

Parabola del Figliuol Prodigo (Luca, XV, 11-32)

N òmo c’éva du fijje e l più cciuco n giórno annò llà e li féce: “Èh, tà! Dàteme la
parte di la ròbba chi mm’aspètta!” A sti paròle l patre si sentí tralassatà. “E ppirchè
mi vèngh’a cchjèda la parte di la ròbba chi ddiche ch’adè la tua?” “Perchè io me sò
ppròpio stufato de stà miqquì cun valtre a ffà sta vita, a ttoccà li bbòve e gguernà li
bbèstie. Io vòjj’annà vvia de qquì a ggodémme la vita”. “Ma fijjo mio, si pò ssapé ndu
vae? E mmèjjo di qué ddi vita, chi nun ti manca gnènte?” “Io vòjjo annà vvia a ddi-
vertimme. Dàteme la parte mia!”
“E mmi lu sa dì ccóme fae a ddivertitte cu la parte chi tti tòcca? Cóme sarèbb’a
ddì: la tèrra, li bbèstie, ll’ordégne dil lavóro”.
“Vennarò gnicòsa e ppijjarò l quatrine!” “Nun annà vvia, ncontrarae li péne”.
“Vò vvia lustésso, a stà mmiqquì sò stufo, vòjjo annà ndu si gòde la vita”.
“Mi farae morì schjattato”. “Num mi fréga gnènte! Vòjjo annà vvia, éte capito?”
“Pènzece bbène!” “C’hò ppenzato”.
“Annarae a rrovina, annarae a ccattanno” “Num m’empòrta”.
“Guàrdeme! Ggià mmi sò nvecchjato” “Mèjjo! Accusì mmoréte prima”.
“Ammàzzete che ffijjo sciagurato!” “M’ammazzarò quanno chi ssarà óra”.
E ccusì quél pòro patre li toccò ffà stimà la ròbba dal pirito pi ddà la parte mal
fijjo, chi ttutto cuntènto montò sul mèjjo cavallo, sènza dà n zaluto, cu na bbórza
pièna di bbòcche, e ppartì. Anniède mar un antro paése luntano e ssi mise a scia-
lacquà cun quést’e qquéllo. Li si mìsero ntórno cèrte scroccóne, maschje e ffém-
mene, chi n quattr’e qquattr’òtto ll’aripulinno ll’ùrteme sòrde, e ppò lo lassòrno sólo
cóme ddòn Farcùccio. Manco a ffallo appòsta, de quélle tèmpe vinne pròpio na ca-
restia da cane. Allóra ésso, aridutto a li peluce, nun avènnoce ppiù gnènte da magnà,
provò annà cchjèda lavóro n giro, ma cu qquélla carestia gràzzi’a Ddio chi a la fine
trovò n vellano chi lu prése pi ccumpassióne a gguardà l majjale. E ntanto éva
sèmpre fame, e qquarche vvòrta li toccava magnà ppure la jjanna nvéce de
dalla mal cióco. Allóra ancuminciò a ppinzà ma la su casa ch’éva lassato e mmal zu
patre.
“Porétt’a mmì! Ma guarda m pò ch’hò ffatto! Hò llasso la casa chi num man-
cava gnènte e mmiqquì n giórno o ll’antro morarò dde fame. Ma cóme fò a rripre-
sentamme dal mi pà, dal mi fratèlle? Co cche ffàccia? Dóppo quéllo ch’hò ffatto,
c’hò vvergògna”.
E ntanto lu stòmmeco li caraujjava e li dicéva: “C’hae fame…”. E ésso facia:
“Sù, annamo! Sò stato pròpio nfame, num mèreto cumpassióne”.
E vvia, ariseguetò quarch’antro ggiórno, ma na séra, ntraménte chi gguardava
ma li stélle, s’intése scòta cóme da na vóce: li paréva l zu pà chi lu chjamava.
“Embè, sìne! Annarò llà, li dicarò mal mi patre si mme guèrna, dda métteme pi
ssèrvo, arméno millì adè ssicuro chi sse magna”.
E ffu ccusì chi na mattin’abbonóra empì la zzucca dill’acqua dil pózzo e ppijjò la
strada p’annà vèrzo casa. Gnitanto si sintiva avvampasse su ppil viso da la vergògna
Documenti etnolinguistici e folklorici
39

e ffacéva: “Mó aridò arrèto”. Ma pòe aridicéva: “Ma nòne, avante! Nun zarò ppiù l
zu fijjo, farò l garżone”.
E ntanto manco si n’accorgéva ppiù dd’avécce n vistitàccio lógro, la bbarba lónga
chi pparéva n vècchjo e gnuno ll’avrèbbe assomijjato. E stu viaggio travajjato durò pi
qquarche ggiórno e adèra pròpio finito. Dice: “Mó, mi córco e mmòro”. Quanno che
arzanno ll’òcchje cusì a ccaso vidde davante a llue nfra la nèbbia la casa sua, ancóra
m pò lluntano, cusì chi ll’arivénne m pò ddi fòrza, e ariprése via co ppiù ccòre. Ntanto
l zu patre tutte li mattine stava mellì sul palazzétto di casa sua a spettallo, e vvidde n
òmo mèżżo stróppio venì vvèrzo casa. Quanto ll’ariconóbbe: “Qué adè l mi fijjo!”
Sibbenché vvècchjo cum’adèra, curze ggiù ppi li scale cóme n giovenòtto, e l
zèrve dìcheno: “Rigà, qué adè ngojjito!” “Ma che ngojjito! Nu lo vedéte? È l mi fijjo
ch’è rrivato, è rrivenuto!” E li va ncóntro a bbràcci’apèrte.
Bbenché gnissun’antro ll’ariconoscésse, lue adèra sicuro chi ddrénto a qquélle
stracce e qquel barbóne c’adèra l zu fijjo. Va llà, ll’abbràccica e li fa: “Fijjo mio,
adèro sicuro ch’ariverrae!”.
E l fijjo dice: “Ah tà, sò no sciagurato, num mèreto ppiù dd’èssa vòstro fijjo, ma
l pèggio de li sèrve!” “Àrzete, nì, sè sèmpre l fijjo mio suspirato! Sapésse quanto t’hò
spettato! Ma mó sò ccontènto ch’a la fine sè rivenuto a ccasa: adère mòrto e ssè ari-
suscetato!” E mmal zèrve li fa: “Valtre sbrigàteve! Annat’a ppijja l mèjjo vistito, fa-
cétele la bbarba e llavàtelo, nfilàtele mal déto ll’anèllo d’òro ppiù ggròsso,
ammazzate l vitèllo più ppatóllo che cc’émo, annat’a cchjama l parènte e tutte
ll’amice! S’ha dda magnà e bbéva e ffà ffèsta e bballà ttutto l vicinato!”
Ècchete che ssul più bbèllo di la magnata, l fijjo più ggranne chi vvène da la fòra
stracco mòrto. Sentènno tutto quel baccano chi manco si sa, domanna ma n zèrvo
ch’adè succèsso.
“Adè ssuccèsso chi l tu fratèllo, quéllo ch’èra partito cu la ròbba, adè rivenuto
spòrco e ppovarétto che n ce se créde, e l tu patre jj’ha vvorzuto fajje la fèsta”.
“Pòrca madòro! Guardarònne! Sintite m pò chi rròbba! S’ha dda fà ffèsta ma no
sciagurato, n vagabbónno pèggio di li latre? Sto scialacquóne gójjo sènza capòc-
cia?” E nun voléva jjentrà drént’al festino. Chjamònno l vècchjo e allóra l fijjo
granne jje féce: “Ah sì? Io t’hò sservito sèmpre, hò ffatto ll’interèsse di la casa, hò
llavorato ll’anne e ll’anne cóme m bòvo a ccapòccia bbassa, e ttu manco m’hae dato
mae n crapétto picchè mi lu potésse magnà cull’amice mie, e nvéce pi sto scioparato
che tt’ha mmagnato l quatrine e sse ll’è ggiocate cu le tròjje fae na fèsta chi n z’è
vvista mae, e ddae da bbéva ma ttutto l vicinato!”
L patre carmo carmo jj’arispóse accusì: “E ppure tu hae raggióne, fijjo! Èssa
bbòno! È ssèmpre l tu fratèllo. Però ha da penzà chi l tu fratèllo, povarétto, s’èra
pèrzo, èra ito furestièro, quase chi mmoriva de fame a gguardà li bbèstie pill’antre
e io stavo pe mmoricce da la péna. Nvéce adèsso ch’adè rrivenuto, c’arïémo la ppace
drénto casa e ddrénto l còre. E ppòe lu sae bbène: quéllo ch’adè mmio è ttuo e gnuno
te lo tòcca! Ma adèra ggiusto chi ssi facésse fèsta, n te pare?”.
E magnònno tutte quante felic’e ccuntènte a ccrepapanza e ss’embriacònno spèg-
gio chi pe ssanta Ròsa.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
40

La Samaritana (Giovanni, IV, 1-30)


Arrivate chi ffunno al pózzo, si fermònno, e Ggisù si mis’a sséda millì vvicino,
ntraménte chi ll’apòstele annièdono al paése a ccrompà l damagnà. Dillì m po-
chétto ècchete ch’arriva na dònna cu la bbròcca e ssi mise a ttirà ssù ll’acqua. Al-
lóra Ggisú li disse: “Mi fae bbéva, chi cc’hò sséte?”. Quélla lu guardò m pò
trasecolata e li disse: “E ccóme! Tu chi ssèe ggiudèo chjède da bbéva ma mmì chi
ssò ssamaritana?” Allóra ésso ll’arispóse: “E ggià! Ma si ttu ssapéve chi ssò io chi
tti chjèdo da bbéva, saréste tu a cchjèdemolo, e io te darèbbe acqua viva”. La
dònna chi n capiva quélle paròle, li chjèse: “E ccóme pò fà a ddamme da bbéva ma
mmì chi nun c’hae gnènte pi ttirà ssù ll’acqua?”. “Dònna, dònna! Tu nun zae chi
ll’acqua chi ddico io, man chi la bbéve nu le vène ppiù sséte”. E la dònna segui-
tava a nun capì.
Ntraménte arrivònno ll’apòstele e ssi meravijjònno na massa a vvéda l Zignóre
che pparlava cun quélla fémmena, perchè l ggiudèe cul zamaritane nun ze la fa-
céveno pi gnènte, e li dìsseno: “Maéstro, magna, tè!”. Ggisù arispóse: “Io hò dda
magnà n damagnà che vvantre mica lu conoscéte”. Ll’apòstele si guardàvono ntra
de lòro e mmanco lòro capìveno. E allóra Ggisú, seguitanno a pparlà cun quélla
dònna, li disse: “Va a cchjama l tu marito!”. “Nun ce ll’hò”, ll’arispóse.“Adè vvéro!
Ci nn’hae avute cinque e qquéllo che cci stae adèsso n’adè l tu marito”. La dònna
si sturbò e ddiède m passo arrèto e ddisse: “C’hae raggióne”. E ccercò di cambià
ddiscurzo: “Véggo chi ttu sèe prufèta. Dimme m pò nd’adè che ss’ha dda pregà?
Millà sul mónte cóme facévono li nòstre patre? E vvaltre dicéte chi ss’ha dda pregà
a Ggirusalèmme”. “Dònna, sa che tte dico?, ch’oramae adè vvinuto l tèmpo chi ssi
prèga dapertutto”. “E va bbè, maprò io sò ch’ha dda vinì l Missìa e qquanno ven-
garà ci dicarà ésso cóme s’ha dda fà”. “L Missìa sò io chi stò a pparlà cun tì!”.
Tutt’a m bòtto quélla capì gnicòsa e ccrése e ppò curze a cchjamà ttutte l paesane:
“Curréte rigà! Ggiù mmal pózzo c’è n cristiano chi ddice da èssa l Missìa e ha
nduvinato tutta la vita mia”. E ttutte cùrzono ggiù e li bbattinno li mano.

Dialogo dell’acqua e del vino


Dicéva ll’acqua mal vino: “Sénte, fratèllo! Tu t’avante da portà lligrìa mal
mónno e mma ll’òmo dae la fòrza. Ma aricòrdete chi ssi ttu nun ci fusse, l mónno
annarèbb’avante lustésso; nvéce si mmancasse io, manco tu ci saréste e l mónno
sarèbbe na palla arinzecchita e ssènza vita. Lu sò chi ll’òmmene vònno più bbène
ma ttì chi mmì, ma qué ssuccède pirchè ll’òmmene si scòrdeno tròppo di quélle chi
li fanno dil bène. Lu sò chi qquanno la tu matre ua adè mmatura, è m piacére a ssa-
purilla, ma è ppirchè io t’hò ttinuta n vita e ttu èsce da li vìscere e ssèe piacévele
a ggustatte, e nfin’a qquì va bbène. Ma quanno mi pìjjeno e mmi fanno diventà
vvino sènz’ua, avaréste da èssa tu l primo a sintitte offéso pi qquell’imbròjjo. Lu
végghe, io pirchè sò ttròppo bbòna stò zzitta, sinnò avarèbbe d’avantamme di quel
Documenti etnolinguistici e folklorici
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cambiaménto e dditte: Ah bbèllo, lu végghe, io bbinanche chi ssò acqua, pòsso


pure diventà vvino. Eh, chi ni diche? E ppò a li pèrze, male chi vvada, in acqua sà-
lusse, va bbè?”
“Cara surèlla acqua, tu cc’hae cènto e na raggióne. La prima è cchi sè la rig-
gina di la vita, nfino chi vvènghe ggiù ggiudizziósa. Ma quanno ti pìjjeno chi ddi-
vènte alluvióne, lu sanno quélle poracce chi li pòrte via gnicòsa, pure la casa, e li
fae murì affugate li vacche e l zumaro e mma llòro li tòcca arrampicasse sull’ar-
bre e ssul tétto dil casale pi ssarvasse. E ppo’ mó chi ll’òmo s’è ncivilizzato chi tt’ha
ppòrto drénto li case cu la funtanèlla pi la su commidità, t’ha pportato pure ma li
stabboliménte e ddrénto ma la fràbbiche. E qquanno ariscappe di llì ha cambiato
di culóre e ssè avvelenata, e mma li ggènte li tócca scappà vvia chi mmanco più l
muso ci si pònno lavà e nun ti pònno più bbéva chi li fae mmalà l fédeco e ll’artre
vìscere, e ppò mòreno sènza sapé chi mmale c’hanno avuto. E ssi nun ci fusse io
chi ll’aristorasse cu n goccétto di dabbéva! E ppò lu sae chi ddicéva Méco di Ti-
mitillo? “Hò ttròvo um mèdeco bbravo davéro: m’ha ddétto chi hò dda bbéva l
vino!” E allóra sa chi tti dico? Cercamo da stà bbène n zalute nue, pirchè si ttu di-
vènte spòrca pill’inguinaménto e io pijjo di cerquóne e ddi muffa, allóra n valémo
ppiù gnènte né io né ttu. Ma pirò n’è ccórpa nòstra e ssò ssèmpre ll’òmmene chi
cci fanno diventà ccussì, si nun ci custudìsciono cóm’adè priscritto. Ma pirò è
ppèggio pi llòro!”
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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ETNOTESTI BREVI

• MEDICINA POPOLARE E FARMACOPEA

Acqua e òjjo sbattuto.


Nel sederino infiammato del bambino.

Co la scòrza dell’órmo se fasciava la ferita, ll’aringomava. Co le bborziche


dell’órmo, c’èra ll’òjjo de san Giuvanne. Se cojjévono la mattina de san Gio-
vanne, pe le ferite, se sfragnévono déntr’a n recipiènte p’ariccòjja ll’òjjo che
sserviva p’aringommà le ferite.
(vd. sotto: Se uno si fa na firita...).

Co le goccétte d’òjjo callo ce pulìvono ll’orécchje a le fijje co la pèzza.


Rimedio per l’otite.

La bbòrra de bbasto pe li pòrri fa bbòno.


Si lega il porro con un crino per farlo seccare e cadere.

La conzòleda è n’èrba a ffòjje rade, cóme na spèce la spinace, e pprò fa l frutto


sottotèrra, tutte radechétte bbrotozzolóse, che ssi péstono, e cce se fa ccóme n
empiastro, si fàscia ndóve c’è l male. Si uno se smòve m piède cóme sia, se fa
na fasciatura co qquélla ròbba ch’è ccóme l gèsso.

La gómma dell’olivo dice che ffa bbène pel mal de dènte.


Lenisce l’odontalgia.

La ragnatéla pure su le piaghe se mettéva, spèce la fulina del cammino, spèce


le piaghe de le bbèstie.
Come disinfettante asettico per ferite o piaghe.

La sanguenèlla è n’èrba cóme la gramégna, che ffa n fióre cóme na stélla, con
tre quattro rame che ssò rraspóse. Allóra, se pijja, se fa m mazzétto de ste file
raspóse, e sse métte su ppel naso e sse fa m pò de vòrte sù e ggiù fino ch’èsce l
zangue. Ce se ggiocava.
Usanza di ambito infant.

Le pónte del rógo, còrte per agósto, se mettévono déntro n fiasco, na cèrta quan-
tetà, pò se tèngono ar zeréno a la nòtte e al giórn’ar zóle, fina che ssò, hanno
scolato ggiù l zugo, che vvène cóme n unguentino dènzo. E qquéllo se métte ne
le crétte del pètto di le dònne. Pure pe le morròede.
Documenti etnolinguistici e folklorici
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L crispigno facéva bbène ppure pe la frussióne dell’òcchi, ce facévono ll’im-


piastri.

L fèle de majjale s’attaccava su ppel cammino, s’addoprava pe le ferite. Spèce


le bbèstie li si mettéva la fulina del cammino ne le piaghe.
Come disinfettante antisettico per le ferite.

L fumestèrno è m medecenale, maprò nun zò perchè ffa bbène. Sò cche ffa mmale
se la màgnono l cunijje. Cce mòrono.

L mi pà quanno stiède male pi mmorì, li frate cappuccine li diédeno n’èrba chi


li féce bbène.

Man quélle ch’adèreno ammalate di tirìzzia, pi gguarille, dice chi li dàveno a


bbéva ll’òva frésche cul pidòcchje drénto. Li facéveno magnà le pidòcchje sènza
che sse nn’accorgévono, déntr’all’òva, le mannàvono ggiù, li facévono bbòno.
Rimedio contro l’itterizia.

Panechino, lue le conoscéva tutte ll’èrbe, che ll’annava ffà ppe le frate, che ffa-
cìvono le medicine. Sarà mmòrto, n ze véde ppiù.

Pel mal d’òsse ce mettévono l mattóne calle.

Pi la pormonite se mettévono le mignatte.

Pil mal di panza se bbeviva ll’àcqua panata.

Pil rifreddóre se facívono l fuménte de sémmala bbruciata e sse bbeviva l vino


callo col zzùccoro.

Se facéva l bagno nel vino a li fijje débbole de zzampe, racchidinóse.

Se facévono le bbagnòle de pajja bbagnata su li cotógnele.

Se mettévono le pecétte de fichi d’ìndia sótto le témpie pel mal d’òcchje.

Se mettìa ll’òjjo nd’un tegamino, se facìa ll’òjjo ferrato pell’orecchjóne.


Applicazione di impacchi d’olio caldo, in cui si immerge un ferro rovente, contro i dolori reu-
matici o per ungere le ghiandole gonfie.

Se uno si fa na firita, quann’è dde sti tèmpe, pijja n ramétto de òrmo, lèva la còc-
cia, co na striscétta, e cce se fàscia la firita. Com pòche ggiórne s’arimàrgena.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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Si n fijjo c’éva la bbronchite, si pijjava n fòjjo de guadèrno co ttutti bbuchi fatti


coll’aco e jje se mettéva sul pètto, pòe se sgocciolava sópre la céra de na can-
néla de ségo.

Su le ferite se métte la téla de ragno; su le crétte e le piaghe la péce o la fòjja


del rógo distillata; le bbagnòle cul vino pe rrinforzà la vista; le chjarate e rrà-
dica de conzòlida pistata su le smòsse del piède; cénnere calla pel mal d’òssa;
fòjje de crispino pel mal de dènte. P’arifrescà ll’òcchje, fanno bbòno le bba-
gnòle cull’acqua dil fióre de sammuco oppuraménte acqua co ccénnere di pajja
abbruciata. Ll’òjjo ferrato pill’orecchjóne, fuménte co la sémmala pil catarro,
petròjjo pil pidòcchje. L dènte frace le cavàvono l frate cappuccine de sam
Pàolo.
Rimedi di vario genere.

Su le piaghe del zumaro, pe n fàccele annà le mósche, ce mettévono ll’ossignó-


ne de la ròta del carrétto.

• CREDENZE E SUPERSTIZIONI

Adèsso n ce sò ppiù, na vòrta dice che cc’èrono davéro le stréghe. Pijjàveno


fórma de gatto néro, uscìvono l venerdì. Si mettéva la scópa su la finèstra pi
scongiuro.

A le creature n z’ha dda métte l nóme de ggènte vive, perchè li s’accórcia la vita.

Bborbòtta la marina, l tèmpo se càmbia. Quanno la marina sborbòtta, è sségno


che l temporale è vvicino.

Canta la raganèlla, dumane piòve. Chjama ll’acqua.

Carosà l pélo de le bbèstie e li capélle de li cristiane n z’ha dda tajjà co la luna


crescènte, sennò ricrésce sùbbito.

Co la canna e ccol zanguinèllo n ze pò mmenà le bbèstie, perché c’hanno me-


nato l Zignóre. Le vetturale num menàvono le bbèstie co la canna, perchè
cc’évono menato l Zignóre.

Dòppo tre nnèbbie a ffila si dice che ppiòve.

Era cóme n zégno di bbòn agùrio pe ttutto ll’anno, a mmagnà ll’ua a ccapo-
danno. Magnàvono ll’ua acciocché ttutto ll’anno gna bbène.
Documenti etnolinguistici e folklorici
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La cratura che n’èra bbatiżżata n’usciva di casa.

La dònna gràveda m potéva fà ssù l cotóne, sinnò l fijjo nasciva col budèllo nel
còllo. E non dovéva passà ssótto le filagne de le vite.

Le patate fanno diventà ssórde.

L fijjo bbatte ll’ógne del ditóne pi n fà ppiòve, ccusì l patre rèsta n campagna a
llavorà.

Li prime ggiórne dill’anno èreno se dicéva ill’énice, dall’uno al dódice, pó si tor-


nava ndiètro. Secónno l tèmpo che ffacéva n quélli ggiórni, se nduvinava l tèmpo
dell’anno.

Ll’òmo ciuco, che scappa gni venticinqu’anne, mettéva paura.

L primo dell’anno, se ssògne l frate ségno che tte vène a pportà vvia, se campa
pòco. Se incóntre n vècchjo, se campa parécchjo.

Na bbottijja d’òjjo che ccasca pòrta disgràzzia, una de vino è allegria.

Pi ppoté ssegnà, na dònna éva da èssa matre de sètte fijje.


Requisito necessario perché si ritenga una donna dotata dei poteri magici di guaritrice.

Pi qquaranta ggiórne dòppo sgravato, facéva male a llavasse coll’acqua frédda.

Quanno se comìncion’a sbiancà ll’orécchje e a ddiventà ggialle, la mòrt’è


vvicina.

Quanno se spezzava n ombrico, allóra piovéva.

Quanno véde la luna col cérchjo, ll’acqua è vvicino.

Rotolasse pe ttèrra a li prime tròne de marzo fa bbòno pel mal de panza.

Se l gatto gratta la scópa, càmbia tèmpo.

Se la dònna ncinta le vène vòjja de magnà quarche ccòsa, ha dda stà ttènt’a
ttoccasse, sennò lo fa ssegnato.
Sulle voglie insoddisfatte delle gestanti. Se la madre tocca con la mano una parte del corpo,
alla vista di un frutto, di un cibo appetibile o di una bevanda, che non può gustare, di un ani-
male o cosa ripugnante, in quel punto il figlio recherà fin dalla nascita una macchia della
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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stessa forma e colore. Onde occultare la voglia, le gestanti si toccano alla bisogna nelle parti
meno in vista (glutei, cuoio capelluto dietro la nuca, sotto l’ascella).

Se lèva cul dènte lo stizzo mal gatto, diètro la códa, pe ffallo èssa più ttaccato a
ccasa.

Se ppiòve ne la ggiornata, vèrzo séra, quann’è la mattina ggià sse pò nnà lla-
vorà uguale. Perché qquanno canta l cucco, la séra è mmòllo e la mattina è
sciutto.

Si uno nasce dóppo l primo venardì, se dice ch’è ggójjo pirché li manca n ve-
nardì.

• USANZE E CONSUETUDINI, FATTI DI VITA QUOTIDIANA

A Cència! Ll’éte ntéso dònn Arcèste? Quanno véde n frìcciolo de tèmpo cattivo
ncomìncia a sduendelà le campane.

Al Bojjicame sèmpre che mme toccava de nòtte, na vòrta me succèsse che vvédde
che mme se seccò ll’acqua, e mme toccò annà ssù a vvéde che ssuccedéva, che
èra e cche non èra. E ddefatto arrevae sù ne le piscine, e la trovae che ll’évono
mannata déntro la piscina pe ffà l bagno. C’èrono du òmmene che ddéntro, che
stàvon’a ffà l bagno. Du carabbignère! Col zappóne che cc’avévo, arivortae
ll’acqua pe rremannalla ggiù ppe ll’àrvio. Nzómma me féce sentì che ll’acqua
ll’addopravo io, che nun èra bbenfatto che llòro ll’ésseno ggirata. Ma se io n
quér moménto, sènza dille gnènte, ésse préso le vestite ce ll’ésse portate via,
cóm’annav’a ffinì? Si èro n antro, ll’avrèbbe pure fatto.

All’època de la potatura veniva n ucellétto che ccol fischjo dicéva: potì potì potì!
Pò, dòppo quarche ggiórno dicéva: put’impala, put’impala, put’impala!
Il verso dell’uccello viene reinterpretato come esortazione a potare e palizzare le viti.

C’annàveno a rriccòjje le fiche de sumaro co la scopétta, la palétta, l capagno


o la cariòla.
Sulla raccolta delle deiezioni animali da utilizzare come concime.

Co la scabbiósa ce se fanno le scópe pe ppulì ll’ara. È rresistènte.

Co le códe de vitàbbia quann’è pprimavèra che ccàcciono, che ssò cco le punte
tènere, se còciono, se léssono, e ppò se connìsciono òglio sal’e acéto o llimóne,
Documenti etnolinguistici e folklorici
47

e sse màgnono cóm’inzalata. Quélle de lùppolo lo stésso. Appéna nàsciono sù


dda la tèrra, fina che ssò ttènere, ce se fa la frittata. Ppure le strìgole.

È n zomaro ch’ha ppotato pe pprimo. Che pprima dice ll’uva no lla potàvono, l
zumaro nvéce éva magnato nvéce n qualche ppòsto ch’éva spuntato le cape, e
llì ll’uva ce vénne mèjjo, e ccosì mparòrno a ppotalla.
Vedi infra: La potatura...

Èra quéllo che sse pèrze la mammana pi la strada. Stava de casa n campagna
co la mójje ch’éva da partorì. Attaccò l carrétto e annò a ppijja la mammana a
Vvetèrbo. Salinno: “Tenévete èh, commà!”. A ccianche ritte è ccascata a parte
ddiètro, tutta na vòrta. Lue n ze n’è ccòrto. Quann’è rrivato ggiù ch’è scéso:
“Commà, sémo rivate!”. Va llà e la mammana n c’èra ppiù. Aripijja a ccapézza
la bbèstia, aridà ddiètro, a ccercà la mammana, e anze che ll’ancontrò non tanto
distante. “Commà, ve séte fatta male?” “Èh, stavo mèjjo prima!” “Là, metté-
tev’a sséda déntr’a la cassa nvéce de stà ddiètro su la tàala!”

È ttradizzióne che Nnoè ha scopèrto per caso sto frutto che n’éva visto mae.
N’ha ffatto na bbèlla magnata, ha ntéso ch’èra bbòno, e le vinne penzato da
métt’a pparte l zugo, ll’ha ffatto fermentà, e n’ha ffatto na bbèlla bbevuta e cci
s’è imbrïacato.

Fin’a la prima guèrra, pi ssant’Antògno c’èra la cavarcata de fascinare e ca-


vallare al Dòmo. L zignóre de la fèsta portava n céro gròsso a ssant’Antògno,
dava man tutte le ciammèlle pe rrigalo e l pranzo.

La pianta è ccóme la vita d’un òmo. C’è ppòco da fà. La linfa, quel zugo che nnó
chjamamo linfa, è ccóme l zàngue, che ccìrcola nel còrp’umano, nò.
Sulla vite.

La potatura ll’ha nventata l zomaro. Che pprima dice ll’uva no lla potàvono, l
zumaro nvéce éva magnato n qualche ppòsto ch’éva spuntato le cape, e llì ll’ua
vénne mèjjo, e ccosì mparòrno a ppotalla.

La vita sta mmèjjo copèrta. Quanno la tèrra è llavorata, che ccomìncia vvenì
ll’estate, ha dda èssa copèrta. Pe mmantené la frescura pe ttutta la staggióne.
E ppòe bbesognerébbe a scarapalla spésso, im mòdo che la tèrra fósse sèmpre
sòffice. Perché sse cci piòve, la bbattuta dall’acqua, pare che, dice, ha ppiovuto
e mmantène. Envéce nò! Dòppo m pò de ggiórne, s’asciutta de ppiù. Nvéce,
quanno che la tèrra è llavorata, n z’asciutta la tèrra, se mantène frésca.
Sulla coltivazione della vite.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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Le pòste, appinzutate, se bbattévono col majjo de légno fatt’a ppippa. Piantato


l pòsto, se passava a ffà ll’incròcca col róncio, co n antro pòsto diètro p’ac-
conzentì. Sull’incròcca ce se mettéva la pèrteca. Se legava col zarcino, se facéva
na legatura gni pòsto, co n zarcino gròsso, chjamato bbacchettóne.
Sulla costruzione della pergola.

Ll’èrba mòra, speciarménte quanno che cc’èra l zéme che ffa ttutte palline, se
pésta bbène bbène fina fina, che vvène chjamata còccola, e sse bbutta
déntr’all’acqua ndo c’è l pésce, e lo fa mmorì.
Sulla pesca di frodo.

Ll’ottobbrate le facévono tutt’anzième le socetà di la Ròsa, de la Stélla, de li


Stranite, co na rillegrata pi ttutte le famijje co ppranzo e bballe.

L lutto pel mòrto se portava pi n anno.

L muratóre fanno fèsta l giórno de sant’Antògno.

Lo chjamàvono imbratto pel majjale cèrta ròbba còtta, l cavolàccio speciar-


ménte. Ch’annàvon’a ccercà l cavolàccio d’invèrno, ggiù ppe le cannéte ma le
pròde, ntórn’a Vvetèrbo, e lo facévono bbollì.

Lo spaccaculo se apre, ce se ggiocava cu le fijje. Si dice: “Apre m pò qquésto!”


Quann’uno ll’éva apèrto, dice: “Ha spaccato l culo cóme na gallina!”
Gioco infant.

L patróne dovéva comprà l zorfato de rame. E l zòccio pompava l ramato su la


vigna. Le canne, l patróne le dovéva métte, l legname l patróne. Dòppo, n ùrtimo,
spartìvon’a mmèżżo.

L piccasórce appéna scappa da la tèrra è ccóme li spàrici. Fa bbòno pi li réne.


Io ll’hò mmagnato, è bbòno, còtto cóme li punte de le vitàbbie, è ssaporit’e
bbòno.

L zammuco è na pianta che cc’ha ll’ànema déntro. Se pijjava u rramétto de na


cèrta grossézza, se levava ll’ànema. Pò se facéva l màneco de légno, se facéva
dó palle de cànepe, s’impasticava, se nciancicava m pò cu la bbócca, pò se fa-
céva dó pallétte, un’apprèss’all’artra, e scoppiava. Facéva bbù! Pò s’arimettéva
la palla da capo, n’antra bbòtta: ntàn! bbù!
Gioco infant.

M’ariccontava la mi sòcera, quann’èrono ggiovanòtte col zu fratèllo ch’annà-


ven’a bballà, e annàveno pur’a ffregà qquarche òvo déntr’al gallinaro. Allóra
Documenti etnolinguistici e folklorici
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mó ar bujjo, l zu fratèllo Ggiacomino annéde llà mal gallinaro e pprése n òvo.


C’èra quéllo sólo. Llì al bujjo, lo roppì pe bbévelo, e qquanno lo mise ma la
bbócca m moménte moriva, ch’èra quéllo gójjo, da quanto puzzava. Stava llì
ppe llénece.
Me dicéva l mi sòcero che llue c’éva na vigna, che cce sò le confine, sta vvicino
a n’antra. E ccosì vénne na gràndene, al vicino suo fu ccolpita da la gràndene.
Lo sae, qui arriva e ddi qqua non fa ddanno, e qquélla sua nvéce nun c’èra ri-
vata. Allóra quélle s’èrono rrabbiate: “Cumpà, e vvóe che cc’éte n antro patre-
tèrno? Varda che ss’ha dda véda, quésta mia è ttutta rovinata, e la vòstra nun
c’è gnènte!” E ccosì, n giórno quann’annétte ggiù, trovò che cc’èrono le vite
tajjate. Quélle pell’invìdia ll’évono tajjate m pò de vite.
Me la raccontava la Nażżarèna de mastro Piètro Còccia ch’èro fijjo. M’aricòrdo
sólo li strofétte ch’hanno cantato al pranzo. Dice la spòsa: “Vigna èro e vvigna
sò, / curtivata èro e ppiù nun zò, / e nun zò pi qqual raggióne, / mi ha bbando-
nata l mio patróne”. L marito: “Vigna ère e vvigna sèe, / curtivata èr’e ppiù nun
zèe, / vòe sapérne la raggióne, / ècco l guanto e l padiglióne”. Lu stèmma. L ré:
“Alla vigna io ci andae, / una pàmpina toccai, / ma per la coróna che hò in tèsta,
/ non toccai uva ne bbòna ne ccrèsta”.
Protagonisti della favoletta, nota già dal medioevo, sono un uomo, sua moglie, sospettata di
adulterio, e il re che è inavvertitamente entrato nella camera, dove stava riposando la donna.
Questa, nel corso di una tenzone in versi, servendosi della metafora della vigna, dissipa il so-
spetto del marito nei confronti del re. Una versione viterbese di tradizione orale è stata già
pubblicata, alla fine del sec. XIX, da S. Prato (L’orma del leone, racconto orientale consi-
derato nella tradizione popolare: saggio critico, Romania, XII, 1883, pp. 535-565; XIV,
1885, pp. 132-135).

A mmétta na bbiffa su le tèrre d’artri. Passato l venticinqu’aprile l giórno de sam


Marco, se piantava la bbiffa, s’abbiffava la vigna, ce se mettéva na bbiffa arta
na canna, anche n cannóne due aggiuntate. Pe ccojjonèlla. Che n’avévano nco-
minciato a llavorà la tèrra ch’èra tutta sòda.
Vedi infra: Pò qqui c’èra n’osanza che pprima…

N lavóro fatto male presémpio ne la vigna, quanno se sfonnellava, se cc’èra


quarcuno m pò ffiacco, pe sseguità n quéll’altre facéva le copertóre. Tirava la
tèrra di qqua ddi là, e ssótto rimanéva sòdo. E ccosì, se facéva bbravo cóme
qquéll’altre, però quann’è ch’aricarzava, quéllo che llavorava bbène, annave
mèjjo di quéll’altro. Perché qquéllo dòppo, de sótto trovava la tèrra tòsta. Ari-
manéva male e ffatecava de ppiù.

N campagna se piantava na cróce de canna co ssópre tre rramétte de parma


bbenedétta legate.
Usanza con funzione apotropaica per scongiurare la grandine e i temporali.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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Nvéce im princìpio lo facévono col cardo sécco, ch’ancó cc’éva li picchi, e scar-
dàvono la lana co qquéllo, co la pianta del cardo.

Pi la gràndene fino a la prima guèrra sonàvono la campana e sparàvono le fu-


cilate.

Pi Nnatale, l fijje mparàveno l zermóne e ppò nu lo dicéveno ch’éveno vergògna.


La cenarèlla de la viggijja, prima de méttes’a mmagnà si dicéva l Crédo, pò ve-
nívono l parènte, spèce si cc’èreno li fidanzate, e ccu la tómmela s’aspettava
p’annà a mméssa de meżżanòtte.

Pi ssam Biàcio l prète ognéva la góla co na cannelétta ónta d’òjjo pil mal de
góla e spèce le spine de pésce. Pò se compràvono a la fièra le fich’a ppalla nfi-
late ma la vitàbbia.

Pi ssam Micchèl’Arcàngelo si preparàveno li sòme dill’ua e ssi dava l via a la


vennémmia.

Pi ttutta ll’ottava dòppo li mòrte, c’èrono dònne ch’annàvon’al camposanto a


ddì ll’orazzióne pel mòrte di le famijje che le pagàvono appòsta e li dàvono
ppure na bbottijja d’òjjo pel lume.

Pò qqui c’èra n’osanza che pprima, quanno che sse zzappava la vigna col fèrro,
che ssi sfonnellava, se ppassava l venticinque del mése d’aprile, allóra ce met-
tévono la bbiffa. Pijjàvono na canna, ce mettévono n giornale da capo, e ll’ab-
biffàvono. La bbiffa vorrébbe dì, la mettévono su m prato, dovéva èsse
riguardata che n ce dovéva pascolà nnessuno.

Primma esestéva quésto, che qquanno n c’èrono nzetticide, se ssi vedévono le


purcióne ne le faciòle, e le ruche ma la vigna, allóra se chjamava l prète. S’an-
nava ggiù e sse facéva la bbenedizzióne.

Quanno c’èra quarcuno chi pparlava scorrètto, si cc’èreno li fijje ciuche, li si


dicéva: “Sta attènte, chi cc’è la quarésema!”
Quarésema, al pari di frasca in altre espressioni analoghe, è termine sostitutivo per “bam-
bino”. Si usa per avvertire di non trattare argomenti osceni o sconci in presenza di minori.

Quanno no sciamo d’ape va vvia, si cérca d’annall’apprèsso, e sse dice: “Ab-


basso la maéstra! abbasso!” Pò se bbatte con du pèzze de fèrro, oppuraménte
un campano. Se chjàmono fino che sse vann’attaccà n qualche rramo, ne na
pianta quarzìasi, tutto n rampazzo fanno, llì sse fèrmono. E ddòppo, se va llà co
n zécchjo, co na bbòtta sópra càscono tutte déntro.
Documenti etnolinguistici e folklorici
51

Quanno se faciva la scampanata a li védove, li spòse scennévono ggiù cul quar-


taróne del vino e ttutte cuntènte. Mal mi nònno, quanno sposò la tèrza mójje, a
la scampanata bbussàveno pure na bbótte vòta.

Quanno se lavorava n campagna, se bbevìa tutte da la stéssa bbarlòzza. Se dicìa:


“Attènte a num pèrda l turo! Abbada che tte tòcca annà ddormì co la patróna!”

Quanno s’ariccòjjono le vite, se méttono, se stènnono davante uno che sta bbas-
sato, e man’a mmano se raccòjjono fin’a che cce se cava rrèggene na bbrac-
ciata, o se légono sùbboto lì ppe llì. Oppuraménte dòppo, se passa n zéguoto,
s’accòppiono magare le manciate, secóndo le fasce quanto sò ggròsse. Ebbè, le
vite tanto, cóme le métte è ssèmpre n vèrzo sólo. Si mettévono tutte da na parte,
che ppò dòppo servìvono pell’invèrno pe ffà l fòco.

Quanno se svinava, se mettéva la chjave ne la callara pe n fà ppijjà dde rame l


mósto. Ce sò che mmettévono l zòrde de rame pe ffalle pijjà ffòrza. L catenàc-
cio nfocato o l tizzóne ardènte.

Quanno se véde pinzo, vò ddì dice: “Quest’anno ce nn’è ppòca”. Quanno


ll’òcchje sò ttónne, piéne, ch’è ggràvido, si spèra bbonnànzia. Si è rritóndo, al-
lóra è sségno che cc’è ll’uva déntro. Si è ppinzuto, allóra nun c’è. L prunòsteco
si fà ll’anno prima, quanno che la vign’ha ccacciato.
Pronostico sulla vendemmia.

Sam Martino èra la fèsta dell’òmmene sposate.

Sant’Antògno pi la su fèsta nvita ma ssa Llurènzo a ccasa sua ch’è ffrédda, e ssa
Llurènzo pi la su fèsta nvita ma ssant’Antògno ma la su casa ch’è ccalla.
Sunto di favoletta, riferita alle date in cui si celebrano le feste dei due santi: quella di san Lo-
renzo cade nel cuore dell’estate (10 agosto), invece l’altra di sant’Antonio abate in pieno in-
verno (17 gennaio).

Se èra quélle coltrinucce co na bbèstia, che llavórono da na parte sóla, se ggi-


rava ntórno, e ccosì si lavóra sèmpre da na parte. Si sse riva scarzà la vigna, si
bbuttava la fétta in fòri, e qquanno se dovév’aricarzà, se ggirava a ccontro-
sènzo, e sse bbuttava la tèrr’addòss’a le viti.

Se ggiocava col bùrchjo de nóce, spaccato n du parte vòte. Una se mettìa su la


bbócca e qquell’altra si strùscia sópra. Movènno la bbócca fa n cèrto sòno.
Di ambiente infant.

Se potava tarde, perchè sse dicéva che la vigna cacciava più ttardi, im mòdo da
potélla sarvà ddal gèlo, da le bbrinate. Cóme pprovèrbio non ze dicéva, ma ssi
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
52

sapéva nzómma, parécchi ce stàvon’attènti. Prò, si facéva ppure l danno che


ddòppo la vigna, la vita piagnéva e sse levava m pò di ferteletà nzómma. Quanno
che mmovéva la vigna, allóra, ggià èra n zugo, e pperciò èra danno.

Tante vòrte, quanno qqui cc’èra un ragazzòtto ch’ancóra a sfonnellà no èra àb-
bele, li facéva bbatte l fónno avante. Ccosì qquéllo che vvenév’apprèsso fatecava
de méno. E ste ragazzòtte c’avévono um bedènte, che ssarèbbe l fèrro, che sse
chjamava cardinale. Perch’èra n ferrétto m pò ppiù lleggèro. E ccon quéllo ce
bbattéva l fónno avant’al patre, e ll’ajjutava.

TESTI FOLKLORICI

Mondo degli adulti


• STORNELLI E STRAMBOTTI

Affàccete a la finèstra, si ammazzata, / mànico di palétta arrużżunita, / copèr-


chjo di marmétta mporvarata.

Affàcciate a la finèstra, ricciolóna, / de tuòi capélli dàmmene na rama, / li métto


nell’orlòggio pi ccaténa.

Al Bbujjicame ll’acqua calla bbólle, / è bbòna pi ffacce li bbagne calle, / pec-


cato pirò chi ppuzza di cipólle.

All’armi all’armi, che l tamburo sòna, / li turchi sòn’armati a la marina, / la


pòvera Rosina è ppriggionièra.

A Ppiazza d’èrba ci sò qquattro lïóne, / da quanno stanno llì sò bbòne bbòne, /


fanno figura di quattro minchjóne.

Bbèlla di qqua ddi llà, bbèlla pir tutto / e nni la legatura dil zinale, / quanno chi
ppisce mi pare n condutto, / mi pare la cascata chi vva l mare.

Bbèlla mia, / si vvò vinì cu mmì, ti pòrto fòra, / si tti piace da tribbolà, sè na si-
gnóra.

Bbèlla, non ti vantà si mm’hae lassato, / che io mi vanterò di altre còse: / t’hò
mmésso la man’al pètto e tt’hò bbaciato, / nel giardinétto tuo hò ccòrto na ròsa.
Bbellina, ll’altra nòtte vénni al tu lètto, / pe vvéde se ddormivi o sse vvegliavi, /
una mano la tenévi al pètto, / un àngelo del cèlo me sembravi.
Documenti etnolinguistici e folklorici
53

Bbianca cóme la nève di montagna, / bbianca cóme desìdera l mio còre, / mi sè


venuta apprèsso cóme na cagna, / quanto sò bbrutte le péne d’amóre.

Bbùtteme ggiù la ggiacca cul curtèllo, / vòjjo annà bbéve all’osteria del gallo /
e vvò ddà na lezzióne al tu fratèllo.

C’avéte le riccétte fatt’a mmòlla, / sótto c’è l pidocchjétto che cce bballa, / la
pùrcia ce la fa la sintinèlla.

C’è n impiegato a ccènto lire al mése, / la mójje màrcia n àbbito de raso / e cce
le fa pportà le pénne tése.

Cent’òmmene vistite tutte bbianche, / cent’òmmene gajjarde assae distinte, / na


fàscia róssa li guarnisce l fianche.
Sui facchini della macchina di santa Rosa.

Che ssèrve chi vvinite piano piano, / tanto la camminata la capimo / e la ca-
pimo um mijjo di lontano.

Chi la fa la pènza: / se sémo pesate tutte a na bbilància, / vorrébbe fà co vvóe


la conoscènza.

Colór anchènne / cóme la fijja de Cinòtte la ppiù ggranne, / quélla che dda na
parte sèmpre pènne.
Vd. infra: Fiore d’acchènne...

Curre, vorpétta mia, curre, vorpétta, / non zèmpre trovarae la strada piana, / ma
quarche vvòrta pure ll’aristrétta, / curre, vorpétta mia, curre, vorpétta.

Déntro la casa mia ce sta na cunna, / vène, Ninétta mia, a ffà la ninna, / che tti
la canterò la ninna nanna (var.: che io ti canterò).

Déntro Reggina Cèli c’è na bbranda, / vène, Ninétta mia, a ffà la ninna, / che tti
la canterò la ninna nanna.

Di stornèlli io ni sò na léga, / ll’hò llegate tutte a ffil’a ffila, / e ll’hò pportate a


la fontana a bbéva.

Diàvolo dill’infèrno, fatte frate, / pò vall’a ccunfessà la bbèlla mia; / si nun ti


dice tutte l zu peccate, / diavolo, vène e ppòrtetela via.

E cchi mm’impòrt’a mmé si nun zò bbèlla, / tanto c’è lo mi amóre che ffa l pit-
tóre, / e mmi dipingerà cóme na stélla, / e cche m’impòrt’a mmé si nun zò bbèlla
/ larà llalà, larà llalà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
54

E ll’è ggià nnòtte e lo patró ssuspira, / dice ch’è stata curta la ggiurnata; / ari-
spónne l rigazzo de bbottéga: / “È stata curta n cazzo che tte fréga!” (var.: È
nnòtte è nnòtte e lo patrón sospira / u!, cóm’è stata curta sta jjurnata!).

Finèstra ti sèi fatta ggiardinièra, / ti sèi copèrta di ménta romana, / vorrèi chi
ss’affacciasse la patróna, / mi la bbuttasse ggiù na ggentil ròsa.

Fiór d’amaranto / l bène che mmi volévi èra finto, / e qquéllo che tti vòjjo è
ffarzo tanto.

Fiór de purnélle / levàtela levàtela ch’è óra, / annam’a vvennemmià a le Cam-


morélle.

Fiór d’èrba bbèlla, / levàtela levàtela ch’è óra, / bbuttàtela dal lètto ll’Emma-
rèlla.
Vd. infra: Fiór di gaggìa…

Fiór di mentrasto, / la mi regazza odóra di merluzzo: / quanno la védo, mi ci


sènto pazzo.

Fiór di mentrasto, / la mi regazza puzza de merluzzo: / quanno la védo, me se


rizza l cazzo.

Fiór di mentùccia, / pijjate lu schjoppétto e annat’a ccàccia, / portate ll’ucellétto


a la Mariùccia.
Vd. infra: Fiór d’ua spina…

Fiór di limóne, / cóme si sémo accompagnate bbène, / tu la migragna e io la di-


sperazzióne.

Fiór di spinace, / nun è ttutt’òro quéllo ch’ariluce: / s’ito da la padèlla su la


bbrace.

Fiór dd’èrba bbèlla, / l nòstro vitturale è na carògna, / n’è bbòno manco a ffà
na mostarèlla.

Fiór di gaggìa, / levàtela levàtela ch’è óra, / bbuttátela dal lètto la Lucia.

Fiór di gginèstra, / lùccica a li gócce di la guazza, / sè tanto bbèlla su la tu fi-


nèstra.

Fiór di mughétto, / l regazzo e la regazza stann’al frésco, / fanno finta da còjja


l finòcchjo / e ntanto si lu danno m bèl bacétto.
Documenti etnolinguistici e folklorici
55

Fiór di pisèllo (var.: Fiorìn fiorèllo), / la scoppolétta la pòrta l vassallo, / córre,


amóre mio, a ffatte l cappèllo.

Fiór d’ua spina, / levàtela levàtela ch’è óra, / bbuttàtela dal lètto ll’Esterina.
Vd. infra: Fiorétte rare…

Fióre d’acchènne, / la sorèlla del mi amóre quélla granne, / quanno cammina,


da na parte pènne.

Fióre d’anéto, / quanno si farà stu parentato, / quanno Bbagnajja divènta Cor-
néto.

Fióre di ménta, / chi cc’ha la mójje bbèlla sèmpre canta, / chi cc’ha ppòche qua-
trine sèmpre cónta.

Fióre di ménta, / chi ddice chi la ménta nun zi pianta, / la ménta si pianta e ssi
seménta.

Fiorétte rare, / levàtela levàtela ch’è óra, / bbuttàtela dal lètto la cummare.

Fiorìn di nóce / quanno la bbèlla mia riccama e ccuce, / canta li stornèlli a


mmèżża vóce.

Garòfolo piantato a la lindièra, / vorrèi parlà cco la tu mamma un’óra, / co tté


ccarina na ggiornata intèra.
Ggiovanottino, ch’appoggiate al muro, / séte rimasto cu le mósche im mano, /
di tante amanti n ce n’avéte gnuno.

Ggira la ròta, pi ggiralla ci vò la fune, / la mamma è la ruffiana di le fijje, / l


babbo lo tène l lume.
Sul lavoro del funaio.

Ggiù ppi stu vicinato c’è na bbèlla, / che ppe ttenélla ci vòle la bbrìglia: / sém-
bra na cavallùccia sfacciatèlla.

Im mèżż’al mare c’è na vita d’ua, / l marinare chi scénne e cchi ppiana, / cusì
ffanno ll’amanti a ccasa tua.
Im mèżż’al mare ci sta na culònna, / quattòrdici pittóri a ppitturalla, / ci fanno
a ggar’a cchi la fa ppiù bbèlla.
Im mèżżo al pètto mio c’è n zerpénte, / chi mmi lavóra a ppunta di diamante, /
chi num pròva ll’amór nom pròva gnènte.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
56

L turista chi vvèn’a ssam Pilligrino, / si scòrda pure da èssa rumano / sótt’al
merlétto di stu peparino.

L vistito bbianco cu li scarpe fine, / la fàscia róssa spicca e li romane / ci vèn-


gheno pi vvéda li facchine.
Sui facchini della macchina di santa Rosa.

La Paranzana adè Mmónte Cimino, / lu pò véde pure da luntano, / ma è ppiù


bbèllo si li vae vicino.

La passeggiat’al Córzo è a llungo mètro, / cu la scusa d’annà vvéda l quatro, /


li regazze si spècchjeno mal vétro.
Vd. infra: Llà ppil Córzo…

Li bbillézze di la Filumèna / se ll’è pportate via la tramontana, / pòvera Filu-


mèna, quanto péna.

Ll’acqua di lu mare è tturchinèlla, / la lingua di li dònne cuce e ttajja, / ma spe-


ciarménte quélla di la mi bbèlla.

Llà ppil Córzo si fa vant’e ndiètro, / ni li vitrine ci pò véda n quatro, / mésso m


móstra pròpio diètr’al vétro.

Li végghe quélla sér’a la sfilata / a Strada nòva su ppi la salita: / vann’a ppijjà
la Máchena fatata.
Sui facchini della macchina di santa Rosa.

Lo mi amóre che ssi chjama Pèppe, / è l mèjjo ggiocatóre di li carte, / pijja stu
còre e ggiòchel’a ttressètte.

Lo tèngo n cortellino a ssètte lame, / nom mi tradì sinnò lu pèrdo ll’ume, / pe ffe-
ritte l còre se mm’abbandóne.

Lu mi amóre fa lu fascinaro: / va la stalla e mbasta li sumare, / va a la màcchja


e lléga li fascine.

Lu mi amóre si chjama si chjama, / nun vi lu pòsso dì chi mmi si lógra, / si


chjama Pepparèllo Bellarama.

Madònna dell’archétto, / fate che l mi marito vène matto, / così mme spòso
Pèppe [---]
Testo incompleto.
Documenti etnolinguistici e folklorici
57

Mi chjamo Pepparèllo sfortunato, / bbutto na pajj’a mmare e mmi va ffónno, /


ll’altri bbùttono l piómmo a ggalleggiare.

Mi chjamo Peppinèllo sfortunato, / la mójje ll’hò ttrovata coll’amico, / appòsta


da Citavècchja sò scappato.

Mi chjamo Pisellino di Livórno, / sò ddi Livórno li pòrti del mare, / lèvete, ri-
gazzino, da qqui da tórno, / sennò da mièi fratèlli ti fò ppicchjare.

O Pèppe Pèppe, / a la regazza tua falle li scarpe, / fàccelo l zinalino pi li fèste.

Passa ripassa la finèstra è cchjusa, / dóve sarà la mi nnamorata? / S’affàccia la


su matre e mmi saluta, / la poverina sta llètto malata.

Piescarano è ffatto pir ingégno, / n zi sa né qquann’è nnòtte e qquann’è ggiórno:


/ c’èra n urlòggio e ll’hanno dato m pégno, / pi nun zapéllo caricà nissun’al
mónno.

“Quanno passi di qqui, scòppie la frusta” / “Nu la scòppio pe vvói, bbèlla ri-
gazza, / la scòppio pel mi cavallo che vva di córza”.

Quanno t’amavo io, t’amava l zóle, / la luna si fermò dda camminare, / li stélle
si cambiònno di colóre.

Quanno vedéte l néspolo, piagnéte, / pirch’è ll’ùrtimo frutto dell’istate; / ma ce


nn’è n antro che nun conoscéte, / e qquéllo caccavèllo lo chjamate.

Quanto séte bbèlla a ppart’addiètro, / chi ddavante n v’avévo veduto: / sem-


brate na colònna di sam Piètro.

Quélle di casa tua male mi vònno, / che ffórze non zò n òmo cóme ll’altre; / ri-
dàmmelo l mio còre che ll’arivòjjo, / sta mèjjo im pètto mio che m pètto d’altri.

Se cc’ésse la mintùccia, ll’òjjo e l zale, / farébbe ll’acquacòtta, se cc’ésse l pane.


Testo frammentario.

Se dice chi Vvitèrbo è ccittà bbèlla, / cóme n amóre di fijja ni la culla, / ppiù la
varde e ppiù divènta bbèlla.

Si ll’acqua di lo mare fósse vino, / farésti innamorà chi è lluntano, / ma spe-


ciarménte chi vvi sta vvicino.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
58

Sòna meżżoggiórno e ssòna a ttòcche, / li sartorétte vann’a lleccà le piatte, / le


bbarbierétte ammàzzeno l pidòcchje.

Sò nnata pe li bbaci e bbaci vòjjo, / li vòjjo su la bbócca e ssu i capélli, / sò


nnata pe li bbaci e vvòjjo quélli.

Sò nnato a la marina a pprènde l zale, / me ll’hanno détto cun chi ffae ll’amóre,
/ io ll’amóre lo fò con chi mme pare.

Sò stata a la marina a ppijjà ll’acqua, / l marinaro m’ha rrótto la bbròcca, /


cóme farò io che ssò rragazza.

Statte zzitto chi nun zae cantare, / li stornèlli nu li spièghi bbène, / e ssi nnu li
sae mó, mai ppiù ll’impare.

Su la finèstra chi cci stat’a ffare, / li bbràccia vi si pòssono ndolire, / ll’amóre


a la lontana n zi pò ffare.
Ti pòssa pijjà n córpo su la zzucca, / quanno vène ll’acqua ti l’ammòlla / e
qquanno vène l zóle ti l’asciutta.
Va a mmorì ammazzato che tti ci manno, / cóme t’hò ccomprato t’arivénno, / e
nun c’hò ffatto n zòrdo di guadagno.

Vi dò la bbòna séra si la voléte, / sinnò la bbutto pi sti cantonate, / quanno pas-


sate vóe ll’ariccojjéte.

Vi dò la bbòna séra e ppiù non canto, / vi vòjjo ariverì, stélla d’argènto, / che
ffra le bbèlle lo portate l vanto.

Vitèrbo adè ttutt’ariccamata / di palazzétte chi li danno vita, / spèce si la patróna


c’è affacciata.

Vitèrbo bbèllo mio, Vitèrbo bbèllo, / sò state li scarpelline a ffrabbicallo / e li


mèjjo pittóre cul pennèllo.

Vitèrbo c’ha na còsa assae carina, / di vedélla tutte hanno la bbrama, / un cam-
panile accéso chi ccammina.

Vitèrbo chi ssi vanta di na cósa, / ci ll’hanno data la più bbèlla casa, / tutte van-
n’a ttrovalla santa Ròsa.
Vitèrbo è llastricato a ppeparino / e pp’aggustallo ci vae piano piano, / ti fèr-
m’all’arche de sam Pilligrino.
Documenti etnolinguistici e folklorici
59

Vòjja de lavorà sàrteme addòsso, / famme trovà la casa bbèm pulita, / la véde
spòrca e nu la vòe scopà, / se ttu dduri accusì, fae na gran vita (var.: Vòjja de
lavorà sàrtem’addòsso, malinconìa nom m’abbandonare).

• CANZONI

All’alba a la mattina / prèndo la ròcca e l fuso / e ppòe secónno ll’uso / me métto


a llavorà // dò rè mi fa sòl la si dò (bis).

Amóre amóre amóre un còrno: / l giórno nom magno e la nòtte non dòrmo, / l
giórno nom magno, perchè non ce ll’hò; / la nòtte non dòrmo da la fame che
cc’hò.

E ggìrala la ròta / e ggìrala la ròta arrovellata, / te sènte chjamà mmamma / e


nun zè maritata.

E ggìrela la ròta / al zòn di guidarra, / lu vòjjo um morettino, / lu vòjjo pi cca-


parra.

È na sorchétta ntrèpida, / che ddal cammino entrò, / tutta la nòtte rósica / l cas-
sétto del comò.
Testo riutilizzato scherzosamente, rivolgendosi a una bambina.

Fòr di Pòrta Fiorintina c’hanno mésso li lampióne, / pi ffà llum’a sti bbucóne,
/ chi cci vanno a ffà ll’amó.

Ggira la ròta fra ppéne e ddòjje, / me sènto chjamà bbabbo e nun c’hò mmójje.

Io sò na contadinèlla, / a la campagn’avvézza, / nun curo la ricchézza, / me


prème la città / dò rè mi fa sòl la si dò (bis). // Se io fóssi na reggina, / sarèi nco-
ronata, / ma ssòno contadina / e ddévo lavorà / dò ecc.

La bbarchétta im mèżż’al mare / è ddirètta a Ssanta Fé, / è vvenut’a ccaricare /


mèżżo chilo di caffè. / La comanna l capitano co la bbarba róss’e bblù, / fuma
l zìghero toscano che pproviène dal Perù.

La pòvera Rosina si sènte tanto male, / è andata all’ospedale, / ma non ci vòle


stà. / All’ospedale de Ggènova io non ci vòglio andare, / ma in quéllo di Torino
lì mmi guarirò. / Ma pprima di partire, lui la va ttrovare, / lui la va ttrovare, per
véde cóme sta. / L Morétto éntra n càmmera, / si mise a ppièd’al lètto, / cul
bianco fazzolétto si mise a llagrimà. / Nun lagrimà, Mmorétto, se io sò mmo-
ribbónda, / la mòrte mi circónda, / si rivedrémo in cèl.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
60

Le cìmice e l pidòcchje / facéven’a ccazzòtte, / curréte, polizziòtte, / venìtel’ar-


restà.
L pilligrino bbojjàccia futtuto / ci mise lu sputo pi ffàccelo entrà.
Frammento di canzone.

L pòvero sordato nun ha vuto mae bbè: / è nnato su la pajja e mmorarà sul fiè.
Id. c.s.

Lu mi amóre sta su qquélle pògge, / m’ha rótto li cojjóne e n ti n’accòrge.

“Sémo rovinati” / “E rrovinati, Ggiggi mio, perchè?”/ “Paciòcca, mi sò ppèrzo


l portafòjjo, / ndu c’èrono li sòrdi pi sposà: / penzièro che mmi dà ttanto cordòjjo,
/ artri rigali nun te pòzzo fà. / Volévo fatte n àbbito di séta / co la códa sciar-
mante da nun dì.” / “La códa la lassamo a la comèta, / a mmé m’abbasta sta po-
lacca qquì”.

Quann’aritórno ti pórto n fióre, / evviva ll’amóre e cchi lu sa ffà!

Sò ttrecènto cavaglière / co la tèsta nzanguinata, / co la spada mpugnata, / ndo-


vina ndovina che ccos’è? / Sòno sòno le ciliègge, / che mmatùran’al giardino /
e ttira e mmòlla e mmòlla e ttira e llasci’andà.

Sapéte ch’è ssuccèsso a Vvalle cupa, / ggiù mmal molino a Vvalle de la tròjja?
/ È scappato Trucchetrucche da na bbuca, / tutta la ggènte è ddiventata gójja. /
D’accòrdo l tabbaccaro cu Llarióne / che Trucchetrucche c’ha le scarpe de
bbandóne.
Frammento di poesia sulla vita di quartiere.

Tototata chi vvène da Róma / cu li scarpe rótt’a li piè.


Frammento di canzone.

Żżico żżico żżaco / tu mm’ha rótto ll’aco, / m’hae ferito l còre, / me farae morì.
Id. c.s.

• CANZONCINE E BATTUTE DI CONTENUTO SOCIO-POLITICO

Duce duce / pijja ll’aco e ccuce.


L duce cummanna, / l ré ubbidisce, / la panza patisce.

La panganèlla non ze pò ccantà, / perché Vvittòrio ce métte m priggióne.


Frammento di canzoncina politica.
Documenti etnolinguistici e folklorici
61

Prima magnave a mmózzeche, / adèsso a mmullichèlle, / li prèzze di gni ggènere


/ ti fà aggriccià la pèlle.

Sèe dil pipì? Magna! Sèe dil Tignòlo? Bbéve!


I fascisti rispettivamente ai seguaci del Partito Popolare e di Toniolo, esponente cattolico.

Signóre mio, t’aringràzzio / che, ppe ppiscià, n ze paga l dàzzio, / e ppe falla na
bbèlla cacata, / nun ce vòle la carta bbollata.

• CANTI, TIRITERE E BATTUTE CONTENENTI ALLUSIONI MALIZIOSE

Cincirinèlla c’avéva c’avéva, / Cincirinèlla c’avéva na mula, / Cincirinèlla


c’avéva la mójje, / Cincirinèlla la dav’a vvettura.

Diasilla diasilla, c’hò na purce ne la zzinna.

La bbarca dill’Antògna è ssènza fónno, / da quanti ggiovenòtti chi cci vanno: /


ci sò stato pure io n giórno, / hò ccamminato zzòppo più dd’un anno.

La mi mójje se chjama Costanza, / che gnitanto li si gónfia la panza; / se cce


scappa n tantino de tèmpo, / ci ll’atturo e nun scappa ppiù vvènto.

La mi rigazza è ggòbba, / la vòjjo addirizzà, / li chjèse quélla ròbba, / nom me


la vòlze dà. / Ècchete n zòrdo e ffalla fenita, / arza la cianca e ddamme la fica.

Ll’ucellì de la cummare, / sènza pénne e ssènza ale, / m pò ppiù ssù volév’annà,


/ pi ddà ggusto a la cummà.

“Mi ll’hae proméssa e ddàmmela, / dàmmela sul comò”. / “Nò nò nò, / nun te la
négo e nun ti la dò”.

Morétta tónna, / pi la scarpétta tua ci vò sta fórma.

“Piripìcchja piripìcchja, / ndu li tènghe li mano a la nòtte?” “Li tèngo ma la na-


tìcchja / piripìcchja piripìcchja”.

Quattro cóntro tré / ve ce sapéte métte, / mettétejje le manétte, / portàtel’im prig-


gió.

Quélla dònna chi ffilava / dalle la fava!


Battuta allusiva derivata dall’abitudine delle filatrici di tenere in bocca una fava per au-
mentare la saliva con cui umettare il filo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
62

Te ll’avanzo n zì, / te ll’avanzo n zò, / te ll’avanzo n zìgaro / e lo vò.

Te pòssa pijjà quér che pprése a Rròsa: / dièc’anne de cacarèlla e ppò fu spòsa.

Tiritalla tiritalla / l prète sòna e la sèrva bballa; / pi nun fasse minchjonà, / pure
l prète si mis’a bballà.

Tiritalla tiritalla / morerae sènz’assaggialla / la pizza col zibbibbo calla calla.

• TIRITERE E BATTUTE LEGATE A FUNZIONI FISIOLOGICHE

Bbertòllo mòre / pi nom poté mmagnà rrap’e ffaciòle.

Bbrutto bbirbante, bbrutto bbirbóne, / va m priggióne!


Brindisi, pronunciato rivolgendosi al bicchiere di vino personificato.

Càvele còtte cantàveno l frate (var.: cazzo santo, cantàveno l frate), / chi nun
c’éveno gnènte a ccéna / e cc’avéveno le patate / càvele còtte cantàveno l frate.

Favorite e n v’accostate, / l pane rótto no lo toccate, / quéllo da róppe no lo


roppéte, / favorite se ppotéte.

Fijje mie, magnate magnate, / l pane rótto nu lu toccate, / quéllo sano nu lu rop-
péte, / fijje mie magnat’e bbevéte.

Ll’ànima a Ddio e l culo al zomaro.


Detto a chi spetezza.

Magna castagne, bbéve àcquatèllo / e spara castèllo.


Sulle flatulenze provocate dalle castagne.

Magna l pancòtto / fa li cicce bbèlle e l culo gròsso.


Nd’è scappato sto péto / ce nascésse m marruchéto, / m marruchéto e na for-
tézza, / cènto còrna de manzétta, / cènto pìzziche de gallo, / cènto cazze de ca-
vallo, / cènto fabbre a ffà na zzéppa, / n’antr’e ccènto a ddajje sù, / tutte l fabbre
de Forlì / tutte quante a ppicchjà llì. / Caca culo e ccaca carde, / caca n córpo
che tt’arràbbie. / Péce grèca e ttormentina / pe qquante cazze pìsciono a la mat-
tina. / Co na ràdica de nóce / se spaccasse l culo a ccróce. / Scòppia la mina /
n córpo a cchi ll’ha ffatta / e ppure man chi no ll’ha ffatta, / n córpo ma cchi ll’ha
ntésa, / jje potésse cacà tutte ll’attrézze dell’ara: / l coriato, la scópa, la vanga
e la stanga, / n còrno de bbue n culo jje rimanga.
Imprec. rivolta a chi spetezza.
Documenti etnolinguistici e folklorici
63

Péro e mmélo / dimme l véro; / dimme la santa verità: / chi ha ccacato, se pòssa
sbudellà.
Imprec. rivolta a ciascun membro di un gruppo per sapere chi ha spetezzato.

Se sse pranza, nun ze céna; / si sse céna, nun ze pranza; / nun è vvita da durà.

Vino vinèllo, / jjéntre da la bbócca e scappe dall’ucèllo.


Brindisi.

Vino vinèllo, / co na mano ti pijjo, coll’altra ti làscio, / co m bàcio d’amó ti man-


d’a spasso.
Id. c.s.

Vóe che sséte dottóre de la légge, / che ppùzzano di ppiù le lòffe o le scorrégge?
Dilemma scherzoso.

Te vòjjo bbène e tt’amo: / quanno vò a ccacà, tte chjamo.

• GRIDI DI ARTIGIANI E DI VENDITORI AMBULANTI, AVVISI COMMERCIALI

Alto là, / qui ccredènza non zi fà, / ma ssi paga a pprónta cassa / cóme l guèrno
vò la tassa.
Scritta in locale pubblico.

“Acéto fòrte!” “Paracqua!”


Gioco di parole sul grido del venditore di aceto e dell’ombrellaio.
Ariscallàteve, cinque bballóne n zòrdo!
Grido del venditore di caldarroste.

Chi cc’ha rramàccio, ottón’e ppiómmo?


Grido del robivecchi.

Chi li vò, chi li vò / vada ggiù dda Paternò / li dà ssìghere ssigarétte / ci li vòta
li saccoccétte.
Sulla borsanera di sigarette nel primo dopoguerra.

Chi vvò nnèspele? Chi vvò mmòr’e ccrògnele?


Grido di venditrice ambulante di bacche selvatiche.

Cìnque sante n zòrdo, l papa a uffo.


Grido del venditore d’immagini sacre.

Curiàndele żżighirinate! Du sòrde al pacco! Stélle filante!


Grido del venditore di coriandoli.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
64

Èccolo l zardinaro! quattro al zòldo, e a cchi mme dà no schjaffo, jje ne dò ccin-


que!
Grido del venditore di sardine sotto sale.

L gelato di Pionòno / sentételo quant’è bbòno! È ttutta visciolétta e rrósso d’òvo.


Piagnéte fijje! Tirate l zinale ma li vòstre matre!
Grido del gelataio.

L gelato di Pizzeccàcio / chi lu pijja mi dà m bàcio!


Grido del gelataio.

“Ombrellaro accòmod’ombrèlle! chi cc’ha ombrèlle d’accomodà?” “In galèra!”


“In vita!”
Scambio di battute tra l’ombrellaio e un passante.

“Piatte, bbaccinétte, concoline, żżir’e schifétte d’accomodà!”


Grido dello sprangaio.

Quést’è la campana de Veróna, credènza si farà quanno chi ssòna.


Scritta in negozio sotto il disegno di una campana.

Règgete, muro, / finchè n te vòrto l culo!


Espressione attribuita al muratore.

Signóri, la tri … bbuna!


Grido del venditore di giornali (con gioco verbale: latri / la Tri-buna).

• INDOVINELLI ED ENIGMI

Bbentornato, Piètro, / pijja la sèdia e sséde, / sta qqui n antro pòco, / pò an-
namo a ddurmì assième.
Il sonno.

C’èra na vòrta Marcàccio, / ll’éva lóngo quanto m bràccio: / quanno lo tirava


fòra, / li gocciava la mazzòla.
Il ramaiolo.

Chi la fa, la fa pe vvénne; / chi la cómpra, nu ll’addòpra; / chi l’addòpra, nu la


vénne.
La cassa da morto.
Documenti etnolinguistici e folklorici
65

C’hò n linzòlo tutto riccamato, / nun c’è ppassato né ffilo né ago.


Il cielo.

Ggiù ppel fòsso del Risière / ci sò qquattro cavaglière / col cappèllo rivoltato, /
a cchi ndovina jje dò m bàcio.
(?)

Io c’hò n campo tutto sorcato, / nun c’è ppassato né bbòve né arato.


Il cielo.

Lo manno sù bbianco, lo tiro ggiù rrósso. L curtèllo p’ammazzà.


Il coltello.

Non è mmia sorèlla, / non è mmio fratèllo, / però è ffìglia di mia madre e ddi mio
padre.
(?)

Quéll’òmo sópra la cassa / pare che ffila e ppare che nnaspa, / pare chi ffa na
gran fatica: / nfila ll’ucèllo déntro la fica.
Sull’atto di infilare fichi in una serta.

Sótt’al pónte de le Bbusséta / ce sò qquattr’òcchje e qquaranta déta, / na bbèlla


palla fiorentina, / adè bbravo chi ll’andovina.
Su due morti?

Tónno bbistónno, / bbicchjère sènza fónno, / bbicchjère nun è, / nduvina ch’adè.


La ciambella.

Tónno bbistónno, / bbicchjère sènza fónno, / fónno non è, / ndovina che ccos’è.
Il rubinetto della botte.

Tutti fratèlli carnali carnali / se córron’apprèsso e n z’arrìvono mae.


L’arcolaio.

Una fétta tu, / una fétta io, / io la tua / me la magno.


La mela.

Ve lo dico e vve lo spiègo / e vve lo tórno a nnominà.


Il velo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
66

• WELLERISMI

“Abbòzza e èssa bbòno”, dicéva Bborgonżó.

“Ah ppuzzolóso, ve séte scérto pure l pòsto”, dicéva Fóngole.

“Bbonanòtte Ggesù, chi ll’òjjo è ccaro!”, dice l zagrestano spegnènno l lume


(var.: “Bbonanòtte Ggesù, chi l lum’è spénto!”, féce l zagrestano e ffregò ll’òjjo pe cconnicce
ll’anzalata).

“Chi sse ne fréga”, / disse l mago a la stréga.

“Culorito rosèo”, rispóse Spazziano, quann’annètte ffà l zordato.

Disse la mèrla al tórdo: / “Ti n’accorgerae, si nun zè sórdo”.

Disse la vórpe a li su fijje: / “Quanno a ttórde e qquanno a ggrille.” (var.:


“Quanno a piccioncine e qquanno a grille”, / disse la vórpe a li su fijje).

“Dó m’attacco mòro”, dice ll’èllera.

“Ècchece vé!, è sségno bbrutto”, disse l ròspo, quanno vidde appinzutà la canna.

“Ècchece qquà”, disse Cicòria, “nun ce capiterà ppiù na frégna uguale!”


Frase che avrebbe pronunciato prima di essere giustiziato.

“Èccoce qquà”, disse Cicòria, “una cóme qquésta m m’èra mae capetata!” (var.:
“num m’èra capetata mae na frégna uguale”).
Id. c.s.

“La frégna te puzza, nò le violétte!”, féce la Caterina a la mójje del prefètto.

La vóce di Lombardo si sentì: “Mòre chi vvòjja, purché rrimanga mì”.

“Me la véggo bbrutta”, disse la sèrva, che ccamminava su lo spècchjo.

“Me paréveno mélla, nvéce sò òva”, disse Patrìzzio al mercato.

“Mó ffava!”, dicéva Mbòtta.


Enunciato a proposito di azione tardiva.

“Mó cc’è ppure la pavura ma sta casa”, disse a n’antra dònna la mójje, quanno
Montamósche s’appiccò.
Documenti etnolinguistici e folklorici
67

“Na bbòtta a tté e n’antra a mmé”, dice l zegatóre.

“N’annarà ssèmpre ccosì,” disse Cicòria.

Quanno la tèrra è bbagnata, dice: “Nom me toccà, che ssò mmalata!”

“Quante tòcca mannalle ggiù!”, dicéva quéllo che mmagnava l bignè.

“Sarta chi zzómpa”, disse l ròspo.

“Scàrzeme tarde e rricàrzeme prèsto”, la vita dice.

“Sèmpre l pèggio vène derèto”, disse quéllo che ccacava sàngue.


“Te ce sa métte co m pòro nfelice!”, dicéva Almidòro.
Espressione rivolta a chi lo beffava.

“Ti laménte di ffico? Sentarae l pèrzico coll’òsso!”, dice l canepinése.

“Ve c’hò ppìzzeco!”, disse l canepinése al zórce.

• CHIAPPARELLI E SCAMBI DI BATTUTE

“Annam’a Rróma” / “Col zacco e la coróna”.

“C’è l zóle e ppiòve, / chi mmàgneno li bbòve?” / “Ll’èrba!” / “La bbócca tua
pièna di mmèrda”.

“Che è?” / “Ll’òrgeno che tti viè!”. Se dicéva quanno s’annava a bbussà pi le
case.

“Chi ccommanna?” “ L papa!” / “Sassate man chi ccaca!”

“Chi ttèmpo fà?” “M pò de nuvolétto stellatèllo, però nnizzolélla piano piano e


ttira n vènto del diàvolo”.

“Com’è la ròbba?” “La cànepe al collo, li fave mal culo!”

“Dio ve bbenedica” / “Co la cròsta e la mollica!”

Disse la mentùccia al zarapóllo: / “Chi ssi le godarà ste bbèlle solate?” / Are-
spóse la férce ggiù ddar fónno: / “Chi ssi potrà ssarvà da ste ggelate?”
Testo con struttura di strambotto.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
68

“Dó vae?” “Fòra” “Ll’òcchje!”

“E cchi ffae?” “Ammanto l céce”.


Risposta di chi fu sorpreso a defecare.

“E le promésse?” / “Li pèzze mal culo chi cci ll’ha mmésse?”

“È llana del Giappóne!” / “È scappata la lana, c’è rrimasto l cotóne”.


Chiapparello giocato sul grido del venditore.

“Mà, cc’hò ffame” “Tira la cód’al cane, / che tte dà ppan’e ssalame!” “Mà,
cc’hò sséte” “Pìsci’e bbéve!”
“Mà, che cc’è a ccéna?” / “L capofòco e la caténa”.

“Mbè” / “La mamma nun c’è! / È ita a la vigna, / quanno vène, te dà la zzinna”.

“Pigrìzzia, lu vòe l bròdo?” “Sé!” “Pijja la tazza!” “Nò, allóra nu lo vòjjo ppiù”.

“Perché qquanno passo io, sèmpre ridéte?” “Perché qquanno io rido, sèmpre
passate?”
“Quattro e qquattr’òtto, / vòjjo la vòstra fijja” “Òtto e òtto sédece, / nun ve la
vòjjo dà” “Sédece e ssédece trentadue, / morite d’accedènte tutt’e ddue!”

• ORAZIONI, INVOCAZIONI, GIACULATORIE

A llètto a llètto me ne vò, / ll’ànima mia a Ddio la dò, / la dò a Ddio e a ssan


Ggiuvanne, / che l nimico num m’inganne / né ddi dì e nné ddi nòtte, / né ssul
punto di la mòrte, / né ddi nòtte e nné ddi dì, / né ssul punto di murì.

Acquarèlla, nun vinì, / san Giuvanne sta ddurmì / su li bbràccia dil Zignóre, /
allènta ll’acqua e vvène l zóle. Pi ffà smétta de piòve.
Scongiuro nembifugo.

Madònna delibberatrice, pènzece tu!

Prima èro io cóme si tu, / tu verrae cóme sò io, / pènza bbène e sta ccon Dio.
Monito del defunto ai vivi.

Sam Pasquale Bbailònne, / protettóre de le dònne, / fàteme trovà m marito, /


bbianco róss’e ccolorito, / cóme vvóe tal’e qquale, / o gglorióso sam Pasquale.
Orazione recitata dalle ragazze nubili per trovare marito.
Documenti etnolinguistici e folklorici
69

Santa Bbàrbara bbenedétta, / bbuttate ggiù quélla piètra maladétta, / bbuttàtela


mal mare, / bbuttàtela ppiù ggiù, / che nom pòzza tornà ppiù.
Scongiuro nembifugo.

Santa Bbàrbara bbenedétta, / sarvàtece dal fòco e la saétta.


Id. c.s.

Santa Bbàrbara e ssanta Lisabbétta, / delibberàtece dal tròno e dda la saétta.


Id. c.s.

Santìssimo Sarvatóre dil Rïèllo, / famme trovà mmarito prèsto e bbèllo; / si nu


ll’hò ttrovato de qquì um mése, / annarò da quéllo di Pantanése.
Orazione recitata dalle ragazze nubili per trovare marito.

“Signóre, facéte piòva / sènza lampe e ssènza tròne” “E ssènza gránena nane-
nanà!”
Invocazione nembifuga delle ragazze, cui rispondevano i vecchi cantilenando il finale
(epoca: inizi sec. XX).

• FORMULE MAGICHE

Fèrmate veléno, cóme Ddio fermò l fiume Ggiordano, matre Maria àmmene.
Formula magica contro gli effetti di un veleno.

Mondo dell’infanzia

• NINNENANNE

È stato l vènto ch’ha bbutto ggiù la canna, / fate la ninna nanna, / che l babbo
sta ddormì.

Fate la nanna che la cunna è nnòva, / e l mastro che ll’ha ffatta nun ze tròva; /
fate la ninna che la cunna è vvècchja, / e l mastro che ll’ha ffatta è a Ccitavèc-
chja.

Fate la ninna, bbambinèllo rìccio, / la mamma vi li dà li scularciate, / e vvi farà


ddurmì sul pajjarìccio, / fate la ninna, bbambinèllo rìccio.

Fate la ninna ch’è ppassato ll’upo, / tutte le fijjarèlle s’è mmagnato, / e Ttota-
rèllo mio nu ll’ha vvoluto.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
70

Fate la ninna ch’è ppassato Pèppe, / l mèjjo ggiocatóre di li carte, / pijja stu còre
e ggiòchelo a ttressètte.

Fate la ninna pupa di pèzza, / ll’ha bbadeżżata la cummare pazza, / quélla chi
ccuce nil giórno di fèsta.

Fate la ninna, puparèllo bbiónno, / v’addòrme Ddio e li ggènte dil mónno.

Fate la ninna, fate la nanna, / còcco bbèllo di la mamma.

Ninna nanna cantava la mamma, / quanno l pupo nun vòle durmì, / ma se vvène
cóme la mamma, / o che ggalla che vvòle vinì!

Ninna nanna, ninna popò, / la mamma dòrme e le fijje nò.

Ninna òh, ninna popò, / è vvenuto papà, / ha pportato l cocò.

Ninna òh, ninna òh / chi ppacènza chi cci vò: / cu li fijje nun c’è ppace, / la pap-
pétta nu li piace, / l pancòtto nu lo vò, / ninna òh, ninna òh.

Ninna òh, ninna òh, / sta fijja a cchi la dò? / La darémo all’òmo néro, / chi la
tène n anno ntèro; / la darémo all’òmo bbianco, / chi la tène n ze sa qquanto.

• FILASTROCCHE E BATTUTE LEGATE A MOVIMENTI DEL CORPO

Annamo a la guèrra / lo schjòppo per tèrra / ll’acqua pel mare / pumpurum-


pare.
Annamo annamo a Rróma / cu la cavalla zzòppa. / Chi ll’ha zzoppata? / La
stanca di la pòrta. / Ndu è la pòrta? / Ll’ha bbruciata l fòco. / Ndu è l fòco? /
Ll’ha spénto ll’acqua. / Ndu è ll’acqua? / Ll’ha bbïuta la pècora. / Ndu è la pè-
cora?/ Ll’hanno spellata. / Ndu è la pèlle? / C’hanno fatto le tamburèlle, / pi ffà
spassà tutte sti fijje bbèlle (var.: le ciucciurummèlle / pi ffà ggiocà ~).

Bbócca mia, bbócca tua, / ch’è ppiù bbèlla la mia o la tua?


Imboccando il bambino.

Dindolò di la caténa, / chjama l babbo chi vvènga ccéna; / e ssi nun vò vvinì, /
chjude la pòrta ch’annam’a ddurmì (var.: e ssi nun vò vvenì / annam’a ddurmì).
Dindolò dindolò / la campana de san Zimó.
Tenendo il bambino sulle ginocchia.
Documenti etnolinguistici e folklorici
71

Doman’è ffèsta, / si magna la minèstra. / La minèstra nun è ccòtta, / si magna


la ricòtta. / La ricòtta è ssalata, / si magna ll’inzalata. / Ll’inzalata nun c’è
ll’òjjo, / si va al Campidòjjo, / se tira na cordicina, / s’affàccia Pinòcchjo, / ce
dà m piatto de maccaróne, / se fa ttutte n um boccóne.

Ècco Martino che vviè ddall’ara, / pumpurumpara pumpurumpara, / con un


zacco di ciammèlle, / pumpurumpara quanto sò bbèlle.

Fico fico sécco, / bbùttolo su ppel tétto, / l tétto e la ficuna, / zzómpa ggiù n’avé
ppaura!
Recitato mentre si fa saltare il bambino dal tavolo tenendolo per le mani.

Li dònne sò ddi séta, / ll’òmmene sò ddi stóppa, / tiritóppela!

Nino nino / sètte pàvole e n quatrino.


Si recita prendendo tra pollice ed indice il naso del bambino.

[---] per andar’a la bbattajja, / la bbattajja è ncominciata, / Madalèna incavar-


cata, / incavarcata su lo stornèllo, / pìzzica e mmózzica tarantèllo.
Testo acefalo.

Ròcca roccàccia (var.: Séta setàccia) / chi ffila e cchi nnaspa, / chi ffa li mac-
caróne, / la fijjétta bbèlla se li magna tutte n um bboccóne.
Vd. infra: Seta setaccia...

Rosina ndóve vae? / A Rróma nun ci sta, / al rómbo dil cannó / pappa cìccia e
mmaccaró.
Séga séga la mójje del rìccio, / bbanch’e ttàvele e ppajjerìccio, / ògge è la fèsta
del gàmbero còtto, / a cchi bbéve na fojjétta, c’ha na fétta de capocòllo.
Séta monéta / le dònne de Gaéta, / che ffìlono la séta, / la séta e la bbambace, /
me piace Ggiovanni, / che ffa ccantà li galli, / li galli e le galline / co ttutti li pul-
cini. / Guarda in quél pózzo, / che cc’è n gallétto rósso; / guarda n quéll’altro,
/ che cc’è n gallétto bbianco; / guarda llassù, / che cc’è n gallo che ffa ccuccu-
rucù, / quésto fijjo bbùttalo ggiù!

Séta monéta / le dònne de Gaéta, / che ffilono la séta, / la séta e la bbambace, /


Peppino num me piace, / me piace Ggiuvanne, / chi ffa ccantà li galle, / li galle
e le galline, / la chjòccia e li pulcine, / la bbèlla zzitèlla, / chi ggiòca a ppia-
strèlla, / col fijjo dil ré, / tira sù sto piède che ttòcca a tté.
Séta setàccia / chi ffila chi nnaspa / chi ffà li maccaróne / e l fijjétto se li magna
ni m boccóne.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
72

Séta setòla / la mamma na bbraciòla, / l babbo na fojjétta, / e sta fijja na ciam-


mellétta.

Séta setòla / la mamma na bbraciòla, / l babbo na ventrésca, / e Ggiggétto na


mmèrda sécca.

Sètte quattòrdece ventuno ventòtto, / m’è ccascata la mójje dal lètto, / mi s’è
ffatta um maritòzzo, / sètte quattòrdece ventuno ventòtto.

Tira llà ch’è mmòrto n frate, / all’infèrno nun ce cape, / im paradiso n ce lo vo-
lémo, / pòvero frate, che ne farémo? / Lo porterémo a la màcchja, / lo carcarémo
de légna, / se non vò ccamminà, / bbastonate in quantità. // Tira llà ch’è mmòrta
na mònica, / è nnata all’infèrno con tutta la tònica, / co la vèste de bbambacina,
/ pòvera mònica cappuccina.

Tiritì le tre fformiche. / Tiritì ndu sòno ite? / Tiritì sò ite al bagno. / Tiritì che
ccòsa fanno? / Tiritì fanno la téla. / Tiritì perché la fanno? / Tiritì pe Mmadda-
lèna. / Tiritì chi cc’émo a ppranzo? / Tiritì ce sò l faciòle. / Tiritì quanto sò bbòne.
/ Tiritì chi cc’émo a ccéna? / Tiritì c’è ll’inzalata. / Tiritì nun è llavata. / Tiritì
mmàgnela tu!
Trucce cavalle, / pil piano e ppi la valle, / cu la cavalleria, / pijja Pèppe e bbùt-
telo via.
Tenendo il bambino sulle ginocchia.

Trucce cavallo / la cavallina zzòppa / chi ll’ha zzoppata? / La stanca de la pòrta.


/ Dov’è la pòrta? / Ll’hanno dat’a ffòco. / Dov’è l fòco? / Ll’ha smorzato ll’ac-
qua. / Dov’è ll’acqua? / Ll’ha bbevuta la vacca. / Dov’è la vacca? / Ll’han-
n’ammazzata. / Dov’è la pèlle? / C’hanno fatto le tamburèlle / pe sti fijje tanto
bbèlle.

Trucce trucce cavallucce, / pe la strada de Sicigliano / ncontrae na funtanèlla,


/ me ce lavae le mano, / dal dito piccenèllo / me cascò ggiù ll’anèllo, / pésca e
rripésca, / no lo potée truvare; / c’èreno tre zzitèlle, / magnàveno le frittèlle, / me
ne diède una, / mi séppe tanto bbòna, / me ne détte n’antra, / la mise su la panca,
/ la panca èra dell’upo, / nun zapéva arifà l lètto, / chjamò la su commare, / féce
l lètto e l capezzale, / e n zorcétto su ppel muro / cadde ggiù e sse ruppe l culo.

Trucce trucce cavallucci, / pi la strada di Cicilliano / ci trovò na funtanèlla, / ci


si lavò li mano, / dal dito piccinèllo / li ci cascò ll’anèllo, / pésca aripésca,
ll’anèllo nun zi tròva, / si tròva m pesciolino, / cull’àbbito turchino, / chjamònno
l bbonzignóre (var.: lo pòrta al bbonzignóre), / bbonzignóre chi nun c’èra, / èra
ito a la fièra, / a la fièra di li zzitèlle, / chi ccocéveno le frittèlle, / mi nni détte
Documenti etnolinguistici e folklorici
73

una, / mi séppe tanto bbòna, / mi nni détte n’antra, / la mise su la bbanca, / la


bbanca èra cupa, / sótto c’èra la lupa, / la lupa èra vècchja, / nun zapéva arifà
l lètto, / chjamònno la cummare, / féce l lètto e l capezzale.

Trucci trucci cavalli morèlli, / sémo arrivati a le pòrte de Róma / co qquaranta


campanèlli, / trucci trucci cavalli morèlli.

Uno due ttré / l papa nun è rré, / il ré nun è ppapa, / la còccia n’è llumaca, / la
lumaca nun è ccòccia, / Taddèo nun è Ttardòtta, / Tardòtta n’è Ttaddèo, / cri-
stiano n’è ggiudèo, / ggiudèo n’è ccristiano [- - -]
Testo incompleto.

• FORMULE PER LA CONTA

Ambarabbà cciccì ccoccò, / tre ggalline e ttre ccappò, / che ffacéveno ll’amóre
/ co la fijja del dottóre, / l dottóre nu le vò, / ambarabbà cciccì ccoccò.

Amblemblè / sicutètte mblè, / pijja stu schjaffo nu lo pò negà, / quésta è la cónta


dei tre ssoldà. / Cìccia e mmortadèlla, / cìccia e mmortadèlla, / èsce fòri la ppiù
bbella, / amblemblè / sicutètte mblè.

Anghingò / tre ggalline e ttre ccappò, / per annare a la cappèlla, / c’èra na re-
gazza bbèlla, / che ssonava l ventitré, / uno ddue e ttré.

Le culònne di sam Piètro sò vventiquattro, / pe ccontalle, ci vò m bèl pèzzo: / uno


due tre ecc.

Mi lavo le mane / per fare l pane / per uno pe ddue pe ttré pe qquattro pe ccin-
que pe ssètte pe òtto / bbiscòtto!

Ònne patònne patìm pompanne / patite bbòna pannempà.

Pariggi Pariggi la bbèlla città, / dóve si màngia e ll’amóre si fa. // Hai veduto
mio marito? / Sì! / Che ccolóre èra vestito? / Vérde. / Hai tu qquésto colóre? /
Sì! / Vuòi uscire per favóre? / Magari! / Quanti sòldi avévi in tasca? / Diècimila.

Pimpirinèlla gallina zzòppa, / quante pénne pòrta n gròppa? / Ne pòrto venti-


tré. / Uno ddue ttré!

Piso pisèllo / cull’òro e ccur zibbèllo, / cul zanto Martino, / la bbèlla mulinara,
/ chi ffila su la scala, / la scala dil pavóne, / la pénna dil piccióne, / la bbèlla zzi-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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tèlla, / chi ggiòca ppiastrèlla / cul fijjo dil ré, / tira su l piède chi ttòcca a tté.

Piso pisèllo / ll’amóre così bbèllo, / l zanto Martino, / la bbèlla molinara, / che
ffila su la scala, / la scala del pavóne, / la pénna del piccióne, / la bbèlla zzitèlla,
/ che ggiòca a ppiastrèlla / col fijjo del ré, / tira su l piède che ttòcca a tté.

Pónte ponènte pónte ppì / tappe ta Pperùggia; / pónte ponènte pónte ppì / tappe
ta pperì.

Sòr dottó di li ciavatte, / qui mmi dòle, qui mmi sbatte, / qui mmi sènto na gram
péna, / sòr dottóre sènza céna.

Sótto l pónte di Milacca / c’è Ggigge che ffa la cacca, / la fa ddura dura, / il dot-
tóre ci la misura, / la misura trentatré, / uno due e ttré.

Sótto la cappa dil cammino / c’èra n vècchjo cuntadino, / chi ssonava la gui-
darra, / uno due tré, sbarra!

Sótto la pèrgola ci fa ll’uva, / prima nasc’e ppò matura, / tira l vènto la fa cca-
scà, / l vignaròlo nun za ccóme fà.

Sótto la pèrgola ci sta ll’ua, / prima nasce e ppò matura, / quanno l vènto la fa
ccascà, / pésce fritto e bbaccalà.

Trucci trucci cavallucci / pe la strada de Cicigliano / incontrò na fontanèlla, /


me ce lavò le mano, / me ce cascò ll’anèllo, / pésca e rripésca, / no lo poté ttrovà,
/ trovae tre zzitèlle, / che ffacévano a le piastrèlle / col fijjo del ré, / tira sù sto
piède che ttòcca a tté.

Uno ddue tré quattro cinque sèe sètte òtto, / vène ggiù che cc’hò lo schjòppo, /
p’ammazzà la puzzolana, / tré ddi stóppa e ttré ddi lana, / òre peccatòre, / chi è
ddrénto e cchi ffòre.

Uno due ttré, / fante cavalle e rré.

Unze, dunze, trènze, quale qualinze, mèle melinze, riffe, raffe e ddièce.
Documenti etnolinguistici e folklorici
75

• FORMULE DI GIOCO

Appìccica appìccica, sant’Antògno, / bbutta ggiù m bboccale d’òjjo.


Gioco infant. con pezzetti di carta sulla dita umettate di saliva.

Attènte attènte, Bbarbarétta, chi la mòssa nun è ddata, / la santìssima Nunziata,


/ uno due tré vvia!
Formuletta di gioco.

C’è na bbèlla piazza / cu na bbèlla rigazza / cun tutte purcinèlle, / chi ffanno pio
pio pio.
Facendo il solletico sulla mano aperta del bambino.

Quésta è na bbèlla piazza, / c’è na bbèlla rigazza, / e cc’è na bbiòcca cun tutte
purcinèlle, / chi ffanno pio pio pio.
Id. c.s.

“C’èra na vòrta na riggina.” “Io!” “Chi ccacava ma la tina.” “Io!” “E la tina si


sfonnò.” “Io!” “E la mmèrda chi la magnò?” “Io!”
Gioco in cui l’altro bambino deve sempre rispondere: io.

“Cipollaro, còs’hai magnato staséra?” / “L pane e ll’uva néra” / “Dóve ll’hae


còlta?” / “Ne la tu vigna” / “E ddóve sèe passato?” / “Per um buco nel cancèllo”
/ “Adèsso passo e tte rómpo m pignattèllo”.

Ciribbillì (var.: Dindolì), signór maé, pareggiate (var.: appareggiate) tutte qué!
Gioco infant. che consiste nell’indovinare ad occhi chiusi il numero delle dita: si tira l’orec-
chio di un compagno mentre si pronuncia la frase, finché l’altro indovina il numero delle dita.

Ggira ggira ròta (var.: Ròta ròta / ~), qual’è ppièna e qqual’è vvòta?
Gioco in cui si deve indovinare quale delle mani chiuse contenga qualcosa.

La frésca nzalatina, / ci ll’hò ffrésca e ricciolina, / ci ll’hò ffrésca e dda magnà,


/ la signóra la va a ccrompà, / e ni crómpa m bajjocchétto, / ci lu ficco e cci lu
métto, / ci lu métto nfino al busto, / la signóra ci sènte gusto, / e lu sènte pir
un’óra, / la signóra dòrm’ancóra. // Òla / la volata de la pezzòla, / quanno ri-
passo, / la pezzòla ti lasso, / mó chi ssò ppassato, / la pezzòla t’hò llassato.

“Mazzabbubbù, / quante còrna sò qquassù?” “Due” “Se ddicéve quattro, m pe-


nave tanto. Mazzabbubbù, / quante còrna sò qquassù?”
Gioco infant. tra due bambini, nel quale il sorteggiato prova ad indovinare il numero indi-
cato dall’altro giocatore con le dita tese dietro la propria schiena e riceve, per penitenza,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
76

tanti colpi inferti con la mano aperta quante sono le sillabe della filastrocca che viene can-
tilenata durante lo svolgimento del gioco. Se indovina, si invertono i ruoli.

“Pégno pegnarèllo, / di chi è sto pégno bbèllo?” “È mmio!” “Fate la pinitènza


chi vvi dò io” “Si mmi pararà”. “Bbàcia l culo de la tu mà!”.

Mamma ch’òr’è? / latt’e ccaffè / pizza ricòtta orèste bbbù.


Formuletta usata nel gioco che si esegue a coppie, per lo più, di bambine. Due partecipanti,
mettendosi l’una di fianco all’altra, si prendono per le mani incrociandole. In questa posi-
zione s’avviano verso un punto stabilito, ripetendo continuamente la cantilena. Fanno quindi
dietrofront e, sempre con le mani incrociate, ritornano al punto di partenza con la stessa mo-
dalità.

Quésto (var.: Quésto dice) c’hò ffame, / nun c’è ppane, / cóme farémo, / lo rub-
berémo (var.: lo rubbarémo), / nicco nicco / si ttu rròbbe (var.: si tte tròvo), t’ap-
picco (var.: t’ampicco).
Sulle dita della mano.

Evite, evite, e va!


Formuletta per iniziare a saltare con la corda.

Frulla frulla, castagnòla, / pijja l zacco e vva a la mòla, / se n’accòrge l muli-


naro / [---]
Frammento.

Frulla frulla, castagna marróne, / te farò m par de carzóne, / te farò m par de


carzétte (var.: te le fò quattro scarpétte), / frulla frulla, castagne marrétte.

La sèdia del papa / chi cce pìscia e cchi cce caca.


Declamato nel gioco delle predellucce.

Mprèsta mprestarèlla / si ni fà na manciatèlla.


Formuletta infant. sul prestito.

Papi armi!
Grido usato nel gioco.

Pitepate m buca c’è (var.: Pitapata e a ccasa).


Formuletta nel gioco della buca.

Pizzeddétto pizzeffatto, / a bbaratto c’éte fatto.


Formuletta per scambi tra bambini.
Documenti etnolinguistici e folklorici
77

Pizzeddétto pizzeffatto, a bbarratto c’éte fatto; chjède arichjède, sam Martino


tajje la fàccia e l piède.
Id. c.s. con formula rivolta a chi richiede la restituzione del dono.

Pizzeddétto sul poggétto.


Formuletta di gioco infant.

Zzómpa, pianèlla, / cull’òro e ccu la mèrla, / la mèrla e la cerasa, / zzómpa ggiù,


ch’annamo a ccasa.
Facendo saltare il bambino.

Sémo ricchi e ppòveri!


Richiamo usato in un gioco.

Famo l giòco dill’ua: / ognuno a ccasa sua!


Formula di commiato al termine dei giochi.

• FILASTROCCHE PER IL GIROTONDO

Bballate, bballate, vérgine, chi ll’àngelo vi sòna, / si la (nome di una bambina) si


rivoltasse, e ll’àngelo la chjamasse, / pièna di ròse, pièna di fióre, / àngelo
bbèllo, rivòltete, amóre.

Ggira ggira tata, / la mamma s’è mmalata.

Ggiro ggiro tóndo, / cavallo a ppéra tóndo, / cavallo d’argènto, / che ccòsta cin-
quecènto, / cinquecènto cinquanta, / la Margherita canta, / làsciala cantare, / la
vòjjo maritare, / le vòjjo dà ccepólla, / cipólla è ttròppo fòrte, / le vòjjo dà la
mòrte, / la mòrte è ttròppo scura, / le vòjjo dà la luna, / la luna è ttròppo bbèlla,
/ ci sta ddéntro la mi sorèlla, / che ffa le ciammelline, / pe rregalalle a ste re-
gazzine.

Ggiro ggiro tóndo, / n cavallo gròsso e ttóndo, / l cavallo è dd’argènto, / che


ppésa ppiù ddi cènto, / centocinquanta, / la Margherita canta, / lasciàtela can-
tare, / la vòjjo maritare, / li vòjjo dà ccipólla, / cipólla è ttròppo fòrte, / li vòjjo
dà la mòrte, / la mòrte è ttròppo scura, / li vòjjo dà la luna, / la luna è ttròppo
bbèlla, / sóle sóle bbatte n tèrra.

Ggiro ggiro tóndo, / quant’è bbèllo l móndo, / quant’è bbèlla la tèrra, / tutte
ggiù pe ttèrra!
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
78

La bbèlla che ddòrme sul lètto di fióre, / um bàcio d’amòre a la cara bbambina,
/ e llèi poverina dóve sarà? / Sarà sarà in càmmera, sicur’a ppettinasse, / o rric-
cettina, affàccete, / ti vò la tua mammà.

Maria Maria Ggiùglia, / dóve sèe venuta? / Alza ll’òcchj’al cèlo, / fa la rive-
rènza, / dalle un zalto, / dalle un antro, / la cara bbambina, / o ppoverina / dóve
sarà? // Sarà sarà in càmmera, / sedut’a ppettinasse, / o ricciolina, affàcciate, /
te vò la tua mammà. // Ónde su, / ónde ggiù, / dae m bàcio a cchi vvòe tu.

O Mmaria Ggiùllia, / alza ll’òcchj’al cèlo, / fa un zompétto, / fanne un artro, /


fa la riverènza, / fa la penitènza, / ónde su, ónde ggiù, / dà m bàcio a cchi
vvòi tu.

Mi s’è ppèrza na cavallina / dundina dundèlla / mi s’è ppèrza na cavallina / din-


dina dindà. // E ddóve ll’avéte pèrza? / dundina dundèlla / e ddóve ll’avéte
pèrza? / dindina dindà. // Ll’hò ppèrza n cim’al mónte / dundina dundèlla / ll’hò
ppèrza n cim’al mónte / dindina dindà. // Di che ccolóre avéva l vestito? / dun-
dina dundèlla / di che ccolóre avéva l vestito? / dindina dindà. // Avéva l vestito
rósso / dundina dundèlla / avéva l vestito rósso / dindina dindà. // E cche scarpe
avéva? / dundina dundèlla / e cche scarpe avéva? / dindina dindà. // Avéva le
scarpe nére / dundina dundèlla / avéva le scarpe nére / dindina dindà. // E ccóme
si chjamava? / dundina dundèlla / e ccóme si chjamava? / dindina dindà. // E ssi
chjamava Anna / dundina dundèlla / e ssi chjamava Anna / dindina dindà.

O qquante bbèlle fijje, madama Dorè, / o qquante bbèlle fijje. // Sò bbèlle e mme
le tèngo, madama Dorè, / sò bbèlle e mme le tèngo. // Me ne daréste una, ma-
dama Dorè? / me ne daréste una? // Che ne voléte fare, madama Dorè? / che ne
voléte fare? // La débbo maritare, madama Dorè, / la débbo maritare. // Scejjé-
teve la ppiù bbèlla, madama Dorè / scejjéteve la ppiù bbèlla.

O qquante bbèlle fijje, madama Dorè, / o qquante bbèlle fijje! // Sò bbèlle e mme
le tèngo, madama Dorè / sò bbèlle e mme le tèngo. // L ré la comanna una, ma-
dama Dorè / l ré la comanna una // Che ccòsa ne déve fare, madama Dorè? / che
ccòsa ne déve fare? // La déve maritare, madama Dorè. / La déve maritare //
Entrate nel mio castèllo, madama Dorè / Entrate nel mio castèllo. // Nel vòstro
castèllo ci sòn’entrata, madama Dorè. / Nel vòstro castèllo ci sòn’entrata. //
Scejjéteve la ppiù bbèlla, madama Dorè / Scejjéteve la ppiù bbèlla. // Scéjjo io,
scejjerò, / la ppiù bbèlla me caperò. // Dóppo avé ttanto ggirato, / la più bbèlla
me sò ccapato.

Quésto è l generale dil gran valóre, / si vòlta l fòjjo, se véde l fióre. / Quésto è l
fióre che vvièn da la Turchia, / se vòlta l fòjjo, si véde Lucia. / Quésta è la Lucia
Documenti etnolinguistici e folklorici
79

che ffila l lino, / se vòlta l fòjjo, si véde sam Martino. / San Martino che gguida
li cavalle, / vòlta l fòjjo, si védono li galle. / Quésti li galle che ccàntono la mat-
tina, / vòlta l fòjjo, si véde la gallina. / Quèst’è la gallina che ffa le òva, / se
vòlta l fòjjo, si véde Nicòla. / Quésto è Nnicòla che ssòna l violino, / vòlta l fòjjo,
si véde l cammino. / Quèst’è l cammino che èsce l fume, / vòlta l fòjjo, si véde l
lume. / Quésto è l lume arischjara la séra, / vòlta l fòjjo, si véde primavèra. /Pri-
mavèra è la ppiù bbèlla, / vòlta l fòjjo, si véde la stélla. / Quést’è la stélla che
bbrilla la nòtte, / vòlta l fòjjo, si véde la bbótte. / Quést’è la bbótte che cc’è l vino
bbòno, / vòlta l fòjjo, si véde quell’òmo. / Quést’è ll’òmo che ssòna la campana,
/ vòlta l fòjjo, védi la tramontana. / Quésta è la tramontana che ggèla l viso, /
vòlta l fòjjo, védi l zorriso. / Quést’è l zorriso ch’allièta la tèrra, / vòlta l fòjjo,
si véde la sèrra. / Quést’è la sèrra pièna di fióri, / vòlta l fòjjo, quést’è ll’amóre.
/ Quést’è ll’amóre ch’allièta la tèrra, / vòlta l fòjjo, véde la guèrra. / Quést’è la
guèrra ch’ammazza li ggènte, / vòlta l fòjjo, n zi véde ppiù gnènte.

Ròsa rosèlla, / la ròs’è ffiorita, / bbianca la ròsa / im mèżż’a le viòle, / fate la


riverènza / a cchi vvoléte vóe.

• FILASTROCCHE PER IL GIOCO DELLA PALLAMURO

Mi cingo, / mi costringo, / tòcco tèrra, / ll’aritòcco, / fò l giro dill’órco, / l giro


dill’orchéssa, / matrebbadéssa, / òjjo e ssale, / si mmi casca, num mi vale.

Rinnocerónte, / la palla sótto l pónte, / chi ssalta, chi bballa, / chi ggiòca cu la
palla, / chi sta sull’attènti, / i mièi compliménti, / vi dico bbongiórno, / ggiràn-
domi attórno, / ggira che tti riggira, / la tèsta mi ggira, / no ne pòsso ppiù, / mia
cara pallina, / cadi quaggiù.

Palla dorata, / dóve sè stata? / Da la nonnina. / Còsa t’ha ddato? / Una pallina.
/ Dóve ll’hae méssa? / Falla vedére. / Èccola qqua!

Tizzo tòzzo, / maritòzzo, / la pèlle dell’órzo, / dell’orzétta, / la madrebbadéssa /


[---].
Testo incompleto.

• TIRITERE DILEGGIATIVE SU PERSONE O SITUAZIONI PARTICOLARI

Amóre, spìcchjo d’ajjo, / quanno ti védo, tutto mi squajjo; / quanno pòe n ti védo
ppiù, / tutto m’arifò ssù.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
80

Bastardàccio passato pi Rròta, / pijja la mójje e ssi la ggiòca, / si la ggiòca pi


n quatrino, / bbastardàccio bbacarino.

Bbonaséra bbonaséra, / sóffiete l naso che cc’hae la cannéla; / bbonaséra bbo-


nanòtte, / che ddomane facém’a ccazzòtte.

Carzolaro, / ógni punto ne cuce m paro, / quanno vène l giuviddì, / tìrete llà,
che vvòjjo cucì.

Cristòforo Colómbo, / cul naso di piómmo, / cul pètto di rame, /strilla ch’ha
ffame.

Damme l pàolo e la candéla: / se vva ll’infèrno, chi sse ne fréga; / damme la can-
déla e l pàolo: / chi sse ne fréga, se tte pòrta via l diàvolo.
Detto dal sagrestano nel corso del funerale.

Ha sposato la mójje del rìccio: / panch’e ttàvole e pajjarìccio.

L gobbino va l caffè, / e ddumanna si cci nn’è; / e cci nn’è n gocciolino / pir il


pòvero gobbino.

La ciuvitta sul barzòlo / fa ll’amóre cul pizzicaròlo; / l pizzicarólo li da m bàcio,


/ la ciuvitta puzza de càcio.
Alle ragazze vanitose che accettano il corteggiamento da diversi pretendenti.

La signóra Bbucodité, / apre la màjjine e l pane nun c’è; / apre l cassétto, ce nn’è
n tozzétto / e lo dà mmal cagnolétto; / l cagnolétto nu lo vò, / la signóra se lo
magnò.

La sòra mappóna / co qquel pètto largo largo, / ci se pò ggiocà a bbijjardo / co


le palle del cannó.

L zomaro del mi parènte / pòrta la sòma e no la sènte.


Su chi porta senza avvedersene un filo d’erba indosso.

L mi sumaro è ttròppo parènte, / pòrta la sòma e nun ze la sènte; / l mi sumaro


è ttròppo cumpare, / pòrta la sòma e nnun jje pare.
Id. c.s.

Òcchi de gatta, / magna la pappa, / bbéve l vino, / spazzacammino.

Pecorarétto magnaricòtta, / va a la méssa e ss’inginòcchja, / si lo lèva l cap-


pellétto, / pecorarétto, pecorarétto.
Documenti etnolinguistici e folklorici
81

Piagne piagne, moccolóne, / ché la mamma t’ha ffatto l chécche, / te ll’ha ffatte
col zapóne, / piagne piagne, moccolóne (var.: Piagne piagne, moccolóne, / la tu
mà ti fà li chécche cul zapóne).
Sul bambino che piagnucola.

Pinocchjétto a la stazzióne / pijja l trèno e sse ne va, / pijja ll’ùltimo vagóne, /


pe non fasse canzonà.

Pirusièllo fa le fusa, / l zu patre ll’appizzuta, / la su matre li va vvènna, / dièce


sòrde a la mesurélla.

Quél fi / quél fi / quél fico di somaro; // milità / milità / mi li tajji li capélli.


Gioco linguistico sui richiami: quel figlio!, militare!

Quell’ò / quell’ò / quéll’òrgano che ssòna; // quélla dò / quélla dò / quélla dòr-


m’e ttu la svéjje.
Gioco linguistico sui richiami: quell’uomo!, quella donna!

Sòr Cèsere, sòr Cèsere, sòr Cèsere l trombó; / tre ttéole, tre ttéole, tre ttéole e m
mattó; / um pìzzeco, um mózzeco, un càrcio su le cujjó; / sòr Cèsere, sòr Cèsere,
sòr Cèsere l trombó.

Spia spióne, / pòrta l lampióne, / pòrta bbandièra, / cent’anne n galèra.


Formula infant. per irridere chi fa la spia.

Succhjadéto va na cantina, / attasta ll’òvo ma la gallina, / la gallina jje fa m


péto, / Succhjadéto!
Rivolto ad un bambino che succhia il dito.

Tira sù cche la còlla è ccara: / tre bbajjòcche a la cucchjara. (si dice) Man chi
ttira su ccul naso.

Zzòppo zzòppo nun zi véde, / va zzoppà quell’altro piède; / è ssonato meżżog-


giórno, / ancóra l zzòppo nun zi véde.

Zzucca pelata de cènto capèlle, / tutta la nòtte ce càntono l grille, / e la fanno la


serenata, / zzucca pelata, zzucca pelata.
Sulla persona calva.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
82

• TIRITERE DILEGGIATIVE SUI NOMI DI PERSONA

Armìnio, Armìnio mio adorato, / viènci viènci di mattina, / ll’àcqua ti dón’a bbé-
vere, / l zapór de la marina.

Ascànio bbèllo, / dipénto cul pennèllo, / segnato cull’òsso, / macchjato cull’in-


chjòstro.

Carlo magna, / Costantino bbéve / e Ffète nom minchjóna.

Cazzo Bbétta (var.: Ciao bbèlla), famme lume, / c’hò na purce (var.: pùrcia) mal
gricile, / mi ci sènto n tenerume, / cazzo Bbétta, famme lume.

Chécco Chécco / ha ffatto la cacca e la pìscia a llètto, / la su matre ll’ha mme-


nato (var.: ll’ha strillato), / pòro Chécco s’è ammalato, / ll’hanno dato la medi-
cina, / pòro Chécco è ccurzo via, / ll’hanno dato ll’òjjo santo, / pòro Chécco al
camposanto.

Dichidóne / cìccia bbudèlla e ccoppóne!


Tiritera canzonatoria nei confronti di un noto personaggio viterbese, operaio del mattatoio,
il cui soprannome era “Dichidone”.

Franco prosciutto / ficca l naso dapertutto.

Ggigge bbómba / sòna la trómba, / sòna l campano, / Ggigge ruffiano.


Ggigge Parigge, / chi l culo li frigge, / Ggigge ruffiano, / sòna l campano.

Ggiggétto ha mmagnato l ròcchje, / Ggiggétto nun canta ppiù.

La sòra Marghirita / la canterémo dumà, / si ràncica la vita / cun tutte ddue li


mà.
Làvara, / pòrta la pizz’a ttàvala.

Luca Luca (var.: Ruca Ruca) / métte l pane ma la bbuca, / riva l cane e cci lo
magna, / l pòro Luca si métt’a ppiagna.

Madalèna famme lume, / c’hò na purce mall’urécchjo, / che mme róseca l tene-
rume.

Nicolino Nicolò / ne le bbrache si cacò; / si nun èra l zu fratèllo, / si cacava mal


cappéllo.
Documenti etnolinguistici e folklorici
83

Pèppe pepparujja / fa li fijje ppò ll’intrujja; / pò li bbutta pi li scale, / e li fa


mmorì dde fame.

Piètro Pàolo cappuccino, / che mmagnava le pére còtte, / che ssapévono d’aci-
tino.

Piètro Piètro Piètro / co li carzóni strappate de diètro, / jje ne fanno n antro


paro, / móstra la pénna e l calamaro.

Pippo Pippo, / cammina dritto, / sinnò tte métto / sul giornalétto.

Sarvatóre sarva tutte / sarva ll’ànema dil prosciutte.

Zinfaròsa vièn da mé, / che tte pago m bèl caffè, / te ce métto ll’acquavita, /
Zzinfaròsa e Mmargherita.

Zzucutuzzù la mi Ggiovanna, / mi ll’hae rótto lu pisciatóro, / ni farémo n antro


di canna, / zzucuttuzzù la mi Ggiovanna.

• FILASTROCCHE E BATTUTE LEGATE AL TEMPO METEOROLOGICO E AI CORPI


CELESTI

Èjjo la luna, èjjo la stélla, / ècco ll’àngelo chi vvennémmia.

Piòve piòve, / la gatta s’arimòve.

Piòve piovìccica, / la gatta s’arippìccica (var.: l culo se riappìccica).

Tira tira tramontana, / ma li dònne li fa ppéna, / e cci ll’arza la sottana, / tira


tira tramontana.

Véggo la luna, / véggo le stélle, / véggo Caino che ffa le frittèlle, / véggo na tà-
vola apparecchiata, / èjjo Caino che ffa la frittata.

• FILASTROCCHE LEGATE AL TEMPO CRONOLOGICO E AL CICLO DELL’ANNO

Quanno sòna meżżoggiórno, / tutte le vècchje vann’al fórno; / quanno sòna l’em-
marìa, / tutte l vècchje vanno via; / quanno sòna la Ternità, / tutte l vècchje van-
n’a ccacà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
84

Doménica è l giórno del Zignóre, / sarébbe vergognóso s’annassi a llavorà. / L


luneddì è ggiórno susseguènte, / nun vòjjo fare gnènte, / nun vòjjo lavorà. / E
vvenerdì è ggiórno di passióne, / è mmòrto l Zignóre, / nun vòjjo lavorà. / Sàb-
bato pòe me métto sul portóne, / aspètto l patróne pe ffamme pagà. / Abbiam la
bbócca sèmpre sorridènte, / a cchi cci déve nun jje damo gnènte, / penzamo sólo
a cchi cce ll’ha dda dà.

Fòrza, coràggio e vvita lèsta, / ògge se lavóra, dumane si fa ffèsta.

Dumane è ffèsta, / si magna la minèstra; / doppodomane è carnevale, / si mà-


gnano li strónze mal pitale.

La bbefana rìccia rìccia, tutta quanta incannellata, / va ddicènno a li regazze: /


“Séte bbòne o sséte pazze? / Piètro Pàolo e Nnicòla, / séte state bbòne a scòla,
/ vi portarò na trombétta, / vi portarò un cavallùccio, / chi ccamminarà dda sé”.

Carnevale èra m bonòmo, / la mójje èra na ggiótta; / lue dicéva: “Bbevémo n


òvo!”, / la mójje dice: “Bbevémone na còppia!”

È mmòrto carnevale, chi ll’assotterrerà? / La compagnia del ghétto farà la ca-


rità. / Ónde su, ónde ggiù, / bbùttelo al mare che non c’è ppiù.

Ggira ggira, scardaóne, / che ddoman’è lla Scenzióne; / e sse ttu nun girerae, l
bùcio del culo t’abbrucerae.
Nella sera della vigilia dell’Ascensione, con valenza magica, si ficca un fuscelletto nella
parte terminale del corpo di un coleottero (in genere rinoceronte o cervo volante) e gli si dà
fuoco; mentre l’insetto si leva in volo, si ripete ad alta voce la tiritera.

Pe le mòrte e ppe le sante / pe le vigne e ppe le campe; / arispettanno ll’ulivéte,


/ pe le prate e ccastagnéte.
A partire dai primi di novembre è consentita la busca nei terreni di proprietà altrui.

Sant’Andrèa pescatóre / pésca l péscio pel Zignóre; / e l Zignóre no lo vò, / san-


t’Andrèa se lo magnò.

Sant’Andrèa pescatóre / pòrta l péscio mal Zignóre; / si l Zignóre nu lu vò, /


pòrtelo a mmé chi lu magnerò.

L cinque, san Nicolò che vva per via, s’incóntra cu la Vérgene Maria; l dièce,
la Madònna de Loréto, l trédece adè ssanta Lucia; pò a li vintuno san Tomasso
strilla, al ventiquattro se magna ll’anguilla; l vintuno san Tomasso canta, l ven-
ticinque la náscita santa.
Documenti etnolinguistici e folklorici
85

L zèe sa Nnicolò chi vva pper via, / ll’òtto la cuncezzióne di Maria, / l nòve è ssan
Chéto Chéto, / l dièce la Madònna di Loréto, / l trédece santa Lucia, al vintuno
san Tumasso strilla, / l ventiquattro si magna ll’anguilla, / al vintuno san Tu-
masso canta, / l vinticinque è la nàscita santa.

Bbòn natale, / famme la mància, si tte pare!


Formula infant. per la richiesta della mancia natalizia.

Maria lavava, / Ggiusèppe stennéva, / e l bimbo piangéva. // Sta zzitto, mio fi-
glio, / ch’adèsso ti pìglio, / ti pòrto n giardino, / te còglio l fiorino, / ddoman’è
la fèsta der zanto bbambino.
Poesiola che i bambini recitano a Natale.

San Giusèppe vecchjarèllo / pòrta l fòco sótt’al mantèllo, / pi scallallo l bambi-


nèllo.
Frammento di poesiola che si recita a Natale.

Stanòtt’a mmeżżanòtte è nnato m bèl bambino, / bbianco, rósso e rricciolino. //


La sua mamma le fa la pappa, / pòe ll’imbócca e ppòe ll’infàscia, / e le stringe
li piedine, / rimiràtele gl’occhini. / In quélla mìsera cappannèlla / che cc’è l bue
ll’asenèlla, / con Giusèpp’e cco Mmaria, / o cche bbèlla compagnia!
Sermone natalizio.

• ORAZIONI

Signóre, date la salute al babbo e a la mamma, a le nònne e ttutte de casa, a mmé


ffàteme bbòno e ssanto, sennò portàteme m paradiso con vóe.

• INIZI E CHIUSE DI FAVOLE, FAVOLE SENZA FINE

C’èra na vòrta Piccino Piccino, / cu la bbarba scopava la casa, / e gni mattóne tro-
vava n quatrino. / Piccino Piccino anniéde all’òrto, / ébbe paura di la gran lumaca,
/ e anniéde a ccasa mèżżo mòrto.

C’èra n gattino rósso e bblù, / ch’avéva na pallina che ffacéva su e ggiù. / Riva l
cane nferocito / e jje fa bbù bbù, / e l gattino nun c’è ppiù.

Cc’èreno tre ch’annàveno a ccàccia / e cchjappòrno na bbeccàccia, / èra Fran-


chino, Francóne e Ffrancàccia.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
86

Chi pparla e pparlarà, / piètra de marmo deventarà.


Formula di favoletta.

Dindindilimbò dindindinlimbà, cuntènta la spósa! Cuntèntala tù!


Favoletta onomat. del suono delle campane.

“Chi cc’émo, chi cc’émo?” “Faciòle cu la pasta, faciòle cu la pasta” “Nu li vòjjo,
màgnele tu! Nu li vòjjo, màgnele tu!”
Scambio di battute in una favoletta onomat. sul suono delle campane.

La bbrifàcola di Bbesténto, / chi ppi ddilla ci vò n gran tèmpo; / ve la dico o ve la


dirò, / ve la dico sì o nnò?
Favola senza fine.

La bbrifàcola di la ciucciurummèlla / è ppiù ccórta e ppiù bbèlla. / La bbrifàcola


de la trombétta / è ppiù llónga e ppiù strétta.

“Orate fiche!” “Tre ppall’al zòrdo!” “Famo li cónte n zagrestia” “Dàteme la paga
e ppò vò vvia”
Scambio di battute tra prete e sacrestano, che chiede la paga durante la messa del 3 febbraio,
giorno in cui si celebra la festa di san Biagio.

Ride ride, pà, che l zumaro magna càvole!


Battuta di favoletta del figlio al padre.

“Tira su, chi mmóstre l bicco!” / “Ha fatto bbène che mme l’ha ditto!”
Scambio di battute tra due compari in processione, uno dei quali aveva rubato un’oca, che
portava nascosta sotto la tonaca.

• FORMULE INCANTATORIE

Bbestémmia bbestémmia pill’ànima tua!


Formula apotropaica infant., rivolta alla coda della lucertola per proteggersi dalle impreca-
zioni che secondo la credenza pop. manda quando viene staccata.

Lumaca lumachèlla, / tira fòre le cornicèlla; / lumaca lumacóne, / tira fòri le cor-
nicióne.
Formula fascinatoria per verificare se la chiocciola è viva.

Muro muro bbòno, / ècchete n dènte vècchjo, / e ddàmmene uno nòvo.


Formula pronunciata nel nascondere in un forellino del muro il dente da latte caduto.
Documenti etnolinguistici e folklorici
87

Singhjózzo, mio singhjózzo, / pijja n campo, pijja m pózzo, / pijja m pózzo, pijja
n campo, / va dda quéllo che mmi st’accanto.
Scongiuro contro il singhiozzo.

• SCIOGLILINGUA

Pasquale pescatóre è nu spregóne / chi ppésca bbène e ppò la pésca sprèga.

Tre llane nére co ttre nnére lane.

Una pica sta ssul tétto / cu la spiga legata nel bécco, / casca la spiga scégne la
pica / riccòjje la spiga / rivà ssul tétto / cu la spiga legata nel bécco.

• FORMULETTE MNEMONICHE

A, e, i, o, ù / che ssomaro che ssè tù.


Formula scolastica per ricordare le vocali in sequenza.

Ícchise pisolònne e zzita, / pe qquel bbòjja de Neróne c’hò ppèrzo la vita.


Formula scolastica per ricordare le ultime lettere dell’alfabeto.

Le fiche de la zzi Méca.


Formula scolastica per ricordare le ultime lettere dell’alfabeto greco.
Avvertenza
89

AVVERTENZA AL VOCABOLARIO DIALETTALE




L’organizzazione del vocabolario segue, grosso modo, il modello realizzato da E.


Mattesini e N. Ugoccioni per il “Vocabolario del dialetto del territorio orvietano”
(Opera del vocabolario dialettale umbro, 8, Perugia 1992), allo scopo sia di garantire
la fruibilità ad una più ampia fascia di lettori, sia di facilitare confronti areali con il
testo di riferimento. E’ questo il motivo per cui ci siamo attenuti ad una impostazione
semplificata, evitando anche di riportare le tabelle relative alla coniugazione dei
verbi ausiliari, regolari ed irregolari di più frequente uso, preferendo registrare
i paradigmi (in alcuni casi quasi completi) dei singoli verbi in fondo al relativo
lemma.
Per lo stesso motivo, data la sede di pubblicazione, è stata adottata la grafia della
lingua standard, apportandovi poche aggiunte. Le attestazioni dai testi scritti sono state
traslitterate, correggendo refusi tipografici e sviste evidenti, come pure indicando i
raddoppiamenti sintattici.
Per quanto concerne le consonanti, si rende l’occlusiva prevelare sorda davanti ad
i semivocalica con chj + voc.: chjuso, acchjèsa, òcchje, manìcchja; la corrispondente
sonora con ghj + voc.: nghjuttì, ghjaccià, linghjèra. La fricativa palatale sonora
(sempre intensa, se intervocalica) è resa con j: fijjo, procòjjo, jjanna. Con żż è rappre-
sentata l’affricata apicodentale sonora di żżotemìa, żżiżżagna, grèżżo.
L’accento grafico grave, che compare sulle vocali à, ì, ù, ha esclusivamente
valore tonico; mentre, per indicarne la qualità, l’accento grave è segnato sulle
vocali toniche aperte (è, ò) e quello acuto sulle chiuse (é, ó), per es. in derèto, erba-
ròlo, erbétta, macchjóne. L’accento è indicato sulle parole tronche, sdrucciole e
bisdrucciole; compare su quelle piane per distinguere il grado di apertura della vocale
tonica soltanto se si tratta di una e od una o (es. macèlla, marfonésco, mappamónno,
rusegnòlo).
Per evitare equivoci appaiono accentate alcune parole piane (per es. gratuìto, tanìa,
salvocisìa, credìa).
Le lettere maiuscole non compaiono in esponente: sono state usate soltanto per di-
stinguere i nomi propri all’interno della fraseologia.
L’ordine alfabetico è quello dell’italiano; ciò vale anche per il gruppo interno –
chj- + vocale e –ghj- + vocale.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
90

Struttura del vocabolario


Le voci a lemma e loro allomorfi, in trascrizione fonetica e in neretto, sono ordi-
nate alfabeticamente. Per l’impianto di ogni lemma si segue uno schema fisso così ri-
partito: esponente (in neretto), eventuali varianti fonetiche (in corsivo), qualifica
grammaticale (in tondo), sezione semantica (in tondo), fraseologia (in corsivo la parte
dialettale, in tondo l’eventuale spiegazione in italiano), eventuale sezione morfolo-
gica.
Si tenga presente che, nel caso compaiano varianti, la forma ad esponente non rap-
presenta quella più frequente nell’uso, ma quella che è stata inserita in computer per
prima nel lavoro di lemmatizzazione.
Poiché la frequenza dell’uso concreto delle voci non è stata indagata, le precisa-
zioni soggettive fornite al riguardo hanno soltanto valore indicativo. Le voci giudicate
poco frequenti sono seguite, tra parentesi tonda, dall’indicazione: “raro”; quelle in di-
suso, secondo l’informatore, risalenti a fine ’800 o agli inizi del sec. XX, e che so-
pravvivono solo nella memoria di alcuni parlanti, da: “arc.”; quelle in uso fino agli
anni Cinquanta circa, da: “ant.”. L’abbreviazione “rec.” indica i neologismi, ovvero le
forme entrate in uso negli ultimi decenni. Le locuzioni avverbiali registrate in espo-
nente sono seguite dalla preposizione introduttiva posta tra parentesi tonda, es.: arbo-
létto (a), loc. avv., ad alberello.
Si precisa che altri tipi di locuzioni (nominali, aggettivali, verbali ecc.) non sono
in genere lemmatizzate a parte, ma sono riportate all’interno di lemmi sotto il primo
componente.

Omonimi e sinonimi.
Gli omonimi, in quanto riconducibili ad etimi diversi, sono trattati come voci au-
tonome e sono distinti da un numero progressivo posto ad esponente.
Per motivi pratici di composizione, i sinonimi o quasi-sinonimi, di cui è però in
ogni caso indicato il significato, non sono provvisti di rinvio ad un esponente princi-
pale.
In fondo alla trattazione del lemma, dopo la fraseologia (e separate da doppia bar-
retta verticale), si registrano le forme alterate più caratteristiche di sostantivi, aggettivi
ed avverbi, facendole precedere dalle relative abbreviazioni (dim., accr., vezz., ecc.).
In alcuni casi, compaiono ad esponente, senza qualifica grammaticale, alcune voci
italiane seguite da due punti, per introdurre significativi esempi dell’uso, proverbi,
modi di dire o altri formalizzati.

Varianti.

Alla voce in esponente fanno seguito in ordine alfabetico tra loro le varianti di
forma, in corsivo, separate da virgole. La variante è pure registrata alfabeticamente in
neretto sotto esponente a sé, seguita dal rinvio al lemma principale mediante due punti
Avvertenza
91

seguiti da una freccetta (: ➝ ). Per venire incontro alle esigenze di consultazione degli
studiosi, i rimandi sono effettuati anche nel caso in cui la variante segua o preceda im-
mediatamente la voce principale.

Qualifica grammaticale.
Viene espressa in tondo con abbreviazioni. Una doppia barretta distingue i casi in
cui ad una funzione grammaticale diversa corrisponde una variazione semantica, es.:

fòrte, s.m., sapore acido del vino: pijjà dde ~, inacidirsi || agg., 1. di ter-
reno ricco di sostanze nutrienti. 2. rigoglioso. 3. di elevata gradazione al-
colica: ma ésso li vène sèmpre ~ l vino | acéto ~, piccante || avv., molto:
ci ll’ha ffòrte cu mmì, è molto irritato nei miei riguardi || ~!, inter., espr.
con cui si incita qualcuno a picchiare rudemente oppure si invita il com-
pagno di gioco a superare la carta dell’avversario.

Sezione semantica.
Questo livello contiene la completa indicazione dei significati di ogni entrata dia-
lettale.
La definizione può essere costituita da una sola parola, da una parola seguita da si-
nonimi, da una parola seguita da glossa oppure da una perifrasi descrittiva.
Abbiamo cercato di curare la chiara formulazione dei traducenti italiani, indi-
spensabili per lettori non nativi di altre zone (spesso anche per quelli di subaree spa-
zialmente vicine), ma che risultano spesso di innegabile utilità per molte persone del
luogo, specialmente appartenenti alle generazioni più giovani.
L’accezione propria più comune di una voce precede in genere gli usi traslati, in-
dicati con l’abbreviazione: (fig.). Ogni variazione semantica del lemma è introdotta
da un numero cardinale progressivo e separata dalla successiva da un punto fermo. Ta-
lora si chiarisce l’ambito semantico con maggiore precisione (rif. a), es.:

àbbese, àbbise, àpese, àpisse, làbbise, làpisse, s.m., 1. lapis: damme qqua
n àbbese! | fà la pónta all’àpisse, aguzzare il lapis || dim. abbisétto. 2.
(fig.) pène: uno c’ha ll’~, ll’artra la riga (rif. ad uomo e donna con allu-
sione sessuale).
Per motivi di spazio, non abbiamo potuto sistematicamente addurre esempi di con-
testi d’uso per ogni accezione. D’altra parte, in molti casi seguono brevi etnotesti che
chiariscono il significato della voce, fornendo informazioni circostanziali e di inte-
resse etnografico o antropologico.
Di molti lemmi forniamo indicazioni pragmatiche o marche d’uso mediante ab-
breviazioni, che permettono di distinguere:
- (gerg.) voci appartenenti al lessico marginale;
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
92

- (infant.) voci appartenenti al linguaggio dei bambini o voci usate con loro;
- (citt.), voce attribuita ad ambienti borghesi, testimonianza delle sottovarietà all’in-
terno dell’abitato;
- (rust.), voce in uso nel contado;
- (lett.) cultismi usati in opere scritte, spec. poesie.

Di altri lemmi chiariamo le connotazioni che li caratterizzano: (triv.), (scherz.),


(dispr.) (euf.).
A corredo di zoonimi e fitonimi, oltre agli equivalenti in lingua nazionale, figurano
le denominazioni scientifiche; talora seguite da sintetiche annotazioni esplicative
(edule, nocivo, velenoso, utilizzato per...).

Fraseologia
La fraseologia esemplificativa – scritta in carattere corsivo e accompagnata dalla
spiegazione in lingua ove necessario alla comprensione – mira a chiarire le accezioni
del vocabolo a lemma.
Può esser costituita da frasi tipiche, modi di dire, proverbi (citati in genere sotto la
prima voce piena), wellerismi, blasoni popolari, chiapparelli.
Il segno tipografico del lineato [ ~ ] sostituisce nella fraseologia la parola a lemma
di cui si esemplificano gli usi. Ogni vocabolo che ricorre nella fraseologia (ad ecce-
zione delle voci di lingua) compare anche a lemma.
Il discorso diretto e i dialoghi di botta e risposta sono introdotti da due punti e rac-
chiusi tra virgolette.
All’interno dei lemmi compaiono un gran numero di locuzioni di vario tipo, i cui
significati sono distinti da lettere minuscole in ordine alfabetico.

Sezione morfologica
Dopo la fraseologia, separata da doppia barra e introdotta dall’indicazione Forme,
compare materiale morfologico relativo al lemma: forme verbali, forme notevoli dei
sostantivi femminili, plurali anomali.
A differenza di molti vocabolari dialettali, abbiamo ritenuto opportuno curare in
modo particolare la tipologia delle parole grammaticali, settore degno di attenzione,
corredandole di esempi dell’uso delle varie funzioni. In un sistema linguistico, infatti,
gli elementi grammaticali e morfologici (paradigmi verbali, articoli, preposizioni, pro-
nomi, avverbi, ecc.), costituiscono un repertorio chiuso portante e più resistente ai
cambiamenti innovativi a differenza del lessico più esposto alle ripercussioni degli
eventi storici.
Altre categorie ben rappresentate nel vocabolario risultano: interiezioni di vario
tipo, onomatopee (voce umana, suoni di campane, strumenti musicali, versi di animali,
ecc.), ideofoni (imitazione di rumori), insulti, imprecazioni, maledizioni, bestemmie
(per lo più in forma eufemistica), richiami, voci di richiamo per animali.
Avvertenza
93

I termini onomastici (contrassegnati con le abbreviazioni: antrop., ipoc., sopr.,


cogn., top., microtop., idron., ecc.) sono riportati solo se attestati nel corpus. Compa-
iono inoltre alcune voci latine (specialmente del latino ecclesiastico) e battute prover-
biali rimate.
Sono omessi i confronti areali con l’uso di altre località e i raffronti con altri vo-
cabolari editi. Sono escluse le etimologie.
Abbreviazioni
95

ABBREVIAZIONI

ab. = abitante/i fig. = figurato


accr. = accrescitivo filastr. = filastrocca
acr. = acronimo fonet. = fonetico
agg. = aggettivo form. = formula, formuletta
all. = allocutivo fraz. = frazione
ant. = antiquato (databile alla prima freq. = frequente
metà del sec. XX) fut. = futuro
antifr. = antifrastico geogr. = geografico
antrop. = antroponimo ger. = gerundio
arc. = arcaico (anteriore al 1900) gerg. = gergale
art. = articolo, articolata H. = ettaro/i
at. = atono id. = idem
avv. = avverbio, avverbiale ideof. = ideofono
blas.pop. = blasone popolare idron. = idronimo
card. = cardinale immag. = immaginario
chiapp. = chiapparello imper. = imperativo
citt. = cittadino impers. = impersonale
cm. = centimetri impf. = imperfetto
cogn. = cognome imprec. = imprecazione
coll. = collettivo ind. = indicativo
cond. = condizionale indef. = indefinito
cong. = congiuntivo, congiunzione indet. = indeterminativo
coron. = coronimo indov. = indovinello
cred. = credenza inf. = infinito
c.s. = come sopra infant. = infantile
d. = detto inter. = interiezione
det. = determinativo intr. = intransitivo
dil. = dileggiativo inv. = invariabile
dim. = diminutivo iperb. = iperbole, iperbolico
dimostr. = dimostrativo ipoc. = ipocoristico
dispr. = dispregiativo iron. = ironico
eccl. = ecclesiastico kg. = chilogrammi
enf. = enfatico lat. = latino
epit. = epiteto lett. = letterario, cultismo
escl. = esclamazione, esclamativo loc. = locuzione/i
espr. = espressione m. = maschile
euf. = eufemismo, eufemistico m2 = metri quadrati
f. = femminile mdd. = modo di dire
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
96

microtop. = microtoponimo triv. = triviale


mt. = metro / i v. = verbo
n. = nome var. = variante
num. = numero, numerale vd. = vedi
odon. = odonimo vezz. = vezzeggiativo
onom. = onomatopea, onomatopeico voc. = vocale, vocalico
ord. = ordinale vocat. = vocativo
oron. = oronimo well. = wellerismo
p. = participio
part. = particolare | separa i singoli contesti linguistici
pass. = passato e gli elementi della fraseologia.
pegg. = peggiorativo || separa funzioni grammaticali, al-
perf. = perfetto
terati, locuzioni, proverbi, ecc.
pers. = persona, personale
: → rinvio a variante fonetica o di
pl. = plurale
pop. = popolare forma
poss. = possessivo ( ) racchiude termini scientifici di
prep. = preposizione flora e fauna, chiose esplicative
pres. = presente del curatore, abbreviazioni
pron. = pronome, pronominale [---] testo frammentario
prov. = proverbio / scansione di versi
q.cosa = qualcosa
q.no = qualcuno
rec. = recente
recipr. = reciproco
rel. = relativo
rif. = riferito
rifl. = riflessivo
rust. = rustico
scherz. = scherzoso
sciogl. = scioglilingua
s.f. = sostantivo femminile
sing. = singolare
s.m. = sostantivo maschile
sopr. = soprannome
sost. = sostantivo
spec. = specialmente
ssp. = specie (pl.)
storn. = stornello
s.v. = sotto voce
tir. = tiritera
ton. = tonico
top. = toponimo
top. int. = toponimo interno all’abitato
tr. = transitivo
Vocabolario dialettale
viterbese
Vocabolario
99

a1, prep., 1. a (usata nei compl. di luogo, cato a ppeparino | ~ mmutannine lavo-
di tempo e nelle loc. e modi avverbiali): rava.
2
ggiocam’~ nguattavito | ~ ffòrza de nzi- a , inter., voce con cui si incita una bestia
ste | duman’~ òtto, tra otto giorni | sàb- a camminare.
bat’~ mmattina | se vedém’~ ssanta abbabbato, agg., molto affezionato al
Ròsa, il 3 settembre | ~ ddillo n ce se padre.
créde, è cosa da non credere | sta ~ abbacchjasse, v. rifl., 1. accasciarsi. 2.
ggarżóne, lavora come garzone | annà abbattersi, deprimersi.
~ òpra, lavorare come bracciante gior- abbacchjatura, s.f., 1. macellazione di
naliero in campagna | annà ~ ffónghe, agnelli di latte. 2. (fig.) abbattimento
andare a raccogliere funghi | porétt’~ morale.
nnue!, poveri noi! | ~ vvent’anne se abbaccinà, v. tr., abbacinare.
spòsa, quando compierà venti anni | lo abbacià, bbacià, v. tr., baciare: abbàcela!
vénne ~ ppòco, a buon mercato | è | (iron.) te bbàcia ndó è ppiù spòrco | li
mmèjjo ~ stasse zzitte, meglio tacere | dava la pace al fratèlle, bbacianno
bbév’~ ssólo, beve da solo | ha cchja- quélla ffigge (rif. ai confratelli) || v. intr.,
mato ~ Ppèppe || ar (al), a la, a lo, all’ aderire, combaciare, di due oggetti || ab-
(m. e f. sing. e pl. davanti a voc.); pl. al, baciasse, bbaciasse, v. rifl. recipr., ba-
a le, a li: dallo al tuo de fijjo! | arissu- ciarsi.
mijja tutto ar zu nònno | s’è mmésso ~ la àbbaco, s.m., (ant.) abbecedario.
solina | lo va ccomprà ~ la bbottéga, in abbadà, bbadà, v. tr., sorvegliare: ~ le
negozio | annà all’àlbere pezzute, mo- bbèstie || v. intr., badare: va ~ sti còse? |
rire | sta ddurmì sótt’all’arbro, sotto abbada sà! nun ci provà! | “sta ttènte,
l’albero | sta dde casa ggiù ~ le case po- abbada, còso ha dditto che tte sde-
polare | è rrivat’~ le quattro sonate, mógne!” “e vvardà. e ssarà pròpio
dopo le quattro | ~ la doménica mmat- cóme dice lue!” | nun ce se bbada nóe.
tina dòrme | ~ la mattin’a ggiórno, al- abbadeżżà: ➝ bbadeżżà.
l’alba | all’invèrno, durante l’inverno | abbafato, agg., 1. sazio. 2. nauseato di un
all’istate | al giórno lavóra, ~ la nòtte cibo.
róbba | ~ la doméneca nun gira | al abbaggiolato, agg., (raro) di lastre di
giórno de lavóro va ffòra, nei giorni fe- marmo ritte in piedi, accostate l’una
riali | tutt’ar più, al massimo | sta llì all’altra, appoggiate ad un muro o altro
ddavante al quatre, ai quadri | piàciono sostegno.
pure al vècchje, anche ai vecchi | man- abbaggiù, bbaggiù, s.f., (rec.) abât-jour:
nàggi’a li pescétte! 2. in: stracco ~ accènne n’~.
qquél mòdo | féce ~ ttèmpo ~ ttèmpo, abbagnà, bbagnà, v. tr., 1. bagnare: l tes-
appena in tempo | parte cul fèrro ~ sitóre bbàgnono l panno mal bigónzo.
spalla, con il bidente in spalla | lastri- 2. intingere.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
100

abbagnata, s.f., 1. atto di bagnare. 2. atto patr’~! (bestemmia).


di intingere. àbbele, àbbile, agg., idoneo.
abbagnato, agg., bagnato. abbeletà, s.f., 1. abilità. 2. idoneità.
abbajjà1, bbajjà, v. intr., 1. abbaiare || abbenanche, bbinanche, cong., benché,
prov.: cane ch’abbajja num mózzeca. 2. anche se: ~ se potava a llungo pa-
(fig.) gridare || Forme: Ind. perf. 6 bbaj- récchjo, tanto ll’ua nun c’èra | ~ ormae
jòrno. adè ttutto assippillito | ci patìscio assae,
abbajjà2, v. tr., abbagliare: l zóle fòrte pure ~ chi stò m paradiso.
ll’abbajjava ll’òcchje. abbenedì: ➝ bbenedì.
abbajjo1, s.m., l’abbaiare, verso del cane. abbennà, bbennà, v. tr., bendare gli occhi.
abbajjo2, s.m., abbaglio: mica adè vvéro, abbèrgo, arbèrgo, s.m., 1. albergo. 2. dor-
ha cchjappato n ~. mitorio || dim. arberghétto.
abbanchettasse, v. rifl., accularsi, sedersi àbbese, àbbise, àpese, àpisse, làbbise, là-
sulle zampe posteriori (rif. ad animale): pisse, s.m., 1. lapis: damme qqua n àb-
l lèpro s’abbanchetta, è nterito, n ze bese! | fà la pónta all’àpisse, aguzzare il
mòve ppiù. lapis || dim. abbisétto. 2. (fig.) pène: uno
abbannonà, bbandonà, v. tr., abbando- c’ha ll’~, ll’artra la riga (rif. ad uomo e
nare: l rumitòrio mó adè bbandonato. donna con allusione sessuale).
abbasato, agg., atticciato. abbetà: ➝ abbità.
abbassà, bbassà, v. tr., 1. abbassare: ~ la abbéto, s.m., abete (Abies alba Mill. e
capòccia, chinare il capo | piòve, l gatto Picea excelsa L.).
bbassa ll’orécchje | n’avé ppaura, li fò àbbeto: ➝ àbbito.
bbassà la crèsta io a qquéllo, lo faccio abbetùdene, abbitùdene, s.f., 1. abitu-
calmare | ha visto ch’abbassa la spalla?, dine. 2. (iron.) abitudine riprovevole,
hai visto che si sottomette? 2. follare la vizio.
vinaccia nel tino. 3. potare i rami alti di abbevarà, bbeverà, v. tr., abbeverare ||
un albero || abbassasse, v. rifl., 1. chi- abbevarasse, bbevarasse, v. rifl., disse-
narsi. 2. (fig.) sottomettersi. tarsi.
abbassato, bbassato, agg., chinato. abbeveratóro, bbeveratóro, s.m., abbe-
abbasso: ~ la maéstra! (si grida quando veratoio.
si tenta di far fermare lo sciame) | me fa abbiadà, v. tr., foraggiare equini.
mmale ~, (euf.) ho dolori al basso ven- abbiffà: ➝ bbiffà.
tre (detto da una donna). abbijjaménto, s.m., (rec.) abbigliamento.
abbasta, bbasta, avv., stop: li dàvono da àbbile: ➝ àbbele.
magnà e bbasta, soltanto da mangiare | abbindolà, v. tr., abbindolare.
rivò uno e bbasta, uno soltanto || inter., abbinidì: ➝ bbenedì.
basta!: aó, abbasta! chi ppir mì due sò abbioccasse, v. rifl., 1. diventare chioc-
ppòche e ttré ssò ttròppe | famo bbasta!, cia; covare. 2. (fig.) accasciarsi: s’è ab-
finiamola! | punt’e bbasta!, (espr. dra- bioccato stracco mòrto a ppoméssa. 3.
stica con cui si mette fine ad una di- (fig.) scoraggiarsi.
scussione). abbiòcco, s.m., 1. accasciamento. 2. son-
abbastà: ➝ bbastà. nolenza.
abbate, s.m., abate: (euf.) mannàggia l abbirellà, mbirellà, v. tr., tendere la corda
Vocabolario
101

con il verricello, per legare il carico sul | P. pass. abbòrto.


carro. abbòjje: ➝ abbòjja.
àbbise: ➝ àbbese. abbòjjese: ➝ abbojjasse (vd. abbòjja).
abbisognà: ➝ gna. abbòjjolo, s.m., convolvolo (Convolvulus
abbisognanno, bbisognanno, avv., even- arvensis L.).
tualmente: ce vò m mètro de stòffa, ~ abbolì: ➝ abbulì.
due ppure. abbonà, v. tr., condonare un debito:
abbità, abbetà, v. intr., abitare. quélle sòrde che mm’ha da dà, te ll’ab-
abbitino, s.m., scapolare. bòno e vvia | m’abboneranno tutte le
àbbito, àbbeto, s.m., abito || prov.: ll’~ débbete.
nun fa l mòneco || dim. abbitùccio, ve- abbonasse, v. rifl., abbonarsi.
stitino: c’èra la fijja ch’èra ggiuvinétta, abbonnà, v. intr., abbondare: cert’anne la
ncóra se dicéva ll’~ noantre. ròbba abbónna (rif. al raccolto).
abbitüà, abbituvà, bbitüà, v. tr., abituare; abbonnante, bbonnante, agg., 1. abbon-
le fijje ll’ha bbitüate tutte male, li ha vi- dante. 2. di misura comoda (rif. ad in-
ziati || abbitüasse, bbetüasse, v. rifl., dumento).
abituarsi: oramae me ce sò abbitüato || abbonnanza, abbonnànzia, bbonnànzia,
Forme: P. pass. abbitüato, abbituvato, s.f., 1. abbondanza: ch’abbonnànzia! ci
bbetüato, bbitüato. nn’è dd’avanzo de ròbba | dà ffrutte n
abbitüazzióne, s.f., (scherz.) abitudine. ~, in abbondanza. 2. (fig.) raccolto co-
abbitùdene: ➝ abbetùdene. pioso.
abbituvà: ➝ abbitüà. abbonnànzia: ➝ abbonnanza.
abboccà, v. intr., 1. abboccare: è l péscio abbòno, s.m., condono.
ch’abbócca. 2. (fig.) lasciarsi ingan- abbordà, v. tr., abbordare.
nare: c’è ccascato, ha abboccato cóme abborrasse, v. intr. pron., gonfiarsi per
n tontolóne. meteorismo del ventre delle pecore o
abboccatura, bboccatura, s.f., contenta- delle vacche.
tura: è dde bbòna ~, magna tutto. è dde abbòrta, s.f., azione di avvolgere: dalle
bbócca bbòna. sù n’~!
abbócco, s.m., esca, allettamento: li dà abbortì, abburtì, bbruttì (raro), v. intr.,
ll’~, lo adesca. abortire: “m’ha bbruttito la mójje”, di-
abboccolato1, agg., inanellato, di capelli. céva Totorotò. “e ppiù bbrutto de tì!”
abboccolato2, agg., inserito nella boccola: abbòrto, s.m., 1. aborto. 2. (dispr., fig.)
la ròta dil carro è abboccolata, ma la persona deforme.
bbóccola che sta ddéntro la ròta pe n abbottà, v. tr., 1. gonfiare. 2. (raro) ab-
falla conzumà. bottonare || abbottasse, v. rifl., 1. rim-
abbòjja, abbòjje, bbojjà, v. tr., avvolgere: pinzarsi. 2. avere la digestione difficile
pò se bbojjava n tantino da capo (il fa- per essersi rimpinzato di cibo.
scio di canapa) | abbòjjolo sù! || abboj- abbottato, agg., 1. gonfio. 2. più che
jasse, abbòjjese, v. rifl., 1. attorcigliarsi: sazio.
l filo s’abbòjje, si nu st’attènte. 2. con- abbottonà, abbuttonà, v. tr., abbottonare
torcersi per dolori intestinali. 3. avvitic- || v. intr., mettere le gemme: la vita,
chiarsi || Forme: Ind. pres. 6 abbòjjono prima càccia, pòe abbottóna || abbotto-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
102

nasse, v. rifl., (fig.) tenere atteggia- durre un’infiammazione: m’abbrùcia lo


mento riservato. stòmmoco sta grappa || v. intr., 1. essere
abbozzà, v. intr., sopportare in silenzio, in procinto di arrivare: abbrùcia, sta
senza reagire: che ppotivo fà? mi toccò mmoménte. 2. sfiorare la boccia dell’av-
~ e zzitto. versario (nel gioco delle bocce). 3. in-
abbraccecà: ➝ abbraccicà. fiammarsi. 4. (fig., gerg.) non pagare
abbraccettato, ambraccettato, agg., a debiti, essere insolvente: ~ l pajjóne ||
braccetto. abbruciasse, v. rifl., ardere: (imprec.) te
abbraccià: ➝ abbraccicà. pòss’abbruciatte! || Forme: Ind. pres. 3
abbraccicà, abbraccecà, abbraccià, v. tr., abbrùcia; 6 bbrùceno | impf. 6 abbru-
1. abbracciare: appéna riva, abbràccica ciàveno | fut. 2 abbrucerae.
la su matre. 2. stringere in braccio || abbruciata, s.f., atto di abbruciacchiare
prov.: chi ttròppo abbràccia, gnènte in superficie l’estremità di un palo di
strégne || abbraccicasse, v. rifl. recipr., legno, per indurirla: li dà n’~ al passóne
abbracciarsi || Forme: Ind. pres. 6 ab- prima de piantallo || dim. abbruciatèlla.
bràccecheno. abbruciatìccio, s.m., bruciaticcio: sènto
abbraccicata, bbraccicata, s.f., atto di puzza d’~.
abbracciare, abbraccio: dà n’~ mal- abbruciato, bbruciato, agg., 1. bruciato.
l’amice prima de partì. 2. troppo cotto, di pane. 3. (fig.) ingan-
abbrancà, v. tr., afferrare. nato, imbrogliato: c’è rrimasto ~ più
abbrancicà, v. tr., afferrare. dde na vòrta. 4. (fig.) reso cauto in se-
abbrancolito, imbrancolito, mbrancolito, guito ad esperienza negativa.
agg., intirizzito: c’hò le mano mbranco- abbrunnà, v. tr., abbronzare un tessuto
lite dal fréddo, n ce la fò a strégnele. stirandolo || abbrunnasse, abbronnasse,
abbrenùnzio: ➝ abbronùnzio. v. rifl., diventare bruno, bruciacchiarsi:
abbrèo, ebbrèo, s.m., ebreo: ll’ebbrèe, gli quanno se stira, ce làscia l fèrro m pò
ebrei | magnà m piède cóme ll’abbrèe. ssópra, s’abbrónna la stòffa.
abbrìvio, s.m., ispirazione: ha ppréso abbruscà, bbruscà, v. tr., 1. tostare:
ll’~. pan’abbruscato. 2. incendiare: ~ lo
abbro: ➝ labbro. stóppio. 3. abbruciacchiare in superficie
abbronnasse: ➝ abbrunnasse (vd. ab- l’estremità di un palo di legno, per in-
brunnà). durirla.
abbronùnzio, abbrenùnzio, espr. di ri- abbruscacaffè, s.m., tostino da caffè.
nuncia, dal lat. abrenuntio della liturgia abbruscata, s.f., atto di tostare.
del battesimo (risposta che, nel rito del abbruschino, bbruschino, s.m., tostino da
battesimo, il padrino dà in vece del bat- caffè.
tesimando, come rinuncia alle vanità abbrustolì, v. tr., 1. tostare.
mondane e alla opere di Satana). abbrustolita, s.f., atto di tostare.
abbrucià, bbrucià, v. tr., 1. bruciare: pe abbruttì1, v. intr., imbruttire.
ccarta te bbrùcio, pe ssanto t’adóro abbruttì2, v. tr., abbrutire.
(formula scaramantica che si pronuncia abbuffasse, v. rifl., rimpinzarsi: (imprec.)
bruciando un’immagine sacra, ispirata abbùffete, ròspo!
ad una battuta di papa Sisto V). 2. pro- abbujjasse,v. intr. impers.,1. imbrunire, an-
Vocabolario
103

nottare: s’abbujja l cèlo, l zóle s’inguatta. si ssò ggajjarde, famo tutta na cap-
2. coprirsi di nuvole (rif. alla luna). panna.
abbulì, abbolì, v. tr., abolire. accapponà, v. tr., castrare un galletto || ac-
abburtì: ➝ abbortì. capponasse, v. intr. pron., (fig.) divenire
abbusà, v. intr., abusare: abbusa del déb- impotente (di un uomo).
bole cóme n vijjacco. accartocciasse, v. intr. pron., accartoc-
abbuscà, bbuscà, v. tr., 1. buscare: l zo- ciarsi: se cc’è n inzètto, s’accartòccia sì
mare pònno ~ ppure quarche dolór di la fòjja (rif. al pampino).
panza | fra Ggìllio abbuscava bbène accasasse, v. rifl., metter su famiglia, spo-
(rif. alla cerca) || prov.: chi ccérca, ab- sarsi.
busca. 2. buscarne: st’attènte che cce accastellato, agg., di frutta che cresce
bbusche! unita in un mazzetto: le nòcchje crescé-
abbuschjasse, v. intr. pron., adirarsi. vono tutt’accastellate.
abbuso, s.m., abuso. accatrastà, accratrastà, v. tr., accatastare,
abbuttà: ➝ bbuttà. iscrivere al catasto.
abbuttonà: ➝ abbottonà. accattà, v. tr., prendere a prestito.
accàda, v. intr., (citt.) accadere || Forme: accatto: li toccava annà all’~ pi li case.
Ind. fut. 3 accadarà. accausióne (raro): ➝ uccasióne.
accalamarato, agg., cerchiato, di occhio. accavallà, v. tr., rincalzare una pianta:
accalasse, v. intr. pron., assopirsi || v. intr. s’accavalla e sse fa la tazza da capo
impers., tramontare, del sole. all’órdine e dda piède la spallièra || ac-
accalatèlla, accalatura, s.f., 1. breve dor- cavallasse, v. intr. pron., irrigidirsi,
mita. 2. pisolino pomeridiano da seduto avere una mialgia (di parte del corpo
|| dim. accalaturétta. umano): c’hò m mùscolo accavallato
accalatura: ➝ accalatèlla. chi mme dòle.
accallafreddasse, v. intr. pron., esser col- accavallatura, s.f., rincalzatura di una
pito da arrabbiaticcio, alterarsi di un ter- pianta.
reno coltivato, per cui la pianta accavallonà, v. tr., formare sul campo il
inaridisce prima di fiorire. cavallone del fieno falciato: s’accaval-
accallasse, v. intr. pron., accaldarsi. lóna annà e vvenì.
accallato, agg., accaldato, sudato: num accecciasse, v. intr. pron., (infant.) met-
bévo che ssò accallato. tersi a sedere: accéccete!
accampasse, v. rifl., accamparsi: dó s’ac- acceciasse, v. intr. pron., fare un pisolino,
càmpono st’anno l zordate? sonnecchiare.
accanisse, v. intr. pron., accanirsi. accedènte: ➝ accidènte2.
accantallaccanto, s.m., terzultimo. accellarà: ➝ accellerà.
accantallùrtemo, s.m., penultimo. accellarato, agg., celere: se fa n lavóro ~,
accanterà, v. intr., mandare fetore. a la svérta.
accapijjasse, v. rifl. recipr., 1. accapi- accellerà, accellarà, v. tr., accelerare.
gliarsi. 2. (fig.) litigare concitatamente. accendià, ncendià, v. tr., incendiare.
accappannà, v. tr., 1. disporre a capanna. accènna, accènne, ccènna, v. tr., accen-
2. piegare e legare sul filare i tralci dere: ~ l fòco | ~ na cannéla | ~ ll’arà-
troppo lunghi: s’accappànnono le cape dio | ~ la luce lèttreca | ~ l ciaro, (ant.)
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
104

accendere il fiammifero; accendere la ciaccà ddu nóce | mdd. se fa ~ le nóce n


luce elettrica | accènne llume n zèn- capo, è troppo remissivo | li s’è acciac-
zibbu!, espr. liturgica lat. || accènnese, cata la zzinna (rif. alla mastite della
v. intr. pron., accendersi: le luce s’accé- vacca). 4. pestare: n ce vò gnènte a
seno tutte ni na vòrta. cciaccasse quarche ddito col martèllo.
accènne: ➝ accènna. acciaccabbréccia, s.m., macchina per
accènnese, vd. accènna. stritolare sassi.
accennino, s.m., accendino. acciaccato, p. pass. di acciaccà || agg., 1.
acceòmo, ecceòmo, s.m., ecce homo, per- acciaccoso, malaticcio || dim. acciacca-
sona malconcia: è aridutto n ~. tèllo. 2. schiacciato: naso ~, naso ca-
accéso, agg., illuminato. muso.
accèsso, s.m., ascesso. acciaccatura, s.f., contusione, ecchimosi:
accétta: (dim.) accettòla, accettèlla. ~ dell’ógna (del cavallo).
accettüato, agg., escluso, eccettuato || acciacco: ~ (all’), loc. avv., a) in balia: n
prep., eccetto, tranne. ze pò stà ~ dell’antre; b) a carico.
accezzióne, ccezzióne, s.f., eccezione. acciaffà, v. tr., 1. sgualcire. 2. mangiare
acchènne (raro): ➝ anchènne. frutta acerba || acciaffasse, v. intr. pron.,
acchjappà: ➝ chjappà. sgualcirsi: c’hae l vistito tutt’acciaffato
acchjappacane: ➝ chjappacane. || v. rifl., rimpinzarsi.
acchjapparèlla, chjapparèlla, s.f., (in- acciaffata, s.f., atto dello sgualcire.
fant.) acchiappino, gioco che consiste acciammellà, v. tr., acciambellare || ac-
nel cercare di acchiapparsi. ciammellasse, v. rifl., acciambellarsi.
acchjappeffugge, avv., in fretta e furia. acciaro, s.m., acciaio: c’ha la pónta d’~.
acchjésa: ➝ chjésa. acciata, s.f., gugliata di filo.
acchjocciasse, cchjocciasse, v. intr. pron., acciavattà, v. tr., deformare (rif. a scarpa).
diventare chioccia: lo vé, la gallina s’è acciccì, s.m., (euf.) accidente: (scherz.) te
cchjocciata. pijjasse n ~ co na ggirandolétta!
acchittasse, v. rifl., agghindarsi, vestirsi acciccià, v. tr., uccidere a coltellate, am-
con eleganza. mazzare.
acchittata, s.f., agghindamento, atto accicciata, s.f., strage.
dell’agghindarsi: se da ssù n’~, prima accicciato, agg., abortito: m pommidò-
d’uscì dde casa. ro ~.
acchitto, s.m., acchito || ~ (de prim’), loc. accicòria (euf.): ➝ cicòria2.
avv., a prima vista: ~ manco ll’hò accicorià, v. tr., 1. picchiare: n dubbità,
rriconosciuto. ll’accicòrio io quanno me càpita. 2. uc-
acchittóne, s.m., elegantone. cidere.
acciaccà, cciàccà, v. tr., 1. calpestare: hò accidèmmele: ➝ accidèmmole.
cciaccato na lumaca | (triv.) acciacca accidèmmole, accidèmmele, inter., (euf.)
sto bbacaròzzo! (rif. ad un prete che accidenti! || pegg. accidemmolàccio.
passa) || acciaccà ll’òva, (iron.) cammi- accidèmpole, inter., (euf.) accidenti!
nare con circospezione. 2. (euf.) am- accidènte1, s.m., nulla: émo magnato n ~
mazzare (in formule deprecative): te che vve spacche, un bel nulla.
pòssin’acciaccà! 3. schiacciare: ac- accidènte2, accedènte, s.m., accidente:
Vocabolario
105

(imprec.) morite d’~ vue e cchi sséte! || accodasse, v. rifl., accodarsi: si tti s’ac-
inter., accidenti!: accidènt’a llue e cchi códa, nun te sarve.
cce ll’ha mmannato! || pegg. acciden- accòjje, v. tr., accogliere || accòjjese, v.
tàccio. intr. pron., infettarsi (di una ferita), sup-
accidèrba, inter., (euf.) accidenti! purare: le firite s’accòjjono fàcile si nu
accifrà, v. tr., 1. annotare. 2. memorizzare st’attènte | na firita accòrta toccava
un torto ricevuto per vendicarsene. ccuralla sùbboto || Forme: P. pass. ac-
accigócce, accigóccia, inter., (euf.) acci- còrto.
denti! accojjènte, agg., accogliente.
accigóccia: ➝ accigócce. accojjènza, accujjènza, s.f., accoglienza:
accigómme, inter., (euf.) accidenti! li féce bbòn’~.
accijjà, v. tr., tracciare i solchi per irrigare accolerà, v. tr., soffocare: se sènte na
l’orto. puzza ch’accolèra || v. intr., emanare
accijjato1, agg., dalle lunghe e folte so- gran puzzo.
pracciglia. accollasse, v. intr. pron., 1. porsi in spalla,
accijjato2, agg., 1. di solco sufficiente- trasportare un peso sulle spalle. 2. for-
mente profondo per impedire che l’ac- marsi di un edema sul collo del bovino.
qua straripi. 2. rincalzato: vò véda n 3. (fig.) assumersi, prendere a carico.
órdine bbèn accijjato? co la tèrra bbèn accollata, s.f., sovrappeso scaricato dalla
ricalzata, accostata. macchina di santa Rosa sulle spalle dei
accimà, v. tr., rifinire a punta: ~ l pajjaro facchini ad ogni sua oscillazione: nu la
|| v. intr., 1. salire in cima. 2. mettere le toccate, ché le fate pijjà ll’accollate!
foglie, di un albero. (raccomandazione gridata agli spettatori
àccio1, s.m., pezzo di filo, quanto s’infila in finestra, che tentano di toccare la
in un ago. macchina al suo passaggio nelle stret-
àccio2, agg., cattivo: ma quanto sèe ~! | sò toie).
acce de razza. accolmito, agg., riempito fino all’orlo: nu
accipólla, inter., (euf.) accidenti! lo fà ~ che ppésa tròpp’a pportallo.
accipollato, agg., cipollato, incipollito (di accoltura, accortura, s.f., suppurazione.
legno che tende a sfaldarsi). accomedà, accomidà, accomodà, accom-
acciprèsse, acciprèsso2, inter., (euf.) ac- medà, accumedà, v. tr., 1. mettere in or-
cidenti! dine. 2. riparare. 3. aggiungere liquore
acciprèsso1, s.m., cipresso (Cupressus nel caffè, correggere. 4. (antifr.) pic-
sempervirens L.). chiare: t’accòmodo ll’òssa io || accome-
acciprèsso2: ➝ acciprèsse. dasse, accomidasse, accomodasse, v.
acciprète, inter., (euf., scherz.) accidenti! rifl., accomodarsi: sòr maé, s’accò-
accittà, s.f., città: sò ttutte ~ gròsse. mede! | accomedàteve m moménto! | e
acciuccasse, v. rifl., ubriacarsi. llà, accomidàteve m pélo!, un attimo |
acciuittà, v. tr., catturare. s’accomidònno | s’accomedàvemo ||
acclamà, accramà, v. tr., far crescere ri- prov.: pi la strada s’accòmida la sòma |
goglioso (di terreno adatto ad una col- strada facènno, s’accòmeda la sòma ||
tura): sta tèrra la vita ll’acclama, ce fa Forme: Ind. pres. 3 accòmeda, accò-
ppròpio ch’è n amóre. mida | impf. 4 accomedàvemo | perf. 6
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
106

accomidònno | Cong. pres. 3 accòmede. tr., 1. condire: dòppo còtte, se connì-


accomedata, s.f., 1. atto di mettere in or- sciono | sta ròbba sa ddi pòco, nun è ac-
dine. 2. atto di riparare alla meglio. cunnita bbène | ll’òjjo pe cconnicce ce
accomidà: ➝ accomedà. ll’émo | tutto quanto bbèn’acconniscito
accomidasse: ➝ accomedasse (vd. acco- || prov.: acconnisce ll’anzalata, pòco
medà). acéto, assae olliata. 2. (fig.) dar sapore
accommedà: ➝ accomedà. al mosto, aggiungendo vino bollito. 3.
accomodà➝ accomedà. (fig.) abbellire il discorso. 4. (fig.) pic-
accomodaménto: (prov.) méjjo n cattivo chiare di santa ragione || Forme: Ind.
~ che na bbòna càusa. pres. 1 acconnìscio; 3 cunnisce; 4 ac-
accomodasse: ➝ accomedasse (vd. ac- connimo; 6 acconnìsciono, connìsciono
comedà). | perf. 4 condìssemo || Imper. acconnisce
accompagnà, accumpagnà, v. tr., 1. ac- || P. pass. acconniscito, acconnito, ac-
compagnare: attacca no stornèllo ac- cunnito, connito.
cumpagnato da la guidarra. 2. seguire acconniménto, accunniménto, conni-
in corteo: accompagnàssemo l mòrto ménto, s.m., condimento || prov.: l mèjjo
tutt’assième. 3. tirare con la mano la ca- conniménto è ll’appetito.
napa dalla rocca. 4. (fig.) proteggere: la acconnita, s.f., azione di condire: li damo
Madònna t’accompagne! (saluto augu- n’~ e la magnamo quel mò.
rale a chi parte) || accompagnasse, ac- accontentà, v. tr., accontentare: cerca-
cumpagnasse, ccompagnasse, v. intr. rémo d’accontentalla sta cristiana || ac-
pron., 1. accoppiarsi, unirsi: quélle du contentasse, v. rifl., accontentarsi: tòcca
védove se sò ccompagnate sù, quei due ~ | “cóme state commà?” “accontentà-
vedovi || prov.: accompàgnete con chi è mose!” | accontèntete pure tu!
mmèjjo de té, e ffalle li spése! 2. convi- acconzentì, acconzintì, accunzentì, ac-
vere more uxorio || Forme: Ind. perf. 4 cunzintì, conzentì, cunzentì, v. intr., 1.
accompagnàssemo | P. pass. accumpa- acconsentire: tutte accunzentinno sènza
gnato, ccompagnato. discute. 2. aderire, combaciare, di due
accompagnasse: ➝ accompagnasse (vd. oggetti: la tàvala ll’ha mméss’a ~. ac-
accompagnà). conzènte bbène, dajje!
accompagno, accumpagno, s.m., 1. se- acconzintì: ➝ acconzentì.
guito: c’èra lu strapòrto cull’~ ap- accoppà, v. tr., colpire in pieno.
prèsso, il trasporto funebre con il corteo accoppià, v. tr., accoppiare || prov.: Dio li
al seguito | passa la spósa co ttutto ll’~ fa e ppò ll’accòppia || accoppiasse, v.
(il corteo nuziale) | (iron.) sbrìghete! te rifl. e rifl. rec., accoppiarsi, unirsi.
ce vò ppure ll’~? 2. accompagnamento accorà, ccorà, v. tr., 1. uccidere: ~ l pòrco.
musicale. 3. (rec.) indennità governativa 2. (fig.) addolorare profondamente: na
concessa agli anziani, malati o invalidi, notìzzia ch’accòra || accorasse, v. rifl.,
bisognosi di una persona che li assista: 1. amareggiarsi: n te c’accorà chi tte fa
éssa pijja ppure ll’~, riscuote anche l’in- mmale! 2. disperarsi.
dennità. accorata, s.f., legatura forte: dajje n’~!,
accompagno: ➝ accompagno. legalo bene!
acconnì, accunnì, condì, connì, cunnì, v. accorato, agg., 1. malato di cuore. 2.
Vocabolario
107

(fig.) profondamente addolorato, dispe- accorpà, v. tr., unificare, riunire in


rato: me fae morì ~ | lo sènte quanto un’unica proprietà (detto di lotti di ter-
piagne ~ l fijjo? reno).
accoratura, s.f., accoramento, dispiacere accortura: ➝ accoltura.
doloroso. accosciasse, v. rifl., accasciarsi.
accorcià, v. tr., accorciare || v. intr., per- accosì, accusì, accussì, ccussì, cossì, cusì,
correre un cammino più breve: passamo cussì, cong., così: le còse stann’accusì
da sótto ch’accorciamo arméno. ccóme ve dimo nue | più dde ccusì m
accordasse, v. rifl. recipr., accordarsi, pòzzo | e ccusì vvia! | mèjjo accussì!,
mettersi d’accordo: s’accòrdeno tra vvi- tanto meglio! | “cóme stae?” “cusì
cine sènza pirito. ccusì” | me disse: cusì, cusì, cusì.
accordellà, v. tr., comporre in file ordi- accostà, v. tr., 1. avvicinare: ~ la bbòccia
nate la bica con i covoni. mal pallino. 2. socchiudere: ~ la pòrta
accòrgese, accorgésse, ccòrgese, v. intr. de casa || accostasse, v. rifl., avvicinarsi:
pron., accorgersi: m’accòrgio eccóme! | n t’accostà pe ccarità! | n te pò accostà
lue si nn’è ccòrto sùbboto | (scherz.) si da quanto sò ccare le mélle.
sinn’accòrgeno li bbudèlla, ce vène accostallùrtemo, s.m., penultimo.
ll’infezzióne. si dicia di uno che sse fa- accostamuro, s.m., (infant.) battimuro,
céva na firita | mi nn’accòrgio sì! | si gioco fatto con monete o con bottoni.
nn’accòrze chi n zapìo lèggia | ma si sse accostaréccio, agg., affabile, socievole.
n’accorgéva l patróne, cèrto che nun vo- accostata, s.f., atto di socchiudere: fà l
léva | t’accorgiarae n giórno | lu squajjò piacére, dajje n’~ a qquélla pòrta, chi
sènza fàssene accòrgia, lo rubò || Forme: ffa ffréddo ògge!
Ind. pres. 1 accòrgio; 2 accòrge; 4 ac- accostino, s.m., accostatore; operaio che,
corgémo; 6 accòrgeno | impf. 3 accor- durante la trebbiatura, da terra porgeva
géva; 6 accorgéono, accorgévono | perf. con il forcone i covoni ad un altro, che
1 accòrze; 4 accorgéssemo; 6 accor- stava sopra la trebbiatrice.
ginno, accòrzeno | fut. 2 accorgerae, ac- accotà, v. tr., affilare la lama di un at-
corgiarae | P. pass. ccòrto. trezzo con la cote: la farcétta s’accotava
accorgésse: ➝ accòrgese. gnitanto co la cóta.
accormato, agg., colmo (di staio con so- accotata, s.f., affilatura: li davo na
vrappiù). bbèll’~.
accormatura, s.f., operazione con cui si accottimato, agg., che lavora con grande
colmava il recipiente: ll’~ c’èra su la energia.
mesurélla. accovasse, v. rifl., accoccolarsi, accovac-
accorojjà, v. tr., 1. acciambellare. 2. (fig.) ciarsi.
malmenare || accorojjasse, v. rifl., attor- accozzajja, s.f., (citt.) accozzaglia.
cigliarsi: a mà, co sto callo me se sò ac- accramà: ➝ acclamà.
corojjate le mutanne. accratrastà: ➝ accatrastà.
accorojjata, s.f., atto di malmenare. accrésce, v. tr., far crescere: Dio ve ll’ac-
accorojjato, p.pass. di accorojjà || agg., crésca! (espr. di buonaugurio rivolta a
1. arrotolato. 2. sgualcito. 3. accovac- madre che allatta un bambino).
ciato. accriccà, v. tr., sollevare con il cricco.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
108

accricco: ➝ cricche1. accussì: ➝ accosì.


accròcco, s.m., 1. cosa sistemata alla me- aceteffèle, s.m., bevanda amara e disgu-
glio. 2. oggetto mal ridotto. 3. congegno stosa: sto vino pare ~. agrummèste!
provvisorio, arrangiato. àceto, àcito, agg., 1. acido. 2. (fig.) male-
accuccià, v. tr., 1. schiacciare: co no scor- volo, scortese, antipatico: na zzitellóna
zóne t’accùccio, con uno schiaffo ti àceta || s.m., 1. acido: ~ bbòreco, acido
stendo a terra. 2. piegare al suolo (rif. al borico | ~ fèneco, acido fenico | ~ mu-
grano colpito dal temporale) || accuc- riàteco, acido muriatico. 2. acidità, bru-
ciasse, v. rifl., 1. accovacciarsi. 2. ac- ciore di stomaco, per ipercloridria: sto
quattarsi. latte m’ha mmésso ll’~ | le vène ll’~. 3.
accucciata, s.f., mossa rapida per schi- sapore acre: l latte co sto callo pijja d’~,
vare un colpo rannicchiandosi. acquista sapore acre.
accuccióne, avv., coccoloni. acéto: quelue me sa che ppijja d’~ (di chi
accujjà, v. tr., annoiare. mostra tendenze omosessuali) | va ffinì
accujjante, agg., noioso. che ppijja d’~ pure stavòrta, non riesce,
accujjènza: ➝ accojjènza. fallisce.
accumedà: ➝ accomedà. acétone, s.m., 1. carbonchio sintomatico
accumpagnà: ➝ accompagnà. all’apparato digerente di ovini e bovini.
accumpagnasse: ➝ accompagnasse (vd. 2. (gerg.) puzzà dd’~, mostrare tendenze
accompagnà). omosessuali.
accumparì, comparì, cumpari, v. intr., 1. achino, s.m., uncinetto.
apparire: (prov.) chi bbèllo vò ccomparì, acitino, s.m., difetto di vino o frutta, che
quarche mmale ha dda soffrì. 2. far comincia a inacidirsi: pijja d’~ sta
bella figura. bbótte | le fiche sapévono d’~.
accunijjà, v. tr., 1. colpire sulla nuca. 2. àcito: ➝ àceto.
picchiare. aco1, s.m., ago: n ~ da cucì | ~ da mata-
accunijjata, s.f., colpo inferto sulla nuca. razzi | me s’è sfilato ll’~ || prov.: chi nun
accunnì: ➝ acconnì. ce métte ll’~, ce métte l capo (per con-
accunniménto: ➝ acconniménto. sigliare la pronta riparazione dei vestiti).
accunzentì: ➝ acconzentì. aco2: ➝ laco.
accunzintì: ➝ acconzentì. acolóne: ➝ aquelóne.
accupà1, v. tr., occupare. acorajjo: ➝ acoraro.
accupà2, v. tr., premere in basso. acoraro, acorajjo, s.m., agoraio.
accupazzióne, s.f., occupazione. acqua, s.f., 1. acqua: ~ fèrma, stagnante |
accurre, occórre, v. intr., occorrere, ser- ~ arta, profonda | ~ de viscì, acqua ef-
vire: sto fèrro v’accurre? | ce lu sò dda fervescente | fà ddu bbagnòle ~ e ssale,
mì, nun c’accurre che lu dite | che jj’~?, di acqua bollente salata | ~ ràggia, ac-
cosa gli occorre? | nom me c’occórre. quaragia | ~ cetósa, acqua acidula con
accusì: ➝ accosì. sali minerali di ferro e solfo | ~ de
accuso, s.m., accusa, dichiarazione di guinza, (dispr.) vino o liquore scadente
possedere una particolare combina- | ~ de marva, (dispr.) caffè troppo leg-
zione, in taluni giochi di carte (per es. gero | ~ ne la trippa, idropisia | ~ ra-
nel tressette). mata, poltiglia bordolese; soluzione
Vocabolario
109

neutra di solfato di rame e calce spenta brucia: sta légna fa ll’~.


diluiti in acqua, che viene irrorata, con acquacòtta, s.f., vivanda rustica, che si
la pompa a zaino, contro le malattie crit- prepara versando su fette di pane raf-
togamiche delle piante, spec. della vite: fermo acqua bollente condita con sale,
dumane vò a ddà ll’~ a la vigna | ~ pà- aglio, nepitella e un po’ d’olio || prov.:
vola, (dispr.) bevanda di sapore sgrade- ll’~, l pane sprèca, la panza bborbòtta.
vole o insipida | ~ panata, liquido, acquacottaro, s.m., gran mangiatore di
ottenuto da una fetta tostata di pane acquacòtta.
messo a bagno nell’acqua, usato per cu- acquacottata, s.f., mangiata di acqua-
rare il mal di pancia | avé ll’~ ar còre, còtta.
avere un versamento pericardico | fà acquapennentano, s.m., ab. di Acqua-
ccòce nell’~ sua, lasciare uno a cuocere pendente || agg., aquesiano.
nel suo brodo; lasciare che si comporti acquapennènte, top., Acquapendente ||
come meglio crede, senza correggerlo o blas. pop.: ~, bbòm pane, bbòn vino e
aiutarlo | li va ll’~ pill’òrto, gli vanno ccattiva ggènte || (gerg., con bisticcio)
bene le cose | dà ll’~ a le piante, irrigare sè rivato a ~, ormai sei vecchio e impo-
| métte ll’~, irrigare l’orto a turno | ~ tente.
acéto, bevanda dissetante estiva consu- acquarijja, acquarujja, 1. (dispr.) be-
mata in campagna | (euf.) hò dda fà n vanda scadente (spec. vino). 2. broda-
góccio d’~, ho bisogno di orinare | glia.
(gerg.) vò a ccambià ll’~ al canarino, acquarino, agg., (raro) umido (rif. al tipo
vado ad orinare | mdd. ~ a le fune!, ri- di terreno) || prov.: terréno ~, o cànipe o
chiesta scherz. di acqua durante un llino.
pasto (il mdd. è legato all’operazione di acquaròlo, s.m., 1. acquaiolo, operaio ad-
innalzamento dell’obelisco in piazza detto a rifornire di acqua potabile i brac-
San Pietro al tempo del pontefice Sisto cianti in campagna: ll’~ pòrta l dabbéve
V) | pegg. acquàccia, acqua sporca di n campagna. 2. chi distribuisce l’irriga-
rifiuto: nnamm’a bbuttà ll’~ || prov.: ll’~ zione nei campi || agg., acquaiolo: la
chèta nfràciga le pónte | pir l’ingiù gni mèrla acquaròla (Cinclus cinclus).
~ curre | ~ córre, sàngue strégne | ~ pas- acquarujja: ➝ acquarijja.
sata num màcina ppiù. 2. pioggia || acquasantièra, s.f., (fig.) bocca aperta.
prov.: ~ e ssóle, la campagna va n acquastrino, agg., acquitrinoso, di ter-
amóre | ~ pe ffebbraro, émpe l granaro reno imbevuto d’acqua per pioggia ec-
| vale ppiù n’~ fra ll’april’e l màggio, cessiva.
chi ttutto Salamóne cul zu carriàggio | acquatinta, s.f., (dispr.) bevanda scadente
ll’~ de ggiugno lèva pane, vino e òjjo | (spec. vino): quél rafacane li da dda
~, vènto, fòco, Dio li dia lòco, li tenga a bbéve ll’~ all’oprajje.
freno | ~ e ffòco dajje lòco | ~ e ffòco, acquato, s.m., vinello fatto con acqua
schérzece pòco | ~ di Róma, t’ammòlla versata sulle vinacce torchiate || dim.
e tti cujjóna (di pioggia apportata da acquatèllo, acquatìccio, acquatòzzo.
nubi provenienti dalla direzione di acquatrujja, s.f., 1. (dispr.) bevanda sca-
Roma) || dim. acquarèlla, pioggerella. dente (spec. vino). 2. brodaglia.
3. umore che geme da legna umida che acquattasse, v. rifl., nascondersi, mettersi
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
110

in agguato. addasse, dasse, v. intr. pron., accorgersi:


acquavita, s.f., acquavite. si ssi n’addà l gatto, addio! | si ssi n’ad-
acquavitaro, s.m., chi confeziona e vende danno ll’ucèlla, lo màgnono tutto l
acquavite. grano || v. rifl., gettarsi sopra: l pàssere
acquétta, s.f., acqua mista a grasso che se sò addate (sul campo seminato) || ad-
cola, nel recipiente sottostante, dai dàssene, v. intr. pron., concludere un la-
panni bagnati messi sopra la porchetta, voro: è nnòtte è nnòtte e nnó mme
per non far bruciare la cotenna durante n’addo.
la cottura nel forno. addébbeto, s.m., addebito.
acquintalato, agg., suddiviso in quintali: addècece, v. intr. impers., addire, con-
èra na sfacchinata a pportà ssù l grano farsi: c’addèce eccóme | dice che nun
~ su ppe qquélle scalinate! c’addèce, ma n’è vvéro.
acquisto: (prov.) se vvòi fà n ~, sta zzitto; addietrà, v. intr., arretrare.
quanno fatto ll’avarae, allóra parlerae. addietratézza, s.f., arretratezza.
acquizza, s.f., 1. umore che esce dal ramo addietrato, agg., 1. ritardato. 2. in ritardo
verde, che brucia male. 2. pus (rif. ad nello sviluppo: st’anno la staggióne è
una piaga o un eczema). 3. liquido resi- addietrata na massa. 3. (fig.) antiquato.
duo (rif. al siero del latte). 4. fanghiglia. 4. arretrato: paréva c’ésse na fame ad-
adàcio, adàggio (rec.), avv., adagio, len- dietrata di sètte sàbbete || addietrate,
tamente || mdd. ~ Bbiàcio! chi cc’ha s.m. pl., crediti non riscossi o non pa-
pprèscia, vad’adàcio. gati alla dovuta scadenza: ncóra
adacquà, v. tr., irrigare: l vellane d’allóra m’hanno da pagà ll’~ de anno, ha vòjja
li vedéve chi scarze adacquàveno aspettà.
ll’òrto. addietreggià, v. intr., arretrare.
adacquaròla, s.f., annaffiatoio. addimannà: ➝ domannà.
adacquata, s.f., annaffiata. addio: fà ~, (infant.) salutare qualcuno
adacquatile: ➝ atacquatile. muovendo la mano.
adacquatóro, s.m., annaffiatoio. addiposetà, v. tr., depositare.
adàggio (rec.): ➝ adàcio. addiricchjasse, v. rifl., 1. rannicchiarsi.
adattasse, v. rifl., adattarsi: “t’ha 2. intirizzire. 3. (fig.) impaurirsi.
d’adattà!” “t’adattà ttu!” (botta e ri- addiricchjato, agg., 1. sgualcito. 2. rat-
sposta, con gioco fonico). trappito, contratto: èra tutta addiric-
addannà, dannà, v. tr., dannare || addan- chjata pi la paura.
nasse, dannasse, v. rifl., 1. dannarsi, addirizzà, addrizzà, indirizzà2, v. tr., 1.
perdere l’anima: córre sèmpre cóme n raddrizzare: ~ m piède | ~ l chjóde cul
addannato (rif. a ragazzo vivace). 2. martèllo. 2. accorciare il cammino: ad-
tormentarsi: ci s’addannava ésso a vve- dirizzave ggiù. 3. tracciare il solco in
délle n quér mò. 3. rodersi, arrovellarsi. linea retta: addrizzàvono co la contro-
4. disperarsi: la fann’addannà la su mà pòsta. 4. (fig.) correggere: si nu ll’addi-
| me fae addannà, sto fijjàccio! | sto cri- rizza n tèmpo, quel fijjo va ffinì mmale.
stiano me fa ddannà | me fa mmorì ad- addisturbato, agg., disturbato: se sentéva
dannato. ~.
addannato, agg., 1. avido. 2. infuriato. addobbà, addubbà, v. tr., adornare, parare
Vocabolario
111

a festa: nóe addobbamo le fenèstre co le zione.


cupèrte quann’ha dda passà la pricis- addotà, v. tr., dare la dote: év’addotato
sióne. tutt’e ttré le fijje.
addolorata: pare ll’Addolorata (di donna addrè, addrì, inter., grido per far indie-
molto afflitta). treggiare un asino.
addomà, addommà, domà, v. tr., 1. do- addrénto, avv., al corrente: ové, m’éte da
mare bestie. 2. abituare i buoi a tirare scusà, ma nu stò ~ a sti faccènne.
l’aratro: ll’attàccono n quattro p’ad- addrì: ➝ addrè.
dommà. 3. (fig.) insegnare la calma a addrizzà: ➝ addirizzà.
persona esuberante, spericolata. 4. (fig.) addubbà: ➝ addobbà.
indossare un vestito nuovo o infilare addubbato, agg., addobbato.
scarpe nuove, per liberarle dalla rigi- addumannà: ➝ domannà.
dezza. 5. (fig., infant.) indurire, masti- addurmi: ➝ addormì.
candole, le palline di stoppa da lanciare addurmisse: ➝ addormisse (vd. ad-
con la cerbottana. dormì).
addomatura, s.f., ammorbidimento di un adècco: ➝ ècco.
tessuto nuovo. adèjjo: ➝ èjjo.
addommà: ➝ addomà. adèsse: ➝ èsse1.
addoprà, doprà, v. tr., adoperare, utiliz- adopià, v. tr., dare il sonnifero ai bambini.
zare || Forme: Ind. pres. 3 addòpra; 4 adorà1, v. tr., adorare || pe ssanto t’adóro,
dopramo | impf. 1 addopravo; 6 addo- pe ccarta t’abbrùcio (formula scara-
pràveno | P. pass. addoprato. mantica che si pronuncia bruciando
addopràbbele, agg., utilizzabile: èr’~ pi un’immagine sacra, ispirata ad una bat-
ttutte ll’use. tuta di papa Sisto V) || Forme: Ind. pres.
addorcì, v. tr., addolcire. 4 adoramo; 6 adóreno.
addormì, addurmì, ddormì, v. tr., 1. ad- adorà2: ➝ odorà.
dormentare. 2. (fig.) ingannare: tu adorchì, dorchì, v. intr. impers., divenire
mmica m’addòrme cu sti chjàcchjere! || mite, della temperatura: adorchisce
addormisse, addurmisse, v. intr. pron., ormae, n zènte? | ncomìncia a ddorchì,
1. addormentarsi: la spòsa li s’addurmì se sta bbène.
| appéna me bbutto ggiù, m’addòrmo | adórco, dórco, agg., mite: ha ffatto n
ce s’addorméva ppure sópra | sa quanto tèmpo ~ tutto l mése.
stò addormémme?, quanto tardo ad ad- adóre: ➝ odóre.
dormentarmi? | mdd. trovà Ccristo ad- aducà, v. tr., educare.
durmito, concludere un affare con aducazzióne: ➝ iducazzióne.
inganno. 2. (fig.) intorpidirsi: me s’è ad- afa, s.f., alito mefitico (attribuito a rospi e
durmita sta mano, che m me la sènto || vipere): se tte tira ll’~, se mòre (cred.
Forme: Ind.pres. 3 addòrme | impf. 2 pop.).
addorméva | perf. 6 addorminno | P. affàbbele, agg., (citt.) affabile.
pass. addormito, addurmito, ddormito. affaccennasse, v. rifl., darsi da fare: èra
addosà, v. tr., dosare. n tutt’artre faccènne affaccennato.
addòsso, ddòsso, prep., in seno: se va affaccià1, v. intr., mostrare l’utero (rif. alla
nguattà ddòsso a la matre, cerca prote- vacca che partorisce).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
112

affaccià2, v. tr., squadrare con l’ascia: n affierà, v. tr., portare alla fiera le bestie da
travo s’affàccia coll’accétta de qqua vendere.
dde llà || affacciasse, v. rifl., affacciarsi: affietà: ➝ fièta.
affàccete, Nunzià! t’hò dda parlà | af- affijjà, v. tr., adottare: nun è l zu fijjo, ll’ha
fàcciàteve! | l pónte Trème èra profónno affijjato | (iron.) che tte lo sè affijjato?
na massa, chi affacciàccese faciva (rif. a chi è seguito sempre da qualcuno)
ggirà l capo. | si ll’èreno affijjato da ciuco.
affacciatura, s.f., squadratura di tronchi. affilà, v. tr., disporre in fila, allineare || v.
affadigato, agg., affaticato. intr., iniziare e continuare senza sosta:
affare: fatte ll’~ tue! si affila a ppiòva, nu smétte ppiù || affi-
affascettà, v. tr., (raro) legare in piccoli lasse1, v. rifl., attaccarsi: li s’è affilato
fasci. derèto.
affatà, v. tr., (raro) incantare con arti ma- affilasse2, v. intr. pron., smagrire, spec.
giche, stregare con filtro amoroso. nel volto.
affatturà, v. tr., fare un maleficio: li féce affinà, v. tr., 1. sminuzzare le zolle. 2. as-
magnà la pizzarèlla affatturata. sottigliare.
affebbrasse, v. intr. pron., ammalarsi con affinata, s.f., azione di assottigliare: le
la febbre. damo n’~ ch’è mmèjjo.
affemminato, agg., effeminato: ll’òm- affittà, v. tr., affittare: capace ppure che
mene me pàrono tutt’affemminate di- vve ll’affitta la casa || v. intr., allacciare
ventate. una relazione amorosa: si num mettémo
àffeta, s.f., afta epizootica di ovini e bo- m móstra, n’affittamo (detto da donne, a
vini, stomatite con vescicole e ulcere: proposito della maniera di vestirsi).
ll’~ veniva a le bbèstie, qúelle coll’ógna affizzionato, agg., affezionato.
spaccate. affocà, v. tr., incendiare: dòppo metuto,
affettà, v. tr., tagliare a fette: toccarà ~ m nnam’~ lo stóppio.
pò de presciutto pe ccéna || affettasse, v. affogà, affugà, ffogà, v. tr., 1. affogare:
rifl., (scherz.) tagliarsi radendosi. ffòghele! | (antifr.) ll’ha affogato la bàl-
affètto: ➝ iffètto (raro). lia (di persona molto vecchia). 2. soffo-
affezzionasse, v. intr. pron., affezionarsi. care || v. intr., affogare: (d.) o bbéve o
affiacchisse: ➝ nfiacchisse. affuga! || affogasse, affugasse, v. rifl., 1.
affiarà, v. tr., 1. incendiare. 2. abbruciac- morire annegato: murì affugate | si n za
chiare in superficie la punta di un palo nnutà, s’affòga | ce s’affùgheno gni anno
di legno, per indurirla || affiarasse, fia- quarcuno. 2. soffocare || affòghete!,
rasse, v. rifl., (fig.) avventarsi con pa- inter., (triv.) detto a chi tossisce a lungo
role o atti minacciosi su q.no. | affòghete, cóme magne! (a persona vo-
afficasse, v. intr. pron., (triv.) eccitarsi ses- race).
sualmente (rif. all’uomo): è afficato pe affogato, agg., (rec.) del gelato in cui sia
qquélla rigazza, chi nun ze para. stato aggiunto liquore.
affidaménto: n ce se pò ffà ~ co qquéllo, affonnà, v. tr., 1. affondare. 2. premere,
n ce se tira n zórco dritto. follare le vinacce, mescolandole col
affienà, v. tr., 1. effettuare la fienagione. mosto: ~ la vinàccia pi ddà ària a li fer-
2. foraggiare. ménti. 3. approfondire. 4. abbassare di
Vocabolario
113

livello: la strada ll’hanno affonnata pi la collottola. 2. catturare, agguantare.


ccommodità di trànzeto || affonnasse, v. aggariato, agg., afflitto.
intr. pron., andare a fondo, sprofondare: aggariatura, s.f., disperazione.
cèrt’anne s’affónna ppure m mètro ne aggavettà: ➝ aggaettà.
la nève. aggavozzolà, v. tr., aggomitolare: pe ~ l
affònzio, antrop., Alfonso. filo, si stènne la matassa, se métte su lo
affortunato, affurtunato, agg., fortunato. gnommeratóro che ggira, se sfa ggiù.
affrancasse, v. intr. pron., svilupparsi aggavozzolata, s.f., azione di aggomito-
(detto della barbatella; irrobustirsi della lare.
vite nel secondo anno di vita). aggènte, s.m., (rec.) agente.
affrigge, affrìggia, v. tr., (citt.) affliggere. aggenzìa, s.f., agenzia.
affrìggia: ➝ affrigge. aggevolà, v. tr., (citt.) agevolare.
affugà: ➝ affogà. aggià, avv., già: l dàzzio ~ ll’éveno pagato
affugasse: ➝ affogasse (vd. affogà). | ~ èra tanto si n cascava.
affumicatìccio, s.f., sapore di fumo nel agginà, v. tr., 1. gettare via. 2. cessare di
cibo: sa dd’~ sta minèstra, nu la vòjjo. coltivare un campo. 3. lasciare libero, di
affummicà, anfumecà, nfumecà, nfumicà, bambini. 4. lasciar pascolare animali.
v. tr., 1. affumicare. 2. riempire di fumo: agginato, p. pass. di agginà || agg., 1. li-
s’affummicava la valle p’ariparalla da bero. 2. gettato in disordine (detto di
la bbrina, co la pajja mòlla | ha nfume- cose).
cato tutta la casa cu qquélla légna aggiontà, aggiuntà, ggiontà, ggiuntà, v.
mòlla. tr., unire, congiungere: aggiontamo na
affunà, v. tr., legare con una lunga fune fune e lo legamo | l fijjo dice gni séra
una bestia a pascolare || affunasse, v. ll’orazzióne a mmano ggiónte.
rifl., intricarsi con una fune, di bestie: si aggiónta, ggiónta, s.f., aggiunta: e vva
na bbèstia se córca malaménte, rèsta bbè, te ce mettarò n’~ | métte la ggiónta,
ntricata co la fune, affunata. aggiungere altre busse: nu lo dì al tu pà
affurtunato: ➝ affortunato. che tt’hanno menato, sinnò te ce métte
afóre, s.m., afa estiva. la ~ || dim., ggiontarèlla, aggiontina ||
àfrica, s.f., 1. corbezzolo (Arbutus unedo ggiónta (pe), loc. avv., inoltre: sémo
L.). 2. bacca del corbezzolo. prepotènte e mmalandrine ~ (autoquali-
agarbo, inter., possibile? (per esprimere fica dei viterbesi).
incredulità e meraviglia): ~, vòe che n aggiostrasse: ➝ ggiostrasse (vd. ggio-
ce la famo? | ~ che vvorrà nnevicà? | strà).
mdd. s’avarémo da pèrda? ~, cul du- aggità, v. tr., 1. agitare. 2. eccitare: de séra
mannà se va Bbagnajja! l caffè m’àggita tròppo || aggitasse, v.
aggadià, v. tr., 1. addolorare. 2. tormen- rifl., agitarsi: nun t’aggità ttanto!
tare: ll’aggàdia gni moménto quel po- aggiuntà: ➝ aggiontà.
rétto. aggiustà, v. tr., aggiustare: lassa stà,
aggadiato, agg., 1. ammaccato (di og- ll’aggiusto io a qquéllo, lo concio per le
getto). 2. dolente (di parte anatomica). feste || aggiustasse, v. rifl., migliorare i
3. (fig.) esacerbato (di animo). lineamenti: s’aggiusta col crésce, veg-
aggaettà, aggavettà, v. tr., 1. afferrare per garae || v. rifl. rec., venire ad un ac-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
114

cordo, combinare un affare, accordan- scontènto || aggricciasse, v. intr. pron.,


dosi sul prezzo della merce: s’aggiusta- raggricciare: me s’aggricciava la pèlle.
rémo n quarche mmòdo. aggricchjasse, v. intr. pron., raggricciare:
aggiustata, s.f., 1. azione di riparare alla me s’aggricchja la pèlle a ppenzacce.
meglio. 2. azione di sistemare, mettere aggrinfià, v. tr., afferrare.
in ordine: dalle n’~ man quélle bballe! aggrinzasse, v. intr. pron., raggrinzirsi.
|| dim. aggiustatina. aggrinzito, aggrinzolito, agg., di tessuto
aggiutà, ajjutà, ggiutà, jjutà, v. tr., aiu- con grinze: la ròbba aggrinzita num me
tare: ~ pe la scénta, (mdd. iron.) pre- piace de portalla.
stare un aiuto inutile o aggrinzolito: ➝ aggrinzito.
controproducente: accusì ll’ajjuta pe la aggrofato, aggrufato, agg., 1. acciaccoso,
scésa | ll’ajjuta a ddà dde vòrta | ajju- malaticcio. 2. arruffato: c’hae l capélle
tamme, aiutarmi || aggiutasse, ajjutasse, tutt’aggrufate, n véde?
v. rifl., aiutarsi: aggiutànnose co li mano aggrufato: ➝ aggrofato.
|| prov.: chi ss’aggiuta, Dio ll’aggiuta | aggrufulato, agg., vorace, affamato.
ajjùtete, chi Ddio t’ajjuta || v. rifl. re- aggruvijjà, v. tr., 1. aggrovigliare. 2. av-
cipr., aiutarsi a vicenda: s’aggiutàveno a volgere in catene || aggruvijjasse, v. rifl.,
llavorà fra llòro || Forme: Ind. pres. 3 aggrovigliarsi.
aggiuta, ajjuta | impf. 3 ajjutava; 6 ag- agguantà, v. tr., 1. agguantare, afferrare:
giutàveno | perf. 1 aggiutò; 3 aggiutò | si tt’agguanto, che tte fò! 2. abbracciare,
Cong. impf. 3 aggiutasse | P. pass. jju- stringere: ch’aspètte? agguàntela! ||
tato | Ger. aggiutanno. Forme: Ind. perf. 6 agguantònno.
aggiuto, ajjuto, s.m., aiuto: li damo na agguantata, s.f., agguanto, s.m., 1. atto
mano d’~, si cc’occórre || inter., aiuto! di afferrare. 2. atto di abbracciare: dalle
aggoluppà: ➝ agguluppà. ll’agguanto! (rif. ad una donna).
aggradì: ➝ gradì. agguanto: ➝ agguantata.
aggrampapijja, grampapijja, s.f., man aggubbià, gubbià, v. tr., attaccare due ca-
bassa: facéveno tutte ~, arraffavano a valli da tiro ad un carro.
più non posso. agguercià, guercià, sguercià, v. tr., 1. ac-
aggranenà, v. tr., colpire le colture (rif. cecare: mmoménte co la forcina lo guèr-
alla grandine): quell’anno vinne tutta la cia. 2. rovinare la vista: n lavóro cul
cànepe aggranenata. fèrre, da guerciatte || agguerciasse,
aggranfià, v. tr., afferrare. guerciasse, sguerciasse, v. intr. pron.,
aggràtisse: ➝ gràtisse. sforzare la vista: la séra se guerciava pe
aggravato, agg., appesantito: me sènto ~ ccucì co qquélla lucétta fiacca | tè,
de stòmmoco, provo una sensazione di sguèrcetece! (detto mostrando una pro-
nauseante sazietà. va evidente a chi nega).
aggrazziato, agg., 1. di buone maniere. 2. agguerrito, agg., rigoglioso: vinne sù na
gradevole al palato. pianta agguerrita, ch’èra na bbellézza.
aggrengasse, v. intr. pron., unirsi ad un agguluppà, aggoluppà, guluppà, v. tr., 1.
gruppo di persone. avviluppare: riva la fijja cul zinale ag-
aggriccià, v. tr., 1. aggricciare: n fréddo guluppato cu la róbba drénto. 2. avvol-
che tte fa ~. 2. arricciare: ~ l naso pe lo gere, ricoprire: ll’agguluppa di mistèro.
Vocabolario
115

3. aggomitolare || agguluppasse, ngo- agusto, antrop., Augusto.


luppasse, v. intr. pron., avvilupparsi, ahó: ➝ ó.
coprirsi. ajja: ➝ ajjo2.
aggustà, gustà, v. tr., 1. pasteggiare: si lu ajjaro, s.m., agliaio: sammartino, chi
gusta piano piano. 2. godere, gustare || bbèll’~!
v. intr., piacere, gradire: t’avésse da dì, ajjaròlo, s.m., agricoltore produttore di
m’aggustarébbe pròpio n goccétto. agli.
agnentà, v. tr., annientare. ajjata, s.f., raccolto di agli.
agnusdèo, s.m., Agnus Dei, espr. dall’of- ajjétto, s.m., 1. lampascione (Leopoldia
ficio della messa in latino. comosa L.). 2. aglio prima che s’in-
ago: ➝ laco2. grossi il bulbo: ll’~ frésco. 3. (fig., iron.)
agostino, agg., d’agosto. magra consolazione, illusione: arifatte
agósto: (prov.) pir ~, mójje mia n ti co- coll’~! | tira llà co ste quattr’ajjétte! è
nóscio | chi zzappa la vigna d’~, jjémpe ttìseco, nò cch’ha la tóssa! || conzolasse
la tina de mósto. coll’~, accontentarsi di poco || coll’~!,
agrétte, s.m. pl., barba del frate, ruscano inter., voce per negare.
(Lepidium sativum L.). ajjo1, s.m., aglio (Allium sativum L.): no
agricortura, s.f., (citt.) agricoltura. strùccio d’~, uno spicchio d’aglio | spa-
agrifòjjo, s.m., agrifoglio (Ilex aquifo- ghétte ~ e òjjo, spaghetti conditi con
lium L.). aglio ed olio | d.: (iron.) amóre, spìcchjo
agrìquelo (raro), grìcolo, agg., agricolo: d’~, quanno te védo, tutto me squajjo |
tròppe sò, li lavóre grìchele, a ddille (d.) dajje dajje, le cipólle divèntono
tutte. ajje, basta insistere per ottenere tutto || ~
agro, agg., 1. acre, piccante. 2. acerbo: de le vìpere, latte di gallina, cipollone
magnà la ròbba agra. 3. (fig.) avaro: ~ bianco (Ornithogalum umbellatum L.).
cóme n limóne. ajjo2, ajja, inter., ahi!: ~, quanto péla! |
agrondórce, agg., agrodolce: se cucina n “~!”, “e ccipólla!” (risposta scherzosa
~, in agrodolce | bbaccalà n ~ (con li- pronunciata udendo l’escl.).
mone e uva passa). ajjutà: ➝ aggiutà.
agrummèste, inter., espr. scherz. di di- ajjutante, jjutante, s.m., aiutante: a bbot-
sgusto: ~! bbév’e zzitto! | sto vino pare téga ha mmésto no jjutante.
aceteffèle, ~! ajjutasse: ➝ aggiutasse (vd. aggiutà).
aguilino, agg., aquilino. ajjuto: ➝ aggiuto.
aguilóne: ➝ aquelóne. ala, s.f., faccia illustrata di una figurina ||
agunìa: ➝ angonìa. ~ e ggòbba, (infant.) gioco di testa e
agurà, agurià, aogorà, v. tr., augurare: io croce fatto con le figurine.
ci ll’agùrio di còre chi ppòssa campà alarèlla, s.f., aletta (di uccellino).
ccent’anne | ma io àogoro l bène man àlbero pezzuto: ➝ àlbero pizzuto.
tutte. àlbero pizzuto, àlbero pezzuto, àrbero
agurià: ➝ agurà. pinzuto, s.m., cipresso (spec. di cimi-
agùrio, s.m., augurio: sòr dottó, aguri, tero) || mdd. annà ll’àlbere pizzute,
tant’agure! | (d.) aricòrdete de fajje annà all’àrbere pinzute, andare al cimi-
ll’agùrie e gne menzionà de le cerase! tero, morire | mannà ll’àlbere pinzute,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
116

uccidere. gasse, v. intr. pron., 1. allargarsi. 2. (fig.)


àlbise (in), espr. liturgica, in Albis (do- largheggiare con i mezzi, spendere con
menica successiva alla Pasqua): la do- generosità: èra uno che vvolìa allar-
méneca ~. gasse | vacce piano, non te llargà
albùccio, arbùccio, s.m., 1. pioppo (Po- ttròppo! || Forme: Ind. pres. 4 allar-
pulus alba L., P. nigra L.) || pl. arbucce. gamo.
2. (fig., scherz.) uomo molto alto. allargata, s.f., azione di allargare: dalle
alchèrmese: ➝ archèmmese. n’~ fatta bbène a la lana! || dim. allar-
aldillà, ardillà, s.m., aldilà, l’altro mondo: gatina.
se vedémo all’ardillà, nell’aldilà. allazzisse, v. intr. pron., 1. abbattersi per
alé, inter., ecco fatto! stanchezza o paura: l zomaro è stracco,
aleàtoco: ➝ alleàteco. co sto callo s’allazzisce. 2. impaludarsi
alfabbèta, anarfabbèta, arfabbèta, nar- del terreno.
fabbèta, s.m., analfabeta || Forme: pl. al- allazzito, agg., esausto.
fabbèti. alleàteco, aleàtoco, leàteco, s.m., 1. alea-
alimentare, limentare, s.m. pl., 1. generi tico, varietà di uva nera. 2. vino rosso
alimentari. 2. negozio di generi alimen- liquoroso, ricavato dall’uva omonima.
tari. allecconì, alleccunì, allicconì, alliccunì,
aliquòta, s.f., (rec.) aliquota. v. tr., 1. adulare. 2. adescare, allettare,
allaccià, v. tr., 1. allacciare: allàccete le circuire.
scarpe! 2. legare: ~ le cape su le canne alleccunì: ➝ allecconì.
(rif. ai tralci). allegà1, v. tr., provocare sui denti una sen-
allamasse, v. intr. pron., impaludarsi: sazione di ruvidezza: ll’uva agra te fa ~
cèrte terréne s’allàmono sèmpre. l dènte || allegasse, v. intr. pron., alle-
allampenato, agg., stordito. gare (dei denti).
allappà1, v. intr., provocare sui denti una allegà2, legà2, v. intr., allegare, avviarsi a
sensazione di ruvidezza: allappa cóme maturazione (di piante).
le néspele. alleggerisse: ➝ alliggirisse.
allappà2, v. tr., ingannare, allettare: a alleggerita, s.f., atto di alleggerirsi il ve-
bbèllo, tu num m’allappe! | ll’allappa stiario: me sò ddato n’~, chi ffa ccallo.
cu le chjàcchjere. allegnito, allignito, agg., di frutto malato
allappóso, lappóso, agg., di frutto acerbo (spec. rif. a patate): na bbuca de pa-
che provoca in bocca una sensazione di tat’allignite.
ruvidezza: hò mmagnato le crògnole, allegròtto, agg., alticcio.
c’hò la bbócca tutta lappósa. allenisse, v. intr. pron., crescere in ma-
allargà, llargà, v. tr., 1. allargare: ~ la pa- niera stentata (rif. a pianta).
rentèla, imparentarsi. 2. spandere: l allenito, agg., 1. debole (di pianta). 2.
fièno s’allarga m pò p’asciuttallo. 3. di- spargolo, detto di grappolo con acini
sporre diritti a piramide i fasci della ca- radi.
napa, con base aperta, ad asciugare. 4. allentà, v. tr., 1. lasciar andare, mollare: ~
sfoltire, potare leggermente || v. intr. im- la martinìcchja. 2. appioppare: mó tt’al-
pers., schiarire, del cielo: pare chi l lènto na papagna, si nu la piante. 3.
tèmpo allarga via || allargasse, llar- togliere foglie da una pianta, sfoltire. 4.
Vocabolario
117

diradare i frutti di una pianta, togliendo allimà, v. tr., 1. limare. 2. lisciare.


quelli più piccoli || v. intr., diminuire allimata, limata, s.f., atto di limare.
d’intensità (rif. alla pioggia): allènta allinïato, agg., allineato.
ll’acqua e vvène l zóle || allentasse, v. alliscià, liscià, v. tr., 1. accarezzare: (d.) ~
intr. pron., sconnettersi: pi la sécca se l cane p’amóre dil patróne (rif. all’adu-
sò allentate le dóghe de la bbótte. latore). 2. (fig., antifr.) picchiare: t’al-
allentata, s.f., 1. operazione con cui si tol- lìscio l groppóne, si vvèngo llà. 3.
gono in parte foglie o rami di una pianta sfregare la canapa dopo scotolata, per
troppo rigogliosa. 2. sfoltita, atto di di- raffinarla. 4. levigare una superficie.
radare i frutti di una pianta, togliendo allisciata, s.f., 1. atto di lisciare una su-
quelli più piccoli: sarà mmèjjo dalli n’~ perficie. 2. (fig.) aspro rimprovero. 3.
man quélle mélla || dim. allentatèlla. (fig.) insulto || dim. allisciatèlla, alli-
allèrgeco, agg., (rec.) allergico. sciatina, lisciatina.
allesandre, cogn., Alessandri: quelòro di allisciatura, s.f., 1. operazione di raffi-
ll’~. nare la canapa scavezzata. 2. (fig.) raf-
alletì: ➝ allitì. finamento: te manca ll’~, n te créde
allettà, v. tr., abbattere a terra (rif. alle d’èssa bbravo.
piante o al grano sotto l’effetto della allitì, alletì, v. tr., 1. guadagnare: de sti
pioggia) || allettasse, v. intr. pron., 1. tèmpe n z’alletisce gnènte | ha vòjja lla-
ammalarsi, esser costretto a letto. 2. pie- vorà, m pòe allitì n zòrdo | n allitisco
garsi a terra: quanno se corcava pil ppiù n zòrdo. 2. sprecare.
vènto, s’allettava l grano. allizzà, v. tr., aizzare.
alletterato, agg., 1. letterato. 2. (ant.) sco- allocà, allogà, v. tr., dare marito: meno-
larizzato: è ~, sa llèggia e scriva. 3. male! pure la fijja ll’émo allocata || al-
istruito. locasse, v. rifl., 1. trovare impiego fisso.
allevime, s.m. coll., 1. bestiame d’alleva- 2. sistemarsi in un luogo. 3. sposarsi.
mento. 2. prole. 3. gioventù: mica cóme allogà: ➝ allocà.
st’~ malavvézzo d’adèsso. alloggià, v. tr., appioppare: jj’alloggiò n
allèvo, s.m., 1. allevamento: le tène p’~. càrcio im mèżż’al deretano.
2. redo, animale da allevamento. allongà, allungà, v. tr., 1. allungare. 2. ap-
allïanza, s.f., alleanza. pioppare: c’allongava du sciacquapi-
allïato, agg., alleato: ll’esèrceto ~. gnatte l tata, nostro padre ci mollava
allibbarì: ➝ libberì. due ceffoni. 3. diluire: le minèstre fitte
allibberì: ➝ libberì. s’allóngheno. 4. prorogare, differire || v.
allicconì: ➝ allecconì. intr., prendere il cammino più lungo ||
alliccunì: ➝ allecconì. allongasse, v. intr. pron., allungarsi:
alliggirisse, alleggerisse, v. rifl., allegge- compà, che sse sò allongate le ggior-
rirsi, liberarsi dagli indumenti troppo nate? (scherz., detto incontrando chi in-
pesanti, indossando vestiario più leg- dossa per la prima volta il cappotto al
gero. principio dell’inverno).
allignita:➝ allegnita. allongata, allungata, s.f., 1. atto di allun-
alligrìa, lligrìa, s.f., allegria: pòrta ~ mal gare. 2. atto di diluire. 3. (fig.) lavoro
mónno. durato molto tempo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
118

allottasse, v. rifl. rec., azzuffarsi. nasse, v. rifl., allontanarsi: vue da de


alluccà, annuccà, v. tr., 1. colpire alla qqui alluntanàteve l più ppossìbbele,
nuca, tramortire: si tte chjappa, t’al- ch’adè mmèjjo.
lucca co na bbòtta. 2. stordire: pe strada allupasse, v. intr. pron., ammalarsi di lupa
fa n callo che tt’allucca | còprete la ca- (di olivo): l légno s’allupa | ll’olive se
pòccia, che cc’è n zóle che tt’annucca. sò ttutt’allupate, gli olivi sono tutti ma-
3. ammazzare. 4. (fig.) gridare. lati di lupa.
allujjà, v. tr., tagliare in estate i tralci allupato1, agg., 1. bramoso. 2. avido: ha
troppo lunghi, raccoglierli e legarli sul mmagnato ~, voracemente.
filare prima della vendemmia, per e- allupato2, agg., malato di lupa (di olivo):
sporre i grappoli al sole: prima de ven- n trónco de livo ~ bbisògna scoppellallo
demmià se passa ~. l mése de lujjo col maleppèggio.
s’abbassa l cape ma la vigna. allustrà, lustrà, v. tr., 1. lustrare, lucidare:
allujjatura, s.f., azione di piegare e di- le lustramo pe Ppasqua le tèste, le te-
sporre a ghirlanda i tralci sul filare glie | mdd. lùstreme sta sediùccia dó stò
prima della vendemmia. a sséda!, lasciami in pace! 2. strigliare
allumà, llumà, v. tr., 1. illuminare. 2. (detto del cavallo).
adocchiare: allumò m pòro pullastróne, allustrata, s.f., azione di lucidare.
un povero ingenuo | m’ha llumato allustrato, agg., 1. impomatato. 2. di ca-
quélle bbuècche e mme le vò ffregà, ha vallo dal pelo lucido, splendente.
messo gli occhi su quei danari e vuole aló, inter., 1. suvvia! 2. escl. di sorpresa.
rubarmeli. 3. abbagliare: quélla spèra di 3. ecco fatto!
sóle m’alluma ll’òcchje || llumasse, v. alòcco, alócco, lòcco1, s.m., 1. allocco
intr. pron., rimanere abbagliato: me sò (Strix aluco L.): è rrimasto cóme n ~, è
llumato, n ce véggo. rimasto di stucco || mdd. sò ffinite le fa-
allumenà: ➝ alluminà. v’all’~, sono finiti i bei tempi. 2. (fig.,
allumenasse, vd. alluminà. dispr.) persona sciocca.
allumenato: ➝ illominato. altrèri: ➝ artrère.
allumigno, s.m., alluminio. àlvio: ➝ àrvio.
alluminà, allumenà, llumenà, lluminà, v. alzaggino, alzaggiro, s.m., attrezzo del
tr., illuminare || allumenasse, v. intr. calzolaio.
pron., illuminarsi || Forme: Ind. pres. 3 alzaggiro: ➝ alzaggino.
allùmena; 6 allùmenono | P. pass. allu- alzatura: ➝ arzatura.
menato. am: ➝ àum.
alluminazzióne, lumenazzióne, uminaz- amàbbele, agg., 1. (citt.) amabile. 2. dal
zióne, s.f., illuminazione. gusto leggermente dolce, amabile (rif.
allunato, agg., di animale affetto da ro- al vino).
docoroidite recidivante per infiamma- amarétto, agg., amarognolo.
zione del bulbo oculare: c’hò na vacca ambarabbà cciccì ccoccò, incipit e
allunata. chiusa di conta.
allungà: ➝ allongà. ambasciata: ➝ imbasciata.
allungata: ➝ allongata. ambàttese, v. intr. pron., imbattersi.
alluntanà, v. tr., allontanare || allunta- ambiancata: ➝ imbiancata.
Vocabolario
119

ambiffà: ➝ bbiffà. ~? cìccia di tròjja e ffòco de fico | (an-


amblèma, s.f., emblema. tifr.) se vvòe fatte un ~, imprèstale l qua-
amblemblè sicutètte mblè, incipit di trine oppure affìttele la casa || accr.
conta. amicóne, a) chi ha molti amici; b) per-
ambraccettato: ➝ abbraccettato. sona cordiale, affabile; c) amante di liete
ambròcio: ➝ ambròggio. compagnie. 2. amante di donna sposata:
ambròggio, ambròcio, antrop., Ambro- quélla c’ha ll’~ || Forme: pl. ll’amice, gli
gio. amici, ll’amiche, gli amici, le amiche.
amecìzzia, s.f., amicizia || prov.: ll’~ è n ammagażżinà, v. tr., immagazzinare.
cónto, ll’interèsse è n antro | ll’~ da na ammàggene: ➝ immàggine.
parte, e ll’interèsse da n’antra | ~ con ammagginà: ➝ immagginà.
tutte, pràtica co nnessuno. ammagginasse: ➝ immagginasse (vd.
amerecano, merecano, mericano, s.m., 1. immagginà).
americano: sò rrivate ll’amerecane! 2. ammalasse, v. intr. pron., ammalarsi.
(fig.) spendaccione. vò ffà ll’~, spènn’e ammalatìa: ➝ malatìa.
spanne || agg., americano: le vite mere- ammalì, v. tr., (euf.) ammazzare (in for-
cane. mule deprecative): vi pòsson’amma-
amèrica, mèrica, s.f., 1. America, n. livve! | mòr’ammalito! | che ssie
geogr. 2. (fig.) paese dove si possa vi- ammalito!
vere nell’abbondanza realizzando facili ammalïasse, mmaleasse, mmalïasse, v.
guadagni: ha ttròvo ll’~, la cuccagna, intr. pron., esser colpito da malattia
bengodi. (detto di piante): le patate sò ttutte am-
americana, s.f., attrezzo da muratore, di malïate.
ferro, con manico e lama sottile, per ammalïato, agg., 1. che non viene a ma-
render lisci gli intonaci, dando la calce turazione. 2. colpito da malattia (di un
bianca. frutto).
amica, s.f., amante di uomo sposato. ammalicciasse, v. intr. pron., indebolirsi
amico cerasa, s.m., 1. (scherz.) baco di (di persone e animali).
frutta: c’hò ttròvo ll’~ ma sta mélla. 2. ammalicciato, agg., 1. acciaccoso, mala-
(scherz.) persona familiare e ben nota. ticcio. 2. incitrullito.
3. furbacchione, parassita. ammalloppato, agg., infagottato.
amico, s.m., 1. amico: (iron.) ~ del còre! | ammalocchjato, agg., colpito da maloc-
(iron.) ~ bbèllo, ma mmì mica me chio (di pianta o persona).
fréghe! | mdd. aristamo al caro ~, al ammalvito, agg., di cibo poco cotto.
punto di partenza | quelòro due sò amice ammammato, agg., troppo attaccato alle
pe la pèlle, sono amici inseparabili | (d.) gonnelle della madre.
caro ~, l mèjjo frutto è l fico || prov.: ammanicà, v. tr., mettere il manico ad un
amice sì, confidènza mae | ll’àmice sò attrezzo || ammanicasse, v. intr. pron.,
ccóme le faciòle: pàrleno de diètro | (fig.) procurarsi aderenze e protezione;
ll’amice sò qquélle de la saccòccia (rif. introdursi in un ambiente.
al denaro) | chi cc’ha n ~, c’ha n tesòro ammanicato, agg., (rec.) che ha molte
| dall’amice me guarde Ddio, che ddal amicizie con persone autorevoli e po-
nemico me guardo io | vò fa n favóre a n tenti.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
120

ammannasse, v. rifl., andare a male, gua- ammattito sópre pe ccapicce.


starsi prima della maturazione (detto di ammattiménto, s.m., 1. faccenda difficile
frutta od ortaggi). da risolvere. 2. lavoro che richiede
ammannellà, v. tr., legare insieme i man- grande pazienza.
nelli di spighe. ammattonà, v. tr., 1. ammattonare un pa-
ammannì, v. tr., preparare, allestire: vimento. 2. percorrere lo stesso cam-
s’ammanniva pi la vennémmia (rif. ai mino molte volte: c’ha ammattonato le
vasi vinari) | ammannìscele! scale di casa, pi qquanto li piacéva (rif.
ammannito, agg., agghindato. ad innamorato insistente).
ammantà, v. tr., coprire: ammàntolo ammattonatóre, s.m., operaio che am-
bbène l fijjo! || ammantasse, v. rifl., co- mattona pavimenti.
prirsi || v. intr. impers., annuvolarsi || ammazzà, v. tr., 1. uccidere: quant’è
Forme: Ind pres. 6 ammànteno | P. pass. vvéro Ddio, se le pijja ll’ammazza |
ammantato. mdd. t’ammazzo e ppòe vò a Rróma,
ammantata, s.f., ammantatura, atto di che nom me tròvono | pòssi èsse am-
coprire: toccarà dalle n’~. mazzato! | che vve pòssin’~! | te pòs-
ammanto, s.m., che serve a coprire. sen’ammazzatte! | te pòsson’~ cóme l
ammanzì, v. tr., 1. rendere mansueto. 2. Capodicasa! (sopr. di un bullo) | vi pòs-
calmare || ammanzisse, v. intr. pron., cal- san’ammazzavve! | vatt’a ffà ~! | st’am-
marsi. mazzata! | si ammazzato! | ammàzzele!,
ammappà, v. tr., (euf.) ammazzare (in ammazzali! | mdd. ammazza ammazza,
formule deprecative): ammappa, am- sò ttutte na razza, in fin dei conti sono
màppalo, ammàppate, ammàppele, am- tutti uguali || ammàzzete!, inter., caspita!
màppeme, mmàppeme, inter., caspita!: || blas. pop.: ternan’e ppàssere, dó le
ammàppete quanto sèe! tròve ammàzzale! || prov.: n’ammazza
ammarchesato, agg., malato (detto di po- ppiù la lìngua che la spada. 2. macel-
modoro ingiallito). lare: quanno s’ammazzava r majjale, la
ammarrà, v. tr., smussare, rovinare il filo ròbba c’èra (non mancava cibo in casa).
della lama || ammarrasse, v. intr. pron., 3. (fig.) superare la briscola dell’avver-
smussarsi, perdere l’affilatura: quanno sario: ammàzzala, dajje! || ammazzasse,
s’ammarra l tajjo de la farce, tòcca v. rifl., uccidersi || Forme: Ind. pres. 4
bbatte. ammazzamo; 6 ammàzzeno, ammàz-
ammarvasse, v. intr. pron., ammoscire: zono | perf. 6 ammazzònno | fut. 1 am-
da quant’ha ch’è cconnita st’inzalata, mazzarò.
s’è ammarvata. ammazzacaffè, s.m., bicchiere di vino o
ammarzalato, agg., marsalato (detto di di liquore, che si beve dopo il caffè.
vino ossidato dal sapore dolciastro). ammazzacristiane, s.m., (scherz.) me-
ammatassà, v. tr., legare in matasse. dico.
ammatassasse: ➝ impatassasse (vd. im- ammazzaménto, s.m., 1. omicidio: n ze
patassà). sènte artro ch’ammazzaménte. 2. strage.
ammattì, v. tr., far impazzire || ammat- 3. azione faticosa, lavoro pesante.
tisse, v. intr. pron., 1. impazzire. 2. scer- ammazzamójje, s.f., erba spontanea
vellarsi, sforzarsi mentalmente: ce s’è edule, usata per frittate (Silene inflata).
Vocabolario
121

ammazzarellà, mazzarellà, v. tr., (euf.) le cose | ~ le razze (rif. ai pidocchi, par-


ammazzare (in formule deprecative): te lando di persone sporche in contatto).
pòzza ~! ammisticà, misticà, v. tr., mescolare.
ammazzatóro, s.m., ammazzatoio, mat- ammisurà: ➝ misurà.
tatoio. ammobbijjà, v. tr., ammobiliare: na càm-
ammazzatura, s.f., azione faticosa, la- mera ammobijjata a mmì m’abbasta.
voro pesante: s’è ppréso n’~ de gnènte. ammojjasse, v. rifl., prendere moglie: l zu
ammazzettà, v. tr., legare in mazzo (di fijjo nun véde ll’ora d’~.
fiori o verdure). ammojjato, s.m., uomo sposato: ggiò-
amme: ➝ àmmene. cheno na partit’a ppallóne scàpole e
àmmene, amme, ammènne, amménne, ammojjate || agg., ammogliato, sposato.
inter., amen!: nu jje fa ddì manco àm- ammollà1, v. tr., appioppare.
mene | (d.) passò ll’àngiolo e ddisse ~, ammollà2, v. tr., bagnare: jje s’ammòlleno
subito fatto || ~ (all’), loc. avv., a cose ll’òcchje sènza sapé ccóme | (scherz.) ~
finite: sè rivato all’ammènne, quann’e l bécco, bere un bicchiere di vino || am-
ffinito tutto, in grande ritardo || micro- mollasse, mollasse, v. rifl., bagnarsi: te
top.: sta ggiù all’ammènne, molto lon- sè ammollato pròpio bbène co st’acqua
tano, in capo al mondo. ch’è vvenuta ggiù | se mòlleno, si n ze
ammenestìa: ➝ annestìa. sbrìgono a vvenì a ccasa.
ammènna, s.f., ammenda: pagà ll’~. ammòniaco, agg., ammoniaco.
ammènne: ➝ àmmene. ammonizzióne, monizzióne, s.f., muni-
ammerejjà, ammerijjà, v. intr., merig- zione: ~ de schjòppo.
giare || Forme: Ind. pres. 6 ammeréj- ammontinà, ammuntinà, mmuntinà, v. tr.,
jono. ammucchiare || ammontinasse, v. intr.
ammerijjà: ➝ ammerejjà. pron., ammucchiarsi: li s’ammontìneno
ammessìbbele, agg., (citt.) ammissibile. li faccènne, sta per morire || Forme: Ind.
ammetrà, v. tr., disporre legna tagliata in pres. 3 ammuntina; 6 ammontìneno.
cataste ordinate, per misurarla e ven- ammontinata, s.f., atto di ammucchiare.
derla come combustibile. ammorgià, v. tr., rifilare.
ammeżżà, v. tr., eseguire parte del lavoro. ammorrì, morrì, v. intr., germogliare (di
ammeżżata, s.f., buona parte di un’a- patate, aglio, grano): l grano ammor-
zione: co ddu óre ll’hò ddato n’~ al la- risce | ammorrìsciono le patate ||
vóro, ho compiuto una buona parte. Forme: Ind. pres. 3 ammorrisce; 6 am-
àmmido, s.m., amido. morrìsciono | P. pass. morrito.
amminestrà: ➝ amministrà. ammorvedì, ammorvidì, v. tr., ammorbi-
amministrà, amminestrà, ministrà, v. tr., dire: se métt’a bbagno pe ffalla ~ || am-
amministrare || prov.: chi mministra e morvedisse, v. intr. pron., ammorbidirsi
nnom minèstra, pijja la mazza e ddàc- (di frutta) || Forme: Ind. pres. 6 s’am-
cela n tèsta. morvedìsciono.
ammirajjo, s.m., ammiraglio. ammorvidì: ➝ ammorvedì.
ammischjà, mischjà, mistià, v. tr., mi- ammorzettà, v. tr., applicare i morsetti
schiare: mìschjeno sù gnicòsa | ~ le alla trave.
carte n tàvola, confondere volutamente ammosciasse, mosciasse, v. intr. pron., 1.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
122

avvizzire, appassire: le piante se mó- a fuoco lento: lo famo còce ~.


sciono co st’asciutta. 2. (fig.) indebo- ampalà: ➝ impalà.
lirsi. 3. (fig.) avvilirsi, rattristarsi. 4. amparà: ➝ imparà.
sgonfiarsi, di un palloncino. amparatìccio, mparatìccio, s.m., impara-
ammostà, v. intr., produrre mosto: st’ua ticcio.
ha ammostato bbène, ha prodotto molto ampastà: ➝ impastà.
vino. ampatassà: ➝ impatassà.
ammostata, s.f., prima spremuta data al- ampedì, v. tr., impedire: m’ampedisce de
l’uva, pigiandola nella tina con un ramo parlà.
a più punte. ampiccà: ➝ appiccà.
ammucchjà, v. tr., 1. ammucchiare. 2. ampioncino, s.m., lampioncino.
(fig.) risparmiare. ampò, inter., guarda un po’!
ammucciasse, v. intr. pron., (infant.) con- amprestà: ➝ imprestà.
tare ad occhi chiusi e faccia al muro in ampullina, s.f., ampollina da messa.
attesa che i compagni si siano nascosti ampuntasse: ➝ impontasse (vd. im-
(nel gioco del rimpiattino): tòcca a tté pontà).
ammucciatte. anàgrefe, s.f., (citt.) anagrafe.
ammuffì, v. intr., muffire. anàlese, nàlese, s.f., analisi medica.
ammunìaca, s.f., ammoniaca. ànama: ➝ ànema.
ammuntinà: ➝ ammontinà. anarfabbèta: ➝ alfabbèta.
ammusasse, ammusisse, v. intr. pron., 1. ànatra, ànetra, s.f., anitra, n. comune a
offendersi. 2. immusonirsi, imbron- vari uccelli acquatici, domestici o sel-
ciarsi. vatici, della famiglia degli Anatidi.
ammusato, agg., immusonito, imbron- ancaciata, incaciata, s.f., 1. atto di co-
ciato. spargere una pietanza di formaggio
ammusisse: ➝ ammmusasse. grattugiato. 2. strato di formaggio grat-
amóre: vène ch’è n ~!, riesce ottimamente tugiato. 3. (fig.) leggero strato di neve:
| ~, strùccio d’ajjo, quanno te véggo, stanòtte ha ddato n’~ m montagna, è
tutto me squajjo (distico scherz. rivolto nevicato leggermente.
ad un corteggiatore insistente) | annà ancarcà: ➝ incarcà.
dd’~ e dd’accòrdo | annà n ~, in vege- ancarcata: ➝ incarcata.
tazione, quando la linfa comincia a cir- ancenzière, incenzière, s.m., 1. turibolo.
colare in primavera: la vita va n ~ || 2. navicella dell’incenso.
prov.: ll’~ nun zi cumanna | ll’~ è ccèco anchènne, acchènne (raro), s.m., anchina,
| ~ e ttóssa n ze nascónne | ~ e ffòco tessuto di cotone di color giallo-roseo.
schérzeci pòco! | a ffà ll’~ vicino è n anciancecà, anciancicà, ciancicà, incian-
gran vantàggio, se fa ll’~ spésso e ccór- cicà, nciancicà, v. tr., 1. masticare a lun-
t’è l viàggio | ll’~ nun è bbèllo, si n’adè go. 2. sgualcire. 3. (fig.) sopportare: ll’an-
stizzarèllo | ll’~ nun è bbèllo, se non è ciancecàveno male. 4 (fig.) balbettare.
stuzzicarèllo | ll’~ nun è bbèllo, se non anciancicà: ➝ anciancecà.
è lliticarèllo || fà ll’~, 1. essere fidanzati: anchjodà: ➝ inchjodà.
sò ddièc’anne che ffanno ll’~ a ccasa. ancó, ncó, avv., ancora: tant’anne dóppo,
2. avere rapporti sessuali || ~ ~, loc. avv., ~ cc’èra.
Vocabolario
123

ancontrà, incontrà, ncontrà, ncuntrà, v. anellétto, s.m., anellino.


tr., 1. incontrare: ncuntràvete na spòsa anèllo, s.m., 1. cerchio: sul piegatóre ce
gràveda cu na bbèlla panza, in stato facévono n ~ de bbrésco (per catturare
avanzato di gravidanza. 2. trovare || an- con il vischio i bruchi che aggrediscono
contrasse, incontrasse, ncontrasse, la vite). 2. incisione anulare: se pò ffà
ncuntrasse, v. intr. pron., imbattersi: ci ll’~ su la scòrza de la vita, pe ffall’al-
s’incontrò chi cc’èreno du povarétte | legà mmèjjo. 3. pezzo di ferro che viene
mi ci sò ncontrato parécchje vòrte pu- infilato a molla sul grifo dei maiali. 4.
r’io || v. rifl. recipr., trovarsi l’uno di vertebra.
fronte all’altro: s’ancóntreno tutte le ànema de ddio, s.f., bambino (in tono
ggiórne | fino che cce ncontramo, va vezz.).
ssèmpre bbène! (frase di saluto) | s’in- ànema lónga, s.f., (scherz.) spilungone.
contràssemo m moménto || Forme: Ind. ànema nnocènte, s.f., 1. bambino (in
pres. 1 ncóntro; 2 ncóntre; 4 ncontramo; tono vezz.). 2. (antifr.) persona colpe-
6 ancóntreno | impf. 5 ncuntràvete; 6 in- vole.
contràveno, ncontràveno | perf. 1 in- ànema, ànama, s.f., 1. anima: dà ll’~ a
contrae, incontrò, ncontrae, ncontrò, Ddio, morire | règge ll’~ cul dènte, è in
ncuntrò; 3 ancontrò; 4 incontràssemo; fin di vita | adè n’~ m péna, una persona
6 incuntrònno | fut. 2 ncontrarae; 6 apprensiva | n c’èra manco n’~ pi
ncontraranno | P. pass. ncontrato, ncón- strada, in strada non c’era anima viva,
tro | Ger. ncontranno. nessuno | ~ santa, anima purgante |
ancròcca: ➝ incròcca. (scherz.) ll’~ ce ll’ha l zambuco! |
ancùdene: ➝ ancùdine. all’~!, escl. di meraviglia | ll’animàccia
ancùdine, ancùdene, incùtene, ncùdine, sua! (formula deprecativa) || àneme, s.f.
s.f., 1. incudine da fabbro || mdd. èssa pl., fuochi fatui. 2. midollo, parte cen-
tra ll’ancùdene e l martèllo, trovarsi in trale del fusto delle piante (spec. di vite,
una situazione grave, tra due fuochi. 2. sambuco, fico, canna). 3. parte tenera
battifalce; piccola incudine, su cui si del carciofo. 4. rete, parte tenera della
batte la falce per rifarne il filo. zucca. 5. gheriglio della noce.
anculà: ➝ inculà. anemale, s.m., animale || dim. anema-
anculata: ➝ inculata. létto.
ancumincià: ➝ incomincià. anematóra, s.f., animatrice.
andà: ➝ annà. anemèlla, s.f., animella, glandola bianca
anderèto (all’): ➝ andirèto (all’). e molle del corpo animale: ste fettine sò
andirèto (all’), anderèto (all’), loc. avv., ttènnere cóme ll’anemèlle dell’agnèllo.
in senso contrario: l funaro lavóra ~, anesétta, anicétta, annisétta, s.f., anisetta.
retrocedendo. anéto: ➝ annéto.
andìvia, s.f., indivia (Cichorium endivia ànetra: ➝ ànatra.
L.). anfanato, agg., asmatico, che respira af-
andovinà: ➝ indovinà. fannosamente.
andovino, induvino, s.m., indovino. anfastidì , enfastidì, infastidì, v. tr., infa-
anduvinà: ➝ indovinà. stidire.
anecito: ➝ annicito. anfilà, nfilà, v. tr., 1. infilzare: ~ l fega-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
124

tèlle su lo spito. 2. infilare: n ce véggo a delle campane a mezzodì.


~ ll’aco | nfilàtele ll’anèllo!, infilategli anghingò, incipit di conta.
l’anello! || anfilasse, nfilasse, v. rifl. e anginapètto, s.f., angina pectoris.
intr. pron., infilarsi: si ll’anfilàveno a la anginocchjasse, v. intr. pron., inginoc-
mattina a ccasa prima de partì (rif. alle chiarsi.
rustiche ghette, indossate dai contadini angiolétto, s.m., 1. bambino morto in te-
sugli scarponi) || Forme: Ind. pres. 4 an- nera età. 2. bambino che sfila in proces-
filamo | impf. 6 anfilàveno | P. pass. nfi- sione con ali d’angelo. 3. bambino
lato | Ger. nfilanno. docile, esemplare: (iron.) è n ~, quanno
anfinta: ➝ nfinta. dòrme.
anfiorata, nfiorata, s.f., 1. infiorata; tap- àngiolo, s.m., angelo || dim. angelétto, an-
peto figurato di fiori, composto sulle giolétto, angiulétto || Forme: pl. àngele,
strade dove deve passare la processione àngiole: sto vino ll’hanno pisciato ll’~,
del Corpus Domini. 2. usanza di co- è squisito.
spargere nottetempo di fiori l’ingresso angiulétto mbrïaco: ➝ àngelo mbrïaco.
dell’abitazione di una ragazza: a la re- angonìa, agunìa, s.f., 1. agonia. 2. (fig.)
gazza si facéva ll’~ im bène o im male, suono delle campane che annunzia la
di amore o di disprezzo. morte di qualcuno: è ssonata ll’~, chi è
anfitïatro, s.m., (citt.) anfiteatro. mmòrto?
anfornà: ➝ infornà. angozzata, ingozzata, ngozzata1, s.f., 1.
anfrilleccasse: ➝ infrelliccasse (vd. in- atto di deglutire. 2. atto di tracannare:
frelliccà). ha ffatto ttutta n’~. 3. atto di inghiottire
anfrocià: ➝ infrocià. cibo in fretta e con avidità.
anfumecà: ➝ affummicà. angrassà: ➝ ingrassà.
anfumecata, anfumicata, infumicata, nfu- angrugnasse, ingrugnasse, ngrugnasse,
micata, s.f., 1. affumicatura, atto di af- v. intr. pron., 1. offendersi. 2. mettere il
fumicare. 2. fumo denso. broncio || prov.: man chi ttòcca nun
anfumicata: ➝ anfumecata. z’angrugna. 3. adirarsi.
angarbujjà, ingarbujjà, ngarbujjà, v. tr., anguattà: ➝ inguattà.
ingarbugliare: nun te fà ~ da quelue! || anguattasse: ➝ inguattasse (vd. in-
angarbujjasse, ingarbujjasse, ngarbuj- guattà).
jasse, v. intr. pron., confondersi || v. intr. anguillétta, s.f., lampreda fluviale (Pe-
impers., annuvolarsi. tromyzon fluviatilis).
àngare, angarre, s.m., (rec.) hangar, avio- anguinajja, s.f., ipogastrio.
rimessa. anicétta: ➝ anesétta.
angarijje, s.f. pl. coll., 1. rigaglie, inte- animalétto, s.m., 1. bestiolina. 2. insetto.
riora del pollo. 2. (scherz.) intestini animìa, s.f., anemia.
umani. ànimo: (prov.) ~ risoluto nun vò conzijjo.
angarre: ➝ àngare. animùccia, s.f., neonato (in tono vezz.).
àngelo mbrïaco, angiulétto mbrïaco, ànise, ànnice, s.m., anice (Cuminum cy-
s.m., (fig., scherz.) asso di spade nelle minum L. e Pimpinella anisum L.):
carte napoletane. famo le ciammèlle coll’~ | me ce piace
angelosdòmmene, s.m., angelus, suono ll’~ nel caffè.
Vocabolario
125

anistisìa, nestesìa, s.f., (rec.) anestesia. vamo intenzione di andare altrove |


annà, andà (citt.), annare (in una conta), vacce cu li bbòne!, usa le buone ma-
nnà, v. intr., andare: s’ha dd’annà niere! | va ssapé che ffa qquelue | ll’or-
ch’annamo?, vogliamo partire una lòggio va ndiètro, ritarda | vallo a
buona volta? | volém’annà ch’annamo? llèggia! | t’annàvono tanto le gnòcche,
| (euf.) vàttel’a ppijjà mmuro muro!, ne avevi gran desiderio | li va apprèsso,
vaffanculo! | ~ a ssomaro, andare in fre- lo segue | l vino c’èra quanto jje c’an-
gola | ~ a ttròva, andare a far visita | ~ a nava, a volontà | annàveno a la ma-
llètto cu le galline, andare a letto presto rémma in aprile, andavano in
| vacce! | annàtece! | annàmece piano! | Maremma (rif. alla transumanza delle
annàmoce! | ~ dde fòra, traboccare, ver- pecore) | lu vàdeno a ddà ddintènna
sarsi (di liquido) | mdd. va e vvène e n ze man chi vvònno | dice che cce sa-
trattiène, di persona sempre in movi- rèbb’annato | dòppo ch’hò vvisto gni-
mento | ndu s’ite quélle tèmpe?, dove còsa, me n’annarò | ~ ddiètro, seguire
sono andati quei bei tempi trascorsi? | un discorso altrui | è nnat’a ccasa | ndó
nd’èrete ite?, dov’eravate andati? | n sè nnato?, dove sei andato? | lo sa nd’è
c’annate ma la bbéttala! | dòppo che ttu ito?, lo sai? | ce sém’iti | lòro ce s’iti | ce
annaste fòra, chjama chjama n’ari- sit’ite?, ci siete andati? | mi ni vò | valtre
sponnéste ppiù | è ita!, è fatta | vàttal’a ndó séte ite? | ~ dde còrpo, defecare | ~
ppijja, s’è vvéro! | annarà pe qquél- a nnòzze, piacere: ce vò a nnòzze cu sta
l’ànime bbenedétte!, in suffragio dei ròbba, capirae | ~ n zugo, essere in fase
morti | (euf.) vàttel’a ppijjà ndu si cu- vegetativa (di piante) | ~ ggiù, diminuire
mìnceno l canèstre! | l fijjo va ppe le | num me va ggiù, non mi garba | annà-
cinqu’anne, sta per compiere | “cóm’an- vemo ma lu stésso pòsto | ~ llà (a), loc.
namo?” “nun comannamo pròpio avv., all’andata: ~ ce ll’hò llassato | ~
gnènte” (bisticcio con comannà) | an- ssótto, tramontare | di metitura se cer-
nàtelo a vvéda quant’è bbèllo! | mdd. cava de magnà la ròbba ch’annava
annà a ffà la tèrra pil céce, morire | ggiù bbène: faciolétte, coralline, pure l
annà all’àrbere pizzute, id. | annà da pullastre (facilmente digeribile) | ~ ssù,
Sartafratte, id. (lett.: andare a trovare il esser eletto | annate m pò sù! | annamo!,
guardiano del cimitero) | va vante, vive sù, forza! | annanno avante, in futuro ||
alla meglio | ~ m bèstia, adirarsi | ~ a chiapp.: “annamo a Rróma” “col zacco
ccattanno, in rovina | ~ a mmale, andare e la coróna” | mdd. se ne sò annate chi
a male, avariarsi | nun ce va vvia!, non a vvèspro e cchi a ccompièta, chi prima,
andartene, non uscire | ndo vae, a chi dopo | (d.) o la va, o la spacca! ||
nnide?, credi di sfuggirmi? | è bbèllo prov.: chi vva cul zòppo, mpar’a zzop-
che ito, è in fin di vita | è nnato all’òjjo, picà | va con chi è ppiù dde tì e ffalle li
ha perduto tutto | sò ito a ddormì ssùb- spése | dó va, do viè, le cose si bilan-
beto, che mme sentévo stracco mòrto | ciano || annà e vvenì, loc. avv., andata e
me c’annarébbe n gelato, ho voglia di ritorno: ne la présa se bbutta l zéme ~ ||
un gelato | ndó vann’a ffinì? mbó! | me avv., in fretta: m’ariccomanno, fate ~! ||
sènto ~ vvia, svenire | ~ m bròdo, sudare Forme: Ind. pres. 1 vò; 2 vae; 4 annamo,
| nóe èremo p’~ ne n antro pòsto, ave- jjémo (arc.), nnamo; 5 annate, nnate |
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
126

impf. 2 annave; 3 annava; 4 annàvemo, annasata, s.f., atto di annusare.


annàvomo; 5 annàvete; 6 annàveno, an- annasato, agg., raffreddato: me sènto ~
nàvono | perf. 1 agnède, andae (citt.), da jjère.
annétte, annètte, anniède, anniédi; 2 an- annaspà, v. intr., brancolare.
naste; 3 agnéde, agnède, andiède, annata, s.f., 1. andata: crompamo m bij-
annéde, annétte, annètte, anniède, an- jétto d’~ e rritórno. 2. andatura: s’ari-
niéde; 4 annàmmere (arc.), annàssemo, conósce de lontano dall’~. 3. avvio,
annàssimo, annéssemo; 5 annaste; 6 spinta: pijjà ll’~. 4. velocità: ha ppréso
andiédoro, annéttero, annié- deno, an- via a ttutt’~, è partito a grande velocità.
niédero, anniédono, annièdono, an- 5. (fig.) verso, tendenza: hò vvisto n’an-
nònno, annòrno | fut. 1 annarò, annerò; natàccia. 6. (fig.) abitudine: sto fijjo sta
2 annarae, 3 annarà; 4 annarémo; 5 an- ppijjà na bbrutta ~, un comportamento
naréte; 6 annaranno | Cong. pres. 6 và- riprovevole.
deno | impf. 1 annassi, 3 annésse, 6 annato, agg., consumato: sto vistito è
annàssero | Cond. pres. 1 gnirèbbe; 3 bbèllo ch’~ ormae.
annarébbe, annarèbbe | Imper. 4 an- annatura, s.f., andatura.
namo; 5 annate | P. pass. ito, annato, annavante, avv., in futuro.
nnato | Ger. annanno. annazzo, s.m., andazzo: co st’~ va ssapé
annacciarito, agg., indurito come acciaio. cóm’annam’a ffinì.
annacquà, v. tr., 1. irrigare. 2. (scherz.) annerì, annirì, v. tr., annerire || annerisse,
mischiare acqua al vino (spec. rif. al vi- v. intr. pron., invaiare (delle olive) ||
naio). Forme: Ind. pres. 6 s’annerìsciono.
annaddiètro, avv., a ritroso, retroce- annestà, nnestà, v. tr., innestare: s’an-
dendo. nèsta l piède (rif. alla vite).
annaffiatóro, s.m., innaffiatoio. annestatura, s.f., operazione dell’inne-
annallà, avv., 1. in quella direzione. 2. stare.
all’andata. annestìa, ammenestìa, annistìa, s.f., (citt.)
annaménto, s.m., andamento. amnistia.
annamorà, nnamorà, v. tr., innamorare: annestino, s.m., innestatore.
se la végghe, t’annamóra pròpio || an- annèsto, s.m., innesto: ~ a òcchjo, innesto
namorasse, nnamorasse, nnamurasse, a scudetto | ~ a anèllo, innesto a zufolo.
v. intr. pron., innamorarsi || Forme: Ind. annéto, anéto, onéto, s.m., anèto, finoc-
pres. 3 annamora | perf. 1 annamorò. chio fetido (Anethum graveolens L.):
annamorato, nnamorato, nnamurato, fióre d’onéto (incipit di storn.).
s.m., innamorato, fidanzato. ànnice: ➝ ànise.
annante, agg., andante, ordinario, di annicito, anecito, agg., 1. vorace, affa-
media qualità. mato. 2. smanioso, voglioso: sò ~ pe le
annanze, avv., innanzi. cerase.
annare (in una conta): ➝ annà. annidasse, v. rifl., annidarsi.
annarèllo, s.m., girello con ruote entro il annirì: ➝ annerì.
quale si introduceva il bambino, perché anniscòsto, agg., nascosto || ~ (d’), loc.
imparasse a muovere i primi passi. avv., di nascosto.
annasà, v. tr., annusare. annisétta: ➝ anesétta.
Vocabolario
127

annistìa: ➝ annestìa. antano, s.m., ontano (Alnus glutinosa L.)


annita, antrop., Anita. || prov.: vale ppiù na ràdeca d’~ chi
annite, s.f., (scherz.) vecchiaia. ttutto sant’Ambròggio di Milano | vale
anno: èra ll’~ dòmmene millennovecènto ppiù na ràdica d’~ che ttutto Salomóne
| sò anne e anne, sono molti anni fa | ~, col zu carràggio (elogio iperbolico della
l’anno scorso | quéll’altr’~, l’anno suc- qualità del legno dell’albero).
cessivo | ~ che vvène, l’anno prossimo | antartajjà, intartajjà, ntartajjà, tartajjà,
st’antr’~ c’annarémo, l’anno prossimo v. intr., balbettare.
| ~ di llà, ll’~ quéll’altro, due anni or- antecòre, anticòre, s.m., malattia car-
sono | annamo gni ~ pèggio | ll’~ der diaca.
cazzo, mai | ll’~ der mae, id. | c’ha antecuniste, s.m. pl., (citt.) antagonisti.
ll’anne de Ticchjarèllo, è vecchissimo || antenarì, v. tr., intenerire.
(iron.) c’ha vvent’anne sènza quélle de antènne : ➝ intènna.
la bbàllia | fà ll’anne, raggiungere una antènnese: ➝ intènnese (vd. intènna).
certa età (detto quando ricorre il com- antennésse: ➝ intènnese (vd. intènna).
pleanno) | mó ffa n ~, or è un anno | mó anténta, s.f., atto di intingere: li dà n’~
ssò ddu anne, sono trascorsi quasi due cul culétto, con l’orletto di pane.
anni | ha ppassato ll’~, ha superato antenzióne, entenzióne, ntenzióne, s.f.,
l’anno di lutto (della vedova) | n’ha intenzione: mica ll’hò ffatto coll’~ |
spettato manco de finì ll’~ (per rispo- c’eva ntenzióne de fallo.
sarsi). antepàteco, agg., 1. antipatico. 2. sman-
annojjà, v. tr., annoiare || annojjasse, v. ceroso, lezioso: nu sta ffà ttanto ll’an-
intr. pron., annoiarsi. tepàteca!
annomato, agg., soprannominato, desi- anternóne, lantennóne, lanternóne, lin-
gnato con sopr. ternóne, s.m., 1. grande fanale da pro-
annonòvo, s.m., capodanno. cessione. 2. (fig.) individuo allam-
annovà, v. intr., rinnovarsi: sótt’al zóle panato. 3. (fig.) individuo noioso.
passa e annòva gnicòsa. anticajja, s.f., anticaglia.
annuccà: ➝ alluccà. anticàmmera, s.f., anticamera || num me
annùccia, ipoc., Anna || accr. annuccióna. passa manco pill’~ del cervèllo, sono
annugolasse, annuvolasse, rannugulasse, ben lontano dal pensarlo.
v. intr. impers., annuvolarsi || prov.: si anticari, s.m. pl., (citt.) antiquari.
ss’annùgola su la bbrina, non fa nnòtte antìcchja, entìcchja, ntécchja, ntìcchja,
che ppiscina. s.f., 1. piccola quantità: d’òjjo ggiusto
annunzià, nnunzià, v. tr., annunziare: an- n’~ méttecelo! | méttecene ggiusto na
nunziarà la fine dil mónno. ntécchja! 2. inezia.
annusà, nnusà, v. tr., 1. annusare. 2. (fig.) antichiricale, agg., anticlericale.
intuire. antico, s.m., antenato: li nòstre antiche |
annuvolasse: ➝ annugolasse. mdd. chi ffae cóme ll’antiche? bbútteno
anta, s.m. pl., (scherz.) decine di anni su- la còccia e mmàgneno l fiche | fà ccóme
perata la trentina: oramae hò ppijjato ll’antiche: bbuttàvono la còccia e mma-
ll’anta | “quant’anne c’hae?” “sò anta”. gnàveno l fiche.
antacca: ➝ intacca. anticòre: ➝ antecòre.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
128

antìfena: ➝ antìnfena. de pèggio | ~ che n’è ppartito, per for-


antìfona: ➝ antìnfena. tuna | e ~ che ll’ancontrò non tanto di-
antigasse, agg., antigas. stante.
antinato, s.m., antenato. anzeccà: ➝ azzeccà.
antìnfena, antìfena, antìfona, intìnfena, anzegnà, inzegnà, nzegnà, v. tr., 1. inse-
s.f., 1. antifona. 2. (fig.) discorso allu- gnare. 2. indicare: ~ cul déto su la carta.
sivo: hò bbèll’e ccapito ll’~. 3. (fig.) 3. additare: te ll’anzégno io quanno ce
cosa grave e sgradita. passamo davante || Forme: Ind. pres. 1
antiviggijja, s.f., antivigilia. anzégno | perf. 1 nzegnò.
antògna, ntògna, antrop., Antonia. anzeppata, azzeppata, zzeppata, s.f., 1.
antògno, ntògno, antrop., Antonio: (all.) spinta. 2. operazione di premere, pi-
ntò! giare. 3. (fig.) raccomandazione.
antonicato, agg., intonacato. anzertà, inzertà, v. tr., intrecciare insieme
antòrce: ➝ tòrce. a ghirlanda cipolle o agli.
antostà: ➝ intostà. anzianétta, agg., attempata: na dònna ~.
antride: ➝ intrida. anzième, assièma, assième, enzième,
antro: ➝ artro. nzième, avv., 1. insieme: cammìnono
antrujjà, intrujjà, ntrujjà, v. tr., 1. im- assièma | tutt’assième, in una sola volta.
brattare. 2. cospargere q.cosa di liquido: 2. contemporaneamente.
ll’antrujjava sù bbène. 3. intrugliare || anzinènte: ➝ inzinènte.
antrujjasse, v. rifl., imbrattarsi. anziste: ➝ inziste.
antruppà: ➝ intruppà. anzombià: ➝ sognà.
antruppata: ➝ intruppata. aó, inter., 1. oilà! (a chi si dà del tu): (mdd.
antruppóne: ➝ intruppóne. scherz.) ~, ll’ha visto l mi bbòvo? 2.
anvecchjasse: ➝ invecchjasse (vd. in- chissà (espr. di sfiducia).
vecchjà). aogorà: ➝ agurà.
anventà, nventà, nvintà, v. tr., inventare: àpeca, àpica, s.f., 1. impegno verbale di
quelue ll’anvènta lue le còse | la pota- contratto di enfiteusi o a tempo stabilito:
tura ll’ha nventata l zomaro | ll’antiche ce fanno ll’~ pe ttant’anne. 2. accordo:
ll’évono nventate bbène pure lòro ll’or- mdd. ce farèbbe ll’~ io!, consentirei su-
dégne! bito senza esitare.
anvità, envità, nvetà, nvità, v. tr., invitare: apèrto, opèrto, pèrto, upèrto, s.m., luogo
nvitàmel’a ccéna! || prov.: se tt’envìteno aperto: all’opèrto, all’aria libera || p.
de còre, magna e bbéve e ffajje onóre; pass. e agg., vuoto: a ffórma apèrta se
se tt’envìteno pe ccompliménto, magna bbuttava la tèrra qquà e llà, da ambo i
e bbéve pe ddispètto. lati (di fossa scavata per piantarvi le
anvitato, s.m., persona invitata. viti) | la pòrta adèra pèrta.
anzalata, inzalata, nzalata, s.f., insalata || àpese: ➝ àbbese.
prov.: ll’~ nun è bbèlla, si nun c’è la apétto, s.m., autoveicolo della marca
pimpirinèlla | ll’~, pòco acéto e bbèn Ape, furgoncino.
oliata || dim. nzalatina. àpica: ➝ àpeca.
anze, cong., anzi || inter., per fortuna!: ~ àpisse: ➝ àbbese.
che n z’è ffatto male! | ~ ~, me credévo apóne, s.m., autoveicolo della marca Ape,
Vocabolario
129

furgoncino a tre ruote. masse, v. intr. pron., 1. ostruirsi, riem-


apoplètteco, agg., (citt.) apoplettico: jj’ha pirsi di detriti (del corso dell’acqua, che
ppréso n córpo ~. viene ostacolato in un fosso da detriti).
apòstolo: è bbianco e rrósso chi ppare n 2. compattarsi, di terra arata. 3. fermarsi
~! | pàrgono ll’apòstele a sséda a mma- in gola, di cibo colloso: mi s’appattuma
gnà | adè n’apòstela davéro quélla. la góla, si n ce bbévo.
appacificà, v. tr., calmare || appacificasse, appattumato, agg., cotto in modo col-
v. rifl., appacificarsi. loso: l damagnà èra tutto ~.
appajjato, agg., con pochi chicchi e appazziménto: ➝ impazziménto.
molta paglia: sto grano è ~. appecettà, v. tr., 1. incollare. 2. sbattere
appallottasse, v. intr. pron., 1. aggrovi- contro il muro. 3. (fig.) affibbiare.
gliarsi. 2. raggrumolarsi, raggrumarsi appecoronasse, v. rifl., 1. sottomettersi.
(di farina o pasta durante la cottura). 3. 2. umiliarsi.
appallottolarsi (del riccio) || v. rifl. rec.: appellà, v. tr., chiamare nell’ordine i gio-
avvinghiarsi a lottare: s’appallottònno. catori, spec. nel gioco della ruzzola || v.
appanicato, agg., 1. muffo, di pane. 2. intr., iniziare a mangiare || appellasse, v.
avariato. 3. angustiato: te fanno morì ~. intr. pron., fare gli appelli nel gioco
4. mogio. della ruzzola.
appannasse, ppannasse, v. intr. pron., an- appèllo, s.m., punto di partenza e di ar-
nebbiarsi: me s’è ppannata la vista. rivo nel gioco della ruzzola.
appanzasse, v. rifl., rimpinzarsi. appéna, cong., subito dopo: ~ ggiórno, se
apparà, v. tr., 1. porgere: appara le mano! partiva, alle prime luci dell’alba.
2. allargare, tener aperto con le mani: ~ appenasse, v. intr. pron., preoccuparsi.
la bballétta | tu appara la sacchétta e io appenicasse, v. intr. pron., appisolarsi:
métto ggiù. 3. arginare, arrestare. s’appènica sèmpre dòppo magnato.
apparecchjà, v. tr., imbandire. appènne, v. tr., appendere.
appareggià, v. tr., 1. spianare la misura appennicite, pendicite, penicite, penni-
del grano: l grano s’appareggiava co na cite, s.f., 1. appendice, prolungamento
tàvela, si toglieva il colmo. 2. pareg- dell’intestino cieco. 2. appendicite. 3.
giare un conto || v. intr., andare alla pari. operazione all’appendice: hò ffatto ll’~
appareggiata, s.f., azione di spianare. che ssò ddu mése.
appareggiato, agg., eguagliato. appenzionato, pinzionato, agg. e s.m.,
apparto, s.m., appalto: hanno vénto ll’~ pensionato.
lòro. appestà, v. intr., emanare fetore: puzza
appassì, passì, v. intr., appassire || Forme: ch’appèsta, n ce se pò stà vvecino.
Ind. pres. 6 passìsciono | fut. 3 appassi- appetì, v. intr., riuscire gradito (di sapore).
scerà. appettà, v. tr., 1. intestare una proprietà
appassionà, v. intr., penare: ll’éveno fatto immobiliare. 2. incolpare. 3. prendere in
~ pparécchjo. carico: me ll’appètto io | me sò appet-
appassiunataménte, avv., appassionata- tato sta cróce, mi sono assunto questa
mente. preoccupazione.
appatentato, agg., patentato. appettata, pettata1, s.f., 1. tratto in forte
appattumà, v. tr., raffazzonare || appattu- pendio: la grann’~ di la salita | l fac-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
130

chine la fanno de carrièra quéll’~ de appiccicato, agg., 1. appiccicoso, impa-


santa Ròsa (rif. al trasporto della mac- stato (detto della lingua quando, per cat-
china di santa Rosa, per raggiungere il tiva digestione, vi si avverte una
santuario) | adè n’~ da levatte l fiato. 2. spiacevole viscosità e sgradevole sa-
impennata: n’~ di la bbèstia che n ze pore). 2. invischiato.
ll’aspettava. 3. sforzo compiuto per sa- appiccicume, s.m., (dispr.) cosa male ap-
lire lungo una strada in forte pendenza piccicata.
(da un animale da tiro o da una persona) appiccime, s.m., esca, legna minuta che
|| dim. appettatèlla, salita leggera. serve per avviare il fuoco.
appianà, pianà, v. tr., salire: fa p’appianà appiedato, agg., di chi non dispone di
li scale, ma n ce la cava || v. intr., 1. sa- un’automobile: sò ~ ògge: me lo dae no
lire: s’appiana bbène sul tétto | ch’a- strappo co la màchena?
spètte? e ppiana sù! 2. montare: appietrà, v. tr., affilare la lama di un at-
appianò a ccavallo. trezzo con la cote: appietrà la fàrcia a
appiattasse, v. rifl., nascondersi, mettersi ccórto (sul filo da ambo le parti) | n ùr-
in agguato. timo pe ffà l filo s’appiètrava a llungo.
appiccà, ampiccà, v. tr., 1. impiccare. 2. appiggionante, s.m., chi prende a pigione
appendere: l pommidorétte pil zugo una stanza.
s’appìccono n cucina || appiccasse, v. appijjo, s.m., (citt.) appiglio.
rifl., impiccarsi. appinnino, oron., Appennino.
appiccecà, appiccicà, v. tr., 1. appicci- appinzà, v. tr., appuntire.
care. 2. (fig.) appioppare || v. intr., es- appinzutà, appizzutà, v. tr., 1. appuntire:
sere attaccaticcio: quanno sènte ch’ap- ~ ll’àpisse | ~ l muso, assottigliare il
pìcceca, è l zùccoro (rif. all’uva) || ap- viso per dimagrimento. 2. (fig.) driz-
piccicasse, v. rifl. recipr., venire alle zare: ~ ll’orécchje. 3. (fig.) aguzzare la
mani || Forme: Ind. pres. 3 appìcceca. vista: ~ ll’òcchje.
appiccecóso, agg., vischioso: ~ cóme la appinzutàbbise, s.m., temperalapis.
còlla. appinzutato, agg., appuntito.
appiccià, v. tr., 1. accendere: ~ l fòco | ap- appiommà, v. intr., dardeggiare con in-
picciàveno l moccolétto | ~ l fórno co tensità (rif. al sole): a llavorà ccol zóle
ll’appiccime, incendiare con l’esca la sópra ch’appiommava, se moriva prò-
legna | appìccia la luce! | tròva m pò du pio | l zóle appiómma, scòtta parécchjo
zzéppe, du seccaróne p’~ l fòco! 2. sper- sul meżżoggiórno | Bbancó, appiómma?
perare denaro || appicciasse, v. intr. (battuta iron. rivolta ad un ubriaco).
pron., incendiarsi: (d.) n z’ha dd’ac- appisolasse, v. intr. pron., assopirsi.
costà la pajja al fòco, sennò s’appìccia appitito, s.m., appetito: n cristiano d’~,
(sul comportamento dei fidanzati) || buon mangiatore | bbòn ~!
Forme: Ind. pres. 6 appìcciono | impf. 6 appititóso, agg., appetitoso.
appicciàveno | Imper. 2 appìccia. appitturà: ➝ pitturà.
appiccicà: ➝ appiccecà. appitturato, agg., dipinto.
appiccicasse, vd. appiccecà. appizzà1, v. tr., aguzzare la vista.
appiccicatìccio, s.m., attaccamento vi- appizzà2, v. intr., 1. bere: appizza sèmpre
schioso. mal fiasco dil vino | tè, appizza!, bevi! 2.
Vocabolario
131

bere direttamente dal recipiente, senza céva così | stave male, ~ nun t’hò vvisto
bicchiere. n giro | mdd. ~ la carròzza trenicava,
appizzata, s.f., sorsata di vino: famo n’~ per questo motivo non andavano bene
pir òmo, quanno magnamo nzième. le cose.
appizzato, agg., fisso, di sguardo. appòsto, agg., per bene: na regazza ~.
appizzutà: ➝ appinzutà. appovènta, s.f., luogo riparato dal vento
applàveso, appràveso, pràviso, s.m., ap- || ~ (all’), loc. avv., al riparo del vento,
plauso: éssete ntéso ll’appràvese! a solatio: nue stamo bbène all’appo-
appoccionata, agg., colpita da mastite vènta.
(detto di una vacca). appozzà, v. tr., 1. immergere: ~ la sòla
appoggià, v. tr., appoggiare: appòggiolo (rif. al lavoro del calzolaio) | ll’appóz-
m pò da quarche pparte! || appoggiasse, zono ma la callara e lo péleno (rif. al
v. rifl., appoggiarsi: s’appòggia cu le maiale ucciso) | padèlla e ttijja venìvono
bbracce sul tavolino, da quant’è stracco appozzate ne la callara che bbolliva | ~
| appòggete cu li mano! la vinàccia ma la tina, follare le vinacce
appoggiamano, poggiamano, s.m., corri- nel tino. 2. inzuppare: ~ l pane mal
mano della scala. piatto | tenévono m pignattèllo, c’ap-
appoggiapiède, poggiapiède, s.m., tavola pozzávono le déta (le filatrici) || v. intr.,
del carro agricolo, su cui poggiare i attingere denaro: annava sèmpre ~ mal
piedi. cassettino | appózza appózza, s’è rri-
appoggiatóro, s.m., corrimano della dótto sènza na lira.
scala. appozzata, s.f., 1. atto di immergere la
appòggio, s.m., 1. mannello di canapa, canapa nella vasca: se facévono tre
che si taglia con un colpo di falce mes- quattro appozzate. 2. follatura della vi-
soria. 2. (fig.) permesso di edificare, ad- naccia. 3. quantità di canapa messa a
dossando la fabbrica ad un’altra macerare in una volta.
contigua; diritto di appoggio: jj’ha appozzatura, s.f., 1. operazione con cui
ddato ll’~. si immergeva la canapa nella vasca. 2.
appollacchjato, agg., appollaiato. macerazione della canapa.
appollasse, v. rifl., appollaiarsi || Forme: appradasse, appratasse, v. rifl., 1. ada-
Ind. pres. 6 s’appóllono. giarsi sul prato. 2. (fig.) sistemarsi co-
appóllo, s.m., 1. bastoni del pollaio. 2. modamente in un luogo.
luogo dove gli uccelli passano la notte: appratasse: ➝ appradasse.
li cacciatóre annàveno de séra aspettà appràveso: ➝ applàveso.
ll’ucèlle all’~. apprènne, v. tr., (citt.) apprendere.
appontà: ➝ appuntà. appresciolà, v. tr., affrettare, metter fretta.
appontellà: ➝ appuntellà. appresciolato, agg., eseguito in fretta e
apportà, v. tr., sostenere come candidato: alla meglio: n lavóro appresciolato n
ha vvénto, perché adèra apportato dal vène mae bbène.
partito del villane. appresentà, prisentà, prisintà, v. tr., pre-
apposetaménte, positaménte, avv., appo- sentare || appresentasse, presentasse,
sitamente. prisintasse, v. rifl., 1. presentarsi: mi
appòsta, avv., per questo motivo: ~ di- prisènto. 2. comparire: s’è ppresentato
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
132

du óre dóppo | si vidde ~ le guàrdie. tutto ~.


apprèsso, avv., dopo: a la mattina ~, il appuntellà, appontellà, pontellà, v. tr., 1.
mattino successivo || prep., dietro: li va puntellare, mettere dei sostegni: se pon-
~, la corteggia. télla | tòcca ~ le rame, sinnò sbraca. 2.
appricasse, v. rifl., applicarsi. bloccare con puntelli: prima d’annà
approdà, v. intr., arare il campo per in- llètto, cèrte appuntèlleno la pòrta co la
tero, avvicinandosi al limite. scópa.
approdato, agg., adagiato. appuntino, agg., compìto, elegante.
approfittà, apprufittà, v. intr., approfit- appuschjato, agg., che ha molta sete: ma
tare: apprufittanno chi cc’èra n’ostiria, che ssè ~?
magnàssimo || approfittasse, profittasse, apputtanaménto, s.m., (scherz.) appun-
v. intr. pron., 1. approfittarsi. 2. (fig.) tamento.
crescere troppo: la vita se profitta, se aprì, jjoprì, oprì, uprì, v. tr., 1. aprire: a-
sfiata, mòre prèsto. gna tenéll’a ffréno || préte! | àpreme! | òprotolo!, àpritelo! |
approfittàssene, v. intr. pron., abusare. apréva bbottéga a li cinque | apre la
approfitto, s.m., 1. abuso. 2. sopruso. bbócca e li dà l fiato, parla senza riflet-
appropaggenà: ➝ propaggenà. tere | sènza uprì bbócca, in silenzio | à-
appropiasse, v. intr. pron., appropriarsi. prete cèlo! 2. compiere un’operazione
appropiato, agg., appropriato. chirurgica: ll’hann’opèrto de prèscia. 3.
approvennà, v. tr., foraggiare: li bbèstie incignare, cominciare a consumare:
sò approvennate. émo apèrto la ventrésca. 4. inaugurare ||
apprufittà: ➝ approfittà. Forme: Ind. pres. 1 òpro; 4 aprimo; 5
apprufittóso, agg., (raro) che si appro- apréte; 6 àpreno, òpreno | impf. 3 a-
fitta. préva, jjopréva | perf. 6 oprinno | fut. 3
apprussimazzióne, s.f., approssimazione. aprarà | P. pass. apèrto, opèrto, pèrto,
appunióne: ➝ oppinióne. upèrto | Ger. aprènno, oprènno.
appuntà, appontà, v. tr., 1. fissare con aprilante, s.m. pl., i primi giorni di aprile,
spilli o punti. 2. puntare in terra: l zu- solo nel prov.: si ppiòve pi li quattro ~,
maro appunta li zzampe. 3. racconciare piòve quaranta ggiórni durante.
con grappe di metallo un oggetto incri- aprile: (prov.) pi ~ n t’alliggirì | ~, gni
nato, riparare: ~ lo schifo | ~ m bbacile. góccia m barile | ~, una góccia al dire |
4. appuntire: ~ ppìcchje e scarpèlle. 5. ~, quattro gócce al dire | ógni gócciola
mettere le gemme, germogliare: ll’olivo d’~, vale mille lire | pi ~ canta l cucco:
appunta la trama, comincia la mignola. se l trentuno n’è vvenuto, o è mmòrto, o
6. (fig.) calmare l’appetito: magno m ss’è pperduto.
boccóne ggiusto p’appuntamme lo aquelóne, acolóne, aguilóne, s.m., (in-
stòmmico || v. intr., balbettare. fant.) aquilone, giocattolo che si fa li-
appuntasse: ➝ impontasse (vd. im- brare nell’aria: dalli l filo mall’~!, fallo
pontà). innalzare!
appuntatina, s.f., 1. ricucitura. 2. (fig.) ara, s.f., 1. aia: l grano se bbattéva sull’~
spuntino. cul curiato | mdd. li va la vacca pill’~
appuntato, agg., 1. sostenuto, altezzoso. al compare, gli affari gli prosperano. 2.
2. compìto, elegante. 3. affettato: parla spazio di terreno pianeggiante, dove era
Vocabolario
133

situata la macchina a vapore per treb- dove crescono pioppi.


biare. arbùccio: ➝ albùccio.
arà, v. tr., arare || prov.: ara dritto!, fila àrbume, s.m., album.
dritto! arca de scènza, s.f., sapiente.
àrabbo, s.m. e agg., arabo: ma che pparlo arca, s.f. (arc.) madia del pane.
~, che n capisce? arcangiolétto, ipoc., Arcangelo.
aràdio, s.m., apparecchio radiofonico || arcèste, antrop., Alceste.
dim. aradiétto. archèbbuse: ➝ archèmmese.
aràncio, s.m., arancia: st’~ è ttòccatèllo, archèmmese, alchèrmese, archèbbuse,
nu lo vòjjo || agg., color arancione. s.m., 1. alchermes. 2. liquore in genere
arastrèllo: ➝ rastèllo. per dolci.
arata, s.f., quantità di grano stesa sull’aia, archétto, s.m., 1. tralcio piegato e pro-
che si può battere in una volta. pagginato. 2. trabiccolo, intelaiatura di
arato, s.m., aratro di legno a due ali con legno per tener sollevate le coperte,
vomere di ferro, a trazione animale: ~ a quando si mette il bracere nel letto.
cchjòdo co le bbèstie vaccine || dim. archibbùcio, s.m., archibugio.
aratèllo. architittura, s.f., (citt.) architettura: ~
arba, s.f., 1. alba. 2. aurora. ntica.
arbaggìa, s.f., (citt.) boria, albagia. architravo, s.m., architrave.
arberétto, s.m., albero tutore di vite. arcióne, s.m., parte in legno di forma ar-
arbèrgo: ➝ abbèrgo. cuata della sella o del basto.
àrbero pinzuto: ➝ àlbero pizzuto. arcitontolóne, s.m., individuo più che
àrbero: ➝ arbro. tonto.
arbicòcca, s.f., (rec.) albicocca. arco de san giujjano, s.m., arcobaleno.
àrbolo: ➝ arbro. arco, s.m., arcobaleno, solo nei proverbi:
arborata, s.f., alberata di viale. ~ di séra, bbòn tèmpo ména | ll’~ de la
arbóre, s.m., chiarore dell’alba: a le mattina, bbòn tèmpo va n rovina.
prime ~ partìvono. arcobbaléno, s.m., arcobaleno.
àrboro: ➝ arbro. àrcole, s.m., alcol.
arbro, àrbero, àrbolo, àrboro, s.m., 1. al- arcoleżżato: ➝ arcoliżżato.
bero: ll’arbre de pigne, i pini | n ~ di ce- arcoliżżato, arcoleżżato, agg., alcoliz-
rase, un ciliegio | piantàvono ll’~ di la zato.
cuccagna | ll’àrboro de Natale || prov.: ardènte, s.m., torcia di legna secca, in-
ll’arbro casca da la parte ndóve pènne trodotta nel bocchino, per illuminare
| n ~ cattivo num pò ddà bbòn frutto | l’interno del forno || pl. ardènte, legna
ll’~ se pièga da ciuco. 2. albero tutore di secca, usata per avviare il fuoco nel
vite. 3. vite maritata a sostegno vivo || forno: métte sù na fascina d’~.
dim. arbolétto, arberétto | arbolétto (a), ardì, v. intr., ardire || s.m., tracotanza: nun
loc. avv., ad alberello (tecnica di alleva- avésse ppiù ll’~ da presentasse.
mento della vite senza sostegno) || ardillà: ➝ aldillà.
Forme: pl. àrbere, arbre. ardito, agg., 1. risoluto, attivo: na don-
arbucciara, s.f., 1. (coll.) insieme di nétta ardita, tutto pépe. 2. vispo.
piante di pioppo. 2. porzione di terreno arebbombà: ➝ aribbobbà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
134

arecaccià: ➝ ricaccià. rimanémo; 6 aremànono, rimàngheno |


arecantá, aricantà, v. tr., cantare di impf. 3 aremanéva; 6 arimanéveno, ari-
nuovo. manévono | perf. 3 aremase, arimanì,
areccontà: ➝ raccontà. arimase, remané, remase; 4 arimanés-
arecèli, aricèle, s.f., Ara coeli, chiesa di semo; 6 aremaninno, arimanénno, ari-
Roma. maninno, arimàseno | fut. 3
arecéve: ➝ ricéve. arimangarà, arimangherà; 6 rimanga-
arecidivo: ➝ ricidivo. ranno | Cong. pres. 3 aremanga, ari-
areconduce, v. tr., ricondurre. manga | Cond. pres. 3 arimangarèbbe |
areconósce: ➝ ariconósce. P. pass. aremasso, aremasto, arimaso,
arecordasse: ➝ aricordasse (vd. ari- arimasto, remaso, remasto | Ger. ari-
cordà). manènno.
arecumincià: ➝ rincomincià. aremannà, arimannà, remannà, ri-
aredà: ➝ aridà. mannà, v. tr., 1. mandare di nuovo: ti
aredajje: ➝ aridajje. ll’arimannerà. 2. rimandare, procrasti-
areddoppiato, agg., raddoppiato. nare: arimannamo sta faccènna a n
aredótto, ariddótto, aridótto, aridutto, antro ggiórno ch’è mmèjjo.
riddótto2, riddutto2, p. pass. e agg., ri- aremboccà: ➝ arimboccà.
dotto. aremediato: ➝ arimediato.
arefiutà: ➝ rifiutà. aremétte: ➝ arimétta.
aregalà: ➝ rigalà. aremòva, arimòve, v. tr., muovere di
arèggese: ➝ règgese (vd. règge). nuovo || aremòvese, arimòvese, v. intr.
areggirasse: ➝ ariggirasse (vd. arig- pron., 1. avere borborigmi: me s’arimò-
girà). veno li bbudèlla. 2. rinvigorirsi: s’ari-
aremané, arimané, remané, rimané, v. mòve quel porétto || m’arimòvo!, ho
intr., 1. rimanere: mdd. ~ ccóme dòn pescato una bella carta (alla briscola). 3.
Farcùccio, co na mano davante e n’an- muoversi di nuovo.
tra de diètro, cadere in miseria | arimase arenasse, v. intr. pron., (fig.) rimanere in
come m ~ | arimaninno male na massa sospeso, di una questione.
| arimàseno cu m parmo di naso | ~ pe arenchjude: ➝ arinchjude.
stampo, pe ccampióne, rimanere per arenchjùdese, vd. arinchjude.
perpetuare la stirpe umana | ~ a ppiède arencrésce: ➝ arincrésce.
| arimase de ggèsso, rimase di stucco | arencujjunito: ➝ arincojjonito.
arimase cóme m baccalà | mdd. sémo arénga: ➝ rénga.
remaste Cricche, Cròcche e Mmànico arenguattasse, v. rifl., nascondersi di
d’uncino (pochissimi). 2. stupire: a nuovo.
ssentì ccusì, aremànono | la mójje ari- arentanasse: ➝ arintanasse.
mase, stupì | sò arimasto, sò arimaso, arentronà, arintronà, v. intr., risuonare:
stupii || arimanécce, v. intr. pron., 1. ri- c’ha na vóce ch’arintròna.
manerci: c’arimase gram male. 2. mo- arèo, s.m., aeroplano.
rire sul colpo: ròbba da rimanécce | ce areonàtica, aronàtica, s.f., aeronautica.
potévi rimané ppure || Forme: Ind. pres. areoplano, arioplano, aroplano, lïo-
2 arimanghe; 3 arimane; 4 arimanémo, prano, rïoplano, rïuplano, s.m., aero-
Vocabolario
135

plano. aresurtà: ➝ arisurtà.


areopòrto, s.m., aeroporto. aresvejjasse: ➝ arisvejjasse (vd. ari-
areparà: ➝ ariparà. svejjà).
areparbato, agg., 1. scombussolato. 2. ri- aretirà: ➝ aritirà.
tegnoso. aretornà: ➝ ritornà.
arepenzà, aripenzà, v. intr., 1. ripensare: aretrattà, v. tr., riprodurre in immagine.
mó me vène arepenzato, lo ricordo. 2. aretròpeco: ➝ ritròpico.
cambiare parere: mdd. c’aripènza cóme aretrovà: ➝ ritrovà.
l cornute. aretrovasse: ➝ ritrovasse (vd. ritrovà).
arepèrde, ripèrde, v. tr., perdere di nuovo. aretruvasse: ➝ ritrovasse (vd. ritrovà).
arepijjà: ➝ aripijjà. arevéde: ➝ arivéde.
areposasse: ➝ ariposasse. arevenì: ➝ arivenì.
arepovaneggiasse, v. intr. pron., pavo- areviscetà: ➝ ariviscità.
neggiarsi di nuovo. arevisto, arivisto, p. pass. e agg., rivisto.
areppiccicà: ➝ ariappiccecà. arevortasse: ➝ arivortasse (vd. ari-
areppiccicasse: ➝ ariappiccecasse (vd. vortà).
ariappiccecà). arevultecasse: ➝ rivurticasse (vd. rivur-
areprecà, aripricà, repricà, v. intr., 1. ri- ticà).
petere. 2. ribattere. 3. insistere || arepre- arezzumpà, arizzompà, rizzompà, v. intr.,
cacce, aripricacce, v. intr. pron., saltare di nuovo: ~ addòsso a uno.
ritornarci: chi ll’ha vvisto na vòrta, arfa, s.f., sigaretta di marca Alfa.
c’ariprica. arfabbèta: ➝ alfabbèta.
aresementà, arisimentà, v. tr., seminare arfabbèto, s.m., alfabeto: n zà mmanco
di nuovo. ll’~.
aresicato: ➝ arrisicato. argènto: sto fijjo c’ha ll’~ vivo addòsso
aresiste: ➝ resiste. (di bambino molto vivace).
aresórgia, risórge, v. intr., risorgere. argì, v. intr., muoversi: a rigà, volémo ~?
aresparagnà: ➝ aresparammià. argià, s.m., (rec.) denaro.
aresparammià, aresparagnà, arespar- argintino, agg., argentino: si sintìa n zòno
mià, arispammià, arisparammià, ari- ~ | li rispóse cu la vóce argintina.
sparmià, risparambià, risparammià, argita, s.f., (raro) gita.
sparagnà, sparambià, sparamià, spa- ària, s.f., 1. aria: lassamo stà, n’è ~ ògge,
rammià, v. tr., risparmiare: sparagnà sono di cattivo umore | mica se campa
ppure sul furminante || prov.: risparàm- d’~, si vive di mezzi concreti | ~ covata,
bia risparàmbia, arriva l diàvolo e sse ~ vizziata, che puzza di chiuso || ~ (all’),
lo magna | chi arispàrmia, sprèga. loc. avv., con le stanghe in alto; sulla
aresparmià: ➝ aresparammià. parte posteriore del carro: a ccòllo è
arespirà: ➝ rispirà. mmale, ~ è ppèggio, a ccaricà n carro ||
arespónne: ➝ rispónna. prov.: ~ róssa, o piòve o sóffia. 2. cor-
aressomijjà: ➝ rassomijjà. rente d’aria || prov: ~ de fisura, riduce
aressomijjasse: ➝ rassomijjasse (vd. prèsto ll’òmo in zepportura || pegg. a-
rassomijjà). riàccia, a) cattivo tempo; b) sgridata; c)
arestacce, v. intr., starci di nuovo. cattivo presagio, previsione negativa: ù,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
136

ch’ariàccia! se métte male qqui || inter., potarébbe aribbardà.


~!, via!, basta!: ~ sciò, maschjé! | ~ a li aribbassà, v. tr., ribassare.
vènti!, ~ n campagna!, via!, vattene!, aribbatta, aribbatte, ribbatta, ribbatte, v.
andiamocene! tr., 1. rompere con la zappa le zolle
arïaccènne, rïaccènne, v. tr., accendere di dopo l’aratura: tòcca ~ l terréno dòppo
nuovo. seminato, co la zzappa. 2. zappare per
arïaccompagnà, v. tr., accompagnare di coprire il grano seminato: ~, p’assestà
nuovo. la sémena sul zórco arato. 3. ribadire un
arïaffilà, v. tr., affilare di nuovo. chiodo: ~ l chjòde. 4. rifare il filo ad un
arïaggancià, v. intr., (rec.) rappacificarsi. attrezzo: aribbatte la farce a ffilo di
arïallungà, v. tr., allungare di nuovo: l bbarba. 5. perfezionare la cucitura d’un
zartóre mi ll’ariallunga sti carzóne che vestito. 6. completare la semina: annà
sse sò scortate. ssù annav’a ddèstra, a vvenì ggiù a ssi-
arïammalasse, rimmalasse, v. rifl., am- nistra che rribbattéva || v. intr., 1. (fig.)
malarsi di nuovo: me se rimmalò la risultare esatto, quadrare: li cónte arib-
mójje. bàttono. 2. (fig.) ribattere, rispondere.
arïammanicà, rimmanicà, v. tr., fare il aribbatte: ➝ aribbatta.
manico nuovo ad un attrezzo. aribbejjóne, aribbillióne, ribbeglióne,
arïannà: ➝ arinnà. ribbejjóne, ribbijjóne, s.f., ribellione.
arïappiccecà, areppiccicà, arïappiccicà, aribbéve, v. tr., bere di nuovo.
v. tr., 1. appiccicare di nuovo. 2. riparare aribbiferà, v. intr., 1. germogliare di
un oggetto di terracotta. 3. saldare || arï- nuovo. 2. (fig.) riprendersi dopo malat-
appiccecasse, areppiccicasse, v. intr. tia.
pron., appiccicarsi di nuovo. aribbillióne: ➝ aribbejjióne.
arïappiccicà: ➝ ariappiccecà. aribbobbà, arebbombà, arimbombà, v.
arïaprì, arïoprì, rïaprì, v. tr., aprire di intr., rimbombare: paréva ch’aribbob-
nuovo || arïaprisse, v. intr. pron., ria- basse déntro la cantina.
prirsi. aribbòjje, aribbójje, ribbójje, v. tr., av-
arïarzasse, rïarzasse, v. rifl., rialzarsi. volgere || v. intr., 1. vorticare: aribbòjje
ariata, s.f., sfuriata. l vènto, che ffa mmolinèlla | la nève rib-
arïattaccà, v. tr., attaccare di nuovo. bójje ch’accèca. 2. ribollire, di acqua
arïattastà, v. tr., tastare di nuovo: sò stato nel tonfano || Forme: P. pass. aribbòrto.
~ ll’òvo ma la gallina. aribbollì, aribbullì, ribbollì, ribbullì, v.
arïavé: ➝ rïavé. intr., 1. borbogliare: se sentéveno arib-
aribbadeżżà, v. tr., 1. battezzare di nuovo. bullì la panza, brontolare gli intestini |
2. (fig.) imporre un nome nuovo. m’aribbóllono le bbudèlla | aribbólle l
aribbambito, agg., 1. rimbambito. 2. a- còrpo. 2. gorgogliare: ll’acqua del Bul-
bortito (detto di patata immatura, né licame aribbólle | la sorgénte aribbólle,
verde, né secca, per pioggia improv- ce nasce ll’acqua. 3. bollire di nuovo.
visa). 4. fermentare di nuovo: la bbótte ha rib-
aribbardà, rebbardà, ribbardà, v. intr., ri- bollito, l vino nu è ppiù bbòno. 5. alte-
baltare: attènto ch’aribbardi! (scherz., rarsi di un terreno a causa della pioggia
gioco fonet. su Garibaldi) | la machina dopo caldo intenso: quanno fa ccalla-
Vocabolario
137

frédda, la tèrra ribbólle. | c’aricàpete, n dubbità!


aribbrividì, v. intr., rabbrividire. aricaricà, v. tr., caricare di nuovo.
aribbullì: ➝ aribbollì. aricarzà, ricalzà, ricarzà, v. tr., rincalzare
aribburticà, v. intr., borbogliare: m’arib- il filare nel mese di giugno: ricàrzeme!,
bùrticono le bbudèlle. aricàrzime! (raccomanda la vite al con-
aribbussà, v. intr., dichiarare il possesso tadino) | aricarzamo, pe ppulì le radi-
del due dello stesso seme al gioco del chétte | quanno se dovév’aricarzà, se
tressette. ggirava a ccontrosènzo cu la coltrina e
aribbusso: ➝ ribbusso. sse bbuttava la tèrr’addòsso a le vite.
aribbusto, ribbusto, agg., robusto. aricascà, v. intr., 1. cadere di nuovo: più
aribbuttà, v. tr., 1. buttare di nuovo. 2. cci ni facéva e ppiù cc’aricascava, re-
vomitare: ll’aribbuttò ffòra, aritirò ffòra stava ingannato da ingenuo. 2. avere
tutto la mattina dóppo. una ricaduta: c’aricascato cu lo stésso
aricaccià: ➝ ricaccià. male. 3. cadere dall’alto.
aricalà, v. tr. e intr., calare di nuovo. aricattà, v. tr., ricattare.
aricambià, v. intr., cambiare di nuovo: aricavà, ricavà, v. tr., 1. ricavare. 2. in-
aricàmbia tèmpo, me sa ttanto che vvò ventare: se ll’aricava ésso. 3. procurare:
ppiòve. stavòrta davéro si ll’è rricavato pi n
aricamminà, ricammenà, v. intr., 1. cam- stacc’attènto.
minare di nuovo: l nònno aricammina. ariccamà, riccamà, v. tr., ricamare ||
2. funzionare di nuovo: ll’orloggiaro te Forme: P: pass. ariccamato, riccamato.
lo fa ~ llue ll’urlòggio | ll’orlòggio è rri- ariccamo, riccamo, s.m., ricamo.
cammenato. ariccapezzà: ➝ aricapezzà.
aricampà, v. intr., tornare a star bene. ariccapezzasse: ➝ aricapezzasse (vd.
aricantà: ➝ arecantà. aricapezzà).
aricapezzà, ariccapezzà, raccapezzà, v. ariccattà, v. tr., raccogliere: ariccatta sù
tr., 1. racimolare. 2. trovare. 3. (fig.) ri- ttutto, num mann’a mmale gnènte.
uscire a capire, trovare a stento la solu- ariccòjja, ariccòjje, raccòjja, raccòjje,
zione (usato spec. in frasi negative): nun reccòjje, riccòjja, riccòjje, v. tr., 1. rac-
c’ariccapézzo gnènte || aricapezzasse, cogliere: c’annàven’a rriccòjje le fiche
ariccapezzasse, riccapezzasse, v. intr. co la scopétta, la palétta, l capagno o
pron., 1. riuscire a capire: n ce se ricca- la cariòla (rif. alle deiezioni di equini) |
pézza ppiù. 2. ricordarsi: num m’aric- ~ le ciche | (iron.) ndu vae cul guante?
capézzo ppiù, non me ne ricordo. ariccòjja li strónze? | la mammana aric-
aricapicce, v. intr., capirci di nuovo: ari- cojjéva l fijje (assisteva la puerpera nel
cicapìscio pòco. parto) | lo vann’a rreccòjje col cucchja-
aricapità, ricapità, v. intr., capitare di rino sótt’al pónte (mdd. rif. ad un sui-
nuovo: quann’aricàpito da quélle parte, cida) | quanno s’ariccòjje l fièno, ce se
te vèngo a ttròva | se mm’aricàpite, va col rastrèllo, l vèrzo de le prése, de le
m’arifò, alla prossima occasione riscuo- passate, s’ammontina da du parte, se fa
terò il tuo debito | c’ha d’aricapità sótto n cavallóne m mèżżo, e ddòppo quéllo
sta cappèlla! te sistèmo io, dovrai prima ce se fa l mucchjo | riccòjje le grégne |
o poi ricapitarmi a tiro, allora mi rifarò raccòjja le castagne | ~ la spiga, spigo-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
138

lare | annétt’a rraccòjje lèst’e pprèsto, ariccontà: ➝ raccontà.


sinnò ppiovéva (rif. al fieno) | ha rric- ariccontafàvole, s.m., fandoniere.
còrto m pò de stracce, pe ddalle ma lo ariccontino, s.m., persona che riferisce ad
stracciaròlo | riccòjje lo sciamo, far en- altri, pettegolo.
trare lo sciame migrante in una nuova ariccónto: ➝ riccónto.
arnia. 2. riprendere: ~ fiato. 3. chiamare ariccòrta, raccòrta, riccòrta, s.f., 1. rac-
a sé in paradiso: Madònna mia, ariccoj- colta: chjama a rriccòrta. 2. raccolto
jéteme! || v. intr., porgere orecchio a pet- agrario: ll’~ pò èsse bbòna e ppò èsse
tegolezzi || Forme: Ind. pres. 2 riccòjje; mìsera. 3. mèsse.
3 ariccòjje, riccòjje; 5 ariccojjéte; 6 ariccudinà, ariccutinà, raccutinà, riccu-
ariccòjjono, raccòjjono | impf. 3 aric- dinà, riccutinà, v. tr., 1. mettere in or-
cojjéva, raccojjéva | perf. 3 ariccòrze, dine. 2. riunire: ariccudinò ssù l branco
riccòrze | fut. 5 ariccojjaréte || P. pass. di li pècore. 3. raccogliere: ~ n fascétto
ariccòrto, raccòrto, riccòrto. de frasche sécche di fratta, p’appiccià l
ariccojjamunnézze, riccojjemonnézze, fòco. 4. risparmiare. 5. procurarsi, rime-
s.m., pattumiera. diare.
ariccòjje: ➝ ariccòjja. ariccumannasse: ➝ ariccomannasse
ariccojjitìccio, raccojjitìccio, s.m. coll., (vd. ariccomannà).
1. casco; frutta un po’ guasta, che si rac- ariccummannà: ➝ ariccomannà.
coglie da terra. 2. cose scadenti || agg., ariccummannasse: ➝ ariccomannasse
raccogliticcio. (vd. ariccomannà).
ariccomannà, ariccummannà, racco- ariccunnì, v. tr., condire di nuovo.
mannà, raccommannà, riccummannà, ariccutinà: ➝ ariccudinà.
v. tr., raccomandare || ariccomannasse, aricèle: ➝ arecèli.
ariccommannasse, ariccumannasse, aricercà, ricercà, v. tr., 1. ricercare. 2. spi-
ariccummannasse, raccomannasse, ric- golare grappolini superstiti a vendem-
comannasse, ricommannasse, v. intr. mia ultimata: dòppo sdivignato, ce se
pron., raccomandarsi: me raccomanno passav’a rricercà | dòppo ch’évono fi-
man tutte vantre | tòcca ~ man tutte nito, che l padróne de la vigna éva fi-
cóme la Madalèna | m’ariccomanno, nito de raccòjje ll’uva, venéva sta
sta ttènto a le màchine! | vatt’a rricco- ggènte a rricercà. 3. andare alla busca
mannà ma ssam Magara! | s’ariccum- (di castagne, olive, nocciole).
mannò ma ssant’Antògno | ~ ll’ànema | aricercàjjòla, aricercatóra, s.f., (raro)
mdd. t’ariccommanni a ssam Bene- spigolatrice di frutta.
détto, se nom pijja di vérde pijja di aricercatìccio, ricercatìccio, s.m. coll., 1.
sécco (rif. all’innesto). grappolini spigolati: l vino dell’~ ce fa-
ariccomedà, ariccommedà, ariccomodà, cévono l bigónzo pe ccasa. 2. frutta rac-
v. tr., 1. accomodare di nuovo. 2. rac- colta nella busca.
conciare un oggetto rotto. aricercato, agg., 1. oggetto di indagini. 2.
ariccommannasse: ➝ ariccomannasse che ha troppe eleganze.
(vd. ariccomannà). aricercatóra: ➝ aricercajjòla.
ariccommedà: ➝ ariccomedà. aricéva: ➝ ricéve.
ariccomodà: ➝ ariccomedà. aricéve: ➝ ricéve.
Vocabolario
139

arichjamà, richjamà, v. tr., 1. chiamare a ariconoscènza: ➝ aricunoscènza.


sé. 2. richiamare alle armi: ll’arichja- ariconóscia: ➝ ariconósce.
mòrno sótto ma ll’arme. aricontá, v. tr., contare di nuovo.
arichjappà, v. tr., prendere di nuovo, ri- aricontata, s.f., atto di contare di nuovo.
afferrare. ariconvenì, v. intr., convenire di nuovo.
arichjède, richjède, v. tr., 1. chiedere nuo- ariconzolà: ➝ aricunzulà.
vamente. 2. chiedere la restituzione di ariconzolasse: ➝ aricunzulasse (vd. ari-
qualche cosa. 3. far richiesta. cunzulà).
arichjude, richjude, v. tr., richiudere. aricopià, v. tr., 1. ricopiare. 2. imitare il
ariciccià, riciccià, v. intr., 1. germogliare linguaggio altrui: lo sa ~ a la pirfiz-
di nuovo (spec. della patata). 2. spun- zióne.
tare di nuovo (di vegetazione). 3. (fig.) aricopiatìccio, s.m., (dispr.) ricopiatura.
ricomparire, ripresentarsi. aricopino: ➝ ricopino.
ariciónfola, ariciùffola, inter., dagli di aricoprì: ➝ arigoprì.
nuovo! aricórco, ricórco, s.m., tralcio propaggi-
aricionfolà, v. intr., 1. ripetere. 2. spette- nato || p. pass. e agg., abbattuto a terra
golare. dalle intemperie: l grano èra tutto ~,
aricità, ricità, v. tr., recitare. tutta na lèstra.
ariciùffola: ➝ ariciónfola. aricordà, aricurdà, ricordà, v. tr., ricor-
ariclamà, riclamà, v.intr., 1. reclamare. 2. dare: n temporale di quélle chi ssi fan-
(fig., scherz.) borbogliare: sentéva chi li n’aricordà || aricordasse, arecordasse,
bbudèlla ariclamàveno. aricurdasse, recordasse, v. intr. pron.,
aricòce, v. tr., cuocere di nuovo. ricordarsi: aricòrdete!, bada! | recòr-
aricolà, v. tr., filtrare di nuovo. dete!, id. | aricòrdetele! | aricordàmese!
aricomencià: ➝ rincomincià. | si nn’aricordò | ti nn’aricòrde? | vi
aricomincià: ➝ rincomincià. nn’aricurdate | me s’arecòrda cóme
aricompenzà, v. tr., ricompensare: l Zi- fusse jjère, lo ricordo benissimo | famo
gnóre t’aricompènze! d’aricordasse al moménto ggiusto! |
aricompóne, v. tr., ricomporre || aricom- gnuno si nn’aricòrda, ognuno se ne ri-
pónese, v. intr. pron., ricomporsi. corda | aricòrdete che sse tte c’aritròvo
aricomprà, v. tr., comprare di nuovo. la paghe | num m’aricòrdo manco
ariconcijjà, v. tr., riconciliare. quéllo ch’hò mmagnato a ppranzo, ho
ariconósce, areconósce, ariconóscia, ari- la memoria molto labile || Forme: Ind.
cunósce, riconóscia, v. tr., 1. ricono- pres. 1 aricòrdo; 2 aricòrde; 3 arecòrda,
scere: nun volìvono aricunóscelo. 2. aricòrda; 5 aricordate, aricurdate | perf.
legittimare un figlio naturale. 3. rispet- 3 aricordò | fut. 5 aricordaréte | 6 ari-
tare: n’ariconósciono ppiù gnuno || cordaranno | Imper. 2 aricòrdete.
Forme: Ind. pres. 1 aricunóscio; 6 ari- aricordanza: ➝ ricurdanza.
conósciono | impf. 3 aricunusciva; 6 aricordatóro, aricurdatóro, ricordatóro,
arecunuscéveno | perf. 3 ariconòbbe; 6 agg., 1. memorabile. 2. solenne: do-
aricunuscinno | fut. 5 ariconosciaréte | mane è ffèsta aricordatóra | la cìccia se
Cong. impf. 3 ariconoscésse | P. pass. magnava na vòrta ll’anno pe le fèste ri-
aricunusciuto. cordatóre. 3. (antifr.) di avvenimento
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
140

negativo che lascerà brutto ricordo. aricurdatóro: ➝ aricordatóro.


aricórre, aricurre, ricórre, v. intr., 1. cor- aricurre: ➝ aricórre.
rere di nuovo: aricurze sùbbeto a Vvi- aricurvo, agg., ricurvo.
tèrbo. 2. ricorrere. aricustruì, ricustruvì, v. tr., ricostruire.
aricorrènza, s.f., ricorrenza. aridà, aredà, ridà, v. tr., 1. restituire: ri-
aricovarà, v. tr., ricoverare: ll’aricova- dàjjele! | “te ll’ha rridate mae l qua-
rònno al cronicàrio || aricovarasse, ri- trine?” “sé, ncartate ma na fòjja de
covarasse, v. rifl., 1. ripararsi, mettersi rosmarino” | se pò ssapé qquanno me
al riparo: piòve fòrte, toccarà ~ da quar- ll’aredae quélle quatrine? 2. dare di
che pparte. 2. entrare in ospedale. nuovo || ~ arrèto, ~ addiètro, v. intr., tor-
aricovarato, s.m., chi è ricoverato: ll’ari- nare indietro: li ggènte aridàveno arrèto
covarate dill’uspìzzio. | arediède addiètro e anniède m piazza.
aricóvero, aricóvro, ricóvro, s.m., rico- aridacapo, inter., di nuovo daccapo!
vero. aridajje, aredajje, ridajje, inter., dagli di
aricóvro: ➝ aricóvero. nuovo!: (scherz.) aridajje!, sènte ch’è
aricquistà, v. tr., riacquistare. ddórce.
aricramà: ➝ recramà. ariddiricchjasse, v. rifl., rannicchiarsi di
aricrésce, v. intr., 1. ricrescere. 2. ripren- nuovo.
dere a germogliare || Forme: Ind. pres. 6 ariddoprà, v. tr., adoperare di nuovo.
aricrésciono | impf. 6 aricrescévono | ariddótta, s.f., riddótto1, s.m., 1. riunione
perf. 3 aricriscì | P. pass. aricrisciuto. chiassosa: famo ll’~ de li fijji. 2. luogo
aricucì, v. tr., cucire di nuovo. di raduno: quéllo è l ~ del vagabbónne.
aricucita, s.f., atto di ricucire alla meglio. ariddótto: ➝ aredótto.
aricumincià: ➝ rincomincià. aridduce, ariddùcia, reduce, ridduce, ri-
aricunfruntà, v. tr., controllare di nuovo. duce, ridùcia, v. tr., ridurre: se menava
aricunósce: ➝ ariconósce. de fianco, s’allisciava, pe ffà aridduce l
aricunoscènza, ariconoscènza, s.f., rico- cannaùccio a ppezzétte | ll’hann’arid-
noscenza. dótta m parmo | ~ a stracc’a bbrache,
aricunzolà: ➝ aricunzolà. sfinire | ~ m pìzzico, annichilire | ~ cén-
aricunzulà, ariconzolà, aricunzolà, con- ner’e ppanne spòrche, rendere malcon-
zolà, cunzolà, cunzulà, riconzolà, v. tr., cio | lo fa ridduce ma m bùrchjo de
consolare: vène qquà, te conzólo io!, nóce, lo mortifica | è rridótto n zal-
(antifr.) ti sistemo, ti picchio || aricun- làżżaro (con il vestito sporco e in disor-
zulasse, ariconzolasse, conzolasse, cun- dine) || ariddùcese, ariddusse,
zolasse, riconzolasse, v. rifl., consolarsi: aridùcese, riddùcese, ridùcese, v. rifl.,
si cunzól’a vvédel’annà vvia | li tòcca 1. ridursi: cóme te sèe aridutto! | ~ pe la
conzolasse coll’ajjétto (di magra con- carità, finire in miseria | m’aridduco
solazione) || Forme: Ind. pres. 1 con- sèmpr’all’ùrtimo moménto a ffà le còse
zólo; 3 cunzóla | perf. 4 s’ariconzo- | s’ariddusse pèll’e òssa, divenne ma-
làssemo | 6 s’aricunzolònno. grissimo | s’èra ariddutto male na
aricurdà: ➝ aricordà. massa, era ridotto malissimo. 2. rinca-
aricurdasse: ➝ aricordasse (vd. ari- sare || Forme: Ind. pres. 1 aridduco, re-
cordà). duco; 3 aridduce; 6 ariddùciono | perf.
Vocabolario
141

3 ariddusse | P. pass. ariddótto, arid- arïèsce bbène | è arïescito male. 3. ri-


dutto, aridótto, aridutto, riddótto, rid- sultare, fruttare: sta cìccia nun rïèsce
dutto | Ger. riducènno. tanto (alla cottura) || Forme: Ind. pres. 1
ariddùcia: ➝ aridduce. arïèscio; 3 arïèsce, rïèsce; 4 rïuscimo |
ariddusse: ➝ ariddùcese (vd. ariddùce). impf. 3 arïesciva | perf. 6 rïuscinno | P.
aridì, ridì, v. tr., 1. dire di nuovo. 2. ri- pass. arïescito, arïuscito.
portare, spettegolare: ll’aridice sèmpre arïèssa: ➝ arïèsse.
le cóse. 3. ripetere: v’aridico curàggio! arïèsse, arïèssa, v. intr., esser di nuovo:
| si lu féce aridì | sintiva li prèdeche, chi arisémo da cap’a ddódece, siamo dac-
ppò éssa aridiciva pare pare spiccicate. capo | arïèreno llì, erano daccapo ||
4. criticare: c’ha ssèmpre da ridì. arièssece, esserci di nuovo: aricèra |
aridiventà, v. intr., diventare di nuovo. ariciaricè (scherz.), c’è di nuovo per
aridótto: ➝ aredótto. due volte consecutive | c’arïadèra |
aridùcese: ➝ ariddùcese (vd. ariddùce). c’arisémo và!, siamo di nuovo daccapo,
aridunà, ridunà, v. tr., 1. raccogliere. 2. guarda!
riunire: aridùneno l branco || aridu- arifà, refà, rifà, v. tr., rifare: arifà l lètto,
nasse, v. rifl., riunirsi: s’aridunòrno mal riordinare il letto | (scherz.) tené, arifa-
vìcolo | gni séra s’aridunàveno na céteve ll’òcchje! (detto mostrando
massa di ggènte. q.cosa) | arifà la fratta, infittire la siepe
aridunata, s.f., riunione, raduno. con spine | si sse róppe, n fa gnènte,
aridutto: ➝ aredótto. ll’arifacémo nòvo | n vestito arifatto da
ariè, inter., voce per cacciare le pecore. uno vècchjo, cucito con la stoffa di un
arïècco, rïècco, avv., ecco di nuovo: ~ altro vecchio | carne arifatta cu le patate,
questue | mdd. ~ ll’acqua, ecco di ripassata in padella | corcasse sul made-
nuovo quel noioso | rïèccheme, eccomi razzo rifatto (la cui lana è stata allargata)
di nuovo | arïècchete, rïècchete, eccoti | sèe m pidòcchjo rifatto e ttanto bbasta
di nuovo | arïèccolo, rïèccolo, rïèc- || arifasse, rifasse, v. rifl., 1. vendicarsi:
chelo, eccolo di nuovo | arïèccala | m’ha ddato na fregatura, maprò mi sò
arïècchece | arïècchele, eccoli, eccole arifatto. 2. rimettersi alla pari, compen-
di nuovo. sarsi: m’éte fatto spènna tròppo, vorrà
arieggià, v. intr. impers., spirare leggero ddi che ss’arifarémo n’antra vòrta. 3.
di vento. pavoneggiarsi: se n’arifà. 4. rifarsi: s’ari-
arïèjjo, avv., ecco di nuovo: arïèjjolo | facìveno cristiane co la crésema | ari-
arïèjjele. fasse la bbócca, ingerire un cibo dolce |
arïempì: ➝ empì. rifasse vivo, ricomparire || arifacce, v.
arïentrà, arijjentrà, arrijjentrà, v. intr., ri- intr., ripetere: c’arifae? | e cc’arifà, sènte
entrare: arïéntra l patre da guernà l zu- ch’è ddórce | nu jje bbasta, c’arifamo ||
maro | arïentràvan’a ccasa | arifacce, inter., ridagli!, ripeti! || Forme:
arijjentràssemo al paése. Ind. pres. 1 arifò; 4 arifacémo; 6 arifé-
arïescì, arïuscì, rïescì, rïuscì, v. intr., 1. ri- ceno | impf. 6 arifacìveno | P. pass. are-
uscire: è ndifìcele, num m’arïèsce. 2. fatto, rifatto | Ger. rifacènno.
dare buon risultato: l lavóro nu ll’arïe- arifardisse, v. intr. pron., tirarsi indietro:
sciva | fà rrïescì l lavóro | l lavóro n t’arifardì! | s’è arifardito all’ùrtemo
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
142

moménto. intr., riflettere: ariflettémece bbène! |


arifatto, rifatto, agg., 1. raffermo: c’è rri- arifrèttece sópra! | a rreflèttece bbène,
masto sólo l pane ~ de jjère. 2. rassere- nun convène || Ger. arifrettènno.
nato: (prov.) tèmpo ~ di nòtte, nun dura. arifónne, v. tr., fondere di nuovo || Forme:
3. scardassato di nuovo (rif. a mate- P. pass. arifuso.
rasso). ariformà, v. tr., dichiarare inabile al ser-
ariferrà, riferrà, v. tr., 1. fissare di nuovo vizio militare.
il pezzo d’acciaio su un attrezzo. 2. ri- arifornito, agg., rifornito.
fare il filo di un attrezzo. 3. ferrare di arifreddatura, s.f., raffreddatura.
nuovo: ce ll’hae portat’a rriferrà l zu- arifregà, v. tr., fregare di nuovo || ari-
maro? fréga, inter., dagli di nuovo!, insisti!: ~
ariffigurasse, vd. rafficurà. la tòpa! | ~ l zantaro! (espr. di fastidio).
ariffilà, arifilà1, v. tr., 1. diminuire di arifrescà, arinfrescà, rifrescà, rinfrescà,
spessore. 2. affilare di nuovo. v. tr., 1. rendere fresco. 2. dar sollievo.
ariffreddasse, rifreddasse, v. intr. pron., 3. rinnovare: l cumpare e la cummare
raffreddarsi: sè tutto sudato, t’ariffrédde arinfrescàveno la cumparanza. 4. arieg-
| sò rrifreddato. giare: métte l vestite a ppijjà ll’aria, pe
arifiatà, rifiatà, v. intr., 1. respirare: n rrinfrescalle. 5. scerbare una seconda
z’arifiata ògge, co sto callo. 2. parlare: volta: ce se ripassa co n lavóro più lleg-
n’arifiata, tace. 3. riposarsi brevemente. gèro, s’arifrésca || v. intr. impers., rin-
4. trovare sollievo da malattia o diffi- frescare, farsi fresco (del clima):
coltà: ce ll’émo fatta, finarménte s’ari- comìncia rrinfrescà || arifrescasse, ri-
fiata, si Ddio vòle. frescasse, v. rifl., rinfrescarsi.
arifiatata, s.f., 1. momento di riposo. 2. arifrètte: ➝ ariflètte.
sollievo. arifrìgge, rifrigge, v. tr., 1. friggere di
arifilà1: ➝ ariffilà. nuovo. 2. (fig.) ripetere: qué sò ccòse
arifilà2, rifilà, v. tr., appioppare: te rifilo m fritt’e rrifritte, arcinote.
pappóne si nu la smétte | l zu patre li ri- arifriggèrio, rifriggèrio, s.m., refrigerio:
filò na papagna | ll’hò arifilato m pap- sto venticéllo dà m pò de ~.
póne. arifuggiasse, v. intr. pron., rifugiarsi.
arifinito, rifinito, agg., 1. elegante: si la arifurà, rifurà, v. intr., 1. avere uno
volémo dì ppiù rrifinita, se vogliamo sbocco: qué adè na strada ch’arifura,
esprimerci correttamente. 2. molto con uscita | quélla dò, arifura sto vì-
abile, esperto: è n artista ~. 3. esatto: n colo?, signora, ha uno sbocco questo vi-
lavóro ~. colo? 2. penetrare: le grégne sò mmésse
arifinitura, s.f., rifinitura. male e ll’acqua rifura fino a ffónno
arifiorì,v. intr., rifiorire || Forme: Ind. fut. (nella bica).
6 arifiorisciaranno. arigalà: ➝ rigalà.
arifirì, v. tr., riferire || Forme: Ind. pres. 1 arigalo: ➝ rigalo.
arifirìscio | impf. 3 arifiriva. ariggettà, riggettà, v. tr., vomitare.
arifiutà: ➝ rifiutà. ariggirà, riggirà, v. tr., 1. interpretare:
ariflètte, arifrètte, reflètta, reflètte, ri- ariggira sèmpre le còse cóme li pare. 2.
flètte, rifrètte, v. tr., rispecchiare || v. girare, muovere in circolo. 3. raggirare
Vocabolario
143

|| v. intr., 1. circolare in pubblico di nuovo.


nuovo. 2. funzionare di nuovo: ll’urlòg- arilassà, v. tr., lasciare di nuovo.
gio poté ~ cóme pprima || ariggirasse, arilavà, v. tr., lavare di nuovo.
areggirasse, v. rifl., voltolarsi nel letto. arilegà, v. tr., 1. legare di nuovo. 2. rile-
ariggiratóre, s.m., ingannatore. gare un libro.
ariggistrà, reggistrà, riggistrà, v. tr., re- arilègge, arilèggia, relègge, v. tr., rileg-
gistrare. gere || Forme: Ind. pres. 1 relèggio | Ger.
ariggiù, inter., giù di nuovo! arileggènno.
ariggiuntà, v. tr., aggiuntare di nuovo. arilèggia: ➝ arilègge.
arignignolito, rignignolito, agg., 1. rim- arilegrasse: ➝ arillegrasse (vd. aril-
becillito. 2. rattrappito. legrà).
arigoprì, aricoprì, arigropì, arigrupì, v. arilètta, rilètta, s.f., 1. rilettura. 2. ripasso
tr., ricoprire: ~ l zéme cu la zzappa, zap- della lezione.
pando | ~ li magagne, nascondere le ma- arilevà, v. tr., togliere di nuovo.
lefatte | a la séra ll’arigropìveno l fòco, arilevato, arillevato, rilevato, agg., 1.
(ricoprivano la brace con la cenere) || pronunciato, sviluppato: si la véde, è na
arigoprisse, arigrupisse, v. rifl., rico- dònna cor pètto rilevato. 2. cresciuto ra-
prirsi: mdd. si vò arigrupì cu li pénne pidamente: n regazzo bbèll’~ s’è ffatto.
dil pavóne, vuole farsi bello, attribuirsi 3. elevato. 4. ben pasciuto, florido.
meriti che non ha | (d.) gnuno s’ari- ariliggióso (raro), riliggióso, agg., reli-
gròpe cu li su panne, ciascuno se la gioso.
cava da solo | è ita male, ma ss’arigòpre arilìquia, relìchja, rilìchja, s.f., reliquia:
co le su frónne || Forme: Ind. pres. 3 ari- éssa lo tène cóme na rilìchja l marito, è
gòpre, arigròpe | impf. 6 arigropìveno | oggetto di ogni sua cura | tené na còsa
fut. 3 arigroparà | P. pass. aricopèrto | pe rrelìchja, (iron.) non utilizzarla.
Ger. arigoprènno. arilitecà, v. intr., litigare di nuovo: se
arigropì: ➝ arigoprì. sènte ch’arilìtecheno n’antra vòrta.
arigrupì: ➝ arigoprì. arillà ➝ arrellà.
arigrupisse: ➝ arigoprisse (vd. ari- arillegrà, arilligrà, rillegrà, v. tr., ralle-
goprì). grare || arillegrasse, arilegrasse, arilli-
ariguardà, riguardà, v. intr., 1. guardare grasse, v. intr. pron., rallegrarsi ||
di nuovo. 2. rispettare: la bbiffa vor- Forme: Ind. pres. 6 arillègreno.
rébbe dì, la mettévono su m prato, per- arillegrata, rillegrata, s.f., 1. festa, ban-
ché dovéva èsse riguardata, che n ce chetto. 2. merenda tra amici.
dovésse pascolà nnessuno (a proposito arillegrato, agg., 1. rallegrato. 2. (fig.,
del divieto di pascolo). 3. concernere: rec.) alticcio.
nun zò ccòse che ll’ariguàrdono qué || arillevato: ➝ arilevato.
riguardasse, v. rifl., aver cura di sé. arilligrà: ➝ arillegrà.
arigulìzzio: ➝ ligorìzzio. arilligrasse: ➝ arillegrasse (vd. arille-
arijjempì: ➝ empì. grà).
arijjempisse: ➝ empisse (vd. empì). arillustrato, agg., lucido.
arijjentrà: ➝ arïentrà. ariluccicà, v. tr., lucidare, far splendere.
arilampà, v. intr. impers., lampeggiare di ariluce, v. intr., risplendere: c’arilucèveno
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
144

du òcchje nére | si bbèllo, ma n’ariluce!, (prov.) a ttutto s’arimèdia, méno ch’a la


(iron.) sei bello, ma non sei trasparente! mòrte || Forme: Ind. pres. 2 arimèdie; 3
(si dice a chi si para davanti, impedendo arimèdia; 4 arimediamo | impf. 6 ari-
la vista) | mdd. nun è ttutt’òro quéllo mediàvono | fut. 1 arimediarò | P. pass.
ch’ariluce, l’apparenza inganna. rimediato.
arilucènte, agg., splendente. arimediato, aremediato, agg., rimediato:
arimagnà, rimagnà, v. tr., mangiare di adè na còsa arimediat’a la mèjjo.
nuovo: regà, ppiòve. arimagnamo! || arimèdio, s.m., rimedio.
arimagnasse, remagnasse, v. intr. pron., arimeretà, v. tr., ricompensare: san Fran-
ricredersi: ~ la paròla | remágnete césco v’arimèrete! (espr. di ringrazia-
quéllo ch’ha détto! mento per un atto di misericordia) | Dio
arimané: ➝ aremané. v’arimèrete!
arimannà: ➝ aremannà. arimescolà, v. tr., rimescolare.
arimargenà, remarginà, v. intr., rimargi- arimétta, aremétte, arimétte, remétte, ri-
nare || arimargenasse, v. intr. pron., ri- métte, v. tr., 1. mettere di nuovo: vulìa
marginare. arimettéllo a ssèsto, in sesto | ~ li cóse
arimaritasse, v. rifl., maritarsi nuova- a ppòsto | arimise la cannèlla, infilò di
mente, passare a seconde nozze. nuovo il rubinetto della botte | toccava
arimbambiménto, s.m., rimbambimento. ariméttala sótto, immergerla di nuovo
arimbambisse, v. intr. pron., rimbambire. (rif. alla canapa). 2. perdere: c’arimise
arimbarzà, rimbarzà, v. intr., rimbalzare. la vita | mica che cc’àbbia remésso a
arimbeccà, rimbeccà, v. tr., ribattere, re- vvénnelo | mdd. c’arimétte pèzz’e on-
plicare vivacemente. guènto, tutto. 3. immagazzinare: l grano
arimbicillito, agg., rimbecillito. s’arimettéva drénto ma la stànzia. 4. ri-
arimboccà, aremboccà, rimboccà, v. tr., mettere, rinchiudere: arimettémo la mà-
1. rimboccare. 2. colmare un recipiente: china, ch’è mmèjjo | vò ~ le bbèstie
ll’acqua di la callara s’addoprava pe ~ (nella stalla). 5. raccogliere, ritirare in
la pila de li fìscole (rif. al lavoro nel casa: ~ li panne stése || ariméttese, v.
frantoio). rifl., 1. rimettersi: ~ a ccurra. 2. ritirarsi
arimbombà: ➝ aribbobbà. all’interno: s’arimìsero déntro. 3. rinca-
arimboscà, v. tr., rimboscare. sare. 4. migliorare: ~ m palla, ristabilirsi
arimbottà, v. tr., travasare vino. | veggarae che l tèmpo se rimétte m pò,
arimbracà, v. tr., mettere un palo di so- dòppo arivène cóme pprima || Forme:
stegno sotto i rami carichi di un albero. Ind. pres. 3 arimétte, rimétte | impf. 3
arimbrojjasse, v. intr. impers., annuvo- arimettéva; 4 arimettémmo | perf. 3 ari-
larsi, guastarsi di nuovo (rif. al tempo). mise; 4 arimettéssemo; 6 arimìsero |
arimedià, remedià, rimedià, v. tr., 1. ri- Imper. 4 arimettémo | P. pass. remésso.
mediare, raggruzzolare: le spigaròle arimétte: ➝ arimétta.
arimediàvono na manciata de grano | arimirà, rimirà, v. tr., 1. ammirare. 2. fis-
(scherz.) arimediamo? (detto a chi va sare: ma sbrìghete, chissà ch’arimire!
alla cerca). 2. trovare: pure tu ha rime- arimmaricasse, v. rifl. pron., rammari-
diato bbène. 3. buscarne: sta ttènto carsi.
ch’arimèdie! || v. intr., portare rimedio: arimmennà1, rimmennà, v. tr., emendare,
Vocabolario
145

convertire, salvare || arimmennasse, v. farà ~ | me fa ~ l magnà || arimpónese,


rifl., emendarsi, pentirsi. rimpónese, v. intr. pron., andare di tra-
arimmennà2, v. tr., rammendare. verso: me s’è arimpòsto l damagnà.
arimmentasse: ➝ rimmentasse (vd. rim- arimprïorito, rimprïorito, agg., 1. inci-
mentà). trullito. 2. infreddolito. 3. acciaccoso,
arimmèteca, s.f., aritmetica. malaticcio. 4. trasognato.
arimminchjonito, agg., (euf.) rimbecil- arimprovarà, rimprovarà, rimproverà, v.
lito, rimminchionito. tr., 1. rimproverare: ll’arimprovarava
arimodernà, arimudernà, rimodernà, v. sèmpre la su nònna. 2. (fig.) provocare
tr., 1. rimodernare. 2. modificare un ve- rigurgiti di stomaco: ma mmì l peparóne
stito vecchio: li dònne sposate arimu- a ccéna me rimpròverono, ce lu sae.
dernàveno ll’àbbito néro. arimucinà, rimucinà, v. tr., 1. rovistare:
arimodernata, rimodernata, s.f., rimo- arimucìnete llà ppe le saccòcce! 2. per-
dernatura: li danno na rimodernata quisire || v. intr., (fig.) borbogliare: t’ari-
com’adè. mucina nel còrpo dòppo magnato.
arimontà, v. intr., montare di nuovo: ari- arimudernà: ➝ arimodernà.
montò sul zomaro e ppartì. arimulinà, rimolinà, rimulinà, v. intr.,
arimorchjatóre, s.m., (raro) rimorchia- vorticare.
tore. arimunito, agg., 1. striminzito. 2. dive-
arimòve: ➝ aremòva. nuto corto (di vestito).
arimòvese: ➝ aremòvese (vd. aremòva). arinasce, arinàscia, rinasce, v. intr., rina-
arimpatrià, v. intr., rimpatriare. scere: me sènto ~, me pare d’èss’arinato
arimpennà, rimpennà, v. intr., rinvigo- | me sènto rinato co sta bbevuta d’ac-
rire, tornare in buona salute dopo una qua frésca.
malattia: ha rrimpennato l compare, ha arinàscia: ➝ arinasce.
visto? arincappellà, rincappellà, v. tr., correg-
arimperticà, rimperticà, v. intr., rinvigo- gere la qualità del vino: s’arincappèlla,
rire, tornare in buona salute dopo una quanno l vino vizziato se ripassa su la
malattia. vinàccia ggióvene.
arimpiagne, rimpiagna, rimpiagne, v. tr., arincarà, v. tr., aumentare il prezzo di
rimpiangere: lo rimpiagneranno tutte, q.cosa || v. intr., aumentare di prezzo.
veggarae. arincarcà, v. tr., pressare materiale.
arimpiazzà, rimpiazzà, v. tr., sostituire: arincarcià, v. tr., impagliare di nuovo un
na filagna vècchja s’arimpiazzava. mobile.
arimpiccolì, rimpiccolì, v. tr., rimpiccio- arincartà, v. tr., avvolgere nella carta:
lire: éva da ~ n vestito da òmo e rrifallo arincàrtala mèjjo!
pe n fijjo. arincarzatura, s.f., rincalzatura di una
arimpinzasse, v. tr., rimpinzarsi. pianta.
arimpóna: ➝ arimpóne. arincasà, v. intr., rincasare: a la séra nu li
arimpóne, arimpóna, rimpóne, v. intr., pare mae óra d’~.
andare di traverso (detto del cibo): co arincazzomattito, agg., strambo: c’éva l
sta lagna me lo fae ~ sto bboccóne | mi ciarvèllo m pò ~, chi lu faciva raggionà
ll’éte fatta arimpóna sta marènna | te la cóme li pariva.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
146

arinchjuda: ➝ arinchjude. spèce la séra.


arinchjude, arenchjude, arinchjuda, ren- arinfardisse, v. intr. pron., ricredersi.
chjude, rinchjude, v. tr., 1. rinchiudere. arinfortezzà, v. tr., 1. rinforzare, aumen-
2. ricoverare in un ospizio: sò vvècchja, tare la gradazione: ll’arinfortezzamo l
ma l fijje nun dìcheno d’arinchjùdeme vino, quanno lo spaccamo. 2. fortifi-
|| arenchjùdese, v. rifl., rinchiudersi || care: sùbboto arinfortézzano tutte l
Forme: Ind. perf. 6 arinchiudénno | P. mure || arinfortezzasse, v. intr. pron., rin-
pass. arinchjuso, renchjuso. forzarsi: l facchine s’arinfortezzòrno cul
arinchjuso, agg., segregato. vino e m maritòzzo.
arincojjombolito: ➝ arincojjommelito. arinforzà, rinforzà, v. tr., rinforzare ||
arincojjommelito, arincojjombolito, arinforzasse, v. intr. pron., rinforzarsi.
arincojjommolito, agg., (euf.) rimbecil- arinfrescà: ➝ arifrescà.
lito, rimminchionito. arinfrescata, rifrescata, rinfrescata, s.f.,
arincojjommolito: ➝ arincojjommelito. 1. pioggerella estiva: na bbèlla ~ fa-
arincojjonito, arencujjunito, arincujjo- rébbe bbòno pi la campagna. 2. lavora-
nito, rincojjonito, rincujjonito, agg., 1. zione superficiale con l’aratro. 3. atto di
stordito. 2. rimbambito. 3. arterioscle- rinfrescare || dim. rinfrescatina.
rotico. arinfrescato, agg., affrescato: c’è l zuf-
arincollà, v. tr., riprendere in spalla: fitto ~ ch’è na bbellézza.
quéllo, quanto s’arincòlla l pacco e aringalluzzisse, v. intr. pron., riconfor-
cchjappa via. tarsi.
arincompènza, rincumpènza, s.f., ricom- aringiovanì: ➝ ringiovanì.
pensa. aringommà, ringommà, v. tr., cicatrizzare
arincontrasse, rincontrasse, v. tr. recipr., || v. intr., cicatrizzarsi (di taglio su ramo
incontrarsi di nuovo: t’arincontrarae o di innesto).
nzième cun éssa. aringommatura, s.f., cicatrizzazione.
arincorà: ➝ rincorà. aringranà: ➝ ringranà.
arincorasse: ➝ rincorasse (vd. rincorà). aringrazzià, ringrazzià, v. tr., ringraziare:
arincórre, v. tr., rincorrere. Signóre, v’aringràzzio! | aringraz-
arincórza: ➝ rincórza. zianno, la rifiutàssemo ggintirménte |
arincrésce, arencrésce, rincrésce, v. intr., “cóme state?” “aringrazziamo Ddio!” ||
dispiacere: ll’arincrésce a ttirà ffòra l Forme: Ind. pres. 1 aringràzzio; 4 arin-
quatrine | m’arincrésce davéro, cummà, grazziamo | perf. 6 aringrazziònno |
ma num pòzzo | m’arincriscìa m pò a Cong. pres. 6 aringràzzieno | Imper. 4
mmurì, gna che ddiche la veretà. aringrazziamo | Ger. aringrazzianno.
arincricchjasse, v. intr. pron., piegarsi. arinnà, arïannà, rïannà, rinnà, v. intr., 1.
arincricchjato: ➝ rincricchjato. andare di nuovo: io rivò n campagna |
arincricchjolà, v. intr., rattrappirsi. pe la nòtte toccava ~ ffà n antro fàscio
arincujjonito: ➝ arincojjonito. d’èrba | decise d’arinnallo a ttròva |
arincumincià: ➝ rincomincià. ggià cci sò stato e mmó cc’arivò | gna
arinfaccià, rinfaccià, v. tr., rinfacciare, ch’arivada al mi paése. 2. tornare: sémo
rimproverare || v. intr., provocare rigur- rinnat’a ccasa prèsto || rinnàssene, v.
giti di stomaco: la cipólla rinfàccia, intr. pron., andarsene di nuovo: se ne sò
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
148

rinnate || Forme: Ind. pres. 1 arivò, rivò; gliare: sto filo s’è ttutto arintorcinato |
3 arivà; 4 arïannamo, arinnamo | impf. arintorcìnelo, sà!, (antifr.) bada di non
6 arinnàveno | perf. 3 arïanniède; 4 aggrovigliarlo! 2. attorcigliare: rintorcì-
arinnàssemo; 6 arinnièdono | Cong. nelo sù!
pres. 1 arivada | Cond. pres. 1 rïanna- arintorcinata, s.f., azione di aggrovi-
rébbe | P. pass. rinnato. gliare.
arinnegà, rinnegà, v. tr., rinnegare || v. arintorzasse, rintorzasse, v. intr. pron.,
intr., recalcitrare: sta bbèstia nun rin- rimporsi di cibo o vino, rimanere nella
nèga. strozza: jje s’arintorzò ma la góla,
arinnomato: ➝ arinomato. mmoménte se stròzza.
arinnovà, rinnovà, v. tr., 1. ringiovanire arintronà: ➝ arentronà.
una pianta potandola: pe rrinnovalla, la arintronato, agg., rimbambito.
vita vècchja tòcca tajjalla tra le du arinunzià: ➝ rinunzià.
tèrre, riva tròppo sù sennò, sfugge. 2. arinvecchjà, rinvecchjà, v. tr., stagionare,
sostituire una vite mancante sul filare. invecchiare (rif. a vino): passato
3. imporre al proprio figlio il n. di un ll’anno, l vino arinvecchjato divènta più
genitore: adèsso n ze rinnòvono ppiù le bbòno.
nòme cóme na vòrta || arinnovasse, v. arinvenì, rinvenì, rinvinì, v. intr., 1. rin-
rifl., rinnovarsi. venire: arinvinne tutt’um bòtto. 2. am-
arinò, inter., no una volta ancora!: ma che morbidirsi, riprendere freschezza: l
n ce sènte? te dico ~! pane sòdo, se lo riscalle m moménto,
arinomato, arinnomato, agg., rinomato, rinvène | le spighe de grano rinvèn-
famoso. gheno la mattina dóppo | l carzolaro
arintanasse, arentanasse, rintanasse, v. métt’a mmòllo la pèlle e rrinvène | a la
intr. pron., chiudersi in casa, isolarsi: mattina l grano èra m pò rrinvenuto. 3.
nun èsce mae da casa, sta ssèmpr’arin- dilatarsi (rif. al legno di vasi vinari im-
tanato cóme n romito. mersi in acqua). 4. riprendere forza ||
arinterzà, rinterzà, v. tr., 1. seminare il Forme: Ind. pres. 3 rinvène; 6 rinvèn-
grano ogni tre anni. 2. ripetere un’ope- gheno | perf. 3 arinvinne | P. pass. rin-
razione: s’arintèrza ll’adacquatura dó venuto.
c’è ll’acqua de sopravanzo, si effettua arinverdì, v. intr., rinverdire.
un’irrigazione supplementare dell’orto. arinvèrzo (all’), loc. avv., alla rovescia:
3. effettuare l’aratura primaverile. la staggióne va ttutta ~ (sulle cattive
arinterzata, rinterzata, s.f., 1. operazione condizioni atmosferiche).
di semina del grano ogni tre anni. 2. ir- arinvigorisse, v. intr. pron., rinvigorirsi.
rigazione supplementare: se dà na ~, si arinzecchisse: ➝ rinzecchisse.
cce sèrve. arinzerrà, v. tr., rinchiudere.
arintonacà, v. tr., intonacare di nuovo: arïocà, arivocà, rïocà, v. intr., ripetere, ri-
sarébbe óra d’arintonacallo l tinèllo. cominciare || arïocacce, rïocàcce, v.
arintonacata, s.f., operazione di intona- intr. pron., ripetere un’azione, rifarci: e
care di nuovo. mmó c’arïòche, ci rifai.
arintoppolà, v. intr., rintoccare. arioplano: ➝ areoplano.
arintorcinà, rintorcinà, v. tr., 1. aggrovi- arïoprì: ➝ ariaprì.
Vocabolario
149

aripagà, v. tr., ricompensare. sóne se càmbiono, dó sèrvono. se passa


ariparà, areparà, v. tr., 1. riparare, ag- a rripezzà, quarcuno che ccède prima.
giustare. 2. coprire, proteggere || aripa- la ròbba vècchja se lèva, ce s’arimétte
rasse, v. rifl., ripararsi, proteggersi: bbòna. 3. (fig.) rimediare, guarire: na
s’arepàreno dal fréddo. malattia che n z’aripèzza quélla, ingua-
ariparato, agg., appartato, protetto: an- ribile.
guàttala n quarche ssito ~! aripezzata, s.f., azione di arrangiare
ariparlà, v. intr., parlare di nuovo: n’ari- q.cosa alla meglio: li dò n’~, ggià cche
parlarémo n’antra vòrta a ccòmmido || cci sò.
ariparlasse, v. rifl. recipr., tornare a par- aripiagne, v. intr., piangere di nuovo: làs-
larsi, rappacificarsi: s’èrono stizzate e solo stà l fijjo, sinnò aripiagne.
mmó ss’aripàrlono, méno male. aripianà, ripianà, v. intr., salire di nuovo:
ariparo, s.m., riparo. quanno aripassò qqua l trèno, aripia-
ariparpasse, v. rifl., tirarsi indietro. nàssemo sù.
ariparpato, agg., timoroso: stava llì aripiantà, v. tr., piantare di nuovo: ari-
tutt’~. piantamo l bròccole pi ccasa.
aripartì, v. intr., partire di nuovo: aripar- aripiegà, v. tr., reclinare.
tìvemo p’arivenì a ccasa. aripièno, agg., ripieno, farcito: ha
aripassà, ripassà, v. tr., 1. rifinire un la- mméss’a ffà l cunijjo ~ al fórno pe
voro. 2. togliere le femminelle alla vite. ccéna.
3. effettuare un’operazione una seconda aripijjà, arepijjà, ripijjà, v. tr., riprendere:
volta: la torcitura la ripassava coll’uva n’aripijja fiato, chjàcchjara sèmpre |
vérgene, effettuava una seconda torchia- mdd. ~ ppane, cominciare un lavoro di-
tura, aggiungendovi altra uva | ~ la vi- pendente; tornare a lavorare nello stesso
nàccia, versare acqua sulle vinacce, per posto di lavoro || v. intr., rinvigorire:
farne vinello | sto vino è aripassato, di ll’èrba scarapata aripijja || aripijjasse,
seconda torchiatura. 4. arare la seconda v. intr. pron., riprendersi || Forme: Ind.
volta. 5. (fig.) sgridare. 6. (fig.) criticare: pres. 3 aripijja; 4 ripijjamo; 6 aripìj-
~ le còcce a uno, criticare, dire male di jano, aripìjjono | perf. 6 aripijjòrno | P.
qualcuno || v. intr., passare di nuovo: pass. ripijjato.
s’aripassa a rricercà, a spigolare. aripiòve, v. intr. impers., piovere di
aripassata, ripassata, s.f., (fig.) sgridata || nuovo.
dim. aripassatina. aripóne, ripóne, v. tr., riporre || prov.: chi
aripassatura, ripassatura, s.f., sfemmi- bbène aripóne, bbène ritròva | aripóne
nellatura della vite. métte bbène, ch’ógni còsa a llòco vène
aripenzà: ➝ arepenzà. || ripónese, v. rifl., nascondersi: ma
aripèta, v. tr., ripetere || v. intr., compe- vatt’a rripóne!, smettila!
tere: vacc’~ co qquestue, si ssè bbravo ariportà, riportà, ripurtà, v. tr., 1. portare
|| Forme: Ger. aripitènno. di nuovo. 2. portare indietro, restituire:
aripezzà, ripezzà, v. tr., 1. rattoppare: ari- jj’hò ddétto d’ariportàmmelo domane.
pèzzalo sùbboto sto strappo! | sto ve- 3. riferire: annàven’a rriportà. ha ntéso
stito, si ll’aripèzzo, ncór’e bbòno. 2. dì na cósa, num pò ffà mméno, si nu
riparare, aggiustare: ne la vigna l pas- ll’ariccónt’all’altri || v. intr., 1. fare la
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
150

spia. 2. spettegolare. ariprovà, riprovà, v. tr., provare di nuovo.


ariposà, v. tr., posare di nuovo: ll’aripò- aripulì, ripulì, v. tr., 1. ripulire: ~ la casa
sono n’antra vòrta la màchina (rif. alle pe Nnatale. 2. sperperare: se fa pprèsto
soste durante il trasporto della macchina a rripulì quélle quattro bbòcche. 3. vin-
di S. Rosa). cere al gioco: ll’aripulìnno ll’ùrteme
ariposasse, areposasse, riposasse, v. rifl., sòrde | ha rripulito, ha ffatto assospa-
riposarsi: ariposàmese m moménto, récchja. 4. sottrarre con l’inganno: l
regà! | l tata s’aripòsa mal lètto, ch’è quatrine mi ll’éte aripulite tutte. 5. vuo-
stracco | si fermònno sù dda capo, tare: aripulì bbène bbène l capagnóne
p’ariposasse m pélo | mi sò ariposato e nfino all’ùrtemo fico. 6. mangiare gli
stò mmèjjo | dòppo ch’évo cantato, avanzi: la ggènte affamata passava a ~
m’ariposò, e fféce du chjàcchjere co la tijja dil faciòle (al frantoio). 7. con-
qquéllo che mme stava vecino || Forme: sumare, divorare || aripulisse, ripulisse,
Ind. perf. 1 ariposò. v. intr. pron., 1. indossare abiti nuovi:
ariposata, riposata, s.f., il riposarsi: ògge s’aripuliva sù ccóme m paino cul còllo
famo na bbèlla ~ || dim. riposatina. pinzo. 2.(fig.) ficcarsi nei guai: te sè ari-
ariposino, s.m., sonnellino. pulito l canale, stai fresco. 3. curare la
arippiccicasse, riappiccicasse, v. intr. pulizia personale. 4. agghindarsi, ve-
pron., appiccicarsi di nuovo. stirsi con eleganza || Forme: Ind. perf. 6
arippresentà, rapprisentà, rippresentà, v. aripulinno.
tr., 1. rappresentare: facìvono sti puc- aripulimo, ripulimo, s.m., repulisti.
ciòtte, chi arippresentàveno l zullïóne. aripulisti, ripulisti, s.m., repulisti: famo ~
2. significare: e qqué che mm’arippre- staséra.
sènta?, che importanza ha? 3. simbo- aripulita, ripulita, s.f., 1. ripulitura. 2.
leggiare: rippresènta la pace. (scherz.) azione d’indossare abiti nuovi.
arippresentá: ➝ aripresentá. aripulito, ripulito, agg., 1. rifatto: quelue
arippresentazióne, rippresentazzióne, adè n villano ~, nu lo végghe? 2. incivi-
s.f., rappresentazione, recita. lito, dirozzato: la ggènte ripulita se ne
ariprènne, riprènna, riprènne, v. tr., ri- sta m pò sù.
prendere: li s’ariprése la smagna | ari- aripurificasse, v. rifl., purificarsi di
prése la strada di casa | ~ le majje, nuovo.
rimetterle sul ferro || v. intr. pron., rinvi- ariqquà ➝ arreqquà.
gorirsi: ha rripréso via l compare, si è ariquéllo, pron. dimostr., ancora quello.
ristabilito | mdd. ha aripréso, ha ffatto ariquisì, v. tr., (citt.) requisire: ram’e
cóme mmétta ll’òjjo mal lume, ha ri- ffèrro ll’ariquisìrono tutto, tèmpo de
preso vitalità. guèrra.
aripresentà, v. tr., presentare di nuovo: arireprecà, v. tr., ribattere, confutare nuo-
quanto si la vedémo aripresentà dda- vamente.
vante || aripresentasse, ripresentasse, v. arirrotolà, v. tr., arrotolare di nuovo.
intr. pron., presentarsi di nuovo. arisanà, v. tr., risanare.
aripricà: ➝ areprecà. arisapé: ➝ risapé.
aripricacce: ➝ areprecacce (vd. arep- arisartà, v. intr., 1. saltare di nuovo: ari-
recà). sartàssemo qquà. 2. risaltare, sporgere.
Vocabolario
151

arisbruffà, v. intr., sbruffare il liquido atto di sciacquare nuovamente. 2. acqua


dalla bocca: me fa schifo quanno ari- in cui si è risciacquato q.cosa. 3. (fig.)
sbruffa mal bicchjère (di bevitore in- breve pioggia.
gordo). arisciòjje, risciòjje, v. tr., sciogliere di
ariscallà, riscallà, scallà, v. tr., riscaldare: nuovo.
scallamo l fórno pe ccòcia | ariscalla arisciuttà, v. tr., asciugare di nuovo ||
ll’acqua! | mdd. a mmé la minèstra ri- arisciuttasse, v. rifl., asciugarsi di
scallata num me piace (per sconsigliare nuovo.
di riallacciare relazioni interrotte) || v. ariscoprì, v. tr., riscoprire.
intr. impers., intiepidirsi: ariscalla ariscòta: ➝ ariscòte.
ll’ària, se sta bbène || ariscallasse, ri- ariscòte, ariscòta, riscòta, riscòte, v. tr.,
scallasse, v. rifl., 1. riscaldarsi: ariscàl- riscuotere: passa pi le case a rriscòta.
lete! | ariscallàteve ntórn’al fòco! 2. ariscrive, v. tr., 1. scrivere di nuovo. 2.
(fig.) immischiarsi, intervenire nella prescrivere di nuovo una medicina: me
discussione. 3. (fig.) adirarsi: ce s’è ll’ariscrivarà, l dottóre.
ariscallato pure quéll’altro || Forme: ariseguità, v. intr., continuare di nuovo.
Ind. perf. 6 ariscallònno. ariseminà, v. tr., seminare di nuovo.
ariscallata, riscallata2, scallata, s.f., arisentì, v. tr., sentire di nuovo || arisen-
azione di riscaldare: li damo na scallata tisse, arisentissi, risentisse, v. intr. pron.,
a la pasta de pranzo || dim. ariscalla- 1. offendersi. 2. fare uno scatto improv-
tina, scallatèlla. viso. 3. reagire || v. rifl. recipr., avere un
ariscallo: ➝ riscallo. nuovo colloquio, incontrarsi di nuovo:
ariscappà, v. intr., 1. uscire nuovamente s’arisentimo una de ste sére | allóra ari-
fuori: ariscappe di llì. 2. risultare, deri- sentìmese! || Forme: Ind. pres. 4 arisen-
vare: m’è nnata bbène, c’è ariscappato timo | impf. 1 arisentévo | perf. 3
m bòn guadagno. arintése.
ariscassà, v. tr., lavorare nuovamente un arisentissi: ➝ arisentisse (vd. arisentì).
terreno in profondità. ariservato, agg., 1. che ha riserbo, pru-
ariscégne: ➝ ariscénne. dente. 2. esclusivo.
ariscénne, ariscégne, v. intr., scendere di arisicato: ➝ arrisicato.
nuovo || Forme: Ind. pres. 3 ariscégne | arisièda, v. intr., (citt.) risiedere.
perf. 1 ariscénze. arisimentà: ➝ aresementà.
arischjarà, arischjarì, rischjarà, v. tr., ri- arisista: ➝ resiste.
schiarare || v. intr. impers., schiarirsi: l arisolà, v. tr., 1. risolare: hò ppòrto ~ le
tèmpo pare ch’arischjara | cu sta tra- scarpe da Telifò. 2. foderare con un
montanèlla, arischjara l vino || ari- pezzo di cuoio: émo arisolato la mec-
schjarasse, v. intr. pron., diventare cànica del carrétto.
limpido. arisolfà, arisorfà, v. intr., ripetere la stessa
arischjarato, agg., illuminato. solfa.
arischjarì: ➝ arischjarà. arisonà, risonà, v. tr., suonare di nuovo ||
arisciacquà, risciacquà, v. tr., sciacquare v. intr., risuonare, echeggiare.
di nuovo. arisorfà: ➝ arisolfà.
arisciacquatura, risciacquatura, s.f., 1. arisortì, v. intr., uscire di nuovo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
152

arisórto, agg., risorto. arissomijjà: ➝ rassomijjà.


arisòrve, risòrve, v. tr., risolvere || arisòr- arissomijjanza: ➝ rissumijjanza.
vese, v. intr. pron., concludersi: s’ari- arissomijjasse: ➝ rassomijjasse (vd. ras-
sorvéva sèmpr’al céntro (rif. al somijjà).
carnevale). arissumijjà: ➝ assomijjà.
arispaccà, v. tr., arare una seconda volta arissumijjanza: ➝ rissumijjanza.
in senso trasversale: dóppo, c’è dd’ ~ l aristà: ➝ ristà.
cijjo. aristabbilisse, v. intr. pron., ristabilirsi,
arispammià: ➝ aresparammià. recuperare la salute.
arispanne, v. tr., spandere di nuovo. aristaccà, v. tr., staccare di nuovo: ari-
arisparammià: ➝ aresparammià. stàcchelo ggiù, che mme sèrve!
arisparmià: ➝ aresparammià. aristagnà, v. tr., stagnare di nuovo un re-
arispecchjà, v. tr., riflettere un’immagine cipiente: l callarèllo ll’hanno arista-
|| arispecchjasse, v. rifl., riflettersi. gnato, èra óra, era tempo di farlo.
arispettà, rispettà, v. tr., rispettare: le aristenésse, ristenésse, v. intr., astenersi
ggènte granne prima ll’arispettàveno, (spec. dal vino).
mica cóm’adèsso | lo rispéttono tutte | aristenuto, agg., 1. che ha riserbo, pru-
arispettanno ll’ulivéte, vann’a bbusca, dente. 2. impacciato. 3. astemio.
vanno ovunque alla ricerca di frutta ca- aristituvì: ➝ ristituì.
duta, tranne che negli oliveti. aristizzasse, v. intr. pron., 1. offendersi
arispirà: ➝ rispirà. nuovamente. 2. rompere di nuovo i rap-
arispiro: ➝ rispiro. porti di amicizia.
arispónna: ➝ rispónna. aristograzzìa, s.f., (citt.) aristocrazia.
arispónne: ➝ rispónna. aristónfolece, inter., ridagli!
arisporcà, v. tr., sporcare di nuovo: évo aristoppià, v. intr., seminare il grano una
pulito tanto bbène stamattina, éte a- seconda volta nello stesso campo.
risporcato sùbboto. aristorà, ristorà, v. tr., 1. ristorare. 2. dare
arisporvarà, v. tr., spolverare di nuovo. sollievo: l barlòzzo, s’èra frésco, t’ari-
arisposasse, risposasse, v. rifl., unirsi in storava. 3. (fig., antifr.) sgridare:
seconde nozze: s’arisposàveno dóppo quanno li càpete, t’aristóra l ggiubbino,
quarche mmése ppure. ti sgrida || aristorasse, v. rifl., ristorarsi
arisprènne, resplènne, risplènna, || Forme: Cong. impf. 1 aristorasse.
risprènne, v. intr., risplendere. aristorata, s.f., azione di provare sol-
arisputà, risputà, v. tr., sputare fuori || v. lievo.
intr., trasparire: sta vernice vècchja ari- aristorato, aristurato, ristorato, agg., 1.
sputa, n c’è dda fà gnènte. contento. 2. sollevato, riconfortato: quér
arisquajjà, v. tr., fondere di nuovo: toccò poràccio si sarà ntéso ~, chi vvi pare.
arisquajjallo l campanóne. aristrégne, aristrigne, ristrégna, ristré-
arissegnasse, v. intr. pron., rassegnarsi: li gne, v. tr., 1. stringere: tòcca ~ l cer-
toccò ~ pure ésso | oramae se sarà aris- chjóne a li ròte del carrétto | se va a
segnato, che ddiche? rristrégna l parentato, quanno se com-
arisserenà, v. intr. impers., rasserenarsi: bina pe le nòzze. 2. riunire || v. intr.,
me sa ch’arisseréna sto tèmpo. concludere: ristrégne sù, che ffinimo! ||
Vocabolario
153

aristrégnese, v. intr. pron., restringersi. aritròpico: ➝ ritròpico.


aristrétto: ➝ ristrétto. aritrovà: ➝ ritrovà.
aristrigne: ➝ aristrégne. aritrovasse: ➝ ritrovasse (vd. ritrovà).
aristurato: ➝ aristorato. aritrovato, s.m., 1. scoperta. 2. ritrovato ||
arisù, inter., 1. suvvia! 2. ridagli!: (mdd. agg., 1. risparmiato: sò ttutte sòrde ari-
scherz.) ~, la mi commare! trovate. 2. disboscato: n terréno ~.
arisuluto, agg., deciso. aritròvo, s.m., 1. luogo di ritrovo: n ~ de
arisumijjasse: ➝ rassomijjasse (vd. ras- vagabbónne. 2. riunione.
somijjà). aritruvà: ➝ ritrovà.
arisurtà, aresurtà, risurtà, v. intr., risul- ariturnà: ➝ aritornà.
tare: risurtònno tutte bbrave. ariturututù, inter., espr. di fastidio usata
arisuscetato, arisuscitato, agg., risusci- per criticare una noiosa ripetizione.
tato. arïunì, v. tr., riunire || arïunisse, v. rifl. e
arisuscitato: ➝ arisuscetato. rifl. recipr., riunirsi: s’arïunìveno gni
arisvejjà, risvejjà, v. tr., risvegliare || ari- doméneca.
svejjasse, aresvejjasse, risvejjasse, v. arïunióne: ➝ rïugnóne.
rifl., destarsi. arïuscì: ➝ arïescì.
aritajjà, ritajjà, v. tr., ritagliare. arivéda: ➝ arivéde.
aritajjo, ritajjo, s.m., 1. avanzo: appéna arivéde, arevéde, arivéda, arivedé, ri-
tròvo n ~ de tèmpo, te le fò | li fa ne le ri- véda, v. tr., 1. vedere di nuovo: n vedéva
tajje de tèmpo | l ritajji del carzolaro, ll’óra de rivéda l zu paése | s’arividde
quélle de la sóla. 2. rimasuglio. portà n antro piatto di céce || prov.: chi
aritené, v. tr., trattenere: ~ l fiato (del num mòre, s’arivéde. 2. rivedere, ri-
pianto convulso dei bambini) || arite- prendere in esame || arivedésse, v. rifl.
nésse, v. rifl., frenarsi: cércono arite- recipr., rivedersi: c’arivedémo, regà!,
nésse l còrpo, de n’annà ccacà. arrivederci! | s’arivedémo a Nnatale!,
aritirà, aretirà, v. tr., estrarre di nuovo: c’incontriamo di nuovo in occasione del
quann’èra fatta, s’aritirava fòra || v. Natale || Forme: Ind. pres. 1 arivédo,
intr., gradire, attirare: de ste ggiornate arivéggo; 3 arivéde; 4 arivedémo; 6 ari-
frédde l fòco aritira | m’aritira tanto na védono | perf. 3 arevidde, arividde; 6
scafata || aritirasse, ritirasse, v. rifl., 1. arivíddero | fut. 1 ariveggarò; 5 ariveg-
restringersi, di abito. 2. nascondersi, ri- garéte | P. pass. arivisto.
fugiarsi: la górpe s’aritira ma la tana. arivedé: ➝ arivéde.
3. rimpiccolire, diminuire di statura. 4. arivedécce: ➝ arivedérce.
aggricciarsi. arivedélla, inter., arrivederla!
aritirato, ritirato, agg., 1. divenuto corto arivedémese, inter., arrivederci!
(di vestito). 2. rattrappito. 3. riservato, arivedérce, arivedécce, inter., arrive-
che ha riserbo. derci!
aritoccà: ➝ ritòcca. arivenì, arevenì, arivinì, rivenì, v. intr., ri-
aritornà: ➝ ritornà. tornare: prim’o ppòe s’arivène a ssapé,
aritornèllo, s.m., ritornello. giunge a conoscenza, diventa di pub-
aritratto, s.m., ritratto fotografico. blico dominio | ll’arivinne m pò de fòrza
aritròpeco: ➝ ritròpico. | arivinìvino a ccasa tarde | com’adè,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
154

ll’arivénne fòrza | èra rivenuto l mo- ll’arivolémo!, bis!


ménto da refà quél zirvìzzio | mdd. se arivometà, v. tr., vomitare: sta llì llì, ari-
chiama rivèn’a ccasa, (scherz., detto vòmeta la mmèrda, è in fin di vita.
dando una cosa in prestito) | arivenì ssù, arivòrgese, v. rifl., rivolgersi: pi pprotestà
rifluire del cibo in un accesso di vomito si sò arivòrte dal cummune | s’arivòrze
|| Forme: Ind. pres. 1 arivèngo; 3 ari- a le guàrdie.
vène, revène | impf. 3 arevenéva, rive- arivortà, rivortà, v. tr., 1. capovolgere: ~
néva; 6 arivenéveno, arivinìvino | perf. la ròbba col zottodisópra | arivòrta quél
2 ariviniste; 3 arivénne, arivinne; 4 ari- pane, chi è la fàccia del Zignóre! (detto
venéssemo, arivenìssemo | fut. 1 ari- a chi pone sulla tavola la pagnotta ca-
vengarò; 2 ariverrae. povolta) | ~ ppancòtto, ~ la frittata, fare
arivennaròlo: ➝ rivennaròlo. un voltafaccia, cambiare idea. 2. cucire
arivénne, rivénne, v. tr., rivendere: cóme sul lato inverso: ~ n vestito vècchjo. 3.
ll’hò ccomprato, ll’arivénno (espr. di ri- cambiare il corso dell’acqua in un ca-
serva pronunciata riferendo una cosa nale d’irrigazione. 4. causare disgusto,
udita). nauseare: tutta ròbba che ffa ~ lo stò-
ariverènza, s.f., riverenza. moco sól’a vvedélla || v. intr., volgere ||
ariverì: ➝ arivirì. arivortasse, arevortasse, rivoltasse, ri-
arivescità: ➝ ariviscità. vortasse, v. rifl., 1. voltolarsi, agitarsi: a
arivestì, arivistì, v. tr., rivestire || arive- ffòrza d’~ sul lètto, féce ggiórno. 2. ro-
stisse, v. rifl., rivestirsi || Forme: Ind. tolarsi in terra, dell’asino. 3. volgersi:
pres. 6 arivèstono. rivòltete! | quanno passamo, s’arivòr-
arivìa, revìa, inter., 1. via di nuovo! 2. an- teno da n’antra parte. 3. ribellarsi.
cora! (per esprimere impazienza). arivortapancòtto, s.m., voltagabbana.
arivinì: ➝ arivenì. arivortata, s.f., atto di voltare di nuovo:
arivirì, ariverì, v. tr., riverire. fanno n’antra ~.
ariviscità, areviscetà, arivescità, arrevi- arivortato, agg.,1. di vestito rifatto, uti-
scità, riviscità, v. tr., resuscitare, far ri- lizzando il rovescio della stoffa. 2. in-
tornare in vita: sto vino fa ~ l mòrte (di dossato a rovescio: pi ccarnevale
vino ottimo) || v. intr., riaversi, rinvigo- annàvono n giro cu la ggiacc’arivor-
rire || ariviscitasse, v. intr. pron., resu- tata. 3. capovolto.
scitare: s’èra ariviscitato e stava a arivotà, v. tr., vuotare di nuovo.
sséda millì. arivurtecato, agg., capovolto.
arivistì: ➝ arivestì. arivurticà: ➝ rivurticà.
arivisto: ➝ arevisto. arivurticata, s.f., azione di voltarsi nel
arivivà, v. tr., ravvivare. letto dall’altro lato.
arivive, v. intr., tornare a vivere: arivivé- arizzà: ➝ rizzà.
veno m pace tra di lòro. arizzompà: ➝ arezzumpà.
arivocà: ➝ arïocà. armà, v. tr., mettere in opera || v. intr., 1.
arivolé, v. tr., 1. volere la restituzione: essere sessualmente valido (detto di un
(scherz.) ricòrdete, se chjama ll’ari- uomo): oramae nun arma ppiù. 2. avere
vòjjo! (pronunciato dando in prestito il membro turgido. 3. (gerg.) avere
q.cosa). 2. volere di nuovo: bbrave, buone disposizioni finanziarie || ar-
Vocabolario
155

masse, v. rifl., armarsi: (mdd. iron.) ar- arrabbiato, agg., all’eccesso: l prisciutto
màmes’e ppartite! còsta caro ~, costosissimo | salato ~.
armanacco, s.m., almanacco. arrabbino, rabbino, s.m., persona irasci-
armaròlo, s.m., armaiolo. bile || agg., bizzoso: è ppròpio ~ sto fijjo
armatura, s.f., intelaiatura del filare o ~.
della pergola. arradecasse, vd. radecà.
arme, s.f., croce, lato della moneta: arm’o arradicato, agg., radicato.
ssanto? (espr. usata nel gioco di testa o arraffóne, s.m., 1. chi arraffa cose. 2. per-
croce). sona disordinata.
armellino, s.m., 1. ermellino (Mustela er- arragagnato, agg., velato di nuvole, del
minea L.). 2. (fig.) persona distinta. cielo.
arméno, cong., almeno: quélle che n arragnato, agg., velato di nuvole, del
c’avévono da fà gnènte, bbisògna cielo.
ch’annàssero n campagna, ~ se ma- arrajjà: ➝ rajjà.
gnava ppure (rif. agli artigiani che par- arrajjata, s.f., ragliata.
tecipavano ai grandi lavori agricoli). arrampazzato, agg., a grappolo (di frutta,
armognóso, agg., armonioso. olive, pomodori, che crescono in
armònico, s.m., solfato ammonico. gruppo).
aròlo, s.m., stalletto del maiale. arrampecasse, arrampicasse, v. intr.
aromàteco, s.m., agarico nebbioso, neb- pron., 1. arrampicarsi. 2. crescere in al-
biolo, varietà di fungo edule (Clitocybe tezza (di piante rampicanti): s’arràm-
nebularis L.). pecono su ppe le canne l faciòle. 3.
aronàtica: ➝ areonàtica. (euf.) esser colpito dalla rabbia: (im-
aroplano: ➝ areoplano. prec.) che tt’arràmpichi!
arovèscio (all’), loc. avv., alla rovescia. arrampicasse: ➝ arrampecasse.
arpìo, s.m., avaro. arrancà, v. intr. pron., 1. arrancare. 2. ar-
arquanto, avv., (citt.) alquanto. rampicarsi.
arrabbattasse, v. intr. pron., arrabattarsi, arranciasse, v. intr. pron., 1. arrangiarsi:
darsi da fare. com’ha da fà? tòcca ~, a ffà la mèjjo |
arrabbiasse, rrabbiasse, v. intr. pron., 1. arranciàteve sù cóme mèjjo potéte! | ar-
adirarsi, infuriarsi: s’èra rrabbiato ràncete! 2. (euf.) esser colpito dalla rab-
cóme m pìcchjo | t’arràbbie sùbbeto, bia: te pòssa arranciatte! || Forme: P.
che ddiàmmine! 2. esser colpito dalla pass. arranciato.
rabbia: arràbbiete le sè àccio!, acci- arranciata, s.f., lavoro fatto in fretta e
denti, quanto sei cattivo! | arrabbiàteve! alla meglio: dalle llà n’~ e ttira via!
| che tt’arràbbie! (espr. di dispetto o di arrancicasse, v. intr. pron., (euf.) esser
meraviglia) | (imprec.) pòss’arrab- colpito dalla rabbia: te pòssin’arranci-
biatte! 3. infuriare del vento. 4. seccarsi catte!
a causa del sole cocente prima della ma- arranfà, v. tr., arraffare.
turazione (detto del grano o fieno): l arrapaménto, s.m., eccitazione sessuale.
grano pijja la strétta, s’è arrabbiato. arrapasse, v. intr. pron., eccitarsi sessual-
nvéce de seccasse co na settimana, se mente; venire in fregola.
sécca con du ggiórne. arrapito, agg., insoddisfatto: toccarà
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
156

mmorì arrapite. m piède attirava ll’umidézza, nvéce


arrasolà, v. tr., tracciare nell’orto i canali ll’umidézza la pijjava sólo l primo fà-
per irrigare. scio sótto.
arraspasse, v. intr. pron., divenire brusco, arrestà, v. tr., arrestare.
burbero. arrèsto, s.m., sussulto: m’ha ffatto n ~.
arrauchisse, rauchisse, v. intr. pron., di- arrèto, avv., 1. indietro: è rrimasta ~, in
venire roco. ritardo sui tempi | nun va né avante né
arrauchito, rauchito, agg., arrochito, ~, sta ssèmpre millì | annav’~ da sé
afono. bbenfatto | ggiórne ~, giorni fa | ann’~,
arrazzà, v. tr., propagare, diffondere: ar- alcuni anni orsono | tant’anne ~, molti
razze la gramégna, si uno trascura. anni fa | tèmpo ~, tempo fa | détte ~, ar-
arrażżasse, v. intr. pron., 1. eccitarsi ses- retrò | déttono ~, tornarono indietro, in-
sualmente; venire in fregola. 2. diven- dietreggiarono | aridàveno ~ | ha ddato
tare bramoso. ~ perché se métte a ppiòva, è ritornato a
arrażżato, agg., 1. arrossato in viso. 2. ec- casa | cammina piano, ll’ha llassato ~,
citato sessualmente. l’ha superato | fà l zórco all’~, in senso
arregolà, v. tr., regolare || arregolasse, re- inverso | va ppart’~, retrocede | m passo
golasse, v. intr. pron., 1. regolarsi: s’ar- ~!, un attimo! (intercalare per modifi-
regolàveno pi li su faccènne. 2. care il discorso). 2. dietro || inter., voce
moderarsi: regolàmese a ffà li piatte, per far indietreggiare un equino.
sinnò n’abbasta pe ttutte! arrevà: ➝ arrivà.
arregolata, regolata, s.f., 1. comporta- arreviscità: ➝ ariviscità.
mento adeguato. 2. moderazione: cer- arriccià, v. tr., arricciare, rinzaffare, sten-
camo de dasse na regolata! 3. calcolo dere sul muro il primo strato di calcina.
approssimativo. arricciatura , s.f., 1. operazione di met-
arregolato, agg., 1. misurato. 2. mode- tere la prima mano di calcina sul muro;
rato, parco: adèra sèmpre ~ nil magnà e rinzaffatura. 2. intonaco grezzo.
bbéva. arriggidì, v. intr., diventare rigido: n zènte
arrellà, arillà, arrillà, inter., voce per in- cóm’arriggidisce? (di persona morta).
citare bovini ed equini. arriggiù, inter., grido d’incitamento per
arrenasse, v. intr. pron., coprirsi di terra far avanzare l’asino in discesa.
portata dalla piena: la vigna s’è arre- arrijjentrà: ➝ arïentrà.
nata, co ttutta ll’acqua ch’ha ffatto. arrillà: ➝ arrellà.
arrènnese, v. rifl., 1. arrendersi. 2. (fig.) arriqquà: ➝ arreqquà.
cedere, accondiscendere: m’arrènno, arrisicato, aresicato, arisicato, arresi-
facémela finita! cato, risicato, agg., 1. scarso: ròbba
arreqquà, ariqquà, arriqquà, inter., voce aresicata | l pane, sibbenché arisicato,
per far girare bovini ed equini sul lato ci ll’éva | parécchje c’hanno l damagnà
destro. ~. 2. gramo: na vita risicata se facéva ||
arresicato: ➝ arrisicato. avv., in gravi strettezze economiche:
arressà, v. tr., ammucchiare (rif. ai fasci campava ~.
di canapa scotolata): ll’arressàvono, arrivà, arrevà, rivà, rrivà, v. tr., 1. rag-
tutt’arressata qquél mòdo. avélla méssa giungere. 2. seccare: l zóle fòrte ll’arri-
Vocabolario
157

vava prèsto. 3. ubriacare: ll’arriva sùb- arrobbà: ➝ robbà.


boto l vino || v. intr., 1. arrivare: è arri- arrocchjà, v. tr., 1. tagliare i rami secon-
vato dòppo le fòche (in gran ritardo) | dari di un tronco. 2. tagliare la legna in
mdd. rivà a ffiche sfrante, in gran ri- pezzi || v. intr., 1. passare per un’accor-
tardo | fa pprima rrivà ch’a ppartì, ve- ciatoia: annà arrocchjanno. 2. seguire
locissimo | finché nun riva la séra, nu un percorso in linea retta: arrocchjamo
stacca de lavorà | famo a cchi rriva m pò llà m mèżżo! | (scherz.) ce ll’hanno
primo! (espr. di sfida alla corsa) | (iron.) pòrta arrocchjanno ggiù ppe strada
fòrza, che rrive primo! | (iron.) riva n nòva (rif. alla macchina di santa Rosa).
tèmpo n tèmpo a smorzà le cannéle, in arrocchjata, s.f., lavoro fatto alla meglio.
grande ritardo | è rrivato dòppo ll’am- arrogànzia, ruganza, s.f., arroganza.
mènne, id. | sò rrivato!, non ne posso arrolà, v. tr., arruolare || arrolasse, v. rifl.,
più | dóppo che ssò rrivat’a ccasa, hò arruolarsi.
rridat’addiètro, sono tornato indietro | arronchettato, agg., col corpo contratto
rivo s’a ccasa tutt’affannato cor fiatóne a causa di forti dolori addominali.
| nun me fà ~ su la quinta còrda!, non arroncijjato, agg., contorto.
mi far perdere la pazienza! | sméttala, arroncinato, arruncinato, agg., 1. sgual-
sò ppiù arrivato che ppartito || prov.: chi cito. 2. raggomitolato: n cristiano sta llì
arriva prima, mbócca | chi ttarde ar- ttutto ~. 3. rattrappito. 4. contorto. 5. av-
riva, mal’allòggia. 2. bastare: l zòrde vizzito (di foglia). 6. (fig.) violento, di
nom m’arrivàvano. 4. completare la fer- vento.
mentazione: quann’uno penzava che arrosalìa, rosalìa, rosarìa, s.f., rosolia.
ffósse rivata, si spietrava m pezzétto su arrosciasse, v. rifl., 1. arrossire. 2. inva-
la próda e ss’attastava (rif. alla canapa iare dell’uva.
messa a macerare). 5. essere in fin di arrosecà: ➝ rosecà.
vita || arrivacce, v. intr. pron., 1. capire. arrosolà, v. tr., rosolare.
2. riuscire a fare q.cosa || Forme: Ind. arrosolata, rosolata, s.f., atto di rosolare,
pres. 1 rivo; 2 rive; 6 arrìveno, arrìvono rosolatura: li dò na ~ m moménto.
| impf. 1 rivavo; 6 arrivàvano, arrivà- arrosolito, agg., seccato dal sole cocente,
veno, arrivàvono | perf. 1 arrevae, del grano.
rivae; 2 rivéste; 3 rivétte; 4 arrevàs- arrossì, v. intr., invaiare dell’uva.
semo, arrivàssemo; 6 arrivònno, arri- arròsto, inter. di incitamento: quanno che
vòrno, rivéttero; | fut. 2 arrivarae; 3 r zasso èra rivato da capo, se dicéva ~
arrivarà; 6 arrivaranno | Cong. impf. 3 (rif. alle pietre poste sulla canapa messa
rrivasse | P. pass. arrivato, rivato, rivo | a macerare).
Ger. arrivanno, rivanno. arrotà, v. tr., 1. affilare. 2. far stridere i
arrivadélla, arrivadéllo, arrivedéglielo, denti. 3. urtare, investire di lato con un
inter., (scherz.) arrivederla! veicolo: stamattina na màchena ha ar-
arrivadéllo: ➝ arrivadélla. rotato n vècchjo. 4. battere (rif. al vento
arrivato, rivato, agg., 1. cotto al punto che danneggia l’uva) || v. intr., 1. sfio-
giusto (rif. al pane o ad una pietanza). rare con un veicolo: si nu sta ttènto, ar-
2. sfinito. 3. moribondo. ròta (sfiora la superficie delle case). 2.
arrivedéglielo: ➝ arrivadélla. digrignare i denti || arrotasse, v. intr.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
158

pron., 1. sfiorare una superficie spor- maggióre || mdd. spojjamo n ~, pe vve-


candosi: n t’arrotà nel muro, quanno stinne n antro || dim. artarino.
passe! 2. palpare una donna. 3. (fig.) artarino, s.m., 1. edicola religiosa, ornata
adulare, ingraziarsi q.uno. per il mese mariano. 2. (fig.) segreto,
arrotata, s.f., 1. arrotatura, azione di affi- marachella: mó se scòpreno ll’artarine!
lare. 2. atto di investire di lato q.no con artaro (arc.): ➝ artare.
un veicolo. 3. azione di sfiorare una su- arte, s.f., 1. mestiere || mdd. non avécce
perficie: se vvae a vvéde, ni la cava ci sò né ~ né pparte, essere completamente
li ségne di ll’arrotate dil carrétte. privo di mezzi, incapace di guadagnarsi
arrotonnà, v. tr., 1. dare forma rotonda. da vivere || prov.: mpara ll’~ e mméttala
2. pareggiare i margini. 3. (fig.) arro- da parte | gnuno ll’~ sua, e l lupo a le
tondare una somma. pècore. 2. (raro) lavoro: dà pprincìpio
arrotonnata, s.f., azione di arrotondare. all’~.
arroventasse: ➝ arruventasse (vd. arru- artefatta, s.f., adulterazione: vino d’~.
ventà). artefatto, agg., sofisticato, contraffatto.
arrubbà: ➝ robbà. arterà, v. tr., (citt.) alterare.
arrubbustisse, v. intr. pron., irrobustirsi. arteroscleròse, s.f., (rec.) arteriosclerosi.
arruffianasse, v. intr. pron., cercare di artetùdene, s.f., (citt.) altitudine.
cattivarsi la benevolenza e le simpatie artézza, s.f., altezza.
di qualcuno con ogni sorta di adula- artìcolo, s.m., 1. tipo buffo, strano: è n ~
zioni. davéro. 2. poco di buono. 3. (scherz.)
arruffolato, agg., 1. scompigliato, arruf- pène.
fato, aggrovigliato (di capelli). 2. spetti- artiggiano, s.m., (rec.) artigiano.
nato. artijjère, s.m., artigliere.
arrugato, agg., arrochito, afono. artijjerìa, s.f., artiglieria.
arrughì, arrugolì, v. intr., diventare roco. artijjo, s.m., (lett.) artiglio.
arrugolì: ➝ arrughì. artìquelo mòrtise (coll’), loc. avv., (raro)
arruicchjasse, vd. arruvicchjà. dal lat. eccl. in articulo mortis: a ssan
arruncinato: ➝ arroncinato. Zisto l prète dà la bbinidizzióne coll’~
arruventà, v. tr., arroventare || arruven- mal facchine.
tasse, arroventasse, v. intr. pron., 1. di- artìssemo, agg., (raro) altissimo.
ventare rovente. 2. (fig.) eccitarsi. artista, s.m., artigiano: ll’artiste càleno
arruvicchjà, v. tr., 1. aggrovigliare. 2. av- (diminuiscono di numero) | ll’artiste di-
vincere || arruicchjasse, v. rifl., aggrap- céveno sti bbòjja de sti villane, l villane
parsi. sti morammazzate dill’artiste (blas. pop.
arrużżolito, agg., rovinato dal sole co- sociocentrico).
cente: patate tutte arrużżolite. artitajja, s.f., regioni dell’Italia setten-
arrużżonì, arrużżunì, v. tr., arruginire: trionale.
ll’acqua m’ha arrużżunito la màchena. arto, agg., 1. alto: ~ quanto n zòrdo de
arrużżunì: ➝ arrużżonì. càcio, molto basso di statura | ~ cóme la
artaléna, s.f., altalena (sospesa o in bi- fame | ~ cóme n arbùccio, molto alto | ~
lico). cóme ll’arbùccio d’Affònzio | arta la
artare, artaro (arc.), s.m., altare: ll’artàr Pasqua! (detto a persona alticcia) |
Vocabolario
159

scarpe arte | fà le scòle arte, frequen- come no! (anche antifr., per rispondere
tare le scuole secondarie | me piace l negativamente a proposta sgradita).
pane ~ a mmé, ben lievitato | c’è ll’ac- artròse, s.f., (rec.) artrosi: coll’~ dice che
qua arta, n c’annà!, l’acqua è profonda, ffa ppèggio r zóle.
non ti ci avventurare! | c’èra ncóra l artura, s.f., altura.
zole ~, era pieno giorno | artarèllo, arumoróso, agg., (raro) rumoroso.
piuttosto alto. 2. spesso: la frittata èra aruvinà: ➝ ruvinà.
arta m par de déta. 3. (fig.) sdegnato: àrvio, àlvio, s.m., diramazione del canale
adè ~ ~ || avv., in alto: arrìvono m pò d’irrigazione in un orto: mall’òrto ce sò
ppiù ~ | n ~, loc. avv., in alto. ttutte àrvie.
artolà, s.m., ultimatum: jje dà ll’~ || inter., arzà, v. tr., 1. sollevare: mó ffinisce, tòcca
1. alt!, alto là!, chi va la? 2. (scherz.) arzalla la bbótte (rif. al vino) | ll’óra
espr. usata per ordinare di arrestarsi: ~, pricisa che ss’arza la màchena (rif. alla
fèrmo llì, ndu vae tanto de prèscia? partenza della macchina di santa Rosa).
artolocato: ➝ artologato. 2. far levare in volo uccelli. 3. alzare: ~
artologato, artolocato, s.m., (citt.) altolo- la cóva | ~ le carte (da gioco) | nun arza
cato. na lira, non guadagna nulla | nun arzo
artopiano, s.m., (raro) altopiano. lécco, non intendo far nulla | ~ la crè-
artrère, altrèri, s.m., altro ieri. sta, pretendere pagamento migliore | ~
artrettanto, agg. e pron. indef. correla- la vóce, gridare, divenire aggressivo |
tivo, altrettanto, la stessa cosa: ~ ma nun arza pajja, è inattivo | ammàzzelo
vvantre v’è ssuccèsso || avv., altrettanto. quanta pórvere arza!, quante arie si dà!
artriménte, avv., altrimenti. | arzamo le stanghe, regà!, andiamo-
artro, antro, pron. e agg. indef., 1. altro, cene! | ~ dde culo, a) recalcitrare, di
differente: quarch’antra còsa ce sarà | equini; b) (fig.) reagire || prov.: chi arza
annamo mó da na parte, mó da n’antra culo, pèrde pòsto || v. intr., 1. fermen-
| ésso vòrze fà n ~ mòdo | dàmmene tare: quanno che arza, dà ddi fòra (rif.
n’antr’e mmèżżo!, un’altra metà | n al mosto nel tino) | l lèvito arza bbène
antro pò me pijjava sótto co la màchena (del gonfiarsi della pasta). 2. entrare in
ggiù ppe le fàbbriche, in Via delle fab- ebollizione: quanno arza l bollóre, lo
briche | ll’antro jjère | sto bbuciardo che spégno l gasse || arzasse, v. rifl., 1. le-
n zè ~!, sei proprio un gran bugiardo. 2. varsi: àrzete! àrzete su, lèsto, sbrìghete!
prossimo: c’annarémo n antr’anno, | arzàteve ch’è óra! | s’àrzeno m piède |
l’anno prossimo | st’artra settimana lo l fornaro s’éva d’arzà vèrzo li due, a la
crompamo. 3. successivo: quanno fu mattina a bbonóra | s’arzàveno a
quell’altr’anno || s.m., m pènza antro ppunta di ggiórno | s’è arzato col buco
ch’a ffà l quatrine | ch’artro c’è? | se pir l’inzù, di pessimo umore. 2. cre-
nnon artro, almeno || antre, artri, s.m. scere, svilupparsi in altezza: s’è arzato
pl., 1. gente. 2. estranei: n tòcca fallo tanto l fijjo, fa ttutta na vòrta || Forme:
sapé mall’~. 3. altri: tutte ll’~ ce vanno Ind. pres. 4 arzamo; 6 àrzeno | perf. 4
| le tèrre d’artri, altrui || artro, inter. al- arzàssemo; 6 arzòrno | P. pass. arzato |
troché!: e ~ che cc’è! Ger. arzanno.
artroché, inter., altroché!, certamente, arzabbannièra, s.f., alzabandiera.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
160

arzata, s.f., 1. atto di alzarsi. 2. parte su- menopausa: pure la su zzia è sciutta. 4.
periore della cristalliera, specchiera. di vacca vicina al figliare, che non dà
arzato, agg., ben lievitato: sto pane n’è ~, più latte. 5. di donna che cura i bambini
nu lo vòjjo. altrui senza allattarli: bbàllia sciutta.
arzatura, alzatura, s.f., 1. atto di solle- asciuttà, sciuttà, v. tr., 1. asciugare: sciùt-
vare la botte, per spillare l’ultimo vino: tatele le mano! | se sciuttammo sù a la
sémo rive all’~ | a la fine bbévono l vino mèjjo ntórn’al fòco. 2. seccare: la
d’~. 2. ultimo avanzo di vino tendente bbrina ll’oliva le sciutta || asciuttasse,
all’acido, rimasto sul fondo della botte: sciuttasse, v. intr. pron., 1. asciugarsi:
ll’~ sarèbbe l fónno tórbedo, che sse là- fanno prèsto a sciuttass’all’ària. 2. ap-
scia pe cconzèrva de la bbótte. passire: co sto callo s’asciutta de ppiù
arzèneco, s.m., arsenico. la verdura. 3. venir a mancare il latte
arzènte, s.m., (ant.) brandy, cognac. per agalassia: la vacca se sciutta,
arzicà, v. intr., 1. calciare, di equino. 2. quanno sta ppe ffijjà. 4. inaridirsi, della
impennarsi sulle zampe posteriori. terra.
arżijjòlo: ➝ arżilla1. asciuttamano, sciuttamano, s.m., asciu-
arżillà, v. intr., scalciare, di animali tor- gamano.
mentati dall’assillo: le bbèstie arżìlleno. asciuttata, s.f., asciugatura, atto di asciu-
arżilla1, s.f., arżijjòlo, s.m., assillo, insetto gare.
dittero che tormenta con la puntura le asciutto, sciutto, agg., 1. arido, di terreno:
vacche (Tabanus bovinus L.): li si pijja tèrra sciutta | màggio ~, senza pioggia.
ll’arżilla. 2. privo di umidità (di legna): n ramo
arżilla2, s.f., razza chiodata (Raja clavata sciutto cóme na lésca. 3. (fig.) scusso,
L.). senza companatico: tòcca mmagnà l
arzo, s.m., 1. applicazione di cuoio rigido, pane ~. 4. senza grasso: c’ha le mùscole
fatta dal calzolaio per meglio modellare sciutte. 5. (fig.) solo (nel gioco del tres-
la scarpa. 2. congegno che consente di sette, detto di napoletana, asso, due o tre
alzare o abbassare il taglio di una tosa- da soli). 6. di mammella di animale che
trice: te li tajja a ~ bbattuto l capélle | non dà più latte. 7. (fig.) vuoto: c’ha li
carosasse a ~ bbattuto. saccòcce sèmpre sciutte quéllo, non ha
arzura, s.f., arsura. mai una lira in tasca.
ascenziato, s.m., 1. scienziato. 2. intellet- ascortà, scortà2, v. tr., (citt.) ascoltare:
tuale. 3. (iron.) saccente. ascórtela!
ascenzióne: ➝ scenzióne. àsema: ➝ àsima.
asciutta, sciutta, s.f., siccità: ha ppatito la àsena, s.f., (raro) asina || dim. asenèlla.
sciutta sta pianta | me sa ch’hanno pa- àseno, àsino, s.m., (raro) asino: (prov.) ~
tito ll’~ (fig. scherz., di persone di bassa mio num pirì, chi mmàggio ha dda vinì
statura) || prov.: sótto la ~ c’è l pane, e | ll’~ pòrta la pajja e ll’~ se la magna.
ssótto la mòlla c’è la fame || agg., 1. àsima, àsema, s.f., asma.
priva di latte (rif. a femmina di ani- asimblèa: ➝ assembrèa.
male): sta staggióne le pècore sò asinina, agg., di una varietà di prugna.
sciutte. 2. sterile (detto di femmina di àsino: ➝ àseno.
animale o donna). 3. che ha raggiunto la àsola, s.f., (gerg.) ferita da arma da taglio.
Vocabolario
161

aspèrge, s.m., asperges (dall’incipit del 1. assaporare: p’assaporilla, sciacqua


salmo 50): l prète canta ll’~. la bbócca, pò sbatte l palato. 2. pasteg-
asperina, sperina, gasparina (rust.), s.f., giare: lo saporisce l vino.
aspirina. assapurì: ➝ assaporì.
aspèrto: ➝ spèrto. assartà, v. tr., assaltare.
aspettà, spettà, v. tr., aspettare: aspètta sa, assatanà, v. tr., far spazientire.
èccheme! (minaccia al bambino) | assatanato, agg., sfrenato, molto vivace,
ch’aspètte, màggio che vvène? e ffallo di bambino.
sùbbito! | t’aspètto al passétto, n dub- assaudì, v. tr., esaudire.
bità!, al varco || v. intr., spettare: vòjjo asseconnà, v. intr., assecondare.
la parte chi mm’aspètta || aspettasse, assembrèa, asimblèa, s.f., (citt.) assem-
spettasse, v. intr. pron., aspettarsi || d.: a blea.
sto mónno tòcca spettasse de tutto | tutto assertà, sertà, v. tr., intrecciare, legare in-
vène pe cchi ssa aspettà || Forme: Ind. sieme pannocchie di granturco, agli, ci-
pres. 2 aspètte; 4 aspettamo; 6 aspèt- polle.
teno, spètteno | impf. 6 aspettàveno | P. assestà, v. tr., mettere in ordine || asse-
pass. spettato | Ger. aspettanno, spet- stasse, v. rifl., mettersi in ordine nel ve-
tanno. stire.
àspite, s.m., aspide (Vipera aspis L.). assestata, s.f., 1. azione di mettersi in or-
àspito sórdo, s.m., 1. ultimo nato del- dine. 2. azione di sistemare alla meglio
l’aspide, ritenuto molto velenoso. 2. || dim. assestatina.
(fig.) persona infida || Forme: pl. àspete assestato, agg., ordinato.
sòrde. assibbito, agg., ristretto, evaporato, rap-
asprétto, s.m., sapore acidulo. preso (di pietanza o sugo cotto molto a
aspro, s.m., aspor, anticrittogamico acu- lungo): l faciòle a mmì me piàciono
prico. bbèll’assibbite.
asprosórdo, s.m., 1. ultimo nato del- assièma: ➝ anzième.
l’aspide, ritenuto molto velenoso. 2. assième: ➝ anzième.
(fig.) persona infida || Forme: pl. aspre- assigge: ➝ assìggia.
sórde, asprisórde. assìggia, assigge, v. tr., 1. assecondare. 2.
assae, avv., molto: sò ~ io, che ne so | (an- soccorrere.
tifr.) me ne fréga ~ de lòro | adè ~ si assippillito, agg., sepolto.
vvène domane. assista: ➝ assiste.
assaggià, assajjà, ssaggià, v. tr., assag- assiste, assista, v. tr., assistere: ll’assi-
giare: te lo fa ~ l vino suo || Forme: P. stémo noantre l nònno.
pass. assajjato. asso de bbastóne, s.m., (gerg.) pène.
assaggiaròla, s.f., attrezzo per assaggiare assoffugà, assuffucà, assuffugà, soffocà,
il vino dall’apertura superiore della suffugà, v. tr. e intr., soffocare: t’assuf-
botte: ll’~, chjamata sórca. fùgheno da gni parte | s’assuffùga prò-
assajjà: ➝ assaggià. pio mecchì ddrénto || soffocasse, v. intr.
assambucato, agg., di tralcio non giunto pron., soffocare: me soffòco de callo,
a completa maturazione. mòr’asfissiato.
assaporì, assapurì, saporì, sapurì, v. tr., assoluto, agg., puro: bbevémo l vino ~
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
162

(non mescolato ad acqua). sunzione di Maria Vergine.


assomijjà, arissumijjà, assumijjà, so- assuppurazzióne: ➝ sopporazzióne.
mijjà, sumijjà, v. tr., riconoscere: se assurbì, v. tr., assorbire.
ll’ésse visto, ll’avrébbe assomijjato de assutterrà: ➝ assotterrà.
sicuro, se lo avessi visto, lo avrei rico- asta, s.f., 1. manfano, bastone maggiore
nosciuto || v. intr., rassomigliare: na del correggiato per battere il grano o i
còsa che cce ssomijja || assomijjasse, v. legumi secchi. 2. braccio graduato della
rifl. recipr., somigliarsi || prov.: chi stadera: c’è ll’~ co ll’antacca su la bbi-
ss’assomijja, si pijja. lància.
assopisse, v. intr. pron., assopirsi: strac- astià, inter., voce per arrestare un asino o
che cóme sò, s’assopìsciono sùbbito ap- fargli seguire il cammino diritto.
péna se bbùttono ggiù. àstico, làsteco, làstico, s.m., 1. elastico,
assorcà, sorcà, v. tr., tracciare solchi: ~ l tessuto elastico: damme m pèzzo d’à-
campo coll’arato || assorcasse, v. intr. stico! | adè dd’àstico | (scherz.) vò ll’à-
pron., cadere in un solco: la vacca li s’è stico? tè! (si diceva tirando con due dita
assorcata. il gorgozzule altrui). 2. orlo elastico di
assorcatóre, agg., assolcatore (di aratro a calza o indumento. 3. legaccio di tessuto
due ali, che traccia solchi). elastico per sorreggere le calze da
assorciato, nzorciato, sorciato, agg., 1. donna. 4. gomma: mó ggiòcono co na
rosicchiato dal topo (spec. di radici e tu- palla de làsteco || dim. astichétto, lasti-
beri). 2. avariato (detto di olio di oliva, chétto.
in cui è passato un topo). astinésse, v. rifl., (citt.) astenersi.
assordì, v. tr., assordare: t’assordìsciono astrèllo: ➝ rastèllo.
co sti sòne tutto l giórno, mica nò. astricato, s.m., lastricato.
assòrve, v. tr., assolvere. atacquatile, adacquatile, agg., 1. irriguo:
assosparécchja, s.m., asso pigliatutto (nel le patate a ttèrra sciutta sò mmèjjo ma
gioco della scopa): ha ffatto ~, ha vinto parécchjo de quélle ~. 2. (scherz.) di
tutto || (fig.) fà ~, approfittarsi degli altri, vino mescolato con acqua.
impadronendosi di tutto. aterano, oterano, s.m., luterano: bbiasti-
assotterrà, assutterrà, sotterrà, v. tr., 1. mava cóme n ~.
sotterrare: assotterrave la propàggene. atobbusse: ➝ autobbusse.
2. seppellire || Forme: Ind. pres. 6 as- atombolanza, s.f., autoambulanza.
sottèrrono | fut. 3 assotterrerà, assut- atomòbbele: ➝ automòbbele.
terrarà. atomobbelétte, automobbilétte, s.f. pl.,
assüefasse, v. rifl., (citt.) assuefarsi. pista delle automobiline al Luna park.
assuffucà: ➝ assoffugà. atónno, atunno, utunno, s.m., (lett.) au-
assuffugà: ➝ assoffugà. tunno.
assumà, somà, sumà, v. tr., insaponare: li atrante, s.m., atlante.
dònne n giórno dovévon’annà a ssumà, attaccà, ttaccà, v. tr., 1. attaccare, legare
e n giórno a sciacquà (rif. al bucato). con i finimenti: la vacca ll’attaccava
assume, v. tr., (raro) assumere. sótt’al carrétto, èra ppiù ffòrte de n’an-
assumijjà: ➝ assomijjà. tra bbèstia, cce se potéva lavorà la
assunta, s.f., ricorrenza liturgica dell’As- tèrra ppure. 2. appendere: n cucina s’at-
Vocabolario
163

taccava l càppio d’uva co ttutto l légno. stácca ppiù. 3. (fig.) avaro.


3. trasmettere una malattia, contagiare: attaccato, agg., 1. affezionato. 2. secco:
jj’attaccato ll’orecchjóne || v. intr., 1. c’hò na tóssa attaccata. 3. (fig.) avaro.
iniziare: a cche óra attaccamo? (a lavo- attacchino, s.m., 1. individuo litigioso. 2.
rare) | ~ a bbéva. 2. far presa: co sto (infant.) attaccabrighe.
callo la nève n’attacca. 3. convincere: attanajjà, v. tr., attanagliare.
n’attacca sto discurzo || attaccasse, v. attanajjato, agg., attanagliato, tormen-
intr. pron., 1. esitare, balbettare: quanno tato: c’évo l còre ~ da la péna.
parla, s’attacca. 2. avviticchiarsi. 3. ini- attanfato, agg., di luogo con aria irrespi-
ziare: (iron.) attàcchet’a ppiagna! 4. rabile.
diffondersi per contagio: co m moménto attappà, v. tr., tappare: se ss’attappava
s’attacca sto male. 5. affezionarsi. 6. at- fòrte la bbótte, scoppiava l zùgaro || at-
taccarsi: s’attaccónno n quélla cam- tappasse, v. rifl., ostruirsi: li s’è attap-
pana | mdd. attàcchet’al tranve!, peggio pato l cacatóro de casa | c’hò l naso
per te! || mdd. attaccasse ma la pana- attappato pel rifreddóre.
tara, avanzare pretesti || v. rifl., aderire: attarino: ➝ lattarino.
s’è attaccato ma la zzinna cóme m pol- attastà, v. tr., 1. controllare il processo di
lédro | quanno bbéve, s’attacca al fia- macerazione (rif. alla canapa): s’atta-
sco | v. rifl. recipr., 1. litigare, azzuffarsi: stava si spojjéva. vorrébbe dì che sse
se sò ttaccate bbrutto, se menàvono || dava na lavata, s’annava via quélla pel-
Forme: Ind. pres. 4 attaccamo | impf. 6 lìcola sópra, che ss’èra macerata che
attaccàveno | perf. 4 attaccàssemo; 6 at- rremanéva l vélo, la fibbra bbianca | ~
taccónno | P. pass. attaccato, ttaccato | la cànapa a mmòllo ne la piscina. 2.
Ger. attaccanno. palpare una donna. 3. perquisire: passà-
attaccabbuttóne, s.m., attaccabottoni. vono ppure si adèreno fémmene, chi li
attaccafiasco, s.m., 1. (scherz.) capo a guàrdie nu attastàveno. 4. tastare: at-
legno o sperone della vite tagliato in tastànnola, sentéva che cc’avéva la ma-
maniera inesperta: ll’~ sarèbbe l gagna (rif. a bestia) | l dottóre m’attastò
rażżòlo, ch’èra fatto male. 2. (arc.) l pórzo || attastasse, v. rifl., frugarsi in-
sporgenza risultante sul ramo dalla po- dosso.
tatura inesperta di un olivo. attastata, s.f., azione di palpare o perqui-
attaccapanne, s.m., attaccapanni. sire.
attaccarame, s.m., rastrelliera, formata attastièra, s.f., (raro) tastiera.
da un telaio di tavole con ganci, per ap- atte: ➝ latte1.
pendervi utensili di cucina di rame o al- attediato, agg., concentrato, assorto in un
luminio. lavoro.
attaccatìccio, s.m., 1. cibo bruciato. 2. attèdio, s.m., 1. attenzione, cura: ce vòle
(fig.) avarizia: quelue puzza d’~: num ~ ne sto lavóro. 2. sforzo.
magna, pi nun cacà || agg., 1. infettivo: àttemo, s.m., attimo: ni n ~ lo famo.
ce ll’hae avute ll’orecchjóne? s’attàc- attènte, ttènte, ttènto, agg., attento: sta ~,
cono. sta ttènto che tte ll’attacco, è ~. 2. maschjé, che tte fa male! | c’èra n ca-
noioso, importuno: è ~, te fèrma pe rabbignère, che lu stav’attènte, lo sor-
strada se métt’a cchjacchjerà, e n te se vegliava | cummare cummare, stàtece
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
164

più attènte n’antra vòrta! | ci s’annava pressione. 3. di pietanza cotta in un re-


gnïuno pe ccónto suo a sta ~ ll’ua, a cipiente coperto.
sorvegliare il vigneto || inter., atten- attuffasse: ➝ tuffasse.
zione!: attènt’a le curve! attuito, agg., solerte.
atterrà, v. tr., nascondere sotterra. attunnì: ➝ attonnà.
atterrato, agg., tarchiato. attura, santa immag.
atterrenato, agg., di campo con strato atturà, tturà, v. tr., 1. ostruire. 2. chiudere:
profondo di terra. ll’atturàvono dal didéntro, m mòdo da
attestà, v. tr., porre, sistemare: l zasso lo non fallo manométte || tturasse, v. intr.
chjappàvono e ll’attestàvono sul filo pron., ostruirsi: si l buco se ttura m po-
(rif. alle pietre messe sulla canapa al chétto, si stùzzeca co m bastoncèllo, è
macero). ttutto fatto.
attimosfèra, s.f., (citt.) atmosfera. atturata, s.f., azione di ostruire.
attizzà, v. tr., 1. ravvivare la combustione, atturcinà, inturcinà, ntorcinà, v. tr., av-
attizzare: cu lo spito attizzave l fòco volgere: la còrda s’atturcinava diètro a
sótto la callara. 2. (fig.) aizzare. n quatréllo di légno scanalato (rif. al
attizzata, s.f., azione di ravvivare il fuoco carro) | ntorcìnelo su! || attorcinasse, in-
|| dim. attizzatèlla. turcinasse, v. rifl., 1. attorcigliarsi. 2. av-
attizzatóro, s.m., attizzatoio, arnese di viticchiarsi: le furcinèlle s’inturcìneno
ferro usato per ravvivare il fuoco. sù | le furcinèlle s’attorcìneno su le
attoale: ➝ attuvale. canne.
attonnà, attonnì, attunnì, v. tr., 1. arro- attuvale, attoale, agg., (citt.) attuale.
tondare. 2. ricoprire di terra: s’attonné- attuzzasse, v. rifl. rec., 1. scontrarsi. 2. ve-
vono li sórche (dopo seminato) || nire alle mani.
attonnasse, v. intr. pron., arrotondarsi: atubbusse: ➝ autobbusse.
mó li curve li si sò attonnate (di una atunno: ➝ atónno.
donna anziana). àum, am, inter., (infant.) voce espressiva
attonnata, s.f., azione di arrotondare: da- onomatopeica, con cui si accompagna il
rémo n’~ a la fine. porgere il boccone ai bambini, per in-
attonnì: ➝ attonnà. vogliarli a inghiottire una cucchiaiata di
attorà, intorà, v. tr., fecondare una vacca, cibo.
anche artificialmente. austrìcio, ostrïaco, ustriècio, agg., au-
attorcinasse, vd. atturcinà. striaco.
attornà, v. tr., attorniare, circondare. àuto, s.m., (rec.) autobus.
attorzà, v. tr., colpire con forza: ha attor- autobbusse, atobbusse, atubbusse, otob-
zato, ha llevato tutte (nel gioco con le busse, s.m., autobus.
piastrelle). automòbbele, atomòbbele, ocomòbbele
attrappito, agg., rattrappito. (arc.), otomòbbele (arc.), otonòbbele
attrippasse, v. rifl., intripparsi, mangiare (arc.), tonòbbele (arc.), tonòbbile (arc.),
moltissimo con avidità. s.f., automobile.
attrippata: ➝ trippata. automobbilétte: ➝ atomobbelétte.
attufato, agg., 1. di luogo privo di venti- avanòtto, s.m., avannotto.
lazione. 2. di terreno situato in una de- avantaggiasse, avvantaggiasse, vvantag-
Vocabolario
165

giasse, v. rifl., avvantaggiarsi: t’avan- i nervi | ~ le pigne, avere idee strane | ~


tagge n un lavóro, si ccomince prima. no sbócco de sàngue, un’emottisi | ~
avantàggio, s.m., 1. avvantaggiamento. 2. ll’argènto vivo addòsso, non star fermo
vantaggio: arrivava all’appèllo cu ll’~ un istante | ~ la fèbbre magnarèlla,
(rif. al gioco con la ruzzola). grande appetito | avéccele pòche spicce
avantasse, vantasse, v. rifl., vantarsi: que- e ppòche da spiccià | éte da sapé na
lòro ce se vantàvono ppure d’avéllo còsa, sappiate | ma chi hae?, cosa credi?
fatto | tu tt’avante tanto. | éjjelo, averglielo | avéccelo, avercelo |
avante, vante, avv., 1. avanti: la vit’è avarà ppacènza! | c’a vuto a cche ddì
ccara, n ce se cava ppiù annà vante | sta co qquéllo na vòrta, ha avuto questioni
bbèll’~ co la scòla, fa buoni progressi | | aspètta aspètta, ma ch’adae, nu ll’ha
sémo bbèll’~, la stagione è avanzata | da vvisto ppiù | n ce vòjjo ~ a cche ffà co
ògge avante, da oggi in poi | fa ssèmpre ésso | che cc’ha cche ffà?, che c’entra?
avant’e ddiètro, fa il pendolare | si fa | io n c’hò cch’a vvéda gnènte || prov.: ~
vant’e ndiètro | tirà ~ n cane, allevare. ddel tuo, chi nun ti mancherà gnènte ||
2. in anticipo: vò èssa pagato ~ || inter., Forme: Ind. pres. 2 adae, ha, hae; 4
avanti! || prep.: avant’a ttutte | vant’a émo, c’émo; 5 c’éte | impf. 1 évo, ivo; 2
ttutte, prima di tutti. évi; 3 c’éa, c’iva, éva, iva; 4 avévomo,
avanzà, vanzà, v. tr., esser creditore: jje évamo, évemo, évomo, imo; 5 évete; 6
ll’avanza da anno, dall’anno scorso | m éveno, ìveno; 5 avévete, évete; 6 éveno,
parla ppiù, pare ch’avanza quarche évono, ìono, ìveno | perf. 1 èbbe; 2
ccòsa | m’avanze quarche ccòsa?, ho c’éste; 3 èbbe; 4 ébbimo, émmo, éssimo;
forse debiti con te? || v. intr., rimanere: si 5 éste; 6 ébbeno, ébbono | fut. 1 avarò;
cc’avanza m pò de cìccia, la mettémo 2 avrae; 3 avarà; 4 avarémo; 5 avaréte;
llà ppe ccéna || prov.: de quéllo 6 avaranno, avòrno | Cong. pres. 3
ch’avanza, num buttà gnènte || Forme: àbbie; 5 éte; 6 àbbieno | impf. 1 aésse,
Ind. pres. 2 avanze; 6 avànzono | impf. avésse, ésse; 3 ésse; 4 avéssemo, avés-
6 avanzàveno. somo, éssemo; 5 avéssoto, éssete; 6
avanzatìccio, s.m., (dispr.) avanzo: avésseno, avéssono, ésseno, éssero |
quéll’~ de stamane lo dam’al cane. Cond. pres. 1 avarèbbe, avarèi; 2 ava-
avanzo: dim. avanzétto. réste; 3 avarèbbe; 4 avaréssete; 5 ava-
avaro: (prov.) l zòrdo dell’~ se lo gòde lo réssemo, avréssemo, avréssimo; 6
scroccóne. avarébbeno, avrébbeno | Imper. 2 avé; 5
avé, v. tr., avere: ~ ppacènza!, abbi pa- avéte, éte | P. pass. vuto | Ger. avènno.
zienza | avéte pacènza!, abbiate | éte pa- avemmaria, emmarìa, lemmarìa, s.f., 1.
cènza!, abbiate | n’avé pprèscia! | n’éte squilla del mattino e della sera: è sso-
prèscia!, non abbiate fretta! | n’avé nata ll’~, n’éte ntéso? || prov.: quanno
ppaura!, non temere | nun avènnoce sòna ll’emmarìa, chi sta ccasa dell’altre
ppiù gnènte | n c’évo a cchi ffà gnènte, vadi via. 2. vespro, orario serale annun-
non ne avevo colpa | éccela, avercela | ciato dal suono delle campane: è ll’~:
c’iva na gran fame | èra mèjjo élla ma- nnam’a ccasa! 3. preghiera alla Ma-
gnata, averla mangiata | c’ha séte?, hai donna.
sete? | ~ le frégne, ~ le bbùschere, avere àveto, s.m., automobile || pl. àuti.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
166

avòjja, inter., altroché!: ~ se cc’è! avvezzà, v. tr., abituare || (d.) a sto mónno
avvallo, s.m., avallo. s’avvézza e sse sdivézza (rif. spec. ai
avvampà, v. tr., 1. illuminare. 2. bruciare bambini) || prov.: chi avvézza e cchi sdi-
(della siccità, che danneggia le colture) vézza || avvezzasse, v. rifl., abituarsi.
|| avvampasse, v. rifl., avvampare, ar- avvézzo, s.m., (raro) abitudine: bbinan-
rossire. che c’èra ll’~.
avvantaggiasse: ➝ avantaggiasse. avvicenasse: ➝ avvecinasse.
avvecinasse, avvicenasse, avvicinasse, v. avvicennasse, v. rifl. recipr., avvicendarsi.
rifl., avvicinarsi. avvicinasse: ➝ avvecinasse.
avvedésse, v. intr. pron., accorgersi: te avvilisse: ➝ avvelisse.
n’avvedarae ppure tu, n’avé ppaura! avvilito, avvelito, agg., 1. abbattuto, de-
avveliménto, s.m., avvilimento, scorag- presso. 2. stanco: ch’adà? lo védo tutto
giamento. ~. 3. indebolito (di una pianta aggredita
avvelisse, avvilisse, v. rifl., 1. abbattersi, da malattia).
deprimersi: nun t’avvilì ccosì! 2. (fig.) avvinà, v. tr., 1. avvinare, lavare le botti
indebolirsi, di pianta: se le se dà spago, con vino per eliminarne il sentore di
la vita s’avvilisce. legno. 2. agitare un po’ di vino in un re-
avvelito: ➝ avvilito. cipiente, per togliere ogni traccia d’ac-
avveneménto, s.m., (citt.) avvenimento. qua: qua, ch’avvinamo l bicchjère e
avvenì, v. intr., avvenire || Forme: Ind. bbevémo!
perf. 3 avvinne. avvinata, s.f., atto di sciacquare il bic-
avventasse, v. rifl., 1. avventarsi: me chiere con vino: li damo sèmpre n’~ n
jj’avvènto cóntra lue. 2. gonfiarsi del cantina.
ventre di animali per meteorismo acuto. avvinato, agg., 1. di vaso vinario impre-
avventato, agg., 1. sofferente di meteori- gnato di vino. 2. sciacquato con vino (di
smo acuto (detto di persona o animale). bicchiere in cui mescere).
2. andato a male perché sbattuto dal avvisà, v. tr., avvertire: ll’avvisò de nun
vento (detto di frutto). 3. di una tavola annacce || prov.: òmo avvisato, mèżżo
che presenta fessure. 4. piegato dal sarvato.
vento (detto della canapa). avvizzià, vizzià, v. tr., viziare.
avvermato, nverminito, nvermito, agg., avvocato: (mdd. dispr.) è ll’~ de le càvese
aggredito dai vermi (rif. al frutto o alla pèrze.
canapa). avvorgìbbile, s.m., (rec.) serranda.
avvermatura, s.f., malattia della canapa, ażżardasse, nżardasse, żżardasse, v. rifl.,
causata dai vermi. azzardarsi: num m’ażżardò a ddìjjolo,
avverzà, v. tr., piegare nella stessa dire- non osai dirglielo | n te c’ażżardà pi
zione: per ddà àri’a la vigna, l cape ccarità!
s’avvèrzono su la spaglièra. ażżarétto, s.m., lazzaretto.
avverzato, agg., 1. in ordine. 2. abile, chi azzeccà, anzeccà, inzeccà, nzeccà,
sa fare le cose nel modo più opportuno. zzeccà, v. tr., 1. colpire giusto, centrare:
3. posto nella stessa direzione: méttele tìrono tìrono e n c’azzéccono mae. 2. in-
bbène, avverzate le tòrte. dovinare: chi cc’azzécca, è bbravo ||
avvettà, v. tr., aggiogare buoi. prov.: azzécca chi ccòjje || v. intr., capi-
Vocabolario
167

tare: ste tre ffèste hanno azzeccato nnà ~ l fijjo | le matre azzinnàvono l fijjo
nzième. pure pi strada. 2. poppare. 3. (scherz.)
azzecchino, s.m., chi indovina facil- bere vino.
mente. azzinnata, zzinnata, s.f., 1. poppata: lo
azzeppà, nzeppà, zzeppà, v. tr., 1. inzep- sènte quanto piagne? dalle na zzinnata
pare, premere: pe ffàccela entrà, tòcca a qquélla pòra cratura! 2. (scherz.) be-
zzeppà | anzeppàvono ggiù l magnà col vuta di vino.
lanzagnòlo (rif. a persone ingorde) | azzittà, zzittà, v. tr., zittire, far tacere || az-
s’azzeppava llà co na pèrteca (rif. al fa- zittasse, zzittasse, v. intr. pron., tacere:
scio della canapa spinto in avanti nella gna che vv’azzittate n fricciolétto, sennò
vasca) | azzeppà la pallina a la gażżósa, ma mmì me fat’ampatassà | s’azzittà-
premere la sfera di vetro della bottiglia veno tutte | parle sèmpre tu, n t’azzitte
di gassosa. 2. spingere: tòcca ~ la mà- mae | a ssintì n quér mòdo, s’azzittàs-
china n zalita. 3. interrare il magliolo: semo.
s’azzeppava ggiù col tanavèllo. 4. (triv.) azzo, inter., (euf.) cazzo!
fottere. azzoppasse, v. intr. pron., divenire zoppo.
azzeppata: ➝ anzeppata. azzuccà, inzuccà, zzuccà, v. intr., cozzare
ażżerà, v. tr., (rec.) portare a zero: se con le corna, di due animali.
scòrda sèmpre d’~ l contachilòmetre. azzuppà, nzuppà, v. tr., inzuppare || az-
ażżiènna, żżiènna, s.f., azienda agricola. zuppasse, zzuppasse, v. intr. pron., in-
azzinnà, zzinnà, v. tr., 1. allattare: hò dda zupparsi: me s’azzùppeno l vistite.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
168

bbabbà, inter., caspita! troppo alta. 2. chi alterca in modo ru-


bbabbalèo: ➝ bbabbalóne. moroso.
bbabbalóne, babbalèo, s.m., stupido: al- bbaccalà, s.m., 1. (fig.) persona stupida,
lóra rispónne quéll’artro ~ pure. maldestra: ~ mmerluzz’a mmòllo! (in-
bbabbao, s.m., essere pauroso immag., sulto). 2. (fig.) frac: l ~ se pijjava a nno-
babau. léggio dal rigattière.
bbabbèle, s.f., confusione, caos. bbaccanata, s.f., scenata.
bbabbilògna, s.f., confusione, caos. bbaccellume, s.m. coll., bucce secche di
bbabbiùccio, s.m., individuo basso e tar- leguminose.
chiato. bbacchétta, s.f., 1. stecca dell’ombrello.
bbabbiùsso: ➝ bbabbusso. 2. scamato, bacchetta per ribattere la
bbabbo: o bbà! | e bbà, sentéte m pò! || ~ lana. 3. fusto della canapa || ~ (im), loc.
mòrto (a), loc. avv., a) al momento in avv., sulla pianta, sul campo (rif. alla ca-
cui si eredita (impegno giuridico); b) napa): dumila quintale ~ | prima de ma-
quando se ne avrà la possibilità econo- ceralla, bbisognava se seccasse ~,
mica: pagà ~. vérde.
bbabbùssio: ➝ bbabbusso. bbacchettóne, s.m., robusto succhione di
bbabbusso, bbabbùssio, bbabbiùsso, vimine (usato per legare fasci): co le ~,
s.m., 1. vecchio rimbambito. 2. persona n frustóne de sarcino, ce se legàvono le
tonta. fasce di li canne.
bbacarino: ➝ bbagarino. bbacchittata, s.f., bacchettata.
bbacaróne, bbagaróne, s.m. pl., soldi, bbaccinétta, bbacinétta, s.f., 1. insala-
denaro. tiera, terrina senza coperchio. 2. cati-
bbacaròzzo, s.m., 1. bacherozzolo || pare nella || dim. baccinettùccia.
m ~ (scherz., di ragazzo paffuto). 2. bbacco: (prov.) ~ tabbacco e Vvènere,
verme di frutta. 3. insetto che aggredi- ariddùciono ll’òmo n cénnere.
sce le radici delle piante. 4. (fig., triv.) bbachico, sopr.
prete. bbachilite, s.f., bachelite.
bbacasse, v. intr. pron., essere aggredito bbacià: ➝ abbacià.
dai vermi. bbaciamadònne, sopr. m.
bbacato, s.m., pazzoide || agg., stupido. bbaciasse: ➝ abbaciasse (vd. abbacià).
bbaccajjà, v. intr., baccagliare, discutere bbaciato, agg., unito (di due pagnotte a
animatamente. contatto nella cottura).
bbaccajjata, s.f., 1. scenata: ha ffatto na bbaciatura, s.f., parte laterale della pa-
~, na liticata ggiù ppil vicinato. 2. scena gnotta rimasta morbida, perché a con-
satirica di carnevale. tatto con altra nella cottura.
bbaccajjóne, s.m., 1. chi parla a voce bbacìccia, antrop., personaggio immag.
Vocabolario
169

bbacilata, s.f., quantità contenuta in un bbagajjo, s.m., bagaglio: pijjà arm’e bba-
bacile. gajje e ppartì.
bbacilétto, s.m. dim., piccolo bacile. bbagarétto, s.m., baghero, tipo di car-
bbacinétta: ➝ bbaccinétta. rozza a quattro ruote, con le ruote ante-
bbàcio: (prov.) ~ nun fa bbùcio || dim. riori più piccole.
bbacétto | (infant.) tirà le bbacétte | bbagarino, bbacarino, s.m., rivenditore
damme m bacétto! di merci.
bbaciòccola, s.f., 1. blocco di fango che si bbagaróne: ➝ bbacaróne.
attacca sotto la suola della scarpa. 2. in- bbagattellasse, v. intr. pron., trastullarsi:
grossatura provocata sul tronco dal ta- sta ttutto l giórno a ~, nun conclude
glio cicatrizzato di un ramo. 3. gnènte.
massiccia forma sferica di materiale bbaggianèllo, sopr.
duro. 4. bernoccolo. bbaggianòtto, s.m., 1. varietà di fagiolo
bbaciòccolo, s.m., pomo d’Adamo. che si consuma fresco. 2. (fig.) paz-
bbaciofréddo, s.m., 1. (fig., gerg.) coltel- zoide.
lata. 2. (fig., gerg.) fucilata: se dice ~, e bbàggiolo, s.m., rialzo provvisorio di
nvéce scòtta. legno, che il muratore usa per appog-
bbacóne, sopr. giarvi materiale.
bbacucco, s.m., costruzione in muratura bbaggiù: ➝ abbaggiù.
a forma di capanna circolare, con tetto a bbagnà: ➝ abbagnà.
volta senza tegole, usata come ricovero bbagnajja, top., Bagnaia, fraz. di Viterbo.
in campagna. bbagnajjòlo, s.m., abit. di Bagnaia, fraz.
bbadà: ➝ abbadà. di Viterbo || agg., bagnaiolo || bbagnaj-
bbadeżżà, abbadeżżà, bbateżżà, bbatiżżà, jòla (a la), loc. avv., secondo la tecnica
v. tr., 1. battezzare. 2. (fig.) imporre il n. usata a Bagnaia per allevare le viti:
di battesimo. 3. (fig.) soprannominare. quarcuno métte le pèrtiche ~.
4. (fig.) mescolare acqua nel vino da bbagnapiède, s.m., lavapiedi.
vendere. 5. (fig.) colpire la testa altrui || bbagnaròla, s.f., 1. recipiente oblungo di
Forme: Ind. perf. 6 bbadeżżònno | P. ferro zincato con due manici, usato per
pass. bbadeżżato, bbatiżżato. lavare panni o per pediluvio. 2. vasca da
bbadéżżo, bbatéżżo, s.m., sacramento del bagno. 3. (fig., scherz.) automobile in
battesimo. cattivo stato || dim. bbagnarolétta.
bbadòcchjo, bbatòcchjo, s.m., 1. batta- bbagne, s.m. pl., stazione termale || ~ (li),
glio || dim. bbadocchjétto || bbadoc- microtop.
chjétto (a), loc. avv., a rintocchi veloci: bbagnèra, bbannièra, s.f., bandiera |
pe le fèste la campana ciuca se sonava bbannièra róscia, (scherz.) emorragia
~, fitto fitto. 2. (fig., triv.) pène. anale || dim. bannierétta.
bbafasse, v. rifl., 1. saziarsi. 2. stancarsi bbailònne, cogn., Baylon: sam Pasquale
di mangiare. ~.
bbaffo, s.m., guanciale seccato e salato di bbajjà: ➝ abbajjà1.
maiale | pl. bbaffe, barba del granturco | bbajjòcco, bbaòcco, bbòcco, bboècco,
accr. bbaffóne, uomo con grossi baffi. bbüècco, bbuècco, s.m., 1. baiocco. 2.
bbagajjajjo, s.m., bagagliaio. soldo (in genere): vann’avante co
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
170

qquattro bbüècche | m’ha allumato spettacolo. 2. donna di facili costumi:


quélle bbüècche e mme le vò ffregà || sto fijjo de na ~! (scherz., detto ad un
dim. bbajjocchétto || Forme: pl. bbaòc- bambino vivace).
che, bbòcche, bbuécche, bbüècche. bbàllia, s.f., balia || ~ sciutta, balia
bbajjonétta, s.f., baionetta || mdd. all’as- asciutta.
sarto a la ~, co la scópa e la palétta. 2. bballicchjà, v. intr., ballare alla meglio.
(fig., gerg.) pungolo della fame: me bballo: fà l ~ dell’órzo, ballare goffa-
sènto na ~ che n te dico | bbatte la ~, mente | féciono na rillegrata co ppranzo
soffrire la fame. e bballe || mdd. quanno stae sul ~ te
bbajjonettata, s.f., colpo di baionetta. tòcca bballà || ~ de san Vito, contrazioni
bbajjóre, s.m., (lett.) bagliore. involontarie, sintomo del morbo di Par-
bbalavustra, s.f., balaustra. kinson: che cc’hae l ~ de san Vito, che
bbaldraccóna, s.f., prostituta. n te pò stà ffèrmo mae?
bbaléna, s.f., donna molto grassa. bballóna, s.f., 1. ballotta, castagna lessata
bbalèstro, agg., strano: me pare n fré- con tutta la buccia. 2. (raro) caldarrosta.
gno ~. bballottóne, agg., di una varietà di fa-
bbaligge (arc.): ➝ valìggia. giolo: faciòle ~.
bbalìggia (arc.): ➝ valìggia. bbalucano, agg., 1. miope. 2. di persona
bballà, v. intr., 1. ballare || prov.: quanno con occhio semichiuso. 3. strabico.
stamo sul ballo, tòcca ~. 2. (fig., bbalusco, s.m., 1. strabico. 2. miope: uno
scherz.) tremare per il freddo: se bballa ~ ce véde pòco, na spèce de guèrcio. 3.
pel fréddo ògge. 3. effetto ottico, quasi persona con occhi di forma o colore dif-
un tremolio trasparente dell’aria, che ferenti.
evapora d’estate da una superficie sur- bbalustrata, s.f., balaustrata.
riscaldata: bballa la vècchja, ~ la bbambace, s.f., bambagia: quél fijjo lo
stréga. 4. sobbalzare, di veicolo. 5. sus- tène ma la ~.
sultare della terra per terremoto o di un bbambacina, s.f., bambagina, tela di
pavimento instabile: n quélla casa bambagia: na bbèlla vèste de ~.
vècchja li bballa l piancito || Forme: bbambacióne: ➝ bbombacióne.
Ind. pres. 6 bbàllono | impf. 6 bballà- bbambinara, s.f., (citt.) bambinaia.
veno; perf. 1 bballò. bbambinèlla (la), sopr.
bballa1, nell’espr.: èsse di ~, amare star in bbambinèllo, bbambinéllo, s.m., bam-
compagnia. bino Gesù: la Madònna cul ~ || sopr.
bballa2, s.f., 1. sacco di iuta || dim. bbal- bbambino, s.m., 1. bambino Gesù: sta-
létta. 2. sacco contenente 100 kg. di ca- nòtte nasce l ~ | nu lo fò mmanco se
napa. vvène l ~, per nessun motivo | chi tte lo
bballàbbele, s.m., ballabile. fà? l ~!, nessuno! 2. (fig.) sasso enorme
bballarina, s.f., 1. danzatrice. 2. donna utilizzato al Bulicame per tener im-
che ama il ballo. mersa la canapa nella piscina.
bballarino, s.m., danzatore. bbambolétta, s.f. dim., bambolina.
bballerina, agg., della punta della trotto- bbammenóne, s.m., bambinone.
lina che gira saltellando. bbanca, s.f., panca: pijjava sù na ~ de vi-
bballezzómpa, s.f., 1. ballerina di avan- naro ccosì cco la bbócca, sènza mano.
Vocabolario
171

bbanchétto, s.m., 1. panchetto a tre babau: sta bbòno, ècco l ~! | ~ sèttete!


zampe, su cui siede il pastore che (detto comparendo di sorpresa o sco-
munge. 2. deschetto del calzolaio || ~ prendo la faccia coperta dalle mani, per
(a), loc. avv., ad alberello (tecnica di al- divertire i bambini).
levamento della vite senza sostegno) || bbaòcco, santo immag.
pl. bbanchétte, cavalletti, supporti in bbaòcco: ➝ bbajjòcco.
metallo o legno del letto arcaico. bbaraónna, s.f., baraonda.
bbanchjère, s.m., impiegato di banca. bbaraschétto (l), n. di un molino di Vi-
bbanchina, s.f., mensola davanti alla terbo.
bocca del forno, sulla quale si appog- bbarattà: ➝ sbarattà.
giano le tavole con le pagnotte e la pala bbarba, s.f., 1. barba: te fa bbarb’e cca-
per infornare. pélle, si tte chjappa, ti picchia | na ~
bbanco, s.m., 1. banca: c’ha li sòrde? e d’òmmini, uomini forti | ~ de cappuc-
ndó li va a ppijjà, al ~ de la scìmmia? 2. cino, ~ de frate, pianta con foglie lun-
superficie di terreno su cui poggia la ghe e strette, coltivata negli orti
bica dei covoni. 3. parte basale della (Plantago serriola L.) | mdd. fà la ~ de
bica, costituita dalla serie di covoni di- stóppa, divorare tutto | a la ~ de chi cce
sposti, in posizione eretta, a gruppi di vò mmale! | l leóne hanno mésso la ~,
tre. 4. scavo della fossa per piantarvi la fa molto freddo (rif. ai ghiaccioli che si
vite: fà m ~ cul pìcchjo. formano sulle sculture dei leoni della
bbancóne, sopr. fontana) || prov.: sam Piètro prima se
bbandierina, s.f., pezzo di tela quadrata féce la ~ per zé, e ppò la féce mall’altre.
su asta, usato dal fornaio per inumidire 2. radice superficiale filiforme, capillare
il pane quasi cotto e dar lucentezza alla di vite: levà le bbarbe fra le du tèrre. 3.
crosta. mento.
bbandonà: ➝ abbannonà. bbarbabbièta, s.f., barbabietola rossa
bbanna, s.f., 1. banda musicale di paese. (Beta vulgaris L. var. rapacea, Beta vul-
2. (dispr.) orchestra scadente. garis L. var. L. Salisb.).
bbannèlla, s.f., bandella dell’imposta: bbarbacane, s.m., 1. ripiano coltivabile
quelòro due sò ggàngheno e ~, insepa- su pendio scosceso. 2. legno fissato al
rabili. muro a sostegno di una tavola.
bbanneròla, s.f., banderuola. bbarbaggianne, bbarbajjanne, s.m., 1.
bbannì, v. tr., bandire, proclamare nelle barbagianni (Tyto alba Scop.). 2. (fig.,
strade avvisi d’interesse pubblico. dispr.) corteggiatore, spasimante.
bbannièra: ➝ bbagnèra. bbarbajjanne: ➝ bbarbaggianne.
bbannita, s.f., 1. bandita, riserva. 2. re- bbarbalìscia, s.m., individuo dal volto
cinto per bestiame. glabro.
bbannitóre, s.m., banditore: ~ pùbbreco. bbarbanéra, s.m., almanacco: passávono
bbanno, s.m., bando: bbuttà l ~, bandire, pi li case a vvénna l ~.
annunziare pubblicamente. bbarbarasco, s.m., tassobarbasso (Ver-
bbànnolo, s.m., (raro) bandolo: tòcca bascum thapsus L.).
trovà l ~ di sta matassa. bbarbarésco, s.m., (arc.) dipendente che
bbao, s.m., essere pauroso immag., aveva in custodia i cavalli.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
172

bbarbarétta, sopr. (in formuletta di gioco ranno state quattro cìnque bbarda-
infant.). sciòtte.
bbarbaro, s.m., (ant.) barbiere. bbardèlla1, s.f., 1. sella larga, imbottita,
bbarbataro, s.m., superficie della vigna con alto arcione. 2. (fig.) sfacchinata. 3.
dove sono allevate le barbatelle. (fig.) sudata: m’éva fatta pijjà na ~ chi
bbarbazzale, s.m., 1. pappagorgia, di una n vi dico, da non dire. 4. macchia di su-
persona. 2. (raro) radice superficiale fi- dore sulla schiena: ma mmì pi sta fadiga
liforme, capillare di vite. 3. giogaia del mi si prése na ~ di sudóre. 5. peso note-
bue || pl. bbarbazzale, bargigli di galli- vole. 6. (fig.) grande spavento.
nacei. bbardèlla2, cogn., Bartella.
bbarbétta, s.m., (scherz.) uomo con la bbardòria, s.f., baldoria: facévemo m pò
barba a punta. di ~.
bbarbétte, s.f. pl., radici superficiali fili- bbardòtto (a), loc. avv., in disordine,
formi della vite: se ppìjjano l zoprav- dove capita: bbuttà llà n ordégno ~.
vènto le bbarbétte, la vite pèrde de bbarèlla, s.f., attrezzo per il trasporto a
fónno, si indeboliscono le radici princi- mano delle bigonce, composto da due
pali | sópra sópra vèngono tutte bbar- stanghe laterali cilindriche e due assi
bétte gióvene. poste in senso trasversale.
bbarbière: dim. bbarbierétto. bbarellóne, s.m., lunga cesta di vimini
bbarbierìa, s.f., (ant.) negozio da bar- poco profonda, con quattro lunghi ma-
biere. nici alle estremità, usata per trasportare
bbarbinara, s.f. coll., insieme delle radici pesi.
capillari della vite. bbarièra, s.f., barriera.
bbarca, s.f., 1. barca: (d.) dó va la ~, va bbarilata, s.f., liquido contenuto in un ba-
Bbacìccia (sugli opportunisti) || dim. rile.
bbarchétta: l fàscio facéva la ~, nnava bbarile, s.f., mozzo della ruota del carro
llà (della canapa che galleggiava sul agricolo.
maceratoio). 2. (fig.) scarpa enorme: bbariòzzo, sopr.
varda che bbarche! 3. (fig., dispr.) bbarlamme, s.m., 1. Balaam, personag-
donna grossa e sfatta. 4. grande quan- gio biblico: me pare la mula de ~, di
tità: c’ha na ~ de sòrde. animale che recalcitra. 2. persona tra-
bbarcara, s.f., grande mucchio di fieno. sandata. 3. persona dappoco.
bbarcaròlo, s.m., barcaiolo. bbarlétta, s.f., bariletto della capienza di
bbarco, s.f., bica quadrangolare di covoni alcuni litri.
|| ~ (l), microtop. bbarlòzza, s.f., barilotto di legno, della
bbardà, v. tr., bardare || bbardasse, v. rifl., capacità di circa 30 litri, per il trasporto
1. equipaggiarsi. 2. agghindarsi. a soma di vino || dim. bbarlozzétta.
bbardacchino, s.m., 1. baldacchino. 2. bbarlozzaro, s.m., artigiano costruttore di
(dispr.) costruzione instabile. barili.
bbardasciata, s.f., ragazzata. bbarlòzzo, s.m., 1. bariletto (della capa-
bbardàscio, s.m., ragazzino (di 10-14 cità di 3-5 litri). 2. (fig.) bambino ro-
anni) || dim. bbardascétto. tondetto || dim. bbarlozzétto.
bbardasciòtto, s.m., adolescente: sa- bbaronfottuto, s.m., individuo falso.
Vocabolario
173

bbaròzza, bbarròzza, s.m., barroccio. bbarżòtto, agg., 1. prossimo alla matura-


bbarratto, s.m., baratto, scambio di beni zione, di grano. 2. cucinato a mezza cot-
con altri beni. tura. 3. flaccido, di pène. 4. (fig.) di
bbarràttolo, s.m., barattolo || dim. bbar- individuo quasi adulto.
rattolétto, (fig., dispr.) individuo basso e bbàscola, bbàsquela, s.f., basculla, bilan-
tozzo || prov.: l veléno sta mal barràt- cia a ponte.
tole ciuche. bbasìleca, s.f., 1. basilica. 2. largo om-
bbarre, s.m., (rec.) bar: se vann’a brello di forma conica a gheroni colo-
mmétt’a sséda mar’um ~ || dim. bbar- rati, che si porta in processione.
rétto. bbasìleco, s.m., basilico (Ocymum basi-
bbarrétta, s.f., 1. berretta del prete, nic- licum L.).
chio. 2. berretto. bbàsquela: ➝ bbàscola.
bbarrétto, s.m., berretto: l ~ arto e ttòsto bbassà: ➝ abbassà.
chi ppariva cóme na misurélla. bbassanellése, s.m., abit. di Vasanello ||
bbarrista, s.m., (rec.) barista. agg., vasanellese.
bbarròzza: ➝ bbaròzza. bbassanèllo, top., Vasanello: n ce rive,
bbàrtolo, ipoc., Bartolomeo. sèe de ~ (bisticcio sull’agg. bbasso, di
bbaruffasse, v. intr. pron., litigare. statura inferiore alla media).
bbaruffata, s.f., litigio. bbassato: ➝ abbassato.
bbarurèlla, s.f., (infant.) gioco consi- bbassitajja, s.f., regioni dell’Italia meri-
stente nello scivolare lungo un piano in- dionale.
clinato con il deretano a terra. bbastà, abbastà, v. intr., essere a suffi-
bbarzano, agg., 1. balzano, di cavallo. 2. cienza: l damagnà se lo farém’abbastà
vaiato, di cavallo con occhi di colore | abbasta e avanza, è più che sufficiente
differente. 3. strabico. 4. (fig.) strava- | qué bbasta e n’abbasta, è scarso, ap-
gante, matto: c’ha l ciarvèllo mèżżo ~ || pena sufficiente | l zale quant’abbasta |
s.m., (fig.) individuo strano. fàteval’abbastà! | abbasta la salute,
bbarzaròlo, s.m., mietitore che compone rigà!, la salute è il bene più grande | èj-
il legaccio per il covone. jela và, abbasta che bbutta la ròbba a
bbàrzimo, s.m., (raro) balsamo. ttummellà!, non fa che gettare i suoi
bbarzo1, s.m., legame formato da una vestiti dove capita | ncóra n v’abbasta?
treccia di spighe, divelte con tutta la ra- | abbasta che ppàgono davéro, purché
dice, che veniva attorcigliata attorno al paghino || prov.: na campana bbasta pe
covone: quanno se metiva, c’èra quéllo ccènto frate || Forme: Ind pres. 6 abbà-
che mettéva l ~ (un operaio addetto). steno, bbàsteno, bbàstono | P. pass. bba-
bbarzo2, s.m., balzo: pijjà la pall’al ~. sto.
bbarzòlo, s.m., 1. luogo sopraelevato, bbasta: ➝ abbasta.
rialzato. 2. pianerottolo esterno delle bbastanza, avv., abbastanza.
scale. 3. ripiano in legno, su cui disporre bbastardo, s.m., (arc.) solco regolatore di
oggetti da caricare. 4. terrazza in vigne- acqua nel campo || bbastarde, s.m. pl.,
to: vigna a bbarzòle. 5. trespolo della ci- brefotrofio: ll’ha ppòrto a li ~.
vetta: me pare la ciuitta sul ~ (detto di bbastardòtto, s.m., meticcio, ibrido fra
donna che ambisce a mettersi in vista). due razze.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
174

bbastaro: ➝ imbastaro. di scavo vero e proprio dell’adulto). 8.


bbastémento, s.m., bastimento || ~ ari- spaccare: stàvono ll’óre sane a ~ la
vortato, quéllo che ddichi, tutto pe tté! bbréccia sótt’al zóle || Forme: Ind. pres.
(espr. che ritorce insulti e contumelie 4 bbattémo; 6 bbàtteno | impf. 3 bbat-
contro chi li lancia). téva, bbattiva; 6 bbattévono, bbattìveno
bbastiano, ipoc., Sebastiano. | perf. 4 bbattéssimo; 6 bbattinno | Ger.
bbasto (a), loc. avv., sul basto: le bbi- bbattènno.
gónze le portàvomo ~. bbattajja, s.f., battaglia.
bbastoncéllo, bbastoncèllo, s.m., baston- bbattajjèro, agg., battagliero.
cino || bbastoncèlle, s.f. pl., prime aste bbattajjóne, s.m., battaglione.
che si fanno a scuola. bbattana, s.f., (fig.) scarpa spropositata.
bbastóne: mdd. sèe l ~ de la vecchjara, bbatte: ➝ bbatta.
detto del nipotino || prov.: vèste m ~, te bbattebbécco, s.m., battibecco.
pare n zignóre | ~, fiche, pèrzech’e bbattecòre, bbatticòre, s.m., batticuore:
mmelóne! (commento scherz. quando li mille lire facìveno venì l ~ a nnome-
viene giocata una carta del seme di ba- nalle.
stoni). bbattemano, s.m., battimano || pl. bbatti-
bbatalóna, s.f., donna trasandata. mane.
bbateżżà: ➝ bbadeżżà. bbattemuro, s.m., (infant.) battimuro,
bbatéżżo: ➝ bbadéżżo. gioco fatto con monete o con bottoni.
bbatiżżà: ➝ bbadeżżà. bbattènte, s.m., vetta, bastone corto del
bbatòcchjo: ➝ bbadòcchjo. correggiato, che veniva usato un tempo
bbatta, bbatte, v. tr., 1. battere: ~ l dènte per battere cereali e oggi legumi secchi.
pil fréddo | num pònno ~ chjòdo, non bbattepalle, s.m., (infant.) cerbottana a
trovano un lavoro | ~ la migragna, sof- stantuffo, confezionata con un ramo
frire la carestia | ~ la fiacca, lavorare svuotato di sambuco, per lanciare pal-
svogliatamente | c’ha bbattuto l naso, line di stoppa.
s’è ffregato | ~ l piattine, a) tremare di bbattescópa, s.f., battiscopa.
freddo; b) stare in fin di vita | ~ le gnàc- bbattesùghere, s.m., mazzuolo di legno
cole (rif. alla scavezzatura della canapa) con cui si batte il sughero della botte,
| mdd. ce bbatte pure de cassa?, insisti?, per infilarlo.
protesti? || prov.: l fèrro tòcca bbàttelo bbattibbréccia, s.m., spaccapietre, ope-
quann’è ccallo. 2. bacchiare: bbattinno raio che rompe pietre per inghiaiare le
le nóce co la pèrteca. 3. trebbiare: sul strade.
princìpio, quanno nun c’èrono le mà- bbattibbujjo, s.m., confusione, caos:
chine, l grano se bbattéva col coriato. tutt’a cchjacchjerà, hanno fatto m ~, n
4. sgusciare legumi: nnam’a ~ l faciòle ze capiva ppiù gnènte.
cul curiato. 5. colpire: ll’ua bbattuta da bbatticòre: ➝ bbattecòre.
la gràndene se sécca. 6. frullare, per es. bbatticulo, s.m., (infant.) gioco con cui
le uova. 7. zappare: ~ l fónno avante, ef- due ragazzi afferravano un compagno
fettuare lo scavo superficiale del vi- per le gambe e per le braccia, facendo-
gneto col bidente (rif. al lavoro leggero gli più volte battere il suolo con il dere-
di un adolescente, che precedeva quello tano: si nun finisce la césa, li facémo l ~.
Vocabolario
175

bbattifàrcia, s.m., battifalce, piccola in- nomica: oddimìo che ~!


cudine su cui si batte la lama della falce bbavajjo, s.m., mascherina: li toccava
messoria, per rifarne il filo. tené l ~ sul viso, pi n’arispiralla.
bbattilarda, s.f., tagliere. bbavajjòlo (rec.): ➝ bbavaròla.
bbattillòcchjo (m), loc. avv., in un batter bbavaròla, s.f., bbavajjòlo (rec.), s.m.,
d’occhio, in un attimo. bavagliolo: méttete la bbavaròla!
bbattillònta, bbattilónta, s.f., tagliere di bbavièra, s.f., (gerg.) povertà: stà im ~,
legno. co le saccòcce arivortate.
bbattilónta: ➝ bbattillònta. bbàvoro, s.m., bavero.
bbattipanne, s.m., battipanni; arnese di bbavóso, agg., 1. (fig.) povero. 2. (fig.)
vimini intrecciati, per battere o scuotere avaro || mdd. fà l giro del ~, seguire un
abiti, tappeti, ecc. cammino tortuoso.
bbattirìa, s.f., batteria. bbażżarre, s.m., 1. bazar. 2. (fig.) confu-
bbattistèrio, s.m., 1. battistero. 2. (fig.) sione, caos.
scarica di busse. bbażżéccola, s.f., bazzecola.
bbattisùgoro, s.m., mazzuolo di legno. bbazzicà, v. tr., praticare, frequentare.
bbattitóre, s.m., trebbiatore: vengaranno bbazzicòtto, s.m., sette punti che si rea-
l battitóre cul curiato da fòri. lizzano con tre carte uguali nel gioco
bbattitóro, s.m., battitore; organo a tam- della bazzica (briscola con l’accuso) ||
buro rotante della trebbiatrice, che serve tòcca fà a ~ forzato, fare di necessità
a separare le cariossidi dalle spighe e virtù.
dai tutoli: appéna entrato l grano, se bbè: ➝ embè.
chjamava l battitóro. bbéa: ➝ bbéva.
bbattuta: la tribbiatura adèra all’ùrteme bbeato, bbïato, agg., beato: ~ a cchi cc’ha
bbattute, alla conclusione | oramae po- n òcchjo!, felice chi vivrà | ~ a ésso! |
rétto sta all’ùrteme bbattute, ridotto agli adè ccontènto e ~, felice e spensierato |
estremi (rif. al moribondo). bbïate valtre! | adè bbïata e ssudisfatta
bbattuto, s.m., 1. condimento fatto con | (scherz.) ~ a tté che n capisce gnènte!
lardo tritato, erbe e spezie. 2. (fig.) sca- bbebbè (a la), loc. avv., alla bebè: la su
rica di busse. rigazza pòrta l capélle ~.
bbaubbau, s.m., (infant.) essere pauroso bbebbiùccio, sopr.
immag., babau. bbeccà, v. tr., 1. beccare || prov.: gallina
bbaùddo, s.m., individuo stupido. chi num bbécca ha ggià bbeccato. 2.
bbaullata, s.f., contenuto di un baule. (fig.) buscare: bbécchete qué!, prendi
bbaùlle, bbàulle, s.m., baule || dim. questo! 3. catturare.
bbaullétto | accr. bbaullóne. bbeccàccia, s.f., 1. beccaccia: pijjà le
bbàulle: ➝ bbaùlle. bbeccacce, soffrire freddo. 2. (fig.)
bbausètte, bbausèttete, inter., (infant.) grosso oliatore con becco lungo, in ter-
voce scherzosa per impaurire il bam- racotta o in metallo, in uso nelle seghe-
bino. rie e officine meccaniche: la ~ dell’òjjo.
bbausèttete: ➝ bbausètte. bbeccaccióne, s.m., marito tradito con-
bbava, s.f., 1. schiuma. 2. moccio della senziente.
lumaca. 3. (fig., gerg.) ristrettezza eco- bbeccacciuto, s.m., maldicente.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
176

bbeccafiasco, s.m., 1. (scherz.) capo a signare i vincitori tra concorrenti che


legno o sperone della vite tagliato in hanno raggiunto uguale punteggio: mó
maniera inesperta. 2. (arc.) sporgenza ffamo la ~ | mdd. la ~ e mme la fò! 2.
derivante sull’olivo da potatura ine- bella copia: métte m ~, ricopiare in bella
sperta. copia.
bbeccamòrto, s.m., 1. guardiano del ci- bbellapòsta (a), bbellappòsta (a), loc.
mitero. 2. (fig.) babbeo. 3. (fig.) cici- avv., appositamente: ll’ha ffatto ~.
sbeo, cascamorto. bbellappòsta (a): ➝ bbellapòsta (a).
bbècche, s.m., catrame. bbellarama, sopr.
bbécco, s.m., 1. becco: métte ~, immi- bbellaròbba, s.f., 1. cosa spregevole. 2.
schiarsi: ésso c’ha ssèmpre da ~. 2. (fig., antifr.) cattivo soggetto.
(fig.) pène. bbelleffatto, agg., confezionato: l vistito
bbeccuto, agg., di persona che si immi- mó lo cómprano ~.
schia. bbellemmèjjo, avv., alla meglio.
bbecialino, s.m., 1. miope. 2. chi porta bbellézza: adè li sètte bbellézze, bellis-
occhiali da vista. simo | vinne n facioléto de li sètte bbel-
bbeciamèlla, s.f., besciamella. lézze, rigoglioso | (mdd. scherz.) che ~ a
bbècio, s.m., 1. miope. 2. strabico. 3. bbéve l bròdo ma la tazza! || prov.: vale
dagli occhi di forma o colore differente. ppiù la simpatia che la ~.
4. dall’occhio velato. 5. cieco. bbellìssema, agg., (raro) bellissima.
bbedènte, bbidiènte1 (rust.), obbidiènte bbèllo: (chiapp.) “bbèlla!” “cóme l culo
(rust.), s.m., bidente. de la padèlla” | mó vène l ~! | ècco, è ~
bbedovino, bbeduvino, s.m., 1. beduino. che ffatto | arranciato alla bbèll’e
2. (fig., dispr.) persona dappoco. mmèjjo, in qualche modo | è ~ che ito,
bbeduvino: ➝ bbedovino. è finito | lu vé li sè ~!, vedi quanto sei
bbefana, s.f., 1. personaggio immag. con bello | ti fò ~!, (antifr.) ti aggiusto io | te
aspetto di vecchia ripugnante || mdd. ve- fanno ~! (iron., rif. alle spese proces-
démo che cce pòrta la ~, come si risol- suali da sostenere) | ce crescévono du
verà la cosa. 2. (dispr.) donna nubile. 3. bbèll’àrbere | cèrte bbèlle savojjarde! |
anziana bisbetica: che ~ quelève! 4. Epi- adè m bèr tèsta de cazzo | ll’ha bbèll’e
fania: pe la ~ famo fèsta. mmagnato | ~ che mmanco a ffallo cu
bbefatròfio, s.m., (raro) brefotrofio. le mano | è m bell’òmo | che bbèl fijjo!
bbefórco: ➝ bbifórco. (sviluppato, sano) | chjappò na frega-
bbègge, agg., color beige. tura bbèll’e bbòna | sémo bbèlle!, (an-
bbeggiù: ➝ bbiggiù. tifr.) poveri noi! | s’è mmésto l vistito ~,
bbegògna, s.f., begonia (Begonia ssp.). della festa | fà bbellino e bbellétto, far
bbelància, s.f., 1. bilancia || ~ (m), loc. moine false || avv., 1. molto: ~ granne,
avv., in bilico: arimanéssemo ~ cul car- abbastanza grande | na dònna ggià
rétto || dim. bbelancétta. 2. stadera. 3. bbèll’anziana | cèrte fasce bbèlle
mazzacavallo, congegno per sollevare gròsse | ll’adèra rivata ~ sù. 2. tran-
la paglia e fare il pagliaio. quillamente: ~ di nòtte, zzitto zzitto
bbelardino, antrop., Bernardino. carcò ssù. 3. con cura: métte ~ da parte
bbèlla, s.f., 1. partita di spareggio, per de- le piante de cipìccia || prov.: p’èssa ~ e
Vocabolario
177

ccumparì, fa la bbarba al venardì | nedizione. 2. (euf.) accidente: te pijje na


chi ~ vò ccomparì, quarche mmale ha ~ a ppiède pare! (quando giacerai mo-
dda soffrì | chi è ~ sèmpre, nun è ~ mae rente sul letto) | vi pòssa pijjavve na ~!
| chi nnasce bbèlla, nun nasce pove- bbénna, s.f., benda.
rèlla. bbennà: ➝ abbennà.
bbellollà, avv., 1. molto lontano. 2. in età bbenvinuto, bbinvinuto, agg., benvenuto.
avanzata: ppure lue sta ~. bbenvolé, v. tr., benvolere: ll’ha ppréso a
bbellòzzo, agg., belloccio. ~, n zimpatìa | adè bbenvorzuto da tutte
bbenano: che ssèe de ~?, sei stupido? | èra l più bbenvuluto de li maéstre.
bbenarzato, inter., (iron.) forma di saluto, bbènze, s.m. pl., (infant.) bastoncini usati
che si rivolge a chi si sia da poco alzato nel gioco della lippa: ggiocam’a
dal letto. mmazza e ~.
bbendeddìo, s.m., abbondanza. bbenżina, bbinżina, s.f., (fig., scherz.)
bbène, s.m., 1. bene: li vòle m bèn del- vino.
l’ànema, lo ama moltissimo | te pijje m bbenżinaro, bbinżinaro, s.m., 1. addetto
~! | annamo di bbèn’im mèjjo. 2. (arc.) ad un distributore di carburanti. 2. (fig.,
orazione: ve dirò m pò de ~ pe li pòri euf.) ubriacone.
mòrti || prov.: chi tti vò ~, ti fa ppiagne; bbeòzza, bbevòzza, s.f., (scherz.) vino.
chi tti vò mmale, ti fa rride || avv.: va bbercòlla, bbergólla, s.f., 1. strega. 2.
bbè, c’annarò io | bbèn arrivato! | ll’éva prostituta.
strillate ~ ~, li aveva sgridati severa- bbergamèna, s.f., pergamena.
mente. bbergólla: ➝ bbercòlla.
bbenedì, abbenedì, abbinidì, bbinidì, v. bberlicche, mberlicche, s.m., 1. (scherz.)
tr., benedire: ll’ha mmannat’a ffasse ~ | diavolo || fà ~ e bberlòcche, beffare. 2.
pòzza ~!, inter. di meraviglia e augurio (infant.) essere pauroso immag., babau:
| (mdd. scherz.) l Zignóre te bbenedica, si nun sta bbòno, chjamo ~ (detto ad un
co la cròst’e la mollica! || Forme: Ind. bambino).
pres. 1 bbenedìscio; 4 bbenedicémo, bberlingàccio, s.m., personaggio di car-
bbenedimo; 6 bbenedìsciono | fut. 3 nevale: pòro ~!
bbenedisciarà | P. pass. bbeneditto, bbi- bberlòcche, vd. bberlicche.
nidétto. bberlòcco: ➝ bbrillòcco.
bbenemmèjjo, loc. avv., tranquillamente: bbernardóne, s.m. pl., (scherz.) occhiali
camminavo ~, quanno me cascò ad- da vista.
dòsso | si mise a ppiscià ~ addòss’al bbèrta1: sè na ~ fedèle (ad un ingenuo che
muro. si fida troppo di altri).
bbenestà, s.m., 1. tranquillità, benessere: bbèrta2, s.f., (gerg.) tasca: métte m ~, in-
è ffinito l ~ | te puzza l ~, n te contènte tascare.
mae. 2. benestare, permesso. bbertòllo, s.m., 1. antrop., Bertoldo. 2. in-
bbenevulènza, s.f., benevolenza. dividuo sciocco.
bbenfatto, agg., corretto || avv., con vi- bbérva, s.f., belva.
gore: le faciòle préseno l via ~, comin- bberzajjà, v. tr., bersagliare.
ciarono a crescere rigogliosamente. bberzajjère, bberzallière, s.m., 1. bersa-
bbenidizzióne, bbinidizzióne, s.f., 1. be- gliere | bberzajjèra (a la), loc. avv., alla
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
178

bersagliera, rapidamente. 2. (fig.) indi- | bbév’a ddiggiuno | bbév’a ppizzo, ac-


viduo aitante: è ncóra m ~ a ottan- costando alla bocca l’apertura del reci-
t’anne! piente | bbév’a ggarganèlla, a ttónfo,
bberzajjo, s.m., bersaglio. bere senza accostare il recipiente alla
bberzallière: ➝ berzajjère. bocca | bbéve, bbeó? | si ss’attacca ~, n
bberzècolo: ➝ bbirzècolo. ze finisce ppiù col callo. è ppèggio |
bbescino: ➝ bbiscino. mdd. ha bbeuto ll’acqua de la Palan-
bbesognà: ➝ gna. zana (rif. a forestiero che decide di sta-
bbesògno, s.m., 1. bisogno, necessità ma- bilirsi a Viterbo) | tè, bbévece n
teriale: quésto succedéva prima, quanno quartino! | mannà a ~ man quarcuno,
che la ggènte avéva ~, ch’annàvono a burlare, dar ad intendere | dille de sì e
rricercà (rif. alle condizioni economi- ddalle da bbéve! || prov.: se ttu bbéve m
che) | cu qquélle linzòla de cànepe bicchjère de vino, stae luntano dal mè-
manco c’èra di ~ che ssi grattàsseno, deco e l becchino || Forme: Ind. pres. 2
non era necessario. 2. defecazione: ve- bbéve¸ 4 bbevémo | impf. 1 bbivivo; 3
déve l fijje tutt’a ffà l ~ pe strada. bbevìa, bbeviva; 4 bbevévomo; 6 bbivé-
bbestemmià: ➝ bbiastemà. vono, bbivìveno | perf. 3 bbevì; 2 bbe-
bbesténto, s.m., personaggio immag. di véste; 3 bbevì, bbivì; 4 bbevéssemo; 6
una favola senza fine. bbevinno | fut. 1 bbevarò; 2 bbevarae; 3
bbèstia, s.f., animale domestico equino o bbevarà; 4 bbevarémo; 5 bbevaréte; 6
bovino: è na ~, che mmózzeca e ttira bbevaranno | Imper. 2 bbéve | P. pass.
carce. bbeùto, bbïuto | Ger. bbevènno || s.m.,
bbétta, ipoc., Elisabetta. vino.
bbéttala, bbéttela, s.f., 1. bettola: annava bbevanna, bbivanda (raro), s.f., bevanda.
ma li bbéttele || dim. bbettolino. 2. (fig.) bbevarasse: ➝ abbevarasse (vd. abbe-
chiacchiericcio. 3. (fig.) confusione, varà).
caos. bbevaréccio, agg., 1. bevereccio. 2. bevi-
bbettalèmme, bbettelèmme, top., Be- bile.
tleem || s.f., (scherz.) bettola: annà m ~, bbevarèllo, s.m., 1. luogo del fosso dove
all’osteria, a bere. si dissetano gli uccelli: s’annava ccàc-
bbéttela: ➝ bbéttala. cia al ~ co la réte. 2. (fig., scherz.) bet-
bbettelèmme: ➝ bbettalèmme. tola.
bbettòleca, s.f., betonica (Betonica offi- bbevaróne, s.m., beverone.
cinalis L.). bbéve: ➝ bbéva.
bbetüasse: ➝ abbitüasse (vd. abbitüà). bbeverà: ➝ abbevarà.
bbeùta, bbïùta, s.f., bevuta. bbeveratóro: ➝ abbeveratóro.
bbéva, bbéa, bbéve, bbévere (raro), v. tr., bbévere (raro): ➝ bbéva.
bere: e ddalle a bbéva, che cc’ha sséte! bbeverino, s.m., offerta di vino: al fac-
| annam’a ~ na fojjétta! | bbévese n chine l ~ a Ffuntana granne lo passava
quartino | vèn’a ~ cu nnue! | bbéve! | se l cònte Fane.
bbéve na dóga quelue, beve molto | bbevicchjà, v. intr., (scherz.) sbevazzare.
bbév’a ssólo, da solo | li dava da ~ | bbevòzza: ➝ bbeòzza.
passà dda ~, portare da bere agli operai bbiacino, sopr.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
180

bbiacinta, antrop., Giacinta. bbicicolétta (arc.), bbiciculétta (arc.),


bbiàcio, antrop., Biagio. bbiciglétta, s.f., bicicletta: na curza de
bbiada: (gerg.) dà la ~, superare, vincere. bbiciglétte, una corsa ciclistica.
bbianchirìa, s.f., biancheria: ~ pi ssótto, bbiciculétta (arc.): ➝ bbicicolétta (arc.).
biancheria intima. bbiciglétta: ➝ bbicicolétta.
bbianco, agg., 1. sterrato: pijja na strada bbìcio, agg., 1. bigio, grigio: l frate ~. 2.
bbianca, tutta mporvarata. 2. dalla car- rosato, di vino.
nagione chiara, non abbronzata: ~ cóme bbicòca, s.f., bicocca.
n zènnero. bbidiènte1 (rust.): ➝ bbedènte.
bbiancóne, s.m., 1. varietà di fico. 2. ca- bbidiènte2, agg., ubbidiente.
stagna immatura. bbidonà, v. tr., (gerg.) truffare.
bbiasimato: (prov.) cavallo ~ ll’ariluce lu bbièda, bbièta, bbiètala, s.f., 1. bietola
pélo (le persone calunniate trionfano (Beta vulgaris L.). 2. bietola da costa
spesso con il loro comportamento cor- (Beta vulgaris cycla L.) | bbiètala sar-
retto). vàteca (Rumex crispus L.): la ~ c’ha la
bbiastemà, bbestemmià, bbiastimà, fòjja ppiù cciuca.
bbiastimià, v. tr., bestemmiare: bbiaste- bbièlle, n. di un’antica torre di Viterbo:
mava cóme n’aterano | bbiastima cóme sam ~, san Biele.
n turco. bbièta: ➝ bbièda.
bbiastéma: ➝ bbiastima. bbiètala: ➝ bbièda.
bbiastima, bbiastéma, s.f., bestemmia: bbietolóne, s.m., buono a nulla.
sta ddì n zacco de bbiastime. bbifanìa, s.f., Epifania, soltanto nel prov.:
bbiastimà: ➝ bbiastemà. la ~, tutte le fèste li pòrta via.
bbiastimaménto, s.m., (raro) il bestem- bbìfara, bbìfera, s.f., (scherz.) naso
miare. grosso.
bbiastimià: ➝ bbiastemà. bbìfera: ➝ bbìfara.
bbïato: ➝ bbeato. bbiferaro, s.m., suonatore di piffero.
bbibbarò, bibberò, s.m., biberon. bbiffa, s.f., 1. paletto o segnale di canne
bbibberò: ➝ bbibbarò. incrociate, messo come punto di riferi-
bbibbriotèca, s.f., biblioteca. mento, per squadrare un terreno. 2. se-
bbica, s.f., catasta quadrangolare di co- gnale di divieto di busca (canna con
voni. tabella, piantata in terra). 3. canna in-
bbicchjére, s.m., 1. bicchiere: llà, famo l crociata posta sul campo incolto altrui
~ de la staffa!, suvvia, beviamo un ul- come segnale di derisione: passato l
timo bicchiere di commiato || prov.: venticinqu’aprile se piantava la ~, s’ab-
pòco e spésso e l ~ pièno || vezz.: bbic- biffava la vigna, ce se mettéva na ~
chjerétto: bbevémo n antro ~ nzième! 2. arta, na canna anche n cannóne du ag-
isolante di maiolica che sostiene i fili giuntate, pe ccojjonèlla. che n’avévono
della linea elettrica || bbicchjerino, sopr. ncominciato a llavorà la tèrra ch’èra
|| accr. bbicchjeróne, portalume della tutta sòda.
macchina di Santa Rosa. bbiffà, abbiffà, ambiffà, imbiffà, v. tr., 1.
bbicco, s.m., becco (solo in una battuta di picchettare il terreno, segnandolo con le
favoletta): móstre l ~. biffe. 2. piantare sul terreno incolto al-
Vocabolario
181

trui, per derisione, una canna incrociata: bbijjetteria, s.f., biglietteria.


bbiffàvono le terréne, se la vigna pi bbijjétto, s.m., biglietto.
ssam Marco èra ncóra sòda | s’ambif- bbijjettóne, s.m., banconota.
fava dòppo l venticinqu’aprile pe ccoj- bbilancià, v. tr., equilibrare un carico.
jonèlla. bbilanciaro, s.m., bilanciaio.
bbifórco, bbefórco, s.m., bifolco, operaio bbilancino, s.m., 1. trapelo; quadrupede
che ara la terra con i buoi || dim. bbifor- supplementare, messo a lato del princi-
chétto || agg., (fig.) rozzo, maleducato. pale || ~ (a), loc. avv., a) al seguito:
bbiforóne, s.m., persona dal grosso naso. quarche ffijjo s’attacca ~; b) a ufo. 2.
bbigantóne, s.m., 1. vagabondo. 2. im- (fig.) persona di aiuto.
pertinente. bbilancióne, s.m., 1. grande stadera per
bbiggiù, bbeggiù, s.m., bigiù. grossi pesi, con un gancio al posto del
bbighétta, s.f., calesse leggero a due piatto (durante la pesatura, due persone
ruote trainato da cavallo per trasporto di tengono sulle spalle il bastone infilato
persone. nel gancio del braccio). 2. rete quadra o
bbigna (rec.): ➝ gna. rettangolare da pesca, tenuta aperta da
bbignè, s.m. inv., (fig., scherz.) deiezione due aste incrociate.
umana: cèrte ~ chi ancóra fumàveno. bbìlia, bbilla1, s.f., tortore; bastoncino
bbigonzàggene, s.f., stupidità. torto, usato per serrare le legature delle
bbigonzaro, s.m., artigiano che confe- some sul basto: la ~ s’infilava ma la
ziona bigonce. còrda di la susta.
bbigonzata, s.f., contenuto di una bigon- bbilla1: ➝ bbìlia.
cia. bbilla2, s.f., tacchina || imprec.: pòrca ~!
bbigonzétto, s.m., 1. (raro) girello con bbillaro, agg., predatore di tacchini: farco
ruote entro il quale si introduceva il ~, nibbio (Milvus migrans Boddaert).
bambino, perché imparasse a muovere bbillézza, s.f., bellezza || sopr.: tranchède
i primi passi. 2. vinello fatto con i grap- di ~.
polini spigolati e pigiati nella bigoncia. bbillo, s.m., tacchino (Meleagris gallo-
bbigonzità, s.f., (raro) stupidità. pavo L.) || dim. bbillétto || ~ (l), sopr.
bbigónzo, s.m., 1. bigoncia: preparà le bbilónna (la), sopr.
bbigónza pi sdivignà || ~ scarcarèllo, bi- bbimbrulè: ➝ vimbrulè.
goncia dal fondo apribile per il trasporto bbinanche: ➝ abbenanche.
del letame sul campo || accr. bbigon- bbingalle, s.m. pl., bengala.
zóne. 2. vinello fatto con i grappolini bbinidì: ➝ bbenedì.
spigolati e pigiati nella bigoncia: famo l bbinidica, inter., espr. di gioia o augurio.
~ del bużżüarro. 3. (fig.) individuo stu- bbinidizzióne: ➝ bbenidizzióne.
pido. 4. (fig.) individuo credulone || bbinificènza, s.f., beneficenza.
agg., (fig.) stupido || Forme: pl. bbi- bbinifìcio, s.m., beneficio, vantaggio.
gónza, bbigónze. bbino, antrop., nell’espr.di rifiuto: la fava
bbigudino, s.m., bigodino. de ~! (vd. fava).
bbijjardino, s.m., (rec.) calcio-balilla. bbinòzza (la), sopr.
bbijjardo, s.m., biliardo. bbinvinuto: ➝ bbenvinuto.
bbijjettaro, s.m., bigliettaio. bbinżina: ➝ bbenżina.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
182

bbinżinaro: ➝ bbenżinaro. bbìscoro, s.m., 1. zipolo che s’infila nel


bbiòcca, s.f., chioccia: méttelo sótto la ~! rubinetto della botte. 2. (fig.) individuo
(espr. iron. rif. ad orologio, attrezzo o strano. 3. (fig.) tizio.
macchina che funziona male). bbisestà, v. intr., 1. essere bisestile (del-
bbiónno, agg., biondo. l’anno di 366 giorni, il cui mese di feb-
bbiòsema, s.f., (dispr.) minestra collosa. braio è di 29 giorni): st’anno bbisèsta.
bbirbaccióne, s.m., birbante, furfante. 2. esercitare influenza negativa (detto
bbirbìzzia, s.f., 1. furberia. 2. malizia. dell’anno bisestile).
bbirbizzióso, agg., furbo. bbisèsto, agg., 1. bisestile. 2. poco propi-
bbirbonfuttuto, s.m., mascalzone. zio, infausto.
bbirèllo, s.m., 1. verricello; rullo di legno bbisognà: ➝ gna.
dal diametro di circa 20 cm., con due bbisognanno: ➝ abbisognanno.
scanalature alle estremità, per farvi pas- bbisónto: ➝ sbisunto.
sare le corde, e con buchi dove si intro- bbisorfito, s.m, ipofosfito, usato per con-
ducono due robusti bastoni o pioli di servare il vino: sa dde ~ sto vino.
ferro con un anello in cima (è posto bbisse, s.m., bis: hò ffatto l ~ da quant’èra
sulla parte posteriore del letto del carro bbòna, ne ho preso un’altra porzione
agricolo, per tirare e stringere le corde (rif. a pietanza) || inter., bis!: ~, ll’arivo-
che assicurano il carico). 2. tendifilo; lémo!
piolo di legno, per tendere il filo di ferro bbistècca, s.f., 1. bistécca. 2. bestia
sul filare || dim. bbirillétto. magra.
bbiriciànguela, s.f., altalena posta in bi- bbisteccóne, s.m., (fig.) spilungone.
lico su un appoggio. bbistemmiatóre, s.m., bestemmiatore.
bbiricòcola: ➝ bbricòcola. bbistiame, s.m., bestiame.
bbiricòcolo: ➝ bbricòcolo. bbistónno, agg., bistondo.
bbirignòccolo, s.m., gonfiore. bbitòrzolo: ➝ bbrotòzzolo.
bbirnacca, cogn., Bernacca (meteorologo bbitorzolóso, bbritozzolóso, agg., 1. con
della TV). bernoccoli. 2. ruvido.
bbirra: tutta ~ (a), ad alta velocità. bbittina: ➝ vettina.
bbirràcchjo, s.m., 1. vitello di un anno bbituà: ➝ abbituà.
non castrato; torello. 2. (fig.) ragazzo bbituarménte, avv., (citt.) abitualmente.
tarchiato. bbìu, inter., voce per incitare un cavallo.
bbirzècolo, bberzècolo, bbrizzècolo, s.m., bbiulla, s.f., movimento ondeggiante || pl.
bisegolo, lisciapiante; arnese di bosso o bbiulle: fà le ~, a) ondeggiare, barcol-
di altro legno duro, usato dal calzolaio lare: quanno s’arza, ll’aquilóne fa le ~;
per levigare e lucidare suole e tacchi. b) correre zigzagando; c) prendere
bbisbijjà: ➝ sbisbijjà. curve strettissime con un veicolo; d)
bbisbocciata, s.f., 1. baldoria. 2. festa tra procedere con andatura barcollante: èra
amici. mbrïaco fràcio, facéva le ~ pi la strada.
bbìscia d’acqua, s. f., vipera d’acqua, bi- bbïùta: ➝ bbeùta.
scia dal collare (Natrix natrix L.). bbivanda (raro): ➝ bbevanna.
bbiscino, bbescino, s.m., garzone del pa- bbiżżocàggene, bbiżżocherìa, s.f., bigot-
store o del vaccaio || dim. bbiscinèllo. teria.
Vocabolario
183

bbiżżocherìa: ➝ bbiżżocàggene. bboccàccia, s.f., sapore sgradevole la-


bbiżżòco: ➝ bbiżżògo. sciato in bocca.
bbiżżocume, s.m. coll., (dispr.) gruppo di bboccajjóne, s.m., persico trota (Microp-
bigotti. terus salmoides Lacépède).
bbiżżòga, s.f., bigotta || accr. bbiżżogóna. bboccale, s.m., misura di capacità pari a
bbiżżògo, bbiżżòco, s.m., bigotto || litri 2.
bbiżżògo farzo, ipocrita || l ~, sopr. bboccalétta, s.f., (raro) apertura nell’orto
bblè, inter., puah!, espr. di disgusto. per l’afflusso e il deflusso dell’acqua di
bblècche, s.m., catrame: c’è ncóra l núm- irrigazione.
mero scritto cul ~ sul muro dil casale. bboccalétto, s.m., piccolo recipiente di
bblocchétto, s.m., pezzo squadrato di tufo terracotta monoansato per vino.
per costruzione. bboccalóne, s.m., nappo con cui si tra-
bbó, inter., bah!, non so, chissà: ~, va vasa l’olio.
ssapé || onom., bum! (voce per impau- bboccanéra, s.m., (arc.) fucile.
rire un bambino). bboccatóne, s.m., colpo inferto a mano
bbòbba, sbòbba, s.f., 1. brodaglia. 2. mi- aperta sulla bocca altrui.
nestra distribuita ai poveri. bboccatura: ➝ abboccatura.
bbóbbo, s.m., (infant.) essere pauroso bboccettùccia, s.f., fiala.
immag., babau. bbocchèjja, s.m., chi parla a voce alta.
bbobbolà: ➝ bbubbolà. bbòcchese, s.f., boxe.
bbócca: èssa de ~ fina, schifiltoso | c’ha bbocchesière, s.m., pugile.
ffatto la ~, ci è avvezzo | bbevémo n bbocchétta, s.f., apertura nell’orto per
goccétto ggiusto pe rrifasse la ~ | è rri- l’afflusso e il deflusso dell’acqua di ir-
masto a ~ spalangata | li scarpe a ~ rigazione: ne lo spartitóre s’àprono le
apèrta, con la suola staccata | ~ de bbocchétte || dim. bbocchettùccia, pic-
mmèrda! | ~ de fógna! | ~ de frégna: a) cola apertura accanto alla bocca del
bambino (in tono scherz.); b) (dispr.) in- forno, attraverso la quale s’illuminava
dividuo dappoco: sto ~ de frégna! | ~ l’interno con un pezzo incendiato di
scérta, chi mangia poco, con ricerca- legna, per controllare il pane in cottura.
tezza | ~ spiciata, individuo schizzinoso bbocchinara, s.f., (triv.) fellatrice, donna
| n fijjio guvernato a ~ mia che vvòe, nu- che pratica il coito orale.
trito regalmente | ~ piéna (a), loc. avv., bbocchino1, s.m., piccola apertura ac-
in grande misura: dóppo sò uscite fòra ~ canto alla bocca del forno, attraverso la
ll’etrusche, sono diventati di moda | ~ quale s’illuminava l’interno con un
bbaciata (a), loc. avv., facilmente || ~ (a pezzo incendiato di legna, per control-
mmèżża), loc. avv., freddamente || prov.: lare il pane in cottura.
~ ónta nun disse mae di nò | ~ ónta e bbocchino2, s.m., (triv.) fellazione, coito
cculo strappato (di chi spreca e pensa orale praticato dalla donna.
solo a mangiare) | si la ~ ride, la bbórza bbòccia: (prov.) l veléno sta ne la ~ pìc-
piagne | m ~ chjusa n c’éntrono mósche cola.
|| ~ de lo stòmmoco, cardias || ~ de lupo, bboccino, bbuccino, s.m., 1. pallino (nel
bocca di lupo (Melittis melissophyllum gioco delle bocce). 2. (fig.) capo, cer-
L.). vello: te ggira l ~?, sei matto? | se mme
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
184

ggira l ~, ci vò, se mi viene l’estro | se- bbóco: ➝ bbócio3.


cónno cóme le ggira l ~. bboècco: ➝ bbajjòcco.
bbòccio, s.m., (infant.) nòcciolo che si ti- bbóffice, agg., 1. soffice: n dórce bbèllo
rava nel gioco del castèllo. ~. 2. di belle forme: varda quélla re-
bbòcciolo, s.m., boccio di fiore. gazza, è bbèlla ~.
bboccióne, s.m., grossa bottiglia da vino, bbòjja, s.m., 1. boia. 2. (fig.) terzo ope-
della capacità di 2-3 litri: c’è dda dì che raio di aiuto, per riuscire a caricare un
l ~ del vino num mancava mae. oggetto pesante sul basto: ce voléva l ~,
bbòcco: ➝ bbajjòcco. ajjutava pe ddà ssù l bigónzo. oppura-
bbóccola, s.f., cappello metallico cilin- ménte se métte um puntéllo. 3. persona
drico, che protegge l’estremità della te- crudele: adè ppròpio m ~ || pòrco ~!,
stata della sala nel carro. inter., maledizione! || agg., 1. cattivo. 2.
bboccolaro, s.m., fóro d’uscita dell’acqua ingrato: n lavóro ~ || pegg. bbojjàccia |
in una vasca di macero per la canapa. bbojjaccióne.
bbóccolo, s.m., buccolo, ricciolo di ca- bbojjà: ➝ abbòjja.
pelli. bbojjarìa, bbojjerìa, s.f., 1. mascalzo-
bbocconcino, s.m., pasto antimeridiano nata. 2. delitto.
dei braccianti, che era costituito da bbojjata, s.f., 1. mascalzonata. 2. lavoro
zuppa di pane e vino con cipolla: se fa- male eseguito.
céva l ~ na cèrt’ora. bbojjerìa: ➝ bbojjarìa.
bboccóne: magnà m ~, fare uno spuntino bbojjicame: ➝ bbullicame.
| lassà l ~ di la vergògna, avanzo nel bbólla, s.f., 1. carbonchio, malattia inte-
piatto | nun parlà cul ~ ne la bbócca, stinale delle vacche. 2. occhio di pa-
sinnò te stròzze! | co sti discórzi li fae vone, malattia dei pomodori.
arimpóne l ~ | s’è llevato l ~ da la bbollà, v. tr., ingannare.
bbócca, pi ddallo ma ésso | dà l ~, av- bbollata, s.f., 1. porzione limitata di ter-
velenare | bboccón’avvelenato, (fig.) reno di qualità diversa dalla circostante.
dispiacere || dim. bbocconcéllo, bboc- 2. insieme di piante: na ~ d’èrba ce cré-
concino, bbuccuncino. sce tra quélle piante.
bbocconòtto, s.m., 1. dispiacere: n’ha bbólle, bbollì, bbullì, v. intr., 1. bollire:
ddovute mannà ggiù de bbocconòtte! 2. più bbóllono, più sse ntòsteno, l faciòle.
(dispr.) lavoro mediocre. 2. fermentare, di mosto: c’èra la tina
bbócio1, s.m., (infant.) essere pauroso piéna d’ua, chi stava pi bbullì. 3. gor-
immag., babau. gogliare: ll’acqua del Bbulicame lo
bbócio2, inter., bah!, non so, chissà. véde cóme bbólle. 4. ribollire per calura,
bbócio3, bbóco, bbùcio, s.m., 1. ano || fà m del terreno. 5. (fig.) fremere di ostina-
~ cóme n’ordenòtte a uno, superare, an- zione || Forme: Ind. pres. 3 bbullisce,
nientare l’avversario | dajje mal ~! | bbólle; 4 bbullimo; 6 bbóllono | Ger.
(triv.) mal bóco!, inter., nemmeno per bbollènno.
sogno! 2. (fig.) fortuna: (mdd. scherz.) bbollétta, s.f., bulletta.
bbùcio di culo, ajjùteme, famme sapé bbollettaro, s.m., fabbricante di bullette.
ch’ór’è! (rivolto a chi è fortunato nel bbollì: ➝ bbólle.
gioco). bbollicchjà, v. intr., bollire leggermente.
Vocabolario
185

bbollicèlla, s.f., 1. bollicina d’aria. 2. bol- biere).


licina sulla pelle. bbonadeddio (a la), loc. avv., discreta-
bbollita, s.f., lavaggio della botte nuova mente: “cóme stae?” “~”.
effettuato con acqua salata bollente. bbonadònna, s.f., (euf.) prostituta: (im-
bbollito, bbullito, agg., bollente: ll’òjjo ~ prec.) bbrutte fijje de bbonedònne!
| acqua bbollita. bbonafàccia, s.f., disinvoltura.
bbollóne, s.m., bullone di ferro. bbonafattóra, s.f., benefattrice.
bbollóre, s.m., 1. ebollizione: pijja l ~ | bbonaféde (m), loc. avv., in buona fede:
ha llevato l ~ | ~ (a), loc. avv., in ebolli- ésso ll’avarà ddétto ~.
zione: ll’acqua gna che ssia ~. 2. fer- bbonagnènte, s.m., persona incapace,
mentazione || pl. bollóre, sensazione di inetta.
calore: (scherz.) che cc’hae li ~, a stà a bbonamòrte: la compagnìa de la ~.
ffinèstra spalangata cu sto fréddo? bbonànema, s.f., 1. persona caritatevole:
bbolzenése: ➝ bborzenése. quarche ~ c’è ssèmpre che tt’ajjuta. 2.
bbolzica, s.f., vescica di maiale, nella defunto: ll’ha ffatto l mi nònno, ~.
quale si conservava lo strutto. bbonanòtte, inter., buonanotte!: ~ a li so-
bbolzicóne, s.m., tosse ostinata, profonda. natóre! | ~ Ggesù che ll’òjj’è ccaro!
bbombà, bbommà, v. tr., dare la curvatura (detto per porre fine ad una conversa-
ad un oggetto || Forme: P. pass. bbom- zione).
mato. bbonapèzza, s.f., (antifr.) cattivo sog-
bbombacióne, bbambacióne, s.m., gras- getto.
sone. bbonaséga, inter., (scherz.) buonasera!
bbombaciuto, agg., obeso. (bisticcio con séga, masturbazione).
bbombardà, bommardà, s.f., bombar- bbonaséra, inter., buonasera!: annave ar
dare: li bbombardònno la casa || Forme: Bujjicame e ~ (era tutto risolto) || tir.: ~
P. pass. bbommardato. ~, sóffiete l naso, che cc’hae la cannéla;
bbombisògno (a), loc. avv., all’occor- ~ bbonanòtte, che ddomane facém’a
renza. ccazzòtte.
bbombóne, s.m., bernoccolo. bbonavòjja, s.f., buonavoglia.
bbómma, s.f., 1. bomba. 2. (fig.) cappello bboncostume, s.m., buoncostume: la
a cilindro. squatra del ~ lo tène d’òcchjo.
bbommà: ➝ bbombà. bbondì, inter., buongiorno!
bbommardà: ➝ bbombardà. bbongiòco, s.m., dichiarazione nel gioco
bbommercato (a), loc. avv., a buon mer- del tressette di possedere una combina-
cato. zione di carte che dà diritto a punti ag-
bbompranzo, inter., saluto di augurio e giuntivi.
di commiato prima della seconda cola- bbongiórno, bbungiórno, inter., buon-
zione. giorno!: bbungiórno, dottó! | ~, sòr
bbomprò, inter., prosit!: ~ tte fàccia! curà!, signor curato | ”~, regà!” ”da mó
bbòna gràzzia, s.f., gentilezza: (antifr.) cch’è ggiórno!” | d.: l ~ se véd’a la mat-
che ~ che cc’hae! | (iron.) ~ de l mi ma- tina.
rito | “quant’è?” “a la ~!”, “Quanto bbongustajjo, s.m., buongustaio.
costa?” “A suo gradimento!” (dal bar- bbonìfeca, s.f., bonifica.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
186

bbònise (m), loc. avv., di buon accordo: bbonòmo, s.m., buon uomo.
émo spartito ~. bbonóra (a), avv., di buon’ora: ~ hanno
bbonnante: ➝ abbonnante. da èsse a ccasa, di ritorno | parte a la
bbonnànzia: ➝ abbonnanza. mattina ~ | rivèngo ~, rincaso presto | la
bbòno, agg., 1. capace: n’è ~ manco a mattina ~ passàvono col cémbolo, a
ccòcese n òvo, drénto casa nun za ffà svejjà la ggènte p’annà ffòra, in cam-
gnènte. 2. buono: tròpp’è ~!, è buonis- pagna | (antifr.) ~ te presènte!, così tardi.
simo | ~, sé! arròsto! (antifr.) | ~ cóme n bbonórdine (m), loc. avv., in buon or-
angiolétto | na cristiana bbòna cóme la dine: se n’annamo ~.
mullica | èsse ~!, sii buono! | quanto me bbonumóre, s.m., buonumore.
sa bbòna!, quanto mi piace! (di ragazza bbonuscita, s.f., buonuscita: ha ppréso na
procace) | (inter.) bbòn’e ssanto! (ai bbèlla ~.
bambini che starnutiscono) | è dde bbonviàggio, inter., buon viaggio! (anche
bbòna abboccatura, di facile contenta- utilizzata per troncare un discorso, che
tura | num me sa ~, non mi piace | ll’ha comincia a suscitare fastidio o per cui
ccómprato pe ~ | e ll’éva tròve bbòne!, non si ha interesse).
(iron.) aveva trovato le persone migliori bbonzaraco: ➝ porzarago.
| pìjjalo cu le bbòne!, usa con lui le bbonzènzo, s.m., buonsenso: ce vò ppure
buone maniere! | vénne a bbòm mer- m pò de ~ ne li còse.
cato, a buon mercato | quant’è ~, l ge- bbonzervito, s.m., benservito: jj’ha ddato
lato de Pionòno! (grido pubblicitario di l ~.
venditore) | bbòn Natale! | bbòne fèste! bbonzignóre, s.m., (raro) monsignore.
|| bbòna (a la), loc. avv., alla buona: n bboràccia, bburàccia, bburràccia, s.f.,
cristiano ~ | tòcca fà ~ tra nnue || a Vve- borraccia.
tralla n’è bbòno manco l vènto (blas. bborbottà: ➝ sborbottà.
pop.) || prov.: ne la bbótte ciuca, c’è l bbordèllo, s.m., confusione.
vino ~ | tutte bbòne le mi castagne: chi bbòreco, agg., borico.
ffrace, chi sbucate e cchi ccoll’òcchjo | bbórgo longo, odon.
chi è ttròppo ~, passa pe cojjóne. 3. ab- bborgonżó, sopr. || well.: abbòzza e èssa
bondante: è m mése ~ ormae. 4. propi- bbòno, dicéva Bborgonżó.
zio: ce vò la luna bbòna, pe ttajjà bbòrra, s.f., bórra; miscuglio di crini e
llegname e le canne | sta ttènte quann’è peli animali, con cui si fanno imbotti-
bbòna la luna! 5. riscaldato al punto ture.
giusto (rif. al forno a legna): l fórno bborràggene, bborràggine, bburràg-
ncóra n’è ~. 6. potabile: sarà bbòna gene, s.f., borragine (Borrago officina-
st’acqua? 7. bonario || s.m., cosa buona: lis L.).
sul più ~, partì | adè m pòco de ~ | mó bborràggine: ➝ bborràggene.
vène l ~! || avv., bene: jje facéva ~, gli bborripòso, inter., buon riposo! (augurio
giovava | la pace dil paése è mmèjjo e fatto prima di andare a coricarsi).
ffa ppiù ~ || ~ (di), loc. avv., per fortuna: bbórza, s.f., 1. borsa. 2. (fig.) scroto ||
~ chi l mulinare èreno tutte vècchje | ~ dim. bborzétta || pl. bbórze, occhiaie
chi ll’otomòbbele nun c’èreno | c’è ~ nere.
che m piòve, sennò addio grano. bborzàggene, s.f., 1. bolsaggine. 2. do-
Vocabolario
187

lore alla milza. 3. debolezza, spossa- cciància e lo lassa qquél mò (di vigna
tezza. trascurata) | mdd. na ~ e na tòrta, émo
bborzaròlo néro, s.m., borsanerista. finito (di cosa fatta in fretta) | dà na ~ a
bborzaròlo, s.m., borsaiolo. lo sinale, fare cose in fretta e male | re-
bborzèa, s.f., bolsaggine. mané ppréna a la prima ~, ingravidarsi
bborzèdine, s.f., bolsaggine. al primo rapporto sessuale || prov.: na ~
bborzellino, s.m., borsellino. al cérchjo e n’antra ma la dóga (consi-
bborzèllo, s.m., 1. borsellino. 2. sacchet- glio di giudicare in maniera equilibrata).
tino di stoffa che i bambini, durante il 2. detonazione: hò ntéso du bbòtte lun-
periodo delle feste natalizie, portano ap- tano. 3. volta: sta ~ nun ce vène | quélla
peso al collo per riporvi le mance. séra fu la ~ bbòna || ~ (tutta na), loc.
bborzéna, top., Bolsena | sè rivato a ~, avv., a) improvvisamente; b) allo stesso
detto a chi tossisce, con gioco di parole tempo || bbòtte, s.f. pl., busse: annò a
con bborzàggene (3). ffinì a ~ | si lo chjappa, lo fa nnéro de ~
bborzenése, bbolzenése, s.m., abit. di la su mà || dim. bbottarèlla, frecciata al-
Bolsena || agg., bolsenese. lusiva, ironia pungente.
bborzétta, s.f., (fig., infant.) scroto. bbottàccia, s.f., lavoro eseguito alla me-
bbórzica, s.f., gozzo di uccello. glio: fòrza, dajje m pò na ~!
bborzica: ➝ bburzica. bbottàccio1, s.m., vecchia botte utilizzata
bborzico, s.m., galla dell’olmo. per mettervi a bagno le pelli da con-
bbórzo, agg., 1. malato di enfisema pol- ciare.
monare cronico (di cavallo). 2. asma- bbottàccio1, s.m., 1. caduta rumorosa. 2.
tico, che respira affannosamente. 3. ostruzione che si forma in un tubo. 3. ri-
debole. 4. (fig.) ottuso, privo di taglio gonfiamento della pelle. 4. purulenza,
(detto di coltello o altro arnese da ta- formazione di pus in una piaga: ha
glio). 5. (fig.) arrotondato, convesso ffatto ~.
(nel taglio): la scótola dév’èsse bbórza, bbottagóne, s.m., tonfano, punto pro-
ch’allóra non ze spacca, c’ha ppiù fondo nel letto del fosso.
nnèrbo. bbottalàccio, s.m., primo getto impetuoso
bboscajja, s.f., boscaglia. di vino dalla botte.
bboscaròlo, s.m., (raro) boscaiolo. bbottalóne, bbuttalóne, s.m., 1. getto
bbòssolo, bbùsselo, bbùssolo, s.m., bbùs- d’acqua. 2. n. di un fontanile nel centro
sela (raro), s.f., bosso (Buxus sempervi- abitato.
rens L.). bbottarèlla, s.f., paralisi leggera.
bbòstone, s.m., boston, valzer lento. bbottaro, s.m., bottaio.
bbòtala, s.f., botola. bbottatrippe, s.m., operaio pulitore di
bbòtta, s.f., 1. colpo: (d.) gni ~ na tàcchja trippe che lavora al mattatoio: Dichi-
(di azione decisa) | na ~ maéstra, colpo dóne facéva l ~ all’ammazzatóro.
sicuro | ha avuto na bbèlla ~ (di chi è bbótte (a), loc. avv., a mo’ di botte: ruz-
stato colpito da malattia) | annà a ~ si- zolà n àrbero ~.
cura, a colpo sicuro | fà na còsa a ~ bbottéga, bbuttéga, s.f., 1. negozio (spec.
calla, senza por tempo in mezzo | dajje di generi alimentari). 2. laboratorio arti-
na ~ a la mèjjo | jje dà na ~ a ppórpa e gianale: la ~ da carzolaro || prov.: a la ~
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
188

stacce, a la fièra vacce || dim. bbutte- bbracàzzio, santo immag.


gùccia, bbottegùccia. 3. (fig., scherz.) bbracca, s.f., muta dei cani e dei battitori.
patta dei pantaloni: va n giro cu la ~ bbracciano: (gerg.) méttece ll’acqua de
apèrta (non abbottonata). ~!, lavora sodo!
bbottegaro, bbuttegante, s.m., bottegaio. bbraccicata: ➝ abbraccicata.
bbottijja, bbuttijja, s.f., bottiglia || dim. bbràccio, s.m., 1. braccio || dim. bbracci-
bbottijjétta, bbuttijjùccia | accr. bbottij- chétto, braccino, piccolo braccio di
jóna. bambino || bbràccia strónche (a), loc.
bbottijjata, s.f., colpo inferto con una avv., con grande energia, da sfinirsi:
bottiglia. toccava lavorà ~, sènza arzà la capòc-
bbottijjeria, s.f., bottiglieria. cia | bbraccétto (m), loc. avv., a brac-
bbottijjóne, bbuttijjóne, s.m., grossa bot- cetto, sotto braccio: chjàppono via ~. 2.
tiglia da vino, della capacità di 2-3 litri. misura di lunghezza di tessuto pari a
bbottino, s.m., cesso. cm. 60.
bbòtto, s.m., 1. colpo || ~ (de), tutt’a m ~, bbracciòlo, s.m., 1. spranga di ferro, an-
tutto d’um ~, tutto m ~, loc. avv., im- corata al muro, che serve per chiudere
provvisamente: me svejjae de ~. 2. de- il portone dall’interno. 2. branca della
tonazione: hò ssintito m ~ da róppe l vite. 3. branca dell’albero.
vétre. bbràcia, s.f., brace: carn’a la ~ | famo du
bbottonara, agg., di pianta ricca di patate sótt’a la ~ | mdd. cascà dda la
gemme. padèlla ma la ~, di male in peggio.
bbottóne, s.m., 1. bottone: ma che ggio- bbrachjère, nell’espr.: jje se smòveno
camo de ~ de légno?, scherziamo? 2. tutte le ~, (iron.) ci si scomoda tutto.
germoglio di albero. 3. gemma della bbraciòla, s.f., 1. facciola, ciascuna delle
vite. due strisce di tela bianca inamidata, che
bbovaro, s.m., boaro, guardiano di bo- scendono dal colletto sul davanti della
vini. tunica, portate oggi dai confratelli di al-
bbòvo, s.m., bue: du bbòva || agg., tradito cuni ordini religiosi. 2. (fig., scherz.) ta-
dal coniuge, cornuto || ~ (l), sopr. glio fatto sul volto radendosi: co la
bbòvola, s.f., 1. scala a chiocciola. 2. tur- lamétta s’è ffatto na bbèlla ~.
bine. bbracóne, s.m., dolce pasquale antropo-
bbozzata, s.f., sassata: l fijje se pijjàvon’a morfo con uovo fermato sulla pancia,
bbozzate, si lanciavano sassate. confezionato per i bambini con la pasta
bbòzzeli, s.m. pl., (raro) bozzoli. della pizza pasquale.
bbòzzo, s.m., 1. sasso da murare. 2. in- bbrancata: dim. bbrancatèlla.
volto di stoffa. 3. protuberanza. 4. (fig.) bbranco: e ppò sémo m ~, chi ppaura
persona maleducata || dim. bbozzétto. c’è? | di quélle tèmpe cc’èreno li ggènte
bbracalétto, santo immag.: la compagnìa a bbranche n campagna, mica cóme
de sam ~ (detto di persone trasandate). ògge || dim. bbranchétto.
bbracalóne, sopr. bbrando, s.m., 1. falciata: c’ha m ~ largo,
bbracalóne (a), loc. avv., a bracaloni: adè n farciatóre de mistière. 2. striscia
pòrta le carzóne ~. d’erba tagliata con un colpo di falce. 3.
bbracarèlla (a), loc. avv., a bracaloni. insieme di spighe di grano, che ogni
Vocabolario
189

volta si afferra nel pugno mietendo. gemme della vite) | adèra cóme n ucèllo
bbravo: sù ssù, fate le bbrave! | chi cce préso mal ~.
capisce è ~ | (d.) a cchjacchjarà sémo bbrìbbeco, agg., (lett.) biblico.
tutte bbrave || bravo (l), sopr. || prov.: bbricòcola, bbiricòcola, s.f., albicocca.
gnuno è ~ a ccasa sua (sui presuntuosi). bbricòcolo, bbiricòcolo, s.m., 1. albi-
bbravóne, s.m., gradasso: facìa tanto l ~ cocco (Prunus armeniaca L.). 2. (raro)
e nvéce cascò ggiù. albicocca. 3. (fig.) stupidone.
bbrécce, s.f. pl., sassi, ciottoli: tòsto cóme bbrifàcchjo, s.m., 1. ignorantone. 2. scre-
le ~. anzato.
bbrécchjo, s.m., 1. cafone, zotico. 2. vil- bbrifàcola: ➝ bbrefàcola.
lanzone. bbriga: ➝ bbréga.
bbrecciolino, s.m., ghiaia minuta. bbrigata: (prov.) pòca ~, vita bbïata.
bbrefàcola, bbrefàgola, bbrefàquela, bbrigattière, s.m., brigadiere.
bbrifàcola, profàcola, s.f., 1. favola: bbrijja, s.f., briglia: curre via a ~ sciòrta.
s’ariccontàveno li bbrifàcole a vvéjja | bbrillantino, agg., limpido, senza impu-
la sae la bbrefàquela del Besténto? 2. rità (rif. a vino).
fandonia || Forme: pl. bbrefàquele, bbri- bbrillarèllo, agg., 1. tremolante: se ve-
fàcole, profàcole. déva la luce bbrillarèlla. 2. limpido,
bbrefàgola: ➝ bbrefàcola. senza impurità (rif. a vino).
bbrefàquela: ➝ bbrefàcola. bbrillòcco, bberlòcco, s.m., ciondolo
bbréga, bbriga, s.m., personaggio d’oro, portato dalla donna appeso alla
immag.: chi cce va co sto tèmpo? collana.
Bbriga? | e cchi ll’ha vvisto? ~!, nes- bbrilluccicà: ➝ sbrelluccecà.
suno | ce pènza ~! bbrìnnese, s.m., brindisi: li ~ pòe n ze
bbregnamino, antrop., Beniamino || li contàvono.
bbregnamine, sopr. coll. bbrinzéccola: ➝ bbrenzéccola.
bbrénna, s.f., 1. (gerg.) cibo. 2. (dispr.) bbrïòscia, bbròscia, s.f., (rec.) brioche.
roba: pijja sù qquélla pò de ~ che cc’è | bbrìscola: ➝ bbrìsquela.
varda, la gram ~ che cc’è! bbrìsquela, bbrìscola, s.f., colpo vio-
bbrenzéccola, bbrinzéccola, sbrinzéc- lento, percossa.
cola, s.f., 1. colpo. 2. buffetto inferto bbritòzzolo: ➝ bbrotòzzolo.
con il dito medio, fatto schioccare con- bbritozzolóso: ➝ bbitorzolóso.
tro il pollice: mó le dò na ~. bbrìvedo, s.m., (lett.) brivido.
bbrescatèlle, s.m. pl., panie: vicin’al bbrizzècolo: ➝ bbirzècolo.
fòsso ce mbrescàvono frustine de vìn- bbròcca: (prov.) na bbròcca ntronata, va
chjo, pe cchjappà ll’ucèlle, le ~. ccent’anne pi la casa (sulla salute delle
bbrésco, s.m., 1. vischio quercino (Lo- persone malaticce) || dim. bbrocchétta:
ranthus europaeus Jacq.). 2. pania mdd. bbatte le bbrocchétte, battere i
estratta dai frutti gialli del vischio quer- denti per il freddo || bbròcche (a), loc.
cino: se uno non corréva a mméttece l avv., a catinelle, in abbondanza (di piog-
~, le ruche passàveno e mmagnàveno gia).
tutte ll’òcchje. bbucàveno e ll’uva par- bbrocchétto, s.m., brocca smaltata da ca-
tiva (rif. ai bruchi che aggrediscono le mera.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
190

bbròccolo, bbròcquelo, s.m., 1. cavolo bbronżino, s.m., bronzina, campanello, a


broccolo cimoso (Brassica oleracea forma di bubbolino, per animale dome-
var. botrytis L., suv. cymosa). 2. cavol- stico.
fiore (Brassica oleracea L.): me fa rri- bbròscia: ➝ bbrïòscia.
venì ssù le bbròcquele de Natale, mi bbrotòzzolo, bbitòrzolo, bbritòzzolo,
disgusta || bbròccole strascinate, broc- bbrutòzzolo, s.m., 1. bernoccolo. 2.
coli lessati e ripassati in padella | annà a escrescenza indurita, che si forma sul
ffinì a bbròccole strascinate, a) andare punto dove è stato tagliato un ramo. 3.
in rovina; b) finire alle calende greche. gonfiore.
3. (fig.) individuo sciocco e lento: m bbrotozzolóso, agg., 1. bitorzoluto, no-
pèzzo de ~ || dim. bbroccolétto | accr. doso, con escrescenze (di pianta vec-
bbroccolóne || Forme: pl. bbròcchele, chia): na vita bbrotozzolósa. 2. con
bbròccole, bbròcquele. protuberanze: c’éva n naso tutto ~.
bbròcquelo: ➝ bbròccolo. bbrr, inter., 1. voce esprimente paura e
bbròda, s.m., beverone. ribrezzo. 2. voce esprimente freddo. 3.
bbrodajja, s.f., brodaglia. voce per cacciare il maiale.
bbrodajjóne, bbrodijjóne, s.m., 1. beve- bbru, agg., bleu, azzurro.
rone. 2. brodaglia. bbrucià: ➝ abbrucià.
bbrodijjóne: ➝ bbrodajjòne. bbruciaculo, s.m., bruciore allo sfintere.
bbròdo: annà m ~ callo, sudare copiosa- bbruciato: ➝ abbruciato.
mente. bbrucióne, s.m., (gerg.) debitore insol-
bbrodobóm, ideof., imitazione del ru- vente.
more fatto agitando barattoli con sassi bbrucióre, s.m., infiammazione, flogosi:
all’interno, per spaventare gli uccelli me sènto n gram ~ de stòmmaco, di-
sulle colture. sturbo gastrico per cattiva digestione.
bbròdola, s.f., acqua dei fagioli bolliti o bbrudubùm, ideof., che imita il rumore
della lavatura dei piatti. di una caduta rumorosa.
bbrodolóso, agg., liquido. bbrudumbù, ideof., che imita il rumore
bbrodóso, agg., (fig.) di vento caldo e di una scampanata.
umido. bbrugna, s.m., susina || Forme: pl.
bbronchìdine, s.f., bronchite. bbrugna (arc.), bbrugne.
bbrónco, agg., 1. monco, menomato di bbrùgnala, bbrùgnola, s.f., 1. susina: le
un avambraccio o di una mano. 2. (fig., bbrùgnele de la reggina (varietà pre-
iron.) goffo nei movimenti. 3. (fig.) ca- giata). 2. (fig.) bussa, colpo, percossa.
gionevole di salute. 3. (fig.) sbornia.
bbroncóne, s.m., ceppo d’albero rimasto bbrùgnola: ➝ bbrùgnala.
piantato nel terreno dopo il taglio. bbrugnolétta, s.f., frutto del prunalbo.
bbrontolà, v. intr., 1. brontolare. 2. (fig.) bbrugnòlo, s.m., colpo dato con le noc-
rumoreggiare sordamente: bbròntola l che sul capo altrui.
tròno da luntano || Forme: Ger. bbron- bbrùgnolo, s.m., susino, prugno (Prunus
tolanno. domestica L.).
bbronżinara, s.f., sonagliera al collo bbrumba, bbumba, s.f., 1. (infant.) be-
delle bestie. vanda. 2. (euf. scherz.) vino: quarcuno
Vocabolario
191

c’ha l difètto de bbéva tròppa ~ e jje fa tale | più ~ ddel débbeto | bbrutta la
mmale. Maria de Méco! (imprec.) || ~ (de), loc.
bbrunchite, s.f., (rec.) bronchite. avv., sonoramente, con forza: se menà-
bbruncopormonite, s.f., broncopolmo- veno ~ || ~ grugno (a), ~ muso (a), loc.
nite. avv., a) a muso duro, con durezza; b)
bbrungiòlo, bbrunżòlo, agg., brogiotto, con impegno ed energia: s’è méss’a lla-
varietà di grosso fico: adè ggentile cóme vorà ~; c) con aspetto severo e torvo ||
l fico ~. dim. bbruttarèllo, malaticcio || l ~, sopr.
bbrunżòlo: ➝ bbrungiòlo. bbruttomale, s.m., (euf.) malcaduco, epi-
bbrusa, s.f., blusa || dim. bbrusétta | accr. lessia.
bbrusòtto. bbruttonculo, s.m., 1. individuo scortese.
bbrusca, s.f., carbonella leggera per scal- 2. individuo odioso.
dini. bbu, inter., bum!
bbruscà: ➝ abbruscà. bbua, s.f., 1. (infant.) malattia: pòro ciuco
bbruschétta, s.f., fetta di pane tostato, su de la su mà, c’ha la ~!, è ammalato. 2.
cui è stato strofinato aglio, condita con (infant.) dolore.
sale e olio di oliva. bbüatta, s.f., fandonia: ariccónta sèmpre
bruschino: ➝ abbruschino. cèrte bbüatte gròsse cóme le case.
bbruscolina, s.f., brezza, venticello fre- bbüattaro, s.m., fandoniere.
sco: stamane pìzzicono le mano da la ~. bbubbolà, bbobbolà, bbubbulà, v. intr., 1.
bbruscolinaro, s.m., venditore di brusco- tremare per il freddo. 2. brontolare: sta
lini. ssèmpre a ~, chissà chi vvòle, cosa
bbruscolino1, bbrusculino, s.m., 1. seme cerca.
di zucca abbrustolito e salato. 2. (fig.) bbùbbola, bbubbolina, bbubbulina, s.f.,
bussa, percossa: sentarae le bbrusco- (scherz.) freddo intenso: che ~ staséra!
line! || Forme: pl. bbruscoline, bbruscu- bbubbolina: ➝ bbùbbola.
line. bbubbolóne, bbubbulóne, s.m., borbot-
bbruscolino2, s.m., (scherz.) mitra vesco- tone.
vile. bbubbù, onom., voce che imita l’abbaiare
bbrusculino: ➝ bbruscolino1. del cane.
bbrutògnola, s.f., 1. bitorzolo, gonfiore bbùbbula, s.f., fandonia: mica areccónta
da contusione. 2. ammaccatura. bbùbbule | n ce créde!, sò ttutte bbùb-
bbrutòzzolo: ➝ bbrotòzzolo. bule, non crederci!
bbruttabbòna, bbruttebbòna, agg., di va- bbubbulà: ➝ bbubbolà.
rietà di pera. bbubbulina: ➝ bbùbbola.
bbruttale, agg., brutale: la strufinò m bbubbulóne: ➝ bbubbolóne.
mòdo ~. bbuca, s.f., 1. buca || bbuche (a), loc. avv.,
bbruttebbòna: ➝ bbruttabbòna. a catinelle: piòve ~. 2. insieme di patate
bbruttì (raro): ➝ abbortì. prodotte da una singola pianta: se cava
bbrutto: lo véggo ~ na massa, in cattivo na ~ pe ccéna. 3. incavo nel mezzo del
stato, malato | stà ~, fare effetto sgrade- mucchietto di farina da intridere: co la
vole, dispiacere | paré ~, rincrescere | ~ farina se fa pprima na spèce de ~. 4.
cóme la fame | ~ cóme l peccato mor- ammasso di nuvole: c’è na ~ néra, me
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
192

sa che ppiòve prèsto. 5. buco lasciato córte || prov.: cu le bbucìe ce s’ampasta


nella siepe viva per passarvi attraverso: ll’ària e cce se fèrma l trèno. 2. leuco-
la ~ ma la fratta ll’atturàvono co li nichia, macchietta bianca sull’unghia ||
spine. pl. bbucìe, pellicine ai lati dell’unghia.
bbucà, v. intr., 1. bucare. 2. frugare con bbùcia, s.f., buca || ha ffatto ~, è ito a
un palo nel foro d’uscita della vasca, per vvòto.
aprirlo. 3. infilare il rubinetto nella botte bbuciarda, s.f., lanterna del fontaniere.
|| prov.: pe ssam Martino, se bbuca la bbuciardèlla, s.m., bugiardo abituale no-
bbótte del vino || bbucasse, v. rifl., pun- torio.
gersi. bbuciardo, bbuciardóso, bbucióso, agg.,
bbucajjóne, s.m., tonchio, piccolo cole- bugiardo || dim. bbuciardèllo | accr. bbu-
ottero che aggredisce leguminose e ce- ciardóne.
reali (Bruchus pisorum L.). bbuciardóne, sopr.
bbucata, s.f., bucato, lavatura della bian- bbuciardóso: ➝ bbuciardo.
cheria, fatta con acqua bollente e ce- bbùcio: ➝ bbócio3.
nere: fà lla ~. bbucióso: ➝ bbuciardo.
bbucataro, s.m., 1. stanzetta dove si fa- bbuciù, s.m., (infant.) gioco fatto con i
ceva il bucato. 2. orcio di terracotta per bottoni: ggiocam’a ~.
bucato. bbuco, s.m., 1. buco, fóro: ~ de culo, ~
bbucato, agg., cariato (di dente). del culo, ano | te róde l ~?, che vuoi? |
bbucatóra, s.f., (raro) orcio di terracotta s’è arzato cul ~ pir l’inzù, di malumore
per bucato. | ~ de la chjave, toppa | ~ d’òro, a) indi-
bbuccétta, s.f., 1. bottiglia: na ~ da tàvela viduo molto fortunato; b) donna for-
da n litro. 2. lampadina elettrica. 3. boc- mosa | ~ di piómmo, a) individuo pigro,
cetta da biliardo. sedentario, che lavora con lentezza; b)
bbucchè, s.m., (rec.) bouquet, aroma del uomo pesante dal deretano grosso; c)
vino invecchiato. ragazzo adiposo; d) individuo amante
bbuccino: ➝ bboccino. delle comodità | ~ jjótto, omosessuale |
bbucercolare, bbudelculare, bbuderco- ~ sécco, individuo magrissimo | tè! su
lare, bbuderculare, s.m., 1. retto del ppil ~, s’infila ll’aco! (formula triv. di
suino, adoperato per insaccarvi il san- netto rifiuto) || dim. bbucarèllo, bbu-
guinaccio. 2. intestino retto di agnel- chétto, bugigattolo, vano angusto: c’ha
lo. 3. intestino retto umano. 4. (fig., m ~ de casa e uno de bbottéga | attappà
scherz.) fortuna. ttutte le bbuchétte || ~ a bbuco (a), loc.
bbuchétta, s.f., 1. stretto passaggio ob- avv., a puntino | ~ (a ttutto), loc. avv., a
bligato nell’ovile: le pècore passàveno tutta forza. 2. tubo tracheale: (scherz.)
ne le bbuchétte, dó se métte a sséda l ha sbajjato ~ (si dice quando il liquido
pecoraro. una a la vòrta pàssano ne sto che si beve finisce nella trachea, provo-
passétto, e mmógnono. 2. gioco infant. cando senso di soffocamento e tosse). 3.
con le biglie. fossetta: c’ha le bbuche ne le guance.
bbucìa, s.f., 1. bugia: n dicéva ~, non bbucobborzó (a), bbucobburzóne (a),
mentiva | dice sèmpre na massa de bbu- loc. avv., con il sedere all’insù: méttese
cìe | (d.) le bbucìe c’hanno le zzampe a bbucobborzó, umiliarsi.
Vocabolario
193

bbucobburzóne (a): ➝ bbucobborzó (a). stumato.


bbucodité, antrop. f. immag. in una tir. bbuggiarà, v. tr., 1. buggerare: lo bbug-
bbucodritto (a), bbucoritto (a), loc. avv., giarònno bbène bbène man quéll’òmo.
con il sedere all’insù: se n’è vvenuta ~, 2. (euf.) fottere.
si è presentata con arroganza. bbuggiarata, s.f., imbroglio.
bbucoforzato (a), loc. avv., forzatamente. bbuggiaratura, bbuggiratura, s.f., frega-
bbucolaro, s.m., fóro di uscita del va- tura.
scone di irrigazione. bbuggiaróne: ➝ bbuggeróne.
bbucóne, s.m., 1. bellimbusto. 2. membro bbuggiratura: ➝ bbuggiaratura.
della borghesia. 3. benestante. bbujjacca, s.f., cemento molto liquido:
bbucopinzuto (a), loc. avv., con deci- cóm’ha fatto sta ~?, come mai?
sione. bbujjaccaro, s.m., 1. pozzo nero. 2.
bbucopuzzóne (a), loc. avv., con il sedere (dispr.) bettola: la vòe capì? n ce vèngo
all’insù. al ~! 3. (fig.) folla rumorosa. 4. (fig.) in-
bbucoritto (a): ➝ bbucodritto (a). sieme disordinato di cose.
bbucorótto, sopr. bbujjaccata, s.f., scorpaccciata.
bbudelculare: ➝ bbucercolare. bbujjicà, v. tr., rovistare.
bbudèllo, s.m., 1. tubo di gomma per ir- bbujjicame: ➝ bbullicame.
rigare. 2. sifone, tubo di gomma per tra- bbujjo, agg., buio, scuro: óh ll’è ~!,
vasare liquidi. 3. cordone ombelicale. (commento pronunciato per lamentarsi
bbudellóne, s.m., 1. intestino retto del di essere senza denaro) || s.m., buio, o-
maiale, salato ed essiccato. 2. pène: scurità: c’èra m ~ pésto, che n ze vedéva
(triv.) sto pézzo de ~! (formula di nega- manco a bbestemmià.
zione recisa). 3. (fig.) individuo pingue bbujjòlo, s.m., 1. bugliolo. 2. (fig.) car-
e goffo. cere: annà al ~, finire in carcere.
bbudercolare: ➝ bbucercolare. bbujjóne, s.m., pietanza di carne cucinata
bbuderculare: ➝ bbucercolare. nel tegame.
bbuècco: ➝ bbajjòcco. bbujjósa, s.f., (gerg., raro) prigione.
bbüècco: ➝ bbajjòcco. bbullènte, agg., bollente.
bbuffètte, s.m., (rec.) buffet, credenza. bbullétta, s.f., bolletta: quarche ggiórno
bbuffo1, s.m., (gerg.) debito: è ppièno de èra m ~.
bbuffe || ~ (a), loc. avv., contraendo un bbullettà: ➝ imbollettà.
debito: pijjà la ròbba ~. bbullì: ➝ bbólle.
bbuffo2: è ~ ppiù ddel lum’a mmano, ri- bbullicame, bbojjicame, bbujjicame,
dicolo al massimo grado. s.m., 1. Bulicame, sorgente di acqua
bbùggere, s.f. pl., 1. nervosismo: s’è ar- solfurea calda. 2. top.
zato co le ~ stamane. 2. irritazione, ma- bbullino1, s.m., bulino.
lumore, stizza: lassa pèrde, num me fà bbullino2, s.m., francobollo: su la bbusta
ppijjà le ~! c’appiccicava m ~ da n zòrdo.
bbùggero, s.m., tizio: s’è ppresentato m bbullito: ➝ bbollito.
~ a cchjèdemolo. bbullóre, s.m., bollore: ll’acqua sta
bbuggeróne, bbuggiaróne, agg., 1. pp’arzà l ~.
enorme: na spésa bbuggiaróna. 2. sco- bbumba: ➝ bbrumba.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
194

bbumbardaménto, s.m., 1. bombarda- litri: sturava l ~ pi mméttece ll’òjjo. 2.


mento. 2. (fig.) rumore di peti. (fig.) pancia prominente. 3. (fig.) indi-
bbumbonièra, s.f., bomboniera: tu ssè viduo panciuto. 4. (fig.) ripostiglio.
cóme la ~: dórce déntro e bbèlla fòra. bburzica, bborzica, bburziga, s.f., 1. galla
bbumbù, ideof., voce che imita il pic- dell’olmo. 2. vescica di maiale, nella
chiare alla porta. quale si conservava lo strutto. 3. bolla,
bbumme, s.m., (rec.) boom economico: vescicola della pelle.
ve ll’aricordate vantre ll’anne del ~? bbùrzico: ➝ bbùrzeco.
bbungiórno: ➝ bbongiórno. bburzicóne, s.m., (dispr.) uomo grosso-
bbuntà, s.f., bontà: ~ ssua ch’ha ppagato, lano.
per fortuna. bburziga: ➝ bburzica.
bbura, s.f., bure dell’aratro. bbuscà: ➝ abbuscà.
bburàccia: ➝ bboràccia. bbùschere, s.f. pl., nervosismo: si mme
bburasca, s.f., burrasca. pìjjono le ~, ve fò vvéde io.
bburatta (arc.), s.f., buratto, setaccio gi- bbusìcchja, s.f., busecchia, budella per
revole del molino a grano. confezionare salsicce.
bbùrchjo, s.m., 1. fiocine dell’acino. 2. bbusìllisse, s.m., busillis.
acino || annà a ~, (infant.) rubacchiare bbusiù, s.m., 1. tipo di bottone. 2. (euf.)
uva nei vigneti. 3. buccia legnosa della ano. 3. (fig., euf.) fortuna.
noce. bbussà, v. tr., 1. battere con la mazza un
bburdèllo, s.m., 1. bordello. 2. (fig.) con- palo, per ficcarlo in terra. 2. colpire: se
fusione. bbussa, pe ssentì quant’è arta, si col-
bburghisìa, s.f., borghesia. pisce con le nocche la botte, per verifi-
bburiana, s.f., confusione rumorosa. care il livello del vino all’interno. 3.
bburianata, s.f., tempesta improvvisa: picchiare: mó tte bbusso, si nun sta
rivò na ~ de vènto da portatte via. zzitto! | ~ a vvitametèrna, sènza rispa-
bburiname, s.m. coll., (dispr.) contadini. ràmmio, picchiare di santa ragione. 4.
bburino, s.m., 1. (dispr.) contadino resi- picchiare alla porta || v. intr., dichiarare
dente in campagna. 2. (dispr.) provin- le proprie carte nel gioco del tressette,
ciale. per indicare al compagno di rispondere
bburlandòtto, agg., burlone, scherzoso. con la più alta dello stesso seme || ~ a
bburotarco, s.m., borotalco: si l fijjo c’ha qquatrine, chiedere un anticipo, un pre-
l riscallo, la sua mà ce métte l ~. stito || Forme: Ind. impf. 6 bbussàveno |
bburr’e alice (a), loc. avv., ottimamente. perf. 1 bbussò; 6 bbussòrno | Ger. bbus-
bburràccia: ➝ bboràccia. sanno.
bburràggene: ➝ bborràggene. bbussata: dim. bbussatèlla.
bburrattinaro, s.m., burattinaio. bbussatóre, bbussatóro, s.m., picchiotto
bburrattino, s.m., 1. burattino. 2. (fig.) del portone.
individuo ridicolo. 3. (fig.) uomo privo bbussatóro: ➝ bbussatóre.
di carattere. bbusse, cogn., Bussi | vìcolo ~, Via Bussi,
bbùrzeco, bbùrzico, s.m., 1. recipiente ro- odon.: mdd. fà ppassà ppel vìcolo ~,
tondo di ferro, a forma di fiasco con picchiare (con gioco di parole su
collo allungato, della capienza di 1-4 bbussà).
Vocabolario
195

bbùssela: ➝ bbòssolo. andatura) | ~ n fòri || prov.: ròbba nun te


bbùsselo: ➝ bbòssolo. ~, ch’io non te bbutto. 2. versare: ~ l
bbusséta (le), microtop. vino sul tavolino. 3. seminare || prov.:
bbussica, s.f., vescica di maiale, nella bbutta n tèrra e spèra n Dio || v. intr., 1.
quale si conservava lo strutto. gemere, di piante. 2. secernere pus. 3.
bbusso, s.m., colpo picchiato alla porta di germogliare. 4. procedere: le còse bbùt-
casa: dàmme m ~ quann’arrive! || dim. tono male | cóme bbutta?, come va? ||
bbussétto, colpo leggero || inter., dichia- bbuttasse, v. intr. pron., gettarsi: se
razione al gioco del tressette. bbuttàssemo disótto | ~ a ppéscio su na
bbussolétta, s.f., cassettina fissa o porta- còsa | me bbutto ggiù m pochétto, mi
tile, per raccogliere offerte in chiesa. sdraio | s’è bbuttato llà, si è adagiato per
bbùssolo: ➝ bbòssolo. riposarsi | ~ all’imbraca, lavorare pi-
bbussolòtto, s.m., 1. recipiente usato per gramente | n te bbuttà ggiù ttanto!, non
gettare i dadi: ma che ggiocamo a bbus- abbatterti! || Forme: Ind. pres. 1 bbutto;
solòtte?, scherziamo? 2. (fig.) bordello. 3 bbutta; 4 bbuttamo; 6 bbùtteno, bbùt-
3. (fig.) cosa ingombrante || dim. bbus- tono | impf. 6 bbuttàvono | perf. 1
solottèllo. bbuttò, 4 bbuttàssemo, bbuttàssimo; 6
bbutirro, s.m., (arc.) burro: cèrte pèrze- bbuttònno, bbuttòrno | P. pass. bbuttato,
che mòrvede cóme l ~ || agg., morbido: bbutto | Ger. bbuttanno.
li pére bbutirre. bbuttacqua, s.m., alto secchio con ma-
bbuttà, abbuttà, v. tr., 1. buttare, gettare: nico in cui si getta acqua sporca.
bbùtteme ggiù la ggiacca! | bbùttelo!, bbuttafòre, s.m., buttafuori.
bbùttolo! | bbuttàteceme ma mmì! | se bbuttalóne: ➝ bbottalóne.
bbutta de fòri | bbutta fòra, vomita | bbuttéga: ➝ bbottéga.
mdd. ~ avante le mano, pe nu sbatte la bbuttegante: ➝ bbottegaro.
frónte, avanzare scuse o pretesti per non bbutteghino, s.m., botteghino del lotto.
ammettere la propria responsabilità | an- bbutticèlla, s.f., piccola botte.
nétte llà, pe abbuttàccela via | ~ ggiù, bbuttijja: ➝ bbottijja.
a) abbattere; sconfiggere; b) abortire | ~ bbuttijjóne: ➝ bbottijjóne.
ggiù ffarina e ggrano, confondere argo- bbuttino, s.m., bottino: spartìsse l ~.
menti nel ragionare | la ròbba la bbutta bbutto, s.m., 1. pozzo nero: a Ttuscànnia
cóme va vva, in disordine | ~ qquattro ll’hanno fatte tutte le bbutte, hanno sca-
pe ppijjà òtto (rif. ad un furbo) | bbutta vato tutti i pozzi medievali riempiti di
llà na frase cóme càpeta | io bbuttò la vasellame rotto e rifiuti (rif. agli scava-
fàccia, smisi il riserbo, mi feci ardito a tori clandestini, dopo il terremoto) |
chiedere | ~ la pórvere mall’òcchje de ne le case col ~ ce se facéva lo stàbbio,
uno | bbùtteme ggiù la chjave! | ~ l qua- mal disótto, co m pò de pajja, lèjja,
trine da la finèstra, sprecare soldi | ~ cannaùcce sótto. 2. canale discendente
vvia, sprecare | è ffiato bbuttato, di- esterno, dove si gettavano le acque
scorso inutile, sprecato | pòre quatrine luride: l ~ di fòra la finèstra cul tappo
bbutte!, gettati al vento | l vistito te di légno. 3. gettito di deiezioni e im-
bbutta bbène, ti sta bene indosso | sto mondizia dalla finestra || bbutto, p.
cavallo bbutta n déntro (ha un difetto di pass. di bbuttà e agg., sprecato: è ttutto
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
196

fiato ~, a pparlà co ccèrte (fatica inu- gioco a rincorrersi: ~ rïarzato, gioco a


tile). rincorrersi da un gradino all’altro senza
bbuttóne, s.m., bottone || dim. bbutton- farsi prendere: ~ rïarzato, chi è ll’ùr-
cino. timo acchjappa! (formula iniziale del
bbùzzico, s.m., 1. recipiente rotondo di gioco).
ferro, a forma di fiasco con collo al- bbużżòmmino, s.m., (dispr.) individuo
lungato, della capienza di 1-4 litri. 2. inetto.
orcio di terracotta, per contenere l’olio bbużżüarro, s.m., (dispr.) vinello fatto
per uso domestico. 3. oliera in terracotta con le vinacce e un po’ d’acqua che ve-
o di latta || dim. bbuzzichétto. 4. (infant.) niva distribuito ai braccianti.
Vocabolario
197

ca: ➝ qua. propri.


càbbala, gàbbala, gàbbola, s.m., imbro- cacata, s.f., 1. deiezione umana: vò a ffà
glio. na ~, vado a defecare || qué adè ccóme
cabbina, gabbina, s.f., cabina. la ~ de Bbacìccia. annièd’a ccacà e nun
cacà1, s.f., gagà: s’è ffatto l capélle a la ~. tornava ppiù, èra mòrto (di cosa pro-
cacà2, v. tr., 1. confessare. 2. partorire: te lissa). 2. sterco di animali. 3. (fig.) ine-
pijjasse n córpo man té e mman chi zia || dim. cacatèlla.
tt’ha ccacato! | adè l zu nònno cacato e cacatèlle, s.f. pl., deiezioni di ovini e ca-
spiccicato, identico. 3. defecare: (mdd.) prini.
senté, sì cche li càcheno le nóttole!, non cacatóro, s.m., 1. cesso primitivo con se-
piovono mica dal cielo! (rif. ai soldi) || v. dile in legno e fóro centrale. 2. latrina
intr., defecare: ll’ucèlla ci càcono ppure pubblica. 3. (triv.) deretano: è dde ~
su lo spauràcchjo | ma va ccacà ndu bbasso.
lampa!, (imprec.) al diavolo! | num cacazzeppétte, s.m., 1. stitico. 2. (fig.)
magna, pe nun ~, è avarissimo | ha da avaro || sopr.
~?, (triv.) che vuoi? || cacasse sótto, a) cacazzéto, s.m., luogo pieno di escre-
farsela addosso; b) atterrirsi: quanno menti.
sparò, se cacònno sótto. cacca, s.f., 1. (infant.) escremento umano
cacacazze, s.m., (triv.) saccente. || fà la ~, (infant.) defecare. 2. (fig.)
cacafarro, s.m., 1. chi diffonde notizie. 2. boria: adè ttutta ~ (detto di chi si dà
spia. arie).
cacafòco, s.m., (ant.) fucile. caccavèlla, s.f., caccavèllo s.m. 1. rosa
cacaléppa, s.f., 1. diarrea. 2. (fig.) paura. selvatica (Rosa canina L.). 2. coccola
cacalupo, s.m., varietà di terra sterile. della rosa canina, cinorrodo || annamo
cacanido, cacanìdolo, s.m., 1. scria, uc- fòr di pòrta Faùlle, a mmagnà l cacca-
cellino ultimo nato d’una covata. 2. vèlle a qquattr’a qquattro (blas. pop.).
(fig., vezz.) figlio ultimogenito. caccavellaro, s.m., 1. venditore di cacca-
cacanìdolo: ➝ cacanido. vèlle. 2. gran mangiatore di caccavèlle.
cacapalle, s.m., (ant.) fucile. caccavèllo: ➝ caccavèlla.
cacapane, s.m., ano. cacchjara, s.f., 1. pianta di castagno la-
cacarèlla, s.f., diarrea || ~ (a), loc. avv., sciata al taglio l’anno precedente. 2.
bracaloni: portà le carze ~. bosco ceduo di castagni tagliato di re-
cacaróne, s.m., diarrea violenta. cente: ~ ggióvine. 3. (coll.) gettoni che
cacaségo, s.m., avaro. crescono alla base di una pianta: quar-
cacasótto, s.m., individuo vigliacco, pu- zìase àrbero che rricàccia dal piède è
sillanime. cchjamata na ~.
cacastrato, s.m., chi racconta a tutti i fatti cacchjata, s.f., (euf.) fesseria.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
198

cacchjétto, s.m., fogliolina tenera di gni ~ è ppèrza.


pianta. cacciatìccio, s.m., rimessiticcio, pollone:
càcchjo, s.m., 1. germoglio di vite. 2. tral- l cacciaticce de la vigna l frutto l pri-
cio giovane. 3. gettone di pianta. 4. m’anno nu lo dàvono, prò sservìvono
(euf.) cazzo: col ~!, nemmeno per p’aringiovanì la vite.
sogno! (formula di negazione) | quanto càccola, s.f., sterco secco, che rimane at-
l ~ che ll’ha ffatto! (di lavoro inutile) || taccato al sedere della persona.
dim. cacchjétto || inter., (euf.) caspita! caccosartro, pron. indef., qualche altra
cacchjonara, s.f., 1. (coll.) virgulti che si cosa.
sviluppano dalla ceppaia di un albero caccóso, agg., borioso.
vecchio. 2. boscaglia folta di piante cacère: ➝ caciaro.
basse. cacerìa, s.f., caciaia, locale dove si depo-
cacchjóne1, s.m., 1. rampollo, succhione sitano le forme di formaggio a stagio-
che spunta in basso: l ~ màschjo quéllo nare.
che nun fa ll’uliva vène levato, quélla cachì, s.m., frutto del cachi.
fémmina se làssa. 2. pollone che cresce caciano, sopr.
il primo anno all’interno della chioma. caciara, s.f., 1. caciaia, locale dove si de-
cacchjóne2, s.m. pl., cacchioni, prime positano le forme di formaggio a sta-
penne che spuntano dei gallinacei. gionare. 2. caseificio.
cacchjòtto, s.m., pugno, cazzotto. caciaro, cacère, s.m., caciaio, addetto alla
caccià, v. tr., 1. cacciare | ~ vvia, a) scac- fabbricazione del formaggio.
ciare; b) licenziare. 2. richiedere: ~ le caciaróne, s.m., persona rumorosa.
carte, procurarsi i documenti per spo- cacine, personaggio immag., solo nel-
sarsi. 3. scacciare: ~ ll’ucèlle dal grano. l’espr.: chi ssèe, ~?, chi ti credi di es-
4. emettere, mandar fuori: ll’àrbere càc- sere? (di persona presuntuosa).
ciono ll’òcchje || v. intr., germogliare: càcio1: ~ marcétto, formaggio fermentato,
càcceno sul vècchjo, in basso (rif. a viti) con i vermi || chjèda ~, a) arrendersi; b)
|| cacciasse, v. intr. pron., togliersi: ~ l chiedere perdono.
cappèllo | ~ n òcchjo, ferirsi in un oc- càcio2, s.m., (euf.) cazzo.
chio || Forme: Ind. pres. 6 càcceno, càc- caciòtta, s.f., 1. formaggio fresco e tenero
ciono | perf. 6 cacciònno. || dim. caciottèlla. 2. smegma, materiale
cacciabbèlla, microtop. che fisiologicamente si raccoglie nel ca-
cacciafórme, s.m., attrezzo ad uncino, nale prepuziale e intorno al clitoride e
usato dal calzolaio per estrarre le sa- alle piccole labbra.
gome di legno dalle scarpe. cacóne, s.m., chi non sa mantenere il mi-
caccialèpre, s.m., latticrepolo, lattughino nimo segreto.
(Picridium vulgare Desf. o Reichardia cadé, caé (arc.), v. intr., cadere || Forme:
picroides Roth.). Ind. pres. 6 càjjono.
cacciata, s.f., 1. germogliamento: vardà, caé (arc.): ➝ cadé.
che bbèlla ~ ch’ha ffatto! 2. germoglio. cafè: ➝ cafène.
3. rimessiticcio, pollone. 4. (fig.) occa- cafearo, caffearo, s.m., gestore di caffè.
sione opportuna: ha pèrzo na ~ ògge. sè cafène, cafè, s.m., caffè, locale di vendita:
rivato che émo finito de magnà || prov.: s’annava mal cafè ggranne, al Gran
Vocabolario
199

caffè Schenardi. ccalata parécchjo, è molto diminuito il


caffè: ~ dd’òrżo, caffè confezionato con livello del vino all’interno || Forme: Ind.
orzo | ~ dde cicòria | ~ bbòno, caffè pres. 2 cale; 6 càleno, càlono | P. pass.
nero, espresso | ha ppréso n ~ amaro, ha calato.
fatto fiasco con una ragazza || vezz. caf- calabbrése, agg., di un asino difettoso,
feùccio | pegg. caffeàccio. dalle orecchie lunghe e basse.
caffearo: ➝ cafearo. calabbróna, s.f., (raro) sorta di grosso re-
cagna (n), loc. avv., in cambio. cipiente di terracotta (non meglio iden-
cagnà: ➝ cambià. tificato).
cagnante, s.m., boleto lurido (Boletus lu- calamaro, s.m., calamaio: nel banco a
ridus Schaeff.). scòla c’èra l ~ de vétro.
cagnarata, s.f., 1. confusione, caos. 2. ru- calamina, s.f., asta di ferro con cui sca-
more. vare buche per porre mine.
cagnaróne, s.m., persona rumorosa: mec- calamità (n), loc. avv., in gravi difficoltà,
quì séte gran ~ tutte. in miseria.
cagno, s.m., 1. cambio. 2. scambio: fà a ~, calandàrio, calannàrio, calennàrio, ca-
scambiare | fà a ccagn’òpra, scambiarsi lindàrio, s.m., calendario || Forme: pl.
prestazione d’opera nei lavori agricoli: calandàrie, calendàrie, calindàrie.
tèmpe de prima facìveno a ~. calannàrio: → calandàrio.
caì, onom., voce che imita il guaito del calata, s.f., 1. tramonto. 2. modulazione
cane. dialettale.
caimóne, gaimóne, s.m., veicolo in pes- calato, agg., smagrito.
sime condizioni. calatura, s.f., diminuzione delle maglie
caìno: te fò cchjamà ~, ti faccio gridare (per dare alle calze la forma della
dal dolore (detto minacciando di pic- gamba).
chiare). calcalamula, carcalamula, s.m., gioco
cajjo, s.m., callo, callosità: c’ha l cajje, maschile di destrezza.
c’ha le mano cóme n ròspo. calcamanina, carcamanina, s.f., decalco-
calà, v. tr., 1. far scendere: ~ le bbrache, mania.
dimostrarsi troppo remissivo || (d.) a calcétto, s.m., (fig.) raccomandazione: a
ccalà c’è ssèmpre tèmpo. 2. diminuire scòla è ppassato col ~.
il numero delle maglie (nei lavori a ma- calcolo: → càrcolo1.
glia). 3. gettare la propria carta in tavola càlece, s.m., (citt.) calice.
(nel gioco): cala ll’asso! | ~ n carco || calennàrio: ➝ calandàrio.
prov.: ass’e ccarzóne n ze càlono mae || calibbratóre, s.m., calibro, attrezzo del
v. intr., 1. calare: mmó mme cale pròpio, fabbro.
se pparle ccosì!, perdi la mia stima, mi calindàrio: ➝ calandàrio.
sorprendi | jj’è ccalata ll’èrnia. 2. tra- calisto, sopr.
montare (detto della luna e del sole). 3. calla, s.f., azione di arroventare (rif. al
dimagrire: sò ccalato quattro chile, ferro di cavallo): li dà n’antra ~ al fèrro
sono dimagrito. 4. diminuire: li conta- | llà, volémo dà n’altra ~?
dine càleno de ppiù dell’artiste, dimi- callàccia, s.f., afa.
nuiscono di numero | sta bbótte è callafrédda, s.f., 1. arrabbiaticcio, alte-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
200

rarsi di un terreno coltivato, per cui la piano, sennò vvenìvono le ~, s’incrudo-


pianta inaridisce prima di fiorire: ha liva e ttoccava aretiralla fòri, falla
ffatto ~, nun ze pò zzappà. 2. (fig.) indi- sciuttà, arilegalla, ariméttela sótto.
viduo rammollito. 3. (fig.) individuo callétto, s.m., scaldatina: dàmece n ~!
abulico, indifferente: sè na ~, se dice a callìggine, s.f., 1. caligine, aria afosa, tre-
uno ch’è lléllo, n ze la pijja. molante. 2. foschia.
callaléssa, s.f., 1. ballotta, castagna les- callo, cardo2, agg., caldo: le frittèlle le
sata con tutta la buccia. 2. (fig.) scoppio magno calle calle, appena sfornate |
fragoroso. 3. (fig.) percossa violenta. annà ffòri sull’óre calle, uscire di casa
callara, s.f., 1. caldaia: annà a ttutta ~, nel primo pomeriggio | che mmano
annà a ttutta callarèlla, con la massima calle che cc’hae! | è ccallo na massa, fa
intensità; a tutta velocità || dim. calla- molto caldo | ~ cóme na bbiòcca | se la
rétta, callarèlla. 2. caldaia di alimenta- sènte calla (del maiale che strilla
zione della trebbiatrice: ancóra va a ~, quando l’ammazzano) | a ssàngue ~,
a vapore. 3. (fig.) sorgente di acqua bol- loc. avv., a sangue caldo, di colpo | mdd.
lente: bbuttasse ma la ~ del Bullicame, callo callo! (al gioco delle carte, com-
suicidarsi. 4. (fig., dispr.) veicolo in cat- mento ad una presa) || s.m., calore: che
tive condizioni: sto motóre è na ~. stracci de ~ che sse sò vvortati! (rif. a
callarare, s.f. pl., coppia di due vasche calore eccessivo) | num me fa ne ccallo
per la macerazione della canapa al Bu- ne ffréddo, mi lascia indifferente.
licame. callura, s.f., calura.
callararo, s.m., calderaio, chi fabbrica o calòneca, s.f., canonica del prete.
ripara recipienti di rame. calòneco, s.m., canonico.
callarèllo, s.m., 1. piccolo caldaio: que- calóre, s.m. pl., 1. caldana, improvvisa
lue vale pòco, vale quanto n ~ arista- vampa di calore alla testa e al viso. 2.
gnato. 2. secchio rotondo, a tronco di sensazione di calore eccessivo: (iron.)
cono con un solo manico, in cui il mu- che cc’hae le ~? (detto a chi spalanca
ratore porta la calcina. 3. misura olearia una finestra d’inverno). 3. fregola; stato
pari a circa 20 litri. di eccitazione sessuale: me va n ~ l cane
callaro, s.m., paiolo: ce potéte métte sù l | sti bbardasciòtte vanno n ~.
~, ci potete contare || dim. callarétto || calugna, s.f., calunnia.
accr. callaróne. calugnà, v. tr., calunniare.
callaròsta: ➝ callarròsta. calugnatóre, s.m., calunniatore.
callarostaro, s.m., venditore di caldarro- calzettajja: ➝ carzettara.
ste. camaliónte: ➝ gammalïónte.
callarostata, s.f., 1. quantità di castagne camarro, s.m., catarro.
arrostite in una volta. 2. mangiata di cal- camarróso, agg., catarroso.
darroste. cambià, cagnà, cammià, v. tr., 1. cam-
callarròsta, callaròsta, s.f., caldarrosta || biare: ~ mmùseca, ~ rreggistro, cam-
pl. callaròste, (fig.) difetto della canapa biare discorso; assumere atteggiamento
messa a macerare, causato dalla cattiva più severo | (gerg.) vò a ccambià ll’ac-
regolamentazione del flusso di acqua qua al canarino, vado ad orinare | n
troppo calda: se dovéva arïempì ppiano càmbia mae colóre, è un falso spudo-
Vocabolario
201

rato | (scherz.) ~ ccasa, togliere le cac- càmmio1, s.m., camion || e qqué


cole dal naso con le dita. 2. lavare e cch’adè? n camiònne? (rif. a cosa
cambiare il bambino || cambiasse, v. strana).
rifl., indossare vestiti del tempo libero: camiònne (raro): ➝ càmio.
~ pi la fèsta || v. intr. pron., mutare || càmmara: ➝ càmmera.
Forme: Ind. pres. 6 càmbieno, càm- cammenà, camminà, v. intr., 1. cammi-
biono | perf. 6 cambiònno || P. pass. ca- nare: cammina!, spicciati! | camminate!,
gnato, cagno. smettetela! | pare che ccammine sul-
cambianza, s.f., il mutare delle condi- l’òva. 2. svilupparsi, estendersi: le ràdi-
zioni atmosferiche: sto tèmpo fa mmille che cammìnono. 3. avanzare galleg-
cambianze. giando: ll’acqua dovéva èsse un cin-
cambiata, s.f., 1. mutamento || prov.: gni quanta centìmetre, sinnò nun cammi-
~, na cascata. 2. atto del cambiare di ve- nava l fàscio (di canapa al macero). 4.
stito: famme dà na ~, che ssò ttutto svilupparsi della vegetazione. 5. (fig.)
mporvarato. progredire: l mónno cammina. || Forme:
cambiato, agg., che indossa un vestito da Pres. ind. 4 camminamo; 6 cammìnono
riposo: ndo vae stamane tutto ~? | fut. 3 camminarà; 6 camminaranno |
camèo, gamèo, s.m., cammeo. perf. 6 cammenòrno | Ger. cammi-
cameraccanna, cammorcanna, camor- nanno.
canna, s.f., controsoffitto non pratica- cammenata, s.f., 1. lungo percorso a
bile, fatto con canne coperte di gesso. piedi: s’è ffatto na bbèlla ~. 2. andatura:
camìcia, s.f., 1. camicia: me fa ssudà sètte ll’ariconóscio da la ~.
camìce | nun z’èra portata manco la ~, càmmera, càmmara, càmmora, s.f., 1.
quann’ha sposato, era poverissimo | stanza (spec. da letto) || prov.: nun c’è
nun capéva ppiù ne la ~ pe la cunten- spàccio sènza sale, nun c’è ccàmmera
tézza | mdd. èssa culo e ccamìcia, essere sènz’urinale. 2. (coll.) insieme dei mo-
amici intimi. 2. membrana amniotica: bili della camera da letto: quanno se
èssa nato co la ~, a) nascere involto sposàvono, ll’òmmene portàvono la ~
nella membrana che lo avviluppava nel- (contribuivano con l’acquisto del mobi-
l’utero; b) (fig.) essere molto fortunato. lio). 3. tubo di gomma: ~ d’ària || dim.
3. rivestimento: sti zzéppe arimanéveno camorétta, cammerétta | accr. camme-
cu na ~ di sòrfo (rif. a fiammiferi di róne.
legno). cammerata1, s.f., camerata, ampia ca-
camiciara, s.f., donna che confeziona ca- mera.
micie su misura. cammerata2, s.m., 1. camerata, n. con cui
camiciòla, s.f., bottone di camicia. si chiamavano tra loro i membri del par-
camiciòtto, s.m., càmice di tela, in genere tito fascista. 2. fascista.
di colore azzurro, indossato dai conta- cammerétta, cammorétta, s.f., riposti-
dini sopra i vestiti, usato per lavorare in glio.
campagna o in magazzino. cammerière, cammorière, s.m., came-
camillónzo, sopr. riere.
camió (raro): ➝ càmio. cammerléngo, s.m., cassiere della con-
càmio, camió (raro), camiònne (raro), fraternita.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
202

cammià: ➝ cambià. pres. 1 camparèbbe; 2 camparéste; 3


cammilla, antrop., Camilla. camparèbbe; 5 camparéste | P. pass.
camminà: ➝ cammenà. campato | Ger. campanno.
cammino, s.m., 1. comignolo: fùmono l campagnòlo, s.m., coltivatore diretto che
cammine. 2. camino: m’ha ppréso fòco abita fuori del centro abitato.
l ~, si è incendiata la fuliggine nel ca- campana: (prov.) chi nun zènte la ~ a
mino. 3. canna fumaria: sto ~ nun tira | pprima vóce, ségno chi la sonata nu li
dim. camminétto. piace | na ~ abbasta pe ccènto frate | na
càmmio1: ➝ càmio. ~ s’è llegata, na ~ se sciòjje | gni ~ c’ha
càmmio2, s.m., cambio: te dà l ~ a le sèe l zu bbatòcchjo.
|| ~ (a), loc. avv., in cambio: famo ~ si campanare, s.f. pl., n. di due vasche del
tte piace qué. Bulicame per la macerazione della ca-
cammionata, s.f., contenuto di un auto- napa.
carro. campanaro: l campanare appianàveno
càmmora: ➝ càmmera. sul campanile pi ssonà || agg., sordastro.
cammorcanna: ➝ cameraccanna. campanelétto, s.m., campaniletto.
cammorélle (le), microtop. campanèlla, s.f., varietà di erba infestante
cammorétta: ➝ cammerétta. (Convolvolus arvensis L. e C. sepium
cammorière: ➝ cammerière. L.): la ~ se fa ssù e rràmpeca | | le pè-
camorcanna: ➝ cameraccanna. core, se cc’èra la campanèlla, ll’arro-
campà, v. intr., 1. vivere: ~ a la mèjjo | pe secàvono le còrde.
mparà ccampà al mónno quanto ce campanèlle cinése, s.f. pl., caccole attac-
vòle! | eppure sémo campate | ~ ddi filo, cate al culo della pecora.
vivere di prepotenze | jje puzza l ~ (di campanèllo, s.m., (fig., infant.) pène.
chi si espone ad un pericolo, sfida la camparéccio, camporéccio, agg., 1. ac-
sorte) | a ffà sta vita, campa quanto Tic- cettabile. 2. campestre.
chjarèllo, molto a lungo | (d.) se campa campestà, v. tr., 1. calpestare. 2. pressare
na vòrta sóla | (d.) lu sae pirchè l mi con i piedi: la pajja la campestònno
nònno campò ccent’anne? perchè sse bbène bbène.
facéva li cazze sue || prov.: ~ è n’arte | campestaréccia, campesteréccia, s.f.,
campa, cavallo mio, chi ll’èrba crésce | calpestio.
campa n giórno, e ccàmpalo bbène | di campesteréccia: ➝ campestaréccia.
pòco si campa, di gnènte si mòre. 2. so- campidòjjo, s.m., Campidoglio.
pravvivere: com’adè, se campa. 3. ve- campiggiana, s.f., campigiana, tipo di
getare: n facéva ~ ppiù ll’èrbe mattone sottile per pavimentazione.
quell’altre (rif. alla canapa che soffo- campo: (prov.) ~ quanto véde, òrto
cava le erbe infestanti) || Forme: Ind. quante séte, vigna quanto bbéve.
pres. 4 campamo; 6 càmpono | impf. 4 campo grazziano, microtop.
campàvomo; 5 campàvete; 6 campà- camporéccio: ➝ camparéccio.
vono | perf. 1 campò; 2 campaste; 4 camposantaro, s.m., custode del cimi-
campàssemo; 5 campàssete; 6 cam- tero.
pònno | fut. 1 camparò; 2 camparae; 4 camposanto: c’ha l pòsto al ~, possiede
camparémo; 6 camparanno | Cond. la tomba di famiglia.
Vocabolario
203

canajja, s.f., canaglia. canepétta, s.f., canapa bassa, poco svi-


canale, s.f., coppo | te sè ripulito l ~, ti sei luppata: prima del màcero, la ~ cascava
conciato male; sei nei guai || ~ ~, avv., da la manciata, e allóra quélla se rac-
rasente. cojjéva a pparte.
canalétto, s.m., scanalatura del cavalletto canepóne, s.m., 1. (coll.) stoppie della ca-
usato per scotolare la canapa. napa. 2. pianta femmina di canapa cre-
cananèo, s.m., figlio di un cane: sto ~! sciuta isolata.
canaparòlo, caneparòlo, s.m., canapaio, canepùccia: ➝ canapùccia.
chi lavora la canapa. canepule, s.m., (coll.) stoppie della ca-
canapùccia, canepùccia, canipùccia, s.f., napa.
1. (coll.) seme della canapa: la ~ la canésca (a la), loc. avv., miseramente, da
bbéccono ll’ucèlle || carcà a ccanapùc- cani: campà ~.
cia, caricare a salve un fucile. 2. (coll., canestraro, s.m., canestraio, artigiano che
fig., scherz.) gruppo di ragazze: varda confeziona canestri.
quanta ~! (detto con ammirazione al cànfera, s.f., canfora.
passaggio di una frotta di ragazze). canino1, agg., insaziabile: che cc’hae la
canaro, s.m., accalappiacani. fame canina? sta sèmpr’a mmagnà |
canata, s.f., sfuriata. tóssa canina, tosse convulsa.
canavata, s.f., grossa fatica: ha ffatto na canino2, s.m., varietà di olivo.
~, s’è straccato bbène bbène. cànipe: ➝ cànepe.
cancarèna, s.f., cancrena: la zzampa ll’è cànipo: ➝ cànopo.
ita n ~. canipùccia: ➝ canapùccia.
cancejjère, s.m., cancelliere. canità, s.f., (dispr.) azione disumana.
càncro, s.m., 1. (fig.) terreno sterile. 2. canizza, s.f., 1. branco di cani a caccia. 2.
(fig.) individuo incapace. abbaiare furioso di cani: fanno la ~. 3.
candeglière, cannelière, s.m., candeliere: (fig.) litigio rumoroso, frastuono: fà
~ a òjjo, d’ottóne a qquattro bbeccucce. ccanizza cóntro quarcuno.
candelòra: ➝ cannelòra. canna, s.f., 1. esofago. 2. tromba, canna
cane: manco a le ~!, Dio ne liberi! | na ca- fumaria: su ppe la ~ del cammino. 3.
restia da ~, terribile | mdd. sentisse unità di lunghezza pari a mt. 2,10: la ~
cóme l ~ n chjèsa, a disagio || dim. ca- èra divis’a pparme | se pagava tanto a
gnolétto, canétto, canùccio | accr. ca- la ~, n tanto a ccanna (rif. al lavoro di
nóne | pegg. canàccio || prov.: ~ vangatura). 4. canna usata come paletto
ch’abbajja, num mózzeca | ~ che mma- di sostegno della vite. 5. (fig.) voce
gna, num mózzeca. stentorea: évete da sintì che ccanna!
cànepa: ➝ cànepe. cannadìnnia, cannalìndia, cannelìndia,
caneparòlo: ➝ canaparòlo. s.f., bambù, canna d’India (Calamus ro-
cànepe, cànepa, cànipe, s.f., canapa tang L.).
(Cannabis sativa L.) || pegg. canipàccia cannafiènna, s.f., persona smidollata,
|| prov.: la ~ a ppolverèlla e l lino a rammollita.
ppantanèlla (consiglio per la semina) | cannafòjja, s.f., fogliame delle canne
cattiva cànipe nun fa bbòn filo. usato per foraggio.
canepèllo, s.m., funicella. cannajjòla, s.f., 1. varietà di vitigno. 2.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
204

vino amabile da dessert ricavato dal vi- l’altro, che s’infilava nell’anulare e nel
tigno omonimo. mignolo della mano sinistra, per pro-
cannalìndia: ➝ cannadìndia. teggerli durante la mietitura con la falce.
cannara, s.f., attrezzo per la pesca flu- 3. zampillo d’acqua. 4. portapenne, asta
viale delle anguille, costituito da un gra- su cui s’infila il pennino. 5. segmento di
ticcio di canne. canna, che s’innesta nell’apertura di un
cannaròzzo, s.m., esofago. recipiente, per bere senza avvicinarlo
cannaùccia, cannavùccia, s.f., 1. fusto di alla bocca: ce sa bbéve a ~? 6. bobina
canna. 2. cannello della pipa || pl. can- rudimentale per incannare il filo e tra-
naùcce, canapule, parte legnosa della mare la tela. 7. corto pezzo di tubo da
pianta di canapa; rifiuti della canapa cui sgorga l’acqua: la bbròcca la met-
usati come combustibile: venìveno a téve sótt’al ~. 8. stelo del frumento.
ppijjà l ~, ll’addopràveno pel fòco, che cannellòtto, s.m., ghiacciolo, cannello di
mmica c’èra l gasse cóm’adèsso | ~ ghiaccio, che si produce negli stillicidi
ntrugulate mal zòrfo sfatto ggiù mar um delle fontane.
barràttolo sul fòco. cannelòra, candelòra, s.f., candelora,
cannavùccia: ➝ cannaùccia. festa della purificazione della Madonna
cànnedo: ➝ cànnido. (2 febbraio) || prov.: pi la ~, dell’invèrno
cannéla, s.f., 1. candela: vène a smorzà le sémo fòra; che ffàccia o cchi non fàc-
cannéle, gne se fa mmae ggiórno (di chi cia, c’è ll’invèrno fino a Ppasqua | pe
arriva con enorme ritardo). 2. (fig.) la candelòra, dall’invèrno sémo fòra;
moccio che cola dalle narici: c’hae la ~, ma se ppiòve o ttira vènto, dell’invèrno
ti cola il moccio | dim. cannelétta. sémo déntro | si nom piòve pi la cande-
cannelière: ➝ candeglière. lòra, dall’invèrno sémo fòra; ma si
cannelìndia: ➝ cannadìnnia. ppiòv’e ttira vènto, dall’invèrno sémo
cannèlla, s.f., 1. rubinetto: bbév’a ~, dréntro | al due la cannelòra, al tré sam
senza utilizzare un bicchiere. 2. corto Biàcio dil fiche, al quattro ll’òcchje di
tubo di legno tornito con rubinetto, che fòra (il 3/2 vigeva l’usanza di comprare
s’infila nella botte per attingere vino: le serte di fichi secchi vendute sulle
métta ~, a) infilare nella botte il tubo di bancarelle; il giorno successivo comin-
legno; b) iniziare la vendita al minuto cia il Carnevale e compaiono in giro le
del vino dei propri fondi | da la ~ scari- prime maschere).
catóra l vino veniva a ttutto rażżo | ògge cannelòtto, s.m., moccio che cola dalle
~ nòva! (si inaugura la rivendita) | narici: la su mà lo manna n giro co le
bbutta a ttutta ~, sgorga con impeto. 3. cannelòtte. n ze vergògna?
(fig., triv.) pène: attàcchet’a sta ~! cannìbbele, s.m., cannibale.
cannellétta, s.f., 1. rubinetto dell’acqua. cànnido, cànnedo, agg., candido: tira fòri
2. rivendita privata di vino. m panno ~ de bbucata.
cannellina, agg., di una varietà di pera. cannocchjale, s.m., canocchiale.
cannellino, agg., 1. di gusto gradevole cannolè, s.m., bordo a coste, di lavoro a
(rif. a vino). 2. di una varietà di fagiolo. maglia.
cannèllo, s.m., 1. meritallo della canna. 2. cannolìcchje, s.m. pl., tipo di pasta ali-
pezzetto di canna, tagliato tra un nodo e mentare corta per minestroni.
Vocabolario
205

cannóne, s.m., canna, particolarmente ro- cantasilèna, s.f., 1. cantafera, cantilena.


busta e lunga, che veniva messa sul fi- 2. (dispr.) discorso noioso. 3. (dispr.)
lare in senso orizzontale: de le vòrte ce verbosità monotona.
se mettéva n ~ du aggiuntate. cantata, s.f., azione di cantare || dim. can-
cannottièra, s.f., canottiera. tatèlla, cantatina.
canònichi, s.m. pl., canonici. cantelèna, s.f., cantafera, cantilena.
canònico, s.m., furbo. càntera: ➝ càntara.
cànopo, cànipo, s.m., canapo, grossa fune cantonata, s.f., porzione di vicolo: llà ppe
|| Forme: pl. cànepe. ste cantonate, in questi pressi.
cantà, v. tr., cantare: dòppo ch’ébbe can- cantóne, s.m., 1. angolo: sta sséda ma n ~
tato, m’ariposò, mi riposai | staséra n del focolaro | ll’hò ppiantata mal ~
c’hò ffantasia de ~ | la cantàvono tutte ll’anzalata | fa ccantóne quélla fàb-
de quélle tèmpe | si mm’ésseno pagato brica, è situata sull’angolo | quann’è
bbène, avrèbbe cantato pur’io du ggattivo, la maèstra lo métte mal ~, in
ggiórne | avréssemo cantato | chi è castigo (rif. ad uno scolaro) | ggiocà a
cch’ha dda ~ de nóe due? | aó, voléva li quattro ~. 2. porzione limitata di
ch’io cantasse tutta la Tósca | ~ dda po- campo: n ~ de faciòle e uno de patate. 3.
vèta, improvvisare poesie a braccio | ~ l pellicino, lembo: pe ccaricà, chjappe li
Piave, (gerg.) patire la fame | ~ la vio- du ~ del zacco || dim. cantoncèllo, can-
létta, ubriacarsi | (d.) se fa pprèsto a tuncèllo.
ccantà vvittòria || prov.: n ~ vvittòria cantòro, solo nell’espr. scòla ~ (dal lat.
prima del tèmpo! | canta gallo chi ddu- schola cantorum).
mattina è ggiórno | chi ccanta per cantutóre, s.m., (rec.) cantautore.
amóre e cchi ppe rràbbia || Forme: Ind. canzóna, s.f., 1. canzone: mdd. cantà la
pres. 4 cantamo; 6 cànteno, càntono | ~ del compare, la solita canzone. 2.
impf. 2 cantave; 4 cantàvemo; 5 cantà- (fig.) discorso noioso: attacca sèmpre la
vete; 6 cantàveno, cantàvono | perf. 1 stéssa ~ || dim. canzoncèlla, canzuncina
cantò; 2 cantaste; 4 cantàssemo; 5 can- || tir.: qui ncumìncia la canzuncina, chi
tàssete; 6 cantònno, cantòrno | fut. 1 sta n càmmera e cchi n cucina, chi sta
cantarò; 2 cantarae; 3 cantarà; 4 can- llètto a rriposà, chi jje scappa da cacà.
tarémo; 5 cantaréte; 6 cantaranno | canzonà, v. tr., canzonare, minchionare:
Cong. impf. 1 cantasse; 4 cantàssemo | me canzóne? t’hò dda créda?
Cond. pres. 1 cantarèbbe; 2 cantaréste; canzoncine: ➝ carzoncélle.
3 cantarèbbe; 4 cantarémmo, cantarés- capà, v. tr., 1. scegliere: ~ l nùmmere
semo; 5 cantaréste; 6 cantarébbero, (avuti in sogno per giocarli al lotto) | ~
cantarèbboro | Imper. 4 cantamo | Ger. le compagne quanno se ggiocava | ll’ha
cantanno. capato nel mazzo, (antifr.) l’hai scelto
càntara, càntera, s.f., latrina pubblica: proprio bene. 2. mondare verdure: ~ le
appèsta quanto na ~. faciòle | ~ la mélla | ~ ll’anzalata. 3.
cantarà, v. tr., impuzzolire: ha ccantarato mondare l’olio dalla feccia (prendere
tutta la casa. l’olio sfiorando la superficie del liquido
cantarano, s.m., 1. cassa per biancheria. con il ramaiolo): mal mastellóne ll’òjjo
2. (fig.) cassa toracica. se capava a mmano co la sfòjja | ll’òjjo
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
206

se capa co la fòjja de rame || Forme: gnolo! || pónte ~, (ant.) ponte Camillario


Ind. pres. 3 capa | impf. 3 capava; 6 ca- || pl. capélle, 1. capelli: c’ha l ~ fitte na
pàvono | perf. 6 capònno, capòrno | fut. massa | ~ bbiónne | ~ lisce | ~ ricce | ~
3 caparà | P. pass. capato. mòsse, ondulati. 2. barba della pannoc-
capace, agg., 1. abile: n’èra tanto ~, an- chia.
nétt’a ffinì a sbièco (rif. al bifolco che capérchjo: ➝ capécchjo.
arava) | fà ccapace, a) convincere: ll’ha capetà: ➝ capità.
ffatto pròpio ~; b) informare | fasse ~, capetale, s.f., capitale.
persuadersi. 2. probabile: è ccapace || capetóne, capitóne, s.m., 1. capitone. 2.
avv., forse, può darsi: si è ccosì, ~ pure (fig.) pène.
che lo fa. capézza, s.f., cavezza: pòrta l zomaro a
capacità, v. tr., 1. convincere. 2. garbare: ccapézza | l fijjo lo tèn’a ccapézza, a
mica me capàcita tanto cóme raggióna freno.
|| capacitasse, v. intr. pron., rendersi capezzà, v. tr., 1. raccogliere. 2. (fig.) tro-
conto, convincersi: n ze pò ccapacità vare a stento il significato: n ze capézza
ch’è ffinito. gnènte ne sti discórze che ffanno.
capagno, s.m., cavagno di vimini a un capezzagna, s.f., 1. capitagna, striscia di
manico: pòrtono l capagnolétto a ttra- terra che si trova alle due testate oppo-
còlla co na cinta ll’òmmini, le dònne se ste di un campo. 2. solco trasversale ri-
lo légono ma la vita (per cogliere le spetto al pendio: tirà le capezzagne,
olive) || dim. capagnolétto, capagnòlo | tracciare i solchi trasversali con l’aratro.
accr. capagnóne. capezzale, s.m., finimento dell’asino.
capagnolata, s.f., contenuto di un cava- capezzina, s.f., finimento della vacca.
gno. capezzino, s.m., gombina, laccio di cuoio
capata, s.f., 1. atto di scegliere || ~ (a), o corda che unisce i due bastoni del cor-
loc. avv., a scelta. 2. qualità: la prima ~ reggiato, usato per battere cereali o le-
è la mèjjo | famo du capate sólo. gumi secchi.
capatura, s.f., 1. sceglitura. 2. scarto. capezzòlo, s.m., funicella che i muratori
capécce, v. intr., caperci: nun ce se cape m usano per legare le travi dell’armatura.
piazza da le cristiane che cce sò | ce ca- capezzóne, s.m., cavezzone; testiera di
pémo tutte, se cce strignémo | mica ce cuoio e corda, con due redini senza
se caperà. morso, usato per la doma di cavalli in
capécchjo, capérchjo, s.m., 1. qualità di Maremma.
canapa più grossolana, di scarto. 2. lana capì, v. intr., capire: lu vò ~ sì o nnò?|
delle capre. 3. tessuto ruvido di canapa famme ~!, spiegamelo! | dà a ccapì,
poco costoso. dare ad intendere | capisce sùbbito, a
capefòco: ➝ capifòco. vvólo | hò ccapitóne!, ho capito fin
capeglièra, s.f., (scherz.) capigliatura troppo bène | lo capisce fra ccazzo!, non
folta e intricata. lo capisce nessuno | hae capéto? | ~
capellaro, s.m., acquirente girovago di ll’intìnfena, capire l’allusione; capire a
capelli femminili: ~, ói fé!, oh fem- volo un discorso, rendersi conto di una
mine!, donne! situazione | nun capisce n accidènte,
capéllo: va ccercà l ~?, non essere pi- manco quant’è llóngo, porétto, è di
Vocabolario
207

scarso intendimento, non capisce pro- capìtulo, s.m., ordinamento della confra-
prio nulla | mica tutte pònno ~ a sto ternita.
mónno | ha capito, ha ca? | va ccapì!, capo, s.m., 1. testa: (prov.) dal ~ vène la
chissà! || mdd. chi cce capisce è bbravo tigna. 2. tralcio: allargamo le cape pi
| (d.) bbeato chi n capisce gnènte! || ca- ddà àri’a la vita. 3. (all.) modo di chia-
pirae!, inter., (iron.) capirai! || capisse, mare un uomo di cui si ignora il n.: a ~!
v. intr. recipr., intendersi: se sémo ca- sèntete m pò! 4. estremità: da ~ a ppiède,
pite? | mica sèmpre se capìscheno, se- da cima a fondo. 5. cosa singola, unità:
cóndo cóme pàrleno | fam’a ccapisse!, ~ di ròbba, capo di vestiario. 6. bandolo:
intendiamoci bene! | si capimo pi li car- n ze tròva l ~ de la matassa.
cagne, c’intendiamo facilmente | tanto capobbanna, s.m., caporione.
pe ccapisse || capìmese!, inter., inten- capobbracca, s.m., capo dei battitori di
diamoci bene! || prov.: chi ccapisce caccia.
tanto, n capisce gnènte | n c’è ppèggio capobbrigata, s.m., caporione.
còsa che pparlà con chi n capisce || capoccèlla, s.f., capolino: fà ccapoccèlla,
Forme: Ind. pres. 1 capìscio; 4 capimo; rif. al comparire del primo germoglio.
6 capìscheno, capìsciono | impf. 4 ca- capòcchja: fà le còse a ccapòcchja, senza
pìvemo; 6 capìveno | perf. 6 capinno, riflettere.
capiscéttero | fut. 2 capisciarae; 3 capi- capòccia, s.m., 1. capo d’una famiglia di
sciarà; 5 capisciaréte | P. pass. capéto, contadini. 2. sorvegliante degli operai:
capito. l ~ che jje toccava p’annà a mmógna e
capicòllo, s.m., capocollo, salume fatto ssonava l zécchjo || s.f., 1. testa umana:
con la carne del collo del maiale. te métto la ~ fra ll’orécchja! (minaccia
capifòco, capefòco, capofòco, s.m., alare scherzosa ad un bambino) | ~ mónna,
|| Forme: pl. capefòche. (dispr.) persona calva | co na sassata te
capijjatura, s.f., capigliatura. spacco la ~ | te róppo la ~ | jje dòle la ~
capiscènza, s.f., 1. (scherz.) comprendo- | me ggira la ~, ho un capogiro | è
nio. 2. istruzione. ssènza ~, è inavveduto | crescènno, met-
capiscióne, s.m., saccente. tarà la ~ a ppòsto pur’ésso, metterà giu-
capistórno: ➝ capostórno. dizio | n ce sta ppiù co la ~ l zu nònno,
capità, capetà, v. intr., 1. capitare: m’hae è demente | è na ~ calla | è na bbòna ~,
da ~ a vvólo, tra le mano! | me capetò intelligente | c’ha la ~ vòta | è na ~ tòsta,
uno che n’èra tanto capace. 2. acca- capisce eccóme | è na ~ quadra | c’ha
dere: cèrte vòrte capita de sbajjà | tutt’a na bbòna ~, buona memoria | m’ha fatto
ésso càpitono! || Forme: Ind. pres. 2 cà- la ~ cóme n żiro, mi hai frastornato | s’è
pete; 6 càpitono | impf. 6 capitàveno | mmontato la ~ | fa le còse sènza ~, av-
perf. 1 capitae; 3 capetò; 6 capetòrno | ventatamente | lavorà a ccapòccia
P. part. capetato | Ger. capitanno. bbassa, con energia | sbatte la ~ llà ppil
capitéllo, s.m., capezzolo di vacca. muro, cercare invano una soluzione, di-
capitómmolo, s.m., capitombolo. sperarsi | nun za dó bbatte la ~, co ttutto
capitóne: ➝ capetóne. l lavóro che cc’ha, non sa come fare |
capitozzà, v. tr., potare un albero a capi- chi lo sa che tte sarae mésso ma la ~ ||
tozza. prov.: chi nun ha bbòna ~, c’àbbia
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
208

bbòne zzampe | ~ chi num parla, se ciante esoso, che vende a prezzi esorbi-
chjama cucuzza. 2. testa di animale. 3. tanti.
(fig.) parte superiore della trottolina, capolèva, nell’espr.: fà ccapolèva, solle-
alla quale si attacca la funicella. 4. (fig.) vare con una leva.
borchia || dim. capoccétta | pegg. ca- capomagnà, s.m., cibo prelibato, prefe-
pocciàccia. rito.
capocciata, s.f., colpo dato con la testa: capomazze, s.m. pl., budellini di agnello
ha ddato na ~ al bujjo | fann’a ccapoc- da latte.
ciate, scornano (di montoni). capomilla, s.f., 1. camomilla (Matricaria
capoccióne, s.m., 1. personaggio impor- chamomilla L.). 2. infuso ricavato dai
tante. 2. persona stupida || agg., ostinato. fiori di camomilla.
capocéciara, s.f., cincia (Parus coeruleus capóne, s.m., girino.
L.). caponéra, s.f., capinera (Sylvia atrica-
capocóa, s.m., ultimo operaio della squa- pilla L.).
dra dei mietitori. caporala, s.f., sorvegliante delle brac-
capocòco, s.m., capocuoco. cianti.
capocollòcchi, s.m., orco. caporale, s.m., capo di un gruppo di brac-
capodajjo, s.m., capo d’aglio. cianti.
capodefitto (a), capodifitto (a), loc. avv., caporoscétto, s.m., (vezz.) individuo dai
a) a capofitto; b) a testa in giù: è cca- capelli rossi.
scato ggiù ~; c) in rovina: de sto passo capostórno, capistórno, s.m., 1. coene-
nnam’a ffinì ~. vrosi cerebrale degli ovini, causata da
capodicasa (l), sopr. tenia, che produce un difetto motorio. 2.
capodifitto (a): ➝ capodefitto (a). capogiro, stordimento: fèrmete, che
capodòpra, s.m., allegrone. mme fa venì l ~ (a bambino vivace).
capofacchine: ➝ capofacchino. capotènnico, s.m., (rec.) capotecnico.
capofacchino, capofacchine, s.m., chi di- capotèsta, s.m., 1. parallelepipedo di pe-
rige i facchini nel trasporto della mac- perino, messo a caposaldo del filare. 2.
china di santa Rosa. traversina di legno usata della ferrovia,
capofamijja, s.m., capofamiglia. posta a caposaldo del filare.
capofarce, capofarcétta, capofàrcia, s.m., capotiro, s.m., traversina di legno usata
agricoltore che guidava la squadra dei della ferrovia, posta a caposaldo del fi-
mietitori. lare.
capofarcétta: ➝ capofarce. capovènara, s.f., beccafico (Sylvia borin
capofàrcia: ➝ capofarce. Boddaert).
capofficina, s.m., capoofficina. capovènere, s.m., capelvenere (Adiantum
capoficco (a), loc. avv., ad arco (rif. alla capillus veneris L.).
piegatura dei tralci): lo piègo a ssécco capovortasse, v. intr. pron., capovolgersi:
ggiù ~. li bbigónze si capovortónno.
capofòco: ➝ capifòco. cappanna, s.f., capanna || dim. cappan-
capogatto (a), loc. avv., ad arco (rif. alla nèlla: la ~ pe ddormicce al pecoraro co
piegatura dei tralci). la stóppia, se portava apprèsso, leg-
capolatro, s.m., 1. ladrone. 2. commer- gèra, sul basto || ~ (a), loc. avv., a pira-
Vocabolario
209

mide (tipo di intelaiatura di canne del fi- di qualcuno e malmenarlo.


lare) | cappannèlla (a), capannèlle (a), cappottà, v. intr., (rec.) capottare, capo-
loc. avv., a guisa di tenda conica (detto volgersi (di veicolo).
dei fasci di canapa posti ad asciugare al cappòtto, s.m., pesante soprabito con ba-
sole). vero di pelo, usato dai mercanti di be-
cappannèllo, s.m., capannello di persone. stiame.
cappanno, s.m., 1. capanno del caccia- cappuccine, s.m. pl., 1. convento dei frati
tore. 2. insieme di mannelle di canapa cappuccini in Viterbo. 2. quartiere di Vi-
poste ad asciugare || ~ (a), loc. avv., a terbo. 3. ab. del quartiere dei Cappuc-
guisa di tenda conica || dim. cappan- cini: c’èreno tutte le ~ ma la fèsta.
nèllo. cappùccio, s.m., anello conico di carta o
cappannóne, s.m., capannone. cartone, col quale si tiene ferma sulla
cappèlla, s.f., 1. prepuzio. 2. risenti- rocca la materia da filare || ~ (a), loc.
mento: pijjà la ~, impermalirsi, offen- avv., a foggia di cappuccio: sacchétt’~.
dersi. 3. fregatura. capraréccia, craparéccia, s.f., 1. sentiero
cappellàccio, s.m., 1. pezzo di vecchio per capre. 2. stazzo per le capre.
cappello messo a mo’ di soletta nella capraro: ➝ crapraro.
scarpa. 2. (fig.) strato acido in superficie caprétto, s.m., telaio usato per tener
della vinaccia: chi non vò ffà l ~, jje da fermo per le zampe un equino da fer-
ggiù co m bastóne a fforcina. 3. prata- rare.
iolo (Agaricus arvensis Schaeff. Fr., A. caprifòjjo, s.m., caprifoglio (Lonicera
campestris L. – Fr., A. macrosporus caprifolium L.).
Moell. et Schaeff.-Pilàt). caprino, s.m., sterco di capra.
cappellara, s.f., modista. capulavóro, s.m., capolavoro.
cappellaro, s.m., cappellaio. capustìpete, s.m., capostipite.
cappellata, s.f., (fig.) piccola estensione: càputte munne, s.m., (lett.) espr. lat.,
c’ha ggiusto na ~ de tèrra. caput mundi.
cappèllo: ~ a ccùppola | ~ de pajja | dim. carabbignère, carbegnère, carbignère,
cappellétto | accr. cappellóne: ~ a s.m., carabiniere || ~ col fìschjo mal culo
schjaffo, ~ a ccarùcola. (figura di terracotta con fischietto) || ma
càppia, s.f., 1. legatura. 2. cappio. Vvitèrbo ce sò l carbignère cul bbaffe, l
cappiatójja, s.f., parte del basto nella faciòle cul zasse (blas. pop. che eviden-
quale s’infila la fune. zia l’apertura della voc. finale in -e) | a
càppio, s.m., penzolo di uva: va ccòjje ccarbignèr’e sgrassatóre, loc. avv., a
quattro bbèlle càppie d’ua, p’appic- guardie e ladri (gioco infant.) || dim.
calle. carbignerétto.
cappiòla1: ➝ coppiòla. caracca, s.f., percossa.
cappiòla2, s.f., grappa di ferro, utilizzata carachè (a), garaghè (a), loc. avv., a testa
dallo sprangaio, per riparare oggetti di o croce: fà a ccarachè, giocare a testa o
terracotta. croce, lanciando in aria due monete ac-
cappò, s.m., cappone (in rima). coppiate.
cappòtta, s.f., mantello lungo, da campa- caramellano, s.m., calomelano, cloruro
gna || fà la ~, gettare un panno sulla testa mercuroso.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
210

caratèllo, s.m., vaso vinario oblungo pi nun fallo dà ddi vòrta. 2. randello per
della capacità di 100 litri. attorcigliare la fune, che tiene salda la
caraùjja, s.f., borborigmo. soma sul basto.
caraujjà, v. intr., borbogliare: me ca- carcatóre, s.m., 1. operaio che traspor-
raùjja la panza. tava i barili d’olio dal frantoio al domi-
caravana, s.f., 1. carovana. 2. (fig.) fati- cilio del cliente: l ~ caricava li
cata. bbarlòzze. jj’aspettava na lantèrna
caravina, garavina, s.f., gravina, attrezzo d’òjjo gni ggiornata de lavóro. 2. ope-
da scavo a due tagli, a zappa e a punta. raio che trasportava i fasci di canapa,
carbegnère: ➝ carabbignère. quattro per soma, a dorso d’asino.
carbignère: ➝ carabbignère. carcatùccia: ➝ caricatùccia.
carbonara, s.f., 1. carbonaia, catasta di carce, càrcia, s.f., calce, malta: ~ spénta,
legna da trasformare in carbone. 2. calcina | ~ bbianca, pura | ~ viva | ~
(arc.) vallo difensivo: la chjèsa de la ~. néra, mista a pozzolana | dà na mano de
3. venditrice al minuto di carbone. 4. ~ a la cucina, imbiancare le pareti della
pietanza di pasta || agg., (scherz.) detto cucina | quattro piètre mésse sù sènza ~.
della terza classe elementare. carcià, v. intr., scalciare.
carbonaro, s.m., carbonaio: sè spòrco càrcia: ➝ càrce.
cóme n ~ . carciaròlo, s.m., calcinaio, operaio che
carbonchjasse, v. intr. pron., annerire a prepara la calcina.
causa del carbonchio (detto di olivi) || carcina, s.f., calcina, calce spenta.
Forme: P. pass. carbonchjato, carbun- carcinàccio, s.m., calcinaccio.
chjato. carcinaro, s.m., vasca in cui viene spenta
carbonèlla: żżèro ~, inter., niente affatto! la calce viva.
carburà, v. intr., 1. carburare. 2. (fig.) star càrcio1, s.m., 1. calcio sferrato da un qua-
bene in salute: ògge carbura pòco, non drupede con le zampe posteriori. 2. pe-
è molto in forma | sto discórzo mica li data.
carbura, non gli va a genio. càrcio2, s.m., calcio, parte inferiore della
carcamanina: ➝ calcamanina. cassa del fucile.
carcà1, v. tr., premere: ~ la mano, esage- carciocinàmide, s.f., calciocianamide,
rare. fertilizzante chimico.
carcà2: ➝ caricà. carcioféto: ➝ scarcioféto.
carcagno, cargagno, s.m., calcagno: sto carciòfolo: ➝ scarciòfelo.
càcio puzza de ~ de frate. carco, càreco, s.m., 1. peso. 2. carico: li
carcalamula: ➝ calcalamula. spése a ~ suo. 3. asso o tre fuori briscola
carcarèlle (le), microtop. (nel gioco omonimo) || agg., 1. aggra-
carcàrio, agg., calcareo: na tèrra carcà- vato da un peso: vanno via carche de
ria. frutte | passàvono li carre càreche di
carcatóra, s.f., 1. puntello provvisorio, fièno. 2. di albero ricco di frutti. 3. di
asta messa a sostegno del basto, quando vino intorbidito a causa di movimento.
si carica in due: la ~ è na spèce de fur- carcolata, s.f., misura approssimativa.
cina de légno p’appuntellà la sòma da càrcolo1, càlcolo, s.m., assegnamento:
na parte, ntraménte che sse carecava, non ce se pò ffà ccàlcolo co ésso, non si
Vocabolario
211

può far affidamento su di lui. destinata alla marcia dei veicoli: è an-
càrcolo2, s.m., calcolo al rene. nato fòri ~. 3. (fig.) via retta, giusto per-
cardà, v. tr., scardassare. corso: s’è rrimésso n ~ a la scòla.
cardàccio, s.m., varietà di cardo selva- carejjà: ➝ careggià.
tico, utilizzato per governare maiali. carestóso, agg., 1. costoso. 2. esoso (di
cardalana, s.m., scardassatore. negoziante).
cardarèllo, s.m., 1. screpolatura della caretà, s.f., 1. carità: fà n’òpra di ~. 2.
pelle: l zasso magna la pèlle, venìvono elemosina: annà ppe la ~, andare ele-
li cardarèlle nde le dita. 2. varietà di mosinando. 3. cortesia: facéteme la ~ de
fungo edule, grumato (Pleurotus eryn- dìjjolo vue!
gii Gillet e P. ostreatus Kummer). carézze: (infant.) fajje le ~ al pupo!, ac-
cardaùccio, s.m., 1. cardellino (Carduelis carezzalo! | ~ canine, graffi || ~!, inter.
carduelis L.). 2. (fig.) individuo min- per incoraggiare un bambino ad acca-
gherlino. rezzarne un altro.
cardèllo, s.m., tappo del catenaccio; pic- carfagna: ➝ scarfagna.
colo ferro piatto, dentro il quale passa cargagno: ➝ carcagno.
la spranga della serratura, che serve a caricà, carcà2, carecà, v. tr., 1. caricare:
fermare il catenaccio. ~ l carrétto | càrcono l bigónze piène sul
cardenale, cardinale, s.m., 1. cardinale. carrétto || prov.: carca pòco e vva ccan-
2. (fig.) bidente consumato e leggero, tanno | n uno se carca, due casca, e ttré
per giovani operai principianti: ste ra- va pper tèrra. 2. dare la carica: ~ ll’ur-
gazzòtte c’éveno l ~, èra n ferrétto m pò lòggio. 3. (fig., euf.) picchiare: te pòssa
più lleggèro. l fijjo ce bbattéva l fónno caricatte! || v. intr., tirare l’asso o il tre
avante al patre. fuori briscola (nel gioco omonimo) ||
cardinale: ➝ cardenale. Forme: Ind. pres. 2 càreche; 4 carcamo;
cardino, cardùccio, s.m., 1. germoglio 6 càrcono | perf. 3 carcò; 6 caricòrno |
del carciofo. 2. pollone edule della fut. 4 carcarémo | P. pass. carco, càreco
pianta di cardo selvatico. | Ger. carcanno.
cardo1, s.m., scardasso: s’addòpra l ~ caricatóre, s.m., (raro) operaio che tra-
fatto de fèrre, de chjòde piegate. sportava a dorso d’asino i fasci di ca-
cardo2: ➝ callo. napa.
cardùccio: ➝ cardino. caricatùccia, carcatùccia, s.f., (infant.)
carecà: ➝ caricà. cartuccia per arma giocattolo.
càreco: ➝ carco. caridde, sopr.
careggià, carejjà, carijjà (raro), v. tr., 1. carièra, s.f., 1. carriera: lassaste la tu ~. 2.
carreggiare: se careggiava l grano tut- veloce andatura, corsa: l zomaro attac-
t’assième l giórn’apprèsso. a la mat- cava la ~ | co na ~ rïarrìveno quéllo
tina, pe n fallo svagà, ch’èra m pò avante, raggiungono | n cavallo a la ~,
rinvenuto. 2. trasportare: l cavallare ca- in piena corsa | scappò vvia di ~ cóme
rejjàveno la ròbba a bbasto. la pòrvere, ch’ancóra curre | n ~, di
careggiàbbele, s.f., strada carreggiabile. corsa || dim. carierétta.
careggiata, s.f., 1. solco impresso sul ter- carijjà (raro): ➝ careggià.
reno dalle ruote. 2. parte della strada carino: (antifr.) te fò ccarino, si tte
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
212

chjappo!, ti sistemo, ti picchio | sinnò sà a due manici.


ll’èremo carine a nnamorasse tutt’e carnificina, s.f., carneficina.
ddue di sta fijja!, quanto saremmo stati carnivale, carnovale (arc.), carnüale
ridicoli | e ssémo carine!, (iron.) siamo (arc.), s.m., 1. carnevale. 2. (fig.,
proprio ben sistemati! || vezz. carinèllo, scherz.) anno di età: ce nn’ha parécchje
grazioso. de carnivale l compare. 3. (fig.) avve-
cariòla, s.f., carriola a mano con una nimento lieto.
ruota e due stanghe. carnovale (arc.): ➝ carnivale.
cariolata, s.f., contenuto di una carriola. carnüale (arc.): ➝ carnivale.
cariòle (li), odon., Via delle caiole. carosatura: ➝ carósa.
cariòlo, s.m., baroccio a quattro ruote, le caro: (infant.) fajje ~ al pupo!, accarezza
anteriori più piccole con sterzo, per tra- il bambino!
sportare merci. carògna, s.f., 1. carógna di animale. 2. be-
caristìa, s.f., carestia: ~ e ggràzzia che tte stia malandata. 3. (fig.) persona vile,
ll’hanno fatto a ttì!, fortunatamente || perfida. 4. (fig.) terza persona che aiuta
prov.: tèmpo de ~, pan de véccia. a sollevare un carico sul basto || accr. ca-
caritàtevele, agg., caritatevole. rognóne: è n ~ che n te dico, un pigrone.
carlùccio, agg., 1. scadente: n vistito prò- carognétta, s.f., luogo suburbano dove si
prio ~. 2. stantio, avariato: sto pésce è sotterravano le carogne di animali.
ccarlùccio, puzzìcchja, nu lo sènte? 3. carósa, carosatura, s.f., tosatura delle pe-
deperito, di persona. 4. inaffidabile: sa core.
dde ~ quelue. carosà, v. tr., 1. tosare: dòppo carosato sò
carma, s.f., calma: ~ e ssàngue fréddo! | bbòne pe la mónta, vann’a la razza (rif.
(rec.) ~ e ggèsso!, calma! alle pecore). 2. (scherz.) tagliare i ca-
carmà, v. tr., calmare || carmasse, v. intr. pelli.
pron., calmarsi: lassa stà, che sse car- carosata, s.f., (scherz.) taglio dei capelli.
marà prim’o ppòe | si carmònno tutt’e carosièllo: ➝ carusièllo.
ddue. carosino, s.m., tosatore professionista di
carmata, s.f., il calmarsi: dáteve na ~ pecore: magna quanto n ~.
pure vue! càrpene, s.m., carpine bianco (Carpinus
carmière, s.m., calmiere; prezzo mas- betulus L.).
simo, fissato d’autorità, per la vendita carrà, v. tr., trasportare con il carro i co-
di determinate merci. voni sull’aia, per trebbiare.
carmo, agg., calmo. carràccio, s.m., 1. fosso stagionale poco
carne: èsse n ~, ben nutrito || prov.: ~ chi profondo. 2. solco provocato dalla piog-
nun dòle, dalla a cchi la vòle | ~ cruda gia violenta in terreno scosceso.
e ppésce còtto. carràggio, s.m., carriaggio, bagaglio.
carnevalétto, s.m., carnevalino, funzione carraréccia, s.f., 1. strada carraia:
liturgica dei primi giorni di Quaresima. (scherz.) ha mmésso a ccarraréccia,
carnìccia, s.f., tessuto mammario fibroso detto di chi canta felice (come un car-
della vacca. rettiere su strada agevole). 2. traccia la-
carnìccio, s.m., resti di carne che il con- sciata sul terreno dalle ruote dei carri.
ciatore raschia dalle pelli con un coltello carrata, s.f., 1. contenuto di un carro: se
Vocabolario
213

cercava de fà n cordéllo, che cco na ~ se da parati | ~ carcante, carta calcante o


potésse caricà ttutto. arméno se cam- da ricalco | ~ ncatramata, guaina im-
menava de méno. 2. trasporto effettuato permeabile | ~ pajja, carta gialla, fatta
con il carro. di paglia macerata, usata per involgere
carratura, s.f., carreggio, operazione di certi prodotti alimentari | ~ smerijjo,
carreggiare i covoni dal campo sull’aia: carta a smeriglio | ~ stagnòla, stagnola |
co la ~ l grano se pòrta sull’ara. ~ sugante, carta assorbente. 2. docu-
carrettièra (a la), loc. avv., ad usanza dei mento legale: (arc.) ~ d’indennità, carta
carrettieri: caffè ~, con abbondante d’identità | ~ cratastale, documento ca-
grappa. tastale || prov.: ~ canta, vìllan dòrme. 3.
carrettino: carrettin’a mmano. banconota: se vedìvono pòche de carte
carrétto, s.m., barroccio agricolo con co li pucciòtte. 4. carta da gioco: fà le
stanghe e due ruote grandi, rinforzato, carte, mescolare e distribuire le carte ||
con cassa a sponde alte, trainato da due carte, s.f. pl., 1. complesso dei docu-
cavalli o muli. menti occorrenti per contrarre matrimo-
carrettóne, s.m., (dispr.) carro funebre nio; certificato di matrimonio: annà ffà
per il trasporto di defunti poveri. le ~ pe sposà, a ccavà le féde, richiedere
carriolà, v. tr., trasportare con carretta o i documenti in Comune. 2. manifesti:
carro. attaccà le ~, a) affiggere i manifesti: è
carro, s.m., 1. carro agricolo con due mmòrto stamane, ce sò le ~ attaccate;
ruote molto grandi, trainato da buoi || ~ b) (fig.) propalare notizie riservate.
a ccrocétta, carro da buoi, per traspor- cartapista, s.f., cartapesta.
tare grossi tronchi o blocchi di pietra. 2. cartaro, s.m., cartaio.
(fig.) costellazione dell’Orsa maggiore. cartasciuga, cartasuga, s.m., carta assor-
carròzza, s.f., vettura a un cavallo: mdd. bente.
vò annà m paradiso n ~, pretende di cartasuga: ➝ cartasciuga.
avere la vita facile | (iron.) che tte ce cartata: pijja na ~ de porchétta e la va
vòle la ~? sbrìghete! || ~ sènza cavalle, mmagnà all’osteria | bbutta le cartate
(arc.) automobile. de pésce da la finèstra, cartate di lische
carrozzétta, s.f., carrioletta a quattro di pesce || dim. cartatèlla.
ruote per bambini. cartina, s.f., confezione contenente un
carrozzétte, s.f. pl., 1. pista delle auto- prodotto chimico: sto vino è ffatto co le
mobiline al Luna park. 2. n. sostituivo cartine.
del numero 22 nell’estrazione della cartòccia, s.f., 1. palo di ferro dalla lama
tombola. concava, usato per scavare buche nel
carrucolà, carucolà, v. tr., 1. (arc.) tra- terreno. 2. votazza; strumento di legno o
sportare i covoni a soma o col carro dal di lamiera, cilindrico e smussato nella
campo all’aia: ~ col carro a la trìbbia | parte anteriore, con cui i bottegai prele-
se carùcola, se pòrta sull’ara. 2. car- vavano dal contenitore prodotti sfusi
reggiare legumi. (oggi soltanto farina). 3. grande vo-
carta sugante: ➝ cartasciuga. tazza, usata dai carbonai per prendere
carta, s.f., 1. carta: ~ da pacche | cart’ol- carbonella.
liata, carta oleata | ~ de Frància, carta cartòccio, s.m., 1. foglia secca del mais.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
214

2. fodero di cuoio, appeso con bretelle confeziona calze.


alle spalle, in cui il confratello infila la carzo, s.m., calzatoia, zeppa di legno che
pesante croce di legno per trasportarla s’infila sotto la botte per tenerla in equi-
in processione: c’éva l ~ co le bbretèlle librio: ce se mettéva l zasso chi ffacéva
sul pètto, la cróce nfilata déntro. da ~.
cartolare, s.m. inv., (ant.) quaderno sco- carzolaro, s.m., 1. calzolaio || dim. car-
lastico: l ~ costàvono cinque a ssòrdo. zolarétto: (tir. dil.) ~ che ffà le scarpétte,
cartolina, cartulina, s.f., 1. cartolina pre- mó le fa llarghe e mmó le fa strétte | ~,
cetto. 2. (fig., scherz.) malore, segnale ógni ggiórno ni cuce m paro, quanno
premonitore di morte prossima: quanno vène l ggiuvidì, tìrete llà che vvòjjo cucì.
arriva la ~, tòcca ppartì, e mmanco se 2. ciabattino. 3. (fig.) individuo inca-
pò ddì dde nò. pace.
cartulina: ➝ cartolina. carzoncélle, carzoncine, s.m. pl., panta-
cartuncine, s.m. pl., cartoncini. loncini: c’ha l ~ curte ancóra, è giovane
carubba, s.f., carruba. inesperto.
carùccio, agg., piuttosto costoso: è bbèllo carzóne, s.m. pl., calzoni: ~ a la żżuava |
~ sto vistito. ~ a ppórpa, pantaloni alla cavallerizza |
carùcola, s.f., 1. telaio di legno sostenente quelue se fa mmétta l ~ da la mójje, si fa
un telone nelle cui borse, ai lati del comandare dalla moglie | pòrta l ~ éssa,
basto, erano posti 25 covoni da traspor- di moglie autoritaria | fàssela ne le ~, es-
tare: c’èra l diritto di passàggio co la ~. sere pauroso || pegg. carzonacce.
2. (raro) carrucola || ~ (a), loc. avv., fog- casa, s.f., 1. casa: magnamo quéllo che
gia di cappello: cappèllo ~ || pl. carù- ppassa la ~, ciò che permette l’econo-
cole, (fig., scherz.) occhiali da vista. mia familiare | l pane de ~, di confe-
carucolà: ➝ carrucolà. zione casalinga | èsse tutto ~ e cchjèsa,
carusièllo, carosièllo, s.m., carosello. essere persona pia, morigerata: la com-
carza, s.f., 1. calza (spec. da donna) || fà la mare è ttutta ~ e cchjèsa, è una donna
~, lavorare a maglia. 2. calza che i bam- tutta dedita alla famiglia e alle pratiche
bini appendono alla cappa del camino religiose | è na perzóna de ~, n ce se fa
la notte dell’Epifania, per trovarvi al ccaso, è un amico di famiglia, in pre-
mattino i regali: ~ de la bbefana || dim. senza del quale si può parlare libera-
carzétta. mente | adèra di ~ cun tutte, era in
carzà, v. tr., 1. indossare abiti. 2. calzare amichevoli rapporti | nu lo sò dó sta dde
scarpe || v. intr., essere della misura giu- ~, dove abita | sta ssèmpre llà ppe ccasa
sta: sto vistito carza bbène. || casettàccia, (dispr.) catapecchia ||
carzamajja, s.f., (rec.) calzamaglia. prov.: bbeata quélla ~ ndó régna na chì-
carzante, s.m., calzatoio, calzascarpe. rica rasata | bbeata la ~ co la chìrica
carzétta, s.f., 1. calza (spec. da donna). 2. pelata | bbïata quélla ~ ndu c’è la piètra
calzino da uomo: pòrta le carzétte a bbucata e la chìrica rasata | ~ sua, ri-
bbracarèlla | se fa ttirà la ~, si fa pre- pòso suo | la ~ ha ppòca pace, se la gal-
gare | li càlono le carzétte | tirà la ~ a lina canta e l gallo tace | ~ che ha bbòn
uno, annoiare. vicino, vale cènto scudi e un quatrino |
carzettara, calzettara, s.f., donna che pan’e ccipólla a ccasa sua | chi ccasa
Vocabolario
215

nun c’ha, ògge qquà domane llà | ~ tua, di aver sbagliato) || prov.: l zumaro dov’è
pace tua | ~ tua ripòso tuo, magni e ccascato na vòrta, n ci casca ppiù ||
bbévi a mmòdo tuo | ~ tua ripòso Forme: Ind. pres. 2 casche, caschi; 4 ca-
tuo, cachi e ppisci a mmòdo tuo | chi la scamo; 6 càscheno, càscono | impf. 6
~ d’altri nutrica, la sua divènta pòvera cascàveno | perf. 6 cascònno | fut. 2 ca-
e nnimica | gnuno fa qquéllo che li pare scarae | P. pass. cascato.
a ccasa sua | a ccasa nòva, chi nom cascamòrto, s.m., 1. tonchio, insetto no-
pòrta manco tròva. 2. (fig.) guscio di civo ai legumi, come fave (Bruchus ru-
chiocciola. 3. (fig.) guscio della tarta- fimanus Boh.), fagioli (Acanthoscelidus
ruga. obsoletus Say), piselli (Bruchus piso-
casalante, s.m., coltivatore diretto che rum L.). 2. (fig.) persona indolente.
abita in casa rustica isolata. cascatóro, s.m., crivello di grandi dimen-
casale, s.m., casa rustica isolata. sioni, dal fondo metallico forato, mon-
casalétto, s.m., piccola costruzione cam- tato su treppiedi di legno, usato per
pestre, usata come ricovero durante la vagliare granaglie e legumi: l ~ è ppiù
giornata o per conservarvi gli attrezzi. rrado del corvèllo.
casamìcciola, s.f., 1. (fig.) grande disor- caschemaddòsso, s.m., individuo mala-
dine, caos: me pare ~ llì ddéntro. 2. ticcio.
(fig.) luogo disordinato. cascherino, s.m., garzone di fornaio che
casaréccio, agg., di produzione propria, consegna il pane a domicilio.
casalinga || casaréccia (a la), loc. avv., cascina, s.f., cascino, cerchio di legno di
alla maniera casalinga. faggio, dove si preme il latte rappreso
casato, s.m., 1. cognome. 2. sopr. di fa- per dare la forma al formaggio.
miglia: faciva di ~Tortorate. casco, s.m., cascola precoce, frutta caduta
cascà, v. intr., cadere: ~ a ppèzze, in pezzi prematuramente: pijjà l ~, ottenere il di-
| c’è ccascato cóme n zalame, è caduto ritto di raccolta della cascola.
nel tranello | casca e ppènne (di oggetto caséngo, s.m., uomo di fiducia del pro-
in equilibrio instabile) | te pòssa ~ dda n prietario, tuttofare in un’azienda || agg.,
cécio! (imprec. scherz.) | ~ dda le nùvole che preferisce vivere schivo in casa.
| mdd. ~ dda la padèlla ne la bbrace, in- casèrta (a), loc. avv., (scherz., rec.) a
cappare in una situazione peggiore della casa: io vò ~, rigà!
precedente | ~ ddal zònno | ~ sótto la casifìcio, s.m., (rec.) caseificio.
cappèlla de uno, trovarsi a dover dipen- casinaro, s.m., 1. pasticcione. 2. persona
dere da una persona autoritaria o prepo- rumorosa.
tente | casca e nun casca, sta in bilico | è casino, s.m., 1. (fig.) problema, difficoltà:
ccascato bbène, è stato fortunato | cóme èra n gran ~ a ffàccela. 2. (fig.) grande
casche, casche male, ogni scelta è scon- quantità: n ~ d’ordégne bbuttate llà. 3.
veniente | mdd. è ccascato cóme l càcio (fig.) confusione. 4. (fig.) frastuono.
su le maccaróne, è venuto a proposito | caso: fà ccaso, provocare sensazione, sor-
sto vistito casca bbène || (d.) mè ~ ddal prendere | facce ~, far attenzione, osser-
pedecóne che dda la cima, meglio ca- vare | ~ (pi), per caso | ~ penzato (a),
dere dal fusto che dalla cima di un al- loc. avv., con premeditazione.
bero (detto di chi si è avveduto in tempo casomae, cong., caso mai, eventualmente,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
216

semmai: ~ c’éte tèmpo, annàtece valtre! castrà: ➝ crastà.


càspio, inter., (euf.) cazzo! càstrica: ➝ cràsteca.
cassa, s.f., 1. bara || ~ da mòrto (a), loc. castróne, s.m., cavallo castrato.
avv., a) in forma di bara (rif. ad una catacómma, s.f., catacomba.
fossa); b) di forma irregolare: la lètta catafano, s.m., 1. ammaccatura. 2. buco
venéva ~ (se il bifolco non arava di- provocato lanciando la propria trottolina
ritto). 2. cassa del letto del carro agri- su quella dell’avversario.
colo: mettétev’a sséda dentr’a la ~! 3. catafarco: ➝ catrafarco.
cassapanca, lunga circa mt. 2, in cui si catafìschjo, 1. ammaccatura. 2. buco pro-
conserva la biancheria || bbatte de ~, vocato lanciando la propria trottolina su
brontolare, protestare: ce bbatte ppure quella dell’avversario.
de ~, dòppo avé ffregato tutto lue. 4. cal- catalètto, s.m., bara di legno dorato su cui
cio del fucile. si trasporta in processione la statua del
cassabbanca, s.f., cassapanca, lunga circa Cristo morto || gròtta del ~ (microtop.).
mt. 2, in cui si conserva la biancheria. catana, s.f., 1. tascapane di cuoio con tra-
cassabbanco, s.m., (dispr.) mobile sgan- colla. 2. (scherz.) borsa. 3. cartella di
gherato. stoffa o di cartone dello scolaro. 4. car-
cassamortaro, s.m., (dispr.) impresario di niere.
pompe funebri. catanata, s.f., contenuto di un tascapane.
cassèlla, s.f., fossetta in cui viene piantato catapèzzo, in: pèzzo di ~! (insulto).
il maiolo. cataprasma, s.m., 1. cataplasma. 2. (fig.)
cassettóne, s.m., cassetta per raccogliere individuo malaticcio.
in chiesa le offerte dei fedeli: ~ del- cataratta, s.f., abbattifieno, botola del fie-
l’elemòsine. nile, da cui si fa cadere il fieno nella
cassóne, s.m., 1. contenitore di legno: n stalla.
cucina c’èra l ~ de la farina. 2. rimor- cataràttela, s.f., cateratta: jje sò ccalate
chio di trattore. le cataràttele, se ll’ha dd’oprà.
castagna: ~ porcina, castagna selvatica catàrcio: ➝ catòrcio1.
non commestibile | ~ léssa, ballotta | ca- catarcióne: ➝ catòrcio1.
stagne crastate, castagne su cui è stata catarde, cogn., Catardi.
praticata un’incisione nella scorza catarinfrangènte, s.m., catarifrangente.
prima di arrostirle | pizzicà n ~, cogliere catàvere, s.m., cadavere: me pajje n ~!
in fallo. catavèrna, s.f., 1. ferita. 2. cicatrice.
castagnàccio, s.m., farina di castagne. caténa, s.f., 1. particolare della falce fie-
castégo: ➝ gastigo. naia; sbarretta di ferro saldata tra la
castellàccio (l), top., Castel d’Asso. parte finale del manico e quella me-
castèllo, s.m., 1. camerella, casa del diana della lama. 2. catena del camino
chicco; parte della spiga dove sono i cui si appende il paiolo sopra il fuoco.
chicchi. 2. grappolino di nocciole o di catenina, s.f., catenella; catena sottile di
pomodori. 3. (infant.) gioco fatto con metallo prezioso, da portarsi come or-
noccioli di pesca. namento al collo, con attaccata una me-
castigà: ➝ gastigà. daglietta sacra o un crocifisso.
castìssemo (l), sopr. caterinóna, s.f., frutto verde del man-
Vocabolario
217

dorlo, ancora tenero, commestibile cappèllo | va a ccavà li féde (richiedere


prima della formazione del guscio; documenti anagrafici per sposarsi) | nun
mandorla di santa Caterina. cava n ragno dal buco | cavasse la su-
catichismo, s.m., (citt.) catechismo. disfazzióne. 3. estrarre: ~ la cànepe al
catigorìa: ➝ catigurìa. Bullicame | ~ l dènte, estrarre i denti. 4.
catigurìa, catigorìa, s.f., categoria: que- raccogliere: quanno se càvono le patate,
lòro adèreno na ~ a pparte, détta di li s’ammontìneno e sse còprono co lo
signóre. strame, pòe se mbàllano, oppuraménte
catirina, antrop., Caterina || catirinàccia se méttono nel magażżino | ~ le patate
(la), sopr. col fèrro. se cava na bbuca. se càvono
catòrcio1, catàrcio, catarcióne, cator- pure col voltorécchjo co la mula. 5.
cióne, s.m., catenaccio. catturare: annamo a ~ nnidi (rif. ad una
catòrcio2, scatòrcio, s.m., 1. oggetto sca- nidiata) || cavàccela, v. intr. pron.,
dente, rovinato. 2. (fig.) veicolo in cat- farcela, cavarcela: io n ce la cavarò a
tive condizioni. scordalle mae | nun ce se cava annà
catorcióne: ➝ catòrcio1. vante de ste tèmpe | n ce la cav’a ccam-
catrafarco, catafarco, s.m., 1. catafalco. minà | dajje e ddajje, a la fine ci la ca-
2. (fig.) cassa dal fondo forato posta sul vònno || Forme: Ind. pres. 6 càvono |
tino, in cui si pigiava l’uva con i piedi impf. 6 cavàvono | perf. 6 cavònno | fut.
nudi. 3. buco provocato lanciando la 1 cavarò.
propria trottolina su quella dell’avver- cavaciulla (a), loc. avv., a cavalcioni.
sario. 4. (fig.) enorme quantità: (iperb.) cavadènte, s.m., (ant.) dentista: c’hae na
di qué io me ni magnerébbe n ~! paura, manco s’éve d’annà dal ~!
catrasta: ➝ cratrasta. cavaglière: ➝ cavajjère.
cattanno (a), loc. avv., a) elemosinando; cavajjère, cavaglière, cavallière, s.m., ca-
b) in rovina, in fallimento: sò ite ~. valiere || ~ (a), loc. avv., di forma con-
cattòleco, agg., (citt.) cattolico. vessa (di pertica): na filagna gòbba, ~.
catubba, scatubba, s.f., 1. grancassa. 2. cavallaro, s.m., 1. guardiano di cavalli. 2.
(fig.) cappello a cilindro: portàveno la trasportatore con bestia a basto. 3. ven-
~ pi ccappèllo. ditore di cavalli.
caùsca (a), loc. avv., in malo modo, in cavallerìa, s.f. coll., (euf.) pidocchi.
fumo: annà ffinì ~. cavallétto, s.m., 1. andana, striscia di erba
causciù, s.m., 1. caucciù. 2. tubo di appena tagliata. 2. tronco incavato a
gomma per irrigare. quattro zampe, su cui si scotola la ca-
cava, s.f., 1. scavo a cielo aperto: le cave napa.
de peperino. 2. (fig.) grande abbon- cavaliè ppéla (l), sopr.
danza: e cche cc’hae la ~? (dei soldi), a cavallière: ➝ cavajjère.
non finire. 3. strada antica scavata pro- cavallo, s.m., 1. cavallo (Equus caballus
fondamente nella roccia: passavo pi la ~ L.): guernà l cavalle, i cavalli | èsse a ~,
de sant’Antògno || dim. cavarèlla. aver superato una grande difficoltà ||
cavà, v. tr., 1. spillare: va ccavà bbéva ma prov.: chi ha bbòn ~, n’ha ppaura
la cantina! | aó, l vino càvolo ppure pe d’ann’a ppiède. 2. (fig.) cordone di terra
staséra! 2. togliere: c’è da ~ ttanto de fatto a dorso d’asino addosso alle viti:
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
218

col bedènte se facéva l ~, e ppòe quanno ziaria: fà ccàvosa, intentare causa con-
s’aricarzava, se bbuttava de qquà e dde tro qualcuno.
llà. cavìcchja, s.f., chiavarda dell’aratro.
cavallòcchje, cavaòcchi, cavaòcchje, ca- cavìcchjo, gavìcchjo, s.m., chiovolo del
vòcchi, s.m., libellula azzurra (Calopte- giogo.
ryx splendens Harris). cavignale, s.m., erba infestante estiva non
cavallóne, s.m., 1. (fig.) ragazzo sfrenato. identificata, alta anche 50 cm., robusta,
2. (fig.) cordone di terra fatto a dorso con grappolo di semi in cima.
d’asino addosso alle viti. 3. (fig.) muc- cavòcchi: ➝ cavallòcchje.
chio finale di fieno, ottenuto riunendo càvola, s.f., rubinetto di legno infilato in
la passate. 4. (fig.) grande mucchio: n ~ basso nella parte anteriore della botte:
de nève, ll’ha rradunato l vènto, s’am- ha mmésto la ~ nòva, ha avviato la
montina. botte.
cavallùccio, s.m., 1. puledro. 2. (infant.) cavolàccio, s.m., gran di serpe, gicaro
cavallo di legno, giocattolo || Forme: pl. chiaro (Arum italicum Miller): l ~
cavallucce. ch’annàvon’a ccercà ggiù ppe le can-
cavanìdolo, s.m., (vezz.) figlio ultimoge- néte ma le pròde, ntórn’a Vvitèrbo, e lo
nito. facévono bbollì. e n zò se cc’avranno
cavaòcchi: ➝ cavallòcchje. mésso ppure la sémmala. le cavolacce
cavaòcchje: ➝ cavallòcchje. se fanno pel pòrco, si raccolgono per
cavarcà, v. tr., cavalcare. governare il maiale.
cavarcata, s.f., corteo a cavallo: pi ssan- cavolina, s.f. coll., piantine di cavoli col-
t’Antògno se fa la ~ al dòmo co le bbe- tivate nel semenzaio da trapiantare.
stie nfioccate. càvolo, càvelo, s.m., 1. cavolo (Brassica
cavarcatura, s.f., cavalcatura. oleracea L.): bbòne, le càvele col pépe!
cavarcavia, s.m., cavalcavia. (di cibo squisito) | ~ rìccio, verzotto |
cavarcò, s.m., giaccone di stoffa pesante, mdd. qué cc’éntra cóme le càvel’a
che arriva fino al ginocchio. mmerènna, non riguarda l’argomento.
cavarèlla (la), n. di un’antica strada sca- 2. (euf.) cazzo: cul ~ ch’annava llà |
vata nella roccia. bbrutto tèsta de ~!, brutto imbecille! |
cavarèllo, s.m., operaio che estrae la ca- saranno càvele!, queste sono storie!
napa macerata dalla vasca: l ~, èra uno (espr. per negare recisamente) || càvelo
che llavava e bbuttava la cànepe su la còtto!, càvele!, inter., (euf.) cazzo!
pròda. sciojjéva l fàscio, bbuttava sù le cavóne1, s.m., grande quantità || avv.,
stréghe llà ssu la pròda. molto: è llontano n ~ | adè llónga n ~.
cavatura, s.f., operazione con cui si cavóne2, s.m., individuo molto abile:
estrae la canapa macerata dalla vasca. sarae n ~ se ttu ce la fae.
càvelo: ➝ càvolo. càvosa: ➝ càvesa.
cavénero, s.m., cavedano (Leuciscus ce- cavusióne, s.f., (raro) eventualità: pe
phalus L.). gni ~.
càvesa, càvosa, s.f., 1. causa: pi ccàvesa cazzabbicchjère, s.m., (iron.) carabiniere.
vòstra è ccapitato | nun zi fa ppiù pir ~ cazzabbùbbolo, s.m., 1. persona piccola
di ll’otomòbbele. 2. controversia giudi- e goffa. 2. persona dappoco.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
220

cazzàccio, s.m., 1. minchione. 2. ingenuo. nijje || pl. cazze, 1. pretese: ma quante ~


3. presuntuoso. cérche! | e sti ~ e ppò nò! | mdd. più
cazzaròla, s.f., 1. casseruola. 2. pietanza ccazze che qquatrine (detto a chi pre-
di pezzi di maiale (zampetti, coda, orec- tende troppo). 2. complimenti, smance-
chie, ecc.) cotti nel forno in un reci- rie: sènza tante ~! 3. storie: qué
piente di terracotta || dim. cazzarolétta ssaranno ~!, sono storie. 4. affari: vò
|| inter., (euf.) cazzo!, accidenti!: ~, n ca- campà ccent’anne? fatte li ~ tua! 5.
pisce mae! | che ccazzaròla adè qqué? guai: sò ccazze da cacà! | sò ccazze
cazzarolata, s.f., 1. contenuto di una cas- àcide!, sono guai seri.
seruola. 2. colpo inferto con una casse- cazzòla (n), loc. avv., con le mani in
ruola. mano.
cazzata, s.f., 1. sciocchezza: n ze sa cazzòla, s.f., 1. (raro) cazzuola da mura-
quante cazzate dice. 2. cosa da nulla || tore. 2. recipiente di ferro, usato al fran-
dim. cazzatèlla. toio per raccogliere la pasta e porla nei
cazzetéllo, s.m., 1. individuo di bassa sta- fiscoli.
tura: e cch’adè qquél ~? 2. oggetto pic- cazzomatto, s.m., individuo sciocco,
colo. scemo.
cazzettà, v. intr., baloccarsi, perdere cazzuto, agg., 1. difficile. 2. complicato.
tempo, non concludere: annà cazzet- ccènna: ➝ accènna.
tanno. ccéso, agg., acceso.
cazzétto, s.m., individuo di bassa statura. ccezzióne: ➝ accezzióne.
cazzïàta, s.f., scenata rumorosa. cchjocciasse: ➝ acchjocciasse.
càzzica, inter., caspita! cciaccà: ➝ acciaccà.
cazzimpèrio, s.m., pinzimonio: a ccéna ccompagnasse: ➝ accompagnasse (vd.
hò mmagnato du radicétte e m pò de accompagnà).
sèllero a ~, in pinzimonio. ccorà: ➝ accorà.
cazzo: e cche ccazzo!, che diamine! | se ccòrgese: ➝ accòrgese.
fa magnà l ~ da le mósche (di persona ccussì: ➝ accosì.
incapace o insicura) | pare sto ~!, di chi ce1, se1, si2, pron. pers. at. di I pers. pl., ci,
si dà arie | sto fàccia da ~, scemo | col ~ noi, a noi: ce riccontò ttutto pe ffil’e ppe
che te sta ssentì!, non ti sta proprio a sségno | nun ce róppe le stivale! | ce sé-
sentire | a la fàccia del ~!, caspita! | m’arzate tarde | tira via che cc’émo prè-
m’ha rótto l ~, ma nò l ~ l ~, pròpio l scia! | telefonàtece, appéna rivate! |
~!, mi hai seccato fino all’esasperazione fàmose mèżżo litro! | si sémo accompa-
| sta ssènza fà n ~, inoperoso | sta cìccia gnate bbène | sé sémo viste!, addio! | se
n ze dde n ~, non sa di nulla | (iron.) ha méttem’a sséda | sbrigàmese! | si rive-
fatto m bèl ~ de capolavóro! | sa n ~ démo!, arrivederci!
ésso! | sé, lo fa ll’anno del ~!, mai | mdd. ce2, ce3, avv., ci: “che cc’éntra qué?”
~ ~ ~, a ddì ttre vvòrte ~ nun è ppeccato “c’éntra perché cce cape” | chi cce ca-
n ~ | tir.: ~ Bbétta famme lume, c’hò na pisce, è bbravo | quanno ce vò, cce vò |
purce mal gricile, mi ci sènto n tene- ce ll’hae la màchena? | c’annarémo
rume, ~ famme lume || prov.: cazz’in nzième | ci ll’éve tré, ne avevi tre | ci
culo non fa ffijje, ma ffa bbròdo pel cu- nn’è uno pe rride, ce ne sono molti.
Vocabolario
221

ce3, ci2, pron. pers. m. f. sing. pl., gli, le, (scherz.) morire | mdd. nun zapé tené
loro: ce ll’hò ddétto man quelòro | ci li ccécio, non mantenere un segreto. 2.
fò vvéda. (fig.) punto grossolano di cucito: varda
cèca, s.f., anguilla di piccole dimensioni. che ccéce ch’ha fatto! 3. (fig.) sonnel-
cecà, v. tr., 1. accecare: Ddio me cèche, si lino: me sa che vvò a ffà n ~, che ssò
n’è vvéro! (formula di giuramento) | stracco.
ll’ha ccecato. 2. (fig.) ostruire in parte il cécio2, agg., 1. dappoco, inetto: è ccécio
foro d’uscita di un recipiente: ~ l bar- pròpio quel cristiano. 2. noioso.
lòzzo prima de bbéva | quanno che ssi cèco, agg., 1. cieco: ~ da n òcchjo, orbo.
mettéva la cannèlla nel vino, che sser- 2. (fig.) parzialmente ostruito: se métte
viva pi ccasa o cóme sia, pe non fà cèca la cannèlla, pe nun fa vvenì l bot-
vvvenì la cannèlla a ttutto bbuco, si ce- talàccio (rif. al rubinetto della botte av-
cava da la parte déntro, ce si mettéva la volto nella stoppa).
cànepe. 3. (fig.) asportare le gemme su- cecolino: ➝ cicolino.
perflue (rif. al tralcio di vite) || cecasse, cèda, v. intr., 1. cedere: quann’ha vvisto
v. intr. pron., perdere la vista. la malparata, li toccò ccèda pur’a ésso.
cecagna, s.f., fiacca. 2. indebolirsi, di pianta: ste piante van-
cecala, cicala, s.f., 1. cicala (Lyristes ple- n’a ccèda || Forme: Ind. perf. 3 cedì.
beius Scop.): se capimo pil culo cóme cèdo, s.m., (citt.) ceto: quélle de bbasso
le cicale, ci intendiamo a volo. 2. (fig.) ~, dimo.
fiacca. cèfolo, s.m., cefalo (Mugil cephalus L.).
cecalino, agg., miope. cégna, cigna, s.f., correggia del basto.
cecalóne, s.m., fannullone. cegnale: ➝ cignale.
cécca1, s.f., cilecca: ha fatto ~. celebbrà: ➝ cilebbrà.
cécca2, s.f., gazza (Pica pica L.). celebbrale, agg., cerebrale.
cécce (a): ➝ ccéccia (a), (vd. céccia). cèllofa, cellofàne, s.m., (rec.) cellofan.
céccia, s.m., sedile: su n quélla ~ de cellofàne: ➝ cèllofa.
quélle frasche || ~ (a), cécce (a), loc. cèlo, s.m., 1. cielo || cèr zeréno (ar), loc.
avv., (infant.) a sedere: vène qqua, mét- avv., a) a ciel sereno: n fùrmene ~; b)
tet’ ~! sotto le stelle, all’aperto: se dormiva ~ ||
cecciatóro, s.m., (infant.) sedile. prov.: ~ a ppecorèlle, acqua a ffonta-
ceccóne: ➝ cercóne1. nèlle. 2. volta di una stanza: l ~ de la
céce: ➝ cécio1. stufa (volta del forno, sulla quale si met-
cecérchja, s.f., cicerchia (Lathyrus sati- teva la pasta a lievitare per ultima). 3.
vus L.). (fig.) velo inacidito galleggiante sul
cécia, s.f., 1. donna trasandata. 2. donna vino contenuto nella botte.
volubile. cémbolo: ➝ cémpano.
cécio1, céce, s.m., 1. cece (Cicer arieti- cempanaro, s.m., suonatore di cémpano.
num L.): staséra magnamo past’e cempanèlla, s.f., ragazza frivola.
ccéce, una zuppa di ceci | capitate prò- cempanèlle (n), nell’espr. annà n ~, far-
pio a ccécio, giungete al momento op- neticare, vaneggiare: la capòccia li va ~
portuno | na còsa che li va a ccécio, a | dà ~, annà ~, fare sciocchezze | sto
genio || annà ffà la térra pil céce, vino manna ~, ubriaca.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
222

cémpano, cémbolo, cémpeno, cìmpano, centopèlle, s.m., omaso di agnello o di


s.m., tamburello || dim. cimpanellétto || bovino.
pl. cémpene, (fig., euf.) testicoli: sti ~!, centozzampe, s.m., millepiedi comune
che importa? (Pachyiulus communis).
cémpeno: ➝ cémpano. ceocò (n), nell’espr.: annà ~, dà ~, farne-
cemurro: ➝ ciamórro. ticare, vaneggiare: l ciarvèllo jje dà ~.
cenarèlla, s.f., cena di magro: la ~ de la cepólla, s.f., cipolla.
viggìjja (del 24 dicembre). céppa, s.f., mortaio di legno da cucina.
cència, ipoc., Vincenza || accr., cencióna. ceppicara, s.f., ceppaia, parte basale di
cèncio, ipoc., Vincenzo || dim., cencétto. pianta tagliata.
cèncio mòllo, s.m., (infant.) gioco in cui ceppicóne, s.m., grosso ceppo rimasto
si strofina il viso altrui con un cencio piantato sul terreno.
bagnato. céppo, s.m., 1. parte inferiore del tronco
céndere: ➝ cénnere. di un albero || prov.: vèste n ~, sémbra n
ceneròttolo, s.m., chi sta sempre accanto vésco. 2. ciascuno dei pezzi massicci,
al fuoco. rotondi o quadrati, di legno che si so-
cennaràccio, s.m., ceneraccio, panno in vrappongono alla colonna mobile che
cui si mette la cenere per fare il bucato. stringe la vinaccia nel torchio. 3. pianta
cennarata, s.f., acqua con cenere bollita, singola di vite. 4. tronco della vite. 5.
che serve per lavare le botti. (fig., triv.) pène: sto ~! 6. (fig.) indivi-
cennaròttela, cennerèntola, s.f., (dispr.) duo robusto.
donna sporca. céra, s.f., tana, nel gioco del nascondino:
cénnere, céndere, s.f., cenere: se facéva ariuscì a ttoccà ccéra.
la bbucata co la ~ nel żiro | si nu zè cerantògna, s.f., celidonia (Chelidonium
bbòno, la bbefana te pòrta cénner’e majus L.), pianta erbacea medicinale, la
ccarbóne (avvertimento al bambino) | l cui radice era usata contro il mal dei
primo ggiórno de quarésema, l prète te denti.
métte la ~ su la capòccia | mdd. è rri- cerasa, s.f., ciliegia: cerase morasche
dótto ~ e ppanne spòrche, in pessime (piccole) | cerase marzòcche (grandi) |
condizioni. annà a ccerase, (infant.) andare rubac-
cennerèntola: ➝ cennaròttela. chiando ciliegie | fà l fiorétto de le ce-
cennerino, agg., cenerino. rase (atto irrisorio di rinuncia) | sò
cénta: ➝ cinta. ccóme le cerase (di cose che spariscono
centenaro, centinaro, s.m., centinaio || presto) || sopr. m.
Forme: pl. f. centenara, centinara, cen- cerasaro, s.m., rivenditore di ciliege ||
tinare: c’èrono le ~ e ccentinare de cri- mdd. ha ffatto la fine del ~: bbuco rótto
stiane a vvéda || a ccentinara, a e ssènza cerase (di chi ha perduto tutto).
ccentenara, loc. avv., a centinaia. ceraso, ciraso, s.m., ciliegio (Prunus
centèsemo, cintèsemo, s.m., centesimo: avium L.).
un ~ all’una costàveno. cerasòlo, s.m., vino di color rosso chiaro,
centinaro: ➝ centenaro. rosato.
centomillanta, num. immag., quantità cercà, v. tr., cercare: va ccercà cche ddice!
esorbitante. | ~ gguae | che vvae cercanno? cérche
Vocabolario
223

rògna? io te la gratto, sa! | mdd. cérca cèrne, cèrna, v. tr., setacciare: la cernéva
l zumaro e cce sta a ccavallo | li va ma la màjjine la farina.
ccercà ppròpio cul lanternino le bbòtte ceròto, s.m., 1. cerotto. 2. (fig.) persona
| ~ l pélo mall’òvo, fare il pedante | ~ malaticcia: è ddiventato n ~, n’èsce mae
Mmaria pe Rróma | d. cérca lavóro e mae.
pprèga ddio de nun trovallo || prov.: chi cèrqua, s.f., quercia comune (Quercus pe-
ccérca, tròva; e cchi ccammina, nciàm- duncolata Ehrh.), rovere (Quercus
pica || v. intr., tentare: cércheno de robur L.), quercia da sughero (Quercus
squajjàssela || Forme: Ind. pres. 2 cér- suber L.), farnetto (Quercus frainetto
che; 4 cercamo; 6 cércheno, cércono | Ten.) | de qué ce sò na ~, in quantità ||
impf. 6 cercàveno | perf. 1 cercò; 6 cer- dim. cerquétta || ~ (la), top., La Quer-
cònno | Part. pass. cérco | Ger. cercanno. cia, fraz. di Viterbo.
cérca: annà a la ~, fare la questua | anná cerquaròlo, s.m., ab. di La Quercia, fraz.
n cérca de damagnà, andare alla ricerca di Viterbo.
di cibo. cerquéto, s.m., querceto.
cerchjatèlla, s.f., giradito; infiammazione cerquóne: ➝ cercóne1.
intorno all’unghia delle dita: se ss’am- cerrastro, s.m., pianta giovane di cerro
malava ll’ógna, li veniva la ~. li casca (Quercus cerris L.).
ll’ógna. cerrata, s.f., 1. pungolo del bifolco, co-
cérchjo, s.m., 1. alone della luna || prov.: stituito da un lungo bastone con punta
~ lontano, acqua vecino; ~ vecino, metallica. 2. ralla, raschiatoio per pulire
acqua lontano (pronostico di pioggia l’aratro. 3. lungo bastone ad uncino dei
tratto dall’aspetto dell’alone). 2. emi- mandriani.
crania: me sènto n ~ || pl. cérchje, cerchi cerròse, s.f., cirrosi epatica.
di ferro della botte: l bbottaro nfila l certefecato, cirtificato, s.m., certificato:
cérchje ma la bbótte. ce voléva l ~ di bbòne custume fatto dal
cerchjóne, 1. (arc.) cerchio di legno della curato.
crinolina. 2. fetta spessa di patata non certificato: ➝ certefecato.
sbucciata (da friggere per una pietanza). cèrto: a na cert’óra nóe annam’a llètto,
cercóne1, ceccóne, cerquóne, circóne, non troppo tardi || cèrte, agg. e pron.
s.m., vino guasto, difetto del vino: pijjà indef. m. e f. pl., alcuni, certi, certuni:
dde ~, guastarsi, inacidirsi (rif. al vino) émo ncontrato ~ cristiane che vve cer-
| sto vino ha ppréso de ~ | sa dde ~, n ze càvono | ~ villane la piantàveno | vidde
pò bbéva, ha sapore di aceto, è imbevi- arrivà ~ sordate | ~ ve lo sanno dì de si-
bile. curo.
cercóne2, avv., in cerca: vanno ~ de nzoc- cerùsico, s.m., (arc.) chirurgo, medico.
ché. cervellétto, s.m., polpastrello.
cerifìschjo: ➝ cirifìschjo. cervèllo, s.m., girello, fondo tenero di car-
cerigna, s.f., (rust.) grossa cesta di vimini. ciofo.
cerimògna: ➝ cirimògna. cèrvio, cèrvo, agg., acerbo: le mélle cèrve
cèrle, s.f. pl., 1. gambe storte: vardà che te fanno fà le vèrze.
ccèrle! 2. piedi piatti. cervióne, s.m., cervone (Elaphe quator-
cèrna: ➝ cèrne. lineata Lacépède).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
224

cèrvo: ➝ cèrvio. qualsiasi cosa facciano | ~ ddice dice,


cèrzo, ggèrzo, s.m., 1. gelso (Morus alba qualsiasi cosa dica || prov.: paése ~
L.) | ~ mòro, gelso nero (Morus nigra vvae, usanza ~ ttròve || cong.: st’attènte
L.). 2. frutto del gelso || Forme: pl. cèrzi. ch’io te sdógo | è bbèllo ~ ito, quasi
césa, s.f., 1. taglio delle erbe da sovescio. morto | sta attènte, chi cc’è la quaré-
2. falò. 3. (fig.) strage. sema!, ci sono bambini che ascoltano
cesàrio, agg., cesareo: ll’hanno fatto l (per suggerire prudenza nel parlare di
parto ~. argomenti osceni o scabrosi) | sbràcio l
cèsere, antrop., Cesare || sta ccóme n ~, fòco, chi le manca l tiràggio | che cc’èro
sta benone. mae a ccasa?, non c’ero mica mai | chi
cespadano, s.m., 1. (scherz.) persona pro- cc’éte n fulminante, p’accènna na can-
veniente dall’Italia settentrionale. 2. lin- néla?, avete per caso un fiammifero? |
guaggio incomprensibile: ma che ci s’incontrò chi cc’èreno du povarétte.
pparle ~? n ti capìscio. chécca, s.f., 1. gazza (Pica pica L.). 2.
cespujjo, cispujjo, s.m., (citt.) cespuglio. (fig., gerg.) vulva.
cèssa, inter., (rust.) voce del bifolco, per chécche, s.f. pl., 1. (infant.) maccheroni:
far girare i buoi aggiogati all’aratro. (tir.) piagne piagne moccolóne, che la
cessà, v. tr., vuotare l’ano: ~ la vacca. mamma te fa le ~ col zapóne! 2. (in-
cèsso, s.m., ano della vacca. fant.) dolci.
cetósa, agg., di acqua acidula con sali mi- checchennina, chicchinnìa, nell’espr.: a
nerali di ferro e solfo. le tèmpe de ~, al tempo dei tempi.
cetrato, s.m., citrato. chécco, ipoc., Francesco: (tir. dil.) ~, ha
cetròlo: ➝ cetróne. ffatto la cacca e la pìsci’a llètto || dim.
cetronata, s.f., insalata di cetrioli. checcarèllo, checchino.
cetróne, cetròlo, citriòlo (rec.), citróne, chenzesà, agg., enorme, incredibile: fa-
s.m., 1. cetriolo (Cucumis sativus L.) || cévono na cagnara ~.
dim. cetroncino, citroncèllo. 2. (fig.) chéto, agg., silenzioso || ~ ~, avv., silen-
pène. 3. (fig.) individuo stupido, inge- ziosamente.
nuo. 4. (fig.) individuo goffo. chetochéto, santo immag.
ché ché ché, onom., imitazione del verso chi1: ➝ che.
della tortora e del tacchino. chi2: ➝ qui.
che, chi1, pron. interr., che: ch’adae? | che chia, top., Chia, fraz. di Soriano nel Ci-
vvònno? | se pò ssapé cche vvòe? | n zò mino, nell’espr.: ma che ssèe de ~?, sei
cche ffacce | de ~ tte lagne? || agg. in- stupido?
terr.: chi ddottóre?, quale medico? | nun chjacchjarà, chjacchjerà, v. tr., sgridare:
zi sa ccusì cchi ppòsto dalle | ~ ppiante quanno vae llà, l tu patre te chjàcchjera
sò qqué? || pron. rel.: quéll’òmo ch’è rri- || v. intr., 1. parlare: chjacchjerate m pò
vato mó | r patróne ~ cce lavorava r zu piano!, adagio. 2. chiacchierare: (d.) a
marito | ll’ùrtema vòrta chi ll’hò ncon- cchjacchjerà sémo tutte bbrave, a pa-
trato stava bbène | ch’è stato ~ n’è role | chjàcchjer’a vvànvara, sènza sapé
stato, improvvisamente | ch’adè che qquéllo che ddice. 3. (fig.) spettegolare
n’adè | nun zanno pròpio chi ffàssene || || Mdd. falle ~, che sse straccaranno! ||
agg. indef., qualsiasi: ~ ffanno fanno, Forme: Ind. impf. 6 chjacchjaràvano |
Vocabolario
225

Ger. chjacchjaranno. di defecare. 3. (euf.) segnale di morte


chjàcchjara, s.f., 1. chiacchiera. 2. par- prossima.
lantina: pe la ~ tòcca lassalla stà, è chjamo, s.m., 1. zimbello, uccello di ri-
molto loquace. 3. (fig.) calunnia, maldi- chiamo. 2. chioccolo, fischio di ottone
cenza: métte n giro le chjàcchjere | usato dai cacciatori per attirare uccelli.
s’adèra na fémmena, sarèbbe passata chjappà, acchjappà, v. tr., 1. catturare: ~
pi cchjàcchjere, sarebbe stata oggetto di le ruche | ~ l péscio, pescare | mdd. ~
maldicenze || (d.) le chjàcchjere le pòrta ll’ucellétte a vvólo, essere sveglio | ll’hò
via l vènto | ové, le chjàcchjere stann’a cchjappo | se tte chjappo, te strónco |
żżèro, le parole sono inutili, bisogna “se tte chjappo che tti fò” “sètte chjappe
agire || Forme: pl. chjàcchjere. fanno tre ccul’e mmèżżo” | chjàppolo! |
chjacchjarata, s.f., chiacchierata. ~ a ppóllo, sorprendere | chjappe le
chjacchjarato, agg., calunniato, oggetto quajje a ffèrmo, (triv.) raccogli deie-
di maldicenze || na dònna chjacchja- zioni | fòrza rigà, chjappamo ll’èpre!
rata, che gode cattiva fama. mó se chjappa l lèpre! (grido d’incita-
chjacchjarino, agg., ciarliero: na dònna mento, pronunciato alla conclusione
chjacchjarina. della mietitura; in genere, di altri lavori
chjacchjaróne, s.m., 1. chiacchierone. 2. agricoli) | ll’ùrtimo chjappa!, (infant.,
maldicente || dispr. chjacchjaronàccio. nel gioco del nascondino) || prov.: le
chjacchjerà: ➝ chjacchjarà. galline se chjàppono a ppóllo | chi
chjamà, chjàma, v. tr., 1. chiamare: man- ttròppo acchjappa, gnènte abbràccia. 2.
nàtel’a cchjama! | ~ a ccòppe, invitare sorprendere: se tte ce chjappa l patróne
il compagno a gettare una carta di quel na vòrta o n’antra, te sdóga. 3. cogliere,
seme (nel gioco della briscola). 2. de- colpire: co na bbożżata lo chjappò ssul
nominare: èra la Rosina, cóme la chja- naso. 4. pigliare: me lu sa dì qquanno
màveno allóra n quélla fijjarèlla | chjappe a ccarte? | ~ vvia, fuggire ||
chjamàmela céna!, (iron.) di cena fru- Forme: Ind. pres. 2 chjappe; 3 ac-
gale | chjàmolo scémo!, (iron.) non è chjappa, chjappe; 4 chjappamo; 6
mica scemo || chjamasse, v. rifl., chia- chjàppono | perf. 3 chjappò; 6 acchjap-
marsi: cóme se chjamava quél frégno? | pònno, chjappònno, chjappòrno | P.
fòri me chjamo!, ho vinto! (espr. usata pass. chjappo.
a tressette e a scopa) || Forme: Ind. pres. chjappa, s.f., natica || dim. chjappétta (di
4 chjamamo; 6 chjàmeno, chjàmono | bambino).
impf. 6 chjamàveno, chjamàvono | perf. chjappacane, acchjappacane, s.m., acca-
1 chjamò; 4 chjamàssemo; 6 chjamònno lappiacani: attènto all’acchjappacane!
| fut. 3 chjamarà | Cond. pres. 3 chja- (scherz. frase di commiato rivolta ad un
marèbbe | P. pass. chjamo | Ger. chja- amico).
manno. chjapparèlla: ➝ acchjapparèlla.
chjàma: ➝ chjamà. chjappata1, s.f., 1. presa alle carte. 2. gua-
chjamarino, s.m., operaio addetto alla dagno: na ~ de quatrine | tutta na ~, in
sveglia dei braccianti in campagna. una sola volta.
chjamata, s.f., 1. domanda presente in un chjappata2, s.f., sculaccione: jje le da-
questionario. 2. (euf.) urgente necessità rèbbe io du chjappate, ma tòste.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
226

chjarata, s.f., cataplasma di stoppa, in- | fut. 1 chjedarò; 3 chjedarà | Cond.


zuppata in albume battuto a neve, ap- pres. 2 chjedaréste.
plicato su un arto che ha subito una chjedarino, s.m., chi ha l’abitudine di
distorsione. chiedere con insistenza.
chjarettónno, avv., chiaramente: ll’ha chjède: ➝ chjèda.
ddétto ~, si lo vò capì. chjésa, acchjésa, s.f., 1. chiesa: visità le
chjarina, ipoc., Chiara. sètte chjése | la ~ del quartaroncèllo,
chjavà, v. tr., (triv.) fottere. chiesetta della corporazione dei vinai
chjavàccia, s.f., perno di ferro del torchio (dallo stemma all’esterno) || dim. chje-
per uva. sòla. 2. (fig.) osteria: (mdd. scherz.)
chjavarda, chjovarda, s.f., sorta di grosso ggirà le sètte chjése (andare a bere in
chiodo. varie osterie successivamente).
chjavaréccia, agg., (triv.) appetibile, di chjèssa, s.f., rumore che si verifica nella
ragazza che ha raggiunto l’età pubere. trachea per asma, singhiozzo o riso.
chjavaro, s.m., chiavaio || va n giro carco chjèto (raro): ➝ quèto.
cóme n ~, sovraccarico. chilata, s.f., peso approssimativo di un
chjavata, s.f., (triv.) coito. chilo: n’ha ccrómpo na ~ bbòna.
chjavatóre, s.m., (triv.) donnaiolo. chiliènte, s.m., (raro) cliente.
chjàveca, s.f., 1. chiusino di fogna. 2. chilometrata, s.f., distanza di circa 1 km.
(dispr.) prostituta. chilóne, s.m., un chilo abbondante.
chjavétta, s.f., rubinetto della botte. chilosà, inter., chissà!
chjavicòtto, s.m., tombino. chilovatte, s.m., (rec.) chilowatt.
chica chica, inter., voce di richiamo per chinchirincòra (a la), loc. avv., in ma-
le galline. niera disordinata: fa ttutto ~.
chiccarò, s.m., 1. ciuffo di capelli legati chinèa, s.f., ghinea, tipo di stoffa resi-
sulla nuca della donna. 2. fazzoletto che stente di cotone, usata per confezionare
copre il capo della donna. biancheria intima.
chìccher’e ppiattine (n), loc. avv., a) con chjò chjò, inter., verso di richiamo per la
eleganza eccessiva: se presènta tutto ~; chioccia.
b) in acquisti inutili: se ne va ttutta ~ la chjocchjà, chjoccolà, v. intr., 1. chiocco-
mesata. lare del merlo e di altri uccelli. 2. croc-
chicchinnìa: ➝ checchennina. colare dei polli.
chjèda, chjède, v. tr., chiedere: chjèdete, chjòccia, s.f., 1. chioccia || prov.: prima
chiederti | vinn’a cchjèdemolo, venne a de métte la ~, bbisògna preparà la con-
chiedermelo | li chjediva artre sòrde m ciatura. 2. (fig.) costellazione delle Ple-
prestanza | ~ càcio, chiedere scusa | ~ iadi: la ~ co li purcine.
perdóno | ~ ricòtta, arrendersi || filastr.: chjoccià, v. intr., chiocciare.
chjèd’e rrichjède, sam Martino tajja la chjocciata, s.f. coll., uova che la chioccia
fàccia e l piède (tra ragazzi, per fissare cova.
l’accordo nello scambio) || Forme: Ind. chjòccio (raro): ➝ còccio.
pres. 2 chjède; 4 chjedémo; 6 chjèdeno chjoccolà: ➝ chjocchjà.
| impf. 3 chjediva; 6 chjedéveno | perf. 1 chjodaròlo, s.m., chiodaio.
chjèse; 3 chjedì; 6 chjedènno, chjèseno chjòdo: ~ da staccionata | sécco cóme n
Vocabolario
227

~, magrissimo | ~ solare, insolazione | ~ ci2, s.m., terza lettera dell’alfabeto: che tte
de garòfono, gemma florale del garo- pijji n ~ e un lécca! (gioco di parole sul-
fano, usata come droga: l ~ lo mettémo l’iniziale di córpo2) | te pijjasse n ~ e n
nel bròdo | adè rròbba da chjòde, cosa acca, n accidènte che tte spacca.
incredibile | mdd. l véscovo li pianta l ~ ci : ➝ ce3.
3

quanno crésema, (espr. scherz. rivolta ciabbattà, v. tr., agitare, scuotere.


ai cresimandi, cui viene fasciata la ciabbrino, nell’espr.: fà l ~, mettere il
fronte dopo che il vescovo l’ha segnata broncio.
con l’olio consacrato) || prov.: ~ scàccia ciàcchete, ideof., ciacche, imitazione del
~. rumore fatto schiacciando q.cosa.
chjòtto, agg., sornione. ciaffo, s.m., 1. malloppo che occlude un
chjovarda: ➝ chjavarda. canale: ~ d’erbàccia, pajja e ffièno, ve-
chjovèllo, chjuvèllo, s.m., anello, in pelle niva buttato avante pe ffrenà ll’àlvio
di bufalo, fissato sul giogo, in cui s’in- (per frenare il flusso d’acqua, che ser-
fila il timone del carro. viva per irrigare l’orto). 2. piega di un
chjòzzo, s.m., ghiozzo (Gobius nigricans tessuto.
Canestrini e Cottus gobio L.). ciafrégna, ciafrésca (euf.), s.m., 1. bam-
chìrica, s.f., 1. chierica || ~ pelata, ~ rasa, bino (in tono scherz.). 2. ragazzo pia-
~ rasata, prete | (d.) nun ve fidate de na gnucolone (in tono scherz.). 3. (dispr.)
~ rasa! 2. inizio di calvizie. ragazzo impertinente: c’ha la fàccia da
chirichétto, s.m., (raro) chierichetto. ciafrégna. 4. (dispr.) persona di bassa
chjù, s.m., chiurlo, assiolo (Otus scops statura || dim. ciafregnétta.
L.). ciafrésca (euf.): ➝ ciafrégna.
chjuda, chjude, v. tr., chiudere: chjude ciafrujjà: ➝ inciafrujjà.
quélla sténa! | ~ l gasse, spegnere il gas ciafrujjo, cianfrujjo, s.m., 1. confusione,
| jj’ha cchjuso ll’òcchje al zu patre, lo caos. 2. disordine.
ha assistito in punto di morte | (d.) ~ la ciafrujjóne: ➝ nciafrujjóne.
stalla, quanno sò scappate le bbòva || ciamarro, s.m., agnello fino ad un anno
chjùdese, v. rifl., serrarsi || prov.: se d’età: dòppo la prima carosatura le mà-
chjude na pòrta, s’apre m portóne (sulla schje se chjàmano ciamarre, pòe a un
fiducia nella Provvidenza) || Forme: Ind. anno se ségano li còrne e sse chjama
pres. 2 chjude; 3 chjude; 4 chjudémo | montóne.
impf. 3 chjudìa, chjudiva | perf. 4 chju- ciambrusca, s.f., vite inselvatichita.
déssemo; 6 chjùseno | fut. 3 chjudarà | ciammarlucco, s.m., stupidotto.
Imper. 2 chjude | P. pass. chjuso. ciammèlla, s.f., ciambella: (d.) ché ttutte
chjude: ➝ chjuda. le ciammèlle vèngheno cul buco? || dim.
chjusa, s.f., campo recintato. ciammallétta, ciammellétta, ciammel-
chjusòcchi (a), chjusòcchje (a), loc. avv., lina || accr. ciammellóne.
a) con gli occhi chiusi; b) facilmente, ciammèrda, s.m., bambino (in tono
senza esitare: lo farèe ~. scherz. o dispr.).
chjusòcchje (a): ➝ chjusòcchi (a). ciamórro, cemurro, s.m., 1. cimurro, ma-
chjuvèllo: ➝ chjovèllo. lattia contagiosa di cani e cavalli. 2.
ci1: ➝ ce2. (scherz.) rinite, forte raffreddore con ca-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
228

tarro nasale, tosse e starnuti. ~, in maniera incomprensibile (rif. a


ciampicóne, s.m., inciampo. persona ubriaca).
cianàmida, cianàmita, cinamìda, cina- cianfrucià, cianfrujjà, v. intr., metter con-
mìde, cinamìta, s.f., cianamide, compo- fusione.
sto organico azotato. cianfrujjà: ➝ cianfrucià.
cianàmita: ➝ cianàmida. cianfrujjo: ➝ ciafrujjo.
cianca, s.f., 1. gamba: stà sséd’ a ccian- cianfrujjóne: ➝ nciafrujjóne.
che larghe | c’ha le cianche stòrte | cianfrusajja, s.f., cianfrusaglia: tutte ste
cascà a ccianche ritte | stirà le cianche, cianfrusajje, che mpìcciono, le pijjo e le
morire. 2. zampa || dim. cianchétta | bbutto via.
accr. ciancóna, gamba grossa. ciangottà, v. intr., 1. parlare in modo in-
ciancagójja, s.m., (iron.) individuo zop- distinto. 2. borbottare. 3. ripetere: ll’hò
picante. ntéso ~ n giro da la ggènte.
ciancallària (a), loc. avv., a gambe in ciaobbèlla, sopr.
aria. ciao nèna, inter., (scherz.) addio!: vénnela
ciancallègra, s.m., (iron.) individuo zop- e ~!, non se ne parli più.
picante || sopr. ciaramàndola: ➝ saramàndola.
cianchegallina (a), cincagallina (a), loc. ciaravèllo (arc.), ciarvèllo, s.m., cervello:
avv., (infant.) saltellando su un solo n cristiano sènza ciarvèllo | c’ha l ~ de
piede: ggiocà ~, giocare a gamba zoppa gallina | c’ha l ~ de patate | jje s’è an-
| camminà ~. nacquato l ~ | c’ha l ~ de na cràstica |
cianchestòrte, s.m., (dispr.) chi ha le c’ha la sémmela mal ~, c’ha le pigne |
gambe storte. col ~ ce sta ppiù ppòco | n ce sta ppiù
cianchétta, s.f., sgambetto: li féce la ~ e ttanto de ~ | jje détte de vòrta l ~, im-
ccascò ggiù per tèrra. pazzì | chi tte ll’ha mmagnato l gatto, l
cianchétto, s.m., 1. zampone, tipo di sa- ~?, sei proprio stupido? || pl. ciaravèlla,
lume. 2. (raro) sgambetto. (arc.) cervella.
ciància, s.f., sansa delle olive: òjjo de ~. ciarfajjà, v. intr., 1. balbettare, parlare in
ciancicà: ➝ anciancecà. maniera indistinta. 2. parlare troppo e
ciancicabbròdo, nciancicabbròdo, s.m., male.
1. chi pronuncia in maniera indistinta. ciarfajjóne, ciarfajjóso, nciarfajjóso,
2. chi mangia con lentezza e svogliata- s.m., chi parla in maniera indistinta.
mente. ciarfajjóso: ➝ ciarfajjóne.
ciancicóne, nciancicóne, s.m., 1. balbu- ciarmà, v. intr., parlare troppo: adè uno
ziente. 2. chi parla molto, senza sapersi che cciarma, n chjacchjaróne.
esprimere. ciaro, s.m., 1. (ant.) fiammifero: appiccià
ciancìjja (a), loc. avv., a) a casaccio; b) n ~. 2. (ant.) illuminazione elettrica.
in maniera trasandata. ciarvèllo: ➝ ciaravèllo (arc.).
cianco, s.m., piede. ciaschiduno, pron. indef., ciascheduno.
ciancóne, s.m., zampa di bue. ciatto, agg., schiacciato.
ciàndele, s.m. pl., (ant.) sandali. ciavarro, s.m., montone fino a due anni
cianfrasù (a la): ➝ sanfasò (a la). di età.
cianfrése, agg., (scherz.) francese: parlà ciavatta, s.f., ciabatta: c’ha na scarpa e
Vocabolario
229

na ~, è poverissimo | bbócca a cciavatta! genio: li và ~, gli piace molto. 3. bam-


(a bambino che frigna spesso) | c’ha la bino (in tono vezz.): l pancòtto fa li
bbócca cóme na ~ (penzoloni). cicce bbèlle.
ciavattata, s.f., 1. colpo dato con una cia- cicciobbómba, s.m., (scherz.) ciccione:
batta. 2. (fig.) cosa malfatta. (d.) ~, sòna la trómba.
ciavattino, s.m., ciabattino. cicciòtto, agg., grassoccio || dim. cicciot-
ciavattóne, s.m., arruffone. tèllo.
ciavo, inter., ciao! cicéllo, sopr.
cibbasse, v. intr. pron., sopportare: se cicétto, s.m., parte più interna e tenera del
sémo cibbate quélla prèdeca. cespo di una pianta.
cibbòrio, s.m., 1. ciborio || magnasse pure cicì cicì, inter., voce di richiamo per le
l ~, a) divorare tutto; b) dilapidare, sper- galline.
perare. 2. (fig., scherz.) ano. 3. (fig., cìcia, s.f., 1. (gerg.) sbornia. 2. donna sve-
scherz.) fortuna. nevole: nun sta ffà ttanto la ~!
cica, s.f., cicca: nun vale na ~ cicata | ciciata, s.f., svenevolezza, moina.
annà a cciche, raccogliere cicche. cicigliano, cicilliano, agg., siciliano || top.
cicà, v. tr., ciccare. immag.
cicàgnolo, s.m., foruncolo || dim. cica- cicìllia, coron., Sicilia.
gnolétto. cicilliano: ➝ cicigliano.
cicala: ➝ cecala. cìcio, agg., 1. affettato, svenevole. 2. pau-
cìcchete, inter., eccì! (detto starnutando): roso all’eccesso. 3. delicato.
sè tu che ffa cìcchete?, hai starnutato tu? cicolino, cecolino, ciculino, s.m., forun-
cìccia, s.f., 1. carne: chi la crompava la colo: sul ~ se mettéva n ceròtto, che cce
~?, chi aveva il denaro per comprarla? | se facéva l buco.
sò dde ~ ppure lòro, anche loro sono es- cicolinóso, ciculinóso, agg., di persona
seri umani || dim. (infant.) ciccétta. 2. con molti foruncoli || prov.: quést’anno
corpo umano: ~ frédda (a), loc. avv., a ~, n antr’anno spóso.
morto, del suono delle campane || ~ cicòria1, s.m., tarassaco officinale (Tara-
gnuda (a), loc. avv., sulla nuda carne. 3. xacum officinale Weber) || sopr.
pène: (triv.) pòro ~ al culo! (escl. rivolta cicòria2, accicòria, inter., (euf.) accidenti!
a chi avanza eccessive pretese a suo cicoriara, s.m., donna che raccoglie e
vantaggio) || inter., ~ mal culo! (esp. di vende cicoria selvatica.
rifiuto) | e ssi n ce vène, cìccia!, pa- cicorióne, s.m., ruchetta di campagna, lin-
zienza! | ~ pi ggiunta! (detto quando si gua di cane (Cynoglossum officinale).
aggiunge il danno alla beffa). cicramino, s.m., ciclamino (Cyclamen
ciccià, v. intr., 1. germogliare della patata: europaeum L. e Cyclamen repandum
le patate cìcciano. 2. comparire. 3. gar- Sibt et Sm.).
bare: pòco li cìccia mal compare. ciculino: ➝ cicolino.
cicciafròlla, s.f., persona dappoco. ciculinóso: ➝ cicolinóso.
cicciaggallina, s.f., pelle d’oca. cifa, s.f., (rec.) Cifam, grande magazzino
cìccio, s.m., 1. girello, fondo tenero di di Viterbo.
carciofo. 2. germoglio di verdura: l ~ de cifolétto, s.m., piffero.
la piantina || a ~ de sèllero, loc. avv., a cìfolo, s.m., viso imbronciato.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
230

cigna: ➝ cégna. cinamìde: ➝ cianàmida.


cignale, cegnale, s.m., cinghiale (Sus cinamìta: ➝ cianàmida.
scrofa L.): ~ maremmano || accr. cigna- cincagallina (a): ➝ cianchegallina (a).
lòtto | dim. cignalétto. cincellina, s.f., ragazza leggera.
cijjo1, s.m., 1. ciglio. 2. sopracciglio. cincéllo, s.m., persona dappoco.
cijjo2, s.m., porca, rilievo di terra tra due cincirinèlla, cincirinnèlla, s.f., 1. donna
solchi || spaccà l ~, ripassare la terza buona a nulla, di poco giudizio. 2. ra-
volta con l’aratro in superficie. gazza civettuola. 3. sopr. m.
cilèste, agg. inv., celeste: c’ha ll’òcchje ~ cincirinèllo, s.m., (dispr.) individuo ridi-
l fijjo più cciuco. colo.
cilestiarménte, avv., (lett., raro) cele- cincirinnèlla: ➝ cincirinèlla.
stialmente. cinematografaro, s.m., chi proietta film
cilibbrà, celebbrà, v. tr., celebrare. in un cinema.
cilièggia, s.f., (citt.) ciliegia. cinematògrefo, cimatòfrego, cimenatrò-
cim’a ffónno (da), loc. avv., da cima a foco, cinematròfego, cinematrògrofo,
fondo. cinimatòfrego, s.m., cinematografo.
cimaròlo1, agg., cimaiolo, di carciofo || cinematròfego: ➝ cinematògrefo.
s.m., carciofo di prima fioritura. cinematrògrofo: ➝ cinematògrefo.
cimaròlo2, s.m., comignolo. cinice, s.f., cinigia.
cimata, s.f., 1. parte più alta della chioma cìnima: ➝ cìmena.
della pianta. 2. parte superiore della cinimatòfrego: ➝ cinematòfrego.
pianta di canapa: se bbatte la ~ cu la cinòtte, cogn., Cinotti.
scótala. cinquale, s.m., 1. mano aperta: dà l ~,
cimatòfrego: ➝ cimenatògrefo. stringere la mano. 2. schiaffo.
cìmena, cìnima, s.m., cinema. cinquantanòve: “~!” “bbòn tèmpo, si
cimenatròfoco: ➝ cimenatògrefo. num piòve” (botta e risposta enunciate
cimentà, v. tr., coprire di cemento. dichiarando i punti al gioco delle carte).
ciménto, cioménto, s.m., cemento. cinque, inter., eccì! (detto starnutando):
cìmicia, s.f., 1. cimice, parassita del- “ccinque!” “bbastonate!” “a mmé ma la
l’uomo (Cimex lectularius): èra pièno saccòccia, ma ttì ssu la capòccia” | “e
de cìmece drént’al lètto | cimice di cam- ~!” “sigarétte n zòrdo!”
pagna, parassita delle piante in genere cinquina, s.f., schiaffo: mó te dò na ~, si
(Eurydema ventralis Kolenati; Penta- nu la piante | ~ (a), loc. avv., contratto di
toma rufipes L.). 2. puntina da disegno lavoro, per cui il colono riceveva la
|| dim. cìmicétta, 1. piccolo bottone di quinta parte del raccolto: lavoràveno pe
metallo. 2. oggetto piccolo. 3. distintivo na ciòtola de fave al giórno, pò lavo-
portato all’occhiello. rava ~.
cimiciaro, s.m., luogo infestato da cimici. cinta, cénta, s.f., cintura.
cimignèra, s.f., ciminiera. cintaròlo, s.m., chiodo di grandi dimen-
cimòtto, s.m., il primo vino spillato dalla sioni.
botte. cintèsemo: ➝ centésemo.
cìmpano: ➝ cémpano. cintìmetro, s.m., centimetro.
cinamìda: ➝ cianàmida. cintorino, s.m., 1. collo senza punte della
Vocabolario
231

camicia. 2. cinturino. che n’è artro! 3. (fig.) donna lenta, in-


cintrale, s.f. e agg., centrale. decisa. 4. (fig.) cosa scadente, fragile:
cinturóne, s.m., cinghia di trasmissione: ch’adè dde ~? 5. (fig.) companatico po-
~ de la trìbbia. vero.
cinziménto, s.m., censimento. ciónno, s.m., individuo incapace.
ciocata, s.f., porcata. cionnolà, v. intr., ciondolare.
cioccà, v. tr., tagliare una pianta alla base. ciónnolo, s.m., ciondolo || dim. cionno-
ciòcco, s.m., 1. ceppo | tené uno al ~, sor- létto.
vegliare strettamente, tenere sotto con- ciorcinato, ciurcinato, sorcinato, surce-
trollo severo, al lavoro | stà al ~, a) nato, surcinato, agg., 1. sfortunato. 2.
restare chiusi in casa; b) lavorare con maltrattato. 3. meschino. 4. derelitto:
assiduità. 2. (fig.) individuo impacciato èra m pòro ~.
nei movimenti, goffo: sè n ~ pròpio! 3. ciòrnia, sopr. m.
(fig.) stirpe: venimo tutte dal ~ d’Adamo ciótola, s.f., scodella forata di terracotta,
|| Forme: pl. ciòcca, ciòcche. che viene messa capovolta sull’apertura
ciochétto dell’ìndia, s.m., porcellino della botte durante la fermentazione: la
d’India (Cavia porcellus Pallas). bbótte se lasciava cupèrta cur una
cióco, s.m., 1. porco: annam’a gguernà l tazza, na ~, c’annàvono sótto a rrico-
~ | te pòssa dàtte mal ~! | dim. ciochétto. varasse li moscialini.
2. (fig.) individuo volgare. 3. (fig.) in- ciotolè, s.m., bottone d’osso, per mu-
dividuo sporco: che ~ ch’adè qquelue! tande, maglie o cappotto || ~ (a), (in-
ciocóne, ciocóni, ciucóne, avv., carponi: fant.) gioco fatto con i bottoni.
se bbuttò ~ per tèrra | camminà ~. ciovè, cong., cioè.
ciocóni: ➝ ciocóne. ciovétta, ciovitta, ciuìtta, ciuvétta, ciu-
ciofèca: ➝ ciufèca. vitta, s.f., 1. civetta (Athena noctua
ciòla, in: fà ~, v. intr., 1. scappare con la Scop.): canta la ~, pòrta scarògna
coda tra le gambe. 2. subire. 3. staccare (cred. pop.) | mdd. fa ccóme la ~: tutto-
un bottone dal vestito, per giocarci. mìo tuttomìo! (rif. ad un egoista) || fà
ciòle, s.f. pl., scarpe enormi, sproporzio- cciovétta, fà la ~, schivare, parare il
nate: vardà che cciòle! colpo con la mano: ha ffatto la ~, ésso
cioménto: ➝ ciménto. allóra s’è scanzato. 2. (fig.) donna pro-
cioncà, v. tr., 1. spezzare rami. 2. pic- vocante, ragazza civettuola || dim. ciu-
chiare di santa ragione. vittòla.
ciónco, agg., sfinito. ciovile, ciuvile, agg., civile: parlà ccio-
ciondolétto, s.m., individuo basso di sta- vile, in corretta lingua nazionale.
tura. cioviliżżato, agg., civilizzato.
cionèllo (l), microtop. || n. di un molino di ciovitta: ➝ ciovétta.
Viterbo. cipìccia1, s.f., cispa: lèvete quélle cipicce!
cionfolà, v. tr., riferire. cipìccia2, s.f., lattugaccio (Chondrilla jun-
ciónna, s.f., 1. vulva: c’ha le mano de ~, cea L.): chi vvò ~ e rràdiche de cicòria!
di persona cui gli oggetti cadono di (richiamo della venditrice).
mano || inter., per negare recisamente: cipicciano, top., Sipicciano.
éh, la ~! 2. (fig.) donna dappoco: sta ~ cipiccióso, agg., cisposo || s.m., 1. bam-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
232

bino (in tono scherz.). 2. (dispr.) chi si pane unto.


comporta in modo infantile. cirimògna, cerimògna, s.f., 1. cerimonia.
cipìgnolo, s.m., 1. salvadanaio: róppe l ~. 2. complimento: sta ffà n zacco de ceri-
2. (fig.) denaro risparmiato, gruzzolo: mògne.
s’è ffatto m bèr ~. cirimognóso, agg., cerimonioso.
cipijjo, s.m., cipiglio. cirinèo, s.m., individuo sfortunato: m
cipólla, s.f., 1. bulbo in genere. 2. callo pòro ~.
rotondo del piede. 3. treccia di capelli ciriòla, s.f., anguilla di piccole dimen-
arrotolati sulla nuca della donna. 4. aria sioni.
tra i giri del legno di un albero. 5. pro- cispujjo: ➝ cespujjo.
tuberanza che cresce su di un albero. 6. cista, s.f., cesta.
(fig.) sdrucciolone: ha pijjato na ~: te sè cistavìa, inter., voce per scacciare gatti.
fatto male?, hai inciampato, sei sdruc- cistifèllia, s.f., cistifellea, vescichetta
ciolato | adè ffacile a le cipólle, è nu membranosa situata sulla faccia infe-
struncicóne. riore del fegato, in cui si raccoglie la
cipollaro, s.m., 1. coltivatore di cipolle. bile.
2. (scherz.) persona che inciampa cisto, s.m., cesto || accr. cistóne: m’ha
spesso. fatto la capòccia cóme n ~, mi hai fra-
cipollina, s.f. coll., piantine giovani di ci- stornato di chiacchiere.
polla. citavècchja, top., Civitavecchia.
ciraso: ➝ ceraso. citavecchjése, s.m., ab. di Civitavecchia ||
circolétto, s.m., 1. cricca. 2. capannello di agg., civitavecchiese.
persone. citriòlo (rec.): ➝ cetróne.
cìrcolo quèstre, s.m., circo. citronata, s.f., fesseria.
circóne: ➝ cercóne1. citróne: ➝ cetróne.
circonnà, circunnà, v. tr., circondare. cittadino, s.m., 1. ab. del centro urbano.
circuìto, s.m., (rec.) percorso. 2. membro della borghesia.
circulà, v. intr., circolare. ciuccétto, sopr.
circulazzióne, s.f., circolazione: è sparito ciuccià, v. tr., 1. poppare. 2. (fig., scherz.)
da la ~ da quant’ha. bere vino.
circunnà: ➝ circonnà. ciuccianéspole, s.m., schiaffo.
circunnàrio, s.m., circondario. ciùccico: ➝ sùcceco.
ciribbignàccola: ➝ ciribbignòccola. ciùccio, s.m., 1. grumolo del carciofo. 2.
ciribbignòccola, ciribbignàccola, s.f., parte più interna e tenera del cespo di
(scherz.) testa. una pianta. 3. poppatoio di gomma. 4.
ciribbillì, incipit di formuletta di gioco in- crocchia di capelli || dim. ciuccétto.
fant. ciucciogrillo, s.m., treccia di capelli arro-
cirifìschjo, cerifìschjo, s.m., vinello fatto tolati sulla nuca della donna.
con le vinacce. ciucciuì, onom., imitazione del verso
cirignòlo, s.m., cestino per portare la ci- della civetta.
vetta di richiamo sul posto della caccia. ciucciumèlla: ➝ ciucciurummèlla.
cirillo, s.m., (scherz.) carne di maiale ciucciurummèlla, ciucciumèlla, s.f., cia-
cotta allo spiedo, che si mangia con il ramella.
Vocabolario
233

ciuchiticcì, ideof., imitazione del suono ciuffolòtto, s.m., 1. grosso rigatone, tipo
del tamburello. di pasta per minestre asciutte. 2. (fig.)
ciuco, agg., 1. piccolo: ~ di statura | ha individuo grasso e goffo. 3. (fig.) cre-
ffatto ll’òcchje ciuche cóme qquanno se dulone. 4. (fig.) schiaffo.
mbrïaca | (iron.) pòra ciuca, nun za ciuìtta: ➝ ciovétta.
mmanco ndó se métte l pane! (a falsa in- ciumaca, s.f., ragazza leggera || dim. ciu-
genua) | quel cristianóne c’ha na mano machèlla.
ciuca, de dònna | ciuca cóme la véccia ciurcinato: ➝ ciorcinato.
(rif. alle dimensioni dell’acino) | (iron.) ciurla, s.f., sbornia.
pòro ~, ce ll’éte la nònna? (a falso in- ciurlo, agg., ubriaco.
genuo) | n ométto ~ ~, piccolissimo | ciuvétta: ➝ ciovétta.
ll’ère ~!, quanto eri piccolo! | mdd. man ciuvile: ➝ ciovile.
quéllo ppiù cciuco!, detto per contro- ciuvittà, v. intr., civettare.
battere minacce (rif. al pène). 2. gio- ciuvitta: ➝ ciovétta.
vane: quann’èromo ciuche, èra cìveco, agg., (citt.) civico: la tórre cìveca
diferènte | te ce sa métte co ésso, per- cu ll’orlòggio.
ch’è cciuco | ce ggiocavamo da ciuche a civirtà, s.f., (citt.) civiltà.
bbùzzico | la surèlla più cciuca, minore clàvusola, s.f., (rec.) clausola.
|| vezz. ciucarèllo, ciuchétto. clavusura: ➝ cravusura.
ciucóne: ➝ ciocóne. clistière: ➝ cristère.
ciucoslavo: ➝ jjuguslavo. co, cu, cun, prep., con: dó vae ~ stu tèmpo?
ciufèca, ciofèca, s.f., 1. bevanda scadente | sémo sètte ~ ésso, lui compreso | fanno
(spec. vino), cerboneca. 2. (fig., dispr.) nòve ~ qquésta | ~ m pò de ggiórne fi-
persona incapace. nimo, entro alcuni giorni || cor, col, cul,
ciuffe ciuffe, s.m., (infant.) treno a va- coll’, cull’ (m. e f. sing. davanti a voc.),
pore. co la, cu la, co le, co li, cul, prep. art.,
ciuffè: ➝ scioffèrre. con il, con l’, con la, con i, con le, con
ciuffo, s.m., 1. copricapo di cuoio, termi- gli: cor càvolo! | col zu pà | sòrte cul vi-
nante con un cuscinetto imbottito a pro- stito bbèllo | cu la scala, ce riva | parte
tezione delle spalle, che i facchini coll’aroplano | la pijja co le mano | co
indossano quando trasportano la mac- le sasse | co li strónze | cul quatrine se fa
china di santa Rosa: sótto col ~ e ttutto | co n, co no, co na, cur una, cor
ffèrme! 2. (fig.) ciascun facchino che so- un, con un, con uno, con una: co n antro
stiene con ambedue le spalle la mac- | co n zómpo | co no strillo | co na bbòtta
china di santa Rosa: a cciuffo c’è l mi | cor un zarto | cur una curtellata.
fijjo, sta a ~ da anno. cóa, cóva (arc.), s.f., coda: (scherz.) pìj-
ciuffolà, v. tr., riferire || v. intr., 1. suonare jolo pi la cóa! | tira llà sta ~!, scostati! |
lo zufolo. 2. ronzare: me ciùffolono c’ha la ~ de pajja | c’ha la ~ nfarinata |
ll’orécchja, sènto ll’usso. (iron.) tu sta sèmpr’avante a ttutte cóme
ciùffolo, s.m., 1. piffero. 2. zufolo || dim. la ~ del zomaro | tir. scherz.: c’hae
ciuffolétto. 3. (fig.) pène: (triv.) co sto fame? tira la ~ al cane, che tte dà pan’e
~! (espr. di diniego) | (triv.) ~ a m buco, ssalame! c’hae séte? pisc’e bbéve! ||
pène. prov.: la cóva è la pèggio a scortecà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
234

coà: ➝ covà. còccuma, s.f., cuccuma, bricco || dim.


coàccio, s.m., covo di animale. coccumèlla, cuccumèlla, pentolino,
còca, s.f., cuoca || Forme: pl. còche. bricchetto.
còcca (a la), loc. avv., alla coque: me sa còce, còcia, v. tr., 1. cuocere: mettiva sù l
che staséra magno du òva ~ e bbasta. pignatto, pi ccòcia ll’acquacòtta | famo
còccia, s.f., 1. buccia di frutta e patate || na còsa còtt’e mmagnata, eseguita su-
dim. coccétta, cocciarèlla, buccia sot- bito | num métte tanta ròbb’a ccòce!,
tile. 2. involucro esterno erbaceo e cam- cerca di limitarti. 2. bruciare, seccare: l
panulato, che ricopre il pericarpo zóle fòrte la còce (rif. alla canapa) || v.
legnoso della nocciola. 3. buccia esterna intr., 1. scottare: attènte che la téjja
della castagna. 4. endocarpo legnoso di còce! 2. avere la temperatura corporea
nocciole, mandorle, noci. 5. guscio di alta: sto fijjo lo sènte cóme còce, c’ha n
uovo: magnava ll’òva co ttutta la ~. 6. febbróne || Forme: Ind. pres. 1 còcio; 4
guscio di tartaruga. 7. guscio dei piselli. cocémo; 5 cocéte; 6 còciono | impf. 1
8. pelle di pidocchio. 9. crosta di for- cocévo; 3 cocéva, cociva; 6 cocévano,
maggio. 10. crosta di pane. 11. cortec- cocéveno, cocévono | perf. 1 cocétte |
cia: ~ d’òrmo. 12. (fig. scherz.) testa: fut. 1 cociarò | Cond. pres. 1 cocerébbe
èsse de ~ tòsta, un testone | ~ bbrotoz- | Ger. cocènno.
zolósa, bitorzoluta | ~ sbillunga, di còcia: ➝ còce.
forma llungata | ~ tónna, rotonda | ~ a cociculo, s.m., pepe d’acqua, erba pepe
ccocózza, di forma allungata. (Polygonum hydropiper, P. persicaria
coccialìscia, s.m., (scherz.) calvo. L.), erba spontanea che punge: s’èra pu-
còccio, chjòccio (raro), s.m., 1. terracotta: lito l culo col ~.
n quartaroncèllo de ~. 2. reperto ar- cocinétto, s.m., piccolo sacco, ripieno di
cheologico di terracotta: ha ttròvo ma la vegetali, che i facchini mettono sulla
vigna du bbèlle coccétte. 3. ciascuno dei spalla, per proteggerla nel trasporto
pezzi in cui si rompe un oggetto fragile della macchina di santa Rosa.
|| pl. còcce, chjòcce, cocci: ha fatto cocino: ➝ cucino.
còcce! (detto al rumore di rottura di sto- cocinóne: ➝ cucinóne.
viglie) || dim. coccétto || prov.: chi cocióso, cucióso, agg., 1. diffidente. 2.
rróppe, paga, e l chjòcce sò li sui. permaloso: è ~, gne se pò ddì gnènte. 3.
còcco1, s.m., (vezz.) bambino prediletto: pignolo. 4. schifiltoso.
(iron.) pòro ~! || dim. coccarèllo. cocitrice, s.f., cucitrice.
còcco2, s.m., ovolo, tipo di fungo edule cocitura, s.f., cottura.
(Amanita caesarea Scop.). cocò, s.m., (infant.) regalino.
còccola, s.f., bacca dell’erba mora, che còco, s.m., cuoco || Forme: pl. còche.
veniva usata per pescare di frodo. cocommeraro, s.m., cocomeraio, vendi-
coccóna, s.f., 1. gallina che fa molte uova. tore di cocomeri.
2. bella ragazza. cocómmero, cocómmoro, s.m., 1. coco-
coccotè, s.m., coccodè, voce onom. che mero (Cucumis citrullus L.). 2. (fig.)
indica il verso della gallina, quando ha stupido.
fatto l’uovo || (d.) ~ ~, pijja l mónno cocommorara, s.f., superficie coltivata a
cóme viè. cocomeri: la ~ se fa n un terréno fòrte e
Vocabolario
235

ffrésco, l cocómmere vònno pòca acqua. 2. quantità di calcina contenuta nel gior-
cocómmoro: ➝ cocómmero. nello. 3. (fig.) ammaccatura. 4. (fig.)
cocózza: ➝ cucuzza. ceffone.
códa de tòpo, s.f., 1. lima a corpo di se- cofanà, v. tr., dare un ceffone.
zione rotonda, usata per allargare buchi. còfena: ➝ còfana.
2. coda di topo o fleolo (Phleum pra- còfeno, s.m., piccolo recipiente di legno.
tense L.), varietà di erba spontanea a fo- cògnacche, cugnacche, s.m., cognac.
glie allungate, dura, non edule. cognacchino, s.m., bicchierino di cognac.
códa, s.f., 1. germoglio: le códe de vitàb- còjja, còjje, v. tr., 1. cogliere: ~ ll’ulive cu
bia ce se fa la frittata. 2. (fig.) codazzo la scala, ~ le cerase, le bbrùgnele |
di persone. c’èra na scala di quélle chi ssi còjjeno
codàcchjo, cudàcchjo, s.m., sottocoda di ll’ulive | ll’uva è bbòna còrta e mma-
cuoio, finimento che passa sotto la coda gnata sul moménto | se la passa in còjje
dell’asino. le ròse, non ha voglia di lavorare | te la
codàccio, s.m. coll., (dispr.) insieme delle dae n ~ le ròse || ti la pijje n ~ li ròse, a)
piante basse di canapa: l ~ se scotolava (euf.) in culo; b) alla leggera. 2. colpire
a pparte. nel segno: mica c’ha ccòrto pi gnènte ||
codarizzo, s.m., codrione, parte inferiore mdd. nun tira, si nun còjje (di persona
della colonna vertebrale di uccelli e abile che mira a fare il proprio interesse)
polli. | ~ n castagna, cogliere sul fatto, sor-
codaróne, coderóne, s.m., 1. coccige, ul- prendere | se tte ce còjje l patróne ma la
tima falsa vertebra della spina dorsale vigna, te fa bbèllo, ti picchia di santa ra-
(di uomo e di animale): è ccascato ch’a gione. 3. afferrare: mdd. ~ la pall’al
mmoménte se spaccava l ~. 2. codrione, barzo, sfruttare un’occasione propizia ||
parte inferiore della colonna vertebrale còjjesela, v. intr. pron., andarsene: ve la
di uccelli e polli. cojjéte? | cojjétevela, bbèlle! | me la sò
codata, s.f., colpo dato con la coda. ccòrta, sò ito via || Forme: Ind. pres. 1
códeca: ➝ cótica. còjjo; 4 cojjémo; 6 còjjono | impf. 1 coj-
codechino, s.m., cotechino. jévo; 6 cojjévono, cujjéveno| perf. 1 coj-
coderóne: ➝ codaróne. jétte; 3 còrze | fut. 1 cojjarò | Cong.
codétta1, coétta, s.f., 1. cutrettola (Mota- impf. 3 cojjésse | Cond. pres. 1 cojje-
cilla alba L.). 2. (fig.) ragazza civet- rébbe | P. pass. còrto.
tuola. cojjame, s.m., cuoiame.
codétta2, s.f., mensola situata nella parte còjje: ➝ còjja.
posteriore del carro a due ruote trainato cojjino, s.m., chi coglie sempre nel segno.
da vacche. cojjitura, s.f., azione di spiccare un frutto
códica: ➝ cótica. dal ramo.
codicòzzo, s.m., codirosso (Phoenicurus cojjómbele, cojjómmele, cojjómmere,
phoenicurus L.). s.m. pl., (euf.) coglioni.
codino, s.m., coda del suino. cojjómmele: ➝ cojjómbele.
coétta : ➝ codétta1. cojjommerà, cujjommolà, v. tr., (euf.)
còfana, còfena, s.f., 1. giornello, truogolo minchionare: mi cujjommolate? | mi
con due manici, per portare la calcina. cojjómmere!, mi minchioni!
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
236

cojjómmere: ➝ cojjómbele. coliciste, s.f., colecistite.


cojjonà, cujjonà, v. tr., minchionare: di- colistiròlo, s.m., (rec.) colesterolo.
céte davéro o cci cujjonate? | cojjóna l còlla cervióne, s.f., cervona, colla cer-
cièche, mica dòrme lue!, è un furbone | viona.
n ce stat’a ccréda! v’ha ccojjonato | ma còlla, s.f., 1. calce grassa per rifinire l’in-
n ve fate ~!, non dite sciocchezze! || me tonaco. 2. terzo ed ultimo strato sottile
cojjóne!, inter., figurati!; davvero? dell’intonaco, fatto con calce molto
cojjóna, s.f., donna ingenua: adé ppròpio ricca.
na cojjóna. collana1, cullana, s.f., 1. collana || dim.
cojjonàggene ➝ cojjonàggine. cullanina. 2. collare del cane.
cojjonàggine, cojjonàggene, s.f., min- collana2, s.f., collare di legno o di cuoio
chioneria. del campano.
cojjonatóre, s.m., chi deride altri. collarina, s.f., 1. misura scarsa, spazio
cojjonatura, s.f., canzonatura, beffa. vuoto di un paio di centimetri lasciato
cojjóne, s.m., 1. testicolo: co li cojjó te lo dall’oste nella misura da vino, servendo
fò, nemmeno per sogno | co sti cant’e il cliente | fà la ~, rubare sulla misura
cco sti sòne c’éte rótto li ~, ci avete an- dei liquidi: c’ha ffatto la ~ (rif. al vi-
noiato. 2. (fig.) minchione || dim. coj- naio). 2. sorta di lungo salame.
joncèllo || prov.: tira llà ttrentòtto mijja, collaro, s.m., collare di legno o di cuoio
gran cojjó chi sse la pijja | l più ccoj- del campano.
jóne, pòrta l Cristo e l lanternóne | collato, agg., (ant.) decollato: san Giovan
ll’óra del cojjó passa per tutte. ~, n. di una chiesa di Víterbo.
cojjonèlla, cujjonèlla, s.f., canzonatura, collazzióne, cullazzióne, s.m., 1. primo
beffa: strolecò na ~ man quell’altro | li pasto del mattino. 2. pasto antimeri-
dà la ~, li dà dda fà, gli dà la baia | ti la diano estivo degli operai agricoli: vèrzo
pijje tutto n ~ tu, alla leggera | lo dice pe le nòve se facéva ~, ròbba cucinata se
~, per scherzare. magnava.
cojjonerìa, s.f., 1. minchioneria. 2. grossa collèggio, cullèggio, s.m., 1. collegio: lu
sciocchezza. manna n ~ l fijjo. 2. (gerg.) carcere.
cóla, s.f., panno usato come colatoio per il còllo, s.m., 1. collo: pijjà ppil ~, afferrare;
latte munto: la ~, s’addòpra na téla prestare denaro a forte usura | tené n ~,
rada. tenere in grembo | tirà l ~, strozzare || ~
colà, v. tr., colare. (a), loc. avv., sulla parte anteriore: ca-
colatìccio, s.m., orina di vacche nella ricà l carrétto ~ || ~ stòrto (a), loc. avv.,
stalla: ne le concimare c’èra l ~. con profondo rimpianto: morí ~. 2. ba-
colcasse: ➝ corcasse (vd. corcà). vero. 3. (fig.) biforcazione della pianta
còleca, s.f., colica: li s’è pprésa na ~ de di canapa.
quélle da tòrcese. collòchjo, cullòchjo, s.m., (citt.) collo-
colèra, culèra, s.m., 1. colera. 2. (fig.) fe- quio.
tore. collotòrto, s.m., ipocrita.
colèstro, s.m., colostro, primo liquido che cologgìa, s.f., (rec.) ecologia.
fuoriesce dalle mammelle dopo il parto cològna, s.f., colonia: li mannàvono n ~
e serve a purgare il neonato. li fijje.
Vocabolario
237

colònna, culònna, s.f., 1. colonna. 2. pa- combattuto, cummattuto, agg., che ri-
rallelepipedo di peperino, messo a ca- chiede molto lavoro: la cànepe è ccom-
posaldo del filare. 3. palo di castagno battuta.
verticale della pergola: a ppiantà la ~ combenà: ➝ combinà.
co na caravina, bbisògna fà pprima la combinà, combenà, cumbinà, cumminà,
guida co la furcina || dim. culunnétta. v. tr., 1. combinare: ~ l pangrattato, il
colonnétta, s.f., 1. tavolino da notte. 2. fidanzamento dei figli. 2. convenire il
ciascuno dei pezzi perpendicolari posti prezzo: ~ la ròbba | cumminònno na
a intervalli nelle sponde del carro || pl. cèrta sómma || v. intr., 1. darsi il caso. 2.
colonnétte, elementi verticali in rilievo, accordarsi: volémo ~? || cumbinasse, v.
che decorano la superficie esterna del intr. pron., combinarsi: te sè cumbinato
bicchiere nella parte inferiore: a li fijje l pròpio male || Forme: Ind. perf. 4 cum-
vino se mettéva fino a le ~ del bicchjère minàssemo; 6 cumminònno || Ger. cum-
|| le colonnétte, top. interno. binanno.
colorà, culorà, culurà, v. tr., colorare. combinazzióne, cumbinazzióne, s.f., 1.
colóre: ➝ culóre. indumento intimo femminile, sottove-
colorì, culorì, v. tr., colorire || v. intr., in- ste. 2. coincidenza, circostanza fortuita:
vaiare: l grano colorisce, pijja colóre, lu vedéte li ~? | pe ~, per caso.
pijja colór d’òro. combrìcquela, cumbrìcquela, s.f., com-
coltrina, cortrina, cultrina, s.f., aratro briccola.
leggero di ferro ad un’ala: coltrina a na cóme, cume, cong., 1. come: ~ qquanno
tàvala | quélle coltrinucce che llavórono che n ce fusse, come se non ci fosse |
da na parte sóla, se ggirava ntòrno, na quélla bbucata cóm’è cch’è ggialla?,
vòrt’a ddèstra, na vòrt’a ssinistra || dim. come mai | cum’è?, cóme mmae?, come
coltrinèlla, coltrinùccia. mai? | ~ chi ssia, come sia. 2. appena:
colubbrina (a), columbrina (a), loc. avv., cóm’arriva, ce lo dico, appena giunge
in posizione prona, bocconi (rif. al glielo dico.
coito). còmeca, s.f., scena comica.
columbrina (a): ➝ colubbrina (a). còmeco, agg., comico.
comannà: ➝ commannà. comencià: ➝ incomincià.
comannante, commannante, cumman- comèra: ➝ gomèra.
nante, s.m., comandante. còmido: ➝ còmmedo.
comanno, commanno, cummanno, s.m., comincià: ➝ incomincià.
1. comando. 2. incarico. 3. avviso mat- comìncio, cumìncio, incomìncio, s.m.,
tiniero, gridato lungo le strade dall’aiu- principio, inizio: è al ~ di sta via | lo lèg-
tante della fornaia, per invitare le donne gio mèjjo dal comìncio | sul ~ me pa-
a preparare il pane per la cottura nel réva mèjjo, all’inizio.
forno a legna. commacià: ➝ combacià.
combacià, commacià, cumbacià, v. intr., commannà, comannà, cumannà, cum-
aderire, combaciare, di due oggetti: la mannà, v. tr., 1. comandare: n ze sa cchi
pèlle déve ~ coll’antra pèlle (dell’inne- ccomanna, è ttutta n’anarchia | e cche
sto) | la tavolétta se métte a ~. ssèe la portatóra, che ccommanne?
combattiménto: ➝ commatteménto. (con bisticcio con commannà, 2) | (d.)
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
238

chi ss’arza primo, cummanna | nun te fa massa di tèmpo p’ammaestrallo. 2. trat-


cummannà da la mójje! | fa le còse tare: co sti fijje n ce se commatte | io n
cóme Cristo cumanna, a modo | mdd. ce sò ccommatte co la tu mà. commàt-
commanna cóme l due de bbrìscola, tece tu!
quanno c’è ll’asso n tàvola, non co- commatteménto, combattiménto, com-
manda nulla, è privo di autorità || prov.: mattiménto, cummattiménto, s.m., 1.
chi ccomanna, fa llégge | cummanna e cura. 2. lavorazione paziente: (antifr.)
ffà dda té, sarae servito cóme n ré. 2. adè n ~ de gnènte! | l ~ c’èra tanto co
passare per le strade ad avvisare le la cànepe.
clienti di preparare il pane casalingo per commattiménto: ➝ commatteménto.
la cottura nel forno a legna: la furnara commedetà: ➝ commodità.
éva mannato la portatóra a ~ | la por- commedézza, comodézza, s.f., comodità:
tatóra annava a ccommannà. la prima ha da spettà ssèmpre le comodézze sue
vòrta che ppassava, strillava: è óra, ar- | stae a le commedézze de tutte, si stae a
zàteve! | a mà, è ppassata la portatóra, vvéde.
ha llassato la frasca ma la pòrta. ha commèdia, cummèdia, s.f., 1. commedia:
ccommannato ch’éte da fà l pane a le fà la parte n ~, finge. 2. scena comica:
quattro || Forme: Ind. pres. 2 comanne; è ttutta na ~ | che ccummèdia! 3. fin-
3 comanna, commanna, cumanna, cum- zione: fa ccèrte commèdie! | fa n zacco
manna; 4 comannamo; 6 cummànneno de commèdie, di storie.
| impf. 3 comannava | Imper. 2 cum- còmmedo, còmido, còmmido, còmmodo,
manna | P. pass. commannato. còmodo, s.m., comodo: se tte fa ccòm-
commannaménto, cumannaménto, s.m., mido, vacce! | ha da stà ssèmpre a li su
comandamento, precetto religioso. còmmide | n’ariparlarémo a ccòmmido,
commannante: ➝ comannante. in occasione opportuna | fàtelo a ccòm-
commannato, agg., comandato: le fèste modo vòstro, quando vi aggrada || prov.:
commannate, di precetto. chi cc’ha l còmodo e nun ze ne sèrve,
commanno: ➝ comanno. non tròva confessóre che ll’assòrve ||
commare, cummare, s.f., 1. comare: agg., 1. comodo: nzómma la vacca èra
commà, ògge nu lo facéte l bròdo? (in- ppiù ccòmmeda | se la pijja còmmeda.
vito del macellaio a comprare la carne) 2. di taglia più grande, di indumento: sto
| mdd. fà l giro attórno a la ~, seguire vistito me sta ~. 3. chi fa le cose con len-
un cammino tortuoso. 2. madrina. tezza: n cristiano ~ | quelue è na per-
commarùccia, cummarùccia, s.f., fi- zóna còmmoda, non si affretta || dim.
glioccia || (infant.) ggiocà a le comma- (scherz.) comodino.
rucce. commétte, cummétte, v. tr., commettere:
commatta: ➝ commatte. cummìseno l piccato || Forme: Ind. perf.
commatte, commatta, cummatta, v. tr., 3 cummise.
combattere || v. intr., 1. prendersi cura: commidità: ➝ commodità.
mica pò commatt’a ffà sto lavóro | la còmmido: ➝ còmmedo.
vacca, quarcuno che cce sapéva ~, ce commitato, s.m., (citt.) comitato.
ll’éva | è n’óra sana chi sta a ~ | n ci commitiva, s.f., comitiva: li piace de
cummatte ppiù | c’hò ccummattuto na stà n ~.
Vocabolario
239

commìzzio, cumìzzio, s.m., comizio. compagno, cumpagno, s.m., 1. compa-


commodetà: ➝ commodità. gno. 2. appartenente ad un partito della
commodino1, s.m., (scherz.) individuo sinistra: (chiapp.) “~!”, “tu llavóre e io
compassato: è n ~, n ze la pijja. magno!” || dim. cumpagnétto, compa-
commodino2, commudino, s.m., tavolino gnùccio || agg., uguale: sta sèdia è
da notte. ccompagna a la tua.
commodità, commedetà, commidità, companàteco, cumpanàteco, cumpanà-
commodetà, s.f., comodità: vò métte? li tico, s.m., companatico: magnà ppan’e
~ chi cci sò adèsso è n’antra còsa. ccompanàteco.
còmmodo: ➝ còmmedo. companaticà, v. tr., mangiare con pane:
commòva, commòve, cummòva, cum- toccava companaticàsselo quel pezzétto
mòve, v. tr., commuovere: cummuvé- de cìccia | magnavamo n tòzzo di pane,
veno ll’ànema a ssentille || commòvese, pi ccompanaticà ddu frascarèlle.
cummòvese, v. intr. pron., commuo- comparanza, cumparanza, s.f., 1. com-
versi: s’èra cummòsso. paratico: fà ccomparanza co uno. 2. al-
commòve: ➝ commòva. leanza.
commudino: ➝ commodino2. compare, cumpare, s.m., 1. amico, com-
commugnóne, cummignóne, s.f., comu- pagno: lu disse mal cumpar Pèppe |
nione, sacramento dell’eucaristia: fà la gràzzie, cumpà! | salute, compà! 2. pa-
~, ricevere la comunione || ~ (a), loc. drino di battesimo: jj’ha ffatto da ~ ma
avv., al massimo grado: pijjà na la fijja | sémo compare, siamo legati da
sbòrgna ~, solenne, ubriacarsi fino a vincolo di comparatico || prov.: col ~ e
perdere conoscenza. la commare, si pò ffà quel chi li pare.
communa, s.f., (arc.) municipio. comparétto, comparùccio, cumparùccio,
communale, cummunale, agg., comu- s.m., figlioccio.
nale. comparì: ➝ accumparí.
commune, cummune, s.m., 1. comune. 2. comparùccio: ➝ comparétto.
municipio: piazza dil ~ || agg., comune. comparza, cumparza, s.f., 1. comparsa:
communèlla, s.f., comunella. ce sta llì ppe ccumparza (di persona
communicà, v. tr., 1. comunicare. 2. im- poco utile). 2. breve apparizione: ha
partire la comunione || communicasse, ffatto ggiusto la ~ e ppò è ito via.
v. intr. pron., comunicarsi. compatì, cumpatì, v. tr., compatire: se vò
communista, agg., comunista. ffà ccumpatì da li ggènte || Forme: Ind.
communità, s.f., comunità. pres. 1 compatìscio; 4 compatimo.
comò, cumò, s.m., comò, canterano: mdd. compatto, agg., senza interruzione, senza
méttelo sul ~, falle dì dde sì e nnò | ll’ha aperture: m muro ~ pi qquant’è llungo.
mmésso sul ~ di Bbertòllo, alla rinfusa, compenzà, cumpenzà, v. tr., compensare
dove capita | e qqué cch’adè, n ~? || Forme: Ind. fut. 3 cumpenzarà.
comodézza: ➝ commedézza. compènzo, cumpènzo, s.m., compenso.
còmodo: ➝ còmmedo. compèta, compète, cumpète, v. intr., com-
compagnìa, cumpagnìa, s.f., 1. compa- petere: num me sènto di méttem’a ccom-
gnia || prov.: in ~ prése mójje n frate. 2. pète cu ésso! | n te ce métt’a ~ cu
confraternita. qquelòro!
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
240

compète: ➝ compèta. cómprita: ➝ cómpreta.


còmpeto, quómpeto (ant.), s.m., 1. com- compromésso, s.m., 1. contratto di matri-
pito scolastico: Llàvora, ll’ha fatto l ~?, monio firmato in Comune. 2. contratto
Laura, hai fatto il compito? 2. funzione, preliminare di vendita || agg., (scherz.)
incarico. permesso: adè ~?
cómpie, cumpì, v. intr., (citt.) compiere: comprométte, v. tr., compromettere ||
cumpìsciono l miràquelo più bbèllo || comprométtese, v. rifl., 1. compromet-
Forme: Ind. pres. 6 cumpìsciono | fut. 2 tersi: làssate pèrde, ve voléte ~? 2. chie-
compiarae. dere ufficialmente in fidanzata.
compóne, v. tr., 1. comporre. 2. disporre cónca, nell’espr.: dà la cónca, dare leg-
in ordine: ~ la bbucata nel ziro. geri strattoni alla corda dell’aquilone,
comportà, v. tr., sopportare: lo compòrta per farlo salire più in alto: dajje la ~!,
bbène l compare (rif. al vino) || com- dalli cónca!
portasse, v. intr. pron., comportarsi: concalla, s.f., fermentazione: fà la ~ (rif.
comportàmese m pò cóme se déve! al letame).
comprà, cómpra, crompà, v. tr., com- concallasse, v. rifl., 1. surriscaldarsi:
prare: cómprele!, comprali! | cómpre- tòcca sfallo ggiù e ddajje ària, se sse
celo mal fijjo! | bbà, me la crómpe la concalla (rif. al fieno ammucchiato) |
fièra? (rif. ai dolciumi e alla frutta secca sto càcio s’è cconcallato. 2. avere
in vendita) | quelue lo cómpra chi no lo un’infiammazione, un’intertrigine do-
conósce (di persona inaffidabile) | t’ha vuta a strofinio.
dda ~ chi n ti conósce, puoi ingannare concallato, agg., 1. di cibo cotto male. 2.
solo chi non ti conosce | mdd. annà a ~ di letame fermentato. 3. surriscaldato. 4.
l lardo dal gatto, trattare con un avaro | affetto da un processo infiammatorio.
ndu ll’éte crómpe? || Forme: Ind. pres. 2 concassè, cuncassè, s.m., macchina per
crómpe; 4 compramo | impf. 6 comprà- stritolare sassi.
vono | perf. 1 crompò, comprò | P. pass. conchijja, cunchìllia, s.f., conchiglia.
cómpro, crómpo. concià, v. tr., 1. vagliare: l grano cóncio
cómpra: ➝ comprà. adè ggranito | le conciàvono col cor-
compravénnita, s.f., compravendita. vèllo l faciòle | mdd. io cóncio a ttutte li
compreanno, s.m., compleanno. vènte, me la cavo sempre. 2. sottoporre
còmprece, s.m., (citt.) complice. pelli alla concia. 3. (fig.) ridurre in cat-
compreménto: ➝ compriménto. tivo stato: lo cóncia pi le fèste, si lo
comprendògno, s.m., comprendonio. chjappa || Forme: Ind. pres. 1 cóncio; 6
comprènne, v. tr., (citt.) comprendere. cónciono | impf. 6 conciàvono | P. pass.
comprèsso (nel), loc. avv., nel complesso. cóncio.
cómpreta, cómprita, s.f., acquisto di bene cóncia1, s.f., anello di cuoio di bufalo, at-
immobile. taccato sul giogo.
compriménto, compreménto, cumplimén- cóncia2, s.f., vagliatura del grano.
to, cumpriménto, s.m., 1. complimento: cóncia3, s.f., conceria: e ssì, a Vvetèrbo
nu stat’a ffà ccompriménte! | senza tante c’èreno pure li cónce.
cumpriménte, ce lo dìssono d’annà vvia conciatóre, s.m., persona che vaglia il
| ll’aricambiò l ~. 2. regalino. grano.
Vocabolario
241

conciatura, s.f., 1. vagliatura del grano. confónna: ➝ confónne.


2. residui della vagliatura. confónne, confónna, cunfónna, v. tr., 1.
concimà, cuncimà, v. tr., concimare. confondere: n te fà cconfónne da li
concimara, s.f., (raro) concimaia, leta- chjàcchjere! | tanto, l baccalà si cun-
maio. fonnéva la puzza cun quélla di lòro (rif.
concime, cuncime, s.m., 1. (rec.) letame. ad un gruppo di donne mestruanti) | (d.)
2. concime chimico. non confonnémo ll’òro coll’ottóne! 2.
cóncio, agg., lavorato, scolpito: piètra intrattenere: cunfonnéva li nipóte co ddu
cóncia. bbrifàcole sótt’al cammino || confón-
conclude: ➝ cunclude. nese, cunfónnese, v. intr. pron., 1. con-
concolina, s.f., catinella. fondersi: se va a ~ pròpio co ésso | n te
concórre, v. intr., concorrere. ce cunfónna cu qquéllo!, non dargli
concòrzio, cuncòrzio, s.m., 1. consorzio, ascolto! 2. immischiarsi || Forme: Ind.
società. 2. consorzio agrario. pres. 4 confonnémo; 6 cunfónnono |
concórzo, s.m., concorso. impf. 3 cunfonnéva | Ger. cunfonnènno.
concrude: ➝ cunclude. confórme, avv., 1. conformemente. 2. a
concrusióne, cuncrusióne, s.f., conclu- seconda.
sione. confuso, cunfuso, agg., 1. indisposto. 2.
condì: ➝ acconnì. confuso.
condojjanze, s.f. pl., condoglianze: c’è confusonièro, s.m., confusionario.
dda falle le ~ pi la mòrte de la su mà. congrèca, s.f., congrega.
conduce, cundùcia, v. tr., condurre. conijjara, cunijjara, s.f., conigliera.
condumigno, s.m., (citt.) condominio. conijjo, cunijjo, s.m., coniglio: ~ a ppor-
condutto1, cundótto, p. pass. e agg., (raro) chétta | ~ a bbujjóne, cotto nel tegame ||
condotto: l mèdeco ~. dim. conijjétto, cunijjùccio || pl. cunijje,
condutto2, s.m., condotto, tubo entro il conigli, coniglie.
quale scorre un liquido. connètte, v. intr., connettere, ragionare:
confessionàrio, cunfessionàrio, s.m., nun connètte ppiù.
confessionale. connì: ➝ acconnì.
confettasse, v. intr. pron., asciugarsi: la conniménto: ➝ acconniménto.
cicòria se métt’a bbagno, pò seccata ne conòcchja, s.f., 1. rocca per filare. 2. ar-
m pòsto frésco, se finisce de maturà l gano, sorta di tamburo in ferro o legno
zéme. casca più ffacile, quann’è ccon- a quattro braccia per sollevare terra o
fettata. acqua dal pozzo.
confètto, cunfètto, s.m., confetto: quanno conósce, conóscia, cunósce, cunóscia, v.
le magnamo sti confètte?, quando vi tr., 1. conoscere: ha ddétto che tte vò
sposate? || prov.: l confètte nun zò ffatte cconóscia | nu lo dà cconóscia, non lo fa
pil zumare. trasparire | sènza dallo a ~, senza farsi
confidenzióso, agg., che si prende fami- notare | ma cchi tte conósce? ma
liarità: n’èssa tròppo ~ cu qquélle ppiù ch’adae?, che vuoi? | nu strillà, n te fà
ggranne! cconósce sèmpre! | lèi lo conósca?,
confido, s.m., (lat. eccl.) Confiteor. (ipercorrettismo) lo conosce? | nun cu-
confino: ➝ cunfino. nósceno ppiù mma gnuno | mi pare prò-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
242

pio da cunóscelo quell’òmo | lo conó- contentà: ➝ cuntentà.


scio e ccóme! || prov.: pe cconóscia na contentasse: ➝ cuntentasse (vd. cun-
bbòna pèzza, ce vò m bòm mercante | l tentà).
più conósce l méno. 2. distinguere || contentino: m’ha ddato l ~, (antifr.) m’ha
prov.: dal pélo se conósce la bbèstia || sgridato.
cunóscese, v. intr. rifl. recipr., cono- contènto, cuntènto, agg., contento: lu fa
scersi: c’èra na dònna chi ssi cunuscé- ccontènt’e ccojjonato | va, quanto ride!
vemo || Forme: Ind. pres. 1 conóscio; 2 è ccuntènto d’èsse nato (iron., detto a
conósce; 4 conoscémo, cunoscémo; 6 chi ride con facilità) | cuntènto ésso,
conósciono, cunósceno, cunósciono | cuntènte tutte | tutte cuntènte nun zi pòle
impf. 1 conoscivo, cunuscévo, cunu- èssa mae | ~ cóme na Pàsqua.
scivo; 3 cunuscéva, cunuscìa, cunu- continüà, continuvà, v. tr., continuare.
sciva; 4 cunuscévemo; 6 conoscévono, continuvà: ➝ continüà.
cunuscéveno, cunuscìveno | perf. 1 co- cónto: pe ccéna fò ddu faciòle de ~, un
noscì, cunuscì; 2 conoscéste; 4 cono- piatto di fagioli | fà l ~ del grano | ha
scéssemo; 6 conoscinno, cunuscinno | ffatto l cónte, i conti | quanno vèn’a
fut. 3 cunosciarà | Cong. impf. 6 cunu- ccasa, famo li cónte (minaccia ad un
scésseno | Cond. pres. 2 cunusciaréste | bambino) | fa ccónto!, poni il caso, per
P. pass. cunusciuto | Ger. conoscènno. esempio | fatte ~ che llue vène e cchjàc-
conóscia: ➝ conósce. chjera, supponi | na spècie de fatte ~,
conquìbbusse, s.m., (citt.) denaro: ce qualche cosa di simile | lavorà pe
manca l ~. ccónto suo, per proprio conto, da solo ||
conquilino, s.m., (citt.) coinquilino. dim. contarèllo, conticino || prov.: a la
conquinquerà, v. intr., (scherz.) andare a fine di li cónte, s’arimane tutte tónte |
genio. chi ffa li cónte sènza ll’òste, li fa ddu
contà, v. tr., contare || Forme: P. pass. vòrte | gni ~ tórna a bbòn ~ | bbèlla
cónto. ostéssa, ~ caro.
cónta: fà la ~, contare a chi tocca in un contòrcese, v. rifl., contorcersi.
gioco | famo la ~ da per té: chi è ll’ùr- cóntra, prep., contro: tutte ~ lue stàvono.
timo, acchjappa. contrabbanno, contabbanno, cuntrab-
contabbanno: ➝ contrabbanno. banno, s.m., contrabbando.
contadino, cuntadino, s.m., 1. agricoltore. contrabbatta, v. intr., controbattere.
2. coltivatore diretto residente in cam- contraggiro, controggiro, s.m., percorso
pagna || dim. cuntadinèlla || prov.: cun- inverso; aggiramento: li féciono l ~.
tadino, scarpe gròsse e cciarvèllo fino. contràlio, cuntràlio, agg., contrario:
contaggire, s.m., (rec.) contagiri. passa da la parte cuntràlia di la strada
cònte, s.m., conte: (mdd. scherz.) me pare di casa || s.m., la cosa opposta: ava-
l ~ da le bbrache ónte (rif. a chi si dà rèbbe da èssa l ~.
arie eleganti). contrària: ➝ cuntrada.
contemprà, cuntemplà, cuntemprà, v. tr., contravenzióne, cuntravinzióne, cuntra-
contemplare. vizzióne, s.f., contravvenzione: la guar-
contenésse, v. rifl., comportarsi: nun zò dia li fa ~, gli intima una con-
mmanco io cóme m’hò dda contené. travvenzione.
Vocabolario
243

contrèrea, s.f., artiglieria contraerea. venire || Forme: Ind. pres. 3 cunvène |


contribbuì, v. intr., contribuire. perf. 3 cunvénne.
controbbasso, cuntrabbasso, s.m., con- convince: ➝ convéncia.
trabbasso. convìncia: ➝ convéncia.
controbbuffètte, s.m., (ant.) controbuffè. convive, v. intr., (citt.) convivere.
controcambià, v. tr., contraccambiare. convojjà, v. tr., (citt.) convogliare, inca-
controcàzze (co le), loc. avv., (triv.) coi nalare.
fiocchi. convurzione, s.f., convulsione.
controfattura, s.f., procedimento per convurzo: ➝ cunvurzo.
rompere un incantesimo. conzacrà, cunzacrà, cunzagrà, v. tr., con-
controggiro: ➝ contraggiro. sacrare.
controimpòsta, s.f., paletto di riferimento conzegnà, cunzegnà, v. tr., consegnare.
posto, oltre al segnale, per traguardare conzentì: ➝ acconzentì.
un campo. conzènto: ➝ cunzènto.
contropélo: va llà che tte fa ppél’e ccon- conzervà, cunzervà, v. tr., conservare ||
tropélo (espr. di minaccia). Forme: Ind. pres. 6 conzèrvono.
contropéso, s.m., contrappeso: ce fa dda conzèrva, s.f., 1. concentrato di pomo-
~. doro. 2. vino lasciato volutamente in
contropòsta, s.f., paletto di riferimento piccola quantità sul fondo della botte,
posto, oltre al segnale, per traguardare per impedire che si secchi il legno. 3. ci-
un campo: pijjà la ~ p’annà ddritto | l sterna. 4. luogo più profondo della can-
bifórche addrizzàvono co la ~. tina.
contróra, s.f., (ant.) suono serale della conzervóne, s.m., grande cisterna.
campana. conzidarà, cunzidarà, cunziderà, v. tr.,
controsènzo (a), loc. avv., in senso in- considerare: cunzidarata la situazzióne
verso. | conzidarato ppure chi gni famijja, la
controstrada, s.f., percorso inverso; ag- mìnima, c’èreno quattro fijje.
giramento: vène!, li famo la contro- conzijjà, cusijjà (ant.), v. tr., consigliare ||
strada. conzijjasse, cunzijjasse, v. intr. pron.,
controveléno, s.m., antidoto. consigliarsi: prima de décide, ésso se
controvòjja, avv., controvoglia: magna conzijja sèmpre cu la mójje || prov.: cun-
sèmpre ~. zìjjete co la mójje e ppòe fa ccóme te
convaliscènte, s.m., convalescente. pare.
convaliscènza, s.f., convalescenza. conzijjère, s.m., consigliere: ~ commu-
convéncia, convince, convìncia, cunvén- nale | èra ~ di la bbanca.
cia, cunvìncia, v. tr., 1. convincere. 2. conzijjo, cunzijjo, cusijjo (ant.), s.m.,
sconfiggere: n te lassà cconvince dal consiglio: compà, dàteme n conzijjo! |
male! (dalla malattia) | ll’ha cconvinto l ~ cummunale | (d.) num me date cun-
vino (di un alcolizzato). 3. vincere: nun zijji, che ssò sbajjà dda sólo! || prov.: la
ve facéte ~ dal zònno! || Forme: Ind. nòtte pòrta cunzijjo | pijja ~ e ppó fà
pres. 3 cunvince | perf. 3 convénze, cun- ccóme te pare.
vinze | P. pass. convinto, cunvinto. conziste, cunziste, v. intr., consistere.
convenì, cunvenì, cunvène, v. intr., con- conzolà: ➝ aricunzulà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
244

conzòleda, conzòlida1, s.f., consolida cattivi soggetti ambedue | te le dò a ~ a


maggiore (Symphytum tuberosum L.), ~ fin’a cche devèntano dìspare (di
erba dai bulbi appiccicosi, che nasce ac- busse) | vanno a ~ a ~ cóme l frate | van-
canto ai fossi, usata come impacco per n’a ~ cóme l carbignère: uno sa llègge
distorsioni: la ~ adè ccóme na spèce la e uno sa scriva | le panfille lavoràvon’a
spinace. ~ (di due vasche per la canapa situate
conzòlida1: ➝ conzòleda. vicine tra loro) | sò dde ~, sono fratelli
conzòlida2, s.f., consolle. gemelli. 2. pagnotta allungata di pane da
conzomà, conzumà, cunzumà, v. tr., 1. 2-3 kg.: la ~ è sbillunga.
consumare. 2. logorare: conzumarà ddu coppiòla, cappiòla1, s.f., 1. due solchi ac-
para de carzón’all’anno || Forme: Ind. coppiati. 2. (arc.) interfilare di 1 mt. di
perf. 6 cunzumònno | fut. 3 cunzumarà larghezza in vigna promiscua. 3. (arc.)
|| P. pass. cunzumato. due filari posti alla distanza di 1 mt.
conzumà: ➝ conzomà. coppióne, s.m., 1. duplicato. 2. scalciata
conzumato, agg., deperito, magrissimo. sferrata da un animale con ambedue le
conzurtà, v. tr., consultare || conzurtasse, zampe posteriori: l zumaro li détte l ~. 3.
v. rifl. recipr., consultarsi: se conzur- rotolo di carne di vacca cotta al forno.
tòrno fra di lòro. coppóne, s.m., rotolo di carne di vacca
copèllo: ➝ cupèllo. cotta al forno.
coperativa, s.f., cooperativa. coprì, cropì, cuprì, gròpe, gropì, groprì,
copertina: ➝ cupertina. guprì, v. tr., 1. coprire: gropéteve la fàc-
copèrto: ➝ gupèrto. cia! | ~ l fòco dòppo cena, coprire con la
copertóra: ➝ cupertóra. cenere || còpre e non còpre, loc. avv.,
còppa1, s.f., (rur.) misura di capacità per quasi a livello. 2. (fig.) parlare con di-
aridi, pari a 26-28 kg. screzione, per non scandalizzare o im-
còppa2, s.f., soppressata; salume da affet- paurire. 3. superare con la voce: a Pè, e
tare, fatto con carni cotte e pressate mmó ttu ccòpre man tutte, te sènte tu
della testa del maiale: sè bbòno ggiusto ssólo, canta piano nò! || coprisse, grò-
pe la ~, sei un buono a nulla. pese, v. rifl., coprirsi: se gropéveno sù ||
coppale, s.f., copale: s’è ffatto le scarpe Forme: Ind. pres. 2 còpre; 4 coprimo |
de ~ e la muta nòva. perf. 6 gupèrzero | Ger. coprènno.
còppe, inter. (pronunciata al gioco del coprifòco, cropifòco, s.m., coprifuoco: l
tressette o della briscola, gettando una tedésche éveno mésso l ~.
carta di quel seme): “~!” “chi cce nn’ha coprimisèrie, s.m., (scherz.) soprabito.
ppòche e cchi cce nn’ha ttròppe!” corallina, s.f., tipo di salame a grana fina.
coppetèllo, coppetéllo, s.m., pianta spon- corallino, s.m. e agg., fagiolo a corallo.
tanea dalle foglie grasse, non identifi- corallo: ➝ curallo.
cata: l ~ fa nne le fratte ùmmide. coratèlla, s.f., 1. interiora di abbacchio. 2.
s’addòpra pe li duróne, per curare le (scherz.) cuore. 3. (fig.) sentimento: mi
callosità. sà chi cc’hò la ~ mèjjo di tante e ttante.
còppia, s.f., 1. coppia: na ~ de carce (di 4. (fig., scherz.) coraggio.
un asino) | varda che bbèlla ~! Dio li fa corcà, v. tr., 1. buttare a terra, abbattere:
e ppó ll’accòppia | sò na ~ e m paro, ll’ha ccorcato de bbòtte | te dò na pa-
Vocabolario
245

pagna che tte córco! | co n cazzòtto ne coriato, curiato, curriato, s.m., correg-
córca cènto || prov.: grano córco rizza l giato; attrezzo costituito da due bastoni
patróne. 2. rovesciare: ~ na sèdia || cor- uniti a snodo da un legaccio, che veniva
casse, colcasse, v. rifl., 1. adagiarsi: ci si usato un tempo per battere cereali ed
corcò ssópra. 2. accasciarsi. 3. coricarsi, oggi i legumi: l ~ s’addòpra pe bbatta
andare a riposare: me córco prèsto | la ròbba sécca, pure l grano na vòrta.
vatte a ~! | éssa nun vuliva annàllese a corièra, s.f., corriera.
~ vvicino || Forme: Ind. perf. 3 corcò || P. corière: ➝ curière.
pass. cólco, corcato, córco. coriòla, s.f., correggiola (Atriplex patula
cordalènta, s.m., indolente, chi fa le cose L.).
con estrema lentezza. coriòlo, curiòlo, s.m., stringa di cuoio per
cordéllo, s.m., bica, lunga fila di covoni scarponi da lavoro.
disposta nel campo: pe ffà l ~, se metté- cormà, v. tr., colmare.
vono du grégne pe bbanco o pure tré cormaréccio, s.m., comignolo, parte più
anche mèjjo, e ssópra n’antre ddue alta del tetto.
cóme ccopèrta, una pe n vèrzo una pe n cormatura, s.f., colmatura, quanto sopra-
antro || Forme: pl. cordélle. vanza da un recipiente colmo.
cordicélla, s.f., spago. córmo, s.m., colmo: e qqué adè l ~! || agg.
cordòjjo, s.m., assillo, tormento: li dà l ~ cornacchjétta, s.f., (gerg.) seminarista.
al zu marito. cornetano, curnetano, s.m., ab. di Cor-
còrdolo, s.m., fascia in cemento che lega neto (odierna Tarquinia) || agg., corne-
il perimetro di una costruzione. tano.
cordóne, s.m., 1. parte della trippa di bo- cornéto, top., Tarquinia.
vino. 2. (euf.) coglione: nu mme róppe corniciaro, s.m., corniciaio.
li ~! còrno, s.m., 1. corno: attènt’a le córna!
còre, s.m., 1. cuore: piagne a ~ rótto, a (a battere la testa) | métta le còrna, tra-
calde lacrime | è n cristiano de ~, gene- dire la fedeltà coniugale | (iperb.) c’ha
roso | pijjàssela a ~, prendersene cura | ppiù ccòrna lue che n capagno de lu-
li piagniva l ~ a vvédelo a qquér mò | mache || dim. cornicèllo | accr. corni-
magnà dde ~, con soddisfazione || prov.: cióne || tir. infant.: lumaca lumachèlla,
mal ~ n ze commanna. 2. (fig.) corag- tira fòra li cornicèlla; lumaca luma-
gio: nun c’hae ~ a ddìjjolo, non hai co- cóne, tira fòra li cornicióne || avv.,
raggio | con che ccòre lo fae? | ména, si niente: bbravo n ~! (escl. con cui si nega
cc’hae ~! | dava ~ al pòpelo, incuteva recisamente). 2. bernoccolo. 3. rebbio
coraggio. della cocca della gruccia con cui si
corecato, agg., adagiato. piantano i maglioli. 4. custodia conica,
coregóne, s.m., corègono (Coregonus la- ricavata da un corno di vacca dalla
varetus L.). punta mozza, contenente acqua in cui si
corfù: ma va a ~!, al diavolo! conserva la cote per affilare; bossolo per
coriànnolo, curiàndolo, s.m., coriandolo, la cote. 5. contenitore, ricavato da un
minuscolo dischetto di carta colorata, corno di vacca dalla punta mozza, prov-
che si getta per carnevale: bbùttono l cu- visto di tappo, usato dal pastore per
riàndele pi ccarnevale. mettervi l’olio d’oliva da portare in
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
246

campagna. corposdòmene, corposdòmmene, corpu-


cornuto: (prov.) l bòvo dice ~ mal zumaro sdòmmene, s.m., ricorrenza liturgica del
|| dim. cornutèllo, s.m., marito consape- Corpus Domini.
vole di essere tradito, ma senza forza di corposdòmmene: ➝ corposdòmene.
ribellarsi. corpusdòmmene: ➝ corposdòmene.
coròjja, s.m., 1. cercine, corona di panno corrazza, s.f., corazza.
avvolta, che si pone fra il capo ed i pesi corrazzata, s.f., corazzata.
da trasportare: pe pportà la bbròcca, le corrazzière, currazzière, s.m., 1. coraz-
dònne mettévono la ~ sul capo. 2. ziere. 2. (fig.) uomo molto alto.
(dispr.) straccio per pulire. córre, curra, curre, v. intr., 1. correre:
coromiro, s.m., avaro. córre, para e ppijja! | n òmo li curré-
coróna, curóna, s.f., 1. chioma di albero. veno derèto du bbrigante | curre! | cur-
2. incisione circolare, praticata sulla rétele derèto! | cùrrell’apprèsso,
corteccia di un albero per farlo seccare: rincorrerlo | cùrrejje apprèsso |
tòcca falli la ~, fargli. 3. incisione anu- córr’apprèsso a qquéllo che sta avante
lare, praticata sui tralci per far allegare | lassamo córre!, lasciamo perdere! |
meglio l’uva. 4. radici radiali della vite. curre che tte curre, a furia di correre | se
5. cruna. 6. ghirlanda funebre || dim. cu- pò ssapé che tte curre?, perché corri? |
roncina, coroncina del rosario. curre, se pò ccurre, quanto a correre |
coronà, v. tr., potare una pianta in alto: ha vòjja a ccórre, quanno lo rive? |
corónale ggiù qúell’àrbere! | sta pianta córre cóme l vènto | córre quanto la
ll’ha ccoronata. ménte | córre cóme n èpre | curre cóme
córpa, s.f., colpa: n c’ia ~ la su sorèlla | n fùrmene | l zècolo chi ccurre, attuale ||
de chi è la córpa? | lue n c’ha ccórpa ~ via (a), loc. avv., in fretta: fa ssèmpre
davéro. le còse ~ || prov.: na vòrta curre l cane,
corpétto, s.m., (arc.) giacca. na vòrta ll’èpre. 2. accorrere: sta mmale
corpì: ➝ curpì. l tata, tòcca ccórre! | currìveno l pum-
còrpo de sala, s.m., sala, particolare del pière. 3. scorrere: curre pe ll’in giù ||
carro agricolo. Forme: Ind. pres. 2 curre; 3 curre; 4
còrpo, s.f., 1. ventre: c’ha l mal de ~ | corrémo, currémo; 6 cùrrono | impf. 3
dolór di ~ | annà dde ~, defecare | me curréva; 4 currévemo; 6 curréveno, cur-
sènto l ~ sciòrto, avverto sintomi di rìveno, currìvono | perf. 1 curzi; 2 cur-
diarrea || ~ de sótto (a), loc. avv., boc- réste; 3 curze, curzé; 4 curréssemo; 6
coni: dormì ~ || ~ de codino! (imprec.). cùrzeno, cùrzero, cùrzono | Imper. 2
2. busto, parte del corpo. córre, curre; 5 corréte, curréte | P. pass.
córpo, s.m., 1. colpo: se roppéva a ccórpe curzo | Ger. corrènno, currènno.
de scótala || ~ de sóle, insolazione. 2. corrègge, currèggia, v. tr., correggere.
accidente: (imprec.) te pijjasse n ~! | corrènte1, s.m., 1. palo perpendicolare
(scherz.) te pijja n corpétto! | (scherz.) che fa parte della struttura conica della
te pòssa pijjà n corpétto a ddu pètte! capanna da pastore: c’èrono du ~ che
(con bisticcio su corpétto, giacca) || ~ ddal tétto arrivàvono al fòco. 2. travi-
(n), inter., accidenti!: n ~ la ggènte!, ac- cello quadrangolare di legno per l’ordi-
cidenti quanta gente! tura secondaria del soffitto.
Vocabolario
247

corrènte2, s.f., energia elettrica: arisémo ccortevato bbène, guarda la fratta!


remaste sènza ~ | hanno levato la ~ da cortivazzióne, s.f., coltivazione.
stamane | mal casalétto la ~ n ce córto, curto, agg., 1. corto: adè ccurto de
ll’hanno méssa. vista, miope | è stata curta la ggiornata
corridóro, s.m., corridoio. || a ffalla curta, loc. avv., in breve || ~
corrispónne, currispónne, v. intr., corri- (a), loc. avv., a) a stecchetto: l fijje le
spondere: mica mi currispónne qué. tène ~; b) tecnica di potatura che consi-
córta, s.f., (raro) scorciatoia: pijjamo ste nel lasciare poche gemme sul tral-
la ~. cio: la vita la pót’~ || (d.) se ttu vvò
còrta, s.f., diga, chiusa in legno o ferro ll’uva bbòna, pót’~! 2. breve.
del canale d’irrigazione. córtre, s.f., (lett.) coltre.
córte, s.f., terreno di grano mietuto, con cortrina: ➝ coltrina.
stoppie da bruciare: annamo a bbrucià corucce, s.f. pl., (raro) grucce.
la ~, pe mméttece l faciòle | se sementà- corvatta, curvatta, s.f., 1. cravatta: cu la
vono l faciòle ma la ~ dòppo l grano. ~ néra da nàrcheco. 2. (fig.) staffa di
cortellàccio, s.m., 1. coltro, ferro tagliente ferro del cancello: la ~ pe ngravattà no
che si trova in posizione verticale da- stìpito. 3. (fig.) usura: fasse métte la ~,
vanti al vomere. 2. attrezzo del mani- esser vittima di usura.
scalco. 3. coltello di legno, usato dal corvattino, s.m., apertura del colletto
sediaio per far passare il giunco nel- della camicia: pijjà uno pil ~.
l’impagliatura. corvèllo, curvèllo, s.m., crivello a mano:
cortellata, curtellata, s.f., coltellata: regà, l ~ sirviva pe cconcià l faciòle.
sò ccurtellate staséra | curtellate da sèe, corvellóne, s.m., crivello di grandi di-
in quantità | pe vvantre ce sò le curtel- mensioni, dal fondo metallico forato,
late ónte coll’ajjo | vann’a ffinì a ccor- montato su treppiedi di legno, usato per
tellate, in rissa. vagliare granaglie e legumi.
cortellétta, s.f., mannaia da macellaio con corvurzo: ➝ cunvurzo.
lama quadrata larga. córza, curza, s.f., corsa: fanno le curze dil
cortèllo, curtèllo, s.m., 1. coltello: ~ da cavalle | annava de ~ su ppe la salita | fà
bbanco, ~ da spólpo, ~ da céppo (col- le còse de ~, in fretta | de tutta ~, a tutta
telli del macellaio) | cortèllo nglése, ar- velocità | che ffamo le curze?, perché ci
nese del maniscalco | mdd. c’ha l ~ da affrettiamo tanto? | avarèbbe fatto a la ~
la parte del mànico, è il più forte || ~ (n), cur un antro curritóre.
loc. avv., di taglio, in foglio: tutte sasse corzè, s.m., corsetto, busto femminile.
mésse n ~ | muro n ~ || prov.: nom métta corzière, curzière, s.f. pl., (infant.) corse:
l ~ m mano a um matto! 2. coltello di fà le ~, correre per gioco.
legno, usato dal sediaio per far passare córzo, s.m., 1. corso. 2. odon., Corso Ita-
il giunco nell’impagliatura || dim. cor- lia.
tellino | pegg. cortellàccio. cosà, v. tr., cosare, verbo dal significato
cortevà: ➝ cortivà. generico, usato per sostituire un altro,
cortèvo: ➝ curtèo. che s’ignora o non viene subito alla
cortivà, cortevá, curtivà, v. tr., coltivare: mente.
si ttu vvò véde m pezzétto de tèrra, ch’è còscia, s.f., 1. coscia: ~ de mòneca, va-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
248

rietà di susina oblunga gialla || ~ (sótto), cótica, códeca, códica, cóteca, s.f., co-
loc. avv., alla leggera: pijja tutto ~. 2. tenna del maiale: se famo na magnata
branca della vite. 3. branca dell’albero de faciòle co le cótiche | jj’ha détto ~,
tutore || pl. còsce, stanghe del carro. (iron.) l’hai insultato | mica t’hò ddétto
cosciale, s.m., 1. ciascuna delle pelli con- ~, non intendevo offenderti | me dice ~,
ciate di capra o pecora, che i pastori por- ti pare poco | ~ (a), loc. avv., di capelli
tano davanti ai pantaloni, per difendersi tagliati cortissimi: s’e ffatto tajjà l ca-
dalle spine. 2. armatura laterale del pélle ~ || (fig.) cóteche e ppèzze de bbu-
carro. dellóne, carte da scartare in alcuni
còscio, s.m., 1. coscia di animale. 2. (fig.) giochi di carte.
crociaia, biforcazione dell’albero. coticaro, s.m., (dispr.) capooperaio, che
còse, s.f. pl., (euf.) mestruazione: ògge fa gli interessi del proprietario.
c’hò le mi ~. cotidiano, cutidiano, agg., (citt.) quoti-
còso, s.m., 1. n. sostitutivo di un altro, che diano.
si ignora o non si ricorda: ll’ha visto cotògnela: ➝ cotògnola.
gnènte ~ n giro? 2. aggeggio, affare || cotògnola, cotògnela, cutògnela, cutò-
dim. cosétto, a) piccolo oggetto non me- gnola1, s.f., 1. bernoccolo: pò, le cotó-
glio identificato; b) individuo di bassa gnele sul capo n ze contàvono da fijje.
statura || cosettino. 2. (fig.) ceffone.
cosòmo, s.m., omuncolo, individuo dap- cotognolato, agg., ammaccato, di og-
poco. getto.
cossì: ➝ accosì. cotóne: ➝ cutóne.
costà, v. intr., costare: còsta quanto la cotózzo, s.m., 1. vertebra cervicale, col-
santolina | ~ n òcchjo | mi còste ppiù di lottola: perché gni tanto n te lave l ~ co
na fijja fémmena | costàvono m prò- le mano? | ha fatto n ~ de gnènte!, detto
spero!, moltissimo | caro te còsta! | cò- a chi si è molto ingrassato | ll’ha cchjap-
stono salat’arrabbiato. pato pel ~. 2. (fig.) voracità: ammàzzete,
còsta: ~ (n), loc. avv., sul declivio, in pen- che ccotózzo!
dio || còsta còsta, loc. avv., molto vi- còtta, s.f., 1. infornata di pane. 2. pietanza
cino, rasente. cotta in una volta (spec. legumi): na ~
costarèlle, s.f. pl., parti residue del costato de céce c’abbasta || dim. cottarèlla,
del maiale. quantità di vivanda sufficiente per un
costerécce, s.f. pl., particolare del basto. pasto: mettémo sù na ~ de faciòle.
costipato, agg., infiammato, gonfio: c’ha còttemo, s.m., cottimo: lavorà a ~, a) la-
le ghjàndole costipate. vorare a cottimo; b) lavorare con grande
costrégna, custrégne, v. tr., costringere: lena.
ce ll’ha ccustrétto l zu pà. còtto, s.m., 1. uva nera pigiata e cotta, che
costudì: ➝ custodì. viene aggiunta nel tino come dolcifi-
costumà, custumà, v. intr., costumare: cante: l ~ se facéva. na callara s’empiva
mecchì n custuma qué. de mósto, se facéva bbullì, conzumà. ce
cóta, cóte, s.f., còte per affilare la lama. condìssemo l vino. 2. (fig.) beffa: dajje
cóte: ➝ cóta. l ~ sul bollito, aggiungere al danno la
cóteca: ➝ cótica. beffa || agg., 1. cotto: scólala, ch’è
Vocabolario
249

ccòtta! | la pippa puzzava de na puzza ssèmpre l crapicce | s’è vvoluta levà


còtta | ~ spappato, stracotto | ll’hò quel ~ || dim. crapiccétto, voglia amo-
mmannato via ~ e ppelato, mortificato. rosa.
2. ustionato dal sole: patate còtte dal crapiccióso, agg., capriccioso.
zóle, esposte alla luce solare e divenute crapiòla, s.f., capriola.
verdi. 3. (fig.) ubriaco: va ccasa gni crapiolà, v. intr., far capriole.
séra ~ fràdicio. crapiòlo, nell’espr.: annà n ~, fenomeno
cottóne: ➝ cutóne. patologico per cui i germogli della vite
cottóre, agg., cottoio, di facile cottura si trasformano in viticci; filatura: ll’ua è
(spec. di legumi). ita tutta n ~.
cottuttoché, cong., benché. crapolatta (la), sopr.
cóva (arc.): ➝ cóa. crapolatto, s.m., ab. di Caprarola | agg.,
covà, coà, v. tr., covare: cóvono l piccióne caprolatto.
| rigà, gatta ce cóva! || v. rifl., crogio- crapóne, s.m., becco, caprone.
larsi: rèsta mal lètto a ~ na massa, in- crapraro, capraro, s.m., capraio.
dugia per pigrizia. crasse, s.f., 1. classe: lu portònno via cul
covàccio, s.m., parte terminale della carrettóne di prima ~ cul frate. 2. (coll.)
pianta di canapa. i soldati della stessa leva.
covatìccio, s.m., cattivo odore di am- crassìfeca, s.f., classifica.
biente chiuso: se sènte na puzza de ~. crastà, castrà, v. tr., 1. castrare. 2. inci-
covato, agg., 1. viziato, consumato: c’è dere la corteccia, per rinforzare la vite:
n’aria covata qui ddéntro. 2. barlaccio: quanno se crasta na vita de vitamàccio,
n òvo ~. véngono quélle vaghétte pìccole cóme
cra cra, onom., imitazione del verso di la passerina, sènza granèllo. 3. incidere
cornacchie ed anatre. con il coltello la buccia della castagna
cragno, s.m., 1. cranio. 2. (rec.) persona: prima di arrostirla in padella, per evitare
quanto vène a ~ sta céna? che scoppi.
cralissa, agg., clarissa: l munastèro di li crastacane, s.m., (dispr.) persona inca-
cralisse. pace.
crapa, s.f., 1. capra (Capra hircus L.): crastacucchi, s.m., (dispr.) persona inca-
magna l zale cóme na ~ || mdd. sarvà pace.
ccrap’e ccàvole, trovare la soluzione di crastato, s.m., maschio castrato della pe-
ogni aspetto di un problema. 2. caval- cora.
letto di sostegno sotto il piano del carro cràsteca, càstrica, cràstica, s.f., 1. averla
agricolo || ~ (a), loc. avv., con intelaia- piccola (Lanius collurio L.): mdd. c’ha
tura a piramide: cu le canne mésse ~ n cervèllo cóme na ~, a) è uno stupido;
(rif. al filare del vigneto) | dim. crapétta. b) è amnesico | c’ha na vóce da ~, una
crapanichése, s.m., ab. di Capranica || voce stridula. 2. (fig.) pestatura della
agg., capranichese. pelle, quando sia stata premuta tra due
caprarécce (le), odon. corpi duri.
craparéccia: ➝ capraréccia. cràstica: ➝ cràsteca.
crapétto, s.m., capretto. crasticóne, s.m., (fig.) stupidone.
crapìccio, s.m., capriccio: sto fijjo fa crasticòtto, s.m., piccolo dell’averla.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
250

crastino, s.m., castrino professionista di | impf. 1 credìo; 3 credìa, crediva, cri-


porci. diva; 4 credévemo | perf. 1 crése; 3
crastóne, s.m., 1. maschio castrato della credì, crése; 6 credinno| fut. 2 credarae;
pecora. 2. porco castrato da ingrasso. 5 credaréte | Cond. pres. 5 credaréste |
crastrazzióne, s.f., incisione anulare pra- P. pass. créso | Ger. credènno.
ticata sulla vite, per impedirne la cola- créde: ➝ creda.
tura. credènza1, s.f., credito: fà ccredènza, con-
cratastale, agg., catastale. cedere un credito | crompà a ~.
cratasto, s.m., 1. catasto, inventario dei credènza2, cridènza, s.f., 1. armadio da
beni immobili. 2. ufficio del catasto. cucina: la ~ a mmuro. 2. trittico dipinto
cratrasta, catrasta, s.f., catasta, mucchio: || dim. credenzétta.
la ~ de le vite, il deposito dei sarmenti. credenzóne1, cridenzóne, cridinzóne,
cratura, creatura, crïatura, s.f., 1. crea- s.m., 1. armadio da camera da letto per
tura. 2. neonato: dalle na zzinnata a vestiti e biancheria. 2. (scherz.) con-
qquélla pòra ~! 3. bambino: che bbèlle trabbasso.
crature, Dio li bbenedica! | sie pèggio credenzóne2, s.m., credulone.
de na ~, sei proprio infantile | nun fate cremènte, antrop., Clemente.
tanto la ~! crementina, n. di cavalla.
cravattaro, s.m., 1. cravattaio. 2. (fig.) cremóre: l ~ di tàrtaro, na porverétta fina
usuraio. fina chi ssa dd’agro | l ~ lo facévono cu
cravìcola: ➝ gravìcola. la racina de la bbótte.
cravusura, clavusura, s.f., clausura: s’è crepà, v. intr., 1. scoppiare: te fa ccrepà
ffatta mòneca de ~. da le risate. 2. morire: faciva n callo da
creà, crïà, v. tr., creare || P. pass. crïato. ~ | crèpa de salute, sammartino! | sta
crealino, crïalino, s.m., clarino. pianta nun crésce e nun crèpa, rimane
creapòpolo, solo nell’espr.: ràdeca de ~, invariata | (d.) invìdia, crèpe! || prov.:
pène. chi mmagna le mòre, mòre; e cchi nno
creatura: ➝ cratura. le magna, li crèpa l còre || crepasse, v.
créda, créde, v. intr., credere: (scherz.) intr. pron., 1. screpolarsi, della pelle. 2.
crédece che ssò ttrédece! | n ce se créde fendersi, spaccarsi.
a rriccontallo | chi sse lo sarèbbe créso? crepacòre, s.m., crepacuore: te fa mmorì
| m pare de credéllo | nun créde manco dde ~, per il dispiacere.
al pancòtto, è un miscredente | che sse crepapanza (a), loc. avv., a crepapancia,
créde d’èsse? | la spòsa si cridiva chi l smoderatamente: magnònno tutte ~.
dènte fùsseno li sua (rif. alla dentiera del crepàzzio, santo immag.
marito) | e cchi te credarae da èssa? | crésce, créscia, v. tr., allevare, educare:
credémece! | che sse créde de pijjà? Tip- ll’ha ccresciuto la su zzia || v. intr., 1.
petóppe? | su li prime póco ci crediva | crescere: si n ze guasta cul crésce, è m
ròbba da nun crédece! | mica t’hae da ~ bravo fijjo | crésce cóme la malèrba stu
de fàccela || mdd. credìo che ppiovésse, fijjo | n vestito a ~, di taglia comoda. 2.
ma nò cche diluviasse, non avrei mai aumentare di intensità, del vento. 3. svi-
potuto immaginare una cosa simile || lupparsi, della barbatella: l prim’anno
Forme: Ind. pres. 4 credémo; 6 crédeno crésce m pochétto. 4. lievitare: sto pane
Vocabolario
251

è ccresciuto bbène || Forme: Ind. pres. 1 crettasse, v. intr. pron., 1. screpolarsi


créscio; 2 crésce; 4 crescémo; 6 cré- (della pelle o di un muro). 2. crepare,
sciono | impf. 3 cresciva | perf. 3 crescì; spaccarsi di terreno arido per il forte ca-
2 crescéste; 4 crescéssemo; 6 crescènno, lore estivo.
crescinno | fut. 6 cresciaranno | Cond. crétto, s.m., 1. crètto, fenditura, crepa. 2.
pres. 3 cresciarèbbe | P. pass. crisciuto | ràgade, screpolatura della pelle (spec.
Ger. crescènno. delle mani) || dim. crettarèllo.
crescènza (a), loc. avv., di misura abbon- crettóso, agg., screpolato.
dante: li fa ccucì n vistito ~. cri, ideof., rumore di un oggetto che si in-
créscia: ➝ crésce. crina.
cresciutèllo, agg., abbastanza sviluppato: crïà: ➝ creà.
è bbèllo ~ sto fijjo. crïaleisò, s.m., kyrie eleison, espr. greca
crésema, s.f., cresima. propria della liturgia cristiana.
cresemà: ➝ cresimà. crïalino: ➝ crealino.
cresemarino, crisemarino, s.m., rosma- crïato, s.m., (lett.) creato.
rino (Rosmarinus officinalis L.). crïatóre, s.m., (lett.) Creatore.
cresimà, cresemà, v. tr., 1. cresimare. 2. crïatura: ➝ cratura.
(fig., scherz.) ferire picchiando || cresi- cricche1, accricco, s.m., cricco, cric.
masse, v. intr. pron., ricevere il sacra- cricche2, antrop., personaggio immag.,
mento della cresima || v. rifl., (scherz.) nel mdd. sémo rimaste ~, Cròcche e
prodursi escoriazioni (spec. sulla Mmànico d’uncino, siamo rimasti molto
fronte). pochi.
crèsta1, crista, grista, s.f., 1. cresta del cricco, s.m., 1. grillo (Gryllus campestris
gallo || ~ de gallo, s.f., ingrassabue L.). 2. (fig. infant., scherz.) pène || dim.
(Chrysanthemum segetum L.). 2. (fig.) cricchétto.
alterigia: fajje abbassà la ~. cridènza: ➝ credènza2.
crèsta2, s.f., agresta, uva tardiva || fà la ~ cridenzóne: ➝ credenzóne1.
su la spésa, rubacchiare maggiorando la cridicà: ➝ criticà.
spesa fatta per altri || agg., immatura: cridinzóne: ➝ credenzóne1.
uva ~. crïentèla, s.f., clientela.
créta: la ~ ll’annàvono a ccavà a la mat- crifà: ➝ grifà.
tonara. crifo, grifo, s.m., brutta caduta: ha ffatto n
cretara, s.f., cava di argilla. ~ ggiù ppi la scénta || accr. crifóne, gri-
cretata, s.f., impacco di argilla fresca, che fóne.
si applica sulle distorsioni e distrazioni crignèra, s.f., criniera del cavallo.
tendinee del bestiame. crilla (pe), inter., (euf.), per Cristo!
cretinata, s.f., atto da cretino. crimardèllo, grimardèllo, s.m., grimal-
cretonato, s.m., impasto di sabbia gros- dello.
solana e cemento, su cui poggia il pavi- crinà, v. tr., incrinare || crinasse, v. intr.
mento. pron., 1. incrinarsi. 2. fratturarsi.
cretóso, agg., argilloso. crinatura, s.f., frattura.
crettara, s.f., zona di terreno con molte crino, s.m., crine vegetale, usato per im-
fenditure causate da siccità. bottire materassi.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
252

crìppeta: ➝ critta. zioni tendinee del bestiame.


crisàride, s.f., (lett.) crisalide. critta, crìppeta, s.f., cripta.
crise, s.f., (citt.) crisi. crobbazzìa, s.f., acrobazia.
crisemarino: ➝ cresemarino. cròcala, grùgola, s.f., bubbola (ssp. di Le-
crispigno, crispino, grespigno, grispigno, piota, in particolare Macrolepiota pro-
s.m., crespigno o cicerbita (Sonchus cera Scop. e Lepiota procera L.).
oleraceus L.). cròcche, antrop., personaggio immag.,
crispino: ➝ crispigno. che ricorre in un mdd. (vd. cricche2).
crissida, s.f., (lett.) clessidra. crocchjà1, v. intr., scricchiolare.
crista (pe), inter., (euf.), per Cristo! crocchjà2, v. tr., picchiare.
crista: ➝ crèsta1. crocchjano, top., Corchiano: è ppassato
cristalla: ➝ cristallo. pe ~, le ha buscate (bisticcio con croc-
cristallina: ➝ cristallo. chjà, picchiare).
cristallo, cristalla, cristallina, inter., croccrocró, onom., imitazione del verso
(euf.) Cristo: cristallo… de vétro! | della papera.
còrpo de cristallina! cróce, s.f., 1. segno di croce: la séra sul
cristère, clistière, cristière, s.f., clistere. lèvito se facéva la ~ col tajjo de la mano
cristiana, s.f., persona di sesso femmi- | métta la ~, (in luogo della firma,
nile, donna. di analfabeti) | ce famo na ~ sópra,
cristianìccio, solo nell’espr. di una favola: non parliamone più | facéva ~ a qquélla
che ppuzza di ~! che stava ccosì, formava una croce
cristiano, s.m., 1. essere umano. 2. per- (rif. ai fasci di canapa). 2. crocevia.
sona di sesso maschile || accr. cristia- 3. catena di ferro che teneva sommersa
nóne, omone | dispr. cristianàccio || pl. la canapa nella vasca: métte le ~.
cristiane, persone, gente || agg., 1. de- 4. (fig.) preoccupazione, tormento:
cente, accettabile: méttete n vistito ~! 2. che ccróce che mm’è ccapitata! | nun
padrone di sé: n’adèra ppiù ~, era esa- te ce fà na ~!, non angustiarti! | la mójje
sperato, aveva perduto l’autocontrollo. lo métte n ~, lo assilla || ~ (a), ~ (pi),
cristière: ➝ cristère. loc. avv., tipo di intelaiatura di canne
cristo, s.m., 1. Cristo: ~ mòrto, proces- del filare: métte le canne ~ || santa ~!,
sione serale del Venerdì santo || n ce sò inter.
ccriste né mmadònne, nulla da fare. 2. crociale, s.m., biforcazione della vite.
(fig.) cascatone rovinoso: è sguillato, ha crociata, s.f., attrezzo di legno di forma
ffatto n ~. 3. (fig.) pezzo d’uomo: n ~ de poligonale, intrecciato con spago impa-
du mètre || accr. cristóne, omone, gi- niato, con lume al centro, usato per uc-
gante | pegg. cristàccio || cristàccio! cellagione notturna di frodo: ce
(imprec.). facévono la ~ mbrescata, che cc’annà-
criticà, cridicà, v. tr., criticare: (d.) a ccri- vono de nòtte a cchjappà ll’ucèlle, co la
ticà sò bbòne tutte (sulla critica sfavo- fiàccola. la ~ col lume.
revole) || v. intr., spettegolare: c’ha cròciolo, s.m., 1. strato superficiale indu-
ssèmpre da ~ su ttutte. rito: l gèlo ha ffatto l ~ (rif. alla crosta
critonata, s.f., impacco di argilla fresca, gelata del terreno) | l pane còtto male fa
che si applica sulle distorsioni e distra- l ~. 2. sporcizia formatasi su indumenti.
Vocabolario
253

3. (fig.) debito. della macerazione.


crocióne, s.m., 1. grande croce processio- crudèle: na bbèstia crudèla.
nale di legno || ce fa ssópra l ~, ripro- crudertà, s.f., crudeltà.
mettersi di non fare più una cosa. cruppe, gruppe, s.m., crup, laringite dif-
2. (fig.) partito democristiano: quélle terica.
del ~. cu: ➝ co.
crocolà, v. intr., croccolare: le polanche cubbo, agg., (rec.) cubo: sò ttre mmètre
cròcolano, ségno che stanno pe ffà cubbe de légna.
ll’òvo. cuccà, v. tr., bere: (infant.) ~ ll’ovétto
crògnala: ➝ crògnola. (crudo) || cuccasse, v. rifl., andare a
crògnola, crògnala, s.f., 1. corniola, letto: (scherz.) vatt’a ccuccà!
frutto del corniolo: s’annav’a ccòjje cucchjara, s.f., 1. cazzuola da muratore.
le crògnole. 2. nocca della mano: c’ha 2. (fig.) castagna abortita, senza frutto
l crògnole tutte sgrugnate. 3 (fig.) all’interno.
bestemmia. 4. (fig.) colpo dato con cucchjarata, s.f., contenuto di un cuc-
le nocche sul capo altrui. 5. (fig.) bussa, chiaio: ce vòle na ~ de zzùccoro de ppiù.
colpo, percossa.: sentarae che crò- cucchjarina, s.f., (fig.) castagna abortita,
gnole! 6. (fig.) avversità. 7. (fig.) senza frutto all’interno.
sbornia || Forme: pl. crògnele, crò- cucchjarino, s.m., 1. cucchiaino | mdd. te
gnole. riccòjje cul ~, sei in pessime condizioni.
crognolino, s.m., colpo dato con le noc- 2. (fig.) castagna abortita, senza frutto
che sul capo altrui || agg., 1. acerbo. 2. all’interno.
sodo di carne: na rigazza crognolina. cucchjaro, s.m., cucchiaio: sul tavolino
crògnolo, s.m., corniolo (Cornus mas L.). ce màncono da métte cortèll’e ccuc-
crompà: ➝ comprà. chjare || accr. cucchjaróne.
crómpo, p. pass. di crompà || agg., acqui- cùccia, s.f., (scherz.) letto: scallà la ~ ma
stato al negozio, confezionato: qué adè li fijje ciuche.
n lenzòlo ~ | pasta crómpa. cucco1, s.m., cuculo (Cuculus canorus
cròneca: ➝ crònica. L.): vècchjo cóme l ~ | mdd. è ttutta vóce
crònica, cròneca, s.f., pettegolezzo: m’ha cóme l ~ | ògge hò ntéso cantà l ~ |
ffatto na ~ de m par d’óra ll’artra séra. “quant’anne c’hae?” “trènta” “e l
crònice, s.m. pl., cronicario: ll’hanno por- rèsto? li canta l ~!” || prov.: quanno
tato a li crònice. canta l ~, a la séra è mmòllo e la mat-
cronòmotro, s.m., (rec.) cronometro: tina è sciutto | quanno l ~ canta n aprile,
ògge córrono la tapp’a ccronòmotro. primavèra si fa ssentire; e sse a mmàg-
cropì: ➝ coprì. gio non è vvenuto, o è mmòrto o s’è
cropifòco: ➝ coprifòco. pperduto || agg., tonto.
cròsta, s.f., 1. stretta striscia di terra in- cucco2, s.m., paiolo di terracotta.
colta esterna al filare di confine nella cuccotrillo, s.m., coccodrillo.
vigna. 2. guscio calcareo di conchiglia || cuccù: l cucco fa ccuccù | orlòggio a ~.
dà le cròste a uno, superare qualcuno. cuccumao, s.m., persona tonta || sopr.
crucifisso, s.m., crocefisso. cuccutrillo, s.m., cocuzzolo.
cruda, agg., detto della canapa prima cucì, v. tr., cucire: cùciocelo bbène!, cu-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
254

ciglielo bene! || Forme: Ind. pres. 4 stirpe) | l pane bbòno ce ll’ha Rraga-
cucimo | perf. 1 cucì. nétto, ch’adè n fornaro de ~. 2. (raro)
cucina, s.f., 1. mobilio della cucina. 2. ali- vulva. 3. (fig., volg.) noia: che ccujja! |
mentazione || prov.: grassa ~, magro pa- si pròpio na ~!
trimògno. cujjommolà: ➝ cojjommerà.
cucino, cocino, s.m., cuscino: dòrme cu cujjonà: ➝ cojjonà.
la capòccia su ddu cucine, è tranquillo. cujjóne: ➝ cojjóne.
cucinóne, cocinóne, cuscinóne, s.m., co- cujjonèlla: ➝ cojjonèlla.
pripiedi; coltroncino imbottito da tenere culata, s.f., (fig.) colpo di fortuna.
nel letto sui piedi. culèra: ➝ colèra.
cucióso: ➝ cocióso. cullana: ➝ collana1.
cuculèstro: ➝ gurgolèstro. cullazzióne: ➝ collazzióne.
cucuzza, cocózza, s.f., 1. zucca (Cucur- cullèga, s.m., collega: l cullèghe sue ce lo
bita pepo). 2. (fig.) testa || prov.: capòc- sanno.
cia chi num parla, se chjama ~. 3. uno cullegà, v. tr., collegare.
dei partecipanti nel gioco del cucuzzaro. cullèggio: ➝ collèggio.
cucuzzaro, s.m., 1. venditore di zucche. cullettivo, agg., collettivo.
2. tipo di gioco infant. 3. chi dirige il cullétto, s.m., colletto || dim. cullettino.
gioco omonimo. cullezzionà, v. tr., collezionare.
cudàcchjo: ➝ codàcchjo. cullezzióne, s.f., collezione.
cue, pron., cui: con cue. cullina, s.f., collina || dim. cullinétta.
cuggina, s.f., cugina || dim. cugginétta. cullocaménto, s.m., collocamento: ll’uf-
cugginanza, s.f., rapporto di parentela tra ficio de ~.
cugini. cullòchjo: ➝ collòchjo.
cugginèllo, s.m., cugino di secondo o cullóre: ➝ culóre.
terzo grado: ~ pe pparte de dònna. culo pàllido, s.m., (scherz.) individuo for-
cuggino, s.m., cugino: ~ carnale, cuggin tunato.
carnale, cugino nato da fratello ger- culo, s.m., 1. deretano: c’ha n ~ cóme na
mano || li mi cuggine, i miei cugini, le mèżża, enorme | le chjappe del ~, le na-
mie cugine. tiche | c’ha l pépe al ~, c’ha l fòco sótto
cugnacche: ➝ cognacche. l ~ sta fijja, l’argento vivo addosso |
cugnata, s.f., cognata: c’èra pure na ~ c’ha la fàccia cóme l ~, è sfrontato |
sua. pijjà ppel ~, canzonare | ha ddormito a
cugnato, s.m., cognato: l tu cognato || le cculo scopèrto, si è svegliato di pessimo
su cugnate, i suoi cognati, le sue co- umore | mdd. quelòro due sò ccul’e cca-
gnate. mìcia, molto legati || cul’arrèto (a), loc.
cugno, s.m., gherone della camicia, sot- avv., in senso inverso, retrocedendo:
toascella a rombo. camminà ~ || ~ bborzóne (a), loc. avv.,
cugnòme, s.m., cognome: cóme fa ddi ~?, in posizione prona: ll’ha mmésso ~ ||
qual è il suo cognome? prov.: ~ chi nun vidde mae camìcia,
cujja, s.f., 1. scroto: si nu la pianta, va quanno la vidde gran fèsta li féce | ~ chi
ffenì che cce pijja na zzampata ma la ~ nun vidde mae camìcia, quanno la
| costòro sò dde ~ (di discendenza, di vidde si n’innamorò. 2. fondo: l ~ dil
Vocabolario
255

fiasco. 3. orletto: c’hò n ~ de pane sólo cume: ➝ cóme.


|| dim. culétto: a mà, damme l ~! 4. pro- cumencià: ➝ incomincià.
lungamento cilindrico, breve e sottile, cumèra: ➝ gomèra.
della sommità della trottolina, alla quale cumèta, s.f., cometa.
si ferma la funicella per lanciarla. 5. cumincià: ➝ incomincià.
(fig., triv.) fortuna: che cculo che ss’ari- cumìncio: ➝ comìncio.
tròva! | adè n ~ a ddu pacche l cumpare, cumìzzio: ➝ commìzzio.
fortunatissimo. cummannà: ➝ commannà.
culómba, s.f., colomba. cummannante: ➝ comannante.
culomìa: ➝ iconomìa. cummannino, s.m., persona cui piace co-
culóne, s.m., persona dal largo deretano. mandare.
culònna: ➝ colònna. cummanno: ➝ comanno.
culonnèllo, s.m., colonnello. cummare: ➝ commare.
culorà: ➝ colorà. cummarùccia: ➝ commarùccia.
culorato, culurato, agg., colorato. cummatta: ➝ commatte.
culóre, colóre, cullóre, s.m., colore: si ne cummattiménto: ➝ commatteménto.
védono de tutte li ~, d’ogni sorta || dim. cummattuto: ➝ combattuto.
colorétto, a) colore leggero; b) colore cummèdia: ➝ commèdia.
indefinito || pegg., coloràccio, colorito cummendatóre, s.m., (citt.) commenda-
da malato: le conciatóre de pèlle tore.
c’évono tutte n ~. cummentà, v. tr., commentare.
culorì: ➝ colorì. cumménto, s.m., commento.
culorito, culoritto (scherz.), culurito, ncu- cummercià, v. intr., commerciare.
lorito, agg., colorito: culorita cóme na cummerciante, s.m., commerciante.
melaròsa. cummétte: ➝ commétte.
culurito: ➝ culorito. cummignóne: ➝ commugnóne.
culoritto (scherz.): ➝ culorito. cumminà: ➝ combinà.
culorótto, s.m., furbone. cummissióne, s.f., incarico: nun c’è, è ito
culossèo, culussèo, s.m., 1. Colosseo. 2. m moménto a ffà na ~.
(fig., euf., scherz.) deretano. cummòsso, agg., commosso.
cultrina: ➝ coltrina. cummòva: ➝ commòva.
culumìa: ➝ iconomìa. cummòve: ➝ commòva.
culurà: ➝ colorà. cummòvese: ➝ commòvese (vd. com-
culurato: ➝ culorato. mòva).
culussèo: ➝ culossèo. cummunale: ➝ communale.
cumannà: ➝ commannà. cummune: ➝ commune.
cumannaménto: ➝ commannaménto. cumò: ➝ comò.
cumbacià: ➝ combacià. cumpagnìa: ➝ compagnìa.
cumbinà: ➝ combinà. cumpagno: ➝ compagno.
cumbinazzióne: ➝ combinazzióne. cumpanàteco: ➝ companàteco.
cumblòtto, gumblòtto, s.m., complotto: cumpanàtico: ➝ companàteco.
féciono tutto n ~. cumparanza: ➝ comparanza.
cumbrìcquela: ➝ combrìcquela. cumpare: ➝ compare.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
256

cumparì: ➝ accumparì. cunclude, conclude, concrude, cuncrude,


cumparine, cogn., Comparini. v. tr., concludere: nun cuncrùdono n ac-
cumparùccio: ➝ comparétto. cidènte || P. pass. concruso.
cumparza: ➝ comparza. cuncòrzio: ➝ concòrzio.
cumpassióne, s.f., compassione: éte sèm- cuncrave: ➝ cunclave.
pre ~ dil pròssemo!, abbiate compas- cuncràvio: ➝ cunclave.
sione! cuncrude: ➝ cunclude.
cumpatì: ➝ compatì. cuncrusióne: ➝ concrusióne.
cumpatiménto, s.m., compatimento. cuncurrènza, s.f., concorrenza.
cumpenzà: ➝ compenzà. cundanna, s.f., condanna.
cumpènzo: ➝ compènzo. cundannà, v. tr., condannare.
cumpète: ➝ compèta. cundizzióne, s.f., condizione.
cumpetènza, s.f., competenza. cundótto: ➝ condutto1.
cumpì: ➝ cómpie. cundùcia: ➝ conduce.
cumpiaceménto, s.m., compiacimento. cunfedènza, cunfidènza, s.f., confidenza,
cumpiaciuto, agg., compiaciuto. dimestichezza: ch’è ttutta sta ~? | pijja
cumpiegasse, v. rifl, cedere, accondi- sùbbeto ~ lue (di chi manca di rispetto)
scendere: la spósa a la fine si sarà | mi dicéte n tutta ~ cóm’è stato.
ccumpiegata. cunfermà, v. tr., confermare.
cumplimentà, v. tr., complimentare. cunfessà, v. tr., confessare || cunfessasse,
cumpliménto: ➝ compriménto. v. rifl., confessarsi: ce s’è nnato a ccun-
cumpòsto, agg., composto. fessatte?
cumpricà, v. tr., complicare. cunfessionàrio: ➝ confessionàrio.
cumpriménto: ➝ compriménto. cunfètto: ➝ confètto.
cun: ➝ co. cunfidà, v. intr., confidare.
cuna (raro): ➝ cunna. cunfidènza: ➝ cunfedènza.
cuncassè: ➝ concassè. cunfinà, v. intr., confinare: cul cumpare
cuncefusse, nell’espr. scherz.: ~ e ccun- ce cunfinamo.
cestasse. cunfino, confino, s.m., 1. confine del
cuncèrto, s.m., concerto. campo: stann’a ccunfino, sono confi-
cuncètto, s.m., concetto. nanti. 2. segnale di confine.
cuncezzióne, s.f., Immacolata Conce- cunfónna: ➝ confónne.
zione: la ~ di Maria. cunfónnese: ➝ confónnese (vd. con-
cunchìllia: ➝ conchijja. fónne).
cuncijjà, v. tr., conciliare. cunfortà, v. tr., confortare.
cuncijjo, s.m., (lett.) concilio: l ~ vaticano cunfratèrneta, s.f., confraternita: (iron.)
secónno. la ~ de sam Bracalétto (detto di un
cuncimà: ➝ concimà. gruppo di persone trasandate) || Forme:
cuncime: ➝ concime. pl. cunfratèrnete.
cunciso, agg., (citt.) conciso. cunfrónto, s.m., confronto: nun c’è ccun-
cuncittadino, s.m., (citt.) concittadino. frónto tra di lòro.
cunclave, cuncrave, cuncràvio, s.m., cunfruntà, v. intr., corrispondere.
(lett.) conclave. cunfusióne, s.f., confusione, caos.
Vocabolario
257

cunfuso: ➝ confuso. tònno | Cond. pres. 2 cuntenteréste |


cungratulasse, v. intr. pron., congratu- Ger. cuntentanno.
larsi. cuntentézza, s.f., contentezza: piagnéva
cungratulazzióne, s.f., congratulazione. pi la ~ || cuntentézze, s.f. pl., manifesta-
cungregazzióne, s.f., (citt.) congrega- zione di gioia: li fa le ~ man quell’artro
zione. fijjo.
cunìcchjo, cunìquelo, s.m., cunicolo: cuntènto: ➝ contènto.
s’anfilò drénto quel cunìcchjo || cunìc- cuntinuaménte, avv., continuamente.
chjo (l), n. di un rione di Viterbo. cuntìnuo, s.m., movimento continuo: n ze
cunijjara: ➝ conijjara. ne potéva ppiù, èra n ~ ggiórn’e nnòtte
cunijjata, s.f. coll., prole di conigli. || agg., continuo.
cunijjo: ➝ conijjo. cuntórno, s.m., contorno: li damo facio-
cunìquelo: ➝ cunìcchjo. létte n agro pi ccuntórno.
cunna, cuna (raro), s.f., culla. cuntrabbanno: ➝ contrabbanno.
cunnà, v. tr., cullare: le fijje che ppià- cuntrabbasso: ➝ controbbasso.
gnono se cùnneno e ss’addòrmono || cuntrada, contrària, s.f., contrada, quar-
Forme: P. pass. cunnato. tiere: adè de n’antra ~.
cunnì: ➝ acconnì. cuntràlio: ➝ contràlio.
cunósce: ➝ conósce. cuntrastà, v. tr., contrastare: ce vò na tà-
cunoscènza, s.f., conoscenza: facéssimo vola méss’a ccuntrastà.
tanto bbène ~ cu llòro. cuntrasto, s.m., contrasto.
cunóscese, vd. conósce. cuntravinzióne: ➝ contravenzióne.
cunóscia: ➝ conósce. cuntravizzióne: ➝ contravenzióne.
cunquistà, v. tr., conquistare || Forme: cuntròllo, s.m., controllo.
Ind. perf. 6 cunquistònno. cunumìa: ➝ iconomìa.
cuntadino: ➝ contadino. cunuscènte, s.m., conoscente.
cuntante, s.m., denaro in contanti. cunvéncia: ➝ convéncia.
cuntattà, v. tr., contattare. cunvène: ➝ convenì.
cuntemplà: ➝ contemprà. cunvenì: ➝ convenì.
cuntemprà: ➝ contemprà. cunvènto, s.m., convento: magnamo
cuntentà, contentà, v. tr., contentare, sod- quéllo che ppassa l ~, ciò di cui dispone
disfare: cuntèntala tu! | n ze cuntènta la famiglia.
mae | va ssapé chi tti cuntènte ma ttì! pe cunvertì, v. tr., convertire || cunvertisse,
tté ce vò l zumaro (a una ninfomane) || v. rifl., convertirsi.
cuntentasse, contentasse, v. intr. pron., cunverzazzióne, s.f., (citt.) conversa-
contentarsi: nun zi cuntentamo mae | te zione.
cuntenteréste de campà m pace mal tu cunvìncia: ➝ convéncia.
cantuncèllo | tòcca a ~ a sto mónno | cunvissura, s.f., (raro) commessura.
“cóme state?” “cuntentàmese!” | se cunvurzo, convurzo, corvurzo, s.m., con-
campava cuntentànnose de pòco || vulsioni: pòro fijjo, c’ha l ~ | li pijja l ~
prov.: chi ssi contènta, gòde || Forme: || agg., convulso || tósse convurza, per-
Ind. pres. 3 contènta, cuntènta, cun- tosse.
tènte; 4 cuntentamo | perf. 6 cunten- cunzacrà: ➝ conzacrà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
258

cunzagrà: ➝ conzacrà. orizzontalmente in senso alternato


cunzegnà: ➝ conzegnà. per favorire lo scolo della pioggia:
cunzeguènza, s.f., conseguenza. ne la ~ le spiche dovévono guardà
cunzentì: ➝ acconzentì. ssèmpre da la parte de meżżoggiórno o
cunzènto, conzènto, s.m., consenso: pi a llevata der zóle | se mettévono le gré-
sposasse li ci vòrze l ~ de li ggenitóre | gne de ~.
pi sposà le ci voléva l ~ del patre e dde cupertina, copertina, s.f., 1. copertina di
la matre (rif. a minorenni). libro. 2. (fig.) pietra lunga e sottile che
cunzervà: ➝ conzervà. copre un parapetto.
cunzidarà: ➝ conzidarà. cupèrto: ➝ gupèrto.
cunziderà: ➝ conzidarà. cupertóra, copertóra, s.f., 1. coperchio
cunziderato, agg., apprezzato, valoriz- di pentola in terracotta: na ~ spicioc-
zato: n’adèra ~ gnènte. chjata. 2. (dispr.) zappatura trascu-
cunziderazzióne, s.f., considerazione: lo rata di operaio scadente: ha fatto na ~,
tène n ~ na massa. lasce sópra la tèrra | si cc’èra quarcuno
cunzidirévele, agg., (raro) considerevole: m pò ffiacco, pe sseguità n quéll’antre,
di ~ grannézza. facéva le copertóre, tirava la tèrra
cunzijjasse: ➝ conzijjasse (vd. conzijjà). de qquà dde llà e ssótto aremanéva
cunzijjo: ➝ conzijjo. sòdo.
cunziste: ➝ conziste. cupito, s.m., Cupido: ~ e Llòla (nomi di
cunzolà: ➝ aricunzulà. due bambole).
cunzolare, agg., consolare: la strada ~ cupo, agg., profondo || valle cupa, odon.
càssia passava de llì. cùppela, cùppola, cùppula, s.f., 1. cupola.
cunzolasse: ➝ aricunzulasse (vd. aricun- 2. (fig.) prepuzio. 3. (fig., euf.) noia: che
zulà). ccùppola!
cunzolatrice, s.f., consolatrice. cùppola: ➝ cùppela.
cunzolazzióne, cunzulazzióne, s.f., con- cuppolino, cuppulino, s.m., guglia som-
solazione. mitale della macchina di santa Rosa.
cunzulà: ➝ aricunzulà. cuppolóne, s.m., 1. cupola della basilica
cunzulazzióne: ➝ cunzolazzióne. di S. Pietro in Roma. 2. la città di Roma.
cunzumà: ➝ conzomà. cùppula: ➝ cùppela.
cupèlla, s.f., 1. bariletto da 20-25 litri per cuppulino: ➝ cuppolino.
acqua o vino. 2. (scherz.) insalatiera, cuprì: ➝ coprì.
terrina senza coperchio. 3. (scherz.) curà, v. tr., 1. curare. 2. imbiancare (rif. al
piatto in cui si mette la posta, nel gioco tessuto di canapa o lino di fabbricazione
delle carte || dim. cupellétta. artigianale) || Forme: Ind. pres. 6 cù-
cupèllo, copèllo, s.m., alveare. rono.
cupèrchjo, gopèrchjo, gupèrchjo, s.m., curàggio, s.m., coraggio: ll’aridiède ~ | io
coperchio: du copèrchje || dim. cuper- cercò di falle ~ | n ze pèrde de ~ | si fa-
chjétto. céssemo ~ || inter.
cupèrta, gupèrta, s.f., 1. coperta || dim. curaggióso, agg., coraggioso.
cupertina. 2. (fig.) strato superiore curallo, corallo, s.m., pietra preziosa ro-
della bica, costituito da covoni disposti tonda: pòrta na fila de curalle || coralle,
Vocabolario
259

s.m. pl., 1. collana di corallo. 2. (fig.) curtivatóre, s.m., coltivatore.


bargigli di gallinacei. curto: ➝ córto.
curbèllo, s.m., (euf.) testicolo: róppa li curunato, sopr.
curbèlle, annoiare. curvatta: ➝ corvatta.
curbijjèra, s.f., (lett.) corbeille, cestino di curvèllo: ➝ corvèllo.
fiori. curza: ➝ córza.
curiàndolo: ➝ coriànnolo. curzièra (di), loc. avv., (infant.) di corsa.
curiato: ➝ coriato. curzière: ➝ corzière.
curière, corière, s.m., corriere. cuscènza, s.f., coscienza: n cristiano
curiòlo: ➝ coriòlo. sènza ~ | ce ll’ha su la ~.
curiosità: (prov.) la ~ è fémmena. cuscenzióso, agg., coscienzioso.
curnetano: ➝ cornetano. cuscinóne: ➝ cucinóne.
curnice, s.f., cornice: vénne pure le ~ || cusì: ➝ accosì.
dim. curnicétta. cusiddétto, agg., cosiddetto.
curòlla, s.f., (lett.) corolla. cusijjà (ant.): ➝ conzijjà.
curóna: ➝ coróna. cusijjo (ant.): ➝ conzijjo.
curpì, corpì, v. tr., colpire. cussì: ➝ accosì.
curra: ➝ córre. custatà, v. tr., constatare.
currazzato, agg., corazzato. custodì, costudì, custudì, v. tr., 1. custo-
currazzière: ➝ corrazzière. dire. 2. accudire: ll’ha custodita la fijja?
curre: ➝ córre. ch’aspètte? | ~ la casa gni mattina | ~ la
currecurre, s.f., diarrea: li s’è ppréso l ~. stalla. 3. prendersi cura: ~ la fórma dil
currèdo, s.m., corredo. càcio (con sale, olio). 4. curare: la vigna
currèggia: ➝ corrègge. va m pò custodita || custodisse, v. rifl.,
currènte, s.f., corrente d’aria. curarsi nella persona, abbigliarsi ||
curriato: ➝ curiato. Forme: Ind. pres. 1 custodìscio; 4 cu-
curripiè, s.m., impulso aggiunto con il stodimo; 6 custodìsciono, custudì-
movimento del piede, per far rotolare sciono.
più a lungo una boccia o una ruzzola: custodì: ➝ custodì.
dàlli l ~! custodiménto, s.m., governo della casa.
currispónne: ➝ corrispónne. custodita, s.f., atto di cambiarsi d’abito:
curritóre, s.m., corridore: s’èra mésso su dàmose sù na ~ ch’è ttarde.
ppe l capo de fà l ~. custrégne: ➝ costrégna.
currótto, agg., corrotto. custrizzióne, s.f., (lett.) costrizione.
curtèlla, s.f., grosso coltello da cucina. custruì, custruvì, v. tr., costruire: cu-
curtellata: ➝ cortellata. struinno na bbèlla casa n campagna.
curtèllo: ➝ cortèllo. custruttóre, s.m., costruttore.
curtèo, cortèvo, curtèvo, s.m., corteo: custruvì: ➝ custruì.
vanno ggiù n ~. custruzzióne, s.f., costruzione.
curtesia, curtisia, s.f., cortesia. custumà: ➝ costumà.
curtèvo: ➝ curtèo. custume, s.m., 1. costume da bagno.
curtisia: ➝ curtesia. 2. condotta morale: na perzóna de
curtivà: ➝ cortivà. bbòne ~.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
260

cutidiano: ➝ cotidiano. cutóne, cotóne, cottóne, s.m., 1. cotone.


cutògnela: ➝ cotògnola. 2. filo per cucire.
cutognolà, v. tr., ammaccare. cuù cuù, onom., imitazione del verso del
cutògnola1: ➝ cotògnola. colombo.
cutògnola2, agg., cotogna: mélla ~.
Vocabolario
261

da, prep, da: annò ~ quelue, da colui | tornarono indietro | ~ ddi mano, aiutare
vène ~ fòra, viene dalla campagna | rì- | ~ na còfena a uno, dare un colpo | uno
vono ~ luntano | ~ capo a ppiède | ~ se dava vóce: só! (si spingeva insieme
quanto sò stracco, me sa che mmanco gridando) | mèjjo dàccese pace, mettersi
céno | ~ sì cch’è ppartita, n’ha scritto, il cuore in pace | ~ nu strillo, gridare |
da quando | ~ che r mónno è mmónno | “voléte magnà co nnue?” “secónno ndó
lo dice ~ ésso, da sé | n ce se vedéva dal dà”, secondo dove cade (l’invitato alla
fume, a causa del fumo | ~ mó ch’è donna che faceva la lasagna con la goc-
ppartito!, da tanto tempo | ce ll’hae ~ dì, cia al naso) | dajje sótto a na còsa, af-
devi dirglierlo | ~ qqui a Nnatale || dar, frontarla con energia | sènte cóme jje dà
dal, da lo, da la, dall’, da li, da le, ggiù? (rivolto a chi parla il dialetto ar-
prep.art.: morì ~ le risate | dal mi fra- caico) | dàmojje na mano | dà ggiù!,
tèlle | schjattava ~ la ràbbia | scottato mesci! | dà dde fòra l caffè, trabocca |
dar zóle || con valore “a”: n zè bbòno ~ tòcca dàccelo, darglielo | danno l via a
fallo lavorà || con valore “di”: nu la fi- le córze | li dà dde vòlta l cervèllo man
niva ppiù ~ martrattallo | ggiurò ~ ven- quelue | nu li dà spago, lo trascura | ~ la
nicasse | fanno finta ~ còjja l finòcchjo pórvere, superare | li sorgènte danno
| c’évono le ggiacchétte che jje cascà- rìggene ma n córzo d’acqua | ~ ttèmp’al
vono da dòsso. tèmpo | se dava pòca tèrra, si affondava
dà, v. tr., dare: dàjjolo! | dàmojjolo!, dia- poco l’aratro | ~ ll’acqua a li faciolétte,
moglielo! | dajje na vóce!, chiamali! | e irrigare | nu mme dà ll’ànima, non ho
mmó dàtecene n antro! | dàteme la parte coraggio | “nu jj’avarèe dato manco
mia! | toccava dàcciala, dargliela | dà- quarant’anne” “sé, pe zzampa!” (rif. al-
mese na smòssa, rigà!, muoviamoci!, l’età di una persona) | ~ a dd’intènna |
diamoci da fare! | damme la fica! | n ze dàmole na bbòtta! | dàmojje na bbòtta e
sa ddà ppace, non sa rassegnarsi | jje le vvia | se ~ dda fà | li ~ dde pìccio, dis-
dae tutte vinte a sta fijja | dàteme rètta! sipa, scialacqua il capitale | ~ ffòco, in-
| dàmojje fòco! | dalli m bacétto mal cendiare | ~ a vvettura, affidare il
pupo! | ~ na pulita a la mèjjo | ~ m móz- trasporto di merci | ggià ddà ll’ua sta
zico, mordere | la casa ll’ha ddata via, vita, produce uva | dajje e ddajje, ce
l’ha venduta | va ddà vvia l culo!, va al- sbatte l grugno | ~ ppil fónno mal bròc-
l’inferno! | appéna rivava, dava la cole, zapparli | n zi dàveno pace | li case
zzinna a la cratura, appena arrivava a chi ddàveno su lo strapiómmo | ~ ar-
casa, dava la poppata al bimbo | n du rèto, tornare indietro | ~ dde vòrta, detto
mése ha ddato ggiù parécchjo l tu della luna vecchia | détte no scivolóne,
nònno, si è molto invecchiato | dàtejje scivolai | bbisògna dàccelo l vino mal
fòrte! | ~ dde vòrta, rovesciarsi | damo frate | quélla gajjarda se pò ddà ppure
arrèto, indietreggiamo | déttono arrèto, quarche òcchjo de ppiù (rif. alla pota-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
262

tura di una vite) | ésso man chi ddà e avido | passàveno pure l ~ | c’éva l ~
mman chi pprométte, ne ha poche bbòno tutte le ggiórne.
spicce || dasse, v. rifl., darsi: dàmose da daméno, agg., dammeno.
fà! | dasse a la bbèlla vita || Forme: Ind. damiggiana, s.f., 1. damigiana: na ~
pres. 2 dae; 4 damo | impf. 2 dave; 4 spòrta, senza rivestimento vegetale. 2.
dammo; 5 dàvete; 6 dàveno, dàvono | contenuto di una damigiana: se sò sco-
perf. 1 détte, diède; 2 daste, dèsti; 4 dàs- late na ~ n quattro || dim. damiggia-
semo, dàssimo, déssimo; 5 daste; 6 dét- nétta.
tono, diédeno, dièdeno | Cong. impf. 1 damo, antrop., Adamo.
dasse; 2 dasse; 3 dasse; 4 dàssimo; 5 danièlle, antrop., Daniele.
dàssete; 6 dàsseno | Cond. pres. 1 da- dannà: ➝ addannà.
rèbbe; 2 daréste; 3 darèbbe; 4 darés- dannasse: ➝ addannasse (vd. dannà).
semo; 5 daréssete; 6 darèbbeno | Ger. danno: la bbótte fa ddanno, stilla, non
danno. trattiene il liquido | d’annarae a ffà
dabbéva, dabbéve, s.m., 1. bevanda. 2. ddanno?, a combinare guai?
vino: n goccétto di ~. dapertutto, dapirtutto, pertutto, pirtutto,
dabbéve: ➝ dabbéva. avv., dappertutto.
dacapo, avv., 1. daccapo, di nuovo: ari- dapiède, avv., dappiedi || prep., in fondo:
cominciamo ~ | aricomìncia ~ la sinfo- ~ al lètto | ~ a le scale | t’aspètto ~ al
nìa || prep., in cima: t’aspètta ~ a la portóne | stavamo ggiù ddapiède ma la
scalinata | arisémo ~ a ddódece, ci ri- scénta | dormivamo uno dacapo, uno ~
siamo | ~ capo al lètto | ll’aspètto sù mal lètto | dormì ddapiède, non immi-
ddacapo ma la salita. 2. a capo del letto: schiarsi.
dormimo uno ~ e uno dapiède. dapirtutto: ➝ dapertutto.
dafà, s.m., daffare: l ~ num manca mae dapòco, agg. inv., dappoco: sò rròbba ~ ||
déntro casa | dàmese ~! avv., da poco tempo: è rrivato ~ qqui
daggiacché, cong., poiché, dal momento dda nóe.
che. daquantà, avv., da molto tempo, ormai
dajje, dajji, dalle, dalli, inter., dagli!: ~ zzi da molto.
Pè, ch’è ddi Bbagnàjja!, grido per aiz- dartrónne, avv., d’altronde.
zare contro i forestieri | ~ che ssè primo! dasse: ➝ addasse.
| dalle a mmagnà rròcchje! | e ddalle a dato, s.m., quadrello della vite.
ffalla sonà | dalle chi tt’aridalle, a forza datórno, dentórno, detórno, dintórno,
di | dajje che tte ridajje | e ddajje! avv., dattorno: lèvete ~! | lèvete da din-
quanto la fae lónga, insisti | dajje ògge tórno! | n ce se cava a llevàsselo ~.
e ddajje domane, a forza di insistere || dàttaro, s.m., dattero.
d. dalle e ddajje, da cipólle divènteno davante, avv., 1. davanti: le sì passato ~
ajje. senza vedéllo. 2. apertamente: parlà
dajji: ➝ dajje. ddavante || prov.: chi pparla ~, n’è ttra-
dalle: ➝ dajje. ditóre || prep., davanti: lo tène ~ al lètto
dalli: ➝ dajje. | sta dde casa ~ a llòro, è loro dirimpet-
damagnà, s.m., cibo: pòrtete l ~ dil tuo! | taio || agg. invar., anteriore: le dènte ~,
(iron.) pare sèmpre chi li manca l ~, è gli incisivi | le zzampe ~, le zampe ante-
Vocabolario
263

riori di un quadrupede. debbosciato, disbocciato, s.m., debo-


davéro, avv., davvero: ~ me piacerèbbe sciato: ha ffatto na vita de ~.
d’annacce | ma che ddavéro ~ lu vò fa debbulézza: ➝ debbolézza.
ccréda? | schérze o ddiche ~? | dite ~ o dèce: ➝ dièce.
mmi ci minchjonate? || pe ~, per ~, pi ~, decedòtto (arc.): ➝ dieciòtto.
pir ~, dì ddavéro (a), loc. avv., sul serio: decèmbre: ➝ dicèmmere.
diche pe ddavéro?, parli sul serio? | lo decènna: ➝ dicènna.
vénne pi ~, lo vende veramente. decida, decide, dicida, dicide, v. intr., de-
dàzzio, s.m., 1. imposta comunale: c’éte cidere || decìdese, dicìdese, v. rifl., de-
gnènte di ~?, da dichiarare. 2. casello cidersi: decìtete!, deciditi! | dicidéteve!,
daziario. decidetevi! | decidémose!, decidiamoci!
ddormì: ➝ addormì. | n ze sa ddecide mae | si dicìseno
ddòsso: ➝ addòsso. d’oprillo pi vvéda che cc’éva drénto la
de, di, prep., di: me sa ppiù dde sì che dde panza | te vò decida na bbòna vòrta? ||
nò | tajjà dde fónno, tagliare una pianta Forme: Ind. pres. 4 dicidémo | perf. 3 di-
alla base | n tèmpo ~ guèrra | è mmèjjo cise; 6 decìsono, dicìseno | fut. 3 deci-
~ tutte | dó sta dde casa?, dove abita? | darà | P. pass. diciso.
ll’artr’anno ~ sti tèmpe || der, del, dil, decide: ➝ decida.
de la, dell’ (m. e f.), de le, di le, dil, decimino, s.m., misura di vino, decima
prep.art., del: li ggènte dil mónno | la parte di litro.
cótica dil prosciutte, dei prosciutti | ~ le decina, s.f., diecina.
vòrte ce sia, per caso ci fosse | l vistito decòrpo, dicòrpo, s.m., defecazione: an-
di le fèste | la séra ~ la màchena, del tra- nàv’a ffà l ~ derèto ma la fratta | annà-
sporto della macchina di santa Rosa, il ven’a ffà l ~ pi la strada, andavano a
3/9 || con valore “a”: ~ vent’anne spòsa defecare in strada.
| hò ccominciato annà n campagna ~ decórre, dicórre, v. intr., intercorrere: da
trédic’anne || con valore “in”: tégne ~ na pianta e ll’artra ci decórre tanto.
néro | io le vidde tutte d’um moménto, decquà, avv., da questo lato.
in un attimo. decùbbeto, s.m., (citt.) decupito.
débbele: ➝ débbole. dedecasse, v. rifl., dedicarsi: la fratta è
débbeto, débbito, s.m., debito: féce n ~ pi ll’ùrtemo a ddedecàccese (rif. al lavoro
sposasse, contrasse un debito | pagà l del contadino).
débbete, saldare i debiti | adè ppièno de dedrénto, s.m., la parte che è all’interno:
débbete || dim. debbitùccio || prov.: déb- l ~ se bbutta.
biti, tèmp’e mmòrte, no rrispèttono le defàccia, avv., dinanzi.
pòrte. defatte: ➝ difatte.
débbito: ➝ débbeto. defatto: ➝ difatte.
débbole, débbele, agg., debole || debbo- defènna: ➝ difènna.
lùccio, piuttosto debole di salute || s.m., defètto, s.m., difetto: l defètte ce ll’émo
inclinazione: c’éva pròpio n ~ pil caca- tutte.
nido. defettóso, agg., difettoso.
debbolézza, debbulézza, s.f., debolezza: dèfici, s.m., (rec.) deficit: l commune
casco pi la ~. sta n ~.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
264

defilato, avv., 1. immediatamente. 2. di- sentà ddenanze.


rettamente: è córzo ~ a ccasa. denaro: (d.) chi ddenare nun c’ha, mójje
defizziante, s.m., operario addetto alla num prènde (rif. al seme di denari nel
copertura dei tetti. gioco delle carte).
defìzzio, difìzzio, s.m., edificio. denòide, s.f., adenoide: levasse le ~, ope-
defónto, difunto, s.m., (citt.) persona de- rarsi alle adenoidi.
ceduta: dimo na rechjametèrna pi le nò- dènte: dènt’occhjale, molare | ~ davante,
stre care defónte. incisivo | ~ ventale, dente del giudizio |
defòra: ➝ difòri. ~ da latte, lattaiolo | ~ bbucato, cariato
deggiuno: ➝ diggiuno. | sta cratura sta mmétte l ~, i denti | ca-
delebberà, delibbarà, delibberà1, dilib- vasse n ~ | stuzzicasse l ~ | c’ha r dèn-
barà, dilibberà, dilibberì, v. tr., liberare: t’avvelenato cor commune, è in
ll’aringràzzia, p’avéllo dilibberato dal- contrasto con l’amministrazione comu-
l’inzètte | ~ la città dal prupotènte | Ma- nale | règge ll’ànama co le ~, sta in fin
dònna santa, delibberàtece vóe! | di vita | fà l dentino (di bambino che con
Madònna delibberàtece! | chi cci delìb- le dita fa la lizza ad altri per una cosa
bereno! che lui ha) || mdd. ~ de fèrro e bbracce
delibbarà: ➝ delebberà. de stóppa | aremase a ddènt’asciutte ||
delibberà1: ➝ delebberà. prov.: arriva prima l ~ che l parènte.
delibberà2, v. tr., (citt.) deliberare. dèntece, s.m., dentice (Dentex dentex L.).
delibberatrice, dilibbiatrice, agg., libera- dentóne, s.m., molare della vacca cre-
trice: la Madònna ~. sciuto più del normale, per cui non rie-
delicane, agg., (scherz.) delicato: lue è sce a masticare.
ddelicane. dentórne, s.m. pl., dintorni: sò ccontadine
deliggerì: ➝ diggerì. de le ~ che lu dìcono qué.
delinguènte: ➝ dilinguènte. dentórno: ➝ datórno.
delinguènza, s.f., delinquenza. dentrume, s.m., interiora di animale ma-
delirià, dilirà, v. intr., 1. delirare. 2. va- cellato: l ~ c’èra chi lo magnava ec-
neggiare. cóme.
dellimpò, avv., dopo poco tempo: rivà- denuncià: ➝ dinuncià.
rono ~ carme carme. dènzo, agg., (raro) denso.
demagno, s.m., demanio: n te ce fanno deogràzzia, inter., (lat. eccl.) finalmente!,
costruì ch’è ddel ~. meno male!
dementecà (raro): ➝ sdementecà. depanatóro, dipanatóro, s.m., arcolaio.
democristo, s.m., (scherz.) democri- depégna: ➝ dipigne.
stiano. depóne: ➝ dipóne.
demògno, demònnio, dimògno, s.m., de- deppiù, dippiù, s.m., sovrappiù, aggiunta:
monio: pòrco ~! || dispr. demognàccio. c’ha mmésto n ~.
demònnio: ➝ demògno. deprofùndise, s.m., (lat. eccl.) De pro-
demostrà, dimostrà, v. tr., dimostrare || fundis, incipit del salmo 129, che si re-
Forme: Ind. pres. 3 demóstra | Ger. di- cita nell’officio dei defunti: è bbèllo che
mostranno. ito, li si pò ccantà l ~ (di persona in fin
denanze, avv., davanti: se lo vidde pre- di vita).
Vocabolario
265

dequé, avv., così: fa ddequé la màchena, sito | a ccéna bbévo n ~ de vino | nun
un movimento del genere. arza mae n ~, è inerte | è n ~ ne n òcchjo
derajjà: ➝ sdirajjà. | se ll’è llegat’al ~ | (d.) li dae n ~, te
derénto: ➝ drénto. pijja tutta la mano | fam’a ddéto di fèrro
derèto, derètro, drèto, avv., dietro, ap- || dim. detarèllo.
presso: li va ssèmpre derèto || prep., detóne, ditóne, s.m., 1. pollice: le vite
dietro: si lu prése ~ al groppóne | drèto pònno venì ppure cóme n ~, raggiun-
la fenèstra | ~ ma la fratta || agg. invar., gere lo spessore di un pollice. 2. alluce.
posteriore: la zzampa derèto. detórno: ➝ datórno.
deretotèrra, s.m., (rec.) retroterra. dettajjo, s.m., dettaglio: vénnita al ~.
derètro: ➝ derèto. detteffatto, avv., immediatamente.
deriggerì: ➝ diggerì. détto: va ppe ddétto, si cita per sentenza
derupato, agg., dirupato. tramandata.
descórzo, descurzo, discurzo, s.m., di- deventà, diventà, v. intr., diventare: ~
scorso: senté che ddescórze! | sò ddi- rrósso, arrossire | ~ de tutte li colóre ||
scurze da fasse qué? Forme: Ind. pres. 2 divènte; 4 diven-
descrive: ➝ discriva. tamo; 6 divènteno, divèntono | impf. 3
descurzo: ➝ descórzo. deventava | perf. 1 deventae, diventò |
desipra: ➝ resìpola. fut. 3 deventarà, diventarà; 4 deventa-
desópra, avv., sopra || s.m., piano supe- rémo | P. pass. devénto, divènto | Ger. di-
riore: le détte la chjave de ~, dell’ap- ventanno.
partamento situato al piano superiore. devozzióne: ➝ divozzióne.
desórdene, s.m., disordine. dì, v. intr., dire: dìjjolo!, diglielo!, dillo
desótto: ➝ disótto. loro! | dimme m pò, dì un po’! | dìc-
destratto, agg., distratto. ciolo!, diccelo! | dicémojjolo!, dicia-
destrugge, destrùggia, distrugge, di- moglielo! | dìtejjelo!, diteglielo! |
strùggia, v. tr., distruggere. dicitécelo vue! | dìmmolo!, dimmelo! |
destrùggia: ➝ destrugge. te lo stò a ddì | diciva de sì | quante
desturbà, v. tr., disturbare. vòrte te ll’hò dda ~? | si accusì si pò ddì,
desubbediènza, s.f., disubbidienza. per così dire | tu la dicéste la veretà? | jje
detale, ditale, s.m., 1. ditale: sènza ~ n ce n’ha ddétte quattro, l’ha rimproverato |
sò ccucì. 2. astuccio di pelle usato dal sènza ~ ne ddue ne qquattro, senza esi-
calzolaio per proteggere le dita: n ~ de tazione | dicételo mal patróne! | dicé-
pèlle pe le déta. 3. (fig.) cupolino della teme m pò! | divve, dirvi | dille, dir loro
ghianda. | dite davéro o mme minchjonate? | va
detata, ditata, s.f., 1. colpo inferto con un llà, dìccelo tu! | “ma própio diche da-
dito. 2. quantità presa con un dito: na ~ véro?” “sì cche ddico davéro!” | dice
de mèle | na ~ de cioccolata. che nnévica domane, si dice che nevi-
detino, s.m., mignolo: (iron.) e ssì ppòro cherà | chi cce ll’ésse détto!, chi l’a-
ciuco, lo vò l ~? vrebbe immaginato? | n vò ddì, ciò non
déto, s.m., dito: le déta de la mano | ~ significa nulla | m’ha détto cótica! | me
ciuco, mignolo | ~ gròsso, pollice; al- diche m pròspero!, mi dici una cosa da
luce || ròbba da leccasse le déta, è squi- nulla! | sènza ~ vvèrbo | li dice bbòno, è
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
266

fortunato | nun féce manco n tèmpo a diàmmine: ➝ diàmmene.


ddì ppio | li fa ddì de sì e dde nò cóme a diàmmole: ➝ diàmmene.
la ciuvitta sul comò, lo comanda a bac- diàntene, diàntine, inter., diamine!
chetta | che tt’avarèbbe da ~?, che do- diàntine: ➝ diàntene.
vrei dirti? || vojjaltre dite bbène, avete diàscoce, inter., diamine!
ragione | cóme si fa nnun dillo?, come diasilla, s.f., 1. Dies irae volgare, recitato
non dirlo? | num mi dice gnènte, non mi come preghiera cantilenata. 2. pre-
interessa | che tte dice la capòccia? | di- ghiera: dì le diasille, recitare il rosario.
cémelo pure | dichi de sì?, pensi sia 3. nenia. 4. imprecazione: sentarae tu le
così? | détt’e ffatto! || prov.: dijje de sì e diasille, quanno lo sa!, quante impreca-
ddajje da bbéva | dimme chi ssò e nnò zioni lancerà quando lo verrà a sapere.
chi ssò stato | quéllo ch’è ddétto è ddétto 5. bestemmia: ma m me fa ddì qualche
| dillo a nnòra, perché ssòcera ntènna | ddiasilla!
2. soprannominare: uno chi li dicévono diàvelo, diàvolo, s.m., diavolo: te fò
Mummo, era soprannominato || v. tr., re- vvéda l ~ mal cannéto (minaccia ad un
citare: ~ l zermóne | ~ l crédo | ~ ll’oraz- bambino) | sò l diàvol’e la cróce que-
zióne, pregare | dicéssemo na lòro due, sono cane e gatto | avécce l ~
requiamitèrna | ~ la méssa, celebrare || addòsso, essere molto irrequieto |
Forme: Ind. pres. 2 diche, dichi; 3 (ant.) avécce n ~ pe ccapéllo | se cérca a non
déce; 4 dicémo, dimo; 5 dicéte, dicite; 6 dillo del ~, sennò tte vène a ppijjà ppure
dìcheno | impf. 1 dicìo; 2 dicéve; 3 (tabù linguistico) | mannàggia l ~
dicìa, diciva; 4 dicévemo, dicévomo, di- zzòppo!, imprec. || pegg. diavolàccio ||
cìvemo; 5 dicévete; 6 dicéveno, dicé- diavolino (a), loc. avv., con cocche an-
vono, dicìono, dicìveno, dicìvono | perf. nodate ai quattro angoli (detto del faz-
1 disse; 2 dicéste; 4 dicéssemo, dicés- zoletto sul capo): quanno lavór’al zóle,
somo; 6 dìsseno, dìssono | fut. 1 dicarò; me métto l fazzolétto ~ || prov.: l ~ fa l
2 dicarae, dirae; 3 dicarà; 5 dicaréte, pignatte, ma nò le copertóre || Forme:
dirréte; 6 dicaranno, dirranno | Cong. pl. diàvele, diàvole.
impf. 1 dicésse; 5 dicéssete; 6 dicésseno diavolàccio, s.m., specie di trappola, fatta
| Cond. pres. 1 dicarèbbe, dirrébbe, dir- con un vecchio ombrello dalle stecche
rèi; 2 dicaréste; 3 dicarèbbe, dirrèbbe; coperte di vischio, con lampada all’in-
4 dicaréssemo; 5 dicaréssete, dicaréste; terno, per uccellagione notturna di
6 dicarèbbeno | P. pass. ditto | Ger. di- frodo.
cènno. diavolammàzzalo, inter., diamine!
di: ➝ de. diavolèrio, s.m., baccano: èssa bbòno,
diabbète, s.m., diabete: avécce l ~ arto, statte bbòno, nun fà l ~! sennò staséra a
avere un elevato tasso di zuccheri nel llètto e a ppanza tirata (minaccia
sangue. scherz. a un bambino).
diàccio, jjàccio, agg., gelido. diavoline, s.m. pl., intirizzimento dolo-
dïàlese, s.f., (rec.) dialisi: adè n ~, porétto. roso alla punta delle dita, intorpidi-
dialittale, agg., dialettale. mento per freddo intenso.
diàmmene, diàmmine, diàmmole, inter., diàvolo: ➝ diàvelo.
diamine! dicano, s.m., (citt.) decano.
Vocabolario
267

dicèmmere (ant.), decèmbre, s.m., di- difendere: toccava difènnelo | che vvòe
cembre. difènna? (impossibile difenderti, devi
dicènna, decènna, s.f., 1. porzione di ter- considerarti sconfitto) || difènnese, v.
reno: c’è rrimasta sta ~ da mèta. 2. la- rifl., difendersi.
voro limitato. 3. periodo di lavoro di sei difènne: ➝ difènna.
ore dell’operaio agricolo. diferènte, agg., differente, diverso: ògge
dichidóne, sopr. è ttutto ~ || avv., in maniera differente: la
dicida: ➝ decida. ggioventù raggiónono ~.
dicide: ➝ decida. diferènza, s.f., differenza: c’è na ~ cóme
dicìdese: ➝ decìdese (vd. decida). l giórn’e la nòtte.
dicidòtto (arc.): ➝ dieciòtto. diffetterite, difittirite, s.f., difterite.
dicisióne, s.f., decisione. diffìcele: ➝ indifìcile.
diciso, agg., deciso. dificà, v. tr., (lett.) edificare.
dicissètte: ➝ dieciassètte. difìcile: ➝ indifìcile.
dicòro, s.m., (citt.) decoro. difinì, v. tr., definire.
dicòrpo: ➝ decòrpo. difittirite: ➝ diffetterite.
dicórre: ➝ decórre. difìzzio: ➝ defìzzio.
dicrinà, v. intr., (citt.) declinare, tramon- difòri, defòra, s.m., esterno: s’attappa dal
tare. ~ co n tappo de légno, guarnito.
diddittì, s.m., D.D.T., diclorodifeniltrico- diformato, agg., deforme.
loroetano, pesticida clorurato (più usato difunto: ➝ defónto.
negli anni ‘40 e ‘50 del ‘900). diggerì, deliggerì, deriggerì, diliggerì, di-
didéntro: dal ~, loc. avv., dall’interno. riggerì, v. tr., digerire: n ce la cava a di-
dièce, dèce, num. card., dieci: se vedémo liggerilli | deliggerisce puro l zasse.
a le ~ | sò ddièc’anne bbòne ch’è diggistióne, s.f., 1. digestione. 2. (raro) in-
mmòrto, da oltre dieci anni | nfino a llà digestione: ha ffatto ~.
ppil ~ di stu sèquelo || prov.: chi n’ha diggiunè, s.m., (scherz.) digiuno: fà a
ddièce, ll’allòca; chi nn’ha una, ll’af- ddiggiunè, digiunare.
fòga (rif. al numero delle figlie da mari- diggiuno, deggiuno, s.m., digiuno: róppe
tare). l ~ | s’nnava a llavorà a ddeggiuno, a
diecemila, num. card., diecimila. stomaco vuoto | bbév’a ddiggiuno, bere
dieciannòve, num. card., diciannove. vino senza mangiare prima || agg., di-
dieciassètte, dicissètte, num. card., dici- giuno: sò ddiggiune da jjère | sò ddig-
assette. giuno de paternòstri, non sono
diecicènto, num. card., (arc.) mille. credente.
dieciòtto, decedòtto (arc.), dicidòtto dilevasse, v. intr. pron., estraniarsi: s’è
(arc.), num. card., diciotto. ddilevato da la socetà.
diènza: ➝ odiènza. dilibbarà: ➝ delebberà.
dietrocàrica, s.f., retrocarica: n fucil’a ~. dilibberà: ➝ delebberà.
difatte, defatte, defatto, cong., difatti, in- dilibberì: ➝ delebberà.
fatti. dilibbiatrice: ➝ delibberatrice.
difènde: ➝ difènna. dilicatézza, s.f., delicatezza.
difènna, defènna, difènde, difènne, v. tr., dilicato, agg., 1. delicato. 2. gracile.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
268

diliggerì: ➝ diggerì. diniguardi: ➝ dineguarde.


dilinguènte, delinguènte, s.m., delin- dinotà, v. intr., (citt.) denotare.
quente. dintènna: ➝ intènna.
dilirà: ➝ delirià. dintièra, s.f., dentiera.
dilìrio: ➝ dirìllio. dintórno: ➝ datórno.
dilìzzia, s.f., delizia. dinuncià, denuncià, dinunzià, v. tr., 1. de-
dilizzióso, agg., delizioso. nunciare: dinunciònno l fatto mal car-
dilujjà, diluvià, v. intr. impers., 1. piovere bignère. 2. dichiarare in anagrafe la
a dirotto. 2. (fig.) capitare in grande nascita di un figlio.
quantità: mdd. me credévo che ppio- dinunzià: ➝ dinuncià.
vésse ma nò cche ddiluviasse, non avrei dio: ~ sólo lo sa quant’hò ttribbolato | ~
mai potuto immaginare una cosa tanto ve rènna mèrito!, ~ v’arimèrete!, ~
grande || Forme: Ind. impf. 3 dilujjava. v’arimèriti!, Dio vi ricompensi! | ~ ce
dilujjo, s.m., (ant.) diluvio. scamp’e llìbbere! | lo diciva sèmpre la
dilungo, s.m., code del frac. mi pòra mójje, ~ ll’àbbia m pace! | ~
diluvià: ➝ dilujjà. ll’àbbia n gròllia! | quant’è bbèllo sto
dimane: ➝ domane. fijjo, ~ lo bbenedica! (si aggiunge dopo
dimannà: ➝ domannà. aver espresso il proprio compiacimento
dimentecato, agg., (raro) dimenticato. per la prosperità di qualcuno e ha valore
dimocràteco, agg., democratico. di formula per scongiurare il maloc-
dimògno: ➝ demògno. chio) | ~ ve pòrt’in glòria! | ~ ce sarve!,
dimograzzìa, s.f., democrazia. Dio ci salvi! | ~ me cèche, si n’è vvéro
dimostrà: ➝ demostrà. (formula di giuramento) | ~ ce provéda,
din din, onom., imitazione del suono n c’émo gnènte (in risposta a chi chiede
della campana minore. l’elemosina) || ~ campo!, ~ campanile!,
dinanòra (pe), inter., (euf.) per Dio! ~ campagnòlo!, (euf.) bestemmie ||
dincanto (pe), loc. avv., per incanto. chiapp.: “~ te bbenedica!” “co la cròsta
dindaròlo, ninnaròlo, s.m., salvadanaio. e la mujjica” || prov.: ~ affligge, ma nun
dinde, s.m. pl., 1. (infant.) dindi, soldi: abbandóna | ~ num paga l zàbbeto, ma
tòcca avécce l ~. 2. (infant.) spiccioli. la doménica ha ppagato man tutte | ~
dindina dindà, espr. in una conta. manna l fréddo sicónno li panne |
dindindilimbò dindindinlimbà, onom., ll’ànima a Ddio, l còrpo mal guèrro |
imitazione del suono delle campane. ll’ànema a Ddio e l culo al zomaro | nun
dindirindina (pe), inter., (euf.) per Dio! casca fòjja che Ddio nun vòjja | n ze
dindolì, (infant.) incipit di formula di mòve fòjja che Ddio non vòjja | in
gioco. un’óra ~ lavóra | ll’òmo propóne e
dindoló, dindolò, onom., imitazione del Ddio dispóne | méttete ne le mano de
suono della campana. Ddio.
dindolò dindolò, incipit di tir. dïotrìa, s.f., diottria.
dineguarde, diniguarde, diniguardi, dipanatóro: ➝ depanatóro.
inter., 1. Dio ne scampi! 2. non sia mai!: dipènna, dipènne1, v. intr., dipendere: da
~ véncio la lotterìa. che ddipènne che n z’è vvisto?
diniguarde: ➝ dineguarde. dipènne1: ➝ dipènna.
Vocabolario
269

dipènne2, inter., può darsi!: “che ddiche, tetto da un canale posto sotto la gron-
ce vènghe?” “~!”. daia.
dipennènte, s.m., dipendente. discénta: ➝ scésa.
dipénto, s.m., dipinto. discèrna, v. tr., 1. scorgere. 2. distinguere.
dipigne, depégna, v. tr., dipingere: stanno dischérzo (pe), loc. avv., per scherzo.
de casa llì ddavant’a ssanta Ròsa de- discindènza, s.f., discendenza: vanno pi
pénta || prov.: nun è bbrutto l diàvolo ddiscindènza cèrte male, per via eredi-
cóme se dipigne || Forme: P. pass. di- taria.
pénto, depénto. discórra, discurra, v. intr., 1. parlare:
dipirì, v. intr., deperire: più sta e ppiù ddi- quann’avarémo cantato, se ne discur-
pirisce. rarà | e vvia discurrènno. 2. amoreg-
dipiriménto, s.m., deperimento. giare: na rigazza discurre cu n
dipóne, depóne, v. tr., deporre: diponéva giuvenòtto, ce fa ll’amóre.
ll’òva (del baco da seta). discriva, descrive, v. tr., descrivere: n ve
dippiù: ➝ deppiù. la sò ddescrìvevvela.
dipròma, s.m., diploma: sènza n ~, ògge discrizzióne, s.f., descrizione.
num batte chjòdo, non trovi impiego. discurra: ➝ discórra.
dipromasse, v. intr. pron., conseguire un discurzo: ➝ descórzo.
diploma scolastico. discusióne, s.f., discussione: e ffinìmola
diradata: ➝ sdiradata. cu ste discusióne!
dirajjà: ➝ sdirajjà. discuta: ➝ discute.
direzzióne, dirizzióne, s.f., 1. direzione. discute, discuta, v. intr., discutere: c’ha
2. (raro) indirizzo. rraggióne ésso, c’è ppòco da ~ | stàvono
dirigge, v. tr., dirigere || Forme: Ind. pres. discutènno.
6 dirìggiono. disdétta (n), loc. avv., nei guai.
diriggerì: ➝ diggerì. disdòssa (a la), loc. avv., a bisdosso,
dirìllio, dilìrio, s.m., delirio: li ggènte an- senza sella: è ppartito ~ col zomaro a
nàvono n ~ a ssentillo. ppélo.
dirizzióne: ➝ direzzióne. disellà, v. tr., dissellare.
dirótta, s.f., rottura, disaccordo: ha sdi- disèrto, agg., deserto.
miciato, sta n ~ cu ttutte. disestato, sdisestato, agg., 1. disordinato.
disamorasse, v. intr. pron., 1. perdere in- 2. trasandato: la su mà lo manna n giro
teresse per q.cosa o q.no. 2. scorag- tutto ~. n ze vergògna?
giarsi. disfatto, agg., diluito: l zòrfo ~ ce se met-
disanguato, agg., dissanguato: è mmòrta téva.
disanguata, porétta. disgraìdo, agg., (euf., rec.) disgraziato.
disarmà: ➝ sdisarmà. disgràzzia: mdd. le disgràzzie nun vèn-
disbocciato: ➝ debbosciato. gono mae sóle; e sse vvéngono due, ci
disboscà, v. tr., diboscare. ne sarà una tèrza | na bbottijja d’òjjo
discènne, v. intr., discendere: discennémo che ccasca pòrta ~ (cred. pop.).
tutte d’Adam’e Èva. disgustévele, agg., disgustoso.
discennènte, s.m., 1. discendente. 2. tubo disidarà, disidirà, v. tr., desiderare: lo di-
verticale, che scarica a terra le acque del sidaravo cu ttutto l còre | na còsa assae
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
270

disidarata | nue disidaramo vidéllo sèm- distraésse, v. rifl., distrarsi: ce distraémo


pre | disidaravo pròpio, cóme ll’àneme m pò arméno.
dil purgatòrio, chi fusse passato uno cul distribbuì, v. tr., distribuire.
carrétto. distrugge: ➝ destrugge.
disidèrio, s.m., desiderio. distrùggia: ➝ destrugge.
disideróso, agg., (raro) desideroso. ditale: ➝ detale.
disidirà: ➝ disidarà. ditalino, s.m., 1. cappellotto fulminante,
disìpola: ➝ resìpola. capsula esplosiva del fucile ad avanca-
disipra: ➝ resìpola. rica. 2. (fig.) atto della masturbazione
disobbrigasse, v. rifl., disobbligarsi: n za- femminile.
péva cóme ddisobbrigasse. ditata: ➝ detata.
disotterrà, sdisotterrà, v. tr., dissotterrare: diterzivo, s.m., (rec.) detersivo.
dice che lo sdisottèrrono. ditóne: ➝ detóne.
disótto, desótto, avv., 1. abbasso, di sotto: ditto de làude (n un), loc. avv., in bre-
va ggiù ddisótto. 2. a valle || s.m., locale vissimo tempo.
a pianterreno di una casa, al livello stra- diventà: ➝ deventà.
dale, adibito a magazzino o talora a bot- divertì, v. tr., divertire || divertisse, divir-
tega: va ggiù che sta llavorà mal ~ . tisse, v. rifl., divertirsi: divertìscete! | ci
dìsparo, dìsporo, agg., dispari: paro o si divirtìveno appòsta | li fijje paréva ci
ddìsporo? | mdd. paro paro, dìsparo im si divertìsseno a ffalle fà ssù e ggiù ||
mano (detto nel gioco della scopa e Forme: Ind. pres. 1 divertíscio; 2 diver-
dello scopone) || Forme: pl. dìspare. tisce; 3 divertisce; 4 divertimo | impf. 6
dispètto: li piace a ffalle l dispètte | sere- divirtìveno | Cong. impf. 6 divertìsseno
nata a ddispètto, serenata con canti | P. pass. divirtito.
osceni e ingiuriosi da parte di un inna- divià, v. tr., (citt.) deviare.
morato o di uno spasimante respinto. divida, divide, v. tr., dividere || divìdese,
dispiacé, v. intr., dispiacere: nu li dispia- v. rifl., dividersi.
céva da partì | me dispiace, ma nun ce divide: ➝ divida.
ll’hò dda dàttele quippeqquì. divirtisse: ➝ divertisse (vd. divertì).
dispóne, v. tr., disporre. divòto, agg., devoto.
dìsporo: ➝ dìsparo. divozzióne, devozzióne, divuzzióne, s.f.,
disprezzà, v. tr., disprezzare || prov.: chi 1. devozione. 2. immagine sacra portata
ddisprèzza, cómpra. indosso, scapolare. 3. (ant.) comunione:
distante: lo trovate a qquarche mmètro ~. sudisfatte d’avé ffatto la ~ ma sti sante
distènne, v. tr., distendere. protettóre.
distillirìa, s.f., distilleria. divuzzióne: ➝ divozzióne.
distimognà: ➝ tistimognà. dò: s’è mméssa tutta n ~ la commare: n
distimognanza: ➝ testimognanza. d’ha dd’annà?, si è agghindata.
distimògno: ➝ tistimògno. dó1: ➝ du1.
distinà, v. tr., destinare. dó2, du2, indó, indóve, ndó, ndóe, ndóve,
distìngue, v. tr., distinguere. ndu, avv., dove: du s’ita?, dove sei an-
distino, s.m., destino: che vv’hò dda dì? data? | d’ha dd’annà? | nd’ha dd’annà?,
se véde ch’èra l ~ mio qué. dove deve andare? | fiòcca dó sì ddó nò,
Vocabolario
271

qua e llà, a tratti | ll’arimettémmo ne le sséra, diman’a sséra, domani sera | ~


grótte o dó sia | ~ sta dde casa?, dove doppopranzo | domà ll’altro, dopodo-
abita? | da ~ scappe fòri, da dove salti mani | duman’a òtto, fra otto giorni a
fuori? | è ito ndó jje par’e ppiace | dó ve partire da domani | dajje ògge, dajje ~,
la lasso sta ròbba? | ndu vae a st’óra? | a lungo andare | un ~ c’annarémo, in fu-
va ssapé ndó se sarà nfilato, cacciato | turo | si nun è ògg’è ddomane, uno dei
nd’adè?, dov’è? | da ndóve riva? | d’in- prossimi giorni.
dóv’è qquéllo? | scappò ffòra da chi ssa domannà, addimannà, addumannà, di-
ndóve | la servétta ndu ci si mettéva mannà, dumannà, v. tr., domandare: do-
sópra la padèlla, sulla quale si poneva | mannàtejjelo vue! | domannàtecelo! | lu
ndó sia sia, ndó che ssia, ovunque sia | dimanno sèmpre n giro | ma io dimann’e
ndó è, ovunque, in qualsiasi luogo. ddico, se pò nnà vante ccusì? | me lo du-
dóce (raro): ➝ dórce. manne ppure? | (arc.) “me vòe bbène da-
dódece, dódice, num. card., dodici: mdd. véro?” “e mme ll’addimanne?” | duman-
arisémo dacapo a ~, siamo di nuovo nàtelo m pò ma gni mèdeco chi vve lo
daccapo. dice | dumannò ci ni fùsseno ancóra, chi
dódice: ➝ dódece. ll’avarèbbe magnate || (d.) (iron.) cul
dóe: ➝ du1. domannà se va Bbagnajja, con l’intra-
dóga, s.f., grande quantità: (iperb.) n’ha prendenza ogni problema si risolve (la
bbeuto na ~ di quel vino, se véde ch’èra fraz. dista 4 km. dal capoluogo) || prov.:
bbbòno. dumannà è lléceto, e arispónna adè
doghettato, s.m., 1. (coll.) assicelle con òbbrigo || Forme: Ind. pres. 1 dimanno,
cui si copre una superficie. 2. superficie domanno; 2 dumanne; 4 domannamo; 6
coperta con assicelle || agg., rivestito di dumànnono | perf. 3 dimannò | fut. 3 do-
assicelle: r zoffitto èra tutto ~ sópre. mannerà, 6 dumannaranno | P. pass. du-
dòjja, s.f., dolore reumatico || pl. dòjje, 1. mannato | Ger. dumannanno.
dolori fisici: fa bbòno pe le ~. 2. doglie domanna, dumanna, s.f., domanda: ha
del parto. ffatto ~ p’entrà in ferrovìa, per essere
dolciaròlo, s.m., chi è goloso di dolciumi. assunto nelle FF. SS. | sò ddomanne da
dolé, dòle, v. intr., dolere: me dòjjono fasse qué?
ll’òssa | me dòlono le gginòcchja sta- domannino, s.m., chi ha l’abitudine di
mane | me fa ddòle ll’òssa sto tèmpo | le sempre chiedere.
fa ddolé la panza | li dòle l dènte | se pò doméneca, duméneca, s.f., domenica: la
ssapé che tte dòle?, cosa vuoi? | nu li ~ de le parme, la domenica delle Palme
dòle ppiù l capo, è morto da tempo || | la ~ in àlbise, la domenica in Albis | la
Forme: Ind. pres. 3 dòle; 6 dòjjono, dò- ~ famo fèsta, non lavoriamo || prov.: si
lono, (rust.) dòrgheno | perf. 3 dòlze | P. ppiòve la ~ prima de la méssa, tutta la
pass. doluto | Ger. dolènno. settimana va ccun éssa.
dòle: ➝ dolé. domila: ➝ dumila.
dolóre: ➝ dulóre. dòmmene, nell’espr.: anno ~, nell’anno
domà: ➝ addomà. di grazia.
domane, dimane, dumane, avv., domani: dòmmino nzubbisco, Dominus vobi-
domattina, domani mattina | doman’a scum, espr. dall’officio della messa in
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
272

latino. cóme la stóppa | quanno na ~ nun vò,


dòmo, s.m., 1. duomo. 2. cattedrale di san manco l diàvolo ce la pò | tre ddònne e
Lorenzo in Viterbo. n gatto, mercato fatto | tre ddònne e m
dòn dan, onom., imitazione dello squillo pignatto, e mmercato è bbèll’e ffatto | la
della campana maggiore. ~ c’ha ssètt’ànime cóme l gatto | na ~
dòn, dònn (davanti a vocale), titolo ono- onorata, pò stà ddéntr’a n’armata | na
rifico di un sacerdote: dònn’Arcèste | bbrava ~ rizza la casa, una cattiva la
dònn’Eggisto | mdd. fà la fine de ~ Far- scarca | ndu sò ddònne sò llite | se vvòe
cùccio, rimanere con un pugno di mo- sposà na ~ a ccinquant’anni, mèjjo ti
sche in mano. bbutt’al mare co ttutt’i panni | a ddònna
donà, v. tr., donare || Forme: Ind.fut. 3 do- préna, gnènte si néga | dònna gròssa,
narà. um piède in fòssa | dònn’e bbòvi de
dondelà, donnolà, sdenduelà, sdindolà, paési tuòi || dim. donnarèlla. 2. dome-
sdondolà, sdonnolà, sduendelà, sdun- stica: ha mmésso na dònna a óre. 3. una
delà, v. intr., suonare, squillare (di cam- delle tre figure delle carte da gioco,
pane): li campane sdóndolono a ffèsta. equivalente ad otto.
dóndo, sopr. donnaròlo, s.m., donnaiolo.
dondolò, onom., suono della campana: donnino, s.m., 1. uomo che si dedica a
(tir. infant.) ~ ~ , la campana de san faccende donnesche. 2. effeminato.
Zimó! donnolà: ➝ dondelà.
dongà, v. tr., picchiare di santa ragione, dónqua, dónque, dùnqua, cong., dunque
sonoramente: ll’hanno dongato. || s.m., punto cruciale di una questione:
dònn: ➝ dòn. quanno sém’al dónque, se tira ndiètro.
dònna, s.f., 1. donna: ~ de casa, a) casa- dónque: ➝ dónqua.
linga; b) donna onesta | (euf.) ~ de donżilla, tonżilla, s.f., tonsilla: s’è llevato
ggiro, fa la bbòna ~, è prostituta || le donżille | c’hò le donżille, ho la ton-
quélla dò!, signora! || prov.: ~ bbaffuta, sillite || Forme: pl. donżille.
sèmpre piaciuta | vò conóscia na ~ da donżillite, tonżillite, s.f., tonsillite.
pòco? méttela ccènna l lume e l fòco | le doppiofónno, s.m., doppiofondo.
dònne c’hanno l capélle lunghe e ll’idèe dòppo, dóppo, avv., dopo: ce penzarémo
córte | la ~ ne sa una più ddel diàvolo | ~, più tardi || prep.: pijja la strada
ne sa ppiù la ~ quanno dòrme chi l dià- bbianca ~ ll’incrócio | rive sèmpre
volo quanno véjja | la ~ mise l diàvolo m dóppo le fòche tu | è ddurato fin’a
bbottijja | la ~ che vvòl’èsse bbèm man- ddòppo la guèrra quésta ùrtema | fatte
tenuta pijja l vècchjo di bbarba canuta véde ~ pranzo | dimme m pò, èsce ~
| la ~ somijja a la castagna: de fòra è céna? || cong.: ~ magnato vò vvia || agg.
bbèlla, e ddéntro c’ha la magagna | la ~ invar.: ll’anno ~ lo trovae, l’anno suc-
è l malanno del mónno | chi ddisse ~, cessivo | ll’ha da chjède ma la bbottéga
disse danno | la ~ e l fòco vanno stuzzi- ~, devi chiederlo.
cate ógni pòco | la ~ e ll’inzalata, pe doppodomane, avv., dopodomani.
èsse bbòna dév’èssa strapazzata | la ~ è doppoguèrra, s.m., dopoguerra.
ccóme ll’inzalata, è bbòna quann’è doppolavóro, s.m., dopolavoro.
sciattata | ~ jjótta, dà ffòco a la casa doppopranzo, s.m., pomeriggio || avv.,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
274

nel pomeriggio. dìo, dièce óre dòrmo io | dòrme pàolo e


dopposcòla, s.m., doposcuola. ccónta ll’óre || Forme: Ind. pres. 2
doppotutto, avv., insomma, alla conclu- dòrme, duòrme (arc.); 4 dormémo; 5
sione. durmite; 6 dòrmeno | impf. 3 dorméva;
doprà: ➝ addoprà. 4 dormévemo; 6 dorméveno, dormìveno
dorà, v. tr., 1. dorare. 2. intridere nel- | perf. 1 durmì; 2 dorméste; 4 dormés-
l’uovo prima di friggere: magnamo du semo; 6 dorminno | fut. 2 dormarae; 4
fettine fritte dorate. dormarémo; 5 dormaréte | Cong. impf.
dórce, dóce (ant.), agg., 1. dolce: n chilo 1 dormésse | Cond. pres. 1 dormarèbbe;
de pecorino ~, non piccante | ù, ll’i 4 dormaréssemo | Imper. 2 dòrme; 4
ddórce! (espr. iron. rivolta a chi avanza dormémo | P. pass., dormito, durmito |
pretese eccessive) | mdd. c’arifà, sènte Ger. dormènno.
ch’è ddórce (espr. d’impazienza). 2. dormijjóne, durmijjóne, s.m., dormi-
mite, del tempo. 3. dolce, di qualità di glione.
legno: l cavallétto è ffatto de légno ~, dormivéjja: ➝ dormevéjja.
cóme sarébbe la ficuna. 4. affettuoso, dornato, agg., adorno.
languido: fà ll’òcchje ~. 5. delicato: l dòro, s.m., 1. carta stagnola. 2. colore do-
piède ~, i piedi delicati || s.m., dolce. rato: se véde ggià l ~ dill’ua.
dorceménte, avv., dolcemente. dòta, s.f., dote nuziale: na spòsa de na fa-
dorcézza, s.f., dolcezza. mijja che stava bbène portava cènto
dorchì: ➝ adorchì. scude de ~ | la matre di famijja dava sti
dorciòlo, s.m., pancreas del maiale. ròtele pi ddòta ma la fijja.
dórco: ➝ adórco. dotato, agg., dottato: fico ~, qualità di fico
dormevéjja, dormivéjja, s.m., dormive- dal frutto grosso e dolce.
glia, primo sonno. dottóre, s.m., medico: sòr dottó! | chjamà
dormì, durmì, v. intr., dormire: ~ cóme n l ~ | annà ddal ~.
ciòcco, dormire profondamente | è dottrina, drottina (arc.), duttrina, s.f., 1.
mmòrto ntanto che ddorméva | dòrme catechismo. 2. lezione di catechismo
bbène! bbò rripòso! | dòrmono uno da- impartita ai bambini: annà a la ~ |
capo, uno dapiède mal lètto | la mi fijja mannà l fijjo a la ~.
se créde che ddòrmo, ma mica è vvéro | dové, v. intr., dovere: dovarèbbe èsse
io dormarèbbe tutto l giórno, s’ésse ccusì || Forme: Ind. pres. 4 dovémo, du-
sònno | lue dòrme dapiède, nun ze mpìc- vémo; 6 déveno | impf. 6 dovévono |
cia mae, non si immischia | se dorméva perf. 1 dovì; 4 dovéssemo; 6 dovérno |
arméno m par d’óra de ppiù | ~ a la fut. 1 dovarò; 5 dovaréte | Cond. pres. 3
stellétta, all’albergo della Stella, al- dovarèbbe; 4 dovréssimo; 6 doveréb-
l’aperto | ch’ha dormito a cculo sco- beno | Ger. dovènno.
pèrto ché?, ti sei levato con il nervoso? drénto, derénto, s.m., interiora di animale
| sapé ndó dòrme l lèpre, sapere come macellato: l ~ ppure se cucinava, n ze
stanno le cose in realtà, avere espe- bbuttava via gnènte || avv., dentro: chi è
rienza: lu sò io ndu dòrme l lèpre || ddrénto, è ddrénto; chi è ffòra, è ffòra ||
prov.: sètte óre dòrme n còrpo, òtto óre prep.: lo trovae ~ casa, in casa | santa
dòrme m pòrco, nòve óre dòrme n ggiu- Ròsa la tìrono fòri da drént’all’urna
Vocabolario
275

(rif. al cadavere mummificato). dumanna: ➝ domanna.


drèto: ➝ derèto. dumannà: ➝ domannà.
drétto, agg., dritto: ~ cóme n fuso. dumattina, avv., domattina.
dritta, s.f., direzione destra: ggiranno da duméneca: ➝ doméneca.
la ~, a destra. dumila, domila, num. card., duemila.
drottina (arc.): ➝ dottrina. dunanza, s.f., adunanza, riunione.
du1, dó; dóe, due, dui (raro), duve (raro), dundina dundèlla, espr. in una conta.
num. card., due: da du parte | n’antr’e dùnqua: ➝ dónqua.
ddue | annam’a ffà ddu passe | du òva a dupèzze, s.m., (rec.) costume da bagno a
ffrittata | còcio du faciòle pe ccéna | lo due pezzi, bichini.
famo n due | vann’a ddue a ddue | fà n durà, v. intr., 1. durare: duraranno fin’a
viàggio e ddu servìzzie, prendere due la fine dil mónno | che ddiche, durarà?,
piccioni con una fava | (d.) l due la durerà questo benessere? | nun è vvita
patta, l tre la vince (al gioco delle carte) da durà | mdd. ~ da Natale a ssa Stè-
|| prov.: n c’è ddue sènza tré | due sò fano (di cosa di breve durata) | duràveno
ppòche e ttré sò ttròppe (sulla risolu- pi ppiù ssére a bballà | (d.) dura fin chi
tezza). ffa vverdura | fin che ddura, fa vverdura
du2: ➝ dó. || prov: chi la dura, la vince. 2. resistere:
dubbetà, dubbità, v. intr., temere: n dub- nun ce duro || Forme: Ind. pres. 6 dù-
betate che cc’è cchi lo paga, chi lo pu- reno | impf. 6 duràveno | perf. 6 du-
nisce. rònno | fut. 3 durarà; 6 duraranno.
dubbità: ➝ dubbetà. durace, agg., duràcino, di frutto con
ducato, agg., educato. polpa che aderisce al nocciolo.
ducazzióne: ➝ iducazzióne. durarèlla (a), loc. avv., varietà di gioco
duce: (iron.) ~, pijja ll’aco e ccuce! (re- con la trottolina di legno (vince chi la fa
plica antifascista all’inneggiamento). girare più a lungo).
ducènto, num. card., duecento: durò ddu- durmì: ➝ dormì.
cènt’anne e ppiù. durmiènte, s.m., dormiente: la grótta di li
duchésse (le), s.f. pl., monastero della Vi- sètte ~ (con allusione ad un’antica leg-
sitazione in Viterbo. genda).
duddo, s.m., stupido. durmijjóne: ➝ dormijjóne.
due: ➝ du1. durmita, s.f., dormita: se fa na bbèlla ~.
dui (raro): ➝ du1. durmitòrio, s.m., dormitorio.
dulóre, dolóre, s.m., dolore. senterae l ~ duro: ~ de réne, a) stitico; b) avaro || agg.,
de còrpo!, che guai! | li ~ li fa ppijjà al dente: la pasta è mmèjjo scolalla m
mall’antre, è spensierato | sò ddolóre si pochétto durétta.
num piòve, se non piove, è un vero duttrina: ➝ dottrina.
guaio || dim. dolorétto. duve (raro): ➝ du1.
dumane: ➝ domane. dużżina, s.f., dozzina.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
276

e, cong., e: tu ~ llòro | bbéll’~ ffatto | tutt’~ èjjo, adèjjo, avv., ecco là!: ~ fatto! | ~ la
ddue, entrambi | ~ stàteve zzitto! | màchina tua || èjjete, èjjolo, adèjjjolo,
quattro ~ qquattr’òtto. èjjelo, èllo, èjjala, èjjela, eccolo, eccola
eantro: ➝ eartro. lì | èjjele, eccoli là, eccole là.
eartro, eantro, inter., ma certo! elèggia, v. tr., (citt.) eleggere.
ebbè: ➝ embè. elèttreco: ➝ lèttrico.
ebbrèo: ➝ abbrèo. ellà, inter., 1. via!, suvvia!: ~, vennéte-
ecalitto, s.m., eucaliptus (Eucaliptus glo- melo! 2. davvero!: ~, m pò èsse. 3. ca-
bosus Labill.). spita!
eccèntroco, agg., (raro) eccentrico. èllera, ènera, s.f., edera (Hedera helix L.):
ecceòmo: ➝ acceòmo. co le palline dell’~ ce se ggiocava.
eccètra, eccetera. ellerara, s.f., pianta di edera.
ècchese, particella lat., ex: ll’~ sìndeco. embè, bbè, ebbè, mbè, inter., ebbene!:
ecciccìchete bbum, onom., voce che mbè, se pò ssapé che vvòe? | ebbè, vo-
imita il suono del tamburello. lémo partì?
eccinque, inter., eccì! (pronunciato star- embrïacasse: ➝ imbrïacasse (vd. im-
nutando): “~!”, “caramèlle n zòrdo!” | brïacà).
“~!”, ”bbastonate!” “ma mmì ma la sac- embrojjasse: ➝ imbrojjasse (vd. im-
còccia, ma ttì su la capòccia!” brojjà).
ècco, adècco, avv., ecco: ~ fatto l bécco emmàggene: ➝ immàggine.
all’òca! | ècchelo, ècquelo, adècquelo | emmarèlla, ipoc., Emma.
ècchete, ècchite, adècquete, eccoti | emmarìa: ➝ avemmaria.
ntanto ècchete chi arrìveno m branco èmme, s.m., 1. n. della lettera m dell’al-
de pècore | ècchime, èccheme | ècchece, fabeto. 2. segno formato dalle pieghe
èccoce, eccoci | èccheve, adèccheve | èc- nel palmo della mano: ll’~ de la mano.
quela, eccola | ècquele, eccoli, eccole | emorraggìa, moraggìa, s.f., emorragia.
quann’ècchete che n’adècquete, im- empalatìccio: ➝ impalatìccio.
provvisamente. empì, arïempì, arijjempì, impì, jjempì,
ecrisse, s.f., eclissi. rïempì, rijjempì, v. tr., riempire: m pò
edìquela, idìquela, s.f., (citt.) edicola qqui m pò llà si jjémpe l zacco | ~ la
sacra: : ll’~ dil zantìssimo Sarvatóre dil panza, saziarsi | arïempìtemelo! || em-
Rïèllo. pisse, arijjempisse, v. intr. pron., riem-
eggisto, antrop., Egisto. pirsi: s’empì di débbete || Forme: Ind.
eguajjanza, s.f., eguaglianza. pres. 3 émpe, arïémpe, arijjémpe; 6 ém-
egualito, agg., uniforme. pono | impf. 3 arijjempiva, jjempiva; 6
egüismo, s.m., (citt.) egoismo. empìvono | perf. 6 arijjempinno | P. pass.
egüista, s.m., (citt.) egoista. arïempito, arijjempito, jjempito.
egüìstico, agg., (citt.) egoistico. empiastro, s.m., 1. impiastro, medica-
Vocabolario
277

mento. 2. (fig.) persona noiosa. 3. (fig.) envità: ➝ anvità.


persona malaticcia. enzième: ➝ anzieme.
empicciasse: ➝ impicciasse (vd. impic- éo, pron. pers., (ant.) io.
cià). eó: ➝ ó.
emportà: ➝ importà. èpeca, èpica, s.f., 1. epoca. 2. stagione:
empruvviso (all’): ➝ improviso (all’). all’èpeca dil lavóre grìchele.
encajjasse: ➝ incajjasse. èpica: ➝ èpeca.
encatenà, v. tr., incatenare. èpre: ➝ lèpre.
encenzata, s.f., incensata. èpro: ➝ lèpre.
ènera: ➝ èllera. èrba, s.f., 1. erba: ~ mèrica, erba medica
enfantejjòle: ➝ fantijjòle. (Medicago sativa L.) | ~ cetósa, acetosa,
enfantijjòle: ➝ fantijjòle. erba spontanea acidula, che si mastica in-
enfastidì: ➝ anfastidì. ghiottendone il sugo (Rumex acetosa L.)
enfitèuse, s.f., enfiteusi. | ~ mòra, erba morella, erba spontanea,
enguattà: ➝ inguattà. irritante sul pène e velenosa per il pesce
enguattóne (d’): ➝ inguattóne (d’). (Solanum nigrum L.) | ~ rapina, barba-
énice: ➝ lénice. bietola rossa (Beta vulgaris, varietà
ennò, inter., come no!, ma certo!: ennò, rubra) | ~ dell’incanto, acanto (Acanthus
n’èra véro! mollis L.) | annà ffà ll’~, a) raccogliere
entégna1: ➝ intégna. l’erba per foraggio; b) falciare il fieno |
entégna2, s.f., inezia: n zé véde n’~, nulla. ha mmésso piède a ~ (detto di chi cam-
entempèria, intimpèria, s.f., intemperia. mina scalzo) || prov.: anno d’~, anno di
entenzióne: ➝ antenzióne. mmèrda | staggión d’~, staggión di
entìcchja: ➝ antìcchja. mmèrda | ll’~ cattiva num mòre mae. 2.
entrà, intrà, jjentrà, v. intr. entrare: verdura edula in genere: minèstra d’~, di
fall’entrà! | s’entràvete ni na casa, lo verdure | ~ còtta, verdura lessa | mparà
védevete | jjentrà na chjèsa, entrare in ll’èpeca bbòna pi ssementà li razze dil-
una chiesa || “che cc’éntra?” “c’éntra l’èrbe | piazza d’èrba, odon.
perché cce cape!” || Forme: Ind. pres. 2 erbajjo, s.m., erbaio, coltivazione forag-
jjéntre; 3 jjéntra; 4 entramo; 6 jjéntreno gera.
| impf. 5 entràvete; 6 jjentràveno | perf. erbarèlle, s.f. pl., varietà di erbe sponta-
3 jjentrò; 6 entròrno, jjentrònno | Cong. nee eduli (orécchjo de lèpre, sugamèle,
pres. 3 jjéntri | Imper. 2 jjéntra | P. pass. crista de gallo, finocchjèlla, ecc.), usate
jjentrato | Ger. entranno, jjentranno. per la zuppa di fagioli.
entrenòsse nducasse, inter., ci inten- erbaròlo, s.m., erbivendolo.
diamo! (dal lat. Et ne nos inducas del erbavòjjo, s.f., pianta immag., cosa im-
Pater noster). possibile ad avere || prov.: ll’~ nun
entrigasse: ➝ intrigasse. crésce manco mal ggiardino dil ré.
entrunto, ntrunto, agg., 1. unto: (iron.) erbétta, s.f., prezzemolo (Petroselinum
me pari na sórca ntrunta (a persona im- sativum Hoffm.).
pomatata). 2. intinto: n déto ~ nel car- erbivénnolo, s.m., (rec.) erbivendolo.
tòccio. 3. sporco. erbóne, s.m., varietà di trifoglio con fiori
envéce: ➝ nvéce. scuri.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
278

érce, ércio, s.m., leccio (Quercus ilex L.) eséste, esiste, v. intr., esistere: manco
|| pónte dell’~, odon. esestéva de quélle tèmpe.
ércio: ➝ érce. esijjo, s.m., esilio.
ergàstelo, s.m., ergastolo: l giùdice ll’ha esiste: ➝ eséste.
ddato ll’~. espóne, v tr., esporre.
èrgna, s.f., ernia scrotale appariscente. esprima: ➝ esprime.
erisìa: ➝ resìa. esprime, esprima, v. tr., esprimere || espri-
èrpece, érpece, s.m., érpice | ~ a mmajja mésse, v. rifl., esprimersi.
| ~ a ddènte | ~ a ffrasche. éssa, pron. pers., lei: cummanna ~, mia
erpicà, erpicià, v. tr., erpicare, lavorare la moglie.
terra con l’erpice. èssa: ➝ èsse1.
erpicià: ➝ erpicà. èsse1, adèsse, èssa, v. intr., essere: ci nn’è
erpiciata, s.f., lavoro effettuato con l’er- na massa de qué, di questo tipo | ci
pice. nn’èreno | pi tti nun ci nn’è gnuna? | cu-
érto, agg., 1. spesso, grosso: n tajjà le minciàveno a èssece n giro, a diffon-
fétte érte cusì! 2. grossolano: n òmo ~ m dersi | èssa de Chia, essere stupido |
parmo | ~ cóme l zzappóne || avv., in sémo o nun zémo? | nu èssa cattivo! |
maniera grossolana: parlà ~. èssa bbòna!, sii buona! | a regazzì, nun
esaggerà, v. intr., esagerare. zéte cattive!, non siate cattivi! | vóe che
esaggeróso, agg., (scherz.) esagerato. èrete de cavalleria? | e qqué cch’adè? |
esariménto, s.m., (rec.) esaurimento. èssa mancino, non restituire il prestato |
ésca, s.f., lisca, residui legnosi della fibra (d.) tutto pò èssa a sto mónno | le sèe!,
della canapa: ll’~ va dda sé e la fibbra quanto sei cattivo! | lo vé le sèe!, vedi
rimanéva. come sei fatto? | n zia mae! | fusse
escì, jjescì, uscì, v. intr., uscire: io gna che gnènte l patróne ch’adè rrivato? | prima
èsce de casa prèsto, vèrzo le cinqu’e da èsselo, prima di esserlo | ch’è stato
mmèżża | ~ dde fianco, all’improvviso | che n’è stato, improvvisamente | ch’adè
èr’uscito l zu nòme, era stato sorteggiato che nun adè, in un batter d’occhio | l
| è uscito l trènta?, è stato estratto il nu- fatto si cch’adè, fatto si è | ma de du
mero 30? (alla tombola) | quann’èsce la sèe? || Forme: Ind. pres. 1 sò; 2 sè, sé,
séra? || Forme: Ind. pres. 1 èscio; 2 èsce, sèe, si; 3 adè, adène, edè; 4 sémo; 5
jjèsci; 3 èsce, jjèsce; 4 jjescimo, uscimo; séte; 6 sò | impf. 1 adèro; 2 adère, ère;
5 jjescite; 6 èsceno, èsciono, jjèsciono | 3 adèra; 4 adèremo, èramo, èremo,
impf. 3 jjesciva; 6 escìveno, jjescìveno, èrimo, èromo; 5 adèrete, èrete; 6 adè-
uscìvono | perf. 3 jjescì; 4 jjescìssemo; 6 reno, adèrno, èreno | perf. 1 fu, fune; 2
jjescinno, jjescìsseno, uscirno | fut. 3 fóste, fuste; 4 fùssemo, fùssimo; 5 fùs-
jjesciarà | Cong. pres. 1 èsce | Imper. 2 sete, fuste; 6 funno, furno | Cong. pres.
jjèsci | P. pass. escito, jjescito | Ger. jje- 3 sie; 6 sìeno, sìono | Cong. impf. 1
scènno. fósse, fusse; 2 fusse, fùssete; 3 fusse; 4
escramà, v. intr., esclamare. fóssemo, fùssemo; 5 fùssete, 6 fósseno,
escrude, v. tr., (citt.) escludere. fùsseno, fùssino, fùssono | Cond. pres. 1
esèchje, s.f. pl., (citt.) esequie. sarèbbe; 2 saréste; 3 sarèbbe; 4 saréb-
esèrceto, s.m., esercito. bomo, saréssemo, saréssomo; 5 saréb-
Vocabolario
279

boto, saréssete, saréssoto; 6 sarébbeno, tèmpe.


sarébbono, saréssono | Imper. 2 èssa, età: (prov.) ll’~ métte ggiudìzzio.
èsse; 5 séte | Ger. essènno. etaggèra, s.f., scaffale a ripiani.
èsse2, s.m., 1. gancio doppio, ad S. 2. piega èteco, agg., etico, tisico.
della canapa causata dal vento: segue- etevòjja, inter., certo!, come no!
tava a ccrésce però c’èra sèmpre un ~. èttena, oron., Etna.
ésso, pron. pers., egli || pron. pers. ton., etterata, s.f., superficie di circa 1 H.: c’ha
lui: sa ttutto ~ | bbeato a ~! | ll’ha ffatto n’~ de vigna di la sua | na mèżż’~ sarà
~, chi ti parla, il sottoscritto. stata sì e nnò, mezzo ettaro scarso.
estante, s.m., istante. èttero: ➝ èttoro.
esterina, ipoc., Ester. èttoro, èttero, s.m., ettaro || Forme: pl. èt-
èstese, s.f., estasi: annà n ~. tare, èttere.
èsto, avv. e inter., (ant.) ecco qua! || èstolo, ettricista: ➝ lettricista.
èstala, èttala, eccolo, eccola qua, èstele, èveto: ➝ lèveto.
eccole, eccoli qua. evite, inter. del gioco con la corda: ~ ~ e
èstra, agg., extra. vva!
estrànio, s.m., persona estranea. evvabbè, inter., bene!
estratto, agg., sviluppato (rif. ad ani- evviva maria, inneggiamento dei mieti-
male). tori a lavoro ultimato: ll’ùrtemo che
estremunzióne, s.f., estrema unzione. cchjappava ll’ùrtema mannèlla stril-
èstro, s.m., estero: sò anne e anne che stà lava: evviva Maria!
all’~ | mica s’annava all’~ de quélle eżżèma, s.f., eczema.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
280

fà, v. tr., fare: nun zapéva ppiù chi ffàs- n ci nn’èra uno chi mmi facésse, che mi
sene | fàssela véda dal dottóre | arméno garbasse | fam’a sbrigasse, regà!, sbri-
facétemela véda! | ll’ha fatta tónna a ghiamoci! | farémo a ffàssela | e Ttòto
ddìjjolo, l’hai combinata bella | facìa che tt’ha ffatto?, non è da meno | nun
péna a vvedéllo | facémelo cuntènto!, zanno própio chi ffàssene | l frùngolo è
accontentiamolo! | che ffanno fanno, ffatto, maturo | ce ll’ha ffatta, si è deciso
facciano ciò che vogliono | sapécce ~, finalmente | che cce vae a ffà?, perché ci
esser abile | sto bbigónzo fa ddanno, ne vai? | che jje fa?, che importa? | qué nun
trapela il contenuto | ha ffatto féde ma c’ha cche ffà, n c’ha cche vvéda | sta
la su fijja, le ha fatto da padrino | fámese chjave n ce fa, non funziona | è cascato,
m penzierino! | fáccele tu!, fagliele tu! | ma n z’è ffatto gnènte | mdd. c’éva tanto
fasse na pippa, masturbarsi | fáccelo, da ~ e anniède a la prèdica | ll’ha ffatto
farcelo, farglielo | famme trovà! | fàteme fàccia, gli ha fatto la grinta senza inti-
trovà m marito! | pe n fàccele annà le morirsi | ~ ffàccia, osare | lo fa, accade,
mósche, per non farglici andare | facéte cose del genere succedono | l grano fa l
piòva! | facétece l piacére! | facétele la quìndece (rif. alla resa) | sé, mmó ffava!
bbarba!, tagliategli la barba! | facémene (scherz.), non è più tempo | fàmmice
m pò pir òmo! | farém’a mmèżżo, metà penzà! | fàtece la carità! | facéteme
ciascuno | ~ l decòrpo, defecare | ~ la pianà m pezzétto di strada! | facéteme
téla, tessere | mdd. ~ dd’ógn’èrba n fà- stu piacére! | facéteve cónto, supponete
scio | annav’a ffà ll’èrbe pe le frate, a | facéteve jjempì la frasca | falla lunga,
raccogliere erbe | ~ sséga a scòla, mari- durare a lungo nel fare q.cosa | fa dde
nare la scuola | ~ ttarde, ritardare | famo qué (per mostrare con un gesto il movi-
a ccapisse!, intendiamoci! | ~ la car- mento di un oggetto) | n ci lu stimavo, n
zétta, lavorare a maglia | cóme fa de ci ll’avrèe fatto, non lo avrei mai cre-
cognòme?, qual è il suo cognome? | lu duto capace di ciò | n ti ci facévo ppiù
facìvem’appizzà, gli davamo un sorso di che ttu venisse | quanno na còsa è ffatta,
vino | vò ~ che cce vène pure ésso?, vuoi è ffatta | magare la féce pe ttutta la
scommettere? | ~ ssu, scommettere: ggiornata, la feci | cóme fae, fae male |
quanto ce vò fà ssu? | che lo dice a ffà?, fà ssu, avvolgere: se fa ssù || prov.: artro
perché lo dice? | a mmé non me fa è a ddì, artro è a ffà | le còse se fa
gnènte, n c’arimétto e n ce guadagno | pprima a ffalle ch’a ddille | ~ e ddisfà è
ché m pò ppiù spésso ce farèbbe male? ttutto u llavorà | ~ e ddisfà è ssèmpre la-
| (d.) ha fatto trènta, fa ttrentuno!, fa’ un vorà | chi ccomanna e ffa dda sé, è sser-
ultimo sforzo! | (d.) ha ffatto la frusta vito cóme n ré | chi ffa, fa per zé | chi ffa
pil zu culo, detto di evento negativo o dda sé, fa ppe ttré | nun ~ mall’altre
decisione controproducente, che si ri- quéllo che nun vurréste fusse fatto ma
torce su chi l’ha fatta | ~ ffinta, fingere | ttì | quéllo che sse fa vène rifatto | còsa
Vocabolario
281

fatta n ce se pènza ppiù | quéllo che ffae done.


t’aritruverae. 2. dire. 3. comprare: fasse fàccia: c’ha la ~ da ciafrégna, da imper-
n vistito nòvo, comprarsi un abito nuovo tinente | ~ de pippa ntartarita! (insulto)
|| v. intr., 1. maturare (di frutta): ll’ua è | c’ha la ~ cóme l culo, è sfrontato |
ffatta. 2. macerare (della canapa). 3. bbrutta ~ de cazzo! (insulto) | viva la ~
crescere || fasse, v. intr. pron., 1. farsi: de la sincerità! (commento ad altrui
se fa ggiórno | se la fa co ésso, è suo espr. esplicita) | viva la ~!, meno male!
amico | nun ze la fa col prète, non lo fre- (per sottolineare l’altrui improntitudine)
quenta. 2. maturarsi: le cerase se fann’a | a la ~! (complimento iron. rivolto al
mmàggio. 3. (triv.) possedere una mangione) | a la ~ di chi mme vò
donna: te la faréste? || Forme: Ind. pres. mmale! (detto ruttando) | ~ da culo, per-
1 fò; 2 fae; 4 facémo, famo; 5 facéte | sona sfrontata | avé na bbèlla ~, faccia
impf. 1 facìo, facivo; 2 facéve; 3 facìa, tosta | ha ffatto ~, si è mostrato deciso |
faciva; 4 facévemo, facévomo, facì- n c’ha ffàccia, non ha vergogna |
vemo, facìvomo; 5 facévete, facìvete; 6 stann’a sséde ~ a ffàccia, di fronte || a
facéveno, facévono, facìveno, facìvino, ffacc’avante, loc. avv., bocconi: cascà
facìvono | perf. 1 féce; 2 facéste, féce; 4 ~ || dispr. facciàccia: che ffacciàccia
facéssemo, facéssimo; 5 facéssete, 6 fé- mpunita! | a la facciàccia sua!, a suo
ceno, fécino, féciono | fut. 2 farae | dispetto! || prov.: mèjjo ~ róscia che
Imper. 2 fà; 4 famo; 5 facéte | Cong. ppanza móscia.
pres. 6 fàcciono | impf. 5 facéssete; 6 fa- facciavista, s.f., parete senza intonaco,
césseno | Cond. pres. 1 farèbbe; 3 fa- che lascia in vista la sagoma esterna
rèbbe; 6 farèbbono | Ger. facènno. delle pietre: facévono la ~ || ~ (a), loc.
fabbesògno, s.m., fabbisogno. avv., di pietre o mattoni murati con la
fabbrecato: ➝ frabbicato. parte esterna al naturale, senza essere ri-
fabbricà: ➝ frabbecà. coperti di calce: muro de bblocchétte ~.
fàbbrica: ➝ fràbbeca. faccónto, avv., per esempio.
faccènna, s.f., faccenda: nun te lèva ~, se fàcele, agg., facile: te pare ~? || avv., 1. fa-
vvae a ffamme st’imbasciata, non ti ri- cilmente: se róppe ~. 2. probabilmente:
chiede molto tempo || faccènne, s.f. pl., ~ pure che cc’è.
lavori domestici: fà le ~ de casa, sbri- faciolaro, s.m., chi ama mangiare fagioli.
gare i lavori domestici | li s’ammontì- faciolata, s.f., fagiolata, scorpacciata di
neno le ~, sta per morire || prov.: vale fagioli: méjjo de tutte è na ~ n gréppa.
ppiù na ~ fatta chi ccènto da fà || s.m., facioléto, s.m., campo di fagioli.
tuttofare. faciolétte, s.m. pl., fagiolini.
faccennóne, s.m., faccendone. faciolina, s.f., varietà di fagioli.
facchesìmele, s.m., cosa del genere. faciòlo, s.m., 1. fagiolo (Phaseolus vul-
facchino, s.m., 1. chi per mestiere tra- garis L.): faciòle coralline, ~
sporta oggetti pesanti || prov.: la prima è dall’òcchjo, ~ cannelline, ~ a sciar-
la facchina, la secónda è la reggina (rif. pétta, ~ scritte, ~ rampicante, ~ de la
alle mogli). 2. chi trasporta sulle spalle reggina, ~ bballottóne: qualità di fagioli
la macchina di santa Rosa. | m bbèr piatto de facióle co le cótiche |
facchitòto, s.m., 1. factotum. 2. faccen- tutte le ggiórne se magnàvono l faciòle
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
282

|| venì a ffaciòlo, accadere qualcosa al filare.


momento opportuno | annà a ffàciolo, fallì, v. intr., 1. fallire. 2. non attecchire ||
riuscir gradito. 2. (infant.) enfiagione Forme: Ind. pres. 6 fallìsciono.
del muscolo del braccio, dovuta a un fallóne, s.m., 1. frutto abortito, che im-
colpo dato per gioco: va cche ffaciòlo bozzachisce: le ~ sò bbòne intinte nel
m’ha fatto! || faciòle, s.m. pl., ovoli, te- zale. 2. pidocchio.
sticoli del pollo. falòcca, s.f., fuoco di breve durata: ac-
faciolóne, s.m., 1. individuo grassoccio. cènne na ~.
2. persona tranquilla. faloccata, s.f., 1. atto di accendere un
faciolume, s.m. coll., residui dei fagioli fuoco di breve durata. 2. fiammata.
battuti; scarto dalla battitura. fame: paréva c’ésse na ~ addietrata di
facirménte, avv., facilmente. sètte sàbbete | (scherz.) le scarpe
facòcchjo, fagòcchjo, s.m., carraio, carra- c’hanno ~, si è staccata la suola || prov.
dore: prima, de fagòcchje c’èreno di- la ~ è l mèjjo conniménto | la ~ è na
vèrze. bbrutta bbèstia.
fadiga: ➝ fatica. fàmece, s.m., fiosso; inarcatura della
fadigà: ➝ faticà. pianta del piede.
fadigante, cogn., Faticanti. faméjja, famijja, s.f., famiglia: vònno fà
fadigata: ➝ faticata. le còse n ~ | famo l vino pe uso ~ | èro
faggiano, s.m., fagiano (Phasianus col- fijja de ~, giovane ancora nubile.
chicus L.). famèleco, agg., (citt.) affamato.
faggianòtto, s.m., piccolo del fagiano. famijja: ➝ faméjja.
fagòcchjo: ➝ facòcchjo. famijjare, agg. e s.m., familiare.
fagònio, s.m., favonio, vento che spira da famijjo, s.f., (ant.) servitore.
ovest. famijjòla, s.f., chiodino (Armillaria mel-
fagortà, s.f., permesso. lea).
fagottata, s.f., contenuto di un fagotto. fanale, s.m., (fig., gerg.) deretano enorme.
fagòtto: passà n ~, far figura da stupido | fanalétto: a le finèstre s’attaccàveno l fa-
fà ffagòtto, andarsene || (dim.) fagot- nalétte fatt’a organétto co llume déntro.
tèllo. fanatechézza, s.f., 1. fanaticheria, vanità.
fagottóne, s.m., persona trasandata. 2. boria.
falasco, s.m., dente canino (Agropyron re- fanàteco, s.m., 1. fanatico. 2. gradasso.
pens Beauv.). fane, cogn., Fani.
falcettata: ➝ farcettata. fanèlla: ➝ franèlla.
falcétto: ➝ farcétto. fanèllo, s.m., ragazzo inesperto.
falciatura: ➝ farciatura. fanfarronata, s.f., fanfaronata.
faligname, s.m., falegname: mdd. l ~ fa fanfarróne, s.m., gradasso.
le ricce e la mójje le crapicce. fànfono, s.m., imbroglione.
fallaccióne, s.m., 1. fico fiorone, varietà fanga, s.f., fango profondo, che copre una
di fico precoce. 2. (fig.) ragazzo gras- vasta superficie.
soccio. 3. (fig.) ragazzo goffo. 4. (fig.) fannàpoli (a), loc. avv., (euf.) al diavolo!:
poco di buono. va ~ !
fallanza, s.f., spazio mancante di viti sul fantaria, s.f., fanteria | ormae qué è
Vocabolario
283

ppasso n ~, è caduto in prescrizione. ammucchjava la pasta.


fantasìa, s.f., 1. volontà: ce vò ppiù ~ de farciatóre, s.m., falciatore.
lavorà | (antifr.) c’hò na ~ che mme se farciatura, falciatura, s.f., fienagione.
pòrta via | co sta ~ de lavorà che tt’ari- farco, s.m., falco: l ~ fa la ròta | ~ bbil-
tròve! | avòjja quanto c’è dda fà, te laro, nibbio (Milvus migrans Boddaert)
mancarà la ~, dirae. 2. voglia: ll’an- | (rust.) piovéssoto jjú cóme ffarche.
nava n ~ gni ggiórno na còsa, manco farcùccio, nell’espr.: arimané ccóme
s’èra gràvida, nemmeno fosse stata in- ddòn ~, cadere in miseria.
cinta | jje se facéva na ~. farda, s.f., 1. falda, tesa del cappello. 2.
fantàsima, pantàsema, pantàsima, s.f., falda di abito: la ggiacchétta cu li farde
fantasma, spettro: ce védono la ~ ggiù | lo pijja pe le farde, lo prende in giro. 3.
ppi la cava del catalètto. (fig.) deiezione di vacca.
fante, s.m., (gerg.) soldo: stò ssènza n ~, fardóna, s.f., donna formosa.
senza soldi. farfallétta, s.f., cravatta a farfalla.
fantijjòle, enfantejjòle, enfantijjòle, in- farfallóne, s.m., nottambulo.
fantijjòle, nfantijjòle, s.m. pl., eclam- farfanàccio, s.m., 1. farfaraccio o petasite
psia, accesso convulsivo infantile: (Petasites hybridus Gaerth. e P. offici-
cùnnala piano la cratura! jje fae venì nalis Moench) pianta spontanea con
ll’enfantijjòle a sbàttala ccusì. larghe foglie, che cresce nei pressi di
fantille, sopr.: me pare ~ (di persona corsi d’acqua. 2. (dispr.) vino avariato,
molto magra) | sémo di razza cóme ffan- imbevibile.
tille. farfarèlla, s.f., farfara (Tussilago farfara
farajjòlo, s.m., (ant.) cappotto. L.), erba infestante.
farcétta, s.f., falce messoria || dim. far- farina: “la ~ del diàvolo va ttutt’in
cettùccia. crusca” “sé! però gna sapélla setaccià”,
farcettata, falcettata, s.f., colpo inferto arispóse quell’altro.
con la farcétta. farinàccio, s.m., farina scadente, di
farcétto, falcétto, s.m., 1. falce di piccole scarto.
dimensioni usata per tagliare erba || dim. farinèlla, s.f., moscino (Tripholium ar-
farcettino. 2. luna falcata. vense L.), erba infestante.
farchétto, s.m., 1. gheppio (Falco tin- farinóso, agg., di cibo che si cuoce facil-
nunculus L.). 2. (gerg.) moneta da cin- mente e perde consistenza.
que lire con figura di aquilotto: n ~ èra farnetecà, v. intr., farneticare: quéllo far-
no scudo. néteca.
fàrcia fienara, s.f., falce fienaia, frullana. farnèteco, s.m., 1. smania, nervosismo:
fàrcia, s.f., 1. falce fienaia, frullana. 2. che cc’hae l ~? 2. tremolio della testa e
falce messoria. delle mani, dovuto al morbo di Parkin-
farcià, v. tr., 1. falciare. 2. tagliare il fieno: son. 3. impazienza || agg., impaziente.
l fièno, se è ppòco, se fàrcia a pprése. farracchjato, s.m., 1. sanguinaccio. 2.
farciata, s.f., falciata. dolce a base di sangue di maiale.
farciatóra, s.f., particolare della macina farzo, s.m., spazio vuoto in una costru-
del frantoio: ne la màcina c’èra la ~, de zione || agg., falso: l zòrde farze |
fèrro, che ppuliva la ròta mano mano, bbiżżògo ~, ipocrita.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
284

farzopiano, s.m., pianoro. man quél fijjo.


fascétta, s.f., benda di garza. fatturà, v. tr., (raro) ammaliare.
fàscia, s.f., larga fusciacca nera di cotone. faùccia, favùccia, s.f., fava piccola da fo-
fasciatóra, s.f., pannolino per tenere a- raggio (Vicia faba minor L.): sementà le
sciutto il neonato || fasciatóre, pl., fasce favucce.
che avvolgevano il neonato. faùlle, fàvele, microtop., Faul.
fascina: c’ha mmésso n’antra ~, lo fava, s.f., 1. fava, pianta e frutto (Vicia
sènte?, il sole è più cocente. faba L.): le fave coll’ógna néra | ~ pre-
fascinaro, s.m., operaio che raccoglie e mòteca | hò mmésse le fave st’anno |
lega legna in fasci. mdd. pijjà ddu piccióne cu na ~ | fave
fàscio, s.m., 1. fascina di legna minuta da da mòrto, fave dórce, dolci tradizionali
ardere: annà ffà r ~ | mdd. ésso fa confezionati per il 2 novembre. 2. (fig.)
d’ógn’èrba n ~ || dim. fascétto, piccola glande: la ~ de Bbino!, espr. triv. per ne-
fascina, fastello. 2. fascismo. 3. partito gare. 3. (fig.) pène: me sta ssu la ~, non
nazionale fascista: li toccò pijjà la tès- lo sopporto. 4. (fig.) bazza.
sara dil ~, sinnò nun lavorava. favaritta, inter., (scherz.) favorite! (con
fatecà: ➝ faticà. allusione sessuale).
fatecóso, agg., faticoso. fàvele: ➝ faùlle.
faticà, fadigà, fatecà, v. tr., guadagnare favétta, s.f., fava piccola da foraggio
con fatica || intr., faticare. (Vicia faba minor L.): la ~ se mettìa pe
fatica, fadiga, s.f., fatica: li sa ffatica a ssovèscio.
pparlà, gli pesa parlare || pegg. fadigàc- favorì, favurì, v. intr., favorire, accomo-
cia || prov.: la pòca fadiga è la salute darsi, accettare qualcosa: vò favorì?
dell’òmo. sènza compliménte! (formula di corte-
faticata, fadigata, s.f., faticata. sia con cui chi sta mangiando invita
faticato, agg., faticoso, che richiede fa- un’altra persona presente a compiacersi
tica: sò llavóre faticate qué. di accettare qualcosa) | (scherz.) salute,
fattarèllo, s.m., 1. fatterello. 2. avveni- pròsete, favoriscéte e ggràzzie!
mento: sti fattarèlle succedéveno favorì: ➝ favorì.
spésso. favuccéto, s.m., piantagione di fave da
fattecónto, s.m., cosa simile: na spèce de sovescio.
~. favùccia: ➝ faùccia.
fatto1, agg., maturo: òmo ~ | qué n’è ffatto fazzióne, s.f., conformazione corporea.
de fico, questo fico non è maturo. fazzolettata, s.f., 1. contenuto di un faz-
fatto2: l ~ si cch’adè chi a n cèrto mo- zoletto annodato: portò a ccasa na ~ de
ménto s’è ntéso male. fiche. 2. colpo dato con un fazzoletto:
fattóra, s.f., moglie del fattore. ll’arrivò na ~ sul grugno. 3. (fig.) su-
fattorétto, s.m., 1. uomo di fiducia del perficie limitata di terreno: ggiusto na ~
proprietario. 2. garzone di campagna. 3. de tèrra sarà, ppiù n’adè.
ragazzo di bottega: ésso èra arimasto a fazzolettóne, s.m., scialle da donna.
lu stato di ~. fazzulétto, s.m., fazzoletto: l ~ pi la spésa
fattòto, s.m., factotum. | ~ da naso.
fattura, s.f., maleficio: ll’ha ffatto la ~ fébbia, s.f., fibbia: annava n giro co li
Vocabolario
285

scarpe co le fébbie. fiate cóme l gatte || dim. femmenùccia |


febbraro, s.m., febbraio || prov.: se ffeb- pegg. femmenàccia || prov.: fémmena
braro nun febbréggia, pòe c’è mmarzo chi mmòve ll’anca, si nun è ttròjja pòco
che mmarzéggia. ce manca | la ~ è ccóme l fòco: va stuz-
febbreggià, v. intr., fare il tempo tipico di zicata gni pòco || Forme: pl. fémmene.
febbraio. fémmena: ➝ fémmana.
febbrite, s.f., flebite. femmenùccia: ➝ femminùccia.
febbrocrise, s.f., (rec.) fleboclisi. femminùccia, femmenùccia, fimminùc-
fecatàjjene, s.f., sottocoda del pollo. cia, s.f., (vezz.) bambina: la commare
fèccia, s.f., 1. féccia: levamo la ~ da la ha ffatto na ~, ha partorito una bambina.
tina. 2. (fig., coll.) delinquenti: la pèg- fenacché: ➝ fenché.
gio ~ ggirava. fenarménte, finarménte, avv., finalmente.
feconnazzióne, s.f., fecondazione. fenché, fenacché, finchè, nfinché, cong.,
fecónno, agg., (raro) fecondo. finché.
fedarigo: ➝ fidirico. fèneco, agg., fenico.
féde, s.f. pl., certificati anagrafici di stato fenèstra, finèstra, s.f., finestra: miqquì ce
libero, necessari per sposarsi: cavà le ~ sò le żżanżare, n ce dòrmo co la ~
al commune, richiedere i certificati ana- apèrta || dim. fenestrèlla, finestrèlla || fi-
grafici. nestrèlla, (infant.) spazio vuoto che ri-
fédeco: ➝ fédeco. mane nelle gengive per la caduta di un
fédego, fédeco, fédico, fégoto, féteco, incisivo.
s.m., 1. fegato (umano ed animale): li fa fenì, fernì (arc.), finì, v. intr., finire: è ffe-
mmagnà l ~ a la su mà, la fa disperare | nita, (di luna piena) | annà a ffinì a
te rovine l ~ co le medicine. 2. (fig.) co- bbròccole strascinate, finire male | fa-
raggio: èrono òmmene de ~ quélle. cétela fenita! | è óra de finilla, smette-
federtà, s.f., fedeltà. tela! | fininno cu arispettallo |
fédico:➝ fédeco. annàvem’a ffinì ppure a ffà a bbòtte | ha
fegatàjjene, s.f., (fig.) coraggio. ffinito l tèmpo, ha terminato la gravi-
fégoto: ➝ fédeco. danza | sò ffinito, sono esausto | (d.) sò
fegura: ➝ figura. ffinite le mésse a ssan Gregòrio! (espr.
felà: ➝ filà. a briscola, quando si getta l’ultima carta
felagna: ➝ filagna. di un seme, con allusione alla fortuna) ||
félce: ➝ férce. prov.: tutti li salmi finìsceno n gròlia ||
fèle, s.m., fiele, bile: sto vino pare acéto e Forme: Ind. pres. 1 finìscio; 3 fernisce;
ffèle || prov.: chi cc’ha ddéntro l ~, num 4 fenimo; 6 finìsceno | impf. 6 finìveno |
pò sputà l mèle. perf. 4 fenìssemo; 6 fininno| fut. 3 fini-
felicèllo: ➝ filicèllo. sciarà | P. pass. fenito, fernito, finito |
felòssera, s.f., fillossera (Phylloxera va- Ger. finènno.
statrix Planchon), insetto che distrugge fénta: ➝ nfinta.
le radici della vite. férce, félce, s.f., felce comune (Pteris
fémmana, fémmena, s.f., 1. femmina di aquilina L.): le ~ più le tajje e ppiù
animale: la ~ va ssomaro (rif. all’asina). vvèngono | s’usava pe mballà al pòsto
2. donna: (d.) le fémmene c’hanno sètte de la pajja. al tèmpo de le cerase, se
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
286

mettévono l ~ sótto, pe ffalle stà mmòr- agg., di vacca che nell’esofago ha un


vede. corpo estraneo metallico.
fercéta, s.f., luogo in cui crescono felci. ferrato: òjjo ferrato (vd. òjjo).
ferì, v. tr., ferire || prov.: ne fèra ppiù la ferreffòco (a), loc. avv., a ferro e fuoco:
léngua che la spada. métta ~, saccheggiare.
ferièra, s.f., ferriera. ferrétto, s.m., 1. salvapunta: me fò
feritóra, s.f., feritoia. mmétte l ~ su la pónta de la scarpa. 2.
fèrla, s.f., ferula, finocchiaccio (Ferula salvatacco. 3. bidente leggero e maneg-
communis L.). gevole per adolescente.
ferléngo, s.m., varietà di cardarello (Pleu- ferrino, s.m., piccolo bottone di metallo
rotus eryngii D.C.-Gillet, var. ferulae), per pantaloni.
fungo edule. fèrro, s.m., 1. oggetto di ferro: ~ sbattuto,
fermà, v. tr., 1. fermare: férmela! 2. ren- ferro battuto | ~ sèsto, arnese del carraio
dere incinta una donna. 3. chiedere a | ~ de cavallo | ~ a bbarchétta, ferro di
una donna di far l’amore: ll’hae fer- cavallo modificato, per ridare l’oscilla-
mata? 4. riservare, prenotare. 5. cuocere zione nel difetto della formella || prov.:
una pietanza a mezza cottura: fermà la l ~ tòcca bbattolo, finch’è ccallo || fèrre,
cìccia || fermasse, v. intr. pron., fer- s.m. pl., a) ferri da maglia: le ~ pe ffà le
marsi: férmete!, fèrmate! | se fèrma tut- carze; b) incudine e mazza per battere
tumbòtto | fijje, fermàteve se ppotéte! || la falce: li ~ da ribbatte; c) strumenti di
Forme: Ind. pres. 3 fèrma; 4 fermamo; 6 artigiano. 2. attrezzo da norcino. 3. bi-
férmeno, férmono, fèrmono | perf. 1 dente, zappa pesante con due rebbi
fermò; 6 fermònno | P. pass. fèrmo. quadrangolari: la vinàccia da la tina col
fermajjo: ➝ firmajjo. ~ se tira fòri, da la bbótte col rastrèllo |
fermata, s.f., leggera cottura provvisoria, cavà le patate col ~. 4. misura agricola
per evitare che una vivanda si guasti: di lunghezza, pari ad un filare di 90
sarà mmèjjo a ddajje na ~. piante di vite. 5. (fig.) bracciante gior-
fèrmo, agg., 1. fermo. 2. in stato di quie- naliero, che lavorava con la zappa. 6.
scenza: quann’è ffèrma la vita, quando (fig.) giornata di lavoro di un brac-
non è iniziato il ciclo vegetativo. 3. sta- ciante.
gnante. ferrorìa (ant.): ➝ ferrovìa.
fernético, s.m., farnetico. ferrovìa, ferrorìa (ant.), ferruvìa, s.f., 1.
fernètte, s.m., fernet. ferrovia. 2. (fig., gerg.) chiodatura delle
fernì (arc.): ➝ fenì. scarpe da lavoro: c’ha na bbèlla ~. tutte
ferpalà, s.m., volant di veste femminile || le scarpe mbollettate che sse sènte da
dim. ferpalétto. luntano.
ferracane, sopr. ferruvìa: ➝ ferrovìa.
ferrajjòlo, s.m., ferraiolo, operaio spe- ferruvière, s.m., ferroviere.
cializzato nelle armature in ferro per co- fèrtele, agg., (citt.) fertile.
struzioni in cemento armato. ferteletà, s.f., (citt.) fertilità.
ferraménta, s.f. pl., uncini per legare la fesà, v. tr., incrinare || fesasse, v intr. pron.,
fune del carro agricolo. incrinarsi: na bbròcca fesata se facéva
ferrata, s.f., inferriata || dim. ferratèlla || accomodà dall’ombrellaro, quanno
Vocabolario
287

passava. zóle ~ ògge. 3. scarso, detto di peso di


fesatura, s.f., incrinatura. merce alimentare. 4. frugale: c’émo na
féso, agg., incrinato, di oggetto di vetro, céna fiacca staséra || dim. fiaccarèllo,
ceramica: se sènte dal zòno ch’è ffésa fiacchétto.
sta bbròcca. fiaccóna, s.f., spossatezza.
fésso: (prov.) l moménto del ~ passa pe fiaccóne, s.m., individuo debole.
ttutte. fiàcquela, s.f., fiaccola || Forme: pl. fiàc-
fèsta: na ~ ricordatóra, una festa solenne quele.
| le fèste, le feste natalizie | le fèste com- fiamma, s.f., succiaméle (Orobanche
mannate, di precetto | bbòne fèste! | ~ minor Sm.), erba infestante.
gròssa | na festicciòla n famijja | vestito fiammiferara, s.f., fiammiferaia.
bbòno de la ~ | domane famo ~ a scòla fiara, s.f., fiamma.
| l muratóre fanno ~, non lavorano | la fiarasse: ➝ affiarasse (vd. affiarà).
cónciono pi le fèste | fà la ~ ma uno, uc- fiarata, s.f., fiammata: l fòco ha ffatto
ciderlo | fà li fèste ma uno, salutare con tutta na ~.
effusione, far festa a qualcuno | ~ de la fiasca, s.f., sorta di grosso fiasco schiac-
pàcchja (arc.) || dim. festarèlla, festic- ciato da campagna, rivestito di vimini,
ciòla | accr. festóna, grande festa. con tracolla, della capienza di alcuni
festaròlo, s.m., festaiolo, chi partecipa litri: parte sèmpre cu la ~ pièna la mat-
all’organizzazione di una festa. tina || dim. fiaschétta: na zzucca a ~.
festégole: ➝ festévele. fiasco: fiascóne (a), loc. avv., a forma di
festévele, festégole, agg., (lett.) festevole. grande fiasco (detto di un tipo di zucca)
fesura, fisura, s.f., 1. fessura. 2. spiraglio: | fiaschétto (a), loc. avv., a forma di
ària de ~, spiffero. fiasco (detto di un polpaccio).
fetà1, v. intr., 1. deporre uova: le galline fiatà, v. intr., 1. respirare. 2. parlare: nun
manco fèteno. 2. partorire (di animali). t’ażżardà a ffiatà! 3. emanare odore:
fetà2: ➝ fietà. c’ha la bbócca chi ffiata di vino. 4. sof-
fète, personaggio immag. di tiritera. fiare: èra na ggiornata che nun fiatava
féteco: ➝ fédeco. vènto.
fetènte, agg., malvagio, perfido. fiatata, s.f., 1. fiato: quanno si piàntono li
fetènzia, s.f., fetore. vite, li si dà la ~ del vino che sse bbéve.
fétta, s.f., zolla sollevata arando: bbuttà pòrta l barlòzzo bbòno, pi ddalle la ~!
la ~ in fòri || dim. fettarèlla. (alito che si dà sopra il magliolo quando
fétte, s.f. pl., (scherz.) piedi grossi || accr. lo si pianta, affinché la vite produca
fettóne. molta uva). 2. zaffata: na ~ di smògghe.
fettina, s.f., scaloppina. 3. soffio di vento.
fettùccia: ➝ fittùccia. fiato: tirà ffòra l ~, decidersi a parlare |
fèvre: ➝ frèbbe. aripijjà ffiato, riposarsi brevemente |
ffigge, s.f., (lett.) effigie. tutt’intórno nun ze sentiva n ~, c’era un
ffogà: ➝ affogà. silenzio assoluto | rimané ssènza ~ | è
fiacco, agg., 1. di bassa gradazione: ttutto ~ bbutto l tuo, un discorso inutile
quanno nvéce del zóle piòve sèmpre, l | tirà l ~, morire | riccòjje ~ | è ffiato
vino vène ppiù ~. 2. tiepido, fioco: c’è n sprecato, è ccóm’a ddì ccornuto al-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
288

l’àseno | quélla pòra bbèstia a lléngua grande ritardo: rivò ~ || (fig., antifr.) l
de fòri èr’arimasta sènza ~, era sfinita | mèjjo ~ del bigónzo, un bel tòmo. 2. chi
mdd. c’hanno sètte fiate cóme l gatte, si ritiene superiore agli altri. 3. (fig.)
sono pieni di vitalità || a ttutto ~, loc. rammendo fatto alla meglio: facce n ~
avv., a distesa: li facìveno sguillà a e vvia. 4. (fig.) sterco di equino: annat’a
ttutto ~ li campane. ffiche!, andate a raccogliere sterco! (per
fiatóne, s.m., respiro faticoso, asmatico: concimare campi) | l zumare lassàveno
li vène l ~ | arrivò da cap’a la salita col l fiche pi li strade | ~ de sumaro, deie-
~. zione di asino || agg., (rec.) elegante.
fibbiara, s.f., stegola, asta di legno verti- fico d’ìndia de cent’anne, s.m., agave
cale con cui si guidava l’aratro di legno (Agave americana L.).
arcaico. ficóna, ficuna, figuna, s.f., pianta di fico,
fibbra, s.f., fibra. ficaia (Ficus carica L., var. domestica).
fica, s.f., 1. (triv.) vulva: mica è la ~ de la ficòzza, s.f., ficòzzo, s.m., bernoccolo.
sèrva! (detto quando qualcuno tocca ficòzzo: ➝ ficòzza.
con insistenza qualcosa). 2. (triv.) bella ficuna: ➝ ficóna.
ragazza: na gram bèlla ~ èra || accr. fi- ficunàccia, s.f., albero di fico selvatico
cóna, donna bellissima | vezz. fichétta || (Ficus carica L., var. caprificus).
fà le fiche ar mèdoco, non curarsi del ficura: ➝ figura.
parere medico. ficurato, agg., figurato.
ficaréllo, sopr. fidasse, v. intr. pron., fidarsi: fam’a ffi-
ficaròla, s.f., guaina di pelle, con apertura dasse, basta la parola | de quéllo c’è dda
in mezzo, usata dal calzolaio per pro- ~ pòco | nun te fidà de quelòro! | vatte a
teggere la tomaia dallo sfregamento ffidà dil fijje! || prov.: ~ è bbène, non ~
dello spago, quando cuce la scarpa. è mmèjjo | chi è mmarfidato, nun ze fida
ficcanasà, sficcanasà, v. intr., immi- | n te fidà del pòvero arricchito, né ddel
schiarsi nelle faccende altrui. ricco mpoverito.
ficchino, s.m., 1. importuno. 2. (infant.) fidèle, agg. e s.m., (lett.) fedele.
chi si immischia. fidirico, fedarigo, fidirigo, antrop., Fede-
fichétto, n. di personaggio immag.: l rico.
nònno ~ traùzzola le bbótte (detto fidirigo: ➝ fidirico.
quando tuona) || le zzampe me fanno ~, fido (a), loc. avv., in prestito: li dà ~ na
mi si piegano per la stanchezza. bbèstia, ll’addòpra e la mantène.
fico, s.f., 1. fico (frutto): ~ de sampiètro, fienara, s.f., fienile.
varietà molto precoce | ~ de sangio- fienatura, s.f., fienagione.
vanne, varietà di fico | ~ bbrungiòlo, fieniléssa, s.f., cumulo di fieno di forma
fico brogiotto | sam Biàcio del fiche, ri- conica.
correnza del santo (rif. ai fichi secchi fièra, s.f., 1. fiera di merci: la ~ dil fallite
venduti alla fiera) | fiche sécche | ~ do- (fiera di merci e commestibili, che
tato, fico dottato, qualità di fico dal aveva luogo nel periodo pasquale a
frutto grosso e dolce | ~ fioróne, ~ de Porta Faul; detta così perché era l’ul-
sampiètro | fiche servàteche, fichi sel- tima di una serie, quando il denaro era
vatici || fiche sfrante (a), loc. avv., in finito) | pi la ~ de la zzi Ròsa se pagava
Vocabolario
289

(il 4/9 segnava la chiusura dell’annata pata fisicamente.


agraria) || prov.: la ~ di Toscanèlla, si fijjà, v. intr., 1. figliare, partorire (di ani-
num piòve nun è bbèlla. 2. frutta secca male). 2. (triv.) partorire (di donna).
e dolciumi venduti alla fiera: o bbá, me fijjara, s.f. coll., ragazzaglia rumorosa.
la crómpe la ~? 3. rimostranza, scenata: fijjaro, fijjaròlo, s.m., 1. chi ama molto i
quanno ll’ha ncontrato, jj’ha ffatto na bambini: è ffijjaro, li piace de ggiocà
~ che n te dico | le fière!, quante storie. cul fijje. 2. individuo infantile.
4. rumore, baccano: facìveno na ~ chi fijjaròlo: ➝ fijjaro.
mmanco si sa | fà la ~, a) protestare; b) fijjastra, s.f., figliastra.
dare la baia. fijjastro, s.m., figliastro | mdd. ha ffatto
fieraròlo, s.m., venditore o acquirente di chi ffijje e cchi ffijjastre, detto di chi non
fiera. è stato imparziale.
fierata, s.f., rimostranza, scenata. fijjata, s.f., prole umana e animale || agg.,
fietà, affietà, fetà2, v. intr., puzzare: fiéta di animale femmina con prole: na
di stantile. tròjja ~.
fièto, s.m., alito pesante, lezzo: ch’ha fijjatura, s.f., parto: è dde prima ~.
mmagnato? vène qqua n ~ ch’accòra. fijjo, s.m., figlio: ècco l tu ~ | le tu fijje, i
fïètte, s.f., (ant.) FIAT. tuoi figli, le tue figlie | le su fijje, m. e f.
fiézza, s.f., ciocca di capelli. | fijje mie!, figli miei! | salute e ffijje mà-
fifóso, agg., pauroso, fifone. schje! (espr. di augurio a chi starnuta) |
figuna: ➝ ficóna. vène qqua da la tu mà, ~ del zóle! | sò
figurà v. tr., immaginare: figùrete! | figu- ttutte pòre fijje de matre | bbrutto ~ de
ràmese!, figuriamoci! | figuràteve m pò na bballezzómpa! | ~ de bbòna matre,
vue!, figuratevi | te pòe figurà le strille, galantuomo | fijje di prète! (insulto) | sto
puoi immaginare quanto gridò. ~ de bbòna dònna || prov.: mórti fijji
figura, fegura, ficura, s.f., figura: ce sta pòrtono pruvidènza | fijj’e vvècchje pòr-
ssólo pe ffigura, non svolge nessun tano providènza | un ~ è ppòco, due mi
ruolo | fà ffigura, far bella figura || accr. ci spasso, tré pporétto mé | chi cc’ha m
feguróne: fa n ~ cu qquel vistito || pegg. branco de fijje, li marita; chi cci n’ha
feguràccia. una sóla, la straripa | co le fijje è
fii, onom., suono dello zufolo di canna. mmèjjo a ddì ppara para ch’ajjuto aj-
fijja, s.f., 1. figlia: le su fijje sò dda marito juto | li fijje, chi cce ll’ha, se li tènga |
| pòrtece la tu ~! | ~ de na prucisbana, ti chi cc’ha ffijje, c’ha gguae | fijje ciuche
fò n culo cóme n’óra di nòtte!, ti si- guae ciuche, fijje granne guae granne |
stemo! (lett.: ti sodomizzo) | de chi è co li fijji ce vò amóre e ttimóre | fijji e
ffijja? | (d.) la ~ di la sòra Cammilla: ppólli spòrcano casa | li fijji sò ccóme li
tutte la vònno e nnissuno la pijja (detto fióri: prèsto s’ammalano, prèsto ripìj-
di chi rimane zitella) || prov: chi cc’ha jano | sémo tutte fijje de Ddio. 2. bam-
na ~, ll’affuga; chi n’ha ttante, ll’allòca bino: n ~ de sètt’ott’anne | sta gguardà,
| chi ha ccènto fijje, ll’allòga; chi nn’ha sò ffijjacce, non badarci, sono monelli |
una, ll’affòga. 2. bambina: c’ha na ~ de ste fijje ggiù ppe strada me fanno ngojjì
tre anne || dim. fijjarèlla, fijjétta | accr. | li piace de rużżà cóme n ~ | nu stà ffà l
fijjóna: è ddiventata na ~, ben svilup- ~!, comportati da adulto! | quann’era-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
290

vamo fijje noe | pòro ~, s’è ffatto male | filéllo, s.m., frenulo, legamento della lin-
(d.) mal fijje ll’aggiuta santa Pupa || gua: sótto la léngua c’émo l ~ | mó jje le
dim. fijjétto, fijjarèllo: qua ffijjarèlle dico quattro. mica c’hò l ~ io! che
mie, còcche dil babbo!, figlioli miei! | mm’ampedisce de parlà.
all. a fijjarè! || accr. fijjóne, bambino ben filésa, s.f., attrezzo del fabbro.
sviluppato || pegg. fijjàccio. filibbustièro, s.m., individuo equivoco.
fijjolame, s.m. coll., germogli di pianta, filice, agg., felice: annétte via ~ e ccun-
spec. del pomodoro: l ~ se scacchja. tènto || antrop., Felice.
fijjolanza, s.f., figliolanza. filicéllo, felicèllo, s.m., fettuccia di co-
fijjòtto, s.m., 1. adolescente. 2. (fig.) uc- tone.
cellino: ha ccavato l nido col fijjòtte | filicità, s.f., felicità.
c’èreno l fijjòtte cul cacchjóne, guase filippa, s.f., 1. (gerg.) fame. 2. (gerg.)
da vólo. vento gelido.
filà, felà, v. tr., filare: la ròbba da ~, o cà- filippèlla, sopr. m.
nepe o stóppa che ssia, la facévono sù fillandése, agg., finlandese.
ne la rócca || mdd. a la vècchja che ffi- filo, s.m., 1. fila dei fasci di canapa messa
lava, dalli la fava, dalli la fava! (da suc- nel maceratoio. 2. superficie formata dai
chiare in bocca per favorire la fasci di canapa messi a macerare. 3. ri-
salivazione) || filàssela, v. intr. pron., fi- volo sottile di liquido: vène ggiusto n ~
larsela: se la filàvemo || Forme: Ind. (rif. a vino che esce dal rubinetto della
pres. 6 fìlono | impf. 4 filàvemo; 6 filà- botte). 4. (raro) filare || ~ (a), loc. avv.,
vono. in linea retta | ~ di bbarba (a), loc. avv.,
fila: fà la ~ de Bbagnajja, si dice di un con filo molto tagliente (rif. all’affila-
gruppo di persone che passeggiano af- tura di una lama) || dim. filétto.
fiancate, occupando la strada in tutta la filobbusse, s.m., filobus.
sua larghezza || ~ (a), loc. avv., a) in fila: filoncino, s.m., pagnotta di pane di forma
li fijje uno ~ all’altro | ll’aridicév’a ffil’a bislunga, affusolata, del peso di mezzo
ffila, le ripeteva nello stesso ordine; b) kg.
di seguito: hò ddormito nòv’óre ~, sènza filóne1, s.m., filetto, gioco infant.
svejjamme mae; c) in successione: filóne2, s.m., pagnotta di forma allungata
dòppo tre nnèbbie ~, piòve sèmpre. del peso di 1 kg.: pe ppiacére, dàteme
filagna, felagna, s.f., 1. palo longitudinale m pò n ~ de pane bbianco bbèllo còtto!
del filare. 2. palo longitudinale o tra- filòsefe, s.m. pl., (raro, lett.) filosofi.
sversale della pergola. 3. filare di viti || filosomìa, fisonomìa, s.f., fisionomia: lu
accr. filagnóne. riconóscio da la ~ ch’è l zu cuggino.
filancicóso, agg., filamentoso, di carne. filosomista, s.m., fisionomista.
filato (de), loc. avv., direttamente: dóppo filumèna, antrop., Filomena.
la scòla, curre ~ a ccasa. filusufia, fisolofìa, s.f., (citt.) filosofia.
filatóra, s.f., filatrice. fimminùccia: ➝ femminùccia.
filatóro, s.m., locale dove si facevano le fina (raro): ➝ nfino.
funi: l patróne del ~ provedéva a ccom- finammó, cong., finora.
prà sta cànepe, la facéva pettinà, le fu- finanta, finante, finènte, infinènte, prep.,
nare ce facévono le còrde. fino a: finént’a la salita || avv., persino.
Vocabolario
291

finante: ➝ finanta. fintóne, s.m., ipocrita.


finarménte: ➝ fenarménte. fiòcca, s.f., (ant.) panna montata.
finchè: ➝ fenché. fioccà, v. intr. impers., 1. nevicare: che
findecónte (in), loc. avv., alla finfine. ddiche, fioccarà? | ha ffioccato stanòtte
findefèrro, s.m., filo di ferro. || prov.: quanno fiòcca, la mójje col ma-
fine (a la), fine (al), loc. avv., infine. rito s’appallòtta. 2. (fig., scherz.) inca-
fine (al): ➝ fine (a la). nutire: c’ha ffioccato (di persona dai
fine: ➝ nfino. capelli bianchi).
finènte: ➝ finanta. fiòcco: co le fiòcche, loc. avv., con i fioc-
finèstra: ➝ fenèstra. chi: c’ha ffatto na céna ~, squisita.
finestróne, s.m., grande apertura al piano fiónna, s.f., fionda.
superiore del magazzino, attraverso la fionnasse, v. rifl., avventarsi.
quale si introducono i sacchi di cereali fiór d’ónto, s.m., grasso di cotenna di ma-
issati dalla strada con la carrucola. iale raschiata, mescolato a farina, che si
finì: ➝ fenì. metteva sul foruncolo o su una parte in-
finiménto, s.m., ornamento, parure: l ~ fetta.
d’òro de la spòsa ncóra ce ll’ha || fini- fioraro, s.m., fioraio.
ménte, s.m. pl., finimenti. fiòrdo, sopr.
finimónno, s.m., finimondo: e cch’arriva fióre, s.m., 1. fiore: ~ de li mòrte, crisan-
l ~? temo | ll’àrbere stanno n ~ | sta vita va
finito, agg., sfinito, esausto. n ~, fiorisce || prov.: n ~ n còsta n qua-
fino, agg., 1. sottile: ha ccrómpo na stòffa trino, ma no sta bbène man tutte. 2.
fina fina pe ffacce l vistito || dim. fina- parte migliore del tiglio della canapa: ~
rèllo, piuttosto sottile. 2. elegante: s’è de cànepe. 3. fior di farina || fióre, pl.,
mmésso le scarpe fine di la fèsta | ll’ar- fioretta del vino: ce fanno le ~, sò le ~
tiste, li scarpe fine si li mittìveno a li ppiù bbrutte de tutte.
fèste | sta ~!, (antifr.) stai fresco, sei ca- fiorentina: ➝ fiurintina.
pitato male. 3. acuto, perspicace: è ffino fiorì, v. intr., fiorire: ce fiorìsceno | chi lo
cóme n vélo de cipólla. 4. delicato, raf- sa qquanno fiorisciarà | (d.) mó ffiorisce
finato || avv., a): ➝ nfino; b) in modo l zarapóllo!, è troppo tardi ormai ||
corretto, in lingua nazionale: voléva Forme: P. pass. fiurito.
parlà ffino, in punta di forchetta. fiorita, s.f., 1. fioritura: la capomilla
finocchjèlla, s.f., finocchio selvatico s’ariccòjje m pièna ~. 2. strato superfi-
(Foeniculum vulgare Mill.). ciale del latte bollito: la ~ veniva sópra
finòmeno, s.m., fenomeno. sópra prima de la ricòtta.
finóso, agg., 1. schifiltoso. 2. piagnuco- fioróne, agg., migliore, scelto, detto di
loso. frutta o verdure: l fico ~ | le ~ sò le pa-
fintanto, avv., frattanto. tate più bbèlle, che sse méttono sópra,
fintarìa, finterìa, s.f., finzione, falsità. quanno se vénnono al mercato.
finterìa: ➝ fintarìa. fiottà, v. intr., 1. lamentarsi, lagnarsi: ma
finto, agg., 1. finto: nun sta ffà l ~ tónto! quanto fiòtte! 2. sospirare profonda-
2. di salsa cucinata senza carne per con- mente, rantolare. 3. gemere di piacere.
dire pasta: sugo ~. fiòtto, s.m., 1. flusso di liquido. 2. la-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
292

mento: (d. scherz.) l ~ è llìbbero!, fitta, s.f., 1. colpo con cui si conficca nel
ciascuno è libero di lamentarsi | (d.) alza terreno la parte di ferro larga e piatta
l pìcchjo e ffà lu ~, vène l patróne cul della vanga. 2. taglio del terreno effet-
barlòzzo (attribuito al bracciante). 3. tuato in profondità con un colpo di
mugolio di piacere. vanga. 3. quantità di terra che può con-
fiottóne, s.m., chi si lamenta sempre. tenere una vanga piantata fino al van-
firita, s.f., ferita: s’è ffatto na ~ fónna su gile: na ~ de vanga | la ~ mòrta, ultima
la mano. terra scavata e lasciata sul fondo della
firito, agg., ferito. fossa per piantarvi i maglioli: ll’ùrtima
firmajjo, fermajjo, s.m., fermaglio. ~, la ~ mòrta rimanéva sótto.
firme, s.m., film || dim. firmétto | accr. fir- fitteffonnato, avv., velocemente, rapida-
móne | dispr. firmàccio. mente.
firmino, s.m., (rec.) ripresa cinematogra- fitto, agg., 1. folto: m’è vvenuto ~ l grano
fica: mal pranzo di la spòsa hanno fatto st’anno | c’ha le capélle bbèlle fitte. 2.
n ~ co la cineprésa. denso: sta minèstra adè ffitta na massa,
fischjà, fistià, v. intr., 1. fischiare: te fì- raggrumata || avv., 1. fittamente: sémena
schjono ll’orécchje, pàrlono male de tì ~! | nel còllo a la cànepe toccava dalle
(cred. pop.). 2. chiamare con un fischio. ggiù ppiù ffitto (rif. alla scotolatura) | le
fìschjo, fìstio, s.m., fischio: fìschjo a la campane sòneno ~ ~ ch’è ffèsta. 2. ve-
pecorara, fischio prolungato emesso in- locemente: parla ~ ~, in maniera in-
filando indice e medio delle mani ai lati tensa, senza sosta | aricuminciò a
della bocca tra i denti | falli n ~!, chia- bbiastimà ~ ~.
malo! | abbasta che mme fae n ~ e fitto (a), loc. avv., in affitto: pijjà ll’òrto ~
vvèngo sù | se capimo a ffìschjo nóe, | ll’hò ddato ~ pi ddu anne.
c’intendiamo | (d.) pijjà ffischi pe ffia- fittùccia, fettùccia, s.f., 1. fettuccia di
schi, fraintendere. stoffa. 2. rotella metrica da geometra. 3.
fischjòtto, s.m., adolescente. nastro del cappello.
fiscolaro, s.m., fabbricante di fiscoli. fittume, s.m., 1. calca di persone: co ttutto
fìscolo: ógni ~ se mettéva na mèżża caz- quél ~ de cristiane, n ze passava. 2. ve-
zòla d’acqua, pò se rimboccava co la getazione folta.
ciància nel mastellóne, dó ll’òjjo se ca- fiurintina, fiorintina, agg., fiorentina:
pava a mmano co la fòjja. pòrta ~ (porta civica che immette sulla
fìseco, s.m., fisico: c’ha n ~ de fèrro l Cassia in direzione di Firenze).
compare. flitte, s.m., flit, liquido insetticida: dòppo
fisolofìa: ➝ filusufìa. la guèrra se dava l ~.
fisonomìa: ➝ filosomìa. flussióne, s.f., congiuntivite.
fissà, v. tr., fissare: lu fissònno. focà, v. tr., 1. incendiare. 2. abbruciac-
fisso: ésso aremané ffisso cóme nalòcco a chiare in superficie: se focàvon’e
ssentì. bbasta. pur’a mméttel’a bbagno
fistià: ➝ fischjà. nell’acqua ramata dice che jje facéva
fistino, s.m., festino. bbòno (rif. alla punta dei pali principali
fìstio: ➝ fischjo. del vigneto, prima di ficcarli in terra).
fisura: ➝ fesura. focaróne: ➝ focóne.
Vocabolario
293

focata, s.f., fuoco vivace: na ~ sarèbbe na d’anzalata, un piatto d’insalata | te la fò


bbracciata de légna, pe rriscallasse. ssù ne na ~ de rosmarino! (iron., per ne-
focàteco, s.m., (arc.) imposta comunale di gare una richiesta) || fòjje de la Ma-
famiglia. dònna, balsamita (Balsamita major
fochista, s.m., operaio responsabile del- Desf.), pianta spontanea dalle foglie lar-
l’alimentazione del fuoco sotto la cal- ghe e profumate (si tenevano in casa per
daia o del carburante nelle antiche profumare l’ambiente e si spandevano
macchine trebbiatrici, di cui regolava la sulle strade nell’infiorata) || dim. fojjétta
pressione. | pegg. fojjàccia | fojjàcce, foglie che la
focilata, s.f., fucilata: le présen’a ffoci- lattuga getta alla base. 2. mestolo di
late. rame largo e piatto, con cui si monda
focile, s.m., fucile. l’olio nel frantoio || s.f. coll., 1. fogliame
fòco, s.m., fuoco: a la séra tutte ntórno al di una pianta: la ~ dell’ulive | annà ffà la
~ se stava | dà ffòco, bruciare | ha ~ (per foraggio). 2. brattee di granturco:
ppréso ~ l cammino, si è incendiato | la ~ s’annav’a ffà pel pajjàccio o ppe
c’ha l ~ sótto l culo, è molto impaziente llettièra | la ~ se mettéva nel zaccóne del
| vò a ffòco, sento gran calore | lo fa lètto, nel pajjàccio.
mmorì a ffòco lènto, lo assilla | métte ~, fojjame, s.m., fogliame.
aizzare | fà ffòco e ffiamme, far l’impos- fojjano, oron., Fogliano: mónte ~.
sibile | ~ de Ant’antògno, erpete | acqua fojjata, s.f., (arc.) trappola, cava profonda
e ffòco, (infant.) gioco || fòche, s.m. pl., coperta da frasche.
spettacolo pirotecnico: riva dòppo le ~, fojjétta, fujjétta, s.f., 1. misura di vetro da
giunge con grande ritardo || dim. foca- mezzo litro per vino. 2. mezzo litro di
rèllo, focherèllo. vino: pòrtece na ~ e ddu bbicchjère! |
focolaro, s.m., focolare (in senso pro- va ssapé quante fojjétte bbéve quéllo ne
prio). na séra.
focóne, focaróne, s.m., braciere rotondo fòjjo, s.m., foglio || dim. fojjétto || pegg.
di terracotta. fojjàccio.
focóre, s.m., bruciore: me sènto n ~ de fòlaca, s.f., folaga (Fulica atra L.).
stòmmoco. folina, fulina, s.f., 1. fuliggine del camino:
focóso, agg., 1. che procura bruciore di la fulina portava providènza, n ze le-
stomaco: magna tutta ròbba focósa vava (cred. pop.). 2. ragnatela: levà le
pure d’estate. 2. caloroso, di chi non ha fuline co la canna.
freddo. fondarìa, fonnerìa, s.f., fonderia.
fòdara, s.f., fodera. fónfo, agg., 1. di frutto troppo molle. 2.
fodarélla, foderétta, s.f., federa esterna (fig.) di individuo senza carattere, fatuo,
del cuscino. soltanto di bella presenza.
foderétta: ➝ fodarèlla. fongara, s.f., zona ricca di funghi.
fòdoro, s.m., fodero. fongaròlo, fungaròlo, s.m., raccoglitore
fòjja, s.f., 1. foglia: trèma cóme na ~ | nun di funghi.
ze mòve ~ ògge, non tira un alito di fongatura, s.f., 1. epoca in cui crescono i
vento | c’hae du fòjje de bbasìleco da funghi. 2. raccolta dei funghi.
prestamme? | pe ccéna fò ddu fòjje fóngo, s.m., 1. fungo: raccòjje l fónghe |
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
294

annà a ffónghe, andare in cerca di fun- caffè. 5. parte più riposta: finì ne n ~ de
ghi | ~ bbòno, commestibile | fongàccio, galèra || agg., profondo: mittiva paura
fungo velenoso | mdd. fa le nòzze co le da quant’èra ~ | m pózzo ~ dièce mètre
fónghe, si dice di chi vuole avere molto | èra nòtte fónna ancóra || ~ (a), loc.
senza spendere troppo || prov.: le fónghe avv., a fondo: dà ~, esaurire | da cim’a
sò le scurrégge de la tèrra. 2. escre- ~, loc. avv., a) per intero; b) completa-
scenza sulla corteccia del tronco di ca- mente | n fonn’in ~, loc. avv., alla fin
stagno. fine, tutto sommato.
fóngole, sopr. m. fonnovalle, s.m., fondovalle.
fonnà, v. tr., fondare: éva fonnato n gior- fontanaro, funtanaro, s.m., fontaniere:
nale. faciva l ~ pil commune.
fonnaccétto, s.m., avanzo di pietanza: sù fontanèlla, funtanèlla, s.f., 1. rubinetto:
rregà, chi lu fa stu ~?, chi vuole man- cull’acqua di la ~ lu spignì ssùbbeto, lo
giarlo? | tutte l fonnaccétte mésse as- spensi (rif. ad incendio). 2. colonnina
sième se magnàvono. stradale a pulsante distributrice di acqua
fonnàccio, s.m., feccia. potabile. 3. fonte in campagna.
fonnaménto, s.m., fondamento: stann’a fontanile, funtanile, s.m., abbeveratoio ||
ffà le fonnaménte || Forme: pl. le fonna- dim. fontanilétto | dispr. funtanilàccio.
ménta, le fonnaménte. fonzióne: ➝ funzióne.
fonnarijja, s.f., fondiglio di liquido denso fòra1, fòre, fòri, avv., fuori: èra tutta
e torbido: c’è rrimasta la ~. ggènte venuta da fòra, immigrata | dà
fonnatóre, s.m., fondatore. ffòra ll’òcchje (di albero che mette le
fónne, v. tr., fondere. gemme) | èra coll’òcchje de fòra, spor-
fonnèlle, funnèlle, s.m. pl., fondelli: l ~ genti | te chjudo de fòra de casa, se rrive
mal carzóne | pijjà uno pe li ~, beffarsi tarde | stàvono llì dde ~ a ccontà li
di qualcuno. ggènte che ppassàvono (all’esterno del
fonnerìa: ➝ fondarìa. negozio) | l fòsso dà ddi fòra, straripa |
fonnézza, s.f., profondità. sò ppòste fòr di mano, luoghi isolati |
fónno, s.m., 1. fondo: ~ de la tina | l ~ del magnà n frutto fòri staggióne | tirà
fòsso, il letto | li ràdiche di ~, le più pro- ffòra, estrarre | dà ddi fòra, dà dde stòm-
fonde | e cchi ssèe sènza ~?, insaziabile mico, vomitare | fòr de cojjó!, fuori dai
| n ~ al mare | se n zae nutà, vae a ffónno piedi! | fòr de pòrta sam Piètro | fòr di la
| quanno che cc’èra n ragazzòtto ch’an- finèstra | de fianco a li scaline fòr di
córa a sfonnellà no èra àbbele, li se fa- casa | al di fòra, all’esterno | bbutta n
céva bbatte r ~ avante, col cardinale, fòra, strapiomba | n carrétto fòra d’uso,
così qquéllo che vveniv’appresso fate- disusato | fu aridótto fòra d’uso, inser-
cava de méno (rif. al lavoro di scavo su- vibile | è dde fòri, è forestiero | chja-
perficiale effettuato da un principiante). masse fòri, dichiararsi vincitore,
2. avvallamento, depressione nel ter- assieme al proprio compagno, gettando
reno. 3. appezzamento agricolo: ésso le carte sul tavolo prima ancora della
adè ppatróne del ~. 4. fondiglio di li- fine del gioco del tressette: fòri me
quido: c’è rrimasto ggiusto n ~ de bbot- chjamo! | ~ me chjamo, se io fò ddanno
tijja | sto vino lassa m pò de ~ | fónne de (giocando a bocce, prima di tirare, te-
Vocabolario
295

mendo di togliere il punto) | è m pésce forcinèlla, s.f., 1. forcellina per capelli. 2.


fòr d’acqua. sterno del pollo. 3. freccia del carro
fòra2, s.f., campagna: s’è arzato prèsto agricolo. 4. cocca della gruccia, in cui
p’annà ggiù ma la ~, andare giù in cam- si pone l’estremità del magliolo per in-
pagna a lavorare | aritórna da la ~ terrarlo.
stracco mòrto || avv., in campagna: l mi fórco, s.m., spanna; misura lineare di
marito è ito ~, è andato a lavorare in circa 25 cm. (pari alla distanza che va
campagna. dalla punta del pollice a quella dell’in-
foràstico: ➝ forèsteco. dice divaricati nella mano distesa).
forastièro, furastièro, furestièro, furi- fórcola, s.f., forfecchia (Forficula auri-
stièro, s.m., forestiero: l forastière nun cularia L.), insetto con corpo nero al-
zò mmèjjo de quélle de qqui | annà ffo- lungato, che termina posteriormente in
rastièro, andare fuori sede || agg., 1. pro- due pinze.
veniente da altra località. 2. che abita in forcóne, s.m., forca fienaia di legno a 3 o
altra località. 4 rebbi.
foratino, s.m., mattone a tre fori di pic- forcróre, s.m., (citt.) folclore.
cole dimensioni. fordóra, agg., straordinario: quattr’óra de
forato, s.m., mattone a sei fori. lavóro ~.
foratóne, s.m., laterizio a otto o dieci fori. fòre: ➝ fòra1.
foravìa: ➝ forivìa. forelégge, s.m., fuorilegge.
fòrbece, fòrbice, s.f. pl., forbici: ~ da po- foremano, forimano, avv., fuor di mano:
tatóre, cesoie per potare | ~ pe ccarosà, rèsta foremano, si trova in luogo isolato
cesoie da tosa | ce vònno le ~ da sta- | mica sta qqui, àbbita forimano, lon-
gnaro, pe ttajjà la lamièra, cesoie per tano.
tagliare metalli || dim. forbicétte, forbi- forèsteco, foràstico, forèstico, s.m., (raro)
cina da unghie || accr. forbicióne. forestiero || agg., 1. selvatico. 2. scorbu-
fòrbice: ➝ fòrbece. tico, scontroso: adè n cristiano ~, chi
forbicétta, furbicétta, s.f., forfecchia pparla pòco. 3. proveniente da altra lo-
(Forficula auricularia L.), insetto con calità.
corpo nero allungato, che termina po- forèstico: ➝ forèsteco.
steriormente in due pinze. forèsto, s.m., forestiero.
forché, cong., fuorché. forfè (a), furfè (a), loc. avv., calcolando
forcina, furcina, s.f., 1. forca a due rebbi, ad occhio, senza pesare o misurare.
palmola: ~ da fièno. 2. ramo forcuto a fórfora, s.f., (gerg.) miseria: c’ha na gran
tre rebbi, per follare la vinaccia nel tino: ~, è in grande miseria.
s’appozzava co na ~ de légno a ttre forforóso, agg., (gerg.) povero.
ccòrna. 3. forca a tre rebbi: la ~ de fòri: ➝ fòra1.
fèrro, pe nfilà le fascine nel fórno e foribbusta, s.m., (rec.) fuoribusta, com-
mmòvele. 4. ramo o tronco biforcuto: na penso non rientrante nella regolare
filagna a ffurcina | se métte na ~ sótt’a busta paga del lavoratore dipendente e
li rami quélli ppiù ccàrichi, sinnò se sottratta quindi alle norme previdenziali
scòsciono (rif. ad un puntello di albero e fiscali.
da frutto). foriggiòco, s.m., fuori gioco.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
296

forimano: ➝ foremano. fornèllo, s.m., mucchio di scarti di legna,


foriscito: ➝ foruscito. coperto da zolle, che s’incendia in cam-
forisèrie, s.f., fuoriserie. pagna.
forivìa, foravìa, avv., 1. di altra prove- fornétto, s.m., loculo cimiteriale.
nienza: n regazzo ~ | na cristiana de ~, fornicolare, s.f., funicolare.
una donna forestiera | è vvenuto da ~ | la fórno, s.m., 1. quantità di pane cotto in
ggènte de ~ è m pò ddivèrza da nóe e una volta, infornata: l primo ~ de pane
cce se fa ppòca paranza. 2. in altra lo- èra prónto a le cìnque | quante fórne co-
calità: l fijjo sta ~. céte domane? 2. (fig.) bocca enorme.
fórma, s.f., 1. fossa per lo scolo delle foróncolo, fróncolo, frùncolo, frùngolo,
acque. 2. zanella, cunetta a lato della s.m., foruncolo: n fróncolo cèco (senza
strada: curréva, è ito a ffenì ma la ~. 3. la macchiolina giallastra).
fossa longitudinale in cui si piantano fororàrio, avv., fuori orario: ~ mica ce lo
viti: prima se facéveno le fórme, per tròve l dottóre.
prima cosa si dissodava il terreno, sca- fòrte, s.m., sapore acido del vino: pijjà
vando le fosse. 4. canale di irrigazione || dde ~, inacidirsi || agg., 1. di terreno
dim. formétta | accr. formóne. ricco di sostanze nutrienti. 2. rigoglioso.
formaròlo, s.m., operaio che scava fosse. 3. di elevata gradazione alcolica: ma
formedàbbele, agg., (citt.) formidabile. ésso li vène sèmpre ~ l vino | acéto ~,
formèlla, s.f., sovrosso della corona nei piccante || avv., molto: ci ll’ha ffòrte cu
piedi del cavallo: la ~ vène ne le zzòc- mmì, è molto irritato nei miei riguardi |
chele. la ~ cu la trementina se cura. lo pò dì ffòrte, puoi ben affermarlo || ~!,
formenante: ➝ fulminante. inter., espr. con cui si incita qualcuno a
formicarèlla: ➝ formichèlla. picchiare rudemente oppure si invita il
formicaro, furmicaro, s.m., 1. formicaio. compagno di gioco a superare la carta
2. (fig.) moltitudine di persone in movi- dell’avversario.
mento. fortézza, s.f., toppa di rinforzo cucita su
formichèlla, formicarèlla, furmichèlla, un indumento.
s.f., intorpidimento, perdita di sensibi- fortonataménte, avv., fortunatamente.
lità in un arto. foruscito, foriscito, s.m., fuoruscito, bri-
formìcola, s.f., formica. gante.
fórmo, p. pass. di formà, formato. fòrza: fòrze de stòmmoco, conati di vo-
fornace (li), microtop. mito | ~ (pe), loc. avv., naturalmente,
fornacèlla, s.f., 1. fuoco acceso sul campo ovviamente: ~ ll’émo viste | fà na còsa
con erbe infestanti. 2. cenere ricavata ~ o pper amóre, per costrizione o per li-
dal fuoco acceso sul campo: la ~ facéva bera scelta | a ffòrza de dajje, ci la féce,
bbòno pel grano (era sparsa come ferti- con molto sforzo || prov.: le còse pe
lizzante). ffòrza nun vénnero mae bbène | ~ e cco-
fornaciaro, s.m., fornaciaio. ràggio, che ddòpp’aprile vène màggio
fornara, furnara, s.f., fornaia, che cuoce || inter., animo!, suvvia!, orsù!: ~, regà!
il pane per conto terzi: c’èreno pa- fórze, avv., forse || ~ (sènza), loc. avv., si-
récchje de fornare. curamente: ve lo vénne ~, si lo voléte.
fornaro, s.m., fornaio || dim. fornarétto. foscajja, s.f., foschia.
Vocabolario
297

foscellóne: ➝ fuscellóne. fraccazzo, s.m., 1. individuo presuntuoso:


fósco, agg., burbero. li pare d’èssa ~, si crede chi sa chi. 2.
fòssa sèttica, s.f., fossa asettica. (iron.) nessuno: e cchi lo fa? ~! | fà l
fossitéllo, fossitèllo, s.m., rigagnolo. guadagno de ~, un guadagno misero.
fostrò, s.m., (rec.) fox-trot. fracche, s.m., frac.
fótte, v. tr., (triv.) fottere: quélla se fa fraccìcio, s.m., (iron.) nessuno: ~ di Cam-
ffótte | (imprec.) vatte a ffà ffótte! | pagnano | ~ de Vellétre.
mannà a ffasse ~, mandare all’inferno || fráceco, fràcico, fràcio, fràdecio, agg., 1
fóttesene, v. intr. pron., infischiarsene, marcio, guasto: na puzza d’òva frace se
non curarsi. sentiva (rif. alle sorgenti di acqua sulfu-
fottìo, s.m., pigiapigia. rea) | fà ll’òcchje da péscio ~, fà ll’òc-
fottografà, v. tr., fotografare. chje frace, fare gli occhi languidi. 2.
fottografia, futtografìa, s.f., fotografia. cariato: c’ha ttutte l dènte frace. 3. in-
fottogràfico, agg., fotografico. triso d’acqua, fradicio: adè mbreaco ~ |
fottògrafo, fottògrifo, futtòfreco, s.m., fo- adè mmòllo fràcio cóme m purcino. 4.
tografo. inguaribile: malata fràcica, malata cro-
fottògrifo: ➝ fottògrafo. nica.
fottunzaccòccia, futtutonzaccòccia, s.m., fracegasse: ➝ fracicasse (vd. fracicà).
(dispr.) imbroglione: adèra n ~ di quélle fraciasse: ➝ fracicasse (vd. fracicà).
cu la matrìquela | n ~ di prima riga, di fracicà, infracicà, nfracigà, v. tr., infradi-
primo rango. ciare || fracegasse, fraciasse, fracicasse,
fottutonculo, futtutonculo, s.m., furbone: fradiciasse, nfradeciasse, nfradiciasse,
ha studiato mal libbro dil ~. v. intr. pron., 1. marcire: se sò nfradi-
fra: ➝ nfra. ciate le ràdiche | se nfràdecia drénto
fràbbeca, fàbbrica, fràbbica, s.f., 1. fab- st’àrbero. 2. inzupparsi: s’è nfracigato
bricato in costruzione. 2. edificio. 3. cóme m purcino.
opificio: le fràbbeche n zi cunuscìveno fràcico: ➝ fràceco.
de quélle tèmpe || dim. frabbichétta || le fracicume, fracidume, fraciume, s.m.,
fàbbriche, via de le fàbbriche, odon. fradiciume, parte marcia, marcio.
frabbecà, fabbricà, frabbicà, v. tr., fab- fracidume: ➝ fracicume.
bricare: èreno frabbecate tutt’a mmano fràcio: ➝ fràceco.
|| Forme: Ind. pres. 6 fràbbicheno | impf. fraciume: ➝ fracicume.
6 frabbicàveno | perf. 6 frabbecòrno, fracòsce, s.m., 1. parte interna delle cosce
frabbicònno | fut. 1 frabbicarò. della vaccina. 2. varietà di coito extra-
fràbbica: ➝ fràbbeca. vaginale.
frabbicà: ➝ frabbecà. fràdecio: ➝ fràceco.
frabbicato, fabbrecato, s.m., fabbricato. fradiciasse: ➝ fracicasse (vd. fracicà).
frabbo, s.m., fabbro. fràggele, agg., fragile.
fracapì, v. tr., fraintendere. fraggellà, v. tr., 1. flagellare. 2. massa-
fraccàvolo, s.m., 1. (euf.) individuo pre- crare.
suntuoso. 2. (iron.) nessuno. fraggèllo, s.m., flagello.
fraccazzétta, s.m., (iron.) nessuno: ~ da fragne, nell’espr.: tra ffrégne e ffragne,
Bbagnorèa lu fa. tra una cosa e l’altra (vd. frégna).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
298

framèżżo: ➝ frammèżżo. fràssono, s.m., frassino comune (Fraxi-


frammènte: ➝ ntraménte. nus excelsior L.).
frammèżżo, framèżżo, inframèżżo, nfra- frastòno, s.m., rumore intenso e confuso.
mèżżo, prep., tra: ~ a li ggènte che n ze fratazzo, s.m., frettazzo; tavoletta rettan-
conósciono se sta mmale | stava ~ mal golare di legno, con manico, usata dal
bigónze arivortate. muratore per stendere e lisciare la malta
frampò, avv., fra poco. o per coprire eventuali buchi sul muro.
francétta, s.f., frangetta, acconciatura dei frate, s.m., 1. membro di ordine religioso
capelli. (spec. mendicante): (all.) zi frà! | ~ cer-
frància, s.f., frangia: la mi nònna c’iva le catóre, frate questuante: le ~ venévono
sciuttamane co le france. sull’ara | ~ torzóne, frate converso |
franco, s.m., soldo: va n giro sènza n ~. mdd. vanno a ddue a ddue cóme l ~ |
franconata, s.f., spacconata. (d.) stò cul ~ e zzappo ll’òrto, non mi
francóne, s.m., spaccone, vantone: è n ~, immischio || dim. fratarèllo | accr. fra-
se sènte tutto lue. tóne, fratòzzo | pegg. fratàccio. 2. (fig.,
franèlla, fanèlla, s.f., flanella. infant.) bocciolo del papavero con pe-
franguéllo, franguèllo, frenguéllo1, s.m., tali color rosso, prossimo allo sbocciare
1. fringuello (Fringilla coelebs L.) || (n. derivato da un procedimento anto-
prov.: mèjjo n ~ n tasca, che n tórdo su mantico, scaduto a gioco infant., sul
la frasca. 2. (infant.) pène || dim. frin- sesso del nascituro).
guellétto. fratèllo, s.m., 1. fratello: fratellùccio,
frappijja, s.m., scroccone. (vezz.) fratello minore | quante fratèlle
frasca, s.f., 1. fronda: na ~ d’arbre. 2. sò? | sémo tre ffratèlle e na sorèlla | sò
fronda fresca, posta sulla strada per se- ffratèlle da latte, che hanno preso il latte
gnalare l’avvio di una nuova botte dalla stessa donna | mdd. èjjele va! ttre
presso la cantina del produttore: métta ffratèlle, ammazzòrno n ràgono (di per-
la ~, iniziare la vendita del vino dei pro- sone inseparabili) | (all.) fratè, sènte m
pri fondi. 3. locale in cui si vende vino pò!, amico, ascolta un attimo! || prov.:
dei propri fondi. 4. (fig.) n. sostitutivo fratèlle, cortèlle. 2. membro di confra-
per il sost. bambino: nun ze parla, che ternita, confratello.
cce sò le frasche, ci sono bambini che fraterìa, s.f., convento di frati.
ascoltano. fratina (a la), loc. avv., alla foggia dei
frascarèlla, fraschétta2, s.f., (fig.) ragazza frati: s’è ttajjato l capélle ~, tutta para
leggera. para ntórno.
frascarélle, s.m. pl., pasta fatta in casa, fratino, s.m., fratina, tipo di tavolo da
confezionata spargendo acqua sopra convento.
uno strato di farina di grano e racco- fratta, s.f., siepe: ~ viva, siepe naturale:
gliendo i grumi, che vengono cotti in c’è la ~ viva, vérde, de róghe | ~ mòrta,
acqua o brodo bollente e poi conditi. siepe formata con fasci di rami spinosi,
fraschétta1, s.f., locale in cui si vende artificiale | fratte mòrte, de spine || annà
vino dei propri fondi. a ffratte, ad amoreggiare in luogo ap-
fraschétta2: ➝ frascarèlla. partato || ~ ~, avv., rasente || dim. fratta-
frassinéto, s.m., varietà di grano tenero. rèlla | accr. frattóne.
Vocabolario
299

frattajje, s.f. pl., frattaglie, interiora di che ffréddo.


animali. freddura, s.f., freddo intenso, solo nel
frattaròlo, s.m., operaio che curava le prov.. sant’Antògno di la gran ~, sa Llo-
siepi: c’èra l ~ appòsta chi cci penzava. rènzo di la gran callura, ll’una e ll’altra
frattitta, s.m., (scherz.) nessuno: ~ de pòco dura.
Campagnano | ~ n cariòla. fréga (na): ➝ frégo (n).
frattóne, s.m., 1. cespuglio folto. 2. siepe fregà, v. tr., 1. ingannare: sè rimasto fre-
incolta. gato | te fréga sótto sótto, te fa l bèllo e
fràudo, s.m., 1. frodo. 2. flagrante: lo piz- l bellino e ppó te fréga | mdd. si fregato
zicò n ~, lo colse in flagrante. tu e l mèdeco di Chia! | mdd. si fregato
fràuto, s.m., flauto. tu e l curato de le Farine! | (d.) n ze
fràvela1, fràvola, s.f., fragola (Fragaria fréga l zantaro!, non si inganna chi ha
vesca L.) || Forme: pl. fràvele. esperienza || prov.: chi vva ppe ffregà,
fràvela2, s.f., (raro) favola: chi ddicéte? rèsta fregato | se vvò ~ l dàzzio, paga l
chi ssia na ~? dàzzio | gnè gnè, fréga Cristo e ndo-
fràvola: ➝ fràvela1. minè. 2. rubare: fann’a cchi ffréga de
frazzioncèlla, s.f., frazione minore di un ppiù || fregàssene, v. intr. pron., infi-
Comune. schiarsene, non curarsi: jje fréga póco
frazzumajja, s.f., accozzaglia. dell’artre | chi sse ne fréga! | ma che cce
frèbbe, fèvre, frèva, frève, s.f., febbre: fréga ma nnue? || fréghete!, inter., acci-
c’ha na ~ da cavallo | ~ martése, bru- denti! || Forme: Ind. pres. 6 frégheno |
cellosi | pijjà la ~, controllare la tempe- fut. 2 fregarae | P. pass. fregato, (raro)
ratura con il termometro | mdd. avécce fregónto | Ger. freganno.
la fèvre magnarèlla, (scherz.) grande fregafréga, s.m., ruberia: è ttutto n ~ ògge
appetito || accr. frebbóne. mal mónno.
frecantò, fregantò, fricandò, frigantò, fregantò: ➝ frecantò.
s.m., 1. miscuglio mal riuscito. 2. (fig.) fregaréccia, agg., (gerg.) di donna leg-
confusione, caos: è m bèl ~ co la ci- gera e compiacente.
pólla, un vero caos. fregaréccio, s.m., 1. ladruncolo. 2. con-
fréccia, s.m., lanciasassi. fusione, caos. 3. ruberia. 4. inganno,
frecciata, s.f., sassata scagliata con un sotterfugio.
lanciasassi. fregarino, freghino, s.m., ladruncolo.
frécciolo: ➝ frìccelo2. fregatìccio, s.m., ruberia.
freddano, idron. freggiata, agg., dal contorno ondulato, di
freddasse, v. intr. pron., far abbassare la foglia.
temperatura del corpo: tòcca ~ m pò, freghino: ➝ fregarino.
prima d’uscì ffòri accallato | freddato, frégna, s.f., 1. (triv.) vulva: (gerg.)
divenuto freddo. bbrutto muso de ~ (insulto) | c’ha la ~
fréddo: se mòre dal ~ | le frédde de na de travèrzo stamane, è di pessimo
vòrta | mdd. li vò ffà ccréde che Ccristo umore | e cch’adè, la ~ de la sèrva?
è mmòrto de ~, vuole ingannarlo || prov.: (detto quando tutti toccano una cosa) |
frédd’e ffame, fanno escì l lupo da le pare che cc’ha la ~ ma le mano (di per-
tane || agg., irrigidito, di morto: è bbèllo sona goffa) | “ndo ll’hò dda métte?”
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
300

“méttela n ~!” | (triv.) n ~!, al diavolo. 2. fresà, v. tr., lavorare il terreno con la zap-
cosa: na ~ che n ce se créde | num m’èra patrice meccanica.
mae succèssa na ~ sìmmele | avécce più fresata, s.f., lavoro fatto con la zappatrice
ffrégne che qquatrine, grilli per la testa meccanica.
| quante frégne cérca!, quante pretese ha frésca, s.f., 1. (euf.) vulva. 2. (euf.) cosa:
| tra ffrégne e ffragne émo fatto nòtte, na ~ sìmmele || ~!, inter., (euf.) caspita!:
tra una cosa e l’altra | làssolo stà, óh ffrésca Bbétta! | ~ nònna! | la ~ nza-
ch’ògge c’ha le frégne, ha i nervi tesi. latina! || frésche, s.f. pl., (euf.) nervosi-
3. (fig.) storia: mica ve raccónto frégne smo: avé le ~ | me fanno cèrte frésche
| mica frégne! || saranno frégne! (per ne- ògge, oggi sono nervoso || le frésche!,
gare) | ~!, inter., caspita! | ~, nònna! inter., (euf.) caspita!
fregnàccia, s.f., 1. sciocchezza, stupidag- frescàccia, s.f., (euf.) sciocchezza, stupi-
gine, frottola: raccontàvono m pò de daggine, frottola.
fregnacce || dim. fregnaccétta. 2. mac- freschino, s.m., puzzo di carne non ben
chia || fregnacce, s.f. pl., frittelle salata, che assume consistenza floscia e
all’uovo, condite con formaggio peco- comincia a putrefare: sto prosciutto ha
rino, confezionate durante il carnevale ppréso de ~.
|| fregnacce!, inter., sciocchezze! frésco1, s.m., (euf.) tizio.
fregnacciaro, s.m., fandoniere. frésco2: stà ffrésco, esser capitato male.
fregnacciata, s.f., sciocchezza, stupidag- frescucèllo, s.m., (scherz.) temperatura
gine, frottola. piuttosto fresca.
fregnétto, s.m., (dispr.) individuo di bassa frescume, s.m., erba fresca da foraggio.
statura. frèva: ➝ frèbbe.
frégno, s.m., tizio: lu conósce quél ~? | n frève: ➝ frèbbe.
~ bbuffo, un tipo strano. frézza: ➝ frézzia.
fregnóne, s.m., minchione. frezzata, s.f., colpo di freccia o di lancia-
frégo (n), fréga (na), loc. avv., in grande sassi: ll’ha cchjappato co na ~ sul capo,
misura, in gran quantità: è rricco ~ || jj’ha ffatto m mèrco.
accr. n fregàccio. frézzia, frézza, s.f., 1. freccia. 2. fionda,
frégole, s.f. pl., nervosismo. lanciasassi.
fregónto, p. pass. di fregà, (euf.) fregato, fricandò: ➝ frecantò.
solo in: sia ~ cull’ónto! frìccelo1, frìcciolo1, sfrìzzolo, s.m., cic-
frélleca, inter., (euf.) caspita!: óh la ~! ciolo, residuo dello strutto: la pizza col
frélleche: ➝ frélliche. frìccele.
frélliche, frélleche, s.m. pl., 1. fronzoli. 2. frìccelo2, frécciolo, frìcciolo2, s.m., mi-
(euf.) nervosismo: avécce le ~. 3. pre- nima quantità, pochino: ce méttìa n ~
tese. 4. capricci. d’òjjo || dim. fricciolétto.
fréngia, inter., (euf.) caspita! frìcciolo1: ➝ frìccelo1.
frenguéllo1: ➝ franguéllo. frìcciolo2: ➝ frìccelo2.
frenguéllo2, s.m., ragazzino. friciarèllo, s.m., (infant.) gioco fatto con
frésa, s.f., erpice a disco o a denti trainato le noci.
da trattore; zappatrice meccanica a frigantò: ➝ frecantò.
zappe rotanti. frigge, v. tr., friggere || mdd. frigge l pé-
Vocabolario
301

scio e gguardà l gatto, stare all’erta || v. frizzarèllo, frizziarèllo, agg., frizzantino.


intr., 1. bruciare, di ferita. 2. scoppiet- frizziante, agg., frizzante.
tare (di ferro incandescente immerso in frizziarèllo: ➝ frizzarèllo.
acqua): l fèrro nfocato frigge. 3. cigo- fròce1, agg., feroce.
lare, di legno verde che arde || Ind. pres. fròce2, s.f. pl., 1. froge di animale. 2. na-
4 friggémo; 6 frìggiono. rici: le ~ del naso.
friggidè, s.m., (rec.) frigorifero. froceggià, v. intr., mostrare tendenze
friggitìccio, s.m., olio di scarto, residuo omosessuali.
della frittura. frocétta, s.f., nasiera, morsetta di ferro,
frio (a), frio (da), loc. avv., a tramontana: che si applica nelle froge delle vacche e
è vvòrto a ffrio, esposto a nord. dei buoi.
frio (da): ➝ frio (a). frociàggine, s.f., effeminatezza.
friquentatóre, s.m., (citt.) frequentatore, fròcio, s.m., omosessuale: me pàreno di-
avventore. ventate tutte fròce || dim. frocétto | accr.
friscura, s.f., temperatura fresca frocióne | pegg. frociàccio.
all’ombra: se godémo sta ~. frocióne, s.m., individuo dalle grosse na-
frisiggèllo, antrop., n. di un giocoliere rici.
medievale viterbese: (d.) mannàggia fròllo, fróllo, agg., tenero, di pianta:
l ~! canna fròlla.
frittata, s.f., 1. frittata: bbòna na ~ co le fróncolo: ➝ foróncolo.
sarcicce! | na ~ co li zzòccole, con pezzi frónna, s.f., 1. fronda di albero. 2. (coll.)
di lardo || dim. frittatèlla: còce n òvo a fogliame potato di olivo.
~, al tegame. 2. (fig.) pasticcio: a la fine fronnuto, agg., frondoso.
ha ffatto la ~ co qquélla rigazza, l’ha frónte1, prep., dinanzi: la parte ch’adè
messa incinta. ffrónte de sto sito.
frittèlla, s.f., 1. frittella, sorta di dolce frónte2: le tèmpe del ~, all’epoca del pas-
fritto: le frittèlle de san Giusèppe (frit- saggio del fronte bellico.
telle dolci di riso con cui si festeggia il frontino, s.m., colpo dato sulla fronte al-
19 marzo). 2. (fig.) macchia di unto: te trui con il palmo della mano.
sè fatto na ~ su la camìcia | c’ha l vistito frontista, s.m., (arc.) dirimpettaio.
pièno de frittèlle. fruccicà, v. tr., rimestare.
frittellaro, s.m., 1. chi confeziona frit- frùgola, s.f., 1. molinello, vortice di
telle. 2. chi ama mangiare frittelle. vento. 2. (fig.) fretta: c’ha la ~ n culo,
fritto, s.m., 1. visceri di animale macel- che ddiàmmine!
lato (polmone, cuore, fegato, milza). 2. frugulóne, s.m., persona frettolosa.
fegato di animale o umano: te fa mma- frulla, s.f., (infant.) giocattolo costituito
gnà l ~, ti fa rodere il fegato, ti fa di- da una castagna (o grosso bottone), in-
sperare. 3. (fig.) coraggio: avécce m filata in uno spago, che si fa girare ve-
pélo de ~, osare | li ci voliva m pèzzo locemente su se stessa.
di ~. frullà, v. tr., 1. frullare. 2. gettare: ~ n
frittura, s.f., 1. minutaglia di pesce fritto. zasso | si è rrótto, frùllelo! 3. girare ve-
2. (fig., scherz.) gruppo di ragazze: è locemente, roteare.
ttutta ~! frullóne, s.m., 1. (scherz.) contrabbasso.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
302

2. pollone. 3. vaglio del molino ad ffatto ppijjà l ~.


acqua. fujjétta: ➝ fojjétta.
frumolóso, agg., (arc.) acneico, affetto da fulina: ➝ folina.
acne giovanile || prov.: a ddiec’anne ~, fulminante, formenante, furmenante, fur-
a vvent’anne spóso. minante, s.m., fiammifero: furminante
frùncolo: ➝ foróncolo. a zzéppo, fiammifero di legno | sparà n
frùngolo: ➝ foróncolo. ~, accendere un fiammifero || agg., che
fruscèllo (raro): ➝ fuccèllo. fulmina: na paràlese ~.
frusiù, personaggio immag.: (d.) man- fumà, v. tr., fumare: me pare pure ggiu-
nàggia ~ cu la commare! sto che ffùmeno pure lòro sti dònne | ~
frussióne, s.f., 1. pianto. 2. flussione, con- la pippa | ~ li pàmpine, i pampini secchi
giuntivite. || Forme: Ind. pres. 4 fumamo; 6 fùmeno,
frusso, s.m., flussione, congiuntivite: fùmono | impf. 6 fumàveno | fut. 6 fu-
ll’ha ppréso l ~ mall’òcchje. maranno | Cong. pres. 6 fùmeno | Ger.
frusta, s.f., 1. verga: mdd. ha fatto la ~ pil fumanno.
tu culo!, hai sbagliato di grosso. 2. (fig.) fumara, s.f., luogo pieno di fumo.
pane di forma lunga e sottile. fumatóra, agg. f., fumatrice: li fémmene
frustavìa, inter., voce per scacciare gatti. ògge sò ttutte fumatóre.
frustóne, s.m., 1. ramo giovane di olivo e fume, s.m., fumo: sta minèstra ha ppréso
altri alberi. 2. succhione infruttifero che de ~, sa di bruciaticcio | c’ha l vìzzio del
cresce alla base di un albero (castagno, ~, è fumatore accanito | lo pòzzo véda
nocciolo, olivo): tajjo n ~, lo pulìscio e cóme l ~ mall’òcchje, non lo sopporto ||
cce fò n frustino pi mmenà qquer fijjo. prov.: pòco ~, gnènt’arròsto.
3. (raro) talea di vite. 4. festone. 5. (fig., fuménte, s.m. pl., suffumigi, inalazioni di
raro) saettone, colubro d’Esculapio vapori di crusca, per curare il raffred-
(Elaphe longissima Laurenti), tipo in- dore.
nocuo di serpe. fumestèrno, fumistèrno, s.m., erba fuma-
fruttà, v. intr., fruttare: nun te frùtteno ria (Fumaria officinalis L., F. capreo-
gnènte. lata L.).
fruttaròlo, s.m., fruttivendolo. fumicara, s.f., 1. fumo intenso. 2. luogo
fuccéllo, funcéllo, furcéllo, fruscèllo pieno di fumo.
(raro), s.m., 1. rametto, fuscello: pijja m fumistèrno: ➝ fumestèrno.
pò qquà m ~, pe sturà la pippa! | vardà, funaro, s.m., operaio che faceva le funi,
sò qquattro fuccélle e vvoléte tanto! (di funaio: mdd. guarda che tte manno a ffà
un piccolo fascio di legna). 2. santo l ~, a ggirà la ròta a ppónte Trèmole!
immag.: règgese m piède pe ssan ~, a (minaccia rivolta a bambini discoli) ||
malapena. (d.) li funare ce vònno de Foligno, a
fuga: annà dde ~, aver gran fretta. ciascuno il suo mestiere.
fugge: ➝ fùggia. funcéllo: ➝ fuccéllo.
fùggia, fugge, v. intr., fuggire || pijjava l fune: (d.) nun tròva ~ che lo léga (di per-
fugge pe ccompanàteco (scappava in sona incontentabile) || prov.: co la ~ l zo-
tutta fretta). mare, cu la paròla l cristiane.
fugóne, s.m., (rec.) fuga precipitosa: jj’ha fungaròlo: ➝ fongaròlo.
Vocabolario
303

funnèlle: ➝ fonnèlle. 2. ciascuno dei quattro tronchi biforcuti


funtana, s.f., fontana: se fèrma a gni ~ (di piantati come sostegni angolari della
chi fa continue soste) | (d.) chi ss’ha dda pergola: le ~ ggià ce ll’évono de la sua
mòve, la ~ o cchi cc’ha sséte? | ~ granne ll’incròcca. èra ppiù ffàcile a ppiantalle
(odon., n. di piazza) | la ~ dil bòjja (mi- co la punta.
crotop. esterno) || dim. funtanèlla | accr. furèsta, s.f., (raro) foresta.
funtanóne. furestièro: ➝ forastièro.
funtanaro: ➝ fontanaro. furèsto, agg., selvaggio.
funtanèlla: ➝ fontanèlla. furfè (a): ➝ forfè (a).
funtanèlle (a), loc. avv., a catinelle. furgóre, s.m., (lett.) fulgore.
funtanile: ➝ fontanile. fùria (de), loc. avv., in gran fretta: va
funzióne, fonzióne, s.f., 1. funzione reli- ssèmpre ~ || fùria (l), sopr.
giosa del tardo pomeriggio: a cche óra furibbónno, agg., furibondo.
c’è la ~? 2. operazione: l zicónno fa la furino, s.m., 1. attrezzo di ferro usato per
stéssa ~. cucire le balle di fieno. 2. spillone usato
furà, v. tr., forare: nun ze fura, è ttròppo dai dazieri per ispezionare le merci sui
tòsto | furàveno da tutte li part’e vvèrze carri.
|| v. intr., avere uno sbocco (di una strada furistièro: ➝ forastièro.
con uscita). furmenante: ➝ fulminante.
furafratte, sforafratte, s.m., 1. forasiepi, fùrmene, s.m., fulmine: piòveno ~ arro-
uccello di piccole dimensioni (Mota- tate (rif. a violento temporale) | avécce
cilla troglodytes L.). 2. forapaglie l ~ mal culo, essere agile e veloce | curre
(Acrocephalus schoenobaenus L.). cóme n ~, è velocissimo | te pijje n ~!
furasacco, s.m., avena selvatica (Avena (imprec.).
fatua L.). furmica, s.f., formica || furmicóne, varietà
furastièro: ➝ forastièro. di formica molto grossa: l ~ fa ne le
furbarìa, s.f., furberia. cèrre, si annida nei cerri || (fig.) ~ da
furbata, s.f., rimedio astuto. sòrbo, persona prepotente e viscida.
furbicétta: ➝ forbicétta. furmicaro: ➝ formicaro.
furbo: na vècchja furba quanto na cécca furmichèlla: ➝ formichèlla.
|| prov.: l mónno è dde li furbe. furminà, v. tr., fulminare || furminasse, v.
furcéllo: ➝ fuccéllo. intr. pron., fondersi (di resistenza elet-
furchétta, s.f., forchetta. trica).
furchettóne, s.m., forchettone. furminante: ➝ fulminante.
furcina: ➝ forcina. furnara: ➝ fornara.
furcinata, s.f., colpo inferto con una furo, s.m., fóro.
forca. furóne, avv., di soppiatto.
furcinèlla, s.f., viticcio || annà ffinì n fur- furtuna, s.f., fortuna: c’ha ttutte le fur-
cinèlle, trasformarsi del grappolino tune ésso! | pi ffurtuna, arimase ntatto |
d’uva in viticcio (rif. al fenomeno pato- ~ chi gnuno si féce male | è na ~!, meno
logico della filatura della vite, dovuto a male! | pi ffurtuna che cce ll’évo | ~ che
condizioni atmosferiche avverse). ll’hò ncontrato pi strada! || prov.: chi ha
furcinóne, s.m. inv., 1. tronco biforcuto. ffurtuna, la gatta li cóva.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
304

furtunato, antrop., Fortunato. bio se careggiava col ~, na spèce de


fusa, s.m. pl., (ant.) fusi. bbarèlla sarèbbe stata.
fusajja, s.f. coll., 1. fusaglie, lupini tenuti fusciacca, s.f., (raro) camice pesante da
a bagno e salati. 2. (fig.) cose di poco lavoro.
conto: ècco vé, c’è rrimasta tutta ~. futtebbòlle, s.m., (ant.) football.
fusajjaro, s.m., venditore di lupini salati. futtòfreco: ➝ fottògrafo.
fuscèlla, s.f., fiscella, cestellino di vimini futtografia: ➝ fottografìa.
a tronco di cono per la ricotta: na ~ de futtutanzaccòccia, s.f., donna disonesta.
vìnchjo, de órmo || dim. fuscellétta. futtuto, agg., vigliacco.
fuscellóne, foscellóne, s.m., ampia cesta futtutonculo: ➝ fottutonculo.
ovale, poco profonda, di vimini: lo stàb- futtutonzaccòccia: ➝ fottutonzaccòccia.
EMILIO MAGGINI
E LA MOGLIE ROSA AGOSTINI
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
306

gàbbala: ➝ càbbala. galantòmmino, galantòmo, s.m., galan-


gabbardè, s.m., gabardine. tuomo: paròla de ~ ! | mdd. l tèmpo adè
gabbarè, s.m., vassoio: s’è mmagnato n ~ ssèmpre ~ || prov.: l galantòmmine sò
de paste da sólo, sto sprocedato. gguèrce de n òcchjo || Forme: pl. galan-
gabbarèlla, s.f., sfida: fà ggabbarèlle a la tòme, galantòmmene, galantòmmine,
ggiustìzzia. galantòmmini.
gàbbia, s.f., 1. museruola del bue. 2. strut- galantòmo: ➝ galantòmmino.
tura mobile usata per caricare sul carro galegane, cogn., Gallicani.
grossi tronchi: la ~ del carro || ~ del galèra: (scherz.) tutte qquì, nessuno n ~!
cricco, microtop. interno all’abitato. (commento in un locale affollato).
gabbina: ➝ cabbina. galétto, garétto, s.m., 1. garretto di ani-
gabbinétto, s.m., (rec.) gabinetto, WC. male. 2. polpaccio.
gàbbola: ➝ càbbala. galióne, s.m., parte grossa della sabbia se-
gàdio, s.m., dolore: sènte n ~ fòrte. tacciata.
gàggia, s.f., (raro) gazza (Pica pica L.) || galïòtto, gagliòtto, gajjòtto, s.m., 1. ga-
Forme: pl. gàgge. glioffo, furfante. 2. rubacuori. 3. indivi-
gagliòtto: ➝ galïòtto. duo abile e furbo.
gaimóne: ➝ caimóne. galla1, s.f., 1. bambina birichina: jje piace
gajjardétto, s.m., gagliardetto. de fà la ~ | na ~ de strada. 2. donna
gajjardìa, s.f., 1. vigore, robustezza. 2. ri- pigra, scansafatiche: va vvia, ~ de
goglio (rif. a piante). 3. gradazione alco- piazza! 3. donna incapace || accr. gal-
lica elevata. lóna.
gajjardo, agg., 1. di pianta rigogliosa: c’è galla2, santa immag.
ll’èrba gajjarda n quél prato | na vita gallantòmo, s.m., (iron.) bellimbusto, per-
gajjarda. 2. aitante, di uomo. 3. vigo- digiorno.
roso, robusto: féce l fòco tròppo ~ sótto gallarìa, s.f., baldoria: jje piace de stà n ~
l pignatto, abbruciò gnicòsa | n cristiano coll’amice.
~ | mdd. Méco nòstro, ~ e ttòsto | st’òm- gallétto, s.m., 1. (fig.) individuo imperti-
mene éveno da èssa bbèlle gajjarde, pe nente, spavaldo: nun ce fà ttanto l ~ tu!
ffàccela. 4. abbondante: cummà, v’hò 2. (fig.) varietà di fungo commestibile
ffatto du chile gajjarde, a sservì bbène | (Cantharellus cibarius Fr.).
na céna gajjarda, lauta. 5. simpatico, di- gallina: mdd. le galline se chjàppon’a
vertente: è ggajjardo, quanno ve rac- ppóllo (espr. di minaccia) | tu pparla
cónta. 6. gradasso: fà l ~. quanno pìsciono le galline!, taci! || ~ piz-
gajjònzo, agg., 1. bello. 2. gradasso. zicata, a) (fig.) capro espiatorio; b) (fig.)
gajjòtto: ➝ galïotto. persona tenuta d’occhio per falli tra-
gala, galàccia, s.m., 1. furbo. 2. briccone. scorsi || prov.: chi dda ~ nasce n tèrra
galàccia: ➝ gala. ruspa | ~ bbianca, fa ll’òvo e ppòe canta;
Vocabolario
307

~ néra, fa ll’òvo la séra | ~ néra, s’arid- gammèllo: ➝ gamèllo.


duce la séra; ~ bbianca, prima fa ll’òvo gàmmero, gàmmoro, s.m., gambero
e ppò canta | ~ che ccanta, ségno ch’ha (Astacus astacus L.; Austropotamobius
ffatto ll’òvo | ~ pollése, ha ccent’anne e pallipes Lereboullet): usav’annà a
ddemóstra m mése. ggàmmere mal fòsso luparo.
gallinàccio: fà l ~, stonare cantando. gàmmoro: ➝ gàmmero.
gallinaro, s.m., gallinaio, pollaio. ganasce, s.f. pl., attrezzo usato dal fabbro
gallinèlle (le), s.f. pl., costellazione delle per afferrare il ferro rovente.
Pleiadi. ganassa, s.f., 1. molare. 2. mascella. 3.
gallo (a), loc. avv., a galla: n ce la cava’a mandibola: c’ha na bbòna ~ l compare,
ttenéss’~, galleggiare; guadagnare quanto è una buona forchetta | màgnono a
basta per vivere | venì ~, scoprirsi, risul- qquattro ganasse, mangiano a quattro
tare evidente in modo inatteso. palmenti. 4. (fig.) sporgenza rocciosa.
gallo: è l ~ de la Chécca, il beniamino gàngano, gàngheno, s.m., ganghero, ar-
delle donne | l ~ di mónna Fióra (unico pione della porta: prése la pacca di la
maschio in un gruppo di donne) || prov.: pòrta, la sfilò dal gànghene | lo fa uscì
si l ~ canta fuòr dell’óra, la ggiornata da le gànghene, lo spazientisce || mdd.
va im malóra | quanno l ~ canta che nun èssa ggànghen’e bbannèlla, essere amici
è óra, la ggiornata va m malóra | cènto intimi || dispr. ganganàccio || Forme: pl.
galle a ccantà, n zi fa mmae ggiórno (sui gànghene.
pareri discordanti). gàngheno: ➝ gàngano.
gallóne, s.m., 1. bellimbusto, perdigiorno. ganżo, agg., 1. spiritoso, simpatico. 2. no-
2. ragazzo birichino. 3. uomo pigro. tevole.
gallustro, s.m., 1. gallo castrato male. 2. gaózzolo: ➝ gavòzzolo.
(fig., dispr.) uomo impotente. 3. (fig.) garace, garagge, s.m., autorimessa: hanno
adolescente che intende già amoreg- fatto tutte sti garace, ndo c’èrono le
giare. 4. (fig.) ragazzo che sta cam- stalle prima.
biando timbro di voce nella fase di garagge: ➝ garace.
pubertà: ha ffatto la vóce da ~. garaghè: ➝ carachè.
gambastòrta, personaggio immag., nel d.: garamóne, s.m., (arc.) garamond, carat-
ll’ùrtimo a ccumparì fu ggambastòrta tere da stampa.
(detto di chi arriva in ritardo). garantì, v. tr., garantire || Forme: Ind. pres.
gambata: solo nell’espr. jj’è ttoccata la ~, 1 garantìscio, 6 garantìsciono.
di giovane lasciato dall’innamorata. garavina: ➝ caravina.
gamèllo, gammèllo, s.m., 1. cammello garétto: ➝ galétto.
(Camellus bactrianus L.). 2. drome- gargaliżżo, sgargariżżo, s.m., gargarismo:
dario. fasse le sgargariżże coll’acéto.
gamèo: ➝ camèo. gargalòzzo: ➝ gargaròzzo.
gamma, s.f., (raro) gamba: c’ha la ~ gargamèllo, s.m., gola, trachea.
bbòna ncóra, è ancora agile. garganèlla, s.f., trachea || ~ (a), loc. avv.,
gammalïónte, camaliónte, s.m., camale- senza accostare la bocca al recipiente: n
onte, rettile squamato della famiglia dei ce sa bbéva ~, s’attacca ma la buttijja e
Chamaleonidae. nu sta bbène pill’antre.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
308

gargante, s.m., spavaldo. venture amorose.


gargaròzzo, gargalózzo, s.m., esofago: gattaròla, s.f., gattaiola, buca quadrata
c’ha n ~!, è un mangione || ggargaròzzo nell’angolo in basso della porta di in-
(a), ggargalòzzo (a), loc. avv., a piena gresso, per far entrare ed uscire il gatto.
gola: s’è bbevuto n litro ~ sènz’aripijjà gattèllo, s.m., 1. pezzo di legno inchiodato
ffiato. ad angolo ad un palo, per sostenere una
gargarozzóne, s.m., 1. (fig.) mangione. 2. traversa. 2. ruota alla sommità dell’al-
(fig.) forte manrovescio. bero della cuccagna, dove sono appesi i
garibbarde, antrop., Garibaldi. premi.
garibbardino, s.m., garibaldino. gattivèria, s.f., cattiveria.
garòfelo, garòfolo, garòfono, s.m., 1. ga- gattivo, agg., 1. cattivo: sta cìccia pijja de
rofano (Dianthus caryopyllus L.). 2. ~, va in putrefazione. 2. non commesti-
(fig., gerg.) pène di grandi dimensioni: bile, velenoso. 3. amaro (di liquido). 4.
cu qquél ~! 3. (fig.) furbacchione: bbòno nefasto: adè sségno ~, quann’è ccosì.
pure tu! sè m bèl ~! || dim. garofolétto || gatto: avécce sètte spìriti cóme l gatte,
Forme: pl. garòfele. aver la pelle dura | (iron.) t’è mmòrto l
garòfolo: ➝ garòfelo. ~, che ppòrte l lutto? (a chi ha le unghia
garòfono: ➝ garòfelo. sporche) | n c’è mmanco l ~, non c’è nes-
garritta, s.f., garitta. suno | chjamo l ~. te fò mmagnà dal ~, si
garżóne: annà a ggarżóne | stavo llì n n zè bbòno (minaccia scherz. a bambino)
campagna a ggarżóne | ~ de bbottéga. | ti fò vvéde mille gatte ne n cantóne (mi-
gasparina (rust.): ➝ asperina. naccia scherz. a bambino vivace, con
gasse, s.m., 1. gas: lum’a ggasse | cuci- gioco di parole su legatte, legarti) ||
namo col ~ | ~ sfissiante, gas asfissiante. prov.: quanno nun c’è l ~, l zórce bballa
2. azienda del gas. 3. afrore dell’uva in || ~ servàtico, gatto selvatico (Felis sil-
fermentazione. vestris Schr.) || ~ a ddu zzampe, ladro.
gastigà, castigà, v. tr., castigare: Ddio le gattomaóne, s.m., gatto mammone, spau-
gastiga, n dubbità! racchio per bambini.
gastigo, castégo, s.m., castigo, punizione: gattomucióne, gattamocióne, s.m., indi-
la maéstra ll’ha mmésso n ~ diètro la la- viduo sornione, infido.
vagna | l male è l ~ pèggio che ppò cca- gattóne, avv., di soppiatto: s’avvicina-
pità (sulle malattie). va ~ ~.
gastrinterite, s.f., gastroenterite. gattopuzzo, s.m., puzzola (Mustela puto-
gatta: ~ ce cóva! | pijjasse na ~ a ppelà | rius L.).
(d.) qui n c’è ttrippa pe ggatte, nulla da gavétta, s.f., squadra di mietitori: na ~
fare. fin’a ssètte se potéva lavorà.
gattabbujja, s.f., gattabuia, prigione: gavìcchjo: ➝ cavìcchjo.
ll’hanno pòrto n ~. gavòzzolo, gaózzolo, gavózzolo, gavùz-
gattàggio, nell’espr.: annà n ~, in cerca di zolo, s.m., gomitolo: n ~ de spago || dim.
avventure amorose. gavozzolétto.
gattamocióne: ➝ gattomucióne. gavùzzolo: ➝ gavòzzolo.
gattara, s.f., luogo dove sono molti gatti || gàżżara, s.f., gazza (Pica pica L.).
annà n ~, a) rubare; b) in cerca di av- gażżósa, s.f., gassosa.
Vocabolario
309

gażżosaro, s.m., fabbricante e venditore di véde la tèrra pe ggennaro, va bbène l


bibite. raccòlto (rif. alla sarchiatura).
ggébba, s.f., bazza || dim. ggebbétta. ggenòcchjo: ➝ gginòcchjo.
ggegnalità, s.f., genialità. ggenovino, agg., genuino: nue magnamo
ggègno, s.m., 1. genio: c’èbbe n lampo di tutta robba ggenovina.
~ | annà a ~, garbare. 2. genio militare: ggentajja, s.f., gentaglia.
le sordate dil ~. 3. n. di un teatro di Vi- ggènte, s.f., gente: ~ mia! (rivolto all’udi-
terbo. torio) | pl., 1. persone: ~ anziane | nun ze
ggelà, v. tr., rendere gelido: la tramontana pò ccampà cu sti ~ | li ~ tutt’al più poté-
te ggèla le mano ògge || v. intr. impers., vono comprà na vòrta pe ssettimana la
gelare: stanòtte me sa cche ggèla || gge- cìccia | tutte li ~ dil mónno. 2. prossimo
lasse, v. intr. pron., 1. raggelarsi: ll’oréc- || dim. gentarèlla, persone di modeste
chje me se ggèlono, divèntono diacce condizioni, di poco conto | pegg. ggen-
ntirizzite. 2. coagularsi del sangue. tàccia || prov.: la ~ nasce co le tèmpe.
ggelata, s.f., brinata dannosa. ggentile, agg., delicato: l fico è na còsa ~.
ggelataro, ggilataro, s.m., gelataio: Piz- se sbudèlla tutto (se si bacchia) | ~ cóme
zeccàcio all’estate faciva l ~. l fico bbrungiòlo, delicato come il fico
ggèlo, s.m., 1. calaverna, ghiaccioli che si brogiotto | c’ha na pollétra ma m
formano sulle foglie e sui rami degli al- pòsto ~.
beri. 2. ghiaccio: c’hò le mano de ~. ggentilòmo, s.m., gentiluomo.
ggelóne, s.m., gelone: l ~ se sbollentìvono ggenunflessióne: ➝ gginuflessióne.
(si immergevano in acqua bollente) | qué ggènzola, s.f., giuggiola || Forme: pl.
lo sanno fà ppure l fijjarèlle co li ~ (di ggènzole.
cosa molto facile a farsi) || mdd. (iron.) ggènzolo, s.m., giuggiolo (Ziziphus vul-
pi gguarì l ~, ci vò ll’acqua di màggio. garis L.).
ggelóso, ggilóso, agg., 1. geloso: è ~ frà- ggeomètreco, agg., geometrico.
cio, gelosissimo. 2. che custodisce le ggeragno, ggiragno, s.m., geranio co-
cose con cura: è ~ dell’ordégni sui, nu li mune (Pelargonium zonale L. e affini):
prèsta ma gnuno. su la loggétta ci tinìveno l vase di ggi-
ggelusia, ggilusia, s.f., 1. gelosia. 2. cura: ragne.
la tinìvemo n tanta ~. 3. imposta a stec- ggèrzo: ➝ cèrzo.
che della finestra. ggerzommino: ➝ ggelzolmino.
ggelzolmino, ggerzommino, s.m., gelso- ggesummarìa, inter.: n féce manco a
mino (Jasminum officinale L.). ttèmpo a ddì ~.
ggème, v. intr., (lett.) gemere: ll’òmmene ggesuviti, s.m. pl., 1. gesuiti. 2. chiesa di
ggiméveno. sant’Ignazio in Viterbo: la méss’a li ~.
ggèneco: ➝ iggèneco. ggètto, s.m., atto di seminare il grano: gni
ggenetóre, gginitóre, s.m., genitore || prov.: passo n ~ || ~ (a), loc. avv., alla volata
le gginitóre sò la rovina dil fijje | co gge- (rif. al seme sparso sul terreno in modo
nitór’e ccompare, non vénde né ccom- uniforme): seminà ~.
prare. ggettóne, s.m., pollone che cresce in alto
ggengìvia: ➝ ggingìa. sulla pianta.
ggennaro, gginnaro, s.m., gennaio: si sse ghèghene, s.m., 1. (gerg.) deretano. 2.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
310

(fig., gerg.) fortuna: t’aretròve pròpio m ggiallóne, s.m., 1. rigogolo (Oriolus orio-
bèl ~! (detto al giocatore fortunato). lus L.). 2. varietà di fagiolo fresco da les-
ghétto, s.m., (fig.) confusione, caos: e sare: famo le ggiallóne pe ppranzo.
cche è n ~ qqui ddéntro! ggiallóso, s.m., persona che ha cattiva
ghjaccià, ggiaccià, v. tr. e intr., ghiacciare. cera: sto ~ fa ppéna || agg., pallido: è ~
ghjacciara, s.f., ghiacciaia da macelleria. che ppare tìseco.
ghidarra, ghitarra, guidarra, guitarra, ggiallume, s.m., anemia.
s.f., chitarra: al zòn di guidarra || è ggiannétta, s.f., freddo intenso.
ccóme na ~: dóve la tòcche, sòna | ~ ggiardinétto, s.m., (iron.) pezzo di terreno
scordata, faccenda dove manchi l’ac- lasciato per dimenticanza incolto zap-
cordo. pando: quarche vvòrta dice: che cce
ghiga, s.f., sfumatura bassa dei capelli sul lasce le ggiardinétte? se cc’èra m pez-
collo. zétto, che nun èra toccato da la zzappa,
ghigno (col), loc. avv., niente affatto: ~ ce remanéva ll’èrba, e qquéllo nóe se di-
ch’è vvenuto accomedà la pòrta! céva l ~ || ggiardinétte, s.m. pl., aiuole
ghigo, s.m., bellimbusto. pubbliche.
ghijjottina, s.f., ghigliottina. ggiazze, s.m., jazz.
ghilì ghilì, inter. pronunciata quando si fa ggibbèrna, s.f., giberna.
il solletico ai bambini. ggìbbese: ➝ ggippe.
ghìnghere, s.m. pl., ghingheri, fronzoli: ggibbrìzzio, sopr.
s’è mmésso tutto n ~. ggicóndo, ggicónno, ggiocónno, agg., gio-
ghitarra: ➝ ghidarra. condo: se presentò ffilic’e ~.
ggià, inter., infatti! ggicónno: ➝ ggicóndo.
ggiacamantònia, s.f., donna noiosa: nun ggigge, ggiggi, ipoc., Luigi || ~ còllo, sopr.
fà la ~! || dim. ggiggétto.
ggiacché, nel mdd. scherz.: ~ ttu cce sèe ggiggi: ➝ ggigge.
ggiacchettucce, ~ ttu cce sèe, te tòcca ggìggia, ipoc., Luigia.
stacce. ggigónda, antrop., Gioconda.
ggiacchétta, s.f., (rec.) giacca. ggigondino, sopr.
ggiacchétto, s.m., giubbetto || dim. ggiac- ggijjo1, ggìllio1, s.m., 1. giglio (Lilium
chettino. candidum L.). 2. narciso (Narcissus poe-
ggiaccià: ➝ ghjaccià. ticus L.).
ggiàccio, s.m., ghiaccio || agg., gelido: ggijjo2, antrop., Egidio.
c’hae le mano ggiàcce. ggilataro: ➝ ggelataro.
ggiàccolo, jjàccolo, s.m., fune del basto, ggilato, s.m., gelato: quant’è bbòno l ~ de
corda con cappio || pl. ggiàccole: li ~ cu Pio nòno! | l ~ di Pizzeccàcio, chi lu
le càppie | jjàccoli, cianfrusaglie. pijja, mi dà m bàcio! (richiami di due
ggiacìjjo, s.m., (lett.) giaciglio. gelatai).
ggiacintùccia, ipoc., Giacinta. ggille, s.f., GIL (acr. di Gioventù Italiana
ggiallo, agg., 1. giallo || prov.: l ~ è l ruf- del Littorio).
fiano de le dònne | ~, amóre in fallo | più ggìllio1: ➝ ggijjo1.
~ è, più amóre c’è. 2. pallido: ~ cóme m ggìllio2, 1. antrop., Gilio. 2. top., contrada
mòrto. di Montefiascone.
Vocabolario
311

ggilóso: ➝ ggelóso. ggiocà, ggiucà, v. tr. e intr., giocare: ggiò-


ggilusìa: ➝ ggelusia. chelo! | ggiòchel’a ttressétte! | ~ a li
ggimèllo, agg., gemello: du fratèlle ggi- quattro cantóne | ggiocònno la qua-
mèlle di còppia || s.m., persona nata tèrna, giocarono la quaterna | ggiòcheno
nello stesso parto. a nguattavito, a nascondino | da ciuco
ggina: dà la ~, lasciare libero, senza con- ggiucave pi strada | se ll’è ggiocato | a
trollo: dajje m pò la ~!, lascialo libero! || cche ggiòco ggiocamo? | me ce ggiòco
~ (a la), loc. avv., in libertà. la capòccia, ne sono certissimo || prov.:
gginébro, s.m., ginepro (Juniperus com- chi ggiòca al lòtto pe avé ssoccórzo, mó-
munis L.). stra li cojjóni cóme ll’órzo.
gginerazzióne, gginirazzióne, s.f., gene- ggiocarèllo, s.m., 1. giocattolo: (infant.)
razione. aridamme l giocarèlle mie! n ce fò ppiù
gginéstra, s.f., ginestra (Spartium jun- co tté. 2. (fig., euf.) testicolo.
ceum L.). ggiocarino, s.m., che ama giocare: sto fijjo
gginestrara, s.f., 1. pianta di ginestra. 2. è ggran ~.
cespuglio di ginestre. ggiocaróne, s.m., che ama scherzare.
ggingì, s.m., damerino: va ffà l bèl ~. ggiòco: a cche ~ ggiocamo? | ~ di li
ggingìa, ggengìvia, ggingìvia, s.f., gen- bbòcce, bocciodromo | famo l ~ dill’ua,
giva. ognuno a ccasa sua (formula conclusiva
ggingillasse, v. intr. pron., baloccarsi. dei giochi) | le carte da ~ | li fa ~, gli
ggingìvia: ➝ ggingìa. conviene | c’ha ppòco ~ (di congegno
ggingivite, s.f., gengivite. meccanico che funziona male) || ggiò-
gginirà, v. tr., generare. che, s.m. pl., luna park: nnam’a vvéda li
gginirale, agg., generale. ~ || prov.: bbèl ~ dura pòco | l ~ è bbèllo
gginirazzióne: ➝ gginerazzióne. quann’è ccórto.
gginiróso, agg., generoso. ggiocónna, s.f., (scherz.) fidanzata: s’è
gginitóre: ➝ ggenetóre. ffatto la ~.
gginnaro: ➝ ggennaro. ggiocónno: ➝ ggicóndo.
gginocchjno, s.m., falange delle dita. ggiodecà: ➝ ggiudecà.
gginòcchjo, ggenòcchjo, s.m., ginocchio: ggiòglia (raro): ➝ ggiòjja.
l fijjo se métte su le gginòcchje, si pone ggiógne, v. intr., giungere || Forme: Ind.
in grembo | se mésseno n ~ || prov.: fi- perf. 3 ggiónze | P. pass. ggiónto.
n’al ~, pò vvéda gni òcchjo (sul corpo ggiogràfeco, agg., geografico: la carta
femminile). ggiogràfeca.
gginocchjóne, nginocchjóne, avv., ginoc- ggiografìa, s.f., geografia.
chioni. ggiòjja, ggiòglia (raro), s.f., gioia || prov.:
ggintilézza, s.f., gentilezza. ggiòjja e sciagura sèmpre n dura.
ggintirménte, avv., gentilmente. ggiojjarina, s.f., loglierella (Lolium pe-
gginuflessióne, ggenunflessióne, s.f., ge- renne L.), erba infestante.
nuflessione. ggiojjellière, s.m., gioielliere.
ggiobbata, in: fà la ~, tergiversare. ggiojjèllo, ggiujjèllo, s.m., 1. gioiello. 2.
ggiòbbe: fà l ~, 1. fare il finto tonto. 2. ter- (fig., gerg.) fagiolo: na magnata de
giversare. ggjojjèlle émo fatto.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
312

ggiojjì, v. intr., (lett.) gioire. tardi) | mó mmó è ~! | così cce famo ~,


ggiòjjo, s.m., loglio (Lolium temulentum impieghiamo lungo tempo | (iron.) te se
L.). fa ~ prèsto ma ttì! | nun te se fa mmae ~
ggiòmetra, s.m., geometra: fa l ~ al com- | e ssì che sse fa ~ adèsso! (a chi giunge
mune. con gran ritardo) | sta a ggiórne, tarda
ggiometrìa, s.f., geometria. alcuni giorni | sò ggiórn’e ggiórne che
ggioncara, s.f., giuncaia, zona umida in ss’ha dda véde | ni sti ggiórne, al giorno
cui crescono in abbondanza giunchi. d’oggi | l commune fin’al ~ d’ògge
ggioncata, s.f., giuncata, cascame di ri- ncóra métte l prèzzo, attualmente | n ~ sì
cotta; latte di pecora rappreso non salato: e uno nò, a giorni alterni | n ~ sì e qquél-
a la mattina dell’Ascenzióne se magna l’altro ppure, ogni giorno | partimo a ~,
la ~ | l còre me deventava tènero cóme all’alba | arrivae a ppunta de ~, all’alba
la ~. | èra ~ fatto, giorno avanzato | ~ de la-
ggiónco, s.m., giunco (spec.: Juncus infle- vóro, giorno feriale | vestito pe ttutte le
xus L.). ggiórne, ordinario | tutte l giórne, tutte li
ggiontà: ➝ aggiontà. ggiórne, ogni giorno | ~ de fèsta, festivo
ggiónta: ➝ aggiónta. | sentarae n ~ ell’altro, uno di questi
ggiontóra: ➝ ggiuntóra. giorni | n ~ pell’antro, un bel giorno | al
ggiornalaro, ggiornalista, ggiurnalaro, ~, di giorno.
s.m., giornalaio. ggiòstra, s.f., 1. scena comica: si ss’in-
ggiornalétto, s.m., album a fumetti. contràveno, èreno ggiòstre. 2. lavoro,
ggiornalista: ➝ ggiornalaro. movimento: èra sèmpre la stéssa ~. 3.
ggiornallièro, agg., (lett.) giornaliero. (fig.) confusione || fà la ~, a) dare la baia;
ggiornata, ggiurnata, jjurnata (raro), s.f., b) protestare vivacemente.
1. periodo di tempo compreso tra la mat- ggiostrà, v. tr., faticare: tòcca ~ na massa,
tina e la sera || prov.: na bbèlla ~ se véde pe cchjappalla quélla bbèstia || ggio-
da la mattina. 2. giornata di lavoro: annà strasse, aggiostrasse, v. intr. pron., 1. de-
a ~, lavorare come bracciante giorna- streggiarsi: tòcca sapésse ggiostrà. 2.
liero | segnà le ggiornate, registrare le usar bene il denaro. 3. affrontarsi.
giornate di lavoro effettuate in previ- ggiottarìa, ghjottonarìa, ggiottonarìa,
sione del pagamento concordato || dim. ggiottonerìa, ggiottonìzzia, ggiuttunìz-
ggiornatèlla: arimediava sèmpre a ffà zia (raro), s.f., leccornia.
qquarche ~. 3. salario giornaliero: se pa- ggiótto, jjótto, agg., 1. goloso: sè jjótto
gava la ~ che ccorréva | la ~ nun èra cóme l gatto morétto | adèra ~ na massa
gròssa, ma l magnà cc’èra (durante la di la ricòtta || accr. ggiottóne. 2. che
mietitura) || ggiornata (a), loc. avv., a la- stuzzica intensamente il gusto e la gola;
vorare come bracciante giornaliero: prelibato.
annav’~ dó trovava || prov.: quann’è ghjottonarìa: ➝ ggiottarìa.
nnòtte, è na ~. ggiottonarìa: ➝ ggiottarìa.
ggiornatàrio, ggiornataro, s.m., operaio ggiottonerìa: ➝ ggiottarìa.
giornaliero: l giornataro lavóra a òpra. ggiottonìzzia: ➝ ggiottarìa.
ggiornataro: ➝ ggiornatàrio. ggiovà, v. intr., giovare || Forme: Ind. pres.
ggiórno: mó ffa ~! (iron., detto a chi arriva 6 ggióveno | fut. 3 ggiovarà.
Vocabolario
313

ggióvane: ➝ ggióvene. cattivo umore | ndu vae ggiranno a


ggiovanne: ➝ ggiuvanne. st’óra? | ma ggira!, vattene!, smettila, va
ggióvano: ➝ ggióvene. a raccontarla ad altri || v. tr., mescolare:
ggiovanottèllo, ggiovinottèllo, ggiuvanot- ll’hae ggirato l caffè? || Forme: Ind. pres.
tèllo, ggiuvinottèllo, s.m., giovanetto, 4 ggiramo | impf. 6 ggiràveno, ggirà-
adolescente. vono | perf. 1 ggirae; 4 ggirássemo; 6
ggiovanòtto, ggiovenòtto, ggiovinòtto, ggiròrno | fut. 2 ggirerae; 3 ggirarà |
ggiuvenòtto, ggiuvinòtto, s.m., 1. gio- Ger. ggiranno.
vane ventenne. 2. celibe: mó è vvècchio, ggiragno: ➝ ggeragno.
è rrimasto sèmpre ggiovanòtto || accr. ggiraménto: me prése n ~ de capòccia, un
ggiovanottóne | pegg. ggiuvenottàccio. capogiro.
ggiovénco, s.m., giovènco || Forme: pl. ggiramónno, s.m., 1. chi non si ferma
ggiovènche. mai. 2. inconcludente.
ggióvene, ggióvane, ggióvano, ggióvine, ggiràndela, ggirànnola, s.f., 1. girandola.
agg., 1. giovane: n òmo ggióvano spo- 2. ruota in cima all’albero della cucca-
sato | pòra ciuca, è mmòrta ggióvene | è gna, cui sono appesi i premi. 3. (fig.) gi-
mmòrta gran gióvene, molto giovane || randolona, donna che trascorre molte
prov.: chi rride da ggióvane, piagne da ore all’esterno della casa, perdendo
vècchjo. 2. piantato da poco tempo (di tempo || dim. ggirandolétta.
albero). 3. non sfruttato (rif. alla vinac- ggirànnola: ➝ ggiràndela.
cia) || s.m., persona giovane || prov.: ~ oz- ggirannolóne, ggirondolóne, s.m., giran-
zióso, vècchjo bbisognóso || pl. ggióvini. dolone.
ggiovenòtto: ➝ ggiovanòtto. ggirata, s.f., 1. svolta di strada. 2. rota-
ggióvine: ➝ ggióvene. zione su se stessa, che la macchina di
ggiovinétta, ggiuvenétta, ggiuvinétta, s.f., santa Rosa effettua in Piazza del plebi-
ragazza adolescente: na ggiuvinétta è na scito, per rendere omaggio alle autorità.
regazza da marito, na zzitèlla è na tar- ggirato, agg., avariato, di vino.
dóna || dim. ggiovenettùccia. ggiravòrta, s.f., giravolta.
ggiovinottata, s.f., (dispr.) azione leggera, ggirbusse, s.f. pl., scarpe alte di vacchetta.
poco ponderata. ggirèlla, s.f., punteggiatura lungo il bordo
ggiovinottèllo: ➝ ggiovanottèllo. della scarpa.
ggiovinòtto: ➝ ggiovanòtto. ggirèllo, s.m., 1. girandola di carta: n ~ cu
ggiuvintù, s.f., gioventù. li nùmmere. 2. girandola di spettacoli pi-
ggippe, ggìbbese, ggìppese, s.f., gip, jeep: rotecnici: annam’a vvéda le ggirèlle. 3.
ll’americane rivòrno su la ~ || accr. ggip- attrezzo da calzolaio. 4. (fig.) girella,
póne. voltagabbana.
ggìppese: ➝ ggippe. ggirementórno, s.m., persona importuna.
ggirà, v. intr., girare: ggìrela! | ggira ppiù ggiriàteco, agg., (rec.) geriatrico.
qquéllo che n zòrdo farzo, è sempre in ggiriggióngola, ggiringiónguela, s.f.,
movimento | ggira ggira, fino che ttro- moina: ma nun fà ttante ggiringión-
vava quarche rrampazzétto | li ggira l guele!
capo | li ggira ntórno, li piace na massa, ggiringiónguela: ➝ ggiriggióngola.
le fa la corte | ògge jji ggira male, è di ggirmojjà, v. intr., (lett.) germogliare:
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
314

ggirmojjò ddi primavèra | mó ggirmòj- ti sistemo io, ti picchio.


jeno. ggiubbóne, agg., in: néspole ~, nespole
ggirmòjjo, s.m., (lett.) germoglio. del Giappone.
ggiro, s.m., 1. percorso: ~ del bavóso, per- ggiucà: ➝ ggiocà.
corso inutilmente lungo. 2. (fig.) circolo ggiucoslavo: ➝ jjuguslavo.
vizioso. 3. (fig.) condotta immorale: na ggiudecà, ggiodecà, v. tr., giudicare.
dònna da ggiro, di facili costumi | co la ggiùdece, s.m., giudice.
regazza che uno déve sposà ce va piano, ggiudìo, s.m., ebreo || ggiudìa (a la), loc.
con quélle da ~ allóra uno se sfòga avv., maniera di cucinare carciofi: scar-
quanto pò || ~ (a), loc. avv., a) in senso ciòfe ~.
circolare, lungo la circonferenza; b) se- ggiudìzzio: (prov.) chi nun ha ~, àbbia
guendo l’ordine: annamo ~ | la pijja ~ ~. gambe.
ggiróna, s.f., girandolona, donna che tra- ggiudizzióso, agg., 1. assennato. 2. mode-
scorre molte ore all’esterno della casa, rato.
perdendo tempo. ggiùglia, ggiùllia, antrop, Giulia.
ggirondolà, v. intr., girandolare. ggiugno: (prov.) ~, lèvete la pèlle dal gru-
ggirondolóne: ➝ ggirannolóne. gno | è mmèjjo che vviè la mòrte, che ddi
ggiróne, s.m., che sta molto fuori di casa: ~ piòvi la nòtte | ~, la farce im pugno.
sta fijja è na gran ggiróna || avv., in giro: ggiujjèllo: ➝ ggiojjèllo.
annà ~, bighellonare. ggiulèbbe: sto vino è ppròpio n ~, squi-
ggirontocòmio, s.m., (citt.) gerontocomio. sito.
ggirotónno, s.m., girotondo. ggiulebbóso, agg., squisito.
ggirusalèmme, top., Gerusalemme. ggiùllia: ➝ ggiùglia.
ggisù, antrop., Gesù: (d.) ~ ~, mm’hae ggiuncataro, s.m., venditore ambulante di
visto na vòrta, num me véde ppiù! || giuncata.
inter., così sia! (detto a conclusione del ggiuntà: ➝ aggiontà.
segno della croce). ggiuntóra, ggiontóra, s.f., giuntoia, an-
ggiù, avv., giù: svérte, scegnéte ~! | cascà cola del giogo che passa sotto il collo
~ | bbuttà ~ la pasta, mettere la pasta in della bestia || Forme: pl. ggiuntóre.
pentola | ha ppréso ~ ppe la scénta | ha ggiupperzù, avv., (scherz.) all’incirca.
ddato ~, è deperito | sta cco la ca- ggiurà, v. intr., giurare: ggiurò dda venni-
pòcci’all’ingiù, in giù, capovolto | casse || mdd. sant’Anna, nun giura e nu
ggiuddillì, ggiuppeddillì, avv., laggiù nganna (detto a chi mente o a chi cade
(lontano da chi parla e da chi ascolta) | nel suo stesso tranello) || Forme: Ind.
ggiuddiqquì, quaggiù. perf. 6 ggiurònno.
ggiubbeccarzóne (a), loc. avv., cucinato ggiurnalaro: ➝ ggiornalaro.
a zuppa con patate: agnèllo ~, na spèce ggiurnale, s.m., giornale.
d’acquacòtta. ggiurnata: ➝ ggiornata.
ggiubbidòmmene, s.m., sorta di largo ggiustappunto, avv., proprio, appunto.
cappotto. ggiusto, agg., 1. conforme ai principi della
ggiubbilèo, s.m., giubileo. giustizia || prov.: le còse ggiuste piàcio-
ggiubbino, s.m., giubbetto: te spiano l ~ | n’a Ddio e mma la ggènte del mónno |
t’aristóro l ~ si vvèngo llà, t’allìscio l ~!, quél ch’è ~ è ~. 2. di altezza media: na
Vocabolario
315

perzóna ggiusta || avv., esattamente, ap- esser necessario, occorrere: bbesògna


pena, soltanto: m pezzétto, ~ quanto véde quanto facév’effètto | gnarà llassà
ll’assàggio | ce cape ~ ~, appena appena ppèrda | na fallo | gna chi tti dico cóme
| ll’évo ~ assaggiata | ~ lue lo pò ffà, sol- me la sènto, il mio parere sincero | pirò,
tanto | ~ l dottóre, si fregato!, proprio il na còsa gna chi vvi la dico | abbisògna
medico! (per negare l’affermazione al- annacce uno de sti ggiórne | quanno
trui) | ~ sènto m pò ll’aràdio | sè rivato ~ v’abbisognasse, dìtemolo! | gnavarìa
~, appena in tempo. che sse decidésse na bbòna vòrta ||
ggiutà: ➝ aggiutà. Forme: Ind. pres. 3 abbisògna, bbe-
ggiutarèlla, s.f., aiuto reciproco: famo a sògna, bbigna, gna, na; 6 bbesògneno |
~, ci aiutiamo a vicenda. impf. 3 bbisognava | perf. 3 bbesognò |
ggiuto, p. pass., (raro) andato. fut. 3 abbisognarà, bbisognarà, gnarà,
ggiuttunìzzia (raro): ➝ ggiottarìa. gnavarà | Cong. impf. 3 abbisognasse |
ggiuvanile, agg., giovanile. Cond. pres. 3 bbesognerébbe, gnarèbbe,
ggiuvanne, ggiovanne, antrop., Giovanni. gnavarèbbe, gnavarìa.
ggiuvannèlla, sopr. m. gnàcchere, gnàccole, s.f. pl., 1. nacchere.
ggiuvanottèllo: ➝ ggiovanottèllo. 2. battola. 3. (fig.) busse: sentarae che
ggiuvedì: ➝ ggiuvidì. ~! || bbatta le gnàccole, colpire dura-
ggiuvenétta: ➝ ggiovinétta. mente la parte basale della canapa con
ggiuvenòtto: ➝ ggiovanòtto. la scotola.
ggiuventù, ggiuvintù, s.f., 1. gioventù: (d.) gnàccole: ➝ gnàcchere.
ci lo sae, la ~ vò l zu sfògo. 2. (coll.) gio- gnaccolétta, sopr. m.
vani. gnagna, s.f., (infant.) castagna.
ggiuviddì: ➝ ggiuvidì. gnagnà, v. intr., (infant.) mangiare.
ggiuvidì, ggiuvedì, ggiuviddì, s.m., gio- gnàgnera, s.f., lagna.
vedì: ~ ggrasso, l’ultimo giovedì di car- gnagolà: ➝ gnaolà.
nevale | sta ssèmpre m mèżżo cóme l ~ | gnao, s.m., 1. (infant.) gatto. 2. personag-
~ gnòcche, sàbboto trippa (nel menu di gio immag.: ma va dda ~!, all’inferno! ||
trattoria). onom., miao, verso del gatto || fà ~, ru-
ggiuvinétta: ➝ ggiovinétta. bare (pronunciato roteando le dita della
ggiuvinézza, s.f., giovinezza. mano che si chiudono).
ggiuvinottèllo: ➝ ggiovanottèllo. gnaolà, gnagolà, gnavolà, sgnavolà, v.
ggiuvinòtto: ➝ ggiovanòtto. intr., 1. miagolare. 2. (fig.) suonare male
ggiuvintù: ➝ ggiuventù. il violino.
glìcino, s.m., glicine (Wisteria ssp.). gnaolóne: ➝ gnavolóne.
gloriapatre, groliapatre, s.m., Gloria gnappétta, s.m., (dispr.) persona di bassa
Patri, preghiera latina (dossologia mi- statura.
nore). gnaulìo, gnàulo, s.m., miagolio.
glume, s.m., (raro) gluma, ciascuna delle gnàulo: ➝ gnaulìo.
foglioline che avvolgono i chicchi del gnavolà: ➝ gnaolà.
grano. gnavolóne, gnaolóne, avv., 1. gattoni, a
gna, abbisognà, bbesognà, bbigna (rec.), quattro gambe. 2. con circospezione. 3.
bbisognà, na3, v. intr. impers., bisognare, vergognosamente.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
316

gnàzzio, s.m., 1. antrop., Ignazio. 2. zzecchino | gnissun antro | sènza gnis-


(scherz.) chi ti parla, il sottoscritto: dillo sum parapètto.
a ~!, dillo a me! gnettà, v. tr., (rec.) iniettare.
gnè gnè, s.m. e f., 1. persona debole, in- gni1: ➝ n2.
fluenzabile. 2. persona affettata nei gni2, ógne2, agg. indef., (in protonia) ogni:
modi, sdolcinata: è na ~, na dònna che ógne séra passa de qquì | gni moménto
vvale pòco. 3. persona lamentosa || avv., ripassa a cchjèda | de ~ spèce, di ogni
in modo affettato, senza energia: parla tipo | ~ ggiórno | ~ bbòtta na tàcchja,
tutto ~ || onom., imitazione del parlare ogni colpo va a segno | lo védo ~ tre
sdolcinato: ~, fréga Cristo e ndominè! ggiórne | ~ mòrte de papa, molto rara-
gnegneregnè, s.m., bambino piagnuco- mente || gnicòsa, pron. indef., tutto: ha
loso. ffinito ~ | prima de morì, me magno sù ~
gnènte, pron. indef., niente: t’ammàzzeno | c’ha ~ ésso || gnimòdo, cong., in ogni
co ~, senza esitare | sta ttutto l giórno modo, comunque || gnipò, gnipòco, avv.,
sènza fà ~ | gnuno fa ~ pe ~, nessuno spesso || gnitanto, avv., di tanto in tanto,
agisce senza secondi fini | nu jj’ha ffatto a intervalli: ~ se fa vvivo || gnipochet-
~ la cura | nu mm’è ~, non è mio parente tanto, avv., spesso || gniquarvòrta, cong.,
| io n ce pòzzo fà ~ | n c’ha ~ a cche ogniqualvolta || gnisèmpre, avv., sempre,
vvéde co ésso | è rròbba che n vale ~ | n continuamente.
fa ~, si n ce scrive mae, non importa | gnïèo: ➝ gnèo.
quant’e ~ che ll’ha ffatto!, è stato inutile gnignà, v. intr., (infant.) dormire.
| ~ ~ è stato lue?, è stato per caso lui? | ~ gnissuno1: ➝ gnessuno.
~ li dae rètta, n te lo lève ppiù da tórno, gnissuno2: ➝ gnuno1.
se gli dai ascolto, non te lo levi più dat- gnisuno: ➝ gnessuno.
torno | n c’è dda fà ~ | n’adè vvéro ~ | ~ gnïuno: ➝ gnuno1.
da fà! | gnènt’affatto | n ce vò ~ a ffallo | gnizzióne: ➝ ignezzióne.
nun ce metterébbe ~ a ddìjjolo | mdd. gnòcco, s.m., 1. gnocco di patate: (mdd.
quést’e ~ sò pparènte | tutto fum’e ~ ar- iron.) ride ride, che la mamma t’ha ffatto
ròsto || prov.: da ~ nun vène ~ | ~ più ~, li gnòcche (rif. a chi ride troppo spesso).
uguale a ~ | ~, bbòno pill’òcchje cattivo 2. (fig.) individuo sciocco. 3. (fig.)
pil dènte || avv., 1. affatto: n ve movéte groppo.
pe ~ | manco pe ~! 2. molto poco: pòca gnoccotardò, s.m., tonto.
o ~ confidènza! | co ~ se róppe, facil- gnógna, gnògna, s.f., donna trasandata,
mente. goffa.
gnentediméno, gnenteméno, avv., niente- gnògno, s.m., (infant.) nonno || sopr.: rìc-
meno. cio rìccio cóme ~ (di individuo dai ca-
gnenteméno: ➝ gnentediméno. pelli ispidi).
gnèo, gnïèo, s.m., (scherz.) chi ti parla, il gnommarà, gnommerà, v. tr., aggomito-
sottoscritto. lare.
gnessuno, gnissuno1, gnisuno, nissuno, gnommerà: ➝ gnommarà.
pron. indef., nessuno: n vòjjo male a gnommeratóro, gnommolatóro, gnom-
nnissuno | ll’anne gnessuno sapéva moratóro, s.m., arcolaio.
quante n’avésse || agg., n c’èra gnissun gnòmmero, gnómmero, gnómmoro,gnùm-
Vocabolario
317

maro, s.m., gomitolo: tè, va a ccomprà gnùmmaro: ➝ gnòmmero.


no gnómmero de spago e na cannéla de gnuno1, gnissuno2, gnïuno, ugnuno, pron.
ségo! || dim. gnommarétto, gnomme- indef., ognuno: famo gnuno pe ccónto
rétto. suo, per conto proprio | gnissuno a ccasa
gnommolatóro: ➝ gnommeratóro. sua! | a na cert’óra gnïuno annav’a
gnommoratóro: ➝ gnommeratóro. ccasa sua | le guae, gnuno sa le sue ||
gnómmoro: ➝ gnòmmero. prov.: gnuno pir zé e Ddio pir tutte |
gnóra, s.f., signora: la ~ maéstra. gnuno tira ll’acqua al zu mulino.
gnorantàggene, gnoranza, gnoranzetà gnuno2, pron. indef., nessuno: n dì gnènte
(scherz.), s.f., 1. ignoranza: c’èra la gno- ma ~! | m’ariccomanno, nun ti fà ssentì
ranza d’istruzzióne || prov.: chi sse pèrde dda ~ | n c’è mmae ~, sò ssèmpre sólo ||
pe ttròppa gnoranza, e cchi ppel tròppo agg.: nun fa bbène da gnuna parte, in
sapé. 2. maleducazione: c’è na gran nessun luogo.
gnoranza pure ògge. gnurante: ➝ gnorante.
gnorante, gnurante, agg., 1. ignorante. 2. gnuttì: ➝ gnótte.
maleducato: è ~ cóme n zumaro. 3. sgar- gòbba, s.f., 1. stregoneria. 2. dorso di una
bato || accr. gnorantóne. figurina. 3. curvatura || prov.: ~ a ppo-
gnorantèlle, s.m. pl., 1. (scherz.) scuole nènte luna crescènte, ~ a llevante luna
elementari: annàv’a li ~. 2. edificio sco- calante.
lastico per soli adulti. gobbarèlla, gobbétta, s.m., movimento
gnoranza: ➝ gnorantàggene. rapido per schivare un avversario nel
gnoranzetà: ➝ gnorantàggene. gioco: a cchi mmèjjo facéa le gobba-
gnòrre, s.m., gnorri: nu sta ffà ttanto lo ~! rèlle.
gnòto, agg., ignoto: l monuménto al mìlite gobbétta: ➝ gobbarèlla.
~. gòbbo1, agg., 1. curvo: na filagna gòbba,
gnótte, gnottì, gnuttì, v. tr., inghiottire: n a ccavallière. 2. deformato: li sòrde ci
ce la cavo a gnótte gnènte || Forme: Ind. nn’èrono na massa gòbbe.
pres. 1 gnottìscio; 3 gnótte; 4 gnottimo; gòbbo2, s.m., cardo gobbo (Cynara car-
6 gnótteno, gnottìsciono | Impf. 3 gnut- dunculus L., var. altilis).
tiva | P. pass. gnottito | Ger. gnottènno. gòbbo dil tarà (l), sopr.
gnottì: ➝ gnótte. gobbóne, avv., in posizione curva.
gnucca: ➝ nucca. gócce, inter., accidenti!, caspita!: ~
gnucco, agg., privo di corna (detto di ani- commà! quanto me la dicéte gròssa!
male). góccia, s.f., 1. goccia: pommodòre co la ~
gnudà, v. tr., denudare || gnudasse, v. rifl., (piccoli, tondi, da appendere) | l fico co
spogliarsi. la ~ (maturo e sugoso). 2. apoplessia ful-
gnudità, s.f., nudità. minante, ictus: c’hà la ~, porétto | (im-
gnudo, agg., 1. nudo: annava n giro mèżżo prec.) che tte pijje na ~! | chi tti pòssa
~ | spòrto ~ | ~ e ccrudo | ll’ua se pistava pijjatte na ~!
cul piède gnude ma la tina || mdd. goccianaso, s.m., chi deve sempre asciu-
avécce paura de la gatta gnuda, avere garsi il naso.
una paura infondata || accr. gnudóne, se- góccio, s.m., 1. sorso: annam’a bbéve n ~
minudo. 2. spoglio: ll’arbre gnude. de vino frésco, che mmòro de séte. 2.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
318

piccola quantità di liquido: vò a ffà n ~ gojjarèllo | accr. gojjaróne.


d’acqua, (euf.) vado ad orinare || dim. golà, v. intr., (arc.) volare: le vedéve che
goccétto: llà, bbevémo ll’ùrtemo ~, pò ggolàveno bbasso ll’ucèlla.
nnam’a ccasa nzième. góla: mar de ~, mal di gola | me s’è
gòda, gòde, v. intr., godere: la vita è bbèl- mmésso m picco ma la ~ | se tròva col-
l’a ggodélla | n ze sa qquanto ce godéva l’acqu’a la ~, in estreme difficoltà |
| gudìveno la nòmena d’èssa magnóne | métte ~ a vvedélle, fanno gola || prov.: la
gòdese m pò di cumpagnìa | paréva ci ~ è m buco ciucarèllo, si gnótte la casa
godésseno || gòde, pòpolo!, espr. iron. co ttutto l castèllo.
pronunciata quando si regala cosa da gòlle, s.m., goal, rete: hanno fatto du ~.
poco | ~ (a), loc. avv., a) in misura ab- golpara, s.f., 1. operazione di snidare con
bondante, generosa: c’ha sservito ~; b) il fumo una volpe dalla tana. 2. ambiente
senza esigere affitto: dà m pèzzo de tèrra pieno di fumo.
~, concederla in uso || gòdese, godésse, gólpe (rust.): ➝ vórpe.
gudésse, v. intr. pron., godersi: vòjj’annà golpóne (rust.): ➝ vorpóne.
a ggodémme la vita || Forme: Ind. pres. goluppo, s.m., viluppo.
4 godémo; 6 gòdeno | impf. 6 gudìveno gomèra, comèra, cumèra, gumèra, s.f.,
| perf. 6 godéttono | fut. 3 godarà | Cond. vomere || dim. gomerino.
1 godarèbbe | Cong. impf. 6 godésseno gómeto, gòmmito, gómmoto, s.m., go-
| Imper. 2 gòde | P. pass. guduto | Ger. mito: c’èra da scortecasse l gómete.
godènno. gomità (arc.): ➝ vommità.
godaréccio, agg., godereccio. gómma1, s.f., (euf.) apoplessia fulminante,
gòde: ➝ gòda. ictus: (imprec.) che tte pijja na ~!
godésse: ➝ gòdese (vd. gòda). gómma2, s.f., 1. resina di alberi in genere:
gojjaccino: ➝ gojjaccióne. la ~ dell’olivo dice che ffa bbène pel mal
gojjaccióne, gojjaccino, gojjaróne, s.m., de dènte. 2. camera d’aria di veicolo.
burlone, mattacchione. gómme, inter., accidenti!, caspita!
gojjarìa, gojjerìa, s.f., 1. pazzia. 2. stra- gommetata: ➝ gommitata.
vaganza. 3. genialità. 4. azione strava- gommitata, gommetata, s.f., 1. gomitata.
gante. 5. azione divertente. 2. (fig.) competizione: annà vante a
gojjaróne: ➝ gojjaccióne. ffòrza de gommetate, farsi largo senza
gojjastro, agg., eccentrico. scrupoli, cercare di avvantaggiarsi.
gojjerìa: ➝ gojjarìa. gómmito: ➝ gómeto.
gójjo, agg., 1. barlaccio, bògliolo (di uovo gómmoto: ➝ gómeto.
stantio e guasto): sèntelo m pò s’è ggójjo gonfalóne, s.m., (fig.) nuvolone, grande
quell’òvo. 2. (fig.) pazzo: tu sé ~ sul cirro che non porta pioggia: cèrte ~ pa-
capo, sè matto drénto | è ggójjo tutto | tólle piano piano avànzono.
adè ggójjo fràdicio | sò ttutte gójje || si n gonfià, v. tr., 1. gonfiare: ~ l pallóne. 2.
zò ggójje, n ce le volémo! (espr. gridata (fig.) picchiare di santa ragione: si nu la
durante le sfilate di carnevale oppure piante, te gónfio l muso! || gonfiasse, v.
enunciata per commentare un compor- intr. pron., 1. aumentare di volume: co
tamento o una situazione anomali). 3. ttutta ll’acqua ch’ha ffatto, l fòsso se
(fig.) bizzarro. 4. (fig.) allegrone || dim. gónfia. 2. (fig.) insuperbirsi per le lodi:
Vocabolario
319

se gónfia cóme m pallóne || Forme: Ind. graduvà, v. tr., (raro) graduare.


pres. 6 gónfieno | P. pass. gónfio. gragnòla, s.f., grandine fitta.
gonfianùgole, gonfinùvole, s.m., spac- gramégna, gramìccia, s.f., gramigna
cone, vantone. (Agropyrum repens L.): la ~ ppiù la lève,
gonfinùvole: ➝ gonfianùgole. ppiù vvéne fòra (è inestirpabile) | pe rri-
gónfio: ce ll’hò ggónfie, sono proprio frescasse lo stòmmoco, se bbéve ll’ac-
stufo, annoiato. qua de ~.
gònna, s.f., (raro) gónna. gramìccia: ➝ gramégna.
gopèrchjo: ➝ cupèrchjo. gramignaro, s.m., chi raccoglie gramigna.
gopèrto: ➝ gupèrto. gramignòlo, s.m., gremignolo (Agriotes
górbe (rust.): ➝ vórpe. lineatus L.), larva dura, rossiccia, lucida,
gòrfe1, s.m., golf, giacca a maglia di lana simile alla radice della gramigna, che
|| dim. gorfétto, gorfettino. danneggia le patate.
gòrfe2, s.m., (rec.) golf, gioco all’aperto. gramignóso, agg., povero.
gorgojjà, v. intr., gorgogliare. grammàteca, s.f., grammatica.
górpe (rust.): ➝ vórpe. grammòfeno, s.m., grammofono.
gotómmolo, s.m., (raro) gomitolo. grammòrto, s.m., malattia del grano, che
governà, guernà, guvernà, v. tr., 1. nutrire: si annerisce e non produce chicchi, cau-
vò a gguernà l cióco e l cunijje, ch’è óra sata dal carbonchio: r ~, èra quanno r
| la propàggene la govèrna la matre | sò grano venéva néro.
le ràdeche che ggovèrnono la pianta | grampapijja: ➝ aggrampapijja.
guernà a bbócca mia che vvòe, nutrire a granaro, s.m., granaio.
sazietà, soddisfacendo ogni desiderio di granata, s.f., (raro) raccolto abbondante
cibo. 2. mantenere a proprie spese: ll’ha di frumento.
gguèrno l zu patre || Forme: Ind. pres. 1 granattière, s.m., 1. granatiere. 2. (fig.) in-
guèrno; 3 govèrna; 4 guernamo; 6 go- dividuo molto alto.
vèrnono | impf. 3 guernava | P. pass. go- grancétto, sopr.
vernato, guernato, guèrno, guvernato. granciara, s.f., zona dove sono molti
gózzo, s.m., 1. gola: c’ha l mallòppo mal granci.
~, soffoca | me sta ssul ~, non lo sop- gràncio1, s.m., 1. granchio (Potamon flu-
porto | remané sul ~, essere indigesto. 2. viatile Herbst): cammina a ppartaddiè-
pomo d’Adamo. tro cóme l ~ | mdd. chjappa le grance co
grade, microtop., Santa Maria in Gradi le mano dell’antre (vuole spingere altri a
(ex-convento, fino a pochi anni orsono, fare cose difficili per trarne personale
carcere di Viterbo): te pòrtono carcerato vantaggio). 2. gambero di fiume (Au-
a ~ || inter., a ggrade!, in galera! stropotamobius pallipes).
gradì, aggradì, graduì, v. tr., gradire || v. gràncio2, s.m., crampo: me vinne n ~ a la
intr., aggradare. zzampa, n ce la cavav’a ccamminà.
gradìcola, quatrìcola, quatrìgola, s.f., grandenà, v. intr., grandinare.
graticola: è rridótto ppèggio de sa Llo- gràndene, grànena, grànene, grànnina,
rènzo su la ~, di persona ustionata dal grànnine, s.f., grandine.
sole. grandinatèlla, s.f., grandinata leggera e di
graduì: ➝ gradì. breve durata.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
320

gràndola, s.f., 1. ghiandola. 2. tonsilla: sano, con allusione sessuale: gli uccelli
ll’ha llevate le gràndele | pe le gràndole beccano il grano) || prov.: ~ córco rizza l
fa bbòno ll’òjjo ferrato, per curare la patróne | ~ cólmo rizza l patróne (la
tonsillite. spiga carica di chicchi porta ricchezza).
grandòmo, s.m., uomo eccezionale. granòcchja, ranòcchja, s.f., rana verde
grane, s.m. pl., granaglie. (Rana esculenta L.): annà a rranòcchje,
granèllo, s.m., 1. vinacciolo. 2. testicolo andare in cerca di rane | annav’a
di agnello || granèlle, pl., deiezioni di cchjappà co le mano le ranòcchje ma la
topo. léga, pescare le rane con le mani nel va-
grànena: ➝ gràndene. scone | zzuppétta de ranòcchje | nòta a
grànene: ➝ gràndene. rranòcchja, nuota a rana || dim. ra-
granì, v. intr., granire. nocchjétta.
granizzióne, s.f., svilupparsi dei chicchi granóso, agg., (gerg.) ricco.
del grano. granturchéto, s.m., campo di granturco.
granne, agg., 1. grande: è n òmo grann’e granturchétto, s.m., granturchino, varietà
ggròsso, pare m barlòzzo | grann’e di mais da foraggio.
ggròsso e ttontolóne | ~, gròsso e ffre- gràscia, s.f., 1. companatico: magnà
gnóne | le fèste li ppiù ggranne chi cci ppane e ggràscia. 2. derrata alimentare.
sia | li carte da cènto ~ cóme l fazzolétte 3. abbondanza di cibo.
| o mà, vòjjo dormì ma llètto ~!, nel letto graspo, s.m., raspo, grappolo d’uva privo
matrimoniale dei genitori | vénne pure degli acini.
artra ròbba n ~ | fa ttanto l ~, si dà arie grasséto, s.m., luogo del campo ricco di
da ricco | ha ffatto n gran guadagno, humus, spec. vicino all’aia.
(iron.) un misero guadagno | r fijjo ppiù grassìccio, s.m., parti grasse di un ani-
ggranne, il maggiore | sta cìccia me pare male: l ~ è n fittume de grasso.
gram bòna, ottima | c’ha dd’avé n gram grasso, s.m., 1. (coll., arc.) piante da so-
male, male grave | è nnata n gram male, vescio: sementàvono l ~, che cconzistéva
è andata molto male | li vòle n gram bène lopine, favucce opure radicióne da ~,
al nipóte, lo ama moltissimo | na gram che, qquanno èreno a na cèrt’artézza, se
bèlla còsa, bellissima | è n gra strónzo | tajjàvono. si èra mésso a ssórco, se ron-
dal gra llavóro è mmòrto, per il troppo cava, se mettéva ner fónno der zórco e
lavoro. 2. adulto, anziano: èra bbèllo ~, ppò s’interrava. 2. operazione di sove-
molto anziano | sémo tutte ~ mó, an- scio. 3. (fig.) abbondanza: (antifr.) se tti
namo m penzióne || vezz. grannicèllo, dà ttanto cusì, sarà ggrasso chi ccóla!
grannétto. 4. (fig.) punto più profondo del macera-
grannézza, s.f., grandezza: c’ha la mania toio || agg., 1. ricco di calce bianca (rif.
de ~ | grannézze de Ddio! l béva da mec- a calcina). 2. (fig.) abbondante: fà la mi-
chì va mmeccajjù e dda meccajjù va sura grassa. 3. (fig.) scurrile: parlà
mmeccassù. ggrasso, fare discorsi grassocci. 4. (fig.)
grànnina: ➝ gràndene. solenne: l funerale adèra ~ che ccolava
grànnine: ➝ gràndene. chi ppotìvino spènna. 5. (fig.) fortunato:
grano: (gerg.) gruppo di ragazze: n véde l e ppòe ll’ébbono grassa che ll’éva tajjà
~! varda l ~! (espr. rif. a ragazze che pas- l capo ma qquarcuno, ebbero fortuna.
Vocabolario
321

grassume, s.m., morca dell’olio. gràzzia, s.f., 1. modo, garbo: accidèm-


grastite, s.f., gastrite. mele, chi ~! | tu n c’ha ~ pròpio a ffà le
gràtise: ➝ gràtisse. còse | bbòna ~! | (scherz.) tròppa ~,
gràtisse, aggràtisse, gràtise, avv., gratis. sant’Antò!, a commento di una conces-
grattà, v. tr., 1. grattare. 2. grattugiare: vò sione che appare eccessiva. 2. (antifr.)
a ggrattà l càcio pe ppranzo. 3. (fig., cattive maniere: che ggrazzièlla!
gerg.) rubare || grattasse, v. rifl., 1. grat- grazziaddio, inter., grazie al cielo!
tarsi: nun c’èra bbesògno chi ssi grat- grazziadeddio, s.f., 1. cibo: nu sciupà sta
tàsseno, ch’abbastava na strufinata ma ~! 2. regali in natura; cuccagna: quélla
l lenzòlo de cànepe | ~ ll’òcchje, fregarsi pò di ~.
gli occhi. 2. (fig.) oziare: te gratte tutto gràzzie, inter., 1. grazie!: “gràzzie!” “le
l giórno | sta ttutto r giórno a ggrattasse gràzzie le fà la Madònna” | “gràzzie!”
la panza || Forme: Cong. impf. 6 grat- “sì, co le gràzzie annam’avante!”. 2.
tàsseno. certamente: a ~! tutte sò bbòne allóra.
grattacàcia, grattacàcio, s.f., 1. grattugia. grecile, gricile, s.m., 1. cipolla, ventriglio
2. arnese di ferro con piccole sporgenze di volatili. 2. (volg.) intestino di persone.
aguzze, usato dalle spigolatrici per sgra- 3. (fig.) appetito: ammàzzete che ggre-
nare le spighe di grano. cile che tt’aritròve!
grattacàcio: ➝ grattacàcia. grèco, s.m., trigonella (Trigonella foenum-
grattachécca, s.f., granitina di menta e graecum L.).
ghiaccio, servita come bibita estiva. grégna, s.f., covone: n cordéllo cu qquat-
grattarèlla, s.f., prurito. tro grégne de copèrta | riccòjje le gré-
grattaròla, s.f., arnese di ferro con piccole gne.
sporgenze aguzze, usato dalle spigola- gregòrio, s.m., 1. (gerg.) deretano. 2. (fig.,
trici per sgranare le spighe di grano: fa- gerg.) fortuna: c’ha m bèl ~, è molto for-
cévono cóme na grattacàcio, la ~, tunato | sò ffenite le mésse a ssan ~!, è
sfacévono ggiù l grano, pò lo concià- finita la fortuna.
vono. grénta, s.f., coraggio, risolutezza: avé
grattaròlo, s.m., (gerg.) ladruncolo. ggrénta cóntro le bbirbe.
grattazzióso, agg., (scherz.) grazioso (con gréppa, s.f., scarpata || ~ (n), loc. avv., di
bisticcio). fagioli lessati e conditi con sale, pepe,
gratuìto, agg., gratuito: ògge è ttutto ~. aceto e olio: faciòle ~.
gràveda, agg., gravida (di femmina di ani- gréppo, s.m., 1. pendio ripido tra due ter-
male e di donna). razze nel vigneto. 2. rialzo a picco.
gravìcola, cravìcola, s.f., (raro) clavicola. grespigno: ➝ crispigno.
gràvido, gràvodo, agg., 1. turgido (rif. alla grespignóne, s.m., varietà commestibile
gemma della vite). 2. (fig., scherz.) di crespigno sfrangiato, a foglie molli
avido, desideroso: l mi zzio èra ~ pe (Sonchus tenerrimus L.).
qquél pèzzo de tèrra, sognava di poterlo grèsse, s.m., gres, ceramica ad alto grado
acquistare | quanno quarcuno li c’an- di cottura: le mattonèlle de ~.
nava na còsa, se dicìa: ma ché ssè grà- grevaccióne, s.m., (dispr.) uomo grasso e
vodo? pesante.
gràvodo: ➝ grávido. grève, agg., 1. pesante: c’ha le mano ~ | a
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
322

ppasso ~. 2. difficile a digerire: è rròbba grïùm, onom., (infant.) voce ripetuta per
~ de séra, se dòrme male dóppo. 3. (fig.) far ragliare l’asino.
grossolano, goffo. gròglia: ➝ gròlia.
grevézza, s.f., pesantezza: sta ròbba fa gròlia, gròglia, gròllia, s.f., gloria: le cam-
ggrevézza de stòmeco. pane sóneno a ~ | (d.) tutte le salme finì-
grèżżo, s.m., nuovo edificio fornito di scono n ~ | lo faciva l pòro nònno, che
strutture (muri, solai, tramezzi, tetto), Ddio ll’àbbie n ~! | pure lue mica lavóra
ma ancora privo di intonaci e servizi (in- pi la glòria.
fissi, elettricità, gas, riscaldamento) || groliapatre: ➝ gloriapatre.
agg., 1. grézzo, non lavorato. 2. (fig.) groliasse, v. intr. pron., gloriarsi: se gro-
ineducato, zotico: ~ cóme n zappóne. liamo, ci gloriamo.
griccióre, s.m., brivido di freddo: sentì li grolióso, agg., glorioso.
~, rabbrividire | sènte n ~ pe la vita. gròllia: ➝ gròlia.
gricétto, s.m., cricèto (Mesocricetus au- grondària, s.f., (arc.) scolo di acqua pio-
ratus L.). vana.
gricile: ➝ grecile. gróndina, s.f., 1. (raro) rondine comune
grìcolo: ➝ agrìquelo (raro). (Hirundo rustica L.). 2. (raro) balestruc-
grifà, crifà, v. intr., cascare, fare una brutta cio (Dolichon urbicum L.).
caduta. grónna, gronnara, gronnaréccia, s.f.,
grifàccio, s.m., grosso uncino, provvisto grondaia.
di manico tondo snodato, con cui si af- gronnà, v. intr., grondare: co sta bbardèlla
ferra il porco sotto la gola. ch’ha ffatto, grónna di sudóre.
grifo: ➝ crifo. gronnara: ➝ grónna.
grìggia, s.f., (gerg.) brutta figura: fà na ~. gronnaréccia: ➝ grónna.
grìggio, agg., grigio: n vistito ~ fèrro, gri- gròpe: ➝ coprì.
gio scuro. gròpese: ➝ coprisse (vd. coprì).
grigortóre, s.m., (cont.) agricoltore. gropì: ➝ coprì.
grijja, s.f., griglia. gròppa, s.f., 1. dorso di animale || ~ (n),
grilla, s.f., farfalla appena uscita di larva. loc. avv., sulla groppa. 2. dorso di per-
grillanda, grillanna, s.f., 1. ghirlanda. 2. sona || accr. groppóne: c’hò ccinquantòt-
(raro) ghirlanda funebre. t’anne sul ~ | li lìscio l ~, quanno lo
grillanna: ➝ grillanda. chjappo, lo picchio.
grillétto, s.m., 1. (fig., infant.) pène. 2. groppièra, s.f., sottocoda per equino; stri-
(fig.) clitoride. 3. n. di un asino. scia di cuoio, fissata alla parte posteriore
grimardèllo: ➝ crimardèllo. della bardella, che passa sulla groppa e
grimbiale, grimbiule, s.m. (citt.) grem- sotto l’attaccatura della coda.
biule. gròprese: ➝ coprisse (vd. coprì).
grimbiule: ➝ grimbiale. groprì: ➝ coprì.
gringallétto, s.m., saccente: nu sta ffà gròssa, agg. f., incinta: (prov.) dònna
ttanto l ~! gròssa, um piède in fòssa.
grisantèmo, s.m., crisantemo. grossézza, s.f., avversione, inimicizia.
grispigno: ➝ crispigno. gròsso1, s.m., (arc.) antica moneta d’ar-
grista: ➝ crèsta1. gento dello Stato Pontificio, pari a 10
Vocabolario
323

scudi ovvero 25 lire || prov.: chi sse spu- guadambià, guadagnà, guadammià, v. tr.,
t’addòsso, nun vale mèżżo ~. guadagnare: guadàmbieno parécchjo e
gròsso2, agg., 1. di dimensioni notevoli: le llavóreno pòco, ll’impiegate | cu sta vita
piastre gròsse cóme n culo de bbicchjère guadammiava più ppòco || guadam-
| scànzete! passa na màchena gròssa || biasse, guadagnasse, v. intr. pron., gua-
èsse gròssa, essere in stato avanzato di dagnarsi: s’è gguadammiato l pane la-
gravidanza || prov.: l péscio ~ magna voranno | ~ l paradiso.
quéllo ciuco. 2. pesante, da lavoro: li guadàmbio, guadàmmio, s.m., guadagno:
scarpe gròsse di vacca mbullettate. 3. (antifr.) fà l ~ del diàvolo, a ccarosà le
(fig.) solenne: na fèsta gròssa || dim. tròjje, nessun guadagno | fà l ~ de frat-
grossétto, che ha raggiunto discreto svi- titta | ha ffatto l ~ de fraccazzo | n ce fa
luppo: adè bbèlla grossétta st’ua. n zòrdo de ~ || prov.: dó nun c’è ggua-
grótta: ➝ grótte. dagno, la rimissión’è ccèrta.
grottano, s.m., ab. di Grotte S. Stefano, guadammià: ➝ guadambià.
fraz. di Viterbo. guadàmmio: ➝ guadàmbio.
grótte, grótta, s.f., grotta: sta grótte chi guadèrno, s.m., quaderno: ~ de scòla | ~
ppiù ttrusca di qué n ci pò èssa | ~ dil de la tèrza | n ~ a qquadrétte | ~ de
catalètto (microtop.) | ~ di la paura bbèlla || dim. guadernétto.
(microtop.) || grotticèlla (la) ~ (top. in- guado, s.m., passaggio obbligato nel-
terno). l’ovile, dove le pecore vengono munte:
grottino, s.m., piccola caverna scavata al- l ~ è l recinto pe mmógne chjuso co la
l’interno di altra più ampia. réte.
grovijjo, s.m., (raro) groviglio. guae, inter., guai!: ~, se tte rubba la mano
grufo1, agg., ispido: capélle grufe. la bbèstia!
grufo2, s.m., orecchio di agnello. guainèlla (a), loc. avv., detto di abito ade-
grugnì, v. intr., grugnire del maiale: l rente.
pòrco grugne. guajjo, s.m., guaio: se va vante a ffòrza di
grugno, s.m., 1. muso del maiale. 2. (triv.) guae | stà ne m mar de guae | ha ddato
volto, faccia: sbàttece l ~ | li róppe l ~ | guae man tutte | li guae se le va ccercà
è ggrugno de purgavve, è una persona dda sólo | si adèra ita male, li sarèbbe
capace di picchiarvi || vezz. grugnétto, toccato da passacce guae | èssa tra le
visino. 3. (fig.) broncio, espressione guae || prov.: le guae, ognuno sa le sue.
crucciata: métteva l ~ man tutte | stà guale, agg. inv., uguale: ll’òmmene sèm-
ccol ~. pre ~.
grùgola: ➝ cròcala. guantamano, guardamano, s.m., manale
gruòsso, agg., (arc.) grosso. del calzolaio; mezzo guanto di pelle,
gruppe: ➝ cruppe. senza dita, per proteggersi la mano nel
guada, s.f., piccola rete a strascico, utiliz- tirare lo spago.
zata per la cattura dei gamberetti sul lago guanto, s.m., (gerg.) profilattico.
di Bolsena. guardà, vardà, v. tr., 1. guardare: guàr-
guadagnà: ➝ guadambià. deme! | guàrdelo! | a gguardallo da la
guadagnasse: ➝ guadambiasse (vd. gua- fàccia, pare n òmo che ccapisce | guàr-
dambià). deme! | guardàmele! | vardàmele! | vàr-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
324

delo!, vàrdolo! | vàrdala ll’è bbèlla! | var- Ind. pres. 1 guarìscio; 4 guarimo; 5 gua-
dàteme! | vardate! | varda caso! | te riscéte; 6 guarìsciono | fut. 6 guariscia-
guarda bbrutto, con espr. ostile | vardà ranno | Ger. guarènno.
qquelue! | varda m pò chi rròbba! | ma guarisci, s.f., (infant.) medicina.
varda m pò che ss’ha dda véda! | varda guaritóra, s.f., guaritrice.
chi sse véde! | varda chi pparla! | va, guarnàccia: ➝ guernàccia.
quante màchene pàssono! | vardà, che guarnèlle, s.m. pl., vesti femminili: li ~
cce vò? | vardà si cche rròbba! | n ze fà arrivàveno nfino a ggiù ppir tèrra.
gguardà derèto, non si espone a critiche. guarżóne, s.m., garzone di azienda agri-
2. badare, far attenzione: guarda che sse cola.
róppe! | sta gguardà l capéllo!, non ba- guase, guasi, guaso, quase, avv., quasi: stu
diamo alle inezie! | le vècchje ce guardà- pezzétto de tèrra ch’adè gguase m paése
vono su la luna, osservavano | guase guase lo crómpo | c’èrono quase
l’andamento delle fasi lunari | a sta tutte | è ito quase a ccattanno, anze
gguardà, n ze smetterébbe mae de lavorà, sènza quase, completamente in rovina.
se si dovesse tener conto della necessità || guasi: ➝ guase.
prov.: guarda té, pòi di mé ddirai. 3. vi- guaso: ➝ guase.
gilare: guàrdeme sto fijjo, pe ppiacére! 4. guastà, v. tr., 1. non rispettare: ~ la vig-
pascolare: sta gguardà le bbèstie | ~ l gìglia de Natale. 2. disfare, riordinare:
majjale. 5. proteggere: Ddio ne guarde! | hò dda ~ l lètto. 3. scucire: sta gguastà l
na sbòrgna che Ddio guarde!, da non dire vestito del fijjo. 4. rovinare: se mmagne
|| prov.: Ddio te guarde dall’acqua e ddal a st’óra, guaste la céna, se mangi fuori
vènto, e ddal frate fòr del convènto || pasto, perdi l’appetito per il pasto prin-
Forme: Ind. pres. 1 vardo; 2 varde; 3 cipale.
varda; 4 guardamo; 5 vardate; 6 guàr- guastamestière, s.m., 1. buono a nulla. 2.
deno, vàrdeno | impf. 5 guardàvete; 6 chi fa più mestieri, ma in modo appros-
guardàvono | perf. 1 guardò; 6 guar- simativo. 3. guastafeste.
dòrno, vardòrno | fut. 1 guardarò | Cong. guasto, s.m., disonestà: li forestièri hanno
pres. 1 guarde | Imper. 2 va, varda; 5 var- pòrto l ~ dapertutto || agg., idrofobo.
date | Ger. guardanno, vardanno. guazza1, guàzzera, s.f., 1. rugiada. 2.
guardamano: ➝ guantamano. brina: è ccascata la ~, te mòlle tutto.
guardaròbba, inter., guarda un po’! guazza2, s.f., burla, beffa, presa in giro: li
guardarònne: ➝ vardarònne. sta ssèmpre a ddà la ~.
guardatàccia, s.f., occhiata severa di rim- guazzabbujjo, s.m., 1. guazzabuglio,
provero: li dà na ~. mescolanza confusa. 2. (fig.) cibo sgra-
guardéngo, agg., guardingo. devole. 3. (fig.) confusione, caos. 4.
guàrdia, s.f., vigile urbano: le guàrdie del (fig.) pasticcio.
pìscio (che controllavano i vespasiani e guazzaróne, s.m., (arc.) sottogonna lunga
multavano chi orinava in strada). e pesante di canapa, per riparare le
guardiacàrcere, s.m., agente di custodia. gambe dalla rugiada.
guardianìa, s.f., guardianato. guazzaróso, agg., bagnato dalla rugiada.
guarì, v. tr. e intr., guarire: l fijjo è gguarito guazzata, s.f., caduta della rugiada.
|| guarisse, v. intr. pron., guarire || Forme: guàzzera: ➝ guazza1.
Vocabolario
325

guazzétto, s.m., fanghiglia: fà n ~, causare facchino anziano, che sorveglia ai lati il


un pantano || ~ (a), loc. avv., nel fango: passaggio della macchina di santa Rosa
va sèmpre ~, s’insudicia nel fango | ~ nei punti più angusti del percorso. 3.
(n), loc. avv., a) modo di cucinare: l scavo fatto nel terreno, dove piantare il
bbaccalà ~; b) in brodo di giuggiole: ca- caposaldo del filare: fà la ~ pel capo-
pirae, lue ce và ~ cu le serenate. tèsta. 4. virgulto lasciato alla potatura
gùbbia, s.f., 1. coppia di muli o cavalli da sull’albero per la ricrescita della pianta.
tiro: attaccò la ~ e vvia. 2. coppia di 5. stegola dell’aratro.
buoi. guidarèllo, s.m., guidaiolo, montone ca-
gubbià: ➝ aggubbià. strato e addomato che col campano
gudésse: ➝ gòdese (vd. gòda). guida il gregge.
guercià: ➝ agguercià. guidarra: ➝ ghidarra.
guerciasse: ➝ agguerciasse (vd. agguer- guide, s.f. pl., redini.
cià). guìjjo, quìjjo, agg., 1. mézzo, di frutto: sta
guèrcio, agg., 1. cieco da un occhio. 2. péra è ttròppo guìjja. 2. liquido, mòlle:
dalla vista difettosa: sò mmèżżo ~. hò mmagnato na frittata guìjja guìjja,
guerièro, guirrièro, s.m., (lett.) guerriero. non rappresa. 3. sciolto: l ggelato è
guèrna, s.f., 1. profenda; porzione di fo- qquìjjo co sto callo.
raggio che si dà alla bestia: va ddà la ~ guinza, guinzara, s.f., terreno molto
a le bbèstie, ch’è óra! | d’invèrno se dà umido, acquitrino.
la ~ a le vacche. 2. becchime. 3. (fig., guinzajjo, s.m., guinzaglio.
scherz.) cibo. guinzara: ➝ guinza.
guernà: ➝ governà. guinzóso, agg., paludoso.
guernàccia, guarnàccia, s.f., (arc.) guar- guirrièro: ➝ guerièro.
nacca, rozzo camiciotto maschile in ge- guìsciola1, s.f., (raro) lucertola (Podarcis
nere di colore turchino, in pesante tela di sicula Raf., P. muralis Laur.).
canapa, con spacchi laterali, adoperato guìsciola2, s.f., visciola.
dai contadini nei loro lavori: la ~ pil guìsciolo, s.m., visciolo (Prunus cerasus
nònno chi ssi la mettéva p’annà ffòra, L.).
ch’adèra cóme l camiciòtto. guitarra: ➝ ghidarra.
guernante, s.m., governante. guittarìa, s.f., (dispr.) delinquenza.
guernaròla, s.f., (raro) recipiente che con- guitto, s.m., 1. persona disonesta: Cristo
tiene il mangime per i polli. adè mmòrto, p’arimmennà le guitte e l
guernatóre, s.m., (ant.) governatore. peccatóre. 2. ragazzo trasandato. 3. sal-
guèrno, guvèrno, s.m., governo: l pane del timbanco: ~ adè qquelue che vva pe le
~, l’impiego statale. piazze a rriccontà le fregnacce, p’ari-
guèrro, s.m., verro; porco atto alla ripro- medià quarche ssòrdo. 4. poveraccio.
duzione: le tròjje vann’al ~, alla monta. gujjermóna (a la), loc. avv., alla foggia di
guerróna, s.f., prima guerra mondiale. Guglielmo II: portávono le bbaffe ~ le
gufrèdo di bujjóne, antrop., Goffredo di vècchje.
Buglione. gujjolino, gujjulino, s.m., (arc.) violino.
guida, s.f., 1. asta posta ai due lati ante- gujjulino: ➝ gujjollino.
riori della macchina di santa Rosa. 2. guluppà, v. tr., 1. avviluppare. 2. aggomi-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
326

tolare. finita: (iron.) ma che cc’hae la ~?


guluppà: ➝ agguluppà. gurgolèstro, cuculèstro, gurgulèstro, s.m.,
gumblòtto: ➝ cumblòtto. sedano d’acqua (Apium nodiflorum L.).
gumèlla, s.f., giumella, quanto entra nel gurgulèstro: ➝ gurgolèstro.
cavo delle due mani accostate con le dita gustà: ➝ aggustà.
unite. gustévele, agg., di sapore gradevole.
gumèra: ➝ gomèra. gustiniano, agg., agostiniano: l frate gu-
gumità (arc.): ➝ vommità. stiniane di la Ternità.
gupèrchjo: ➝ cupèrchjo. gusto, s.m., 1. piacere: dà ggusto, provo-
gupèrta: ➝ cupèrta. care piacere | ci sènte ~ a ffamme arrab-
gupèrto, copèrto, cupèrto, gopèrto, agg., bià | sa che ggusto!, immagina che
1. coperto. 2. rivestito, abbigliato: le piacere! | pijjacce ~, provarci piacere. 2.
dònne ggiràvono gupèrte nfino all’ógna. orgasmo. 3. voglia. 4. opinione sogget-
2. (fig.) foglioso: la vita ha dda èssa co- tiva || prov.: tutte l guste sò gguste | su li
pèrta || avv., con prudenza: se parla ~, guste n ze discute | su li guste n ce se
se cce sò li fijje attórno. sputa.
guprì: ➝ coprì. guvernà: ➝ governà.
gurgolana, s.f., malattia simulata, non de- guvèrno: ➝ guèrno.
Vocabolario
327

ibbrézza, s.f., (raro) ebbrezza. illominato, allumenato, agg., illuminato.


ibbro: ➝ libbro1. illuda, illude, v. tr., illudere.
ìcchese, ìcchise, s.m., x, lettera dell’alfa- illude: ➝ illuda.
beto: ha ffatto li ragge ~. imbacuccasse, mbacuccasse, v. rifl., im-
ìcchise: ➝ ìcchese. bacuccarsi, coprirsi con cura: va n giro
iconomìa, culomìa, culumìa, cunumìa, tutto mbacuccato pur’all’estate.
iculomìa, s.f., economia: si cercava di fà imballà, mballà, v. tr., 1. insaccare. 2. le-
culomìa su ttutte li còse | capirae, si ffùs- gare la canapa in balle.
seno tutte qué le culomìe! | l palazzo imballatura, s.f., operazione con cui si ac-
dill’iconomìa llì a la gàbbia del cricco, catastavano le pòste, per formare una
il palazzo della Camera di commercio. balla di canapa.
iculomìa: ➝ iconomìa. imbambolà, v. tr., imbrogliare.
idèa, s.f., quantità minima: me pare m pò imbambolato: ➝ mbambolito.
sciapo, ggiusto n’~ de sale ce vò. imbaronà, mbaronà, v. tr., (ant.) deflorare
ìdemme, pron. dimostr., idem: ~ co ppa- || Forme: P. pass. mbaronata.
tate, la stessa cosa. imbarzamà, mbarzamà, mbarzemà, v. tr.,
idìquela: ➝ edìquela. imbalsamare: le mbàrzemano.
idonetà, s.f., idoneità. imbasciata, ambasciata, s.f., 1. ambasce-
idònio, agg., (raro) idoneo. ria, messaggio: fà n’ ~, portare un mes-
iducazzióne, aducazzióne, ducazzióne, saggio | mannà ll’imbasciate a ccasa. 2.
s.f., educazione: (antifr.) dimme m pò, azienda zootecnica. 3. branco di be-
chi tte ll’ha mparata ll’~?, nessuno ha stiame.
mai provato ad insegnarti le buone ma- imbastà, mbastà, v. tr., mettere il basto.
niere? (a persona maleducata). imbastardisse, v. intr. pron., 1. imbastar-
iffètto (raro), affètto, s.m., effetto: nu li fa dire. 2. (fig.) alterarsi, tralignare.
ppiù ~ la midicina. imbastaro, bbastaro, s.m., bastaio.
iggène, s.f., igiene: ll’uffìcio d’~. imbastì: ➝ mbastì.
iggèneco, ggèneco, agg., igienico: la carta imbavajjà, v. tr., imbavagliare.
ggèneca n ze la sommiava gnuno. imbenżinato, mbenżinato, agg., (rec.) al-
ignettà, v. tr., (raro) iniettare. ticcio.
ignezzióne, gnizzióne, ignizzióne, s.f., imbestialisse, v. intr. pron., andare in be-
iniezione. stia.
ignizzióne: ➝ ignezzióne. imbeverasse, mbeverasse, v. intr. pron.,
igorìzzio: ➝ ligorìzzio. imbeversi, impregnarsi: fintanto che ppò
il: ➝ r. ss’imbeverava tutta || P. pass. mbeverato.
ille, art.det. m.s., il: uno arto e uno bbasso, imbiancà, mbiancà, v. tr., 1. imbiancare:
pàrgono ll’artìcolo ~ (di una coppia di s’annava ~ l panno sul prato. lo bbà-
sposi, di diversa altezza). gnono. 2. tinteggiare le pareti intonacate
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
328

|| v. intr., 1. (fig.) nevicare leggermente: tijjamo e ppò le bbullimo a bbagnoma-


stanòtte ha mbiancato. 2. (fig. scherz.) rìa.
incanutire || imbiancasse, v. intr. pron., imbraca (all’), loc. avv., in ozio: méttese
(fig., scherz.) imbianchire, incanutire. ~, a) oziare; b) lavorare pigramente.
imbiancata, ambiancata, s.f., 1. tinteg- imbracà, mbracà, v. tr., mettere l’imbraca
giatura. 2. operazione di tinteggiare. 3. sull’asino || imbracasse, mbracasse, v.
(fig.) leggera nevicata: ha ddato n’~, ma intr. pron., mettere in ordine i panta-
la nève ggià s’è squajjata. loni.
imbiancatura, s.f., operazione con cui si imbracata, s.f., azione di mettere in or-
rende bianca la tela tessuta a mano. dine i pantaloni: dasse n ~.
imbiffà: ➝ bbiffà. imbrancà, v. tr., imbrancare, spingere una
imbirbisse, mberbisse, mbirbisse, v. rifl., bestia nel branco.
scaltrirsi: s’è mbirbito. imbrancolì, v. intr., rattrappire.
imboccà, mboccà, v. tr., 1. imboccare: imbrancolito: ➝ abbrancolito.
mbócca sta cratura! 2. (fig.) immettere imbratto, mbratto, s.m., 1. beverone, mi-
i covoni nella trebbiatrice: ~ l grano ne scuglio alimentare dato in pasto ad ani-
la trébbia. 3. prendere, scegliere un mali, spec. pastone di cavolaccio cotto
cammino: ~ la strada ggiusta. 4. (fig.) e crusca per maiali. 2. anello di vischio
dare l’imbeccata, istruire || v. intr., en- fatto attorno al tronco della vite, per im-
trare: mal vejjóne lo fanno ~ gràtisse. paniare i bruchi: si métte ll’~, pi nun
imboccatóre, mboccatóre, s.m., operaio falle passà.
addetto a gettare i covoni nella bocca imbreccià, mbreccià, v. tr., coprire con
della trebbiatrice. uno strato di breccia, inghiaiare: ~ li
imboccatóro, s.m., sportello per chiudere strade || v. intr., (fig., scherz.) mangiare
il forno a legna. con appetito: mbrecciamo, compà?
imbócco, s.m., ingresso. imbrescà, mbrescà, v. tr., invischiare, co-
imbollettà, bbullettà, mbollettà, mbul- spargere di vischio (rif. alla vite aggre-
lettà, v. tr., imbullettare, piantare bullette dita dai bruchi).
su una scarpa: c’ivo le scarpe mbollet- imbrïacà, v. tr., 1. ubriacare. 2. stordire:
tate, chiodate | le scarpe gròsse mbullet- c’è n zóle ch’imbrïaca || imbrïacasse,
tate s’ognévono cull’ossógna. embrïacasse, mbrïacasse, v. rifl., ubria-
imbollonà, mbollonà, v. tr., imbullonare. carsi || Forme: Ind. impf. 3 imbrïacava |
imborzisse, v. intr. pron., imbolsire. perf. 6 embrïacònno | P. pass. mbrïacato,
imbosimà, v. tr., imbozzimare i tessuti. imbrïacato, ubriaco, ebbro.
imbottà, mbottà, v. tr., imbottare, svinare, imbrïacasse: ➝ mbrïacasse.
togliere il vino dal tino, separandolo imbrïachézza, s.f., ubriachezza.
dalle vinacce, e metterlo nella botte. imbrïacóne, mbrïacóne, umbrïacóne,
imbottatóro, mbottatóro, s.m., 1. larga pe- s.m., 1. ubriacone. 2. (fig.) il numero 19
vera rettangolare di legno, che viene nel gioco della tombola: ll’umbrïacóne ||
posta sopra il tino. 2. (fig.) ubriacone. 3. agg., alcolizzato: è ttutta ggènte mbrïa-
(fig.) mangione. cóna quélla.
imbottijjà, mbottijjà, v. tr., imbottigliare: imbrijjà, v. tr., imbrigliare.
le pommidòre passate, prima ll’imbot- imbroccà, v. tr., azzeccare.
Vocabolario
329

imbrojjà, mbrojjà, v. tr., imbrogliare: ~ le immàggine, ammàggene, emmàggene,


carte n tàvola | quanno na matassa è mmàggene, s.f., immagine.
mbrojjata, bbisògna a ttrovà l capo fatto immerlettato, agg., guarnito di merletti.
bbène || v. intr., far male un lavoro || im- immuto, omuto, ummuto, umuto, s.m., 1.
brojjasse, embrojjasse, v. intr. pron., imbuto. 2. pevera: ll’ummuto di la
imbrogliarsi || v. intr. impers., (fig.) an- bbótte.
nuvolarsi. impacco, s.m., cataplasma.
imbrojjapòpolo, mbrojjapòpolo, s.m., 1. impajjà, v. tr., impagliare sedie e altri og-
imbroglione. 2. politicante. getti.
imbròjjo, mbròjjo, s.m., imbroglio, pa- impajjatóre, s.m., impagliatore.
sticcio: no mbròjjo | (tir.) nun è vvéro, impajjatura, s.f., operazione di impa-
num pò stà, e qqui ssótto c’è n ~, nun è gliare.
vvéro, num pò stà. impalà, ampalà, mpalà, v. tr., palizzare il
imbrojjóne, mbrojjóne, s.m., imbroglione vigneto, con paletti in legno o canne: pe
|| dim. imbrojjoncèllo, mbrojjoncèllo. ~ la vigna, se mettévono le canne.
imbruttisse, v. intr. pron., 1. imbruttire: impalatìccio, empalatìccio, mpalatìccio,
s’imbruttìsciono col crésce. 2. (fig.) adi- s.m., intelaiatura di canne del filare: se
rarsi. facéva gni anno ll’impalatìccio nòvo co
imbucà, mbucà, v. tr., 1. imbucare. 2. in- le canne | vigna a mpalatìccio si dicéva.
filare, nascondere || imbucasse, mbu- impallato, agg., adiposo: na cristiana
casse, v. rifl., 1. imbucarsi, ficcarsi, grassa impallata.
nascondersi: dó se sarà mbucato quel impallinata, s.f., impollinatura.
frégno? 2. farsi assumere come dipen- impanà, v. tr., fare la filettatura a una vite.
dente: tutte cércono d’~ da quarche impanontà, v. tr., imbrattare, macchiare.
pparte. impantanasse, v. intr. pron., impantanarsi.
imbussolà, v. tr., imbossolare, introdurre impappagallà, mpappagallà, v. intr., bal-
in un’urna le schede per l’estrazione a bettare.
sorte: ~ na zzitèlla pi la dòte. impappinasse, mpappinasse, v. intr. pron.,
immacolata, s.m., 1. la Vergine Immaco- impappinarsi, confondersi.
lata. 2. festa dell’Immacolata Conce- imparà, amparà, mparà, v. tr., 1. impa-
zione. rare: ll’hae mparata a mménte la poe-
immagginà, ammagginà, magginà, v. tr., sìa? | da granne mparò a llègge e scriva
immaginare: ammaggina tu che ppò | l fijjo mparav’a ccamminà nell’anna-
èssa || immagginasse, ammagginasse, rèllo || prov.: mpara ll’arte e mméttela
mmagginasse, v. intr. pron., immagi- da parte | mpara ll’arte e mméttela llà,
narsi, intuire: te ll’ammaggìne | si quanno te sèrve, vall’a ppijjà. 2. inse-
nn’ammagginò n tèmpo | te pò mmag- gnare: t’amparo io a rispónne male a la
ginà li strille | vi ll’ammagginate ggènte ppiù ggranne | a mmé num me
ch’adèra. dovéte mparà gnènte || Forme: Ind. pres.
immagginàbbele, magginàbbele, agg., 1 amparo; 2 impare; 4 imparamo; 6
immaginabile. mpàreno | impf. 6 mparàveno | perf. 4
immagginazzióne, s.f., immaginazione: imparàssemo; 6 mparòrno | fut. 3 impa-
nun créde, è ttutt’~ sua. rarà | Cond. pres. 1 mpararèbbe | Imper.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
330

2 mpara; 5 amparate | P. pass. mparato impaurì, v. tr., metter paura || impaurisse,


| Ger. imparanno. v.intr pron., impaurirsi, spaventarsi.
imparaculisse, v. intr. pron., (triv.) scal- impazziménto, appazziménto, mpazzi-
trirsi. ménto, s.m., 1. (fig.) preoccupazione, fa-
imparcatura, mparcatura, s.f., 1. ponteg- stidio. 2. (fig.) lavoro complicato, che
gio di servizio. 2. crociaia, biforcazione richiede molta pazienza.
dell’albero: ll’~ dell’olivo parte co ttre impedito, mpedito, agg., 1. handicappato
gguide. 3. intelaiatura della pergola. motorio, invalido: mòrto n’è mmòrto,
impassonà, v. tr., piantare pali in legno di ma è rremasto ~. 2. storpio. 3. mutilato:
recinzione. co na mano mpedita.
impastà, ampastà, mpastà, v. tr., intridere impelliccià, v. tr., impiallicciare, detto di
|| è ncóra tutto mpastato de sònno, as- mobili.
sonnato, di chi si è svegliato da poco. impennasse, mpennasse, v. intr. pron.,
impastecà, impasticà, mpastecà, mpa- inalberarsi.
sticà, v. tr., 1. masticare: hò dda mparà impenzierisse, v. intr. pron., preoccuparsi.
ssólo a mpastecà l veléno e ppò sò ffa impepà, v. tr., pepare.
ttutto | la tu mà mpàstica pure l bròdo. 2. impermalisse, v. intr. pron., impermalirsi.
masticare a vuoto: la sumara, quanno va impermiàbbele, s.m., (rec.) impermeabile
n amóre, impàsteca. 3. (fig.) balbettare, || agg., impermeabile.
parlare in modo indistinto. impestà, mpestà, v. tr., 1. contagiare con
impasticà: ➝ impastecà. malattia sessuale. 2. appestare di puzza:
impasticacéce, mpastecacéce, s.m., bal- co sti motóre pure le strade di campa-
buziente. gna sò mpestate.
impasticata, s.f., atto del masticare velo- impestata, s.f., donna affetta da malattia
cemente. venerea || (imprec.) pòrca ~ !
impastorà, mpastorà, v. tr., impastoiare. impestolì, v. tr., riempire di puzzo.
impataccà, mpataccà, v. tr., imbrattare || impì: ➝ empì.
impataccasse, v. intr. pron., imbrattarsi. impiastrà, mpiastrà, v. tr., insudiciare.
impatassà, ampatassà, mpatassà, v. tr., 1. impiastro, mpiastro, s.m., 1. (fig.) persona
confondere. 2. ingannare. 3. infastidire || malaticcia: sè pròpio n ~ de semedelino!
impatassasse, ampatassasse, mpatas- 2. (fig.) lagnone: che ~ che n zè antro!
sasse, v. intr. pron., 1. confondersi, re- 3. (fig.) persona noiosa: nun te lo lève
stare impacciato: st’imbrïacóne li ppiù dda tórno st’~.
lùccicheno ll’òcchje, s’impatassa a impiccà, mpiccà, v. tr., impiccare || prov.:
pparlà. 2. adirarsi: num me fà mpatassà! mèjjo fasse ~ da m bòjja bbravo.
3. imbizzarrirsi: spégne quel lume, che impiccétta, s.m., persona che si immi-
ss’ampatássono l cavalle! 4. impigliarsi schia.
|| v. intr. impers., annuvolarsi, guastarsi: impiccià, mpiccià, v. intr., 1. dar fastidio,
sto tèmpo me sa che sse mpatassa. essere d’incomodo: sta qqui a ~ ssólo.
impatassato, mpatassato, agg., 1. chi si 2. ingombrare: nu lo végghe che sta
confonde nel parlare. 2. impacciato. 3. ròbba mpìccia? || impicciasse, empic-
(fig.) annuvolato. 4. (fig.) variabile, di ciasse, mpicciasse, v. rifl., immischiarsi:
tempo che minaccia pioggia. s’impìcceno sèmpre de le frégne del-
Vocabolario
331

l’artre | tu nun te mpiccià! | io num la vacca s’è mpostata.


m’empìccio e nnum m’entrigo. impostà2, v. tr., impostare una missiva.
impicciato, mpicciato, agg., occupato, in- impòsta, s.f., 1. deposito provvisorio di
gombro: c’hò le mano mpicciate de fa- materiale. 2. segnale per traguardare il
gòtte. campo.
impìccio, mpìccio, s.m., cosa losca: n ~ impostatura, s.f., 1. palizzamento in
cóm’un imbròjjo || mpicce, pl., 1. cian- verde della vite. 2. operazione con cui si
frusaglie. 2. difficoltà: tra ~ e mbròjje n legano i tralci sui pali.
ce sa cava a sistemasse. impòsto, s.m., deposito di legname per la
impietrà, mpietrà, v. tr., mettere pietre vendita.
sopra la canapa immersa nel maceratoio. impratichisse, v. intr. pron., prendere pra-
impiollito, agg., 1. intirizzito. 2. rannic- tica, divenire abile.
chiato. imprecazzióne: ➝ impregazzióne.
impirà, v. tr., infilare i pioli nella sedia. impregazzióne, imprecazzióne, s.f., im-
impirito, agg., eretto, rigido: cammina precazione || mdd. ll’~ pìjjono man chi
tutto ~. le manna.
impiù, avv., inoltre. imprenà, v. tr., ingravidare (spec. di ani-
impoerito: ➝ mpoverito. mali).
impóne, v. tr., imporre. imprenzàrio, s.m., (raro) impresario: ll’~
impontà, mpontà, mpuntà, v. intr., balbet- del lavóre.
tare || impontasse, ampuntasse, appun- imprestà, amprestà, mprestà, v. tr., pre-
tasse, impuntasse, v. intr. pron., 1. stare.
arrestarsi nel discorso. 2. ostinarsi: s’im- imprestarèlla, mprestarèlla, s.f., azione di
puntònno e n ce fu gnènte da fà. 3. re- prestare ripetutamente.
calcitrare: irri òrri la sumara se mpunta, imprónta, mprónta, s.f., stemma cucito
n vòle passà. sulla tunica del confratello.
importà, emportà, v. intr., importare: éssa improntà, v. tr., dare a prestito.
null’impòrta, a lei non importa | (antifr.) impropèrie, s.m. pl., improperi.
a mmé mm’impòrta na massa, non mi improvisà, v. tr., improvvisare.
importa affatto | ll’impòrta n cazzo | num improvisaménte, avv., improvvisamente.
m’emporta gnènte! improvisata, s.f., sorpresa: li famo n’~
imporvarà, v. tr., impolverare || imporva- uno de sti ggiórne, una visita non an-
rasse, mporvarasse, v. intr. pron., im- nunciata.
polverarsi: èra tutto mporvarato. improvisato, agg., improvvisato.
imposessasse, mpossessasse, v. intr. pron., improviso (all’), empruvviso (all’), im-
1. impossessarsi. 2. (fig.) attecchire, ir- pruviso (all’), loc. avv., improvvisa-
robustirsi: pòtel’a ccórto sta vita, pò mente.
véde che ss’imposèssa. impruviso (all’): ➝ improviso (all’).
impostà1, mpostà, v. tr., 1. palizzare in impuntasse: ➝ impontasse (vd. impontà).
verde il vigneto. 2. trasportare le bigonce impurzivo, agg., impulsivo.
piene d’uva fuori dalla vigna: se mpo- impuzzolì, mpuzzolì, v. tr., impuzzolire.
stava su la strada bbòna || impostasse, inacidisse: ➝ nacidisse.
v. rifl., 1. appostarsi. 2. immobilizzarsi: inacqualito: ➝ nacqualito.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
332

inagurà, innagurà, v. tr., inaugurare. abbindolare: quéllo sa ~ li ggènte co le


inagurazzióne, innagurazzióne, naguraz- chjàcchjere | a mmé tu pperò num m’in-
zióne, s.f., inaugurazione. cante, non me la dai a bere || incantasse,
inalterisse, v. intr. pron., inquietarsi. v. rifl., 1. arrestarsi nel movimento, bloc-
incacalisse, ncacalisse, v. intr. pron., 1. carsi: s’è ncantato l disco. 2. restare con
impaurirsi. 2. cessare la crescita, di lo sguardo fisso, assente: me stae a
pianta. 3. indebolirsi. ssentì? che tte sè ncantato?
incacarito, agg., acciaccoso, malaticcio. incantato, ncantato, agg., 1. trasognato. 2.
incacaronisse, v. intr. pron., impigrirsi. ipnotizzato.
incacchjasse, ncacchjasse, v. intr. pron., incantésemo, s.m., incantesimo.
(euf.) arrabbiarsi: quanno jje ll’hanno incanto (pe dd’), loc. avv., per incanto.
détto, s’è ncacchjato cóme m pìcchjo, incanutisse, v. intr. pron., incanutire.
furiosamente. incapezzà, ncapezzà, v. tr., mettere la ca-
incacchjatura, s.f., (euf.) arrabbiatura. vezza ad un animale.
incacià, ncacià, v. tr., 1. cospargere di for- incapoccià, v. tr., legare per le corna una
maggio grattugiato. 2. (fig.) coprire di coppia di buoi.
uno strato sottile di neve. incaponisse, ncaponisse, v. intr. pron.,
incaciata: ➝ ancaciata. ostinarsi: si sse incaponisce, n ze spòsta.
incajjàsse, encajjasse, ncajjàsse, v. intr. incappottà, v. tr., 1. incappottare. 2. co-
pron., aver sentore di qualcosa, intuire le struire all’esterno dei muri perimetrali
intenzioni nascoste, mangiare la foglia: un altro muro di piccolo spessore con
si n’è ncajjato, si è insospettito. funzione isotermica || incappottasse, v.
incalanà, v. tr., incanalare. rifl., indossare il cappotto.
incamasse, ncamasse, v. intr. pron., dive- incapricciasse, incrapicciasse, v. intr.
nire rauco: me sò ncamato. pron., 1. far i capricci. 2. infatuarsi.
incamato, agg., rauco. incarbonchjasse, v. intr. pron., ammalarsi
incamicià, ncamicià, v. tr., impermeabi- di carbonchio (detto del grano).
lizzare con cemento le pareti di una co- incarcà, ancarcà, ncarcà, v. tr., 1. pigiare
struzione o di un pozzo: l pózzo in un recipiente: ncarcavo ll’ua mal bi-
ll’incamiciàvono. gónzo col passóne. 2. colpire sulla testa.
incammerà, v. tr., (citt.) incamerare. 3. incassare, ficcare: l pòsto de la vigna
incanarzà, v. tr., alzare il cane di un’arma se ncarca col majjo. 4. (fig., triv.) fot-
da fuoco: ~ m pistolóne. tere.
incanata, s.f., chiassata. incarcata, ancarcata, ncarcata, s.f., 1. atto
incanito, agg., accanito. di pigiare, pressione forte: dàmojje na
incannellato, agg., (raro), con buccoli bbèlla ~, veggarae che cce va. 2. colpo
(detto della Befana in una filastrocca). violento sulla testa. 3. colpo con cui si
incannucciata, s.m., incannicciatura, ficca nel terreno un palo. 4. (fig., triv.)
struttura leggera (formata da stuoie di coito || dim. incarcatèlla, ncarcatèlla.
canne successivamente intonacate), di- incarcato, ncarcato, agg., 1. ammaccato,
sposta al disotto del soffitto, per nascon- di veicolo. 2. basso di statura.
dere le travi o creare un’intercapedine. incarcià1, ncalcià, ncarcià, v. tr., impa-
incantà, ncantà, v. tr., 1. incantare. 2. (fig.) gliare, ricoprire mobili o recipienti con
Vocabolario
333

la stiancia: portamo a ncarcià ste sèdie. incazzóso, ncazzóso, agg., irascibile.


incarcià2, v. tr., disinfettare con la calce il incazzulito, ncazzulito, agg., 1. assorto: lo
grano da seme. végghe sèmpre ~ quéllo. 2. incapricciato.
incarciatura, s.f., azione di rivestire mo- 3. appassionato: sò ttutte ncazzulite pe
bili o recipienti con la stiancia. la càccia.
incàreco, s.m., incarico. incefalite, s.f., encefalite.
incarfagnito, agg., 1. sonnolento. 2. im- incefalìteco: ➝ incefalìtico.
pigrito. incefalìtico, incefalìteco, ncefalìteco, agg.,
incaricà, ncaricà, v. tr., incaricare || inca- encefalitico.
ricàssene, v. intr. pron., prendere un in- incementà, incimentà, ncementà, v. tr., 1.
carico, preoccuparsi: tu n te n’incaricà! infastidire. 2. provocare: num me stà
incarnisse, ncarnisse, v. intr. pron., incar- ncementà! | m’ha ncementato ésso.
nire: c’hò n’ógna ncarnita, m’è ddiven- incennerì, incennirì, ncennerì, v. tr., ince-
tata néra. nerire || incennerisse, v. intr. pron., es-
incarognisse, ncarognisse, v. intr. pron., sere aggredito dalla crittogama della vite
impigrirsi. (Uncinula necator) (detto spec. del grap-
incarto, s.m., erba che cresce più bassa e polo): coll’acqua ch’ha ffatto, c’è ppe-
fitta delle altre in una parte del prato. rìcolo che ss’incennerisce la vita.
incasinà, v. tr., provocare confusione || in- incennirì: ➝ incennerì.
casinasse, v. rifl., mettersi nei guai. incenzière: ➝ ancenzière.
incasinato, agg., oberato di lavoro. incerottà, v. tr., applicare cerotti.
incassino, s.m., attrezzo del maniscalco. inchjavà, v. tr., chiudere a chiave.
incatarcià, ncatarcià, ncatorcià, v. tr., inchjavicà, v. tr., preparare il drenaggio
chiudere la porta con il chiavistello: n te della fossa, per impiantare il vigneto.
scordà de ~ l portóne de casa! inchiccà, v. intr., balbettare.
incatramà, ncatramà, v. tr., catramare, inchjodà, anchjodà, v. tr., inchiodare.
asfaltare. inchjostrara, s.f., calamaio: nzugà la
incatramata, s.f., azione di asfaltare. pénna mall’~, intingere la penna nel ca-
incatrastà, v. tr., accatastare. lamaio.
incattivisse, v. intr. pron., diventare cat- inciafrujjà, ciafrujjà, incianfujjà, ncia-
tivo. frujjà, v. intr., 1. eseguire un lavoro fret-
incavarcato, agg., a cavallo. tolosamente e in maniera maldestra. 2.
incavolasse, ncavolasse, v. intr. pron., accozzare alla rinfusa. 3. concludere
(euf.) arrabbiarsi. poco nel lavoro || v. intr., 1. parlare bal-
incavolatura, s.f., (euf.), arrabbiatura. bettando. 2. parlare a sproposito.
incazzasse, ncazzasse, v. intr. pron., ar- inciampicà, nciampecà, v. intr., inciam-
rabbiarsi: nun ve c’incazzate, che vve fa pare: stà attènte che nciàmpeche!
mmale! | adè ssèmpre ncazzato fràdicio, inciampicagallina (a), loc. avv., (infant.)
molto adirato || prov.: chi ss’incazza, fa saltellando su un solo piede: da fijje
ddu fatiche: prima s’incazza, pò se ggiocavamo ~.
scazza. inciampicóne, nciampecóne, s.m., (scher-
incazzatura, ncazzatura, s.f., arrabbia- zoso) persona che inciampa spesso || ~
tura. (a), loc. avv., inciampando.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
334

inciancicà: ➝ anciancecà. incomincià, ancumincià, comencià, co-


inciancicatìccio, nciancicatìccio, s.m., mincià, cumencià, cumincià, incumin-
cosa masticata a lungo. cià, ncomencià, ncomincià, ncumincià,
inciancicato, nciancicato, agg., 1. masti- tr. e intr., cominciare: incominciòrno a
cato. 2. (fig.) biascicato, di preghiera. llavorà a ppunta di ggiórno | pure tu,
incianfrusà, v. tr., eseguire un lavoro fret- quanno ncumince, nu la smétte ppiù | la
tolosamente e in maniera maldestra. vennémmia ha ncominciato | cumincia-
incianfujjà: ➝ inciafrujjà. v’a ffasse ggiórno | (d.) tutto sta nco-
inciarmà, v. tr., imbrogliare: èra bbravo a mincià || prov.: quanno cumìncia male,
~ ttutte || v. intr., chiacchierare senza finisce pèggio | chi bbèn cumìncia, è a
concludere. la metà dill’òpra || Forme: Ind. pres. 1
incicalito, agg., impigrito. cumìncio; 2. comince, ncumince; 3 cu-
inciccià, v. intr., ingrassarsi. mìncia; 4 cuminciamo; 6 comìnceno, co-
incimentà: ➝ incementà. mìnciono, cumìnceno, ncumìnceno |
incimurrito, agg., 1. di animale colpito da impf. 3 cuminciava; 6 cumincéveno, cu-
cimurro. 2. (scherz.) raffreddato (di per- minciàveno | perf. 1 comenciae; 3 ancu-
sona). minciò, cuminciò, ncuminciò; 6
incitóso, agg., 1. scontento. 2. che istiga. cominciòrno, cuminciònno, incomin-
inciufolà, v. tr., 1. istigare. 2. insinuare. ciòrno, ncominciònno, ncuminciònno |
incoccià, v. tr., incontrare || v. intr., scon- fut. 3 cominciarà, ncominciarà | P. pass.
trarsi || ncocciasse, v. intr. pron., osti- ancominciato, comìncio, ncominciato |
narsi. Ger. comencianno, ncumincianno.
incollà1, ncollà, v. tr., 1. incollare. 2. rifi- incomincio: ➝ comìncio.
nire l’intonaco lisciandolo con calce incòmmedo: ➝ incòmedo.
grassa || incollasse, ncollasse, v. rifl., ap- incommènza, incompènza, s.f., incom-
piccicarsi (rif. a pietanza che ha superato benza.
il punto di cottura, spec. parlando di incòmmido: ➝ incòmedo.
pasta): scólala sta pasta, sinnò te s’in- incompènza: ➝ incommènza.
còlla | è ttutta ncollata, ll’ha fatta còcia incontrà: ➝ ancontrà.
tròppo. incontranza, s.f., coincidenza, circostanza
incollà2, v. tr., 1. prendere in spalla: e ppò fortuita.
a vvéda cóme s’incollava quélle sac- incontràrio (all’), loc. avv., a rovescio.
chétte! 2. accollare, addossare || incol- incontrasse: ➝ ancontrasse (vd. ancon-
lasse, v. intr. pron., addossarsi una trà).
responsabilità. incontré (all’), loc. avv., (scherz.) in senso
incòmedo, incòmmedo, incòmmido, ncò- contrario.
medo, ncòmmido, ncòmodo, s.m., 1. di- incordasse, ncordasse, v. intr. pron., con-
sturbo: se scusa tanto pell’incòmmedo | trarsi di un muscolo o di un nervo, su-
pagà ll’~, risarcire il proprietario di un bire un crampo: me s’è ncordata na
locale concesso in uso | mica ce dae ~. 2. zzampa.
disturbo fisico: adè ppièno d’incòm- incorpà1, ncorpà1, v. intr., accestire: l
medi, malaticcio. grano ncòrpa.
incomidà, v. tr., disturbare. incorpà2, ncorpà2, v. tr., incolpare: c’è
Vocabolario
335

cchi ll’incórpa | ha visto mae chi mm’és- sodomizzazione. 2. (fig., triv.) fregatura
seno ncorpato di quarche bbojjata. solenne: jj’hanno dato n’~ de prim’ór-
incòtta, s.f., azione di bruciacchiare la dene.
punta del palo per indurirla: se da n ~ inculatura, nculatura, s.f., (fig., triv.) fre-
mal passóne. gatura solenne.
incrapettà, v. tr., accaprettare; legare un inculprènda, v. tr., (rec., scherz.) com-
animale per le quattro zampe. prendere (bisticcio).
incrapicciasse: ➝ incapricciasse. incumincià: ➝ incomincià.
incravattà, ngravattà, v. tr., 1. incravat- incuntrà: ➝ ancontrà.
tare. 2. (fig.) fissare: quanto se métte la incurnicià, ncornicià, ncurnicià, v. tr., 1.
corvatta, pe ngravattà no stìpito || in- incorniciare. 2. (fig., scherz.) mettere le
cravattasse, v. intr. pron., vestirsi in corna, tradire il coniuge.
modo elegante: ggirava sèmpr’incra- incùtene: ➝ ancùdine.
vattato, pure de ggiórno de lavóro. indebbitasse, v. rifl., indebitarsi, contrarre
incròcca, ancròcca, s.f., 1. biforcazione di debiti.
forcina. 2. incavo (praticato sulla som- indennità, s.f., identità: la carta d’~.
mità del caposaldo della pergola, su cui ìndia pastinaca, s.f., regalo prezioso:
poggia il lungo palo orizzontale): nel (iron.) che jj’hae portato, ll’~?
passóne ce se facéva ll’~ | piantato l indiavolato, ndiavolato, agg., sfrenato, di
pòsto, se passava a ffà ll’~ col róncio, bambino.
co n antro pòsto diètro p’acconzentì. indiferènte, ndifferènte, agg., indifferente.
sull’~ ce se mettéva la pèrteca. indifìcile, diffìcele, difìcile, ndeffìcele,
incrudolisse, ncrudolisse, v. intr. pron., 1. ndefìcile, ndifìcele, ndifìcile, agg., 1. dif-
incrudire, rimanere semicrudo alla cot- ficile: li sie diffìcele!, quanto sei diffi-
tura o indurirsi (detto di legumi o carne): cile! | parla ~, a) in modo affettato; b) in
le fettine te s’incrudolìsciono. 2. (fig.) italiano corrretto | è n gran ~ che cce la
danneggiarsi per eccessivo calore (rif. fa, molto improbabile. 2. che costa fa-
alla canapa immersa nella vasca di tica: guadagnasse quél pèzzo di pane
acqua sulfurea): sinnò se ncrudoliva, diffìcele.
nun veniva bbène, venívono le callaròste indiggestióne, s.f., (raro, rust.), digestione.
|| Forme: Ind. pres. 6 incrudolìsciono | indiricchjato, agg., 1. raggrinzito. 2. rat-
impf. 3 ncrudoliva | P. pass. ncrudolito, trappito.
ncrudelito, ncrudulito. indirizzà1, v. tr., indirizzare.
inculà, anculà, nculà, v. tr., 1. (triv.) sodo- indirizzà2: ➝ addirizzà.
mizzare: mannàggia quéll’anculata! indó: ➝ dó2.
(imprec.). 2. (fig., triv.) ingannare: a indolito, ndolito, agg., 1. intorpidito. 2. le-
mmé ttu num m’inculi. 3. (fig., triv.) ru- gato nei movimenti. 3. reumatico.
bare: se féce ~ quélle quattro bbòcche. indolitura, s.f., indolenzimento.
4. (fig., triv.) interessare, riguardare: indosìa, avv., ovunque.
dimme m pò, che tt’incula? || incùlete, indóve: ➝ dó2.
ncùlete, inter., (triv.) vattene a quel indovenósa, s.f. e agg., endovenosa.
paese!, vaffanculo! indovinà, andovinà, anduvinà, induvinà,
inculata, anculata, nculata, s.f., 1. (triv.) ndovenà, ndovinà, nduvenà, nduvinà, v.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
336

tr., 1. indovinare: chi cc’anduvina, è infascià, v. tr., (raro) fasciare.


bbravo | si cc’anduvine, te dò na cara- infàscio, s.m., occorrente per fasciare un
mèlla | anduvìnala, grillo! | nduvinate m neonato.
pò! 2. trarre un pronostico || v. intr., 1. infastidì: ➝ anfastidì.
esser propizio: s’indovina la staggióne, infatte, nfatte, cong., infatti.
se la stagione è propizia. 2. azzecarci: hò infebbrasse, v. intr. pron., essere colpito
nduvinato a mmétta sti rape! | aó, ar- da febbre.
méno Vorrappiòva c’ha ndovinato ch’ha infelice, nfelice, nfilice, s.m., 1. individuo
ppreso la mójje, che ffà la sartóra | deforme. 2. invalido, handicappato.
bbravo, ha nduvinato a ffà cóm’ha fatto ìnfemo, agg., (raro) di pessima qualità: l
| n ce se ndovina mae: cóme se fa, se fa pìccio, la stóppa più ìnfema che cc’èra,
mmale. 3. capitare, accadere, coincidere: ce facévono le còrde.
ha ndovinato ne na fèsta | quarche inferiata, s.f., (raro) inferriata.
vvòrta nduvinava ch’adèra la viggìllia infermì, v. intr., ammalarsi in modo grave
de la fèsta | pi ffurtuna nduvinò n quel o cronico || infermisse, v. intr. pron., in-
moménto chi ppassava su la strada sot- fermarsi.
t’a la finèstra la fornara | sta fijja ndu- infèrno, nfèrno, s.m., 1. inferno: si ssè cat-
vinò a ccascà pir tèrra lónga | tivo, va ll’infèrno cu ttutte le scarpe. 2.
ndovenava che ppiovéva | hanno ndovi- (fig.) pozzetto di scarico dell’oleificio;
nato nzième, sono capitati || Forme: Ind. vasca in muratura dove convogliava
pres. 3 ndovina | impf. 3 ndovenava, l’acqua residua del frantoio.
nduvinava | perf. 3 nduvinò | Imper. 5 infertrisse, v. intr. pron., infeltrirsi.
nduvinate | P. pass. ndovinato, nduvinato infiacchisse, affiacchisse, nfiacchisse, v.
| Ger. nduvinanno. intr. pron., indebolirsi: cul tèmpo s’in-
indovìnala grillo (a), loc. avv., a caso, alla fiacchìsciono le piante.
cieca: va m pò ~ tu! infiascà, nfiascà, v. tr., travasare liquidi in
indurgènza, s.f., indulgenza: se guadàm- fiaschi.
bia ll’~. infila (all’), loc. avv., di seguito.
induvinà: ➝ indovinà. infinènte: ➝ finanta.
induvino: ➝ andovino. infino, nfine, avv., infine, alla fine | ~ ~,
inèa, antrop., Enea. dopo tutto.
infallonì, nfallonì, v. intr., abortire di infinocchjà, nfinocchjà, v. tr., 1. condire
frutto: n animalétto le fa ~ || infallonisse, con finocchio. 2. (fig.) ingannare: campa
v. intr. pron., 1. ammalarsi, di pianta: nfinocchjanno li ggènte, il prossimo.
nfallonito sarèbbe quanno che ll’uva infiocchettà, v. tr., infioccare || Forme:
c’è, ma dòppo nun alléga. pe vvia del- Ind. fut. 1 infiocchettarò.
l’entempèrie, nvéce de sviluppà, se infirzà, v. tr., 1. infilzare. 2. infilare.
sécca. 2. imbozzacchire, di un frutto. infiscolà, nfiscolà, v. tr., porre la pasta
infantijjòle: ➝ fantijjòle. delle olive pigiate nei fiscoli, per tor-
infarinata, nfarinata, s.f., infarinatura, ap- chiarla.
plicazione di uno strato di farina. 2. (fig.) infiscolata, s.f., atto del mettere la pasta
conoscenza generica e superficiale di delle olive pigiate nei fiscoli, per tor-
una materia. chiarla.
Vocabolario
337

infittisse, v. intr. pron., raggrumarsi (di infregnato, nfregnato, agg., 1. imbron-


cibo cotto): la minèstra mó tte s’infitti- ciato. 2. adirato. 3. arcigno.
sce. infrelliccà, v. tr., agghindare || infrellic-
infittito, nfittito, agg., divenuto denso: casse, anfrilleccasse, infrilliccasse, v.
portò llà na minèstra bbèlla nfittita, che rifl., agghindarsi.
la magne cu la forchétta. infrelliccata, infrilliccata, s.f., azione di
infocà, nfocà, v. tr., 1. infocare, rendere agghindarsi.
rovente. 2. bruciacchiare il legno, per in- infrilliccasse: ➝ infrelliccasse (vd. infrel-
durirlo. 3. (fig.) aizzare || nfocasse, v. liccà).
rifl., (fig.) accalorarsi. infrilliccata: ➝ infrelliccata.
infojjato, agg., eccitato sessualmente. infrizzà, v. tr., infilare.
inforcà, v. tr., 1. afferrare con il forcone. 2. infrocià, anfrocià, nfrocià, v. intr., coz-
mettere, inforcare: ~ ll’occhjale. zare: st’attènte ch’anfròce, va ppiano!
infòri (all’), loc. avv., in fuori || prep., ec- infruènza, s.f., influenza: ariggira ll’~.
cetto. infruenzasse, v. intr. pron., ammalarsi
informicasse, informichisse, nformi- d’influenza.
chisse, v. intr. pron., informicolirsi: l mi infumicata: ➝ anfumecata.
bbràccio me s’èra informichito | c’ha le infurbisse, nfurbisse, v. intr. pron., scal-
zzampe nformichite che n ze mòve. trirsi.
informichisse: ➝ informicasse. infuriasse, nfuriasse, v. intr. pron., infu-
infornà, anfornà, nfornà, v. tr., mettere a riarsi.
cuocere in forno: émo infornato a le infuscellà, nfuscellà, v. tr., mettere nella
quattro || v. intr. impers., innalzarsi della fiscella (detto della ricotta).
temperatura esterna; raggiungere valori ingabbià, ngabbià, v. tr., (fig.) ingannare.
elevati: lo sènte cóm’anfórna? ingajjardisse, ngajjardisse, v. intr. pron.,
infornata, nfornata, s.f., 1. quantità di irrobustirsi di una pianta.
pane che può contenere il forno in una ingallà, ngallà, v. tr., 1. fecondare le uova,
volta. 2. turno di cottura del pane: a le gallare. 2. (fig.) fottere.
quattro cocémo la prima ~. 3. (fig.) per- ingallatura, s.f., gallatura.
sonale assunto o promosso in gruppo. ingannà, ngannà, v. tr., ingannare || prov.:
infoscato, nfoscato, agg., folto di vegeta- chi vva pir ingannà, rèsta ngannato ||
zione, eccessivamente foglioso: na vita Forme: Cong. pres. 3 inganne.
nfoscata. ingannatóra, s.f., ingannatrice.
infracicà: ➝ fracicà. ingarbujjà: ➝ angarbujjà.
inframèżżo: ➝ frammèżżo. ingarbujjasse: ➝ angarbujjasse (vd. an-
infrancujjo, nfrancujjo, s.m., 1. pasticcio. garbujjà).
2. confusione, caos. 3. imbroglio. ingarisse, v. intr. pron., entrare in gara, ga-
infrascà, nfrascà, v. tr., palizzare legumi: reggiare.
ògge c’hò dda ~ l pisèlle. ingażżurrì, ngażżullì, ngażżurrì, v. tr., in-
infrattasse, nfrattasse, v. rifl., 1. nascon- citare, invogliare || v. intr., 1. prendere
dersi. 2. appartarsi per un incontro amo- voglie. 2. ringalluzzire || ingażżurrisse,
roso. ngażżurrisse, v. intr. pron., 1. entusia-
infreddolata, s.f., colpo di freddo. smarsi. 2. eccitarsi. 3. riprendere animo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
338

ingegnasse, v. intr. pron., ingegnarsi || santirsi.


prov.: chi ppe ffòco e cchi ppe llégna, pe ingrevito, ngrevito, agg., 1. carico di
mmagnà ciascun s’ingégna. un peso. 2. appesantito. 3. arrembato; di
ingenerà, v. intr., dar vita, procreare || in- cavallo dalle zampe indebolite e ripie-
generasse, v. intr. pron., nascere, for- gate.
marsi: s’ingènera sùbbeto ll’ua. ingrifasse, ngrifasse, v. intr. pron., (triv.)
ingènzo, ncènzo, s.m., incenso. eccitarsi sessualmente, bramare (rif. al-
inghinnà, solo in un prov., vd. ingannà. l’uomo): s’ingrifa cóme n rìccio.
ingojjà, v. tr., (citt.) ingoiare. ingriggisse, v. intr. pron., divenir grigio,
ingojjì, ngojjì, v. intr., impazzire || ingoj- detto dei capelli: s’è ingriggito m pòco
jisse, ngojjisse, ngujjisse, v. intr. pron., témpo, ha visto?
1. impazzire. 2. vaneggiare. 3. andare a ingrillannà, ngrillannà, v. tr., inghirlan-
male, marcire, di uova non gallate. 4. dare || Forme: Ind. pres. 6 ingrillànneno
(fig.) scervellarsi. | P. pass. ngrillannato.
ingollà, ngollà, v. tr., 1. ingollare, ingoiare: ingrillettasse, ngrillettasse, v. intr. pron.,
ngollò l ròspo. 2. (fig.) sopportare: ngol- (triv.) eccitarsi sessualmente (rif. al-
lava tutto e zzitto. l’uomo).
ingommasse, v. intr. pron., saldarsi del- ingrippo, s.m., inghippo.
l’innesto. ingròsso (all’), loc. avv., in pieno: sbàj-
ingommi: ➝ sognà. jeno ~, a ddàjjele vinte a li fijje.
ingordìzzia, ngordìzzia, s.f., ingordigia. ingrufà, v. tr., fottere.
ingozzata: ➝ angozzata. ingrufolato, ngrufolato, agg., 1. arruffato.
ingranchito, agg., aggranchito. 2. di passero dalle piume gonfie.
ingrannì, ngrandì, ngrannì, v. tr., ingran- ingrugnasse: ➝ angrugnasse.
dire || ingrannisse, ngrannisse, v. intr. ingrugnato: ➝ ingrugnito.
pron., ingrandirsi, espandersi di una su- ingrugnito, ingrugnato, ngrugnato, ngru-
perficie: tròppo s’è ngrannito l paése. gnito, agg., 1. offeso. 2. severo, torvo:
ingranniménto, ngranniménto, s.m., in- cèrt’òcchje ngrugnate c’éva. 3. (fig.) nu-
grandimento fotografico. voloso: l cèlo ~.
ingrassà, angrassà, ngrassà, v. tr., 1. in- inguajjà, v. tr., (fig.) mettere incinta || in-
grassare: la pasta dice ch’angrassa || guajjasse, v. rifl., inguaiarsi, cacciarsi
prov.: quéllo che nu stròzza ngrassa. 2. nei guai.
fertilizzare: ngrassava l terréno | la tèrra inguastito, nguastito, agg., infuriato.
ll’angrassamo co le lupine. 3. lubrificare inguattà, anguattà, enguattà, nguattà, v.
con grasso. 4. (fig.) corrompere || in- tr., nascondere: anguàttala! || prov.: la
grassasse, ngrassasse, v. intr. pron., in- casa nguatta, ma nun rubba || inguat-
grassarsi. tasse, anguattasse, nguattasse, v. rifl., 1.
ingrasso (sótto), loc. avv., all’ingrasso: nascondersi: ll’ordégne s’inguàttono
tené ~. diètro la fratta | s’anguatta pi n fasse
ingravidà, ngravedà, ngravidà, v. tr., met- chjappà | tòcca tté a nguattasse!, è il tuo
tere incinta una donna: ll’ha ngravedata turno | se va nguattà ddòsso a la matre,
e li tòcca sposalla. cerca protezione | sta gguardà, mó se
ingrevisse, ngrevisse, v. intr. pron., appe- nguatta l zóle, scompare tra le nuvole. 2.
Vocabolario
339

rifugiarsi, prender riparo dalle intempe- intacca, antacca, ntacca, s.f., 1. tacca,
rie. segno: ll’~ de la bbilància. 2. ammacca-
inguattavito, nguattavito, s.m., (infant.) tura sulla lama dei ferri da taglio: n cor-
gioco del nascondino | l zóle fa nguatta- tèllo pièno de ntacche.
vito, appare a tratti tra le nuvole. intaccà, ntaccà, v. tr., 1. tagliuzzare. 2.
inguattóne (d’), enguattóne (d’), nguat- tracciare un segno. 3. ammaccare una
tóne (de), loc. avv., di nascosto: avòjja a lama. 4. succidere.
sposà ~ (rif. a vedovi che si risposano) | intajjà, v. tr., intagliare.
fa le còse ~ de la su mójje. intajjo, s.m., intaglio.
inguènto: ➝ onguènto. intartajjà: ➝ antartajjà.
inguilla, s.f., anguilla (Anguilla anguilla) intartarito, ntartarito, agg., 1. coperto di
|| dim. nguillétta. tartaro: l nònno c’éva la pippa ntartarita
inguinaménto, nquinaménto, s.m., (rec.) de nicolina. 2. coperto di incrostazioni
inquinamento. calcaree: èra ntartarita cóme na piscina
inguìne, s.m., (lett.) inguine. del Bullicame.
inimico (raro): ➝ nimico. intàrzio, s.m., intarsio.
innacetì, v. intr., inacetire || Forme: P. pass. intasà, ntasà, v. tr., ostruire: co sta rob-
innacetito. bàccia finisce che llo ntasamo.
innagurà: ➝ inagurà. intégna, entégna1, intigne2, ntégna, nté-
innagurazzióne: ➝ inagurazióne. gne, ntigne2, v. tr., 1. intingere: nel zugo
innamidato, nnamidato, agg., inamidato: me piace a ntégnece l pane. 2. immer-
portàvono l còllo pizzo ~. gere: prima ll’intignémo nel zòrfo.
innamorà, v. tr., innamorare. inteliggènte, intilliggènte, nteliggènte,
innimicasse, v. intr. pron., inimicarsi. agg., intelligente || prov.: ~ ce se nasce.
innimico (raro): ➝ nimico. inteliggènza, s.f., intelligenza.
innocellito, innucillito, inocellito, inucel- inténgolo, s.m., intingolo.
lito, agg., 1. sospettoso (come l’uccello intènna, antènne, dintènna, ntènna, ntèn-
pronto a involarsi). 2. confuso, stordito. ne, v. tr., 1. intendere: dà ddintènna, far
3. sorpreso. 4. abbagliato. credere: che me vò dà ddintènna che
innucillito: ➝ innocellito. Ccristo è mmòrto dal fréddo? | vall’a ddà
innummidì, numidì, v. tr., inumidire: ddintènna ma cchi tte pare! | io me ll’in-
prima innummidiva l panne, pe stiralle. tènno sta còsa | ma cchi lo vò dà ddin-
inocellito: ➝ innocellito. tènna? | ma vall’a ddà ddintènna al
inorgojjisse, v. intr. pron., inorgoglirsi: càcio!, a qualcun altro || prov.: a tte
s’inorgojjìsciono parécchjo. pparlo, e ttu, sòcera, m’intènne. 2. sen-
inossà, v. intr., inossare, gonfiarsi delle tire, ascoltare: ll’hò ntéso dì ppur’io | num
gengive prima che spuntino i denti (rif. me sò ntéso bbène jjère | me sò ntéso n
ai lattanti): quanno spùntono l dènte, dolorétto | n’éva ntéso da luntano | n’an-
inòssa. se sènte l duro. tènne légge, fa ccóme li pare, pèggio d’un
inquartasse, nquartasse, v. intr. pron., 1. mulo | si ll’éssete ntéso ll’èra bbòno!,
irrobustirsi. 2. ingrassarsi. quanto era buono! 3. capire: nun vò
inquenàbbele, agg., (rec., raro) inquina- ntènna? mica parlo tedésco! | s’intènne!,
bile. ben inteso! || inténnese, antènnese, an-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
340

tennésse, v. intr. pron., intendersi: num me intigne1: ➝ intignà.


n’antènno | ésso si n’intènne na massa || intigne2: ➝ intégna.
v. rifl. recipr., intendersi: s’intènneno fra intignino, ntignino, s.m., ostinato, capar-
llòro || Forme: Ind. pres. 1 antènno, in- bio.
tènno; 2 intènne; 3 antènne, intènne; 4 in- intilliggènte: ➝ inteliggènte.
tennémo; 6 antènnono, intènneno | fut. 3 intimà, ntemà, v. tr., intimare: ll’inti-
antennarà | perf. 1 intése; 3 ntése; 6 nté- mònno lo sfratto e li toccò scasà.
seno | P. pass. ntéso. intimpèria: ➝ entempèria.
intennènza, s.f., intendenza: ll’~ de fi- intìnfena: ➝ antinfena.
nanza. intircessióne, s.f., intercessione.
intennitóre, ntennitóre, s.m., intenditore || intirito: ➝ interito.
prov.: a bbòn intennitór pòche paròle. intisichì, v. intr., intisichire || intisichisse,
inténto, nténto, agg., 1. inzuppato: pane v. intr. pron., divenire tisico.
nténto mal zugo. 2. immerso, bagnato: n intistino, ntestino, s.m., intestino || inte-
zéppo de cànapa ~ ner zórfo. stine, ntestine, pl., 1. intestini. 2. (raro)
intepidito, intepedito, ntepedito, agg., in- pène e scroto. 3. testicoli.
tiepidito. intòcca: ➝ ntòcca.
intepidito: ➝ intepidito. intonacatura: ➝ intonicata.
intercolite: ➝ interocolite. intòneco, intònico, ntòneco, s.m., into-
interdì, v. tr., interdire: a la fine l zu patre naco: ha dda liscià ll’~ cu lo sfranas-
lu interdì. sóne.
interessato, anteressato, interessiato, nte- intonicà, v. tr., intonacare.
ressato, agg., 1. mosso dal proprio tor- intonicata, intonicatura, s.f., intonacatura:
naconto. 2. risparmiatore. 3. (euf.) avaro. st’artr’anno damo n’~ a la cucina.
interessato: ➝ interessato. intònico: ➝ intòneco.
interessiato: ➝ interessato. intontolì, ntontì, ntontolì, ntuntulì, v. tr.,
interèsso, ntirèsse, s.m., 1. interesse, 2. stordire: c’ha ntontolito cu ste chjàc-
tornaconto. chjere da stamane.
interite, s.f., enterite: morìvono cóme intorà: ➝ attorà.
gnènte d’~ l fijje ciuche. intorbarà, ntorbarà, ntorborà, v. tr., in-
interito, intirito, nterito, agg., irrigidito. torbidare || intorbarasse, v. rifl., 1. intor-
interocolite, intercolite, s.f., enterocolite. bidarsi, di liquido. 2. (fig.) adombrarsi,
intèrpetre, s.m., interprete: quann’ha bbe- di persona di cattivo umore.
vuto, ce vò ll’~ pe ccapillo. intostà, antostà, ntostà, v. tr., 1. indurire.
intestardisse, ntestardisse, v. intr. pron., 2. (fig.) tonificare: l fréddo ntòsta, ma è
ostinarsi: si sse ntestardisce, nun ze spò- mmèjjo ll’istate || intostasse, ntostasse,
sta. è ppèggio de n zumaro. v. intr. pron., 1. indurirsi: nu li fò ccòce
intestasse, v. intr. pron., ostinarsi. tròppo, che ss’intòsteno | più bbóllono,
intignà, intigne1, ntignà, ntigne1, v. intr., più sse ntòsteno (d. rif. a persone osti-
insistere: quélla ntigna sèmpre || nti- nate). 2. inturgidirsi: li se ntòsta sùbbito
gnasse, v. intr. pron., ostinarsi || mdd. nti- (rif. ad erezione).
gna Ntògna! || prov.: ntigna ntigna, nu intostata, s.f., rassodamento: damo n’~
scummétta mae. ma li passóne.
Vocabolario
341

intrà: ➝ entrà. nata da le bbómbe. 2. incrinato: na


intralaccà, ntralaccà, tralaccà, v. intr., bbròcca ntronata. 3. rimbambito. 4.
barcollare || Forme: P: pass. ntralac- confuso dall’emozione. 5. stordito:
canno. s’arza co la tèsta tutta ntronata. 6. istu-
intrata, s.f., 1. entrata. 2. vano d’ingresso. pidito.
intravéda: ➝ intravéde. intrónna, ntrónna, s.f., 1. donna sudicia,
intravéde, intravéda, ntravéda, v. tr., in- disordinata, incapace. 2. donna da
travedere: lo ntravéggo mal bujjo. strada.
intreóra: ➝ intrïóra. intrufolasse, ntrufelasse, ntrufolasse, v.
intricatòrio, ntricatòrio, s.m., groviglio: intr. pron., intrufolarsi, immischiarsi:
è ttutto n intricatòrio de vitàbbia ggiù ésso s’intrùfala dapertutto e li fa lliticà.
ppil fòsso. intrufolóne, ntrufolóne, s.m., 1. intrigante.
intrichino, ntrichino, ntrighino, s.m., in- 2. maneggione. 3. chi si immischia.
trigante. intrujjà: ➝ antrujjà.
intrico1, s.m., groviglio di vegetazione. intrujjata, s.f., 1. atto di intrugliare. 2. atto
intrico2, s.m., intrigo, situazione intricata. di sporcare.
intrida, antride, ntrida, ntride, v. tr., intri- intrujjo, ntrujjo, s.m., 1. intruglio: cèr-
dere: gni settimana ntridéva l pane pe t’intrujje num me piàce de magnalle. 2.
ccasa | ~ la sémmola pe le galline. (fig.) imbroglio. 3. (fig.) confusione.
intrigasse, entrigasse, ntrigasse, v. rifl., 1. intrujjóne, ntrujjóne, s.m., intruglione: è
impigliarsi: me sò ntrigato mall’èllera. n intrujjóne de prima catigorìa, num me
2. (fig.) intrigarsi, immischiarsi: io nom fido.
m’entrigo davéro. intrungolà, introgolà, ntrugolà, ntrugulà,
intrìnzeco, intrìnzico, ntrìnzeco, agg., in- ntrungolà, v. intr., 1. introgolare, razzo-
timo: sò amiche intrìnzeche. lare con il grifo nel troguolo. 2. imbrat-
intrìnzico: ➝ intrìnzeco. tare: s’addopràvono l zorfaròle chi
intrïóra, intreóra, nteriòra, ntrïóra, s.f. adèreno zzéppe di cannaucce ntrugulate
pl., interiora di animale. mal zòrfo || Forme: P. pass. ntrugulato.
intrippasse, ntrippasse, v. rifl., rimpin- intruppà, antruppà, ntruppà, v. tr., coz-
zarsi. zare, scontrare || intruppasse, v. intr.
intrisa, ntrisa, s.f., azione di intridere: li pron., scontrarsi.
diéde na ~ cul tritéllo (rif. al pastone per intruppata, antruppata, s.f., scontro.
le bestie). intruppóne, antruppóne, ntruppóne, s.m.,
intristito, agg., deperito. 1. chi cozza spesso. 2. chi si muove in
introgolà: ➝ intrungolà. maniera goffa.
introgolóne, ntrogolóne, s.m., 1. chi si im- inturcinà: ➝ atturcinà.
bratta. 2. sudicione. inturcinasse: ➝ attorcinasse (vd. attur-
introméttese, ntrométtese, v. rifl., intro- cinà).
mettersi. intuvìto, s.m., (rec.) intuito.
intronà, ntronà, v. tr., 1. stordire. 2. lesio- inucellisse, v. intr. pron., insospettirsi.
nare un edificio. inucellito: ➝ innocellito.
intronato, ntronato, agg., 1. danneggiato, inùtele, nùtele, agg., inutile: tanto nun te
lesionato: stàvon’abbità ni na casa ntro- vène bbène, è ~ che lu fae.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
342

inutirménte, nutirménte, avv., inutil- vortine cul zugo.


mente. invòrto, s.m., involto: rivò co n ~ de
invade, v. tr., invadere || Forme: P. pass. panne sótt’al bràccio.
invasato. inzaccarà, v. tr., inzaccherare: c’ha le
invecchjà, v. intr., invecchiare || prov.: in- carzóne tutt’inzaccarate da la fanga ||
vecchjènno, impazzènno (il degrado fi- inzaccarasse, nzaccarasse, nzacche-
sico va di pari passo con quello mentale) rasse, v. rifl., inzaccherarsi.
|| invecchjasse, anvecchjasse, nvec- inzaccasse: ➝ nzaccasse (vd. nzaccà).
chjasse, v. intr. pron., invecchiarsi: se inzaccata, s.f., 1. colpo dato ad un reci-
nvècchjono tutte prèsto quélla famijja || piente, per pigiarne il contenuto. 2.
prov.: a ttàvola nun z’anvècchja || colpo che si riceve ad un piede cadendo
Forme: P. pass. nvecchjato. o saltando a terra malamente.
invecchjaronito, invecchjornito, agg., in- inzacchettà, v. tr., insaccare, mettere in
vecchiato precocemente. sacchi.
invecchjatèllo, agg., piuttosto invec- inzalata: ➝ anzalata.
chiato. inzantà, nzantà, v. tr., influenzare, pla-
invecchjornì, v. intr., assumere precoce- giare: s’è ffatto ~ || inzantasse, v. intr.
mente aspetto di vecchio. pron., rientrare in santo; ritornare per la
invecchjornito: ➝ invecchjaronito. prima volta in chiesa, dopo aver parto-
invernata, nvernata, s.f., stagione inver- rito, per ricevere una benedizione.
nale: c’ha dda lavorà n’invernata sana || inzaponà, nzaponà, v. tr., insaponare.
prov.: si vvène na cattiva nvernata, mòre inzaponata, nzaponata, s.f., insaponatura.
prima ll’agnèllo chi la crapa. inzaporì, nzaporì, v. tr., insaporire || inza-
invernile, nvernile, agg., 1. vernino, di porisse, v. intr. pron., insaporarsi: la cìc-
maturazione tardiva (detto di frutta e cia s’inzaporiscìa cull’odóre amóre
verdura): sò mmélla ~. 2. invernengo, amóre.
che può essere conservato d’inverno: le inzaporita, nzaporita, s.f., azione di insa-
pommedòre ~ ss’appìccono e sse mà- porire.
gnono ll’invèrno, crude. inzécca (all’), loc. avv., a caso.
invetriata, s.f., vetrata. inzeccà: ➝ azzeccà.
invetriolà, nvetriolà, v. tr., 1. irrorare la inzeccolito, agg., 1. rinsecchito. 2. (fig.)
vite di poltiglia bordolese (vetriolo az- appassito.
zurro e calce). 2. imbrattare di colore az- inzeghisse, nzeghisse, v. intr. pron., rasse-
zurro: ll’avrèbbe invetriolato cóme na garsi, formare il sego (detto di minestra
vigna, si ss’avvicinava. che, raffreddandosi, si copre di un velo
invintà: ➝ anventà. di grasso): l grasso se nzeghisce.
inviprito, nviperito, agg., inviperito. inzegnà: ➝anzegnà.
invischjà, v. tr., cospargere di vischio. inzertà: ➝ anzertà.
invizzito, agg., viziato. inzinallóra, avv., fino a quel momento.
invojjà, nvojjà, v. tr., invogliare: tutt’è inzine: ➝ inzino.
nvojjallo, basta invogliarlo. inzinènte, anzinènte, nzenènte, nzinènte,
invortino, nvortino, s.m., involtino di sinènte, avv. e cong., perfino: ~ lòro ce
carne: mal mi marito li piàciono ll’in- vanno | seguitàveno a strillà ~ chi sce-
Vocabolario
343

gniva ggiù lo spóso cul quartaróne dil ìppiso fatto, espr. lat., (raro) ipso facto.
vino || prep.: nzenènt’a qquarche ttèmpo iquilibbriste, s.m. pl., equilibristi.
arrèto, fino a poco tempo fa | ~ a mmé | irlannése, agg., irlandese.
~ a la mattina. irre òrre e arre: ➝ irre òrre.
inzino, inzine, nzino, prep., fino. irre òrre, irre òrre e arre, irri òrri, loc.
inzinuvazzióne, s.f., insinuazione. avv., tergiversando, tirandola per le lun-
inziste, anziste, inzistì, nziste, v. intr., insi- ghe: ~ n te decide mae | irre òrre e arre,
stere: a ffòrza d’anziste, ci la féce || a la fine se decise || fà ~, traccheggiare:
Forme: Ind. pres. 4 nzistémo | impf. 6 num me comincià a ffà ~ pure tu, sinnò
nzistéveno | perf. 1 inzistì | Ger. nzi- m’arrabbio.
stènno. irri òrri: ➝ irre òrre.
inzistì: ➝ inziste. irunia, s.f., ironia.
inzolazzióne, nzolazzióne, s.f., colpo di isa, inter., issa!, suvvia!: e ffòrza, isa,
sole. dalle! | fòrza, ~, soó!
inzolfà: ➝ inzorfà. isdraèle, top., Israele.
inzómma, nzómma, cong., insomma: ~, ce isdraelliti, s.m. pl., israeliti.
volém’annà sì o nnò? ìsela, s.f., 1. isola. 2. radura.
inzorfà, inzolfà, nzorfà, sorfà, v. tr., 1. sol- isèrceto, s.m., esercito: l zordate dill’~ to-
forare: ~ le vite. 2. bruciare il solfanello désco.
nella botte per disinfettarla: se sorfava isistènza, s.f., (raro) esistenza.
pure prima de méttece l vino, la bbótte. ispiriménto, s.m., esperimento.
3. (fig.) subornare, istigare: ll’hanno ispòste, s.m. pl., esposti, trovatelli.
nzolfato ll’amice, ll’hanno mésso sù. istantivo: ➝ stantile.
inzorfata, s.f., 1. azione di solforare. 2. istate, s.f., estate.
(fig.) atto di accendere il solfanello nella istetuto, s.m., (raro) istituto.
botte, per disinfettarla. 3. (fig.) discorso itàglia, n. geogr., Italia.
che mira a subornare. 4. (fig., triv.) coito. itagliano: ➝ talliano.
inzuccà: ➝ azzuccà. itèrno, tèrno, agg., eterno: la tèrna can-
inzugà, nzugà, v. tr., 1. intingere. 2. (fig.) zóna.
aizzare. ito, agg., spacciato: è bbèllo che ito |
ipòtese, s.f., ipotesi: si ppi n’~ lu vèn’a (scherz.) sò ppiù ~ ch’addannato.
ssapé, sò gguae. itrùria, s.f., coron., (lett.) Etruria.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
344

jjaca, s.f., persona trasandata: me pari na jjentrà: ➝ entrà.


~ || dim. jjachèlla. jjère, avv., ieri: è ppartito ~ a bbonóra |
jjàccio: ➝ diàccio. sto pane è dde ~ | jjerammattina, ieri
jjàccolo: ➝ ggiàccolo. mattina | jjerasséra, jjeresséra, ieri sera
jjafètte, antrop., Jafet. | jjerannòtte, ieri notte | ll’artro jjère,
jjaffè, agg. inv., 1. buono. 2. bello: na ri- vantièri, l’altro ieri.
gazza ~. jjérto, agg., 1. robusto. 2. (dispr.) grosso-
jjanna, s.f., ghianda: annà a ~, andare a lano: ~ cóme na madrigala dóppia | ~
raccogliere le ghiande || manco a ~!, cóme la mmèrda del carbignère.
inter. scherz. rivolta a persona vorace. jjescì: ➝ escì.
jjé1, inter., voce per far arrestare l’asino. jjògurte, s.m., (rec.) yoghurt.
jjé2, pron. pers. m. e f., s. e pl., gli, le, loro jjoprì: ➝ aprì.
(in posizione enclitica o proclitica): jj’ha jjòsa (a), loc. avv., in abbondanza.
sturato ll’orécchje a sti bbardasciòtte || jjòtta, s.f., beverone.
~ lo, ~ la, ~ le, ~ ne (enclitici e proclitici) jjótto: ➝ ggiótto.
glielo, gliela, gliele, glieli, gliene: l da- jjù, inter., voce con cui si incita un equino.
magnà ~ ll’ha ddato ma llòro | ha dditto jjuadère, s.f. pl., fasce per neonato.
che jje le manna | toccarà mmannàjjelo jjuguslavo, ciucoslavo, ggiucoslavo, agg.,
| cercava di riccòjjene n’ antre ddue. iugoslavo.
jjècque, jjecquì, inter., voce per incitare jjurnata: ➝ ggiornata.
una vacca. jjuta, s.f., iuta.
jjecquì: ➝ jjècque. jjutà: ➝ aggiutà.
jjempì: ➝ empì. jjutante: ➝ ajjutante.
Vocabolario
345

l1: ➝ r. létte ggiù ddrénto.


l2: ➝ lo2. làbbise: ➝ àbbese.
l3: ➝ le1. labboratòrio, s.m., laboratorio.
là, llà, avv., 1. là: annate m pò llà vvaltre | labbrata, s.f., manrovescio dato sulla
fà qqua e llà, oscillare | ~ ntórno, là in- bocca.
torno | ~ ddisótto, là sotto | dellà, di là | labbrino, s.m., espr. del viso del bambino
sta dellà dderèto | dillà, nell’aldilà, che sta per piangere: fa l ~.
all’altro mondo: ce vedémo ~, n dubbità labbro, abbro, s.m., labbro: ~ leperino | ~
| pòe ~ ce pènza Ddio a ggiodecà | è in là da conijjo || accr. labbróne || Forme: pl.
ccoll’anne, bbèllo granne, in età avan- le labbre, le labbra: labbra de mìccia,
zata | dillaggiù, mellaggiù, laggiù | dil- labbra tumide, pendenti | mozzecasse le
lassù, mellassù, lassù | laddeqquì, labbre pi la ràbbia | le labbre de la fica,
laddiqquì, lappeddeqquì, da questa parte, le piccole e le grandi labbra vaginali ||
qui vicino | laddellì, laddillì, lappeddellì, pegg. labbràccia.
lappellà, da quella parte (lontano da chi labbróne, s.m., persona con grosse labbra.
parla e da chi ascolta): laddillì ddavante lacchino, agg., mancino (rif. al difetto di
ndu è l concòrzio | pijja pe ddellà!, in là. posizione di stazionamento degli arti an-
2. in: sta ssèmpre ~ ppe la chjèsa, pratica teriori o posteriori ambedue divaricati
molto la chiesa. 3. all’incirca: nfino a llà del cavallo): l cavallo ~ bbutta n déntro.
ppil dièce di stu sèquelo | nfino laddillì làccia, s.f., cheppia, agone, alosa (Alosa
di la prima guèrra | l pranzo lo famo ~ alosa L., Alosa agone Scop., Alosa fal-
ppe ll’una | adèra ~ ppe le quattro. 4. lax Lacépède).
avanti, oltre: ppiù ~ n ze potév’annà | lacciara, s.f., corda avente un cappio a
ppiù n ~ veggarò, in futuro | da Natale in nodo scorsoio o un anello, usata dai but-
~, in poi || inter., suvvia!: e llà! | n c’hò teri per catturare il bestiame brado.
ppiù gnènte, ~! laciarà, v. tr., lacerare.
la1, art. det. f. sing., la: ~ vòstra nòra | ~ laco, aco2, ago, s.m., lago || prov.: ll’aco
màjjene | ~ su fijja, sua figlia | ~ tu mà | di Vico, gni anno n amico (consiglia pru-
va a ~ scòla, frequenta la scuola || ll’ denza nel bagnarsi nel lago, dove si
(sempre rafforzato davanti a voc.) ll’òca creano molinelli insidiosi, che paiono
| ll’ua | ll’ógna | ll’acquavita. esigere almeno una vittima annuale) ||
2
la , pron. pers., la: la manno via | nu la pò accr. acóne: (bisticcio scherz.) Dio
vvéda || ll’ (rafforzato davanti a voc.): ch’acóne!, Dio, che lago grande!
ll’annae a ttròva, andai a trovarla | ce làcrema, làgrema, làgrima, s.f., 1. la-
ll’hae la chjave? | ll’hae magnata? | se la crima: c’ha ll’òcchje piène de làcreme ||
chjappo, ll’ammazzo de bbòtte | sarà accr. lacremóne. 2. (fig.) piccola quan-
mmèjj’a ppijjalla | farém’a ffàccela. tità di liquido: d’òjjo méttecene ggiusto
labberinto, s.m., labirinto: è n ~ de vico- na ~. 3. (fig.) goccia di grasso: pecorino
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
346

cu la ~ || Forme: pl. làcreme, làgreme. lampionaro, s.m., (arc.) lampionaio: l ~


lacrimà, lagrimà, v. intr., lacrimare, passava pi le strade accènne l fanale.
piangere. lampióne, s.m., lume che le donne por-
lacrimino, s.m., persona esile. tano in processione.
lagna, s.f., 1. lamento insistente. 2. di- lamponina: ➝ lampelina1.
scorso prolisso e noioso: lassa annà co lanciatóra, s.f., (arc.) rete per uccellare.
sta ~! 3. cosa noiosa: che llagna sto langóre, s.m., languore: me sènto n ~ de
tèmpo! n fa che ppiòve. 4. (fig.) persona stòmmoco.
noiosa: è na ~ che n ze soppòrta. lanìccia, s.f., laniccio di polvere, che si
lagnasse, v. intr. pron., lamentarsi: noantre forma sotto i mobili.
n ze potémo lagnà. lantennóne: ➝ anternóne.
làgrema: ➝ làcrema. lantèrna, s.f., (fig., scherz.) occhio grande
làgrima: ➝ làcrema. o sbarrato.
lagrimà: ➝ lacrimà. lanternóne: ➝ anternóne.
lalleralléro, incipit di canzone. lanzagna, s.f., lasagna: ha ppriparato
lamentasse, v. intr. pron., lamentarsi: c’è trent’òva di ~ pe Ppàsqua.
cchi sta ppèggio di nóe, n ce lamentamo, lanzagnolata, s.f., colpo inferto con il
llà! | n ze potémo lamentà, tiramo via | mattarello.
ècchete la tu parte. e ppò laméntete! | ti lanzagnòlo, s.m., mattarello.
laménte ppure? lapa, s.f., ape (Apis mellifica L.): m’ha
lamièra, s.f., 1. ampia teglia, recipiente di ppizzicato na ~ || dim. lapétta || Forme:
metallo su cui si cuoce al forno. 2. con- pl. le lape.
tenuto di una teglia: se sémo magnate na làpede, s.f., lapide: le làpede dil campo-
~ de patat’al fórno col baccalà | ha santo.
pportat’a ccòce na ~ de pastarèlle pel- làpisse: ➝ àbbese.
l’invitate. làppola, s.f., 1. lappola carota (Caucalis
lamo, s.m., amo: hò ccómpro u llamo platycarpos L.). 2. (fig.) persona noiosa.
nòvo appòsta. lappóso: ➝ allappóso.
lampà, v. intr. impers., lampeggiare: éte larà llalà, chiusa di stornello.
visto? ha llampato | lampa e ttròna da lardara, agg., di una varietà di zucca di
n’óra || (imprec.) ma va ccacà ndo notevole dimensione, dalla forma ton-
lampa!, va’ all’inferno! deggiante, schiacciata ai poli, con polpa
lampanàrio, s.m., lampadario. giallo-aranciata (Cucurbita maxima Du-
lampelina1, lampenina, lampidina, lampi- chesne): hò ppiantato quattro zzucche
nina, lamponina, s.f., 1. lampadina elet- lardare pe ccasa.
trica: me s’è ffurminata la ~ de la largo, agg., 1. allargato: camminà a ccian-
càmmera. 2. lampada elettrica a mano, che larghe. 2. (fig.) prodigo, generoso:
usata per illuminare l’interno del forno. ~ de màniche || pe llargo e ppe llungo,
lampelina2, s.f., ampollina da messa. loc. avv., in lungo e in largo: ha ggirato
làmpena, s.f., lampada. l mónno ~ || a la larga!, inter., alla
lampenina: ➝ lampelina1. larga!
lampidina: ➝ lampelina1. largura, s.f., radura: c’è na ~ ne la mac-
lampinina: ➝ lampelina1. chja.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
348

làrio, antrop., Ilario. làstico: ➝ àstico.


larióne, sopr. lastra, s.f., radiografia: fasse le lastre ma
lasca, s.f., alborella, pesce d’acqua dolce li pormóne.
dei Cyprinidae (Chondrostoma genei lastrèllo: ➝ rastèllo.
Bonaparte). lastrellóne: ➝ rastellóne.
làsceta, s.f., lascita. latetùdene, s.f., (raro) latitudine: da na
lascià: ➝ lassà. cèrta ~.
lasciasse: ➝ lassasse (vd. lassà). latro, s.m., ladro: mdd. sò ccóme l latre de
lassà, lascià, v. tr., lasciare: làsciolo dormì Pisa: al giórno lìticono e a la nòtte van-
fin’a mmeżżoggiórno quél fijjo! | làssolo n’a rrubb’assième | ggiocà a llatr’e cca-
stà! | lassanno m pace la por’ànema dil rabbignère, giocare a rincorrersi || dispr.
nònno | lassa sèmpre le cóse a mmèżża latràccio || prov.: a ccasa di latre se
via, a metà, incompiute | ~ la tèrra, ab- rubba male.
bandonare il mestiere di contadino | làs- latrocigno, latrocìnio, latrucìnio, s.m., la-
seme passà, chi vvò ddi prèscia! | drocinio.
lassàteme stà! | lassa m pò fà, me le latrocinio: ➝ latrocigno.
darae!, non preoccuparti! (rif. a denaro latróne, s.m., ladrone.
prestato) | lassa pèrda! | lassa curre! | latrucìnio: ➝ latrocigno.
lass’annà! | lassacce le pénne, morire || lattara, s.f., 1. vacca o pecora da riprodu-
prov.: chi llassa la strada vècchja pi la zione. 2. di donna che ha grande portata
nòva, sa qquel che llàscia, ma nun za lattea. 3. lattaia.
quel che ttròva | chi llassa la strada vèc- lattarino, attarino, s.m., latterino (Athe-
chja pi la nòva, cun quarche mmalanno rina hepsetus L., Aetherina boyeri), pe-
s’aritròva | gni lassat’è ppèrza || las- sciolino d’acqua dolce da frittura || pl.
sasse, lasciasse, v. intr. recipr., rompere lattarine, minutaglia di pesci per frittura.
il fidanzamento: tanto nnamorate, se sò lattaro, s.m., maialino di latte non svez-
llassate dòppo tre anne || Forme: Ind. zato.
pres. 1 lasso; 2 lasce; 3 lassa; 4 lassamo; lattaròlo, s.m., lattaio || agg., lattaiolo:
6 làsceno, làssano, làssono | impf. 6 las- dènte ~.
sàveno | perf. 1 lassò; 3 lassò; 6 las- latte1, atte, s.m., latte: mdd. fa vvenì l ~ a
sònno, lassòrno | fut. 2 lasciarae; 6 li cojjóni, di chi è uggioso, sdolcinato |
lassaranno | Cong. pres. 6 làsseno | fratèllo da ~, fratello di latte, che ha
Imper. 2 lassa; 5 lassate | P. pass. làscio, preso il latte dalla stessa donna | levà l
lassato, lasso | Ger. lassanno, lascianno. ~, divezzare | c’ha ncóra la bbócca che
lassafà, inter., non importa! || s.m., perso- ppuzza de ~, è ancora bambino || prov.: ~
naggio immag. (così chiamato dal suo e vvino, veléno fino.
intercalare) || prov.: ~ si féce rubbà la latte2, s.m., latice: ~ der fico che n’è ffatto.
mójje (consiglio di non essere troppo in- lattirìa, s.f., latteria.
dulgenti). lattuca, s.f., lattuga (Lactuca sativa L.).
lassastà, inter., non importa! lattucèlla, s.f., dolcetta (Valerianella oli-
lassata, s.f., occasione trascurata || prov.: toria L.): la ~ adè na spèce la cicòria,
gni ~ è ppèrza. più arta. se fa ppure m padèlla, coll’ajjo.
làsteco: ➝ àstico. làura, s.f., laurea: c’ha la ~ d’avvocato.
Vocabolario
349

làuro, làvoro, s.m., alloro (Laurus nobilis | lavóra, vècchjo, ch’hae la pèlle dura |
L.). ~ se chjama cavavòjje. 2. essere in atti-
lavà, v. tr., lavare: ~ per tèrra, lavare il pa- vità, funzionare || v. tr., 1. arare: la vigna
vimento | ~ le piatte, lavare le stoviglie, c’è dda lavoralla co la coltrinèlla col
rigovernare | ~ li panne al lavatóro || la- mulo | quélle che llavórono da na parte
vasse, v. rifl., lavarsi: làvete! | se lava r sóla, se ggirava ntórno, na vòrta a ddè-
muso cóme la gatta | fa ppròprio cóme stra na vòrta a ssinistra. se lavóra
Ppilato: se lava sùbboto le mano || prov.: sèmpre da na parte (rif. al lavoro con
na mano lava ll’artra, e ttutt’e ddue là- aratro nel vi-gneto). 2. coltivare: la tèrra
veno l viso | le panne spòrche se làveno ll’hanno sméssa da ~ || Forme: Ind. pres.
a ccasa sua || Forme: Ind. pres. 4 la- 4 lavoramo; 6 lavóreno, lavórono | impf.
vamo; 6 làveno, làvono | perf. 1 lavae, 4 lavorammo; 6 lavoràveno | Ger. lavo-
lavò | fut. 3 lavarà | Ger. lavanno. ranno.
lavacìcia, s.f., minestra insipida. lavoratóra, agg., operosa: tutta ggènte la-
lavagro, s.m., (lett.) lavacro. voratóra adèra.
lavanna, s.f., lavanda: ~ gàstrica. lavorétto, s.m., 1. lavoro di breve durata.
lavannara, s.f., 1. lavandaia. 2. (fig.) 2. lavoro leggero. 3. incombenza.
donna pettegola. 3. (fig.) donna volgare làvoro: ➝ làuro.
e sguaiata. lavóro: mdd. accidènte a cchi ha nventato
lavapiède, s.m., lavapiedi. l ~! | se ncóntro chi ha nventato l ~,
lavata: dà na ~ de capo, rimproverare ll’ammazzo || prov.: l pòco ~ è la salute
aspramente || prov.: gni ~, na strappata. dell’òmo | l ~ nobbìleta ll’òmo e lo rènne
lavatìccio, agg., acqua della rigovernatura sìmele a la bbèstia.
delle stoviglie. lazza, s.f., fango.
lavatóro, s.m., 1. lavatoio pubblico. 2. lażżaróne, s.m., 1. ragazzo vivace, di-
(fig.) raduno di persone rumorose: e scolo. 2. mascalzone.
cch’adè sto ~? lé, léne, inter., 1. voce per trattenere una
lavatura: (prov.) gni ~, n’addomatura. bestia. 2. fermati!: ~, famme scénne
làvora, antrop., (ant.) Laura || (tir. dil.) ~, qqui! 3. basta! || magna pan’e llé, basta,
pòrta la pizz’a ttàvala! soltanto.
lavorà, v. intr., 1. lavorare: si no stùdie, te le1, li1, l3, art. m. e f. pl. (davanti a cons.),
manno a llavorà | lavóra cóme m mulo | i, gli, le: le fratèlle, le sòcere, i suoceri,
~ sótto padróne, alle dipendenze di altri le suocere, le fióre, le quatrine, le mà-
| lavóra m polizzìa | la su mà llavóra, n chene, le gnàcchere, le żżùnżole, le sciò-
c’è mmae a ccasa, effettua lavoro di- pere, li trattóre, li sassate, li zzie, gli zii,
pendente all’esterno || prov.: chi llavóra, li stérpe, gli sterpi | le nònne, i nonni, le
magna; chi nun lavóra, magn’e bbéve | nonne | a li stésse manière | e pò le
chi llavóra, c’ha na camìcia; chi n la- bbòtte!, quante botte! | ésse ntéso le
vóra, ce n’ha ddue | si lavóra e ssi fa- piante!, avessi sentito quanti pianti! | ha
tica, pe la panza e ppe la fica; tutto ppèrzo tutte l quatrine | l fianche | l qua-
quéllo che cc’avanza, prima pe la fica e tre dil zante e mmadònne | l tétte, i tetti
ppò pe la panza | fòrza coràggio e vvita || ll’ (davanti a voc.): ll’otomòbbele,
lèsta, ògge se lavóra, dumane si fa ffèsta ll’ucèlla, ll’antre | ll’americane, gli ame-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
350

ricani, le americane. léga3, s.f., allegagione: ha llegato a qquat-


2
le , avv., quanto: ~ màgnono!, quanto tro léghe (del grano dalle spighe molto
mangiano! fitte di chicchi).
le3, pron. pers. m. e f. pl., li, le: le sordate léga4, s.f., (fig.) grande quantità.
~ mànnon’al frónte | le case ~ vénnono legà1, v. tr., legare | (d.) léga l zumaro ndu
tutte | ll’éte magnate le cerase? | conve- vò l patróne!, conformati, piegati alla
niva ttajjalle ll’àrbere. volontà del più potente! | ~ la cànepe, le-
leàteco: ➝ alleàteco. gare in fasci || prov.: chi bbène léga,
lécca, s.f., 1. companatico. 2. (infant.) lec- bbène sciòjje || Forme: Ind. pres. 2 léghe;
cornia: si non c’è la ~, num magna sto 4 legamo; 6 légheno, légono | Cond.
fijjo. pres. 1 legarèbbe 6 légheno.
leccà, v. tr., 1. leccare, lambire || prov.: chi legà2 : ➝ allegà2.
nun lécca la fica, Ddio lo castiga. 2. legàccia, s.f., 1. stringa, laccetto in stoffa
(fig.) adulare. da scarpe. 2. legaccio. 3. giarrettiera.
leccaculo, s.m., adulatore. legante: ➝ ligante.
leccafarro, s.m., 1. persona dappoco. 2. leganza, s.f., eleganza.
adulatore. 3. ruffiano. legarino, s.m., operaio della gavétta che
leccafiche, s.m., (triv.) donnaiolo. legava insieme i mannelli di spighe in
leccalume, s.m., 1. (dispr.) persona che si covoni: l ~ legava la grégna, cor barzo.
immischia. 2. ragazzo (in tono dispr.). lègge, lèggia, v. tr., 1. leggere: n zò llèg-
leccamuffo, s.m., pugno, colpo dato con gia, sono analfabeta | sapìa ~ e scriva,
la mano serrata. era alfabetizzato | me vinne na vòjja da
leccapalle, s.m., adulatore. lèggela | ~ la ventura, predire il futuro |
leccapiède, s.m., adulatore. pe n zapé né llègge né scrive, annàmece!
leccatèlla, s.f., quantità minima: na ~, (detto al momento di prendere una deci-
quanto ce casca (rif. allo zucchero). sione improvvisa) | ògge cu la mòda n ci
lécco: levà l ~, togliere i punti all’avversa- si lègge, non si capisce nulla. 2. control-
rio, nel gioco delle bocce | qué llèva l ~, lare il consumo: lègge ll’acqua, l gasse,
(fig.) di cosa riuscitissima | ògge nun la luce || Forme: Ind. pres. 1 lèggio; 2
arzo ~, non intendo far nulla. lègge; 4 leggémo; 6 lèggiono | perf. 3
lecconizza, s.f., leccornia. leggì, liggì | impf. 1 leggìo | fut. 2 leg-
léceto, agg., lecito. giarae | Ger. leggènno.
lécio, agg., 1. morbido. 2. molle, sfatto. 3. légge: fa llégge, s’impone | nun tène ~, n
(fig., dispr.) dappoco, sciocco: na dònna zènte ~, fa ccóme vòle || prov.: la ~ è
lécia. ffatta pe li stùpide | la ~ è uguale pe
lèe, pron. pers. sogg., (raro) lei, ella: c’èra ttutte, e nn’è uguale pe nnessuno | fatta
lèe? la ~, nventata la malìzzia.
lèfa, s.f., 1. femmina del cinghiale. 2. leggènna: ➝ liggènna.
gioco a bocce. leggennàrio, agg., leggendario.
léga1, s.f., amicizia: è n cristiano che ffa leggèro: ➝ liggèro.
ppòca ~. lèggia: ➝ lègge.
léga2, s.f., vascone di raccolta per le acque leggìttema, s.f., legittima, quota di eredità
di irrigazione. attribuita per legge ad alcune categorie
Vocabolario
351

di successori. lénece: ➝ lénice.


leggìttimo, agg., schietto, puro (rif. a lénene, lélene, lélele, s.m. pl., lendini,
vino). uova del pidocchio del capo.
légna: portà le ~ a ccasa | métte sù ddu ~!, lenenóso, agg., lendinoso, con molte len-
metti alcuni pezzi di legna sul fuoco! | dini.
sta ~ va ffòco ch’è m piacére, arde bene léngua d’òro, s.f., (iron.) maldicente.
| annà ffà na bbracciata de ~, andare a léngua, s.f., 1. lingua: la ~ n te se sécca
raccogliere | vann’a ~ le fórne, sono ali- mae! (ad un chiacchierone) | c’ha na ~
mentati a legna | annà a ~, tagliare nel quelue! c’ha na ~ che ttajja e ccuce | la
bosco la legna per il camino || prov.: na ~ t’avarèbbe da cascà | adè mmèjjo a
~ nun fa ffòco, due ne fanno tròppo ccascà de la tórre di piazza che de la ~
pòco, tre lo fanno n focarèllo, quattro mia | ~ d’òro, persona maldicente | ~ de
fanno n fòco bbèllo. le dònne, fischietto che si allunga | lén-
legnara, s.f., legnaia, deposito di legna da gua de dònne (a), loc. avv., detto di un
ardere || dim. legnarétta. fischietto infant. | ~ de sòcera, pianta or-
legnaròlo, s.m., legnaiuolo. namentale con foglie allungate a forma
légno, s.m., 1. segmento legnoso di tralcio di spada (Epiphyllum spp.) || pegg. len-
del penzolo: gna attaccallo co tutto l guàccia || prov.: la ~ sbatte ndóve l dènte
légno. 2. (arc.) carrozza a quattro ruote || dòle | la ~ nun c’ha ll’òsso, ma rróppe
Forme: pl. légne. ll’òsso | la ~ nun ha ssòno, ma rrómpe
lèjja, s.f., involucro dei cereali ottenuto ll’òsso | na ~ maligna è ppèggio de la
come prodotto di scarto nella trebbia- tigna. 2. linguaggio: la ~ vitorbése
tura: la ~ fino ch’è sciutta dòppo treb- adène adène, cóme l regometatìccio del
biato, s’addòpra quélla, che ddòppo vellane, ntrachegnache mecchine set-
sennò s’ammòlla e n’è ppiù bbòna | la ~ tantène, nun fùssemo de cìccia pure nue
la magnàvono pure le bbèstie. (blas. pop.).
lejjaròlo, s.m., operaio addetto a racco- lenguàccia, linguàccia, s.f., maldicente.
gliere i residui del grano sull’aia. lenguacciuto, s.m., linguacciuto.
lélele: ➝ lénene. lenguàggio, s.m., linguaggio.
lélene: ➝ lénene. lengualónga, s.m., chiacchierone.
léllo, lillo, s.m., (infant.) pène || dim. lilla- lenguata, s.f., 1. colpo di lingua: dalle na
rèllo, lillétto || agg., 1. dappoco. 2. tardo, ~ ar gelato sennò tte casca! 2. (fig.) pic-
maldestro. 3. svogliato, indeciso. 4. abu- cola quantità. 3. (fig.) espr. di maldi-
lico. 5. (vezz.) piccolo || ~ ~, avv., 1. in- cenza: danno cèrte lenguate, che n te
genuamente. 2. lentamente. sarve.
lementare, agg., elementare. lenguétta, s.f., linguetta della scarpa.
lemmarìa: ➝ avemmaria. lénice, énice, lénece, s.m., 1. endice, ni-
lèmme, agg., tardo, flemmatico: nu lo vég- diandolo; uovo vero o di marmo messo
ghe quant’è llèmme? nel nido, per indurre le galline a deporvi
lemòsena, limòsena, s.f., elemosina: va le uova. 2. epatta, pronostico atmosfe-
ppe la ~ , poràccio | arimedià la ~. rico: li prime ggiórne dill’anno èreno se
léna, s.f., fibra: de bbòna ~. dicéva ll’énice, dall’uno al dódice, pò si
léne: ➝ lé. tornava ndiètro. secóndo l tèmpo che
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
352

ffacéva n quélli ggiórni, se nduvinava l di lavoro agricolo) || dim. leprétto.


tèmpo dell’anno. leprétto, s.m., leprotto, lepre giovane.
lentèrna, lintèrna, s.f., lanterna. 2. (fig.) lesandro, antrop., Alessandro.
occhio gonfio. lésca1, s.f., bussa, colpo, percossa: si nu sta
lenticchja, s.f., lentiggine. bbòno, pijje le lésche staséra | sentarae
lenticchjaro, s.m., chi ama mangiare len- che llésca! || Forme: pl. lésche.
ticchie. lésca2, s.f., 1. esca. 2. erba secca usata per
lenticchjóso, agg., lentigginoso. accendere il fuoco. 3. parte legnosa della
lènto, agg., 1. tardo, non veloce: sè ~ cóme canapa.
na lumaca. 2. non saldo: sto passóne sta lescìa: ➝ liscìa.
llènto. 3. liquido: mèrda lènta | vanno lèsena, s.f., lesina: le tène a llèsena, a stec-
lènte de còrpo | ~ de réne | la pasta è chetto.
llènta (rif. alla pasta per il pane) | polènta lessà, v. tr., lessare: le lessamo pe ccéna
lènta | carce lènta, con molta acqua. 4. ste patate | se léssono.
rado: le vaca de sto rampazzo sò llènte lessìa: ➝ liscìa.
lènte, rari | nascéva m pò llènta (rif. ad lèsto: ~ de mano, ladro | ~ cóme la pórvere
uva) | n rampazzo ~, con acini radi ma || dim. lestarèllo || avv., velocemente:
grossi. 5. soffice: sta tèrra è llènta || dim. cammina ~ | lo famo ~ e pprèsto, in un
lentarèllo || avv., con feci liquide: caca attimo || inter., ~!, sù sbrìghete!
~. lèstra, s.f., 1. lettiera; strato di paglia, o di
lènza, s.f., 1. pioggia violenta: è vvenuta fieno non mangiato dalle bestie, sparso
ggiù na ~ che pportava via. 2. (fig.) ogni giorno nella stalla. 2. luogo dove si
sbornia. 3. (fig.) persona furba. 4. (fig.) coricano animali. 3. strato informe: tro-
grande quantità. vae l grano ricórco, èra tutta na ~. 2. ve-
lenzòlo, linzòlo, s.m., 1. lenzuolo: ~ a ddu getali abbattuti dalle intemperie sul
piazze, da due piazze | le lenzòla de cà- terreno.
nepe | dim. lenzolétto, lenzuolo per letto lète, inter., levati!, vattene!: e llète m pò!,
ad una piazza | pegg. lenzolàccio. 2. togliti di mezzo! | ma ~! tu vvò scherzà |
(fig.) antica banconota da 1000 lire || na ròbba che llète, una cosa notevole.
Forme: pl. linzòla, lenzòla. letecà: ➝ leticà.
leofèrmete: ➝ leofèrno. leticà, letecà, litecà, liticà, v. intr., litigare:
leofèrno, leofèrmete, s.m., diavolo: me lìtica a bbrutto grugno, litiga con vio-
pare n ~ | fijjo mio, n tròve lòco! e cche lenza | ha lleticato co ttutte pe li cunfine,
ssè n leofèrmete? (di ragazzo irrequieto, ha litigato con tutti i vicini a causa dei
sempre in movimento). confini del campo | (scherz.) ha lleticato
leonfante, lïofante, lïonfante, s.m., ele- cul barbière (di chi ha capelli troppo
fante (Elephas maximus L., Loxodonta lunghi) || leticasse, v. rifl. rec., litigarsi,
africana Blumenbach). gareggiare per avere q.cosa: li fijje si lì-
leperino, agg., leporino. techeno la padèlla, pi ntégnece l pane ||
lèpre, èpre, èpro, s.m., lepre (Lepus euro- prov.: liticà, fabbricà, sicurtà, pènzalo e
paeus Pallas): hò vvisto n èpre gròsso nnu lo fà || Forme: Ind. pres. 1 lìtoco; 3
che n ze sa | fòrza rigà, chjappamo ll’~! létaca, léteca, lìtaca, lìtica; 6 léticheno,
(grido lanciato a conclusione di ogni tipo lìtecono, lìticheno, lìticono, lìtigheno, lì-
Vocabolario
353

tigono, lìtogono | impf. 4 liticammo; 6 lèttrico, elèttreco, lèttreco, agg., elettrico:


litigàvono | perf. 6 liticàrono, litichènno l vènto ha bbuttato ggiù m palo di la luce
| P. pass. leticato. lèttreca | se sènte la scòssa lèttreca.
leticata: ➝ liticata. levà, livà, v. tr., 1. togliere: lèvete! | lèvolo!,
letichino, litichino, s.m., persona litigiosa: toglilo | levàccele, toglierlele | levàteve
sémo tutte litichine, chi ppiù cchi la ggiacca, si cc’éte callo | nu mme lèva
mméno. strada, non mi ruba tempo | lèva l lume
lètta, s.f., 1. piccola porzione delimitata di dell’òcchi, abbaglia, del sole | levà m
terreno coltivato. 2. interfilare di vigna: punto a le bbòcce, togliere un punto al-
na ~ ce sementàvono faciòle e ccéce || l’avversario (nel gioco delle bocce) |
dim. lettarèlla. “lèva lèva lèva…” “la cìccia dal pi-
lettame, s.m., (raro) letame. gnatto!” (al gioco della scopa) | mdd. ~
lettaro, s.m., venditore di letti. le castagne dal fòco co le mano dell’an-
lettata, s.f. coll., più persone in un letto: tre | fa llèv’e mmétte co le scarpe (di
na ~ de fijje ce dormívono. bambino che infila e si toglie le scarpe
lettièra, s.f., 1. spalliera di metallo del per gioco) | ~ l zàngue, salassare | lèva l
letto. 2. strame: pe ffà na ~ pe le vacche, fiato, il respiro, soffoca | mi levaréste da
se pijja lo stramo sécco de quarzìase sti guae | ~ qquarche ccòsa, praticare
ròbba, ma più cche artro pajja e la lèjja. uno sconto sul costo | levà la zzinna,
lètto, s.m., 1. letto: ~ granne, letto matri- svezzare un lattante. 2. estrarre: ~ la cà-
moniale || dim. lettino, lettarèllo, lettùc- nepe da la piscina | ~ l zasse, spietrare.
cio, a) letto per neonato; b) letto ad una 3. (fig.) proibire: l dottóre ll’ha llevato l
piazza || accr. lettóne, (infant.) letto ma- vino, gli ha proibito di bere vino. 4. (fig.)
trimoniale: o mà, stanòtte vòjjo dormì sterminare: pe llevalle st’animale, se dà
mal ~ || prov.: annà llètto e nnon dormì, n veléno || v. intr., 1. alzarsi: levà l bbol-
aspettà e nnon venì, sòno péne da morì lóre, entrare in ebollizione. 2. comin-
| l ~ è na ròsa, se nun dòrme se ripòsa | ciare a spirare: lèva ponènte. 3. sorgere
prèsto a llètto e pprèsto fòra. 2. piano di un astro all’orizzonte: prima de ~ l
del carro agricolo. zóle | al levà dil zóle | lèva la luna! (detto
lettonata: ➝ lottonata. a un calvo che si toglie il cappello). 4.
lettóra, s.f., lettrice. rompere l’equidistanza di due bocce dal
lettorale, agg., elettorale. boccino: ha llevato?, ha tolto il punto? ||
léttra, s.f., 1. lettera dell’alfabeto: ~ levasse, v. intr. pron., togliersi: se lèva l
granne, maiuscola. 2. missiva, lettera: è pane da la bbócca, pe ddallo a le fijje, si
rrivata la ~ (malore, preavviso di morte priva | mdd. ~ la séte coll’òsso del pro-
imminente) | (euf.) vò a scrive na ~ al sciutto, farne l’esperienza a proprie
papa, a defecare. spese | me sò llevato m péso da lo stòm-
lèttreca, s.f., (arc.) illuminazione elettrica: moco, mi sono tolto d’imbarazzo || v.
spégna la ~. rifl., 1. alzarsi: nu strillo s’è llèvo. 2. al-
lèttreco: ➝ lèttrico. lontanarsi: lèvete tra l piède!, dai piedi |
lettricista, ettricista, s.m., elettricista. ~ de tórno | lèvete!, lète!, togliti! | levà-
lettricità, s.f., elettricità: la ~ è vvinuta più teve chi cci pènzo io | levàteve, facéteme
ccara. l piacére! | ma llivàteve, num pò stà! ||
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
354

Forme: Ind. pres. 2 lève; 6 lèveno, lè- vèsta cóme ~ volimo dì, come vogliamo
vono | impf. 4 levémmo; 6 livàveno | chiamarlo || ll’, davanti a voc.: ll’aric-
Perf. 1 levò; 6 levònno, livònno | fut. 4 contava tutte li sfitte, raccontava loro.
levaréte | Cond. pres. 5 levaréste | P. lïanza, s.f., alleanza.
pass. levato, lèvo | Ger. levanno. libbarà, libberà, v. tr., liberare: Dio ce
levantino, s.m., persona collerica, impul- scamp’e llìbbere! | lìbbera me dòmmine
siva. de mòrte tèrna!, espr. liturgica lat.
levata, s.f., 1. alba: se lavorava da la ~ a libbecciato, agg., scemo.
la calata. 2. est: sta a ~ de sóle l casale, libberà: ➝ libbarà.
esposto ad est. 3. operazione di estrarre libberanosdòmmene, inter., invocazione
la canapa dal macero. 4. (fig.) scenata. liturgica lat., Dio ne liberi!
levatóro, agg., levatoio: pónte ~. lìbbero, lìbboro, libbro2, agg., 1. libero: pi
levetà: ➝ levità. ffortuna hò ttròvo no spàzzio libbro | diè-
lèveto, èveto, lèvito, lèvoto, s.m., lievito: deno mano lìbbara ma li guàrdie | l fijje
la séra se métte l ~ | li manca l ~ a sto cùrrono lìbbere pi la strada. 2. (fig.)
pane | si mittiva ll’èveto pi ffà l pane | ~ sano: ha ffatto n fijjo libbro e schjétto.
de pane, lievito naturale | ~ de bbirra, libbertà, libbirtà, s.f., libertà || prov.: la ~
lievito artificiale. nun ze finisce mae de pagà.
levità, levetà, v. intr., lievitare: se làscia ~ lìbbia, top., Libia: ha ffatto la guèrra de ~
tutta la nòtte, se cròpe, ce se métte na to- | sarà mmòrto n ~, (scherz..) di persona
vajja bbianca e ppòe na copèrta de lana che non si è più vista.
sópra | stavòrta l pane ha llevitato male. libbiratrice, agg., liberatrice: la Madònna
lèvito: ➝ lèveto. ~.
lèvoto: ➝ lèveto. libbirtà: ➝ libbertà.
lezzionato, agg., suddiviso in quote misu- lìbboro: ➝ lìbbero.
rate a tempo (detto dell’acqua per irri- libbraro, s.m., libraio.
gare nell’orto). libbrata, s.f., colpo inferto gettando un
lezzióne, lizzióne, s.f., 1. lezione. 2. por- libro.
zione fissa di acqua assegnata ogni otto libbro1, ibbro, s.m., libro: le libbre de
giorni per irrigare gli orti. 3. periodo di scòla, libri scolastici | qué ll’hò llètto
tempo in cui si può usufruire dell’acqua mal ~ | parla cóme n ~ stampato | l ~ del
di irrigazione. commanno, raccolta di formule magiche
lì, llì, avv., lì: ha dda stà llì dde casa, abita | ~ dill’orazzióne, libro di preghiere |
sicuramente lì | dòrme mellì | dellì, di lì c’ha la bbibbriotèca cull’ibbre vècchje
| dellì a ppòco, dillì m pò, poco dopo | || dim. libbrétto, libbrettino | accr. lib-
èsse lì llì pe ppartì, sul punto di partire | bróne | pegg. libbràccio || libbrétto (a),
llà ddillì, all’incirca | llì ppellì, sul mo- loc. avv., per diritto: na piètra méssa ~.
mento | dellì qqualche ggiórno, dopo al- libbro2: ➝ lìbbero.
cuni giorni || llì stésso, loc. avv., licce, s.m. pl., licci del telaio.
direttamente, subito. licenzià, v. tr., distaccare: l fréddo li licèn-
li1: ➝ lé1. zia (di infissi, cornicioni) || licenziasse, v.
li2, pron. pers. obl., gli, le, loro: ~ vuliva intr., 1. cadere: sò le frédde, le ggèle che
bbène a la su nònna | vistite cul zacco o le fanno staccà le fòjje, se licènziono. 2.
Vocabolario
355

staccarsi di un oggetto, sconnettersi. della pergola.


licenziato, agg., staccato, scollato, scon- limasórda, s.f., persona taciturna, sor-
nesso. nione.
lïèggio, agg., (ant.) leggero. limata: ➝ allimata.
lïènna, s.f., lite: qué ssì cch’è na ~! limentare: ➝ alimentare.
ligalità, s.f., (citt.) legalità. lìmeto, s.m., margine del campo.
ligame, s.m., (lett.) legame. limonara, s.f., venditrice di limoni.
ligante, legante, agg., elegante || avv., ele- limòsena: ➝ lemòsena.
gantemente. limosinà, v. intr., elemosinare: annava li-
liggènna, leggènna, s.f., leggenda: ric- mosinanno.
contàvono quélle liggènne di guirriè- lìmpedo, agg., (lett.) limpido.
r’antiche. lìndia: ➝ ligna.
liggèro, leggèro, agg., 1. che ha poco peso, lindièra, linghjèra, rindièra, s.f., rin-
facilmente digeribile: n damagnà ~ | ghiera.
latte ~. 2. moderato: vènto ~ | sònno ~ . lindo: te se presènta lind’e ppinto, vestito
3. di varietà sabbiosa di terreno. 4. detto con cura.
di acqua priva di sali: acqua liggèra || linghjèra: ➝ lindièra.
dim. liggerétto. linguàccia: ➝ lenguàccia.
liggiadria, s.f., (lett.) leggiadria. lìnia: ➝ ligna.
lighjère, cogn., Alighieri. lintèrna: ➝ lentèrna.
ligna, lìndia, lìnia, s.f., linea. linternóne: ➝ anternóne.
ligóre, liguóre, rigóre, riguóre, s.m., li- linzòlo: ➝ lenzòlo.
quore: annam’a bbéva n góccio de ~ al lïofante: ➝ leonfante.
barre || dim. ligorétto, liguorétto. lïonardo, antrop., Leonardo.
ligorìzzia: ➝ ligorìzzio. lïóne, s.m., leone (Panthera leo L.) || dim.
ligorìzzio, arigulìzzio, igorìzzio, regolìz- lïoncino.
zio, rigolìzzio, rigulìzzio, s.m., ligorìz- lïonéssa, s.f., leonessa.
zia, liquerìzzia, rigolìzzia, s.f., 1. pianta lïonfante: ➝ leonfante.
di liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.): la lïoprano: ➝ areoplano.
ràdeca de ~. 2. pezzo di liquirizia: te liquerìzzia: ➝ ligorìzzio.
piace la rigolìzzia? lisabbétta, antrop., Elisabetta.
liguigasse, s.m., (rec.) liquigas. liscebbusso, s.m., 1. mossa nel gioco del
ligume, s.m. pl., (rec.) legumi. tressette; segnalazione di possedere il tre
liguóre: ➝ ligóre. ed uno scarto del seme giocato. 2. (fig.)
lìllere, s.m. pl., 1. varietà di spaghetti di rimprovero severo e violento: te dò l ~
grosso spessore. 2. (scherz.) soldi, de- quanno me càpete | ll’ha ffatto u llisceb-
naro: sènza ~ nun ze làllera. busso. 3. (fig.) scarica di busse: te fa
lìllero, agg., leggero. ppassà pe lliscebbusso || inter., niente da
lilleróne, s.m., ragazzo robusto. fare!
lillo: ➝ léllo. liscìa, lescìa, lessìa, lissìa, lisciva, s.f., li-
lima: mdd. una è la ~, ll’antra la zzappa, scivia.
di due persone ostinate. liscià: ➝ alliscià.
limarèlla, s.f., palo minore trasversale lìscio, s.m., carta da gioco priva di pun-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
356

teggio (alla briscola o al tressette): c’hò llì: ➝ lì.


ttutte lisce | ~ cóme l pìscio! | ce vò llì- llibberì, allibbarì, allibberì, llibbrì, v. tr.,
scio (gettando una carta priva di punteg- effettuare la seconda battitura della ca-
gio) || agg., 1. azzimato. 2. dalla napa secca, con cui si tolgono le rima-
superficie uniforme: l mare ~ cóme nenti impurità: quanno che sse llibbréva.
ll’òjjo | c’ha na pèlle de le mano lìscia llibbrì: ➝ llibberì.
cóme qquélla del dottóre. 3. glabro, di lligrìa: ➝ alligrìa.
pampino. 4. scivoloso. 5. senza diffi- llóra, inter., allora!: ~, ce volém’annà?
coltà: li mannava ggiù llisce lisce l fiche. llumà: ➝ allumà.
lisciva: ➝ liscìa. llumasse, vd. allumà.
liso, agg., consumato, di vestito. llumena: ➝ alluminà.
lissìa: ➝ liscìa. lluminà: ➝ alluminà.
listésso, lostésso, lustésso, avv., ugual- lo1, lu1 (raro), art. det. m. sing., lo: ~
mente. stampo | ~ gnòmmero | ~ mi amóre | ~
litanìa, s.f., sfilza: attaccò na ~ di bbia- sgrossino | ~ spezziale || ll’ (sempre raf-
stime. forzato davanti a voc. ton. ed at. ini-
litanià, v. intr., salmodiare: s’annava lita- ziale): ll’àrbro | ll’artare.
nianno santa Mmaria orabbronòbbe. lo2, l2, lu2 (raro), pron. pers., lo: ce lo sò
litecà: ➝ leticà. dda me | lu sae nò? | ariscalla ll’acqua,
liticà: ➝ leticà. pi ffà l pane! chi la matre di famijja lu
liticante, s.m., litigante, nel prov.: fra le facéva a la mattina a bbonóra | ci lu féce
du ~, r tèrzo gòde. véda | lo mann’a llavorà || ll’ (rafforzato
liticarèllo, s.m., persona litigiosa || agg., davanti a voc.): l zóle ll’accèca | ce
litigioso. ll’hanno spedito | ll’ha visto l tu zzio?
liticata, leticata, sf., litigio. locanna, s.f., locanda: ll’osterìa fa llo-
litichino: ➝ letichino. canna ppure.
litìzzia, s.f., (lett.) letizia. lòcco1: ➝ alòcco.
litrata, s.f., quantità di liquido pari ad un lòcco2, agg., lento || ~ ~, avv., 1. lenta-
litro circa: c’è rrimasta na ~ tutt’al più. mente. 2. con fare sornione.
litro: (accr., scherz.) litròzzo: s’è scolato n lòco, s.m., 1. luogo: sò llòche scòmede
~ da sólo, un litro intero di vino. quélle | ma le lòche pùbbleche | annà al
litterìzzia: ➝ terìzzia. zanto ~, morire | è nnato m basso ~, di
livà: ➝ levà. estrazione plebea | che llòche!, che bei
lìvedo, s.m., lividura || agg., livido. luoghi!, che bei paesaggi! | nun tròva ~,
livière, s.m., levriero. nu sta mmae fèrmo, non trova pace,
livo: ➝ ulivo. smania, è irrequieto | fijjo mio, n tròve
lizza, s.f., invidia: fà la ~ a qquarcuno, far ~! e cche ssèe n leofèrmete? | a ttèmpo e
desiderare una cosa negandola. llòco, quando si presenta l’occasione
lizzióne: ➝ lezzióne. adatta | venì a llòco, risultare utile | sta n
llà: ➝ là. ~ de verità, in paradiso | stamo in ~ de
llargà: ➝ allargà. bbucìa, in questo mondo terreno | dà
llargasse: ➝ allargasse (vd. allargà). llòco, tenere a freno || ~ còmedo, ~ còm-
llenasse, v. rifl., allenarsi. mido, ~ còmmodo, ~ còmodo, s.m.,
Vocabolario
357

(arc.) cesso, latrina. 2. fondo rurale, pic- lòla, s.f., n. di una bambola.
colo podere. lòlla, s.f., lólla, residuo vegetale sottile,
locrà: ➝ logrà. pula.
lòdala, lòdela, lòdola, s.f., allodola lollobbrìcida, cogn., Lollobrigida.
(Alauda arvensis L.) || dim. lodolétta, lombardo, sopr.
(fig.) freddo mattutino: è na ~ stamane, lombrichélle: ➝ ombrichèlle.
lu sènte? || Forme: pl. lòdele. lóme: ➝ lume.
lodasse, v. intr. pron., lodarsi || prov.: chi lommétto, s.m., lombatina; filetto magro,
sse lòda, se sbròda. interno, del maiale.
lòdela: ➝ lòdala. lóndra, s.f., lontra (Lutra lutra L.).
lòdene: ➝ lòtene. londrino, s.m., soprabito elegante e leg-
lodola: ➝ lòdala. gero.
lòffa, s.f., 1. flatulenza intestinale poco ru- loneddì: ➝ luneddì.
morosa e di odore molto sgradevole: ha longàggene, lungàggene, s.f., lungaggine.
ffatto na ~ ch’appèsta. 2. vescia gem- lóngo, agg., 1. lungo: pòrta l capélle
mata (spec. Vascellum pratense Kreisel, lónghe | ma nu la fà ttanto lónga! | la fae
Lycoperdon perlatum, Lycoperdon bovi- lónga quanto la camìcia de Mèo, la
sta Sowerby), tipo di fungo che, quando mandi troppo per le lunghe | più llóngo
è secco, contiene una polvere impalpa- del brodétto, lunghissimo | ~ quanto na
bile: le lòffe schjòppeno. 3. (fig.) bolla litanìa | lónga chi n finiva mae | n vistito
d’aria formata sulla superficie della po- ~ cóme m parteònne, lungo come un so-
lenta che, vicina alla cottura, emette prabito | c’ha la léngua lónga | te stènno
sbuffi e rumore: la polènta fa le lòffe. 4. ~, ti ammazzo | mdd. la sae lónga, ma
(fig.) bestemmia. nu la sae ariccontà, sei scaltro, ma non
loffà, v. tr., emettere peti fetidi e silenziosi. mi inganni || lóngo (a), loc. avv., a) di
loffiàggene, s.f., 1. stupidità. 2. debolezza tipo di potatura, charge: è ppotata
di carattere. tròpp’~; b) a lungo, per molto tempo |
loffiardóne, s.m., 1. individuo bolso, de- lóngo annà (a), loc. avv., a lungo andare,
bole. 2. buono a nulla. 3. individuo in- seguitando molto tempo | lóngo (pe),
fido. loc. avv., in senso longitudinale | lónga
lòffio, agg., 1. male in arnese. 2. abulico. (a la), lunga (a la), loc. avv., alle lunghe:
3. scadente, brutto. 4. infido. 5. goffo. la manna ~ | va ~ cóme li bbròccole de
loffóna, s.f., (dispr.) donna panciuta. Natale | na còsa che vva ~ na massa. 2.
lògge, s.m. pl., (citt.) elogi. abbondante, propizio: na vennémmia
lòggeca, s.f., logica. lónga. 3. alto: sie stùpeto pi qquanto sèe
lòggeco, agg., logico. ~ | ~ e ffregnóne. 4. lento: è llóngo che n
loggétta, s.f., balconcino. ze sa qquanto ce métte || prep., lungo, ra-
logrà, locrà, v. tr., logorare, consumare: l sente.
tu prònchise è bbèllo lógro, nu lo lontananza: ➝ luntananza.
végghe? | ll’hanno lograto || lograsse, v. lónza, s.f., lombata di suino.
intr. pron., consumarsi: la cannéla se lopino, lupino, opino, upino, s.m., 1. lu-
lógra prèsto | mi si lógra || Forme: P. pino (Lupinus albus L.): ~ servàteco
pass. locrato, lograto, lógro. (Onobrychis sativa Lam.) || lupine, lo-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
358

pine, s.m. pl., semi commestibili del lu- luccichènte, agg., splendente.
pino: piantà ll’upine | le lopine, se met- luccichétto, s.m., lucciola appena nata.
tévono pe la fusajja. 2. (fig.) callo delle lùcciola: ➝ ùlciora.
dita del piede: me sa che ccàmbia lucco, agg., stanco.
tèmpo, me fanno male le lupine | pésto li luce, s.f., 1. (fig.) pupilla.
ggènte sull’opine. lucemìa, s.f., leucemia.
lópo: ➝ lupo1. luceràrio, lucernaro, s.m., lucernario.
lòppio, òppio, s.m., pioppo bianco (Popu- lucernaro: ➝ luceràrio.
lus alba L.). luciarda, luciàrdola, s.f., lucertola (Po-
lórdo, s.m., puttaniere || agg., sporcac- darcis sicula Raf., P. muralis Laur.): (in-
cione. fant.) a la ~ se dicéva: bbestémmia
loretana, agg., lauretana: Madònna ~. bbestémmia pell’ànima tua! (scongiuro
lòro, pron. pers. di III pers. pl., sogg. e che si ripeteva quando si vedeva agitarsi
compl., essi, loro: lo dìssono ~ | èra una la coda tagliata) || Forme: luciarde, lu-
de ~ | ma llòro li fréga póco | nun ze la ciàrdole.
fà co llòro, non è loro amico. luciardino, s.m., (dispr.) buono a nulla.
lostésso: ➝ listésso. luciàrdola: ➝ luciarda.
lòtene, lòdene, s.m., lòden, cappotto ab- luciaro, s.m., 1. elettricista. 2. esattore
bottonato con mantellina. dell’energia elettrica.
lóto, s.m., strato di sporcizia || ~ pagano, lucifro, s.m., diavolo.
s.m., grassume, croste sulla testa del lue, luve, pron. di III pers. sing. m. sogg. e
neonato: l ~ guae chi cce lo toccava! (la compl., egli, lui: c’annarà llue | ma llue
madre non lo permetteva). nu jje piace | vèrzo lue | se sènte tutto ~
lottonata, lettonata, s.f., frecciata allusiva, | tra llue e llèe ce la faranno, loro due
ironia pungente: e ddajje tu co ste lotto- insieme | da ~ n c’èra || pron. rifl., sé
nate! | gni tanto bbutta llà na ~. (raro).
lu1 (raro): ➝ lo1. luffo: ➝ uffo.
lu2 (raro): ➝ lo2. lujja, lùjjola, agg., luglienga: ua ~, qualità
luca: quanno si lavóra nzième, pò famo sa precoce di uva.
Lluca: chi ffa pprima, s’ajjuta! lujjo, s.m., luglio.
lucalità, s.f., località. lùjjola: ➝ lujja.
lùcceca (arc.), lùccica1 (arc.), s.f., 1. river- lumaca, s.f., 1. chiocciola (Helix ad-
bero. 2. favilla. spersa, H. pomatia): stanòtt’ha ppio-
luccecà: ➝ luccicà. vuto, annam’a llumache! | tir. infant.:
lucchisina, rucchesina, s.f., lucchesina, lumaca lumachèlla, tira fòre le corni-
coperta leggera da letto. cèlla! | ~ spòrta, limaccia, grossa lumaca
luccicà, luccecà, v. intr., brillare, luccicare senza guscio (Limax agrestis L.). 2.
|| Forme: Ind. pres. 3 lùcceca; 6 lùcci- (fig.) bolla di sapone: l fijjo fa le luma-
cono, lùccicheno | perf. 6 luccicòrno. che su la finèstra. 3. (fig.) bolla d’aria
lùccica1 (arc): ➝ lùcceca (arc.). provocata dalla pioggia che cade nelle
lùccica2, s.f., lucciola (Lampiris noctiluca pozzanghere.
L.) || mdd. pijjà llùcciche pe llantèrne || lumacaro, s.m., 1. raccoglitore di luma-
dim. luccichétta. che. 2. gran mangiatore di lumache.
Vocabolario
359

lumachèlla, s.f., piccola chiocciola bian- umore.


castra delle siepi (Helicella cespitosa, luneddì, loneddì, lunidì, s.m., lunedì: ~ de
Helix nemoralis) (si trova su cespugli, Pasqua, lunedì dell’Angelo.
tronchi, recinti; viene usata come esca lungàggene: ➝ longàggene.
per le lamprede di fosso): (scherz.) lungo, inter., espr. con la quale il giocatore
ch’ha magnato le lumachèlle? di tressette dichiara di avere in mano una
lumacóne, s.m., 1. limaccia. 2. bambino serie di almeno quattro carte dello stesso
piagnucoloso: e sméttela co sto piagni- seme giocato || botta e risposta: “~ fin’al
stèo, a lumacó! || sopr. basso” “te lo tajjeranno!” (con allusione
lume, lóme, ume, s.m., 1. sorgente lumi- sessuale).
nosa: métte l lum’a la finèstra (il lam- lungobbardo, agg., (lett.) longobardo.
piocino la sera della vigilia del- lunidì: ➝ luneddì.
l’Ascensione) | lavoram’a llume de can- luntananza, lontananza, s.f., lontananza:
néla | lum’a ppetròjjo | lum’a mmano, lu véggo n ~ | fanno le lontananze, si
lume di terracotta a olio utilizzato per guardano e si scambiano cenni a di-
scendere in cantina | lum’a òjjo | lum’a stanza senza parlare (di due innamorati
stoppino. 2. radiazione luminosa, luce: che non possono stare vicino).
famme ~, che n ce se véde! | co ste ~ de luntano, agg., lontano || avv., lontano ||
luna stae fino, di questi tempi sei nei pa- luntana (a la), lontana (a la), loc. avv., a
sticci | qui nun ze véde ~, non si nota distanza: fanno ll’amóre ~ | sò pparènte
alcun risultato, nessuna soluzione. 3. ~, sono parenti non stretti || prov.: ~
vista: lèva l lume dall’òcchje | a la fine dall’òcchje, ~ dal còre.
ha ppèrzo l ~ dell’òcchje, si è lasciato lupa, s.f., carie del legno d’olivo, patolo-
prendere dall’ira || dim. lumétto, lumi- gia provocata da funghi basidiomiceti
cino. (Formes fulvus oleae): la ~ fràceca la
lumenazzióne: ➝ alluminazzióne. pianta.
luminèlla, s.f., lume a olio, posto davanti luparo, agg., (raro) frequentato da lupi.
ad un’immagine sacra: se mettéva la lupinaro, s.m., venditore di lupini cotti e
séra dell’Ascenzióne su la finèstra na ~. salati.
lumino, umino, s.m., lume di terracotta ad lupinèlla, s.f., varietà non identificata di
olio, posto su una tomba: n zi véde artro erba spontanea.
chi ll’umine dil camposanto. lupino: ➝ lopino.
luna: ~ crescènte, luna nuova | ~ bbujja, lupo1, lópo, upo, s.m., 1. lupo (Canis lupus
novilunio | domane fa la ~, è luna piena, L.): hò vvisto n upo || prov.: ll’upo càm-
comincia una nuova fase | fa l quarto di bia l pélo e nnò l vìzzio | ll’upo pèrde l
la ~ | me tajjo l capélle a ~ bbòna, luna pélo e l vìzzio mae. 2. (fig.) persona in-
calante | co la ~ nòva n ze pò sseminà, saziabile.
potà, tajjà ll’àlbere, travasà l vino | s’a lupo2, s.m., gamberetto di fosso (Astacus
dda guardà la ~, osservarne le fasi. astacus L., Austropotamobius pallipes
lunara, agg., sterile, che non figlia mai (di Lereboullet): li chjamàvono pure lupe.
animale): le pècore lunare nom partorì- se dice fòsso luparo, perché ci s’annava
vano mae, se dàvono al macellaro. a ggàmmere.
lunàteco, agg., che cambia spesso di lùpolo, ùpolo, s.m., 1. luppolo (Humulus
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
360

lupulus L.): le lùpele fanno su le pròde lusco, agg., strabico.


del cannéto. 2. germoglio tenero di lup- lusióne, s.f., illusione.
polo: la frittata cu le lùpole | va ccòjje lustésso: ➝ listésso.
ll’ùpele!, va al diavolo! lustrà: ➝ allustrà.
lupomanaro: ➝ lupomannaro. lustrine, s.m. pl., guarnizioni che lucci-
lupomannaro, lupomanaro, upomanaro, cano.
s.m., licantropo: va ffà llupomannaro n lustro, ustro, s.m., lucido per scarpe || agg.,
giro a st’óra?, detto ad un nottambulo || lucido: c’ha ll’òcchje lùstre.
Forme: pl. upomanare. lutto: portà l ~, indossare abiti neri | va
luppe, inter., uno! (comando per caden- vvestit’a mmèżżo ~, indossa abiti di co-
zare la marcia). lore grigio scuro | (scherz.) portà l ~ mal
lurènzo, antrop., Lorenzo. gatto, avere le unghie delle dita sporche.
luschebbrusco, s.m., 1. primo chiarore. 2. luve: ➝ lue.
imbrunire.
Vocabolario
361

ma, prep., 1. a: ~ llòro, a loro | ~ ttì, a te | maccaronaro, s.m., chi ama mangiare
~ éssa, a lei | io vòjjo bbène man tutte | maccheroni.
man quésto | man quelòro, a coloro | maccaronata, s.f., mangiata di mac-
man quélle dònne, a quelle donne | man cheroni.
tutte li ggènte, a tutte le persone | man maccaróne, s.m. inv., 1. maccherone ||
chi vvònno, a chi vogliono | man prov.: chi ddisse maccaró, disse col-
questève, a costei | di sti du fratèlle mar l’òva; chi ddisse lavorà, diss’a li bbòva
uno li vinne ll’idèa de fallo, ad uno | tu | ~ e pparentato, va ffatto e mmagnato.
ppijja man quélla!, tu prendi quella! || 2. (fig.) difetto della canapa che aveva
mal, ma lo, ma la, mall’ (m. e f. sing. e superato il grado di macerazione giusta.
pl. davanti a voc.), ma le, mal (m. e f.), 3. (fig.) individuo stupido.
prep. art.: dillo mal curato | mall’òm- macce, s.m., (rec.) match.
mine ciuche | ce tòcca tanto ~ mmì che macchè, inter., (serve ad esprimere una
mma la mi mójje, sia a me… sia… | mal forte negazione od opposizione, oppure
villane | ma le maéstre. 2. in: si ad affermare ironicamente) altro che!, al
travasava ~ altre bbótte | le facimmo sù contrario, anzi veramente: no ll’ha ffatto
mma m bbràccio m pèzzo | ma m paése, nò, ~! ha vòjja se ll’ha ffatto!
in un paese | mar un lòco | mar um pòsto macchétta, s.f., sterpàzzola (Sylvia cine-
sicuro | mar una còrda | mal, ma lo, ma rea Bianchet).
la, mall’ (m. e f. sing. e pl. davanti a màcchja, s.f., fitta boscaglia con bassa ve-
voc.), ma le, mal (m. e f.), prep. art., nel, getazione: s’è ddat’a la ~ || dim. mac-
nella, nei, nelle, dentro: ll’acéto lo tèngo chjétta, macchjarèlla.
mal disótto | dajje mal bóco! | sto bboc- macchjaròlo, s.m., boscaiolo.
cóne ma la bbócca lo métto | fà ll’órlo macchjasse, v. intr. pron., 1. macchiarsi.
mal fazzolétte | mall’òrto ll’hò ppiantato 2. invaiare, di uva.
uno | dormìvomo ma le cantine || cong., macchjavèllo, marchjavèllo, s.m., in-
ma: ~ che hae?, cosa vuoi? ganno: ha ffatto l ~ e ll’ha ffregato.
macagnà, magagnà, v. tr., rodere, di in- macchjonara, s.f., 1. folto cespuglio di
setti: tutte mélle macagnate m’ha vven- rovi. 2. zona coperta di rovi: èra diven-
nuto quell’imbrojjóne. tata na ~.
macagna, s.f., magagna, difetto: tutte le macchjoncèllo, macchjoncéllo, s.m., pic-
cristiane c’hanno le su macagne. colo cespuglio.
macarèlla: ➝ maraghèlla. macchjóne1, s.m., 1. cespuglio grosso e
maccabbèo, s.m., stupido. folto, in genere spinoso. 2. siepe folta e
maccadamme, s.m., macadam. giovane, incolta || dim. macchjoncèllo.
maccamme, sopr. macchjóne2: ➝ marchjóne.
maccaramèo, s.m., (infant.) essere pau- màccoro, s.m., (infant.) essere pauroso
roso immag.: ècco l ~! immag.: chjamo ~ si nu sta bbòno!
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
362

macedògna, s.f., sigaretta di marca Ma- màcero, s.m., maceratoio per lo stallatico
cedonia. || agg., fermentato, di letame.
macèlla, s.f., 1. gramola. 2. pezzo di ta- màchena: ➝ màchina.
vola inchiodata, per sorreggere il tavo- machenétta: ➝ machinétta.
lato di una cassaforma orizzontale. màchina, màchena, s.f., 1. macchina: ~ da
macellà, v. tr., 1. macellare. 2. (fig.) pic- cucì, macchina per cucire | ~ da scrive,
chiare con forza. 3. (fig.) danneggiare le macchina per scrivere | la ~ fottogràfica
colture (rif. a condizioni atmosferiche): | vann’a vvéde la ~ de santa Ròsa, vanno
la gragnòla la macèlla la vigna. ad assistere al trasporto della macchina
macellaro, s.m., 1. macellaio: l macellare di santa Rosa | quanno passa la ~? 2.
de prima si potévono contà su le déta || trebbiatrice. 3. automobile: le gram
dim. macellarétto, garzone del macel- màchene che cce sò n ce se créde (sul-
laio. 2. (fig., dispr.) chirurgo inesperto: l’intensità della circolazione) || dim.
è m ~ quéllo. va llà che tte fa bbèllo. machinétta | accr. machinóne | pegg.
macellerìa, s.f., macellazione: vénne a machinàccia.
bbassa ~, a prezzo ridotto (di animali machinà, v. tr., trebbiare con la mietitreb-
morti per incidente o che si sono dovuti biatrice: ògge machinamo.
uccidere). machinàrio, s.m., macchinario || Forme:
macèllo, s.m., 1. (raro) mattatoio. 2. ma- pl. machinari.
celleria. 3. (fig.) lavoro scadente: m ~ de machinata, s.f., contenuto di un’automo-
muro ha ttirato sù. 4. (fig.) confusione: bile.
le fijje llà ppe ccasa fanno n zacco de ~. machinétta, machenétta, s.f., 1. auto di
5. (fig.) disastro: che mmacèllo! piccola cilindrata. 2. (rec.) obliteratrice.
macellóne, s.m., individuo grossolano. 3. pigiatrice: la ~ pe ppistà ll’ua. 4.
màcena, màcene, màcina, s.f., 1. mola, tosatrice. 5. caffettiera napoletana: famo
macina del mulino. 2. macchina per l caffè co la ~. 6. accendisigari. 7. rasoio
spremere le olive. di sicurezza. 8. pompa a zaino per irro-
macenà, macinà, v. tr., 1. macinare: tòcca rare le viti. 9. (fig., iron.) persona lo-
nnà mmacinà, sennò ddomane n famo l quace.
pane || prov.: chi pprim’arriva, màcina | machinista, s.m., 1. conduttore di treno o
acqua passata num màcina ppiù. 2. pi- di tram. 2. addetto alla guida della treb-
giare le olive con la mola || v. intr., es- biatrice.
sere moribondo: ha mmacinato e ffatto maciarà, v. intr., macerare || maciarasse,
la bbollétta, quann’uno mòre || Forme: v. intr. pron., fermentare: coll’acqua e l
Ind. pres. 1 macino; 2 macine; 3 macina, zóle se màciara lo stàbbio | métt’a mma-
màcina; 4 macinamo; 5 macinate; 6 ma- ciarà la cànape.
cìnono | P. pass. macinato. macignino, macinino, s.m., pietra lavica
màcene: ➝ màcena. di Bagnaia.
macenino, s.m., 1. macinino da caffè. 2. macinà: ➝ macenà.
(fig.) veicolo in cattive condizioni. màcina: ➝ màcena.
macèra, s.f., mucchio di pietrame che macinatura, s.f., molenda, parte del grano
viene composto in seguito alla ripulitura presa in compenso del lavoro.
del terreno || macère, s.f. pl., macerie. macinèllo, s.m., macinino: l ~ pil caffè.
Vocabolario
363

macinino: ➝ macignino. le ~ è mmèjjo a llassallo stà.


màcioro, s.m., maceratoio: méttelo déntro madre: ➝ matre.
l ~! madrebbadéssa: ➝ matrebbadéssa.
macubbino: ➝ macupino. madrecina: ➝ matricina.
macupino, macubbino, s.m., macubino, madrigala, s.f., (raro) martingala del cap-
qualità di tabacco da fiuto. potto.
madalèna, antrop., Maddalena. mae, avv., mai: n zìa ~! | chi ll’ha vvisto ~?
madama pollaròla, s.f., donna trasandata, | ~ e ppòe ~!, giammai! | ha visto ~ lo
goffa. riva! | ha visto ~ che ppò vène? | più cche
madarazzaro: ➝ matarazzaro. mmae, più che altro | quelue n zaluta ~ ~
madarazzo: ➝ matarazzo. | e ppó che ssarà mmae! | lo fa ll’anno
maderazzaro: ➝ matarazzaro. del ~ | n ce vò mmae e ppò ~.
maderazzo: ➝ matarazzo. maése, majjése, s.f., 1. prima aratura, su
madònna, s.f., 1. Madonna: la ~ t’accom- cui viene gettata la semente. 2. maggese;
pagne! (saluto augurale a chi parte) | ~ stato del terreno lasciato incolto in ri-
mia, che ssarà mmae? | (scherz.) ~ del poso, per seminarvi l’anno successivo:
petròglio! | la ~!, ~ cara!, ~ mia!, inter. na ~ che sse fa dd’estate pe ffajje pijjà l
(escl. di meraviglia) | sò na ~io!, non ne zóle, ndó s’ha dda fà la sémena del
so nulla! | nun guadagna na ~, nulla || grano. 3. terreno lavorato.
(mdd. scherz.) la madònna del Fred- maèstra, maéstra, s.f., 1. insegnante di
dano, co ll’ombrèllo e llavamano || dim. scuola materna ed elementare. 2. (fig.)
madonnèlla | accr. madonnóne, persona ape regina: abbasso la ~! abbasso! (si
molto alta: èra um ~ arto du mètre. 2. grida quando si tenta di far fermare lo
festa mariana: la ~ immacolata, ricor- sciame). 3. (fig.) prima spiga di grano
renza dell’Immacolata concezione || ~ che si sviluppa || agg., principale: pas-
(a), madonnèlla (a), loc. avv., per samo pi la strada ~.
cortello, geometricamente allineato, cor- maéstro, maèstro, s.m., maestro: ~ de
rispondente esattamente al superiore scòla, insegnante di scuola elementare |
(tecnica edilizia nella disposizione delle ~ de mùseca, insegnante di musica |
pietre sul muro in modo da sfruttarne al bbongiórno, sòr maé!, signor maestro! ||
massimo l’altezza) || madònne, pl., 1. pl. m. e f., le maéstre || agg., 1. princi-
(fig.) nervosismo: c’ha le ~, làssolo stà pale: la strada maéstra. 2. deciso: se pij-
ch’è mmèjjo | lèvete, che cc’hò ccèrte ~ java co na bbòtta maéstra, un colpo de-
ògge! | me fae venì le ~, sta zzitto! 2. ciso e rapido.
(fig.) ragioni: n zènte ~. màffia, s.f., spocchia, sfoggio di eleganza:
madonnaro, s.m., venditore di immagini ce fa ppure la ~ quéllo, se ne vanta, si
sacre. pavoneggia | ma quanta ~ ce fae!
madonnèlla (la), microtop. interno. maffióso, s.m., 1. borioso. 2. elegantone.
madòro, s.f., (euf.) Madonna: pòrca ~! magagnà: ➝ macagnà.
(bestemmia). magara1, magare, cong. e avv., magari: ~
madòsca, s.f., (euf.) Madonna: ma guarda avéllo potuto fà ssèmpre! | ~ ce ll’ésse
tu la ~! | pòrca ~! (bestemmia) || madò- davéro! | ~ fò ppure n tèmpo, eventual-
sche, s.f. pl., nervosismo: quanno c’ha mente, forse | se ppìove, ~ nu llavoramo
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
364

| ~ chi a bballà nun c’èreno state || inter.: mmagnà! | magna tu che mmagno io |
“lu vòe l gilato?” “magara!” stròzzete quanto magne! | magna quanto
magara2, santo immag. ll’aquilano, moltissimo | se magna pure
magaraddìo, inter., magari volesse Iddio! l cibbòrio, è vorace | pare che n’hae
magare: ➝ magara1. magnato mae | ~ l caccavèllo quattro a
màggeco, agg., magico. qquattro | famo a cchi mmagna de ppiù |
maggìa, s.f., magia. magne cazze si nun lavóre | mdd. le ma-
magginà: ➝ immagginà. gnarèbbe sul capo d’un tignóso (di un
magginàbbele: ➝ immagginàbbele. cibo squisito) | (scherz.) ch’ha magnato
màggio, s.m., 1. maggio, quinto mese del- la ricòtta? (a bambino senza denti) | va
l’anno: (iron.) ll’acqua de ~ guarisce li mmagnà l zapóne! | te ll’ha mmagnato l
ggelóne | a mmàggio se sposàvono le su- gatto | ti fanno ~ li mélle mal bigónzo, ti
mare | mdd. ~ è l mese del zumare, nun conciano per le feste | se fa mmagnà l
ce se spòsa | se vedém’a mmàggio che cazzo da le mósche, si trova in imbarazzo
vvène, chissà quando || prov.: vène prima | e cch’ha magnato l zale che bbéve
~ chi ggennaro (sul maltempo) | bbèllo tanto? | num magna pi nun cacà, è avaro
~, quann’è ffrésco | ~ sciutto, ma non | ha magnato le puntine del grammòfono,
tutto | ~ ortolano, tutta pajja e ppòco è un chiacchierone | ~ la fòjja, intendersi
grano | ~ vacce adàcio, ggiugno lèvete al volo | se lo magna cull’òcchje | li fa
la pèlle dal grugno. 2. ginestra dei car- mmagnà l fritto a la su mà | te magno co
bonai, ginestra da scope (Cytisus scopa- ttutte le panne | me lo magno quanno lo
rius Link). 3. maggiociondolo (Cytisus védo, lo rimprovero aspramente | s’è
laburnum L.). 4. ramo fiorito di ginestra mmagnato gnecòsa, ha sperperato tutto |
che si coglie: annam’a ffà r ~ pel Cor- se magna le mano, si pente | la spósa ha
pusdòmmene | annà a ppiantà r ~, mmagnato mal pignatto (detto quando
(scherz.) amoreggiare in campagna il piove il giorno delle nozze) | le débbite
primo maggio. se lo màgnono vivo | quann’hò mma-
maggiorménte, avv., 1. in particolare: ~, gnato io, hanno magnato tutte | magna e
le piacéva la ròbba ne la padèlla, sta zzitto! | (imprec.) te pòssa magnà le
preferiva le pietanze fritte. 2. special- ruche! || magnasse, v. recipr., mangiarsi:
mente. se màgnono ll’un coll’altro || prov.: chi
maggistrale, s.m., Istituto magistrale: ha mmagna da solo, se stròzza | la bbócca
ppréso l ~ la su fijja, frequenta l’Istituto magna e l culo rènne, accidènte a le me-
magistrale. dicine e cchi le vénne | chi è llènto a
magna, coron., (arc.) Germania (solo in mmagnà, è llènto a llavorà | magna che
un prov., vd. regnà). ddel tuo magne | chi mmagna pòco,
magnà1, v. tr., 1. mangiare: màgnece l magna sèmpre | magna e bbéve e n ci
companàtoco! | màgnela! | màgnele tu! penzà | magna castagne, bbéve acqua-
| magna quanto n grillo, è inappetente | tèllo, e spara castèllo | magnà chi mma-
~ cóme n lupo, è vorace | ~ m piède gna magna, le bbevute hanno da èssa
cóme n ebbrèo, in fretta | ~ ppan’e cci- pare | chi mmagna dólce, caca amaro |
pólle, ~ ppan’e sputo, ~ ppan’e ccor- magna, bbéve e ffatte gròsso, pijja mójje
tèllo, vivere poveramente | dalle a e ssàrtajje addòsso | chi mmagna e nnun
Vocabolario
365

invita, si stròzza gni mollica | o magne magnarèlla, agg., che mette appetito:
sta minèstra, o salte sta finèstra | chi (iron.) c’ha la fèbbre ~, malattia immag.,
mmagna ppiù ccìccia, magna ppiù inesistente, di chi sta bene (detto di chi
ppénne (sugli uccellini) | chi mmagna dimostra buon appetito).
ll’ua pe Nnatale, tutto ll’anno manéggia magnarèllo, s.m., caccia agli uccelli con
denare. 2. guadagnare illecitamente || rete e mangime.
Forme: Ind. pres. 3 magne; 4 magnamo; magnaricòtta, s.m., epit. che designa il
5 magnate; 6 màgneno, màgnono | impf. garzone del pastore.
2 magnave; 4 magnàmmio, magnammo; magnata, s.f., 1. pasto: famo tutta na ~
6 magnàveno, magnàvono | perf. 1 ma- ògge, un unico pasto | pèrde la ~, saltare
gnétte, magnètte, magnò; 4 magnàssimo; il pasto. 2. scorpacciata: d’arròsto n’ha
6 magnàssero, magnènno; 6 magnònno, ffatto na bbèlla ~ | émo fatto na ~ ricor-
magnòrno | fut. 1 magnarò, magnerò; 2 datóra, memorabile || dim. magnatèlla.
magnerae | Cong. pres. 3 mange | impf. magnato, agg., 1. roso: sto tavolino è
6 magnàssero, magnàssono | Cond. pres. ttutto ~ da le tarle. 2. infestato: na vita
1 magnarèbba, magnarèbbe; 2 ma- magnata da le ruche.
gnaréste; 3 magnarébbe; 6 magnarèb- magnatóra, s.m., 1. mangiatoia, greppia:
boro, magnarébboro | Ger. magnanno. quelue c’ha la ~ arta, soffre la fame | sèe
magnà2, s.m., cibo. de ~ arta | avé la ~ bbassa, a) avere vita
magnacaccavèlle, s.m. pl., mangiatori di troppo facile e crescere viziato (detto di
coccole di rosa selvatica; nomignolo dil., giovani); b) consumare le risorse fami-
con cui vengono designati gli ab. di Vi- liari, sprecare. 2. (fig., scherz.) tavola su
terbo. cui si mangia. 3. (fig.) luogo del fran-
magnàccia, s.m., 1. profittatore, parassita. toio, dove si teneva la pasta macinata
2. (fig.) funzionario pubblico corrotto. delle olive prima di metterla nei fiscoli.
magnàcolo, s.m., (scherz.) luogo dove si magnatòria, s.f., (scherz.) cibarie.
mangia. magnauffo, s.m., profittatore, parassita.
magnafaciòle, s.m., gran mangiatore di magnebbéve, s.m., 1. tipo di dolce. 2.
fagioli: bbrutto vellano ~! (insulto). (scherz.) cocomero.
magnamagna, s.m., mangeria, profitto il- magneddòrme, s.m., 1. individuo tardo,
lecito, concussione. poco perspicace. 2. scansafatiche.
magnapane, s.m., 1. mangiapane, paras- magnèra, s.f., maniera: raggionava a
sita: quéllo è m ~ a ttradiménto | ~ auffo. n’antra ~ | l mónno ògge ggira n’antra
2. bacherozzo da cucina, blatta (Peri- ~, il modo di vivere è diverso oggi.
planeta orientalis L.). magneréccio: ➝ magnaréccio.
magnapidòcchje, sopr. magnerìa, s.f., profitto illecito, concus-
magnaprète, s.m., mangiapreti. sione.
magnaprisciutte, s.m. pl., nomignolo dil., magnèsa, s.f., magnesia effervescente.
con cui vengono designati gli ab. di magnicchjà, v. tr., mangiucchiare.
Roma. magnìfica, s.f., (scherz.) cibo: lue bbasta
magnardo, agg., vorace (di pollo). che ppènza sólo a la ~.
magnaréccio, magneréccio, agg., 1. man- magnime, s.m., 1. mangime. 2. (scherz.)
gereccio, edule. 2. pronto da mangiare. cibo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
366

magnóne, s.m., mangione || ~ (l), sopr. majjolicà, v. tr., rivestire di maioliche.


mago sabbino, s.m., persona dedita alla majjòlo, s.m., 1. magliuolo. 2. pianta di
magia. vite di un anno.
magro, s.m., punto meno profondo del majjóne, s.m., maglione || dim. majjon-
macero per la canapa. cino.
màine: ➝ màjjene. majjonése, s.f., maionese.
maistrìa, s.f., maestria: cu mmaistrìa li majjùsquelo, agg., 1. maiuscolo. 2. (fig.)
facìvono cantà. ottimo: na còsa majjùsquela.
majja, s.f., 1. elemento dei lavori a intrec- malàccio, s.m., (euf.) cancro.
cio: m’è ccascata na ~. 2. indumento di maladétto, agg., maledetto.
tessuto a maglia: méttete la ~ de lana pe- malagurataménte, avv., malaugurata-
sante ògge, che ffa ffréddo! | ~ ccarne, mente.
maglia portata a contatto della pelle || malagurato, agg., malaugurato: pi mma-
dim. majjétta. 3. lama dell’erpice: èrpice lagurata sòrte mia.
a mmajja. malagùrio, s.m., malaugurio: mi pare ll’u-
majjala, s.f., scrofa, solo nella imprec.: cellàccio dil ~, di persona lamentosa,
pòrca ~! pessimista.
majjale, s.m., maiale. malaléngua, s.f., maldicente: le malelén-
majjalétto, s.m., porcellino lattante. gue n ze cónteno.
majjalino de sant’antògno, s.m., porcelli- malaménte, avv., 1. male: è ccascato ~,
no di terra, aselluccio (Oniscus asellus rovinosamente. 2. in maniera sbagliata:
L.). fa ssèmpre le còse ~.
majjara, s.f., magliaia. malandrino: sémo vitorbése e mmalan-
màjjene, màine, màjjine, s.f., (arc.) madia: drine pe ggiónta (blas. pop. autoelogia-
c’ha la màjjene piéna, si trova in buone tivo).
condizioni economiche | avécce la ~ malannato, agg., 1. acciaccoso, malatic-
arta, aver penuria di cibo | c’ha la ~ cio: è mmalannato, ha ddato ggiù l com-
bbassa, ha cibo a sufficienza | métta l pare. 2. fatiscente, di costruzione.
pane ma la màine. malanno: (prov.) dòppo la cinquantina, m
majjerìa, s.f., maglieria. ~ gni mattina.
majjerista, s.f., maglierista. malaparte, s.f., reazione negativa: jj’ha
majjése: ➝ maése. ffatto na ~.
majjétta, s.f., 1. maglietta, cordoncino per malappéna (a), loc. avv., a malapena: lo
asole. 2. particolare dell’astuccio della conóscio ~.
penna a inchiostro. malatìa, ammalatìa, malattia, s.f., 1. malat-
majjifìcio, s.m., (rec.) maglieria. tia: malattia de la luna, ridocoroidite re-
màjjine: ➝ màjjene. cidivante del cavallo | malattia de le
majjo, s.m., 1. maglio di legno pesante: l dònne, malattia venerea. 2. ampelopatia:
~ de légno fatt’a ppippa, p’anzeppà le ma le vite ll’attacca la malatìa.
passóne. 2. macchina con grossa mazza malattia: ➝ malatìa.
battente. malavòjja, s.f., malavoglia || ~ (de), loc.
majjòleca, s.f., maiolica. avv., di malavoglia, malvolentieri: lo
majjolecato, s.m. e agg., maiolicato. fa ~.
Vocabolario
367

malazzióne, s.f., offesa. offendersi.


malcaduto, marcaduto, s.m., epilessia. maledì, v. tr., scongiurare, esorcizzare, li-
malcreanza, s.f., 1. increanza, mancanza berare mediante esorcismi le colti-
di educazione. 2. scortesia. vazioni da insetti infestanti: chjamò n
male, s.m., 1. male: la mi pòra mate avìa frate a mmaledì li purcióne che li ma-
~, era malata || prov.: nun fa bbène ch’è gnàveno l faciòle.
spregato, nun fa mmale ch’è ppeccato | malèrba: (prov.) la ~ num mòre mae.
fà l mal’e ppènzece, fà l bèn’e scòrdete | malfèrente, s.m., (arc.) malfattore.
~ nun fà, ppaura nun avé | chi mmale ha malìa, s.f., malattia delle piante | ~
ffatto, Dio lo paga. 2. malattia: si ppò c’è bbianca, oidio.
l ~, tòcca ccórre | quanno li se pijjava l ~, malimpèggio, s.m., maleppeggio da mu-
aveva un attacco epilettico | ste ~ bbrutte ratore: l ~ se chjama accusì, perchè Ddio
che n ze cùrono, incurabili | cor ~ cattivo ll’ha ddoprato quanno creò la dònna || ~
è mmòrto a qquìndec’anne (di cancro) | (a la), loc. avv., alla meglio: fà na
~ de fémmene, malattia venerea | ~ de la còsa ~.
vescica, prostatite | mal’al pètto, mastite: malinconóso, agg., malinconico.
hò vuto l mal’al pètto del primo fijjo | mal malincòre (a), loc. avv., a malincuore: lu
de fégoto, epatite | adè m ~ che ss’at- féc’~.
tacca, contagioso | ~ de la piètra, calco- malincunìa, melinconìa, melincunìa, s.f.,
losi | mal de pètto, tisi | mal de stòmmoco malinconia.
| ~ de còrpo, mal di panza, mal di pancia malintènto, s.m., obiettivo malvagio.
| mal del prèmoto, pressione dell’ano, da malinzervizziato, agg., disubbidiente.
cui esce sangue e acqua | mal de capo, mallòppo, s.m., 1. (fig.) groppo alla gola.
mal di testa, emicrania, nevralgia | mal 2. (fig., euf.) membro virile e scroto.
de dènte, mal di denti, odontalgia | mal malloppóna, s.f., donna grossa, pesante.
d’òsse, artrite, reumatismi | hò mmale, mi malòcchjo: bbuttà l ~, dare il malocchio |
sento male || prov.: gni ~ vòle l zu sfògo | levà l ~, rompere l’incantesimo.
gni ~ ha la su scusa | l ~ manco a li cane malòpra, s.f., malefatta.
| l ~ n z’àgura ma nnessuno | tra ddu ~ malparata, s.f., malaparata: quann’ha
scéjje l minóre || (d.) (scherzo.) pil mal di vvisto la ~, se la squajjò.
dènte ci vò la fòjja dil càvolo (unico ri- malpratico, agg., di individuo inesperto: n
medio è estirparlo). 3. parte del corpo artista ~ mica ce la fa.
malata || avv.: jje vò mmale a la sòciara | malrossino, marrossino, s.m., peste suina.
stà mmale ~, porétta | essere molto malumóre, s.m., pus: la pomata tirava l ~
grave, in fin di vita | stamo n c’è mmale, di la firita.
abbastanza bene | “cóme state?” “n c’è malusato, agg., malavvezzo.
mmalàccio” | dì mmale de tutte, sparlare malvolé: ➝ marvolé.
| métta ~, metter discordia | portà mmale, malvolènza: ➝ marvolènza.
portare disgrazia | manco male!, certa- mambrucco, agg., (dispr.) di un cavallo
mente! || a mmale, loc. avv.: annà ~, scadente || s.m., (fig.) stupido.
guastarsi, avariarsi | mannà mmale, ro- mamma: la mi mà, mia madre | ó mà!,
vinare | tutta ròbba it’a mmale, deterio- mamma! | e mà!, oh mamma! | la tu
rata | pijjàssela ~, aversela a male, mane, (arc.) tua madre | nudo e ccrudo
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
368

cóme ll’ha ffatto la su mà | la su pòra esile: sta regazza è na ~ || dim. mancia-


mà, sua madre buonanima | tutte le fijje tèlla.
da le mamme! | lo dico a la tu mà, a tua mancina: ~ (a), loc. avv., a sinistra: fasse
madre | (inter.) ~ mia! | (d.) de mamma ci l nòme del patr’~, disperarsi, raccoman-
nn’è una sóla || prov.: chi ha mmamma, darsi a tutti i santi in una situazione cri-
num piagna | chi tti fa ppiù ddi ~, t’in- tica.
ganna | chi tte fa ppiù dde ~, o tte finge mancino, agg., 1. di cavallo con zampe
o tt’inganna. convergenti nell’andatura: l cavallo ~
mammalucco, s.m., 1. mamelucco. 2. bbutta n fòri. 2 insolvente, che non paga
(fig.) stupido. i debiti.
mammana, s.f., levatrice. mancipazzióne, s.f., emancipazione.
mammanca, manomanca, s.f., sinistra. mancipià, v. tr., 1. rovinare. 2. picchiare
mammatróne, s.m., paura intensa: jj’è sonoramente.
vvenuto l ~. manco: (prov.) mano manca, lìngua
mammóne, s.m., 1. mammona. 2. demo- santa; mano dritta, lìngua trista (se si
nio. 3. (fig.) denaro in genere. avverte un sibilo nell’orecchio destro, si
mancà, v. intr., mancare: pòco ce manca è oggetto di maldicenza) || avv., nem-
che ccasca | pìjjalo sù l fijjo, li manca r meno: ~ a ffacce | ~ la fatica! | ~ pil
fiato, nu lo véde? (la respirazione del cazzo!, nemmeno per sogno | ~ si mme
bambino ha subito una sospensione spa- scanne ce vò | è ffurbo e mmanco pòco |
smodica) | ce mancava pure qué! | ce n ze sènte ~ ll’odóre | n c’ha llasciato ~
mancarèbbe artro!, Dio non voglia! | li la puzza, ha preso tutto | ~ li paréva véro
manca n venardì | a la mi cintura n ce | ne sapéva de còse che mmanco se sa |
manca gnènte, ho fatto tutte le esperienze nun ce vò mmanco mòrto! || ~ a ddillo!,
| (iron.) de quello che cc’avémo n ce certamente! | ~ per idèa!, neanche a pen-
manca gnènte | li màncheno vènte sòrde sarlo! | ~ pi gnènte!, niente affatto.
pi ffà na lira (è povero) | li manca sèmpre mancomale, inter., per fortuna!
la tèrra sótt’al piède (è ansioso e insi- màndala: ➝ màndola.
curo) | ci màncheno na massa di nutìzzie mandarino, s.m., bue castrato, con al
|| prov.: quanno manca l gatto, l zórce collo il campano, che guida il branco.
ballono || Forme: Ind. pres. 6. mànche- màndola, màndala, mànnala, s.f., 1. man-
no, màncono | fut. 3 mancarà; 6 man- dorla: òcchje a mmànnala. 2. seme com-
caranno | Cong. impf. 1 mancasse | mestibile contenuto nel nòcciolo del
Cond. pres. 3 mancarèbbe | Ger. man- frutto. 3. seme di zucca, cocomero, ecc.
canno. || màndele, màndole, pl.
mancaddillo, inter., 1. neanche a parlarne! mandolina, s.f., frutto verde del man-
2. ma certo! dorlo, ancora tenero, commestibile
mancaménto, s.m., errore. prima della formazione del guscio || pl.
mancétta, s.f., (infant.) regalo in danaro mandoline, manduline.
fatto ad un bambino: ce dava la ~ pi mandolino, s.m., 1. mandorlo (Amygdalus
Nnatale. communis L.). 2. frutto del mandorlo,
manciata, s.f., 1. alcuni fusti di canapa mandorla.
mietuta legati insieme. 2 (fig.) persona mandolóne, s.m., confetto che veniva di-
Vocabolario
369

stribuito ai facchini della macchina di tre manciate unite insieme. 3. polsino


Santa Rosa durante il trasporto. della camicia.
màndria, s.f., stazzo delle pecore || dim. manìccio, s.m., 1. manicotto. 2. rimaneg-
mandriòlo. giamento per creare confusione.
mandritta, manritta, s.f., mano destra: su mànico d’uncino, antrop., personaggio
la vòstra ~, alla vostra destra || mandritta immag., che ricorre in un mdd. (vd. cric-
(a), loc. avv., a destra. che2).
mandulino, s.m., mandolino: c’ha m bèl manijja, s.f., maniglia.
culo a mmandulino, ben formato. manine del zignóre, s.f. pl., caprifoglio,
màneca, s.f., manica: n te pulì l naso su la madreselva (Lonicera caprifolium L.).
~! | sta m máneche de camìcia | qué adè maniscarco: ➝ manescarco.
n antro par de màneche | èra de ~ larga manna, s.f., 1. rugiada dolce, primaverile
co le fijje, indulgente || dim. manechétta. o autunnale: la ~ mannava de còrpo
màneco, s.m., 1. manico: mdd. tené l cor- cóme m porgante, mann’e ssénna se pij-
tèllo da la parte del ~. 2. (fig.) pène || java. 2. manna: ch’aspètte la ~ che
dim. manechétto. ccasca dar cèlo? (a persona inattiva).
maneggià, v. tr., 1. rimestare: ~ la polènta mannà, v. tr., mandare: mannàmele l vi-
tutto r tèmpo. 2. spostare: l prosciutto se stite!, mandiamo loro | manna!, dammi!
manéggia tutte le mattine. 3. impastare: | l majjale se manna drénto all’aròlo |
se bbutta ggiù l lèvito e m pò d’acqua co c’è ll’anèllo de fèrro pe mmannall’a
na manata de sale e sse comìncia a ffónno (rif. alle reti da pesca) | ci lu
mmaneggià la farina. 4. mescolare con mann’a ddì | mànnecelo a ddì! | mannà-
il mestatoio il latte || Forme: Ind. pres. 2 tejjelo a ddì! | ~ l fijje a scòla | li fijje toc-
manégge; 6 manéggiono. cava mannalle n giro scarze | dimme m
maneggiata, s.f., azione di mescolare: li pò, ce sè venuto o tte c’hanno mannato?
damo na bbèlla ~. (a persona importuna) | ~ avante, azio-
manescarco, maniscarco, s.m., mani- nare | mannava tutte ll’ingranagge,
scalco. azionava | manna odóre, emana pro-
manétte de la passióne, s.f. pl., caprifo- fumo | lo mannònno via che pparlava da
glio, madreselva (Lonicera caprifolium sólo, infuriato | ~ ppe la carità, ridurre
L.). in miseria, ad elemosinare | accusì me
manfrina, s.f., finzione, lusinga: nun me mann’a ccattènno | n ze mannav’a
stà ffà ttante manfrine! mmale gnènte, non si sprecava nulla | me
manfrùscola, s.f., sorta di ballo. manne a zzampe per ària, in fallimento
manganèllo, s.m., governo autoritario | ~ a ttravèrzo la bbevuta | ~ dde còrpo,
fascista. facilitare l’evacuazione | lo mann’a ffà n
manicata, s.f., colpo sferrato con il ma- culo | ~ n quel paése, all’inferno | e
nico della frusta. mmanna!, dài! | ~ li rime, improvvisare
manìcchja, s.f., stiva con cui si regge un distico rimato | li mannàveno pure li
l’aratro. rime su mmisura, dedicavano loro | li
manìccia, s.f., 1. funicella che si lega alla mannava ggiù lisce lisce l fiche, li in-
mano, per lanciare la girella di legno. 2. ghiottiva | ~ llà, infilare | la paura jj’ha
quantità di canapa scotolata, costituita da mmannat’addiètro l latte, le ha arrestato
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
370

il flusso del latte || ~ ssù, a) eleggere; b) prendilo per mano! | si tte pijja la ~, nu
infilare: (triv.) te lo manno sù mmóscio lo pare, se prende confidenza | métte le
cóme n chjòdo (rif. al pène); c) lasciar ~ avante, pe nun cascà addiètro, preve-
sviluppare una pianta in altezza || ~ vvia, nire un evento negativo | c’ha le ~ d’òro
a) scacciare: più la manno via e ppiù | métte le ~ d’òro, mettere incinta | métte
vvène; b) togliere il mandato elettorale, le ~ sul fòco, fidarsi ciecamente | c’ha le
sconfiggere || well.: Dio ce la manne ~ bbucate, è prodigo | te le métte su le ~,
bbòna!, dicéva quéllo ch’aspettava la in mano | c’ha le ~ de ricòtta, gli sfug-
sèrva || Forme: Ind. pres. 1 manno; 2 gono gli oggetti dalle mani | lo pòrtono
manne; 6 mànneno, mànnono | impf. 3 m parmo de ~, lo tengono in grande con-
mannaa; 6 mannàveno, mannàvono | siderazione | pregà a mmano ggiónte | fà
perf. 3 mannò; 5 mannaste; 6 man- cco le sòrde su le ~, pagare a contanti |
nènno, mannònno, mannòrno | fut. 1 tené n rigazzino pi li ~, per la mano | a
mannarò, 5 mannaréte | Cond. pres. 1 mmano manca, a sinistra | è na ~ santa,
mannerébbe | Ger. mannanno. è un rimedio efficace, un toccasana | ri-
mannàggia, mannàggio, mannajja, inter., mané co na ~ davante e una de diètro,
mannaggia!: ~ la misèria! | ~ a la mise- privo di ogni risorsa || ~ (a la), loc. avv.,
riàccia! | ~ li pescétti! | ~ l frisiggèllo! | a) alla buona: sò ttutte ggènte ~; b) alla
~ li fijji ciuchi, accidenti ai ragazzi! | ~ a leggera | a mman’a mmano, loc. avv.,
mmé e qquanno ce sò nnato a ddìjjolo | man mano || dim. manarèlla | accr. ma-
~ sambuco co la commare! | ~ sam nóna || prov.: ~ frédde, còre callo | na ~
Pistèrno abbate! | ~ Frusiù co la lava ll’artra, e ttutt’e ddue làveno l viso
calamita! | ~ san Selasié! | ~ san Frusiù! || Forme: pl. mano, mane.
| ~ santa Galla! | ~ cristallo e vvétro! | ~ manodòpra, s.f., manodopera.
fil’e ccuce! | ~ la Bbilónna! | ~ l pa- manomanca: ➝ mammanca.
triarca! | ~ l presèpio! | ~ l patre manométta, manométte, v. tr., manomet-
guardiano! | ~ quell’anculata! | ~ l pec- tere.
cato! manométte: ➝ manométta.
mannàggio: ➝ mannàggia. manòpra, s.f., manovra: facéva ~ l trèno.
mannajja: ➝ mannàggia. manoprà, v. tr., manovrare.
mànnala: ➝ màndola. manritta: ➝ mandritta.
mannara, s.f., 1. mannaia: de quélle mantène: ➝ mantené.
tèmpe, cu la ~ ci lu tajjàveno l capo. 2. mantené, mantène, mantiné, mantinì, v.
grosso ferro trapezoidale tagliente del tr., 1. mantenere: ~ mmójje e ffijje. 2.
macellaio || dim. mannarétta || (euf.) conservare. 3. tener fede: ~ le promésse.
pòrca ~ ! (bestemmia). 4. far crescere || v. intr., conservarsi: ha
mannata, s.f., mandata; scatto del paletto ppiovuto, la tèrra mantène (si conserva
della serratura. umida) | ll’invèrno l pane mantenéva de
mannèlla, s.f., manipolo di canapa da fi- ppiù || mantenésse, v. rifl., 1. conser-
lare messo sulla rocca || dim. mannel- varsi: te mantène pròpio bbène, Dio te
létta. bbenedica! | se mantène frésco sto pane
mano, s.f., mano: dà na ~, aiutare | avécce | s’è mmantinuta sèmpre tal’e qquale la
la ~ | pijjacce la ~ | dajje la ~ al fijjo!, tu zzia. 2. guadagnarsi da vivere ||
Vocabolario
371

Forme: Ind. pres. 2 mantènghe; 3 man- maranghèlla, s.f., (infant.) gherminella.


tène; 4 mantenémo; 6 mantèngheno | maranno, s.m., malanno.
impf. 3 mantenéva, mantenìa, mantiniva marano, agg., nell’espr. fig.: órzo ~, indi-
| perf. 6 mantininno | Cong. pres. 3 man- viduo scorbutico, incivile.
tènghe | P. pass. mantenuto, mantinuto | maràquelo (arc.): ➝ miràquelo.
Ger. mantenènno. marasca, s.f., amarena.
mantillina, s.f., mantellina. maravijja, meravijja, s.f., meraviglia: ma
mantiné: ➝ mantené. stu mónno n c’è dda fasse ~ di gnènte,
mantinì: ➝ mantené. chi ttutto pò ssuccèda | se ne fa mmara-
màntrice, s.m., 1. mantice. 2. (fig.) rantolo vijja, se ne stupisce | adè na maravijja!
bronchiale, respiro affannoso: lo sènte || ~ (a), loc. avv., a meraviglia.
quelue che mmàntrice che cc’ha? maravijjasse, meravijjasse, v. intr. pron,
manùbbio, manùbbrio, s.m., manubrio. meravigliarsi: se meravijjònno na massa
manùbbrio: ➝ manùbbio. a vvedéllo rivà.
manuvalanza, s.f., manovalanza: sò marcàccio, sopr.
llavóre de bbassa ~, di fatica, non qua- marcaduto: ➝ malcaduto.
lificati. marcantògno, s.m., marcantonio, uomo
manuvale, s.m., manovale || dim. manu- alto e robusto.
valétto, apprendista muratore. marcétto, agg., fermentato, con i vermi:
manuvèlla, s.f., manovella. càcio marcétto.
manuvèlle, antrop., Emanuele. marchése, s.m., 1. (fig., euf.) mestrua-
manzo1, s.m., castrone, maschio castrato zione. 2. (fig.) malumore, nervi a fior di
della pecora. pelle: me sa che cc’ha l ~ ògge, làssolo
manzo2, agg., 1. mansueto. 2. inoffensivo. stà.
3. calmo: n òmo ~ cóme n ciòcco. marchiciano, marchiggiano, s.m., mar-
manzoèto: ➝ manzovèto. chigiano || (d.) è mmèjjo um mòrto dén-
manzovèto, manzoèto, agg., mansueto. tro casa ch’um ~ su la pòrta.
mapirò: ➝ pirò. marchiggiano: ➝ marchiciano.
mappa: nell’espr. fà mmappa, ingrossarsi marchjavèllo: ➝ macchjavèllo.
da non poter più uscire: quanno le cane marchjóne, macchjóne2, s.m., 1. bestia
s’attàccono, fa mmappa (rif. al pène) | l mal castrata. 2. (fig.) individuo smidol-
màneco ha ffatto ~ cóme r cane || per- lato.
sonaggio immagin. marciacce, v. intr., approfittarsene: quélla
mappamónno, s.m., 1. mappamondo. 2. ce màrcia, ha capito?
(fig.) largo deretano. marcindiètro (a), loc. avv., a retromarcia.
mappóna, s.f., donnone. marco: quelóro due sò Mmarco e la Mèa,
maprò: ➝ pirò. di due persone inseparabili.
marafèo, s.m., ragazzo noioso. màrdela: ➝ màrdola.
maraghèlla, macarèlla, s.f., marachella: mardicènte, s.m., maldicente.
chi ffa le macarèlle, col tèmpo se vèn’a mardicènza, s.f., maldicenza.
ssapé ttutto. mardocchèo, personaggio immag.: (d.)
maramao: ➝ maramèo. ll’ùrtemo a ccumparì fu Mmardocchèo
maramèo, maramao, s.m., ladruncolo. (di una persona tonta o lenta).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
372

màrdola, màrdela, s.f., martora (Martes marito || (prov.) chi ccol ~ vò rregnà, più
martes). bbucìe che vverità | chi ppijja ~, gni
maréjjo, mirìggio (raro), s.m., meréjja, bbène è ffinito || marite, s.m. pl., spighe
s.f., 1. meriggio. 2. meriggiare del be- dell’avena selvatica che si attaccano al
stiame all’ombra: le pècore vanno a ~ vestito.
dòpo le òtto | pure l cristiane vann’a maritòzzo, s.m., (fig., scherz.) bernoc-
mmeréjja, riposano all’ombra estiva. colo.
marenà, v. tr., marinare: ll’ha da ~ mariùccia, ipoc., Maria.
coll’acéto m par de ggiórne. marlétto, s.m., merletto.
marènna, merènna, mirènna, s.f., me- marmajja, s.f., marmaglia.
renda || dim. merennétta, mirennùccia. marmétta, marmitta, s.f., 1. grossa pen-
marfatto, agg., 1. malvagio. 2. scontroso. tola, pignatta: s’addopràveno le mar-
3. imperfetto. métte de còccio, pe ffà r damagnà || accr.
marfidato, agg., malfidato. marmettóne. 2. marmitta dell’automo-
marfonésco, s.m., qualità friabile di ter- bile: me s’è sfonnata la ~. 3. tipo di la-
reno vulcanico. terizio (cm. 20 x 25).
margarita: ➝ marghirita. marmillata, s.f., marmellata.
marghirina, s.f., margarina. marmitta: ➝ marmétta.
marghirita, margarita, s.f., margherita || marràccio, s.m., pesante roncola che nella
antrop. parte posteriore ha un’ascia (usata spec.
margólla1 (arc.): ➝ meróllo. dai boscaioli).
margólla2, s.f., 1. bambola di pezza. 2. marrétte, nella chiusa rimata di una fila-
(fig.) donna brutta e trascurata. strocca: frulla frulla castagne ~.
marianna: (euf.) pòrca ~! (bestemmia). marriddótto, agg., 1. deperito. 2. in pes-
marignana: ➝ melegnana. sime condizioni.
marina: mdd. bborbòtta la ~, il tuono ru- marrocchino, s.m., marocchino.
moreggia sordo in lontananza, in dire- marrossino: ➝ malrossino.
zione del mare. marrovèscio, s.m., manrovescio.
marinaro, s.m., marinaio || dim. marina- marrùbbio, s.m., marrubio (Marrubium
rétto || Forme: pl. marinare. vulgare L.).
marino, s.m., vento estivo, che spira da marruchéto, s.m., roveto.
sud-ovest (tra ponente e favonio). martano, s.m., vento che spira da nord-
mariolétta, s.f., 1. marionetta. 2. gesto est, dalla direzione in cui, rispetto a Vi-
stupido, azione leggera: chi ffae le ma- terbo, si trova Marta sul lago di Bolsena.
riolétte?, cambi idea? martavèllo, s.m., bertovello, tipo di rete a
marità, v. tr., 1. dare marito: c’ha ddu fijje forma conica, simile alla nassa.
da ~. 2. maritare la vite all’albero tutore: marteddì, martidì, s.m., martedì: ~
la vigna èra tutta maritata na vòrta || ggrasso, ultimo martedì di carnevale.
maritasse, v. intr. pron., prendere ma- martellétto (a), loc. avv., con rintocchi ve-
rito: stava di casa cu la fijja maritata. loci: le campane sòneno ~.
marito: sò mmarit’e mmójje, sono sposati martellinà, smartellinà, v. tr., martel-
| na regazza da ~, in età per sposarsi | l zu linare, battere con la martellina.
~, suo marito | pijjà mmarito, prendere martèllo: ~ da fòco, martello del mani-
Vocabolario
373

scalco per lavorare sulla forgia. piana scanalata con listelli laterali.
martempè, s.m., maltempo: tèmpo nùgolo marzista, s.m., marxista.
e l ~ (espr. rif. a bambino vivace). marzo: me sa ch’è nnato de ~, è un tipo
màrtere, s.m. inv., martire. strano || prov.: pi mmarzo, di gn’èrba
martidì: ➝ marteddì. fanne n fàscio | ~ asciutto, ma nun tutto
martinìcchja, s.f., martinicca, freno del | ~ pazzo | ~ mazzòcchja, aprile sco-
carro agricolo. nòcchja (si formano le gemme che si
martrattà, v. tr., 1. maltrattare. 2. rimpro- schiudono rapidamente) | sóle de ~, o te
verare energicamente. tégno o t’ammazzo.
martufajja, s.f., 1. confusione. 2. solfa: marzucca, mazzurca, s.f., mazurca.
arisòna la ~!, ridagli, che noia! masca, s.f., (raro) strega.
marturiato, agg., martoriato. mascagna (a la ), loc. avv., detto di capelli
maruvano, s.m., zotico. pettinati all’indietro, senza scriminatura
marva, s.f., malva (Malva rotundifolia L., (foggia di pettinatura per uomo): por-
M. silvestris L.): ll’acqua de ~ fa bbène tavo le capélle ~.
pil mal di dènte (infuso a base di malva). mascarà, mascherà, v. tr., 1. mascherare.
marvacìa, s.f., malvasia, varietà di vitigno 2. parlare in modo velato. 3. (fig.) esco-
e di uva: la ~ ce ll’ha llunghe le passine, riare, graffiare il volto: cu ddu ràffichi
gli internodi | ~ de càndia. ll’ha mmascarato. 4. (fig.) deturpare il
marvàggio, agg., malvagio: sto vino n’è volto || mascarasse, v. rifl., 1. masche-
mmarvàggio, è discreto. rarsi. 2. (fig.) invaiare dell’uva. 3. (fig.)
marvolé, malvolé, s.m., malvolere || v. tr., escoriarsi sul volto.
nutrire antipatia: ll’ha ppres’a mmar- màscara, s.f., 1. maschera. 2. persona
volé. travestita.
marvolènza, malvolènza, s.f., male- mascarata, s.f., 1. mascherata carne-
volenza. valesca. 2. buffonata.
marvoluto, agg., malvoluto. mascaróne, s.m., 1. mascherone. 2. (fig.)
marvóne, s.m., malvone (Althea rosea persona escoriata, graffiata o deturpata
Cav., Alcea rosea L.). sul volto: è ccascato, s’è rridótto m ~.
marzalino: ➝ marzallino. mascarzonata, s.f., azione da mascalzone.
marzalla, s.m., marsala. mascarzóne, s.m., mascalzone.
marzallino, marzalino, s.m., bicchierino mascèlla, s.f., pezzo di tavola corto e
di marsala. spesso 10 cm., usato in lavori di carpen-
marzano, agg., malsano. teria, messo di traverso per reggere le
marzaròlo, agg., 1. marzaiólo, nato in sponde nelle impalcature; oppure in-
marzo. 2. bislacco. chiodato per fermare ai lati la base della
marzeggià, smarzeggià, v. intr., 1. gettata di cemento.
marzeggiare, presentare improvvisi mascherà: ➝ mascarà.
cambiamenti delle condizioni meteoro- maschjàccio, s.m., ragazzina vivace: la su
logiche (detto spec. del mese di marzo): nipóte è ppròpio m ~.
sto tèmpo marzéggia, è mpatassato. 2. maschjétto, s.m., 1. neonato di sesso
(fig.) comportarsi in maniera strana. maschile. 2. ragazzino | maschjé!, vocat.,
marzijjése, s.f., marsigliese, tipo di tegola con cui rivolgersi a ragazzino, del quale
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
374

si ignora il nome. 3. apprendista: ~ de forma cilindrica, composto di doghe e


bbottéga. cerchiato, a due manici, della capienza
màschjo, s.m., 1. persona o animale di di 70-80 kg., usato al frantoio per rac-
sesso maschile || prov.: ~ o ffémmina che cogliere l’olio e l’acqua.
ssia, métti nòme Ggiammarìa. 2. radice masticatìccio, s.m., masticatura, resto di
fittonante centrale di una pianta d’alto cibo masticato a lungo.
fusto: l ~ che vva ssótto ce ll’ha l cèrro, màstrece, s.m., mastice.
la cèrqua. 3. ingrossamento rotondeg- mastrille, cogn., Mastrilli: c’évo la stòria
giante, che si forma in cima allo scapo de ~, l brigante.
fiorale della cipolla. 4. germoglio del mastro, s.m., 1. (raro) maestro. 2. mastro,
cardo. 5. parte superiore della pianta di artigiano specializzato || prov.: ~ d’òc-
canapa. 6. parte convessa dell’incastro. chjo, nun vale n finòcchjo.
7. perno su cui ruota il cancello. mastrombròjja, s.m., (scherz.) im-
maschjóne, s.m., 1. donna di aspetto ma- broglione.
scolino. 2. (fig.) varietà di castagna più mastropiètro, s.m., (infant.) sonno: arriva
grande, ma meno pregiata del marrone. ~.
maschjòtto, s.m., ragazzo tra i dieci e i matàfara, matàfera, s.f., metafora || ~
quindici anni di età. (sótto), loc. avv., velatamente, per allu-
masonata, s.f., pasta per pane messa a lie- sione: ce sò le fijje pìccole, tòcca parlà
vitare. ~.
massa, s.f., enorme quantità: c’ha na ~ de matàfera: ➝ matàfara.
ròbba fòri provìncia, grande proprietà matarasso: ➝ matarazzo.
terriera | di filatóre ci nn’èreno na ~ | matarazzaro, madarazzaro, maderaz-
prima le bbèstie ce nn’èrono na ~ | ar- zaro, s.m., materassaio.
rivò na ~ de cristiane | jje n’ha ddétte na matarazzo, madarazzo, maderazzo,
~ e na spòrta || avv., molto: pe ffinì, ce matarasso, materazzo, s.m., materasso:
métte na ~, impiega molto tempo | na l matarasso de crino s’addoprava pel-
dònna bbèlla na ~, molto bella | li ras- l’istate ch’èra frésco | lue è l ~ dil caz-
somijjate na ~. zòtte, capro espiatorio | dim.
massagrà, v. tr., massacrare. madarazzétto, matarassétto, materaz-
massagro, s.m., 1. massacro. 2. (fig,) di- zétto, materassino per bambino.
sastro: sto ventàccio ha ffatto m ~ n cam- materazzo: ➝ matarazzo.
pagna. matorà: ➝ maturà.
massara, s.f., massaia. matorazzióne, s.f., maturazione.
massarìa, s.f., grande azienda zootecnica. matre, madre, s.f., 1. madre: la mi ~, mia
massaro, s.m., capo dei mandriani di vac- madre | la su ~ | na pòra ~ de famijja! |
che brade dell’azienda agricola a preva- ll’ha ffatto da ~, lo ha allevato come un
lente indirizzo zootecnico. figlio | se va nguattà ddòss’a la ~, cerca
mastecà, v. tr., masticare. protezione | sò ttutte fijje de ~, poveri ra-
mastèlla, s.f., mastello, recipiente di legno gazzi || prov.: de ~ ce nn’è una sóla | da
con due manici laterali della capienza di ~ e ffijji luntano cènto mijja. 2. Madonna
15-20 litri. (nelle invocazioni). 3. (fig.) pianta prin-
mastellóne, s.m., grande vaso di legno a cipale, da cui si prende la propaggine: la
Vocabolario
375

~ la govèrna. 4. (fig.) massa gelatinosa, tuita dagli acetobatteri, che si forma nel
costituita dagli acetobatteri, che si forma vino.
nel vino: ha ffatto la ~ sto vino. 5. (fig., matrigna: ➝ matrégna.
infant.) chi dirige un gioco. 6. (fig.) ma- matrimògno: ➝ matremògno.
trice, parte di bolletta destinata a essere matrìquela, s.f., matricola: n futtutonzac-
conservata. 7. (fig.) utero della vacca. 8. còccia di quélle cu la ~, patentato.
(fig.) uccello femmina: ce pijjamo la ~ matróna, s.f., donna grassa.
qqui ne sto nido | ritórn’a bbujjo, mattana: quanno jje pijjava la ~, n ze pa-
ce chjappa la ~ (frase scherz. rivolta a rava.
contadino che torna a tarda sera dal mattata, s.f., azione folle.
campo). 8. terreno molto fertile di un matteggià, v. intr., far pazzie.
prodotto: adè la ~ de le fónghe || ~ mia!, mattéllo, s.m., manipolo di canapa ||
inter. Forme: pl. mattélle.
matrebbadéssa, madrebbadéssa, s.f., 1. mattemàteco, agg., 1. scienziato. 2. biz-
superiora di un monastero di monache. zarro.
2. (gerg.) tenutaria di casa di tolleranza. mattina: a la ~ prèsto | tutte li mattine |
matreggià, v. intr., assomigliare alla pro- mattin’e sséra || m prima ~, loc. avv., di
pria madre. buon mattino || (euf.) pòrca ~!, (bestem-
matrégna, matrigna, s.f., matrigna: la mia mia).
n’èra cattiva de ~ || prov.: matrigna, ma- mattinatèlla, s.f., mezza giornata do-
lanno e ttigna. menicale di lavoro in campagna: hò
matremògno, matrimògno, s.m., matri- ffatto na ~.
monio: (prov.) l ~ n’è ffatto pe ttutte: chi matto: ròbba da matte | ma che ssè ~?,
ffa bbèlle e cchi ffa bbrutte | l ~ sènza che dici, sei matto? | è mmatto da legà |
fijje è ccóme n àrbero sènza frutte. co tutte ste domanne me fae diventà
matrepèrla, s.f., madreperla: pe la mmatto || prov.: pel matte n c’è mmedi-
crésema l compare jj’ha ccómpro n or- cina | co li matte n ce se raggióna | ne sa
loggétto de ~. ppiù l ~ a ccasa sua che l zàvio a ccasa
matrevita1, s.f., 1. vite centrale fissata alla d’altre.
piastra del torchio idraulico. 2. madre- mattonara (la), microtop.
vite, elemento cavo filettato. mattonaro, s.m., mattonaio || ~ (l), micro-
matrevita2, s.f., 1. portainnesto della vite. top.
2. pianta di vite, che alimenta una pro- mattóne, agg., di una varietà di pere in-
paggine. vernali.
matricala, s.f., 1. amarella, matricale mattonellaro, s.m., venditore di matto-
(Chrysanthemum parthenium Bernh.): nelle.
la ~ ll’odoràvono le partoriènte. 2. ca- maturà, matorà, v. intr., 1. maturare. 2.
momilla (Matricaria chamomilla L.). macerare, fermentare (rif. al letame). 3.
matricina, madrecina, s.f., 1. pianta di stagionarsi, del formaggio. 4. suppurare
vite, che alimenta una propaggine. 2. || maturasse, v. intr. pron., 1. maturare:
ceppaia di albero. 3. bestia che ha fi- se matùrono tarde ste pére | l grano se
gliato, spec. coniglia. maturava sul cordéllo (dopo mietuto). 2.
matrìcola, s.f., massa gelatinosa, costi- macerare, della canapa immersa in
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
376

acqua || Forme: Ind. pres. 6 matùreno, mazzamoréllo, s.m., incubo notturno.


matùrono. mazzapiómma, s.f., canna, spaccata in
mavà, inter., (iron.) davvero? cima, dove si applica un sasso da lan-
mazza, s.f., 1. mazza: se dà la ~ sul piède ciare.
da sé, si contraddice. 2. bastone più mozzarella: ➝ ammazzarellà.
lungo usato nel gioco della lippa: ~ e mazzarèlla, s.f., 1. ingrossamento al-
bbènze | ~ e mmazzòlo. 3. (fig.) pène. l’estremità di un ramo. 2. pomo del ba-
mazzabbécco, s.m., 1. mazzeranga. 2. stone del pastore: m bastóne co la ~ da
maglio di legno di minori dimensioni. capo. 3. lungo bastone che i butteri por-
mazzabbubbù, s.m., gioco infant. (var. tano alla fiera || dim. mazzarellétta.
dell’antico salincervo), nel quale il sor- mazzarellata, s.f., bastonata.
teggiato, con il viso nascosto, prova ad mazzarèllo, s.m., 1. bacchetta, fattorino
indovinare il numero delle dita stese da per ferro da maglia. 2. estremità dell’in-
un altro giocatore, il quale scandisce una testino crasso, sfintere prolasso: (infant.)
tiritera con manate sul dorso e alla fine jj’è ccascato l ~, pòro ciuco. 3. bastone.
domanda quante dita della mano tenga mazzétta, s.f., mazzuolo per spezzare
aperte. Si continua alla stessa maniera, pietre.
finché il primo non riesce ad indovinare mazzétto, s.m., 1. gruppo di frutta che
il numero e i ruoli si invertono || inter., cresce unita. 2. imbroglio al gioco delle
(infant.) intercalare usato nel gioco carte: fà l ~, barare al gioco, mescolare le
omonimo: “~, quante còrna sò carte da gioco in modo che le buone
qquassù?” “quattro!” “se ttu dicéve tre, vadano a chi tiene il banco || mazzétte,
nu stave ne ste péne. ~, quante còrna sò s.m. pl., budella di maiale legate insieme
qquassù?” che erano vendute ai poveri.
mazzacavallo, s.m., dispositivo per solle- mazziato, agg., sodomizzato: mdd.
vare il fieno e formare il pagliaio. ll’hanno fatto cornuto e mmazziato, ha
mazzacùbbia, s.f., mazzetta di ferro usata avuto il danno e le beffe.
nelle cave. mazzo, s.m., estremità dell’intestino
mazzafallóne, s.m., 1. farfallone, zerbi- crasso, sfintere prolasso: ll’èra calato l
notto. 2. grosso pidocchio. ~, porétto.
mazzafégheto, s.m., mazzafédega, maz- mazzòcchjo, s.m., 1. germoglio di pianta
zaféteca, s.f., salsiccia di fegato, di carne coltivata. 2. grosso mazzo di canapa.
di maiale e uva passa: sò bbòne na mazzòla, s.f., (fig.) pène (in un indov.).
massa le mazzaféghete. mazzolà, v. tr., 1. percuotere. 2. (fig.)
mazzafédega: ➝ mazzafégheto. punire.
mazzaféteca: ➝ mazzafégheto. mazzolata, s.f., 1. batosta. 2. (fig.) sven-
mazzafiónna, s.f., lanciasassi; fionda fatta tura: le sò rrivate ste mazzolate addòsso.
con forcella di legno, elastico e tasca di 3. (fig.) fregatura.
cuoio. mazzòlo, s.m., 1. mazzuolo di legno: col ~
mazzafrusto, s.m., pungolo, lungo ba- s’azzeppava la cannèlla ma la bbótte. 2.
stone con puntale di ferro, usato dai but- mazzuolo di ferro dello scalpellino. 3.
teri a cavallo per guidare la mandria di bastone più lungo usato nel gioco della
vacche. lippa.
Vocabolario
377

mazzurca: ➝ marzucca. mbraccià, v. tr., imbracciare.


mbacuccasse: ➝ imbacuccasse. mbrancolito: ➝ abbrancolito.
mballà: ➝ imballà. mbrattata, s.f., azione di irrorare alla
mbambolato: ➝ mbambolito. meglio le viti con un anticrittogamico: li
mbambolito, ambambolato, mbambolato, damo na ~.
agg., imbambolato. mbratto: ➝ imbratto.
mbarazzato, agg., imbarazzato, impedito, mbrattolato, agg., sporco, con macchie.
che prova nausea: me sènto mbarazzato mbreaco: ➝ umbrïaco.
de stòmmoco, se véde che n’hò ddigge- mbreccià: ➝ imbreccià.
rito bbène. mbrecciatura, s.f., imbrecciatura.
mbaronà: ➝ imbaronà. mbrellantà: ➝ mbrillantà.
mbarzamà: ➝ imbarzamà. mbrellantato, agg., adorno di brillanti.
mbarzemà: ➝ imbarzamà. mbrescà: ➝ imbrescà.
mbastà: ➝ imbastà. mbrescato, agg., appiccicoso, vischioso.
mbastardito, agg., 1. imbastardito. 2. in- mbrïacasse: ➝ imbrïacasse (vd. im-
selvatichito. brïacà).
mbastì, imbastì, v. tr., imbastire. mbrïachizzo, s.m., ubriacatura: sènte la
mbastitura, s.f., imbastitura. puzza de ~.
mbè: ➝ embè. mbrïaco: ➝ umbrïaco.
mbenżinato: ➝ imbenżinato. mbrïacóne: ➝ imbrïacóne.
mberbisse: ➝ imbirbisse. mbrillantà, mbrellantà, v. tr., (raro) ag-
mberlicche: ➝ bberlicche. ghindare.
mbeverasse: ➝ imbeverasse. mbrojjà: ➝ imbrojjà.
mbiancà: ➝ imbiancà. mbrojjapòpolo: ➝ imbrojjapòpolo.
mbianchino, s.m., imbianchino. mbròjjo: ➝ imbròjjo.
mbicillì, v. tr., incretinire. mbrojjóne: ➝ imbrojjóne.
mbiffatura, s.f., tracciato con biffe. mbucà: ➝ imbucà.
mbirbisse: ➝ imbirbisse. mbucasse: ➝ imbucasse (vd. imbucà).
mbirellà: ➝ abbirellà. mbullettà: ➝ imbollettà.
mbó, inter., bah!, non so, chissà. mbussolaménto, s.m., imbussolazione: si
mboccà: ➝ imboccà. faciva stu ~ chi ssi tirava sù la dòte pi
mboccatóre: ➝ imboccatóre. na rigazza.
mbollettà: ➝ imbollettà. mbuttì: ➝ mbottì.
mbollonà: ➝ imbollonà. mbuttijjà: ➝ imbottijjà.
mbottà: ➝ imbottà. mbuttito, agg., imbottito.
mbòtta, sopr. m. mè1, onom., verso della capra.
mbottatóro: ➝ imbottatóro. mé2, mì, mine, pron. pers. ton., me: màn-
mbottì, mbuttì, v. tr., imbottire. nemece ma mmì! | lavoravo per mì | ce
mbottijjà: ➝ imbottijjà. pènzo da mì | porétt’a mmì!, povera me!
mbracà: ➝ imbracà. | io per mì nu lo sò, per quanto mi
mbracasse: ➝ imbracasse (vd. imbracà). riguarda, non so | pregate pe mmé | fà
mbracato, agg., carico di frutti: st’anno le ccóme mmé! | me fò ttutto da mì | sarà!,
piante sò mbracate. facivo fra di mì | nun zò antiche cóme
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
378

mmì, non sono vecchie | lo fò dda mé || mediolevale (raro): ➝ mediovale.


me, pron. pers. m. e f. sing. at., enclitico mediovale, mediolevale (raro), agg., me-
e proclitico, me, mi: ~ sa dde nò, non dievale.
credo | ~ ll’ha dditto jjère | ~ dòleno le meglióre (citt.): ➝ mijjóre.
dènte | quanto ~ piace!, mi piaci | dìm- mèjjo, avv., meglio: ~ ccosì! | ~ pe llue! |
melo! | damme na mano! | èccheme!, èc- (antifr.) ~ me sènto! | ~ de gnènte sèmpre
chime! | ~ pare de sì. è | ~ qué che gnènte | è mmèjjo a stà
mèa, ipoc., Bartolomea. zzitte, non ingerirsi | stà mmèjjo, miglio-
méca1: ➝ mica. rare, detto di un malato | méno parle, ~
méca2, s.f., 1. bella donna. 2. (gerg., euf.) è | ~ qué che n dito ma n òcchjo |
vulva: ma la ~! (espr. di diniego). quant’èra ~ al mi paése! | ll’èra ~
méca3, ipoc., Domenica. prima! | stava bbèn’e mmèjjo a ddormì,
mecantògna, s.f., donna tonta. stava tanto bene, in pace | ~ pèrdelo che
meccà: ➝ meqquà. ttrovallo | e ndó vò stà, ~ di cu mmì! | m
meccàneca, s.f., martinicca, freno del pò ppiù mmèjjo adè | famo a la ~ tra di
carro agricolo: tira la ~! nóe | || prov.: ~ n zomaro vivo che n dot-
meccànoco, s.m., meccanico. tóre mòrto | ~ sóle che mmal’accom-
mecchì: ➝ meqquì. pagnate. 2. più: è bbòna cóme la spinace
mecchine: ➝ meqquì. e ppure ~, e ancora di più || agg., mi-
mécia, s.f., (euf.) deiezione umana o ani- gliore: la ~ magnata | sò li ~ pòste quélle
male. | la più mmèjjo ggiornata | le ~ màchene
méco, ipoc., Domenico || (vezz.) mecùc- | damme la ~! (al gioco delle carte) || ~ (a
cio. la), loc. avv., come si può: tòcca fà ~, ar-
mécola, miècola, s.f., (euf.) deiezione rangiarsi | m pranzétto ~, semplice ||
umana o animale. s.m., meglio: stava sul ~, sul momento
mecròfeno: ➝ micròfino. critico | sul più mmèjjo partì | mó
medajja, midajja, s.f., medaglia: vvène l ~!
tt’avarébbero da dà la ~ pi qquanto sè melacotógnola, s.f., mela cotogna.
bbravo || dim. medajjétta. melagranata, s.f., melagrana.
medajjóne, s.m., medaglione. melàngolo: ➝ meràngolo.
medecaménto, s.m., medicamento. melaro, s.m., apicultore.
medecenale, agg., medicinale. melaròsa: ➝ meleròsa.
medecina: ➝ midicina. melato, agg., 1. dolciastro. 2. con miele:
mèdeco, s.m., medico: fàmola véde dal ~ acqua melata (acqua data da bere alle
sta fijja! | manco le mèdeche ce capì- api durante l’inverno).
sciono || prov.: r ~ pietóso fa la piaga mèle, s.m., miele: dórce cóme l ~, dolcis-
puzzolènte. simo || prov.: l ~ fa lleccà, l fièle fa sputà
medésemo, agg., medesimo. | chi mmanéggia l ~ se lécca le déta.
medicà, v. tr., accomodare vasi vinari con melegnana, marignana, merignana, s.f.,
cemento, per renderli a tenuta stagna. melanzana (Solanum melongena L.).
medicaro, s.m., medicaio, prato di erba melènzo, agg., 1. lento, tardo. 2. abulico.
medica. meleròsa, melaròsa, s.f., varietà di mela
medicata, s.f., medicatura. di piccola dimensione.
Vocabolario
379

melinconìa: ➝ malincunia. menò; 6 menònno | P. pass. menato | Ger.


melincunìa: ➝ malincunìa. menanno.
mellà, mellì, melline, millà, millì, avv., lì, menacciuto, agg., manesco.
là: è rrimasto millì cóme no strónzo | menefrégo, minifrégo, s.m., altezzosità,
mellaggiù, mellaggió, mellajjù, millag- indifferenza: l mónno è ttutto m ~ | c’ha
giù, millajjù, laggiù | mellassù, millassù, ddil ~, è altezzoso, strafottente, orgo-
lassù: èjjolo mellassù! glioso || inter., caspita!: scotózzete cóme
mélla, s.f., 1. mela: du mélle frace | ma- magne! ~!
gnava le ~ sènza fà, acerbe || prov.: na ~ menepènto, minipènto, s.m., 1. persona
al giórno lèva l mèdico de tórno. 2. (fig.) apparentemente bonaria: èjjelo, me pare
sbornia: cèrte mélle pijjava! 3. (fig.) m ~ e nvéce te fréga. 2. sornione:
buco sul tallone della calza: arimmennà quéll’ària da ~ num me piace pi gnènte.
li mélle ma li carze | (iron.) dó s’è nnato, menèstra, minèstra, s.f., 1. pasta di pic-
a mmélle? (gioco di parole rivolto a chi colo formato da cuocere. 2. primo piatto
ha un buco nelle calze). di pasta o riso cotto in brodo o in acqua:
mellì: ➝ mellà. ~ cor dado | mdd., fig. è ccóme na ~
melline: ➝ mellà. riscallata (di relazione amorosa ripresa)
méllo, s.m., melo (Pirus malus L.). | dim. minestrina || ~ (a), loc. avv., in
mellocotògnelo, s.m., melo cotogno (Cy- brodo: faciòle ggialle ~ || prov.: o magne
donia vulgaris L.). la ~, o ssarte la finèstra (alternativa mi-
mellogranato, melogranato, s.f., melo- nacciosa).
grano (Punica granatum L.). menicatóre: ➝ mennicante.
melogranato: ➝ mellogranato. menistro, ministro, s.m., amministratore
melordìa, s.f., (iron.) eleganza. di una tenuta.
melósa, s.f., sciame di api selvatiche. mennicante, menicatóre, agg., (raro)
mementòmo, s.m., raziocinio. oscillante.
mèmma, s.f., (infant.) caramella. méno: fà ddi ~, far a meno.
memòria, mimòria, s.f., 1. (lett.) memo- menomale, agg., discreto: sto lavóro è
ria. 2. occipite, nuca. vvenuto ~ || cong., passi pure: ~ uno, ma
menà, v. tr., 1. colpire: se menava de due è m pò ttròppo! || inter., a) per for-
fianco co la scótala | menàvono le tuna!; b) ma certo!
bbèstie, pe ffalle camminà. 2. picchiare: menopàosa, s.f., menopausa.
se n te lève, te méno | li menò, lo picchiò menopèggio (a la), loc. avv., alla meglio.
| s’è ccattivo, jje méno, lo picchio | ~ a ménta romana, s.f., varietà di menta.
bbrutto muso, a muso duro || v. intr., gio- mentavèrna, s.f., menta peperita (Mentha
care una carta di valore superiore nel viridis Auct.): la ~ s’addòpra pe ccucinà
gioco delle carte napoletane || menasse, la trippa e le lumache.
v. rifl. recipr., picchiarsi || ména!, inter., ménte: m’è vvenut’a la ~, in mente | ~ (a),
a) picchia!; b) gioca la carta di valore su- loc. avv., a memoria: mparà ~ le poesìe.
periore! || prov.: chi mména pe pprimo, mentovà, v. tr., nominare, menzionare.
ména du vòrte || Forme: Ind. pres. 1 mentrasto, s.m., mentastro (Mentha lon-
méno; 2 méne; 4 menamo; 6 ménono | gifolia Hudson, M. arvensis L., M. sil-
impf. 6 menàvono | perf. 1 menae; 3 vestris L.).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
380

méntre: nel ~, loc. avv., nel frattempo. cuno, provocando lividi o cicatrici. 3.
mentùccia, mintùccia, s.f., nepitella sfregiare: lo mercònno || mercasse, v.
(Mentha pulegium L.) || rima scherz.: se intr. pron., ferirsi, escoriarsi.
cc’ésse la ~ ll’òjjo e l zale, farèbbe ll’ac- mercante1, s.m., 1. commerciante: ~ de
qua còtta, c’ésse l pane (rif. al brac- campagna, commerciante di bestiame ||
ciante). prov.: ~ de vino, è stato sèmpre
menuto, s.m., minuto: co ddu menute lo poverino. 2. grande proprietario terriero.
famo | me pìjjono li cìnque menute, mi 3. merciaio.
innervosisco | sta a mmenute, tarda qual- mercante2, s.m. pl., cintura di Orione: le ~
che minuto | c’ha le menute contate. lévono prima, sò ttre stélle gròsse.
mènza, s.f., mensa. mercantile, s.m., grande cancello di legno
menzionà, minzionà, v. tr., nominare, a due ante con aste trasversali.
menzionare. mercantina, s.f., venditrice di tessuti.
mènzola, s.f., mensola || dim. menzolétta. mercantòzzo, s.m., 1. proprietario agri-
mèo, ipoc., Bartolomeo: la fa ppiù llónga colo di terreni fino all’estensione di 10
de la camìcia de ~, la tira per le lunghe. H. 2. medio proprietario di bestiame.
meqquà: ➝ meqquì. mercanzia, s.f., merceria: bbottéga de ~.
meqquì, meccà, mecchì, mecchine, meq- mercato, p. pass. di mercà || agg., 1. mar-
quà, miqquì, avv., qui, qua (vicino a chi cato. 2. pieno di lividure. 3. deturpato da
parla): vène miqquì! | meqquaggiù, una cicatrice.
quaggiù (vicino a chi parla) | meccassù, mèrco, s.m., 1. ferro, con le iniziali del
meqquassù, quassù (vicino a chi parla). proprietario, che si arroventa per con-
meràngolo, melàngolo, merànguelo, s.m., trassegnare utensili di legno o il be-
1. melarancio (Citrus aurantium L.). 2. stiame: l ~ de fèrro se mettév’a nfocà. 2.
arancio (Citrus sinensis Osbeck) || vìcolo marchio impresso a fuoco su bestiame
del ~, odon. 3. frutto del melarancio: l ~ od oggetti. 3. stampino: s’addòpra l ~ de
è na spèce d’aràncio agro. 4. arancia: te sòla pe stampà l nùmmero sul càcio. 4.
fò ddu òcchje cóme ddu meràngole!, ti livido, cicatrice. 5. sfregio.
gonfio gli occhi a forza di pugni | c’ha n mercordì, s.m., mercoledì: l ~ di li cén-
culo cóme m ~, è molto fortunato al nere, mercoledì delle Ceneri, primo
gioco. 5. (fig.) ano || Forme: pl. meràn- giorno della quaresima.
gole, merànguele. mèrda: muso de mmèrda!, insulto || prov.:
meranguelata, s.f., colpo sferrato lan- la ~ più la manégge e ppiù ppuzza | la ~
ciando un’arancia. è ppruvidènza (sull’interpretazione dei
merànguelo: ➝ meràngolo. sogni) || inter., escl. di rabbia.
meravijja: ➝ maravijja. merdino, s.m., sapore acidulo del vino
meravijjasse: ➝ maravijjasse. avariato: sto vino sa dde ~ | puzza de ~ |
meravijjóso, agg., meraviglioso. ha ppreso de ~, si è alterato.
mèrca, s.f., marchiatura a fuoco del be- merecano: ➝ amerecano.
stiame: fanno la ~ a ffòco. meréjja: ➝ maréjjo.
mercà, v. tr., 1. marcare bestiame od merènna: ➝ marènna.
oggetti col ferro rovente: le pècore us’a merennino, s.m., pasto serale leggero dei
mmercalle sull’orécchja. 2. ferire qual- braccianti.
Vocabolario
381

meretà, merità, v. tr., meritare: meritaréb- salario mensile.


bero la medajja | l meretato ripòso | méscola, s.f., mestolo.
mèreto na punizzióne || meretasse, v. intr. mescolina, s.f., castagna abortita, senza
pron., meritarsi: se ll’è ppròpio meretata frutto all’interno: sò ttutte mescoline ste
(rif. a punizione). castagne.
mèreto, s.m., merito: l Zignóre ve rènna mescujja, sopr.
~! (formula di ringraziamento di chi ha mése: ce va na vòrt’al ~ | sò mmés’e
ricevuto l’elemosina). mmése che ss’ha dda véda | se vedémo li
mèrica: ➝ amèrica. prime dil ~ | ~ de la madònna, ~ de màg-
mericano: ➝ amerecano. gio, mese mariano | ~ de le mòrte, no-
mericano: ➝ merecano. vembre | ~ del zomare, maggio | sarà um
merignana: ➝ melegnana. mesétto, circa un mese fa.
merità: ➝ meretà. méssa: ~ cantata, celebrazione solenne
mèrla, s.f., 1. femmina del merlo (Turdus della messa nella tarda mattinata di un
merula) | ~ acquaròla, merla acquaiola giorno festivo | prima ~, messa mat-
(Cinclus cinclus) || prov.: la ~ primaròla, tutina | ~ de meżżanòtte, messa della vi-
pi mmarzo cóva ll’òva. 2. (fig.) occhiello gilia di Natale | ~ da mòrto, in suffragio
dove si infila la stanga del torchio. del defunto | è ssonata la ~ | la ~ n’è
merlacchjòtto, s.m., piccolo della merla. bbòna, non è valida | méssa dell’àngiole
merlettara, s.f., merlettaia, donna che fa | servì la ~.
merletti. messiscèna, s.f., 1. messinscena teatrale.
mérma, s.f., fanghiglia sul fondo di una 2. (fig.) finzione.
vasca. mestà, mestì, mistà, mistì, avv., lì, là (vi-
meróglio, s.m., quantità di lino che si pone cino a chi ascolta): nu lo véde? sta ~,
sulla rocca per filarlo. derèto a tté | lèvete da mestì che mpicce!
merólla: ➝ meróllo. mésta, s.f., unità di misura in volume delle
meróllo, meròllo, miróllo, s.m., merólla, olive, corrispondente a sei stai, quanto
margólla1 (arc.), s.f., 1. midollo osseo entrava sotto il torchio per una spremi-
umano e animale: col fréddo che jj’en- tura.
trava mal mirólle dell’òsse | te sèe ma- mestì: ➝ mestà.
gnato tutto l meróllo, detto a un goloso. mesticanza, misticanza, s.f., insalata com-
2. midollo, parte centrale del fusto delle posta di un misto di erbe spontanee.
piante. 3. mollica. 4. massa delle fibre di mestura, s.f., mistura.
canapa o lino scotolate. mesura: ➝ misura.
mesà, avv., forse, probabilmente: pio- mesurà: ➝ misurà.
varà ~. mesurélla, misurélla, s.f., 1. unità di
mesata, s.f., 1. paga mensile: stà a mme- misura di capacità per aridi, pari a kg. 7
sata, lavorare alle dipendenze altrui. 2. di grano. 2. misura di superficie di ter-
spazio di tempo di circa un mese. 3. af- reno pari a 6,25 are: na ~ de tèrra che
fitto da riscuotere o da pagare || dim. me- cc’annava na ~ de cànepe o de grano.
satèlla, stipendio modesto | accr. mèta1, mète, v. tr., 1. mietere: mètala! | si
mesatóna. va mmèta cu la farcétta | quanno se me-
mesataro, s.m., operaio che percepisce téva, na vòrta usava la camìcia de cà-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
382

napa | se metév’a pparte ddiètro, vicino mettéte l lèvoto ch’è óra! | le mettìvono
tèrra (rif. alla canapa) | (d.) ha mmésso l giógo, l’aggiogavano | mettéte la tovaj-
Cristo a mmèta e ll’àngele a rriccòjja le ja!, stendete la tovaglia! | ll’ha mmésto a
grégne, è un profittatore. 2. guadagnare sstecchétto l marito | c’ha mmésto r cà-
molto con facilità || Forme: Ind. pres. 1 rico da dódece, ha aggravato la critica |
mèto; 4 metémo; 6 mètono | impf. 3 me- ~ sótto sale | ~ n galèra, imprigionare |
téva, metiva; 4 metimmo; 6 metévono | ~ n cróce, assillare | ~ a pparte, da parte,
fut. 2 meterae | Imper. 2 mète | P. pass. in serbo | ~ a nnòvo, restaurare | ~ ll’av-
metuto | Ger. metènno. vocato, ricorrere al patrocinio di un av-
mèta2, s.f., bica rotonda di covoni sull’aia vocato | ~ bbécco, intromettersi | ~
|| dim. metarèlla. żżiżżagna, istigare, aizzare | ~ n riga, re-
metaste, s.f. pl., (rec.) metàstasi: c’ha le darguire | ~ m bèrta, intascare | ~ m buj-
~, è rrivato, è in fin di vita. jósa, (gerg.) incarcerare | la dònna métte
mète: ➝ mèta1. l pélo, diventa pubere | ~ le nùmmere al
meterològgeco, agg., (rec.) meteorolo- lòtto, giocare al lotto | ~ la svéjja, cari-
gico. care la suoneria | tòcca méttejje l zale su
meterologgìa, metrologgìa, s.f., (rec.) me- la cóva, mica lo tròve mae, (scherz.) di
teorologia. persona introvabile | mettìono a mmòllo
metetrìbbia, metitrébbia, s.f., macchina le panne ne la lessìa | se fa mmétta sótto
mietitrebbiatrice. da la mòjje, si fa dominare | n ce vòjjo
metetrice, metitrice, s.f., macchina mie- métta bbócca pe gnènte, non interloqui-
titrice a traino animale. sco, non interferisco | méttece tèmpo,
metetura: ➝ metitura. impiegare tempo | tròppo ce méttono,
metitóre, s.m., mietitore: le ~ de la impiegano molto tempo | ~ r barzo, ta-
gavétta || na metitóra, una mietitrice | no gliare un primo fascio di spighe, che il
stornèllo a la ~. mietitore depone in terra per farne un le-
metitrébbia: ➝ metetrìbbia. gaccio | vò a mmétta la cannèlla a la
metitrice: ➝ metetrice. bbótte, infilare il rubinetto nella botte e
metitura, metetura, s.f., mietitura: adèsso spillare il vino nuovo | ~ sótto, investire
la ~ se fa a mmàchena || ~ (de), loc. avv., con un automezzo | métte pe nnòme
nel periodo della mietitura: ~ se stava Pèppe, imporre il nome | ~ la purce nel-
fòra le mése. l’orécchjo a uno, istigare | métte sù
metrata, s.f., 1. lunghezza di circa un ccasa, trasferirsi in abitazione propria | si
metro. 2. un metro cubo all’incirca di èra tèmpo bbòno, mettéva piacére | mét-
legname. tecelo su la mano! | cercàveno di mét-
metrologgìa: ➝ meterologgìa. tela mar um pòsto sicuro | métte l cane a
métta: ➝ métte. la salita, spinge altri a fare q.cosa men-
métte, métta, v. tr., 1. mettere, disporre, tre lui si tira indietro | (triv.) méttela sul
porre: métteme! | mettéjje le manétte! | cazzo!, risposta a chi chiede dove met-
méttece, metterci | méttet´a sséde! | mét- tere q.cosa | ll’olivo ha mmésto la trama,
tala!, méttelo!, méttolo!, méttociolo! | ha mignolato | ll’éte mésso l telèfono a
méttecene n tanto e nom più | che cc’ha ccasa?, avete installato il telefono? | a
mmésto? | n ce ll’ha mméste | commà, qquanto me le métte le pèrziche?, a
Vocabolario
383

quale prezzo me le vendi? | mettéva pòco, allóra se dava ppiù a llungo, se


ll’operajje a vvangà, assumeva operai | nvéce è n vitame che ll’ua la mettéva
métte l vino, ~ da bbéva, mescere | métte sèmpre parécchja, bbisognava dajje a
ggiù!, mesci! | mica ce métto tanto io a ccórto, sennò se seccava (sulla potatura)
mmenatte, non esito | gna chi vvi dico di || méttese, mìttese, v. intr. pron., mettersi:
quanno mìseno la luce lèttreca | métta a mettétevece a sséda! | mettémese d’ac-
pparte | métte góla, far gola | ~ sótto, còrdo! | lu sò ffà ppur’io si mmi ci métto
sommergere | vuliva mettélla sótto ma | vi ci sapéte métta cu m pòro nfilice! | te
Vvetèrbo, voleva sottomettere Viterbo | ce sa métte cun quel fijjo? | nun zi pò
métta d’accòrdo | la féce métt’a sséda mmétta cu mmi | ~ sù ppel capo na còsa
derèto | ~ sù, aizzare | ll’orlòggio ll’hò | se métte male, le cose si complicano | ~
mmésso co la ràdio ògge | ~ la bbenżina, d’accòrdo | ~ li guante, infilare | l tèmpo
far rifornimento | ~ le mano addòsso a s’è mmésso male | méttese a la pòsta, in
uno, aggredire | ~ male, metter zizzania agguato || prov.: chi mmétte tanta carne
| ~ n giro le chjàcchjere, propalare pet- al fòco, fatica tanto, conclude pòco | chi
tegolezzi | ~ sù ppel capo de fallo, con- ll’ha mméssa, la lève || Forme: Ind. pres.
vincere | ~ paròla, intermediare | ~ la 2 métte; 4 mettémo; 6 métteno | impf. 1
pace, appacificare | ~ na pèzza de colóre, mettìo, mittivo; 2 mettìe, mettive; 3 met-
rattoppare con stoffa di altro colore | ~ tìa, mettiva, mittiva; 4 mettévomo; 6
mano, incignare | ~ le carte, divulgare mettéveno, mettévono, mettìono, met-
una notizia | l fijjo métte l dènte, inossa | tìvono, mittìveno, mittìvino | perf. 1 mise;
~ sù ll’acqua, far bollire | ~ ggiù la 3 mésse; 4 mettéssemo; 6 méseno,
pasta, ché bbólle! | métte l carro n za- mésseno, mettéttero, mìseno, mìsseno |
lita, incitare altri ad iniziare una cosa e fut. 1 mettarò; 3 mettarà; 6 mettaranno
poi tirarsi indietro | méttece sù l pi- | Cond. pres. 1 mettarébbe, metterébbe |
gnatto!, (iron.) credici! | méttece na p. pass. mésso, mésto | Ger. mettènno.
paròla bbòna, offrire una mediazione, metullo, s.m., stollo.
interporre i propri buoni offici | métte- mèżża, s.f., misura di capacità pari a litri
mece ma mmì al pòsto tuo! | ~ tèmpo, 74: na ~ è ddu stara | c’ha n culo cóme
impiegare tempo | ~ llà, mettere in serbo na ~, enorme.
| ~ sótto le lenzòla, rimboccare | ~ mezzà, v. tr., picchiare lasciando lividi.
piacére sentillo | le canne l patróne le meżżabbócca (a), loc. avv., salutà ~, fred-
dovéva métte, doveva pagarle. 2. indos- damente.
sare, calzare: s’è mmésso la ggiacchétta meżżacànepe, s.f., (fig.) persona dappoco.
nòva co le scarpe fine | méttese la muta meżżacanna, s.f., 1. misura di lunghezza
nòva. 3. piantare, seminare: ~ la ròbba da 1 mt., divisa in 4 palmi, per tessuti. 2.
pe ccasa, seminare nell’orto | se metté- (fig.) persona dappoco.
vono le patate, se mettéva la cànepe de meżżacarzétta, s.f., persona dappoco.
quélle tèmpe. 4. supporre: métte caso te meżżacucchjara, s.f., manovale appren-
lo chjède. 5. paragonare: vò métta le dista.
medecine d’adèsso? | vò métta la meżżadònna, s.f., uomo effeminato.
màchina? || v. intr., produrre, fruttificare: meżżagósto, s.m., ferragosto: la Madònna
sta vita métte assae | se l vitame mettéva de ~, festa dell’Assunzione.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
384

meżżajjòlo: ➝ meżżaròlo. pòrco ~.


meżżaléngua, s..f., (dispr.) balbuziente. meżżofónno, s.m., mezzofondo.
meżżaluna, s.f., piano semicircolare di meżżofusto, s.m., mezzobusto.
legno del torchio. meżżoggiórno: ➝ meżżuggiórno.
meżżamesurélla, s.f., misura per aridi pari meżżolitro, s.m., misura di vetro da oste-
alla metà della mesurélla. ria contenente 5 decilitri: tròppe
meżżapugnétta, s.f., 1. persona di bassa meżżelitre éte scolato!
statura. 2. persona dappoco. meżżolutto, s.m., lutto non stretto: hò
meżżaréccia, s.f., pecora che ha partorito ffatto du anne de lutto e n anno de ~ ||
la seconda volta. portà l ~, indossare abiti di colore grigio
meżżarìa, meżżerìa, s.f., 1. mezzadria: scuro, neri o bianchi. va vvestit’a ~.
c’ha la tèrra a ~, coltiva il terreno come meżżòmo, s.m., s.f., persona dappoco.
mezzadro. 2. appezzamento di terreno meżżomorrale, s.m., mezzomurale,
coltivato in mezzadria || Forme: pl. tavola dello spessore di 4 cm. per im-
meżżerìe. palcature edilizie.
meżżaròlo, meżżajjòlo, s.m., mezzadro, meżżonale, s.m., vinello fatto versando
colono. acqua sulle vinacce non torchiate.
meżżaséga, s.f., 1. persona di bassa sta- meżżòtto, agg., di media grandezza.
tura. 2. persona dappoco. meżżovino, s.m., vinello fatto versando
meżżaspèce, s.f., cosa simile: adèna acqua sulle vinacce non torchiate.
pianta na ~ de la véccia. meżżuggiórno, meżżoggiórno, s.m., 1.
meżżatacca, s.f., persona dappoco. mezzogiorno, mezzodì: làssolo dormì
meżżavia (a), loc. avv., a metà cammino. fin’a mmeżżoggiórno ch’è stracco
meżżerìa: ➝ meżżarìa. mòrto. 2. suono delle campane alle do-
mézzo, agg., 1. atticciato: n cristiano dici: è ssonato ~? || tir.: ~, tutti li vècchi
grasso e mmézzo. 2. colmo, ripieno, di vann’al fórno; meżżodì, tutti li vècchi
recipiente. 3. duro, di acino. vann’a ddurmì | quanno sòna meżżog-
mèżżo, s.m., (arc.) mezzo boccale di vino, giórno, tutte le vècchje vann’al fórno;
pari ad un litro: dacce um ~! || agg.: quanno sòna ll’emmaria, tutte le vècchje
stam’a mmèżża quarésema, a metà vanno via; e qquanno sòna la Ternità,
quaresima | damme ~ litro! | c’ha n òc- tutte l vècchje vann’a ccacà.
chjo ~ chiuso, semichiuso | ~ bbruciato, mì: ➝ mé2.
semiarso | ~ cèco, quasi cieco, forte- mica, méca1, 1. mica, per nulla, non: ~
mente miope | va n giro ~ gnudo llà dén- c’èra da dì, ddice, mó n ce vò, non era
tro casa, seminudo | s’è ffatto na possibile rifiutare di andarci | ~ è rrivato
mèżż’idèa | me sènto ~ ~ ògge, depresso, | ~ ce lo sanno lòro | allóra méca
indisposto | famo ~ pe òmo, metà cia- cóm’adèsso che n ze pònno tené ppiù le
scuno || ~ (a), loc. avv., a) a metà: n ùr- bbèstie, dòppo che cc’è stato l culèra. 2.
timo spartìvon’ ~ , dividevano a metà | li per caso: ~ lo chjameranno n casèrma?
spése dil pranzo ~, metà ciascuno; b) in micchelàngelo, antrop., Michelangelo ||
mezzadria, in colonia: le vacche se dan- s.m., (rec.) banconota da 10.000 lire.
n’a mmèżżo | ha pprés’a mmèżżo m micchèle, antrop., Michele.
pèzzo de tèrra; c) in società: c’émo l micchilàccio, s.m., michelaccio, fannul-
Vocabolario
385

lone: fà ll’arte de ~: magnà, bbéve e vederlo.


annà a spasso, oziare. mijjanno: ➝ mijjanne.
mìccia, s.f., 1. asina || dim. miccétta. 2. mijjarata, s.f., un migliaio circa.
(fig.) prostituta: bbrutto fijjo de na ~! mijjardàrio, s.m., miliardario.
micco, s.m., individuo ingenuo: pe m mijjardo, s.m., miliardo: ha ffatto le mij-
passà da ~ | se nun fóssero li micchi, li jarde, mica frégne.
dritti cóme càmpeno? mijjarina, s.f., migliarina; migliarola; pal-
mìcio, s.m., (infant.) gatto || inter., ri- lino minutissimo della cartuccia da cac-
chiamo per il gatto || dim. micétto | accr. cia.
micióne. mijjaro, s.m., migliaio: jje ll’avarò ddétto
micióne, s.m., sornione, adulatore: fa lo ~, um ~ de vòrte | sò mmijjara e mmijjara |
te fréga || micióne micióne, loc. avv., a) quarche mmijjara d’ucèlla ce saranno
di nascosto; b) adagio, pianino; c) in state.
maniera ipocrita. mijjo1, s.m., miglio (Panicum miliaceum
micròfino, mecròfeno, s.m., (rec.) micro- L.).
fono. mijjo2, s.m., miglio, unità di misura iti-
microscròprio, s.m., (rec.) microscopio. neraria: ~ romano | sò m par di mijja
midajja: ➝ medajja. bbòne | le mijja de strada | m ~ di lon-
midicina, medecina, s.f., medicina, rime- tano se conósce.
dio: ll’ha présa la ~? mijjonàrio: ➝ mijjonaro.
miècola: ➝ mècola. mijjonaro, mijjonàrio, s.m., milionario.
mignatta, s.f., 1. (fig.) avaro. 2. (fig.) mijjonata, s.f., un milione circa: si vvòe,
sfruttatore. co na ~ la crómpe.
mìgnelo, s.m., (raro) mignolo || dim. mi- mijjóne, millióne (rec.), s.m., milione:
gnolétto. mdd. vò m ~? va Bbagnajja! ha vòjja a
mignèra, s.f., miniera. mmijjóne~ che cce sò (bisticcio sul
migno, s.m., scroccone || ~ (a), loc. avv., a cogn.) || dim. mijjoncino || cogn., Mi-
scrocco || migno!, inter., (iron.) rivolta a lioni.
uno scroccone. mijjorà, v. intr., migliorare: c’è ppòco da
mignoccóne, s.m., scroccone. ~ co qquél male.
mignùmmero, s.m., (ant.) gomitolo. mijjoraménto, s.m., miglioramento: m pò
migragna1, s.f., (raro) emicrania. de ~ ce se conósce.
migragna2, s.f., 1. penuria, povertà: bbatte mijjóre, meglióre (rec.), agg., migliore:
la ~, vivere poveramente. 2. avarizia. passà a mmijjór vita | pijjò n terréno a
migragnóso, agg., 1. povero. 2. avaro. mmijjór cortura.
migroscòpeco, agg., (rec.) microscopico. mijjorìa, s.f., miglioria.
mijjanne, mijjanno, solo nella loc. avv.: mila, s.f. pl., migliaia: tant’artre mila | se
sapé mmijjanne, non veder l’ora che: me parla de mila de mila.
sa mmijjanno è ssàbboto, così vvedémo milacca, top. immag. in una conta infant.
l giro de Frància | nue quanno se lavo- milalire, s.f. pl., migliaia di lire: tutte li ~
rava fòra, ce sapìa mijjanne ch’èra nòtte chi ll’iva spiluccato.
| me sa mmijjanne ch’è ffèsta | me sa mìlitte, s.f., sigaretta di marca Milit.
mmijjanne a vvéda, non vedo l’ora di millà: ➝ mellà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
386

millanta, agg., (arc.) moltissimi. ministro: ➝ menistro.


millefaccènne, s.m., persona indaffarata: è ministro, s.m., amministratore di una te-
m ~, fa ttutto lue. nuta.
millefòjje, s.m., millefoglie, dolce di pasta ministróne, s.m., minestrone.
sfoglia. minòme, s.m., omonimo.
millennovecènto, num. card., mille nove- minònna, inter.: (euf.): pòrca ~! (bestem-
cento: su le prime del ~. mia).
millèsemo: ➝ millèsimo. minorènde, s.m., minorenne (ipercorret-
millèsimo, millèsemo, s.m., data: de che tismo).
mmillèsimo sèe?, in quale anno sei nato? mintùccia: ➝ mentùccia.
|| agg., millesimo. minùsquelo, agg., minuscolo.
millinàrio, agg., millenario. minuto, agg., esile || dim. minutino.
millióne (rec.): ➝ mijjóne. minzionà: ➝ menzionà.
miludìa, s.f., melodia. mio, s.m., terreno di proprietà: stò nel ~! ||
mimmo, ipoc., Emilio || all. mì! pron. poss., mio: la ròbba è la mia | le
mimmósa, s.f., mimosa: (rima scherz.) ~, mie sò ffregate de pormóne | sò li mii, nò
pòrteme co tté all’àcqua cetósa. li tue | le penzière tutte le mie, ho mille
mimòria: ➝ memòria. preoccupazioni | qué ssò le mie de
mina, s.f., (fig.) peto. scarpe || mio, mia, mii, mie, mia, agg.
mìnchja, s.f., 1. pène. 2. (raro) genitali poss., mio, mia, miei, mie: la bbottéga
femminili || avv., (raro) niente affatto. de n cuggino mio, un mio cugino | l zio
minchjonà, v. tr., minchionare: “e mà! mio, mio zio | na zzia mia | la mi nòra |
ll’ucèllo me minchjóna” “e cche tte n’amica mia | sótto ll’òcchi mii | ll’hò
dice?” “me fa ccipì ccipì” | me min- vvisto coll’òcchje mia | li tèmpe mia | li
chjóne o ddiche davéro? | a cchjède- fijje mia | le ggenitóre mie || mì, agg.
ciolo, se fanno sólo ~. poss. proclitico, mio, mia, miei, mie: l ~
minchjóne: (prov.) chi è mminchjóne, stia patre, l ~ pà, mio padre | l ~ fijjo | la ~
a ccasa sua | ógni ~ col vènto cóncia. nònna | le ~ nipóte | la ~ ròbba | le ~
mine: ➝ mé2. ggènte, i miei familiari | le ~ zzie, i miei
mìnemo, avv., come minimo, almeno: ce zii, le mie zie | l ~ sòcero | le ~ vècchje,
saranno state ~ ~ ducènto cristiane. i miei genitori.
minèstra: ➝ menèstra. mïoduro, s.m. (gerg., rec.) pène.
minestrà, v. tr., 1. minestrare. 2. (fig.) ar- miqquì: ➝ meqquì.
ricchirsi illecitamente. mirà, v. tr., guardare.
minestraro, s.m., chi ama molto mangiare miracolóso, agg., 1. (fig.) schifiltoso. 2.
la minestra. (fig.) chi si lamenta esageratamente per
minghétte, s.m., qualità di sigaro costoso. cose di poco conto: nu sta ffà ttanto l ~!
minifrégo: ➝ menefrégo. miràculo: ➝ miràquelo.
minigónda, s.f., (rec.) minigonna (iper- miràquelo, maràquelo (arc.), miràculo,
correttismo). s.m., 1. miracolo. 2. (fig.) smanceria: sta
miningite, s.f., meningite. ffà ttante miràquele pe qquésto | fanno
minipènto: ➝ menepènto. tutte miràquele a ttèrra sciutta, sman-
ministrà: ➝ amministrà. cerie ridicole.
Vocabolario
387

mirènna: ➝ marènna. mparato da ggióvene | m ~ tòcca avéc-


mirìggio (raro): ➝ maréjjo. celo su le mano | e li ~ chi li fa ppiù? li
miróllo: ➝ meróllo. mi fijji qualcuno fa l ~ || prov.: gnuno al
mirza, s.f., milza: me fa mmale la ~. zu ~ e ll’upo a le pèquere || dispr. mi-
mischjà: ➝ ammischjà. stieràccio.
mischjanza, s.f., (raro) mescolanza. mistirióso: ➝ misterióso.
mischjatìccio, s.m., (dispr.) miscuglio. misturato, agg., adulterato: è n vinàccio
mischjétto, s.m., 1. miscuglio. 2. frutta ~.
secca mista, che si comprava alla fiera: misturazzióne, s.f., sofisticazione, adul-
du lire de ~. terazione (di vino).
miserèlla, agg., detto di pianta debole. misurà, ammisurà, mesurà, v. tr., 1. mi-
misèria: piagne sèmpre ~, ha l’abitudine surare: lo mesur’a pparme | ~ a òcchjo.
di lamentarsi | carcò ssù qquélla pò ddi 2. provare un abito: vò ddal zartóre a
~ chi cc’iva, le sue povere masserizie || mmisurà l vistito || misurasse, v. rifl., li-
dispr. miseriàccia || inter., la ~! | pòrca mitarsi || prov.: chi n ze misura, nun
~! dura.
miserióso, agg., 1. misero. 2. chi ha l’abi- misura, mesura, s.f., 1. misura di capacità:
tudine di lamentarsi. fa la misura bbòna!, abbondante (al-
misiricòrdia: ➝ missiricòrdia. l’oste che serve il vino) || prov.: cènto
missaggèro, s.m., messaggero. misure e n tajjo. 2. dimensione: le
missàggio, s.m., messaggio: arrìveno mis- facévono de ~, su misura | jj’ha ppijjato
sagge. la ~ la sartóra. 3. recipiente per mi-
misse, s.m., M.S.I., acr. di Movimento so- surare: c’èrono le mesure dil vino de
ciale italiano. vétro, cul bóllo, a la fraschétta.
missericòrdia: ➝ missiricòrdia. misurata, s.f., atto di misurare in modo
missericordióso, agg., misericordioso. sommario.
missìa, s.m., il Messia: ll’aspétta manco misurélla: ➝ mesurélla.
fusse l ~ | ch’aspètte, l ~? mità, v. tr., imitare: sapiva mitallo a la pir-
missiricòrdia, misiricòrdia, missericòr- fizzióne.
dia, s.f., misericordia: Madònna mia, ~! mìteco, agg., (lett.) mitico.
mistà: ➝ mestà. miticolóso, agg., meticoloso.
mìsteco: ➝ mìstico. mitrajja, s.f., mitraglia.
misterióso, mistirióso, agg., 1. misterioso. mitrajjère, s.m., mitragliere.
2. riservato e taciturno: fa ttanto l ~. mìttese: ➝ méttese (vd. métte).
mistì: ➝ mestà. mmàggene: ➝ immàggine.
mistià: ➝ ammischjà. mmagginasse: ➝ immagginasse (vd. im-
misticà: ➝ ammisticà. magginà).
misticanza: ➝ mesticanza. mmalà, v. intr., ammalare: li fae ~ l fé-
mìstico, mìsteco, s.m., mestatoio; bastone deco.
a più punte, con cui il pastore mescola il mmaleasse: ➝ ammalïasse.
latte nella caldaia. mmalïasse: ➝ ammalïasse.
mistière, s.m., mestiere: lo fa pi mmistière, mmennìculo, s.m., ammennicolo.
esercita quella professione | l ~ ll’avarà mmuntinà: ➝ ammontinà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
388

mó, avv., ora, adesso: e mmó che ffamo? | || Forme: Ind. pres. 3 mujje; 6 mùjono,
~ te fò vvéda io | da ~ ch’aspètto, da smùgnono.
tanto tempo | da ~ che ssi sfiata quél mognaròla, s.f., secchio in cui si munge.
fijjo! | ~ è ccòtto!, (antifr.) tarda molto | mógne: ➝ mógna1.
~ ffava!, è troppo tardi | sta mmó mmó, mognitóre, s.m., mungitore.
viene tra un attimo | ~ è n anno, è quasi mognitura, s.f., mungitura.
trascorso un anno | da ~ cch’è mmòrto!, mójje, s.f., moglie: sò mmarit’e mmójje,
da molto tempo | ~ na còsa, ~ n’antra, n sono sposati | pijjà mmójje | ècco la mi ~,
c’ha mmae tèmpo | lavóra ~ qqui, ~ llà. mia moglie ||(d.) l padróne de casa sò io,
mò, s.m., modo, maniera: pésa a qquél ~ | ma chi ccomanna è la mi ~ | l capo sò
dice a qquér ~, in quel modo | la fa vvenì io, ma chi ccommanna è la mi ~ |
quél ~ | sèmpre quér ~ facevamo | mica “quanno pijji ~?” “dòppo le patate!” (a
se fa quér ~! raccolto avvenuto) || vezz. mojjettina ||
mòbbele, s.m., mobile. prov.: chi ppijja ~ e nun za ll’uso, al-
mobbìglio, s.m., mobilia. lunga le zzampe e appunta l muso | la
mòca, s.f., varietà di legume || Forme: pl. bbòna ~ fa l bòm marito | chi mmójje
mòche. non ha, ~ govèrna | chi mmójje nun ha,
mócceco, s.m., moccio: pulìscete l ~ ~ mantiène | fra mmojje mmarito nom
prima, sè piéno de ~. méttece dito | cunzìjjete cu la ~ e ppòe
moccicóso, agg., moccioso. fa ccóme te pare | chi cc’ha la ~ bbèlla,
móccolo, s.m., 1. (fig.) bestemmia: tira sèmpre canta; chi cc’ha ppòche qua-
cèrte móccole che Ddio ce sarve. 2. trine, sèmpre cónta | la ~ è mmèżżo pane
(fig.) imprecazione. | chi ppijja ~, se métte la cróce su le
moccolóne, s.m., (dispr.) ragazzo moc- spalle | la ~ l fucile e la bbiciglétta nun
cioso. z’imprèstano mae | ~ fucil’e ccane n
moccolòtto, s.m., candela corta e grossa, z’emprèsteno ma gnuno | la ~ del vicino
infilata in un contenitore, che si accende è ssèmpre la ppiù bbèlla.
davanti ad immagini sacre o al ritratto di mojjèra, s.f., (scherz.) moglie.
defunti. mojjica (arc.): ➝ mullica.
mòco, agg., 1. sornione: e llue ~ ~ fréga mòla, s.f., frantoio: l tata è ito a la ~.
man tutte. 2. tranquillo: stàveno mòche molata, s.f., quantità massima di olive
mòche ma na casétta || ~ ~, loc. avv., poste sotto il torchio in una volta.
mestamente. moleasse, v. intr. pron., diventare fragile,
mòdo: ➝ mòto (raro). di un tralcio.
mogassino, s.m., mocassino. molinara: ➝ mulinara.
mógna1, mógne, v. tr., mungere: annam’a molinaro: ➝ mulinaro.
mmógne la vacca ne la stalla, col zéc- molinèlla, s.f., mulinello, vortice: l vènto
chjo || Forme: Ind. pres. 1 mógno; 3 fa mmolinèlla, vortica.
mógne, mugne; 4 mognémo; 6 mógnono molino: molin’a òjjo, frantoio.
| impf. 1 mugnévo | Imper. 2 mógne | P. mòlla, s.f., 1. umidità eccessiva. 2. ac-
pass. mónto. quitrino: pe la vita sò bbòne tutte le ter-
mógna2, mugna, mujje, smugna, smugne, réne, purché nnum patìsciono la ~.
v. intr., muggire: mùjjono ch’hanno fame mollàccia, s.f., 1. sudore: me sènto ad-
Vocabolario
389

dòsso na ~. 2. acquitrino. monizzióne, s.f., 1. ➝ ammonizzióne. 2.


mollasse: ➝ ammollasse (vd. ammollà2). (coll.) pallini del fucile da caccia: l vaco
mòlle, s.f. pl., attrezzo di cucina || mdd. fà dell’ua è cciuco cóme la ~, ggiusto
le ~ pi nu scottasse, prendere le proprie quanto se véde, appena visibile.
precauzioni | hò ffatto le ~, pi nu scot- monnà, v. tr., 1. sbucciare: mónnelo! | le
tamme, ho i figli per aver un aiuto nel la- mélla le magno sènza monnalle. 2. scor-
voro. tecciare: ll’hae mónno l passóne? 3. di-
mòllo, s.m., luogo bagnato: lèvala da quél serbare, togliere le erbacce: le dònne
~! || agg., bagnato, umido: c’hae le mano annàvono a mmonnà l grano || mon-
mòlle | séte mòlle de sudóre, madidi di nasse, v. rifl., escoriarsi.
sudore | la tèrra adèra mòlla de guazza monnarèlla, s.f., diserbatura; operazione
| ~ fràdecio, bagnatissimo | sò mmòllo con cui alla fine dell’inverno si ripuliva
fràcio || ~ (a), loc. avv., a bagno: se le- il campo di grano dalle erbacce: la ~ se
gava la vigna co la gginèstra sécca fa co le mano || agg., castagna appena
méssa ~ | sta ssèmpre col bécco ~, beve caduta, facile da sbucciare.
vino in continuazione. monnaròlo, s.m., (scherz.) essere umano.
moménto: ➝ muménto. monnata, s.f., 1. azione di sbucciare: dajje
mònaca, s.f., (infant.) bocciolo bianco di na ~ a sta mélla! 2. scortecciatura || dim.
papavero, vd. frate (2). monnatina.
monachèlla, monichèlla, s.f., 1. (fig.) coc- monnato, agg., 1. sbucciato. 2. scortec-
cinella (Coccinella septempunctata L.). ciato: légne monnate. 3. escoriato.
2. (fig.) mantide religiosa (Mantis reli- monnézza, s.f., immondizia, rifiuti: portà
giosa L.): la monichèlla prima fa ggiù l zécchjo de la ~, portare in strada
ll’amóre, dóppo magna l màschjo. il secchio della spazzatura | riduce quar-
mòneca, mònica, s.f., suora: fasse ~, mo- cuno a mmonnézza, picchiare sonora-
nacarsi | è ito a scòla da le mòniche | ~ mente.
grèca, donna furba || dim. monachèlla, monnezzaro, s.m., 1. immondezzaio. 2.
monichèlla || le monachèlle, n. di un edi- (fig.) luogo sporco e inospitale: ch’adè
ficio scolastico || tir.: la zzi ~ sópre l tétto sto ~?
e l zi frate jje fa ll’ucchjétto, la zzi ~ mónno1, agg., 1. sbucciato. 2. (fig.) calvo:
casca ggiù e l zi frate mónta sù || prov.: c’ha la zzucca mónna.
~ de sant’Agostino, du tèste su n cu- mónno2, s.m., 1. mondo: na bbevuta che
scino; ~ de sam Pasquale, du tèste su n tte rimétte al ~ | è ito all’artro ~, è morto
guanciale; ~ de san Zilvèstro, quattro | adè rròbba dell’artro ~!, incredibile, da
cianche ggiù ppil lètto || Forme: pl. mò- non credersi | cascasse l ~, a qualsiasi
neche, mòniche. condizione | da che mmónn’è mmónno,
mòneco, s.m., monaco, solo nel prov.: da sempre | mica sarà la fin del ~! | a sto
ll’àbbito nun fa l ~. ~ c’è dd’aspettasse tutto | è rrimasta só-
mongolétto, s.m., foglia amarognola di l’al ~ || prov.: tutto l ~ è ppaése | l ~ è
rapa. ffatto pe li bbravi, e li minchjóni se lu
mònica: ➝ mòneca. gòdono | l ~ è ssèmpre quéllo | l ~ è ffat-
monichèlla: ➝ monachèlla. t’a scale, chi le scènne e cchi le sale | l ~
monistèro: ➝ munastèro. è bbèllo perch’è vvariato (gioco di pa-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
390

role sull’agg. avariato). 2. continente: ci muntine. 2. cumulo di cose sovrapposte


si pò cchjamà da m ~ all’altro (rif. alla || dim. montinèllo, muntinèllo || dispr.
telefonia) || dispr. monnàccio: pòrco ~! muntinàccio.
monnolà, v. tr., 1. spazzare il forno con il montóne: annà al ~, accoppiarsi della
fruciandolo. 2. (fig.) pulire: mónno pecora.
monno, chi tti monnolerà?, povero montura, muntura, s.f., uniforme militare:
mondo, chi ti potrà salvare? (lett.: chi ti pi mmuntura c’ìveno l bbarrétto arto e
pulirà). ttòsto, chi ppariva cóme na misurélla.
monnolata, s.f., operazione di spazzare il monturato, munturato, agg., 1. vestito in
forno con il fruciandolo: dà na ~ al uniforme militare. 2. equipaggiato: n
fórno. cavallière ~ de fèrro.
mónnolo, s.m., fruciandolo, spazzaforno, mòra, s.f., frutto del rovo: s’annav’a
lungo bastone cui è legato uno straccio ccòjje le mòre llà ppe le fratte.
che, immerso in acqua, serve a pulire moraggìa: ➝ emorraggìa.
dalla cenere il forno a legna || dim. mon- morale, morrale1, s.m., murale; travicello
nolétto, bastone per bacchiare le olive. squadrato di abete, a spigolo vivo || dim.
montà, muntà, v. tr., 1. coprire (rif. ad a- moralétto | accr. moralòtto.
nimali). 2. (triv.) fottere || v. intr., salire: morammazzato, s.m., 1. rompiscatole:
me fae ~ sul carrétto? che vvorrà sto ~? 2. il numero 62 con-
montagnòlo, s.m., 1. ab. dei territori Ol- tando i punti a carte || inter., al diavolo!:
tretevere. 2. bracciante agricolo stagio- ~ a llue e cchi è! | morammazzat’al-
nale, proveniente dalle Marche o l’avarìzzia! (escl. usata spesso sbor-
dall’Abruzzo. sando soldi) || morammazzata (a la), loc.
montamósche, sopr. avv., con il condimento di pomodoro,
montarino, s.m., donnaiolo. pancetta, salsiccia: spaghétte ~.
montaròzzo, s.m., 1. altura, collina. 2. mòrca, s.f., morchia, feccia dell’olio: la ~
mucchietto di terra. ll’addopràvono pure quélla.
montata, s.f., (triv.) coito. morétta, s.f., 1. lattuga mora (Lactuca ssp.
montatura, s.f., vestito maschile: s’è sativa), varietà di insalata campagnola.
ffatta la ~ pi li fèste | métte l cappèllo de 2. (vezz.) bella ragazza bruna: ~ tónna,
la ~ di le fèste. pe la scarpétta tua ce vò sta fórma (di-
montecarvèllo, top., borgata nel territorio stico con allusione sessuale).
comunale di Viterbo: (blas. pop.) le morétto, s.m., bel ragazzo dalla carna-
dònne de ~ c’hanno la gàbbia e nun gione scura: èra m bèl ~ || moré!, all.,
c’hanno ll’ucèllo, tutte ll’òmmene (scherz.) richiamo rivolto a persona, di
c’hanno ràbbia, c’hanno ll’ucèllo e nun cui si ignora il nome.
c’hanno la gàbbia. morgano, s.m., qualità sabbiosa e fresca
monterubbiajjo, top., Monte Rubiaglio: di terra.
(blas. pop.) le dònne de ~ ce ne vònno mòrghene, s.m., erpice a dischi Morgan.
tre, pe ffà n capagno, una lo fa, una lo morì, murì, v. intr., morire: ~ dde parto |
tène, una lo guarda se vva bbène. tròppe ne mòrzoro co la spagnòla! |
montino, muntino, s.m., 1. piccolo muc- stann’a mmorì ccóme le mósche | ~ de
chio: se facéva l ~ de lo stàbbio | se fa le pìzzichi, (scherz.) soffrire enormemente
Vocabolario
391

| fa mmorì a ppìzzichi e mmózzichi, as- scarpe, te mórmorano (cred. pop.) | la


sillare | l mi sbinnònno è ccampato no- ggènte mórmora.
vant’anne e ppò mòrze | o mòre prèsto o moròene: ➝ morròine.
campa pòco | mdd. morì n ze mòre, ma l moròide: ➝ morròine.
patiménte quante! | morí n ze morgarà, moraine: ➝ morròine.
ma l trìbbele quante! | qué è na vita da m morrale1: ➝ morale.
~ mmae!, da nababbo | morimo de séte | morrale2, s.m., pendio scosceso, dirupo.
la fa mmorì de crepacòre la su mà | (d., mórre, s.m., pendio scosceso, dirupo.
iron.) e ssì che Ccristo è mmòrto de morrì: ➝ ammorrì.
fréddo! | morì a ppìcio ritto cóme na mórro, s.m., germoglio di patata.
copertóra, con il pène eretto; fare una morròede: ➝ morròine.
brutta fine | morì, s’ha dda ~ ttutte | morròine, moròene, moròide, moròine,
quanno sò mmòrto io, n culo a cchi morròede, s.f. pl., emorroidi: le ~ danno
rrèsta! | è mmòrto mae l tu cuggino?, l bruciaculo.
(scherz.) è per caso morto? (detto per mortalétto, s.m., mortaretto, petardo: se
chiederne notizie) | va mmorì ammaz- sèntono li spare de li mortalétte.
zato fòr de pòrta, ché n ce pago l dàzzio mortammazzato, s.m., vittima di assassi-
| ha mmacinato e ffatto la bbollétta, nio.
quann’uno mòre || prov.: a mmorì c’è mortaro, s.m., mortaio da farmacista.
ssèmpre tèmpo | tutte dovémo morì | chi mortatèlla, s.f., mortadella.
mmòre, nun c’è ppiù | chi mmòre, mòrte: fà la ~ del zórce | m’è ppassata la ~
ggiace; chi vvive, se dà ppace | se mòre vicina, ho provato un brivido | na bbòna
na vòrta sóla | mòrto m papa, se ne fa n ~, in grazia di Dio | la compagnìa de la
antro | quanno sémo mòrte, n ce sémo bbòna ~ | l cunijjo a la cacciatóra è la ~
ppiù || Forme: Ind. pres. 1 mòrgo, mòro; sua, è il modo più gustoso in cui cuci-
2 mòre; 3 mòre; 4 morémo, morimo; 5 narlo || prov.: ~ nun vènga e gguae co la
moréte; 6 mòreno, mòrono | impf. 3 pala | a ttutto c’è rrimèdio, forché a la ~
moréva; 6 muréveno | perf. 3 mòrze, | la ~ non ha ppaura di mèdico | la ~ nun
murì; 6 mòrzero | fut. 1 morarò, mor- guarda n fàcci’a nnessuno | ~ desiderata,
garò; 2 morarae, morerae; 3 morarà, vita prolungata.
(arc.) morgarà; 4 morarémo; 6 mortefecà: ➝ mortificà.
moraranno | Cong. pres. 3 mòre | Cong. mortèlla, s.f., mortella, bosso (Buxus sem-
impf. 1 morésse; 3 morésse; 4 pervirens L.).
moréssemo | Cond. pres. 3 morarèbbe; mortesécca, s.f., 1. teschio umano. 2.
6 morarèbbeno | Ger. morènno. scheletro umano. 3. grossa zucca svuo-
moribbóndo (citt.): ➝ moribbónno. tata, raffigurante una testa umana, che
moribbónno, moribbóndo (citt.), s.m., viene esposta d’estate nottetempo dai ra-
moribondo. gazzi con una candela accesa all’interno.
moridaccidènte, s.m., (dispr.) rompisca- morticèllo, s.m., bambino morto in tenera
tole: arïècco sto ~! età.
mormorà, v. intr., 1. mormorare: mór- mortificà, mortefecà, murtifecà, v. tr.,
morono nfra di lòro. 2. parlare maligna- umiliare: ll’ha mortificato sto fijjo, lo hai
mente, pettegolare: se sse sciòjjono le umiliato.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
392

mortificazzióne, s.f., umiliazione. mòrzo, s.m., morso del cavallo.


mortiplicato, murtipricato, agg., molti- mósca: è na ~ bbianca | n ze fà vvenì la ~
plicato. al naso | si li sarta la ~, nu lo férme | tu,
mórto, agg. e avv., molto: ~ mèjjo | sò zzitto e mmósca!, taci! | fa mmósca! | ~
mmórto io dóv’è!, non ne so nulla, lo mmentùccia! | mdd. se fa mmagnà l
ignoro. cazzo da le mósche, di persona insicura
mòrto: c’è l ~ ògge pure, anche oggi un | (d.) tutte li mósche sul cavallo magro,
funerale | le campane sònen’a mmòrto | le avversità infieriscono sulle persone
se ppjòve sul ~, séguita a ppiòve (cred. sfortunate | ~ bbianca, fiocco di neve. 2.
pop.) | èra l giórno del ~, del funerale | mosca dell’olivo (Bractocera oleae
passa r ~, sfila il corteo funebre | Gmelin): la ~ è na malattìa dell’olivo. 3.
ll’hanno lasso pe mmòrto, credendolo ~ cavallina, mosca che aggredisce i ca-
morto | mdd. mòrte nóe, accidènte a cchi valli, succhiandone il sangue (Hippo-
cce rèsta! | ce scappa l ~ (di situazione bosca equina L.) | (fig.) persona
pericolosa) | fà l mòrt’a ggalla (stile di assillante, noiosa: sè pèggio de na ~ ca-
nuoto) | ~ che pparla, il numero 47 nel vallina || ggiocà a mmosca cèca.
gioco della tombola | ggiocà a tressètte moscardino, s.m., (vezz.) vivace (di
col ~, quando si danno ugualmente le ragazzo).
carte al quarto giocatore che manca | moscaròla, s.f., tafano, moscaiola dei buoi
sémo n dièce tra mmòrt’e fferite, in tutto (Tabanus bovinus L.).
| mdd. scherz.: chi n’è mmòrto, se ri- moscemoscè, s.m., persona di poco conto.
véde!, detto per esprimere stupore nel ri- moscerìa, s.f., 1. atmosfera triste, abbatti-
vedere qualcuno, di cui non si avevano mento. 2. ristrettezza economica,
notizie da molto tempo | (d.) l ~ è ssu la scarsezza di mezzi.
bbara, la prova è a portata di mano, è moscétto, s.m., 1. piccolo agricoltore. 2.
cosa evidente | è mmòrto n Lìbbia, non si proprietario di un piccolo gregge fino a
è più visto | (fig.) il maiale ammazzato: 100 capi.
se portava l ~ a ccasa || le mòrte, s.m. moschétta, s.f., tafano, moscaiola dei buoi
pl., commemorazione dei defunti, festi- (Tabanus bovinus L.): sul meżżoggiórno
vità religiosa del 2 novembre: pill’otta- patìsciono la ~ le bbèstie.
vàrio di li mòrte se và al camposanto || moscialino, s.m., moscerino (Drosophila
prov.: le mòrte s’assottèrrono | mèjjo ~ a cellaris L.): è ppièno de moscialine su
ccavallo che vvivo a ppiède. la tina | m’ito n ~ nell’òcchjo.
mòrvedo, mòrvido, agg., morbido, sof- mosciarellaro, s.m., venditore di castagne
fice: m bèr pane ~ è vvinuto | mòrveda secche.
cóme la bbambàce | si scialava a ccor- mosciasse: ➝ ammosciasse.
casse sul madarazzo arifatto, ~ cóme na móscio, agg., 1. flaccido: cèrte zzinne
piuma. mósce c’hà | (antifr.) ce ll’hò mmóscio
mòrvido: ➝ mòrvedo. cóme n chjòdo, rif. al pène in erezione.
morvijjóne, s.m. pl., 1. specie di varicella 2. floscio, vuoto: annà a ddormì co la
dei bambini: le ~ sò ffèbbre arte. 2. panza móscia, digiuno. 3. appassito:
(rust.) vaccinazione: ll’éte méste li ~? tutte fióre mósce sò rrimaste. 4. (fig.)
mórza, s.f., morsa del fabbroferraio. triste, mogio: te véggo ~ ~ ògge, che
Vocabolario
393

cc’hae? 5. (fig.) abulico. 6. (fig.) mòva, mòve, v. tr., 1. muovere: prima da ~


modesto: è stata na festarèlla móscia || m passo, bbisógna guardà ndo se métte
dim. moscétto, mosciarèllo. l piède | n ce se cava a mmòvala | toc-
mosciume, s.f., atmosfera triste, abbatti- carà mmòvele | sto passóne l vènto no lo
mento. mòve ppiù ddavéro | num mòsse pajja,
mòssa, s.f., 1. partenza: la ~ dil cavalle | la rimase inattivo | sènza mòve pajja, senza
màchina de santa Ròsa è bbèlla a far nulla. 2. spostare: no lo ~ de mellì! |
vvedélla a la ~, quando i facchini la chi ll’ha mmòssa la màchina?, chi l’ha
sollevano sulle spalle per partire | da llì spostata? || v. intr., 1. vegetare: ll’ùrteme
ppijja la ~ pi èssa straportata. 2. movi- de marzo, quanno l zarvàteco comìnci’a
mento: dàteve m pò na ~!, muovetevi! mmòva, tòcca nnestà (rif. alla vite) |
3. denti dei bovini. prima mòve, pòe càccia: prima mòve,
mostarèlla, mostrarèlla, s.f., usanza pòe abbottóna (rif. alla vite) | movéva l
scherzosa di stropicciare, durante la sarvàteco, ggià èra n zugo (rif. alla vite).
vendemmia, sul viso delle ragazze un 2. guastarsi del vino per rifermenta-
grappolo d’uva matura: fà la ~. zione: sto vino ha mmòsso. 3. spostarsi:
mostrà, v. tr., mostrare: tira sù chi mmó- ècchela! mòve! (rif. alla partenza della
stre l bicco! (battuta di favoletta) || prov.: macchina di santa Rosa). 4. muoversi ||
chi num móstra, nun vénne. prov.: num mòve fòjja, si Ddio nun vòjja
móstra: cummà, chi bbèlla ~!, detto a una || mòvese, v. rifl., 1. muoversi: mica te
donna che scopre involontariamente le potéve mòva | nun zi mòsseno di pèzzo |
cosce | quélla fa la ~. n te ~! | n vi movéte! 2. sbrigarsi: e mmò-
mostrabbudèllo, s.m., varietà di vitigno. vete mpò! | movémese, regà! | mòvete a
mostrarèlla: ➝ mostarèlla. ccapà l céce! 3. vegetare || Forme: Ind.
mòto (raro), mòdo, s.m., modo: ni m mòto pres. 1 mòvo; 3 mòve; 4 movémo; 6 mò-
o ni n antro ce la cavarò | ni sto mòdo | vono | impf. 3 movéva; 6 movíveno |
n quarche mmòto lo famo | gni um mòdo perf. 6 mòsseno | fut. 1 movarò | Cond.
o nell’antro, in qualche modo | a mmòdo pres. 1 movarébbe | Ger. movènno.
chi nu strìsciono l bbuttóne, in modo mòve: ➝ mòva.
che. mózza, s.f., (arc.) vendemmia: cóme va
motociculétta, s.f., (arc.) motocicletta. sta ~?
motofàrcia, s.f., motofalciatrice per fieno. mozzecà: ➝ mozzicà.
motòmme, s.m., (rec.) ciclomotore di mozzecasse: ➝ mozzicasse (vd. mozzicà).
marca Motom: s’è ffatto r ~. mózzeco, mózzico, mózzoco, s.m., 1.
motóre: motór’a ffòco, motore della treb- morso: l zumaro co n ~ le staccò la
biatrice alimentato con legna. mano | mózzoco der zumaro, forte stretta
motorino, mutorino, muturino, s.m., 1. ci- dolorosa, data con la mano sulla coscia
clomotore. 2. scooter. dell’avversario | mdd. ha pprovato l
motozzampa (co la), loc. avv., (rec., mózzico de la vipra, ha rischiato la vita.
scherz.) a piedi. 2. porzione esigua, piccola quantità: ho
motozzappa, s.m., (rec.) macchina zap- mmagnato ggiusto um ~ de cìccia || móz-
patrice. zeche (a), mózziche (a), loc. avv., a
motrióne, s.m., persona imbronciata. morsi: ll’ha ppréso a ccarc’e mmózziche
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
394

| se lo magn’a mmózzeche || dim. mozzi- mpappagallà: ➝ impappagallà.


chétto. mpappinasse: ➝ impappinasse.
mozzèllo, s.m., mozzella, vairone (Tele- mpappinato, agg., molto affaccendato.
stes souffia muticellus Risso), pesce mparà: ➝ imparà.
d’acqua dolce. mparatìccio: ➝ amparatìccio.
mozzétta, s.f., 1. mantellina corta dei con- mparato, agg., istruito || prov.: gnuno
fratelli, sanrocchino. 2. piccola roncola nasce ~, nessuno nasce esperto.
tascabile priva di punta, con lama ripie- mparcatura: ➝ imparcatura.
gabile dentro il manico, usata spec. per mparentasse, v. intr. pron., 1. stringere
fare innesti. 3. attrezzo usato dal calzo- rapporti di parentela con qualcuno. 2. at-
laio, per strappare le suole vecchie dalle tecchire dell’innesto con il portainnesto.
scarpe. mpastà: ➝ impastà.
mozzicà, mozzecà, v. tr., 1. mordere: che mpastecà: ➝ impastecà.
tt’ha mozzicato la taràntola? (detto a mpastecacéce: ➝ impasticacéce.
persona irrequieta) || prov.: chi è stato mpastecafave, s.m., (dispr.) balbuziente.
mozzicato dal zèrpe, ha ppaura pure dil- mpastecagnòcche, s.m., (dispr.) bal-
l’acqua calla. 2. strappare con un morso buziente.
|| mozzicasse, mozzecasse, v. rifl., mor- mpasticà: ➝ impastecà.
dersi: se mózzeca la léngua da la ràbbia mpastorà: ➝ impastorà.
| se mózzica l labbro | t’ha da mozzicà mpataccà: ➝ impataccà.
ndo non t’arrive, dovrai pentirtene | se mpataccato, agg., macchiato (di vestito).
mózzica dó nun ze riva || v. rifl. recipr., mpatassà: ➝ impatassà.
mordersi: (d.) n c’avé ppaura, fra ccane mpatassasse: ➝ impatassasse (vd. impa-
non ze mózzecheno, di due persone che tassà).
si spalleggiano a vicenda. mpatassato: ➝ impatassato.
mozzichino, s.m., ostinato, caparbio. mpattà, v. intr., andare pari, al gioco: émo
mózzico: ➝ mózzeco. mpattato, émo fatto par’e ppatta | vòe
mózzo1, s.m., mòzzo d’una ruota. vince o mpattà, sótto n ce vò stà.
mózzo2: le pòrche se tèngono co la cóa mpàvedo, agg., (citt.) impavido.
mózza || mdd. piagne a vvita mózza | mpazzienzóso, agg., impaziente.
piagne cóme na vita mózza, piange a mpazziménto: ➝ impazziménto.
dirotto, a calde lacrime. mpecià, v. tr., impeciare || mpeciasse, v.
mózzoco: ➝ mózzeco. intr. pron., (gerg.) innamorarsi.
mozzóne, s.m., 1. mozzicone. 2. sezione mpedeconato, agg., robusto.
di filare || dim. mozzoncèllo. mpedito: ➝ impedito.
mpacchettà, v. tr., impacchettare. mpegnà, v. tr., dare in pegno: s’è mpe-
mpaccottà, v. tr., educare i bambini al- gnata pure la camìcia.
l’antica, mantenendoli ingenui. mpennasse: ➝ impennasse.
mpainato, agg., agghindato. mperfezzióne, s.f., imperfezione.
mpalà: ➝ impalà. mpestà: ➝ impestà.
mpalatìccio: ➝ impalatìccio. mpestolito, agg., fetido.
mpannà, v. tr., mettere la canapa da filare mpetóso, agg., (citt.) impetuoso.
sulla rocca. mpiastrà: ➝ impiastrà.
Vocabolario
395

mpiastrato, agg., macchiato (di vestito): mpuntà: ➝ impontà.


va n giro tutto ~. mpurtante: ➝ mportante.
mpiastro: ➝ impiastro. mpuzzolì: ➝ impuzzolì.
mpiccà: ➝ impiccà. mùcchja, s.f., grande quantità, gran nu-
mpiccià: ➝ impiccià. mero: na ~ di fijje c’éveno.
mpicciasse: ➝ impicciasse (vd. impiccià). mùccia, s.f., tana, nel gioco del nascon-
mpicciata, agg., (euf.) incinta. dino: toccà mmùccia.
mpicciato: ➝ impicciato. muccià, v. intr., (ant.) fuggire.
mpìccio: ➝ impìccio. mucco, agg., 1. con le corna tagliate: tòro
mpiccióne, s.m., impiccione. ~. 2. privo di corna: na crapa mucca.
mpiegato, s.m., impiegato. mudèrno, agg., moderno: tutte sti cóse
mpietrà: ➝ impietrà. mudèrne sò scappate fòre dóppo.
mpietrito, agg., impietrito: remase ~ mudèstia, s.f., modestia: mudèsti’a
quanno lu sentì. pparte, lu sò ffà ppur’io si mmi ci métto.
mpiottà, v. tr., fregare, imbrogliare. mudèsto, agg., modesto.
mpirtinènte, agg., impertinente. muffà, v. tr., tumefare, provocare lividi: te
mpontà: ➝ impontà. muffa ll’òcchje quelue.
mportante, mpurtante, agg., importante. muffasse, v. intr. pron., ammuffire.
mportanza, s.f., importanza: se danno n muffo, agg., 1. ammuffito: rosicò m pèzzo
zacco de ~, se sèntono quarcuno. de pane ~. 2. livido: li féce m par d’òc-
mporvarasse: ➝ imporvarasse (vd. im- chje muffe.
porvarà). muffolòtto, s.m., pugno sferrato in faccia.
mpossessasse: ➝ imposessasse. mugna: ➝ mógna2.
mpossìbbele, agg., impossibile: me pare mugugnà, v. intr., brontolare.
~ che ll’ha ddétto lue. mujje: ➝ mógna2.
mpostà: ➝ impostà1. mujjica (arc.): ➝ mullica.
mpoverito, impoerito, agg., impoverito. mula, s.f., 1. taglio pregiato di vacca ma-
mpressióne, s.f., impressione: m’ha ffatto cellata. 2. frattaglie di maiale cotte al
~ ll’ària, ho preso un colpo d’aria forno insieme alla porchetta.
fredda. mularo, s.m., chi ha cura dei muli.
mprèsso, agg., impresso: c’è ppure mulenaro: ➝ mulinaro.
n’antra còsa chi mm’è arimasta mulina, s.f. pl., (arc.) molini.
mprèssa. mulinara, molinara, s.f., mugnaia.
mprestà: ➝ imprestà. mulinaro, molinaro, mulenaro, s.m.,
mprestarèlla: ➝ imprestarèlla. mugnaio.
mprocià: ➝ mprosà. mulinatura, s.f., 1, macinatura del grano.
mprónta: ➝ imprónta. 2. molenda, prezzo della macinatura del
mprosà, mprocià, v. tr., 1. ingannare: ll’ha grano.
mprosato. 2. fottere. mulinèlla (la), s.f., n. di un molino di Vi-
mprufumà: ➝ prufumà. terbo.
mprufumasse, vd. prufumà. mulitura, s.f., 1. macinatura del grano. 2.
mpugnato, p. pass., impugnato. compenso pagato per la frangitura delle
mpunito, agg., 1. birbante. 2. disonesto. olive.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
396

mullica, mojjica (arc.), mujjica (arc.), s.f., mmurajja, di case contigue.


1. parte interna del pane, mollica: na murajjóne, s.m., muraglione.
cristiana ch’adè bbòna cóme la ~. 2. bri- murassécco, s.m., muro costruito senza
ciola: riccòjje le mulliche || dim. molli- malta || Forme: pl. le murassécco, le
chèlla, mullichèlla: magne a mmul- murassécche.
lichèlle. muratóra (a la), loc. avv., da muratore:
mulo, s.m., (fig.) individuo caparbio. c’ha ffatto n nòdo ~.
muménto, moménto, s.m., momento, at- muratorétto, s.m., muratore apprendista.
timo: cor um ~ lo fa, in un attimo | n um murbillo, s.m., morbillo: pòro ciuco, li
~ è pprónto | a n cèrto ~, improvvisa- vénne l ~.
mente | arriva da m ~ e ll’artro, fra murì: ➝ morì.
breve || dispr. momentàccio: émo pas- muriàteco, agg., muriatico: àcito ~.
sato m ~, un periodo critico || m ~, loc. muro: ~ a cassétta | mure maéstre | le
avv., un po’: aspettate m ~! | la dóga mura castellane | (euf.) vàttel’a ppijjà ~
vène tòrta m ~ || dim. m momentino, un ~!, vaffanculo! || ~ ~, loc. avv., lungo il
pochino || gni ~, loc. avv., ad ogni istante muro, rasente al muro: cammina ~ ~! ||
|| a mmoménte, a mmuménte, p’a dimin. murétto, muracciòlo | dispr.
mmoménte, loc. avv., a) per poco, quasi: muràccio || prov.: règgete ~, finché n te
~ cascava ggiù ddi sótto | p’a mmoménte vòrto l culo (rif. al lavoro del muratore)
annàvemo a ffinì drént’al fòsso; b) tra || Forme: pl. le mura, le mure.
poco: sta mmoménte, mó rriva. murta, s.f., multa, contravvenzione: jje fé-
mummo, sopr. ceno la ~ perch’ha ccantato de nòtte.
munastèro, monistèro, s.m., monastero. murtà, v. tr., multare.
mundiale, agg., 1. mondiale: èra scop- murtifecà: ➝ mortificà.
piata la sicónna guèrra ~. 2. eccellente. murtifecato, murtificato, agg., 1. offeso.
munellarìa, s.f., monelleria. 2. umiliato: si sentéva ~ davant’a ttutte.
munèllo, s.m., monello, ragazzo || dispr. murtificato: ➝ murtifecato.
munellàccio || Forme: pl. munèlle. murtipricato: ➝ mortiplicato.
mungana, agg., di mucca che produce murtripicazzióne, s.f., moltiplicazione: a
molto latte: na vacca ~. scòla ha mparato le ~.
municìpio, s.m., (arc.) velocipede. musa, s.f., broncio: quél fijjo fa la ~.
munopàtteno, s.m., monopattino. mùsaca: ➝ mùseca.
muntà: ➝ montà. musaròla, museròla, s.f., 1. museruola del
muntagna, s.f., montagna. cane: nun ce lo mannà n giro sènza ~! 2.
muntino: ➝ montino. musetta, sacchetto di canapa a muse-
muntura: ➝ montura. ruola per la biada: tòcca méttejje la ~.
munturato: ➝ monturato. mùseca, mùsaca, s.f., 1. musica: a ssòn di
munuménto, s.m., monumento. ~ | cambià mmùseca || prov.: càmbiono
murà, v. tr., murare || mdd. ~ a ssécco, le sonatóre, ma la mùseca è ssèmpre
(fig.) mangiare senza bere: ndóv’è l quélla (su chi detiene il potere). 2. com-
vino? mica se pò mmurà a ssécco! plesso della banda musicale: passa la ~
murajja, s.f., muro esterno della casa: pi strada. 3. intrattenimento musicale. 4.
s’anfòca la ~ d’estate, se crèpa | stà a (fig.) solfa, discorso ripetuto e noioso. 5.
Vocabolario
397

(fig.) denaro: ce vò la ~, pe ssonà. 6. mausoleo || microtop.


(fig., infant.) pianto || mùsica, maé!, mu- mussolina: ➝ musolina.
sica, maestro!, inter., (scherz.) rivolta a mustruóso, agg., mostruoso.
bambino che frigna. muta (a la), loc. avv., a gesti: parlà ~.
musecà, musicà, v. intr., (infant.) piangere: muta, s.f., vestito maschile usato nei
se no la piante, te fò mmusicà! giorni di festa: s’è mmesto la ~ nòva, l
musecante, s.m., suonatore di banda mu- vestito bbòno | te sè mésso la ~ de la
sicale. fèsta | se tène pròprio da parte la ~ nòva,
museròla: ➝ musaròla. adèsso pure le scarpe (in previsione del
musèvo, s.m., museo: co ttutte quélle decesso) | la ~ da òmo, il vestito da
struffajje paréva m ~ llì ddéntro. adulto.
musicà: ➝ musecà. mutà, v. tr., 1. cambiare: mutònno la camì-
musilèo (arc.): ➝ mussolèo. cia, fecero un voltafaccia politico. 2. tra-
muso, s.m., 1. muso di animale: ~ der vasare e imbottare: a mmarzo se mutava,
cane. 2. viso: li tirò ddu cazzòtte sul ~, in se portava n cantina l vino. 3. spostare:
pieno viso | te róppo l ~, ti picchio | fin’a ~ la réte de le pècore || v. intr., variare,
cche n ce sbatte l ~, n ce créde | sto ~ de diventare diverso: prima che sto tèmpo
frégna!, (scherz.) a bambino | (vezz.) muta || mutasse, v. rifl., cambiarsi
musétto dórce! (alla figlia). 3. espres- d’abito.
sione del viso: fa l ~ lungo l fijjo (di un mutanne, s.f. pl., mutande a mezza gamba
bambino) | te pòrta l ~, ti tiene il broncio || mutannóne, mutande invernali lunghe
|| a bbrutto ~, loc. avv., a) con aria mi- fino alle caviglie, cui venivano legate
nacciosa, decisa: jje parla ~; b) con in- con una fettuccia || mutannine: a) mu-
tensità. tande maschili corte: all’istate si lavo-
musolèo: ➝ mussolèo. rava a mmutannine; b) costume
musolina, mussolina, s.f., mussola. maschile da bagno; c) mutandine da
musoline, cogn., Mussolini. donna.
musóne, s.m., 1. individuo taciturno. 2. mutelato, s.m. e agg., mutilato.
persona arcigna. 3. chi tiene il broncio a mutivo, s.m., motivo.
lungo. mutorino: ➝ motorino.
mussolèo, musilèo (arc.), musolèo, s.m., muturino: ➝ motorino
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
398

n1, no, nu1, un1, art. indet. m. sing., uno: n || nel, nil, ndel, nder, ndell’ (m. e f. da-
zumaro | n àrbero | n òsso | n òcchjo | n vanti a voc.), ne la, nde le, ne le, ne li
ucellétto | no stràccio | sènto u rrumóre (m. e f. s. e pl.), nell’ (m. e f. davanti a
| n giórno o due | m par de scarpe | m voc.), prep.art.: nel tèmpo de la guèrra,
mózzico | m piro | m pochétto | m bòn’a durante la guerra | nell’istate del qua-
gnènte | m meràngolo | n zio mio | no rantacinque | ne la bbéttala | se la pijja
strónzo | no scémo | no gnómmoro | no nder culo || nel méntre, loc. avv., nel frat-
ncòmodo | me sènto n frédd’addòsso, tempo | ndell’ùltimo, loc. avv., in ultimo,
sento gran freddo | c’hò n zònno ògge, alla fine. 2. a: lassà l cummanno n quéllo
ho un gran sonno | n antro pò cascava, apprèsso | attaccasse n quélla campana.
per poco non cadeva | n artre ttré, altri n3: ➝ nun.
tre || num. card., du misure e n tajjo | n n4: ➝ na1.
anno o ddue | c’èra n òmo sólo | n fijjo e na1, n4, art. indet. f. sing., una: détte n’oc-
na fijja || agg. e pron. indef., uno: un de chjata | è n’amica sua | n’antra vòrta lo
lòro è stato | un de li due | no strónzo è famo | ha dditto na bbucìa gròssa cóme
stat’a ffallo. na casa | è na pòra dònna | càpeta na
n2, gni1, ne, ni1, prep., 1. in: èrono n zètte vòrta gni tanto | na lapa | n’animèlla |
a zzappà | n zalita | stava m mèżż’a la n’antra còsa | na zzòccola | c’ìa na
strada | rèsta m piède pi na scomméssa fame!, una fame straordinaria | ce vò na
| tené m bràccio, in grembo | magnamo meżżorétta, circa mezz’ora | còsta na
n cucina | méttese n ginòcchjo | finì n mijjonata | pe na vòrta lo pòzzo ppure fà
galèra | annà de mal’im pèggio | a st’óra | è n’ór’e mmèżżo che ccamminamo.
ci lo tròve m piazza | cu le mano n zac- na2, agg. num., una: fanno quattro e ~
còccia | portà m parma de mano, tenere cìnque!
in grande considerazione | stà m péna | na3: ➝ gna.
stà n zurosèra, in agitazione | m pèzzo n nàbbele, agg., inabile.
discésa | ròbba ni scàtola | va ttutto n nabbeletà, s.f., inabilità.
fume | n giornata lo famo, entro oggi | lo nacidisse, innacidisse, v. intr. pron., di-
finisce n tré ggiórne | va vvia m punta de ventare acido.
piède | viaggià n trèno | restà m màneche nacqualito, inacqualito, agg., 1. che ha
de camìcia | sò m parécchje | giocà n perso gradazione, diventato acquoso (rif.
quattro | ni m pòsto piricolóso, in un a vino). 2. (fig.) indebolito (detto di
luogo pericoloso | ni sto mòdo | ni n senno): c’ha l ciarvèllo ~.
quarche ccantina | ni na strada | sò nae nae, onom., 1. verso dell’anatra. 2.
nnato ne m pòsto, manco c’èro stato richiamo per anatre e oche.
mae | n àbbito de raso | n um moménto nàffata, nàffeta, s.f., nafta: m motór’a
finimo | ll’infilò n dito ne n òcchjo | gni nnàffata.
um mòdo o nell’antro, in qualche modo nàffeta: ➝ nàffata.
Vocabolario
399

naffetalina, s.f., naftalina. nasce; 4 nascémo; 6 nàsceno, nàscino,


nagurazzióne: ➝ inagurazzióne. nàsciono | impf. 1 nascìo; 3 nascìa,
nàilo, nailònne, nàino, s.m., 1. (rec.) nai- nasciva; 6 nascìono | perf. 1 nascì; 2
lon. 2. (rec.) spago di nailon. nascéste; 3 nascé, nascì; 4 nascéssemo,
nailònne: ➝ nàilo. nascéssimo; 6 nascinno | Cond. pres. 1
nàino: ➝ nàilo. nasciarèbbe; 3 nasciarèbbe | P. pass.
nàitte, s.m., (rec.) night-club. nasciuto | Ger. nascènno.
nàlese: ➝ anàlese. nascónne, niscónne, v. tr., nascondere ||
nanenanà, elemento finale d’invocazione prov.: al mèdico e al confessóre nun zi
cantata. nascónne gnènte || nascónnese, v. rifl.,
nanne, ipoc., Giovanni. nascondersi: vatt’a nnascónne!, vergo-
nannina, ipoc., Anna. gnati! || Forme: P. pass. niscòsto.
nanòtto, s.m., nanerottolo. nasconnerèlla, s.m., (infant.) gioco del
nantreppò: ➝ nantropò. nascondino: facévom’a nnasconnarèlla.
nantropò, nantreppò, avv., 1. per poco. 2. nasconnijjo, s.m., nascondiglio.
ancora un poco. nàsea, s.f., nausea.
nàpole, top., Napoli, nell’espr.: va ffà nnà- naseà, v. tr., nauseare: me nàsea sta ròbba
pole!, (euf., rec.) vaffanculo! || naseasse, v. intr. pron., provare nausea:
nappetènza, s.f., inappetenza. s’è nnaseato.
nàrcheco, s.m., anarchico. naso, s.m., 1. naso: ~ pinzuto | ~ a ppatata
narfabbèta: ➝ alfabbèta. | ~ a bbécco, ~ a bbécco de farco, naso
nasca, s.f., 1. naso grosso: và che nnasca adunco | ~ sfranto, naso camuso | ~ a
che cc’ha! | mdd. scherz.: ch’è mmèjjo ppeparóne, naso rosso | ~ aguilino, naso
che mmòra o cche nnasca? (gioco di pa- aquilino | ~ pell’inzù | ~ bbrotozzolóso,
role rivolto a persona dal grande naso). con protuberanze | ~ da mbrïacóne | ~
2. membro virile di grandi dimensioni. tturato, naso intasato | li scappa l zàngue
nasce: ➝ nàscia. dal naso | na dònna da ~, di facili co-
nàsceta, s.f., nascita: li c’occórre l certefe- stumi | quelue è dda ~, c’è dda fidasse
cato di ~. pòco, è una persona infida || prov.: ~ per
nàscia, nasce, v. intr., 1. nascere: la ggènte l’inzù, uno per casa e ppòi nom più. 2.
nasce co li tèmpe, ha carattere differente olfatto, odorato: c’ha m bòn ~ | va nnaso
a seconda delle epoche | n fijjo appéna ne le còse, per intuito.
nato, neonato | manco ère nato tu | ll’hò naspà, v. intr., annaspare, avvolgere il filo
vvisto nasce io, lo conosco fin da bam- sull’aspo || mdd. famo una fila, una
bino | è ccontènto d’èssa nato, di chi ride naspa, ci aiutiamo a vicenda, collabo-
sempre | mdd. è nnato col fióre nel culo riamo.
cóme le zzucchétte, è molto fortunato | naspo, s.m., aspo: cul ~ ce se fanno li ma-
sè nato déntr’a n vèntre de vacca tu, sei tasse.
privilegiato || prov.: chi nnasce somaro, nastrisolante, s.m., nastro isolante.
mòre mortatèlla | gnuno nasce co la su natale: (prov.) ~ al zóle, Pasqua al tizzóne
pianéta | mèjjo nasce fortunate che rric- | ~ e Bbefanìa, tutte le fèste pòrta via |
che. 2. germogliare: sta ppe nnasce l pe Nnatale ne ffréddo ne ffame, dòppo ~
grano || Forme: Ind. pres. 1 nàscio; 2 fréddo e ffame | ~ co li tui, Pasqua cun
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
400

chi vvòe. ncartà, v. tr., incartare: (iron.) aspètta, te


nàteca, s.f., (citt.) natica. la ncarto ne na fòjja de rosmarino (espr.
natìcchja, s.f., nottolino; piccolo sali- per negare q.cosa).
scendi, costituito da una spranghetta ncartapecorito, agg., incartapecorito.
girevole intorno ad un perno, con cui si ncartata, s.f., azione di incartare: li da ssù
chiudono sportelli, imposte, ecc. na ~ e la pòrt’a ccasa.
natura, s.f., apparato genitale della donna ncassato, agg., incassato: na strada ncas-
e della femmina di animale: la ~ de le sata mal tufo.
fémmene. ncastonato, agg., (lett.) incastonato.
naturarménte, avv., naturalmente. ncastro, s.m., arnese del maniscalco.
navicèlla, s.f., orecchino: li vècchi portà- ncatarcià: ➝ incatarcià.
vono le navicèlle d’òro, pure ll’òmmene ncatenà, v. tr., incatenare.
le portàveno a qquéle tèmpe. ncatorcià: ➝ incatarcià.
navòrta, avv., un tempo. ncatramà: ➝ incatramà.
nażżàrio, sopr. ncavallato, agg., accavallato, contratto, di
nazziunale, agg., nazionale || s.f. pl., na- nervo o muscolo.
zionali, marca di sigarette: fuma le ~. ncavolasse: ➝ incavolasse.
ncacalisse: ➝ incacalisse. ncazzasse: ➝ incazzasse.
ncacchjasse: ➝ incacchjasse. ncazzatura: ➝ incazzatura.
ncacalito, agg., indebolito: è ncacalito, ncazzóso: ➝ incazzóso.
nun campa e nun crèpa. ncazzulito: ➝ incazzulito.
ncacià: ➝ incacià. ncefalìteco: ➝ incefalìtico.
ncajjasse: ➝ incajjasse. ncèlla, s.f., (lett.) ancella.
ncalcià: ➝ incarcià1. ncementà: ➝ incementà.
ncamasse: ➝ incamasse. ncementato, agg., 1. provocato. 2. infa-
ncamicià: ➝ incamicià. stidito.
ncancrito, agg., canceroso. ncementino, s.m., persona litigiosa || blas.
ncantà: ➝ incantà. pop.: l vetorbése sò ncementine e
ncantaménto, s.m., incantamento. ppiantacaròte.
ncantato: ➝ incantato. ncenderato, ncennarato, agg., coperto di
ncapezzà: ➝ incapezzà. cenere.
ncapezzato, agg., legato con la cavezza. ncendià: ➝ accendià.
ncaponisse: ➝ incaponisse. ncennarato: ➝ ncenderato.
ncappuccià, v. tr., incappucciare. ncennerì: ➝ incennerì.
ncarcà: ➝ incarcà. ncènzo: ➝ ingènzo.
ncarcata: ➝ incarcata. ncerà, v. intr., invaiare dell’uva.
ncarcato: ➝ incarcato. nchecchjà, v. intr., balbettare.
ncarcià: ➝ incarcià1. nchinà, v. tr., inchinare || nchinasse, v. rifl.,
ncarcolato, agg., incalcolabile, di valore. inchinarsi.
ncarfagnasse, v. intr. pron., impigrirsi. nchino, s.m., inchino.
ncaricà: ➝ incaricà. nchissandóve, inter., chissà dove!
ncarnisse: ➝ incarnisse. nchjappettà, v. tr., 1. sodomizzare. 2.
ncarognisse: ➝ incarognisse. (fig.) ingannare.
Vocabolario
401

nciaccottà, nciancottà, v. intr., 1. parlare ncivilizzasse: ➝ ncivilisse.


in modo indistinto. 2. borbottare. 3. ri- ncivilizzisse: ➝ ncivilisse.
petere. ncó: ➝ ancó.
nciaccottata, s.f., rimescolamento sbriga- ncocciasse, vd. incoccià.
tivo. ncòce, ncòcia, v. tr., 1. bruciare, appassire
nciafrujjà: ➝ inciafrujjà. (rif. al calore solare): l gran callo ll’ha
nciafrujjóne, ciafrujjóne, cianfrujjóne, ffatto ~ l finòcchjo. 2. far bollire breve-
s.m., 1. pasticcione, abborraccione. 2. mente, di legumi per proteggerli dai
balbuziente. 3. chi parla a sproposito. 4. vermi.
chi lavora poco e male. 5. confusionario. ncòcia: ➝ ncòce.
nciampecà: ➝ inciampicà. ncofanà, v. tr., ammaccare.
nciampecóne: ➝ inciampicóne. ncollà: ➝ incollà1.
nciancicà: ➝ anciancecà. ncollarito, agg., adirato.
nciancagallina (a), ncianciagallina (a), ncollasse: ➝ incollasse (vd. incollà1).
loc. avv., (infant.) saltellando su un solo ncòmedo: ➝ incòmedo.
piede. ncomencià: ➝ incomincià.
ncianciagallina (a): ➝ nciancagallina ncomincià: ➝ incomincià.
(a). ncòmmido: ➝ incòmedo.
nciancicabbròdo: ➝ ciancicabbròdo. ncòmodo: ➝ incòmedo.
nciancicatìccio: ➝ inciancicatìccio. ncomparasse, v. intr. pron., legarsi di rap-
nciancicato: ➝ inciancicato. porto di comparatico: se sémo ncompa-
nciancicóne: ➝ ciancicóne. rate, perch’ha ttenuto a la crésema
nciancottà: ➝ nciaccottà. Bbàrtolo.
nciarfacióso, s.m., chi parla in maniera in- ncompràbbele, agg., (lett.) incompara-
distinta. bile.
nciarfajjà, v. intr., pronunciare in maniera nconocchjà, v. tr., inconocchiare.
indistinta. ncontrà: ➝ ancontrà.
nciarfajjóso: ➝ ciarfajjóne. ncontrasse: ➝ ancontrasse (vd. ancon-
ncidènte, s.m., incidente. trà).
ncifrito, agg., irritato, di cattivo umore: ncóntro, s.m., incontro || avv., incontro ||
“ch’éte che sséte tutto ncifrita?” “se prep., 1. incontro: và ~ a la mamma! | li
vv’avéssero pisciato ma la ribbèca ma sémo annate ~ | le vinne ~, lo aiutò. 2.
vvue cóm’hanno fatto ma mmì, saréssete verso: se va ~ all’invèrno oramae.
ncifrita pure vue!” ncóra, avv., ancora: (scherz.) ~ campe?
ncignà, v. tr., incignare. ncordasse: ➝ incordasse.
ncimentà: ➝ incementà. ncordonasse, v. intr. pron., contrarsi di un
ncimiciato, agg., infestato di cimici. muscolo o di un nervo, subire un
ncinta, agg., incinta: ll’ha mméssa ~, l’ha crampo: li s’è ncordonato l bràccio.
ingravidata. ncordonatura, s.f., crampo.
ncità, v. tr., incitare. ncornicià: ➝ incurnicià.
ncivilisse, ncivilizzasse, ncivilizzisse, v. ncoronà, ncurunà, v. tr., incoronare ||
intr. pron., incivilirsi: se ncivilìsciono | Forme: P. pass. ncoronato.
me ncivilizzìscio | ll’òmo s’è nciviliżżato. ncorpà1: ➝ incorpà1.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
402

ncorpà2: ➝ incorpà2. ndin, onom., imitazione del rintocco della


ncotechito, agg., incorezzato, di tessuto campana.
che ha preso la consistenza del cuoio: ndiavolato: ➝ indiavolato.
portava na ggiacchétta ncotechita. ndicappato, agg., (rec.) handicappato mo-
ncriccà, v. tr., (gerg.) bere. torio, invalido.
ncrocià, v. tr., imbattersi in qualcuno: ll’ha ndiètro, avv., indietro.
ncrociato m piazza || ncrociasse, v. intr. ndifferènte: ➝ indiferènte.
pron., incrociarsi. ndiffirènza, s.f., indifferenza.
ncrociato, agg., 1. incrociato: stava cu li ndifìcele: ➝ indifìcile.
bbracce ncrociate | ne la filagna se mét- ndifìcile: ➝ indifìcile.
tono le canne ncrociate. 2. crocifisso. ndiggistióne, s.f., indigestione.
ncrociatura, s.m., biforcazione della vite: ndighidìn, ideof., (infant.) imitazione
se mettéva ne le ncrociature de le vite, dell’andatura del cavallo.
p’ariccòjjela pe le bbèstie (rif. ai tralci ndispenzàbbele, agg., indispensabile..
potati). ndó: ➝ dó2.
ncrócio, s.m., crocevia. ndóe: ➝ dó2.
ncrociolato, agg., incoiato, di terreno che ndoliménto, s.m., indolenzimento.
per freddo o vento ha fatto la crosta. ndolì, ndolire, v. intr., indolire || ndolisse,
ncrostà, v. tr., incrostare. v. intr., intorpidirsi: se ndolìa la mano a
ncrudolisse: ➝ incrudolisse. ttenéllo.
ncùdine: ➝ ancùdine. ndolire (in rima): ➝ ndolì.
nculà: ➝ inculà. ndolito: ➝ indolito.
ncularèlla, s.f., coito anale. ndoló, onom., imitazione del suono del
nculata: ➝ inculata. campano.
nculatura: ➝ inculatura. ndominè, nell’espr.: gnè gnè, fréga Cristo
nculorito: ➝ culorito. e ndominè! (vd. gnè gnè).
ncumincià: ➝ incomincià. ndorato, agg., 1. dorato. 2. passato nel-
ncumplèto, agg., incompleto. l’uovo sbattuto prima di friggerlo: le fa
ncuntrà: ➝ ancontrà. ffritte ndorate le zzucchétte.
ncuntrasse: ➝ ancontrasse (vd. ancon- ndormisse, v. intr. pron., intorpidirsi.
trà). ndormito, agg., intorpidito.
ncunviniènte, s.m., inconveniente. ndòsso, avv., indosso: la bbianchirìa pi ~,
ncuraggià, v. tr., incoraggiare. la biancheria intima.
ncuriusito, p. pass. e agg., incuriosito. ndóve: ➝ dó2.
ncurnicià: ➝ incurnicià. ndovenà: ➝ indovinà.
ncurunà: ➝ incoronà. ndovinà: ➝ indovinà.
ndà, inter., guarda: ~ ovè!, guarda un po’! ndovinarèllo, s.m., indovinello || pl. ndo-
nda, prep., da: ~ dóve?, donde? vinarélle.
ndebbolisse, v. intr. pron., indebolirsi. ndrónna, s.f., 1. donna trasandata, sporca.
ndeffìcele: ➝ indifìcile. 2. prostituta.
ndefìcile: ➝ indifìcile. ndu: ➝ dó2.
ndemognato, agg., indemoniato: paréva ndustriasse, v. intr. pron., adoperarsi per
~. riuscire.
Vocabolario
403

nduvenà: ➝ indovinà. stinchi di vitello: le ~ n zalza.


nduvinà: ➝ indovinà. nèrchja, s.f., 1. grosso membro virile in
ne: ➝ n2. erezione. 2. naso grosso.
nèbbia, s.f., nebbia: è ccalata la ~ | ògge nerfabbèteco, s.m., analfabeta || agg.,
c’è na ~ che ssi pò affettà cul curtèllo, (raro) alfabetico.
oggi la nebbia è fittissima || dim. neb- néro, agg., 1. di colore nero: ~ cóme l car-
biétta, nebbiarèlla, nebbiolina | accr. bóne | ~ cóme l culo de la padèlla | èrono
nebbióne, nebbia fitta || prov.: ~ m mon- tutte nére cóme l tizzo, molto adirati | adè
tagna, ll’acqua n campagna | la ~ cóme nnéro cóme la fulina | fà ttèrra néra, dis-
tròva lassa, e ppèggio se ppò. erbare il campo di grano in prima-vera |
nebbióne, s.m., ebbio (Sambucus ebulus luna néra, luna nuova | vino ~, vino
L.). rosso scuro | c’ha l capélle nére, bruni. 2.
néccio, nìccio1, agg., stentato, patito, (fig.) di cattivo umore: làsseme stà, che
malaticcio. ssò nnéro ògge.
necessetà, s.f., necessità: (d.) fà dde ~ nerofume, s.f., 1. nerofumo. 2. roccia del
vvirtù. formaggio.
néga, s.f., santa immag.: se bbutt’a ssanta nervà, v. tr., colpire a nerbate.
~, si rimangia quanto detto. nervata, s.f., nerbata.
negà, v.tr., negare. nèrvo: ➝ nèrbo.
nègusse, s.m., negus: l ~ da pìccolo faciva nervoruto, agg., nerboruto.
ll’aviatóre (incipit di canzoncina). nervóso, s.m., nervosismo: c’hò n ~ ògge,
nelméntre, cong., mentre || avv., frattanto. làsseme stà, ch’è mmèjjo.
nemmanco, avv., nemmeno. néspala: ➝ néspela.
nemmica, avv., mica. néspela, néspala, s.f., 1. nespola, frutto del
nèna, s.f., 1. vino. 2. sbornia. nespolo || néspele, pl., nespole: vino de ~
nenarèllo (raro), s.m., girello con ruote | néspele ggiubbóne, nespole del Giap-
entro il quale si introduceva il bambino, pone | e cch’ha magnato le néspele?
perché imparasse a muovere i primi (detto a persona stitica). 2. (fig.) bussa,
passi. colpo, percossa. 3. (fig.) sbornia ||
nénfa, s.f., linfa della pianta. néspele, néspole, inter., caspita!
nénfro, s.m., ignimbrite; pietra di color néspolo, s.m., nèspolo (Mespilus germa-
grigio vinato (usata per architravi, stipiti, nica L.) | ~ der Giappóne (Eryobotrya
ecc.): si tòsto quante l ~ (di persona o- japonica Lindley).
stinata). nestesìa: ➝ anistisìa.
nèni, inter., (infant.) vieni! nestrèmise, avv., in extremis.
nénna nanna, s.f., ninna nanna. nevara, s.f., venditrice di neve per refri-
nèno, ipoc., Nazzareno. gerare || ~ (la), sopr.
nèonne, s.m., (rec.) illuminazione al neon. nève, s.f., 1. neve: me sà che ffa la ~ do-
nepotéllo: ➝ nipotéllo. mane, credo che domani nevichi || accr.
nèrbo, nèrvo, s.m., 1. muscolo, tendine: l nevóne, eccezionale nevicata nella pri-
me sènto n ~ ncavallato. 2. membro del mavera del 1956: quéll’anno del ~ ||
bue || nèrve, s.m. pl., nervosismo | ner- prov.: la ~ marzolina, dura da la séra a
vétte, s.m. pl., parti tendinee di zampe e la mattina. 2. (fig.) cosa grossa: nté che
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
404

nnève!, che colpo! fin chi ffa vverdura.


nevrastèmeco, agg., nevrastenico. nfinocchjà: ➝ infinocchjà.
nfagottasse, v. rifl., imbacuccarsi, coprirsi nfinta, anfinta, fénta, nfénta, s.f., finta: fa
con cura. ~ de partì, finge | lo fanno pe dd’anfinta,
nfallonì: ➝ infallonì. fingono | fa ffénta | ~ de durmì | fà ~ de
nfame, agg., 1. malvagio. 2. cattivo: am- n capì, far finta di non capire.
màzzete le sè ~! nfioccà, v. tr., infioccare.
nfangà, v. tr., infangare. nfiorata: ➝ anfiorata.
nfantile, agg., infantile. nfiscolà: ➝ infiscolà.
nfantijjòle: ➝ fantijjòle. nfittito: ➝ infittito.
nfarinà, v. tr., infarinare. nfocà: ➝ infocà.
nfarinata: ➝ infarinata. nfocato, agg., 1. infocato, rovente. 2. co-
nfelice: ➝ infelice. cente, ardente: lavorava sótto l zóle ~. 3.
nfénta: ➝ nfinta. (fig.) entusiasmato: ~ da le prèdeche.
nfèrno: ➝ infèrno. nfónne, v. tr., 1. bagnare. 2. inzuppare.
nferocito, agg. inferocito. nforconatura, s.f., crociaia, biforcazione
nfestonà, v. tr., decorare con festoni: nfe- dell’albero.
stonávono li strade di verdura. nformichisse: ➝ informicasse.
nfiacchisse: ➝ infiacchisse. nfornà: ➝ infornà.
nfiascà: ➝ infiascà. nfornata: ➝ infornata.
nficcasse, v. intr. pron., immischiarsi: se nfortùnnio, s.m., (rec.) infortunio: annà
nfìccheno sèmpre dapirtutto. ssótto ~, essere esentato dal lavoro, per
nfierà, v. tr., portare alla fiera, di animali aver subito un infortunio, e godere del-
da vendere. l’assicurazione.
nfilà: ➝ anfilà. nfoscato: ➝ infoscato.
nfilasse: ➝ anfilasse (vd. anfilà). nfra, fra, prep., 1. fra: féce nfra di mì | nfra
nfilice: ➝ infelice. de sé, fra sé | ll’avrà ddétto fra de sì | ~
nfiltrito, agg., infeltrito, reso compatto de nóe | détto fra nnue | cercà dd’èssa
come feltro (detto di tessuto). d’accòrdo nfra di lòro due. 2. in: ~ la
nfinché: ➝ fenché. vigna, nella vigna.
nfine: ➝ infino. nfracigà: ➝ fracicà.
nfinènte: ➝ finanta. nfradeciasse: ➝ fracicasse (vd. fracicà).
nfinito, agg., infinito. nfradiciasse: ➝ fracicasse (vd. fracicà).
nfino, fine, fino, fina (raro), prep., fino a: nframèżżo: ➝ frammèżżo.
vistita nfino all’ógna, completamente nfrancujjo: ➝ infrancujjo.
coperta | nfino ndu évo d’annà | nfin’a nfranta, s.f., azione di pigiare, spezzare,
qquélla séra | fino chi cc’èreno, si ma- schiacciare: è mmèjjo a ddalle na ~.
gnava | da la mattina fin’a la séra | fin’a nfrascà: ➝ infrascà.
jjère | émo durato fine la guèrra | fin’al- nfrattasse: ➝ infrattasse.
l’ùrtemo | fin’a ddóve, fin dove | nfreddolisse: ➝ rinfreddolisse.
fin’adèsso n z’è vvisto | fin’a llà, fin là | nfreddolito, nfreddulito, agg., infreddo-
fin’a llì, fin lì | nfin’allóra, fino a quel lito.
momento | fin’a mmó, finora | (d.) dura nfreddulito: ➝ nfreddolito.
Vocabolario
405

nfregnato: ➝ infregnato. una pianta. 2. parte della pianta dove un


nfrelleccato, agg., 1. agghindato. 2. taglio si cicatrizza.
adorno: ~ de fióre scérte de staggióne. ngordàggene, s.f., (raro) ingordigia.
nfrittellà, v. tr., macchiare. ngordìzzia:→ ingordìzzia.
nfrittellato, agg., macchiato di unto (rif. ngórdo, agg., ingordo, vorace.
al vestito). ngozzà, v. tr., ingozzare: voléva ngozzalle
nfrocià: ➝ infrocià. ggiù le galline || v. intr., tracannare vino.
nfumecà: ➝ affummicà. ngozzata1:→ angozzata.
nfumicà: ➝ affummicà. ngozzata2, s.f., scorpacciata.
nfumicata: ➝ anfumecata. ngrandì:→ ingrannì.
nfurbisse: ➝ infurbisse. ngrannì:→ ingrannì.
nfuriasse: ➝ infuriasse. ngranniménto:→ ingranniménto.
nfurmazzióne, s.f., informazione. ngrannisse:→ ingrannisse (vd. ingrannì).
nfuscellà: ➝ infuscellà. ngrassà:→ ingrassà.
ngabbià: ➝ ingabbià. ngrassasse:→ ingrassasse (vd. ingrassà).
ngajjardisse: ➝ ingajjardisse. ngratitùdene, s.f., ingraditudine.
ngallà: ➝ ingallà. ngravattà:→ incravattà.
ngannà: ➝ ingannà. ngravedà:→ ingravidà.
nganno, s.m., inganno. ngravidà:→ ingravidà.
ngarbujjà: ➝ angarbujjà. ngravidato, agg., oppresso, esacerbato:
ngarbujjasse: ➝ angarbujjasse (vd. an- c’éva l còre ~ d’amarézze.
garbujjà). ngrazziasse, v. intr. pron., ingraziarsi.
ngażżullì: ➝ ingażżurrì. ngrése, agg., inglese: pe ddórce, féce la
ngażżurrì: ➝ ingażżurrì. zzuppa ~ | parle ~ staséra (rif. a u-
ngażżurrisse: ➝ ingażżurrisse (vd. ingaż- briaco).
żurrì). ngrevisse:→ ingrevisse.
ngegnóso, agg., ingegnoso. ngrevito:→ ingrevito.
ngènevo, ngènovo, agg., ingenuo. ngrifasse:→ ingrifasse.
ngènovo: ➝ ngènevo. ngrillannà:→ ingrillannà.
nghjuttì, v. tr., inghiottire. ngrillettasse:→ ingrillettasse.
ngiallito, agg., ingiallito. ngrufolato:→ ingrufolato.
nginocchjóne: ➝ gginocchjóne. ngrugnasse:→ angrugnasse.
ngiojjellato, agg., ingioiellato. ngrugnato:→ ingrugnito.
ngiustìzzia, s.f., ingiustizia. ngrugnito:→ ingrugnito.
ngobbisse, v. intr. pron., ingobbire, cur- nguastì, v. tr., guastare, rovinare.
varsi (della schiena). nguastito:→ inguastito.
ngojjì: ➝ ingojjì. nguattà:→ inguattà.
ngojjisse: ➝ ingojjisse (vd. ingojjì). nguattarèlla, s.f., (infant.) gioco del
ngollà: ➝ ingollà. nascondino.
ngolosì, v. tr., ingolosire. nguattasse:→ inguattasse (vd. inguattà).
ngoluppasse: ➝ agguluppasse (vd. ag- nguattato, agg., 1. nascosto. 2. acquattato.
guluppà). 3. coperto, del sole nascosto tra le nu-
ngommatura, s.f., 1. cicatrizzazione di vole.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
406

nguattavito:→ inguattavito. nimmico, s.m., 1. nemico: ll’innimice; li


nguattóne (de):→ inguattóne (d’). nimiche || prov.: te vòe fà n ~? fà m pia-
ngujjisse:→ ingojjisse (vd. ingojjì). cére a n amico! 2. diavolo || agg., ne-
ni1:→ n2. mico.
ni2, pron. rel., ne: ~ saréte cuntènte | ci ~ nimmico:→ nimico.
mancava mèżżo | va ssapé da du ~ vène. ninacchjóne, sopr.
nibbì, v. tr., proibire: nun dévo più nnà co ninétta, ipoc., Valentina.
qquélla perzóna, me ll’ha nnibbito. ninna, s.f., (infant.) il dormire: ll’ha
nìcchese, nìcchise, inter., (scherz.) no!, mméss’a ffà la ~.
niente affatto! ninnà, v. tr., cullare.
nìcchise:→ nìcchese. ninna nanna ninna popò, incipit di nin-
nìccio nìccio, inter., nella formuletta di nananna,
una favola: ~ ~, che ppuzza de cri- ninna òh, incipit di ninnananna.
stianìccio! o c’è o c’è stato o c’è ppas- ninnaròlo:→ dindaròlo.
sato. nino, agg., (vezz.) piccolo caro: (all.) nì! ||
nìccio1:→ néccio. dim. ninarèllo: ~ se dic’a n fijjétto. ni-
nìccio2, s.m., miccia per mine. narè! || inter., grido che si ripete più
niccupìccio, s.m., personaggio immag. ~ volte, per far avvicinare il maiale.
~, ll’ùrtimo visto || sopr. nïonato, s.m., (citt.) neonato.
nicco, s.m., mignolo (solo nella tir. sulle nipotame, s.m. coll., insieme dei nipoti.
dita della mano): ~ ~, si ttu rrubbe t’ap- nipóte, s.m., femminella e sottofemmi-
picco. nella, tralcio secondario della vite.
nicessàrio:→ nicissàrio. nipotéllo, nepotéllo, s.m., femminella e
nìchele, nìchelo, s.m., moneta da venti sottofemminella, tralcio secondario della
centesimi: (antifr.) m’ha détto n ~!, ti vite.
pare poco || dim. nichelétto || nìchele, nisba, inter., (scherz.) no!, niente affatto!:
s.m. pl., (gerg.) denaro: c’ha l nìchele si ppijje sta ròbba bbè, sinnò ~!
quelue, mica le chjàcchjere. niscónne:→ nascónne.
nìchelo:→ nìchele. nissuno:→ gnessuno.
nicissàrio, nicessàrio, s.m. e agg., neces- nitrà, v. intr., nitrire.
sario: è nnicissària più ddi tutte | ~ niverzale, agg., universale: c’ìveno assut-
quanto l zale | qué adè nnicissàrio cóme terrato, p’aspettà l ggiudìzzio ~.
r pane || prov.: nissuno è nnicessàrio a nizza, s.m., bastone più lungo usato nel
sto mónno. gioco della lippa: ggiocà a nnizz’e
nicolina (raro), nicutina, s.f., nicotina. bbènze.
nicutina:→ nicolina (raro). nizzolà, nizzolellà, v. intr. impers., piovig-
nidata, s.f., nidiata: ni trovae na bbèlla ~ ginare: “che ttèmpo fa?” “è m pò stella-
ma n frattóne. tèllo, però nizzolélla piano piano e ttira
nientedebbòno, s.m., individuo equivoco. n vènto del diàvolo!”
nigozziante, s.m., negoziante. nìzzola, s.f., bastoncino a doppia punta,
nigòzzio, s.m., negozio: mó vvanno mal che si colpisce con un’asta nel gioco
nigòzzie di la Cifa || dim. nigozziétto. della lippa.
nimico, inimico (raro), innimico (raro), nizzolellà:→ nizzolà.
Vocabolario
407

nnà:→ annà. nòcchjo, s.m., nocciòlo (Corylus avellana


nnamidà, v. tr., inamidare. L.): ~ sarvàtoco | ll’hanno mésse tante
nnamidato:→ innamidato. de nòcchje dòppo la guèrra, hanno
nnamorà:→ annamorà. piantato molti noccioli || Forme: pl.
nnamorasse:→ annamorasse (vd. anna- nòcchje.
morà). nocchjòla, agg., di una varietà di uva sel-
nnamorato:→ annamorato. vatica.
nnamurasse:→ annamorasse (vd. anna- nocciolina, s.f., 1. (raro) vinacciolo. 2. ara-
morà). chide (Arachys hypogaea L.): noccioli-
nnamurato:→ annamorato. n’americane.
nnarzà, v. tr., (raro) innalzare. nóce, s.f., 1. noce, frutto del noce | pl.
nnerito, agg., sporco di fumo. nóce: còjje le ~ | ~ americane, frutti del-
nnestà:→ annestà. l’ippocastano | me fa mmale la ~ del
nnipotènte, unnipotènte, unniputènte, piède, il malleolo. 2. (fig.) colpo dato
s.m., Onnipotente. con due mani unite sulla testa di qual-
nnipotènza, s.f., (citt.) onnipotenza. cuno || a nnóce, loc. avv., a due mani: cu
nnocènte, nnucènte, agg., innocente. le mano ~ || ~!, inter., caspita!
nnucènte:→ nnocènte. nòce, v. intr., 1. nuocere. 2. procurare do-
nnunzià:→ annunzià. lore: sentisse cóme me nòce.
nnusà:→ annusà. nocènte, agg., innocente.
nó1:→ n1. nocentine, s.m. pl., festa dei santi Inno-
nó2:→ nun. centi (28 dicembre): domane sò li ~ ||
nò1, inter., modo di intercalare (molto freq. prov.: li ~, sò ffinite le fèste e l quatrine.
alla fine della frase): c’annamo, ~, ce nócio, s.m., noce (Juglans regia L.), pianta
parlamo nzième, ~ | jje lo dirébbe ppure, di noci: annam’a bbatta le nóce, a bac-
~, ma mica ggióva. chiare i rami del noce || (d.) le nóce, chi
nò2, nòne (enf.), avv., no: ce vae sì o nnò? le pianta no le còjje (il noce, crescendo
| de ~ nó jje lo potéva dì | ce vverrébbe, molto lentamente, impiega troppo tempo
mica ~ | nun ce vèngo, la vòe capì? prima di produrre).
nòne! nodarèllo, s.m., piccolo nodo.
noaltre:→ nóe. nóe, noaltre, noantre, noartre, nojjaltre,
noantre:→ nóe. nojjantre, novantre, nue, nujjantri, nuve,
noartre:→ nóe. pron. pers., noialtri: che n’adèreno
nòbbele, nòbbile, s.m. e agg., nobile. òmmene cóme nnue? | ce penzamo nue
nòbbile:→ nòbbele. a mmannàvvela | sò pporétte quant’e
nobbiletà, v. tr., nobilitare. nnóe | uno che stava sópr’a nnóe,
nobbirtà, s.f., nobiltà. abitava nel piano superiore al nostro | ce
nòcchja, s.f., 1. nocciola || nòcchje, s.f. pl., vènghe co nnoantre a ccòjja l fiche? |
busse: pagà le nòcchje, picchiare. 2. noaltre annam’ar fòsso a nnutà, noialtri
(fig., gerg.) ano: dà vvia la ~, essere so- andiamo al torrente a nuotare | vicino a
domita. 3. nocca della mano. nnuve.
nocchjaro, s.m., venditore di nocciole. nòjja, s.f., noia: hò ppaura de dà nnòjja |
nocchjéto, s.m., noccioleto. m’è vvenut’a nnòjja, mi ha stufato.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
408

nojjaltre:→ nóe. bbótte, (infant.) tuona | mdd. è l ~ che


nojjantre:→ nóe. ttraùzzola le bbótte, (infant.) tuona |
nojjóso, agg., noioso: ~ cóme na mósca (vocat.) nò! 2. (scherz.) baco di frutta. 3.
zzezzè. (fig.) il numero novanta nella tombola.
nomàsteco, numàsteco, agg., onomastico: 4. (fig.) punto più alto raggiungibile in
jjère adèra l mi ggiórno ~. un gioco di carte (stóppa): c’hò l ~!
nomato, agg., denominato. nonnolétta, s.f., donnola (Mustela nivalis
nòme, s.m., 1. nome: fa Mméco de ~, si L.).
chiama Domenico | ll’ha mmésso ~ Gio- nonostantacciò, loc. congiuntiva, ciono-
vanne. 2. reputazione || prov.: acquista nostante, tuttavia.
bbòn ~ e rrubba quanto vòe. nonvolènno, avv., involontariamente.
nomedelpatre, nomedilpatre, s.m., 1. nòra, s.f., nuora: la mi ~.
segno della croce: qui, rregà, c’è dda nòrde, s.m., nord.
fasse l ~ a mmancina, siamo in una nòrge, agg., marca di cialda per gelato a
situazione difficile. 2. (scherz.) fronte: te forma di cono.
spacco l ~! nortrasse, v. intr. pron., (citt.) inoltrarsi: si
nomedilpatre:→ nomedelpatre. nòrtra nfino al Bujjicame.
nòmena, nòmina, s.f., nomea, cattiva re- nostargìa, nostergìa, nustalgìa, s.f., no-
putazione: portà la ~, avécce na bbrutta stalgia.
~, godere di cattiva reputazione | lue nostergìa:→ nostargìa.
pòrta la ~ e ll’altre fanno le fatte. notà, nutà, v. intr., nuotare: nòta cóm’um
nomenà, nominà, v. tr., nominare: lo péscio.
nomenòrno || prov.: quanno sènte ~ notata, s.f., nuotata.
Mmaria, non domannà che vviggìglia notatóre, s.m., nuotatore.
sia. nòto, s.m., nuoto: se bbutta a nnòto | l ni-
nomenato, nominato, agg., 1. denomi- póte va a scòla de ~.
nato. 2. rinomato, famoso: è nnomenato nottata, nuttata, s.f., nottata: fà nnottata,
cóme ccacciatóre. vegliare un malato per assisterlo: hò
nòmese, s.m., (ant.) nome: n ~ di Ddio e ffatto ~ || (dispr.) nottatàccia.
ssant’Antògno! (invocazione pronun- nòtte: è nnòtte ormae, comìncia ffà nnòtte,
ciata iniziando a lavorare con le bestie) imbrunisce | sbrigàmese, ce famo ~
|| ~ de Ddio!, espr. di augurio pronunci- sennò, altrimenti non finiamo mai | è
ata assaggiando ogni primizia. nnòtte fatta, piena notte | tornamo la
nominà:→ nomenà. sér’a nnòtte | parte stanòtte | marteddì a
nòmina:→ nòmena. nnòtte, la notte di m. | avé da fà ppiù de
nominato:→ nomenato. chi mmòre di ~, esser molto indaffarato
nòne (enf.):→ nò2. | (d.) bbòna ~, Ggesù, che ll’òjjo è
nònna: dim. nonnétta. ccaro! | bbòna ~ a li sonatóri! | bbòna ~
nonnanza, s.f., il divenire nonno: pagà la al zécchjo! | ha dda fà la ~, deve lavo-
~ (offrire da bere, per festeggiare rare nel turno di notte.
l’evento). nòttela:→ nòttola.
nònno, s.m., 1. nonno: è ttutto l zu ~, gli nóttola, nòttela, s.f., pipistrello (Nyctalus
rassomiglia moltissimo | l ~ sciacqua le noctua Schr.): mica le càcheno le nót-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
410

tele!, non piovono dal cielo (rif. ai soldi). ntartajjóne:→ tartajjóne.


nottolóne, s.m., 1. grande pipistrello. 2. ntartarito:→ intartarito.
(fig.) chi fa la corte a una ragazza: un ~, ntasà:→ intasà.
uno che st’apprèsso na ragazza, sèmpre ntasato, agg., 1. intasato, occluso: c’ha le
ntórno. 3. (fig.) importuno. bbrónche ntasate, fa l fischjétto. 2.
nòva, s.f., notizia: pòrta bbòne nòve | dà dall’omaso ostruito: na bbèstia ntasata.
na bbrutta ~ || prov.: le male nòve arrì- ntatto, agg., intatto: l campanile arimase
veno sùbbeto | la cattiva ~ è mmèjjo sa- m piède ~.
pélla la mattina che la séra. nté, inter., senti un po’!, sentite!: ~ che
novaménte, avv., nuovamente. ddiche!
novantre:→ nóe. ntécchja:→ antìcchja.
nòve: “~ a ttré!” “prése l ~ e vvinze l tré” ntégna:→ intégna.
(nel gioco delle carte). ntégne:→ intégna.
novellame, s.m., (coll.) virgulti. ntegonismo, s.m., antagonismo.
novetà, s.f., novità. nteliggènte:→ inteliggènte.
nòvo, agg., nuovo: luna nòva | s’è ffatto la nteliggentóne, s.m., (iron.) saccente.
muta nòva, ha comperato un nuovo ntemà:→ intimà.
vestito | me rèsta de ~, lo ignoravo | ll’ha ntènna:→ intènna.
rriméss’a nnòvo la casa | ~ de zzécca, ntènne:→ intènna.
nuovissimo | mdd. quant’è bbèlla strada ntennitóre:→ intennitóre.
nòva! (via Cavour, odon.) || ~ (de), loc. nténto:→ inténto.
avv., di nuovo. ntenzióne:→ antenzióne.
nòzze: che vvòe fà le ~ co le fónghe?, ntepedito:→ intepidito.
senza spendere | capiréte, ce va a nnòzze nteressà, ntiressà, intirissà, v. intr., inte-
lue, non desidera altro, gli piace ressare: sò artre còse che mma nnue
moltissimo | pi ffà li gojjarìe c’annàveno nterèsseno.
a nnòzze. nteressato:→ interessato.
nquartasse:→ inquartasse. nteriòra:→ intrïóra.
nquartato, agg., atticciato. nterito:→ interito.
nquinaménto:→ inguinaménto. nternato, agg., 1. incavato, profondo. 2.
ntacca:→ intacca. appartato: m pòsto che rrimane ~, fore-
ntaccà:→ intaccà. mano.
ntan, ideof., 1. rumore fatto dalla pallina nternòsse, loc. lat., inter nos, fra noi: are-
lanciata con la cerbottana. 2. rumore manga ~.
della scotola che colpisce il cavalletto su ntèro, agg., intero.
cui si batte la canapa. nterrà, v. tr., sotterrare il tralcio, per pro-
ntanto, avv., intanto, nel frattempo: ~ fa- pagginare la vite.
cévono só l filo || prep. congiuntiva, nterrogà, v. tr., interrogare.
mentre: ~ ch’uno lo tenéva, quéll’altro nterrugativo, s.m. e agg., interrogativo.
menava | cong. con valore avversativo, ntestardisse:→ intestardisse.
strilla strilla, e ~ nu lo fò. ntestazzióne, s.f., testata di giornale.
ntappato, agg., intasato, occluso. ntestino:→ intistino.
ntartajjà:→ antartajjà. ntìcchja:→ antìcchja.
Vocabolario
411

ntico, agg., antico. se || ggiusto che ~ sittantène, hò vvisto


ntignà:→ intignà. tre bbucóne ni n cafène (blas. pop. rif. al
ntigne1:→ intignà. modo di parlare).
ntigne2:→ intégna. ntralaccà:→ intralaccà.
ntignino:→ intignino. ntralaccóne, tralaccóne, s.m., dall’anda-
ntimorì, v. tr., intimorire. tura barcollante || avv., tentennoni: ve-
ntiressà:→ nteressà. néva ggiù ~.
ntirèsse:→ interèsso. ntramante (raro):→ ntraménte.
ntirissà:→ nteressà. ntraménte, frammènte, ntramante (raro),
ntirizzito, agg., intirizzito. traménte, cong., mentre: ~ ch’aspet-
ntitolato:→ ntitulato. tamo, bbevémo m bicchjère || avv., frat-
ntitulato, ntitolato, agg., intitolato. tanto.
ntòcca, intòcca, s.f., 1. (scherz.) cibo sca- ntrameżżà, v. tr., alternare lavori.
dente: magnà m boccóne de ~. 2. piccola ntramèżżo, prep., tra || avv., in mezzo.
porzione di cibo. ntraprennènte, agg., intraprendente.
ntògna:→ antògna. ntravasà, v. intr., (raro) travasare vino.
ntògno:→ antògno. ntravéda:→ intravéde.
ntonato, agg., armonioso, del suono di ntreccià, v. tr., intrecciare: ntrécceno.
campane. ntrèpido, agg., intrepido.
ntòneco:→ intòneco. ntricà, v. tr., aggrovigliare, arruffare || ntri-
ntontì:→ intontolì. casse, v. rifl., aggrovigliarsi: s’è ntricato
ntontolì:→ intontolì. l filo, e ttòcca véda de trovà dda sciòj-
ntontoliménto, s.m., stordimento. jelo, pe rripijjà l punto suo.
ntorbarà:→ intorbarà. ntricaréccio, s.m., 1. groviglio. 2. labi-
ntorbidì, v. tr., intorbidire. rinto.
ntorbolisse, v. intr. pron., intorbidirsi. ntricato, ntrigato, agg., 1. aggrovigliato:
ntorborà:→ intorbarà. c’ha l capélle ntrigate cóme na fratta. 2.
ntòrce:→ tòrce. indaffarato: ~ cóme m purcino ma la
ntorcinà:→ atturcinà. stóppa.
ntormentisse, v. intr. pron., indolenzirsi: ntricatòrio:→ intricatòrio.
me s’è ntormentito m bràccio. ntrichino:→ intrichino.
ntórno, avv., intorno: li si mìsero ~ cèrte ntrida:→ intrida.
scroccóne || prep., attorno: la séra tutte ~ ntride:→ intrida.
al fòco se stava | ~ a la Pasqua, in vici- ntrigasse:→ intrigasse.
nanza, circa. ntrigato:→ intricato.
ntorzasse, v. intr. pron., rimporsi di cibo ntrighino:→ intrichino.
o vino, rimanere nella strozza: jje s’è ntrìnzeco:→ intrìnzeco.
ntorzato l boccóne, fallo bbéva! ntrïóra:→ intrïóra.
ntostà:→ intostà. ntrippasse:→ intrippasse.
ntostasse:→ intostasse (vd. intostà). ntrisa:→ intrisa.
ntra, tra, prep., tra: pinzò ~ di mé | tra ntriso, agg., intriso: ntrise de sàngue.
nnóe. ntrogolóne:→ introgolóne.
ntrachegnache, cong., 1. mentre. 2. come ntrométtese:→ introméttese.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
412

ntronà:→ intronà. bino vivace).


ntronato:→ intronato. nùguela:→ nùgola.
ntróngolo, s.m., intruglio. nujjantri:→ nóe.
ntrónna:→ intrónna. nuléggio, s.m., noleggio: ll’émo préso a
ntruduce, v. tr., introdurre. nnuléggio.
ntrufelasse:→ intrufolasse. numano, agg., inumano.
ntrufolasse:→ intrufolasse. numàsteco:→ nomàsteco.
ntrufolóne:→ intrufolóne. numidì:→ innummidì.
ntrugolà:→ intrungolà. nummerà, v. tr., numerare.
ntrugulà:→ intrungolà. nummerétto:→ nummarétto.
ntrujjà:→ antrujjà. nùmmero, nùmmoro, s.m., 1. numero: che
ntrujjo:→ intrujjo. nnùmmoro c’hae de scarpe?, che misura
ntrujjóne:→ intrujjóne. porti? 2. pallina in legno della tombola
ntrungolà:→ intrungolà. che si estrae: tirà ssù l ~ | dà li nùmmere
ntrunto:→ entrunto. pe llòtto, vaneggiare | che ccérche l nùm-
ntruppà:→ intruppà. mere al lòtto?, cerchi guai? || dim. num-
ntruppóne:→ intruppóne. marétto, nummerétto: chi ttirava l ~
ntrùscia, s.f., prostituta. arto, èra sènte (esente dal servizio mili-
ntrusiana:→ trusiana. tare) || ggiocà a nnummerétto (in cui
ntun ntan, ideof., voce che imita il ru- vince chi estrae il numero più alto).
more del correggiato per battere il grano. nummeróso, agg., numeroso.
ntunà, v. tr., intonare. nùmmoro:→ nùmmero.
ntuntulì:→ intontolì. nun, n3, nó2, nu2, un2, avv., non: nun za
nturbidà, v. tr., intorbidare. qquéllo che ddice | num magna, pe nnun
ntusiasta, ntusiasto, agg., entusiasta. cacà, è avarissimo | n’annava de còrpo
ntusiasto:→ ntusiasta. | sto strónzo che nun è artro | nun
nu1:→ n1. c’annà! | nun zènte légge | n c’hò ffatto
nu2:→ nun. caso | no rróppe!, non seccarmi! | nu lo
nucca, gnucca, s.f., nuca, occipite. végghe? | m piòve ògge | n tròva lòco |
nuccióna, ipoc., Anna. nfino adèsso nu émo fatto m bèl discórzo
nue:→ nóe. | no lo fanno mae | nu sta mmae fèrmo |
nuè, antrop., Noè. l guajjo che gne se dà rrètta, non lo si
nùghela:→ nùgola. ascolta | gne se fa mmae nòtte, rientra
nùgola, nùghela, nùguela, s.f., nuvola: l sempre tardi | nu è ttanto, non è molto
vènto fòrte pulisce via le nùguele | se tempo | num me pare bbèllo | a mmòdo
véggono cèrte nùgole gónfie cóme m chi nu strùsciono l bbuttóne, in modo
pallóne || accr. nuguelóna | dim. nugo- che | n z’è vvisto | si nu sta bbòno, te
létta || prov.: nùgol’a ppecorèlle, ll’ac- méno | un za cche ffà | m paga mae | no
qua a ffuntanèlle || Forme: pl. nùghele, lo crómpa || prov.: nun c’è ddue sènza
nùgole, nùguele. tré.
nùgolo, s.m., nuvolaglia: c’è n ~ fitto || nunfenì (a), loc. avv., a non finire.
accr. nugolóne || agg., nuvolo: mdd. nunziata, s.f., 1. antrop., Annunziata |
tèmpo ~ e l martempè (espr. rif. a bam- vocat. Nunzià! 2. festa liturgica dell’An-
Vocabolario
413

nunciazione: quann’èra pe la ~, se semi- nvidióso, agg., invidioso.


nava la cànepe. nvigorito, agg., invigorito.
nurca, agg., annurca, varietà di mela da nvintà:→ anventà.
tavola: n àrbero de mélle nurche. nviperito:→ inviprito.
nurmale, agg., normale. nvisìbbele, agg., invisibile: èra quase ~.
nustalgia:→ nostargìa. nvità:→ anvità.
nutà:→ notà. nvitata, s.f., azione di avvitare.
nùtele:→ inùtele. nvocà, v. tr., invocare.
nutirménte:→ inutirménte. nvocazzióne, s.f., invocazione.
nutìzzia, s.f., notizia. nvojjà:→ invojjà.
nutricà, v. tr., 1. curare. 2. accudire || nu- nvortino:→ invortino.
tricasse, v. rifl., (arc.) accudire alle nvurnerato, agg., (lett.) invulnerato.
pulizie personali, aver cura della propria nzaccà, v. tr., 1. mettere in un sacco: ll’éva
persona. nzaccato cóme n zalame. 2. slogare: ~ m
nuttata:→ nottata. piède || nzaccasse, inzaccasse, intr.
nuve:→ nóe. pron., subire una distorsione: me sò nza-
nuvizziato, s.m., noviziato: tòcca ppagà ccato m piède.
ttutte l ~. nzaccarasse:→ inzaccarasse (vd. inzac-
nuvìzzio, s.m., novizio. carà).
nuvolétto, agg., leggermente nuvolo. nzaccato, agg., coperto dalle nuvole,
nvecchjasse:→ invecchjasse (vd. invec- nascosto, del sole: cala ~ staséra.
chjà). nzaccatura, s.f., slogatura.
nvéce, envéce, avv., invece: ~ del zóle, nzaccherasse:→ inzaccarasse (vd. inzac-
piòve sèmpre. carà).
nvelenato, agg., avvelenato. nżagajjà:→ żżagajjà.
nvelenisse, v. intr., invelenirsi. nżagajjóne:→ żżagajjóne.
nventà:→ anventà. nzalata:→ anzalata.
nverminito:→ avvermato. nzalataro, s.m., chi ama mangiare insa-
nvermito:→ avvermato. lata.
nvernata:→ invernata. nzanguinato, p. pass. e agg., insangui-
nvernile:→ invernile. nato.
nvèrno, s.m., inverno. nzantà:→ inzantà.
nverosìmmele, agg., inverosimile. nzaponà:→ inzaponà.
nvestì, v. tr., colpire. nzaponata:→ inzaponata.
nvetà:→ anvità. nzaporì:→ inzaporì.
nvetriolà:→ invetriolà. nzaporita:→ inzaporita.
nvidià, v. tr., invidiare || prov.: mèjjo nvi- nżardasse:→ ażżardasse.
diate che ccumpatite. nzeccà:→ azzeccà.
nvìdia1, s.f., invidia: chi cc’ha ~, crèpe! | nzecchito, agg., dimagrito.
lo fanno pe ~ | (iron.) c’ha ~? magna la nzeccóne (de), loc. avv., a caso.
scaròla! (gioco di parole su nvìdia2, en- nzediasse, v. rifl., insediarsi.
divia). nzeghisse:→ inzeghisse.
nvìdia2, s.f., endivia. nzegnà:→ anzegnà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
414

nzemisse, v. rifl., riempirsi: l mi fijjo s’è nzoccóme, avv., chissà come.


nzemito de pidòcchje a scòla. nzoddóve, avv., chissà dove.
nzenènte:→ inzinènte. nzodisfatto:→ nzuddesfatto.
nzènzibbu, espr. liturgica lat. (dal Veni nzodisse, v. intr., indurirsi: s’è nzodita la
creator Spiritus): accènne l lume nzèn- tèrra | la lana del matarazzo se nzodisce
zibbu! cor tèmpo, si compatta.
nzeppà:→ azzeppà. nzògna, s.f., insonnia.
nzercià, v. tr., selciare. nzolazzióne:→ inzolazzióne.
nzesacché, avv., chissà che. nzómma:→ inzómma.
nzesaqquanto, avv., 1. lungamente, a nzommià:→ sognà.
lungo: le toccò aspettà ~. 2. moltissimo: nzonnolito, agg., insonnolito.
a ccamminà fa bbòno ~ || agg., molto: hò nzoqquanno, avv., chissà quando.
ccòrto nzesaqquante nòcchje. nzoqquante, agg., alcuni (in numero in-
nzetticide, s.m. pl., insetticidi. determinato): ~ cristiane arrivònno.
nzètto, s.m., 1. insetto. 2. (fig.) persona nzorciato:→ assorciato.
spregevole || Forme: pl. le nzètte. nzorfà:→ inzorfà.
nzïamae, inter., 1. non sia mai!, Dio non nzozzà, v. tr., insozzare, sporcare || nzoz-
voglia! 2. guai! || avv., puta caso, zasse, v. rifl., insozzarsi.
qualora: ~ piòve, n c’annamo. nzu:→ su.
nzième:→ anzième. nzuccarato, agg., zuccherato.
nzifonà, v. tr., (triv.) copulare. nzuddesfatto, nzodisfatto, agg., insoddi-
nzifonata, s.f., (triv.) coito. sfatto.
nzinènte:→ inzinènte. nzufferènza, s.f., insofferenza.
nzino:→ inzino. nzugà:→ inzugà.
nzióne:→ onzióne. nzuppà:→ azzuppà.
nziste:→ inziste. nzurtà, v. tr., insultare.
nzocché, s.m., un non so che, qualche cosa nzurto, s.m., insulto.
di indefinibile: me sènto ~.
Vocabolario
415

ó, ahó, eó, óh, òh, 1. inter., ehi!, modo di occhjedifòco, sopr.


salutare una persona con cui si è in con- occhjèllo, s.m., 1. asola. 2. (fig.) ferita da
fidenza: óh, fòrza! 2. ehi!, modo per ri- arma da taglio: te fa ll’occhjèlle ma la
chiamare da lontano l’attenzione di una panza.
persona, alla quale si dà del tu: ahó, occhjétto, ucchjétto, s.m., 1. occhiolino:
sbrìghete! | ó ggì!, oh, Luigi! | ó mà!, fà ll’~, strizzare l’occhio. 2. (fig.)
mamma! | ~ regà! 3. maniera di rispon- gemma dell’innesto || occhjétto (a), loc.
dere ad altri: ó, che vvòe? 3. voce per far avv., a scudetto: annèsto ~, innesto a
camminare una bestia. scudetto.
ò, s.m., lettera dell’alfabeto: mdd. nun za òcchjo, s.m., 1. occhio: c’ha ll’òcchje
ffà manco ll’~ cor bicchjère. stòrte, è strabico | c’ha ll’occhje di fòra,
obbidiènte (rust.):→ bbedènte. sporgenti | te fò ddu òcchi cóme qquélli
obblegà, obbrigà, v. tr., obbligare: prima de sant’Ustàcchjo (espr. con cui si mi-
obblegàvono a ttajjalle le fratte | mica te nacciano le busse) | te fò ll’òcchje muffe
c’òbbriga gnuno a ffallo | ll’obbri- cóme ddu meràngole (espr. con cui si
gònno. minaccia di rendere gli occhi lividi a
obbrigà:→ obblegà. furia di colpi) | c’ha ll’òcchi che llùcci-
òbbrigo, s.m., obbligo: ha ffatto sólo la cono, sta ppe ppiagne | òcchi vìsperi |
parte dell’~ suo, quanto di dovere. òcchje da matto | fà ll’òcchje frace a
occà, v. tr., 1. sarchiare le piante di legumi uno, ll’òcchje de pésce fràcico, gli occhi
e di patate. 2. scerbare la canapa con la languidi | c’ha ll’~ bbòno | mdd. jje sò
zappetta. rrimaste ggiusto ll’òcchje pe ppiagne, è
occatura, s.f., sarchiatura, scerbatura su- ridotto in miseria | òcchje da pècora
perficiale. gójja, occhi da pazzo | m’è scappato
occausióne (raro):→ uccasióne. dall’òcchi, no lo pòsso ppiù vvéde (di
occàutte, s.m., (rec.) knock out: ll’ha persona per la quale si è persa la stima)
mmésso ~. | lo fa pell’òcchje de la ggènte, per la
òcchi de pésce (a), loc. avv., in bauxite, propria reputazione pubblica | c’ha
minerale di alluminio: sasse ~. ll’òcchje lónghe, è prudente | arifasse
occhjà, v. tr., adocchiare. ll’òcchje, godere della vista di q.cosa |
occhjale, s.m., asso di denari || oc- (iron.) tè, arifatte ll’òcchje! | de qqui a
chjalóne, s.m., che ha gli occhi grossi || Ppàsqua bbeato a cchi cc’ha n òcchjo,
agg., molare: dènt’occhjale. chi sopravviverà | ll’hò accompagnato
occhjara, s.f., (raro) occhiaia. coll’òcchje || a cchjus’òcchi, loc. avv.,
occhjatìccio, s.m., maleficio, malocchio: facilmente, senza esitazione || ~ (a), loc.
jj’hanno fatto ll’~, gli hanno dato il ma- avv., in maniera approssimativa: lo
locchio | levà ll’~, guastà ll’~, togliere il famo ~ e ccróce || òcchjo!, inter., atten-
maleficio. zione! | ~ a la pénna!, attenzione! ||
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
416

prov.: vàjjono più qquattr’òcchje che mente.


ddue | pure ll’~ vò la sua parte. 2. (fig.) officiale, s.m., ufficiale || agg., ufficiale:
gemma della pianta: ~ cèco, gemma la- émo fatto l fidanzaménto ~ a ccasa.
tente della vite || tra n ~ e n antro, loc. offìcio, s.m., 1. ufficio: lavóra n ~, è im-
avv., tra due gemme, meritallo del tral- piegato. 2. ufficio pubblico: regazze,
cio || ~ mòrto (a), loc.avv., durante la quant’è ffatica a ggirà llà ppell’office!
quiescenza della vite: potà ~. 3. (fig.) ògge, avv., oggi: quante n’avémo ~? | fa n
particolare a semiluna del frutto della anno ~, compie un anno | ~ cóme ~, al
fava. 4. (fig.) estremità piatta del bloc- giorno d’oggi, al momento attuale | lo
chetto di ferro: dajje ggiù coll’~ del famo ~, nel corso della giornata | d’~ n
zappastro! 5. (fig.) difetto della ca- avante, da oggi in poi | dajje ~, dajje do-
stagna. mane… | da ~ al domane || prov.: ~ a
occórre:→ accurre. mmé, duman’a tté | passa ~ e vvènga
ochétto, s.m., pulcino dell’oca. domane.
ocomòbbele (arc.:):→ automòbbele. oggeaòtto:→ oggiaòtto.
oddimìo, uddimìo, inter., ahimè!: oddi- oggeggiórno, avv., oggidì, al giorno
mìo, le dolóre! d’oggi.
oddìo, inter., oh Dio! oggempòe (da), loc. avv., da oggi in
odiènza, diènza, s.f., ascolto: pòco le avanti.
dav’odiènza | nu li da ~ pi gnènte. oggiaòtto, oggeaòtto, avv., fra otto giorni:
òdio, s.m., iodio: ce mise sùbboto la ten- rivène ~ | s’arivedémo ~, se Ddio vòle.
tura d’~. oglià, v. tr., oliare.
oditòrio, s.m., (citt.) auditorium. ogliato:→ ojjato.
odorà, adorà2, v. tr., annusare || v. intr., òglio:→ òjjo.
emanare profumo: lu sè quant’adóra? ognà:→ ógna1.
odóre, adóre, s.m., profumo: non dà ne ógna1, ognà, ógne1, v. tr., ungere: le
ppuzza ne ~, di una persona tranquilla e scarpe s’ognévono coll’ossógna |
inoffensiva | dim. odorétto | dispr. odo- s’ógne la góla n chjèsa pe ssam Biàcio
ràccio, puzza || odóre, s.m. pl., erbe aro- | ~ l càcio, ungerlo con la morchia | se
matiche utilizzate, insieme a carota e ógne la lamièra. pò se métte la farina
cipolla, per fare il soffritto: me sèrvono (istruzioni per preparare la pizza nella
m pò d’~ pe ffà l zugo, ché ll’hò ffinite. teglia, per cuocerla nel forno) || ógnese,
oé, inter., espr. d’incoraggiamento in v. rifl. e intr. pron., ungersi: n t’ógna! 2.
un’azione faticosa. corrompere: tòcca ~ la ròta p’ottené ||
offènna:→ offènne. prov.: la ròta, si nnun ze ógne, nun gira,
offènne, offènna, v. tr., offendere: sènza per ottenere favori, occorre fare regali ||
offènne, num me pare bbèllo || offèn- Forme: Ind. pres. 1 ógno; 2 ógne, ógni;
nese, v. intr. pron., 1. offendersi: pure 3 ógne, ugne, 4 ognémo; 5 ognéte; 6
vóe, mica v’éte d’offènna, si vve lo ógnono | impf. 3 ognéva, ugnéva; 6
dicémo. 2. infortunarsi: è rrimast’offéso ognévono | P. pass. ónto | Ger. ognènno.
ne na mano || v. rifl. rec., offendersi a ógna2, ógneca (raro), s.f., 1. unghia: ~
vicenda: hanno litigato e sse s’offés’a ncarnita | ll’ógna del ditóne | arrèto col-
mmòrte, si sono ingiuriati violente- l’ógna! (grido per allontanare qualcuno)
Vocabolario
417

| c’ha ll’ógna lónghe, è un ladruncolo || nel lume, ha ppreso via ch’è na bbel-
ógne, s.f. pl., (fig.) scarpe: frégna, ha lézza, di rimedio efficace | ll’~ de góm-
fatto ll’~ nòve! 2. unghia della vacca, moto ce vò, occorre lavoro e fatica | ~
zoccolo di equino: le bbèstie coll’ógna de rìcine, olio di ricino | ~ de lino | ~ fer-
spaccata, con l’unghia fessa | ógna rato, unguento ottenuto con olio, in cui
vetriòla, unghia dura che si rompe della si immerge un ferro rovente, usato per
vacca. 3. (fig.) minima quantità: c’è curare varie malattie | ~ de fétoco de
mmancato n’ógna, pochissimo | dàm- merluzzo | ~ de san Giuanne, liquido vi-
mene ggiusto n’ógna! 4. (fig.) malattia scoso contenuto nelle galle dell’olmo,
di legumi: la pianta de fave éva fatto usato per le sue proprietà cicatrizzanti |
ll’ógna nére || Forme: pl. ógna, ógne, è ito all’~, è andato in fallimento; ha
ógneche (raro). perduto tutto al gioco | pijjà na còsa pe
ognatura, s.f., augnatura, taglio obliquo: ~ colato, credere ciecamente in q.cosa |
ll’~ se fa ne le felagne pe mméttela nel- òjjo santo, s.m., estrema unzione | oj-
l’ancròcca. jàccio, a) olio di frittura; b) olio di
ógne1:→ ógna1. scarto di autoveicolo.
ógne2:→ gni2. olivara, s.f., olivaio, spazio del frantoio,
ógneca:→ ógna2. dove si ammontano le olive.
óh:→ ó. olivedórce, inter., (rec., scherz.) arrive-
oilà, inter., olà, voce di richiamo o di derci!
saluto. olivèlla, s.f., olivo selvatico (Olea olea-
ojjaròla, olliaròla, s.f., recipiente per at- ster Heff. et Link).
tingere olio dall’orcio: ll’~ pe ttirà ssù olivo: (prov.) ll’~ bbenedétto va ffòco
ll’òjjo da la vittina. vérd’e ssécco.
ojjaròlo, s.m., venditore di olio. ollià, v. tr., condire insalata o vivande con
ojjato, ogliato, agg., 1. condito con olio | olio.
(d.) ll’anzalata ha dd’èssa bbèn’ojjata. olliara, s.f., locale di deposito dell’olio.
2. oleato: cart’ojjata, carta imperme- olliaròla:→ ojjaròla.
abile, oleata. olliata, s.f., atto di condire con olio: li
ojjatóre, s.m., oliatore. damo na bbèlla ~.
òjjo, òglio, s.m., olio: io ll’~ ce ll’hò ddel òlmo:→ òrmo.
mio, di mia produzione | ~ bbòno de ómbra: pijja sùbbeto ~, si offende, è
casa, olio extra-vergine di oliva di pro- molto suscettibile.
duzione propria | ~ vérgene | ll’~ fòrte ombrasse, v. intr. pron., 1. offendersi (di
no lo stròzze, è troppo acido, non si può persona suscettibile): n t’ombrà ssùb-
deglutire | ~ de ciància, olio di sansa | ~ boto, che ddiàmmene! 2. adombrarsi,
sorciato, olio di oliva in cui è annegato detto di animali e persone.
un topo | ~ bbollito, olio bollente | ~ ombrato, agg., offeso, di persona.
gròsso, olio di scarto | ~ bbruciato, olio ombrèlla, umbrèlla, s.f., umbrèllo, s.m.,
di scarto, usato per disinfettare gli zoc- ombrello || prov.: quanno la Paranzana
coli di equini | e ndo vae a ffà ll’~ a métte l cappèllo, curréte vitorbése a
st’óra?, a chi si incontra in ora antelu- ppijjà ll’umbrèllo (l’annuvolamento
cana | sta medicina jj’ha ffatto cóme ll’~ della cima del monte preannuncia piog-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
418

gia imminente). omóne | dispr. omàccio | omaccióne,


ombrellaro, umbrellaro, s.m., 1. vendi- uomo alto e grosso || (d.) a sto mónno
tore di ombrelli. 2. sprangaio; artigiano ce sò òmmine, bbużżòmmine, cazzab-
ambulante che riparava ombrelli e, con bùbbole e ppoveròmmine || prov.: ~
punti di ferro, racconciava oggetti di ter- pelóso, o mmatto o vvirtuóso | ~ chi
raglia: ~ accòmod’ombrèlle, chi cc’ha ssuda, cavallo chi ccurre, dònna
ombrèlle d’accomodà! (grido dello piangènte, sò ttre ccòse che n vàlgono
sprangaio) || “~!” “in galèra!” “in vita!” gnènte | ll’~ è ccacciatóre | quanno ll’~
“te ce porteranno!” “prima de sàbboto, ha mmésso l baffe ha bbisògno di moj-
alméno n te danno la paga” (scambio di jèra, nun c’è mmòdo ne mmanièra la
battute tra un artigiano ambulante e un mójje li ce vò | si ttu vvò empì l lètto,
passante). spòsa n ~ vècchjo | ~ avvisato, mèżżo
ombrellóne, s.m., grande ombrello d’in- sarvato | ~ ammojjato, ~ piagato | chi
cerata verde da campagna. ddell’òmmene s’innamóra, pìscio e
ombrichèlle, lombrichélle, umbriche, mmèrda a ttutte ll’óra | ~ bbravo, vino
umbrichèlle, s.m. pl., grossi spaghetti bbòno, dùreno pòco | ~ allègro Ddio
casalinghi confezionati con acqua e fa- ll’ajjuta | nun fà ssapé mall’~ bbrutto,
rina. quant’adè bbòno l fiche col prosciutto |
ombrico, umbrico, s.m., lombrico (Lum- ~ forèsto, o strano o mmolèsto ||
bricus terrestris L.). chiapp.: “dó vae, m piazza?” “sé, a
ombróne, s.m., ombra fitta sotto gli al- vvedé ll’òmmene d’ógni razza”. 2. ma-
beri. rito: l zu ~, suo marito || prov.: ll’~ è l
ombulatòrio, s.m., (citt.) ambulatorio. zacco, la mójje l legàccio | ll’òmmene
omentà, umentà, v. tr., aumentare: ~ la fanno la ròbba, le dònne la conzèrvono.
paga || v. intr., 1. subire un aumento è 3. adulto: va vvestito da ~ (del bambino
omentato l trèno da ggennaro, è au- che indossa per la prima volta abiti da
mentato il prezzo dei treni | sò omentate adulto). 4. operaio, lavoratore: pe ffi-
che n ze sa ll’affitte de casa. 2. crescere: nillo quél lavóro, hò mmésso n ~, ho as-
~ la fadiga. sunto un operaio | ce vò n ~ pèrzo
oménto, s.m., aumento: quanno te lo apprèsso a vvantre (ad operai incapaci
danno st’~? (di stipendio). ai quali è necessario affiancarne altri va-
òmo, s.m., 1. uomo: n grann’~ è stato | si lidi) | a vvanga, ll’~ na lira l giórno pij-
nu sta bbòno, chjamo quéll’~ cul zacco! java (ante 1915). 5. garzone di bottega
(espr. di minaccia a bambino) | magna || agg., adulto: s’è ffatto ~ || pron. indef.,
cóme n ~ granne, mangia molto, come ciascuno: pagamo metà pper ~! | se pij-
un adulto | n ~ da gnènte, uomo dap- java m pezzétto per ~ | métta m pò pir ~
poco | n ~ de fritto, coraggioso | m bèll’~ | famo na vòrta per ~ | “salute!” “m pò
| quéll’~! (richiamo) || òmmene, òm- per ~!”
meni, òmmine, pl.: toccava èsse ~ de omocavallo, s.m., 1. chi corre molto. 2.
stòmmoco bbòno, robusti | ll’òmmine de chi ciondola, gira a vuoto: ariècco ll’~!
casa, il padre e i figli maschi | ce vònno omociuco, s.m., personaggio pauroso
òmmene avvézze e ppràteche | òmmene immag.: ll’~ scappava fòri gni venticìn-
granne, adulti || dim. ométto | accr. qu’anne.
Vocabolario
419

omodònna, inter., (euf.) mannàggia ll’~! ontà, untà, v. tr., ungere: ògge è ssam Bià-
(bestemmia). cio: se ónta la góla (con rif. al rito reli-
omomòrto, s.m., attaccapanni. gioso) || ontasse, v. rifl., ungersi:
omonéro, s.m., 1. asso di bastoni. 2. gioco (sciogl.) attènt’Antò, n t’ontà!, atten-
alle carte all’oscuro (con punizione per zione, Antonio, non ungerti!
il giocatore cui rimane in mano l’asso ontata, s.f., azione di ungere: li se dà n’~
di bastoni). 3. essere pauroso immag., || dim. ontatèlla.
babau. ónto, s.m., lardo: (iron.) cómpra ll’~ dal
omosòdo (l’), sopr. gatte (di persona ingenua) | te pésto
ompiccióne, umicióne, umpiccióne, s.m., cóme ll’~, ti picchio di santa ragione ||
1. ombelico: le rigazze de na vòrta mica agg., 1. unto, untuoso: c’hae le capélle
ci facìvono véda ll’umpiccióne | ògge le ónte: méttece la mmèrda del gatto! ||
regazze vanno tutte coll’~ de fòra | prov.: bbócca ónta nun disse mae di nò.
quant’èra mèjjo si tt’éva sciòrto ll’~! 2. sporco di grasso: se pò ssapé ndo vae
(imprec.) rif. alla levatrice, sarebbe stato co l vistito tutto ~ n quér mòdo?
meglio fossi subito morto. 2. (fig.) parte ontrechettutto, avv., inoltre.
interna della palla di gomma. onzióne, nzióne, s.f., unzione: la sagra ~,
omuto:→ immuto. l’Estrema unzione.
óncica, ùncica, s.f. inv., uncino per suini oó, onom., verso dell’allocco.
| jj’ha mmésso ll’~ addòsso, le grinfie. òpara:→ òpra.
oncinara, uncinara, s.f., asta di ferro con òpera:→ òpra.
una serie di ganci, cui si appende la operà, oprà, v. tr., operare, sottoporre a
carne macellata. intervento chirurgico: èra stat’oprato
oncino, s.m., 1. uncino di ferro per affer- d’èrgna || oprasse, v. intr. pron., sotto-
rare balle di fieno e di paglia. 2. gancio porsi a intervento chirurgíco.
di legno, da applicare dietro la schiena operajjo:→ oprajjo.
alla cinghia dei pantaloni, cui appendere opèrto:→ apèrto.
la roncola: ll’~ pe ttené l róncio attac- opiato, agg., addormentato profonda-
cato diètr’al culo || dim. oncinèllo. mente.
ónco, agg., 1. con la lama concava, ad an- opignóne:→ oppinióne.
golo acuto: l zappóne ~, serviva pe opino:→ lopino.
adacquà, pe ffà le pare mall’òrto. 2. ri- òpio, s.m., (raro) oppio.
curvo, adunco. óppe1, inter., uno! (comando per caden-
onéto:→ annéto. zare la marcia).
onguènto, inguènto, s.m., 1. unguento. 2. óppe2:→ óppela.
pomata. óppela, óppe2, inter., op là!, voce rivolta a
ónna, s.f., onda. bambino, di incoraggiamento a saltare
ònne patònne, incipit di conta. o, se caduto in terra, a rialzarsi.
onnibbusse, s.m., (arc.) omnibus: ll’~ co oppignóne:→ oppinióne.
le cavalle c’èra. oppinióne, appunióne, opignóne, op-
onóre: (prov.) ll’~ è ccóme l vétro: gni pignóne, upinióne, s.f., opinione.
fiato ll’appanna | vale ppiù ll’~ chi òppio:→ lòppio.
ttutte li ricchézze dil mónno. oppiòlo, s.m., varietà di fungo edule che
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
420

cresce ai piedi del loppio (Pholiota ae- ore sono? | a ttutte ll’óre è opèrto | sò
gerita Quél.). ll’ór’e ll’óre ch’aspètto | te pare ~ d’ar-
oppóne, v. tr., opporre. rivà? | sarèbbe ~ de falla finita | nun
oppuraménte, cong., oppure. véggo ll’~ che vvò vvia | nun vidivo ~
oprà:→ operà. fusse còtta | n’~ d’orlòggio, un’ora
òpra, òpara, òpera, s.f., 1. opera: quanto esatta | n’~ e mmèżża | ch’ór’è? | è ór de
lo métte n ~, il tempo di metterlo in céna | èra ór de pranzo, mezzodì | a st’~
opera | fà n’òpra di caretà, atto di mi- sarà rrivato, che ddiche? | a ttutte ll’~,
sericordia | fà n’òpera bbòna, azione in qualsiasi momento | ll’~ dil pastóre,
buona, beneficio. 2. bracciante agricolo, breve schiarita pomeridiana nella gior-
oprante: hò mmésto n’~, ho ingaggiato nata piovosa, che consente di mungere
un operaio || coll., braccianti: métta le pecore o governare le bestie || dim.
ll’òpra, ingaggiare braccianti agricoli | orétta: m par d’orétta, un paio scarso di
annà a ~, andare a lavorare come brac- ore || d’or’innanze, d’ór’in avante, loc.
ciante. 3. opera, unità di misura di la- avv., da questo momento in poi ||
voro agricolo, giornata di lavoro Forme: pl. óre, óra.
prodotta da un bracciante: ha ffatto n’~ orabbronòbbi:→ orapronòbbe.
de perticara, ha lavorato una giornata oràcolo, s.m., (fig.) cosa preziosa: l fijjo
arando con i buoi | ~ n natura, lavoro lo tène cóme ll’~ déntro ll’urna, con la
effettuato gratuitamente. 4. misura a- massima cura.
gricola di lunghezza, pari a un filare di oradenòtte, ordenòtte, ordinòtte, s.f., 1.
900 piante di vite: n’~ sò ddièce fèrre un’ora dopo l’Ave Maria: a n’~ le pòrte
de vigna. venìvono chiuse (rif. alle porte civiche)
oprajjo, operajjo, s.m., operaio: ha || mdd. (scherz.) c’ha n culo cóme n’or-
mmésso ll’oprajje | sò n zédece d’ope- denòtte, enorme. 2. suono serale delle
rajje. campane: è ssonata ll’~?
opratòrio, agg., operatorio: sala opra- oramae, ormae, avv., ormai.
tòria. orapronòbbe, orabbronòbbi, inter., gia-
oprazzióne, s.f., 1. operazione chirurgica. culatoria lat., ora pro nobis.
2. lavoro, attività: annavo pi pprepa- oratefrate, inter., 1. orate frates (espr. dal-
ramme a ffà st’~ dill’adacquatura. l’officio della messa in latino). 2.
oprì:→ aprì. (scherz.) intendiamoci!
opure, cong., oppure. orazzióne, s.f., preghiera: dico sèmpre
opùsquelo, s.m., opuscolo. ll’~ prima d’annà ddormì, recito le
óra: quann’è na cèrt’~, tra qualche ora | preghiere.
ancóra n te sa ~? (a chi tarda ad arri- òrca, inter, (euf.) porca: ~ ll’òca! | ~ mi-
vare) | chiapp.: “ch’óre sò?” “ll’ora de sèria!
jjère a qquest’~, ne ppiù ttarde ne ppiù orcà, v. tr., (raro) trasportare pesi in i-
a bbonóra!” | a cche bbèll’~ si vène! (a spalla.
chi giunge in ritardo) | ~ vècchja, solare ordégno, s.m., 1. carro agricolo: sò
| su li quattr’~, circa quattro ore | vent’~ vvenute co qquattro ordégne. 2. car-
| m par d’~ | du óre bbòne, abbondanti | rozza: miqquì ci vòle n antro ~. 3. at-
a cch’~ vènghe? | ch’~ émo fatto?, che trezzo, utensile: c’hò gni sòrta d’ordé-
Vocabolario
421

gne da lavóro || prov.: ll’~ bbòno fa orecchjòzzo, s.m., 1. manico laterale di


ll’òmo bbravo, l’operaio ha bisogno di recipiente. 2. orlo, bordo: la scoppolétta
buoni attrezzi. 4. (scherz.) birbante: coll’orecchjòzze, che sse tirava ggiù
bbèll’~ sì! quann’èra fréddo. 3. linguetta: m par de
ordenà, v. tr., ordinare: ll’ha ordenato tu, scarpe coll’orecchjòzze. 4. piegatura,
l vino? | (iron.) chi tte ll’ha ordenato de angolo arricciato di un foglio di libro:
fallo? ce fa ll’~ pe rritrovà l zégno nd’è
ordenazzióne, s.f., ordinazione. rrivato a llèggia.
órdene, órdine, s.m., 1. ordine: n imbro- orèmuse, s.m., oremus, espr. dall’officio
jjóne de prim’~. 2. filare di vigna ar- della messa in latino.
caica: na vigna a órdene córte. 3. orèste bbù, chiusa di formuletta di gioco.
interfilare della vigna di tipo arcaico a orfanèllo: èra m pòr’~ || orfanèlle, s.m.
filari ravvicinati: órdene strétte da m pl., orfanotrofio: stav’all’~.
mètro | sò ttutt’~ a mmètro, tutti filari òrfono, s.m., orfano: èra ~ de patre.
alla distanza di un metro l’uno dall’al- orgàndise, s.m., organza, tessuto leggero
tro. 4. striscia di terra lavorata, larga 50 trasparente.
cm., sotto il filare. organétto:→ orghenétto.
ordenòtte:→ oradenòtte. òrgeno, órgino, òrżino, s.m., orzaiuolo,
ordinàrio, agg., grossolano. piccolo ascesso sull’orlo della palpebra:
órdine:→ órdene. m’è vvenuto ll’~ | all’ingrato le vène
ordinòtte:→ oradenòtte. ll’~. se guastava col cucillo (mimando
ordita, s.f., ordito, complesso dei fili tesi l’azione di cucirlo con ago e filo).
per lungo sul telaio. orghenétto, organétto, s.m., 1. fisarmo-
òre peccatòre, espr. lat. in una conta. nica a otto bassi, rotonda e di piccole di-
orécchjo, urécchjo, s.m., 1. orecchio: mensioni: c’ìvono ll’orghenétte che
c’ha ll’orécchja cóme l pòrco | oréc- ssonàvono. 2. armonica a bocca || ~ (a),
chj’a svèntala (grandi e staccate) | me loc. avv., a) di oggetto svolgibile: l
fìschjono ll’orécchj, quarcheduno dice fanalétte ~; b) a più scomparti, rigonfio,
male (cred. pop.) | li dovrèbbe portà ben fornito: ce voléva l portafòjjo ~ pe
ll’acqua coll’orécchje!, dovrebbe es- ppagà l cónto.
sergli più riconoscente | c’ha ll’orécchja òrgheno, s.m., 1. organo, strumento mu-
spòrche che cce se potrébboro piantà li sicale ad aria: quéllo quanno fa na còsa
càvole | mdd.: c’ha ll’orécchje foderate ce métte ll’òrghene de sam Piètro, im-
de presciutto, è sordo | dà na tirata piega troppo tempo | sò llavóre che sse
d’orécchje | li stura ll’orécchje. 2. (fig.) cérca de falle lèste, sennò ce voléva
particolare dell’aratro || orécchjo de fin’all’òrghene de sam Piètro | mdd. l
lèpre, orécchje de lèpre, s.m., piantag- rèsto lo canta ll’~, su chi lascia in
gine minore (Plantago lanceolata L.) || sospeso il discorso. 2. (fig., gerg.), ano:
Forme: pl. ll’orécchj, ll’orécchja, te róppe ll’~, a) ti sodomizza; b) ti
ll’orécchje. punisce, ti picchia. 3. (fig., gerg.) for-
orecchjóne, s.m. pl., orecchioni, parotite tuna.
epidemica: ll’~ è ppericolóso péll’òmo orghestrale, s.m., orchestrale.
granne, si n ce ll’ha avute mae da ciuco. órgino:→ òrgeno.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
422

orgòjjo, urgòjjo, s.m., orgoglio. quéllo ch’ariluce. 2. monili d’oro: ste


orgojjóso, rgojjóso, agg., orgoglioso. dònne se fanno tutte ll’~, comprano. 3.
oriènte, s.m., orientamento: m’ha ffatto stagnola, lamina sottilissima di stagno
pèrda ll’~. per avvolgere sostanze alimentari.
orìgono, s.m., origano (Origanum vul- oròscafo, s.m., (raro) oroscopo.
gare L.) || ll’~ sarvàteco nóe no lo ddo- orrènno, agg., orrendo.
pramo pe ccucinà. orrìbbele, agg., (citt.) orribile.
orlà, v. tr., fare l’orlo. ortano, agg., di una varietà di fico.
orlaggiórno, s.m., punto a giorno (nel ri- ortemaménte, urtemaménte, urtima-
camo). ménte, avv., recentemente.
orlétto: fà ll’~, lasciare cibo sul bordo del ortènzia, s.f., ortensia (Hydrangea hor-
piatto. tensis).
orloggiaro, s.m., orologiaio. orticara, urticara, s.f., orticaria.
orlòggio, rulòggio, urlòggio, urulòggio, ortichèllo, s.m., tessuto per sacchi, di
s.m., orologio: st’~ va ppatate, non fun- fibra tessile ricavata da ortiche.
ziona bene | ll’~ de piazza | caricà ll’~ òrto: jje va ll’acqua pell’~, gli affari gli
|| ll’~ de Magugnano, asso di denari || vanno a gonfie vele | mica è la strada
dim. orloggétto, piccolo orologio da dell’~ qué!, detto a chi ripetutamente
donna: ll’~ li dònne lu tenéveno nel passa sul terreno altrui o, più spesso, a
pètto | ll’orloggétto de sam Pasquale, chi fa reiterate richieste, approfittando
orologio della morte, ticchettio not- dell’altrui pazienza | a st’~ qqua chi cci
turno, prodotto da un piccolo tarlo del piantamo?, gioco di parole sull’agg.
legno (Anobius pertinax / A. puncta- storto, con allusione alle gambe storte ||
tum), che si sente in vari punti della dim. orticéllo: n ~ ggiusto p’uso casa
casa. c’émo | dispr. ortàccio || prov.: ~, òmo
ormae:→ oramae. mòrto | ll’~, vò ll’òmo mòrto, la coltiva-
ormara, s.f., olmaia. zione dell’orto richiede lavoro continuo,
ormina, s.f., tipo di fungo edule che cre- spossante | ll’~ è la pizzicherìa de casa
sce vicino agli olmi (Flammulina velu- | quel che m pòe vedé mall’~ nasce, le
pites Singer). erbe infestanti vanno combattute senza
òrmo, órmo, òlmo, s.m., 1. olmo (Ulmus sosta | chi vvò ll’anzalata cara
minor Miller) || prov.: ll’~ n’adè bbòno vad’all’~, chi vvò l pésce caro vad’al
ne ppe ccasa, ne ppel fórno. 2. chi perde pòrto.
al gioco: si ~, te tòcca pagà dda bbéve | ortolano, agg., (fig.) adatto all’orticol-
m’ha fatto ~, mi hai battuto. 3. chi resta tura, piovoso; solo nel prov.: màggio ~,
senza bere nel gioco della passatella. mórta pajja e ppòco grano.
ornéllo, s.m., ornèllo (Fraxinus ornus L.). ortopètico, agg., ortopedico (detto di
òro, s.m., 1. metallo prezioso, oro: pagà a ferro correttivo di cavallo).
ppéso d’~, molto caro | mdd. nun cam- ortràggio, sm., (lett.) oltraggio: nun
bià ll’~ co lo stagno! | mdd.: ~ fugge, hanno patito ~.
argènto scappa, pòco ce manca si n’adè órtre, prep., oltre: ~ l damagnà, li pas-
llatta | nun confonnémo ll’~ coll’ottóne! sava pure l vino.
| tutt’~ farzo adè || prov.: n’adè ttutt’~ ortremesura, avv., oltremisura.
Vocabolario
423

ortrepassà, v. tr., oltrepassare. dalla fatica | facce ll’òssa, abituarsi |


ortretutto, avv, oltre a tutto. mdd. cercà ll’~ ne li fegatèlle, avanzare
orzale, agg., dorsale: spina ~. pretesti assurdi | levasse la séte coll’~
orżaròlo, orżòlo, s.m., orzaiuolo, piccolo del prosciutto, provarlo a proprie spese
ascesso sull’orlo della palpebra: || dim. ossétto. 2. nòcciolo: ~ de la pèr-
ll’orżòlo dice che vvène all’avare (cred. zaca. 3. (fig.) parte meno profonda sulla
pop.). sponda della vasca: la cànepe méssa
òrżino:→ òrgeno. sull’~ || Forme: pl. ll’òssa, ll’òsse.
órzo, s.m., 1. orso (Ursus arctos L.): fà l ossodepresciutto, s.m., snob.
ballo dell’~ (di persona che balla goffa- ossógna, ussugna, s.f., sugna, grasso che
mente) | dim. orzétto. 2. (fig.) persona si forma attorno ai rognoni del maiale
poco socievole: ~ marano, individuo (usato per ungere e ammorbidire scarpe,
scorbutico, incivile. gambali e finimenti di cuoio): ll’~ s’ad-
òrżo, s.m., orzo (Hordeum vulgare L.): doprava pe ngrassà li scarpóne.
nue de casa bbevémo sèmpre l caffè ossognà, v. tr., ungere con la sugna.
dd’~ a cculazzióne. ossognóne:→ ossignóne.
orżòlo:→ orżaròlo. osterìa, ostirìa, s.f., osteria: dó vò chi
osanza, usanza, s.f., usanza: ll’osanza de ssia? starà ddrént’all’ostirìa a mbrïa-
crastà usa sèmpre, fen’a che cce sarà casse || inter., (euf.) acciderba!
dda falle quel servìzzio (rif. alla vite) | òstia, inter., caspita!: ~, che ccollaro
ll’usanze sò ndifìcile na massa a llas- ch’ha fatto! (sulla misura scarsa del
salle || prov.: gni òmo na panza, gni vino servita dall’oste).
paése n’~ | ll’~ fa llégge. ostirìa:→ osterìa.
òscare, antrop., Oscar || dim. oscarétto. ostrïaco:→ austrìcio.
osignòlo:→ rusegnòlo. otarchìa, s.f., autarchia: l duce éva mésso
ospetale, agg., ospitale. ll’~.
òspete, s.m., (citt.) ospite || prov.: ll’~ è otàrchico, agg., autoarchico.
ccóme l pésce: dòppo tre ggiórne puzza. otè, inter., guarda un po’!
ossara, s.f., ossario del cimitero. oterano:→ aterano.
ossegnóne:→ ossignóne. otobbusse:→ autobbusse.
ossetterenòsse, s.m., (scherz.) persona otomàteco, utomàtico, s.m., bottoncino a
molto magra. pressione.
ossicóne, s.m., individuo ossuto. otomòbbele (arc.):→ automòbbele.
ossignóne, ossegnóne, ossognóne, ussi- otomobbilista, s.m., automobilista.
gnóne, s.m., grasso di maiale con cui si otonòbbele (arc.):→ automòbbele.
ungono le ruote del carro. otorità, s.f., autorità.
òsso, s.m., 1. osso: è ttutt’òssa, magris- otoriżżà, uturiżżà, v. tr., autorizzare: chi
simo | è rridótto pèll’e òssa | coll’òsse tt’avrèbbe otoriżżato de dìjjolo?
de majjale ce famo pure l bròdo | si tte otoriżżato, agg., autorizzato.
chjappa te róppe ll’òssa, te sconòcchja otoriżżażżióne:→ atoriżżażżióne.
| c’hò r mal d’òssa, l’artrite, l’artrosi | ~ òtteco, agg., ottico.
del pètto, sterno | è n ~ tòsto da rosecà | ottèmbre, s.m., (scherz.) scadenza in-
c’ha ll’òssa rótte, le membra spezzate definita, mai: ce rivedémo a ~! (saluto
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
424

di commiato definitivo). sche frésche | ~ a la còcca, uovo alla


ottené, v. tr., ottenere. coque | ~ al tegamino | n ~ covato,
òtto1, nell’espr.: ha ffatto ~, ha vomitato. gójjo, barlaccio | fà ll’òva, deporre le
òtto2, s.m., lotto. uova: la gallina ha ffatto ll’òvo, ha de-
ottobbarata, ottobbrata, s.f., (ant.) otto- posto l’uovo | a la mattina de Pàsqua se
brata. magnava ll’~ bbenedétto | ~ pénto, uovo
ottobbrata:→ ottobbarata. pasquale colorato con succhi d’erba | me
ottomano, s.m., ottomana. fò n ~ de tajjatèlle, faccio una lasagna
ovara, s.f., ovaia. con un solo uovo | nun fa ~, di persona
ovaròla, agg., ovaiola, di gallina che de- o animale che non si sviluppa | mdd.: jje
pone molte uova. fa ll’òva pure l gatto, di persona molto
ovaròlo, s.m., venditore ambulante di fortunata | mdd. è ccóme ll’~: ppiù
uova: è ppassato ll’~? bbólle e ppiù ss’antòsta (di uno stupido)
ové, inter., 1. ehi!, ohilà!, voce per richia- | pièno cóme n ~, a) di luogo affollato;
mare da lontano l’attenzione altrui. 2. b) di persona sazia || prov.: mèjjo ll’~
espr. di sorpresa. ògge che la gallina dumane | mèjjo ll’~
òvelo, s.m., 1. ovolo (Amanita caesarea la séra che la gallina la mattina. 2.
Persoon), varietà di fungo edule. 2. get- (fig.) palla di legno per rammendare
tone di olivo. calze. 3. ovolo (Amanita caesarea Per-
overosìa, cong., ovverosia. soon), varietà di fungo edule || òva, pl.,
ovìdio, s.m., oidio (Uncinula necator 1. uova. 2. (fig.) testicoli: sto par d’~! |
Burrill); fungo che attacca fiori, foglie, sti du ~! || bbongiórno e ddu òva!, sa-
tralci, frutti della vite. luto scherzoso.
òvo, s.m., 1. uovo: ~ co la pèlle, senza òzzio: (prov.) ll’~ è l patre de tutte le vìz-
guscio | me sò bbevuto du òva crude fré- zie | ll’~ è l capo de tutte l vìzzie.
Vocabolario
425

pà:→ patre. ria nel gioco. 2. placca d’argento, re-


pacca, s.f., 1. metà simmetrica di un tutto: cante una figura sacra, usata per
na ~ de nóce | damme na ~ de mélla! | trasmettere ai fedeli in chiesa il bacio
co ste diasille vène ggiù na ~ de cèlo. 2. della pace.
anta di finestra o di porta: na pòrta a pacebbène, inter., (scherz.) forma di
ddu pacche. 3. colpo inferto con la saluto.
mano aperta: li dà na ~ su le chjappe. pacènza, s.f., pazienza: avé ppacènza!,
paccasécca, s.f., 1. fettina di frutta fatta abbi pazienza! | ce vò ppacènza ne la
asciugare al sole. 2. (fig.) donna ma- vita | co le fijje ce vò la ~ de Ggiòbbe ||
grissima e cattiva. 3. (fig.) colpo vio- inter., santa ~!
lento: staséra scajje le pacchesécche paciata, s.f., riconciliazione.
fòrte na massa. paciòcca, s.f., ragazza di buona indole (in
paccétto, s.m., agnello allevato in cortile: tono vezz.) || dim. paciocchétta.
zzucca, paccé! paciòcco, agg., bonaccione || accr. pa-
pácchese, s.f., pax (del lat. eccl.): ac- cioccóne.
cidènte a cchi tt’ha ffatto ~! a cchi tt’ha pacióso: n òmo ~ cóme n zanto | è
bbadeżżato, chi tt’ha mmésso l zale su ppacióso, num butta né ppuzza né
la zzucca || ~, pl., busse. odóre.
pàcchja, s.f., 1. abbondanza: fèsta de la ~ padana, s.f., attrezzo utilizzato dal carra-
(arc.). 2. distribuzione gratuita di cibo, dore, per costruire la ruota.
elargita dai frati. 3. vita lieta e spensie- padellaro, s.m., cacciatore che manca
rata. spesso il bersaglio.
pacchjarina, s.f., fanghiglia; fango molto padellata, s.f., 1. colpo inferto con una
liquido in superficie. padella. 2. contenuto di una padella. 3.
paccuto, agg., di salda consistenza. pietanza fatta con i residui della lavora-
pace, s.f., 1. pace: cènto lire e ssémo ~, m zione delle salsicce rosolati in padella.
paro co le cónte | magnà n zanta ~ | 4. (fig.) festicciola fatta dopo l’ucci-
famo ~ | che la ~ ve casche addòsso! | sione del maiale: la ~ se fa, quanno
(scherz.) che la chjèsa de la ~ ve casche s’ammazza l majjale.
addòsso! | Ddio ll’àbbia m ~! | ~ al- padiglióne, s.m., (lett.) stemma nobiliare.
l’ànima sua! | facéte la ~ vòstra!, met- padrennòstro, s.m., paternostro.
tetevi l’anima in pace | métte ~ l papa | padreternata, s.f., comportamento altez-
arifà ppace, si riconcilia | làssala m ~! | zoso.
méttese l còre m ~, rassegnarsi | nun padronale:→ patronale.
tròva ~, non è mai tranquillo | mèjjo padróne:→ patróne.
dàccese ~ | m me ce pòzzo dà ppace, padrunanza:→ patronanza.
non mi posso rassegnare || ~!, inter., (in- paése:→ pavése (arc.).
fant.) per chiedere una tregua provviso- paesétto, s.m., borgata: vèngono a la fièra
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
426

da li paesétte ntórno. pàggena, s.f., pagina: pàggene di ggiur-


pàffete, ideof., paf, 1. voce che imita il nale vècchje ngiallite.
suono di uno schiaffo o di un colpo, pagnòtta, s.f., forma di pane tondeg-
dato con la mano aperta. 2. commento giante: faticà pe la ~, guadagnarsi il
ad azione veloce. pane con il lavoro || fa ppagnòtta, fare
paga, s.f., (fig., antifr.) punizione || (iron.) amicizia || accr. pagnottóne, pagnotta di
dà la ~, picchiare. pane di due o tre chili.
pagà, v. tr., 1. pagare: pàghelo! | ~ a rric- pagnottata, s.f., colpo inferto, lanciando
còrta, a raccolto avvenuto | ~ a ggrano, una pagnotta di pane.
in natura | se pagava a òjjo ar molino, in pagnottèlla, s.f., 1. pagnottina per i bam-
natura | ~ a ppane (come compenso alla bini confezionata in casa con l’ultima
fornaia) | ~ a ppiagne, un po’ alla volta pasta del pane rimasta. 2. panino im-
| non c’è n filo d’èrba manco a ppagallo bottito. 3. (fig.) muscolo teso del bici-
òro | ~ ppe bbòno, pagare come se fosse pite: fà la ~, tendere il muscolo.
nuovo e perfettamente funzionante, pagnottino, s.m., tipo di dolce tradi-
senza alcun difetto | entrà sènza ~, gra- zionale.
tis | jj’ha ppagato le nòcchje, lo ha pic- paino: me pare m ~ | ve fò ppaino, vi
chiato | ha ppagato man tutte (detto a vinco | mó ve fanno ~, vi picchiano || n.
chi porta le tasche rovesciate in fuori) | di un asino.
ògge se paga, domane nò (scritta in ne- pajja, s.f., 1. paglia: la ~ divènta fina
gozio) || prov.: chi num paga all’entrata, cóme l zapóne (nel letamaio) | annà a
paga all’uscita | ambasciató num paga ppajja, lavorare come operaio nella rac-
péna. 2. (fig., antifr.) punire || Forme: colta delle balle di paglia | manco a
Ind. pres. 4 pagamo; 6 pàgheno, pà- ppajja!, commento sulla voracità di
gono | impf. 6 pagàveno, pagàvono | fut. qualcuno || mdd. quéllo nun mòve na ~,
5 pagaréte | P. pass. pagato | Ger. pa- ozia | (d.) nun tutte le pajje vann’al paj-
ganno. jaro || ~ ~!, inter., (infant.) per chiedere
pagàbbele, agg., pagabile. la sospensione momentanea delle regole
pagàccia, s.m., chi non mantiene i propri del gioco || prov.: a ppajja a ppajja
impegni di pagamento, individuo mo- s’arza l pajjaro. 2. gambo della spiga di
roso. frumento. 3. nulla: (iron.) ah, na ~!
pagàccio, s.m., 1. paga, salario: la fèsta pajjacciata, s.f., pagliacciata.
védava nom pijjavamo ~. 2. soprassoldo pajjàccio1, s.m., 1. pagliaccio, buffone. 2.
dato agli apprendisti. 3. somma setti- (fig.) voltagabbana.
manale data ai ragazzi per le piccole pajjàccio2, s.m., pagliericcio riempito di
spese personali. 4. mancia: l ~ al fijje de brattee, usato come materasso: se
casa jje lo danno pi Nnatale. dormiva sul ~ co la fòjja de granturco.
paganino, s.m., giorno in cui si ritira lo pajjanculo, s.m., codibugnolo (Aegitha-
stipendio: doman’è ssam ~. los caudatus L.).
pagatóro, agg., solvente, corretto nei pajjara, s.f., grande pagliaio oblungo
pagamenti: io sò ppagatóra. senza stollo.
paggèlla, s.f., 1. pagella scolastica. 2. pajjarìccio, pajjerìccio, s.m., paglieric-
cartella delle imposte. cio, sacco riempito di brattee di gran-
Vocabolario
427

turco, che faceva da materasso: a le palatura, s.f., 1. operazione di palizza-


tèmpe de la mi nònna c’èreno le bban- mento del vigneto. 2. periodo primave-
che de légno sótto le materazze col ~ de rile in cui si palizzava il vigneto.
fòjja, l cucino e l cucinóne. palazzétto, s.m., profferlo di casa antica.
pajjaro, s.m., pagliaio: accimà l ~, for- palazzo: ah, che bbèlle palazze!, (iron.)
mare il pagliaio | (d.) se ttutte le pajje detto a chi sbadiglia a bocca spalancata
annàssero mal ~!, ah, se ogni nostro de- || dim. palazzétto | accr. palazzóne |
siderio si realizzasse nella vita! || dim. dispr. palazzàccio.
pajjaròzzo. palétta, s.f., 1. paletta da fuoco || pòrca
pajjata, s.f., pagliata; intestino tenue di ~!, imprec. 2. sassola: la ~ de légno. 3.
vitello o agnello da latte, condito e cotto (fig.) scapola: la ~ de la spalla.
al tegame. palettata, s.f., 1. contenuto di una paletta:
pajjerìccio:→ pajjarìccio. na ~ de bbràcia. 2. colpo inferto con la
pajjétta, s.f., cappello di paglia da uomo, paletta da fuoco.
con cupola dura e piatta, e tesa rigida. palétto, s.m., 1. attrezzo di ferro a leva
pajjòlo, s.m., grano caduto dai covoni, con lungo manico: ~ a ppippa, pe llevà
che resta sull’aia dopo la trebbiatura: fà le sasse | ~ a zzampa de pòrco. 2. chia-
l ~, raccogliere i chicchi di grano da vistello verticale, che ferma un battente
terra. della porta.
pajjóne, s.m., 1. misura di quantità. 2. palettóne, s.m., parte anatomica del ca-
distanza rappresentata dallo spessore di vallo posta tra luffo e groppa.
due dita accoppiate. 3. (fig., gerg.) de- palinfrasca (de), loc. avv., di palo ín
bito: ha bbruciato l ~, non ha pagato il frasca.
proprio debito | pizzicà mal ~, cogliere palizzata, s.f., diga nell’orto.
in fallo. palla, s.f., 1. palla: ~ de pèzza | mdd. pijjà
palà, v. tr., palizzare in verde, piantare la ~ ar barzo, sfruttare abilmente l’oc-
paletti o canne di sostegno nel vigneto. casione favorevole | ~ de bbijjardo | li
palamina, s.f., lungo paletto di ferro a se- pennèlle nòve fanno ~, restano chiusi,
zione circolare con punte a scalpello compatti | ~ dell’òcchjo, bulbo oculare:
alle due estremità, usato per scavare (imprec.) te pòssa cascà le palle
buche nel terreno o come leva: s’addò- dell’òcchje! (a chi nega l’evidenza) | ~
pra la ~ pe ffà le bbuche, pe mmétte le de bbròccolo, parte centrale del cavol-
passóne. fiore || m ~, loc. avv., in salute: rimét-
palanca, s.f., 1. tavolone usato in edilizia tese ~, rimettersi in salute || prov.: la ~ è
per costruire il ponte. 2. (fig., scherz.) ttónna (sulle gare sportive e in genere
mano grossa || palanche, s.f. pl., (fig., sulla fortuna mutevole). 2. numero di
gerg.) denaro. legno della tombola che si estrae. 3. co-
palancato, s.m., (arc.) pavimento di ta- rona di fichi, essiccati e legati insieme:
vole. na ~ de fiche | a la fièra se compràvono
palatina, s.f., stomatite con edema ed in- le fiche a ppalla, nfilate ne la gginèstra
fiammazione della volta palatina delle | li palle dil fiche quattro al zòrdo,
bestie: la ~, c’èra chi le tajjava la léngua, quann’èra la fièra di sam Biàcio || palle,
alcuni la curavano tagliando la lingua. s.f. pl., (fig.) testicoli: m’ha ffatto du ~
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
428

cóme m montóne, mi ha annoiato | c’hò solida, massa compatta: pare m ~ d’os-


le ~ piène, sono stufo | c’ha le ~ qua- sógna, pe qquant’è ggrassa (rif. a
drate, è bravissimo | m par de ~!, niente donna) | è ccascata ggiù m ~ de fulina
affatto! || dim. pallétte, palline, s.f. pl., dal cammino || dim. pallottèllo.
deiezioni di ovini, caprini, conigli o pallòttola:→ pallòttala.
lepri. pallottolóso, agg., noioso: nu la stà ffà
pallaccanèstro, s.f., (rec.) pallacanestro. ttanto pallottolósa!, non farla lunga!
pallannòto, s.f., (rec.) pallanuoto. pallòzzo:→ pallòtto.
pallaro, s.m., pallaio, rimborso orario, per pallùccola, s.f., 1. galla, escrescenza ro-
giocare a biliardo in locale pubblico. tonda e leggerissima, prodotta da pun-
pallata: fà a ppallate, lanciarsi palle di ture di insetti, che si forma sulle foglie
neve per gioco. e sui rami della quercia: le pallùcquele
pallavvólo, s.f., (rec.) pallavolo. de cèrqua. 2. galbulo, strobilo del ci-
pallettóne, s.m., sferetta di piombo delle presso: ~ dell’arciprèsso. 3. pallina di
cartucce: le ~ del fucile da càccia. muco solido: fa le pallùccole co le déta.
pallina, s.f., 1. (infant.) bilia di terracotta palluccolóso, agg., noioso.
o di vetro. 2. sfera di vetro della botti- palluncino, s.m., palloncino.
glia di gassosa a chiusura ermetica. 3. palómba (la), microtop.
(fig.) seme di erba spontanea. 4. (fig.) palombàccio, palommàccio, s.m., co-
bacca di edera: su le palline ce vanno l lombaccio, grosso piccione selvatico
tórde e cce se mettévono l cacciatóre (Columba palumbus L.) || Forme: pl.
appostate. palombacce.
pallonaro, s.m., 1. pallonaio, venditore di palombara, s.f., colombario romano.
palloncini. 2. (fig.) millantatore, smar- palombino1, agg., del colore di colomba:
giasso. c’ha la góla palombina, detto di una
pallóne, s.m., 1. frutto abortito. 2. ernia bella ragazza.
scrotale appariscente: jj’è ccalato l ~. 3. palombino2:→ palommino.
aerostato || annà sul ~, a) abortire di palómma, s.f., colomba.
frutto; b) andare in fallimento. palommàccio:→ palombàccio.
pallóso, agg., noioso: le sò ppallóse sti palommèlla, s.f., 1. colombo torrigiano
cristiane! (Columba livia livia Gmelin). 2. colom-
pallòtta, s.f., 1. grumo di farina, che si bina dorata (Russula aurata), varietà di
forma dentro il pane mal lavorato. 2. fungo edule.
ventriglio di uccello: la ~, quanno se palommino, palombino2, s.m., tipo di
magnava ll’ucellétte, se mannava ggiù ghiaia bianca, che si sparge sulle strade
ssana, perch’èra amara. 3. bozzolo di non asfaltate.
sterco, in cui lo scarabeo stercorario de- palómmo, s.m., colombo.
pone le uova. pàltene:→ pàrtene.
pallòttala, pallòttola, s.f., 1. pallottola: na palteònne:→ pàrtene.
~ matta ll’éva corpito, una pallottola va- paltò:→ pàrtene.
gante. 2. grumo di farina, che si forma paltrìccia, poltrìccia, s.f., 1. giaciglio mo-
dentro il pane mal lavorato. desto: n campagna se dormiva per tèrra,
pallòtto, pallòzzo, s.m., palla di materia su la ~. 2. (dispr.) letto in disordine.
Vocabolario
429

pamidòro (raro):→ pommidòro. lo vò ccòtto: ó che ppancòtto! (di opi-


pammarito, s.m., pane all’anice con- nioni discordanti).
fezionato con tritello e crusca. pancottóne, s.m., ragazzo grassoccio.
pàmpena, pàmpina, s.f., pampino: la ~ è pandemògno, s.m., pandemonio: è scop-
l pormóne de la vita || pàmpene, s.m. pl., piato m ~.
1. pampini. 2. (fig., euf.) testicoli: num pandòra, s.f., 1. (infant.) vulva. 2. bam-
me rompéte le pàmpene, commà! | m’ha bina grassa. 3. (vezz.) tesoro: a la fijja
rótto l pàmpene. se dicìa ~.
pampèrzo, s.m., (dispr.) chi si immischia: pane: ~ bbianco, pane di grano | ~ néro,
sta ffà l ~. pane di farina di grano e di cruschello |
pàmpina:→ pàmpena. ~ de casa, pane di confezione casalinga
pampiropìope, agg. pl., stupiti: òcchje ~. | ~ crómpo, acquistato in negozio | ~
panà, v. tr., panare, passare nel pangrat- sòdo, ~ rifatto, del giorno prima | ~
tato: pe ccéna c’émo le fettine fritte pa- bbasso, con poca mollica | ~ alto | ~
nate. bbruciato, troppo cotto | magnà ~ e
panacca, s.f., colpo, percossa: panacche e ccoltèllo, pane senza companatico | ~ de
ttòcca tèrra!, (infant.) formula per ot- le signóre, dei signori, panino rotondo |
tenere immunità in un gioco, toccando il ~ sudato, guadagnato con duro lavoro |
suolo con la mano subito dopo aver col- tené dda cónto l ~ | no lo sciupà l ~! |
pito l’avversario. màgnala col ~ la cìccia! | magnà ppan’e
panarice, s.f., paronichia, patereccio su- sputo, mangiare pane senza compana-
perficiale localizzato in prossimità di tico, per risparmiare; soffrire la fame |
un’unghia. levasse l ~ da la bbócca, pe mmannà l
panata, s.f., quantità di pane cotto al fijje a scòla | c’ha l ~ assicurato, ha un
forno in una volta || agg., con dentro impiego fisso | m pèzzo de ~ s’arimèdia
pane: acqua panata, liquido, ottenuto sèmpre | è ppan’e ccàcio co qquéllo,
da una fetta tostata di pane messo a suo amico | è m pèzzo de ~, di persona
bagno nell’acqua, usato per curare il buonissima, pasta d’uomo | più bbòno
mal di pancia. del ~, di persona buona || prov.: ~
panatara, s.f., parietaria (Parietaria offi- d’un giórno, vino d’un anno, e la mójje
cinalis L.): la ~ se fa pe le galline, si de ventun anno | tre ppan tòste e ttre
cuoce per darla in pasto | mdd. attac- ppan dure, ll’anno è llóngo e ffà
casse ma la ~ , avanzare scuse non va- cche ddure | chi cc’ha l ~, n c’ha l
lide: s’attacca ma la ~. dènte; chi cc’ha l dènte, non c’ha l ~ | l
panattière, s.m., (rec.) chi confeziona e ~ del govèrno mantène ma nun in-
vende pane. grassa.
pancaciòtto, s.m., bulbo dello zafferano panechino, sopr.
bastardo (Colchicum autumnale L.). pànfete, pònfete, ideof., voce che ripro-
pancèllo, s.m., (ant.) grosso fiocco di duce il rumore di un corpo che cade o
neve. di uno schiaffo, usata spesso in correla-
pancòtto: l ~ se còce mal pignattèllo | ari- zione con pùnfete o pìnfete.
vortà l ~, cambiare opinione, fare un panfille (le), s.f. pl., n. di una coppia di
voltafaccia | (d.) chi lo vò ccrudo e cchi vasche per la macerazione della canapa.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
430

panganèlla, s.f., Paganella, n. di canzone. panòcchja, s.f., pianta spontanea non


pangrattato, s.m., 1. (fig., scherz.) ac- identificata.
cordo orale. 2. (fig.) affare. 3. (fig.) ac- panontaro, s.m., gran mangiatore di pa-
coppiamento, fidanzamento ufficiale: nónto.
famo sù sto ~! panontata, spanontata, s.f., mangiata di
pànica, s.f., fioretta del vino. panónto.
panicastrèlla, s.f., panicastrella (Setaria panónto, s.m., 1. pane tostato, talora
viridis Beauv., Panicum Crus corvi L.), agliato, quindi immerso nell’olio
erba spontanea dalla spiga ruvida e ap- nuovo, che si consuma al frantoio in oc-
piccicosa, simile al panico: la ~ le su- casione della molitura delle olive. 2.
mare la màgnono quann’è ffatta. fetta di pane intrisa del grasso liquefatto
panico, s.m., puntina bianca, che viene di maiale: (scherz.) ~ co lo cirillo, pane
tolta, sulla punta del becco dei pulcini unto con carne di maiale | me pare m ~
appena nati. quelue, detto di persona sporca | sta
panicòcola, s.m., fornaia che cuoce il scritto mal libbro del ~, di cosa futura,
pane per conto terzi. incerta || ~ (a), loc. avv., in maniera
panizza, sopr. trascurata: carte mischjate ~, carte da
pannaro, s.m., negoziante di tessuti. gioco messe a rovescio nel mazzo,
pannèllo, s.m., telo posto sotto e sopra le facendo combaciare la parte figurata.
pagnotte di pasta cruda adagiate sulla panorama, s.m., (fig., euf.) nudità fem-
tavola. minile involontariamente esibita: le se
pannina, s.f., stoffa venduta a metraggio, véde tutto l ~.
tessuto: bbottéga de la ~, negozio di tes- pantalonara, s.f., pantalonaia.
suti. pantanèlla, s.f., (scherz.) fanghiglia || ~
panninaro, s.m., negoziante di tessuti. (a), loc. avv., in terreno umido: l lino
panno, s.m., 1. tessuto di confezione arti- s’ha dda semenà ~.
gianale: le tessitóre facévono l ~ | io pantanése, microtop.
mica me ce metterébbe ne li su panne | pantàscia, s.f., 1. grassella dell’inguine,
llì cc’è ~ da tajjà, di chi gode di una dove tastano i macellai per sentire il
buona condizione economica. 2. cano- grasso e giudicare la qualità della be-
vaccio: pijja qqua m ~! 3. (fig.) fioretta, stia. 2. coscia dell’asina. 3. coscia
strato acido superficiale, che si forma umana: a mà, me s’appìccicano le mu-
sul vino contenuto nella botte || panne, tanne ma le pantasce cu sto callo.
s.m. pl., 1. indumenti. 2. biancheria: vò pantascióna, s.f., donna formosa, dai
a stènne quélle quattro ~, quella poca fianchi robusti.
biancheria || prov.: le ~ spòrche se là- pantàsema:→ fantàsima.
vono drénto casa. pantàsima:→ fantàsima.
pannóne, s.m., 1. grembiule. 2. larga pantomina, pantumina, s.f., 1. panto-
pezza di tela bianca, portata a mo’ di mima. 2. (fig.) comportamento falso: ha
grembiule, che contiene la semenza da ffatto la ~ che n’èra ppiù vvéro.
gettare. 3. ampio panno di tela gros- pantumina:→ pantomina.
solana per vari usi agricoli. panza, s.f., 1. pancia: c’hò la ~ cóme n
pannùccio, s.m., pannolino assorbente. tamburo, tesa | c’ha le dolór de ~ | ~
Vocabolario
431

mia, fatte cappanna! (escl. di soddisfa- panzasótto (a), loc. avv., bocconi.
zione alla vista di cibi abbondanti, ap- panzata, s.f., 1. colpo dato con il ventre.
petitosi, ben preparati) || prov.: ~ pinzuta 2. scorpacciata: s’è ffatto na ~ de
nom pòrta cappèllo (se la donna incinta cerase.
presenta il ventre appuntito, partorirà panzè, s.f., viola del pensiero (Viola tri-
una femmina) | ~ pièna vò rripòso | ~ color L.).
pièna num pènza a qquélla vòta | ~ vòta panzóne, s.m., chi ha una grossa pancia.
nu sta rritta | ~ vòta vò mmagnà | ~ vòta panzuto, agg., panciuto.
nun raggióna. 2. ventre: ~ de vèrme | pàolo:→ pàvolo.
mal de ~ | staséra a llètto scarzo e a paoneggiasse, v. intr. pron., pavoneggiar-
ppanza tirata! (falsa minaccia a bam- si: se paonéggeno pi la piazza.
bini di andare a dormire senza cenare) | papa, s.m., 1. pontefice: stò ccóme m ~,
jje tèngheno più ll’òcchje che la ~ (rif. sono sazio || prov.: mòrto m ~, se ne fa
a persona ingorda) || dim. panzétta, accr. n antro, nessuna persona è tanto indi-
panzóna || panzétta (a), loc. avv., a) a spensabile da non poter essere sostituita
gambe in aria, alla rovescia, in po- (sovente assume significato autoconso-
sizione supina: dormì ~; b) in panciolle: latorio su un evento negativo). 2. (ant.)
sta bbèllo ~; c) in fin di vita: tutto l pé- testa della moneta.
scio veniva sù ~. 3. parte più rigonfia papagna, s.f., ceffone: c’arimediò quattro
del fiasco. 4. parte centrale del fuso. 5. papagne.
rigonfiamento di muro provocato da papala:→ papara.
umidità: r muro ha ffatto la ~. 6. costato papale, avv., in modo chiaro: ll’ha rri-
panciuto della trottolina di legno. 7. spòsto ~ ~, pròpio cóme si la sintiva.
parte rigonfia della botte. papalino, agg., dell’epoca dello Stato
panzallària (a), panzapeària (a), loc. pontificio: l govèrno ~.
avv., a) a gambe in aria, alla rovescia, in papalóne, s.m., fiore del papavero.
posizione supina; b) in fallimento: papara, papala, s.f., rosolaccio, papavero
ann’a ffinì a ppanzallària; c) sottoso- selvatico (Papaver rhoeas L.).
pra, in completo disordine: ha bbuttato pàpara, s.f., papera, oca giovane: cam-
la casa ~. mina cóme na ~, adagio.
panzanaro, s.m., chi racconta fandonie, paparino (raro):→ peparino.
millantatore. papávoro, s.m., varietà di papavero usata
panzanèlla, s.f., pane casalingo raffermo, a scopo ornamentale (Papaver som-
bagnato in acqua e condito con po- nifer): ch’ha magnato l ~?, detto a chi è
modoro, basilico, sale, olio d’oliva || ~ tardo di riflessi.
(a), loc. avv., in nulla: va a ffinì ttutto ~, papearme, s.m., (infant.) gioco con soldi,
in una bolla di sapone. testa o croce || ~ (a), loc. avv., supino:
panzanto, s.m., pane tostato, talora méttese ~, con gran comodo || ~!, (in-
agliato, quindi immerso nell’olio fant.) grido lanciato nel corso del gioco
nuovo, che si consuma al frantoio in oc- di guardie e ladri.
casione della molitura delle olive. papétto, s.m., (arc.) moneta d’argento
panzanzù (a):→ passanzù (a). dello Stato pontificio, del valore di due
panzapeària (a):→ panzallària (a). paoli o 20 baiocchi.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
432

papile, s.m., stoppino del lume ad olio. pappina, s.f., schiaffo.


papòrchjo, s.m., (dispr.) uomo basso e pàppola, s.f., fandonia.
goffo. pappóne, s.m., 1. ceffone: ll’arifilà m ~.
papòtto, s.m., fallimento: “e sse l govèrno 2. prosseneta.
pò va ssótto?” “l govèrno n fa mmae ~” para, s.f., 1. diga provvisoria nell’orto: pe
| ha ffatto ~, ha rubato e poi è fuggito. ffà la ~ mall’òrto, s’addoprava robbàc-
pappa, s.f., 1. zuppa di pane in brodo: cia, pajja, stàbbio. 2. (infant.) cordone
mdd. quelòro sò ppapp’e ccìccia, sono di terriccio tracciato come linea di de-
legati fra loro | rrivà a ~ fatta, quando le marcazione in un gioco: ha cciaccato la
cose sono concluse | volé la ~ bbèll’e ~! s’acciaccava llì, annava sótto.
ffatta, voler tutto servito, senza sforzi. parà, v. tr., 1. addobbare, rivestire di pa-
2. (infant.) cibo || dim. pappétta, pap- rati: se pàrono tutte le finèstre pe la pro-
pina, alimento per bambini. cessióne. 2. arginare, arrestare: para la
pappà1, s.m., (infant.) automobile. guazza | e cchi lo para? nun ze para
pappà2, v. tr., mangiare. quéllo | ~ la bbòtta. 3. coprire: me pare
pappafico, s.m., 1. beccafico (Sylvia la luce, lèvete! 4. porgere: para le
borin Boddaert). 2. pappagorgia, di una mano! || parasse, v. rifl., mettersi da-
persona. vanti: te se para sèmpre davante.
pappagallo, s.m., (fig., dispr.) balbu- paràbbola, s.f., parabola.
ziente. paracénnere, s.m., paracenere, basso
pappalanzagna, s.f., ceffone. pannello metallico, che si pone nel ca-
pappalardóna, s.f., ceffone. minetto davanti alla fiamma.
pappalardóne, s.m., 1. (arc.) moneta paracòre, s.m., pericardio, membrana
d’argento del valore di venti lire. 2. sierosa che riveste il cuore.
manrovescio. paracqua, s.m., 1. ombrello. 2. (fig.,
pappamòlla, s.f., (dispr.) persona abulica. scherz.) cappello: ha fatto l ~ nòvo?
pappardèlla, s.f., (fig.) ceffone. paraculàggene, s.f., furberia.
pappata, s.f., 1. pasto: (scherz.) è ll’óra paraculata, s.f., 1. atto di furbizia. 2.
de la ~. 2. scorpacciata. 3. (fig.) ceffone: (iron.) azione stupida: ha fatto na ~ de
lo pijjò a ppappate. gnènte a ddìjjolo!
pappatacco, s.m., (dispr.) marito che ac- paraculeggià, v. intr., compiere atti di fur-
consente a che la moglie abbia un bizia || v. intr. impers., essere incostante,
amante. variabile: sto tèmpo paraculéggia.
pappatàcio, s.m., pappataci (Phleboto- paraculite, s.f., (rec., scherz.) furberia.
mus papatasi Scop.): le pappatace n te paraculo, s.m., 1. furbo. 2. (iron.) persona
fanno durmì. ingenua || paracula (a la), loc. avv.,
pappeccìccia, sopr. maniera di cuocere le patate (tagliate a
pappié, s.m., 1. incartamento volumi- quadretti, con la buccia, cotte arrosto
noso: se presènta co qquel ~ sótt’al con sale e pepe): le patate sò bbòne ~.
bràccio. 2. conto costoso. 3. lettera paradiso: vò annà m ~ n carròzza (di per-
sgradita. 4. grossa quantità di qualcosa. sona che non vuole sacrificarsi) || ~
5. (fig.) spettacolo disgustoso: s’éssete santo!, inter., pazienza!: è mmòrto, ~
visto tutto quél ~! santo!
Vocabolario
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parafièno, s.m., (euf.) furbo. parco, s.m., 1. palco. 2. pedana, piat-


parafòco, s.m., parafuoco, pannello mo- taforma rialzata della trebbiatrice: l ~
bile di metallo, posto davanti al camino èr’all’artézza de mèżża trìbbia, c’èra na
o alla stufa come riparo dall’eccessivo perzóna che bbuttava sù le grégne su la
calore del fuoco. trìbbia, ll’imboccatóre pijjava la
parafume, s.m., tendina pendente sotto la grégna e mboccava || dim. parchétto,
mensola del camino. palchetto: hanno crómpo l ~ all’ugnóne,
parafùrmene, parafùrmine, s.m., para- nel teatro Unione.
fulmine. parcoscènico, s.m., palcoscenico.
parafùrmine:→ parafùrmene. paré, v. intr., 1. parere, sembrare: te pare
paràlese, paràlise, s.f., 1. paralisi: na ~ bbèllo a ddimme ccosì? | pare sto cazzo!
celebbrale | ~ nfantile, poliomelite. 2. (di chi si dà arie d’importanza) | manco
colpo apoplettico: (imprec.) che tte li pariva véro d’èssa guarito (stentava a
potésse pijjà na ~ nel fritto! 3. impre- credere di essere guarito) | te pare che
cazione: li manna le paràlese, impreca nu lo sa?, possibile che non lo sappia? |
contro lui. che tte pare!, certamente! | chi vvi pare!
paràlise:→ paràlese. | me pare e num me pare, sono incerto |
parannanza:→ parannanze. pajjarèbbe chi ffusse stato n abbuso |
parannanze, s.m., parannanza, s.f., pajje l ritratto dil fréddo, sei tutto inti-
grembiule da cucina: métte la ~, che rizzito | me paréte Marco e la Mèa, di
ssinnò te spórche! una coppia inseparabile | me pare
paranza, s.f., 1. squadra di mietitori. 2. oménto!, nessun aumento, neanche a
amicizia: nun fa pparanza cu gnuno parlarne! (in risposta a chi ha pronun-
ésso | co qquéllo ce se fa ppòca ~ | m ciato la parola oménto). 2. aggradare:
pijja ~, non stringe amicizia. fallo quanno te pare | fa m pò cóme te
paranzana, oron., Palanzana. pare! | uno pò ffà qquéllo che le par’e
paraòcchje, paròcchje, s.m., paraocchi ppiace a ccasa sua | nóe dormémo
per animali. quanto ce pare || Forme: Ind. pres.
parapètto, s.m., 1. davanzale. 2. sponda 1 pargo, paro; 2 pajje, pare, parghe;
del pozzo. 4 parémo; 5 paréte; 6 pàreno, pàrgono,
parapijja, s.f., parapiglia. pàrono | impf. 1 parìo; 2 paréve;
parasècolo, s.m., tutto: magnasse pure l 3 paria, pariva; 4 parévomo; 6
~, dilapidare la proprietà | imprec.: man- paréveno, parévono, parìono | perf. 1
nàggia l ~ romano! parze | fut. 3 pararà, pargarà | Cond.
parata, s.f., 1. piccola diga provvisoria; pres. 3 pajjarèbbe, pararèbbe | P. pass.
sbarramento in un corso d’acqua: hanno parzo.
fatto la ~ p’adacquà. 2. cortina di nu- parécchjo, s.m., coppia di buoi aggiogati.
vole scure: la séra c’è la ~ nera, quanno parecchjùccio, avv., abbastanza.
l zóle va ggiù nzaccato | ggiù a la ma- parentato, s.m., 1. sposalizio. 2. accordo
rina c’è na ~. di matrimonio: quanno si farà stu ~?
paravènto, s.m., (fig., euf.) furbo. parènte: sémo ~ a la luntana | ~ pi pparte
pàrchinzo, s.m., (rec.) morbo di Parkin- de matre, dal lato materno | mdd.
son: c’ha l ~, porétto. quést’e gnènte sò pparènte, detto di
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
434

quantità trascurabile || prov.: parènte, parma2, s.f., 1. palma (Phoenix dactyli-


serpènte. fera L.). 2. grande fronda con molte
parèntese, s.f., parentesi, divagazione: foglie. 3. ramo di olivo. 4. ramoscello
lassamo pèrda e cchjudémo sta ~. d’olivo benedetto, distribuito in chiesa
pariggi, top., Parigi. la domenica delle Palme: la ~ santa |
parlà, v. intr., parlare: parlàmese chjaro! annam’a ppijjà la ~ bbenedétta ggiù a
| parlanno co ppòco rispètto, parlando ll’acchjèsa | annàvono n chjésa pe ffà
senza mezzi termini (intercalare con cui bbenedì la ~ dell’olivo la doméneca de
ci si scusa di usare espressioni reali- le parme || le parme, s.f. pl., la dome-
stiche) | parla tutto sciscì, in tono affet- nica delle palme || dim. parmétta ||
tato | tu pparla quanno pìsciono le prov.: ~ sciutta, grégna mòlla; ~ mòlla,
galline, non parlare mai, taci! | è ccóm’a grégna sciutta.
pparlà al muro o a cchi nun c’è | ~ cóme parmata, s.f., altezza approssimativa di
n libbro strappato, parlare malissimo o un palmo.
parlare in maniera incomprensibile | ma parmo, s.m., 1. palma della mano: ~ de
parla cóme magne!, parla alla buona, Sanzóne (rif. a palma di mano molto
senza affettazione | ~ cóme n avvocato, grande). 2. spanna; misura lineare pari
parlare con grande eloquenza | parlamo all’apertura della mano distesa al mas-
no stùpido pe vvòrta!, parliamo uno alla simo: remase co m ~ de naso, rimase
volta | gna parlanne de sta màchena | ~ deluso nelle attese | è arto m ~.
mpatassato, in maniera confusa | ~ paro1, agg., 1. pari: lo fa a ppiède pare,
ddiètro, calunniare, spettegolare | ~ ffitto con intenzione | l cónto è ppar’e ppatta
fitto, a) in continuazione; b) a bassa | métte m paro, saldare | ll’èrba ll’ha da
voce | ~ ggrasso, fare discorsi grassocci tajjà ppara | s’è mméss’a sséde a ppiède
| ~ ttodésco, in modo incomprensibile | pare (di chi mangia con grande appe-
~ ccióvile, in lingua nazionale | n zà ne tito). 2. completamente annuvolato: l
pparlà nne stà zzitto || prov.: chi mméno tèmpo s’è mmésto paro paro || avv., pari:
parla, méno sbajja | più sse parla, più (iron.) vò métta? sémo pare cóm’èra
sse sbajja | méno parle, più ndovine | a prima, è tutto diverso | (scherz.) te pijje
tté pparlo, e ttu sòcera m’intènne | na bbenidizzióne a pparo!, in fin di vita,
prima di ~, bbisògna penzacce | chi quando tieni nel letto i piedi pari |
pparla n fàccia, nun è mmae traditóre || stann’a pparo, alla pari | è rrivato paro
parlasse, v. recipr., essere amici: nun ze paro, appena in tempo | sémo m paro co
pàrleno tra ffratèlle, sò stizzate || Ind. le cónte | méttes’a pparo, riguadagnare
pres. 2 parle; 4 parlamo; 6 pàrleno | il tempo perduto | paro paro cóme
perf. 6 parlònno, parlòrno | fut. 3 par- qquéllo del mi marito, identico || (d.)
larà; 6 parlaranno | Ger. parlanno. paro paro, dìsporo m mano (regola
parlaménto, s.m., (ant.) il parlare, di- mnemonica enunciata nel gioco della
scorso: sènza tante parlaménte, dìteme scopa in due nell’ultima gettata).
com’è. paro2, s.m., paio, coppia: m par di bbòva
parlicchjà, v. tr., parlucchiare. | m par di bbòtte | tre ppara | sto par de
parma1, s.f., palma della mano: lo pòrta stivale!, (euf.) espr. per negare | adè n
m ~ de mano. antro par de màneche | ce va m par de
Vocabolario
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vòrt’al giórno | n’ha ccómpre m paro ciò che vuole | avécce ~, agire con tatto ||
jjère. (d.) le vò véda le ~ bbèlle? Tubbia, Tub-
paròcchje:→ paraòcchje. biòlo e le Carcarèlle (tre borgate nel ter-
paròla: fà ddu paròle co uno, scambiare ritorio di Viterbo) || partaddiètro (a),
quattro chiacchiere con una persona | parteddiètro (a), loc. avv., a) all’indietro:
méttece na bbòna ~, intervenire per pe- è ccascato ~; b) alle spalle.
rorare la causa di q.no; interporre i pro- pàrtene, pàltene, palteònne, paltò, parte-
pri buoni offici | rimagnasse la ~, ònne, partò, pàrtone, s.m., cappotto:
contraddire quanto in precedenza soste- méttete l ~! || dim. partoncino.
nuto o promesso | pijjà m ~, dare credito parteònne:→ pàrtene.
a quanto affermato | è n òmo de ~, man- partì, v. intr., 1. partire: la mattina prèsto
tiene quanto promette || dim. parolétta se partiva co la mìccia | le fijje pàrtono
|| prov.: na ~ è ppòco e ddue sò ttròppo. coll’àngele (di neonati, quando girano
parpagnàccola, s.f., ceffone. gli occhi). 2. (fig.) seccarsi di una
pàrpebbra, s.f., (raro) palpebra. pianta: è bbèll’e ppartito st’olivo. 3.
parpetà, parpità, v. intr., (lett.) palpitare. (fig.) morire: stava llì llì pe ppartì |
pàrpeto, pàrpito, s.m., (lett.) palpito. regá, quann’arriva la cartolina, tòcca
parpità:→ parpetà. ppartì, arrivato il momento, si muore. 4.
parpitazzióne, s.f. pl., tachicardia. (fig.) uscir di senno: ormae è ppartito
pàrpito:→ pàrpeto. pròpio, n ce se raggióna ppiù | mèżżo
partàccia, s.f., brutta azione: jj’ha ffatto partito, pazzoide || Forme: Ind. pres. 2
na ~ che n ze ll’aspettava pròpio. parte; 4 partémo, partimo; 5 partéte; 6
parte: passate ggiù dda na ~!, camminate pàrteno | impf. 3 partéva, partìa; 4 par-
su un lato della strada! | da n’antra ~, in timmo; 6 partévono, partìono | perf. 4
un’altra direzione | da quarche pparte se partémmo; 6 partinno | fut. 2 parterae |
trovarà, in qualche luogo | ma li ~ nòstre, Imper. 4 partémo! | Ger. partènno.
nelle nostre zone | da n anno a sta ~, da partitèlla, s.f., breve partita a carte.
un anno in qua | tirasse da na ~, farsi da partò:→ pàrtene.
parte | sta da na ~ cóme m purcino pizzi- parto: na pèquara de primo ~, primipara.
cato, in disparte | da na ~ me fate rida, pàrtone:→ pàrtene.
da un lato, per certi aspetti | da du ~, su partorènte, s.f., partoriente.
due lati | tre ppe pparte, per lato | pe partorì, parturì, v. intr., partorire: m’è
pparte mia, per conto mio | da na ~ e ppartorita la nòra | si un òmo ésse par-
ll’antra, a vicenda | a pparte che ssò turito, ll’avarébbeno dato um mijjóne ||
stracco, a prescindere dal fatto | métt’a partorisse, v. intr. pron., partorire: s’è
pparte l zugo, conservare il sugo per riu- ppartorita de n fijjo màschjo || Forme:
tilizzarlo | da tutte le ~, d’ogni lato, ovun- Ind. pres. 3 parturisce; 6 partorìsciono,
que | da tutte li ~ e vvèrze | pijjàvono la parturìsceno, parturìsciono | impf. 6
ròbba da più pparte, di varia proveni- partoriscévono | P. pass. partorito, par-
enza | la mi ~ de mónno ll’hò ggirata | la turito | Ger. partorènno.
sa ffà la ~, è m politicóne, sa destreggi- parturì:→ partorì.
arsi con abilità e furbizia nelle proprie parurte, s.m., paraurti.
faccende private, riuscendo ad ottenere pasa, s.f., unità di misura di distanza, pari
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
436

all’estensione delle braccia. rìa, di cosa perduta o sfumata | ~ ssópre,


pasce, v. tr. e intr., pascolare. trascurare | è ppassato de cottura (di
pascerbàteco, s.m., (arc.) tributo comu- cibo troppo cotto) | mdd. te fò ppassà
nale da versare per diritto di pascolo. pel vìcolo Bbusse, ti picchio | ~ pe
pasina:→ passina. bbòtte, buscarne | ~ n fagòtto, ~ pi ffa-
pasito, agg., appassito. gòtto, far figura da stupido | ~ pi
pasmèchere, s.m., (rec.) pacemaker. cchjàcchjere, esser oggetto di pettego-
paso, agg., disteso, sparso: se mettéva lezzo. 2. esser promosso: l fijjo è ppas-
tutta pasa sur tavolino la pasta. sato a scòla, è stato promosso || Forme:
pasqua: contènto cóme na ~, al colmo Ind. pres. 4 passamo; 6 pàsseno, pàs-
della felicità | annà ppijjà Ppasqua, sod- sono | impf. 4 passammo, passàvemo; 6
disfare il precetto pasquale | ll’òvo de ~ passáveno, passàvino, passàvono | perf.
| c’ha la ~ arta, ha bevuto troppo | 4 passàssemo; 6 passònno, passòrno |
(iron.) arta la ~, compà! | bbòna ~! | n fut. 1 passarò; 2 passarae; 3 passarà; 4
òvo de ~ | pizza de ~ || prov.: ~ bbassa, passarémo; 6 passaranno | Cong. pres.
primavèra a bbonóra | pi Ppasqua gni 3 passe | Ger. passanno | P. pass. pas-
poèta abbusca e gni tèsta de cazzo fa la sato, passo.
regazza | pe Ppasqua e ppe Nnatale, passabbròdo, s.m., colino.
s’arivèstono l vellane | ajjùtate, poèta, passaconzèrva, s.m., attrezzo di cucina
fin’a Ppasqua, dòppo ~ gni poèta per passare il pomodoro cotto.
bbusca. passante, s.m., attrezzo del calzolaio.
pasquétta, s.f., lunedì dopo Pasqua. passanzù (a), panzanzù (a), loc. avv., al
passa via:→ pussa via. ritorno: (scherz.) t’aspètto ~ | se vedémo
passa, avv., (preceduto dalla cong. e si ag- a ppanzanzù, (gioco di parole sul sost.
giunge a numeri) e oltre, anche di più: panza).
saranno trent’anne e ppassa. sò ssì! passapummidòro, s.m., schiacciapo-
passacantanno, sopr. modori, attrezzo di cucina per passare il
passà, v. tr., 1. trascorrere: dó le passe le pomodoro cotto.
fèrie st’anno? 2. setacciare: ~ la puzzo- pàssara, s.f., femmina del passero (Pas-
lana. 3. filtrare: lo passammo l latte, col ser Italiae Vieillot).
passino. 4. fornire: magnamo quéllo che passarara, passerara, s.f., 1. storno di
ppassa l convènto, ciò che consente passeri. 2. luogo fitto di passeri. 3. (fig.)
l’economia familiare | se passàvono le luogo rumoroso dove giocano molti
spése, colazzióne pranz’e ccéna. 5. su- bambini. 4. (fig.) passeraio, pigolio: si
perare: ll’ha ppassate quante n’ha ppo- sintiva na ~ ggiù ddi llì.
tute ~, ha sofferto tante disavventure | li passararo, s.m., (fig., euf.) cimitero.
toccò da passacce guae | n’ottantina ne passaréccio, agg., accettabile, discreto.
passa (di anni di età) | quélue le passa passarétta, passerétta, s.f., 1. (fig., in-
tutte | ~ l zégno, superare i limiti. 6. sot- fant.) vulva. 2. (fig., vezz.) bambina ||
toporsi ad esame medico: ~ la vìsita mè- dim. passerottèlla.
deca | ~ le lastre, fare una radiografia || passarina:→ passerina.
v. intr., 1. passare: pàssece! | sarà passaròtto, passerétto, passeròtto, s.m.,
mmèjjo a ppassacce | passa n cavalle- 1. (vezz.) passero. 2. (fig., vezz.)
Vocabolario
437

ragazzo: ih, quante passerétte! || dim. passerétto:→ passaròtto.


passerottino. passerina, passarina, s.f., 1. (fig.) bam-
passata, s.f., 1. passaggio: nun te métte a bina (in tono vezz.). 2. varietà di uva
la ~!, esposto alla corrente d’aria | lo dagli acini piccoli.
stàbbio ha ffatto la ~, è fermentato | ll’è passeròtto:→ passaròtto.
ppréso na ~ de sònno | na ~ d’acqua, na passétto, s.m., 1. misura lineare, presa ac-
sguazzatèlla, pioggia di breve durata | costando la scarpa destra in posizione
ha ffatto na ~, mó arivène l tèmpo ortogonale alla sinistra. 2. passaggio
bbòno | le pijja na ~ pe n antr’òmo, una praticato nella siepe di chiusura. 3.
infatuazione | ha ffatto ttutta na ~ st’in- varco: t’aspètto al ~, n dubbità! 4. stri-
fluènza | c’ha na ~ de le sue. 2. fase di scia di terreno, sulla quale lavora il fu-
lavoro: la prima ~ de carce, il primo naio alla ruota. 5. (infant.) tipo di gioco:
strato di calcina | le passate lunghe (stri- ggiocávon’a ppassétto.
sce arate di terreno, in cui si semina il passì:→ appassì.
grano) | se dava n’antra passatèlla de passina, pasina, s.f., 1. meritallo della
grano sópra le sórche (nella semina) | canna. 2. distanza tra una vite e l’altra
se fa na ~ annà e vvenì. se è ppòco, sul filare: la ~ èra de na metrata. 3. palo
s’accavallóna annà e vvenì, sennò se fa trasversale della pergola. 4. distanza tra
na passata sémplece. 3. striscia di erba i correnti del soffitto: la ~, quélla nel zo-
falciata, che resta in terra. 4. soggiorno laro de casa. 5. cancello rudimentale,
del gregge in un campo per fertilizzarlo: formato da due o tre montanti di bastoni
dà na ~ co le pècore | me fa na ~ llì a la collegati con filo spinato. 6. passaggio
vigna, me dà na fuscèlla de ricòtta con pali sfilabili nella recinzione di un
(come compenso). 5. odore di animale: campo.
l lèpre ha llasso la ~ || passate (a), loc. passino1, s.m., setaccio per la carbonella.
avv., con rovesci isolati: piòve ~ || tutta passino2, spassino, s.m., (infant.) passeg-
~ (a), loc. avv., a) in pieno: stann’a gio: mettémo le péppe ch’annamo a
sseminà ~; b) a grande velocità || dim. ppassino cu la zzia | c’annamo a
passatèlla. spassino co la nònna?
passato, agg., 1. troppo maturo, di frutto passióne, s.f., 1. dispiacere: pi la ~, s’am-
o verdura: sta nzalata è ppassata malò e mmurì. 2. sofferenza: (mdd.
ormae. 2. avariato, di cibo || ~ de cot- scherz.) che ppassióne, avéllo de cìccia
tura, stracotto | pane ~ de lèveto, troppo e bbaciallo de cartóne! (sfogo di chi,
lievitato. lontano dalla persona amata, deve ac-
passatóra, s.f., trivella di ferro con ma- contentarsi di baciarne la fotografia) | è
nico trasversale di legno, usata per pra- na ~ questúe.
ticare nel legno fori di grossa passo1, s.m., 1. passo: fà le passe avante,
dimensione. prendere l’iniziativa | fà m ~ farzo |
passavia, inter., voce per scacciare il camminà a ppasso d’òca | annà a ~
cane. staccato, ritmato, cadenzato (detto del
pàssera, s.f., (fig., gerg.) vulva. seminatore) | famo m ~ ndiètro!, (inter-
passerara:→ passarara. calare in un racconto) | (d.) gna fà l ~
passerétta:→ passarétta. secónno la gamma || ~ ~, loc. avv., gra-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
438

datamente || prov.: pe ssanta Caterina, (a), loc. avv., legato per le zampe: lassà
m ~ de gallina; pe Nnatale, m ~ de cane le bbèsti’~, impastoiate.
(sul variare della luce diurna). 2. di- pastóso, agg., glabro: la pàmpana sópra è
mensione: n’è de lo stésso ~ sto bbot- ppastósa.
tóne. 3. misura lineare: tre ppasse n zò. pastura: portà na bbèstia a ppastura, al
passo2, s.m., 1. passaggio: r giallóne adè pascolo.
n ucèllo da ~, migratore. 2. guado. 3. patacca, s.f., 1. (fig., gerg.) vulva. 2. (fig.,
varco lasciato per passare nella siepe gerg.) bella donna. 3. (fig.) colpo.
viva di confine del campo || p. pass. e patalòcco, s.m., 1. bambino paffuto. 2.
agg., scorso: la settimana passa. (fig.) pène. 3. (dispr.) individuo tonto.
passonata, s.f., colpo inferto con un palo. 4. epit. dil. con cui si indica un ab. di
passóne, s.m., grosso palo di recinzione, Vallerano.
in genere di castagno: l ~ se nfocava, se patapùnfete, ideof., (imita il tonfo di una
facéva la guida co la furcina, pò se met- caduta) patapum.
téva l ~ déntro co n’ancarcata || dim. patata, s.f., 1. callosità della pianta del
passoncèllo. piede, osteoma. 2. (fig., dispr.) orologio
pàssoro, s.m., passero. da tasca || ~ (a), loc. avv., di forma
pasta, s.f., 1. pasta: ~ crómpa, pasta con- schiacciata: naso ~ || dim. patatina,
fezionata di produzione industriale | fa (fig., infant.) vulva.
la ~ de casa | ~ sfòjja, pasta sfoglia | ~ patataro, s.m., 1. coltivatore di patate. 2.
grattata, impasto duro grattugiato di fa- venditore di patate. 3. gran mangiatore
rina e uova, per minestre | ~ all’òvo. 2. di patate || sopr.
massa delle olive spremute. patatina (la), sopr.
pastarèlla, s.f., pasticcino. patatracche, ideof., patatrac.
pastasciuttaro, s.m., gran mangiatore di patatucco, s.m., (dispr.) stupido.
pastasciutta. pate:→ patre.
pastèco, inter., (lat. eccl.) Pax tecum. patènte, s.f., 1. deiezione umana. 2. ba-
pasteggià, v. tr., 1. manipolare. 2. sorseg- gnatura di orina sulla patta dei panta-
giare, centellinare. loni.
pàstene, s.m., 1. pianta di vite fino a tre patentino, s.m., 1. autorizzazione tempo-
anni: prima èra ~, pò diventava vita. 2. ranea, concessa dal Comune, per la ven-
vigneto fino a tre anni. dita del vino dei propri fondi. 2. spaccio
pastìcceche, vd. ricécchece. di vino dei propri fondi nella cantina
pastina, s.m., pastiglia, medicina in pil- stessa del produttore.
lola. paternò, sopr.
pastinache, s.f., pastinaca (Pastinaca sa- patì, v. intr., 1. soffrire: de quélle tèmpe
tiva L.). c’èreno le famijje che ppatìvono la fame
pastòcchja, s.f., pastrocchio, pasticcio, davéro | la tèrra patiscéva ll’asciutta,
imbroglio. era inaridita | ~ la mòlla, soffrire per ec-
pastóra, s.f., 1. gombina, laccio di cuoio cessiva umidità (di terreno non drenato)
o corda che unisce i due bastoni del cor- | dó patisce la mòlla toccava facce le
reggiato, usato per battere un tempo ce- scóle. se facéva n rigaréllo da na parte,
reali e oggi legumi secchi. 2. pastoia || ~ pe mmannà vvia ll’acqua | patisce l zùc-
Vocabolario
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cico, soffre il solletico | tròppo tòcca | sò pparènte da parte de ~, in linea pa-


patì ne la vita | patìveno di malcaduto | terna || prov.: tale patre, tale fijjo | um
quanto pato! (scherz.) | fòjje che patì- patre è bbòno pe ccènto fijji, cènto fijji
sciono. 2. rischiare di avariarsi: sta cìc- nun zò bbòne per um patre.
cia patisce col callo || Forme: Ind. pres. patrégno, s.m., patrigno.
1 patìscio, pato; 3 pate, patisce; 4 pati- patretèrno, s.m. 1. padreterno. 2. (fig.)
scémo; 6 patìsceno, patìsciono, pàtono persona importante: se sènte m ~, si dà
| impf. 3 patiscéva, patiscìa; 4 patimmo; arie d’importanza.
6 patìveno, patìvono | fut. 2 patirae | patriarca: (euf.) mannàggi’al ~! (bestem-
Ger. patiscènno. mia).
patirài, s.m., innamorato. patrimògno, s.m., patrimonio: s’è mma-
patito, agg., 1. gracile, di cattiva cera || gnato l ~ cu le tròjje.
dim. patitèllo. 2. di pianta che patrìzzio, antrop., Patrizio.
avvizzisce. 3. di frutto poco sviluppato. patróna, s.f., 1. proprietaria. 2. (raro) pa-
patollà, v. intr., riposare nel recipiente di trona.
cottura: métta a ppatollà le castagne, patronale, padronale, s.m., medio pro-
coprire e far riposare le caldarroste | prietario terriero con vari dipendenti:
falle ~ bbène! | l pane se patólla || pa- c’ha la panza da ~ || dim. patronalòzzo.
tollasse, v. rifl., saziarsi. patronanza, padrunanza, s.f., padro-
patóllo, agg., 1. di spiga di grano dai chic- nanza.
chi fitti. 2. gonfio. 3. ricco di mosto (rif. patróne, padróne, s.m., 1. proprietario: n
ad acino). 4. sazio, indolente per tarda ~ gròsso | ~ de casa | (d.) da ~ sò ddi-
digestione. 5. grasso. 6. paffuto: è bbèlla ventato garżóne, ho perduto il controllo
patólla diventata sta fijja. 7. compatto. delle cose | all. patró: bbongiórno, sòr
patónza, s.f., (gerg., rec.) vulva. patró! || prov.: ll’òcchjo del ~ ngrassa l
patrarimèdia, s.m., chi cerca di metter cavallo | tristo quel cane che cc’ha ddu
pace e d’accordo le persone. ~. 2. chi ha potere assoluto: fà dda ~ |
patre, pà, pate, s.m., padre: l ~ adèra l sta ttènto che qqui cce tròve l ~!, trovi
tata | l mi pòro patre lu dicéva | l nòstro un osso duro || prov.: l ~ ce ll’hanno l
de patre stò a ddì | l mi pà, mio padre | zumare. 3. datore di lavoro: annà ssótto
dal mi pà, da mio padre | è ttutto l zu ~, andare a lavorare alle altrui dipen-
pate, spiccicato | m bòm ~ di famijja | è denze | si l ~ num me dà n oménto,
it’avante di patr’in fijjo | patr’e mma- finisce che spatróno. 4. (fig., scherz.)
tre, mannate le fijje a la drottina! (av- baco della frutta || dispr. padronàccio.
viso gridato per le strade, per richiamare patroneggià, v. intr., spadroneggiare.
i bambini, invitandoli al catechismo in patta, s.f., epatta: tirà la ~, fare il calcolo
parrocchia) | le nòstre patre manco le con la lunazione di dicembre, per stabi-
màneche se facévono sú, pe n fasse stri- lire la data della Pasqua e di altre feste
scià da le spiche, (rif. alla mietitura) | mobili dell’anno seguente.
patre guardiano, superiore di un con- patto: (prov.) cull’altri facce m ~, cu li
vento | (euf.) mannàggia l ~ curato!, tua fàccene quattro | patte chjare, a-
mannàggia l ~ guardiano! (bestemmia) micìzzia lónga.
| fasse l nòme del ~, il segno della croce pattüèlla, s.f., rivolta della tasca.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
440

pattujja, s.f., pattuglia. dalle m pupazzo de gómma pe ssucchjà.


pattujjóne, piattajjóne (raro), s.m., pat- pazziènza, s.f., 1. pazienza. 2. (fig.) qua-
tuglione di polizia. dratino bianco di stoffa con immagine
pattumara, s.f., 1. diga formata in un ca- sacra, portato dai frati sul petto. 3. (fig.,
nale di scolo da detriti vegetali. 2. iron.) toppa cucita sopra il vestito di una
(dispr.) tratto di corso d’acqua pieno di donna.
detriti. pazzo, s.m., malato di mente | prov.: mèjjo
pattume, s.m., (coll.) detriti vegetali. m ~ a ccasa sua che n zàvio a ccasa
patulo, s.m., zona acquitrinosa. d’antre || agg., 1. selvatico (di pianta):
paulino, ipoc., Paolo. la pianta pazza fa la punta stòrta, da
paura:→ pavura. ffrutte mbastardite | na vita pazza || ~
pàvelo:→ pàvolo. (a), loc. avv., senza potare: lassà ~ n àr-
pàvesa, s.f., (arc.) pausa. bero. 2. non edule (di frutto). 3. tardivo
pàvola, agg., paola: ll’acqua ~ ( detto di (di frutto).
bevanda di sapore sgradevole o insi- pé , pi, pir, prep., per: ggira ll’òcchje pe
pida). nun véda | se ncontramo ~ Nnatale, in
pàvolo, pàolo, pàvelo, s.m., (arc.) paolo, occasione del Natale | ce ll’ha ppe vvìz-
moneta d’argento dello Stato pontificio, zio, è una sua pessima abitudine | mica
del valore di cinque scudi ovvero di èro pe ccompralle, non avevo inten-
dieci soldi: dacce l pàolo e la cannéla, zione di comprarli | p’annacce, ce se va
e ddil mòrto chi ssi ne fréga; dacce la ppure col trattóre, quanto a poterci an-
cannéla e l pàolo, e cchi sse ne fréga si dare | le trovamo pe mméno, a minor
tte pòrta via l diàvolo! (battuta pronun- costo | pe mmé, a mio avviso | n c’èra l
ciata dal sagrestano durante il trasporto pane pi ddalle, da dar loro | non è ~
funebre) || pl. pàole, pàvele, pàvole, ppiòve, non è tempo da pioggia | lo sò ~
(scherz.) soldi: c’ha le pàvole pa- ssentì ddì, per sentito dire | no lo dimo
récchje. manco pe ddischérzo, per ischerzo | fate
pavoncèllo, s.m., vanesio. na fettarèlla pir uno!, ciascuno | n ce pò
pavura, paura, s.f., 1. paura: m’ha mésso annà pi vvia de la scòla, a causa della
pavura | tira fòra l quatrine e ppassa la scuola | pi vvia dil grasso, a causa del
~, il problema è risolto | (d.) più la ~ che grasso | pijjà ~ mmójje, prendere in mo-
l danno, di cosa non grave || prov.: la ~, glie | règge la matassa pe le mano, in
fa ssartà le mura | te tèngheno più mano | sta pi ccasa a ssan Faustino,
ll’òcchje che la ~. 2. (fig.) fantasma, abita | m pò de cìccia pi la céna | c’è ppi
spirito: pure ggiù al Bojjicame c’èra la fornara la Pèppa dil Bravo, c’è come
~: èreno quélle che sse bbuttàvono ma fornaia | stava pi ssòccio mar um po-
la callara | n quélla casa c’è la ~, n dére, lavorava come colono || pel, pil, pe
c’annà! 3. (fig.) il numero 90 al gioco li, pe le (m. e f. pl.), pe lo, pe la, pell’
della tombola. (m. e f. sing. e pl., davanti a voc.),
pazzacchjòtto, s.m., mattacchione. prep.art.: c’è ito pe la prima vòrta | pil
pazzajja, s.m., individuo bizzarro. piano | manco pel cazzo!, per niente af-
pazzìa, s.f., prurito, smania ai denti dei fatto | pijjà ppel culo, prendere in giro |
bambini: sta creatura c’ha la ~, tòcca pe le capélle | se fèrma pe la via | pe la
Vocabolario
441

scésa | pell’artre | sù ppe le mónte || pe pecoróne, avv., carponi || ~ (a), loc. avv.,
ll’ingiù, pe ll’inzù, per l’inzù, pir l’inzù, a) carponi, prono, piegato in avanti; b)
loc. avv., all’ingiù, all’insù | pir lo méno con umiltà, con sottomissione.
| pe ggiónta, inoltre | ~ ccaso | ~ ffinta, pecurèlla:→ pecorèlla.
per gioco, per finta | ~ ccarità la vita! | pedagna (a), loc. avv., (scherz.) a piedi.
~ Ccristo! pedagna, s.f., 1. pianta giovane di quercia
pecaréccio:→ picaréccio. fino a 12 anni. 2. pedale di albero
peccato: bbrutto cóme l ~ mortale | adè tagliato a fior di terra || dim. pedagnòla,
ppròpio m ~ || prov.: se dice l ~, ma nnò pedagnòlo.
l peccatóre. pedalà, v. intr., 1. pedalare. 2. (fig.) cam-
peccatóra, s.f., peccatrice. minare: pedala!, vattene! 3. (fig.) im-
péce, s.f., (gerg.) innamoramento: s’è pegnarsi, faticare: hae vòjja ppedalà!
ppréso na bbèlla ~. pedalino, s.m., calzino: ll’ha rridótto m
pecétta, picétta, s.f., 1. impacco. 2. toppa. ~, lo ha mortificato rimproverandolo.
3. (fig.) rimedio: méttece m pò na ~, si pedata, s.f., parte inferiore della pianta di
ssè bbravo! 4. cerotto: va n giro cu na ~ canapa.
sul muso. peddamé, avv., (infant.) incominciando
pechino, pichino, s.m., 1. persona da me (detto quando si fa la conta per
puntigliosa. 2. chiacchierone. un gioco).
pecionata, s.f., lavoro fatto in maniera ab- peddappòsta, avv., (arc.) appositamente.
borracciata. peddeqquà, avv., in qua.
pecióne, s.m., abborraccione, pasticcione: pedecóne:→ pedicóne.
sie l zòlito ~ tu. pedicino, petecino, s.m., pellicino, cia-
pècora:→ pèquara (ant.). scuna delle estremità angolari ricucite a
pecoraréccia, s.f., ovile. punta di un sacco, che servono per po-
pecorarétto, s.m., garzone del pastore. terlo prendere meglio: pijjà l zacco pe
pecoraro, s.m., pastore di pecore | fischjo li pedicini, li du cantóni del zacco.
da ~, fischio prolungato, ottenuto inse- pedicóne, pedecóne, peticóne, pidicóne,
rendo l’indice e il medio di ciascuna piticóne, s.m., 1. tronco di piante le-
mano ai lati delle labbra tra i denti infe- gnose, sotto la biforcazione dei rami:
riori e superiori | cane da ~ || pecorara (d.) adè mmèjjo a ccascà dal ~ che
(a la), loc. avv., da pastore: n te sènte: dalla cima, meglio avvedersi in tempo
falli m pò n fischjo ~! || prov.: chi ffa l ~ di uno sbaglio. 2. parte basale del
e cchi ffa l lupo. tronco: per tèrra ce rèsta piantato l ~.
pecorèlla, pecurèlla, s.f., cirro-cumulo || 3. bastone grosso e nodoso. 4. (fig.,
prov.: cèlo a ppecorèlle, acqua a cca- scherz.) asso di bastoni.
tinèlle. pedòcchjo, pidòcchjo, s.m., 1. pidocchio
pecorina (a la), loc. avv., posizione di (Pediculus humanus corporis, P. h. ca-
coito, in cui l’uomo possiede la donna pitis De Geer): ammazzà l pidòcchje. 2.
da tergo: scopà ~, a cculo ritto | la pidocchio dei polli (Menopon gallinae
métt’~. L.): pedòcchje polline, pidòcchje pul-
pecorino: ~ co la làcrema, con la goccia line. 3. afide, insetto parassita di piante:
di grasso. l ~ vène sul faciòlo. 4. (fig.) persona
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
442

gretta: pedòcchjo arefatto | (d.) sàrvete pelame, s.m., sorta: bbianchirìa de tutte
dar ~ rifatto!, dalla persona arricchita, le ~.
che ostenta ricchezza || dim. pidoc- pelaquale, loc. avv. (con valore di agg.),
chjétto. per la quale, per bene: quélla dònna
pèggio, avv.: aristà ppèggio | ~ che ppèg- n’adèra ~ | l tèmpo n’è ttanto ~, non è
gio!, peggio che mai | ~ de ccosí m pò propizio.
nnà | ~ pe ésso! | ~ me sènto! | ~ ch’annà pelato, agg., 1. calvo: è ppelato cóme n
dde nòtte | (antifr.) ~ de la zzuppa òvo | zzucca pelata, testa calva. 2. (fig.)
ngrése, ottimo || agg., peggiore: l ~ squattrinato, senza soldi.
amico | gni anno è ppèggio | sò le ~ cri- pelatóra, s.f., malattia delle galline, che
stiane | l ~ patróne || prov.: l ~ cane, la provoca la perdita delle penne.
mèjjo cùccia || s.m., la cosa peggiore || pelatóre, s.m., coltello a mezzaluna, dal
prov.: l ~ vène sèmpre derèto | l ~ n’è manico corto oppure senza manico,
mmae mòrto. usato per togliere i peli dalla pelle del
peggió, s.f., automobile della marca Peu- maiale ucciso, dopo averlo immerso in
geot. acqua bollente per ammorbidirla.
peggiorà, v. intr., peggiorare: peggiorò pelatura, s.f., operazione con cui si estir-
ll’ammalato!, (scherz.) peggio che mai! pano con le mani le erbacce dal campo
pegnarèllo: dim. di pégno. di canapa.
pegnènte, avv., a buon mercato, a prezzo pellàccia, s.m., (scherz.) bel tipo, cattivo
irrisorio: lo cómpre ~. soggetto.
pelà, v. tr., 1. togliere il pelo: ~ l pòrco, pellamordeddio, inter., per amor di Dio!
levare le setole a un maiale ucciso | s’è pellànceca:→ pellàncica.
ppréso na gatt’a ppelà, si è assunto un pellàncica, pellànceca, s.f., 1. filamento
compito ingrato. 2. sbucciare: ~ le pa- della carne. 2. parte di carne tigliosa,
tate lésse. 3. bruciare: tira na tramon- formata di tessuti cartilaginei e fibrosi,
tana che ppéla. 4. spennare: ~ na difficile da masticare: sta cìccia è ttutta
gallina. 5. sfrondare un albero. 6. to- ~: nu la vòjjo. 3. pelle del corpo floscia
gliere le erbacce: s’annav’a ppelà, pe e cascante. 4. (fig., dispr.) pène flaccido.
llevà ll’èrba che cc’èra remasta, estir- pellancicóso, agg., 1. filamentoso, fi-
pare con le mani le erbacce dal campo broso. 2. flaccido: pellancicósa cóme la
di canapa. 7. (fig.) privare di tutto il de- pèlle de le cojjóne.
naro: (iron.) va dda quéllo de macel- pellappunto, cong., perciò, precisamente.
laro, che tte pela bbène. 8. (fig.) vincere pellària (da), loc. avv., dall’alto: tutta na
al gioco || v. intr., scottare, bruciare: vòrta piovòrno ~.
st’acqua péla ncóra tròppo | n fréddo pellaro, s.m., 1. conciapelli. 2. acquirente
che ppéla | péla, cavaliè?, intercalare di pelli di animale: passava l ~ a ccom-
che trae origine da un episodio burlesco, pralle.
giocato ad un personaggio viterbese pèlle, s.f., 1. epidermide: è rridótto pèll’e
dell’800-900 || pelasse, v. intr. pron., òssa | me fa venì la ~ de gallina, la pelle
scottarsi. d’oca, rabbrividire || ~ d’òvo, tessuto
pelamattina, inter., (euf.) per la Ma- sottile trasparente per camicia da notte |
donna! (bestemmia). ~ de diàvolo, tipo di velluto robusto
Vocabolario
443

senza coste, fustagno || mdd. dì ~ de bbruciava. 6. leggera muffa: ll’òjjo è


bbécco, calunniare || ~ ~, loc. avv., a fior bbòno quanno c’è l ~. 7. stelo di canapa:
di pelle || dim. pellétta. 2. (fig.) vita, sa- se tiràvono tre quattro péle de cànepe
lute: amico pi la ~ | ariméttece la ~ | la nzième quélla fémmena, e cce se legava
~ è la sua!, peggio per lui! 3. vello: la ~ || ~ (a), loc. avv., a bisdosso, senza sella:
de la pècora | ~ de crapa. 4. spoglia che pòrt’~, l zumaro || ~ ~, loc. avv., appena
la serpe perde durante la muta: l zèrpe in tempo: sò rrivato a ccasa ~ || dim. pe-
bbutta la ~, se spòjja. 5. buccia: la ~ larèllo.
dell’oliva. 6. (raro) fiocine dell’acino. 7. pelolustro, s.m., (iron.) individuo dalla
spoglia del chicco di grano. 8. otre con- capigliatura lucida.
fezionato con pelle di animale: ~ de pelónto, agg., (euf.) fregato: sia ~ cul-
pòrco pi ccareggià ll’òjjo. 9. (fig., gerg.) l’ónto!
coito: fasse na ~. peloróscio, s.m., persona dai capelli rossi
pelleòssa, agg., magrissimo, consunto. || (d.) sàrvete da le pelerósce!
pellétta, s.f., 1. pipita, pellicola che si sol- pelósa, s.f., (fig.) organo genitale femmi-
leva intorno alle unghie: le pellétte ~ nile (in un indov.) || agg., tomentosa, di
dell’ógna. 2. pellicola, epicarpo della foglia.
castagna. pelosétto, s.m., sorta di tessuto morbido
pellìccia, s.f., 1. zolla erbosa, che si sol- e pelosetto e felpato.
leva con un colpo di vanga. 2. (fig.) pelóso, agg., 1. villoso: è ppelóso cóme n
sbornia. órzo. 2. coperto di peluria: na stòffa pe-
pelliccióne, s.m., falda sporgente di losétta | sótto è m pò ppelosétta la pàm-
roccia. pana, pubescente. 3. (fig.) gelido:
pélo, s.m., 1. pelo: la paura li fa rrizzà l ~ stamane c’è na guazza pelósa che tt’am-
| le cosciale cor ~ de fòre | èsse de primo mòlle tutto. 4. (fig.) ispirato da gretto in-
~, essere inesperto | che mme guarde r ~ teresse: avécce la coscènza pelósa.
nell’òvo? (di chi cerca ogni minima im- pelucca, perucca, s.f., 1. parrucca. 2.
perfezione) | le fa l ~ e l contropélo zazzera.
(frase di minaccia) | s’è ssarvato pe m ~ peluccóne, s.m., zazzeruto.
|| prov.: dal ~ se conósce la bbèstia | l peluce (a li), pilùcis (a le), loc. avv., in
lupo pèrde l ~ e l vìzzio mae. 2. pruina: rovina: è annato a li ~ | aridutto ~.
~ de la pérzica | ~ del carciòfo. 3. quan- péna: n’éte ~!, non abbiate timore! | nu
tità minima: pe m ~ de ròbba n zacco de stave ne ste péne.
lite | m ~ de selènzio e dde pacènza! | penà, v. intr., soffrire: se ddicéve quattro,
magnà m ~ de ciónna col pane, man- m penave tanto.
giare un pezzetto di companatico con il pencicasse, v. rifl., sporgersi.
pane | pe m ~ annava sótt’al trèno | nun pendicite:→ appennicite.
tira um ~ de vènto ògge (nemmeno un pendolà:→ pennolà.
alito). 4. attimo: aspètteme m ~, rivo pendolino, s.m., amento, infiorescenza
mellaggiù e rrivèngo sùbbeto | aripo- maschile del nocciolo e del castagno.
sasse m ~ | volémo annà m ~ fòr di pèneco:→ pènico.
pòrta? 5. peluria restata sulla pelle del penicellina, picellina, s.f., penicillina.
pollo spennato: l ~ fino fino, bbianco, se penichèlla, s.f., sonnellino pomeridiano.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
444

penicite:→ appennicite. 2. spiovente, falda. 3. (fig.) invaghi-


pènico, pèneco, s.m., altalena appesa. mento.
penìcola, s.f., pellicola, epicarpo della pennicite:→ appennicite.
castagna. pennolà, pendolà, v. intr., penzolare.
pènna, pènne, v. intr., 1. pendere: ~ da na pènnolo, s.m., pendolo.
parte | ~ n avante, in avanti | vardate le pennolóne, avv., penzoloni || ~ (a), loc.
pènne la màchena!, quanto è inclinata! avv., penzoloni.
(rif. alla macchina di santa Rosa) || pentisse, pintisse, v. intr. pron., pentirsi:
prov.: pe ssettèmbre, ll’ua è ffatta e l num me sò ppintito d’èssec’annato |
fico pènne. 2. propendere, avere un de- t’avarae da pintì n giórno | se ne pente-
bole: me sa ttanto che ttu ppènne pe ranno.
qquélla | na rigazza chi cci si pènne, per pénto, agg., 1. dipinto. 2. colorato.
la quale si ha un debole | pròpio ci pen- penùrtemo:→ penùrtimo.
néva. 3. essere situato in pendio: dó penùrtimo, penùrtemo, s.m., penultimo.
pennéva la strada | n terréno che penzà, pinzà, v. intr., 1. pensare: pènza m
ppènne m pò || ~ (a), loc. avv., a spio- pò! | pènzece bbène! | a ppinzacce
vente: la cappanna venéva ~. bbène, ce vò | penzàtece! | pènzece tu! |
pénna, s.f., 1. lato a taglio del piccone: penzàmece! | penzavo male, nvéce èc-
pagàveno n zòrdo a ppénna (rif. all’af- chete (stavo in pensiero) | non c’è vve-
filatura). 2. estremità tagliente del bloc- nuto penzato | la pruvidènza ci penzarà,
chetto del martello. 3. plettro || pénne, ci aiuterà | vène fatto de ~ | pinzàvon’a
s.f. pl., 1. (fig.) alterigia: abbassà le ~, ste còse | m’è vvenuto pinzato, in mente
abbandonare l’alterigia, assumere un | ll’ha ppenzata bbèlla, ha avuto una
comportamento modesto. 2. (fig.) bella idea | ce pènza cènto vòrte, ci ri-
corna: métte le ~, tradire la fedeltà co- flette | io pinzò da squajjàmmela || prov.:
niugale | la mójje li métte le ~, lo gnuno pènza m mòdo suo | prima pènza
tradisce | ce le fa pportà le pénne tése, le pe tté, pòe pènza pill’altre | chi pprima
corna ben in evidenza. num pènza, all’ùrtimo suspira | chi le fà,
pennàcchjo, pinnàcchjo, s.m., 1. pennac- le pènza | al còrpo malusato, quéllo che
chio. 2. piumino di Stipa barbata Desf.. ffa li vène penzato. 2. credere: te pen-
3. infiorescenza della canna o del mais. zave de fàccela? | se pènza che io lo
4. (fig., gerg.) pène. véggo, crede che lo veda | si penzàvemo
pennazza, s.f., ciglio. da véda l berzajjère | mdd. penzavo che
penne:→ pènna. ppiovéva, ma nò cche ddiluviava (di
pennènte:→ pennènti. cosa imprevedibile). 3. preoccuparsi:
pennènti, pennènte, pinnènte, s.m. pl., 1. ognuno pènza pe ccónto suo || Forme:
orecchini pendenti. 2. (fig.) coppia di Ind. pres. 3 pènza; 4 penzamo; 6 pèn-
ciliege appese allo stesso peduncolo, zeno, pènzono | impf. 1 penzavo; 4 pen-
che i bambini portano appese all’orec- zàvemo; 6 penzàvono, pinzàveno,
chio: co le cerase se facévono le ~, se pinzàvono | perf. 1 pinzò; 3 pinzò, 6
mettévono nell’orécchja | l pennènte di penzònno, penzòrno, pinzònno | fut. 3
cerase || dim. pennentine. penzarà; 4 penzarémo; 5 penzaréte |
pennènza, s.f., 1. pendenza, inclinazione. Cong. impf. 2 penzasse | P. pass. pen-
Vocabolario
445

zato, pinzato | Ger. penzanno, pinzanno. percentuvale, s.f., percentuale.


penzaménto, s.m., preoccupazione: méno perchè, picchè (raro), pirché, pirchè,
penzaménte all’ànima, mèjjo è. cong., perché, affinché.
penzata, s.f., trovata, idea: ha ffatto na percòsso, agg., spaventato, terrorizzato.
bbèlla ~. pèrda:→ pèrde.
penzierino, s.m., 1. regalino. 2. progetto, perdafiato (a), loc. avv., a perdifiato.
disegno: c’hò ffatto m ~ su qquél perdappòsta, avv., volutamente.
garace. pèrde, pèrda, v. tr., perdere: làssolo ~! |
penzièro:→ pinzièro. hanno lasso pèrda, vi hanno rinunciato
penzióne:→ pinzióne. | mdd. ha ppèrzo unguènt’e ppèzze, ha
penzolóne (a), loc. avv., penzoloni. perso tutto | mdd. pèrda capr’e ccàvole
peógna, inter., altroché!: nò, ~! | perdarèbbe gnicòsa, se io seguetasse
peparino, paparino (raro), piparino, a ggiocà | perdarèbbe ppure la camìcia,
piperino, s.m., peperino, tifo litoide gri- pe qquanto è sfurtunato | pòssa pèrda la
gio-cenerognolo di origine vulcanica. razza! | sènza pèrdece manco m minuto
peparòla, s.f., pepaiola || agg., (scherz.) | se pèrde sèmpre la strada de casa, ri-
seconda classe elementare. tarda sempre | ~ la tramontana, l’orien-
peparoncino, s.m., peperoncino piccante. tamento | ~ la capòccia | pò mmorì pel
peparóne, s.m., 1. peperone (Capsicum tròppo sàngue ch’ha ppèrzo | cercate de
annuum L.). 2. (fig., scherz.) naso nom pèrdeve! | mdd. vòjjo ~ e sseguità
grosso. (sull’ostinazione) | mdd. mèjjo pèrdelo
pèppa, ipoc., Giuseppa || dim. peppina. ch’acquistallo, non è una brava persona
pèppe, ipoc., Giuseppe || ~ vallerano, | fa ppèrde la pazziènza pur’al zante |
sopr. || dim. pepparèllo, peppino. èssa bbòna, nom pèrde la pazziènza! | ~
péppe, s.f. pl., (infant.) scarpe: c’ha le ~ la crïentèla | a li pèrze, loc. avv., nel
nòve l pupo de la nònna. peggior dei casi || prov.: è mmèjjo annà
pepperujja, s.m., personaggio immag. n campagna quanno piòve, che ppèrde
nel d.: ~, fa li fijje e ppò ll’intrujja (su la bbrìscola col cinquantanòve || v. intr.,
chi lascia i figli senza controllo). 1. indebolirsi di pianta: se ppìjjano l
peppinèllo, ipoc., Giuseppe. zopravvènto le bbarbétte, la vita pèrde
pèquara (ant.), pècora, s.f., 1. pecora: de fónno | vanno a ppèrda | pèrde de
mdd. sè ~ sénta!, dovrai capitarmi a tiro. sótto. 2. non attecchire (di innesti). 3. di-
2. (fig.) persona imbelle || dim. pecu- minuire di numero || v. intr. pron., smar-
rèlla || prov.: chi ppècora si fa, ll’upo si rirsi: se pèrde ntra la fòlla || Forme: Ind.
la magna | la ~ fa “bbè” e llupo se la pres. 4 perdémo; 6 pèrdeno | impf. 3 pir-
magna | ~ che sbèola pèrde l boccóne. diva; 4 perdévemo; 5 perdévete | perf. 1
péra (arc.), s.f. pl., pere. perdì (arc.), pèrze, pèrzi; 2 perdéste; 3
peracottaro, s.m., (dispr.) individuo perdì, pèrze; 4 perdéssemo; 6 perdèt-
inetto. teno, perdinno, pèrzeno | fut. 1 perdarò;
perappunto, avv., per l’appunto. 2 perdarae; 3 perdarà; 5 perdaréte; 6
perazzo, s.m., perastro, pero selvatico perdaranno | Cond. pres. 1 perdarèbbe;
(Pirus pyraster Burgsd.). 2 perderèste; 3 perdarèbbe | P. pass.
perbrìo:→ perdìa. pèrzo | Ger. perdènno.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
446

perdènza, s.f., perdita: lavorà m ~. pèrza, s.f., maggiorana (Origanum majo-


perdìa, perbrìo, inter., (euf.) per Dio! rana L.): c’è cchi cce métte la ~.
perdinanòra, perdionòra, inter., (euf.) pèrzaca:→ pèrzica.
per Dio! pèrzeca:→ pèrzica.
perdincibbacco, inter., (euf.) per Dio! pèrzeco:→ pèrzico2.
perdionòra:→ perdinanòra. perzeguetà, v. tr., perseguitare.
perdonà, pirdonà, pirdunà, v. tr., per- pèrzica, pèrzaca, pèrzeca, s.f., pesca,
donare: sto malàccio num perdóna, è frutto del pesco: ~ scopparèlla, ~ spac-
mortale || prov.: la prima vòrta se carèlla, pesca spiccace | ~ a ccòscia de
perdóna, la secónna se bbastóna, la mònica | ~ de scandrijja, pesca scan-
tèrza s’encaténa. driglia | ~ nóce, frutto del nocepesco ||
pergulato, s.m., pergolato. dim. perzechétta || pl. pèrziche, pèrzeche.
perìmotro, s.m., perimetro. perzicaro:→ pèrzico2.
permétta:→ permétte. perzichéto, s.m., pescheto.
permétte, permétta, v. intr., permettere: perzichétto, s.m., ragazzo (in tono
tèmpo permettènno, c’annamo || per- scherz.).
méttese, v. intr. pron., avere la possibi- pèrzico reale:→ pèrzico1.
lità: a cchi se lo potéva permétte | mica pèrzico1, pèrzico reale, s.m., pesce per-
tutte se lu pònno permétte. sico (Perca fluviatilis L.) || dim. perzi-
pèrmota, s.f., permuta. chétto.
pèrna, s.f., (arc.) perla. pèrzico2, pèrzeco, perzicaro, s.m., 1.
pernorice, s.f., rigogolo (Oriolus oriolus pesco (Prunus persica vulgaris Batsch.)
L.). || prov.: quanno l ~ fiorì, tanta la nòtte e
perpètovo:→ perpètuvo. ttanto l dì (sulla lunghezza del dì e della
perpètuvo, perpètovo, agg., perpetuo. notte). 2. pèsca (solo in un well. che
pèrteca, pèrtica, s.f., 1. pertica. 2. so- imita il dialetto canepinese) || dim. per-
stegno longitudinale posto sul filare o zichétto.
sulla pergola. 3. (fig.) persona alta e perziconóce, s.m., nocepesco (Prunus
magra. 4. particolare dell’aratro. 5. bac- persica levis).
chio: ce vò la ~ pe bbatta le nóce. 6. mi- perzino, cong., persino.
sura lineare di tessuto, pari a circa mt. pèrzo, p. pass., perduto: ll’hò ppèrzo de
10: na ~ de panno. vista | dà pe ppèrzo, considerare perduto
pertecóne, s.m., (fig.) persona molto alta. || ~ pe ppèrzo, nel peggior dei casi | a le
pèrtica:→ pèrteca. pèrze a le pèrze, id. c.s.: ~ facémo n
perticara, s.f., aratro di legno a tavola débbito || agg., 1. sprecato: è ttutto fiato
fissa con due manici || dim. perticarétta ~ | ce vòle n òmo ~ apprèsso a ésso, un
| accr. perticaróne. altro operaio che ne sostituisca uno in-
pertichino (a), loc. avv., a) di riserva: stà capace. 2. smarrito.
~, prestare aiuto saltuario; b) a ufo. perzóna:→ pirzóna.
pèrto:→ apèrto. perzuada:→ perzuade.
pertutto:→ dapertutto. perzuade, perzuada, v. tr., persuadere ||
perucca:→ pelucca. perzuadésse, v. rifl., convincersi: s’è
perùggia, top., Perugia. bbèll’e pperzuaso.
Vocabolario
447
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
448

pesà, pisà, v. tr., pesare: quélle che la ven- pesfosfato, s.m., perfosfato, fertilizzante
névono ll’ua, la pesàvono sì || v. intr., chimico artificiale.
avere un peso: ha vòjja se ppésa sto pesicchjà, v. intr., raggiungere un peso
fijjo, è molto pesante. notevole.
pesafèrro, s.m., 1. foggia di baffi. 2. péso, s.m., romano della stadera.
cervo volante (Lucanus cervus L.). pestà, pistà, v. tr., 1. pestare. 2. pigiare
pesante, agg., grossolano: sè ~ cóme n l’uva con i piedi: la péstono quél mòdo
zappóne || dim. pesantùccio. | ll’ua se pistava ma la tina. 3. (fig.) pic-
pescatóra, s.f., pescatrice || ~ (a la), loc. chiare di santa ragione, sonoramente:
avv., al modo dei pescatori: risòtto ~. quant’è vvéro Ddio, ògge te pésto | ll’hò
pescatrice, s.f., pescatore, ordigno per ppistato cóme ll’ónto, gliene ho date di
ripescare un oggetto caduto nel pozzo. santa ragione || pestasse, v. rifl. recipr.,
pésce:→ péscio. picchiarsi: si pestónno bbène bbène ||
pescecapóne, s.m., (raro) girino. Forme: Ind. pres. 1 pésto, pisto; 6 pé-
pesciaròla, s.f., (fig.) donna pettegola. stono | impf. 3 pistava | perf. 6 pestònno
pesciaròlo, s.m., pescivendolo. | P. pass. pésto, pistato, pisto.
pescina, piscina, s.f., 1. maceratoio, pèsta, s.f., 1. peste: dice pèst’e ccòrna de
grande vasca, in cui si immergeva la ca- tutte, dirne tutto il male possibile | n’ha
napa: le piscine del Bujjicame || dim. ddétto pèst’e ccòrna n giro | dice pèst’e
pescinétta. 2. acquitrino. vvitupèrio. 2. malattia venerea. 3. odore
pescinaro, piscinaro, s.m., affittuario e nauseabondo. 4. (fig.) ragazzo insop-
guardiano dei maceratoi comunali per portabile.
la canapa: l ~ èra pagato da quélle che pestaréccia, pesteréccia, s.f., pestaréccio,
pportàveno la cànepe appozzà. s.m., 1. azione ed effetto del pesticciare
péscio, pésce, s.m., 1. pesce: chjappà l ~, coi piedi. 2. terreno calpestato: hanno
pescare | ~ de mare, pesce marino | ~ fatto na ~ mall’òrto.
d’àcqua dórce | na spina de pésce, una pestaréccio:→ pestaréccia.
lisca | damme du pésce! (richiesta al pestarino, s.m., operaio che pigiava l’uva
pescivendolo) | mdd. fà r ~ m barile, il nel tino con i piedi.
finto tonto | n’adè ne ccarne ne ppésce pestaròzza, s.f., mortaio di legno da
(di qualità indefinibile) | ògge pòco ~!, cucina.
(di un risultato magro) | nòta cóme m ~ pestaròzzo:→ pistaròzzo.
| se sènte cóme m ~ fòr d’acqua, si trova pesteréccia:→ pestaréccia.
a disagio | (iron.) sto vino è bbòno p’am- pesticcià, v. intr., calpestare.
mazzà l péscio, pessimo (letter.: è come pesticcìo, s.m., calpestio su terreno ba-
una sostanza ittiotossica) || dim. pe- gnato.
scétto, pesciarèllo: mannàggia le pe- pesto:→ pisto.
scétte! (inter.) || prov.: l ~ comìncia petazzà:→ spetazzà.
ppuzzà da la capòccia | l ~ gròsso petécchja, s.f., 1. piccolo foruncolo. 2.
magna quéllo ciuco. 2. (fig.) pène: li (fig.) inezia.
métte l ~ su le mano. petecino:→ pedicino.
pesconóce, s.m., nocepesco (Prunus per- petéllo, s.m., 1. persona petulante, in-
sica levis). vadente. 2. persona svelta.
Vocabolario
449

pètelo, s.m., (raro) petalo: co le pètele ci alla canapa).


facìveno ll’infiorata. pèttene, s.m., 1. pettine. 2. scardasso.
peticchjolato:→ piticchjolato. pettenéssa, s.f., pettine grosso.
peticèllo:→ pidicèllo. pettignóne, s.m., pube.
peticellóso, piticillóso, agg., con molte pettinà:→ petténà.
acne. pettina, pittina, s.f., davantino, pettino.
peticóne:→ pedicóne. pettinaro, s.m., fabbricante di pettini per
petina, pitina, s.f., 1. forma di eritema cu- telai.
taneo, con macchie rosse tondeggianti e pettinata, pettenata, s.f., atto del pettinare
bordi biancastri: le petine, sò ccóme || dim. pettinatina.
ll’eżżèma che ttòcca méttece la pomata. pettinatóre, s.m., pettinatoio, sorta di
2. pipita; malattia infettiva che colpisce mantellina che le donne si mettono sulle
la lingua dei polli. 3. (fig.) donna lin- spalle, quando si pettinano.
guacciuta. pettinatròjja, s.f., (scherz.) toletta, mo-
petomajjo, s.m., euforbia calenzuola (Eu- biletto con specchio.
phorbia helioscopia L.). pettinìcchja, s.f., pettine con denti fitti.
petràngola, pietràngola, s.f., 1. lastra di pettinino, s.m., piccolo pettine arcato, a
pietra o pesante tavola messa in bilico costola larga e denti radi e lunghi, che
con sotto chicchi di grano, usata come le donne portavano fra i capelli, per te-
trappola per uccelli. 2. gioco alle carte. nerli fermi dopo averli pettinati.
3. (infant.) gioco con le piastrelle. pettiróscio:→ pettoróscio.
petròglio:→ petròjjo. pètto, s.m., 1. seno: quélla dònna c’ha m
petròjjo, petròglio, pitròjjo, pitròllio, ~ cóme na tàvola, il seno piatto | è ddi ~
s.m., petrolio: se mettéva l ~ sul capo, fréddo, svogliato | malato de ~, tisico |
p’ammazzà l pidòcchje ma li fijje. manco l diàvolo a zzómpe li stava a
pettarèlla (a), loc. avv., in due: na partita ppètto, reggeva il confronto | nun ti la
de ramino ~. pijjà ppètto!, non offenderti! || pètto a
pettata1:→ appettata. (a), loc. avv., a) in confronto: èra gnènte
pettata2, s.f., quantità contenibile nella ~ ésso | ~ pprima, adèsso si sta mmèjjo
camicia stretta al petto: ha pportat’a parécchjo; b) di petto: ha ppréso ~ n àr-
ccasa na ~ de fiche. bero, ha investito || dim. pettarèllo, seno
pettedàngelo, s.m., filadelfo (Philadel- acerbo di fanciulla. 2. sparato di cami-
phus coronaries L.), pianta ornamen- cia. 3. pettorale di equino, collare per
tale. traino.
pettéguala, pittéguala, agg. e s.f., pette- pettóna, s.f., donna con seno prominente.
gola || pl. pittéguele. pettorina: ~ (a), loc. avv., a) a solatio, al
pettenà, pettinà, v. tr., 1. pettinare. 2. riparo dal vento; b) faccia a faccia || fà
(fig.) cardare: la cànepe pettenata dal ~, fottere.
caneparòlo || pettenasse, v. rifl., petti- pettoróscio, pettiróscio, s.m., pettirosso
narsi: pèttenete, che ppare na stréga! (Erithacus rubecula L.).
pettenata:→ pettinata. petugna, s.f., petunia (Petunia hybrida
pettenatura, s.f., cardatura: la ~ ce pen- Hort.).
zava l caneparòlo, pe rraffinalla (rif. petulino, agg., sboccato, che parla in
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
450

modo sconveniente. messo nella parte posteriore interna


pèzza, s.f., 1. toppa: annà n giro co le della scarpa; forte: ne sto paro de scarpe
pèzze mal culo | méttece m pò na ~, si nòve ll’hae ggià sfasciato l ~.
ssè bbòno!, rimedia tu in qualche modo pezzuto:→ pinzuto.
| ~ néra, voglia sul viso. 2. tela usata per pi:→ pé.
filtrare il caglio. 3. stoffa: na catana de pi pi, voce di richiamo per i polli.
~. 4. quarto posteriore tenero della pïà:→ pijjà.
vacca macellata. 5. (fig.) persona inaffi- piace:→ piacé.
dabile, cattivo soggetto: è na pezzàccia, piacé, piace, v. intr., piacere: a mmì mme
sta attènte! || dim. pezzétta, pezzarèlla, piàciono de ppiù arròsto | che num me
pezzòla | dispr. pezzàccia. piaciarèbbe? | num me piàciono davéro
pezzacalla, s.f., applicazione di panni | me piace mèjjo qué, lo preferisco | fò
molto caldi: tòcca fajje du pezzecalle, qquéllo che mme par’e ppiace | me ce
pe ffajje rizzà ll’ucèllo. piace l zùccoro nel caffè || a Ddio pia-
pezzame, s.m. coll., piccoli avanzi irre- cènno, se piace a Dio || piacésse, v. intr.
golari di pietra: l ~ è lo scarto de la recipr., provare simpatia reciproca: ce
cava. sémo piaciute da pìccole || Forme: Ind.
pezzata, s.f., parte di terreno di caratte- pres. 1 piàcio; 4 piacémo; 6 piàceno,
ristiche omogenee: na ~ de gramìccia. piàciono | impf. 3 piacìa, piaciva | perf.
pezzato, agg., 1. di un tipo di storno (Stur- 3 piacétte, piacì | fut. 3 piaciarà | Cond.
nus vulgaris L.). 2. chiazzato: è ~ de pres. 1 piaciarèbbe; 3 piaciarèbbe | Ger.
nève, dó sì dó nò. 3. con una voglia sul piacènno.
corpo. piacére: na còsa che mmétte ~ | piòve
pezzatura, s.f., frutta di dimensione infe- ch’è m ~, piove molto | fa m pò l ~!,
riore alla media. fammi la cortesia! | ma famme l zanto ~,
pèzzo, s.m., 1. porzione di un tutto: m ~ de lèvete de mèżżo! | ~ (pe), loc. avv., per
pane, un tozzo | du pèzze de fèrro. 2. ap- cortesia, per favore || mdd. a ffà le ~ ce
pezzamento di terreno: l zuo è m ~ de se rimétte sèmpre || prov.: n c’è ppiacére
tèrra bbòno pe le nòcchje || pure pe ffà lo sènza scòmmedo.
scupino, ògge ce vò m ~ de carta, il di- piacévele, agg., piacevole.
ploma scolastico | mdd. m ~ de chi, ffióre piagato, agg., 1. piagoso (di cavallo vec-
de canna (espr. per negare) || ~ de cata- chio). 2. (fig.) infelice.
pèzzo!, inter., pezzo di briccone! || a piàggia, s.f., ripida salita: sò ito sù ppe le
ppèzz’e bboccóne, loc. avv., a gran fatica; piagge de Piascarlano | le piagge, le
un po’ alla volta || da m ~, loc. avv., da piaggiarèlle, odon. | ~ di la sala, mi-
molto tempo: è dda m bèl ~ ch’è ito via crotop.
|| dim. pezzétto || pezzétte, s.m. pl., ritagli piagna:→ piagne.
di carne venduti al mattatoio | pezzétte piagnàccia, piagnóne, s.m., 1. piagnu-
(a), loc. avv., in piccoli pezzi: te fò ~ colone. 2. (fig.) chi si lagna sempre.
cóme l càcio | te pòssa fà ~ cóme la ton- piagne, piagna, v. intr., 1. piangere: pia-
nina! || prov.: quéllo ch’è mmio è mmio, gne cóme na vita tajjata | mdd. rid’e
quéllo ch’è ttuo famo m ~ per uno. ppiagne, cóme la gatta de san Giovanne
pezzofòrte, s.m., toppone di rinforzo (ai bambini che alternano riso e pianto)
Vocabolario
451

| sgolasse dal ~ | ~ accorato | ~ che llontano; chi vva ffòrte, va ncóntro a la


ppare che ll’ammàzzeno | si mise a mòrte.
ppiagna cóme n rigazzino | nu lo fà pianotèrra (a), loc. avv., a pian terreno.
ppiagna quel fijjo! | ~ cóme n’ànima pianòzza, s.f., attrezzo del tornaio.
dannata | ~ a ddirótto | attàcchet’a piantà, v. tr., 1. piantare: c’hò ppiantato
ppiagna! | me ce vène da piagna | mdd. ll’olive, vi ho messo a dimora gli olivi |
n c’ha mmanco ll’òcchje pi ppiagna, è ~ ccaròte, dire bugie | annà ppiantà
ridotto in miseria | che tte piagne?, per- mmàggio, festeggiare il calendimaggio
ché piangi? | ~ misèria, lamentarsi | li (con allusione a rapporti sessuali) | l vé-
piagniva l còre a vvédelo a qquér mò scovo li pianta l chjòdo, (scherz.) lo cre-
scioparato | ~ pe mmòrto, considerare sima | ~ bbaracca e bburrattine,
morto | mdd. ésso piagne l mòrto e abbandonare tutto || piantalla, smetterla,
ffréga l vivo || prov.: si nun vò ~ da vèc- farla finita: la vò piantà, sì o nò? | piàn-
chjo, addòpra la vérga da ggióvene | è tela na bbòna vòrta da dì tutte sti fre-
nùtele a ppiagne sul latte verzato. 2. gnacce! | e ppiàntala! 2. fondare:
(fig.) stillare (detto di umore della pian- piantònno n’accittà. 3. (fig.) abbando-
ta, spec. della vite): quanno se póta, pe nare, lasciare: ll’ha ppiantato la rigazza
mmarzo, comìncen’a ppiagna le vite, || piantasse, v. rifl., 1. infilarsi: na fréz-
sul tajjo || Forme: Ind. pres. 1 piagno; 2 zia anniède a ppiantàllese mal pètto,
piagne; 3 piagne; 4 piagnémo; 5 pia- una freccia andò a conficcarglisi nel
gnéte; 6 piàgnono | impf. 3 piagnéva, petto. 2. bloccarsi: jje s’è ppiantato l
piagnìa, piagniva | perf. 1 piagnétti, cavallo ne la fanga || v. rifl. recipr.,
pianze; 3 piagnì | fut. 1 piagnarò | Cong. rompere il fidanzamento; dividersi.
pres. 3 piagna | Imper. 5 piagnéte | Ger. pianta1, s.f., pianta: na bbèlla ~ de nòc-
piagnènno. chje | sta ~ è accipollata || dim. pian-
piagneméca, s.m., piagnucolone. tarèlla, pianticèlla: na piantarèlla, un
piagnicchjà, v. intr., frignare. albero giovane | piantina, pianta colti-
piagnipiagni, s.m., 1. piagnucolone. 2. vata in vivaio | accr. piantóna, ben
(fig.) chi si lagna sempre. sviluppata || prov.: la ~ s’addirizza da
piagnistèro, s.m., 1. piagnisteo. 2. pia- ciuca.
gnucolio. pianta2, s.f., 1. palma della mano: lo
piagnóne:→ piagnàccia. pòrta m ~ di mano. 2. parte inferiore
piagnóso, agg., lamentoso. della scarpa: è dde ~ larga ésso.
pianà:→ appianà. piantacaròte, s.m., coltivatore di carote,
pianata, s.f., pendio. epit. dileggiativo rif. ad un viterbese.
pianéta: m’è ttòcca na bbrutta ~, un de- piantaréccio, agg., pronto per il trapianto
stino avverso. (rif. a pianta di vivaio).
piano, agg., agevole: nun zèmpre tro- piantata, s.m., oliveto.
varae la strada piana || avv., adagio | ~ piantinaro, s. m., semenzaio da trapianto
~, loc. avv., a) con accortezza; b) col (preparato dal contadino stesso): l ~
passar del tempo; c) leggermente; d) tòcca fallo co la luna bbòna, quando la
adagino || prov.: ~, che le scale sò dde luna è propizia || dim. piantinarétto.
vétro | chi vva ppiano, va ssano e vva pianto, s.m., 1. atto di piangere, versare
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
452

lacrime: óh le piante!, oh, quanti pianti! cussione.


|| dim. piantarèllo, (infant.) pianto di piatto: ~ fónno, scodella | ~ piano, tondo
breve durata. 2. (fig.) linfa ascendente | ~ de la luce, paralume | ~ de la per-
della pianta: l ~ de la vita. 3. (fig.) la- ticara | ~ de la bbilància | ~ de la
mentela: l ~ è ammesso. fontana de piazza, vasca | ~ de la
piantóne, s.m., olivo fino a che fruttifera màcina, de peperino (del frantoio) | ~
|| dim. piantoncèllo. del tòrchjo, disco metallico di basa-
piascaranése:→ piescarlanése. mento del torchio da uva; piattello || le
piascarano:→ piascarlano. piatte, le stoviglie: fà ~, servire il cibo |
piascarlano, piascarano, piescarlano, lavà ~ dòppo magnato, rigovernare || ~
piescarano, Pianoscarano, quartiere di (de), loc. avv., in senso orizzontale ||
Viterbo: piescarano è ffatto pir ingégno, dim. piattarèllo | accr. piattóne.
n zi sa ne qquann’è nnòtte e qquann’è piazzà, v. tr., installare: ~ la trìbbia
ggiórno, c’èra n urlòggio e ll’hanno sull’ara.
dato m pégno, pi nnu ssapéllo caricà piazzaròlo, s.m., persona sguaiata.
nissun’al mónno (blas. pop.). piazzàteco, s.m., tributo comunale, pa-
piastra, s.f., macchia causata da enuresi gato dai venditori ambulanti per l’occu-
su tessuti: ha ffatto na ~ l fijjo, s’è ppi- pazione di suolo pubblico.
sciato ma llétto stanòtte. piazzato, agg., robusto (di persona).
piastrèlla: ~ (a), loc. avv., alle piastrelle: pibbigasse, s.m., (rec.) pibigas.
(infant.) ggiocà ~. pica, s.f., ghiandaia (Garrulus glandarius
piàtola, s.f., farfaro (Tussilago farfara L.): sè pèggio de na ~ (a persona ciar-
L.). liera).
piattabbanna, s.f., piattabanda. picà, v. intr., chiacchierare in maniera fa-
piattajjóne (raro):→ pattujjóne. stidiosa.
piàttala, s.f., 1. piattola (Phthirius pubis picaréccio, pecaréccio, s.m., 1. pigolio.
L.): c’ha dd’avé le piàttele, me sa || te 2. parlottio, vocio, chiacchierio rumo-
st’addòsso cóme na ~, ti assilla. 2. (fig.) roso.
persona molesta. picca, s.f., (infant.) gioco a rincorrersi tra
piattara, s.f., (arc.) piattaia, rastrelliera di due squadre.
legno per stoviglie. piccà, v. intr., pungere: ma quanto pìc-
piattaro, s.m., piattaio. cono ste róghe! || piccasse, v. rifl.,
piattare (l), microtop. pungersi: sta ttènto a nom piccatte cul
piattata, s.f., 1. contenuto abbondante di filo spinato! te vène l tènene.
un piatto: và che ppiattata de cìccia! 2. piccasórce, s.m., pungitopo (Ruscus acu-
colpo sferrato lanciando un piatto. leatus L.): l ~, appéna scappa da la
piattèlla, s.f., recipiente posto nel forno tèrra, è ccóme li spàrici. fa bbòno pi li
sotto la porchetta, in cui cola la parte ac- réne | s’addòprono le scópe de ~, pi
quosa e il grasso. scopà la strada.
piattino, s.m., sottocoppa || piattine, s.m. piccato, s.m., peccato.
pl., 1. piattini: bbatte l ~, star per morire piccatrice, s.f., peccatrice.
| éva dato l zìghero ma la luciarda, éssa piccatura, s.f., atto del pungere: m bada
bbattéva l ~. 2. piatti, strumento a per- a li piccature ma li mane.
Vocabolario
453

picchè (raro):→ perchè. fiosa.


picchènte, agg., pungente. piciale, s.m., pène di maiale macellato,
picchettà, v. tr., piantare picchetti sul ter- messo a seccare: col ~ del cióco se
reno. ngrassàvono le scarpe gròsse.
picchjà, v. tr., 1. picconare. 2. battere || v. piciano, s.m., 1. persona maldestra. 2.
intr., dardeggiare (rif. al sole): pìcchja persona flemmatica.
che tt’annucca. piciata, s.f., 1. colpo dato con il pène. 2.
picchjata, s.f., colpo di piccone: gni ~ n (fig.) stupidaggine.
fiòtto. pìcio, s.m., 1. (triv.) pène: mòrono a ppì-
picchjatóre, s.m., picconiere. cio ritto | a tèsta de tutto ~! (insulto). 2.
picchjatura, s.f. coll., scaglie di pietra ot- piegaccia della stoffa || quéllo c’ha l ~
tenute picconando: tirà ffòri la ~ de la dell’àseno (rif. al clarinetto) || pici, s.m.
cantina, il terriccio di scavo. pl., pasta casalinga fatta con acqua e fa-
picchjétto, sopr. rina, condita con formaggio pecorino.
pìcchjo1, s.m., cappello a punta: vòlta lu ~ piciòcchjo, piciócchjo, piciòccolo, s.m.,
e ttutt’è ppagato! (escl. del bracciante 1. gambo di frutto o di ortaggio. 2.
umbro). capezzolo: ~ di la zzinna. 3. presa, ele-
pìcchjo2, s.m., piccone: dalli ggiù de ~ e mento cilindrico posto sulla sommità
ppala || picchj’e ppala, sopr. || Forme: del coperchio di una pentola. 4. picciolo
pl. picchje. di foglia. 5. peduncolo del grappolo. 6.
piccinèllo, agg., (in rima) piccolino. (fig.) pène. 7. beccuccio del boccale. 8.
pìccio, s.m., cascame di canapa: quarcuno elemento cilindrico alla sommità della
apposetaménte venéva dòppo cavata la trottolina di legno, cui si fissa lo spago
cànepe, a riccòjja sto ~, lo mettév’a per lanciarla.
sseccà bbenfatto, pò co m bastóne piciocchjóne, s.m., qualità di vitigno.
bbatte bbatte, na spèce de scotolatura, piciòccolo:→ piciòcchjo.
e cce ricavava n fàscio di stóppa || dà piciofréddo, s.m., 1. individuo abulico. 2.
dde ~, sperperare: ha ddato de ~ a la individuo timido.
pussidènza, s’è mmagnato gnicòsa, ha piciomóscio, s.m., impotente.
rripulito. piciopàcio, sopr.
piccionara, s.f., 1. piccionaia, colombaia. piciucchja (la), sopr.
2. loggione di teatro. pico pico, inter., voce pronunciata
picco, s.m., 1. spina: li picchi del cardo. 2. facendo il solletico ad un bambino ||
atto, effetto del pungere. 3. pizzicore, ir- fà ~, fare il solletico.
ritazione: me sènto m ~ a la góla | me pìcquelo, agg., piccolo.
métte l ~ sta cìccia. pidemìa, pidimìa, s.f., epidemia.
piccóso, agg., scrupoloso, solerte: trovò n pidicéllo, peticèllo, piticéllo, s.m., 1. bol-
carabbignère ~, m’imbattei. licina della pelle. 2. piccolo foruncolo.
picellina:→ penicellina. pidicóne:→ pedicóne.
picétta:→ pecétta. pidimìa:→ pidemìa.
pichino:→ pechino. pidocchina, s.f., invasione di pidocchi: sè
pìcia, s.f., donna trasandata. fastidiósa cóme la ~.
piciafrédda, s.f., donna debole e smor- pidocchino, agg., ostinato.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
454

pidocchjara, s.f., capigliatura sporca e sbassatóro co ddu òcchi. secónno la


aggrovigliata. gajjardia de la vita, un’o ppiù ppie-
pidocchjétto, s.m., 1. teatro o cinema di gatóre.
bassa categoria. 2. luogo a solatio: pienà, v. tr., riempire.
méttese al ~, sedersi a solatio (detto pienara, s.f., piena violenta: l fòsso fa
spec. di vecchi). ppienara, si ingrossa | pi la gram ~ n
pidòcchjo:→ pedòcchjo. z’aricunusciva ppiù gnènte.
piedata, s.f., orma: lassa le piedate ma la piendeluna, s.m., plenilunio.
vigna. pièno: arza sù l bicchjère, che l litro è
piède, s.m., 1. piede: camminà a ppiède ppiéno! se bbutta de fòri | sò ppièno
piatte | me fanno male le ~ | c’ha le ~ cóme n òvo, più che sazio | è bbèllo ~
gónfie | camminà a ppiède scarze | c’ha sto fijjo, tónno cóme na mélla | la spiga
le ~ dórce, i piedi dolenti | sta co m ~ de pièna, gremita di chicchi | na vita pièna,
qquà e uno de llà, è moribondo | co ésso da frutto, su ccórmo de le fòrze, in ri-
n ce se va ne a ppiède ne a ccavallo, è goglio | la luna fa l ~, è il plenilunio |
intrattabile | dasse la mazza su le ~, dan- annàvon’a ppièno (gli spigolatori anda-
neggiarsi da soli | (scherz.) te pòssa dà vano a rubacchiare nella vigna vicina
na bbenedizzióne a ~ pare!, (sul letto di ancora da vendemmiare) || prov.: còrpo
morte) | sartà a ~ pare | se métte a sséde ~ vò rripòso.
a ~ pare, magna quanto n lópo, si mette pïènzo, agg., lento, tardo: ammàppete li
a sedere a tutto agio, senza preoccuparsi sè ~!, caspita, quanto sei lento!
d’altro che del proprio benessere | dormì piescaranése:→ piescarlanése.
dda ~, non immischiarsi | te squadra da piescarano:→ piascarlano.
cap’a ~ | c’ha l ~ calle ésso, vive piescarlanése, piascaranése, piescara-
nell’agiatezza || ~ (a), loc. avv., a piedi: nése, s.m., ab. del quartiere di Piano-
ce vae m pò ~, e m pò camminanno || ~ scarano a Viterbo || agg.: la parlata ~.
(da), loc. avv., in basso, in fondo: ~ a la piescarlano:→ piascarlano.
cavarèlla | da pièd’al lètto. 2. (arc.) mi- pietanza: (prov.) cènto pietanze, m piatto
sura lineare. sólo.
piedùccio, s.m., pedule, parte della calza. piètra pómece, s.f., pomice.
piegà, v. tr., piegare: le pièghe su la fila- piètra, s.f., 1. s.f., 1. calcolosi vescicale:
gna (rif. ai tralci) || piegasse, v. rifl., pie- c’ha l mal de la ~. 2. cote per affilare. 3.
garsi: se pièga ggiù, da quante ce nn’ha lastra di pietra: ~ bbucata, mulino di
(rif. a un ramo carico di frutta) || Forme: pietra a mano (solo in prov.) || piètre
Ind. pres. 2 pièghe; 6 piègheno. scopèrte (a), loc. avv., a pietra viva,
pièga: pijjà na bbrutta ~, di persona, che senza intonaco: riportall’~ | pietrèlla
segue una cattiva inclinazione, o di si- (a), loc. avv., con lastre di pietra sco-
tuazione, che mostra tendenza negativa perte, senza calce || accr. pietróna.
| nun fa na ~, è alla perfezione || dim. pietràngola:→ petràngola.
pieghétta | dispr. piegàccia. piètro: (mdd. scherz.) sta ròbba se
piegatóre:→ piegatóro. chjama ~: rivèn’indiètro! | té sse chjama
piegatóro, piegatóre, s.m., tralcio a frutto ~: lo rivòjjo ndiètro (detto prestando
lasciato alla potatura: si làscia m ~ e no qualcosa).
Vocabolario
455

pietrùcquele, s.f. pl., ciottoli: na strada ppijjàllese l cunvurzo | mó lo vò a ppij-


fatta di ~. ja | no la pijjà cco ésso!, non addossar-
pifferaro, s.m., suonatore di piffero. gli la colpa! | ll’ha da pijjà pe bbòna,
piggiatrice, s.f., pigiatrice, macchina per deve accettarla | pijja sù e ppòrt’a
pigiare a mano l’uva: scappò ffòri la ~. ccasa! (commento ad espr. forte) | ~ l
piggióne, s.f., pigione. è it’a ppiggióne, è péscio, catturare pesci | ~ ll’oliva a
andata ad abitare in casa di affitto. mmèżżo, cogliere olive in società | pijja
pignatta, s.f., pentola di terracotta pan- cèrte cantonate gròsse cóme na casa,
ciuta con manico laterale ed apertura cade in errori madornali | pijjà n giro | ~
ristretta, particolarmente resistente al n grànchjo, un abbaglio | le pìjjono le
fuoco. vòjje cóme na dònna ncinta | li pijjò n
pignattàccia, s.f., pietanza fatta con carne córpo | ~ ffiato | pìjjono sónno, si as-
ovina o bovina di seconda scelta, cotta sopiscono | ~ na bboccata d’ària | ~
con patate e verdure al forno in reci- mmojje, ammogliarsi | ~ mmarito, ma-
piente di terracotta. ritarsi | ~ ffòrza, rinvigorirsi (di un
pignattaro, s.m., pentolaio. olivo) | ~ ffòrza, aumentare la
pignatto, s.m., pentola di terracotta pan- gradazione del vino: ce sò che mmet-
ciuta con manico laterale ed apertura tévono l zòrde de rame pe ffalle pijjà
ristretta, particolarmente resistente al ffòrza. l catenàccio nfocato o n tiz-
fuoco: um ~ de pancòtto | su na còsa, zón’ardènte | l cavallo te pijja la mano
che ttanto nun z’avvéra, se dice: mét- | ~ ll’annata, l’avvio | (euf.) te pijjasse
tece sù l ~!, (iron.) credici! || dim. pi- m bène! | ~ ccolóre, a) cominciare a
gnattèllo. maturare (detto del grano); b) invaiare
pigno, s.m., 1. pino domestico (Pinus dell’uva: ll’ua se comìncia ffà, pia
pinea L.). 2. strobilo, pigna: (antifr.) colóre | ~ vvèrzo, decidersi a fare: n ce
largo cóme m ~ vérde, avarissimo || pijja vèrzo | pijjacce la mano, acquistare
pigne, pigna (arc.), s.f. pl., pigne: ma perizia | ~ l fijjo pe la mano, tener per
che cc’hae le ~ ma la capòccia?, sei stu- mano | ~ ssótto, investire: ttènte, te
pido? pìjjono sótto | ~ ppètto, investire | l vino
pignòlo, s.m., pinolo. jj’ha ppréso de difètto | ~ de cercóne, ~
pigolà:→ spïolà. de sécca, ~ de muffa, ~ de merdino, ~
pigrìzzia, antrop. di astratto personificato: de fòrte, ~ d’acéto: espressioni usate per
“~, lu vòe l bròdo?” “sé!” “pijja la denominare varie alterazioni del vino | ~
tazza!” “nò, allóra nu lo vòjjo ppiù”. dde ràncio, irrancidire | ~ dde fume | ~
pigrizzióso, agg., pigro. dde cattivo, avariarsi, di cibo | ll’òjjo
pìjja:→ pijjà. pijja de sorcino, si altera per esservi an-
pijjà, pïà, pìjja, v. tr., 1. pigliare: pìjjele! negato un topo | la cìccia pijja de fre-
| pìjjelo! | pijjàtelo! | pìjjete quéllo che schino, la prima puzzétta che ddà la
vvòe! | e ppijjate m pò de cìccia! (invito cìccia | ~ la rincórza, lo slancio | pijjà
del macellaio ad acquistare) | sta mano Ppasqua, soddisfare al precetto
pijjo io (al gioco delle carte) | “pijja!” pasquale | ~ r mónno cóme vène | ~ dde
“fòco!” (al gioco del tressette) | ~ l uno, ereditare i tratti caratteriali | ~ le
fugóne, darsi alla fuga | cuminciava a bbòtte, buscarne | ~ ssù, sollevare, rac-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
456

cogliere: a ppijjà ssù la tèrra co la glierci, azzeccarci | n ce pijja pròprio,


vanga, pésa | ~ ssù a mmano | ~ co le dice solo sciocchezze | (d.) chi num
bbòne | ~ co le pinze, valutare con esat- pijja, cala (al gioco delle carte) | le còse
tezza, considerare bene | vàttela a ppijjà tòcca pijjalle a vvèrzo | pijjalla pil bòn
n culo! | voléte annàvvela a ppijjà ndu si vèrzo || v. intr., 1. ardere: pijja sùbbeto
cumìnceno l capagne? | nun ci pijje n sta légna | l fòco cuminciava a ppijjà
zórco dritto cu qquéllo (di chi ragiona vvia gajjardo | pijjàveno sùbbeto cóme
male) | ~ l tòro per le còrna, prendere ccórpe, di colpo (lett.: come colpi). 2.
una decisione | ~ cconfidènza | l majjòlo attecchire (di piante, del magliolo, di
pijja fòrza, si sviluppa | ~ vvia, di uno innesto). 3. assomigliare a q.no nel
sciame che s’innalza in volo | ~ pil cor- carattere || prov.: va ppregà sam
vattino, afferrare per il collo | ~ mmano, Benedétto: se ppijja bbène, sennò pijja
farci la mano | ~ ómbra pe na stronzata, de sécco || pijjasse, v. intr. pron., pren-
adombrarsi per una sciocchezza | ~ le dersi: pijjàssela, offendersi, amareggiar-
bbeccacce, soffrire il freddo | mdd. si | pijjàssela còmmoda, agire con
tòcca ~ l tórdo quanno passa, bisogna lentezza | pijjàssela còmmeda, bbèl-
approfittare dell’occasione propizia | se l’adàcio | vàttel’a pijjà n zaccòccia! |
credéva d’annà ppijjà ssam Piètro pe la pìjjatela n culo! | vàttel’a ppijjà n culo
bbarba, si illudeva di ottenere successo tù e cchi tt’ha mméss’al mónno! | che
| pijja tutto a la mano, cóme vène vène, sse la pijjàssero sù n culo! | me la sò
alla leggera | ll’hò ddétto pròpio cóme pprésa n culo, sono rimasto ingannato |
me la sentivo. e cche sse créde de pijjà quelòro n ze pìjjono, coloro non vanno
Tippetóppe?, con chi crede di avere a d’accordo | voléte annàvvel’a ppijja ndu
che fare? | ~ vvia, partire | pijja via pe si cumìnceno l capagne? | pijjàssel’a
la scénta, si avvia in discesa | l fijjo ha mmale, offendersi | ma nun te la ~
ppréso via, comincia a crescere | ~ de ttanto!, non affliggerti! | ~ ssù bbaracca
pètto gnicòsa, travolgere tutto | ~ de e bburrattine, raccogliere le proprie
pètto a uno, incolpare qualcuno, aggre- cose | n ze la pijja, è lento || prov.: pijja
dire a parole, insultare | lo sa ppijjà a l mónno cóme vène | chi vvò vvive sènza
vvèrzo, trattare nel modo adatto | nun péne, pijja l mónno cóme vène | chi sse
tutte la pijjàveno a lu stésso vèrzo, di la pijja, mòre | tira llà ttrentòtto mijja,
buon grado | ~ ppi bbòno, credere a gran cojjó chi sse la pijja || Forme: Ind.
quanto detto | ~ n tèrno all’òtto, al lotto pres. 3 pijja; 6 pìjjeno, pìjjono | impf. 3
| ~ vvia a vvènto, si mette in moto im- pijjava; 5 pijjàvete; 6 pijjàveno, pij-
provvisamente | mdd. tòcca ~ la pall’al jàvono | perf. 3 pijjò; 6 pijjònno, pij-
barzo, cogliere l’occasione propizia | va jòrno | fut. 1 pijjarò; 5 pijjaréte | Cong.
ppijjà Rróma, ha gran fretta | va ppijjà pres. 3 pijja, pijje | impf. 3 pijjasse; 6
ll’acqua ma la funtana, ad attingere pijjàssero | Cond. 1 pijjarèbbe; 2 pij-
acqua | ti fanno carino, quanno ti pìj- jaréste; 3 pijjarèbbe, 6 pijjarébbero | P.
jeno! | quanno li pìjjeno, nun ze para pass. pijjato, pijjo | Ger. pijjanno.
(rif. ad attacchi d’ira) | (gerg.) ~ scan- pijjata, s.f., presa alle carte.
zano, congedarsi | ~ na puntura, am- pijjatutto, agg., che supera tutte le carte:
malarsi di polmonite | pijjacce, co- asso ~.
Vocabolario
457

pila, s.f., 1. pentola. 2. (gerg.) denaro. pinnènte:→ pennènti.


pilìquela, pillìquela (raro), s.f., pellicola pinnìcchja, sopr. m.
cinematografica. pinómbra, s.f., (lett.) penombra.
pìllera, s.f., 1. pillola. 2. contraccettivo: pinticchjato, agg., variegato.
le rigazze ògge quanto pìjjono la ~. 3. pintiménto, s.m., 1. pentimento. 2.
(fig.) cosa sgradita, dispiacere: n’ha rimpianto.
ddovute mannà ggiù de pìllere! pintisse:→ pentisse.
pilligrinàggio, s.m., pellegrinaggio: an- pinto, agg., esatto || ~ ~, esattamente ||
niède m ~. (scherz.) ~ ~ cóme qquéllo del mi ma-
pilligrino, s.m., pellegrino || antrop. || sam rito (battuta di favoletta con allusione
~, rione di Viterbo. sessuale).
pillìquela (raro):→ pilìquela. pinzà:→ penzà.
pilottà, v. tr., 1. pillottare, lardellare: cìc- pinzière:→ pinzièro.
cia pilottata. 2. (fig.) assillare. pinzièro, penzièro, pinzière, s.m., 1. pen-
pilòtto, s.m., 1. pillotto; grasso, avvolto siero. 2. preoccupazione: pure qué adè
nella carta, che si fa gocciolare sulla m ~ levato, una preoccupazione in meno
carne allo spiedo. 2. (fig.) assillo: num | na còsa che mmétte ~, dà preoccu-
me dà l ~!, non assillarmi! | dà l ~ a pazione.
ffòco lènto, assillare, tormentare. 3. pinzieróso, agg., pensieroso.
(fig.) persona noiosa: sèe m ~ || accr. pi- pinzionato:→ appenzionato.
lottóne. pinzióne, penzióne, s.f., pensione: c’émo
pilùcis (a le):→ peluce (a li). la ~ dell’artiggiane | na ~ fiacca | pijjà
pim tum, ideof., rumore provocato dal la ~, riscuotere la pensione || dim. pen-
movimento della spola nel telaio. zioncèlla, pinzioncina.
pimpinèlla, s.f., salvastrella (Poterium pinzo, s.m., 1. punta: le pinze del collétto
sanguisorba L., Sanguisorba minor | levà na robbaccétta dall’òcchjo col ~
Scop.). del fazzolétto, con la cócca | l ~ de la to-
pimpirinèlla, s.f., 1. varietà di erba fu- vajja | ce ll’hò sul ~ de la léngua, sulla
maria (Fumaria vaillantii Loisel). 2. punta della lingua. 2. angolo, spigolo:
pimpinella (Pimpinella rotundifolia e sta ssèmpre a ssèda mal ~ dil tavulino.
Tordilium apulum) || incipit di conta. 3. spicchio: l cappèll’a ttre ppinze del
pindice, s.f., (lett.) pendice. prète. 4. pizzo: c’ha l ~, ha la barba a
pinétto, s.m., pianta giovane di pino. punta || agg., 1. appuntito, aguzzo: l
pìnfete, pùnfete, ideof., voce spesso in còllo ~ | n chjòdo ~ cóme n aco. 2. con-
correlazione con pànfete o pònfete, che vesso (di gemma di vite): se ll’òcchjo è
riproduce il rumore di un corpo che ppiù ppinzo, c’è mméno ua (pronostico
cade o di uno schiaffo: ~ e ppànfete! | ~ sulla vendemmia) || ~ (m), loc. avv.,
e ppònfete! sulla punta | m ~ m ~, all’ultimo mo-
pinghe pònghe, s.m., ping-pong. mento: è rrivato ~.
pinitènza, s.f., penitenza. pinzóso, agg., pensoso.
pinnàcchjo:→ pennàcchjo. pinzutèllo, s.m., pizzutèlla, s.f., piz-
pinnellata, s.f., pennellata. zutello, varietà di vitigno che produce
pinnèllo, s.m., pennello. acini di uva di forma appuntita.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
458

pinzuto, pezzuto, pizzuto, agg., 1. appun- sògna Dio pregà | quanno piòv’e ttira
tito, aguzzo: sò ppinzuti cóme n aco | vènto, l cacciatóre nun è ccontènto |
mdd. annà all’àrbere pinzute, morire. 2. quanno piòv’e ttira vènto, cacciatóre
convesso (di gemma di vite). 3. (fig.) af- statti drénto | si nom piòve pi la Canne-
fettato, ricercato: parlà ~. lòra, dall’invèrno sémo fòra; ma si
pio pio1, avv., appena, a malapena: io te ppiòve tira l vènto, dall’invèrno sémo
sènto ~. drénto | quanno piòve, chi sta bbène
pio pio2, onom., voce che imita il pigolio nun ze mòve | piòve e cc’è l zóle, la cam-
del pulcino: fanno ~ || voce per chia- pagna va in amóre | se ppiòve su la
mare i pulcini || inter., voce con cui si parma, c’è l zóle su la grégna | se
gioca con un bambino. ppiòve ggiovedì ssanto, piòve màggio
pio, in: n’ha ffatto n tèmpo manco a ddì tutto quanto || Forme: Ind. pres. 6 piò-
ppio, è successo in un baleno. veno | impf. 3 piovìa | perf. 3 piòbbe,
pïolà:→ spïolà. piovétte; 5 piovéssoto (rur.); 6 piovòrno
piómmo, s.m., 1. piombo. 2. piombino, | fut. 3 piovarà | Cong. pres. 3 piòvi |
filo a piombo del muratore || ~ (a), loc. Cond. pres. 3 piovarébbe | P. pass. piu-
avv., a piombo, a perpendicolo. 3. ro- vuto | Ger. piovènno.
mano della stadera. piòve:→ piòva.
pionòno, sopr. pioviccicà, v. intr. impers., piovigginare.
piotàggine, s.f., lentezza. pioviccicatèlla, s.f., pioggerellina.
piòto, agg., lento. pioviccicóso, agg., piovigginoso.
piòtta, s.f., 1. zolla sollevata con una van- piovuta, s.f., piovasco.
gata, piota || ~ coll’èrba, zolla erbosa || pipa, s.f., gallina (in tono vezz.): ste pòre
èssa sèmpre m ~, vegeto ed energico. 2. pipe c’hanno séte.
(gerg.) moneta da cento lire. piparino:→ peparino.
piottà, v. tr., cavare le zolle. piperino:→ peparino.
piòva, piòve, v. intr. impers., piovere: pipì pipì, pipine, inter., voce per chiamare
piòve tutta la luna, per tutta la durata i polli.
della lunazione | dille che ppiòve!, me pipì, s.m., (acr.) Partito Popolare: (iron.)
ne infischio | ll’anno passato ha ppio- sè del ~? magna!, sè del tignòlo? bbéve!
vuto na massa | allentà de ~, spiovere | (battute pronunciate dai fascisti negli
sta zzitto chi ffa ~ | piòv’a bbuche, a di- anni Venti del secolo scorso, quando
rotto | nn’è ppe ppiòva sto tèmpo | mdd. costringevano gli antagonisti cattolici a
penzavo che ppiovìa, ma nò cche ddi- bere olio di ricino).
lujjava, temevo l’avverarsi di qualcosa pipinara, s.f., 1. vocio. 2. folla di gente
di negativo, ma non in tali proporzioni | rumorosa.
domane ha dda ~ | ~ pulito, senza gran- pipine:→ pipì pipì.
dinare | (d.) tanto tronò che ppiòbbe, pipo, s.m., 1. (infant.) pidocchio: c’ha l
detto di cosa accaduta dopo lunga attesa pipe sto fijjo. 2. (infant., euf.) pène.
o insistenza | “piovarà?” “sé! cótiche e pippa, s.f., 1. pipa: cu la ~ ma la bbócca
llanzagne” (niente affatto) | piovéssoto | muso de ~!, insulto a persona antipa-
jjù cóme ffarche, (rur.) piombaste || tica || ~ (a), ad angolo retto, della punta
prov.: pi ffa ppiòva e ppi ccacà, nom bi- del maglio | le còse vanno a ~ de còccio,
Vocabolario
459

benissimo || dim. pippétta | dispr. pip- di canzoncina.


pàccia | vénce ~ e ccannùccia, vincere pirìquelo:→ pirìcolo.
tutto al gioco. 2. (fig.) masturbazione pirito, s.m., perito.
maschile || li fa na ~, non lo teme af- pirmanènte, s.f., permanente.
fatto. 3. (fig.) persona o cosa noiosa: che pirmésso, agg., permesso.
ppippa ste canzóne d’adèsso! | sè na ~ pirò, mapirò, maprò, prò, cong., però: ~
pròpio. 4. niente: nun vale na ~. 5. (fig.) l quatrine n c’èreno de quélle tèmpe.
individuo dappoco. piro, s.m., 1. piolo, di scala o di sedia: na
pippà, v. intr., morire: quanno chi ssarae scala di sè pira. 2. cavicchio infisso in
pippato. terra, cui si lega una bestia al pascolo:
pippata, s.f., pipata. (rust.) ll’hae legato l cióco mal ~? 3.
pippétto, sopr. del re Vittorio Emanuele virgulto. 4. (fig., dispr.) contadino || dim.
III. pirétto, 1. piolo dell’aratro arcaico di
pippo, ipoc., Filippo. legno. 2. particolare del giogo || Forme:
pir:→ pé. pl. pira.
pira, s.f., (dispr.) contadina. pirolà, v. tr., prillare, far ruotare con le
pirasse, s.m., prodotto industriale per di- dita, detto del fuso o della trottolina.
sinfettare le viti. pirolè, inter., (infant.) gridato nel gioco
pirché:→ perchè. della lippa.
pirciò, cong., perciò. piròlo, s.m., estremità del fuso.
pircue, cong., per cui. piròzzo, s.m., piolo del verricello.
pirdonà:→ perdonà. pirtutto:→ dapertutto.
pirdóno, s.m., perdono: chjèseno ~. pirulétta, s.f., piroetta.
pirdunà:→ perdonà. pirusièllo, personaggio immag.
pirènne, agg., (lett.) perenne. pirzeguetà, v. tr., perseguitare.
pirfètto, agg., perfetto. pirziana, s.f., persiana.
pirfezzionà, v. tr., perfezionare. pirzóna, perzóna, s.f., persona || dim. per-
pirfino, avv., perfino. zoncina || prov.: ~ trista, nominata e
pirfizzióne, s.f., perfezione || ~ (a la), loc. vvista | na ~ nominata, n ci dicórre na
avv., a perfezione, perfettamente. sassata.
piricolante, agg., pericolante. pirzonàggio:→ pirzunàggio.
pirìcolo, pirìquelo, s.m., pericolo: c’èra pirzonale, agg., personale.
~ chi vvenésse la grànena. pirzunàggio, pirzonàggio, s.m., perso-
piricolóso, agg., pericoloso. naggio: tutte quélle pirzunagge.
pirillo (l), sopr. pisà:→ pesà.
pirìodo, s.m., 1. periodo: vann’a ppirìo- piscià, v. intr., 1. pisciare: me scappa da
de. 2. epoca. ~, ho bisogno di orinare | l fijjo pìscia a
piripàcchjo (a), loc. avv., male, in modo llètto la nòtte, è affetto da enuresi | pì-
sbagliato, inconcludente: fa ssèmpre scia addòss’al muro cóme n cane | pì-
tutte le còse ~ | ma che ggiocam’~?, scece su la ferita! (per disinfettarla) | ha
scherziamo? ppisciato de fòra, ha sbagliato | m ~ dde
piripano, s.m., (scherz.) pidocchio. fòra!, non dire sciocchezze! | pìsciono
piripìcchja piripìcchja, incipit e chiusa ll’àngiolétte, pioviggina (detto ai bam-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
460

bini) | ce se pìscia (rif. a costruzione ap- piscióna, s.f., 1. bambina neonata (in tono
pena iniziata) || pisciasse, v. intr. pron., vezz.). 2. (dispr.) monaca.
pisciarsi: ~ addòsso dal rida, scompi- piscióne, s.m., ululone (Bombina varie-
sciarsi dalle risa | se pìscia sótto, c’ha gata).
ppòco scólo (di tegola messa troppo pisèlla, s.f., 1. ragazza. 2. vulva || dim.
piana) || prov.: chi num pìscia n com- pisellétta, pisellina.
pagnìa, o è n latro o na spia | pìscia pisélle, s.m. pl., piselli: capo l ~, mondo i
chjaro e vva n culo al mèdico | chi ppì- piselli.
scia e nnom petazza, non è ffijo de pisellina, pisillina, s.f., 1. scilinguagnolo.
bbòna razza; chi ppìscia e nnon fa l 2. (dispr.) lingua maligna: c’ha na ~!
péto, adè ccornuto e nun è ccréso. 2. ndo tòcca tégne. 3. rubiglio, pianta di
zampillare, sgorgare, di vino: sta can- piselli selvatici (Pisum arvense L.).
nèlla pìscia piano || Forme: Ind. pres. 2 pisellino, s.m., 1. ragazzo (in tono vezz.).
pisce; 6 pìscéno, pìsciono. 2. sopr.
pisciacane, s.m., dente di leone (Tara- pisèllo, piséllo, s.m., (fig.) pène.
xacum officinale L.). pisillina:→ pisellina.
pisciallètto, s.m., bambino affetto da enu- piso pisèllo, incipit di conta.
resi notturna. pisolònne, s.m., ipsilon.
pisciarèlla, s.f., stimolo ad orinare spesso: pispàine, s.m., pitch-pine; legno rossa-
avécce la ~. stro durissimo di pino dell’America set-
pisciarèllo, s.m., 1. rivolo di liquido. 2. tentrionale.
(fig.) chi orina spesso. 3. idron. pispèllo, s.m., 1. ragazzo di bassa statura.
pisciaròla, s.f., (fig., triv., raro) vulva. 2. adolescente.
pisciasàngue, s.m., emioflobinuria della pispisèllo, incipit di filastrocca per gioco.
vacca. pissichjatra, s.m., (rec.) psichiatra.
pisciasótto, s.m., 1. moccioso, di ragazzo. pissicològgeco, agg., (rec.) psicologico.
2. vigliacco, pusillanime. pissicologgìa, s.f., (rec.) psicologia.
pisciastrato, agg., (scherz.) chi orina pistà:→ pestà.
molto. pistàcchjo, s.m., (fig., gerg.) pène.
pisciata: c’hò na ~ m punta m punta, ho pistaròla, s.f., cassa di legno con il fondo
estrema urgenza di orinare. forato, che si metteva sul tino, per pi-
pisciatèlla, s.f., (fig.) pioggerella breve. giarvi l’uva con i piedi nudi.
pisciatóro, s.m., 1. orinatoio pubblico pistaròzzo, pestaròzzo, s.m., 1. (raro)
maschile. 2. (fig., triv., raro) vulva. mortaio di legno da cucina. 2. pestello.
piscina:→ pescina. 3. (fig., scherz.) bambino panciuto.
piscinà, v. intr. impers., piovigginare pistasale, s.m., mortaio di legno da
(solo in prov.). cucina.
piscinaro:→ pescinaro. pistata, s.f., 1. azione di pestare, pigiare,
piscinata, s.f., quantità di canapa im- frantumare. 2. quantità di uva pigiata in
mersa in una volta nel maceratoio. una volta.
pìscio, s.m., 1. colaticcio delle bestie. 2. pistatrice, s.f., (rec.) pigiatrice, macchina
orina: è ccallo quanto l ~ sto vino, troppo per pigiare a mano l’uva.
caldo | ~ d’àngele, vino prelibato. pistatura, s.f., 1. pestata. 2. pestatura
Vocabolario
461

della pelle, quando sia stata premuta tra pitina:→ petina.


due corpi duri. pitocchjolato:→ piticchjolato.
piste, s.f. pl., péste, guai: se tròva im pitocchjolóso:→ piticchjolato.
mèżżo a le ~. pitolà, v. tr., prillare, far ruotare con le
pistèrno, s.m., santo immag.: sam ~ ab- dita, detto del fuso o della trottolina.
bate! (escl. d’impazienza). pitolòcco, s.m., buffetto inferto con il dito
pisto, pésto, s.m., 1. pesto di grassi, erbe medio fatto schioccare contro il pollice.
e aromi usato per condimento in cucina; pitórdo:→ pitòto.
battuto: ~ coll’acéto | ~ coll’alice. 2. pitòto, pitórdo, s.m., 1. grosso bastone
(fig.) scarica di busse: jj’ha ddato m ~. nodoso. 2. (fig.) asso di bastoni. 3. (fig.,
3. (fig.) sconfitta solenne || agg., 1. gerg.) pène.
livido: c’éveno tutt’e ddue l muso ~ pitròjjo:→ petròjjo.
cóme ll’ónto. 2. raggrumato: sàngue pitròllio:→ petròjjo.
pisto. pittagòrico, agg., pitagorico: studià la
pistolóne, s.m., pistola di grandi dimen- tàvela pittagòrica.
sioni. pittéguala:→ pettéguala.
pitalata, s.f., contenuto del vaso da notte. pìttima, s.f., 1. chiacchierone. 2. indi-
pitale, s.m., 1. alto vaso di metallo per viduo fastidioso.
orinare, con bocca più larga del fondo. pittimóso, agg., 1. noioso. 2. assillante.
2. vaso da notte con manico laterale || pittina:→ pettina.
accr. pitalòzzo. pittolóna, s.f., capriola.
pitapata:→ pitepate. pitturà, appitturà, v. tr., 1. dipingere. 2.
pitàrtima, s.f., coriandolo (Coriandrum tinteggiare un’abitazione.
sativum L.). pitulante, agg., petulante.
pitécchja, s.f., pipita, malattia infettiva, pitulanza, s.f., petulanza.
che colpisce la lingua dei polli. pitulìcchjo:→ pitulino.
pitéllo, s.m., (scherz.) il numero uno nel pitulino, pitulìcchjo, s.m., 1. individuo
gioco della tombola. noioso, petulante. 2. bambino vivace.
pitepate, pitapata, inter., (infant.) espr. più (al), loc. avv., al massimo: saran-
usata giocando con tappi di bottiglia no quaranta passe ~ dal ponticéllo |
lungo un percorso stabilito, mediante (scherz.) ~ si potrà mmorì || più (im),
buffetti inferti facendo scattare l’indice loc. avv., inoltre.
contro il pollice. piucché, cong., purché: ~ non ze fósse
piticchjato:→ piticchjolato. trattato de sórche, di ratti.
piticchjolato, peticchjolato, piticchjato, piucchemmae, avv., specialmente, so-
piticchjolóso, pitocchjolato, pitocchjo- prattutto.
lóso, agg., 1. punteggiato, maculato. 2. piuccheppiù, avv., specialmente, soprat-
butterato: la pèlle tutta piticchjolata. 3. tutto.
lentigginoso. piudditutte, avv., specialmente, soprat-
piticchjolóso:→ piticchjolato. tutto.
piticéllo:→ pidicèllo. piuma, s.f., 1. lanugine che copre i pul-
piticillóso:→ peticillóso. cini appena nati. 2. lanugine che resta
piticóne:→ pedicóne. sulla pelle del pollo spennato. 3. peluria
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
462

sulle gote degli adolescenti. castagna, sorprendere sul fatto || v. intr.,


piunondillo (a), loc. avv., a non finire. 1. dar prurito: pìzzeca cóme ll’urtica |
piunumpòzzo (a), loc. verb., a più non pìzzica cóme n cardo | me pìzzicono le
posso. mano, mi prudono le mani | me pìzzica
pizza, s.f., 1. focaccia: ~ bbianca, con olio la góla, ho la gola irritata. 2. dare la sen-
di oliva, sale e rosmarino | ~ de Pasqua, sazione di intorpidimento: le mano
dolce tipico delle festività pasquali (di pìzzicono pil fréddo || Forme: Ind. pres.
forma cilindrica, confezionato con 3 pìzzeca, pìzzica; 6 pìzzicono | P. pass.
uova, latte e zucchero) | ~ róssa, con po- pìzzeco, pizzicato, pìzzico.
modoro | ~ co le sfrìzzole, con i ciccioli pizzeccàcio, sopr.
di strutto || pizzarèlla, pizza stregata || pìzzeco, pìzzico, s.m., 1. puntura: sintì l ~
pizz’e òsso, te sè mòsso!, (infant.) escl. dil fréddo. 2. morso d’insetto: m ~ de
pronunciata in un gioco. 2. (fig.) blocco pùrcia. 3. (fig.) sapore piccante: sò
compatto di vinaccia torchiata. 3. (fig.) bbòne col ~ le lumache (condite con pe-
tavola semicircolare del torchio. 4. (fig.) peroncino piccante) || dim. pizzichétto:
mèta, deiezione di bovino: quélle pizze c’è l ~, se sènte. 4. nonnulla: te reduco
vérde calle che ffùmeno. 5. (fig.) per- m ~! (espr. di minaccia) || ppìzzech’e
cossa, colpo. 6. (fig.) circonferenza la- bboccóne (a), loc. avv., a forza di stenti.
sciata libera da erbacce sotto la chioma pizzeddétto, cong., contrariamente ||
dell’olivo o del nocciolo: zzappà la ~. inter., (infant.) usata per affermare cate-
7. (fig.) nido di vespe. 8. (fig.) favo. 9. goricamente la propria opinione || ~ sul
(fig.) persona noiosa. poggétto!, (infant.) frase usata nel
pizzà, v. tr., picchiare. gioco, per ottenere il diritto di porre la
pizzajjòla (a la), loc. avv., alla pizzaiola. propria bilia in posizione sopraelevata,
pizzangrillo, s.m., 1. scricciolo (?) che consente di colpire meglio quelle
(Troglodytes troglodytes L.). 2. (fig., dell’avversario.
scherz.) bambino gracile. pizzeddétto pizzeffatto, incipit di formu-
pizzardóne, s.m., vigile urbano. letta infant. di gioco.
pizzaròlo, s.m., pizzaiolo. pizzicà:→ pizzecà.
pizzecà, pizzicà, v. tr., 1. pungere. 2. mor- pizzicarìa, s.f., pizzicheria, salumeria ||
dere (spec. di insetti): le formiche pìzzi- (scherz.) métte sù la ~, aprire una salu-
cono | mdd. che tt’ha ppìzzeco la meria (fig., di bambino che pilucca uva
saramàndola? (a persona irrequieta) | n nella vigna altrui).
c’è ttèmpo de fasse ~ da le purci, non pizzicaròlo, s.m., pizzicagnolo.
c’è tempo da perdere | ll’ha ppizzicato pizzicata, s.f., piccola quantità || dim. piz-
la taràntala | sta zzita zzitta da na parte, zicatèlla: méttece na ~ de sale!
pare na gallina pizzicata (di persona pizzichènte, agg., piccante (di cibo).
timida) || prov.: se tte pìzzica lo pìzzico:→ pìzzeco.
scarpióne, òjjo santo e ccommugnóne; pizzicóso, agg., piccante (di cibo).
se tte pìzzica la taràntala, va ddal prète pizzicòtte, s.m. pl., varietà di pasta
che tte sarva. 3. pizzicare. 4. piluccare. casalinga confezionata con acqua e fa-
5. (fig.) sorprendere, cogliere in fallo: rina.
ve c’hò ppìzzico mal pajjóne! | ~ n pizzicòtto, nell’espr.: pijjà a ~, infastidire;
Vocabolario
463

perseguitare con dispetti e piccole pre- ppòco, di rado ormai | succedéva m pò


potenze e soprusi. ppiù na vòrta, più spesso | n antro pò
pizzo, s.m., 1. punta. 2. estremità: ll’ha cascavo dal lètto, per poco || s.m., una
ffatta m ~ al tétto, l’ha fatta grossa | piccola quantità: quarche ppò dd’um-
métte le sòrde a ~, risparmiare || ~ ~, midità c’è ssì | ècchete m pochétto de
loc. avv., appena in tempo: è rrivato ~. pane | (antifr.) m popò de ròbba, grande
3. becco del boccale: bbéve a ~, con la quantità || pron., me sa ce sò ppiù
bocca accostata al becco del recipiente. ppóche | corréva a dducènto e m pò,
pizzutèlla:→ pinzutèllo. correva oltre i 200 km orari || agg., c’è
pizzuto:→ pinzuto. rrimasta pòca assae, pochìssema,
plaf, ideof., rumore da contatto con su- pochissima | m pòca de ròbba ce sarà |
perficie scivolosa. qué è ppóco, ma ssecuro, è cosa certa |
platàno, s.m., platano (Platanus hybrida pijjo sù sta pòca de farina | ste pò de
Brot.). nòcchje | quatrine se vedévono pòche
plenilugno, s.m., (raro) plenilunio. che gnènte, pochissimi | li sòrde ci
plònchese:→ prònchise. nn’èreno gram pòche | sò rremaste
plorale, s.m., plurale. tanto pòche || dim. pochétto, pochettino,
poddarze, avv., eventualmente, forse. puchétto: n antro ~ | rivò de llì m
pò1, pó, pòe, avv, poi: d’óra m pòe se pochétto || prov.: pòche, maledétt’e
càmbia mùseca | stanno stanno, pò ssùbbito (meglio riscuotere immediata-
vólono, alla fine | pò dice che ssò ll’al- mente i crediti) | de m pòco se campa,
tre a ffregà! (detto di un ladro notorio) | de gnènte se mòre | mèjjo póco che
e ppò e ppò!, e poi, e poi (per creare gnènte | m pò pir uno n fa mmale a
sospensione nel racconto). nnessuno.
pò2, pòco, póco, popò2, avv., poco: pòco pòccia, s.f., (raro) poppa, mammella di
che ssia, còsta sèmpre tròppo | n antro donna.
pò, ancora un po’ | bbèllo pòco!, (antifr.) poccià, v. tr., poppare: sta cratura póccia
bellissimo | te ll’hò ddétto pòco pòco m ch’è m piacére.
mijjaro de vòrte, come minimo | sta più póccio, s.m., capezzolo di vacca.
ppòco a ppiòve, tarda poco | sa dde pòco:→ pò2.
pòco, è insipido | mbrojjóne che n zè pococheppòco, avv., quanto meno: ce ne
pòco!, imbroglione di prima risma | c’è saranno ~ na diecina bbòne.
stata ch’è ppòco, poco tempo fa | a mmì pocodebbòno, s.m., individuo losco.
me fréga póco | gni ~, di tanto in tanto | poderétto, s.m., piccolo podere.
gni pòch’i ttanto, id. | da llì a ppòco, poderile, agg., poderale.
dopo poco tempo | pòc’a ppòco | m pò podóppo, avv., più tardi: e ppodóppo ce
pe vvòrta, un poco alla volta | pòco ch’è penzarémo.
ppòco, come minimo | famo m ~ per pòe:→ pò1.
òmo, ciascuno | è mmèjjo m pochétto poerino, agg., (raro) poverino.
durétta la pasta, leggermente al dente | pòggia, inter., voce gridata alle bestie per
pe ppòco n cascava da la finèstra, poco farle girare: pòggia là!
mancò che cadesse | ha ppòco ch’è poggiamano:→ appoggiamano.
ppartito, poco tempo fa | lo védo ppiù poggiapiède:→ appoggiapiède.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
464

pòggio purnéllo, s.m., top. immag.: mdd. carzóne | a la fine le se dà n’antra


è passato pi ~, le ha buscate. bbèlla ~.
pojjana, s.f., poiana (Buteo buteo L.). politézza, s.f., (raro) pulizia.
polacca, pulacca, s.f., blusa femminile, polìtica, s.f., astuzia, adulazione: ~ spòrca
che scendeva alla cintura senza | quéllo fa la ~ pe ffregatte.
stringerla || dim. polacchétta. polìtico, pulìtico, s.m., 1. personaggio
polanca, s.f., gallina giovane || dim. politico. 2. adulatore: è n ~ farzo, i-
polanchèlla. pocrita || accr. politecóne, politicóne,
polentaro, s.m., gran mangiatore di po- puliticóne.
lenta. polito, pulito, s.m., 1. superficie di terreno
polesìa, s.f., (raro) pulizia. spoglio di vegetazione. 2. campo colti-
polì, pulì, v. tr., 1. pulire: ll’ha polita la vato privo di erbacce: crésce sul ~ ||
credènza?, l’hai pulita? | me pulìscio la agg., 1. pulito: bbèllo ~ cóme no spèc-
bbócca | e qqué cch’adè? puliscétevece chjo. 2. senza grandine (detto di tempo-
l culo! (così un assassino, cui era stata rale): ll’acqua ll’ha ffatta pulita pe
consegnata la sentenza di condanna a ffortuna. 3. (fig.) squattrinato, al verde.
morte) | quanno che ppiòve, la puliscia- politrice, s.f., (rec.) macchina per pulire
rémo | ~ la vita, togliere la corteccia pavimenti.
vecchia della vite | ~ le bbudèlla, lavare pollagra, s.f., podagra: a cchi mmagnava
(del maiale macellato) | le scopine polì- na massa de cìccia li venéva la ~.
scono pòco | polimo, tòcca ~, in quanto pollagróso, agg., podagroso.
a pulire, bisogna pulire | n te polì l naso pollaro, s.m., pollaio.
su la màneca! | facévon’a ppolì ll’ame- pollastra, s.f., 1. gallina giovane. 2. (fig.,
ricane (rif. ai bombardamenti aerei in- scherz.) ragazza || pollastrèlla, (vezz.)
discriminati, a tappeto). 2. scerbare: se ragazza avvenente: che bbèlla ~!
puliscéva l grano | prima le vigne co la pollastro, pullastro, s.m., 1. pollo: si
vanga se pulìvono. 3. depurare: polisce sarèbbe fatta la pace, si li portavo du
ll’intestino ll’èrba. 4. (fig.) sconfiggere: pullastre. 2. (fig., scherz.) pomodoro
ll’hanno pulito (al gioco). 5. (fig.) divo- che si mangia verde || dim. pollastrèllo.
rare. 6. (fig.) sterminare: le pucine pollastróne, pullastróne, s.m., 1. (fig.)
ll’avìa pulite tutte la vórpe || v. rifl., pu- giuggiolone. 2. (fig.) persona ingenua.
lìscete! || ~ (a), loc. avv., tabula rasa: pollédra, pollétra, pullédra, pullétra, s.f.,
fann’a ~ | cojjémo a ~, cogliamo ogni 1. vescicola. 2. pulcesecca, grumo sot-
frutto || Forme: Ind. pres. 1 polìscio, tocutaneo di sangue formatosi per
pulìscio; 3 polisce; 4 polimo, pulimo; 6 schiacciamento o strizzatura.
polìsciono, polìscono, pulìsceno, pulì- pollédro, pollétro, pullédro, pullétro,
sciono | impf. 1 polivo; 3 puliscéva; 6 s.m., puledro di cavallo o di asina | dim.,
puliscévono, puliscìono, pulìvono | fut. polletrùccio.
1 polisciarò; 3 pulisciarà; 4 puliscia- pollése, agg., solo nel d. adè ccóme la
rémo | Imper. 2 polisce, pulisce; 5 puli- gallina ~: ha ccent’anne e ddemóstra m
scéte | P. pass. polito, pulito | Ger. mése (rif. a persona di aspetto giova-
pulènno. nile).
polita, s.f., azione di pulire: dà na ~ mal pollétra:→ pollédra.
Vocabolario
465

pollétro:→ pollédro. la vite: s’addòpra la ~ a mmano, pe ddà


pollino, pullino, s.m., pollina, sterco dei ll’acqua ramata.
polli || agg., di pollo. pómpa magna (m), loc. avv., con sfarzo.
póllo (a), loc. avv., annà ~, appollaiarsi, pompà, v. tr., 1. pompare, irrorare: ~ l ra-
di galline | t’aspètto ~!, ti aspetto al mato su la vigna. 2. (fig., gerg.) fottere.
varco, te la faccio pagare al momento pompétta, s.f., strumento con cui si fa il
opportuno || prov.: le galline se chjàp- clistere.
pono ~ (detto per mettere in guardia pompino, s.m., (triv.) fellazione, coito
qualcuno). orale praticato dalla donna.
pòlo, s.m., montone privo di corna. pompò, s.m., pompon, nappa di tessuto ||
poltrìccia:→ paltrìccia. ~ (sul), loc. avv., a) nel colmo delle
polvaróne:→ porvaróne. forze: èssa ~; b) in posizione comoda.
polverèlla (a), loc. avv., quando il suolo è poncicata, puncicata, s.f., 1. colpo dato
asciutto, col tempo sereno: seminà ~. con corpo appuntito. 2. atto di pungo-
polverétta, s.f., polline. lare: dà na ~ mal culo.
polzejjà, v. intr., pulsare, del sangue: pònfete:→ pànfete.
ll’òcchje me polzéjjono. póngolo, s.m., pungolo.
pòmese, s.m., pomex, marca di insetticida pónta, punta, s.f., 1. punta: nfocà la ~ del
per viti. passóne | ce manca na puntarèlla de
poméssa (a):→ pomésta (a). sale, manca un pizzico di sale | ~ a
pomésta (a), poméssa (a), loc. avv., al ri- llégno, attrezzo del tornaio | ~ da tacco,
paro del vento, a solatio: abbioccasse ~ bulletta per riparare tacchi di scarpe | fà
|| méttete ggió ~!, (scherz.) in posizione le punte ma lo spago pe ccucì la scarpa
prona, carponi. | pijjà na còsa pe la ~, interpretarla ne-
pomicià, v. tr., 1. levigare con pietra gativamente | ce ll’hò su la ~ de la lén-
pomice. 2. (gerg.) amoreggiare. gua | su sta ~!, (triv.) espr. per negare |
pomiciaménto, s.m., pomiciata, s.f., méttecese de ~, ostinarsi | a ppunta de
(gerg.) amoreggiamento. ggiórno, sul far del giorno. 2. cima: n
pomiciata:→ pomiciaménto. àrbero a ddu pónte. 3. vetta di monte.
pommidòro, pamidòro (raro), pommo- 4. germoglio: le punte de vitàbbia se
dòro, pummedòro, pummidòro, s.m., 1. còjjono pell’acquacòtta | ~ de pic-
pomodoro (Solanum esculentum L.): casórce | li pónte del rógo. 5. (fig.) pic-
pommidòre a ppalla | sè cóme l ~, che n colo gregge: na ~ de pèquere || m ~ m ~,
dó lo métte sta bbène || ~ sarvàteco loc. avv., all’estremità || dim. pontarèlla,
(Solanum pseudopersicum Jacq.) || dim. pontina, puntarèlla.
pomidorétto, pommidorétto, pumme- pontaròlo, s.m., ponteggiatore, operaio
dorétto, pummidorétto: sta ssèmpre m edile, che provvede alla messa in opere
mèżżo cóme l ~, di chi si immischia. 2. dei ponteggi.
(fig.) tipo di pane rotondo e piccolo, pónte: ~ trème, ~ trémele, Ponte Tremoli
rosetta. 3. (fig.) individuo stupido. di Viterbo | ~ capéllo, (ant.) ponte
pommodòro:→ pommidòro. Camillario || dim. ponticèllo, ponticéllo,
pómo, s.m., romano, peso della stadera. s.m., passerella rudimentale su corso
pómpa, s.f., pompa a zaino per solforare d’acqua.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
466

pónte ponènte, incipit di conta. mina tèrra tèrra cóme la ~ (di persona
pontellà:→ appuntellà. povera).
ponteròlo:→ puntaròlo. porcamarémma, inter., (euf.) bestemmia.
ponticéllo (l), microtop. porcamarianna, inter., (euf.) bestemmia.
pontificalétto, s.m., messa semisolenne. porcaréccia, s.f., 1. porcile costruito in
pontina, s.f., 1. punta fonografica: ~ de muratura. 2. (fig., dispr.) luogo sporco.
grammòfono. 2. bulletta da calzolaio. porcarìa, purchirìa, s.f., 1. porcheria. 2.
pónto, punto, s.m., 1. punto: métta m ~ a cerume delle orecchia.
n vistito, riparare con ago e filo | métta porcaro, s.m., porcaio || dim. porcarétto.
du pónte su na scarpa | ha ffatto m ~, pò porcastro, s.m., maiale giovane (fino ad
ccantà dda poèta (al gioco della scopa) un anno) || dim. porcastrèllo (di 4-5
| règge l ~, star sulla sua || prov.: chi nun mesi di età).
ce métte l ~, métte la pèzza | per um porchétta, s.f., maialino macellato, riem-
punto Martìn pèrze la cappa. 2. grappa pito di finocchio selvatico e varie
di ferro utilizzata dallo sprangaio, per droghe, cotto intero al forno: venardì
riparare oggetti di terracotta: pe ppia- évo cómpro la ~ ar mercato || ~ (a), loc.
cére, damme m pò ddu pónte ma sto avv., cucinato come la porchétta: le
bbacile! 3. punteggio, resa: l ~ no lo fa- patat’~.
céva, fruttava poco | la seménta st’anno porchettaro, s.m., venditore di porchetta.
ha ffatto m bèl ~, il raccolto di grano è porchétte, s.m. pl., rigurgito di vomito:
stato abbondante || ~ (m), loc. avv., in ha ffatto li ~, sto mbrïacóne, ha vomi-
punto: a mmeżżoggiórno ~ || dim. pon- tato.
tino, puntarèllo. porchétto de sant’antògno, s.m., porcel-
pontüale, pontuvale, agg., puntuale. lino di terra, aselluccio (Oniscus asellus
pontuvale:→ pontüale. L.), isopodo che si trova in luoghi
pòpa (la). sopr. umidi: l ~ se fa ssù, vène no gnomme-
pòpelo, s.m., popolo: ce lo sanno ~ e rétto.
ccommune, è a conoscenza di tutti | porcina, agg. e s.f., castagna selvatica,
abbenedice a ttutte l pòpele dil mónno l prodotta dal castagno da legname.
papa | gòde ~!, inter., (iron.) compor- porcinèlla, purcinèlla, s.f., erba spon-
tiamoci da generosi! tanea, invernale, infestante, non identi-
popò1, s.f., 1. (infant.) deiezione: è ficata.
bbravo, fa la ~ sul vasétto. 2. (infant.) porcino, purcino2, s.m., 1. castagno sel-
automobile. vatico. 2. qualità di terreno argilloso,
popò2:→ pò2. pesante da lavorare || agg., 1. di carne
popò3, inter. di ninna nanna. dal sapore di maiale: tàscio ~. 2.
popolì, s.m., popelin: l ~, n cotóne fino argilloso: tèrra porcina.
fino. pòrco: ~ grasso, maiale ingrassato,
pòrca, s.f., polca. pronto per la macellazione | ~ cinto, ma-
porcàcchja, procàcchja, s.f., porcellana iale con striscia bianca sulla groppa | ~
(Portulaca oleracea L.): la ~ vène sù a sanato (castrato) | ~ maschjo, verro |
ffòjje cóme l trifòjjo. se spanne, vène nue c’émo l ~ appiccato (la carne salata
gròssa, cammina lontano || mdd. cam- di maiale appesa ad asciugare) || agg.,
Vocabolario
467

(fig.) pessimo || imprec.: ~ Neróne! | pornellùccia, purnellùccia, s.f., frutto del


porcàccia majjala! | ~ Ggiuda! | pòrca prugnolo o prunalbo.
quéll’anculata! | pòrca mignòtta latra! | pòro:→ pòvero.
pòrca sbudellata! | pòrca mignòtta poròmo, poveròmo, s.m., poveruomo: du
pputtana! | bbeato ~! (rivolto a chi rutta poròmmene | sò ppoveròmmine |
in pubblico) || prov.: al tèmpo de pòrce poveròmmene.
se chjamàvino suspire (enunciato pórpa, s.f., 1. polpa: la ~ dell’oliva. se
quando qualcuno rutta in pubblico). dava na bbòtta a ppórpa all’olive,
pòrco de lago, s.m., carpa a specchi (Cy- quanno se facéva ll’òjjo || dà na bbòtta
prinus carpio specularis). a ppórpa e a cciància e la lassa qquél
porcoddindo, inter., (euf.) bestemmia. mò, fare un lavoro trasandato. 2.
porgante, s.m., purgante. gheriglio. 3. (fig.) terreno ricco di
porificazzióne, s.f., (raro) purificazione, humus e senza pietre, molto fertile || ~
cerimonia in cui la partoriente rientra in (a), loc. avv., in polpe, a mezza gamba:
santo. portava le carzóne ~.
pormino, purmino, s.m., (rec.) pullman di porpàccio, s.m., polpaccio.
dimensioni ridotte. pórpera, s.f., (lett.) porpora.
pormonale, agg., polmonare. pórpeto:→ pùrpeto.
pormóne, purmóne, s.m., 1. polmone: si porpétta, purpétta, s.f., 1. polpetta di
mise a strillà cun tutto l fiato chi cc’iva carne: ~ avvelenata, cibo velenoso
mal ~ | la pàmpana è l ~ de la vita. 2. usato per uccidere animali | la cam-
(fig.) bestia in pessimo stato || dispr. pestònno e fféceno ~ (di una pianta). 2.
pormonàccio. (fig.) terreno rigoglioso, fruttifero: na
pormonita, pormonite, purmonite, pur- bbèlla ~ adé.
munita, s.f., polmonite. porpettóne, s.m., polpettone.
pormonite:→ pormonita. pórpo, s.m., polipo (Octopus vulgaris
pornélla, purnélla, s.f., 1. susina: ~ a Cuvier).
ccòscia di mònica | pornélle verdac- porpóso, agg., polposo: ll’artre frutte sò
chjóne (bianche, grosse) | fiór de pporpóse.
purnélle. 2. susina selvatica: pornélle pórro, s.m., 1. pòrro (Allium porrum L.):
asinine (rosse, piccole). 3. (fig.) coito. (iron.) mó sò bbòne le pórre! (di avve-
4. (fig.) sbornia: c’ha na ~ cóme n zu- nimenti tardivi). 2. escrescenza carnosa
maro | pijjà na ~ a pparàlese. 5. (fig.) che si forma sulla pelle: m ~, legato se
bussa, colpo, percossa: lu fò ppassà pe seccava. 3. malattia delle pecore: le
ppurnélle | le cercava pròpio le pórre le scappàvono là ppe le zzinne. 4.
pornélle. 6. (fig.) membro virile di cancro del fettone degli equini.
grandi dimensioni. 7. (fig.) bestemmia. portà, purtà, v. tr., 1. portare: pòrtelo! |
8. (fig.) cosa grossa. 9. (fig.) colpo pòrtetela via! | pòrtetele di le tue! |
fragoroso. 10. (fig.) insulto grave. portàtece n litro! | pòrtemece! | pòrteme
pornellaro, s.m., venditore di susine. mèżżo litro! | portàteme! | portàccelo,
pornéllo, purnéllo, s.m., 1. susino, pru- portarglielo, portarlo loro; portarcerlo |
gno (Prunus domestica L.). 2. prugno pòrtele!, portale! | pòrtetela via! | émo
selvatico, prugnolo (Prunus spinosa L.). pòrto via l mòrto, trasportato al cimitero
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
468

| c’hò na fame che mme pòrta via, ho pòrta: ~ bbòve, n. di una porta della cinta
una fame terribile | ~ a ggrade, in muraria di Viterbo | ~ fàulle, porta Faul,
carcere, a S. Maria in Gradi| ~ ccarce- n. di una porta della cinta muraria di
rato, imprigionare | ~ la vacca al tòro, Viterbo: annam’a ~ a mmagnà l cac-
alla monta | ~ l fijjo n còllo, in grembo | cavèlle a qquattr’a qquattro (blas. pop.)
~ n fijjo a ccava-ciulla, un bambino a || dim. porticélla.
cavalcioni | ~ bbène ll’anne, apparire portaache, s.m., agoraio.
più giovane della propria reale età | portabbagajje, s.m., portabagagli.
pòrta llutto pe la sorèlla, veste di nero | portabbottijje, s.m., portabottiglie.
~ ddisgràzzia, portare sfortuna | ~ la portabbòzze, s.m., manovale edile: sò
sòma, (fig.) faticare, lavorare duro | ~ a annato a ffà l ~ a ùndec’anne.
ccapézza, tenere per la cavezza; (fig.) portacannéle, s,m., candeliere.
guidare qualcuno | pòrta vante ll’òrto pe portacénnere, s.m., posacenere.
ccasa, coltiva | la pòrta vante ll’ua, la portaciche, s.m., posacenere.
porta a maturazione (rif. al tralcio con- portafojjata, s.f., contenuto di un
tuso) | n’ha ppiovuto, l fiume pòrta portafogli: tirò ffòre na ~ de sòrde.
pòc’acqua | ògge pòrta via sto vènto | portafòjjo, s.m., portafoglio: jj’hanno
ll’acqua pòrta via, la pioggia erode il fregato l ~ sul tranve || dim. portafoj-
terreno | ~ pe mmano, guidare | le pòrta jétto.
m pianta de mano, le tiene in grande portaìnferi, s.m., (scherz.) cimitero.
considerazione | mi toccò portàccele, portamonnézze, s.m., pattumiera.
dovetti portarglieli | pòrteme rispètto! | portaòvo, s.m., (raro) portauovo.
pòrta ggiù l beveróne al cióco! sènte portasarviétta, s.m., portatovagliolo.
cóme strilla?, porta il beverone al maia- portaspése, s.m., operaio dell’azienda a-
le, non senti come grugnisce? | che jj’ha gricola, che trasportava i viveri in cam-
portato, ll’ìndia pastinaca? (cosa rara) | pagna per i braccianti.
~ a spasso l fijjo | la sa pportà la mà- portastanche, s.m., portastanghe della
chena, sa condurre l’automobile | ~ la bestia da tiro.
màchena de santa Ròsa, trasportarla portatóra, s.f., donna che ritirava a do-
sulle spalle | quanno sposàvono, la micilio il pane da cuocere al forno: la ~
dònna portava la cucina e la sala, annava pi li case a ppijjà la tàvela dil
ll’òmo nvéce la càmmara | l mi nònno pane e lu portava al fórno a ccòcia | la
ll’ha ppòrte le camice de cànepe, ha in- ~ pass’a ccommannà.
dossato le camicie di canapa tessuta a pòrtece, sm. pl., portici.
mano. 2. riferire: lu portava l giurnale || portijja, s.f., poltiglia.
portasse, v. rifl., 1. portarsi. 2. compor- portinaro, s.m., (arc.) portinaio della
tarsi: s’è ppòrto bbè || Forme: Ind. pres. porta civica.
2 pòrte; 4 portamo, portémo; 6 pòrteno, portinnèsto, s.m., soggetto dell’innesto.
pòrtono | impf. 6 portàveno, portàvono, portodarme, s.m., porto d’armi per fucile
purtàveno | perf. 1 portètte, portò; 3 da caccia.
portétte; 4 portémmo; 6 portònno, portogallaro, s.m., venditore di arance.
portòrno | fut. 1 portarò; 3 portarà | P. portogallo, portugallo, purtugallo, s.m.,
pass. pòrto | Ger. portanno. 1. arancia (Citrus sinensis Osbeck): dà-
Vocabolario
469

teme m pò ddu chile de portugalle toc- trasportato: l vino tòcca fallo posà |
catèlle! 2. melarancio (Citrus auran- quanno se pòsa, arïè ccóme pprima. 4.
tium L.) || dim. portogallétto. sostare.
portombrèlle, s.m., portaombrelli. posata: la secónna ~, la seconda sosta du-
portóne, s.m., androne, andito, ingresso. rante il trasporto della macchina di santa
portorlòggio, s.m., attrezzo in legno Rosa.
dell’orologiaio. posatura:→ pòsa.
portróna, s.f., poltrona || mdd. chi vva posèsso, s.m., possesso.
Rróma, pèrde la ~ || dim. portroncina. positaménte:→ apposetaménte.
portróne, agg., poltrone. possède, pussède, v. tr., possedere: possè-
portugallo:→ portogallo. dono na massa de tèrra | pussiède gran
pórvare:→ pórvere. tèrra.
porvarétta, s.f., sostanza medicinale in possedènte, pussidènte, s.m., grande pro-
polvere. prietario terriero || accr. possedentóne.
porvaróne, polvaróne, s.m., 1. polverone: possìbbele, pussìbbele, agg., possibile:
arzà m ~, creare confusione. 2. farinello cun tutte ll’agùrie pussìbbel’e mmag-
comune (Chenopodium album L.), erba ginàbbele.
infestante. pòsta, s.f., 1. strato di canapa scotolata in
porvaróso, agg., polveroso. una volta, pari a quattro fasci. 2. cliente
pórvere, pórvare, s.f., 1. polvere: smòve abituale: sta bbottéga c’ha pparécchje
la ~ | n’arzà ttanta ~!, non essere bo- pòste | hanno pèrzo na ~ bbòna. 3. una
rioso! 2. polvere da sparo || dim. porve- delle cinque serie di dieci elementi, che
rétta, polline || prov. chi ha ppiù compongono la corona del rosario. 4.
ppórvere, spara. luogo di sosta: te fò la ~, ti aspetto al
porverièra, s.f., polveriera. varco | le pòste dell’are èreno fisse, i
porzarago, bbonzaraco, s.m., bagolaro luoghi ove situare la trebbiatrice erano
(Celtis australis L.). determinati, sempre gli stessi || ~ (a la),
porzétto (a), loc. avv., a braccia tese: va loc. avv., in agguato: stava ~. 5. chiazza
ssù ppi la còrda ~. di calcina sottile, messa per iniziare l’in-
porzino, s.m., polsino inamidato di ca- tonacatura: fae le pòste a mmisura de
micia. règolo. 6. amministrazione postale
pórzo, s.m., 1. polso, battito ritmico: sentì (usato spec. al pl.): sta a Rróma ne le
l ~, tastare il polso. 2. parte in cui la pòste, lavora come impiegato postale.
mano si congiunge con l’avambraccio. postèma, s.f., 1. apostema, malattia che
pòsa, posatura, s.f., fondiglio di vino o di colpisce cuore e fegato. 2. (fig.) preoc-
caffè. cupazione.
posà, v. tr. e intr., posare, appoggiare, de- postìccio (a), loc. avv., in maniera disor-
positare: pòsolo m pò llì! | pòsa ll’òsso!, dinata.
fermo, non toccarlo! || posasse, v. intr. pòsto, s.m., 1. luogo: tròva sèmpre li
pron., 1. posarsi, di uccelli. 2. deposi- mèjjo pòste | sapé li pòste bbòne, cono-
tarsi: quanno l vino s’è pposato, se tra- scere i punti adatti (dove crescono per
vasa, se lèva la fèccia, se pò ppure es. funghi) | ésso m ~ de verità e io de
attappà la bbótte. 3. riposare, del vino bbucìa, lui è in paradiso ed io in questo
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
470

mondo || (scherz., infant.) lo sae l pa- Cong. pres. 1 pòsse; 2 pòssi; 3 pòzza; 6
ternòstro? va vvia dar mi ~! || ~ (a), loc. pòsseno, pòssino, pòssono, pòzzino |
avv., a) in ordine: hò mmést’~ casa | lo impf. 6 putéssero | Cond. pres. 3 pota-
métt’~, lo sistema ben bene; b) per bene, rébbe, potarèbbe | P. pass. pututo | Ger.
a modo: na dònna ~ || prov.: chi arza potènno.
culo, pèrde ~. 2. caposaldo del filare: le potèca, s.f., 1. ipoteca: ce sò li potèche. 2.
pòste appinzutate. 4. loculo cimiteriale: debito: scassà la ~.
li pòste del commune || dim. postarèllo potecà, v. tr., ipotecare.
|| dispr. postàccio. potestà, pudestà, s.m., podestà, capo del-
postrofà, v. tr., apostrofare. l’amministrazione comunale durante il
potà, v. tr., potare: ~ a ccórto, potatura po- periodo del Fascismo.
vera di gemme | ~ a llóngo, potatura potì potì, onom., verso di un uccellino,
ricca di gemme | la vita fiacca toccava che ricordava al contadino di potare la
da potall’a ccórto | (d.) se ttu vò ll’uva vite.
bbòna, pót’a ccórto | (iron.) pure le so- pòvero, pòro, pòvoro, agg., povero: m ~
mare pótano! (sulla supposta difficoltà cèco | pòro ciuco!, poverino | pòre qua-
di potare) | è n zomaro ch’ha ppotato pe trine del mi zzi Pèppe! (sul denaro spre-
pprimo. cato) | pòra ròbba nòstra! | ~ fijjo de
potata, s.f., potatura veloce: damo na ~ a matre! | m ~ cristo, un individuo sfortu-
la vigna. nato | pòre nóe! | pòro còcco! | è na pòra
potatura, s.f., (coll.) sarmenti: la ~ s’ad- dònna | pòvere vóe! | le pòre nònne, i
doprava pe ffà l fòco pe la cucina, pe miei nonni defunti | l mi pòro pa | l ~
ccasa. Checco sia bbenedétto, Dio ll’àbbia m
poté, v. intr., potere: a ppotéccela fà!, ad pace | l mi pòro fratèllo | èreno tutte pò-
avere la forza di farlo! | pòsse cecamme, vere n canna || dim. poarétto, porétto,
si n’è vvéro! | che tte pòzzino! | m potéva povarétto, poverétto, purétto: porétt’a
fà mméno de curra | tu ce pò nnà?, puoi nnue!, poveri noi! | porétt’a mmé, che
andarci? | no ne potéveno ppiù | se pòle, ssò de le scordate! | porétt’a nnóe, che
permesso? | pol’èssa ppure!, può anche ll’artre ggià cce sò! | porétte all’antre,
darsi! | n ze ne pò ppiù! | strillà a ppiù che nnóe ggià cce sémo! | porett’a mmì,
num pòzzo | no ne pònno fa mméno | nun che bbrutta pianéta che mm’è ttòcca!,
puòzzo fà dde méno di penzà | pò stà?, povero me, che brutta sorte mi è toccata!
possibile? | pò èssa, può darsi | potéc- | èromo tutte povarétte | è mmòrto po-
cela (a), loc. avv., magari || Forme: Ind. varétto | mdd. povarétte sì, ma ffrégne
pres. 1 pòzzo, puòzzo (ant.); 2 pò, pòe; 3 tante || dispr. poràccio: èremo tutte po-
pò, pòle, pòte; 4 potémo; 6 pònno | racce a qquélle tèmpe || s.m., chi non ha
impf. 2 potive; 3 potìa, potiva, putiva; 4 mezzi per vivere: qui cc’émo sèmpre n
potévemo; 5 potévete; 6 potéveno, poté- tòzzo de pane pe m povarétto | le pòvere
vono, potìono, potìveno, potìvono, putì- tante c’èreno | r baccalà èra l magnà del
veno | perf. 1 poté, potée, potì; 2 potéste; porétte | tòcca ajjutalla, è na porétta ||
3 potì; 4 potéssemo; 6 pòddero (raro), prov.: l povarétto c’ha ssèmpre tòrto.
potinno | fut. 1 potarò; 2 potarae; 3 po- poveròmo:→ poròmo.
tarà, putrà; 4 potarémo; 5 potaréte | povesia, puesia, puisia, s.f., poesia.
Vocabolario
471

povèta, puèta, puvèta, s.m., 1. poeta: pràteca, s.f., 1. pratica || prov.: vale ppiù
cantà dda ~, comporre canti all’im- la ~ che la grammàteca. 2. frequen-
provviso || dispr. povetastro. 2. (fig.) tazione: nu ll’hò m ~. 3. relazione
sognatore, che vive tra le nuvole. amorosa.
pòvoro:→ pòvero. pràteco, pràtoco, agg., pratico, che ha e-
pozzàngara, s.f., pozzanghera. sperienza e competenza in qualcosa:
pozzaròlo, s.m., 1. scavatore di pozzi. 2. nun zémo pràteche nue.
rabdomante: chjamarémo l ~ pi ttrovà praticà:→ pratecà.
ll’acqua. praticóna, s.f., guaritrice.
pozzétto, s.m., buca davanti al torchio nel pràtoco:→ pràteco.
mulino a olio. proviso:→ applàveso.
pózzo: ~ néro, fossa biologica | ~ cupo, precavozzióne, precavuzzióne, prica-
persona infida e taciturna | ~ de smòrzo, vuzzióne, s.f., precauzione.
buca in cui si spegne la calce | ~ (a), loc. precavuzzióne:→ precavozzióne.
avv., a bagno nel maceratoio. precisino, pricisino, agg., 1. curato: è
pozzofojjato, s.m., (arc.) trappola costi- ttutto ~. 2. pignolo.
tuita da un profondo buco coperto di precisióne (a), loc. avv., in orario, pun-
foglie. tualmente.
ppallottato, agg., sgualcito (di tessuto). precurà:→ prucurà.
ppannasse:→ appannasse. prèdaca:→ prèdeca.
pracca, s.f., placca. prèdeca, prèdaca, s.f., 1. predica: ògge l
pràcia, s.f., porca, striscia rilevata di terra prète ha ffatto na prèdaca lónga, che n
tra un solco e l’altro. finiva mae || dim. pridichétta. 2. (fig.)
pranzà, v. intr., pranzare: mdd. si sse discorso noioso: te métte a ffà la ~ nel-
pranza, nun ze céna, sulle difficoltà l’osterie, pure tu. 3. (fig.) paternale,
economiche. predicozzo: sènte m pò da che ppùrpito
pranzicarita, s.f., pane inzuppato nel vène la ~!
vino. predecà, pridicà, v. intr., 1. predicare:
pranzo, s.m., pranzo: ~ de copertura, predecòrno tutta la quarésema. 2. (fig.)
pranzo offerto ai muratori, una volta dilungarsi, sermonare: se métt’a ppri-
completato il tetto di una costruzione | dicà llà ppe ll’osterie.
bbòm ~! | rìvono all’ór di ~ || dim. pran- predecatóre, predicatóre, s.m., predica-
zétto | accr. pranzóne, pranzo sontuoso. tore || prov.: ~, che pprèdiche al vènto,
prata, s.m. pl., (arc.) prati. num predicà pir mì, chi bbutte l tèmpo |
pratajjòlo, s.m., prataiolo (spec. Agari- predicató, che pprèdeche ll’avvènto, m
cus campester L.). predecà pe mmé, che ppèrde tèmpo.
pratèa, sf., (citt.) platea. predecòzzo, s.m., predicozzo.
pratecà, praticà, v. tr., 1. praticare: n’arte predicatóre:→ predecatóre.
pratecata da tante pirzóne. 2. fre- preferì, v. tr., preferire || Forme: Ind. pres.
quentare: num pratecamo, ce ne stiamo 1 preferìscio; 6 preferìscheno, preferì-
appartati, riservati | nun ce praticavo | sciono.
tutta ggènte che ppràteca la campagna, pregà, v. tr., pregare: n te fà ppregà! |
tutte persone dedite all’agricoltura. pregamo Ddio de fàccela || prov.: chi
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
472

vvò l Cristo, se lo prèga | chi vvò qquì, è andato in questa direzione | ha


Ccristo, se lo prèghi; chi vvò li turchi, ppréso r mi nònno, si è sposata con mio
se ll’ammazzi. nonno | prése la malària, buscò | mdd.
prejjèra (raro):→ prighjèra. che ll’ha présa pe la strada dell’òrto?,
prème,v. tr., premere, schiacciare || v. si dice a chi passa abitualmente sul ter-
intr., stare a cuore. reno altrui | prése la proméssa pi bbòna,
prèmmio, s.m., premio: quélla vòlta sul serio | se la prènn’a mmale, si of-
ch’émo pijjato le prèmmie. fende | n c’hò ppréso mae vèrzo, non mi
prémo, agg., (ant.) primo. ci sono dedicato | ll’ha pprés’a mmóz-
premòteco:→ primòteco. zeche | ll’ha pprés’a ppizzicòtto, ce l’ha
prèmoto, s.m., tenesmo, premito; dolore con lui | ha ppréso de gattivo, di cibo o
addominale, stimoli ripetuti senza eva- bevanda che si guasta | l panno prènne
cuazione. de vècchjo, il tessuto non usato con il
premotorace, s.m., (rec.) pneumotorace. tempo manda cattivo odore | l presciutto
premuta, s.f., spremitura: llà, ddamo ha ppréso de ràncio | l vino jj’ha ppréso
ll’ùrtema ~ nel tòrchjo! de difètto | ll’òjjo avìa préso de fòrte, si
préna, agg., 1. gravida: remase ~ a la era inacidito | ha ppréso d’acéto, si è of-
prima bbòtta, fui ingravidata al primo feso | ll’òjjo prènne de sorcino (dell’olio
rapporto sessuale. 2. (fig.) gonfia di alterato per esservi affogato un topo) ||
chicchi: na spiga ~. 3. (fig.) bramosa. prènnesela, prendersela: se ll’è pprésa
prencepino, s.m., principe ereditario. còmmoda || prov.: chi sse la prése,
prencipià, principià, v. tr. e intr., iniziare: campò m mése || Forme: Ind. pres. 3
vèrzo meżżoggiórno principònno a lla- prènne | perf. 6 préseno || fut. 3 pren-
vorà || Forme: Ind. pres. 4 principamo; nerà | Ger. prennènno.
6 princìpiono | impf. 1 principae | perf. prenotasse:→ prinotasse.
6 principònno. preparà, priparà, v. tr., preparare || pre-
prencìpio, princìpio, s.m., inizio || pren- parasse, v. rifl., prepararsi, vestirsi: tu
cìpio (sul), princìpio (im), princìpio pprepàrete ntanto! | preparàmese! ||
(nil), loc. avv., a) all’inizio: sul ~ dil sè- Forme: Ind. impf. 6 preparàveno | perf.
quelo, all’inizio; b) anticamente || prov: 6 priparònno, preparòrno | P. pass. pri-
ógni ~ è dduro | quér ch’ha pprencìpio parato.
ha ffine. preputènte:→ propotènte.
prènde:→ prènne. preputènza:→ propotènza.
prènne, prènde, v. tr., prendere: la prés’a présa, s.f., 1. atto di afferrare: la ~ de le
ppètto co la gomèra de la coltrina m tanajje | na ~ pel culo, una canzonatura.
punto duro | ll’hò ppréso pel corvattino, 2. pietra lasciata sporgente sull’angolo
per il collo | ha ppréso na cipólla, è di una costruzione: la ~ pel tófo. 3. fa-
ccascato, ha inciampato, è caduto | ~ la scia di terreno coltivato: la ~ va dda m
méssa, sentir messa | ha ppréso r tristo, mètro m pòe. 4. interfilare: da n filo al-
è sempre sporco | l zomaro ll’ha ppréso l’antro, na ~ de grano, sò ddièce mètre.
la mano, non ubbidisce | la maéstra 5. presacchio, manico laterale della
ll’ha ppréso a mmarvolé | ha ppréso na falce fienaia. 6. piccola quantità || dim.
cappèlla, una fregatura | prése ggiù dda presétta.
Vocabolario
473

prèscia, s.f., fretta: c’émo aùto ~ | li métte zi tròveno mae satólle. 2. (fig.) trabic-
~ | ma quant’hae ~! | mdd. tre ppe la ~ colo; telaio di legno, da frapporre tra
e qquattro pe la paura, niente da fare | letto e coltri, nel quale si poneva un
(d.) annamo piano, che cc’hò pprèscia braciere: mettévomo l ~ mal lètto ll’in-
|| ~ (all’im), ~ (de), ~ (di), ~ (d’im), ~ vèrno. 3. (fig.) crampo al piede.
(m), loc. avv., in fretta: annà di ~, aver pretènna, pretènne, pritènne, v. intr., pre-
fretta | ndo córre tanto de ~?, così in tendere.
fretta? | l vino lo fanno all’im ~ | passà pretènne:→ pretènna.
dd’im ~ | ll’hò ffatto m ~ || prov.: chi ha pretennènte, s.m., pretendente.
pprèscia, vada piano. pretenzióne, s.f., pretensione, pretesa.
presciolata, spresciolata, s.f., cosa fatta pretina, s.f., recipiente di terracotta con-
in fretta e male. tenente il fuoco, che si metteva nel prète
presciólo, presciolóso, agg., frettoloso || per riscaldare il letto.
prov.: la gatta presciolósa fa l fijje pretino, s.m., filoclericale || agg., 1. cleri-
cèche. cale. 2. proprio del governo pontificio:
presciolóso:→ presciólo. c’èra la légge pretina.
presciutto, prisciutto, s.m., prosciutto || ti prevéde:→ prevedé.
fò llevà la séte cull’òsso dil ~!, te la fac- prevedé, prevéde, v. tr., prevedere || prov.:
cio scontare. chi nom prevéde, provvéde.
presémpio, prisémpio, avv., ad esempio. prevelèggio, privilèggio, s.m., 1. privile-
presentadarme, inter., presentatarm! gio. 2. diritto di riscuotere un com-
presentasse:→ appresentasse (vd. appre- penso.
sentà). pricavuzzióne:→ precavozzióne.
presétta, s.f., presa, cuscinetto di stoffa pricisà, v. intr., precisare.
che in cucina permette di afferrare reci- pricisaménte, avv., precisamente (in una
pienti caldi. filastr.).
presièda, v. intr., (citt.) presiedere. pricisino:→ precisino.
pressappòco, avv., all’incirca. pricisióne, s.f., precisione.
prestanza, s.f., prestito: pijjà a ~, pren- priciso, agg., preciso, esatto: si ~ cóme
dere in prestito | a qqualcuno che cc’éva n’orlòggio || ~ (de), loc. avv., con esat-
l vìzzio de chjède m ~, se dicia: mprèsta tezza: ma ~ no lo sò | si vv’ésse da dì,
mprestarèlla, se na fa na manciatèlla. mica lu sò ~.
prestaréccio, agg., che si dà in prestito. pricissióne:→ prucessióne.
prèsto, avv., 1. speditamente || prov.: fà pricurà:→ prucurà.
pprèsto e bbène, nun conviène. 2. in pricura, s.f., (arc.) procura.
giovane età: è mmòrto ~ de m malàccio pridicà:→ predecà.
|| dim. prestarèllo, piuttosto presto. prïè, s.m., (gerg.) quattrino.
pretarèllo, s.m., seminarista. prifètto, s.m., prefetto.
prète, s.m., 1. sacerdote: stà ccóme m ~, priggiato, agg., pregiato.
benissimo || dim. pretarèllo, pretino | priggiognèro, priggionièro, s.m., pri-
accr. pretóne | dispr. pretàccio || prov.: gioniero: ~ de guèrra | (infant.) ggiocà
fà qquéllo che l ~ dice e nnò qquéllo chi a ppalla priggiognèra.
ésso fa | ~, frate, mòneche e ppólle, nun priggióne, s.f., (citt.) prigione.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
474

priggionìa, s.f., prigionia: quann’è primurasse, v. intr., premurarsi.


rrivenuto da la ~. prìncepe, s.m., principe || prov.: ~ a
priggionièro:→ priggiognèro. Rróma, o ccarbonaro a la màcchja.
priggiudìzzio, s.m., (raro) pregiudizio. principia:→ prencipià.
prighjèra, prejjèra (raro), s.f., preghiera. princìpio:→ prencìpio.
prima, primma, avv., 1. prima. 2. un prinotasse, prenotasse, v. intr. pron.,
tempo: ~, le dònne cantàvono tutte le prenotarsi.
ggiórne. dó te vortave, sentéve cantà | prïolite, s.f., pleurite.
la ggènte de ~, le generazioni passate | priparà:→ preparà.
le tèmpe de ~, i tempi trascorsi | le vèc- pripòsto, agg., (raro) preposto.
chje de ~ | di ~, c’èra chi cchjamava pripotènte:→ propotènte.
pure la mùseca (ingaggiava suonatori pripotènza:→ propotènza.
per feste private) | quanno ch’èra an- priputènza:→ propotènza.
córa ~, in epoca ancora precedente | ~ ~, prisciutto:→ presciutto.
anticamente. 3. poco fa: ll’hò ncontrato priscrive, v. tr., (citt.) prescrivere ||
~. 4. piuttosto: se lo fae, ~ t’ammazzo. Forme: P. pass. priscritto.
primadetutte, avv., anzitutto. prisémpio:→ presémpio.
primaréccia, s.f. e agg., pecora primi- prisentà:→ appresentà.
para. prisènte, s.m., presente.
primaròla, agg., di un tipo di merlo: la prisèpio, s.m., presepio.
mèrla ~. prisintà:→ appresentà.
primaséra (m), loc. avv., all’imbrunire. prisintasse:→ appresentasse (vd. appre-
primaturo, agg., prematuro. sentà).
prìmisse (m), loc. avv., (raro) per prima pristabbilito, agg., prestabilito.
cosa. prisunzióne, s.f., presunzione.
primma:→ prima. pritènne:→ pretènna.
primmaverile, agg., primaverile. priuccupasse, v. intr. pron., preoccuparsi.
primo dell’anno, s.m., Capodanno. priuccupato, agg., preoccupato.
primo: sò rivato pe ~ | sèrvelo pe ~, ch’ha priuccupazzióne, s.f., preoccupazione.
pprèscia | parto m prima mattina, di privato, s.m., (ant.) cesso, latrina.
buon mattino | prime, s.m. pl., i primi privière, s.m., piviere, uccello della fa-
giorni del mese: le ~ d’aprile se fanno, miglia dei Caradridi (spec. Pluvialis
maturano || ~ (sul), prime (su li), loc. apricaria L.).
avv., dapprima, al principio. privilèggio:→ prevelèggio.
primofióre, s.m., olio di prima scelta, che priviliggiato, agg., (citt.) privilegiato.
andava al proprietario dell’oliveto. privinuto, agg., prevenuto.
primóra (m), loc. avv., di buon mattino. prizzióso, agg., prezioso.
primòteco, premòteco, primòtico, agg., prò:→ pirò.
1. precoce: le pornélle primòteche. 2. probbàbbele, agg., probabile.
mattiniero. probblèma, prubblèma, prubbrèma, s.m.,
primòtico:→ primòteco. problema.
primura, s.f., premura || ~ (de), loc. avv., procaca, s.m., 1. saccente. 2. individuo
con urgenza. altezzoso, che vuole imporsi.
Vocabolario
475

procàcchja:→ porcàcchja. Forme: Ind. pres. 1 proibbì-scio; 6


procàneco, s.m., procanico, vitigno di proibbìsciono | impf. 3 provibbìa | fut.
tipo trebbiano. 6 proibbisceranno | P. pass. proìbbeto,
procésa, s.f., aratura, larga un metro, fatta provìbbeto, pruìbbeto, pruibbito, pru-
a prevenire il propagarsi di un incendio vibbito | Ger. proibbènno.
nei campi o nei boschi. projjèttele, s.m. pl., proiettili.
procissióne:→ prucessióne. proléssa, s.f., breve cottura per ammorbi-
procòjjo, s.m., 1. addiaccio, luogo recin- dire cibi duri: dà na ~ || dim. prolessétto.
tato allo scoperto (dove i pastori ten- prolessà, v. tr., cuocere per breve tempo
gono il bestiame di notte). 2. cascinale un cibo duro: le proléssono.
di pastori. prolibbato, prulibbato, agg., prelibato:
pròda, pròva, s.f., 1. margine incolto del frutte prolibbate.
campo. 2. ciglio della strada: recòrdete prolìfeco, agg., fertile, di terreno.
de camminà m ~ m ~. 3. sponda del prolónga, s.f., prolunga: c’ha mmésto la
letto: méttese a sséde m ~ al lètto. 4. ~ davante mal carrétto.
riva: su la ~ | ma le pròde del fòsso | ~ prolongà, v. tr., prolungare: sènza ~ l di-
de la pózza | camminà m ~ al canale || scórzo, pe ttre vvòrte me disse ccosì.
pròva pròva, loc. avv., sul ciglio, sulla proméssa:→ pruméssa.
sponda: vòjjo passà ~ ~. prométta:→ prométte.
próde, pròde, s.m., giovamento, pro: te fa prométte, prométta, prumétta, prumétte,
ppròde, bbéve! || inter., prosit! v. tr., 1. promettere: ha ppromésto mar’e
produce, prudùcia, v. tr., produrre. mmónte e ppòe n’ha ddato ggnènte |
profàcola:→ bbrefàcola. ll’avìa promésso l pòsto, ma nu ll’ha
proferì, prufirì, v. tr., offrire, proporre: me vvisto mae | mdd. ~ Róm’e ttòma, far
ll’ha pproferita ésso | la casa te la pro- promesse impossibili da mantenere. 2.
ferìsciono, se la vòe || proferisse, prufi- minacciare: mdd. a cchi ddà e a cchi
risse, v. rifl., offrirsi: s’è pproferito lue pprométte, di chi picchia facilmente || v.
| annate a pproferivve! intr., lasciare intravedere la buona riu-
professóra, s.f., professoressa. scita: sto fijjo prométte bbène davéro | è
profidià, v. intr., ostinarsi nella perfidia. m bèl prato: prométte!, lascia prevedere
profittasse:→ approfittasse (vd. appro- un buon raccolto || Forme: Ind. pres. 4
fittà). promettémo | Perf. 1 prumise | P. pass.
profondetà, s.f., profondità. promésso, promésto.
profónno, prufónno, agg., profondo || promòve, v. tr., (citt.) promuovere.
sm., precipizio: quél ~ è stato arijjem- prònchese:→ prònchise.
pito più ttarde. prònchise, plònchese, prònchese, s.m.,
proggègne, s.f., (raro) progenie. (scherz.) soprabito: dó vae co sto ~? e
proggètto, s.m., progetto. llèvotolo!
proibbetivo, agg., 1. proibitivo. 2. di la- pronòspara, pronòspera, s.f., 1. perono-
voro ingrato. spora (Plasmopara viticola Berck et
proibbì, provibbì, pruvibbì, v. tr., proibi- Curtis), fungo parassita della vite. 2.
re: a ggiocà mmòrra adèra pruvibbito malattia indotta sulle piante da questo
al tèmpe dil fàscio, nell’epoca fascista || fungo. 3. (iron.) malattia umana.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
476

pronòspera:→ pronòspara. prosopèa, s.f., presunzione.


pronotà, v. tr., prenotare. prosparà, prosperà, v. intr., 1. prosperare:
prónto: l fórno è pprónto, ha raggiunto la la ggènte pròspara e llavóra. 2. crescere
temperatura giusta || inter., accomoda- rigogliosamente (rif. a vegetazione).
tevi!, il pasto è servito. prosparóso, agg., prosperoso.
propaganna, s.f., propaganda. prosperà:→ prosparà.
propagannà, v. tr., (rec.) pubblicizzare. pròspero, s.m., fiammifero di legno ||
propaggenà, appropaggenà, v. tr., pro- m’ha détto m ~!, ti pare poco?
pagginare, riprodurre per propaggine. prossemetà, s.f., prossimità.
propàggene, s.f., propaggine: la ~, se fa pròssemo, s.m. e agg., prossimo.
na bbuca lunga, se ntèrra (rif. alla vite). protègge, protèggia, prutègge, v. tr., pro-
propènzo, agg., propenso. teggere: speramo che cce proteggiarà
propiaménte, avv., propriamente. da li disgràzzie | prutèggece tu! | ce
propietà, s.f., proprietà. saranno lòro che cce prutèggeno | se
propietàrio, propretàrio, s.m., proprie- sintiva prutètto.
tario: ce ll’éveno le grande propretàrie. protèggia:→ protègge.
propina, s.f., brutta sorpresa: senterae protésa, s.f., pretesa.
che ~! pròtese (raro):→ pròsite.
pròpio, agg. e pron. poss., proprio || avv., protestasse, v. intr. pron., disfarsi.
1. proprio, precisamente: ll’hanno préso protettóra, s.f., protettrice, patrona.
~ lòro. 2. davvero: te ll’ha ddétto ~ lue? protina, s.f., (rec.) proteina.
propóne, prupóne, v. tr., proporre || prov.: protóne, s.m., plotone.
ll’òmo propóne e Ddio dispóne. pròva:→ pròda.
propotènte, preputènte, pripotènte, pru- provà, v. intr., 1. provare: pròvete a ddà
potènte, pruputènte, s.m., prepotente. na zzampata, si cc’hae còre! | mdd. a
propotènza, preputènza, pripotènza, pri- pprovà n còsta gnènte. 2. far esperienza:
putènza, s.f., prepotenza: fa le còse de tròppe tòcca provanne ne la vita! ||
~, con prepotenza | vann’avante co le Forme: Ind. perf. 6 provònno | Ger. pro-
propotènze. vanno.
propretàrio:→ propietàrio. provéda, provedé, pruvvéda, pruvvéde, v.
prorito, prulito, s.m., prurito. tr., provvedere || mdd. quarche ssanto
prosciòjje, v. tr., prosciogliere || pro- provedarà! (detto in situazione critica
sciòjjise, v. rifl., rompere un accordo. per esprimere fiducia) | l Zignóre pro-
prosciojjiménto, s.m., 1. prosciogli- vedarà | l Zignóre ce provéda! n c’émo
mento. 2. (arc.) diploma scolastico: ha gnènte (la donna al mendicante) || prov.:
ppréso l ~ de quinta. sant’Anna, provéde e mmanna (sulla
prosciugasse, v. rifl., asciugarsi, rif. a santa come protettrice delle puerpere e
canapa. dei neonati; rif. alla nascita dei figli) ||
pròsete:→ pròsite. provedésse, pruvvedésse, v. rifl., prov-
pròsite, pròsete, pròtese (raro), inter., vedersi || Forme: Ind. pres. 3 provéde; 6
prosit!: (scherz.) salute, pròsite, fa- provédono | impf. 3 provedéva | fut. 3
voriscét’e ggràzzie! provedarà, provederà | Cong. pres. 3
prosomìa, s.f., fisionomia. provéda.
Vocabolario
477

provedé:→ provéda. prucramà:→ pruclamà.


provedènza, providènza1, pruvedènza, prucurà, precurà, pricurà, v. tr., 1. procu-
pruvidènza, pruvidènzia, pruvvidènza, rare. 2. pulire, preparare: le bbótte ggià
s.f., 1. divina provvidenza. 2. (fig.) be- ll’avémo precurate. 3. accudire. 4. colti-
nessere, abbondanza di mezzi eco- vare.
nomici. 3. (fig.) cibo. prude, v. intr., prudere, dar prurito: le me
provediménto, pruvidiménto, s.m., prude!, quanto mi prude!
provvedimento: ce se pijjava prove- prudènza: (prov.) la ~ nun è mmae
diménte. tròppa | chi ha ppiù pprudènza, ll’ad-
provènna, pruvènna, s.f., 1. profenda, dòpre.
razione di foraggio: me tòcca portà ssù prudótto, s.m., prodotto.
la ~ al zumaro. tòcca ddajje la ~, ch’adè prudùcia:→ produce.
óra. 2. (fig.) raccolto agricolo: ce fiorì- pruduzzióne, s.f., produzione: vinnivo l
sceno le provènne. 3. (fig.) vettovaglie. vino di ~ pròpia.
provenuto, agg., prevenuto. prufanà, v. tr., profanare.
provèrbio, pruvèbbio, s.m. proverbio: prufessà, v. tr., professare.
(prov.) l ~ nu sbajja mae | le provèrbie prufessóre, s.m., professore.
c’hanno sèmpre raggióne. prufèta, s.m., profeta.
provìbbeto, agg., infido: sta ttènto che pruffèrlo, s.m., profferlo.
qquéllo è ~, te fréga. prufirì:→ proferì.
provibbì:→ proibbì. prufirisse:→ proferisse (vd. proferì).
provibbizióne, s.f., proibizione, divieto. prufissióne, s.f., professione: adèra n
providènza1:→ provedènza. cantóre guase de ~.
providènza2, s.f., previdenza: hò dda fà prufónno:→ profónno.
la domann’a la ~ sociale. prufumato, agg., profumato.
provisòrio, agg., provvisorio. prufumo, s.m., profumo.
provista, pruvista, s.f., provvista. pruggètto, s.m., progetto.
prrà, inter., verso per scacciare il maiale. prugramma, s.m., programma.
prùbbeco:→ pùbbreco. prugrèsso, s.m., progresso: tròppo ~ émo
prubblèma:→ probblèma. fatto, n ve sa?, non vi pare?
prubbrèma:→ probblèma. prulibbato:→ prolibbato.
prucessióne, pricissióne, procissióne, prulito:→ prorito.
prucissióne, s.f., 1. processione: è scap- pruméssa, s.f., promessa: (prov.) gni ~ è
pata la ~?, è uscita dalla chiesa? || n débbito.
prov.: la ~ nda do scappa arïentra. 2. prumétta:→ prométte.
sfilata: na ~ de sumare adèra, a ccenti- prumétte:→ prométte.
nara. prunòsteco, s.m., (raro) pronostico.
prucèsso, s.m., processo: accusì mi man- prupagà, v. tr., propagare.
nate sótto ~ | li fanno l ~. prupaganna:→ propaganna.
prucisbana, s.f., prostituta: fijja de na ~, prupènzo, agg., propenso.
ti fò n culo cóme n’óra di nòtte! prupóne:→ propóne.
prucissióne:→ prucessióne. prupòsta, s.f., proposta: li féceno sta ~ di
pruclamà, prucramà, v. tr., proclamare. vénnela.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
478

prupotènte:→ propotènte. pudestà:→ potestà.


prupprù, inter., (infant.) verso del ca- puesia:→ povesia.
vallo. puèta:→ povèta.
pruputènte:→ propotènte. pugnétta, s.f., 1. guancialetto per affer-
pruseguì, v. intr., proseguire || Forme: rare il ferro da stiro caldo. 2. (fig.) ma-
Ind. perf. 1 prusiguì | Ger. pruseguènno. sturbazione maschile. 3. (fig.) azione
prussiano (l), sopr. senza rilievo.
prutègge:→ protègge. pugno (m), loc. avv., in pugno, in mano:
prutèsta, s.f., protesta. stave le mése cu la farce ~.
prutestà, v. intr., protestare. puì, s.m., 1. assiolo (?) (Otus scops L.). 2.
prutettóre, s.m., protettore. (fig.) chi osserva guardingo.
prutezzióne:→ prutizzióne. puisia:→ povesia.
prutizzióne, prutezzióne, s.f., protezione. pujja, s.f., puglia, posta in gioco.
pruu, voce per scacciare il maiale. pujjéllo, s.m., contenuto di una mano: m
pruvèbbio:→ provèrbio. ~ de grano | se métteva m ~ pe vvite de
pruvedènza:→ provedènza. stàbbio || dim. pujjellétto.
pruvènna:→ provènna. pula, s.f., 1. polvere rimasta in fondo ai
pruvibbì:→ proibbì. sacchi di cereali. 2. residui della scoto-
pruvidènza:→ provedènza. latura della canapa. 3. laniccio, lanug-
pruvidènzia:→ provedènza. gine che si forma sotto mobili o nelle
pruvidiménto:→ provediménto. tasche.
pruvisoriaménte, avv., provvisoria- pulacca:→ polacca.
mente. pulènna, s.f., polenta.
pruvista:→ provista. pulì:→ polì.
pruvvéda:→ provéda. politico:→ polìtico.
pruvvéde:→ provéda. pulito:→ polito.
pruvvedésse:→ provedésse (vd. pro- pulizzia, s.f., polizia: l zu fijjo sta ssu la ~,
véda). è membro del corpo di Pubblica Si-
pruvvidènza:→ provedènza. curezza.
pùbbleco:→ pùbbreco. pulizziòtto, s.m., agente di Pubblica Si-
pùbbreco, prùbbeco, pùbbleco, pùbbrico, curezza.
s.m., pubblico: se tròva ar ~, lavora in pullastro:→ pollastro.
un pubblico esercizio || agg., pubblico: pullastróne:→ pollastróne.
mall’uffice pùbbrice | le lòche pùbbrece. pullédra:→ pollédra.
pùbbrico:→ pùbbreco. pullédro:→ pollédro.
pùccia, s.f., bambola. pullétra:→ pollédra.
pucciottata, s.f., sciocchezza. pullétro:→ pollédro.
pucciottéllo, s.m., pupazzetto di gesso. pullino:→ pollino.
pucciòtto, s.m., 1. bamboccio, fantoccio. pullòvere, s.m., (rec.) pullover: nfìlete l ~
2. figura: le carte cul pucciòtte, granne ch’è ffréddo!
cóme l fazzolétte, le banconote. 3. (fig.) pulma, pùlmane, purma, s.m., pullman:
uomo che si comporta con leggerezza: vanno via m pulma.
nun fa l ~! pùlmane:→ pulma.
Vocabolario
479

pum pà, loc. avv., a) velocemente, im- rame | ce vorrà m ~ sótt’al carrétto.
mediatamente; b) senza esitazione, con punteròlo:→ puntaròlo.
risolutezza: rigà, si ss’ha dda fà, è puntijjo, s.m., puntiglio.
mmèjjo a ffallo ~, e n ze ne parla ppiù | puntijjóso, agg., puntiglioso.
a ésso li piace de fà le còse ~. puntinato, agg., punteggiato.
pummedòro:→ pommidòro. punto:→ pónto.
pummidorata, s.f., 1. colpo inferto lan- puntombianco (de), loc. avv., improvvi-
ciando un pomodoro. 2. mangiata di po- samente.
modori. puntóne, s.m., 1. porzione di campo. 2.
pumidoréto, s.m., pomodoraio, campo sporgenza della roccia || dim. punton-
coltivato a pomodori. cèllo, puntuncéllo, piccola porzione di
pummidòro:→ pommidòro. orto: m ~, na strìscia mellaggiù man
pumpière, s.m., pompiere. quél cantóne, na pròda do ce sò ppòche
pumpurumpara, pumpurumpare, incipit piante.
e chiusa rimata di filastr. infant. puntura, s.f., dolore pleurico, polmonare
pumpurumpare:→ pumpurumpara. che si presenta come fitta.
puncétto, s.m., attrezzo rotondo di ferro, puolmóne, s.m., (arc.) persona inetta,
a punta quadra, per il lavoro di cavatore pusillanime.
di pietra. pupa1, s.f., 1. bambina, ragazza: (iron.)
puncicà, v. tr., 1. pungolare. 2. accoltel- pare la ~ sul cémpano (di donna ag-
lare. 3. (fig.) punzecchiare con motti ghindata, che si dà delle arie) | me pare
pungenti || puncicasse, v. rifl., pungersi. l bicchjère di la ~ (di piccole dimen-
puncicata:→ poncicata. sioni). 2. (fig.) marza. 3. (fig.) bambola,
pùnfete:→ pìnfete. pupattola (di stoffa) || dim. pupétta |
punta:→ pónta. accr. pupóna.
puntarèlle, s.f. pl., germogli di una varie- pupa2, santa immag., protettrice dei bam-
tà di cicoria chiamata catalogna spigata. bini.
puntaròlo, ponteròlo, punteròlo, s.m., 1. pupazza, s.f., bambola, pupattola (di
punta del voltorecchio. 2. utensile del stoffa) || dim. pupazzétta || mannàggia
falegname per praticare fori. 3. punte- la ~! (imprec.).
ruolo del calzolaio e del maniscalco. 4. pupétto, s.m., germoglio dell’olivo.
(fig.) mosca olearia, insetto parassita pupo: dim. puparèllo, pupétto.
dell’olivo (Bactrocera oleae Gmelin). pùppela:→ pùppeta.
puntata, s.f., 1. fitta intercostale: hò ntéso pùppeta, pùppela, pùppita, s.f., 1. upupa
na ~ meqquì. 2. impuntatura, dell’asino (Upupa epops L.). 2. (fig.) donna affet-
che pianta le zampe anteriori rifiutan- tata.
dosi di proseguire. pùppita:→ pùppeta.
punteggià, v. tr., impuntire una coperta puppurrì, s.m., pot-pourri.
imbottita. pupù, s.f., (infant.) cacca, deiezione.
puntellétto, sopr. pupulazzióne, s.f., popolazione.
puntéllo, s.m., 1. appoggio che sostiene pura, cong., pure, anche: ~ mèjjo!
una mensola. 2. sostegno accessorio: le purce:→ pùrcia.
puntélle se méttono, se ssò bbasse le purchirìa:→ porcarìa.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
480

pùrcia, purce, s.f., pulce (Pulex irritans sènte da che ppùrpeto vène la prèdaca!
L.): le purce pò n ze ne parla quante ce purpétta:→ porpétta.
nn’èreno! | métte na ~ nell’orécchjo | na pùrpito:→ pùrpeto.
pùrcia che cc’ha la tósse, chi dice scioc- purtà:→ portà.
chezze | métte li purc’a mmòllo, purtière, s.m., portiere.
provvede a se stesso, cura il proprio in- purtóne, s.m., portone || dim. purtoncino.
teresse | va mmétta le purce a mmòllo!, purtugallo:→ portogallo.
vattene! || prov.: tutte le purce c’hanno purzèlla, s.f., (lett.) pulsella.
la tóssa. pussa via, passa via, inter., 1. voce per
purcinara, s.f., pulcinaio, luogo dove si scacciare un cane. 2. (dispr.) espr. di fa-
allevano pulcini. stidio, rif. a cosa o persona: chi? annà
purcinèlla:→ porcinèlla. co qquéllo? ~! | ll’acquacòtta num me
purcino1, s.m., 1. pulcino || dim. purci- piace pe gnènte, ~! | l palazzo scarco e
nèllo. 2. (fig.) macchietta, primo indizio ppussa via | ~, cane rognóso!
di imputridimento di un frutto: sta péra pusse, s.m., pus.
c’ha l ~ | la castagna, la mélla, la patata pussède:→ possède.
c’hanno l ~. 3. (fig.) baco della frutta || pussedènza, pussidènza, s.f., bene che
agg., di una varietà di pera. costituisce l’oggetto del possesso.
purcino2:→ porcino. pussìbbele:→ possìbbele.
purcióne, s.m., 1. tripide dell’olivo (Lio- pussibbeletà, s.f., possibilità.
thrips oleae), insetto parassita degli pussidènte:→ possedènte.
olivi. 2. afide o pidocchio delle piante, pussidènza:→ pussedènza.
che aggredisce i germogli di piante e or- putènte, agg., potente.
taggi. putènza, s.f., potenza.
purcióso, agg., pulcioso, pieno di pulci. putimpala, onom., verso dell’uccellino,
purga, s.f., bastonatura. che annuncia l’inizio dei lavori di pota-
purgà, v. tr., 1. purgare. 2. (fig.) picchiare. tura e palizzamento delle viti.
3. (fig.) punire: che Ddio te purghe! puttàfia, s.f., (euf.) puttana: bbrutte fijje
purìcchjo (a):→ purìccio (a). di pputtàfie! | mannàggia la ~! (im-
purìccio (a), purìcchjo (a), loc. avv., a) di prec.).
traverso: pòrta l cappèllo ~; b) penzo- puttanàggene, s.f., comportamento da
loni, della maniera di fumare il sigaro. meretrice.
purìfica (la), sopr. puttanata, s.f., 1. azione disonesta. 2.
purma:→ pulma. cosa senza valore, ridicola.
purmino:→ pormino. puttanicìzzia, s.f., comportamento da
purmòne:→ pormóne. meretrice.
purmonite:→ pormonita. puttano, agg., (dispr.) eccessivo, terribile:
purmunita:→ pormonita. adè n fréddo ~.
purnélla:→ pornélla. puvèta:→ povèta.
purnéllo:→ pornéllo. puzza: sènte na ~ che la cìccia va mmale
purnellùccia:→ pornellùccia. | da la ~ se cascava | che ppuzza de
purnografia, s.f., (raro) pornografia. bbruciatìccio! | na ~ che tte fa bbuttà
pùrpeto, pórpeto, pùrpito, s.m., pulpito: ffòra | manco la ~, nemmeno per sogno;
Vocabolario
481

proprio niente | n c’è rrimasta ppiù tóne, avere aspetto di omosessuale ||


mmanco la ~ | quelue nun dà ne ppuzza Forme: Ind. pres. 6 pùzzono.
ne odóre, è un tipo tranquillo | c’ha la ~ puzzétta, s.f., 1. tanfo leggero. 2. (infant.)
sótto l naso, è altezzoso. peto silenzioso. 3. (fig.) persona
puzzà, v. intr., puzzare: sto conijjo puzza mediocre, dappoco.
de ventrino | le puzza l fiato de vino | puzzicchjà, v. intr., emanare leggero
(fig.) li puzza l fiato, fa l paino, si dà arie puzzo: sto pésce puzzìcchja, è avariato.
| puzza ch’appèsta | puzza ch’accòra | puzzo, s.m., (raro) pus.
puzza quanto na mmèrda al zóle | puz- puzzolana, s.f., 1. pozzolana. 2. essere
zàveno cóme na càntera | puzza da m immag. (in rima in una conta).
mijjo lontano | pùzzono de sudóre | me puzzolanésco, agg., pozzolanico.
sa che ttu ppuzze, nascondi qualcosa | puzzolósa, s.f., n. di una vasca per la ma-
puzza ncóra de latte, è ancora inesperto cerazione della canapa.
| li puzza l campà, si mette nei guai | puzzolóso, s.m., 1. porcaccione. 2. puz-
puzza de carcagno de frate | ~ d’ace- zolente. 3. (fig.) immorale.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
482

qua, ca, quae (raro), avv., qua: ~ pper vì- quajjo, s.m., caglio, presame: se métte l
colo, in questo vicolo | qua ddrénto, qua ~ d’abbàcchjo sfatto ggiù pe ffà l càcio.
dentro | qua mmèżżo, qui in mezzo | ~ quajjòtto, s.m., piccolo della quaglia.
ntórno | n qua e llà, qua e là | qua dde qualèra, quarèla, s.f., querela giudiziaria:
qqui, in questi paraggi | vène ~! | pòrta e nun vulìa damme ~, stu strónzo?
ccà la céna! | diqquà, deccà, di qua: sta qualetà, s.f., qualità.
ppiù ddillà che ddiqquà, in fin di vita | qualo, pron. e agg., quale: dimme quala
diqquaggiù, quaggiù: àbbita ~ | diq- vòe de ste du mélle.
quassù, quassù. qualùnqua, quelùnqua, agg. indef. f.
quacquà, onom., verso dell’oca. sing., qualunque: ~ casa | qualunqu’an-
quadrèllo, s.m., 1. attrezzo del funaio. 2. tra fijja.
attrezzo dell’orologiaio. 3. varietà di qualùnque, pron. indef., chiunque.
salce, erba palustre. quanno, avv., quando: se tornava quan-
quadrìcio, inter., voce per dire che si n’èra nòtte la séra | ~ ve pare, potéte
hanno ancora quattro carte dello stesso venì | n ze sa qquanno | ~ c’annate al-
seme in mano (al gioco di tressette). lóra? | chissà qquanno | da ~ n qua se fa
quadrifòjjo, s.m., quadrifoglio. ccosì? | quann’è stato quéll’artra mat-
quadrijja:→ quatriglia. tina, émo dovuto annà a llavorà | ~ ch’è
quadrucce, s.m. pl., quadrucci, tipo di stato l giórno de Natale | ~ mae!,
pasta casalinga per minestra in brodo. quando mai! | pòe pijjallo quann’è, in
quae (raro):→ qua. qualunque occasione, al momento op-
quajjà, v. intr., 1. cagliare, fare grumoli: l portuno | ~ pure lo facésse, n fa gnènte,
latte co m moménto quajja. 2. (fig.) con- seppure || de quann’in ~, n ~ n ~, loc.
cludere: a la fine ha qquajjato | allóra avv., talvolta.
quann’è che sse quajja? 3. (fig.) met- quantetà, s.f., quantità.
tersi d’accordo. 4. (fig.) garbare: mica quanto, pron., quanto: ~ te ce vòle mae?
me quajja tanto, sapé || quajjasse, v. | ~ stae?, quanto tempo impieghi? | a
intr. pron., 1. coagularsi per effetto del qquanto stanno?, quale punteggio
caglio. 2. accagliarsi del latte inacidito. hanno raggiunto? | ~ vòe?, che prezzo
quajja1, s.f., quaglia (Coturnix coturnix chiedi? | ce sò mmòrte pure co la
L.): sentarae la ~ cantà, la pagherai. malària, e qquante! || agg.: n ze sà
quajja2, s.f., 1. deiezione semiliquida di quante grégne, moltissimi covoni | la
vacca: hò cciaccato na ~. 2. deiezione ròbba c’è qquanta tu ne vòe | quante
umana: chjappe le quajje a ffèrmo | ha ggiórne sò ch’è ppartito? || avv., 1.
ppijjato na ~ a ffèrmo, ha calpestato una come: gnorante quant’e tté! | lo véde ~
deiezione. sèe?, come sei cattivo? | sarà ~ de qqui
quajjato, agg., impazzato: l latte ~ pòe a llì | è rrovinato quant’e pprima. 2.
devènta cròsta. quando ad un tratto: ~ cascò pe ttèrra
Vocabolario
483

mòrto | ~ lo védo rivà | éva da venì a quarcuno:→ quarcheduno.


ccasa, ~ nvéce lo pòrtono carcerato || quarèla:→ qualèra.
quant’è vvéro Ddio! | n quant’a mmé, quarelà, v. tr., querelare.
da parte mia | quant’a qqué, in quanto a quarésema, s.f., 1. quaresima: si lungo
questo | pe qquanto sia | pe qquanto, quanto la ~. 2. (fig.) dispiacere: hò
nun ce crédo, anche se, pur tuttavia | ncóntro più qquaréseme chi ccarnivale
quant’e gnènte che lo fae | ~ lo tajje, ne la vita. 3. (fig., coll.) n. sostitutivo o
non c’è che da tagliarlo || da quant’hà, gergale per i sost. bambini o bambino:
loc. avv., da molto tempo: da quant’ha lassamo annà, sta attènte chi cc’è la ~
pporétta ch’è vvédova. (invito ad evitare espressioni od argo-
quarantana, s.f., 1. quarantena. 2. peri- menti osceni o scabrosi, in presenza di
odo di tempo bello o brutto della durata bambini).
di quaranta giorni a partire dal due quarménte, cong., qualora.
dicembre, ricorrenza di santa Viviana. quarta, s.f., 1. misura per aridi, pari a
quarantino, agg., di legume che matura circa 60 kg. 2. misura agraria di super-
in quaranta giorni: rape quarantine. ficie, pari a 50 are.
quarantóre, s.f. pl., devozione religiosa. quartaròla, s.f., (arc.) misura per aridi.
quarantòtto, s.m., conteggio a scopa. quartaroncèllo, s.m., recipiente di terra-
quarche, agg. indef., qualche: fa cotta con manico, della capienza di un
qquarche ddanno, l fijjo | quarch’artra litro e mezzo || quartaroncellétto.
còsa | ~ ggiórno all’altro lo bbéccono, quartaróne, s.m., quartaro, boccale di
un bel giorno | se tròvono ~ ppòche, terracotta della capienza di circa 8 litri,
soltanto alcuni | da ~ pparte sar’annato usato nelle osterie per attingere vino
| ~ ssordarèllo mésso da parte ce ll’ha || dalla botte.
avv., circa: ~ vvénte o trènta chile le quarte farze, s.m. pl., difetto dello zoc-
pesàvono | n’ammazzàrono ~ qquìndece colo del cavallo, correggibile con dif-
o sédece de bbeccacce. ferente ferratura.
quarcheccòsa:→ quarcòsa. quarte, s.m. pl., quarti della ruota.
quarcheduno, quarchiduno, quarcuno, quartière, s.m., parte della bardella.
pron. indef., qualcuno: me sa ch’ha quartijjo, s.m., quartiglio, gioco alle
bbussato quarcheduno | se sènte quar- carte.
cuno, ma n’è nnessuno | quarcun antro, quarto, s.m., 1. misura equivalente a un
quarchedun antro, quarchidun antro. quarto di litro di vino || dim. quartino.
quarchevvòrta, avv., talvolta. 2. appezzamento di terreno. 3. prima ed
quarchiduno:→ quarcheduno. ultima fase lunare: la luna ha ffatto l ~
quarcòsa, quarcheccòsa, pron. indef., || ~ (de), loc. avv., a) di lato, su un
qualcosa: sèe quarcheccòsa!, sei terri- fianco: quanto sò ccascato ~; b) di
bile (a bambino discolo) | pésa n quin- schianto || ~ (a), loc. avv., in colonìa,
tale e qquarcheccòsa, e oltre | capitò ricevendo la quarta parte del raccolto:
qquarcòsa de pèggio || quarcos’artro, sta ~.
quarcos’antro, qualcos’altro || dim. quartùccio, s.m., misura per aridi, pari a
quarcosétta: farà ppure ~ de ppiù, pe- 15 kg.
serà anche un po’ di più. quarvòrta, cong., qualvolta.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
484

quarzìase:→ quarzìese. quattòrdice:→ quattòrdece.


quarzìese, quarzìase, quarzìesi, pron. e quattro: jje n’hò ddétte ~, pròpio cóme
agg. indef., qualsiasi: na perzóna ~ | me la sentivo || magnà a qquattro ga-
potéva èsse uno ~. nasse, a crepapelle | chiapp. “~ e ttré
quarzìesi:→ quarzìese. ssètte, e una òtto” “ògge n ce ll’hò e
quase:→ guase. ddomane te le pòrto” (al gioco della
quatèrna: vezz. quaternùccia. scopa) | quattr’e qquattr’òtto (n), loc.
quatrante, s.m., quadrante. avv., alla svelta, prontamente: ~ lo si-
quatrato, s.m., quadrato: quattro dóghe stemamo || prov.: nun ze dice ~, si nun è
fissate n ~. ddrénto l zacco.
quatrèllo, quatréllo, s.m., 1. mattonella quattròcchi, quattròcchje, s.m., 1. per-
quadrata. 2. arnese del funaio. 3. parti- sona con occhiali da vista. 2. miope. 3.
colare del carro agricolo. dagli occhi grossi e sporgenti || ~ (a),
quatrìcola:→ gradìcola. loc. avv., in segreto: ne parlamo ~.
quatrìglia, quadrijja, s.f., quadriglia. quattròcchje:→ quattròcchi.
quatrìgola:→ gradìcola. quattróra, s.f. pl., funzione religiosa.
quatrinaro, quatrinóso, s.m., quattrinaio. qué1, quésto, pron. dimostr., questo: e
quatrino, s.m., 1. quattrino: fa bballà ssu qqué cch’adèra? | quésto e gnènte sò
n ~ | nun vale n ~. 2. denaro: pènza sólo pparènte | ll’ha ddétto quésta, l’ha detto
ar dio ~ | abbasta che l ~ ggira, che il la donna qui presente | sò state quéste a
denaro circoli || quatrine, s.m. pl., soldi, ffallo | ha ffatto de quésto (per indicare
denaro: l ~ se vedéveno pòche che con gesto un movimento) | pe qquésto n
gnènte | le ~ n c’èrono, chi tte le dava? ze trovava, per questo motivo | ce man-
| le ~ de carta, le banconote | mannàg- cava pure qué! | fa dde qué la scalata, la
gia l ~ e cchi n cell’ha! | ce ll’hae l ~ n scalinata sale in questa direzione | ce
zaccòccia? | ggiocà dde ~, giocare d’az- vònno qué, sènza ~ n ze fa gnènte, oc-
zardo | (d.) l ~ mica le càcono le nóttele, corrono soldi (enunciato con un gesto
non piovono dal cielo || prov.: l ~ màn- della mano) | e qqué adè la mi furtuna |
neno ll’acqua pe ll’inzù | li ~ dell’avaro e qqué ddavéro! | quant’a qqué, sémo
se li gòde lo sciampagnóne | chi cc’ha d’accòrdo, quanto a ciò | èra arta tutto
qquatrine, fa qquatrine | l ~ sò ddel ~, fin qui | quésta qquì de settimana ||
diàvolo | l ~ m bàstono mae | ~ tira ~ | agg. dimostr.: martedì qqué, della setti-
chi cc’ha l ~, mòre a ccòllo storto | chi mana corrente | dòppo ll’ùrtima guèrra
n c’ha qquatrine, nun àbbia vòjje | l ~ sò quésta, la seconda guerra mondiale |
ccóme li dolóri: chi cce ll’ha se li tène. sàbboto quésto c’annamo (della setti-
quatrinóso:→ quatrinaro. mana corrente) | quésto qqui, quésta
quatro, s.m., 1. quadro || dim. quatrùccio. qqui, quéste qqui, proprio questo, que-
2. bacheca: l ~ cul nùmmere chi sta, queste, questi || Forme: f. sing. qué-
vvincéveno. sta, qué; m. e f. pl. quéste, qué.
quattòrdece, quattòrdice, num. card., qué2, pron. dimostr., costui.
quattordici || prov.: chi dde ~ nun fà, quél:→ quéllo.
pijja la còrda e vvall’appiccà (sul rag- quelèe, quelève (arc.), pron. indef., colei.
giungimento dell’età del giudizio). quelève (arc.):→ quelèe.
Vocabolario
485

quelladò, inter., per chiamare una donna, questèe, questève (arc.), questéve (arc.),
di cui si ignora il nome. pron. dimostr., costei: questève si nu la
quellò, inter., per chiamare un uomo, di smétte, me vòta la màjjene.
cui si ignora il nome. questève (arc.):→ questèe.
quéllo, quél, quér, pron. dimostr., quello: questionà, v. intr., 1. discutere. 2. litigare:
ste piante tròppo sò mmèjjo de quélle | ha qquestionato co ttutte.
suppergiù sèmpre quélla, la stessa | quér questióne, s.f., lite: stava n ~ co la mójje.
che ffanno fanno | fa ccóme qquéllo, quésto:→ qué1.
prima lo vòle pòe no lo pijja | nun fà questóra (a), cong., dal momento che: ~
cóme qquéllo, che pparte sènza salutà | che sdivigna, se véde ch’ha ffatto.
ce sò dde quélle che lo màgnono l tà- questòro, pron. dimostr., costoro: ~ de
scio, alcuni consumano anche la carne Mecotórzo.
di tasso | quélle de casa tua, i tuoi fa- quèstre, agg., equestre.
miliari | quéll’antre, quegli altri | pe questue, questuve (arc.), pron. dimostr.,
qquéllo èra fòrte, per quel motivo || agg. costui.
dimostr.: quél, quér, quéllo: quéle questuve (arc.):→ questue.
ggènte de fòre | a qquél mò, n quér quèto, chjèto (raro), agg., quieto: li piace
mòdo, in quella maniera | quér zumaro | l ~ vive.
quéllo strónzo è stato | la guèrra quélla qui, chi2, avv., qui: ~ dda nóe, ~ dda nue
| a qquélle tèmpe, quélle tèmpe, a | parte de cchì | quéste cchi ssótto, le
qquéle tèmpe, de quéle tèmpe, a quei mie vicine | quésta cchine | arivène de
tempi | su qquélle pògge | co qquéll’òc- qqui a m mése, tra un mese || ddeqquì,
chje bbèlle | quélle sordate | pure quél- ddecchì, diqquì, di qui: è ~, è un nostro
l’anemalétte facìveno còmmedo | n compaesano | laddeqquì, laddecchì, da
quélle moménte una nu la tròva la queste parti, nelle vicinanze || quippe-
ròbba, éte capito | tutte quél pallóne | qquì, quipperquì, in questo istante | de
c’évo quel du libbrétte || Forme: f. sing. qqui m pò, tra poco.
quélla, (arc.) quilla, quéla; pl. m. e f. quìjjo:→ guìjjo.
quélle, quéle, quéll’, qué, quél. quilìbbrio, s.m., equilibrio.
quelòro, pron. dimostr., coloro: ll’ha quìndece, quìnnece, num. card., quindici.
viste ~? quìnnece:→ quìndece.
quelue, queluve (arc.), pron. dimostr., quinnicina, s.f., quindicina.
colui: chi lo vorrà ssentì ~ quanno lo quintalata, s.f., circa un quintale.
sa! quintijjo, s.m., quintiglio, gioco di carte
quelùnqua:→ qualùnqua. in cinque.
queluve (arc.)→ quelue. quinto, s.m., (arc.) misura di vino, quinta
quentale, s.m., quintale. parte di un litro || dim. quintino.
quér:→ quéllo. quintùrtemo, agg., quintultimo.
querciòla, s.f., camedrio o erba querciòla quipaggiato, agg., equipaggiato.
(Teucrium chamaedrys L.). Colta in quizze, s.m., (rec.) quiz.
luglio, viene mangiata per stimolare quómpeto (arc.):→ còmpeto.
l’appetito.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
486

r, l1, art.det. m. sing., il: l zappastro | l raccommannata, raccomannata, s.f., let-


cane | me ll’ha llasso l nònno, mio tera raccomandata.
nonno | l tata ll’ha mmenato, suo padre raccommannazzióne, s.f., raccoman-
l’ha picchiato | l mi zzio | l zio de la mi dazione.
mà | annam’a vvisità r zepórcro | l raccontà, areccontà, ariccontà, riccontà,
panónto | r fórno | cavà r zàngue. v. tr., 1. raccontare. 2. (fig.) riferire:
rabbàrboro, s.m., rabarbaro. quéllo va ssù, ll’ariccónta gnicòsa pe
ràbbia: me fa vvenì rràbbia a ssintillo | ffil’e ppe sségno || prov.: fino che ss’a-
ha ~? róseca la vitàbbia! | me potésse riccónta, va ssèmpre bbène || Forme:
magnà l fijje pe rràbbia, si nun è vvéro! Ind. pres. 3 ariccónta, riccónta; 6 aric-
rabbiétte, s.f. pl., (infant.) capricci: l fijjo cónteno, riccónteno | impf. 3 ariccon-
fa le ~. tava; 6 raccontàvono | fut. 1 aric-
rabbino:→ arrabbino. contarò | Ger. raccontanno.
rabbonisse, v. rifl. recipr., rappacificarsi: raccòrta:→ ariccòrta.
a la fine se sò rrabbonite. raccutinà:→ ariccudinà.
racanèlla, s.f., raucedine. rachìdine, s.f., rachitide, rachitismo.
raccapezzà:→ aricapezzà. racìcio, s.m., racimolo.
racchedinóso:→ racchidinóso. racimolà:→ recimolà.
racchétta, s.f., sommità del bastone dove racina, s.f., gromma della botte: la ~ la
sta appollaiata la civetta. bbattévono, la vennévono, ce facévono
racchidinóso, racchedinóso, racchiti- l cremóre.
nóso, agg., 1. rachitico. 2. (fig.) stentato, racinà,v. tr., togliere la gromma dalla
di frutto. botte.
racchitinóso:→ racchidinóso. racinaro, s.m., 1. operaio che toglieva la
racchja, s.f., prostituta || accr. racchjóna. gromma dalla botte. 2. commerciante
racchjósa, agg., di donna brutta e grassa. acquirente di gromma.
raccòjja:→ ariccòjja. rada, v. tr., radere.
raccòjje:→ ariccòjja. ràdaca:→ ràdeca.
raccojjiménto, s.m., raccoglimento. ràdeca ggialla, s.f., carota (Daucus ca-
raccojjitìccio:→ ariccojjitìccio. rota L.).
raccomannà:→ ariccomannà. ràdeca, ràdaca, ràdica, s.f., 1. radice ||
raccomannasse:→ ariccomannasse (vd. (scherz.) ma che cc’ha fatto le ràdeche?
ariccomannà). (a chi tarda molto). 2. (fig.) organo ge-
raccomannata:→ raccommannata. nitale del maiale. 3. (fig.) radice del
raccomidà, v. tr., riparare. dente. 4. (fig.) pène: ~ de creapòpolo.
raccomidatìccio, s.m., insieme di cose 5. (fig.) persona cattiva, furba e ma-
accomodate alla meglio. ligna: è na bbèlla ~ de paravènto || dim.
raccommannà:→ ariccomannà. radechétta, radichétta, radice filamen-
Vocabolario
487

tosa | accr. radicóne. ràgano, ràgheno, ràghino, ràgono, s.m.,


radecà, radicà, v. intr., radicare, metter ramarro (Lacerta viridis Laurenti) ||
radici: l majjòlo ràdica sótto || arrade- dim. raganétto || raganétto, sopr.
casse, v. intr. pron., radicarsi. ragàno, s.m., uragano.
radiattivetà, s.f., (rec.) radioattività. ragge, s.m. pl., radiografia: l dottóre m’ha
radiattivo, agg., (rec.) radioattivo. ffatto le carte, hò dd’annà ffà le ~.
radicà:→ radecà. raggeggià, v. tr., riparare alla meglio: la
ràdica:→ ràdeca. raggeggiamo e vvvia.
radicara, s.f., 1. apparato radicale d’una ràggia, agg., ragia: acqua ~, olio essen-
pianta. 2. viluppo di radici. ziale di trementina.
radicétta, s.f., ravanello (Raphanus raggiognère, s.m., ragioniere.
sativus radicula L.). raggionà, v. intr., 1. ragionare: co ésso ce
radicióne, s.m., pianta da sovescio con se raggióna bbène, quanno n’ha bbe-
grossa radice, non identificata: ~ da vuto | raggióna co le scarpe, non ra-
grasso, che, qquanno rivava a na cèr- giona | n ce se raggióna co qquéllo. 2.
t’artézza, se tajjàvono, se nterrava. discorrere: vène qqua, raggionamo m
rafacane, s.m., avaro. pò! 3. discutere, litigare.
raffavèlle, antrop., Raffaele. raggióne, s.f., 1. ragione: c’ha ~, fijjo! |
ràffeco:→ ràffico. vò ssèmpre avé rraggióne ésso | n zènte
ràffia, s.f., rafia, fibra vegetale flessibile, ~ || prov.: la ~ è ddel fésse. 2. motivo.
usata per legare innesti. raggionévele, agg., ragionevole.
rafficà, v. tr., graffiare || rafficasse, v. rifl. ragguardévele, agg., (lett.) ragguarde-
e rifl. recipr., graffiarsi. vole.
raffichino, s.m., bambino che graffia raghenétta (la), sopr.
spesso. ràgheno:→ ràgano.
ràffico, ràffeco, s.m., graffio. ràghino:→ ràgano.
rafficurà, v. tr., raffigurare || ariffi- raglà (a la), loc. avv., a raglan: le
gurasse, v. intr. pron., raffigurarsi: arif- màneche ~.
figuràtevelo m pò! ràgnelo:→ ràgnolo.
raffilà, v. tr., raffilare, pareggiare il bordo. ragnétto, ragnolino, s.m., (infant., vezz.)
raffilata, s.f., raffilatura: li damo na ~ pi bambino gracile.
ffàccel’entrà. ragno:→ ràgnolo.
raffinà, v. tr., 1. macerare, rif. a letame. ragnolino:→ ragnétto.
2. raffinare: pe èsse filata, dév’èsse raf- ràgnolo, ràgnelo, ragno, s.m., ragno: nun
finata dal canaparòlo (rif. alla canapa) cavà n ~ dal buco | ~ róscio (tipo di
| la tèrra, più è rraffinata, ppiù è mmèjjo ragno dannoso) | mdd. ragno ragno,
|| raffinasse, v. intr. pron., macerare, del tant’abbusco, tanto magno, dissipo
letame. tutto ciò che guadagno || Forme: pl.
ràfolo, s.m., 1. tamaro, vite nera (Tamus ràgnele.
communis L.). 2. germoglio del tamaro: ràgono:→ ràgano.
sò bbòne le ràfele fritte col pisto. ragugno, s.m., 1. brontolio. 2. protesta:
raganèlla, 1. rantolo bronchiale: le vène la nun vòjjo sintì rragugne!
~, mòre. 2. raucedine: m’è vvenuta la ~. raìlle, s.m., bambino magrolino, smilzo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
488

rajjà, arrajjà, v. intr., ragliare: quanno rammajjà, rimajjà, v. tr., rammagliare: ~


sèntono le micce da luntano, le sumare le carze | ~ coll’aco.
ràjjono. ramo, rame, s.m., 1. rame: na callara de
rajjo, s.m., raglio || prov.: li rajje dil zu- ~. 2. (coll.) utensili di rame da cucina:
maro n’arrìven’al cèlo. pe ppulì l ~ co la réna, se strufinava e
rama, s.f., 1. ramo: na ~ de céce | céc’a vveniva bbèllo | ll’émo dat’a la pàtria
rrama, ceci ancora verdi attaccati al l ~.
ramo | na ~ d’abbòjjolo. 2. (fig.) ciuffo ramoràccio, s.m., ramolaccio (Raphanus
di capelli (in uno storn.). sativus niger L.).
ramàccio, s.m. coll., rottami di rame: chi rampata, s.f., 1. graffio, unghiata. 2. serie
cc’ha ~, ottón’ e ppiómmo e bbuttijje! di gradini || dim.: rampatèlla: na ~ de
(richiamo del robivecchi). scale.
ramajja, s.f., 1. chioma dell’albero che rampazzo, s.m., 1. grappolo d’uva. 2.
viene sfrondata. 2. rami potati. 3. rami raggruppamento di frutta a forma di
tagliati di pianta abbattuta: s’annav’a grappolo: l nòcchjo fa le rampazze. 3.
rraccòjje la ~. mignola, gemma fiorifera dell’olivo in
ramata, s.f., 1. graticcio su cui si secca la forma di grappolino. 4. (fig.) fitto
frutta. 2. rete metallica. 3. (fig.) scatto sciame di api || ~ (a), loc. avv., a) a grap-
d’umore. 4. (fig.) capriccio, bizza: jje polo: le fióre le fa ~; b) senza senso: n
s’è pprésa na ~ de le sue. discurzo ~ | rispónne ~; c) in modo
ramato, s.m., poltiglia bordolese: vò a sbagliato, irrazionale: fa le còse ~; d) in
ddajje l ~, a solforare le viti || agg., di disordine || dim. rampazzétto | accr.
soluzione anticrittogamica a base di rampazzóne.
solfato di rame: acqua ramata. rampecà, rampicà, v. intr., 1. svilupparsi
rame:→ ramo. in altezza (di una pianta): fa pprèst’a
rameditte, s.m., ramedit, prodotto chi- rrampecà. 2. salire: ràmpica su m
mico a base di rame, per irrorare le viti. bancóne.
rameggià, v. intr., 1. vaneggiare. 2. avere rampicà:→ rampecà.
umore incostante. 3. irritarsi. rampichina, s.f., pianta spontanea non
ramiggióso, agg., incostante, volubile. identificata.
ramina, s.f., 1. schiumaiola grande di rampichino, s.m., 1. appiglio. 2. spor-
legno per scegliere l’olio al frantoio. 2. genza o fenditura di un muro o di una
schiumaiola di rame, con cui il pastore roccia.
estrae la ricotta dalla caldaia. 3. paletta rampino, s.m., 1. artiglio. 2. (fig., raro)
rotonda e forata di alluminio, per sco- viticcio || agg., di cavallo che poggia
lare la frittura dall’olio o schiumare il sulla punta dello zoccolo.
brodo. rancicasse, v. rifl. grattarsi: se ràncica l
raminata, s.f., 1. contenuto di una schiu- capo.
maiola. 2. colpo dato con una paletta da rancichélle:→ rancichitte.
frittura. rancichine:→ rancichitte.
ramino, s.m., (raro) schiumaiola di rame. rancichito:→ ràncico.
ramistèlla, s.f., pianta spontanea non rancichitte, rancichine, rancichélle, s.m.
identificata. pl., strisce di lardo rancido, che si tol-
Vocabolario
489

gono tagliando il prosciutto e che si uti- bambino (fig., in tono scherz.) || Forme:
lizzano per condire minestroni. pl. rapónzele, rapónzole.
rancichitto, s.m., bambino gracile. rappacificasse, v. rifl.recipr., rappacifi-
ràncico, rancichito, agg., rancido: ha carsi.
ppijjato de ~. rappecettà, rimpecettà, v. tr., incollare.
ràncio, s.m., sapore rancido di un cibo: sa rapprisentà:→ arippresentà.
dde ~ | prènne de ~, irrancidire || agg., rasà, v. tr., rasierare, levare allo staio il
rancido | ua rància, ribes. colmo che sopravanza: lo staro se
rancióso, agg., 1. mingherlino. 2. (fig.) rasava co la rasièra.
noioso. ràsala:→ ràsola.
rancisse, v. intr. pron., irrancidire. raschino, raschjétto, s.m., radimadia.
rànfie, s.f. pl., grinfie. raschjà, v. tr., 1. raschiare con uno stru-
rangutano, s.m., orangutano (Pongo pyg- mento: ~ la bbótte, togliere la gromma
maeus): me parghe no ~. dalla botte | ~ la trippa. 2. togliere stro-
rannugulasse:→ annugolasse. finando: ~ la scòrza de le vite vècchje
ranòcchja:→ granòcchja. co le mano.
ranocchjaro, s.m., chi cattura rane per raschjamàjjene, s.f., radimadia, arnese di
mestiere. ferro a foggia di piccola zappa, per ra-
ranùcolo, s.m., (raro) ranuncolo. schiare dalla spianatoia e dalla madia i
ranùschja, s.f., grandine sottile mista a residui di pasta o farina.
pioggia. raschjapippe, s.m., 1. ragazzo gracile. 2.
rapa: pò ffà ssàngue na ~?, si può pre- individuo mingherlino.
tendere l’impossibile? (rif. a persona in- raschjata, s.f., 1. azione di raschiare. 2.
capace) | tèsta de ~, stupido || prov.: se rasatura superficiale senza contrappelo.
vvò na bbèlla ~, per agósto ha dd’èssa 3. atto di togliere strofinando.
nata (consiglio per la semina). raschjatìccio, s.m., materiale raschiato.
rapasse, v. rifl., farsi tosare i capelli a raschjatóra, s.f., attrezzo da imbianchino
zero. per raschiare la parete.
rapastrèlla, s.f., rapa selvatica (Synapis raschjèlla, s.m., 1. ragazzo gracile. 2. ra-
arvensis L.). gazzo fastidioso, impertinente.
rapazzòla, s.f., giaciglio sollevato da raschjétto:→ raschino.
terra, posto a ridosso della parete nella raso, avv., rasente.
capanna, formato da due pali paralleli e ràsola, ràsala, s.f., 1. sezione di orto de-
congiunto da bastoni trasversali, usato limitata da due solchi longitudinali. 2.
da contadini, pastori, boscaioli per ripo- piccola porzione del vigneto || ràsele
sare: drent’a la cappanna c’èreno tutte (a), loc. avv., a filari ravvicinati, di
rapazzòle ntórno ntórno, dormìvono su vigna arcaica. 3. rasiera con cui si leva
la ~ || dim. rapazzolétta. il colmo della misura di capacità per
rapétta, s.f., barbabietola rossa (Beta vul- aridi: la ~ se passa su lo staro.
garis rubra). rasorata, s.f., colpo di rasoio.
rapillo, s.m., lapillo, pietra piroclastica. rasóre, s.m., rasoio: te la fae cul ~ la
rapónzolo, s.m., 1. raperonzolo (Campa- bbarba?
nula rapunculus L.). 2. (fig.) stupido. 3. raspà, v. tr., irritare provocando sensa-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
490

zione di ruvidezza: sto vino me raspa la rauchisse:→ arrauchisse.


góla || v. intr., raspare, di animali. rauchito:→ arrauchito.
raspata, s.f., operazione del raspare || ràule, ràvele, antrop., Raul.
dim. raspatèlla. ravanèlla:→ ravanèllo.
raspatrice, s.f., (rec.) diraspatrice, ravanèllo, s.m., ravanèlla, s.f., radice, ra-
macchina per togliere i raspi dell’uva. vanello (Raphanus sativus radicula L.)
raspo, s.m., 1. mixonatosi; rogna dei cani, || Forme: pl. ravanèlle.
dei conigli e del gatto, malattia virale ràveco, agg., rauco: c’éva na vóce ràveca,
contagiosa. 2. (fig.) malattia cutanea in- chi mittiva paura.
fant.: (scherz.) te vènga l ~! 3. (fig.) ir- ràvele:→ ràule.
ritazione alla gola. ravvive, v. tr., ravvivare.
raspóne, s.m., masturbazione maschile. rażżà, v. intr., godere: lo végghe cóme ce
raspóso, agg., 1. squamoso. 2. che irrita rażża.
lingua e gola. 3. malato di rogna: sto razza: lassá pe rrazza, per la riproduzione
bbrutto ~! | mdd. sémo de ~ cóme Ffantille || dispr.
rassomijjà, aressomijjà, arissomijjà, ri- razzàccia || prov.: ammazza ammazza,
somijjà, rissumijjà, v. intr., ras- sò ttutte na ~ (tutti abbiamo difetti).
somigliare: aressomijja tutto al zu rażżo, s.m., 1. raggio di sole. 2. raggio
nònno, bbonànima || rassomijjasse, della ruota. 3. fuoco d’artificio: ~ matto.
aressomijjasse, arissomijjasse, ari- 4. getto di liquido: va ddi ~ (del vino
sumijjasse, v. intr. pron., rassomigliare: che sgorga impetuoso) | ll’acqua fa
s’aressomìjjono parécchjo || Forme: rrażżo | veniva a ttutto ~, sgorgava col
Ind. pres. 6 aressomìjjono, rissumìjjeno. massimo impeto || agg., bizzarro: n ce
rastellà, v. tr., rastrellare: rastellamo sù le fa ccaso, quelue è mmèżżo ~.
fójje. rażżòlo, s.m., virgulto, sperone di vite con
rastellata, s.f., 1. azione di rastrellare. 2. due o tre gemme: lasse l ~, lo sbassa-
colpo di rastrello. tóro co ddu òcchje, e qquéllo sèrve
rastèllo, arastrèllo, astrèllo, lastrèllo, pill’anno apprèsso.
s.m., rastrello || dim. rastellétto. reale, agg., totale: scassato ~.
rastellóne, lastrellóne, s.m., grande ra- rebbardà:→ aribbardà.
strello da fieno. rèbbusse, s.m., 1. rebus. 2. (fig.) impresa
rastrejjèra, s.f., rastrelliera. difficile: n’è stato n ~ pe ffallo.
rataplà, ideof. del suono del tamburo. recchino, s.m., orecchino.
ratta, s.f., omento; grasso finissimo e re- récchja, s.f. inv., (arc.) orecchio.
ticoliforme, che copre l’intestino tenue reccòjje:→ ariccòjja.
del suino, usato in cucina per avvolgere rèchja, rèquia, s.f., (raro) Requiem aeter-
i fegatelli di maiale da cuocere allo nam (preghiera per i defunti).
spiedo: la ~ s’addòpra pe ffà ssù le fe- rechjamitèrna:→ rechjemetèrna.
gatèlle nfilate su lo spito. rèchje, s.f., requie: ggiù dde qqui n c’è
rattatujja, s.f., 1. (dispr.) pietanza costi- rrèchje | damme m pò de ~!
tuita da una mescolanza di ingredienti rechjemetèrna, rechjamitèrna, s.f., Re-
mal cucinati. 2. (fig.) baccano. 3. (fig.) quiem aeternam (preghiera per i de-
confusione, parapiglia. funti): dì na ~ ma li pòre mòrte || Forme:
Vocabolario
491

pl. rechimetèrne. le rigazze.


recimolà, racimolà, v. tr., racimolare. règge, règgia, v. tr., 1. sostenere: fina che
recìmolo, ricìmolo, s.m., racimolo || dim. cce se cava rrèggene na bbracciata (di
recimolétto, rocimolétto || Forme: pl. sarmenti). 2. reggere: ~ ll’ànama cu le
recìmole, recimolétte. dènte, sta per morire | ~ l móccolo a la
recintà, ricintà, v. tr., recingere. su sorèlla, fare il terzo incomodo tra
recipènte, agg., (raro) idoneo. due fidanzati | n ze règgiono m mano,
recontòrto, agg., attorcigliato. scìvolono. 3. frenare: chi le règge sti
recordasse:→ aricordasse (vd. aricordà). fijje scatenate? | tòcca rrèggiala la vita,
rècorde, s.m., (rec.) record. dajje n’artézza ggiusta. 4. sopportare:
recramà:→ ariclamà. lo règge bbène l vino | quélla ggià lo
recrame, riclame, s.f., (rec.) pubblicità. règge, è donna sessualmente matura || v.
rècruta, s.f., recluta. intr., 1. resistere: na pianta che rrègge,
redetà, s.f., eredità. n’ha ppaura del fréddo. 2. essere a te-
redetàrio, agg., ereditario: la terìzzia è m nuta stagna: ste bbigónze no rrèggiono
male ~. || ~ (a), loc. avv.: a girocolle: le vigne
rèdo, s.m., nato di bestia da stalla, finché venìvono fatte ~, i filari si tracciavano
è giovane. in direzione perpendicolare alla pen-
reduce:→ aridduce. denza del terreno || règgese, arèggese,
refà:→ arifà. v. intr. pron., reggersi: mdd. se règgiono
rèfe, s.m., spago robusto per materassi. sù pi ssan Fuccéllo | règgete che cca-
reflètta:→ ariflètte. sche! | n ce la cava a ~ m piède || (d.)
reflètte:→ ariflètte. règgete muro, finchè n te vòrto l culo!
refùggio, rifùggio, s.m., rifugio || ~ mpec- (detto attribuito al muratore) || prov.:
catòro, (espr. desunta dalle litanie ma- bbasta che rrègge m pélo de frégna,
riane), via d’uscita. pòrta vante ll’ua fin’a vvennémmia (un
regazza, rigazza, s.f., 1. ragazza: quan- tralcio contuso può rimarginare e por-
n’èro ragazza io, quand’ero giovane. 2. tare l’uva a maturazione) || Forme: Ind.
fidanzata, innamorata: la mi ~ | s’è ffatto pres. 4 reggémo; 6 règgiono | fut. 3 reg-
la ~, la bella. 3. donna nubile: è rri- giarà.
masta ~ || dim. regazzétta, regazzina | reggepanza, s.m., 1. reggipancia, ven-
accr. regazzóna, di alta statura. triera. 2. (scherz.) fascia o cintura per
regazzo, rigazzo, s.f., 1. ragazzo: rigazzo sorreggere i pantaloni.
de bbottéga, garzone | ragazzòtto, ado- reggepètto, s.m., reggiseno: pìjjono l zóle
lescente | du rigazzòtte bbardasce || sènza ~ sti regazze d’adèsso.
rigà, regá!, inter., voce di richiamo règgia:→ règge.
(usata anche per rivolgersi ad adulti), ra- reggime, s.m., regime.
gazzi!: lavorate, regà! | fòrza, rigà!, reggina cèli, Regina Coeli, carcere di
forza ragazzi! 2. innamorato: ggià cc’ha Roma.
l ~. 3. fidanzato || dim. regazzétto, re- reggina, riggina, s.f., 1. regina || faciòle
gazzino, rigazzino | accr. ragazzotto, re- di la ~ (varietà di fagioli). 2. ape regina.
gazzòtto, rigazzòtto | dispr. regazzàc- 3. carpa (Cyprinus carpio L.).
cio || Forme: pl. m. e f. le regazze, reggióne, riggióne, s.f., 1. regione. 2.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
492

(rec.) amministrazione regionale: lo rénga, ringa, arénga, s.f., aringa (Clupea


paga la ~. harengus L.) || (d.) sòr padró, mèżża
reggistrà:→ ariggistrà. ringa? mèżża vanga! (protesta del brac-
reggistro:→ riggistro. ciante per lo scarso vitto).
regnà, v. intr., 1. regnare: (prov.) régna la réngola (la), n. di un molino di Viterbo.
Spagna o rrégna la Magna, bbasta si rènna:→ rènne.
magna. 2. comandare, detto di un seme rènne, rènna, v. tr., 1. rendere: Dio ve
delle carte al gioco della briscola: “che rènna mèrito! 2. emettere peti: l culo
rrégna?” “régna denare!”, “qual è il rènne. 3. ridurre || rènnese, v. rifl., ren-
seme di briscola?” “il seme di briscola è dersi: lòro mica se ne rènnono cónto de
denari”. quant’è ffatica.
règola1, règuela, s.f., 1. regola: se mét- rennicónto, s.m., rendiconto.
tono a rrègola de cìnque centìmetre, a rènnita, s.f., rendita.
distanza. 2. (euf.) mestruazione. réno, s.m., rene: c’ha n ~ sólo || réne, s.m.
règola2, s.f., battola della settimana santa. pl., 1. reni: èsse duro de ~, essere avaro.
regolasse:→ arregolasse (vd. arregolà). 2. schiena: dolór de ~, male alla
regolata:→ arregolata. schiena.
regolétto, s.m., asticciola. renóne, s.m., pozzolana di maggiore
regolìzzio:→ ligorìzzio. spessore, utilizzata per riempire spazi di
règolo1, s.m., attrezzo dello scalpellino. costruzione o farne calce.
règolo2, s.m., basilisco, serpente mitico || renóso, agg., sabbioso.
agg., di un tipo di serpente: l zèrpe ~. rentòcco, s.m., rintocco.
regometatìccio, s.m., materiale vomitato. repricà:→ areprecà.
règuela:→ règola1. rèprica, s.f., replica || inter., bis!
relègge:→ arilèggia. repùbbrica, s.f., caos, anarchia.
relìchja:→ arilìquia. rèquia:→ rèchja.
remagnasse:→ arimagnasse (vd. ari- rescallazióne, s.f., indisposizione intesti-
magnà). nale.
remané:→ aremané. resìa, erisìa, risìa, s.f., 1. eresia. 2. (fig.)
remannà:→ aremannà. bestemmia. 3. (fig.) paradosso.
remarginà:→ arimargenà. resìpola, desipra, disìpola, disipra, risì-
remediàlle:→ arimedià. pola, s.f., erisipela: la ~ la segnava na
reméssa:→ riméssa. dònna settimina.
remétte:→ arimétta. resiste, aresiste, arisista, risiste, v. tr.,
remiggiate, s.f. pl., nervosismo: c’ha le ~ sopportare: lo resiste bbène l vino || v.
ògge, làssolo stà! intr., 1. resistere: p’arisista, ormae se pò
remissino:→ rimessino. arisista. 2. fare in tempo: n z’arisiste
remissióne:→ rimissióne. aggiustallo, lo róppono sèmpre.
remmagge, s.m. pl., magi. resìto, s.m., (raro) residuo.
remóre, rimóre, s.m., rumore. resparàmbio:→ sparàmmio.
rempianto, s.m., rimpianto. respètto, s.m., rispetto.
renchjude:→ arinchjude. respigne, v. tr., respingere.
réne, s.m., (arc.) re. respirà:→ rispirà.
Vocabolario
493

resplènne:→ arisprènne. riamóndo, antrop., Raimondo.


responzàbbele, riscunzàbbele, agg., re- rïannà:→ arinnà.
sponsabile: quéllo ~ mica sò io! rïannuvolasse, v. intr. impers., annuvo-
respòsta, s.f., risposta. larsi di nuovo.
réssa, rèssa, s.f., mucchio: facéveno la ~ rïappaciaménto, s.m., rappacificazione.
(dei mazzi di canapa vicino al macera- rïappiccià, v. tr., accendere di nuovo.
toio) || ~ (a), loc. avv., in piedi a pi- riappiccicasse:→ arippiccicasse.
ramide. rïappozzà, v. tr., 1. immergere di nuovo
restàvoro, s.m., restauro. in un liquido. 2. attingere di nuovo de-
restituvì:→ ristituì. naro.
restituvizzióne, s.f., restituzione. rïaprì:→ ariaprì.
rèsto: n c’ha ttèmpo manco a ddà l ~, è rïarmà, v. intr., avere di nuovo il membro
tanto indaffarato | attènte, che sinnò ve turgido.
dò l ~!, vi dò una razione aggiuntiva di rïarrivà, v. tr., raggiungere di nuovo ||
botte | si tte fa male, te dò l ~, quanto Forme: Ind. pres. 6 rïarrìveno.
ancora resta per completare una rïarzasse, v. rifl., alzarsi di nuovo in
punizione (espr. di minaccia a bambino piedi.
irrequieto). rïarzo, s.m., altura leggera.
retardo, s.m., ritardo. rïassorcà, v. tr., tracciare solchi di nuovo.
rèteco, s.m., eretico: vòjjo morì dde ~! rïatturà, v. tr., richiudere, ostruire.
(senza i conforti religiosi, detto da vec- ribbardà:→ aribbardà.
chio anarchico) || Forme: pl. rèteche. ribbatta:→ aribbatta.
retina, s.f., maglia di ferro per pulire pen- ribbatte:→ aribbatta.
tole. ribbattitura, s.f., operazione con cui
retiquelato, s.m., (rust.) reticolato. dopo l’aratura si rompono le zolle con la
retrattivo, agg., (rec.) retroattivo. zappa.
rettànguelo, s.m., rettangolo. n ~ di tèrra. ribbèca, s.f., 1. ribeca, strumento musi-
rèttele, s.m., (lett.) rettile. cale simile alla chitarra. 2. (fig., gerg.)
reverzina, reviscina, riverzina, rivescina, vulva.
rovescina, ruvescina, s.f., reversina, ribbeglióne:→ aribbejjóne.
parte del lenzuolo che si rimbocca sopra ribbejjóne:→ aribbejjóne.
le coperte. ribbellasse, v. intr. pron., ribellarsi.
revìa:→ arivìa. ribbijjóne:→ aribbejjóne.
reviscina:→ reverzina. rìbbise, rìpese, s.m., 1. ribes (Ribes ru-
revorverata:→ rivorverata. brum L. e R. nigrum L.). 2. ribes spi-
rgojjóso:→ orgojjóso. noso (Ribes grossularia L.)
rïaccènne:→ ariaccènne. ribboccà, v. tr., aggiungere liquido in un
rïaccostasse, v. rifl., rappacificarsi. vaso vinario.
rïaddurmisse, v. rifl., addormentarsi di ribbójje:→ aribbójje.
nuovo: si rïaddurminno. ribbollì:→ aribbollì.
rïaggiustà, v. tr., riparare. ribbómbo, s.m., rimbombo.
rïagguantà, v. tr., afferrare di nuovo. ribbucà, v. tr., bucare di nuovo.
rïaltà, s.f., realtà. ribbullì:→ aribbollì.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
494

ribbusso, aribbusso, inter., voce usata nel uno è rricco, più ttène da cónto.
gioco del tressette, per avvertire il com- riccòjja:→ ariccòjja.
pagno che si ha il due del seme giocato riccòjje:→ ariccòjja.
e si chiama di nuovo una carta. riccojjemonnézze:→ ariccojjamunnézze.
ribbusto:→ aribbusto. riccomannasse:→ ariccomannasse (vd.
ribbuttante, agg., ributtante, repellente. ariccomannà).
ricaccià, arecaccià, aricaccià, v. intr., riccontà:→ raccontà.
germogliare: n àrbero che rricàccia dal riccónto, ariccónto, s.m., racconto.
piède | sta pianta è ttutta aricacciata, riccòrta:→ ariccòrta.
con parecchi germogli alla base. riccudinà:→ ariccudinà.
ricacciatìccio, s.m., 1. pollone, virgulto riccummannà:→ ariccomannà.
che spunta dalla ceppaia di un albero riccutinà:→ ariccudinà.
vecchio. 2. getto alla base della vite: le ricéccheche, nell’espr. ant.: né ~ né
ricacciaticce vèngono tra le du tèrre. pastìcceche! (rif. a chi non sa espri-
ricàccio, s.m., pollone. mersi).
ricalzà:→ aricarzà. ricercà:→ aricercà.
ricammenà:→ aricamminà. ricercatìccio:→ aricercatìccio.
ricapità:→ aricapità. ricéva:→ ricéve.
ricarzà:→ aricarzà. ricéve, arecéve, aricéva, aricéve, ricéva,
ricasco (al), loc. avv., a carico, in balia: v. tr., ricevere: adò aricivuto la tu léttra
num me piac’a sta ~ dell’artre. | aricevévono ll’agùrie di li ggènte ||
ricavà:→ aricavà. Forme: Ind. pres. 4 aricevémo | impf. 6
ricavo, s.m., imposizione al neonato del aricevévono | perf. 6 aricivinno | fut. 3
nome del nonno. ricevarà | P. pass. aricivuto | Ger.
riccamà:→ ariccamà. aricevènno.
riccamatrice, s.f., ricamatrice. richjamà:→ arichjamà.
riccamo:→ ariccamo. richjastro, s.m., spazio chiuso, cortile o
riccapezzasse:→ aricapezzasse (vd. ari- giardino interno, tra le case.
capezzà). richjède:→ arichjède.
riccétta, s.f., ricciolina, varietà di indivia richjude:→ arichjude.
con foglie crespate. riciccià:→ ariciccià.
riccettina, s.f., (vezz.) ragazza con capelli ricidivo, arecidivo, agg., recidivo.
a riccioli. ricìmolo:→ recìmolo.
riccétto, s.m. e agg., ricciolino || Forme: rìcine1, s.m., glicine (Wisteria sinensis
pl. riccétte. Sims - Sweet).
rìcchja, s.f., recchia, pecora di un anno, rìcine2:→ rìggine.
che non ha ancora figliato. ricintà:→ recintà.
rìccio, s.m., alterata permeabilità dei vasi ricinto, s.m., recinto.
distali degli arti della vacca || agg., di ricipiènte, s.m., recipiente.
una qualità di vitigno: roscétto ~. ricìpreco, agg., (citt.) reciproco.
ricciolóna, agg., riccioluta (vezz. di una ricità:→ aricità.
donna). ricivuta, s.f., ricevuta: portò ssù la ~ di la
ricco: ~ sfonnato, ricchissimo | (d.) più ggiocata.
Vocabolario
495

riclamà:→ ariclamà. rimostranze | è mmèjjo a rrida, non


riclame:→ recrame. prendersela | dajj’a rrida! | fà rrida le
riclamo, ricramo, s.m., reclamo. pólle, comportarsi in modo ridicolo o
rico rico, avv., rasente. strano | mdd. ride ride, che la mamma
ricommannasse:→ ariccomannasse (vd. ha ffatto le gnòcche! (rivolto a chi ride
ariccomannà). ingenuamente fuori luogo) | ~ sótt’al
riconóscia:→ ariconósce. baffe | ridènn’e scherzanno, émo fatto
riconzolà:→ aricunzulà. nòtte, tra una cosa e l’altra | (triv.) ride
riconzolasse:→ aricunzulasse (vd. ari- su sta fava! | mdd. rid’e ppiagne cóme
cunzulà). la gatta de san Giuvanne (ai bambini
ricopino, aricopino, s.m., 1. (infant.) chi che stanno per piangere o che alternano
imita altri o rifà il verso. 2. (infant.) chi il riso al pianto) || prov.: rida chi ppò,
copia il compito scolastico altrui. prima che l tèmpo muta, ché ttutte le
ricórco:→ aricórco. lassate sò pperdute | chi rride, non ze
ricordà:→ aricordà. róde, e allegraménte gòde. 2. sorridere:
ricordatóro:→ aricordatóro. quelève m’ha rriso, quann’è ppassata ||
ricórre:→ aricórre. Forme: Ind. pres. 4 ridémo; 6 rìdeno |
ricòtta, s.f., 1. (fig.) vomito del lattante. impf. 3 ridiva; 4 ridévemo | perf. 1 ridì;
2. (fig.) smegma, secrezione semili- 2 ridéste; 3 ridì; 4 ridéssemo; 6 ridinno
quida e biancastra che, per mancanza | fut. 5 ridaréte | Ger. ridènno.
d’igiene, si consolida in forma pastosa e ridajje:→ aridajje.
maleodorante fra glande e prepuzio. riddótto1:→ ariddótta.
ricottaro, s.m., 1. venditore di ricotta. 2. riddótto2:→ aredótto.
chi ama mangiare ricotta. ridduce:→ aridduce.
ricottine, s.f. pl., infiorescenza del sam- riddùcese:→ ariddùcese (vd. aridduce).
buco. riddutto1, s.m., canale di scolo: l ~ dil ca-
ricovarasse:→ aricovarasse (vd. arico- catóre.
varà). riddutto2:→ aredótto.
ricóvro:→ aricóvero. ride:→ rida.
ricramo:→ riclamo. ridì:→ aridì.
ricrédese, v. intr. pron., ricredersi. ridolé, v. intr., dolere di nuovo: me
ricunusciménto, s.m., riconoscimento. ridòjjono l gginòcchje.
ricuparà:→ ricuperà. riduce:→ aridduce.
ricuperà, ricuparà, v. tr., recuperare. ridùcese:→ ariddùcese (vd. aridduce).
ricupro, s.m., recupero. ridùcia:→ aridduce.
ricurdanza, aricordanza, s.f., ricordanza, ridunà:→ aridunà.
oggetto del ricordo: ha llassato na ~ chi rïècco:→ arïècco.
ncóra si ni parla. rïèllo, microtop.
ricurrènza, s.f., ricorrenza. rïempì:→ empì.
ricustruvì:→ aricustruì. rïempitìccio, s.m., 1. terrapieno formato
ridà:→ aridà. con terra di riporto. 2. (fig.) persona in
rida, ride, v. intr., 1. ridere: ce n’hò ddétte sovrannumero.
due pe rrida ma éssa, le ho fatto le mie rïescì:→ arïescì.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
496

rifà:→ arifà. rigalétto. 2. (fig.) leuconichia, mac-


rifasse:→ arifasse (vd. arifà). chietta bianca sull’unghia.
rifattìccio, s.m., cosa imitata alla meglio. rigaréllo, s.m., 1. rigagnolo, ruscello, fos-
rifatto:→ arifatto. satello: c’è n ~, vène ggiusto n filo d’ac-
riferrà:→ ariferrà. qua. 2. canaletto di scolo scavato sul
riffa: di riffe o ddi raffe, loc. avv., di riffa fondo della fossa in cui si piantano i ma-
o di raffa, in un modo o nell’altro. glioli: se facéva n ~ da na parte, pe
riffile, s.m. pl., ritagli di carne. mmannà vvia ll’acqua.
rifiatà:→ arifiatà. rigattà, v. intr., essere in agguato: l gatto
rifiato, s.m., riposo: pijjamo m pò di ~. sta a rrigattà, aspètta l zórce.
rifilà:→ arifilà2. rigazza:→ regazza.
rifinito:→ arifinito. rigazzo:→ regazzo.
rifiutà, arefiutà, arifiutà, v. tr., rifiutare || riggeménto:→ riggiménto.
arifiutasse, v. intr. pron., rifiutarsi || rìggene, urìggene, s.f., origine: danno ~.
Forme: Ind. perf. 4 rifiutàssemo. riggettà:→ ariggettà.
riflètte:→ ariflètte. rìggido, agg., rigido.
rifonniménto, s.m., difetto dello zoccolo riggiménto, riggeménto, s.m., reggi-
del cavallo. mento.
rifreddasse:→ ariffreddasse. riggina:→ reggina.
rifreddóre, s.m., raffreddore. rìggine, rìcine2, s.m., ricino (Ricinus com-
rifrescà:→ arifrescà. munis L.): òjjo de ~, olio di ricino | si
rifrescasse:→ arifrescasse (vd. arifre- sto fijjo m pò ccacà: gna dajje ll’òjjo
scà). di ~.
rifrescata:→ arinfrescata. riggióne:→ reggióne.
rifrésco, s.m., rinfresco: hanno fatto n ~ riggirà:→ ariggirà.
pi ll’invitate. riggirato, agg., contorto: n àrbero ~.
rifrètte:→ ariflètte. riggiro, s.m., raggiro.
rifrigge:→ arifrigge. riggistrà:→ ariggistrà.
rifriggèrio:→ arifriggèrio. riggistro, reggistro, s.m., 1. registro. 2.
rifùggio:→ refùggio. congegno dell’aratro che serva a rego-
rifurà:→ arifurà. lare la profondita del vomere || (fig.) a)
riga, s.f., 1. (fig.) vulva. 2. (infant.) gioco cambià rreggistro, mutar contegno; b)
con monete. diventare più severo.
rigà, v. tr., filare: lo fa rrigà ddritto, lo righettóne, sopr.
tène al telògno, a freno. rignignolito:→ arignignolito.
rigajje, s.f. pl., rigaglie, interiora del rigòjjo, s.m., rigoglio.
pollo: m bèl zughétto cu le ~. rigolìzzia:→ ligorìzzio.
rigalà, aregalà, arigalà, v. tr., regalare: rigolìzzio:→ ligorìzzio.
arigalàteme l lèpre! rigonfiato, agg., rigonfio, bombato: la
rigalo, arigalo, s.m., 1. regalo: vi lu dò rócca èra rigonfiata cóme na bboccétta
ppi rrigalo, in regalo || prov.: l ~ che da tàvela.
fféce Marco a la nipóte: aprì l cassétto rigóre:→ ligóre.
e jje détte na nóce (sugli avari) || dim. riguardà:→ ariguardà.
Vocabolario
497

riguardasse, vd. ariguardà. adèsso bbisògna punteggialla.


riguardo: a rriguardo dil frate, riguardo rimbottijjà, v. tr., imbottigliare un’altra
ai frati | a rriguardo a qqué, sémo d’ac- volta.
còrdo. rimbracasse, v. rifl., imbracarsi.
rigulìzzio:→ ligorìzzio. rimbracata, s.f., atto di imbracarsi: dasse
riguóre:→ ligóre. sù na ~.
rijjempì:→ empì. rimedià:→ arimedià.
rilativaménte, avv., relativamente. riméssa, reméssa, rimésta1, s.f., superfi-
rilètta:→ arilètta. cie di terreno ortivo irriguo, compren-
rilevato:→ arilevato. dente un numero variabile di lette.
rilìchja:→ arilìquia. rimessino, remissino, s.m., 1. ricovero al
riligatóre, s.m., rilegatore. chiuso per le pecore. 2. stalletto, parte
riliggióne, s.f., religione. del porcile. 3. recinto per il bestiame
riliggióso:→ ariliggióso (raro). vaccino alla fiera.
rillargà, v. tr., allargare nuovamente. rimésso, agg., che si fredda addosso: cul
rillegrà:→ arillegrà. zudóre ~ fa prèst’a ffregatte.
rillegrata:→ arillegrata. rimésta1:→ riméssa.
rima, s.f., due versi consecutivi che ri- rimésta2, s.f., gettone di pianta.
mino tra loro: bbuttà na ~, improvvisare rimestìccio, s.m., gettone di pianta.
un brindisi rimato | rispónne pi le rime, rimétte:→ arimétta.
a tono, reagire. rimirà:→ arimirà.
rimagnà:→ arimagnà. rimischjà, v. tr., mescolare.
rimajjà:→ rammajjà. rimissióne, remissióne, s.f., perdita eco-
rimané:→ aremané. nomica, scapito: qué è ttutta ~ || prov.:
rimannà:→ aremannà. dó nun c’è gguadagno, la ~ è ccèrta.
rimasujjo, s.m., rimasuglio. rimisticà, v. tr., mescolare.
rimbambolito, agg., intontito. rimmalasse:→ ariammalasse.
rimbarzà:→ arimbarzà. rimmanicà:→ ariammanicà.
rimbeccà:→ arimbeccà. rimmennà:→ arimmennà1.
rimbecillisse, v. intr. pron., rimbecillirsi, rimodernà:→ arimodernà.
rimbambire. rimodernata:→ arimodernata.
rimbizzochisse, v. intr. pron., diventare rimolinà:→ arimulinà.
bigotto con l’età. rimorchjà, v. tr., (rec.) trovare una com-
rimboccà:→ arimboccà. pagnia femminile.
rimboccata, s.f., rabboccatura, aggiunta rimóre:→ remóre.
di altro vino, per evitare che l’aria rimòrzo, s.m., rimorso: è ppièno de
all’interno del recipiente alteri il vino: rimòrze.
damo na ~ a la bbótte. rimpacià, v. intr., far pace: hanno rimpa-
rimborzà, v. tr., rimborsare. ciato.
rimbórzo, s.m., rimborso. rimpajjà, v. intr., impagliare di nuovo.
rimboschì, v. tr., rimboscare. rimpajjatóre, s.m., rimpagliatore.
rimbottì, v. tr., imbottire: la copèrta è rimpallà, v. intr., ristabilirsi in salute: fi-
bbèlla che rrimbottita co la bbambace, narménte ha rrimpallato.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
498

rimpattà, v. intr., andare in paro. cià, v. tr. e intr., ricominciare || Forme:


rimpecettà:→ rappecettà. Ind. perf. 3 aricuminciò.
rimpelliccià, v. tr., impiallicciare nuova- rincontrasse:→ arincontrasse.
mente un mobile. rincoppà, v. intr., gonfiarsi e staccarsi
rimpennà:→ arimpennà. dell’intonaco.
rimperticà:→ arimperticà. rincoppato, agg., capovolto, di pagnotta
rimpiagna:→ arimpiagne. di pane: nu lo métte ~ l pane!
rimpiagne:→ arimpiagne. rincoppatura, s.f., il gonfiarsi e staccarsi
rimpiazzà:→ arimpiazzà. dell’intonaco.
rimpiccolì:→ arimpiccolì. rincorà, arincorà, v. tr., 1. confortare:
rimpóne:→ arimpóne. cérca a rrincoralle, pòre fijje. 2. ri-
rimpónese:→ arimpónese (vd. arim- creare: n goccétto de vino t’arincòra ||
póne). rincorasse, arincorasse, v. rifl., 1.
rimpopolà, v. tr., ripopolare. riprender coraggio e fiducia; rincorarsi.
rimporpà, v. tr., rimpolpare. 2. ricrearsi.
rimprïorito:→ arimprïorito. rincórza, arincórza, s.f., rincorsa: pijjà
rimprovarà:→ arimprovarà. la ~.
rimproverà:→ arimprovarà. rincrésce:→ arincrésce.
rimucinà:→ arimucinà. rincretinisse, v. intr. pron., rincretinire.
rimucinìo, s.m., atto di rovistare. rincricchjà, v. intr., rabbrividire.
rimulinà:→ arimulinà. rincricchjato, arincricchjato, ringric-
rimunì, v. tr., riordinare. chjato, agg., 1. ricurvo, rattrappito. 2.
rinaccià, rinnaccià, v. tr., rammendare. rachitico. 3. adunco, di naso.
rinasce:→ arinasce. rincujjonisse:→ rincojjonisse (vd. rin-
rincappellà:→ arincappellà. cojjonì).
rincartapecorisse, v. rifl., incartapeco- rincujjonito:→ arincojjonito.
rire. rincumpènza:→ arincompènza.
rincenciolato, agg., 1. riparato alla rincuricchjato, agg., raggomitolato.
meglio, di oggetto. 2. (fig.) rinfrancato, rindebbitasse, v. intr., indebitarsi di
di persona. nuovo.
rinchjude:→ arinchjude. rindièra:→ lindièra.
rinciccià, v. intr., rinvigorirsi. rindorcì, v. intr., divenir mite (detto del
rinciorcinato, rinciurcinato, agg., 1. in- tempo).
debolito. 2. derelitto. rinfaccià:→ arinfaccià.
rinciurcinato:→ rinciorcinato. rinfardito, agg., imbastardito.
rincivilito, agg., dirozzato. rinfodarà, v. tr., rinfoderare.
rincojjonì, v. intr., rimbambire || rincoj- rinforzà:→ arinforzà.
jonisse, rincujjonisse, v. intr. pron., rim- rinfreddolisse, nfreddolisse, v. intr., in-
bambire a causa dell’età. freddolirsi.
rincojjoniménto, s.m., rimbambimento. rinfrescà:→ arifrescà.
rincojjonito:→ arincojjonito. rinfrescata:→ arinfrescata.
rincomincià, arecumincià, aricomencià, ringa:→ rénga.
aricomincià, aricumincià, arincumin- ringiovanì, aringiovanì, ringiovenì, v. tr.,
Vocabolario
499

rendere giovane, far riprendere vigore: rinvïolisse, v. intr. pron., riprendere forze,
na vita se ringiovenisce co la propàg- rinfrancarsi.
gine, quanno se ricórca || v. intr., ritor- rinzecchisse, arinzecchisse, v. rifl., rin-
nare giovane. secchire || P. pass. arinzecchito.
ringiovenì:→ ringiovanì. rinzéga, s.f., segno lasciato sulla pelle da
ringommà:→ aringommà. una legatura molto stretta.
ringranà, aringranà, v. intr., seminare di rinzèsto, s.m., carrucola del muratore.
nuovo il grano sulla stessa superficie. rinzolito, rinzulito, agg., risentito: me se
ringrazzià:→ aringrazzià. rivòrta tutta rinzulita.
ringricchjato:→ rincricchjato. rinzulito:→ rinzolito.
rinnà:→ arinnà. rïocà:→ arïocà.
rinnaccià:→ rinaccià. rïocàcce:→ arïocacce (vd. arïocà).
rinnacciata, rinnacciatura, s.f., atto di rïoplano:→ areoplano.
rammendare. ripa, s.f., 1. dirupo: bbùttolo ggiù ppe la
rinnacciatura:→ rinnacciata. ~! 2. rupe.
rinnàccio, s.m., rammendo. riparbasse, v. intr. pron., provare sogge-
rinnacquà, v. tr., irrigare di nuovo. zione.
rinnàssene, vd. arinnà. ripassà:→ aripassà.
rinnebbiasse, v. intr. pron., annebbiarsi di ripassata:→ aripassata.
nuovo. ripassatura:→ aripassatura.
rinnegà:→ arinnegà. rìpedo, rìpito, agg., (citt.) ripido.
rinnocerònte, s.m., rinoceronte (Diceros ripèrde:→ arepèrde.
bicornis L., Ceratotherium simum Bur- rìpese:→ rìbbise.
chell). ripezzà:→ aripezzà.
rinnovà:→ arinnovà. ripianà:→ aripianà.
rinquartasse, v. intr. pron., divenire at- ripijjà:→ aripijjà.
ticciato. rìpito:→ rìpedo.
rintanasse:→ arintanasse. ripóne:→ aripóne.
rinterzà:→ arinterzà. ripónese, vd. aripóne.
rinterzata:→ arinterzata. riportà:→ ariportà.
rintorcinà:→ arintorcinà. riposasse:→ ariposasse.
rintorzasse:→ arintorzasse. riposata:→ ariposata.
rintrappito, agg., rattrappito. rippizzà, v. intr., bere nuovamente vino
rintropì, v. tr., scalzare una pianta. da un fiasco: rippizzàssemo n’antra
rinùnzie, s.m. pl., annuncio ufficiale, vòrta.
pubblicazione di matrimonio: s’annà- rippresentà:→ arippresentà.
ven’a ffà le ~. rippresentazzióne:→ arippresentazióne.
rinvecchjà:→ arinvecchjà. riprènna:→ ariprènne.
rinvenà, v. intr., 1. aumentare di portata, riprènne:→ ariprènne.
di corso d’acqua. 2. ricolmarsi della riprenzióne, s.f., forma influenzale
falda idrica per effetto delle piogge. reumatica di una vacca.
rinvenì:→ arinvenì. riprésa, s.f., cambiamento che presenta la
rinvinì:→ arinvenì. struttura in mattoni o pietra di un muro.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
500

ripresentasse:→ aripresentasse (vd. ari- riscallo, ariscallo, s.m., riscallatura,


presentà). riscallazzióne, s.f., 1. infiammazione,
ripréso, agg., 1. affetto da forma influen- stato infiammatorio: c’hò n ~ a lo stòm-
zale reumatica: la vacca è rriprésa. 2. moco | ll’è vvenuto l ~ ne la léngua. 2.
inappetente: na bbèstia riprésa, ch’è dermatite da ipersudorazione che
strapazzata. colpisce in particolare bambini. 3. ure-
ripretènne, v. intr., pretendere di nuovo. trite, vaginite.
riprovà:→ ariprovà. riscardaménto, s.m., (rec.) riscalda-
ripulì:→ aripulì. mento.
ripulimo:→ aripulimo. rìschja, s.f., lisca, residui legnosi della
ripulisse:→ aripulisse (vd. aripulì). fibra della canapa: la ~ l funaro la bbut-
ripulisti:→ aripulisti. tava sul passétto dó lavoràvono, ll’in-
ripulita:→ aripulita. vèrno, pe n fà la fanga.
ripulito:→ aripulito. rischjarà:→ arischjarà.
ripurtà:→ ariportà. risciacquà:→ arisciacquà.
riputazzióne, s.f., reputazione. risciacquatura:→ arisciacquatura.
riquadratura, s.f., strombatura di fine- risciòjje:→ arisciòjje.
stra. riscòta:→ ariscòte.
riquisizzióne, s.f., (citt.) requisizione: riscòte:→ ariscòte.
c’èra la ~ del ramo, pi ffà l cannóne. riscunzàbbele:→ responzàbbele.
risapé, arisapé, v. tr., venire a sapere: risecà:→ risicà.
s’ariséppe sùbboto n giro | qué è arisa- risentisse:→ arisentisse (vd. arisentì).
puto, è fatto noto. risìa:→ resìa.
risata: se famo quattro risate | na ~ de risicà, risecà, v. intr., rischiare, azzardare
còre | n te dico le risate!, quante risa! | || prov.: chi nun rìsica, nun róseca.
dim. risatèlla. risicato:→ arrisicato.
risatèlla, s.f., (fig.) breve squarcio rìsico, s.m., 1. rischio. 2. sperone di vite.
pomeridiano di sole durante una gior- risìduo, s.m., residuo.
nata piovosa: l zóle fa la ~, potémo risière, idron.
mógne. risìpola:→ resìpola.
risborgnasse, v. rifl., ubriacarsi nuova- risiste:→ resiste.
mente. risomijjà:→ rassomijjà.
riscallà:→ ariscallà. risonà:→ arisonà.
riscallaménto, s.m., riscaldamento. risórge:→ aresórgia.
riscallasse:→ ariscallasse (vd. ariscallà). risòrve:→ arisòrve.
riscallata2:→ ariscallata. risparambià:→ aresparammià.
riscallato, agg., 1. avariato per eccessivo risparàmbio:→ sparàmmio.
calore: càcio ~ | fiche riscallate, fichi di- risparammià:→ aresparammià.
venuti gialli e duri. 2. riscaldato: staséra risparàmmio:→ sparàmmio.
magno la pasta riscallata de pranzo. 3. risparmiatóro, s.m., risparmiatore.
infiammato, di parte del corpo. rispartisse, v. rifl. recipr., separarsi nuo-
riscallatura:→ riscallo. vamente (rif. a una coppia sposata).
riscallazzióne:→ riscallo. rispettà:→ arispettà.
Vocabolario
501

rispirà, arespirà, arispirà, respirà, v. tr., rrisuscità li mòrte.


1. respirare. 2. aspirare: l zìgoro lo re- risvejjà:→ arisvejjà.
spira, lo fuma aspirando || v. intr., nu- risvejjasse:→ arisvejjasse (vd. arisvejjà).
trirsi di ossigeno: la vita arispira (rif. risvéjjo, s.m., risveglio.
alla vite). risvòrto, s.m., risvolto dei pantaloni.
rìspiro, arispiro, s.m., 1. respiro. 2. (fig.) ritajjà:→ aritajjà.
attività respiratoria della foglia. ritajjo:→ aritajjo.
risplènna:→ arisprènne. ritirasse:→ aritirasse (vd. aritirà).
rispojjà, v. tr., spogliare nuovamente. ritirato:→ aritirato.
rispónna, arespónne, arispónna, ari- ritoccà, aritoccà, v. tr., 1. toccare di
spónne, v. tr., rispondere: arespóse a nuovo. 2. apportare una leggera varia-
ppicche, in modo negativo. zione || v. intr., spettare di nuovo: ri-
risponzabbilità, s.f., responsabilità. tòcca ma ttì.
risposasse:→ arisposasse. ritonà, v. intr. impers., tuonare di nuovo.
risprènne:→ arisprènne. ritóndo (citt.):→ rotónno.
rispuntà, v. intr., 1. spuntare di nuovo. 2. ritornà, aritornà, v. intr., ritornare.
(fig.) riaffiorare, di macchie su tessuti. ritrécio, s.m., 1. imbroglio. 2. compro-
risputà:→ arisputà. messo.
rissumijjà:→ rassomijjà. ritréppio, s.m., cucitura fatta alla meglio.
rissumijjanza, arissomijjanza, arissu- ritròpico, aritròpeco, aritròpico, agg.,
mijjanza, s.f., (arc.) ritratto fotografico: idropico.
émo fatto ll’arissomijjanza. ritrovà, aretrovà, aritrovà, aritruvà, v. tr.,
ristà, aristà, v.intr., stare di nuovo: ari- 1. ritrovare: (prov.) quéllo che ffae, t’a-
stanno fèrme. ritruverae. 2. scavare in profondità vi-
ristenésse:→ aristenésse. cino alla pianta: ~ na pianta da la
ristituì, aristituvì, restituvì, v. tr., resti- ràdica. 3. riportare alla forma origina-
tuire. ria (rif. a costruzione) || ritrovasse, aret-
ristocràteco, agg., aristocratico. rovasse, aretruvasse, aritrovasse, v. intr.
ristorà:→ aristorà. pron., ritrovarsi: m’aritròvo sènza m
ristorato:→ aristorato. buècco || Forme: Ind. pres. 2 aretròve |
ristracco, agg., sfinito. perf. 6 aritrovònno | fut. 2 aritruverae;
ristrégna:→ aristrégne. 3 aritrovarà.
ristrégne:→ aristrégne. ritrovata; s.f., n. di una vasca per la ma-
ristrétto, aristrétto, agg., 1. stretto: cerazione della canapa.
nvìteno ggiusto li parènte aristrétte. 2. rìttemo, s.m., (citt.) ritmo.
(fig.) modesto: famo na festarèlla rittimato, agg., ritmato.
ristrétta || ristrétta (a la), loc. avv., in ritto, agg., 1. eretto, perpendicolare:
luogo angusto e profondo: lavorà ~. scappò vvia a ccóda ritta || pe rritto, loc.
risturà, v. tr., stappare di nuovo. avv., in posizione verticale. 2. colmo:
risurtà:→ arisurtà. c’ìveno l zacco ~ di la farina. 3. teso:
risurtato, s.m., risultato: cul ~ da stà a orécchje ritte.
sporcasse sèmpre di ppiù. rituvale, s.m., rituale: sicónno l ~.
risuscità, v. intr., risuscitare: n vino da fà rïugnóne, arïunióne, s.f., riunione.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
502

rïuplano:→ areoplano. | Cong.impf. 6 rubbàsseno | P. pass. ar-


rïuscì:→ arïescì. ròbbo, ròbbo, rubbato | Ger. robbanno.
rivà:→ arrivà. ròbba, s.f., 1. roba: ~ da magnà, cibo |
rivato:→ arrivato. che rròbb’è qqué? | ~ de pòco, poca
rivéda:→ arivéde. cosa | ~ da pòco, di scarso valore | vénne
rivenì:→ arivenì. ~ vècchja, oggetti usati | ~ che n ce se
rivennaròlo, arivennaròlo, s.m., rivendi- créde!, cosa da non credere! | ~ da
tore di merci al minuto. chjòde!, è una cosa assurda! | bbèlla ~!
rivénne:→ arivénne. (escl. di scontento) || prov.: quanno la ~
rivénnita, s.f., rivendita, spaccio in cui si se tròva, non è mmae cara (rif. ai pro-
vendono generi di monopolio. dotti agricoli) | quanno la ~ è dde tutte,
rivèrbo, rivèrboro, rivèrbro, s.m., river- n’è dde nessuno | la ~ cómpra è ccónta
bero: c’è n rivèrboro che ffa sbarbijjà | ~ pòca sèmpre avanza. 2. proprietà ter-
ll’òcchi. riera: ha ccómpro la ~ tanta fòri pro-
rivèrboro:→ rivèrbo. vìncia || prov.: chi cc’ha rròbba, fa la ~;
rivèrbro:→ rivèrbo. chi llavóra, fa la gòbba || dim. robbétta
riverzina:→ reverzina. | dispr. robbàccia.
rivescina:→ reverzina. robbàccia, s.f., 1. porcheria, sporcizia. 2.
riviscità:→ ariviscità. bruscolo nell’occhio. 3. (fig.) mascal-
rivoltasse:→ arivortasse (vd. arivortà). zone || dim. robbaccétta.
rivortà:→ arivortà. robbamazzo, rubbamazzo, s.m., ruba-
rivortasse:→ arivortasse (vd. arivortà). mazzo, gioco alle carte.
rivorverata, revorverata, s.f., revolve- robberìa, s.f., ruberia.
rata. robbino, robbóne, rubbino1, s.m., ladrun-
rivulticasse, v. intr. pron., capovolgersi. colo || robbóne (a), loc. avv., rubac-
rivuluzzióne, s.f., 1. rivoluzione. 2. (fig.) chiando: vann’~.
caos. robbóne:→ robbino.
rizzà, v. tr., 1. sollevare. 2. costruire. 3. rócca1, s.f., rudere: c’ha na casa ch’adè
(fig.) arricchire: rizza l patróne || riz- na ~.
zasse, v.rifl., 1. rizzarsi. 2. ergersi, in- rócca2, s.f., rocca per filare || dispr. roc-
turgidirsi (rif. al pène). 3. levarsi in càccia.
piedi. ròcca roccàccia, incipit di tir.
rizzompà:→ arezzumpà. roccarèllo, ipoc., Rocco.
riżżontasse, v. intr. pron., orientarsi. roccarvécce, top., Roccalvecce (VT).
riżżontata, s.f., azione di orientarsi: se dà ròcchjo, s.m., 1. sezione di tronco di
na ~. castagno. 2. salsiccia: na coróna di ròc-
robbà, arrobbà, arrubbà, rubbà, v. tr., ru- chje || pl. ròcchje: magna l ròcchje su lo
bare: rùbbeno ll’ua | se fa rrubbà la spito || dim. rocchjétto || ~ (a), loc. avv.,
mano dal fijjo, gli lascia prendere il so- a) in linea retta in terreno accidentato,
pravvento | èra tutta ròbba róbba, roba senza sapere la direzione giusta: pijjamo
rubata || prov.: ròbba rubbata, ha ccórta ggiù ~ | passamo ~; b) disordinata-
durata || Forme: Ind. pres. 2 ròbbe; 6 mente, in maniera abborracciata: bbuttà
rùbbeno | fut. 4 rubbarémo, rubberémo la ròbba ~; c) con noncuranza.
Vocabolario
503

ròccia, s.f., 1. ritorta vegetale (per legare romatìsemo:→ rumatìssemo.


un fascio di legna). 2. cappia di filo di romatismo:→ rumatìssemo.
ferro, con cui si chiude un cancello di rómbo, s.m., (fig.) peto fragoroso || prov.:
legno in campagna. 3. avvolgimento ~ de culo, sanetà de còrpo.
circolare di filo: comprà na ~ de finde- romecà:→ rumicà.
fèrro. rómece:→ ròmocio.
róda, róde, v. tr., 1. rodere, rosicchiare: ~ ròmecio:→ ròmocio.
ll’òsso | ~ ll’òsso ntórno mal pòre vil- romicà:→ rumicà.
lane, sfruttare || prov.: bbisògna sapé romito, rumito, s.m., 1. eremita: che ffae
rróde e rrada | bbisògna sapé rride, l ~ sèmpr’a ssólo ccosì? 2. custode di
róde e rrada. 2. consumare lentamente: una chiesetta in campagna presso cui
ntése na smagna ródele mal còre | me abita. 3. persona solitaria, misantropo.
ce róde eccóme, mi dispiace. 3. prudere: rómocio, rómece, ròmecio, s.m., romice
me ~ la cianca | (triv.) jje ~ la frégna (Rumex crispus L.).
ògge, è di cattivo umore | ma che tte ~?, rómpe:→ róppe.
che vuoi? | si tte ~, ha trovato chi tte la rompestivale:→ roppestivale.
gratta, se hai voglia di menar le mani, rompetratta, roppetratta, s.m., 1. palo di
trovi chi te la fa passare || ródese, v. rifl., rinforzo piantato sotto il filare. 2. pun-
consumarsi interiormente: se róde da la tello di legno o pilastro posto sotto una
ràbbia. trave del solaio a metà distanza, per
róde:→ róda. ridurre la superficie sostenuta.
rodiculo, s.m., malumore. rompicojjóne:→ roppecojjóne.
rogante, s.m., arrogante. rompiscàtele, roppescàtele, s.m., rom-
rogara, s.f., 1. roveto. 2. cespuglio folto e piscatole, seccatore.
spinoso. 3. (fig.) luogo incolto: è ttutta rompitura, roppitura, s.f., 1. rottura. 2.
na ~ diventata. aratura effettuata con vacche in novem-
rògna: Madònna de la colònna, fate guarì bre e in primavera.
la ~ man quélla dònna! || prov: chi roncà, v. tr., 1. svellere: ~ lo stramo de le
cc’ha la ~, artro male non c’abbisògna. patate. 2. tagliare rami con la roncola.
rognóne, s.m., rene umano. 3. abbattere una pianta.
rognóso, agg., guasto, difettoso: patate ronchétto, runchétto, s.m., roncolino ||
rognóse. dim. ronchettino.
rógo, s.m., rovo (in part. Rubus fruticosus roncijja, s.f., (raro) roncola con lama e
L.) || pl. l róghe. manico lunghi, per potare siepi.
romanàccio, s.m., (dispr.) ab. di Roma || roncijjonése, s.m., ab. di Ronciglione ||
blas. pop.: romanacce sfasciacate. agg. ronciglionese.
romanésco, rumanésco, s.m., varietà di róncio, s.m., pennato: n cristiano tajjato
vitigno: l ~ càccia prèsto e lo rovinava col ~, di persona maleducata, scortese |
la ggelata. è ffatto cóme l mànico del ~, di persona
romanòrde, s.f., ferrovia elettrificata grossolana || dim. roncétto, roncettino.
Roma Nord (oggi: Roma – Civita Ca- róncola, s.f., roncola con lama e manico
stellana – Viterbo). lunghi, per potare siepi in alto.
romàtico, agg., reumatico. rondeggià, v. intr., ronzare attorno.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
504

rondellétta, s.f., tondino di legno. piménto de cojjóne, una grande secca-


róndene, s.f., rondine (Hirundo rustica). tura.
rondinèlla, rundinèlla, s.f., 1. rondine roppipalle, s.m., rompiscatole.
(Hirundo rustica L.). 2. balestruccio roppitura:→ rompitura.
(Delichon urbicum L.). 3. n. di vacca. ròsa, s.f., 1. colore incandescente che as-
rondóne, s.m., 1. rondone (Apus apus L.). sume la volta del forno, quando ha rag-
2. (fig.) corteggiatore. giunto temperatura elevata: r fórno fa la
ronfà, v. intr., russare. ~. 2. circonferenza di terra lavorata sotto
ronfata, s.f., russo rumoroso. l’olivo. 3. ruota del tacchino.
rónna, s.f., ronda: fà la ~, corteggiare. rosalìa:→ arrosalìa.
ropèo, uropèo, agg., europeo: la granne rosarba, antrop., Rosalba.
guèrra, quélla ropèa | (rec.) ll’unniòne rosarìa:→ arrosalìa.
uropèa. ròsbiffe, s.m., (rec.) rosbif.
róppa:→ róppe. roscétto:→ rossétto.
róppe, rómpe, róppa, v. tr., 1. rompere: róscio, agg., rosso: n geragno bbèllo ~ | n
no mme róppe ll’ànama!, non starmi a òcchjo ~ cóme m pummidóro | ~ cóme m
seccare! | ~ ll’occhjatìccio, togliere il billo || dim. roscétto.
malocchio | róppa la tratta (mettere un rosecà, arrosecà, rosicà, v. tr., 1. rodere,
puntello di sostegno sotto una trave) || rosicchiare: l zórcio ròseca | st’òsso n ze
prov.: chi rróppe, paga; e li chjòcce sò róseca | la còtaca n ze róseca. 2. bru-
li sua. 2. dissodare: se roppéva r zòdo care. 3. masticare: sta ssèmpr’a rrosecà
coll’arato. 3. incignare: de metitura se | ma quanto róseche! 4. corrodere: la
roppìa l prosciutto. 4. spezzare: se rop- lupa lo róseca ll’olivo. 5. (fig.) con-
péva la scarzèlla (rif. all’usanza sumare: c’ha l male che lo róseca. 6.
pasquale di mangiare un dolce tipico (fig.) mordere il freno. 7. (fig.) rubare ||
durante la scampagnata; con implicita rosecasse, v. rifl., rodersi: ~ da la ràb-
allusione alla deflorazione; vd. bia.
scarzèlla) || róppese, v. rifl., rompersi || rosèo, agg., (raro) roseo.
Forme: Ind. pres. 1 róppo; 2 róppe; 3 rosicà:→ rosecà.
róppe; 4 roppémo; 5 roppéte; 6 róppono rosicarèlla, s.f., 1. smania di rodere dei
| impf. 3 roppéva, roppìa | perf. 1 roppì, bambini quando mettono i denti. 2.
ruppì; 2 roppéste, roppiste; 3 rompétte, (fig.) rodimento interiore: c’ha na ~
roppétte, roppì, ruppì; 4 roppéssemo, drénto, che lo conzuma.
roppimmo; 5 roppéste, roppiste; 6 rop- rosicarèllo, rosichino, s.f., 1. cartilagine
pinno | fut. 1 ropparò; 3 ropparà | Cond. di carne cucinata. 2. (fig.) rodimento in-
pres. 1 ropperébbe | Ger. roppènno. teriore.
roppecojjóne, rompicojjóne, s.m., secca- rosicata, s.f., atto di rosicchiare.
tore. rosichino:→ rosicarèllo.
roppescàtele:→ rompiscàtele. rosichìo, s.m., rosicchiamento, rumore
roppestivale, rompestivale, s.m., rompi- fatto rosicchiando.
scatole. rosolata:→ arrosolata.
roppetratta:→ rompetratta. rosòrio, rusòrio, s.m., rosolio.
roppiménto, s.m., rottura: n gra rrop- ròspo: marta, capodimónt’e vvalentano
Vocabolario
505

sò ccóme l ròspe tra l pantano (blas. ~! | è ll’ùrtema ~ dil carro, la persona


pop.). meno importante || prov.: se la ~ no la
rosseggià, v. intr. impers., colorarsi del ógni, non gira | la ~ si nnun ze ógne,
cielo ad oriente: sta ppe scappà l zóle, nun gira (sulla corruzione dei burocrati)
rosséggia. | la pèggio ~ è qquélla che strilla de
rossétte, s.m. pl., pomelli rossi: l fijjo ha ppiù | la pèggio ~ dil carro sèmpre
mmésso le ~, ha preso un bel colorito. scrìcchja. 2. mola per affilare lame ||
rossétto, roscétto, s.m., varietà di vitigno: dim. rotélla, rotino | accr. rotóne.
~ rìccio. ròta2, microtop.
rósso d’òvo, s.m., tuorlo. rotà, v. tr., ruotare.
rossóre, s.m., Re Sole: la pasticca del ~ rotajja, s.f., rotaia del treno.
(pasticche per la tosse). rotata, s.f., segno lasciato dalla ruota, che
ròsta, s.f., 1. ripulitura della striscia peri- frega una parete: ndó èra strétto facéva
metrale vicino al confine del campo, per le rotate l carrétto.
impedire il propagarsi di incendi: se fa ròte, s.f. pl., (scherz.) scarpe: s’è ffatto le
la ~, se pulisce n cordóne de tèrra, ~ nòve.
prima de bbrucià le stóppie. 2. (fig.) rotèlla, s.f., 1. rotula del ginocchio. 2. at-
ronda: fa la ~, pe ppijjàllo a ttradiménto trezzo del calzolaio.
| li fa la ~ a qquélla, le fa la corte. ròtelo:→ ròtolo.
ròsto (a), inter., voce d’incitamento con rotolasse, v. rifl., rotolarsi.
cui si rotolavono le pietre sui fasci di ca- ròtolo, ròtelo, s.m., rotolo di tessuto di ca-
napa messi a macerare. napa confezionato al telaio || Forme: pl.
rosume1, rusume, s.m., 1. (dispr.) avanzo rótele, ròtele.
di cibo. 2. resti di foraggio scartato dalle rotónda (a), rotónna (a la), loc. avv., con
bestie: le somare lo sciattàvono l fièno, movimento circolare, in tondo.
annava tutto a ~, quanno no jj’annava rotóne, s.m., 1. ruota idraulica a pale del
ppiù de magnà. 3. resti del rosicchia- molino. 2. ruota della trebbiatrice a
mento del topo. posta fissa.
rosume2, s.m., (raro, rust.) rosolio. rotónna (a la):→ rotónda (a).
rosura, rusura, s.f., prurito: li si pijjava rotónno, ritóndo (citt.), agg., rotondo: si
la ~. ll’òcchjo è rritóndo, allóra è sségno che
ròta1, s.f., 1. ruota: c’hae la ~ sdicentrata, cc’è ll’ua déntro (pronostico tratto dalla
fuori centro, deformata | ~ smerìjjo, forma della gemma).
ruota smerigliata | nun gira la ~, le cose rótta de còllo (a), loc. avv., in enorme
vanno male | si mme ggira la ~, lo fò, se quantità.
mi salta il ticchio | fà la ~, a) fare la rottà, ruttà, v. intr., ruttare: rótte cóme m
ruota (del pavone o del tacchino): l billo pòrco.
fa la ~ | ll’ucèlle fanno la ~, l farco pre- rottinculo:→ rottonculo.
sémpio; b) (fig.) adulare | la ~ de li bba- ròtto, rótto, s.m., eruttazione, rutto: fà le
starde, ruota del brefotrofio | la ~ del ròtte, ruttare.
funaro: l primo lavóro, che n regazzino rottonculo, rottinculo, s.m., persona di-
facéva, èra nnà ggirà la ~. l patre li di- sonesta.
civa: si ttu no stùdie, te mann’a ggirà la rovèlla, rüèlla, s.f., triotto (Rutilus rubilio
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
506

Bonaparte). rughétta, s.f., ruchetta, varietà di insalata


ròvere, s.m., róvere (Quercus robur L.). (Eruca sativa Mill.).
rovescina:→ reverzina. rugóso, agg., tomentoso, di pampino:
rovèscio, s.m., grasso animale. c’ha l pàmpene rugóse.
rrabbiasse:→ arrabbiasse. rulla, s.f., misura del cerchione della
rreale, agg., irreale. ruota, attrezzo del carradore.
rrivà:→ arrivà. rulòggio:→ orlòggio.
rtificiale, agg., artificiale: annam’a vvéde rumà:→ rumicà.
li fòche ~. rumanésco:→ romanésco.
rubbà:→ robbà. rumano, agg. e s.m., romano: li rumane
rubbacòre, s.m., rubacuori. la portònno al Campidòjjo la campana
rubbagalline, s.m., ladro di polli. de Vetèrbo.
rubbamazzo:→ robbamazzo. rumanzo, s.m., romanzo.
rubbaréccio, agg., facile a rubarsi, e- rumatismo:→ rumatìssemo.
sposto a furti: sò rrubarécce le cerase. rumatìssemo, romatìsemo, romatismo,
rubbarèlla, s.f., 1. piccolo furto. 2. (fig.) rumatismo, s.m., reumatismo: fà le
inganno. fanghe pi l rumatìsseme.
rubbecchjà, v. tr., rubacchiare: ~ di qqua rumicà, romecà, romicà, rumà, v. intr., 1.
e ddi llà. ruminare: le vacche rùmicheno. 2. (fig.)
rubbecóndo, agg., rubicondo. rimuginare. 3. (fig.) borbottare. 4. (fig.)
rubbino1:→ robbino. protestare.
rubbino2, s.m., rubino. rumicante, agg., (scherz.) corretto con
rùbbio, s.m., 1. antica misura agraria di rhum: dàteme n caffè ~!
superficie pari a m2 8.000. 2. antica rumito:→ romito.
misura di capacità per aridi pari a kg. rumitòrio, s.m., romitorio.
200: ll’ulive se misuràvono a rrubbie. rumme, s.m., rhum.
ruca1, ruga, s.f., bruco che danneggia la runchétto:→ ronchétto.
vite: s’acciaccava co le déta la ~ | quel rundinèlla:→ rondinèlla.
porétto èra arimasto cóme li rughe di la ruòsa, s.f., (arc.) rosa.
vigna (invischiato) || (imprec.) te pòssa rusco, agg., semichiuso: c’ha n òcchjo ~.
magnà le ruche! rusegnòlo, osignòlo, s.m., usignuolo
ruca2, s.f., ruga, grinza. (Luscinia megarhynchos Brehm) || dim.
rucchesina:→ lucchisina. rusegnolétto.
rüèlla:→ rovèlla. rusina, ipoc., Rosa.
rùfela:→ rùfola. rusòrio:→ rosòrio.
rùfola, rùfela, s.f., forfora. ruspa (a la), ruspo (a), loc. avv., alla
ruga:→ ruca1. cerca di frutta di casco: dóppo vann’~.
rugà, v. intr., 1. brontolare minacciando. ruspà, v. intr., 1. ruspare || prov.: chi dde
2. ringhiare, di cane. 3. insistere con fer- gallina nasce, n tèrra ruspa. 2. frugare.
mezza. 4. tubare della colomba. 3. raccogliere frutta di casco, spec.
ruganza:→ arrogànzia. castagne.
rùggine, s.f., 1. ulceretta sulla lingua dei ruspatìccio, s.m., superficie di terreno
bambini. 2. ulcera. dove hanno ruspato polli.
Vocabolario
507

ruspijjóso, agg., ispido. malattia del grano e delle patate. 3. (fig.)


ruspo (a):→ ruspa (a la). rancore: li pòrta la ~.
rùsteca:→ rùstica. rużżà, v. intr., giocare, di bambini e pic-
rùsteco, agg., rustico. coli di animali: è vvècchjo, ma rrużża
rùstica, rùsteca, s.f., carrucola: c’èreno ~ cóme le fijje | ll’animale rùżżono, l
e ffinestróne, pe rrimétte l fièno. tèmpo cambia.
rustìccio, agg., 1. scontroso. 2. mingher- rużżarèlla, s.f., voglia di scherzare: li
lino || dim. rusticétto. pijja la ~.
rùstico, s.m., primo strato d’intonaco. rużżine:→ rużża.
rusume:→ rosume1. rużżo, agg., 1. arruginito. 2. (fig.) malato
rusura:→ rosura. di ruggine, del grano per effetto della
ruttà:→ rottà. nebbia.
rùvedo, agg., ruvido: ~ cóme na raspa rùzzola, s.m., pesante girella di legno
(del fusto della canapa) | carézze di usata nel gioco del ruzzolóne.
mane rùvede. ruzzolà, v. tr. e intr., rotolare.
ruvescina:→ reverzina. ruzzolóne, s.m., gioco di adulti fatto con
ruvinà, aruvinà, v. tr., rovinare. una girella di legno, che si lancia lun-
ruvina, s.f., rovina: m’éte mannato a rru- go un percorso stradale, svolgendo ra-
vina, in rovina. pidamente una funicella arrotolata in-
rużża, rùżżine, s.f., 1. ruggine. 2. (fig.) torno.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
508

sàbbato, sàbbeto, sàbboto, s.m., sabato: frugati! | c’ha le saccòcce sfonnate, è uno
~ che vvène, sabato prossimo | ~ pas- spendaccione | va cco le saccòcce fòra
sato, scorso | ~ a òtto ce vedémo | fà l de li carzóne, ha ppagato man tutte (ha le
zàbboto fascista, non lavorare di sabato tasche vuote) | (euf.) vàttel’a ppijjà n za-
|| ògge è ssàbboto a ccasa mia! (scon- ccòccia!, vai a quel paese! | ll’ha ppréso
giuro pronunciato per tenere lontane le n zaccòccia e no lo pò ppiù vvéde, è stato
streghe, che escono il venerdì) || prov.: ingannato | saccòcc’im pètto, tasca ladra.
nun c’è ssàbboto sènza sóle, nun c’è 2. (arc.) borsa di stoffa, che le donne por-
ddònna sènz’amóre || Forme: pl. sàb- tavano sotto la veste per riporvi denaro ||
bete. dim. saccoccétta.
sàbbeto:→ sàbbato. saccoccino, sacconcino (raro), s.m.,
sàbboto:→ sàbbato. taschino della giacca e del panciotto:
sacchétta, s.f., sacco di iuta: l piède fa- portava ll’orlòggio mal ~ del corpétto.
sciate co la ~ | le sacchétte pel grano | saccoccióne, s.m., tasca ladra.
méttese n zacchétt’a ccappùccio, un sacconcino (raro):→ saccoccino.
sacco, piegato agli angoli per proteg- saccóne, s.m., membro di confraternita: li
gere la testa e le spalle, quando si tra- ~ c’éveno n cappùccio co li bbuche pel-
sportano balle di paglia | dispr. l’òcchi.
sacchettàccia. saccorótto, inter., caspita!
sacchettata, s.f., contenuto di un sacco. sacirdòte, s.m., (citt.) sacerdote.
sacchétto, s.m., 1. sacco di iuta. 2. fodera sacramentà, sagramentà, v. intr., bestem-
interna del cuscino. 3. (ant.) blusa da miare.
donna. sacraménto, sagraménto, s.m., 1. sacra-
sacchiggià, v. tr., saccheggiare. mento: mòrze sènza pijjà l zagraménte.
sacco, s.m., 1. sacco di iuta || prov.: ~ vòto 2. ostia consacrata. 3. (fig.) bestemmia.
n ze règge m piède | nun ze dice quattro, 4. (fig.) uomo alto e grosso: n ~ de cri-
finché nnun è nnel zacco. 2. (fig.) unità stiano || accr. sacramentóne.
di misura di capacità per aridi pari a 120 sacratà, sagratà, v. intr., bestemmiare.
kg.: quattro sacche de farina. 3. (fig.) sacrificasse:→ sagrificasse (vd. sagri-
unità di misura agraria di superficie, ficà).
pari a m2 9.000. 4. (fig.) cappa, tunica saettóne, s.m., (dispr.) contadino: bbòjja
del confratello. 5. (fig.) suppurazione de n zaettóne! (insulto).
con empiema: sta firita fa ssacco, viene saggerato, agg., esagerato: ma quanto
a suppurazione || n zacco, loc. avv., sè ~!
molto: li vò bbene n zacco | ce ll’hò saggerazzióne, s.f., esagerazione: è na ~
ddétte n zacco e na spòrta, l’ho rim- qué.
proverato aspramente. saggina: le scopine se fanno la scópa de
saccòccia, s.f., 1. tasca: attàstete ma la ~!, ~ de la sua.
Vocabolario
509

sagramentà:→ sacramentà. sale ammoniaco.


sagraménto:→ sacraménto. salengrése, s.m., sale inglese, solfato di
sagratà:→ sagratà. magnesio usato per purgarsi: l ~ lo pij-
sagrifecà:→ sagrificà. javo a gni cambiaménto de staggióne.
sagrificà, sagrifecà, v. tr., sacrificare || saleppépe, agg. inv., grigio: c’ha l capélle
sagrificasse, sacrificasse, v. rifl., 1. sa- ~, grigi.
crificarsi. 2. (fig.) abitare in spazio an- salétta1, salina, s.f., sale da tavola.
gusto: bbenché stamo sacrificate, che n salétta2, s.f., sbarra cilindrica di ferro, su
c’émo tante stanze, sta casa ce piace. cui girano le ruote delle carriolette per
sagrifìcio, sagrifìzzio, s.m., sacrificio, fa- bambini.
tica: mbè, farémo stu ~. salì, v. intr., salire || Forme: Ind. pres. 1
sagrifìzzio:→ sagrifìcio. salìscio; 2 salisce; 4 salimo; 6 salì-
sagristanèllo, s.m., chierichetto. sciono | perf. 1 salétte; 6 salinno | Ger.
sagro, agg., sacro. salènno.
sajja, s.f., saia, tipo di stoffa di lana resi- salicìlico, agg., salicidico: àcito ~.
stente tessuta in casa. salimbécco, s.m., (raro) pinzimonio.
salà, v. tr., salare: ~ l càcio, salare il for- salimòra:→ salamòra.
maggio. salina:→ salétta1.
sala1, s.f., 1. sala da pranzo. 2. mobilio saliscégna (a), loc. avv., con tratti da sa-
della sala da pranzo: quanno se sémo lire e da scendere (rif. a strada).
sposate, l mi marito ha ppòrto la ~ (ha saliscènni, s.m., 1. saliscendi a molla
contribuito, da parte sua, acquistando i della serratura. 2. spranghetta per la
mobili per la sala da pranzo) || dim. sa- porta.
létta. salitèlla, s.f., salita leggera.
sala2, s.f., semiasse del carro, assale. salla, s.f., salda (soluzione colloidale di
salame: (prov.) si nasce ~, si mòre mor- amido, usata come appretto della bian-
tatèlla. cheria prima della stiratura): addopravo
salameléccomolo, inter., (scherz., con al- la ~, pe nnamidà l còlle, i colletti delle
lusione sessuale) salve! camicie.
salamóne, antrop., Salomone. sallàżżaro, s.m., 1. ambiente disordinato
salamòra, salimòra, s.f., 1. salamoia. 2. e sporco. 2. persona sporca e inzacche-
bagno di acqua e sale bollito, che si rata: te sè ridótto n zallàżżaro, che
mette nella botte per staccare le in- ddiàmmine!
crostazioni. sallo, inter., vattelappesca!
salato, agg., 1. troppo saporito: sta minè- sallupara, 1. microtop. 2. n. del carcere
stra è ssalat’arrabbiata. 2. amaro: c’hò di Viterbo: te pòrteno a ~.
na bbócca salata, na bbócca manco saltapìcchjo, sartapìcchjo, s.m., caval-
s’évo magnato ll’arénga. 3. salmastro: letta.
n vinàccio salato. sàlusse, s.f., salute, nell’espr. lat.: in
sale: ~ gròsso, sale da cucina | ~ fino, sale acqua ~.
da tavola | come sta dde ~?, è sufficiente salutà, v. tr., salutare: te salut’e ffìschjo! |
il sale? | avécce pòco ~ ne la zzucca, me salut’a mmèżża bbócca, fredda-
esser poco intelligente | sal’ammòniaco, mente | salùteme la tu mà! | allóra, ve
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
510

saluto!, arrivederci | te saluto, scùffia!, m’èsce r ~, sanguino | cavà r ~, salas-


(scherz.) ciao || salutasse, v. rifl., salu- sare | métte l ~, fare una trasfusione | vò
tarsi: salutàmese! || Forme: Ind. perf. 1 a ddà l ~, vado a donare il sangue | n
salutò; 6 salutònno | fut. 3 salutarà. cristiano sènza ~, esangue, pallido |
salute, s.f., 1. salute: c’ha na ~ de fèrro | sudà ssàngue, fare molta fatica; fare
c’ha ssalute da vénna | tanto de ~ le fijje ogni sforzo | (d.) pò ffà ssàngue na
nun èrono, erano malaticci | d. abbasta rapa? (rif. a persona stupida) | ~ de la
la ~! || prov. ~ e ttèmpo bbòno non vèn- madòsca!, (euf.) bestemmia || ~ (a), loc.
gono mae a nnòjja. 2. brindisi: rigà, avv., alla follia: li piace ~, la brama ||
famo la ~! || inter., prosit!: a la ~!, prov.: bbòn zàngue num ménte.
salute!, prosit! | “a la ~!” “m pò per sanguedencane, inter., sangue di un cane!
òmo!” | a la ~ de chi cce vò mmale! | ~ sanguediqquaddillà, inter., (euf.) be-
e ffijje màschie, ch’a le fémmine ce stemmia.
pènzo io! (scherz., con allusione ses- sanguenèlla, s.m., sanguinella comune
suale) | a la ~ de Mappa! (personaggio (Digitaria sanguinalis L.): la ~ è n’èrba
immagin.) | salute!, (iron.) compli- cóme la gramégna.
menti! (di commento a chi mangia o sanguigna, s.f., salasso.
beve avidamente). sanna, s.f., 1. zanna del porco. 2. (fig.) in-
salutévele, agg., salutare. cisivo sporgente.
salvà:→ sarvà. sannàccia, s.m., (infant.) bambino dagli
salvocisìa, sarvocisìa, inter., Dio ci salvi! incisivi pronunciati (in tono vezz.).
sambucara, s.f., 1. pianta di sambuco. 2. sano, agg., 1. non spicciolato (rif. a
terreno dove crescono spontaneamente denaro): m’aritròvo sólo diecimila lire
molti sambuchi. sane n zaccòccia. 2. di animale non ca-
sammartinése, s.m., ab. di San Martino strato: stallóne ~. 3. intero: le settimane
al Cimino, fraz. di Viterbo || agg., san- sane durav’a ppiòve.
martinese. santantògno, s.m., bestia rovinata da ma-
sammartino, s.m., abbondanza: è stato cellare.
~? (per chiedere se il raccolto sia stato santarèlla, s.f., 1. santarellina: fa la ~ ap-
propizio). piccicat’al muro. 2. bigotta ipocrita.
sammuco, s.m., sambuco (Sambucus santaro, s.m., venditore di immagini
nigra L.). sacre || (d.) nun ze fréga l ~!, non si in-
sancorombiano, s.m., varietà di vitigno. ganna chi ha esperienza.
sàndola, s.f., sandalo: le sàndele. santaròsa, s.f., giocattolo di argilla cotta,
sanetà, s.f., sanità: (prov.) chi cc’ha la ~, raffigurante santa Rosa: e cche le san-
è rricco e nu lo sa. taróse col fischjétto mal culo ce ll’éte
sanfasò (a la), cianfrasù (a la), sanfrasò (a valtre? (blas. pop. autoelogiativo).
la), sinfasò (a la), sunfrasù (a la), loc. santicètra, s.f., 1. santarellina. 2. bigotta
avv., a) alla meglio, alla buona; b) in ipocrita.
fretta. santino, s.m., 1. cartoncino ricordo con
sanfrasò (a la):→ sanfasò (a la). foto di un defunto. 2. (iron.) cartoncino
sanguatto (di), loc. avv., di nascosto. di propaganda elettorale con foto del
sàngue: ~ pisto, ~ pésto, ematoma | candidato.
Vocabolario
511

santo, s.m., immagine sacra. Giovanni: ~, o vvérde o sécco tàjjeme le


santo: tuttesante, le sante, Ognissanti || gambe | pi ssan Giuvanne, tutte le fijje
prov.: tuttesante, pi li vigne e ppi li da li mamme | santa Lucia, se àlzano le
campe || mdd. n ce sò ne ssante ne scale pi la cima (comincia l’olivatura) |
mmadònne, nulla da fare | quarche santa Lucia, la ggiornata ppiù ccórta
ssanto provederà | avécce n zanto m che cci sia | santa Lucia!, inter., non
paradiso, una persona cui rivolgersi in vedi? (a chi non vede un oggetto che ha
caso di necessità | sante bbenedétte!, sotto gli occhi) | pe ssam Marco, am-
inter., pazienza! | l mòrto si calava ggiù mannisce la pala e l zacco | santa Maria
ssótto e ssante bbenedétte!, ed era tutto Madalèna, santa Maria Maddalena: pe
risolto || agg., 1. santi calendariali: san- ssanta ~, se conósce la bbianca da la
t’Ambròcio!, inter. di sorpresa | san- néra (rif. all’invaiatura dell’uva) | sam
t’Andrèa pescatóre, tòcca tòcca Martino, ógni mósto divènta vino | pe
ll’aratóre | sant’Anna, n’inghinna n’in- ssam Martino se bbuca la bbótte del
ganna | sant’Anna, ppiù ffòrte! (invo- vino | sam Martino, bbuca bbuca la
cazione pronunciata dalla levatrice bbótte del vino | sam Martino!, inter., a)
quando iniziavano le doglie della parto- caspita!; b) espr. di augurio (si aggiunge
riente) | sant’Antògno di la gran fred- dopo aver espresso il proprio compiaci-
dura, sa Llorènzo di la gran callura, mento per il benessere e la prosperità di
ll’una e ll’altra pòco dura | sant’An- q.no e ha valore di formula per scon-
tògno cu la bbarba bbianca, métte la giurare il malocchio): crèpa de salute,
nève ndu ci manca | sam Benedétto!, ~!; ~ ll’ accrésce!; ~, quant’è bbèllo! |
inter. di noia | pi ssam Benedétto, la rón- pi ssam Michèl’arcàngelo si prepàrono
dine sótto l tétto | va ppregà ssam le sòme (si comincia a preparare l’oc-
Benedétto, che sse ppijja bbène, sennò corrente per la vendemmia) | pe ssam
pijja de sécco (iron., sull’attecchire del- Piètro, nu llassà na spiga addiètro | è
l’innesto) | santa Bbibbiana, santa Vi- ccóme la stòria de sam Piètro col pro-
viana: quanno piòve pi ssanta ~, piòve sciutto (detto di un egoista, con allu-
um mése e na settimana | se ppiòve pe sione ad una favoletta) | sa Stèfano | san
ssanta ~, dura sètte ggiórne e na qua- Tomasso, san Tommaso; ospizio per
rantana | pe ssan Carlo, se seménta la anziani | sant’Ustàcchjo, sant’Eusta-
fava e ll’ajjo | pe ssanta Caterina, m chio. 2. santi fantastici: sant’Attura, pa-
passo de gallina; pe Nnatale, m passo tróna del tappo | sam Baòcco, san
de cane | pi ssanta Caterina, um passo Baiocco, dio quattrino | sam Bracalétto:
de gallina; de santa Caterina a Nnatale, è dde la compagnìa de sam ~ (di chi
um passo di cane | santa Caterina, la porta i pantaloni calati) | sam Bracàzzio
néve o la bbrina | se ppiòve a ssan Cas- | san Chéto Chéto | san Crepàzzio!,
siano, piòve mèle mósto e ggrano | pe inter.: ~, quanto magne! | san Cre-
òtto San Clemènte, lèva li bbòva da li pàzzio! (la madre al figlio che tossisce)
sémente (si concludono i lavori di se- | san Funcéllo, san Fuccéllo: se règge
mina) | santa Cróce, pan’e nnóce | santa sù pe ssan Fuccéllo, a malapena, per
Cróce, pizza calla e vvino dóce | san miracolo | santa Galla | sam Magara |
Gijjo, sant’Egidio | san Giovanne, san santa Néga: bbuttasse a ssanta Néga,
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
512

mentire | sam Paganino, giorno di paga co? | è ppartito da n ze sa qquanto, da


| mannàggia sam Pistèrno! | santa moltissimo tempo | s’assae io!, che ne
Pupa, santa immaginaria protettrice dei so | me sa mmijjanne, non vedo l’ora | si
bambini: t’ha jjutato santa ~ | l fijje le ssapéssete! | eppure sapéssete quante
guarda santa ~, li protegge | san Se- prutèste! || mdd. lo sae dó portava
lasié. ll’ombrèllo l mi nònno? | la sae lónga,
santoddio, inter., santo Iddio! ma no la sae riccontà | va ssapé chi è
santolina, s.f., santonina, sostanza stato, vattelapesca | va ssapé! || sapé!,
medicamentosa: la ~ se crompava da lo inter., sapete! 2. credere: me sa ttanto
spezziale cóntro l vèrme | còsta quanto che nun vène | me sa dde nò, credo di no
la ~, è costosissimo | adè ccara quanto | c’ha na casa che n ze sa, da non
la ~. credere, bellissima | me sa ttanto che sse
santolòco, s.m., cimitero. sbajja, credo proprio | me sa cche cce
santóne, s.m., ipocrita. sò rrimaste più ppòche | me sa dde sé,
santonorè, s.m., tipo di dolce. credo di sì. 3. sembrare: me sa ffatica a
santovicèto, s.m., 1. bacchettone: prati- ffallo | nu jje sa mmae óra la séra | ve sa
cava la cunfratèrneta cóme n ~. 2. indi- bbèllo?, vi sembra bello? || v. intr., aver
viduo sornione, buono in apparenza. sapore: sa dde bbruciatìccio | sa dde
santuvàrio, s.m., santuario. carlùccio, è inaffidabile | nun za ne dde
sanza, s.f., sansa, residuo della spremitura mì né dde té, n za dde gnènte, è scipito
delle olive, usato per un’ulteriore estra- || prov.: chi ppiù ssa, méno sa | gnuno sa
zione di olio. le frégne sue, conosce le proprie preoc-
sanzóne, antrop., Sansone. cupazioni || Forme: Ind. pres. 1 sò; 2 sa,
sapé, v. intr., 1. sapere: sàppiolo!, sàp- sae; 4 sapémo | impf. 1 sapìo, sapivo; 2
picelo!, sappilo! | nun zà né pparlà né sapéve, sapìe; 3 sapìa, sapiva; 6
sta zzitto (di persona insulsa) | sae mórto sapéveno, sapévono, sapìono | perf. 1
tu ndó dòrme l lèpre!, che puoi sapere? sèppe; 2 sapéste, sèppe; 3 sapì, sèppe,
| ce lo sò ssì, lo so bene | sò n cazzo io! séppe; 4 sapéssemo, sèppomo, sép-
| va ssapé! | sa ttanto lue! | sapé pomo; 5 sapéssete; 6 sapéreno, sép-
cch’adè?, sapete che successe? | nun za peno, sèppono | fut. 1 saparò; 2
a cche ssanto raccomannasse | còsta n saparae; 3 saparà; 4 saparémo; 5
ze sa qquanto | è mmèjjo ~ de che saparéte, saperéte; 6 saparanno | Cong.
mmòrte se mòre, meglio conoscere il impf. 1 sapésse; 2 sapésse; 4 sapés-
prezzo prima | sae tanto tu quante ggire semo; 6 sapéssono | Cond. pres. 1
fa na bbòccia! | se cce lu sapéve che saparébbe, saparèbbe, saprèbbe; 3
vveniva, potéve dìmmelo | pi nun zapé saparèbbe; 4 saparémmo; 5 sapréssete;
ne llègge ne scrive, ntanto annàmoce, 6 saprèbbono | Imper. 2 sà, sàppie; 5
comunque sia | lu saparò?, lo so bene, sapé | P. pass. saputo | Ger. sapènno,
certo | a ssapéllo, ve lo dicévo, se lo sapièndo (raro).
avessi saputo, ve l’avrei detto | va sapiènza, s.f., (iron.) istruzione.
ssapéllo! | sapé che vve dico? | lu sa che sapóne, s.m., saccente (con gioco di pa-
tte dico? | nue parlamo cóme sapémo | role).
te ce sae métte co ésso ch’è ppiù cciu- saporàccio, s.m., sapore sgradevole:
Vocabolario
513

c’éva n zaporàccio chi n vi dico. sardo: n zacco de sardegnòle sò ppeco-


saporì:→ assaporì. rare | pècore sardegnòle a llana lunga |
saporito, agg., salato. sumarétto ~.
sapurì:→ assaporì. sardèlla, s.f., (fig.) botta, colpo.
saputàggene, s.f., saccenteria. sardignòlo:→ sardegnòlo.
saputo, agg., notorio: è na còsa saputa sardinaro, s.m., venditore ambulante di
qué. sardine sotto sale.
saracinésca, s.f., 1. resti di costruzione sardino, agg., di asino dal mantello gri-
antica. 2. chiusura lampo dei pantaloni. gio chiaro || dim. sardinèllo.
saraga, s.f., 1. salacca (Alosa fallax La- sardo1, s.m., saldo.
cépède). 2. (fig.) botta, colpo. 3. (fig.) sardo2, agg., (raro) saldo, resistente.
donna magra. 4. (fig., arc.) corta scia- sardóna, s.f., sarda conservata sotto sale.
bola delle guardie municipali. sargènte, s.m., 1. sergente. 2. morsa, ar-
saragaro, s.m., venditore di salacche. nese a vite usato dal falegname.
saramàndola, ciaramàndola, s.f., sala- sariana, s.f., sahariana.
mandra (Salamandra salamandra L.): sarmì, s.m., salmì.
che tt’ha ppìzzeco la ~? sarmo, s.m., salmo || prov.: tutte le sarme
sarapica, s.f., 1. n. generico con cui si in- finìscono n glòria.
dica ogni piccolo insetto notturno che sartà, v. intr., saltare: vòjja di lavorà, sàr-
vola. 2. pappataci (Phlebotomus pa- tem’addòsso! | sàrtajje addòsso!, sartale
patasi Scop.). sopra! | sartò da la parte di llà | sarta
sarapóllo, s.m., 1. serpillo, timo (Thymus cóme n zartapicchjo | (d.) o mmagne sta
vulgaris L.): manco l zarapóllo ce minèstra, o sarte sta finèstra | ~ ddar
facéva (di terreno sterile) || (d.) mó ffio- pónte, suicidarsi gettandosi dal ponte ||
risce l zarapóllo!, è troppo tardi ormai | prov.: sarta chi zzómpa (per esprimere
mannàggia l zarapóllo! 2. (fig.) indi- risolutezza).
viduo stupido. sartabbastóne, s.m., saltimpalo (Saxicola
sarcìccia, s.f., salsiccia || dim. sarciccétta torquata L.).
|| Forme: pl. sarcicce. sartafòsse, s.m., (iron.) geometra.
sarcicciòtto, s.m., salsicciotto. sartafratte, sopr.
sarcinara, s.f. coll., piante di salice. sartalaquajja: ggiocà a ~, giocare al
sarcino, s.m., salciolo, ramoscello salto della quaglia (saltare scavalcando
flessibile di salice usato per legare i di seguito tutti i giocatori maschi incur-
tralci || dim. sarcinèllo. vati).
sàrcio, s.m., salice (Salix amygdalina L., sartapìcchjo:→ saltapìcchjo.
Salix alba L. e affini). sartarèllo, s.m., saltarello, danza || agg.,
sarcòfego, s.m., (citt.) sarcofago: n zar- che saltella (rif. a una varietà di verme):
còfego di nénfro suggillato. l vèrme sartarèlle del càcio marcétto.
sardà, v. tr., saldare || sardasse, v. intr. sarto, s.m., salto: dà n ~ | ce famo n zarto
pron., saldarsi dell’innesto. a ddìjjolo | famo le sarte mortale p’annà
sardatóre, s.m., saldatoio. vante | fà qquattro sarte, ballare || dim.
sardatura, s.f., saldatura. sartarèllo.
sardegnòlo, sardignòlo, agg. e s.m., sartóra, s.f., sarta.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
514

sartóre, s.m., sarto || dim. sartorétto. diventi misantropo.


sartorétta, s.m., sartina, sarta appren- sarvaticume, servaticume, s.m., 1. (coll.)
dista. vegetazione bassa allo stato selvatico. 2.
sarvà, salvà, v. tr., salvare: sarvàtece! | ~ sapore selvatico: sa de ~ sta cìccia. 3.
capr’e ccàvole | sarvanno ésso, sò ttutte odore di selvatico.
bbirbaccióne, escluso lui | sarvanno n sarvàtoco:→ sarvàteco.
dó me tòcco (espr. di scongiuro) | sar- sarvatóre, s.m., 1. chi salva. 2. antrop.,
vanno la disgràzzia, spèro bbène | ~ la Salvatore: (tir. dil.) ~ sarva tutte, sarva
su mà, è n gran fijjo de mignòtta | sar- ll’ànema dil presciutte.
vanno sarvòrio | sarvanno e ssarvòrio, sarvereggina, s.f., Salve Regina (pre-
scusando il modo di esprimersi: sar- ghiera).
vanno e ssarvòrio, dico io, s’ha dd’annà sarvézza, s.f., salvezza.
vvia a st’óra? || sarvasse, v. rifl., sal- sàrvia, s.f., salvia (Salvia officinalis L.).
varsi: n ze sarva gnuno | n z’è ssarvo sarviétta, s.f., sarviétto, s.m., tovagliolo
manco ll’ànama | n te sarvave | nue se || dim. sarviettino.
sémo sarve | se sò ssarvate pe m pélo | sarviettata, s.f., 1. colpo dato con un to-
nun te sarve cu qquestòro: quanno te vagliolo. 2. contenuto di un tovagliolo.
sarve? | sàrvete cèlo! | sàrvete pòpolo! || sarviétto:→ sarviétta.
mdd. Adamo se sarvò, ma n culo ll’èbbe sarviòla servàtica, s.f., salvia selvatica
|| prov.: Dio te sarve da la pórvere di (Phlonius fruticosa L.).
ggennaro, e dda la fanga d’agósto || sarvo, agg., salvo: è rritornat’a ccasa
Forme: Ind. pres. 2 sarve; 3 sarve; 4 sar- san’e ssarvo || ~ (n), loc. avv., in salvo:
vamo; 6 sàrvono | impf. 2 sarvave | perf. se sò mméste n zarvo || prep., eccetto: ~
1 sarvò; 6 sarvènno | fut. 1 sarvarò | ncidènte, a meno che non si verifichino
Cong. pres. 3 sarve | P. pass. sarvato, incidenti | ~ gnuno; salvo gnuno, inter.,
sarvo | Ger. sarvanno. Dio non voglia! | sarvo dell’ógneca! | ~
sarvacòllo, s.m., striscia mobile di tes- ndu mi tòcco, espr. di scongiuro.
suto, che protegge il bavero del cap- sarvocisìa:→ salvocisìa.
potto. sarvòrio, solo nell’espr.: sarvanno ~ (vd.
sarvaggènte, s.m., salvagente. sarvà).
sarvamàcchja, s.m., cosciali di pelle di sarza, s.f., 1. salsa || dim. sarzétta. 2. (fig.)
capra del buttero. botta.
sarvàteco, sarvàtoco, servàteco, servà- sassajjòla, s.f., sassaiola.
tico, s.m., 1. pianta spontanea. 2. por- sassaròla, s.f., sassaia, terreno sassoso.
tainnesto di vite. 3. odore penetrante e sassata: pijjà a ssassate | fà a ssassate.
forte simile a quello della selvaggina: sassichéta, s.m., sassaia, terreno sassoso.
puzzà de ~ || agg., 1. selvatico (di ani- sasso, s.m., 1. pietra lavorata: na casétta a
male o pianta). 2. spontaneo (di vege- ssasse de Madònna. 2. ciottolo: ~ lìscio
tazione): na pianta sarvàtaca | tutta | dim. sassétto | accr. sassóne || sassétto
ròbba servàteca | uva sarvàtaca. 3. in- (a), (infant.) gioco che consiste nel per-
docile (di animale). 4. misantropo, inso- cuotere con un sasso una moneta da un
cievole: è sservàteco quér cristiano | lato, tentando di farla rivoltare per vin-
vènghe sarvàtoco a sta ssèmpre da sólo, cere.
Vocabolario
515

sàtera, s.f., 1. discorso satirico. 2. pa- suonare a lungo e a distesa; scampanare


squinata in prosa o in versi. || v. intr., essere sballottato con violenza:
satollà, v. tr., saziare || satollasse, v. rifl., sul carrétto si sbadacchjava pi li
saziarsi: me sò ssatollato. bbuche || s.m., squillo: se sentéva lo
satóllo: sè ~? dà la panz’al cane! | n ze sbadocchjà di li campane.
tròveno mae satólle, sono insaziabili. sbadeżżasse:→ sbateżżasse.
satto, agg., esatto: na stòria satta. sbadijjà, sbavijjà, v. intr. sbadigliare:
saùddo, s.m., 1. cafone, zotico. 2. villan- sbadijjo da la fame, per la fame | sbadij-
zone. ja ch’ha ssónno.
savétta, s.f., saetta. sbadijjarèlla, sbavijjarèlla, s.f., stimolo
savi mòde (n), loc. avv., nel possesso irrefrenabile a sbadigliare: si li pijja la ~
delle proprie facoltà mentali. nu la smétte ppiù.
savojjardo, s.m., savoiardo, tipo di bi- sbadijjo, sbavijjo, s.m., sbadiglio: lo ~
scotto friabile. s’attacca man chi sta vvicino, lo sbadi-
sbaccellà, v. tr., sgusciare legumi || sbac- glio è contagioso: si trasmette per forza
cellasse, v. rifl., lambiccarsi il cervello, d’imitazione.
scervellarsi: nun te ce sta sbaccellà! sbadocchjà:→ sbadacchjà.
sbacchettà, v. tr., 1. battere con un batti- sbadossà, v. tr., picchiare di santa ragione.
panni. 2. ribattere, scamatare la lana: l sbafà, v. intr., 1. mangiare molto. 2. man-
matarazzo vècchjo lo sbacchettàvono giare a ufo, scroccare.
co le bbacchétte. sbaffà, v. tr., sprecare: ha sbaffato tutto l
sbacchettata, s.f., 1. atto di battere con un guadagno.
battipanni. 2. lavoro di scamatare. sbaffo, s.m., grande quantità.
sbacchjà, v. tr., 1. togliere alla pecora sbafóne, s.m., chi mangia a ufo.
l’agnello appena svezzato. 2. (fig.) uc- sbagajjóne, s.m., garzone del pastore.
cidere. 3. (fig.) mangiare: ~ vvia, divo- sbajjà, v. tr. e intr., 1. sbagliare: ll’ha
rare. ddétto ésso. cóme te sbajje? | cóme fae,
sbacchjatura, s.f., 1. macellazione degli sbajje | ha sbajjato bbuco (di vino an-
agnelli effettuata nel periodo pasquale. dato per traverso) | (d.) a sto mónno
2. epoca in cui si uccidono gli agnelli. tutte potémo sbajjà | sbajja pure l prète
sbaciòccola, s.f., oggetto ingombrante: sull’artare || prov.: sbajjanno s’impara |
sta ~ a ttracòlla che tte se mòve diètro, cu sbajjà s’ampara | chi sbajja, c’ha
ntanto che ccammine te sbatte (rif. a ssèmpre tòrto. 2. fallire: nu sbajjava n
una fiasca). córpo || sbajjasse, v. intr. pron., sba-
sbaciucchjà, v. tr., sbaciucchiare || sba- gliarsi: se sbàjjeno de gròsso | tanto pe
ciucchjasse, v. rifl. recipr., baciarsi nu sbajjasse, lo chjamamo.
ripetutamente; sbaciucchiarsi. sbajjo, s.m., sbaglio | ~ (pe), loc. avv., ac-
sbadacchjà, sbadocchjà, sbatacchjà, sba- cidentalmente: c’andovina ~.
tocchjà, v. tr., 1. sbatacchiare: l zomaro sbajjoccà, v. tr., rimediare qualche soldo
sbadàcchja ll’orécchja, le fa ssonà vendendo al minuto || v. intr., vedere: ce
cóme le gnàccole. 2. colpire con forza. sbajjòcca ppiù ppóco | a bbalucano! n
3. sbattere con violenza: ~ l tric- ce sbajjòcche? | apre m pò la finèstra,
chetracche de la settimana santa. 4. che n ce se sbajjòcca qui ddrénto, si
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
516

vede male. cia dalla barella || v. intr., 1. sragionare,


sbalenà, v. intr. impers., lampeggiare. vaneggiare. 2. barcollare (di ubriaco) ||
sballà, v. intr., perdere nel gioco a carte sbarellasse, v. intr. pron., sfinirsi: me
del sette e mezzo. sbarèllo da la fame.
sballato: avvocato de le càuse sballate, sbarra, inter., voce enunciata a conclu-
chi sostiene tesi insostenibili. sione di una conta.
sballonzaménto, s.m., sballottamento. sbarrà, v. tr., togliere la diga in canale
sballonzolà, v. intr., sballottare. d’irrigazione || v. intr., straripare: ll’ac-
sbancà1, v. tr., 1. asportare uno strato di qua sbarra dal zórco.
terreno. 2. ampliare ai lati in basso una sbarrattà:→ sbarattà.
fossa: se cercava a ~ più cch’èra pos- sbarratto, s.m., barattto.
sìbbele, quanno facéve la fórma de le sbarzolàsse, v. rifl., sciogliersi, del legac-
vite. cio del covone.
sbancà2, v. tr., vincere tutto al gioco || v. sbassà, v. tr., 1. abbassare. 2. ridurre di al-
intr., andare in fallimento. tezza, frenare lo sviluppo verticale (rif.
sbancata, s.f., ampliamento ai lati della a una pianta).
fossa per piantarvi le viti: dà na ~ a la sbassatóro, s.m., sperone di vite: se làscia
fórma de ccà e dde llà || dim. sban- no ~ co ddu òcchje, secóndo la gaj-
catèlla. jardìa de la vite (rif. alla potatura).
sbancatura, s.f., 1. sbancamento: la ~ se sbastà, v. tr., togliere il basto.
fa ne lo scassellato reale. 2. amplia- sbastì, v. tr., togliere l’imbastitura: quanto
mento ai lati della fossa per piantarvi le sbastìscio sto vistito e ppò hò ffatto.
viti. sbatacchjà:→ sbadacchjà.
sbanco, s.m., sbancamento: fà lo ~ de la sbateżżasse, sbadeżżasse, v. intr. pron.,
vigna. scervellarsi, lambiccarsi: ~ pe ccapì na
sbaraccà, v. intr., sloggiare. còsa | ce se sbatéżża sènza riuscicce.
sbarajjo, s.m., sbaraglio: bbuttass’a lo ~. sbatichisse, v. intr. pron., divenire di cat-
sbarattà, bbarattà, sbarrattà, v. tr., scam- tivo umore, stranirsi.
biare: ha fatto male a ~ stu sóle nòstro sbatocchjà:→ sbadacchjà.
cor bujjo. sbatocchjóne, s.m., colpo violento.
sbarbà, v. tr., sbarbettare la vite || sbar- sbatòssa, s.f., 1. percossa. 2. (fig.) con-
basse, v. rifl., radersi. trarietà della vita. 3. (fig.) calamità.
sbarbijjà, v. tr., abbarbagliare: fà ~ sbatta:→ sbatte.
ll’òcchje || v. intr., 1. restare abbagliato: sbatte, sbatta, v. tr., 1. sbattere: ~ pe
ll’òcchje me sbarbìjjano pel sònno. 2. ttèrra, gettare in terra | ~ l palato,
luccicare. quann’assàggia l vino, schiocca la
sbarbozzóne, s.m., schiaffo. lingua contro il palato con senso di sod-
sbardellata, s.f., faticata. disfazione | ~ l naso, cadere in avanti |
sbardellato, agg., sfinito. sta ~ ll’ària, a ppèrde tèmpo | nun zò dó
sbarellà, v. tr., 1. effettuare il trasporto sbatte la capòccia | la sbàtton’addòsso
delle bigonce sulla barella: sbarellamo al muro | mdd. te ce fò ~ l grugno, te lo
ggiù sto pò de vino | ~ le bbigónze faccio constatare a tue spese. 2. battere:
dell’ua da la vigna. 2. togliere la bigon- ll’hanno sbattuto li mano, l’hanno ap-
Vocabolario
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plaudito. 3. montare: ~ ll’òva. 5. scuo- schiarirsi: comìncia sbiancà l cèlo ||


tere: ~ li scennilètte da la loggétta || v. sbiancasse, v. intr. pron., 1. impallidire:
intr., 1. sbattere: sbátteno pòrt’e ffinè- s’è sbiancato su la fàccia da la paura.
stre co sto ventàccio. 2. respirare con 2. diventare incandescente: quanno se
difficoltà: n cavallo che sbatte. 3. palpi- sbianca l fórno, è óra d’anfornà.
tare, pulsare. 4. picchiare su q.cosa: sbiascicà, v. tr., biascicare.
ndóve ce sbatte l zóle, a solatio | va ~ di sbiasimà, v. intr., (raro) bestemmiare.
fàccia (dirimpetto) | va a ~ mal frattóne. sbiciato, agg., gualcito.
sbattemano, s.m., battimano. sbièco:→ sbiègo.
sbattuta, s.f., scontro. sbiègo, sbièco, agg., obliquo, sbieco || ~
sbattuto, agg., 1. dimagrito. 2. danneg- (a), ~ (pe), loc. avv., di sbieco, di tra-
giato dal trasporto (rif. a vino). 3. bat- verso: n zórco tirato a ~ | guarda col-
tuto, lavorato col martello (di oggetto in l’òcchje pe ~, è affetto da strabismo.
ferro). sbifoschjà, v. tr., (raro) ravvivare la com-
sbavà, v. intr., sbavare per scialorrea. bustione, attizzare: gnitanto sbifo-
sbavijjà:→ sbadijjà. schjava l fòco accéso cu lo spito.
sbavijjarèlla:→ sbadijjarèlla. sbillóngo:→ sbillungo.
sbavijjo:→ sbadijjo. sbillungo, sbillóngo, agg., 1. oblungo: m
sbeccà, v. tr., rompere il becco di un re- bacile ~. 2. dolicocefalo: c’ha la capóc-
cipiente o la punta di un attrezzo. cia sbillunga.
sbeolà, v. intr., 1. belare: sènte cóme sbillungóne:→ sbilungóne.
sbèola! 2. (fig., dispr.) cantare melodie sbilungóne, sbillungóne, s.m., spilungone
noiose. 3. (fig.) parlare cantilenando. 4. || agg., slanciato.
(fig.) pregare ad alta voce || s.m., belato: sbinarià, v. intr., 1. vaneggiare. 2. trali-
nu ~ d’agnèlle. gnare. 3. comportarsi male. 4. camminare
sbeolaménto, s.m., 1. belato prolungato. fuori strada (di cavallo senza paraocchi) ||
2. (fig.) piagnisteo. 3. (fig.) recitazione Forme: Ger. sbinarianno, sbinariènno.
lamentosa. sbinnipóte, s.m., bisnipote.
sbèolo, s.m., belato. sbinnònna, s.f., bisnonna.
sbeolóne, s.m., (dispr.) persona che parla sbinnònno, s.m., bisnonno.
cantilenando. sbioccà, v. tr., 1. togliere la covata alla
sberloccà, v. intr., splendere, luccicare: lu chioccia. 2. arrestare il calore alla chioc-
véggo ~ da luntano. cia.
sbesàvolo, sbisàvolo, s.m., bisavolo. sbiòssa, s.f., scarica di busse.
sbesbòccia, s.f., bisboccia: vann’a ffà ~. sbirellà, v. tr., sciogliere la fune che lega
sbevazzata, s.f., bevuta di vino in com- il carico sul basto.
pagnia. sbirro, s.m., ragazzo vivace: sto sbirràc-
sbiaccicà, v. tr., spiaccicare. cio!
sbiadà, v. tr., estirpare dall’orto le piante sbisàvera, s.f., bisavola.
appassite. sbisàvolo:→ sbesàvolo.
sbiadisse, v. intr. pron., sbiadire: fa sbisbijjà, bbisbijjà, v. tr., bisbigliare: n ze
ggiórno, si sbiadìsceno li stélle. capisce quanno sbisbijja n quél mòdo.
sbiancà, v. tr., sbianchire || v. intr., sbisestà, v. intr., esser bisestile: st’anno
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
518

ll’anno sbisèsta. 2. affibbiare. 3. svendere || v. intr., an-


sbisuntà, v. tr., lerciare di grasso. darsene.
sbisunto, bbisónto, agg., bisunto: n vistito sborbottà, bborbottà, v. intr., 1. borbot-
unto e sbisunto. tare. 2. (fig.) rumoreggiare sordo del
sbiżżèffe (a), loc. avv., a bizzeffe: ce ni sò tuono in lontananza || mdd. bborbòtta la
~, se li vòe. marina, l tèmpo se càmbia. 3. (fig.) far
sbiżżocà, sbiżżogà, v. intr., (dispr.) fre- rumore, detto di contatto elettrico: qué
quentare assiduamente la chiesa. sborbòtta cóme la marina. 4. (fig.) gor-
sbiżżogà:→ sbiżżocà. gogliare, di liquido in ebollizione. 5.
sbòbba:→ bbòbba. (fig.) borbogliare: lo stòmmoco sbor-
sboccà, v. tr., togliere il superfluo: la bòtta.
bbuttijja tròppo pièna se sbócca | ~ na sbòrgna, s.f., sbornia: ha ppréso na ~ a
bballa de grano. ccommugnóne, na ~ che Ddio guarde ||
sboccacciato, agg., sboccato, sconve- prov.: mèjjo na ~ che na malattìa.
niente nel parlare. sborgnafissa, s.m., ubriacone abituale ||
sboccata, sboccatura, s.f., quantità di sopr.
vino che sgorga dalla botte: la prima ~ sborgnarèlla, sborgnèlla, s.m., (scherz.)
se mettéva llà, perchè vvenéva tórboro. ubriacone abituale.
sboccato, s.m., solco di scolo nell’inter- sborgnasse, v. rifl., ubriacarsi.
filare || agg., da cui è stato tolta parte del sborgnato, agg., ubriaco.
contenuto, non colmo, di recipiente. sborgnèlla:→ sborgnarèlla.
sboccatura:→ sboccata. sborgnóne, s.m., ubriacone abituale.
sboccià1, v. tr., bocciare, raffare, scalzare sborrà, sburrà, v. tr., eiaculare.
con la propria boccia quella dell’avver- sborrata, sburrata, s.f., eiaculazione.
sario. sbórro, sburro, s.m., sperma.
sboccià2, v. intr., sbocciare: sbòcceno li sbottà, v. intr., 1. esplodere: sta sta, pó
ròse tra m pò. sbòtta, si frena a lungo, poi va in escan-
sbócco: a la fine del canalétto si facévono descenze | l callo sbòtta tutt’inzième | l
li sbócchi, pe scolà ll’acqua | è mmòrto temporale sta ppe ~, in procinto di
co no ~ de sàngue, per un’emottisi. scoppiare. 2. crepare: jj’è sbottato n ci-
sbollentì, v. tr., sbollentare: toccarà sbol- colino.
lentillo | s’appózza m moménto nell’ac- sbottatrippe, s.m., 1. operaio del matta-
qua bbollènte, pe sbollentilla || sbol- toio, che pulisce le interiora delle vac-
lentisse, v. intr. pron., calmarsi. che. 2. (dispr.) macellaio maldestro.
sbollentita, s.f., azione di sbollentare. sbottonà, sbuttonà, v. tr., sbottonare:
sbollettatura, s.f., sbullettatura, scrosta- sbuttónete la ggiacca che ffa ccallo! ||
tura prodotta dallo sbullettare dell’into- sbottonasse, v. rifl., (fig.) confidarsi:
naco (per colla lenta applicata su quéllo n ze sbottóna co gnuno || Forme:
intonaco asciutto). Ind. perf. 6 sbuttonònno.
sbolognà, sbulognà, v. tr., 1. liquidare, sbottonata, s.f., frecciata allusiva, ironia
sbrigare: me sò sbolognato sto lavóro fi- pungente.
narménte | n ce la cav’a sbolognallo si sbracà, v. tr., distruggere, demolire || v.
tte s’attacca (rif. a persona importuna). intr., crollare: mó sbraca, sta vvéde | le
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519

case vècchje sbracònno | l montino de sbrigativa (a la), loc. avv., in maniera de-
fièno sbraca || sbracasse, v. rifl., 1. per- cisa e rapida.
dere i calzoni: se sbraca dal rida. 2. sbrijjà, v. tr., sbrigliare || sbrijjasse, v.
(fig.) cedere, arrendersi. rifl., sbrigliarsi, sfrenarsi.
sbracato, agg., 1. disfatto, sciolto (rif. ad sbrillentato, agg., di tessuto che ha per-
un pacco). 2. cascante: na dònna sbra- duto saldezza.
cata, dal corpo flaccido. 3. trasandato: sbrilluccecà:→ sbrelluccecà.
va n giro tutto ~, sto sciamanna. sbrilluccicà:→ sbrelluccecà.
sbracciasse, v. rifl., 1. sbracciarsi, indos- sbrinzéccola:→ bbrenzéccola.
sare abiti senza maniche. 2. gesticolare. sbroccolà, v. tr., 1. confessare, denun-
sbraccicasse, v. rifl., gesticolare. ciare. 2. riportare fatti altrui, pettegolare
sbracià, v. tr., togliere la brace: sbràcio l || v. intr., 1. tremare: d’invèrno si sbròc-
fòco, chi le manca l tiràggio. cola pil fréddo. 2. (fig.) morire: è sbroc-
sbraciacaròte, s.m., smargiasso, vana- colato, porétto.
glorioso. sbròdala, s.f., minestra disgustosa.
sbraciata, sbracionata, s.f., vanteria. sbrodettato, sbrollettato, agg., brodet-
sbracionata:→ sbraciata. tato: agnèllo ~.
sbraco, s.m., 1. grande quantità. 2. cosa sbrodolà, v. tr., sbrodolare, di liquido ||
ridicola. sbrodolasse, v. rifl., sbrodolarsi: quanno
sbracóne, s.m., smargiasso, vanaglorioso. magne, te ce sbròdele.
sbracujjasse, v. rifl., allentare i calzoni: sbrojjà, v. tr., sbrogliare: chi la sbròjja sta
dòppo quélla magnata, s’è ttutto matassa? || sbrojjasse, v. rifl., sbro-
sbracujjato. gliarsi.
sbracujjato, agg., 1. coi calzoni aperti e sbrojjata, s.f., atto di sbrogliare.
cascanti. 2. trasandato: va n giro ~. sbrollettato:→ sbrodettato.
sbramà, v. tr., sbranare (rif. al lupo). sbronconà, v. tr., tagliare bronconi di
sbrancà, v. intr., 1. uscire dal branco. 2. piante.
(fig.) gironzolare da solo (rif. a bam- sbrontolà, v. intr., mugolare.
bino). sbronzasse, v. rifl., sbronzarsi.
sbrattolà, v. tr., pulire. sbruciacchjà, v. tr., bruciacchiare.
sbrelluccecà, bbrilluccicà, sbrilluccecà, sbruffo, s.m., primo strato di calcina
sbrilluccicà, v. intr., 1. brillare: te sbrel- grassa applicata sul muro grezzo: le mu-
lùccicano ll’òcchje. 2. vedere: ma che n ratóre dàvono lo ~, p’attappà ttutte le
ce sbrillùcciche?, sei forse miope? bbuchétte, tutti i piccoli buchi.
sbrelluccecante:→ sbrelluccechènte. sbucà, v. intr., sbucare: da dó sbuche fòri
sbrelluccechènte, sbrelluccecante, agg., tu?
brillante, splendente: na stélla ~. sbucato, agg., bucato.
sbrendolóna, s.f., (dispr.) donna trasan- sbucherellà, v. tr., bucherellare.
data. sbuciardà, v. tr., sbugiardare.
sbrigasse, v. rifl., sbrigarsi: e sbrìghete na sbudellà, v. tr., 1. sbudellare. 2. rovinare:
bbòna vòrta! | sbrigàmese, regà! | sbri- ggià ll’ha sbudellate sti scarpe || sbu-
gàteve! | fam’a sbrigasse, regà! | damo dellasse, v. intr. pron., 1. sbudellarsi, sfi-
sù na bbòtta a sbrigasse ch’annamo. nirsi: me sò sbudellato a ccareggià le
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sasse | imprec. se pòssa sbudellà! 2. scacciafrullóne, s.m., 1. bellimbusto. 2.


(fig.) sbellicarsi: ~ dal rida. 3. (fig.) pe- fannullone.
starsi (di frutto delicato). scacciamósche, s.m., specie di ventaglio
sbudellato, agg., 1. sfinito per la fatica. 2. formato con crini di cavallo, usato dal
consumato, rovinato (di un oggetto). maniscalco.
sbullì, v. tr., sbollire: fà ~ l furóre. scacciapinzière, s.m., svago, distrazione.
sbulognà:→ sbolognà. scacciaricce, odon., Scacciaricci: la tórre
sburchjà, v. intr., staccarsi bene, della di ~.
scorza di un innesto. scaccolà, staccolà, v. tr., togliere le cac-
sburrà:→ sborrà. cole dal naso con le dita: se sta ssèm-
sburrata:→ sborrata. pr’a ~.
sburratura, s.m., macchia di sperma. scaciato1, agg., artificioso, affettato.
sburro:→ sbórro. scaciato2, s.m., siero, liquido che resta
sbusicchjà, v. tr., sgrassare le budella di dopo fatto il formaggio.
maiale per fare le salsicce. scafa, s.f., 1. baccello di fave fresche. 2.
sbuttonà:→ sbottonà. (fig.) bazza, mento pronunciato || dim.
scàbbia, s.f., 1. superficie ruvida di scafétta.
pianta. 2. squama di pesce. scafà, v. tr., scaltrire: toccarà scafallo m
scabbiósa, s.f., erba spontanea con cui si pochétto sto fijjo || v. intr., cambiar pelo
confezionano scope. || scafasse, v. rifl., 1. scaltrirsi. 2. in-
scacàrcia, s.f., paura. civilirsi.
scacarcià, v. intr., provare paura. scafaròtto, scafaròzzo, s.m., 1. zoccolo di
scacarellà, v. intr., scacazzare. legno. 2. scarpa grossolana. 3. rustica
scacaronata, s.f., defecazione violenta. ghetta, formata da un gambale di tela di
scacato, agg., 1. esagerato. 2. vanitoso. 3. sacco, legato ai polpacci, indossato per
affettato (di chi si sforza di parlare in proteggersi dalla terra, vangando o zap-
modo corretto): sènte m pò com’è ~ pando.
questue! scafaròzzo:→ scafaròtto.
scacchjà, v. tr., potare in verde: ll’hae scafata, s.f., pietanza fatta con le fave
scacchjata tu la vigna? jje ll’ha dato tu fresche cotte in umido.
l ramato? nò! e allóra vàttel’a ccóm- scafétte (li), sopr. di due gemelli.
pra! (il vignaiolo a chi chiedeva un scafóne, s.m., chi ha una bazza pronun-
grappolo d’uva). ciata.
scacchjata, s.f., atto di potare in verde: le scagnà, v. tr., scambiare.
se dà na bbèlla ~. scainà, v. intr., 1. guaire del cane. 2. gri-
scacchjatura, s.f., 1. potatura in verde. 2. dare di dolore, di persona picchiata.
(coll.) pampini tolti nella potatura scajja, s.f., 1. scaglia. 2. squama.
verde: la ~ sécca la fumávono. scajjà, v. tr., 1. rompere a scaglie: li scaj-
scacchjonà, v. tr., eliminare i polloni in- java a ppezzétte (di pietre). 2. scagliare,
fruttiferi: ~ ll’olive, a llevà le cacchjóne gettare. 3. rimediare || v. intr., buscarne:
all’olive. ~ le pacchesécche | ll’ha scajjate jjère |
scacchjonatura, s.f., eliminazione dei attènto che cce scajje! || scajjasse, v.
polloni infruttiferi. rifl., rompersi in scaglie.
Vocabolario
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scajjatura, s.f., operazione di rompere a costolette di maiale scarnite.


scaglie le pietre. scampà, v. tr., salvare || prov.: Ddio te
scajjòla, s.f., scagliola, polvere di gesso scampe dal pòvero arricchito e ddal
di rapida presa. ricco mpoverito || v. intr. impers., 1.
scajjonà, v. tr., scaglionare. spiovere: sto tèmpo pare che scampa. 2.
scajjòzzo, agg., robusto. schiarire, del cielo.
scalà, v. tr., ribassare il prezzo, fare uno scampanà, v. intr., 1. scampanare, agitare
sconto: arméno scalàteme quarchec- un campano. 2. svasare (detto di una
còsa! gonna).
scalafróne, s.m., calabrone (Vespa crabro scampanata, s.f., frastuono prodotto, per-
L.). cotendo oggetti metallici, per schernire
scalaròla, s.f., 1. chiusura mobile di un q.uno.
campo, con pali sfilabili dalle due scampanatura, s.f., strombatura di fine-
colonne di legno. 2. sponda laterale del stra.
carro a due ruote: la commare la féce scampolétto, s.m., piccolo lavoro fatto
corcà ddrénto a li scalaròle. 3. larga nei ritagli di tempo.
scala di legno da cantina. scanà, sganà, v. intr., filarsela.
scalata, s.f., scalinata. scanajjà, scannajjà, v. tr., 1. misurare ad
scalèssio, scallèsio, s.m., 1. aggeggio. 2. occhio. 2. stimare in maniera approssi-
cosa scadente. 3. veicolo in cattive con- mativa.
dizioni. scanajjata, s.f., 1. misurazione ad occhio.
scalétta, s.f., larga scala usata nel tinello, 2. stima approssimativa.
per salire a versare l’uva nel tino. scanato, agg., snidato, del cinghiale
scalétte, s.f. pl., 1. scalini. 2. (fig.) tagli spinto al punto dove la bracca è ap-
irregolari dei capelli: (iron.) e nd’ha postata.
d’annà m paradiso cun quélle ~? scancellà, v. tr., cancellare.
scallà:→ ariscallà. scancellata, s.f., azione di cancellare: dà
scallalètto, s.m., 1. scaldaletto. 2. (fig.) na ~ a la lavagna.
veicolo malridotto. scancellino, s.m., cancellino per lavagna.
scallata:→ ariscallata. scancòscio, agg., 1. deforme (di pers.). 2.
scallèsio:→ scalèssio. malridotto, rovinato (di q.cosa).
scallino, scardino, s.m., scaldino di terra- scàndelo:→ scàndolo.
cotta provvisto di manico: se mettéva no scàndolo, scàndelo, scànnalo, scànnelo,
~ cu la crusca, pi ccurà l rifreddóre scànnolo, s.m., scandalo.
(con inalazioni). scandolóso, scannalóso, agg., scanda-
scalpurì:→ scarporì. loso.
scambià:→ scammià. scandrijja:→ scandrilla.
scamiciasse, v. rifl., 1. mettersi in scandrijjo:→ scandrillo.
maniche di camicia. 2. togliersi la ca- scandrilla, scandrijja, agg., scandriglia,
micia: scamìcete ch’è ccallo! di una varietà di pesca.
scammià, scambià, v. tr., scambiare: cun scandrillo, scandrijjo, s.m., scandriglio,
quéllo n ci potiva ~ na paròla. varietà di pesco.
scamorrita, s.f., pietanza preparata con scanellà, v. tr., scannellare.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
522

scanellatura, s.f., scanalatura. scapejjà, scapijjà, v. tr., scompigliare i


scanfarra, sopr. capelli, spettinare: m’ha scapejjato tutto
scannà, v. tr., 1. scannare. 2. ammazzare. sto ventàccio || scapejjasse, scapijjasse,
3. rompere con la scotola la fibra le- v. rifl., scapigliarsi.
gnosa della canapa || scannasse, v. rifl., scapejjato, agg., spettinato.
scannarsi: n te lo fò mmanco se tte scàpele, agg., 1. celibe. 2. (fig.) sterile, di
scanne! | scànnete! terreno arido. 3. (fig.) povero: li pòre
scannafojjà, v. tr., tagliare il fogliame ggènte ppiù ~.
delle canne per foraggio. scapezzà, v. tr., scavezzare, togliere la
scannagrille, s.m., individuo magro. cavezza: ~ le mule.
scannajjà:→ scanajjà. scapezzacòllo, s.m., scavezzacollo.
scannależżà, v. tr., scandalizzare. scapezzóne:→ scapazzóne.
scànnalo:→ scàndolo. scapicollà, v. tr., 1. far precipitare. 2. (fig.)
scannalóso:→ scandolóso. vendere sottocosto || scapicollasse,
scannato, agg., squattrinato: è ppròpio ~. scapocollasse, v. rifl., 1. scapicollarsi,
scannatóro, s.m., coltello da mattatoio. correre a rompicollo. 2. precipitare: l zu-
scannatura, s.f., operazione di spezzare maro s’è scapicollato. 3. subire un inci-
il fusto della canapa. dente stradale: va ffinì che sse
scànnelo:→ scàndolo. scapicòlla co la màchina | (imprec.)
scànnolo:→ scàndolo. scapicòllete! 4. (fig.) fare le cose molto
scannucciasse, v. rifl., (euf.) scannarsi: in fretta.
che tte pòssa scannucciatte! | scannùc- scapicollato, agg., morto per caduta: na
cete! vacca scapicollata se vennìa a bbassa
scanzà, v. tr., 1. scansare. 2. scongiurare: macellerìa.
scanza l malanno | su la pòrta de la scapicollatóro, scapocollatóro, s.m.,
stalla se mettia n còrno co m panno luogo impervio || agg., scosceso.
rósso, pe ~ l malòcchjo. 3. (euf.) scapicòllo (a), loc. avv., a) in rovina; b)
scannare || scanzasse, v. rifl., 1. in fallimento; c) a rompicollo, a preci-
scansarsi: scànzate!, scànzete!, inter., pizio.
togliti! | m’ha détto scànzate!, mi dici scapicollóne, avv., a rompicollo: è nnato
nulla, ti pare poco. 2. rompere il fidan- via ~ ~.
zamento. scapijjà:→ scapejjà.
scanzafadiga:→ scanzafatiche. scapijjasse:→ scapejjasse (vd. scapejjà).
scanzafatiche, scanzafadiga, s.m., scapijjóne, s.m., individuo con capelli
scansafatiche. lunghi.
scanzano, top., Scansano || pijjà ~, (gerg.) scapocchjà, v. tr., rompere la capocchia
congedarsi. di un fiammifero.
scanzaròte, s.m., paracarro. scapoccià, v. tr., 1. decapitare. 2. togliere
scanzìa, scanzìjja, s.f., credenza a muro. la punta.
scanzìjja:→ scanzìa. scapocollatóro:→ scapicollatóro.
scapardino, s.m., individuo sventato. scappà, v. intr., 1. fuggire. 2. sfuggire: e
scapazzóne, scapezzóne, s.m., scapac- mmò m’è scappata da la bbócca. 3. u-
cione. scire: scappa prèsto de casa | quanno
Vocabolario
523

scappa, n’aritròva mae la strada de brutto. 3. (fig.) individuo piccolo e


casa | li scappava da fà n góccio d’ac- tozzo.
qua, sentiva lo stimolo di orinare. 4. scarapà, v. tr., scerbare: bbesognerébbe
fuoriuscire: li scappa l zàngue. 5. scarapalla spésso la vita, m mòdo che
spuntare: ggià scappa fòri ll’inzalatina la tèrra fósse sèmpre sóffece.
|| scappacce, v. impers., risultare, aver scarapato, agg., avvizzito: ll’èrba scara-
soldi: ce ne scappava pòco, risultava pata aripijja.
poco | se cce scappa, compramo la cìc- scarapazzo, s.m., raspo.
cia || ~ vvia, filarsela, fuggire: scap- scarcà:→ scaricà.
pónno via di córza | scappòrno via n scarcagnato, agg., 1. rovinato nel tallone:
carièra || ~ vvia (a), loc. avv., in gran na scarpa scarcagnata. 2. (fig.)
fretta: fanno le còse ~ || Forme: Ind. trasandato. 3. (fig.) privo di mezzi eco-
pres. 2 scappe | 6 scàppeno | impf. 4 nomici.
scappàvemo | perf. 1 scappò; 3 scap- scarcagnificà, v. tr., (scherz.) depurare,
pétte; 4 scappàssemo, 6 scappònno, rinvigorire: qué ppurìfica, scarcagnì-
scappòrno. fica, làssa cóme pprima e ppèggio si sse
scappatèlla, s.f., scappatina, capatina: na pò (rif. a rimedio lassativo).
~ ce la fa ssèmpre quanno vène. scarcarèllo, agg., dal fondo apribile (rif. a
scappatóra, s.f., scappatoia. bigoncia per il trasporto in campagna
scappellà, v. tr., 1. riverire: te tòcca ~ a del letame): bbigónze scarcarèlle.
Ccristo e li sante. 2. (fig.) scoprire il scarcatìccio:→ scaricatìccio.
glande del pene. scarcatóro, scaricatóro, agg., completa-
scappellato, agg., non ricoperto dal pre- mente aperto (detto del rubinetto della
puzio. botte, da cui il vino sgorga impetuoso):
scappuccià, v. tr., (fig.) scoprire il glande la cannèlla scarcatóra s’addòpra pe
del pene. svinà.
scapriolà:→ scrapiolà. scarcettà, v. intr., calciare del cavallo per
scarabbèe (li), sopr. di due gemelli. irrequietudine.
scarabbòcchjo, s.m., (dispr.) uomo pic- scàrcia, s.f., 1. sala di palude (Carex pen-
colo e deforme. dula Huds.): métta la ~ nòva ma la
scaracòccia:→ scaracòscia. sèdia. 2. rivestimento del fiasco. 3. im-
scaracòscia, scaracòccia, s.f., 1. gioco pagliatura della sedia: s’è rrótta la ~.
simile alla scopa, in cui l’asso piglia scarciaròlo, s.m., impagliatore di sedie.
tutte le carte in tavola. 2. gioco dello scarcinato, agg., scalcinato, di persona.
scaricabarile || ~ (a), loc. avv., di cosa scarciòfelo, carciòfolo, scarciòfo, scar-
fatta male. ciòfolo, s.m., 1. carciofo (Cynara car-
scarafà, v. intr., grufolare del maiale. dunculus scolymus L.): scarciòfele a la
scarafèa, s.f., 1. prato con erba rada. 2. ggiudìa, coll’òjjo còpre e non còpre
(dispr.) terreno arido, sterile: ll’ha fatta (modi di cucinare i carciofi). 2. (fig.)
diventà na ~ la vigna, lo végghe? uomo stupido. 3. (fig.) individuo basso
scarafóna, s.f., (dispr.) donna disordinata. e goffo || dim. scarciofolétto | sopr.
scarafóne, s.m., 1. calabrone (Vespa cra- scarcioféto, carcioféto, s.m., carciofaia.
bro L.). 2. (fig.) individuo goffo e scarciòfo:→ scarciòfelo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
524

scarciofolina, s.f., (coll.) ultimi carciofi scaricatóro:→ scarcatóro.


della pianta che maturano. scarierà, v. intr., (infant.) correre sfre-
scarciòfolo:→ scarciòfelo. natamente per gioco.
scarco, scàreco, agg., 1. scarico. 2. sgom- scarierata, s.f., (infant.) corsa sfrenata.
bro: ll’ha mmannate via scarche, a mani scariolà, v. tr., trasportare con la carriola.
vuote. scarmanato, agg., scalmanato.
scardà, v. tr., cardare la lana: na vòrta scarmasse, v. intr. pron., scalmanarsi, agi-
scardàvono co la pianta del cardo. tarsi.
scardafóne:→ scardaóne. scarnìcchja, s.m., individuo mingherlino,
scardaóne, scardafóne, s.m., 1. scarabeo: striminzito.
(tir. infant.) ggira ggira scardaóne che scarnitóre, s.m., scarnatoio, coltello per
ddóman’è lla Scenzióne, e sse ttu nun conciare pelli.
girerae, l bùcio del culo t’abbrucerae scarògna, s.f., scalogna: pòrta ~.
(la sera della vigilia dell’Ascensione si scarognato, agg., sfortunato.
conficcava un cerino o una pagliuzza scarósa, s.f., scarola selvatica (Lactuca
nell’estremità dell’addome degli serriola L.).
scarabei, si accendeva e si intonava la scaróso, s.m., trifoglio a capobianco, erba
tir., mentre gli insetti, sentendosi bru- da foraggio (Trifolium squarrosum L.).
ciare dal fuoco, cercavano di prendere scarozzà, v. tr., scarrozzarre.
il volo). 2. (fig.) corteggiatore. scarozzata, s.f., scarrozzata.
scardino:→ scallino. scarpa: m par de scarpe nòve | ~ gròssa,
scarecà:→ scaricà. scarpa da lavoro | ~ arta | ~ fina, scarpa
scàreca, s.f., scarica: ntése na ~ di sasse. delle feste: li scarpe fine pi ccambiasse,
scàreco:→ scarco. pi la fèsta. s’allustràveno cu llustro |
scarfagna, carfagna, s.f., 1. stanchezza, (infant., scherz.) annà ll’infèrno cu
spossatezza. 2. sonnolenza: si nun ze ttutte le scarpe | c’ha l ggiudìzzio sótto
canta, vène la ~ | dóppo magnato jje se le scarpe, è senza accortezza | avécce na
pijja la ~. ~ e na ciavatta, esser molto povero e
scarì, v. tr., rosicchiare, ripulire un osso; darsi arie da ricco | ~ de fèrro, incudine
spolpare: la scarisce bbène bbène cóme del calzolaio.
n cane. scarparettaro, s.m., (scherz.) ciabattino.
scaricà, scarcà, scarecà, v. tr., 1. scari- scarparo, s.m., venditore di calzature.
care: ~ li bbigónze dal carrétto. 2. de- scarpellà, v. tr., scalpellare: na séra mi lu
molire. 3. (fig.) produrre: la tèrra ha tròvo chi scarpèlla.
scarecato frutte n abbonnanza || scari- scarpèllo, s.m., scalpello.
casse, v. rifl. e intr. pron., 1. scaricarsi. scarpellino:→ scarpillino.
2. partorire (scherz.): s’è scaricata la scarpétta: fà la ~, raccogliere con il pane
casa?, ha partorito? il condimento di un piatto.
scaricabbarile, s.m., scaricabarili, gioco scarpillino, scarpellino, s.m., scalpellino.
infant. || fà a ~, incolparsi a vicenda. scarpinà, v. intr., camminare a lungo.
scaricatìccio, scarcatìccio, s.m., 1. (coll.) scarpionata, agg., detto di un tipo di an-
macerie. 2. (coll.) resti di costruzioni guilla mangiata a Natale.
antiche: tutto ~ ce se tròva. scarpióne, s.m., scorpione.
Vocabolario
525

scarporì, scalpurì, scarpurì, v. tr., 1. Ppasquétta, annam’a rróppe la ~ (con


scolpire. 2. scarnificare || v. intr., ag- allusione al rapporto sessuale). 3. (fig.)
gricciare la pelle: tutte quel tròne chi vulva: róppa la ~, deflorare.
ffacìveno scarpurì. scarzo1, agg., scalzo: vann’a ppiède
scarpurì:→ scarporì. scarze | staséra scarz’a llètto co la
scarraccià, v. intr., erodersi del terreno, panza tirata e l capo tra ll’orécchje (mi-
formando solchi per pioggia violenta: la naccia scherzosa rivolta a bambino).
strada èra gattiva: appéna piovéva, scarzo2, agg., scarso.
scarracciava ggiù gnicòsa. scasà, v. intr., 1. traslocare. 2. (fig., in-
scartà, v. tr., scartare, mettere da parte. fant.) togliere le caccole dal naso con le
scartapèllo, s.m., 1. scartafaccio. 2. dita.
quaderno di appunti. scassà, v. tr., 1. rompere. 2. cancellare.
scartarèllo, s.m., 1. piccolo avanzo. 2. scassato, s.m., terreno reso coltivabile
(fig.) individuo malridotto. con operazioni di scasso.
scartavetrà, v. tr., levigare una superficie scassellà, v. tr., effettuare lo scasso pro-
con la carta vetrata. fondo del terreno: a ~ costava tant’a la
scartina, s.f., ragazza brutta. canna.
scarto: ~ de lèva, (dispr.) giovane dichia- scassellato, s.m., 1. scasso: ~ reale, scasso
rato inabile alla visita medica. totale del terreno. 2. terreno lavorato in
scartoccià, v. tr., 1. disfare un cartoccio. profondità.
2. spannocchiare il mais. scassellatóre, s.m., operaio che opera lo
scarzà, v. tr., 1. sradicare. 2. zappare in scasso.
profondità il filare: si sse dovéva ~ la scassino, s.m., cancellino per lavagna.
vigna col fèrro, pe ppulì le radichétte, scastagnà, v. intr., 1. guadagnare poco. 2.
se bbuttava la fétt’in fòri | n ze facév’a commettere errori || scastagnasse, v.
ttèmpo de ricarzà la vigna, e allóra la intr. pron., cavarsela.
vigna rimanéva scopèrta, rimanéva scasuarménte, scausarménte, avv., per
scarzata || well.: scàrzeme!, scàrzime!, caso.
dice la vigna. scatafàscio, s.m., luogo impervio || ~ (a),
scarzacane, s.m., 1. scalzacani, individuo loc. avv., a catafascio, in rovina.
male in arnese. 2. persona incompe- scatafòsso, s.m., luogo impervio.
tente. scatarcià, scatorcià, v. tr., sfilare il cate-
scarzafrullóne, scazzafrullóne, s.m., 1. naccio dagli anelli: ~ la pòrta.
vagabondo. 2. perdigiorno. 3. ladrun- scatarrà, v. tr., espellere il catarro
colo || ~ (a), loc. avv., a) vagabon- sputando.
dando: va ~, mó qqua e mmó llà; b) in scatarro, s.m., sputo misto a catarro.
disordine: bbuttà le còse ~. scàtela, s.f., scatola: na ~ de furminante ||
scarzeggià, v. intr., scarseggiare. pl. scàtele, 1. scatole. 2. (fig., euf.) te-
scarzèlla, s.f., 1. (arc.) tasca; borsa || dim. sticoli.
scarzellétta. 2. (fig.) dolce a forma di scatizzà, v. tr., rinfocolare smuovendo la
piccola borsa a mano con un uovo al brace: tòcca ~ l fòco cu lo spito.
centro, confezionato per le bambine con scatizzata, s.f., atto di rinfocolare: jj’ha
la pasta della pizza pasquale: duman’è ddato na bbèlla ~.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
526

scatizzatóro, s.m., (raro) attizzatoio. gnéste; 3 scénze; 4 scegnéssemo, scen-


scatolétta, s.f., prodotto alimentare in némmo; 6 scénzeno, scénzero | fut. 1
conserva: magna sólo le scatolétte. scegnarò, scegnerò; 3 scegnarà | Cond.
scatolóne, s.m., individuo ossuto. pres. 1 scegnarèbbe | Imper. scégne,
scatorcià:→ scatarcià. scegnéte | P. pass. scénto, scéso | Ger.
scatòrcio:→ catòrcio2. scegnènno.
scattóso, agg., 1. irritabile. 2. nervoso. scéjja:→ scéjje.
scatubba:→ catubba. scéjje, scéjja, v. tr., 1. scegliere: scejjéteve
scausarménte:→ scasuarménte. la ppiù bbèlla! | (iron.) ll’ha scérto nel
scavallà, v. tr., levare la terra ammuc- mazzo | nun c’èra artro da ~ | si scejjéva
chiata addosso al filare: la vigna, dóppo la mèjjo térra. 2. mondare: ~ l faciòle
sfonnellata, s’accavalla e sse scavalla || su lo schifétto || Forme: Ind. pres. 1
v. intr., (infant.) scavallare, correre sfre- scéjjo; 2 scéjje; 3 scéjje; 4 scejjémo; 6
natamente per gioco. scéjjono | impf. 3 scejjéva; 5 scejjévete;
scavallonà, v. intr., (infant.) correre sfre- 6 scejjévono | perf. 2 scejjéste | fut. 1
natamente per gioco: lòro preferìscheno scejjarò, scejjerò | Imper. 2 scéjje | P.
~ pe strada. pass. scérto | Ger. scejjènno.
scavarcà, v. tr., 1. scavalcare. 2. disar- scejjitìccio, s.m., scarto da gettare: le
cionare. scejjiticce dell’oliva, dell’anzalata, de
scavarco (de), loc. avv., per interinato. le nòcchje.
scavarozzato, agg., 1. rugoso, non liscio. scellarato, agg., scellerato.
2. sconnesso, di strada. scemà, v. tr., diminuire, togliere il super-
scazzafrullóne:→ scarzafrullóne. fluo: dà qqua che tte lo scémo! | la
scazzasse, v. intr. pron., (triv.) calmarsi bballa tròppo pièna va scemata o sboc-
dopo un attacco d’ira: prima s’incazza e cata || v. intr., diminuire: le sòrde comìn-
ppò se scazza. cian’a ~ | scémeno sèmpre ll’artiste.
scazzóso, agg., (triv.) irritabile. scemacchjòtto, scemòtto, s.m., individuo
scazzottasse, v. rifl. recipr., cazzottarsi, sciocco, deficiente.
prendersi a pugni. scemata, s.f., 1. atto di diminuire: sarà
scégna:→ scégne. mmèjjo dalle na ~ a sta cassétta. 2. sce-
scégne, scégna, scénne, v. intr., 1. scen- menza.
dere: scégne ggiù dda la scala! | a la scemòtto:→ scemacchjòtto.
mattina appéna scénto l lètto, appena scèna, s.f., situazione comica.
levato | sémo scénte dal trèno || prov.: l scenecato:→ scinicato.
mónno è ffatt’a scale: c’è cchi scénne e scenicato:→ scinicato.
cc’è cchi ssale. 2. secernere: no le scen- scénne:→ scégne.
néva l latte, soffriva di agalassia (rif. a scennilètto, s.m., scendiletto.
puerpera) || Forme: Ind. pres. 1 scégno, scénta:→ scésa.
scénno; 2 scégne, scénne; 3 scégne, scentilèna, scintilèna, s.f., lampada ad
scénne; 4 scegnémo, scennémo; 5 sce- acetilene.
gnéte, scennéte; 6 scégnono, scénnono | scentilla, s.f., 1. scintilla. 2. favilla || dim.
impf. 1 scennévo; 3 scegnéva, scegniva; scentillétta.
6 scennévono | perf. 1 scénze; 2 sce- scènza, s.f., scienza || prov.: la ~ ammazza
Vocabolario
527

ll’òmo (rif. alla medicina). schjarì, v. intr. impers., 1. far giorno,


scenzióne, ascenzióne, s.f., 1. Ascensione. biancheggiare del mattino. 2. diradarsi
2. festa liturgica in cui si celebra l’A- delle nubi: pare che ccomìncia a
scensione: le fòche de la ~. schiarì.
scercasse, v. intr. pron., versarsi, traboc- schjattà, v. tr., uccidere: hanno schjattato
care. uno nel parapijja || v. intr., 1. affaticarsi
scèrna, v. tr., scorgere. oltremodo: ll’oprajje schjattàvono a
scerpato, agg., (raro) percosso dal vento vvangà. 2. morire: (iron.) rèchje schjat-
(di albero). t’im pace! (dal lat. requiescat in pace).
scérta, s.f., scelta: tutta ròbba de prima ~ schjattaculo, s.m., codibugnolo (Aegi-
| c’è ppòca ~ ne le bbottéghe. thalos caudatus L.).
scérto, agg., scelto: è dde bbócca scérta, schjattato, agg., 1. sfinito: arrivàvono sù
schizzinoso. ddacap’a le scale schjattate. 2. dispe-
scésa, discénta, scénta, s.f., discesa: sce- rato: accusì lu fae murì ~.
gnémo ggiù pi la scénta de le Piaggia- schjavà, v. tr., aprire con la chiave.
rèlle | (iron.) ajjutà pe la ~, intervenire schjazza, s.f., terreno sterile e sassoso.
non a risolvere, ma a peggiorare una schìccara, schìcchera, s.f., 1. colpo, per-
situazione: tu mm’ajjute pe la ~ ccusì. cossa. 2. (fig.) cosa grande, notevole: le
schéltro, s.m., scheletro. sumare, co qquélle schìcchere tutte ar-
scherzà, v. tr., scherzare: schérze o ddichi mate! (di pène in erezione). 3. (fig.)
davéro? | schérzece tu! | nun ce ~ ttanto! sbornia. 4. forte colpo sferrato con lo
| te va de ~?, parli sul serio? | c’è ppòco schiocco delle dita: ggiocà a ~ co le
da scherzacce cul fòco || prov.: schérza palline.
co li fante, e llascia stà li sante. schìcchera:→ schìccara.
schérzo: pijja tutto pe ~ | manco pi ~ schjerasse, v. rifl., schierarsi: li se schje-
dillo! || prov. schérze de mano, schérze ròrno davante.
da villano. schifasse, v. intr. pron., 1. provare schifo.
schjàfana, schjàfena, schjàfene, s.f., eri- 2. rifiutare cibo poco pulito: se schifa di
tema desquamante della pelle, dovuto a magnà ll’avanze. 3. (fig.) rifiutarsi di
morsi d’insetti, specialmente pulci. covare le uova (rif. alla chioccia o agli
schjàfena:→ schjàfana. uccelli infastiditi).
schjàfene:→ schjàfana. schifato, agg., 1. schifiltoso. 2. schivato:
schjaffà, v. tr., ficcare con forza: ce lo n cristiano ~ da tutte li ggènte.
schjaffòrno drénto || schjaffasse, v. intr. schifènza, s.f., cosa disgustosa, schifezza.
pron., 1. infilarsi: se schjaffa m prima schifittóso, agg., schifiltoso.
fila. 2. indossare. schifo, s.m., 1. recipiente di legno, basso
schjaffo: cappèllo a ~, modo di portare il e chiuso da tre lati, usato dal muratore
cappello. per tenere la calce. 2. vassoia rettango-
schjaffóne, s.m., 1. schiaffo violento. 2. lare di legno a valva di conchiglia: co lo
tipo di pasta casalinga. ~ ce se scejjéva l faciòle || dim. schifétto,
schjappino, s.m., 1. operaio o artigiano schifettùccio.
che non sa bene il mestiere. 2. misera- schina, s.f., schiena: c’ha la ~ rótta pel
bile: ll’hò vvisto sèmpre ~. gran lavóro.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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schjoccià, v. tr., rompere in pezzi il va- guattare, diguazzare di un liquido in un


sellame di terracotta. recipiente: ll’acqua sciaccoléjja ne
schjoppà, scoppià, v. tr., 1. scoppiare: la damiggiana che n’è ppièna. 3.
quanno passi di qqui, scòppie la frusta. (fig.) borbogliare: le bbudèlla sciàc-
2. scaraventare || v. intr., 1. soffocare: se qualono.
schjòppa dal callo ògge. 2. balzare sciaccolà2, v. tr., scrollare un uovo per
fuori. sapere se è pieno.
schjoppettata: mdd. e cche ssò schjop- sciaccolejjà:→ sciaccolà1.
pettate? (di cosa che richiede tempo). sciaccujjà:→ sciaccolà1.
schjòppo, s.f., fucile || dim. schjoppétto. sciàcqua, sopr. m.
schiribbizzo, s.m., estro, capriccio: se li sciacquà, v. tr., sciacquare: se sciacqua la
pijja lo ~, ce va. bbócca cul vino || v. intr., aver gioco: ce
schiricà, v. tr., 1. rompere la testa. 2. (fig.) sciàcqua ne sta ggiacca.
svettare una pianta. sciacquadènte, s.m., ceffone.
schizzà, v. tr., spruzzare || v. intr., sciacquajjale, s.m., acquaio, solco
pavoneggiarsi: varda quanto schizza! trasversale di scolo lungo il campo.
schizzarèlla, s.f., (infant.) gioco che con- sciacqualà:→ sciaccolà1.
siste nello schizzarsi a vicenda con l’ac- sciacquapalle, s.m., (dispr.) persona
qua di fontane: le fijje ggiocàvom’a ~ servile.
su la piazza quanno facéva callo. sciacquapignatte, s.m., ceffone: a la fine,
schizzétto, s.m., 1. (infant.) stantuffo per l nòstro patre c’allongava du ~.
schizzare l’acqua, confezionato con una sciacquatìccio, s.m., 1. liquido residuo
canna forata. 2. (infant.) cerbottana a dalla sciacquatura. 2. (fig.) bevanda in-
stantuffo fatta con un bastone di sam- sipida e disgustosa: èra no ~ de bbic-
buco. 3. (fig.) fucile mediocre. 4. (fig.) chjère.
ciclomotore. sciacquato, agg., lavato, pulito: m bic-
schizzignóso, agg., schifiltoso. chjère ~.
schizzo, s.m., 1. favilla. 2. aggiunta di al- sciacquatóro, s.m., lavello, lavandino
colico: caffè cu lu ~ || ~ (a), loc. avv., a) della cucina: lu ~, pi bbuttà ll’acqua
con violenza: cacà ~; b) di scatto: ha spòrca.
ffatto na partènza ~ || agg., di persona sciacquatura, s.m., liquido residuo dalla
bizzarra. sciacquatura.
sciàbbela, sciàbbola, s.f., sciabola: la ~ sciacquétta, s.f., ragazza leggera.
del pizzardóne. sciacquolà:→ sciaccolà1.
sciàbbola:→ sciàbbela. scialà, v. intr., 1. stragodere: se sciala
sciabbolóne, sciabbolòtto, s.m., sega a ògge co sto tèmpo. 2. largheggiare. 3.
lama trapezoidale con manico || s.m. pl., gustare cibo prelibato.
sciabbolóne, (fig.) piedi enormi: c’ha scialacòtto:→ scialucòtto.
ddu ~ de piède. scialacquà, v. tr., sperperare.
sciabbolòtto:→ sciabbolóne. scialamà, scialimà, v. intr., smottare,
sciaccolà1, sciaccolejjà, sciaccujjà, franare: l pajjaro, pe n fallo ~, ce se
sciacqualà, sciacquolà, v. intr., 1. di uo- méttono quattro zzéppe da capo.
vo che fa rumore scuotendolo. 2. scia- scialamata, s.f., smottamento.
Vocabolario
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IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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scialappa, s.f., 1. gialappa, usata in pol- fola.


vere come purgante. 2. (fig., dispr.) be- sciarpèlla:→ sciarpa.
vanda disgustosa. sciarpétta: faciòle a ~, varietà di fagioli.
scialè, s.m., chalet. sciattà, v. tr., 1. strapazzare. 2. rovinare,
scialì, v. intr., perdere forza e sapore: sto sprecare, sciupare: le sumare lo sciat-
vino scialisce, se sta nel quartaróne tàvono l fièno.
fin’a ddomane. sciattato, agg., trascurato, trasandato.
scialimà:→ scialamà. sciattóne, s.m., chi consuma e sporca i
scialla, s.f., sciarpa da collo || sciallétta. vestiti con noncuranza.
scialucòtto, scialacòtto, s.m., 1. uccellino sciccarìa, s.f., sciccheria.
in procinto di lasciare il nido per il scicche, agg., chic.
primo volo. 2. (fig.) giovane che inizia scigolà, sciguelà, scigulà, scivelà, scivolà,
vita indipendente. 3. (fig.) giovane ine- v. intr., 1. scivolare: se stacca, scìvela
sperto. ggiù la nève. 2. sdrucciolare. 3. essere
sciamà, v. intr., sciamare: le lape scià- scivoloso: l grasso scìguela sèmpre. 4.
meno. (fig.) commettere un leggero errore ||
sciamanna, s.m. e agg., persona trasan- Forme: Ind. pres. 3 scìguela, scìvela; 6
data nel vestire: n cristiano sciamanna. scìvolono.
sciammèreca, sciammèrica, s.f., 1. scigolarèlla:→ scigurèlla.
merda. 2. coito: fà na ~. scigolóne:→ scigulóne.
sciammèrica:→ sciammèreca. scigolóso, agg., scivoloso.
sciamo, s.m., sciame. sciguelà:→ scigolà.
sciamorato, agg., disamorato. scigulà:→ scigolà.
sciampagnà, v. intr., 1. darsi bel tempo. scigularèlla:→ scigurèlla.
2. dilapidare denaro. scigulóne, scigolóne, s.m., scivolone.
sciampagnata, s.f., scampagnata. scigurèlla, scigolarèlla, scigularélla,
sciampagnóne, s.m., scialacquatore. scivolarèlla, scivorèlla, s.f., (infant.)
sciampanà, v. tr., 1. sparpagliare. 2. di- gioco che consiste nello scivolare con il
lapidare denaro. sedere lungo un piano inclinato: ggio-
sciancasse, v. rifl., rompersi le gambe ca- cavam’a scigurélla da fijje.
dendo. sciloccata, sciroccata, s.f., il soffiare di
sciapàggine, sciapata, s.f., 1. discorso un forte vento di scirocco.
sciocco, scipitezza. 2. stupidaggine. sciloccato, agg., 1. colpito dallo scirocco.
sciapata:→ sciapàggine. 2. (fig.) deficiente.
sciapo, agg., 1. insipido: l dottóre me dice scilòcco, s.m., scirocco, vento caldo ed
de magnà ~, con poco sale. 2. (fig.) in- umido che spira da sud-est.
sulso: quant’è sciapa quélla! 3. (fig.) sciloccóso, agg., con le caratteristiche
manierato. dello scirocco.
sciarabballe, s.m., veicolo traballante. sciloppà, v. tr., sciroppare.
sciarbo, s.m., strato di calce e di intonaco; scilòppo, s.m., sciroppo.
scialbatura. scimmì, s.m., sorta di ballo.
sciarmante, agg., elegante. scìmmia, s.f., (fig., gerg.) sbornia.
sciarpa, sciarpèlla, s.f., ciabatta, panto- scimmiata, s.f., 1. azione imitatoria. 2.
Vocabolario
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(fig.) forte rimprovero: passà pe scim- sciojjiménto, s.m., scioglimento: ~ de


miate, esser rimproverato duramente. 3. còrpo, stimolo di defecare.
(fig.) punizione. sciombrà:→ sciombrì.
scimmiétta, s.f., (fig.) bambina smor- sciombrata, s.f., 1. asciugatura: le fò ddà
fiosa. na ~ dal zóle a le panne. 2. schiarita.
scimmiottà, v. tr., 1. prender in giro. 2. sciombrato, agg., umido, di biancheria
imitare. lavata.
scinecato:→ scinicato. sciombrì, sciombrà, v. intr., asciugarsi
scinicà, v. tr., 1. rompere. 2. danneggiare, della terra bagnata: famo sciombrà m pò
rovinare. 3. (fig.) picchiare duramente || | ha sciombrito.
scinicasse, v. rifl., rompersi. scioncato, agg., (raro) deperito, di albero.
scinicato, scenecato, scenicato, scine- scioparà, scioprà, v. intr., scioperare.
cato, s.m., sciancato || agg., 1. danneg- scioparato, s.m., ozioso.
giato: n ramo ~ se róppe prèsto. 2. sciopinà, v. tr., 1. sciupare. 2. mettere a
acciaccoso, malaticcio. 3. sfinito. soqquadro.
scintìfeco, agg., scientifico. sciopinato, sciupinato, agg., 1. sgrade-
scintilèna:→ scentilèna. vole. 2. scapigliato. 3. trasandato.
sciò, inter., 1. grido per scacciare uccelli o scioprà:→ scioparà.
polli: ~ vvia! 2. (scherz.) grido per scac- sciòpro, s.m., sciopero: ~ a ssignózzo.
ciare persone, spec. bambini: ~, ma- sciórno, agg., 1. malaccorto. 2. disordi-
schjé! nato.
scioffèrre, ciuffè, sciuffè, sciuffèrre, s.m., sciòrta, s.f., diarrea.
(arc.) autista. sciòrto, agg., poco coerente, sabbioso:
sciòjja:→ sciòjje. tèrra sciòrta.
sciòjje, sciòjja, v. tr., 1. sciogliere: ~ le sciovèrta, sciuèrta, s.f., 1. donna insigni-
scarpe, slacciare le scarpe | toccava ficante, deforme. 2. donna sbadata,
sciòjjolo l fàscio di la cànipe | quanno goffa. 3. donna disordinata.
se sciòjjono le campane, se pò mmagnà sciroccata:→ sciloccata.
la pizza (rif. alla Pasqua). 2. diluire: se sciroppasse, v. intr. pron., subire, soppor-
sciòjje m pèzzo de lèvito de bbirra cul- tare con rassegnazione.
l’acqua m pò calla, ce se métte m pò de sciüanna, s.f., (dispr.) donna goffa, in di-
sale e m pò de farina. 3. provocare diar- sordine.
rea: a mmagnalla co la guazza, tante sciuèrta:→ sciovèrta.
vòrte ll’ua fa sciòjja l còrpo, fa ccóme sciuffè:→ scioffèrre.
na purga. 4. staccare i buoi dal giogo || sciuffèrre:→ scioffèrre.
sciòjjese, v. intr. pron., 1. sciogliersi: l sciugà, v. tr., 1. asciugare. 2. vuotare la
primo dell’anno, si sse sciòjjono le vasca della canapa || sciugasse, v. rifl.,
scarpe, te mórmorano (cred. pop.). 2. di- asciugarsi.
moiare della neve. 3. provare stimolo di sciugata, s.f., azione di asciugare: dasse
defecare: me s’è sciòrto l còrpo || Forme: sù na ~ a la mèjjo.
Ind. pres. 1 sciòjjo; 3 sciòjje; 6 sciòjjono sciugatóro, s.m., asciugamano.
| impf. 6 sciojjéveno | perf. 3 sciòrze | P. sciupasse, v. intr. pron., 1. dimagrire, de-
pass. sciòrto | Ger. sciojjènno. perire: l nònno s’è sciupato. 2. (iron.)
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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prendersi il disturbo, fare uno sforzo scocciastivale, s.m., (euf.) rompicoglioni:


enorme: te ce sie sciupato tutto, a ffallo. arïèccolo sto ~!
3. sciuparsi, sgualcirsi. scoccióso, scocciante, agg., noioso.
sciupato, agg., 1. dimagrito. 2. malaticcio scoccolà:→ scucculà.
|| dim. sciupatèllo. scòce, v. tr., scuocere: la fae ~ sta pasta ||
sciupinato, agg., (dispr.) disgraziato: scòcese, v. intr. pron., passare il punto
stréga sciupinata! (insulto). di cottura.
sciupo, s.m., sciupio, spreco. scocì:→ scucì.
sciurma, s.f., folla di persone. scodaronà, v. tr., rompere il coccige di
sciurusciata, s.f., 1. rabbuffo, sfuriata una bestia.
verbale. 2. cosa fatta in fretta, in ma- scodellà:→ scudellà.
niera disordinata. scodettà, v. intr., 1. agitare la coda. 2.
sciutta:→ asciutta. (fig.) ancheggiare, di donna.
sciuttà:→ asciuttà. scogliòse, s.f., scoliosi.
sciuttamano:→ asciuttamano. scojjèra, s.f., scogliera.
sciuttarèlla, s.f., mancanza di secrezione scòjjo, s.m., 1. masso. 2. scoglio. 3. sasso:
lattea; agalattia contagiosa degli ovini e m pèzzo de tèrra tutte scòjje.
caprini. scojjombolato, scojjommolato, agg.,
sciuttasse:→ asciuttasse (vd. asciuttà). (euf.) scorbutico, scontroso.
sciuttatóro, s.m., asciugamano. scojjommolato:→ scojjombolato.
sciuttatròsce, s.f., 1. (iron.) donna in scojjonatàggine, s.f., 1. scontrosità. 2. in-
abito da sera lungo. 2. prostituta. trattabilità.
sciutto:→ asciutto. scojjonato, scujjonato, scujjunato, agg.,
sciuttóre, s.m., lungo periodo di siccità. 1. scorbutico, scontroso. 2. esigente, in-
scivelà:→ scigolà. contentabile: man quéllo ~ nu li va
scivolà:→ scigolà. bbène mae gnènte.
scivolarèlla:→ scigurèlla. scojjóso, agg., sassoso, di terreno.
scivolóso, agg., viscido, appiccicoso scòla, s.f., 1. scuola: ha ffatto le scòle
(dell’acqua di cottura della pasta): ll’ac- arte, le scuole medie superiori | manco
qua de le piatte rèsta scivolósa, sgrassa. le scòle hò ffatto, sono analfabeta | annà
scivorèlla:→ scigurèlla. a la ~, frequentare la scuola | ~ de
sclude, v. tr., (citt.) escludere. mùseca, scuola comunale di musica | ~
scòcce, s.m., (rec.) nastro autoadesivo. guida, autoscuola | ~ cantòro, schola
scoccià, v. tr., rompere, annoiare: num me cantorum, coro della chiesa | le scòle
~ le cojjóne! || scocciasse, v. intr. pron., rósse, n. di un edificio scolastico ||
scocciarsi. (iron.) fà la ~, dare cattivo esempio. 2.
scocciacojjómmele, s.m., (euf.) rompico- insegnamento scolastico, lezione: mat-
glioni. tin’e sséra c’èra la ~. 3. classe: che
scocciacojjóne, s.m., rompicoglioni. scòle ha fatto?, quali classi hai frequen-
scocciacordó, s.m., (euf.) rompicoglioni. tato? | la tèrza sóla de ~ hò ffatto. 4.
scocciante:→ scoccióso. istruzione: mó c’hanno tutte le scòle le
scocciapàmpene, s.m., (euf.) rompico- fijje, hanno tutti ricevuto istruzione sco-
glioni. lastica.
Vocabolario
533

scóla, s.m., colapasta. scòmmido:→ scòmmedo.


scolà, v. tr., 1. scolare. 2. tracannare: a scommodà:→ scomedà.
ccéna lo scolamo n quartaróne | s’è sco- scommunecà:→ scummunicà.
lato m buttijjóne da sólo || v. intr., 1. scommunicà:→ scummunicà.
sgrondare: métte le piatte a ~ | famo ~ la scomodasse:→ scomedasse (vd. sco-
bbótte. 2. colare: ll’acqua scóla dal medà).
zasso | scolava l mósto (dagli acini). scompagnà, v. tr., spaiare.
scolabbròdo, s.m., colabrodo. scompagnato, agg., 1. solo, senza com-
scolabbótte, s.m., ubriacone. pagnia. 2. diseguale: m par de guante
scolapasta, s.f., colapasta. scompagnate.
scolapiatte, s.m., piattaia, rastrelliera per scomparà, v. intr., guastare l’amicizia,
stoviglie. rompere i rapporti.
scolatura: (prov.) chi bbéve la ~, è bbèllo scomparì:→ scumparì.
de natura. scompartì, v. intr., avere a che fare: n
scolétta, s.f., asilo infantile. c’hanno gnènte da ~ lòro due, non
scollato, agg., di un bovino affetto da bor- hanno nessun rapporto reciproco.
site causata dal giogo: na vacca scol- scompenzàbbele, agg., (rust.) respon-
lata. sabile.
scólo, s.m., canaletto di scolo: dó patisce scompijjo, s.m., scompiglio: ha ppòrto lu
la mòlla, toccava facce li scóle || ~ (a), ~.
loc. avv., a) a sgrondare: métta ~ na scompóne, v. tr., scomporre || scumpó-
bbótte | métte l vaso ~; b) in fase decre- nese, v. intr. pron., scomporsi: éssa n zi
scente: quanno la luna sta ~, piòve prè- scumpóse pi gnènte.
sto (cred. pop.). scompozzà, scompuzzà, scompuzzulà,
scoltrinà, scultrinà, scurtrinà, v. tr., arare scumpuzzà, v. tr., 1. mettere in disor-
con il coltro. dine. 2. frantumare, sbriciolare: no ~
scomedà, scommodà, v. tr., scomodare || ttanto l pane! || scompuzzasse, v. intr.
scomedasse, scomodasse, v. rifl., sco- pron., perdere freschezza e fragranza, di
modarsi: (iron.) si fregato, me ce scò- erba.
modo tutta! scompuzzà:→ scompozzà.
scòmedo:→ scòmmedo. scompuzzato, scumpuzzato, agg., 1. man-
scòmmedo, scòmedo, scòmmido, s.m., 1. cante di pezzi. 2. falciato male, di fieno.
disagio. 2. incomodo, disturbo: pagà lo scompuzzulà:→ scompozzà.
~ (risarcire per il disturbo arrecato) || scomùneca:→ scummùneca.
agg., 1. disagevole, scomodo: se lavo- sconcassato, agg., malridotto, di veicolo.
rava scòmede. 2. scosceso, impervio (di sconcasso, s.m., sconquasso.
terreno): capirae, sò ppunte scòmmede sconcluso, agg., andato a monte: n ac-
quélle. còrdo ~.
scommétta, scommétte, scummétta, sconcrusionato, agg., sconclusionato.
scummétte, v. tr., scommettere: scom- sconfinà, v. intr., sconfinare, coltivare
mettémo! | quanto ce vòe ~ che n ce abusivamente parte del campo altrui:
vène? éva sconfinato cu la cultrina.
scommétte:→ scommétta. sconfinfarà:→ sconfinferà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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sconfinferà, sconfinfarà, scunfinferà, v. naiolo.


intr., garbare: num me sconfìnfera | pòco scópe, s.f. pl., rami della ginestra dei car-
li sconfìnfarava sto discurzo. bonai (Cytisus scoparius Link).
sconfittura, s.f., 1. bruttura, orrore: adè scopellà, scoppellà, scupellà, v. tr.,
na ~ a vvedésse. 2. stonatura. togliere il marcio agli olivi: a ~, adè
scongiurà:→ scungiurà. qquanno se va ppulì n ciòcco d’ulivo.
sconnito, agg., non condito o con scarso s’è allupato, bbisògna scopellallo col
condimento, scipito: l dottóre dice malimpèggio.
ch’hò dda magnà ~. scoperchjà:→ sguperchjà.
sconocchjà, scunocchjà, v. tr., 1. fare a scopéto:→ scoponéto.
pezzi, schiantare. 2. rovinare. 3. mal- scopétta, s.f., 1. spazzola. 2. piccola
menare: se vvèngo llà, quant’è vvéro scopa per il focolare. 3. (fig.) ragazza ci-
Ddio te sconòcchjo || sconocchjasse, v. vettuola, impertinente.
rifl., 1. spezzarsi. 2. sfasciarsi, di una scopettata, s.f., atto di spazzolare.
sedia. scopettino, s.m., spazzolino.
sconocchjato, agg., di oggetto rotto o in scopicchjà, v. tr., fornicare raramente.
cattive condizioni, rovinato. scopìcchjo, inter., (scherz.) scopa! (detto
scontà, v. tr., 1. pagare in cambio: hanno quando con una presa un giocatore si
scontato a oliva. 2. pagare a rate || v. appropria tutte le carte in tavola, realiz-
intr., espiare, valere: scónta pe qquanno zando un punto al gioco della scopa).
facéste vita bbòna. scopino, scupino, s.m., spazzino, net-
scontradì, v. tr., contraddire || scon- turbino: Ciancallègra lo ~, bbutta ll’ac-
tradisse, v. rifl., contraddirsi: non ze qua bbéve l vino.
scontradìsciono uno co n antro, a vi- scopóne1:→ scopatóre.
cenda. scopóne2, s.m., stipa (Erica scoparia L.).
scóntro, s.m., tirante di corda sul basto. scoponéto, scopéto, s.m., terreno coperto
sconturbato, agg., turbato. di ginestre.
sconzijjà, v. tr., sconsigliare. scoppà, v. intr., emettere il primo ger-
scópa, s.f., 1. saggina da granate. 2. gra- moglio: appéna scòppa, ch’è ttènara tè-
nata per spazzare || prov.: ~ nòva, scópa nara, se la bbéccono (rif. agli uccelli sul
bbène. campo di canapa) || scoppasse, v. intr.
scopà, v. tr., 1. spazzare. 2. (fig., triv.) pron., 1. rompersi. 2. dividersi in due.
coire: scópa cóme n rìccio. 3. (fig.) vin- scopparèlla, agg., spiccace (rif. alla
cere (a scopa, nel gioco di carte): pesca).
ll’ùrtema mano scópa. 4. (fig.) im- scoppellà:→ scopellà.
brogliare, ingannare: e ttu a mmé num scoppià:→ schjoppà.
me scópe! scoppià1, v. tr., 1. separare, spaiare: du fi-
scoparéccia, agg., (triv.) di donna ses- lóne de pane ch’hanno combaciato, pòe
sualmente appetibile. se scòppieno.
scoparo, s.m., fabbricante di scope. scoppià2, v. tr., scagliare: la scoppiava per
scopata, s.f., 1. (fig., triv.) coito || dim. tèrra || v. intr., esplodere.
scopatèlla. scoppiato, agg., spaiato: tutte carte scop-
scopatóre, scopóne1, s.m., (triv.) don- piate me sò vvenute.
Vocabolario
535

scòppio, s.m., 1. caduta. 2. sferza: a lo ~ scornà, v. intr., cozzare con le corna, di


del zóle, in pieno sole || de ~, loc. avv., due animali || scornasse, v. rifl., fare e-
all’improvviso, di schianto: cascò ggiù sperienze a proprie spese: le fijje prefe-
dde ~. rìsciono ~ de capòccia sua || v. rifl.
scoppióne, s.m., capitombolo, cascatone. recipr., 1. scornare, cozzare di una con-
scòppola, s.f., 1. (fig.) fortuna avversa. 2. tro l’altra: le crape se scòrneno, fann’a
(fig.) sconfitta: dà na ~ ma uno. zzuccate. 2. (fig.) litigare, azzuffarsi.
scoppolatura, s.f., lo screpolarsi e stac- scornata, s.f., 1. cornata. 2. (fig.) scontro.
carsi dell’intonaco. scorojjà, v. tr., disfare il cercine || scoroj-
scoppolétta, s.f., berretto. jasse, v. rifl., distendersi, perdere
scoprì:→ sgropì. l’aspetto di ciambella (rif. a vipera).
scoprisse:→ sgropisse (vd. sgropì). scorpaccióne (a), loc. avv., bocconi, sul
scorazzà, v. intr., scorrazzare, correre qua ventre: stava bbèll’a ddormì ~.
e là: l fijje preferìsciono ~ lìbbere pi la scorpasse, v. rifl., discolparsi.
strada. scorpì:→ scurpì.
scorcià, v. intr., abbreviare il cammino: se scórre, scurre, v. intr., 1. scorrere: a lo
ppassamo da qqui, scorciamo. spago ha dda dajje la péce e la céra
scorciata, s.f., operazione di accorciare i vérgine, pi ffallo ~ (rif. al lavoro del cia-
capelli: me fò ddà na ~ sul còllo || dim. battino). 2. scivolare (dei fasci di canapa
scorciatina. spinti in avanti sul macero).
scorciatóra, s.f., scorciatoia: pijjamo la scorrebbanna:→ scorribbanna.
~, che ffamo prima. scorreggià, scurreggià, scorrejjà, scurrej-
scordà, scurdà, v. tr., scordare || scor- jà, v. tr., (fig.) emettere: lu smògghe chi
dasse, scurdasse, v. intr. pron., scor- scurréggeno l motóre || v. intr., spetez-
darsi: mi n’èro scòrdo | scòrdete! | zare: se pper caso scurréggia l cònte
ll’òmmene si scòrdeno fàcile | fanno Fane: salute, pròsete, favoriscéte e
prèst’a scordàssene de pagà. ggràzzie! se ssarvognuno scurréggia n
scordarèllo, s.m., di memoria labile, am- vellane: taramàntole al bóco e ppunte
nesico: è no ~, nun tèn’a mménte. de gomèra! (blas. pop.) | scurréjja n
scordato, s.m., chi è dimenticato, trascu- zignóre: pròsete, sòr patró, n antre
rato da altri: (mdd.) sémo quelòro de li cènto e ggràzzie! scurréjja n vellano:
scordate, siamo trascurati da tutti | ògge taramàntole mal culo, punte de gomèra
è ppassata di llà da li scordate sta e bbannièra róssa (blas. pop.).
paròla d’agùrio, è caduta in oblio. scorréggia, scurréggia, scurréjja, s.f.,
scòrfana, s.f., donna bassa e brutta. peto || prov.: scurréjja da signóre e
scòrfano:→ scòrfeno. rròtto da villano | la scorréggia è
scòrfeno, scòrfano, scòrfono, s.m., 1. nnecessària cóme l pane e ccóme ll’ària
scorfano (Scorpaena porcus L., Scor- | scurrégge e ssògne se làsseno mal
paena scrofa L.). 2. (fig.) individuo de- lètto.
forme. 3. (fig.) individuo goffo. scorreggióne, scurreggióne, s.m., chi
scòrfono:→ scòrfeno. peta spesso.
scormà, v. tr., togliere con la rasiera il scorrejjà:→ scorreggià.
colmo dello staio. scorribbanna, scorrebbanna, s.f., scor-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
536

ribanda. rico, usato per sostituire un altro, che


scorrimano, s.m., (rec.) corrimano della s’ignora o non viene subito alla mente).
scala. scoscenziato:→ scoscenzióso.
scorrómpe, scurrómpa, v. tr., disperdere: scoscenzióso, scoscenziato, scuscenziato,
l zòno de le campane scorrompéva le agg., senza coscienza, disonesto.
nùvole (cred. pop.) || v. intr. impers., scoscià, v. tr., schiantare un ramo:
spiovere. cascònno ggiù sópra m pino ggióvene e
scorrótto, agg., mutato, del tempo che si lu scosciònno || scosciasse, v. intr. pron.,
rasserena. 1. schiantarsi, di ramo: s’è scosciato
scortà1, v. tr., accorciare || scortasse, v. ll’àrbero. 2. slogarsi le gambe.
intr. pron., diventare più corto, accor- scosciatura, s.f., schiantarsi di un ramo.
ciarsi: ste carzóne cul lavalle me se sò scòssa, s.f., (ant.) corrente elettrica: è
scortate. nnata via la ~, manca la corrente.
scortà2:→ ascortà. scòta, scòte, v. tr., 1. scuotere: s’intése ~
scortecà, v. tr., spellare || prov.: la cóva è cóme da na vóce. 2. scrollare: ~ na
la pèggio a ~ || scortecasse, v. rifl., pro- pianta, pe ffà ccascà le mélle | scotì l
dursi un’escoriazione. capo, scossi il capo || scòtece, v. intr.,
scortecato, agg., scorticato: ~ cóme l capere: sto credenzóne n ce scòte ne la
zomaro del fascinare. càmmera | sémo n tròppe, n ce se scòte.
scortichino:→ scurtechino. scòtala:→ scótola.
scortinatìccio, s.m., lavoro di scavo ef- scòte:→ scòta.
fettuato sul campo con la coltrina. scotipajja, s.m., scuotipaglia della treb-
scorvellà, v. tr., 1. rompere, sfasciare. 2. biatrice.
sfondare. 3. vagliare il grano. 4. (fig.) scótola, scótala, s.f., 1. pesante clava di
deflorare. legno, usata per spezzare i fusti della
scorvellata, s.f., atto di vagliare. canapa nel lavoro di scavezzatura: la su
scòrza, s.f., 1. mallo della noce. 2. bac- zzia è ssécca chi ppare na ~, magris-
cello. 3. guscio dell’uovo. 4. fascia di sima. 2. attrezzo del fabbro: la ~ p’at-
corteccia d’olmo, con cui si avvolge tizzà l fòco.
l’innesto. scotolà, v. tr., scavezzare la canapa.
scorzà1, v. tr., scortecciare. scotolatóre, s.m., operaio che scavezza la
scorzà2, v. tr., togliere le scarpe e le calze: canapa.
me scórzo l piède, i piedi || scorzasse, v. scotolatura, s.f., 1. scavezzatura della
rifl., scalzarsi. canapa. 2. cascami di canapa.
scórzo, agg., scalzo: annava n giro ~ e scótolo, s.m., attrezzo del fabbro.
gnudo. scotozzà, v. tr., 1. svettare un albero. 2.
scorzonà, v. tr., 1. digrossare un tronco. picchiare duramente sul collo || scotoz-
2. (fig.) dirozzare q.no. zasse, v. intr. pron., rompersi l’osso del
scorzóne, s.m., scapaccione: si nu la collo || scotózzete, inter., caspita!: ~
piante, mó te dò no ~, maschjé! cóme magne!
scorzóro, agg., scorsoio: nòdo ~. scòtta, s.f., residuo sieroso non rappreso,
scosà, v. tr., compiere un’azione in senso che rimane nella caldaia dopo fatto il
contrario (verbo dal significato gene- formaggio o la ricotta: la ~ se dà mma li
Vocabolario
537

bbèstie, e sse pijja pure pe ppurga. scriva, scrive, v. tr., scrivere: sapé llègg’e
scottadito (a), loc. avv., modo di cucinare scrive | io n zò ~, sono analfabeta |
l’agnello sulla graticola: ll’abbacchjo è (gerg.) ~ na léttera al papa, defecare ||
bbòno ~. Forme: Ind. pres. 4 scrivémo | impf. 3
scottasse, v. rifl., scottarsi: (d.) hò ffatto scriviva | perf. 3 scrivétte, scrivì; 6
li mòlle, pi nun scottamme (rif. ai figli scrìssono | fut. 1 scrivarò; 6
che l’aiutano nel lavoro) || prov.: chi ss’è scrivaranno | Cond. pres. 3 scrivarébbe
scottato na vòrta, pòi ci sta ttènte | cane | Ger. scrivènno.
scottato dall’acqua calla, ha ppaura de scrive:→ scriva.
quélla frédda | chi è stato scottato dal- scrizzióne, s.f., iscrizione.
l’acqua calla, tème la frédda. scrocchjà1, v. tr., scoccare: ~ le déta de le
scòtto, agg., di pietanza che ha superato mano.
il punto di cottura. scrocchjà2, v. intr., 1. crocchiare del pane
scovà, v. tr., snidare la selvaggina. sotto i denti. 2. trottare di un cavallo sul
scozzonà, scozzonì, v. tr., 1. insegnare i selciato.
primi rudimenti del mestiere ad un prin- scrocchjazzéppe, s.m., (iron.) individuo
cipiante, dirozzare. 2. sbozzare. 3. do- molto magro.
mare bestie. scrociolà, v. tr., 1. togliere la crosta della
scozzonì:→ scozzonà. terra con il rastrello. 2. digrignare: la
scrapicciasse, v. rifl., scapricciarsi. vacca scròciola le dènte (per indige-
scrapiolà, scapriolà, v. intr., 1. capriolare: stione) || v. intr., crocchiare sotto i denti:
ndóve li fijje pònno ~ cóme li pare. 2. st’inzalata scròciola, la sènte?
rotolarsi in terra, di puledri. 3. (fig.) sus- scrociolarèllo, agg., croccante: la cótica
sultare: l còre me scrapiòla. de la porchétta è bbòna scrociolarèlla.
screanza, s.f., malacreanza, scortesia. scrognolasse, v. intr. pron., di artico-
screato, agg., 1. poco fruttifero: sti piante lazione che cambia di posto: me se sò
sò screate. 2. (fig.) gracile, di persona. scrognolate le mano.
screpante, s.m., giovane elegante || dim. scrognolato, agg., scorticato.
screpantèllo. scrùpelo, s.m., scrupolo: lu féce sènza
scricchjà, v. intr., 1. scricchiolare. 2. stri- gnuno ~ || prov.: ~ e mmalinconìa, lon-
dere. tane da casa mia.
scrìcchjo, s.m., scrocchio: le scarpe nòve scrusivo, agg., esclusivo.
co lo ~. scuccà, v. tr., guardare in tralice || scuc-
scrìcchjolo, s.m., scricchiolio. casse, v. rifl. recipr., osservarsi in tra-
scrìccia, scrìcciola, s.f., scricciolo (Tro- lice.
glodytes troglodytes L.). scùcchja, s.f., bazza, mento prominente.
scrìcciola:→ scrìccia. scucchjóne, s.m., persona dal mento
scrifignóso, agg., schifiltoso: quanno sporgente.
magnava, faciva tutto lo ~. scuccolà:→ scucculà.
scrima, scrimatura, s.m., scriminatura. scucculà, scoccolà, scuccolà, v. tr., 1.
scrimatura:→ scrima. smallare le noci: se scùccola, se lèva la
scritto, agg., di una varietà di fagiolo: còccia de fòri. 2. sbucciare una castagna
faciòle scritte. immatura. 3. bacchiare noci.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
538

scucì, scocì, v. tr., 1. scucire. 2. (fig.) scularcià, v. tr., sculacciare.


rompere un’amicizia, litigare. 3. (fig.) scularciata, s.f., scularcióne, s.m., scu-
sborsare || scucisse, v. intr. pron., (fig., laccione.
iron.) disturbarsi: capirae, me ce scùcio scularcióne:→ scularciata.
tutto (risposta negativa). sculato, agg., fortunatissimo.
scucuzzà, v. tr., 1. picchiare sul capo: scultrinà:→ scoltrinà.
ll’ha scucuzzata cu na bbòtta. 2. deca- scumméssa, s.f., scommessa.
pitare. 3. togliere la punta. 4. (fig.) vin- scummétta:→ scommétta.
cere al gioco. scummétte:→ scommétta.
scudèlla, s.f., scodella di terracotta a scummùneca, scomùneca, s.f., 1. scomu-
forma di tronco di cono rovesciato: la ~ nica. 2. iella, sfortuna.
pe mmagnacce la ricòtta, èra fónna, de scummunicà, scommunecà, scommu-
terracòtta gréżża. nicà, scumunicà, v. tr., 1. scomunicare.
scudellà, scodellà, v. tr., scodellare, mi- 2. allontanare forze malefiche, esorciz-
nestrare, servire cibo nel piatto. zare: l prète annò a ~ le purcióne.
scudirìa, s.f., scuderia. scummunicato, s.m., scomunicato.
scudo, s.m., antica moneta da cinque lire scumparì, scomparí, v. intr., 1. scompa-
|| s.m. pl. scude, denaro. rire. 2. sfigurare || P. pass. scumparito.
scùffia, s.f., 1. cuffia: te saluto ~!, addio! scumpónese, vd. scompóne.
(risposta iron. di diniego, a conclusione scumpuzzà:→ scompozzà.
di un litigio) || prov.: ógni ~ pe la nòtte scumpuzzato:→ scompuzzato.
è bbòna, e al bujjo la villana è bbèlla scumunicà:→ scummunicà.
quanto la dama || dim. scuffiétta. 2. scunfigge, v. tr., sconfiggere.
(fig.) bestemmia: dice cèrte scùffie! 3. scunfinato, agg., sconfinato.
(fig.) innamoramento. 4. (fig.) sbornia. scunfinferà:→ sconfinferà.
scuffióna, s.f., 1. (dispr.) suora. 2. (dispr.) scunfitta, s.f., sconfitta.
vecchia nubile. scungiurà, scongiurà, v. tr., allontanare
scujjante, scujjóso, agg., 1. divertente. 2. forze malefiche, esorcizzare: c’annava l
comico. prète a scongiuralle le rughe ma la
scujjasse, v. intr. pron., 1. esser colpito da vigna | scungiurava l malòcchjo.
ernia inguinale. 2. (fig.) sfinirsi: jjère me scunocchjà:→ sconocchjà.
sò scujjato a pportà qquél péso. 3. (fig., scunvòrto, agg., sconvolto.
iron.) disturbarsi, scomodarsi: capirae, scupellà:→ scopellà.
e mmi ci scujjo tutto a ddìjjolo!, non ne scuperchjà:→ sguperchjà.
ho la minima intenzione. 4. (fig.) sbelli- scupino:→ scopino.
carsi: ròbba da ~ dal rida | num me fa scura, agg., nuova, di luna.
scujjà dal rida! scuraménto, s.m., oscuramento bellico.
scujjato, agg., ernioso. scurbùtico, agg., scorbutico, scostante.
scujjo, s.m., 1. divertimento enorme. 2. scurdà:→ scordà.
persona divertente: sè pròpio no ~ tu. scurdasse:→ scordasse (vd. scordà).
scujjonato:→ scojjonato. scureggiallo, agg., (scherz.) giallo scuro
scujjóso:→ scujjante. (con bisticcio su scorreggià).
scujjunato:→ scojjonato. scurì, v. intr. impers., imbrunire, an-
Vocabolario
539

nottare. essere soggetto ad erosione || sdela-


scuróso, agg., 1. che non sopporta il sol- vasse, v. intr. pron., liberarsi dalla pol-
letico. 2. (fig.) suscettibile. 3. (fig.) vere (rif. all’uva bagnata dalla pioggia):
geloso del suo. coll’acqua ll’ua se sdelava.
scurpì, scorpì, v. tr., scolpire. sdelontanà, sdilontanà, v. tr., allontanare
scurre:→ scórre. || sdelontanasse, sdiluntanasse, v. intr.
scurreggià:→ scorreggià. pron., allontanarsi.
scurréggia:→ scorréggia. sdementecà, dementecà (raro), sdimen-
scurreggióne:→ scorreggióne. ticà, v. tr., dimenticare.
scurrejjà:→ scorreggià. sdeménteco, agg., dimentico.
scurréjja:→ scorréggia. sdemógne:→ sdimógne.
scurrómpa:→ scorrómpe. sdenduelà:→ dondelà.
scurtechino, scortichino, s.m., 1. (fig.) sderadecà, sdiradicà, v. tr., sradicare: l
commerciante esoso. 2. (fig., gerg.) lino venéva sderadecato (rif. al rac-
usuraio. colto).
scurtóre, s.m., scultore. sderajjata, s.f., sbandata di un veicolo.
scurtrinà:→ scoltrinà. sderenà, v. tr., 1. rompere le reni. 2. (fig.)
scurtura, s.f., scultura. picchiare duramente: si lo chjappo, lo
scurturato, scurturito, agg., scolpito. sderéno || sderenasse, v. intr. pron., 1.
scurturito:→ scurturato. avere uno strappo muscolare alle reni.
scusà, v. tr., scusare: (iron.) scusate s’è 2. (fig.) affaticarsi, sforzarsi eccessiva-
ppòco! | (ant.) scusàssete lu ncòmmido! mente.
| scusate, bborzellìn, se vvi torménto! sderenata, s.f., scarica di busse.
(espr. fissa pronunciata dal perdente, sderenato, agg., 1. dalle reni spezzate. 2.
quando deve pagare alla fine della par- (fig.) sfinito.
tita a carte) || scusasse, v. rifl., scusarsi. sdesepì:→ sdisipì.
scuscenziato:→ scoscenzióso. sdevignà, sdivignà, v. intr., vendemmiare:
scuscéso, agg., scosceso. ce vanno dòppo sdivignato, ce vanno le
scutignà, v. tr., togliere la cotenna. pècore a mmagnà le fòjje, che ppòe te
sdazzià, v. tr., sdaziare. prométtono l càcio e nun te lo danno, l
sdàzzio, s.m., sdaziamento. pecorare.
sdebbetasse, v. rifl., sdebitarsi. sdïasillà, v. intr., bestemmiare a lungo.
sdegnasse, v. intr. pron., 1. inasprirsi, de- sdicentrato, agg., fuori centro, sbilan-
generare di ferite. 2. rifiutarsi di covare ciato (di una ruota).
le uova (rif. alla chioccia o agli uccelli): sdicervellasse, sdiciarvellasse, v. intr.
se sdégna la matre, la madre abbandona pron., scervellarsi.
gli uccellini, se disturbati nel nido. sdiciarvellasse:→ sdicervellasse.
sdegnato, agg., infetto: na piaga sde- sdicimà, v. tr., svettare una pianta.
gnata. sdicimatura, s.f., svettatura.
sdelargà, sdilargà, v. tr., allargare || sde- sdicioccà, v. tr., estrarre ceppi dal terreno.
largasse, v. rifl., allargarsi: se sdelàr- sdicipicciasse, v. intr. pron., togliersi le
gheno. cispe dagli occhi.
sdelavà, sdilavà, v. tr., dilavare || v. intr., sdiggelà, v. intr., disgelare: l funtanile ha
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
540

sdiggelato. naro.
sdiggiunasse, v. intr. pron., 1. rompere il sdimeżżata, s.f., atto di dimezzare.
digiuno. 2. ingozzarsi: ammàzzelo, s’è sdimicià, v. intr., 1. litigare. 2. rompere
sdiggiunato! un’amicizia.
sdiggiuntà, v. tr., separare. sdimógna:→ sdimógne.
sdilabbrà, v. tr., slabbrare. sdimógne, sdemógne, sdimógna, sdi-
sdilabbrato, agg., sbocconcellato (di re- mugne, sdimunge (citt.), v. tr., 1. lique-
cipiente di terracotta). fare. 2. sfinire. 3. (fig.) picchiare con
sdilaccià, v. tr., slacciare || sdilacciasse, v. forza: còso ha dditto che tte sdemógne ||
intr. pron., slacciarsi: me se sò sdilac- v. intr., fondere, dimoiare || sdemógnese,
ciate le scarpe. v. rifl., 1. dimoiare: quanno la nève se
sdilamà1, v. intr., smottare: co ttutta st’ac- sdemógne, vène m pantano || prov.: la
qua, fàcile che sdilama l gréppo. nève se sdemógne sótt’ar zóle, a
sdilamà2, v. tr., togliere l’amo. bbòn’intennitó ppòche paròle (con il
sdilargà:→ sdelargà. tempo si scoprono le malefatte). 2. (fig.)
sdilargata, s.f., atto di allargare. smagrirsi || Forme: P. pass. sdemónto.
sdilavà:→ sdelavà. sdimugne:→ sdimógne.
sdilentato, agg., allentato. sdimunge (citt.):→ sdimógne.
sdilitta, s.f., slitta. sdindolà:→ dondelà.
sdilittà, v. intr., 1. slittare. 2. scivolare. sdinerbà, v. tr., snervare, fiaccare || sdi-
sdilocaménto, s.m., slogamento. nerbasse, v. intr. pron., perdere forza.
sdilocasse, sdilogasse, v. intr. pron., slo- sdinerbatura, s.f., perdita di vigore: nói
garsi: me sò sdilocato m piède. coll’acqua tépida, sótto la ~ dell’acqua
sdilogasse:→ sdilocasse. non ci stava (rif. alla canapa).
sdiloggià:→ sloggià. sdinoccolato, agg., dinoccolato.
sdilongà, sdilungà, v. tr., allungare || sdi- sdinosàvero, s.m., (raro) dinosauro.
longasse, v. rifl., 1. allungarsi: se sarà sdïossà, v. tr., 1. disossare. 2. (fig.) pic-
sdilongato mal lètto. 2. dilungarsi: te chiare con forza.
ll’ariccónto cóm’è stato sènza sdilon- sdiradà, v. tr., 1. diradare: ll’ua da tàvola
gamme tanto. la sdiràdono. 2. tagliare i rami, la-
sdilontanà:→ sdelontanà. sciando il tronco con pochi rampolli.
sdiluffà, v. tr., rompere le ossa: te sdiluffo sdiradata, diradata, s.f., diradamento
|| sdiluffasse, v. intr. pron., 1. lussarsi (rif. ad albero): na bbèlla ~ li damo.
l’articolazione coxofemorale. 2. subire sdiradicà:→ sderadecà.
la paraplegia del treno posteriore, a se- sdirajjà, derajjà, dirajjà, v. intr., dera-
guito di una caduta (detto della vacca). gliare: l trèno ha ddirajjato su la curva.
sdilungà:→ sdilongà. sdiramà, v. tr., diramare; sfoltire una
sdiluntanasse:→ sdelontanasse (vd. sde- pianta.
lontanà). sdirazzà, v. tr., 1. estirpare le piante in-
sdilupà:→ slupà. festanti. 2. (fig.) sterminare: l cacciatóre
sdimenticà:→ sdementecà. fann’a sdirazzà || v. intr., tralignare: l zu
sdimeżżà, v. tr., 1. dimezzare. 2. falci- nipóte n’ha ppijjato del zu pà, ha
diare: la vórpe ll’ha sdimeżżato l galli- sdirazzato.
Vocabolario
541

sdiriccià, v. tr., estrarre le castagne dal ric- sdisotterrà:→ disotterrà.


cio: le sdiricciamo cu le scarpe. sdisuggillà, v. tr., dissuggellare.
sdiripà, v. tr., estirpare le piante infestanti. sdivagà, v. intr., divagare || sdivagasse,
sdirozzà, v. tr., dirozzare. svagasse, v. rifl., divagarsi, distrarsi.
sdirozzata, s.f., dirozzamento. sdivago, s.m., svago.
sdirugginì:→ sdirużżonì. sdivezzà, v. tr., 1. svezzare, divezzare:
sdirupato, agg., scosceso: sò ppòste ll’hò sdivezzate tarde le fijje io. 2. to-
sdirupate quélle. gliere il vezzo || (d.) c’è cchi avvézza e
sdirupo, s.m., dirupo: s’è scapicollato cchi sdivézza.
ggiù ppe no ~. sdivignà:→ sdevignà.
sdirużżonì, sdirugginì, v. tr., dirugginire, sdivincolasse, v. rifl., divincolarsi: cer-
togliere la ruggine. cava a ~ e n ce la cavava.
sdirużżonita, s.f., 1. azione di dirug- sdogà, v. tr., 1. togliere le doghe. 2. (fig.)
ginire. fare a pezzi: si tte chjappa, te sdóga l tu
sdisalà, v. tr., dissalare, privare del sale: pà || sdogasse, v. rifl., sconnettersi delle
le sarde cominciamo co lo sdisalalle. doghe di una botte: cu la sécca se sdó-
sdisamorà, v. tr., disamorare || sdisamo- gono le bbótte.
rasse, v. rifl., disamorarsi, perdere l’in- sdolì, v. tr., sdolenzire || sdolisse, v. rifl., 1.
teresse. sdolenzirsi, perdere la sensazione di in-
sdisanguà, v. tr., dissanguare || sdisan- dolenzimento: se tt’arze sù te sdolisce
guasse, v. intr. pron., 1. dissanguarsi. 2. m pochétto. 2. ridare movimento al
(fig.) spendere fino all’ultima lira: s’è corpo.
sdisanguato pi ssistemà le fijje fémmine. sdondolà:→ dondelà.
sdisardà, v. tr., dissaldare. sdonnolà:→ dondelà.
sdisarmà, disarmà, v. tr., smontare una sdruccévole, agg., sdrucciolevole.
struttura. sdrùcia, sdrucidóna, sdrucinata, s.f.,
sdisellà, v. tr., dissellare: quanno rivo a la prostituta.
stalla lo sdisèllo l mulo. sdrucidóna:→ sdrúcia.
sdiseminato, agg., disseminato. sdrucinata:→ sdrúcia.
sdisepì:→ sdisipì. sduendelà:→ dondelà.
sdiseppellì, v. tr., dissotterrare: li sdisep- sdundelà:→ dondelà.
pellìsciono da sótto le case sbracate. se1:→ ce1.
sdisercià, v. tr., disselciare. se2, pron. pers. atono, si: nun ze véde mae
sdiseredà, v. tr., diseredare: li fijje ll’ha | s’ha dd’annà ch’annamo? | vann’a
sdiseredate pi qquanto sò state acce. vvestisse.
sdisestato:→ disestato. sè:→ sèe.
sdisipì, sdesepì, v. tr., 1. sterminare: sé, séne (enf.), sine (enf.), sì1, avv., sì: e
ll’hanno sdisipite ll’ucèlla. 2. estirpare. ssì cche lo sò io tant’è!, io non lo so
3. dilapidare. davvero! | ~ che cc’èra sèmpre ll’èrba!,
sdisorlà:→ slïorlà. non c’era mica sempre | dille de ~ e
sdisossà, v. tr., disossare: ci sò che lo sdi- ddalle da bbéve!, accontentalo!
sòssono l pollastro. sebbenanco:→ sibbenanche.
sdisossata, s.f., azione di disossare. sécca, s.f., 1. difetto del vino causato dalla
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
542

cattiva qualità del legno della botte: ha sèchje, s.f. pl., (raro) esequie.
ppréso de ~ l vino | l vino sa dde ~. 2. secondà:→ seconnà.
inaridimento di piante; seccaggine: la ~ secondaménto, s.m., estrazione manuale
vène col fréddo. 3. tempo arido, siccità. della placenta di un animale.
seccardino, agg., magrolino. secónna, s.f., placenta: se magna ppure le
seccardóne, agg., (scherz.) alto e magro. secónne de mìccia (di persona ingorda).
seccaréccia, s.f., siccità. seconnà, secondà, v. intr., 1. emettere la
seccaróne, s.m., ramo secco da ardere: va placenta dopo il parto: ha sseconnato.
ffà du ~ p’accènne l fòco! 2. spingere il feto (di partoriente nel-
seccasse, v. intr. pron., 1. prosciugarsi: me l’ultima fase del parto).
se seccò ll’acqua, finì di scorrere. 2. non secónno, sicóndo, sicónno, s.m., seconda
attecchire del magliolo. 3. smettere di portata || num. ord., secondo: è rrivato ~
funzionare: (imprec.) te se potésse | la sicónna guèrra | ha ffatto la
seccà la léngua!, potessi perdere la fa- secónna, ha frequentato la seconda
vella! 4. seccarsi (di pianta). classe elementare || avv., a seconda: ~
seccatóro, s.m., 1. essiccatoio per le cóm’annava l tèmpo | ~ ll’uso.
castagne. 2. (fig.) terreno arido. sèculo:→ sèquelo.
seccavigne, seccavigno, s.m., ragazzo securo, sicuro, agg., sicuro: lo dà ppe sse-
gracile: varda sto ~, smirzo e ssécco che curo | ~ cóme la méssa, sicurissimo |
nun ze ngrassa mae. qué è ppòco, ma ssicuro, è proprio così
seccavigno:→ seccavigne. | ha fatto bbène l cónto? ma sè securo
secchjétto, s.m., 1. secchiello dell’acqua che ppèrdo io? || ~ (de), loc. avv., con
santa. 2. alto secchio di legno con unico certezza: io nu lo sò ~.
manico per vinificazione. séda, séde, sedé, v. intr., sedere: nom pò
sécchjo: al zécchjo! dicéva l capòccia, stà sséda, c’ha le moròene cóme le nòc-
quann’èra pièno (rif. al lavoro nel fran- chja | méttet’a sséda!, siediti! | n ce ca-
toio) | ce vònno l zécchje, occorrono i pam’a ssédece, sedervi | vatt’a mmétt’a
secchi. sséda mellì! | sedémese!, sediamoci! |
sécco, s.m., difetto del vino causato dalla sedéteve!, mettétev’a sséda m moménto!
cattiva qualità della botte: ha ppréso de || Forme: Imper. 2 séde!
~, il vino si è alterato nella botte || agg., seddiovòle, siddiovòle, inter., a Dio pia-
1. magro: ~ cóme n chjòdo | ~ cóme na cendo!: “ce vedémo ~” “e le guàrdie!”
sùbbia | ~ cóme n ùscio || dim. sec- sedé:→ séda.
chétto. 2. maturo, del grano || fà ssécco, séde:→ séda.
colpire co na bbòtta ll’hanno fatto ~ sédece, num. card., sedici: sò ssédece co
cóme no stràccio || ~ (a), loc. avv., a qqué.
secco: tirà ssù um mur’~ | potà ~, pie- sèdia del papa, s.f., (infant.) gioco delle
gando i tralci quasi verticalmente sul fi- predellucce: portà su la ~ || tir. che ac-
lare | muram’~, senza calcina | magnà compagna il gioco: la ~, chi cce pìscia
~, senza bere. 3. non fecondato: è rri- e cchi cce caca.
masta sécca la vacca. sediaro, s.m., sediaio.
secènto, 1. num. card., seicento. 2. s.f., sediatóro, s.m., 1. sedile. 2. sedile di
automobile Fiat 600. legno al lato del camino.
Vocabolario
543

sedime, s.m., calastra, trave su cui poggia gnava; 6 segnávono | P. pass. sénto, se-
la botte. gnato.
sediòla, sediùccia, s.f., seggiolino per segnato, agg., 1. fisicamente menomato.
bambini. 2. con una macchia cutanea di voglia: la
sedióne, s.m., 1. sedia alta per bambini, matre quann’èra ncinta, jje se facéva na
seggiolone. 2. sedia più ampia per an- fantasìa, ndó se toccava, veniva segnato
ziani. l fijjo | se na dònna ncinta le vène vòjja
sediùccia:→ sediòla. de magnà quarche ccòsa, ha dda stà
sèe, sè, num. card., sei: sémo n zèe a ttènta a ttoccasse, sennò lo fa ssegnato.
ggiocà | sè sòrde | èreno sè sètte cri- 3. marcato: sèe pècora sénta | tu sè pè-
stiane, sei o sette persone. cora segnata, sta ttènto!
séga, s.f., 1. sega: ~ a sciàbbola. 2. (fig.) segnifecà, significà, v. tr., 1. significare.
fischio bronchiale. 3. (fig.) masturba- 2. aver importanza: qué n zignìfica
zione maschile: fasse le séghe, mastur- gnènte.
barsi. 4. (fig.) niente: me fréga na ~!, ségno, s.m., 1. cicatrice: te ce lasso l
me ne infischio! | n capisce pròprio na zégno! (espr. di minaccia). 2. suono
~ || fà sséga, marinare la scuola. della campana a mezzogiorno. 3. suono
séga séga, incipit di tir. della campana, che annuncia la morte di
segàrio, s.m., 1. sicario. 2. (fig.) aguzzino. qualcuno || ~ santo de cróce, formula di
segaròlo, s.m., 1. scolaro che marina giuramento.
spesso la scuola. 2. masturbatore abi- ségola, s.f., segale (Secale cereal L.).
tuale. segoncino, s.m., sega ad arco corta e sot-
segatóre, s.m., segantino. tile con manico ricurvo.
seghétta spaccavite, s.f., attrezzo segóne, s.m., lunga sega a lama libera,
dell’orologiaio. con due impugnature alle estremità,
seghétta, s.f., particolare della cavezza manovrata da due uomini, usata per
per frenare la bestia. segare grossi tronchi d’albero: ~ stron-
segnà, v. tr., 1. annotare: ~ le punte a catóro.
ccarte | quanno crompava l pane, lo segréto, agg., 1. riservato. 2. taciturno.
segnava mal libbrétto. 2. intestare: ~ la seguestrà, siquestrà, v. tr., sequestrare.
ròbba a le fijje. 3. contrassegnare: se seguèstro, siquèstro, s.m., sequestro: jje
segnava la filagna da scavà. 4. prescri- ll’hanno méssa sótto ~ la ròbba.
vere: l dottóre m’ha ssegnato le pun- seguetà, seguità, siguetà, v. tr., 1. conti-
ture. 5. recitare un esorcismo; tracciare nuare: seguitàtelo valtre! 2. seguire || v.
segni magici: la disipra la ségna quélla intr., seguitare: seguetò a èssa bbòn’e
ch’è la sèttima fijja | segnava le stòrte. bbravo | seguitònno a llavorà || Forme:
6. registrare la nascita: prima segnà- Ind. pres. 6 ségueteno | impf. 3 segue-
vono sólo n chjèsa. 7. iscrivere: ll’hae tava; 6 seguitàveno | perf. 1 seguitò; 3
segnata la fijja a scòla? || v. intr., esser seguetò, siguetò; 4 seguetàssemo; 6 se-
destinato: ggià è ssegnata la fine che guitònno, seguitòrno | Cong. impf. 1
ddovéva fà || segnasse, v. intr. pron., seguetasse; 3 seguetasse | Ger. segui-
iscriversi: ~ a scòla || Forme: Ind. pres. tanno.
4 segnamo; 6 ségneno | impf. 3 se- ségueto (n), séguoto (n), loc. avv., suc-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
544

cessivamente: cóme veggarémo ~. utto vecin’all’òsso.


seguità:→ seguetà. sementà, simentà, v. tr., seminare: se-
séguoto (n):→ ségueto (n). mentà l zovèscio || Forme: Ind. impf. 6
sèjja:→ sièda. sementàvono | fut. 1 sementarò.
sélcio, sérce, sércio, s.m., selce || sérce, sementarèllo, sementino, s.m., semina-
s.m. pl., selci, blocchetti di roccia squa- tore: facévono l zórco coll’aratro, pò l
drati per la pavimentazione stradale: zementino sementava.
ncarcà l zérce, costipare i selci con il sementato, s.m., campo seminato: num ci
mazzapicchio. passà ssul ~!
selènzio, s.m., silenzio. sementino:→ sementarèllo.
sèllaro:→ sèllero. semenzaro, s.m., semenzaio da trapianto
sellaro, s.m., sellaio. (preparato dal contadino stesso).
selleraro, s.m., coltivatore o venditore di semicupo, s.m., 1. semicupio. 2. bidet.
sedani. semigna, s.f., erba bussola o lattuga sal-
sellerina, s.f., sedano selvatico (Ammi cigna (Lactuca saligna L.).
majus L.). semila, num. card., seimila.
sèllero, sèllaro, sèlloro, s.m., 1. sedano seminà:→ semenà.
(Apium graveolens L.): (iron.) amico sémmala, sémmela, sémmola, s.f., 1.
del zèlloro! | e tte pare, ll’amato sèllero! crusca: ~ còtta, crusca bollita in acqua.
(espr. iron. di diniego). 2. (fig.) indi- 2. (fig., coll.) lentiggini.
viduo stupido || dim. sellerétto || accr. sémmela:→ sémmala.
selleróne. sémmola:→ sémmala.
selleróne, s.m., 1. (fig.) individuo molto semmolèlla, s.f., gioco in cui si pescano
alto. 2. (fig.) stupidone. con la bocca monete nascoste in un
sellino, s.m., finimento del mulo per tirare mucchietto di crusca: è na tèrra fina che
il carro agricolo. cce se pò ggiocà a ~.
sèlloro:→ sèllero. semmolino, s.m., semolino.
selzèrvise, s.m., (rec.) self service. semmolóso, agg., lentigginoso.
séme, s.m., semenza, semente: l zéme se sempàteco:→ simpàteco.
tenéva mal pannóne | ha ffatto ~, ha ter- sempatìa, s.f., simpatia: c’ha na ~ pe
minato di seminare il campo | patate da qquelue, è innamorata.
~ | ll’inzalata fa l zéme, va a seme. sémplece, sémprece, agg., 1. semplice. 2.
semedelino, s.m., seme di lino. ingenuo || accr. sempliciòtto, sempri-
sémena, s.f., semina del grano. ciòtto, stupido, sciocco.
semenà, seminà, v. tr., seminare || prov.: sèmpra, avv., (raro) sempre.
cóme sémine, meterae | quel che ssé- sémprece:→ sémplece.
mene, riccòjje | chi ssémina vènto, aric- sèndalo:→ sèndelo.
còjje tempèsta. sèndelo, sèndalo, sèndolo, sènnero, s.m.,
seménta, siménta, s.f., 1. semente che si sedano (Apium graveolens L.).
getta nella terra. 2. area seminata a sèndolo:→ sèndelo.
grano. 3. azione di seminare: pe ffà la séne (enf.):→ sé.
~, occórre fà na bbèlla majjése d’estate sèneca, s.f., 1. donna dispettosa. 2. me-
|| prov.: la ~ vecin’al fòsso, e l prosci- gera.
Vocabolario
545

sèneco, sènoco, s.m., 1. avaro: adè n zè- tendere, credere: n ce volémo ~ le cri-
noco, num magna pi nun cacà. 2. indi- stiane, non vogliamo intenderla || sen-
viduo bieco. tisse, sintisse, v. rifl., sentirsi: se sentarà
sènepa, s.f., senape (Sinapis arvensis L.). mmale | nun zi la sentéva da staccasse |
seneparo, s.m., campo di senape. dòppo si sarà ssintito l rimòrzo || prov.:
senistra, s.f., sinistra. ll’òmo che nun zènte a pprima vóce, è
sènnero:→ sèndelo. sségno che r discurzo nu le piace | tristo
sennò:→ sinnò. chi ssènte na campana sóla || senté,
sènoco:→ sèneco. sinté, inter., 1. ascolta! 2. ma certo!,
senté:→ sentì. ovviamente: “ce ll’éte l cannòle?”
sènte, agg., esente dal servizio militare. “senté!” | senté ové! || Forme: Ind. pres.
senteménto, sintiménto, s.m., sentimento: 4 sentémo, sintémo; 5 sentéte, sintite; 6
mannàggia l zenteménto! | séte tutte de sènteno | impf. 1 sintévo; 2 sentéve, sin-
n zintiménto? vviva santa Ròsa! (espr. tive; 3 sentéa, sentéva, sintéva, sintiva;
con cui il capo dei facchini dà inizio al 4 sentévemo; 6 sentéveno, sentévano,
trasporto della macchina di santa Rosa). sintéveno | perf. 3 senté, sentétte | fut. 2
sentènza, s.f., assistenza: la prùbbeca ~. sentarae; 3 sentarà | Cong. impf. 5 sen-
sentì, senté, sentine, sintì, sintine, v. tr., 1. tìssete | Imper. 2 sènte | P. pass. sintito |
sentire: le sentéte ll’è bbravo?, quanto Ger. sentènno.
è bravo | senté che sgupèrta! | ma n ce sentine:→ sentì.
sènte?, sei forse sordo?, non capisci? | senzale, s.m., sensale, mediatore.
ma lu sentéte chi rròbba? | chi lo vorrà senzarìa, s.f., 1. senseria. 2. parte per-
ssentì, quann’arriva! | n zènte manco le centuale spettante al sensale: n te scordà
cannonate, è sordo | nun zènte raggióne, che cc’ha da pagà la ~.
fa ccóme li pare | lo sè?, lo senti? | a senziale, agg., (raro) essenziale.
ssentì ésso, n ze farébbe mae gnènte | a sènzo, s.m., 1. impressione. 2. ribrezzo,
sta ssentì a llue, tutte mòrono, secondo schifo: che tt’hò dda dì? me fa ssènzo r
lui | te fò ssentì l gallo cantà (espr. di zórce a mmì.
minaccia) | stàteme a ssintí bbène, a- sepórcro, sipórcro, s.m., 1. sepolcro. 2.
scoltatemi bene | sentirae la quajja repositorio: annà vvisità l zepórcre, ren-
cantà, te ne accorgerai a tue spese | de dere omaggio al repositorio il giovedì e
tutte ste modernità n ce sènto gnènte, il venerdì santo in più chiese | quante
non mi interessano || senti ddì (pe), loc. sepórcre ha fatto?, hai visitato?
avv., per sentito dire: lo sò ~ || mdd. nun sèppia1, s.f., donna cattiva ed avara.
zentì né ccristi né mmadònne, non sen- sèppia2, s.f., seppia.
tire ragioni | (d.) tòcca senté tutt’e ddue sepportura, seppurtura, siportura, sip-
le campane. 2. assaggiare: sènte m pò la purtura, s.f., sepoltura: s’arza da la ~ |
pasta cóme sta dde sale! | sentimo sto accumpagnà m mòrto a ~, al cimitero.
vino, tòcca sentillo. 3. controllare: le seppurtura:→ sepportura.
passóne se sèntono sì, se rrèggiono. 4. sèquelo, sèculo, s.m., secolo: sò ccam-
domandare: chi ssentéte sentéte, a pane vècchje de sèquele | sècul’e ssè-
chiunque domandiate || v. intr., 1. ub- cule de stòria.
bidire: n ce sèntono tanto le fijje. 2. in- séra: la ~ avante, la vigilia | doman’a
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
546

sséra | la doménic’a sséra, la sera di do- servì, sirvì, v. tr., servire || v. intr., occor-
menica | c’èra la scòla mattin’e sséra, rere: ma mmì m me sèrve gnènte | n ci
m. e pomeriggio | m prima ~, nelle servéva de squajjallo || sirvisse, v. rifl.,
prime ore serali || ~ (a la), loc. avv., di servirsi: sirvìteve da vue! || Forme: Ind.
sera: è mmèjjo annacce ~. impf. 3 servéva, sirviva; 6 servéveno |
sérce:→ sélcio. fut. 3 servarà | P. pass. sirvito | Ger.
serciaròlo, s.m., selciaio. servènno.
serciato, agg., selciato. serviette:→ sarviétto.
sércio:→ sélcio. servìzzio, sirvìzzio, s.m., 1. incombenza:
seréna1, s.f., sirena, allarme aereo. quarche ~ ce ll’avranno commannato
seréna2, s.f., (lett.) sirena. quarcuno | fa n viàggio e ddu servizzi,
seréno, s.m., freddo notturno: l zeréno de sbriga due incombenze contemporanea-
la nòtte fa mmale a la bbiancherìa de li mente | qué ffa li sirvìzzie a ppuntino |
fijje, se sse làsceno de fòri. pirch’ha famme sto ~, pe ppiacére! 2. prestazione
ppréso l zeréno! | arimétte quélle panne di lavoro: va sservìzzio a Rróma, a la-
de li fijje, sennò l zeréno li fa mmale! vorare come domestica.
(cred. pop.) | a ccèrte decòtte se méttono sèrvo: mica sò l zèrvo, che mme dà ddel
de fòri, pe ppijjà l zeréno | se tèngono vóe! (sulla scelta dell’all.) | vò ppe
ar zeréno a la nòtte. ssèrvo, al servizio di altri | ~ suo!, inter.,
serpara, s.f., serpaio. ai suoi ordini!
serparo, s.m., cacciatore di serpi. sèrze, s.m., selz: acqua de ~.
sèrpe, s.m., 1. serpe: ~ sorciaro, grossa sèsto: fèrro ~, arnese del carraio || ~ (a), ~
serpe innocua, che si nutre di topi | ~ (n), loc. avv., in ordine, in sesto:
d’acqua, biscia d’acqua (Natrix natrix arimétte ~.
L.). 2. serpente: quanno l zèrpe règolo séta, s.f., setaccio molto fitto per farina:
chjama, le vipre s’ariddùciono. la ~ s’addòpra pe ccapà l fióre, pe
serpènte, s.m., (dispr.) contadino inca- ccèrna || annà n zéta, a) andare in sol-
pace. lucchero; b) di trottolina che gira tanto
sèrra sèrra, s.m., pigia pigia. velocemente da parere ferma; c) stupire
sèrra, s.f., ammasso: se facéva la ~, na || dim. setarèlla | dispr. setàccia || ~
massa ccosì, l giórno (rif. alla canapa monéta | ~ setàccia, | ~ setòla: incipit
posta ad asciugare al sole). di tir.
serrà, v. tr., chiudere. settantène:→ sittantè.
sèrta, s.f., 1. treccia: na ~ di fiche, di fichi sètte: na pròda frésca, è le ~ bbellézze, ot-
secchi | na ~ d’ajjo. 2. coppia di buoi tima | nu mme stà ffà l zètt’e ll’òtto!, non
aggiogati. essere ambiguo, parla chiaro! | fà le ~
sertà:→ assertà. chjèse, passare da un’osteria all’altra | ~
sèrva, s.f., treppiedi della padella || dim. bbau!, inter. usata per giocare con bam-
servétta. bini.
servàggio, s.m., selvaggio. settemana:→ sittimana.
servàteco:→ sarvàteco. settèmbre: (prov.) pi ssettèmbre, ll’ua è
servàtico:→ sarvàteco. ffatta e l fico pènne.
servaticume:→ sarvaticume. settemmèżżo, s.m., sette e mezzo, gioco
Vocabolario
547

di carte. sfascià, v. tr., 1. sfasciare. 2. (fig.) scassi-


sèttico, agg., asettico. nare.
settìmia:→ settimina. sfasciacacate, s.m., gradasso: romanacce
settimina, settìmia, agg., ultima di sette ~ (blas. pop.).
figli: pe ffà le fatture e llevà l malòc- sfasciacarròzze, s.m., rottamatore.
chjo, bbisògna èsse settimina (cred. sfasciaculo (a), loc. avv., a) in disordine;
pop.). b) a bizzeffe.
sfà, v. tr., disfare || ~ ggiù, 1. sciogliere: lo sfàscio (a), loc. avv., a bizzeffe.
sfacéva ggiù, pe ffallo sciuttà (rif. al sfascióne, s.m., di ragazzo che ha poca
fieno ammucchiato). 2. sgranare. 3. al- cura di oggetti, vestiti, scarpe.
largare: ~ la lana del matarasso. 4. sfavellà:→ sfavillà.
arieggiare: ~ l lètto. 5. scucire. 6. sfavillà, sfavellà, v. intr., 1. schiudersi
fondere. 7. diluire || sfasse ggiù, v. intr. delle gemme. 2. essere in fiore: l fióre
pron., dimoiare: co sto callo la nève se sfavilla.
sfa ggiù ssùbbeto. sfebbrasse, v. intr. pron., sfebbrare: méno
sfaccennà, v. intr., sfaccendare, lavorare male, li s’è sfebbrata la fijja.
attivamente. sfeccià, v. tr., togliere la feccia: ll’hae da
sfaccennato, agg., perdigiorno: è no ~ ~ sto vino.
quelue, pòco amante dil lavóro. sfecciatura, s.f., 1. feccia tolta dalla botte.
sfaciolà, v. intr., garbare: sto discórzo num 2. pulizia delle botti.
me sfaciòla pròpio. sfenito, agg., sfinito.
sfadicato, agg., sfaticato. sferrajjà, v. intr., sferragliare.
sfamasse, v. intr. pron., sfamarsi. sferratóra, s.f., forte vento di tramontana.
sfamo (a), loc. avv., a bizzeffe. sfettuccià, v. tr., 1. fare a strisce. 2. de-
sfangà, v. intr., cavarsela: nóe bbèn’o vastare la vegetazione: la gragnòla la
mmale ll’émo sfangata fin’a mmó. sfettùccia la vigna.
sfantasïato, agg., svogliato. sfiaccolà, v. intr., soffiarsi il naso con il
sfarcettà, v. tr., tagliare con la falce mes- pollice.
soria: s’annav’a ~ ll’èrba. sfiaccolata, s.f., azione di pulirsi rumoro-
sfarcettata, s.f., 1. atto di tagliare con la samente il moccio con il pollice: “ha
falce messoria. 2. colpo di falce messo- dato na ~ al naso da tutt’e ddue le
ria. parte. ma n te vergògne?” “vergògnete
sfardà1, v. tr., asfaltare: na strada sfar- tu che lo métte ma la saccòccia”.
data. sfiàccole, s.f. pl., 1. sputi. 2. (fig.) soldi.
sfardà2, v. tr., sciogliere: se sfardava l filo sfiammasse, v. intr. pron., attenuarsi di
dil fasce (rif. ai fasci di canapa da un’infiammazione.
estrarre dal maceratoio). sfiancà, v. intr., avere la pancia magra, di
sfardo, s.m., asfalto. vacca.
sfardònia, s.f., 1. donna procace, dalla sfiatà, v. tr., sfiancare: va ppiù ppiano che
bellezza appariscente. 2. amante. lo sfiate l zumaro! || v. intr., perdere aria:
sfarinasse, v. intr., sfarinarsi: l tufo se sfa- la vàrvola sfiata || sfiatasse, v. rifl., 1.
rina. perdere il respiro: (imprec.) te pòssa
sfarrato, agg., macinato (rif. a cereale). sfiatatte! 2. (fig.) esaurirsi, di terra o
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
548

pianta troppo sfruttata: si nu la potate parsi, di piante || sfocasse, v. intr. pron.,


bbène, la vita ve se sfiata. 3. (fig.) gri- sfogarsi.
dare a squarciagola. sfòco:→ sfògo.
sfiatato, agg., ansimante per lunga corsa: sfoconà, v. tr., attizzare il fuoco.
rivò ~ dòppo finite le córze. sfoderà, v. intr., andare in erezione, intur-
sfiatatóro, s.m., sfiatatoio: làssece no ~! gidirsi del pene: l zumaro, quanno che
sficcanasà:→ ficcanasà. vvéde la mìccia, sùbboto sfòdara.
sficcanasata, s.f., atto di curiosare. sfògo, sfòco, s.m., 1. sbocco. 2. sfogo. 3.
sfierà, v. intr., 1. lasciare la fiera. 2. (fig.) possibilità di sviluppo: jje lasso lo ~ a la
finire. vita (rif. alla potatura della vite). 4. ma-
sfigurà, v. intr., far brutta figura: ce sfi- nifestazione libera di sentimenti. 5. eru-
gura davant’all’artre. zione cutanea: ll’è vvenuto tutto ~ sul
sfilà, v. tr., 1. sfilare. 2. (fig.) picchiare di muso. 6. erpete labiale.
santa ragione || sfilasse, v. rifl., 1. sma- sfòjja, s.f., 1. sàssola per olio: ll’òjjo, lo
grirsi. 2. assottigliarsi crescendo di sta- capàvono co la ~. 2. strato sottile. 3.
tura. 3. paralizzarsi del treno posteriore sfoglia di pasta all’uovo: fà la ~ | pasta
(detto di vacca). 4. rompersi la spina ~. 4. fogliame della canapa.
dorsale. 5. uscire dalla cruna (detto del sfojjà, v. tr., 1. sfogliare. 2. spannoc-
filo). chiare. 3. togliere parte dei pampini ||
sfilancicasse, v. intr. pron., sfilacciarsi. Forme: Ger. sfojjanno.
sfilato, agg., 1. longineo. 2. con le reni in- sfojjato, agg., spoglio, rif. ad albero.
dolenzite. 3. lesionato nella spina dor- sfojjatura, s.f., sfogliatura.
sale. sfojjósa, s.f., (gerg.) banconota.
sfiorà, v. tr., 1. sfiorare. 2. ripassare la fa- sfonnà, sfunnà, v. tr., sfondare: ~ na
rina al setaccio, prendendola in superfi- pòrt’apèrta | t’hò ccómpro m par de
cie. scarpe ll’altrère e ggià ll’ha sfónne! ||
sfiscolà, v. tr., togliere i fiscoli al termine v. intr., 1. aver successo. 2. avere uno
della spremitura delle olive. sbocco: na strada che nu sfónne, senza
sfisià:→ sfissià. uscita, cieca. 3. erodere: sfónna, dó
sfisiante, agg., asfissiante: l mósto passa ll’acqua || sfonnasse, v. intr. pron.,
quanno bbólle adè pèggio der gasse ~. sfondarsi: li scarpe li s’èreno sfonnate |
sfissià, sfisià, v. tr. e intr., 1. asfissiare: se chi tti sfónne! (imprec.) || P. pass. sfón-
móre sfissiate co sto callo. 2. assillare: nato, sfónno.
nom me sfissià! sfonnaccià, v. tr., togliere la feccia accu-
sfisurato, agg., con fessure: lu scallino mulatasi in fondo alla botte.
chi ssi mettéva sótt’a na cassétta sfonnato, agg., 1. (fig.) insaziabile, in-
sfisurata. gordo. 2. detto di bovino cui, per contu-
sfitto, s.m., fatto privato; segreto: rac- sione, viene un’ernia che passa il
cónta n giro le sfitte dell’altre | ha da peritoneo e arriva all’addome: na bbè-
sapé le sfitte mie? stia sfonnata, ha da chjamà l vetrinàrio.
sfittóne, s.m., 1. chi si immischia. 2. pet- 3. con il fondo rotto.
tegolo. sfonnellà, sfunnellà, v. tr., 1. effettuare il
sfocà, v. intr., sfogare || v. intr., svilup- lavoro di scasso. 2. zappare con il
Vocabolario
549

bidente: se sfonnellava col fèrro la ll’oliva, frangere le olive | ~ llimóne. 2.


vigna, a mmarzo, pe ppulì le radichétte schiacciare: ~ le patate lésse | ~ ll’ua,
| a scónto lavóro, annàvon’a sfonnella- pigiare l’uva | le màchene, si n stae at-
jje la vigna. tènte, te sfràgnono, ti travolgono. 3.
sfonnellato, s.m., scasso di un terreno. frantumare. 4. spiaccicare: attènte a nu
sfonnellatura, s.f., zappatura primaverile sfràgnele pi strada ste pèrziche! ||
della vigna. Forme: Ind. pres. 6 sfràgnono | impf. 6
sfónno, s.m., 1. sfondo. 2. sbocco: sù sfragnévono | perf. 3 sfragnì | P. pass.
mma lo ~ de pòrta bbòve. sfranto.
sfonnóne, s.m., 1. errore. 2. espr. sconve- sfragne:→ sfragna.
niente: num me fa ddì qquarche ~! 3. sfranasso, s.m., frettazzo || accr. sfra-
bestemmia. nassóne.
sforafratte:→ furafratte. sfranciato, sfrancicato, agg., sfrangiato.
sforbiciato, agg., di albero sottoposto a sfrancicà, v. tr., frastagliare: li dònne
potatura leggera, togliendo solo piccoli sfrancicàvono li fióre de carta cu le fòr-
germogli. bece.
sfordimòdo, agg., di misura insolita. sfrancicato:→ sfranciato.
sformà, v. tr., 1. deformare: ggià ll’ha sfranta, s.f., azione di schiacciare: li dà
sformate tutte ste scarpe nòve. 2. sca- na ~.
vare le fosse per piantarvi le viti || v. sfranto, p. pass. di sfragne || agg., schiac-
intr., 1. uscire dal manico. 2. uscire dal ciato: c’ha l naso ~ (dal setto nasale
confine del campo || sformacce, v. intr. rotto).
pron., 1. far brutta figura: ce sfórma sfraso, s.m., 1. sfrido, perdita che si pro-
ppure. 2. offendersi. duce nel trasporto di un prodotto. 2.
sformichì, v. intr., liberarsi dalla sen- parte inutilizzabile di un prodotto, ri-
sazione di formicolio. masta dopo la lavorazione. 3. parte e-
sfortì, v. tr., sfoltire: me fò ~ l capélle, che sterna dura o troppo condita del
stò ppiù ffrésco. prosciutto.
sfortita s.f., sfoltita: damme na ~ che ffa sfratassà, v. tr., lisciare l’intonaco con il
ccallo! (rif. al taglio dei capelli). frettazzo.
sfortunato: (prov.) ~ al giòco, fortunato n sfratasse, v. intr. pron., sfratarsi.
amóre. sfratassà, v. tr., levigare una parete con il
sfótta:→ sfótte. frettazzo.
sfótte, sfótta, v. tr., canzonare. sfratasso, sfratazzo, s.m., frettazzo.
sfracellà, v. tr., sfracellare, fracassare || sfratazzo:→ sfratasso.
sfracellasse, v. intr. pron., sfracellarsi: sfrattà, v. tr., 1. sfrattare. 2. scacciare. 3.
s’è nnato a sfracellà ggiù ppe la ripa. far levare in volo.
sfracèlo, s.m., rovina. sfréddo, s.m., sfrido, calo di peso del ma-
sfraggellà, v. tr., colpire con violenza || iale macellato, che si detrae dal prezzo.
sfraggellasse, v. rifl., rovinarsi. sfreggià, v. tr., sfregiare.
sfraggèllo, s.m., 1. flagello. 2. strage: co sfrèggio, s.m., sfregio.
n càrcio facéva no ~. 3. rovina. sfrégna, sopr. m.
sfragna, sfragne, v. tr., 1. spremere: ~ sfresà, v. tr., lavorare con la fresatrice
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
550

agricola. sfunnellà:→ sfonnellà.


sfresata, s.f., lavorazione eseguita con la sfurà, v. intr., avere uno sbocco (rif. a
fresatrice agricola. strada): quell’ò!, se sfura da qqui?
sfrezzià, v. intr., sfrecciare. sfurià, v. intr., manifestare forte irrita-
sfriccicà, v. intr., sfrigolare, scoppiettare zione.
friggendo. sfurtuna, s.f., sfortuna.
sfricciolà:→ sfriciolà. sfurtunato, agg., sfortunato.
sfriciolà, sfricciolà, v. tr., sbriciolare. sgaettà, v. intr., sfuggire.
sfrittellà, v. tr., macchiare di unto un sgaggià, v. intr., pavoneggiarsi: la ggènte
vestito. ci sgàggia cun quélle du campane.
sfrìzzolo:→ frìccelo1. sgallettata, agg., deflorata || s.m., prosti-
sfrocià, v. intr., soffiarsi con forza il naso tuta.
con il pollice. sgalluzzà, v. intr., 1. (infant.) giocare. 2.
sfronnà, v. tr., sfrondare: mesá cche lo sgallettare.
sfrónno st’àrbero. sgaloppina, s.f., scaloppina.
sfronnata, s.f., sfrondatura. sgamà, v. tr., osservare || v. intr., 1. intuire,
sfrontato, agg., stempiato. scoprire: dajje e ddajje, ha sgamato. 2.
sfrugolóne, s.m., chi ha l’abitudine di ro- subodorare, sospettare: la polizzia éva
vistare. sgamato da mó, da tempo.
sfrustà, v. tr., sferzare: l zèrpe te sfrùstono sgamata, s.f., sguardo penetrante: li détte
le zzampe. na ~ sènza parlà.
sfuggì, v. intr., 1. evitare: si ffae ccosì, l sgammalaccióne, s.m., individuo dalle
cristiane te sfuggìsciono. 2. rimanere gambe lunghe.
corto (di vestiti): l fijjo crésce e l vistite sgammòlla:→ sgamòlla.
sò sfuggite. 3. svilupparsi eccessiva- sgamòlla, sgammòlla, sgamólla, s.f., 1.
mente: sta vita sfugge, jj’ha dato tròp- pianta giovane di castagno cresciuta sul
p’a llungo, hai lasciato troppe gemme ceppo tagliato. 2. pianta svettata. 3.
potando. (fig.) vitella adulta: na ~, na bbèstia tra
sfulinà, v. tr., 1. togliere la polvere dal vvitèlla e vvacca. 4. sopr. m.
soffitto e dalle mura con un cencio sgamóne, s.m., guardone.
legato in cima ad una canna. 2. togliere sgamuffà, v. tr., subodorare, sospettare.
la fuliggine dal camino. 3. fare le pulizie sgamuffata, s.f., guardata.
pasquali in casa. 4. (fig., scherz.) sganà:→ scanà.
togliere le caccole dal naso con le dita: sganassà, v. tr., 1. sganasciare: con n caz-
che ffamo, sfulinamo? || v. intr., (fig.) zòtto ll’ha sganasciato. 2. operare lo
ridursi al verde. scasso di un terreno.
sfulinata, s.f., azione di togliere ragnatele sganassóne, s.m., sganascione, manro-
o fuliggine. vescio.
sfumicà, v. tr., affumicare. sgancià, v. tr., 1. sganciare. 2. (fig.) sbor-
sfumicata, s.f., 1. grossa nuvola di fumo. sare: nu sgància mae na lira ch’è na
2. azione di affumicare: se fa la ~ a le lira. 3. (fig.) spetezzare.
lape. sgangamellato, agg., (dispr.) prolisso per
sfunnà:→ sfonnà. troppi gorgheggi (di canzone).
Vocabolario
551

sganganà, sgangarà, v. tr., sgangherare. sghitarrà, v. intr., strimpellare la chitarra.


sganganato, agg., 1. sgangherato. 2. (fig.) sgnavolà:→ gnaolà.
sguaiato: na risata sganganata. sgobbà, v. intr., sgobbare.
sgangarà:→ sganganà. sgóccelo, s.m., sgocciolo: stam’a li sgóc-
sgaravujjà:→ sgravujjà. celi.
sgaravujjata:→ sgravujjata. sgoccià, v. intr., sgrondare (di stoviglie
sgaravuzzà, v. tr., rimestare. poste sulla piattaia).
sgarda, s.f., scardola (Scardinius scar- sgòffa, s.f., (dispr.) pietanza abbondante:
dafa Bonaparte). magnà na ~ de faciòle.
sgargamèlla, s.f., sberla, colpo in viso: sgolasse, v. intr. pron., sgolarsi: è dda
mó tt’allènto na ~ si nu la piante. n’óra che sse sgóla dal piagna, pòra
sgarganellasse, v. intr. pron., sgolarsi. cratura.
sgargariżżo:→ gargaliżżo. sgolatrato, agg., ingordo, smodato nel
sgargarozzasse, v. intr. pron., sgolarsi. mangiare.
sgargarozzata, s.f., scorpacciata. sgoluppà, sguluppà, sgruppà, sveluppà,
sgargarozzóne, s.m., colpo inferto alla sviluppà, v. intr., svilupparsi: na pianta
gola. fiacca, nó sgoluppa || sguluppasse, v.
sgarià, v. tr., tagliare di traverso. intr. pron., svilupparsi.
sgarrà, v. tr., strappare || v. intr., 1. sba- sgoluppo, sguluppo, s.m., sviluppo: sta
gliare, comportarsi male: a ~ m pò, se ssu lo ~.
passava pe llegnate. 2. eccedere, esage- sgommarà, sgommerà, v. tr., sgombrare
rare. || v. intr., traslocare, cambiare casa.
sgarro, s.m., 1. strappo. 2. (fig.) ecce- sgommarellata, s.f., 1. contenuto di un
zione: staséra hò ffatto no ~ a mmagnà ramaiolo. 2. colpo inferto con un ra-
ttròppo | a ppranzo facéva l zu ~ gni- maiolo.
tanto . 3. (fig.) digressione. 4. (fig.) atto sgommarèllo, sgummarèllo, s.m., ra-
offensivo || dim. sgarrétto. maiolo.
sgattonà, v. intr., 1. sgattaiolare. 2. (fig.) sgommerà:→ sgommarà.
rubacchiare. sgómmero, s.m., scombro (Scomber
sgattóne, s.m., ladruncolo || dim. sgatton- scombrus L.).
cèllo | accr. sgattonòtto. sgoperchjà:→ sguperchjà.
sgavuzzolà, v. tr., sgomitolare. sgòrbia, s.f., attrezzo del tornaio.
sgażżirra, s.f., 1. gassosa. 2. (dispr.) be- sgorbià, v. intr., curvarsi.
vanda alcolica leggera. 3. schizzo di li- sgramiccià, v. tr., svellere la gramigna: n
quore nel caffè. 4. (fig.) cosa senza z’arrivava a ~ da quanta c’èra.
valore. sgranà, v. tr., 1. sgranare, sbaccellare: ~ l
sghècia, sghéscia, s.f., (gerg.) fame. faciòle. 2. sgranocchiare: pi na scom-
sghèe, s.m. pl., (gerg.) soldi, denaro. méssa sgranava l bicchjère cul dènte.
sghéscia:→ sghècia. sgranagranturco, s.f., (rec.) sgranatrice
sghìcio (pe), inter., altroché!, come no?: di mais: la ~ mica tante ce ll’éveno.
no ll’ha vvinto, nò, ~!, ma certamente! sgranchisse, v. rifl., sgranchirsi.
sghiribizzo, s.m., ghiribizzo: li si prése sgrandinà, v. intr. impers., grandinare con
quéllo ~. violenza: si ggrandinava pòe, addio
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
552

uva! pres. 3 sgròpe; 4 scoprimo; 6 sgròpono


sgrandinata (citt.), sgranenata, sgranni- | perf. 6 sgropinno, sgrupinno.
nata, s.f., 1. violenta grandinata. 2. (fig.) sgropponà, v. tr., disarcionare || v. intr.,
scarica: vinne na sgranenata di faciòle lavorare con energia: sgroppóna da la
(rif. alla defecazione). mattin’a la séra || sgropponasse, v. intr.
sgranenà, v. tr., colpire a randellate: ci li pron., sgropponarsi, lavorare intensa-
sgranenònno sul groppóne. mente.
sgranenata:→ sgrandinata (citt.). sgrossà, v. tr., fare un lavoro sommario.
sgranninata:→ sgrandinata (citt.). sgrossata, s.m., lavoro sommario, alla
sgranturcà, v. tr., tagliare le piante di buona: quanto li damo na ~, il tempo di
granturco. pulirlo superficialmente, in fretta.
sgrassà, v. tr., 1. sgrassare: ~ l bròdo. 2. sgrossino, s.m., pialla con lama curva,
aggredire a mano armata, derubare. 3. usata dal falegname per sgrossare il
(fig.) esigere un prezzo esoso: c’ha la legno.
ròbba bbèlla, ma te sgrassa si vvae llà. sgrottà, v. tr., allargare con il piccone alla
sgrassata, s.f., sgrassatura, operazione base i lati della fossa per le viti.
dello sgrassare. sgrufà, v. intr., grufolare (detto del ma-
sgrassatóre, s.m., 1. grassatore. 2. (fig.) iale).
commerciante esoso. sgrufolà, v. tr., strofinare.
sgravà, v. intr., partorire || v. tr., dare alla sgrugnà, v. intr., grugnire del porco || v.
luce: éva sgravato na bbèlla fijjarèlla. tr., 1. rompere a pugni il viso di qual-
sgravo, s.m., (rec.) sgravio: ll’hanno dato cuno. 2. ammaccare || sgrugnasse, v.
lo ~ fiscale. intr. pron., rompersi il muso.
sgravujjà, sgaravujjà, v. tr., 1. zappare sgrugnato, agg., spellato, detto di nocche.
alla meglio. 2. rovistare || v. intr., 1. sgrugnatura, s.f., ammaccatura.
(fig.) ficcanasare. 2. grufolare. sgrugnóne, s.m., pugno dato sul viso.
sgravujjata, sgaravujjata, s.f., 1. rime- sgrullà, v. tr., scrollare: ~ lo stràccio da
scolamento. 2. zappatura trascurata: na la finèstra | ~ le spalle | Ciancallègra
~ malaménte, marfatta. èra zzòppo, quanno cammenava, co la
sgrazziato, agg., 1. goffo. 2. scortese. zzampa la sgrullava | l zomaro sgrulla
sgreżżà, v. tr., digrossare. ll’orécchja, le sbadàcchja, le fa ssonà
sgreżżata, s.f., digrossamento. cóme le gnàccole | nun vò ssapé gnènte,
sgricilata, s.f., prostituta. sgrulla (scrolla le spalle con noncu-
sgrillettata, s.f., prostituta. ranza) | me lo sgrulle! (espr. di sfida ri-
sgrìnfia, s.f., 1. ragazza vispa. 2. innamo- volta all’avversario, con rif. al pène).
rata: s’è ffatto la ~ || dim. sgrinfiétta. sgrullata, s.f., 1. acquazzone violento e
sgrinfiósa, agg., civettuola. breve. 2. scrollata: na sgrullata d’oréc-
sgronnà, v. intr., grondare di sudore. chja chi ppariva tricchetracche | se
sgropì, scoprì, sguprì, v. tr., scoprire: ~ le dava na ~ a la pedata, èra bbèll’e ffi-
carte n tàvola | mó se sgròpono ll’arta- nita (rif. alla scavezzatura) || dim. sgrul-
rine!, i segreti || sgropisse, scoprisse, v. latina.
intr. pron., 1. alleggerirsi: nun te scoprì, sgrullóne, s.m., 1. acquazzone. 2. scrollo,
fa ffréddo. 2. denudarsi || Forme: Ind. scossone | mdd. dòppo na pisciata, ce
Vocabolario
553

vòle no ~. sguillà1, v. intr., squillare: lu ~ di li cam-


sgruppà:→ sgoluppà. pane | sguillava cóme na campanèlla
sguadernà, v. tr., squadernare. argintina.
sguaimà, v. intr., spuntare di nuovo, ri- sguillà2, v. intr., 1. sgusciare: sguilla via.
crescere: ll’èrba sguaìma || v. tr., ripu- 2. scivolare: mà, nu li vòjjo li spaghétte,
lire le erbacce. pirché sguìlleno.
sguardolà, v. tr., 1. rompere il guardolo sguillante, sguillarèllo, agg., squillante,
della scarpa: con du ggiórne ll’ha ttutte sonoro: facìa cèrte risate sguillarèlle |
sguardolate le scarpe nòve. 2. (fig.) de- na risata sguillarèlla | na vóce sguil-
florare: me la sguàrdele, pòra fijja! || larèlla, t’assordisce.
sguardolasse, v. intr. pron., rompersi del sguillarèllo:→ sguillante.
guardolo: la scarpa te se sguàrdala si sguillóne, s.m., scivolone.
nu la tratte bbène. sguinzajjà, v. tr., sguinzagliare.
sguardolata, s.f., sgualdrina || agg., 1. di sguizzà:→ squizzà.
scarpa rotta al guardolo. 2. (fig.) di sguìzzero, agg., svizzero.
donna svergognata. sguizzo:→ squizzo.
sguardrappa, s.f., gualdrappa. sguluppà:→ sgoluppà.
sguardrappata, sguardrappóna, s.f., sguluppasse, vd. sgoluppà.
sgualdrina. sguluppo:→ sgoluppo.
sguardrappóna:→ sguardrappata. sgummarèllo:→ sgommarèllo.
sguastà, v. tr., rovinare: nun zi sguastarà sguperchjà, scoperchjà, scuperchjà,
l decòro. sgoperchjà, sgupirchjà, v. tr., 1. togliere
sguatterà, v. intr., lavorare da sguattero. il coperchio: si nu la scopèrchje la pila,
sguattro, s.m., 1. sguattero. 2. poverac- dà dde fòri. 2. togliere la copertura:
cio. lassò l tétte sguperchjate l temporale.
sguazzà, v. intr., 1. sguazzare: ~ nell’ab- sgupèrta, s.f., scoperta: (iron.) senté che
bonnànzia. 2. (fig.) starci largo: la su sgupèrta!
mà lo manna n giro co n vistito che cce sgupèrto, agg., scoperto.
sguazza drénto. sgupirchjà:→ sguperchjà.
sguazzata, s.f., piovasco: ha ffatto ggiu- sguprì:→ sgropì.
sto na ~ || dim. sguazzatèlla. sgùrbia, s.f., sgorbia concava per intagli,
sguazzujjà, v. intr., battere i piedi nelle da falegname.
pozzanghere (detto dei bambini). sgurdià, v. tr., rompere il guardolo della
sgùbbia, s.f., sgorbia, ascia dalla lama in- scarpa.
1
curvata, per ripulire dal marciume sì :→ sé.
l’olivo. si1, cong., se: mica lo sò ~ cce va | mó te
sgubbià, v. tr., eliminare con la sgorbia il lo fò vvéde ~ che rròbba | varda ~ cche
marciume dell’olivo. rròbba! | n zi sa ~ qquanto vale | ~ Ddio
sguercià:→ agguercià. vòle!
sguerciasse:→ agguerciasse (vd. ag- si2:→ ce1.
guercià). sì2, pron. rifl., sé: lu dicìa fra di ~ | da ~
sguìcio (de), loc. avv., a) di striscio; b) a ll’annava a vvénna.
sghimbescio. sibbastiano, antrop., Sebastiano.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
554

sibbenanche, sebbenanco, sibbenanco, 4. benestante: (scherz.) me parghe n


sibbenchè, cong., sebbene. zignóre cu sto cappèllo || dim. signorétto
sibbenanco:→ sibbenanche. || accr. signoròtto, signoróne. 5. deputato
sibbenchè:→ sibbenanche. della festa: l zignóre de la fèsta.
sibbène, cong., sebbene, benché: sibbèn signorìa: quélle del céntro stanno n zi-
che cciuche. gnorìa, si danno aria da signori.
sibbèria, s.f., 1. Siberia. 2. ambiente signorino, s.m., celibe || l zignorino, sopr.
molto freddo: all’invèrno è na ~ ggiù signozzà, v. intr. singhiozzare: c’èra na
ddéntro. rigazza che ssignozzava cóme na fijja.
sibbilla, s.f., donna brutta, magra. signózzo, singózzo, s.m., singhiozzo: l
sicigliano, top. immag. fijjo c’ha l zignózzo, gne se passa ppiù.
sicijjano, s.m. e agg., siciliano. fallo bbéve!
sicóndo:→ secónno. signurina, s.f., 1. signorina: signurì,
sicónno:→ secónno. vèngo sù?, salgo sul suo letto? 2. nubile:
sicura, inter., sicuramente! è rrimasta ~.
sicuro:→ securo. siguetà:→ seguetà.
sicurtà, s.f., assicurazione: ha ffatto la ~. siguì, v. tr., seguire.
siddiovòle:→ seddiovòle. sìmbelo, s.m., simbolo.
sièda, sèjja, s.f., (arc.) sedia. sìmele:→ sìmmele.
sièna: (imprec. euf.) vàttel’a ppijjà n simentà:→ sementà.
zièna!, va ffà n zièna!, vai a quel paese! siménta:→ seménta.
sïennò, avv., a stento, appena: avrà ppe- sìmenta, s.f., carne in scatola (dal n. della
sato mèżżo chilo ~. marca Simmenthal): a ccéna magno
siggènza, s.f., esigenza: tròppe siggènze la ~.
n tòcc’avéccele. simetrìa, simmitrìa, s.f., simmetria: ll’ha
siggillà, v. tr., sigillare. ppiantate n zimmitrìa ll’olive.
sìghero, s.m., sigaro: fumà n zìghero a sìmmele, sìmele, agg. e s.m., simile: éte
ppurìcchjo || pl. sìghere. visto mae na còsa ~? || prov.: gni ~ at-
significà:→ segnificà. tira l zu ~.
signómmere, inter., (euf.) Signore!: simmitrìa:→ simetrìa.
signómmere e mmèżżo! (gioco di parole simpàteco, sempàteco, agg., simpatico.
sul num. card. si, sei, e il s.m. gnóm- sinacura, s.f., sinecura.
mero). sinalata, s.f., grembiulata: portò qqua na
signóra: fà la ~, vivere agiatamente | ~ de cerase.
signó!, inter. || dim. signorétta. sinale, s.m., 1. grembiule || riméttese l zi-
signóre, s.m., 1. Signore: l Zignóre t’ac- nale, tornare all’arte. 2. grembiule che
compagne! (augurio rivolto a chi parte) indossavano i bambini e le bambine che
|| prov.: l Zignóre chjude na finèstra e frequentavano l’asilo e le scuole ele-
apre m portóne. 2. ostia consacrata: l mentari. 3. sopravveste della commessa
prète arza l Zignóre (rif. all’elevazione || dim. sinalétto, sinalino, sinalùccio |
durante la messa) | passa l Zignóre (du- accr. sinalóne.
rante la processione del Corpus Do- sincaso, cong., caso mai, eventualmente,
mini). 3. appartenente alla classe media. semmai: ~ n venimo, vacce tu! | ~
Vocabolario
555

c’aripènze, dìmmolo! sirpènte, s.m., serpente.


sindecato:→ sinnacato. sirvì:→ servì.
sine (enf.):→ sé. sirvisse, vd. servì.
sinènte:→ inzinènte. sirvìzzio:→ servìzzio.
sinfaròsa, zzinfaròsa, s.f., 1. personaggio sìsema, s.f., fisima.
immag. 2. (fig.) sinforosa, donna goffa. sistemà, sistimà, v. tr., 1. procurare un
2. (fig.) vecchia piena di fronzoli. posto di lavoro: ha ssistemato l fijjo pi
sinfasò (a la):→ sanfasò (a la). ttutta la vita. 2. (fig.) dare una lezione,
sinfunìa, s.f., 1. sinfonia. 2. (fig.) discorso punire: lo sistèmo io pe le fèste, n dub-
ripetitivo e noioso: nu la finiva ppiù cu bità! || sistemasse, v. rifl., 1. sposarsi: s’è
qquélla ~. 3. (fig.) azione ripetuta: ni sistemato cu na bbrava regazza l zu
gni pòrta adèra sèmpre la stéssa ~. fijjo. 2. trovare un lavoro fisso.
singèro, agg., 1. sincero: a èssa ~, io nu sistemata, s.f., 1. atto di mettere in ordine.
ll’hò vvisto. 2. (fig.) schietto, di vino 2. riattamento di una casa.
senza additivi. 3. (fig.) di prima qualità. sistimà:→ sistemà.
singózzo:→ signózzo. sittantè, settantène, avv., (antifr.) tant’è:
sinnacato, sindecato, s.f., sindacato. ~ te sènte, è ssórdo fràcio | ~ c’èra
sìnnaco:→ sìnneco. ll’òsso!, non c’era mica l’osso! (rif. a
sìnneco, sìnnaco, sìnnico, s.m., sindaco || dolci) | ~ su la strada manco c’èreno li
dim. sindichétto, sinnechétto. bbuche! | ~ ci va ésso | ~ manco mi
sìnnico:→ sìnneco. piace ma mmì la ricotta, chi cci vò
sinnò, sennò, sinò, cong., altrimenti: si cci mmatto | ~ ll’ha ppagato.
vèni bbène, ~ n ce vò mmanco io. sittimana, settemana, s.f., 1. settimana. 2.
sinò:→ sinnò. paga settimanale.
sintì:→ sentì. situvazzióne, s.f., situazione.
sintièro, s.m., (raro) sentiero. slattà, v. tr., svezzare: l fijje li slattàvono
sintiménto:→ senteménto. tarde na vòrta.
sintine:→ sentì. sléppa, s.f., ceffone.
sintinèlla, s.f., sentinella. slïorlà, sdisorlà, v. tr., disorlare: la coci-
sintisse:→ sentisse (vd. sentì). trice ha sbajjato a ffà ll’órlo mal fazzo-
sinzìbbele, agg., sensibile. létte, mó le tòcca de slïorlalle.
sipàrio, s.m., (euf.) nudità femminile: mó slippe, slìppese, s.m., (rec.) slip.
sti regazze ti fanno véda tutto l zipàrio. slìppese:→ slippe.
sipórcro:→ sepórcro. sloggià, sdiloggià, v. intr., sloggiare: a
siportura:→ sepportura. bbèllo, la vò capì ch’ha da ~ ddi qqui?
sippurtura:→ sepportura. slombatura, s.f., lombaggine.
siquestrà:→ seguestrà. slupà, sdilupà, v. tr., togliere la lupa, il
siquèstro:→ seguèstro. marciume dell’olivo.
sirenata, s.f., 1. serenata: l grille ce la smaccaronata, s.f., mangiata di macche-
fanno la ~ | li portammo la ~. 2. (iron.) roni.
russare rumoroso. smacchjà, v. tr., 1. trasportare su barella le
sirlà, v. intr., 1. sibilare. 2. imprecare sot- bigonce di uva dal vigneto al luogo di
tovoce. deposito sulla strada. 2. trasportare con
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
556

i muli il legname dal bosco alla strada, proporzioni.


per caricarlo. 3. tagliare la vegetazione smarrancétta (a), loc. avv., in senso con-
superflua di una pianta. trario al normale (di lavoro fatto con un
smacchjata, s.f., smacchiatura approssi- attrezzo).
mativa. smarrancià, v. tr., 1. lavorare in maniera
smàcchjo, s.m., operazione di trasporto approssimativa. 2. rompere una zolla
dell’uva fuori dalla vigna. dura.
smachinà, v. intr., lavorare con una smarràncio (a), loc. avv., in senso con-
macchina. trario al normale: come farà llavorà ~,
smachinata, s.f., lavoro eseguito con una mica se sa.
macchina. smarrancióne, s.m., chi lavora in ma-
smachinettata, s.f., taglio di capelli fatto niera approssimativa.
con la tosatrice. smarronà, v. tr., buscare, guadagnare: nu
smadonnà, v. intr., bestemmiare. smarróna gnènte || v. intr., 1. dire bra-
smadrà:→ smatrà. vate. 2. imprecare. 3. pronunciare scur-
smagna, s.f., smania: sta su le smagne | l rilità. 4. sbagliare. 5. confondersi.
vino li dava la ~ di pagà mman tutte. smarronata, s.f., bravata.
smagnà, smanià, v. intr., smaniare. smarróne, s.m., 1. imprecazione. 2. er-
smagnóso, agg., smanioso: èra smagnósa rore madornale: cèrte ~ gròsse cóme le
de vennicasse. case.
smagrì, v. intr., dimagrire. smartellà, v. tr., lavorare con il martello.
smajjasse, v. intr. pron., smagliarsi. smartellinà:→ martellinà.
smajjatura, s.f., smagliatura. smarto, s.m., smalto.
smaltrì, v. tr., smaltire: smaltrisce du smarzà, v. intr., superare il mese di
sbòrgne al giórno. marzo, sopravvivere ai rigori invernali
smammasse, v. intr. pron., divertirsi con (rif. a vecchi).
un bambino: ci ggiocava, ci si smam- smarzeggià:→ marzeggià.
mava. smatrà, smadrà, v. intr., avere il prolasso
smanco, s.m., porzione di terreno in ri- uterino (rif. alla vacca).
pido pendio. smatraménto, s.m., rovesciamento del-
smandrappata, s.f., prostituta. l’utero (rif. alla vacca).
smandrappato, agg., 1. malridotto. 2. tra- smazzettà, v. tr., sbriciolare: ~ le piòtte co
sandato. 3. cencioso. la mazzétta.
smanganellata, s.f., bastonatura. smelà, v. intr., smielare, estrarre il miele
smanià:→ smagnà. dai favi.
smanicà, v. tr., togliere il manico. smelato, agg., eccessivamente dolce.
smanicato, agg., 1. privo di manico. 2. smemoriato, agg., smemorato, amnesico.
con il manico rotto. smerardo, s.m., smeraldo.
smantà, v. tr., scoprire || smantasse, v. smerdà, v. tr., 1. pulire dalla merda un
rifl., scoprirsi: stanòtte m’èro smantato, bambino o un vecchio. 2. sporcare di
hò ntéso fréddo. merda. 3. (fig.) rivelare segreti altrui. 4.
smarcià, v. intr., darsi arie eleganti. (fig.) sconfessare.
smarfatto, agg., di individuo di brutte smerdato, agg., (fig.) svergognato pub-
Vocabolario
557

blicamente. smollicata, s.f., 1. sbriciolamento. 2.


smerennà, v. intr., far merenda. strato di molliche.
smerennata, s.f., lauta merenda. smonacasse:→ smonicasse.
smerijjato, agg., smerigliato. smonicasse, smonacasse, v. rifl., abban-
smerlettato, agg., sbocconcellato, di og- donare la condizione monacale.
getto di ceramica. smontà, v. tr., smontare || v. intr., 1. scen-
smétta, smétte, v. tr., 1. cessare un’atti- dere: smóntono dar purma. 2. terminare
vità. 2. soffocare: la gramigna la smet- un turno di lavoro: a cche óra smónte
téva, la cànipe la mannav’a żżèro || v. domane?
intr., smettere: la vò ~ na bbòna vòrta? smontàbbele, agg., smontabile.
| sméttala m pò! | ~ de piòve, spiove || smontato, agg., depresso.
Forme: Ind. pres. 2 smétte; 4 smettémo smontinà, v. tr., 1. smucchiare. 2. (fig.)
| perf. 6 smìseno | Cong. impf. 6 smet- dilapidare: se fa pprèsto a smontinalla
tésseno. la ròbba.
smétte:→ smétta. smontinata, s.f., azione di smucchiare.
smeżżettà, v. tr., sgualcire. smorcà, v. tr., togliere la morchia.
smiagolà, smiaolà, v. intr., miagolare. smorganà, v. tr., lavorare il terreno con
smiaolà:→ smiagolà. l’erpice rompizzolle a dischi, di marca
smiccià, smicià, smircià, v. intr., 1. sbir- Morgan.
ciare. 2. scorgere: ll’ha smicciato da smorganata, smorghenata, s.f., lavoro e-
diètro la fratta. 3. accorgersi. seguito con l’erpice Morgan.
smicciata, s.f., sbirciata. smorghenata:→ smorganata.
smicià:→ smiccià. smorrato, agg., dirupato.
smielato, agg., smorfioso: sta ffà ttanto smorzà, 1. spegnere: ~ ll’aràdio | ~ la
lo ~. luce | ~ le cannéle | ~ la carce | ~ l fòco
smignoccà, v. intr., scroccare. | ~ l fare de la màchena. 2. attenuare: ~
sminestrà, v. tr., minestrare. la bbòtta, il colpo.
smircià:→ smiccià. smorzacannéle, s.m., spegnitoio || ~ (a),
smoccicà, v. tr., sporcare di moccio || loc. avv., posizione di coito in cui la
smoccicasse, v. intr. pron., pulirsi il donna sta seduta sopra l’uomo.
moccio: nun te smoccicà co le mano! smòrzo, s.m., ammorsatura, addentellato
smoccicata, s.f., azione di pulirsi rumo- della muratura.
rosamente il moccio con il pollice. smòssa, s.f., 1. rimescolata: se dà na ~ a
smoccolà, v. tr., 1. pulirsi il moccio con il la vinàccia. 2. zappatura superficiale. 3.
pollice. 2. (fig.) svelare segreti || v. intr., atto di scuotersi, lavorare con maggior
1. (fig.) bestemmiare. 2. (fig.) piangere. energia: dàmose na ~, regà!, coraggio,
smògghe, s.m., (rec.) smog: rivò qqua na muoviamoci! 4. (fig.) slogatura: sò
fiatata de ~. bbrutte le smòsse del piède.
smógna, v. tr., (fig.) strizzare. smostà, v. intr., produrre mosto: st’ua
smollecà:→ smollicà. smósta parécchjo ppiù de anno.
smollicà, smollecà, v. intr., sbriciolare || smostaccià, v. tr., redarguire.
smollicasse, v. intr. pron., andare in smostacciata, s.f., 1. severo rimprovero.
briciole. 2. atto sgarbato improvviso.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
558

smòve, v. tr., smuovere || smòvese, v. intr. socché, pron. indef., non so che, q.cosa:
pron., 1. agitarsi: lo stòmmoco me s’è fa n cèrto ~ | me sènto n zocché | c’ha
smòsso, sento stimolo a defecare. 2. mmésto n zocché ner zugo.
(fig.) slogarsi: uno se smòve na mano. sòccia, s.f., 1. soccida || prov.: mòrta la
smozzecà, smozzicà, v. tr., 1. sbocconcel- vacca, spartita la ~. 2. società.
lare. 2. (fig.) pronunciare male. sòccio, s.m., 1. colono, chi lavora terra in
smozzecato, agg., mozzo: l mèrle tutte affitto: l patróne dovéva comprà l
smozzecate (rif. ai merli delle mura zorfato de rame e l zòccio pompava l
castellane). ramato su la vigna. 2. cliente che porta
smozzicà:→ smozzecà. il proprio pane a cuocere al forno a
smucchjà, v. tr., smucchiare. legna pubblico. 3. proprietario delle
smucinà, v. tr., rovistare. olive portate al frantoio.
smucinaménto, smucinìo, s.m., azione di soccórre, v. tr., soccorrere.
rovistare. sòcera, s.f., 1. suocera: la su ~ ce lo sa ||
smucinìo:→ smucinaménto. prov.: ~ e nnòra nun vanno m pace n’óra
smugna:→ mógna2. | tra ssòcera e nnòra, vènto e ggragnòla.
smugne:→ mógna2. 2. (fig.) donna autoritaria e severa. 3.
smujjo, s.m., atto con cui il toro solleva la (fig.) persona che controlla e rimprovera:
terra con un colpo di zoccolo: gnitanto quel cristiano adè na ~ pròpio!
fa no ~. sòcero, sòcioro, s.m., suocero: al mi ~ ce
smusà, v. intr., di asino che fruga con il la tajjàrono pure co la farcétta la vigna
muso: stava a ~ déntr’a la mastèlla, || Forme: pl. sòcere, sòceri.
sènza magnà || smusasse, v. intr. pron., socetà, s.f., 1. società: stanno n zocetà, di-
battere il muso o il viso. videndo guadagni e perdite. 2. asso-
smusata, s.f., colpo dato con il muso o il ciazione, sodalizio: la ~ de la ròsa ||
viso. prov.: la ~ è bbèlla n due, però qquanno
smusóne, s.m., pugno sferrato in viso. che uno se lèva | la ~ è bbèlla dìspara:
smutannasse, v. intr. pron., denudarsi. uno è ppòco e ttré sò ttròppe | la ~ sta
sna, inter., in correlazione con sni. bbène sólo mal piatto, si vvanno via tutte.
sni, inter., forse! || ~ o sna, (scherz.) o sì o socévele, agg., socievole.
no: t’hae da decide, ~ | o ~ o sna, o la va sòcioro:→ sòcero.
o la spacca. sòda, agg., sterile, di animale e donna.
snòbbe, s.m., snob. sodaróne, s.m., (dispr.) celibe anziano.
só1:→ sù. soddesfatto:→ sodisfatto.
só2, inter., suvvia! soddesfazzióne:→ sodisfazzióne.
soatto, s.m., strato di sporcizia. sodisfà, sudisfà, v. tr., soddisfare: si n te
sobbapparto, s.m., (rec.) subappalto. sodisfa, s’aricàmbia.
sobbillà, v. tr., sobillare. sodisfatto, soddesfatto, sudisfatto, agg.,
sobbollì, v. intr., 1. rifermentare (detto del soddisfatto: èra rimasto contènt’e ssu-
vino). 2. ribollire della terra riarsa disfatto.
d’estate. sodisfazzióne, soddesfazzióne, sudisfaz-
sobbonnà, subbonnà, v. tr., sovrabbon- zióne, s.f., soddisfazione: sta ~ nu jje la
dare. vòjjo dà.
Vocabolario
559

sòdo, s.m., sodaglia, terreno incolto: quél solaro, s.m., solaio.


pèzzo lu lass’a ssòdo || agg., 1. incolto. solata, s.f., 1. giornata solatia: che bbèlle
2. raffermo, di pane. solate de sti tèmpe! 2. luogo a solatio.
sóffece:→ sóffice. 3. esposizione solare: l zéme quann’eva
soffià, v. tr., soffiare: te fa ssoffià su li préso na ~, bbastava.
mano, quanno li vae a ccomprà, devi solato, agg., solatio.
pagare molto | ~ sul fòco || soffiasse, v. sóle: ~ fiacco, tiepido | ~ che ccòce | c’è n
intr. pron., soffiarsi: sóffiete l naso! || v. ~ che spacca le piètre | pijjà l ~ | córpo
intr., far la spia. de ~, insolazione | (d.) c’è ncóra l ~ pe
soffiata: na ~ de naso, un’inezia. le tórre, è ancora presto || ~ (da), ~ (a),
sóffice, sóffece, agg., soffice. loc. avv., a solatio.
sofficènte, agg., sufficiente: è ppiù cche soléngo, s.m., 1. vecchio cinghiale solita-
ssofficènte qué. rio. 2. (fig.) misantropo. 3. (fig.) celibe.
soffiétto, s.m., (gerg.) spia. sòleto, agg., solito.
soffióne, s.m., pennello nuovo prima che solétta, s.f., getto di calcestruzzo.
si apra. solfaròlo:→ sorfaròlo.
soffocà:→ assoffugà. solina, s.f., luogo esposto al sole || ~ (a
soffocasse, vd. assoffugà. la), loc. avv., a solatio.
soffrì:→ suffrì. sòlito: sòlita (a la), loc. avv., di solito.
soffrigge, v. intr., 1. soffriggere: ha dda ~ sollevato, agg., fisicamente sviluppato, di
amór’amóre. 2. (fig., scherz.) provar ragazzo.
dolore per una infiammazione: ce sof- sollïóne:→ sullïóne.
frìggio qui ddiètr’a la vita. sólo: ~ (a), da solo || prov.: mèjjo sóle chi
soggezzióne, suggizzióne, s.f., rispetto, ti- mmal’accompagnate || avv., solamente:
more: métte ~, intimorire, incutere ri- ~ che pper ésso la comprava.
spetto. sòlo1, s.m., cuoio per scarpe.
sognà, anzombià, inzommià, nzommià, sòlo2, s.m., suolo: distrutta al ~ da le
sommià, sugnà, v. intr., sognare: a la bbómbe tutta la casa.
nòtte mi sognò santa Bbiacinta, sognai somà:→ assumà.
santa Giacinta | mellassù t’anzombiarae sòma, s.f., 1. carico che si pone sul basto:
gni nòtte la tu casa || Forme: Ind. pres. na ~ d’ua (pari a due bigonce piene di
2 sògne; 3 sógna; 6 sòmmieno | impf. 3 uva) | ~ (a), loc. avv., sul basto, a dorso
sommiava | perf. 1 sognò | fut. 2 an- d’asino o di mulo: caricam’~ | (fig.)
zombiarae; 5 sognaréte | P. pass. som- tòcca véde da quale parte pènne la ~,
miato. come andranno le cose | n zacco e na ~,
sognàccio:→ sommiàccio. moltissimo || prov.: strada facènno,
sógno:→ sòmmio. s’accòmoda la ~ (sul maturarsi delle si-
sòjja, s.f., soglia. tuazioni). 2. misura di capacità per li-
sòjjola, s.f., sogliola comune (Solea vul- quidi pari a due barili da 50 litri circa:
garis Quensel). na ~ de vino. 3. unità di misura di peso:
sòla, s.f., 1. cuoio per scarpe. 2. suola: sta la ~ èreno quattro fàscia gròsse de cà-
bbistècca pare ~ sbattuta | diventà na ~, nepe. 4. (fig.) responsabilità.
infeltrire di tessuto. somara, sumara, s.f., asina || dim. suma-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
560

rétta. sòmmio, sógno, sòmbio, s.m., sogno:


somararo, sumararo, s.m., asinaio. manco pe ssógno!, assolutamente no! |
somarina (a la), loc. avv., alla maniera véggo n zòmmio quelève chi mm’ama,
dei somari. vedo in sogno | n dà rrètt’a ssógne!, non
somaro, sumaro, s.m., 1. asino (Equus illuderti!
asinus L.): c’ha la pèlle tòsta cóme l zu- sonà, v. tr., suonare: (triv.) sòname sto
maro | fatica cóme n ~ | c’ha la co- ciùffolo! (rif. al pène) | co ddu còcce de
scènza del zumare, è senza coscienza | nóce ce se sòna | ce ll’hò ssonate bbène,
(scherz.) è l zumaro chi ffàbbrica l gliel’ho cantata a chiare note || prov.:
zupplì (rif. alle deiezioni che lascia ca- cóme se sòna, se bballa | anniède pi
dere) | (d.) tòcca legà l zumaro dó vò l ssonà, restò ssonato || v. intr., 1.
padróne, conformarsi, piegarsi alla vo- suonare: sòneno le campane | ~ a
lontà del più potente | tu sè cóme l zu- ggiórno | ~ ll’ordenòtte | ~ a gglòria | ~
maro de Ficarèllo: più bbòtte pijja e a ffòco (in caso di incendio) | ~ ll’an-
mméno ce créde (ad un ragazzo punito) gonìa | è ssonata la funzióne | num me
| ce vò l zomaro de Ficarèllo, pe ccon- sòna pe la quale, non mi convince, non
tentalla (rif. alla smodata brama ses- mi garba | sòna cóme n zòrdo farzo. 2.
suale di una donna) | adè ccóme l risuonare: la bbótte sòn’a vvòto, il vino
zomaro de ŻŻaghino che, dòppo ch’éva sta per finire (detto quando si colpisce
mparato a sta sènza magnà, è mmòrto || la botte con le nocche per verificare il
dim. sumarèllo (raro), somarétto, su- livello del vino all’interno). 3.
marétto || mdd. l mi ~ è ttròppo parènte, tintinnare: fa ssonà l quatrine ma la sac-
pòrta la sòma e n ze la sènte; l mi ~ è còccia || Forme: Ind. pres. 3 sòna; 4 so-
ttròppo compare, pòrta la sòma e nnu namo; 6 sòneno | impf. 3 sunava; 4
jje pare | l zomaro del mi parènte, pòrta sonàvemo; 6 sonàveno | perf. 6 sonònno
la sòma e no la sènte (espr. scherz. nei | P. pass. sonato.
confronti di persona che porta sul ve- sonajjo, s.m., sonaglio || dim. sonajjòlo.
stito una foglia o una paglia, senza av- sonata, s.f., 1. (fig.) discorso sgradito: sta
vedersene) || prov.: chi nnasce ~, mòre ~ nu li piace. 2. (fig.) prezzo esoso: sen-
mortatèlla | mèjjo n zomaro vivo che n tarae che ssonata!
dottóre mòrto. 2. (fig.) battente della sonnàmbolo, s.m., sonnambulo.
pressa della paglia. 3. (fig.) gioco di sònno, s.m., sonno: pijjà ssònno, assopirsi
carte simile alla briscola, nel quale | mòrto de ~, tonto | mpastato de ~,
perde chi non realizza neppure una dormiglione | mancanza de ~, insonnia
presa . 4. (fig.) persona ignorante: adè | s’è svejjata m primo ~ | (imprec.
n zumaro vestit’e ccarzato. 5. (fig.) scherz.) te vènga ~ quann’è óra! | fà
maleducato: sto sumaro!, sei un gran ttutto n zònno, dormire profondamente |
maleducato! 6. (fig.) stupido. dòrme li sètte sònne | cascà ddal zònno
sòmbio:→ sòmmio. | n zònno de piómbo | fà le gran zònne,
somijja:→ assomijjà. essere morto || dim. sonnétto, son-
somijjanza, sumijjanza, s.f., somiglianza. nellino: me sò ffatto n zonnétto.
sommià:→ sognà. sòno, s.m., 1. suono: ~ scordato, disso-
sommiàccio, sognàccio, s.m., incubo. nanza. 2. squillo: hò ntéso n zòno de
Vocabolario
561
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
562

campanèllo. 3. musica. 4. rumore || dim. zòr Pippo | (alloc.) bbongiórno, sòr


sonétto, squillo leggero | dispr. sonàc- curà!, signor curato! | ~ maé!, signor
cio. maestro! | ~ dottó!
sopporazzióne, assuppurazzióne, supraz- sòra, s.f., 1. (davanti ad un n. proprio di
zióne, s.f., suppurazione: vèngono persona) signora: la ~ Nunziata | (d.) la
a ~. ~ Cammilla, tutte la vònno e nnessuno
sopportà, v. tr., sopportare: ~ l trìbbole. la pijja (detto di una ragazza, che rifiuta
sopraccantina, avv., a livello della strada: molti pretendenti fino a rimanere nu-
c’ha um magażżino ~. bile) | ~ Nannì! 2. suora: le sòre del-
sopraccijjo, s.m., sopracciglio: c’ha li l’uspedale | sòr Maria!
sopraccijje fitte. sòrba, sòrva, s.f., 1. sorbola, frutto del
sopraddòte, s.f., 1. sovrappiù. 2. aggiunta sorbo. 2. (fig.) percossa: sentarae le
di insulti e percosse oltre quelli già ri- sòrbe che ppijja staséra. 3. (fig.) rim-
cevuti. provero: va ssù, che l confessóre te dà le
sopradippiù, s.m., sovrappiù. sòrve!
sopraffice, avv., in superficie || ~ (n), loc. sorbà, v. tr., picchiare.
avv., raso terra. sórca, s.f., 1. ratto (Rattus rattus L.) | na
sopraffittà, v. tr., subaffittare. ~ di chjàveca (Rattus norvegicus L.) |
sopraffitto, s.m., subaffitto: sta a ~. sórche d’àcqua. 2. femmina del ratto. 3.
soprallòco, s.m., sopralluogo. (fig.) vulva: ch’è la ~ de la sèrva? (di
sopralluce, s.m., lunetta semicircolare cosa toccata da tutti). 4. (fig.) ragazza: è
sopra il portone d’ingresso. na gram bbèlla ~ | (vezz.) ~ d’òro! (ad
soprammano, s.m., 1. sopraggitto, cuci- una bambina) || dim. sorchétta | accr.
tura interna. 2. (fig.) ceffone. sorcóna || (vezz.) la sorcarèlla de casa
sopranno, agg., di capo di bestiame che (rif. alla figlia minore). 5. (fig.) attrezzo
ha superato un anno di età. per assaggiare il vino dall’apertura su-
sopravanzo (de), loc. avv., in abbon- periore della botte. 6. (fig.) oliatore: la ~
danza, in più: dó c’è ll’acqua ~, li si dà dell’òjjo.
na rinterzata mall’òrto. sorcà:→ assorcà.
sopravvessana, agg., di una varietà di pe- sorcame, s.m. coll., (triv.) gruppo di ra-
cora. gazze.
sopravvive, v. intr., sopravvivere. sorcato, agg., solcato, impresso di solchi:
sópre, avv., sopra: le labbre ~, superiori | n campo tutto ~.
più ssópre, più in alto | ~ ~, in superfi- sórce, s.m., sorcio, topo (Mus musculus
cie. L.): te fò vvéde li ~ vérde | fà la mòrte
sopròsso, s.m., esostosi, callo osseo. der zórce || ~ campagnòlo, topo di cam-
soprumano, agg., sovrumano. pagna (Microtus arvalis Pallas).
sòr prosdòcimo, s.m., saccente: sto ~ è sorcétto, s.m., 1. arvicola, piccolo topo di
na cujja. campagna che rode le radici (Arvicola
sòr tenténna, s.m., persona esitante, in- terrestris L.): le patate magnate dal zor-
decisa. cétto. 2. (fig., vezz.) detto di un bam-
sòr, s.m., (davanti ad un n. proprio di per- bino.
sona o ad un titolo onorifico) signore: l sorchéto, s.m., 1. (triv.) gruppo di ragaz-
Vocabolario
563

ze. 2. (triv.) luogo con molte ragazze. cui presenza ci si vuol liberare per qual-
sorchétta, s.f., 1. gioco a carte. 2. il quat- che tempo | (d.) l zòrde sò ffatte pe èssa
tro di denari nel gioco omonimo. 3. spése.
(fig.) oliatore di piccole dimensioni. sórdo: (prov.) l zórdo dil cumpare, ci
sorciara, s.f., topaia, tana del topo. sènte si li pare | nun c’è ppèggio ~ di chi
sorciaro, agg., di serpente che si nutre di nun vò ssentì.
topi. sorèlla:→ surèlla.
sorciato:→ assorciato. sorfà:→ inzorfà.
sorcinato:→ ciorcinato. sorfanèllo, s.m., zolfanello; stoppino per
sorcino, s.m., difetto di olio o vino su cui solforare le botti.
sono passati i topi: sa dde ~, ha sapore sorfaròlo, solfaròlo, s.m., cannuccia di
di topo || agg., 1. semichiuso: c’ha ll’òc- canapa, inzuppata nello zolfo liquido,
chje sorcine. 2. grigio: culóre ~. 3. da usare come fiammifero: li solfaròle
avariato (di vino od olio in cui è an- pe ffa ppijjà l fòco s’addopràvono.
negato un topo). sorfato, s.m., solfato: ~ armònico, l
sórco, s.m., solco || ~ (a), loc. avv., lungo cuncime de òssa.
il solco || dim. sorchétto, canale di scolo. sòrfo, s.m., zólfo: l zòrfo se dà, ppe
sorcóna, s.f., (triv.) donna procace. mmantené quann’è vvòta (rif. alla botte)
sordato, surdato, s.m., 1. soldato || tir.: li | r vino pijja de ~.
sordati del papa nun zò bbòni a ccavà sorfùrea, sulfùria, surfùrea, agg., sul-
na rapa, li sordati del ré cu la mancina furea: ll’acque sulfùrie.
ne càvano tré || dim. sordatino. 2. sorianése (la), s.f., n. di una vasca per la
servizio militare obbligatorio di leva: macerazione della canapa.
annà a ffà r zordato, andare soldato, sornacà, surnacà, v. tr., russare.
prestare il servizio militare | venì da sornacata, s.f., russamento.
fà r zordato, andare in congedo || sor- sornaco, s.m., russo: appéna al primo ~.
datina (a la), loc. avv., secondo la fog- sorprènne, v. tr., sorprendere.
gia militare (dei capelli tagliati molto sortì, surtì, v. intr., uscire: manco u
corti). rrondóne ncó è ssurtito.
sòrdo, s.m., soldo: n c’ha n zòrdo pi sòrva:→ sòrba.
ffanne due | quélle sò ggènte che sorvejjà, survejjà, v. tr., sorvegliare.
cc’hanno le sòrde, sono ricchi | nvéce sorvejjante, s.m., sorvegliante.
ll’operajje, l zòrde le pijjava la famijja sorvejjanza, s.f., sorveglianza.
| ~ de càcio, bambino di statura ridottis- sòrvo, s.m., sorbo (Sorbus domestica L.).
sima | m’ha détto n zòrdo!, ti sembra sorzà, v. tr., sorsare, sorbire vino.
poco? || dim. sordarèllo || pl. sòrde, sorzata, s.f., sorso di vino.
soldi, denaro: pi qquattro ~ lo crómpe | sospènne, v. tr., sospendere.
pòre ~ del mi zzi Pèppe! | pòre ~ bbut- sostacchina, sustacchina, s.f., 1. lunga
tate!, sprecati | cu le sòrde dil tenènte te trave portante trasversale di impalca-
sè fatta la pirmanènte (frammento di ture. 2. travetto perpendicolare messo
canzone) | quattro ~ de tratteniménto, per sostegno.
cosa immaginaria, che si manda a pren- sotterrà:→ assotterrà.
dere presso qualcuno da bambini, della sotterragno, s.m., sotterraneo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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sottintènne, v. tr., sottintendere. trasportare legname, legando i tronchi


sottinzù (dal), sottonzù (dal), loc. avv., di con una catena alla sala del carro
sottinsù. trainato da buoi.
sótto: ~ ~, di soppiatto | è ito de ~, ab- sottosapóne, avv., in molle con sapone:
basso | ~ le fèste, nel periodo natalizio | le panne da lavà le métte ~.
ll’aspètto ~ casa, fuori del portone, sottoscale, s.m., sottoscala.
nelle adiacenze dell’abitazione | ha lla- sottoscrive, v. tr., sottoscrivere.
vorato ~ patróne, alle dipendenze di un sottosópre, sottodesópra, sottodisópra,
datore di lavoro | è nnato sótt’a le arme, avv., sottosopra: métte al zottodisópra, a
è stato richiamato alle armi | quante jje soqquadro.
n’ha ddétte, strónzo, e ssótt’e ssópra, di sottovèsta, s.f., sottoveste.
ogni colore. spaccà, v. tr., 1. spaccare: ~ r cocòmmoro
sottobbanco, avv., di nascosto. | ~ l pòrco, squartare. 2. contrassegnare:
sottobbicchjère, s.m., sottobicchiere. ~ la cróce, votare sulla scheda. 3.
sottobbottijja, s.m., sottobottiglia. mescolare due qualità di vino, per
sottocantina, avv., al livello più basso migliorare la qualità. 4. tracciare il solco
della cantina; nell’infernotto: métta l con l’aratro. 5. aprire il taglio del grano.
vino ~ de primavèra. 6. accecare le gemme del magliolo || v.
sottòcchjo, s.m., sottogemma della vite: intr., 1. staccarsi (di qualità di pietra): l
si l prim’òcchjo che ccàccia va mmale, palombino spacca bbène. 2. creparsi
c’è l zottòcchjo, che vvèn’apprèsso || (dell’intonaco). 3. fendersi: l légno
avv., in antipatia: pijja ~ n oprajjo. potrébbe ~ | ll’olivo spacca | la tèrra
sottocòscia, avv., sottogamba. fòrte spacca. 4. spaccarsi, della forma
sottodesópra:→ sottosópre. di formaggio fresco a causa del calore.
sottodisópra:→ sottosópre. spaccaculo, s.m., borsa di pastore (Cap-
sottofónno, s.m., sottofondo. sella bustapastoris Med.), erba infe-
sottogrado, s.m., parte verticale del gra- stante: ce se ggiocava co le fijje. dice
dino. apre m pò qquésto! quann’uno ll’éva
sottòjjo, avv., sott’olio. apèrto, dice: ha spaccato l culo cóme na
sottomano, avv., con la mano rovesciata: gallina.
tajjà l grano ~. spaccallòcchje, s.m., calcatreppola (Cen-
sottomesura, s.f., tavola di lunghezza in- taurea solstitialis L.).
feriore a 4 mt., usata per armatura. spaccaòsse, s.m., grosso coltello da ma-
sottométte, v. tr., sottomettere. cellaio.
sottomuro, s.m., (infant.) gioco con mo- spaccarèlla, s.f., 1. varietà di pesca spic-
nete o figurine, nel quale vince chi rie- cace. 2. (infant.) gioco che si fa con la
sce a lanciarle più vicino possibile alla trottolina, cercando di colpire con vio-
base del muro. lenza quella dell’avversario: ggiocà co
sottonzù (dal):→ sottinzù (dal). lo stornavèllo a ~.
sottopanza, s.m., sottopancia, finimento spaccasasso, s.m., tipo di agave (Agave
per equini. Americana L.).
sottopóne, v. tr., sottoporre. spaccata, s.f., prima striscia mietuta a
sottosala, avv., detto di una maniera di mano nel campo di grano, per aprire il
Vocabolario
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varco agli altri mietitori e alla mietitrice. spajjà1, v. tr., separare due cose normal-
spaccatura, s.f., prima fase dell’aratura. mente accoppiate; spaiare.
spaccétto, s.m., 1. spuntino. 2. avanzo di spajjà2, v. tr., togliere l’impagliatura di
cibo. 3. lavoro breve. 4. incombenza, una sedia.
piccolo incarico da sbrigare. spajjato, agg., privo di impagliatura: n
spaccià, v. tr., vendere. fiasco ~.
spàccio, s.m., rivendita di sali e tabacchi. spajjèra:→ spallièra.
spacco, s.m., 1. fenditura dell’innesto || ~ spajjo (a), loc. avv., a spaglio, alla volata:
(a), loc. avv.: annèsto ~ nglése, tipo di se sémena ~, a ggètto.
innesto a spacco. 2. apertura laterale del spalà, v. tr., togliere i paletti o le canne del
pagliericcio, in cui introdurre le mani, filare: finita la staggióne, se spalava.
per allargare le brattee. spalancà, spalangà, v. tr., spalancare: re-
spacià, v. intr., 1. condonare. 2. conclu- mase a bbócca spalangata.
dere una partita alla pari. 3. estinguere spalangà:→ spalancà.
un debito, saldare un conto: l cónto adè spalanghétta, s.f., asse dello schienale
spaciato. della sedia, spranga.
spadavècchja, inter., (rec., scherz.) pro- spalla, s.f., 1. spalla: me fa ~, mi aiuta |
nunciata quando il seme di briscola è abbassà la ~, sottomettersi || ~ (a), loc.
spade (gioco di parole sul nome di un avv., in spalla: pijjava via cu la ghirba
giocatore di calcio). ~. 2. prosciutto di spalla: (scherz.) te
spade, inter. pronunciata al gioco del tres- róppo la ~, avvio il prosciutto di spalla,
sette: (chiapp.) “~!” “spill’e spècchi!” per offrirtelo.
spadellà, v. intr., fallire il colpo di fucile. spallasse, v. intr. pron., rompersi: me
spadéngo, s.m., coltello da macellaio con s’èra spallata na ròta del carrétto.
lama quadrangolare. spallata, s.f., aiuto: na ~ a n amico a
spadóna, agg., di una varietà di pera. bbombisògno li si dava.
spadronà:→ spatronà. spallato, agg., di cavallo o bovino con
spaghettato, agg., forato, mangiato da un lussazione omeroscapolare.
insetto: patate spaghettate. spallétta, s.f., 1. zona scoscesa. 2. fac-
spaghétte, s.m. pl., spaghetti: ~ ajjo, òjjo chino pósto ad uno dei due lati della
e ppeperoncino. macchina di santa Rosa, sopportandone
spaglièra:→ spallièra. il peso su una delle spalle.
spagnòlo, s.m., 1. ultima striscia di grano spallièra, spaglièra, spajjèra, s.f., 1. spal-
restata da mietere. 2. striscia di sodaglia, liera. 2. filare con pali longitudinali:
lasciata al margine del campo come usávono le spallière co le pèrtiche a la
segnale di confine: lo ~ è n cordóne de bbagnajjòla | vigna a ~. 3. filare di con-
tèrra sòda ntórno. fine. 4. filare normale agli altri. 5. inte-
spago, s.m., 1. cordicella. 2. (fig.) confi- laiatura del filare.
denza || dà ~, a) accondiscendere: tutt’è spallinà, v. intr., formare, parlando, bolli-
a ddalli ~, sa quanto dura a chjac- cine di saliva; sputicchiare.
chjerà!; b) lasciar libero: si le se dà ~, la spampà, v. intr., vincere sempre al gioco.
vita s’avvilisce; se non si tiene a freno spampanà, v. tr., asportare i pampini ||
potandola. spampanasse, v. intr. pron., 1. perdere
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
566

le foglie. 2. perdere i petali. sparacina, s.f., funicella che si avvolge


spanasse, v. intr. pron., spanarsi di un in- sulla trottolina per lanciarla.
granaggio, consumarsi della filettatura. spàracio:→ spàrgio.
spancottà, v. tr., cuocere troppo a lungo, sparagnà:→ aresparammià.
divenire molle || spancottasse, v. intr. sparagròsso, s.m., gradasso.
pron., spappolarsi, ridursi quasi in pol- sparambià:→ aresparammià.
tiglia, detto di pietanza. sparamià:→ aresparammià.
spancottato, agg., troppo cotto. sparammià:→ aresparammià.
spanne, v. tr., 1. spargere, spandere: tòcca sparàmmio, resparàmbio, risparàmbio,
spànnolo bbène l zéme. 2. sprecare risparàmmio, s.m., risparmio || prov.: l
denaro: spènne e spanne a ttutto spiano risparàmmio è l primo guadagno.
|| v. intr., propagarsi: le nòcchje spàn- sparata, s.f., divulgazione: ha ffatto la ~,
nono, ógni cacchjóne divènta na pianta ha propalato la notizia.
pe ccónto suo || spànnese, v. intr. pron., sparato, agg., a tutta velocità: va ssèmpre
1. allargarsi. 2. diffondersi: se spase la ~ cu la màchina.
vóce n giro | ll’odóre se spanne || sparecchjà, v. tr., 1. sparecchiare la ta-
Forme: Ind. pres. 3 spanne; 6 spànnono vola. 2. (fig.) prendere tutte le carte in
| impf. 3 spannéa | perf. 3 spase | P. pass. tavola: ll’asso sparécchja tutto (nel
spaso | Ger. spannènno. gioco del rubamazzo) | ha ffatto asso
spannecuncime, s.m., spandiconcime. sparécchja, ha fatto piazza pulita.
spanontata:→ panontata. spareggià, v. intr., disputare un incontro
spanzà, v. tr., sventrare: n ce méttono supplementare di spareggio.
gnènte a ~ n cristiano || spanzasse, v. sparge, v. tr., (raro) spargere: se spargétte
intr. rifl., 1. sfinirsi: l cavallo se spanza la vóce.
da la gran carrièra. 2. (fig.) sbellicarsi spargina, s.f., pianta adulta di asparago
dalle risa: se spanzava dal rida, rideva a selvatico o asparago dei boschi (Aspa-
crepapelle. ragus acutifolius L.): n festóne de ~ se
spaparacchiasse, v. intr. pron., sdraiarsi mettéva ntórno a lo spècchjo de la sala
in maniera comoda e scomposta. pe Ppàsqua.
spapòrchja, s.f.., (dispr.) donna deforme. sparginara, s.f., superficie di terreno se-
spappà, v. tr., cuocere troppo a lungo. minata ad asparagi.
spappato, agg., spappolato. spàrgio, spàracio, spàricio, s.m., aspa-
sparà1, v. tr., 1. sparare: (imprec.) te pòzza rago (Asparagus officinalis L.) | ~ sar-
sparatte! 2. (fig.) accendere: ~ n furmi- vàtoco, asparago dei boschi (Asparagus
nante. acutifolius L.) | na frittata de spàrici.
sparà2, v. intr., disapprendere: nvéce sparì, v. intr., sparire || Forme: Ind. pres.
d’imparà a scòla, spara. 1 sparìscio; 6 sparìsciono | perf. 6 spa-
sparà3, v. tr., sventrare un animale morto rinno | Cong. pres. 6 sparìscheno | Ger.
con un coltello: ~ l péscio | l cunijjo sparènno.
ll’hae da ~ sùbboto. spàricio:→ spàrgio.
sparacazzo, s.m., personaggio immag.: sparijjo, s.m., lo sparigliare (nel gioco
(triv.) vall’a ddì ma ~!, dillo ad altri non della scopa e dello scopone).
a me. sparlà, v. intr., spettegolare.
Vocabolario
567

sparlóne, s.m., sparlatore, maldicente. spàsemo, s.m., spasimo.


sparmà, v. tr., spalmare. spasina, s.f., vassoia di legno dai bordi
sparmata, s.f., atto di spalmare. bassi per frutta.
sparpajjà, v. tr., sparpagliare || sparpaj- spaso, agg., 1. sparso. 2. sciorinato. 3. di-
jasse, v. intr. pron., sparpagliarsi, di- steso in terra: la cànapa se mettéva
sperdersi. spasa al zóle.
sparpajjata, s.f., sparpagliamento, atto di spassà, v. tr., divertire || spassasse, v. intr.,
sparpagliare. divertirsi.
spartì, v. tr., 1. dividere: émo da ~ la spassatèmpo, s.m., passatempo.
ròbba n dièce | ~ n’eredità | che ffamo? spasseggià, v. tr., condurre a passeggio:
spartimo? | dóppo n ùrtimo spartìvon’a lo spasségge sto fijjo?
mmèżżo. 2. separare due litiganti: curre spassino:→ passino2.
a spartille che ss’ammàzzono de bbòtte. spasso: (prov.) ~ de fòri e ddiàvolo a
3. scambiare: a èsse n due, se pò ~ na ccasa || ~ (a), loc. avv., senza lavoro: sta
paròla, si può conversare || spartisse, v. a ~, è disoccupato.
intr. pron., dividersi, separarsi || For- spassonà, v. tr., estrarre pali dal terreno.
me: Ind. pres. 4. spartimo; 6 spartì- spastorà, v. tr., togliere la pastoia ad un
sciono | impf. 6 spartìvono | perf. 6 animale.
spartinno. spata, s.f., spada, solo nel prov.: ne fère
spartitóre:→ spartitóro. ppiù la léngua che la ~.
spartitóro, spartitóre, s.m., solco d’irri- spatennostrà, v. intr., (iron.) pregare:
gazione secondario nell’orto. spatennòstra tutto l giórno.
sparto, s.m., divisione dei beni. spatrià, v. intr., espatriare.
sparucà, sparupà, v. intr., 1. razzolare. 2. spatronà, spadronà, v. intr., licenziarsi,
gettare in disordine, sparpagliare: èjjo lasciare un impiego.
cóme sparupa, và! 3. eseguire male un spaurà, spaurì, v. tr., impaurire: facéveno
lavoro. 4. (fig.) dilapidare. ~ l cavalle || spaurisse, v. intr. pron., im-
sparupà:→ sparucà. paurirsi || Forme: Ind. pres. 6 spaùrono.
sparupa, sparupóne, s.m., 1. chi mette in spauràcchja, s.m. pl., (rust.) spauracchi.
disordine, arruffone: è rrivato sparupa! spaurì:→ spaurà.
2. chi è ritenuto fortunato al gioco. spaurisse, vd. spaurà.
sparupata, s.f., atto di eseguire male un spaurito, agg., sgomento: c’iva du òcchje
lavoro: ésso li dà na ~ che n zèrv’a spaurite.
gnènte. spavarderìa, s.f., spavalderia.
sparupóne:→ sparupa. spavardo, agg., spavaldo: ce fa ppure
spasa, s.f., 1. strato: pe ttèrra si ttu vve- lo ~.
désse c’è na ~ d’oliva. 2. roba sparsa, spazzacammino, s.m., 1. spazzacamino.
sciorinamento: ha fatto na ~ de molli- 2. codirosso, piccolo passeriforme ap-
che sur tavolino | sta ~ de fióre. 3. (fig.) partenente alla famiglia dei turdidi
grande quantità. (Phoenicurus phoenicurus L.).
spasata, s.f., 1. spandimento: varda m pò spazziano, sopr.
che ~ ch’ha fatto! 2. (fig.) atto di spazzino, s.m., (arc.) merciaiolo ambu-
propalare notizie. lante: è vvenuto lo ~! (richiamo).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
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spàzzolo, s.m., (raro) spazzaforno: ce spiccicare, pronunciare: sta fijja nco-


ll’éte passato lo ~? menciava ggiusto a ~ quarche pparòla.
spazzonato, agg., stazzonato, sciupato: 3. spiegare.
sta ggiacchétta è spazzonata. speluccà:→ spiluccà.
specchjasse, v. rifl., specchiarsi: si spèc- speluzzicà, v. tr., spilluzzicare.
chjeno mal vétro | te ce pò specchjà, da spenecasse, v. intr. pron., sporgersi: c’è m
quant’è ppulito n cucina || Forme: Ind. parapètto, pi nun fà spenecà li fijje | fij-
pres. 6 spècchjeno | Ger. specchjanno. jarè, n te spenecà da la finèstra!
spècchje, s.m. pl., specchi. spènna, spènne, v. intr., spendere: pi
speccicato:→ spiccicato. ccóme si pò ~, secondo le possibilità
spèce, s.f., sorta: vennéva l zante di tutte economiche | n quélla bbottéga se
le ~ | adè na ~ de vóe, vi somiglia | adè spènne bbène, si compra a prezzi con-
ccóme na ~ la spinace | na ~ de cóme venienti || prov.: chi ppiù spènne, méno
succèsse a ésso | na mèżża ~, na ~ de spènne | chi mméno spènne, assae
fatte cónto, una cosa simile | ma mmì mi spènne || Forme: Ind. pres. 3 spènne; 4
féce m pò ~, mi stupì un po’ || avv., spe- spennémo | perf. 3 spennétte | fut. 1
cialmente: li piace man tutte, ~ a spennarò | Cond pres. 3 spennarébbe |
qquélle ppiù ggiovane. P. pass. spennuto | Ger. spennènno.
specettasse, v. intr. pron., staccarsi. spennaccióne, s.m., spendaccione.
speciarménte, spiciarménte, avv., spe- spennaréccio, agg., spendereccio.
cialmente. spènne:→ spènna.
specióso, agg., 1. schifiltoso. 2. perma- spennellà, v. tr., spennellare: tutt’al più la
loso. su mà li potéva ~ la góla co la tintura
speculà, v. intr., far speculazioni. d’òdio.
speculazzióne:→ spiculazzióne. spennicchjà, v. tr., spendicchiare.
spedato, agg., con l’unghia consumata spennolà, v. tr., penzolare.
(detto del cavallo o del bovino). spenósa, spinósa, s.f., istrice (Hystrix cri-
spégna:→ spigne. stata L.): le spinóse fanno stragge de
spégne, v. tr., spegnere: spégnolo! | vae a patate.
~ llume a st’óra, sei in enorme ritardo | spénta, s.f., spinta: dajje na ~! | a scòla
sè venuto a ~ li cannéle | ~ la carce viva va vante a ffòrza de spénte | dim. spen-
|| spégnese, v. intr. pron., cessare di tarèlla.
ardere: l fòco va ffinì che tte se spégne || spentóne, s.m., spintone.
Forme: Ind. pres. 6 spégneno | perf. 1 spèra, s.f., 1. lancetta di orologio. 2. rag-
spignì; 3 spegnì | Ger. spegnènno. gio di sole. 3. riflesso di luce (in uno
spelà, v. tr., privare del pelo, togliere le specchio): l zóle fa la ~ || sopr. m.
setole al maiale morto || spelasse, v. intr. sperà, v. intr., sperare: speramo bbène! |
pron., spelarsi, perdere i capelli. ce spèro pòco che cce la fa || prov.: chi
spelato, agg., calvo. vvive speranno, mòre cacanno || Forme:
spellà, v. tr., 1. spellare. 2. scortecciare. Ind. pres. 4 speramo | Ger. speranno.
spellacchjato, agg., spelacchiato. sperata, s.f., calore del sole: s’è sfatta
spellì, spillì, v. intr., 1. articolare i suoni: ggiù cóme la guazza sótt’a la ~.
quanno parla, nu spellisce bbène. 2. spercòsso, agg., 1. spaventato: è ~ l fijjo,
Vocabolario
569

appòsta strilla. 2. sconvolto. spetturiato:→ spettorato.


spercòte, v. tr., spaventare: adè bbrutto da spezzatura, s.f., 1. porzione di un tutto.
~ | nu lo ~! || spercòtese, v. intr. pron., 2. lavoro non portato a compimento:
scuotersi, di commozione: pure li lassa tutte spezzature.
ggènte granne si spercotéveno. spezziale, s.m., (arc.) farmacista.
spèrdese, v. intr. pron., sperdersi. se sò spezziarìa, s.f., (arc.) farmacia.
spèrze pi la màcchja. spianà, v. tr., 1. spianare. 2. distruggere il
sperélla, s.f., spiraglio di sole: l zóle raccolto (detto della grandine). 3. li-
bbatte la ~ || ~ (a la), al primo sole: si sciare: si nu la piante, te spiano l ggiub-
vvò scialà, méttete ~! bino, ti picchio. 4. (fig.) dilapidare il
spergillo, spirgillo, s.m., aspersorio. denaro: co m par d’anne ha spianato
sperina:→ asperina. tutto.
sperloccà, sperluccà, v. intr., aver la vista spianatóra, s.f., spianatoia: pare na ~, è
annebbiata: me sperlòccano ll’òcchi. ssènza zzinne. c’è ppassato san
sperluccà:→ sperloccà. Giusèppe cu la pialla (di una donna con
sperperà, v. tr., sperperare: fanno prèsto a poco seno).
~ la ròbba sti sprecóne. spiazzà, v. tr., spostare: domane la spiàz-
spèrto, aspèrto (citt.), agg., esperto: ll’as- zono la trìbbia ch’hanno finito llì.
pèrto grigortóre ce lu sa. spiazzale, s.m., piazzale.
spervèrzo, agg., 1. impertinente. 2. mal- spiazzata, s.f., estensione di terreno colti-
vagio. vata a pascolo || dim. spiazzatèlla.
spèrzo, agg., sperso. spiazzétta, s.f., piccolo slargo.
spésa, s.f., 1. spesa | mdd. è ppiù la ~ che spica, s.f., spiga.
ll’imprésa. 2. (fig.) sconfitta al gioco. 3. spiccà, v. intr., spiccare: spìccheno sù arte
(fig.) scarica di busse: te dò na ~, se nu li tórre.
la piante || pl. spése, vitto per i brac- spìcchjo, s.m., 1. parte del gheriglio della
cianti: li passáveno le ~. noce. 2. quarto di luna: ha ffatto l pri-
spesà, s.f., vincere al gioco. mo ~.
spesarèllo:→ spesaròlo. spìcchjo de prète, s.m., (fig.) piccola su-
spesaròlo, spesarèllo, s.m., operaio ad- perficie triangolare di vigna, formata da
detto ai rifornimenti per il personale in sezioni di filare: c’è rrimasto da còjje
campagna. quéllo ~ de prète || ~ (a), loc. avv., a
spetazzà, petazzà, v. intr., spetezzare. punta: m pèzzo de tèrra ~.
spettà:→ aspettà. spiccià, v. tr., 1. strigare: ~ na matassa. 2.
spettàquelo, spittàquelo, s.m., (arc.) spet- rassettare, sbrigare faccende: appén’ar-
tacolo. zata, hò spicciato sù ccasa. 3. spiccio-
spettasse:→ aspettasse (vd. aspettà). lare denaro: me le pòe ~ diecimila lire?
spettenà, v. tr., spettinare. 4. sgombrare: ~ l tavulino pe scriva ||
spettorasse, v. rifl., scoprirsi il petto. spicciasse, v. intr. pron., sbrigarsi: si n
spettorato, spettoriato, spetturiato, agg., ce spicciamo, stamane va ffinì che
scollato, a petto scoperto: va vvia tutto ffamo tarde.
~, manco fósse agósto. spiccialètte, s.m., (iron.) medico.
spettoriato:→ spettorato. spicciata, s.f., azione di rassettare: quanto
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
570

dò na ~ a la cucina e hò ffatto. laròla, s.f., spigolatrice.


spicciatóre, spicciatóro, s.m., pettine spighétta, s.f., 1. lato più corto e meno
rado. profondo del maceratoio: ne la ~, llì l
spicciatóro:→ spicciatóre. fàscio ntèro nun c’annava, se sciojjéva.
spiccicà, v. tr., pronunciare: nun spìccica 2. mangime di semi per uccelli.
paròla. spigna:→ spigne.
spiccicato, speccicato, agg., identico: ca- spigne, spégna, spigna, v. tr., spingere: nu
cato e ~ cóme l zu nònno | nat’e spicci- spìgnete! | sù ppe la salita c’èra da
cate cóme du gócce d’acqua. spìgnelo l carrétto | spigno la pòrta e
spìccio, agg., 1. sgombro: tu che cc’hae mbócco | mdd. ha vòjja a ~ l culo
le mano spicce, pìjjolo sù! 2. sfitto: hò all’aco! (di uno sforzo inutile).
vvisto na casa spìccia. 3. spicciolato: spigolà1, v. tr., (raro) spigolare, racco-
me sèrvono diecemila lire spicce | dàm- gliere la spiga.
mele spicce, che n c’hò l rèsto! | ce spigolà2, v. intr., origliare, spiare.
nn’ha ppòche spicce, di persona risoluta spigolatóra:→ spigaròla.
che non ha tempo da perdere | “ce ll’hae spìgolo, s.m., spigo, lavanda (Lavandula
spicce?” “ce nn’hò ppòche spicce e officinalis Chaix).
ppòche da spiccià”. 4. libero || spicce, spigularòla:→ spigaròla.
s.m. pl., spiccioli: sò rrimasto sènza ~ spigulazzióne:→ spiculazzióne.
ògge. spillì:→ spellì.
spicconà, v. tr., picconare. spiluccà, speluccà, spilucià, v. tr., 1. pi-
spicconata, s.f., atto di picconare. luccare. 2. (fig.) spillare, estorcere
spiciale, agg., 1. speciale. 2. particolare. denaro. 3. (fig.) vincere al gioco: li
spicialità, s.f., specialità. spelucca tutte l quatrine | ci ll’ha spiluc-
spicializzasse, v. rifl., specializzarsi. cate quélle quattro sòrde.
spiciarménte:→ speciarménte. spilucià:→ spiluccà.
spiciato, agg., schifiltoso. spìmpana:→ spìmpena.
spiciocchjato, agg., di un tegame di ter- spìmpena, spìmpana, s.f., 1. ragazza ma-
racotta con il manico rotto. grolina. 2. ragazzetta impertinente. 3.
spicióso, agg., irascibile. donna linguacciuta.
spiculazzióne, speculazzióne, spigulaz- spina orzale, s.f., spina dorsale.
zióne, s.f., 1. speculazione. 2. ipotesi. spina, s.f., 1. spino. 2. pungiglione | ~
spidito, agg., diretto. ventósa, ascesso metacarpale tuberco-
spidocchjà, v. tr., 1. spidocchiare. 2. uc- lare; tubercolosi ossea, che colpisce le
cidere i parassiti delle piante || spidoc- piccole ossa lunghe della mano e del
chjasse, v. rifl., spidocchiarsi. piede: (imprec.) che tte pòssa pijjà
spietrà, v. tr., 1. togliere le pietre dal ter- na ~!
reno. 2. togliere le pietre messe sulla ca- spinace, s.f., spinacio: pe ccéna me sa che
napa nel maceratoio: se va ~ l filo. ffò na frittata co le ~.
spigà, v. intr., spigare, granire: de sti spinara, s.f., roveto.
tèmpe li càvole ggià spìgono. spinaròlo1, s.m., operaio che componeva
spigajjòla:→ spigaròla. le siepi morte con piante spinose.
spigaròla, spigajjòla, spigolatóra, spigu- spinaròlo2, s.m., varietà di fungo edule
Vocabolario
571

(Calocybe gambosa Donk). vaci dei bambini.


spinavvènto, s.m., persona magrissima. spiritossanto, s.m., Spirito Santo.
spinobbianco, s.m., biancospino (Cra- spiropàcchjo (a), loc. avv., in modo
taegus oxyacantha L.). sbagliato, inconcludente.
spinósa:→ spenósa. spiscià, spisciolà, v. intr., bagnare di
spinóso, agg., ispido: c’ha l capélle orina.
spinóse che n ze strìgono. spisciolà:→ spiscià.
spinzato, agg., 1. dentellato: le cartoline spitaletà, s.f., ospitalità.
sò spinzate. 2. con un angolo rotto: n spitata, s.f., 1. colpo inferto con uno
tavulino ~. spiedo. 2. spiedata: na ~ d’ucellétti.
spinzieratézza, s.f., spensieratezza. spitavvènto, s.m., persona magrissima.
spinzierato, agg., spensierato. spito, s.m., 1. spiedo || dim. spitarèllo. 2.
spïolà, pigolà, pïolà, v. intr., 1. pigolare: lungo ferro appuntito usato dagli sca-
pìolono l purcine, lo sènte? 2. piagnu- vatori clandestini per saggiare il suolo
colare: pìguela cóme n ucellétto alla ricerca di tombe etrusche.
drént’al nido. spittàquelo:→ spettàquelo.
spiommà, v. tr., spiombare, sfinire (di la- spizzà, v. tr., rompere il becco di un re-
voro faticoso) || v. intr., non essere a cipiente.
piombo. spizzecà:→ spizzicà.
spïonà, v. intr., spiare. spizzicà, spizzecà, v. tr., 1. mangiare poco
spiottà, v. tr., rompere le zolle con la e di malavoglia; mangiucchiare. 2.
zappa. piluccare: ll’ua, appéna s’ammor-
spiottolà, v. tr., rompere le zolle con la bidisce, ggià sse spìzzeca. 3. beccare: le
zappa. galline m’hanno spizzicato l grano. 4.
spiòve, v. intr. impers., spiovere: aspet- (fig.) parlucchiare: ~ ll’ingrése || v. intr.,
tamo m pò che ~, che spiova. 1. (fig.) guadagnare: col barre, cóm’adè
spioviccicata, s.f., pioggerella. ce se spìzzeca. 2. (fig.) intendersene: co
spippacchjà, v. intr., fumare in continua- sti machinari d’adèsso ce spìzzico pòco.
zione la pipa. spizzicarìa, s.f., (scherz.) azione di piluc-
spippacchjata, s.f., fumata di pipa. care uva nel vigneto: métte sù la ~,
spirà, v. tr., ispirare: fórze ci lu spirava l cominciare a piluccare uva | li fijje ap-
còre d’annacce. péna se comìncia ffà ncumìnceno la ~.
spirajjo, s.m., spiraglio. spizzicata, s.f., 1. atto di spilluzzicare. 2.
spiranza, s.f., speranza. (fig.) piccola quantità || dim. spizzi-
spirazzióne, s.f., ispirazione: ci vinne catèlla.
quélla ~ da num pijjalla. spizzichino, s.m., 1. inappetente, che
spìreto, s.m., spirito: c’ha le sètte spìrete mangia poco. 2. (fig.) tressette giocato
(di persona vivace, attiva). in due con dodici carte.
spirgillo:→ spergillo. spìzzico (a), loc. avv., a) a poco a poco:
spiriènza, s.f., esperienza: se sa pe ~ che fà na còsa ~; b) qua e là; c) a casaccio.
n ze pò ffà. spìzzio:→ uspìzzio.
spìrite vitale, s.m. pl., 1. convulsioni di splènne:→ sprènne.
animale in fin di vita. 2. movimenti vi- splennènte, agg., splendente.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
572

splennóre, sprennóre, s.m., splendore. spondarèlla:→ spondaròla.


spoccià, v. tr., svezzare (spec. il vitello o spondaròla, spondarèlla, s.f., spon-
il puledro). deruola, tipo di pialla per carradori e
spocciatóro, s.m., anello puntuto appli- bottai.
cato alla mammella della cavalla, per spónna, s.f., 1. sponda, riva. 2. fiancata
svezzare il puledro. del carro agricolo. 3. parte laterale di su-
spoggià, v. intr., spostarsi, muoversi: an- perficie: la ~ dil lètto | ~ (a), loc. avv.,
namo, volémo ~? | n c’èra ppiù vvèrzo appoggiandosi alla sponda del letto (po-
da falle ~. sizione di coito).
spòjja, s.f., 1. (raro) spoglia. 2. esuvia, spontà, spuntà, v. tr., togliere la punta: se
spoglia della serpe. spùnteno quélle coll’ua (rif. ai tralci) ||
spojjà, v. tr., 1. spogliare: è rridótto spòl- v. intr., 1. spuntare: tra m pò spónta
t’e gnudo | spòrto gnudo s’è ppresentato ll’èrba. 2. apparire all’improvviso. 3.
| (d.) se spòjja n artare e sse ne véste n levarsi, sorgere (rif. al sole e agli altri
antro (sulla inadeguata risoluzione di corpi celesti). 4. prendere sapore di
problemi) | lumacóne spòrto, limaccia. acido (detto del vino di debole
2. (fig.) devastare: la grànene ll’ha gradazione alcolica): spunta d’acéto ||
spòrte ll’ólive || v. intr., 1. staccarsi della spontasse, v. intr. pron., spuntarsi: li s’è
fibra legnosa: coll’acqua calla spòjje spontato l curtèllo.
prima la cànepe. 2. decantarsi: sto vino spontagno:→ spontànio.
spòjje bbène || spojjasse, v. rifl., 1. spontaniaménte, avv., (rec.) spontanea-
spogliarsi: manco me spòjjo | spòjjete! | mente.
me sò ggià spòrta. 2. abbandonare la spontànio, spontagno, spuntàneo, agg.,
condizione di religiosi. 3. decantarsi (rec.) spontaneo.
dell’acqua dall’olio: ll’òjjo se spòjja. 4. spontata, s.f., atto di accorciare: me fò
subire mute (di rettile): l zèrpe se spòjje ddà na ~ mal capélle.
|| Forme: Ind. Pres. 1 spòjjo; 2 spòjje; 3 spopolà, v. intr., ottenere grande successo,
spòjje, spòjja | P. pass. spòlto, spòrto. attirare pubblico.
spojjarèllo, s.m., (rec.) spogliarello. sporcata, s.f., atto di tinteggiare alla me-
spojjato, agg., limpido, senza impurità, di glio: damo gni anno na ~ de bbianco a
vino. la cucina.
spojjatójjo, s.m., (rec.) spogliatoio. sporchìzzia, sporcìzzia, s.f., 1. sporcizia.
spòjjo, s.m., spoglio. 2. (fig., euf.) fulmine.
spòla: fà la ~, tramare la tela || dim. spo- sporcìzzia:→ sporchìzzia.
létta, navetta del telaio. spòrco, s.m., terreno incolto || agg., 1. in
spolledrà, v. intr., rovesciarsi col dorso cui crescono erbacce: na vigna spòrca
sull’erba, per spidocchiarsi (di equino). s’ha dda scarapà. 2. lordo (di peso). 3.
spollinasse, spulinasse, v. intr. pron., (fig.) disonesto || prov.: chi ppiù spòrca
spollinarsi. la fa, divènta prïóre.
spolmonì:→ spulmunì. spormonasse, v. intr. pron., 1. sgolarsi,
spólpo, s.m., spolpamento: cortèllo da ~. sfiatarsi. 2. (fig.) sfinirsi di fatica. 3.
spompà, v. tr., stancare || spompasse, v. (fig.) finire i soldi.
intr. pron., stancarsi, sfinirsi. sporpà, v. tr., spolpare.
Vocabolario
573

sporpatura, s.f., spolpamento. spozzarato, spozzerato, agg., ingordo.


spòrta: jje ll’ha ddétte n zacco e na ~, spozzata, s.f., atto di togliere liquido su-
l’ha insultato | danne n zacco e na ~, perfluo.
dare un fracco di botte. spozzerato:→ spozzarato.
sportéllo, spurtéllo, s.m., 1. sportello. 2. sprecà:→ spregà.
tavola posteriore movibile del carro || sprecasse:→ spregasse (vd. spregà).
dim. sportellétto, spurtellétto. sprecóne, spregóne, s.m., 1. sciupone, chi
spòrto, agg., senza rivestimento vegetale: sperpera. 2. (fig.) vantone: cala, sprecó!
n fiasco ~ è ffàcile che sse róppe. spregà, sprecà, v. tr., 1. sprecare: nun ~ l
sporvarà:→ sporverà. fiato!, taci! | èra fiato spregato l zuo ||
sporverà, sporvarà, v. tr., spolverare. spregasse, sprecasse, v. rifl., 1. (iron.)
sporverata, s.f., 1. spolverata. 2. (fig.) impegnarsi: capirae, te ce sè spregato
spruzzata. 3. (fig.) spargimento di so- tutto. 2. (iron.) regalare con generosità ||
stanza fine su una superficie: ha ffatto Forme: P. pass. spregato.
na ~ de nève stanòtte. sprègo, s.m., spreco: l pane ci ll’éva, ma
sporverino, s.m., 1. soprabito leggero. 2. nun tanto da fanne ~.
(fig., arc.) asciugacarte: lo ~, p’asciugà spregóne:→ sprecóne.
ll’inchjòstro co la sabbiétta fina fina. sprème, sprime, v. tr., spremere: c’ha
spórvero, s.m., strato sottile residuo: c’è ppòco da ~, è povero | ll’ha da ~ bbène
rrimasto lo ~ del tabbacco llà ppe li | ll’hae spriméto bbène? || Forme: Ind.
saccòcce. perf. 3 spremì | P. pass. spremuto,
sposà, v. tr. e intr., sposare: quanno spòsa spriméto (raro).
la su fijja? | hò sposato ner quarantuno, sprènne, splènne, v. intr., splendere.
tèmpo de guèrra | le somare sposàvono sprennóre:→ splennóre.
a mmàggio || sposasse, v. rifl. e rifl. re- spresato, agg., che ha perso la presa (di
cipr., sposarsi: la ggioventù se spòseno cemento non utilizzabile, perché inumi-
tarde mó | se sposònno n vècchjo cu na dito).
zzitellóna || Forme: Ind. pres. 6 spòseno spresciolata:→ presciolata.
| impf. 6 sposàvono | perf. 6 sposònno. spretasse, v. rifl., spretarsi, abbondonare
spòsa: (prov.) ~ bbagnata, ~ fortunata. lo stato sacerdotale.
sposalìzzio, s.m., nozze. sprime:→ sprème.
sposessà, v. tr., privare del possesso || spo- sprisciuttasse, v. intr. pron., (iron.) cavar-
sessasse, v. intr. pron., 1. alienare la pro- si d’obbligo facendo regali: si fregato!,
prietà. 2. fallire. me ce sprisciutto pròpio tutto (per dire
spóso, s.m., sposo || spòse, s.m. pl., coppia di non voler fare una cosa).
dei coniugi: viva le ~! || sposétto, sprocedato, sprocetato, sprucedato, agg.,
neosposo: du sposétte frésche frésche. ingordo.
spostà, v. tr., spostare. sprocetato:→ sprocedato.
spótico, spòtico, agg., disposto, libero: sò sprofonnà, v. intr., sprofondare || spro-
~, se cc’è bbisògno, a disposizione. fonnasse, v. rifl., 1. sprofondarsi, preci-
spozzà, v. tr., 1. attingere acqua da un pitare. 2. approfondirsi.
pozzo. 2. togliere liquido superfluo da sprofónno, s.m., precipizio, baratro.
un recipiente. sprolòchjo, s.m., sproloquio.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
574

spropesetato, sproposetato, agg., spro- spurà, v. tr., pulire: le tèste se spuràvono


positato. co la cénnere e ll’acéto (di recipienti di
spropià, sproprià, v. tr., espropriare. rame).
sproposetato:→ spropesetato. spurcià, v. tr., spulciare: va ~ la tu mà!,
spropòseto, s.m., 1. strafalcione. 2. (fig.) togliti di torno!, vattene!
enormità: prima ste spropòsete d’adès- spurgà, v. tr., 1. pulire: pijjamo na sac-
so n ze sentévono. chétta spurgata. 2. tenere le chiocciole
sproprià:→ spropià. a digiuno qualche giorno prima di cuci-
spròprio, s.m., esproprio. narle affinché emettano il muco || v.
sproveduto, agg., sprovveduto. intr., 1. perdere il sapore di legno nuovo
sprovisto, agg., sprovvisto || sprovista (a (di vaso vinario). 2. ammorbidirsi dei
la), loc. avv., alla sprovvista: ll’ha lupini messi a bagno. 3. liberarsi dalle
cchjappo ~. feci (detto del bestiame, tenuto una
sprucedato:→ sprocedato. giornata nel remissino del mattatoio,
sprufumataménte, avv., profumatamen- prima di esser pesato dal compratore).
te, a prezzo esoso. spurtéllo:→ sportéllo.
spuderatàggene, s.f., spudoratezza: c’ha spusalìzzio, s.m., sposalizio.
ppure la ~ de dillo n giro. sputà, v. tr., sputare || prov.: chi ssi sputa
spuderato, agg., spudorato. addòsso, nun vale mèżżo gròsso.
spulà, v. tr., togliere la pula. sputàccio, s.m., sputo: co no ~ t’affògo!
spulinasse:→ spollinasse. (minaccia scherz.).
spulinata, s.f., atto di spollinarsi. sputarèlla, s.f., 1. salivazione abbon-
spullizzicasse, v. intr. pron., spollinarsi. dante. 2. sputacchiare ripetuto.
spulmunì, spolmonì, v. tr., 1. fiaccare. 2. sputo, s.m., saliva: le vecchjétte che
(fig.) rovinare economicamente. ffilàvono, tenévono la fava déntro la
spuncicata, s.f., atto di pungere. bbócca, ppe ffacce fà lo ~ | magna pane
spunghettà, v. intr., esser colpita da pro- e ~, mangia pane senza companatico, è
lasso vaginale, rif. a una vacca. povero | sta attaccato co lo ~, di cosa
spuntà:→ spontà. che si stacca con facilità | ~ del cucco,
spuntàneo:→ spontànio. baviccia schiumosa che si trova al mat-
spuntatura, s.f., lo spuntarsi di un at- tino sull’erba in primavera.
trezzo || pl. spuntature, parti residue ar- sputtanà, v. tr., svergognare pubblica-
rostite del costato del maiale, mente.
rosticciana. spùzzola, s.f., 1. puzzola (Mustela puto-
spuntóne, s.m., 1. mozzicone di tronco ri- rius L.). 2. (fig., scherz.) bambina vi-
masto sul terreno. 2. sterpo. 3. spor- vace.
genza di terreno. 4. stoppie della canapa spuzzonà, v. tr., mettere in disordine.
restate sul campo dopo il taglio. 5. squaccósa, agg., di donna che si dà arie,
pezzo sporgente di ramo tagliato: quar- parla affettatamente.
cuno, quanno potava, lassava sti spun- squacquajjà, squacquarà, v. intr., schia-
tóne che sse vedévono, che le dicévono mazzare delle oche || Forme: Ind. pres.
attaccafiasche. 6 squacquàjjono.
spupazzà, v. tr., trastullare un bambino. squacquarà:→ squacquajjà.
Vocabolario
575

squadrasse:→ squatrasse (vd. squatrà). liquido versato.


squadrijja, s.f., squadriglia. squizzo, sguizzo, s.m., schizzo.
squajjà, v. tr., 1. fondere. 2. (fig.) rubare, ssaggià:→ assaggià.
sottrarre || squajjasse, v. intr. pron., 1. stà, v. intr., stare: statte bbène! | sta cóme
liquefarsi: (iron.) me ce squajjo tutto!, n cèsere, sta benone | stò ccóme m papa
mi ci scomodo. 2. (fig.) filare: quanno | ~ bbène de famijja, essere in buone
lo vìddono, se squajjòrno || squajjàs- condizioni economiche | sta fino!, po-
sela, v. intr. pron., svignarsela: féce vero te! | stà attènte! | ma statte zzitto! |
mèjjo a squajjàmmela. stam’a vvéde!, chissà | pò ~?, possibile?
squajjo, s.m., cioccolato fuso servito in | ~ ar ciòcco, lavorare assiduamente |
tazza. sta ssu la polizzìa, lavora come agente
squaraquijjà, v. intr., 1. schiamazzare di pubblica sicurezza | ~ apprèsso, se-
delle oche. 2. scherzare: qui nun zi guire dappresso | ~ m piède, vegliare |
squaraquijja! n c’è dda fà gnènte, pòe quanto stae?, quanto tempo impieghi? |
pure annà. sta ppiù dde llà che dde qquà, in fin di
squatrà, v. tr., 1. squadrare: ~ na trave. 2. vita | ~ a casa, trovarsi in casa | dó sta
scomporre la catasta: tòcca squatralla dde casa?, dove abita? | éssa sta a
la légna, dòppo avélla arrocchjata. 3. ccasa, la moglie è una casalinga | n ce
esaminare attentamente || squatrasse, sta ttanto co la tèsta, è demente | an-
squadrasse, v. intr. pron., incrinarsi (di nava a ~ co le ggenitóre, coabitare |
oggetto di metallo): la campana dil sentì cóme sta dde sale, assaggiare una
commune si squadrò, pirchè ndovinò pietanza, per controllare se occorre altro
che bbattéva ll’óre le tòcche dell’orlòg- sale | sta a mmoménte, arriva tra poco |
gio. lassate ~!, lasciate perdere! (a chi vuol
squatra1, s.f., squadra, strumento da mu- pagare una consumazione) | nun ce sta,
ratore e da falegname. non è d’accordo | pe la fèsta, ce stamo
squatra2, s.f., squadra, gruppo di persone: (ci teniamo) | ce sta pe bbellézza, non è
hò mmésso na ~ d’òmmene, ho assunto di nessun aiuto | se tu stésse bbène, sa-
una squadra di operai | na ~ de pallóne. rèbbe contènto ppur’io | lòro ndó stà-
squatrata, s.f., sguardo attento d’insieme: vono, che no lo vìddeno? | stacce tu! |
ll’ha ddato na ~ dal zottonzù sènza dì sta ggiórne, arriverà tra qualche giorno
gnènte. | stàtece più attènta n’antra vòrta! | se
squatrinato, agg., squattrinato. stav’attènte ll’ua, si sorvegliava | l car-
squatro (a), loc. avv., a) ad angolo retto; bignère lu stava attènte | ~ a le tacche
b) a quinconce (di piante, spec. olivi). de qualcuno, pedinarlo | nu stà ttanto,
squatróne, s.m., 1. squadrone. 2. (arc.) m’ariccomanno, fa presto, mi racco-
lunga sciabola del capo delle guardie mando | sta m pò pprima de telefonà, in-
comunali. dugia | stamo llì, non c’è molta
squizzà, sguizzà, v. tr., schizzare, spruz- differenza | sta óra pe óra, muore da un
zare || v. intr., muoversi velocemente. momento all’altro | è annato a ~ a
squizzata, s.f., schizzo: méttemece na ~ Rróma, si è trasferito a R. | ce stò ppòco
d’acquavita! apprèsso a le modernità | sta ssu la sua,
squizzettà, v. intr., far rumore, detto di un è riservato | state, state!, prego, rimanga
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
576

comodo! | ~ a li sètte cèle | nun è vvéro, staccà, v. tr., 1. spiccare: staccò n rici-
num pò ~ | quanto sta la verdura ògge?, piènte dal muro. 2. cogliere: stàccono n
quanto costa? | stacce, esser lucido di rampazzo le ragazzine, pò dóppo,
mente | ce state a ppartì ddomane?, quanno ll’hann’assaggiata m pò, le
siete d’accordo? | ce sta cóme ll’erbétta tòcca bbuttalla via, perch’è ccattiva | u
ma le porpétte, benissimo || prov.: più rrocimolétto staccàtelo piano piano, ma
ssémo e mmèjjo stamo | vò ~ bbène n sennò no spizzicate, che sta bbrutto a
giórno? pijja mójje! vò ~ bbène n anno? vvéda le rampazze spizzicate. 3. com-
ammazza l pòrco! vò ~ bbène sèmpre? prare il tessuto: sò stato dal mercante a
fatte prète! | chi sse ne sta dde pòco, ~ l vestito pe sposà. 4. togliere i fini-
vive bbène in ógni lòco || Forme: Ind. menti: ~ l zumaro || v. intr., smettere di
pres. 1 stò; 2 stae; 4 stamo | impf. 4 lavorare: quanno stacche la séra? |
stàvemo; 5 stàvete; 6 stàveno, stàvono | volémo ~ ch’è óra? || Forme: Ind. pres.
perf. 1 stétte, stiède, stièdi; 2 stèsti; 3 2 stacche; 6 stàccheno, stàccono | perf.
stétte, stiède; 4 stéssimo; 5 staste; 6 stét- 1 staccò; 6 staccònno | fut. 3 staccarà.
tono, stièdeno | fut. 2 starae | Cong. staccato, s.m., inizio della muratura ||
impf. 1 stasse; 2 stésse; 3 stasse | Cond. agg., cadenzato (di passo).
pres. 3 starèbbe; 4 staréssemo; 6 sta- stacchjà, v. tr., scheggiare || stacchjasse,
rébbeno | Ger. stanno. v. rifl., 1. scheggiarsi. 2. spezzarsi.
stabbaccà, v. intr., (gerg.) fottere. staccionataro, s.m., operaio costruttore di
stabbaccata, s.f., (gerg.) coito. stecconati.
stabbeleménto, stabboliménto, s.m., sta- stacco, s.m., acquisto del tessuto per un
bilimento. vestito (spec. per le nozze): fà lo ~ dal
stabbià, v. tr., letamare: ll’òrto gni anno mercante.
lo stabbiave, si cc’èra (se avevi il staccolà:→ scaccolà.
letame). staccolino, s.m., (infant., scherz.) chi si
stabbiaréccia, s.f., letamaio. toglie le caccole dal naso con le dita.
stabbiata, s.f., letamazione. staccóne, s.m., secondo operaio del
stabbilitura, s.f., secondo strato di in- gruppo di mietitori.
tonaco. staffa: pèrda le staffe, perdere il controllo
stàbbio, s.m., letame, concime organico: di sé | mó mmi védo che le staffe ll’évo
annav’a spanne lo ~ là ppell’òrto | ~ pèrze cóme Mmèo (frammento di stro-
pullino | careggià lo ~. fetta) | llà, prima d’annà ccasa famo l
stabbolì:→ stabbulì. bicchjère di la ~!
stabboliménto:→ stabbeleménto. staffasse, v. intr. pron., urtare le zampe
stabbulì, stabbolì, v. tr., 1. stabilire, fis- anteriori con le posteriori (del cavallo).
sare: rivà pprima dill’óra stabbolita. 2. staffo, s.m., 1. presacchio della vanga. 2.
fare il secondo strato di intonaco || stab- scaletta anteriore del carro agricolo.
bulisse, v. intr. pron., prendere resi- staffóne, s.m., persona disordinata: èjjela,
denza. va! éssa abbasta che bbutta la ròbba a
stacca, s.f., 1. puledra, femmina del ca- ttummellà, sta staffóna.
vallo. 2. (fig., scherz.) ragazza slanciata: staggionato, agg., stagionato: na formétta
na bbèlla ~. de càcio ~ de sè mése.
Vocabolario
577

staggióne, s.f., stagione: ròbba fòri ~ | n manga! (formula da gioco) || ~ (a), loc.
ce se capisce ppiù gnènte cu ste stag- avv., al minuto: vennévo l vino ~, ciovè
gióne | (dispr.) staggionàccia, stagione ddil mio || pl. stanche, stanghe: le ~ del
avversa per le coltivazioni || prov.: ~ carrétto, del tòrchjo, de le scale de
d’èrba, ~ de mmèrda (la pioggia ecces- légno.
siva favorisce la crescita del foraggio, stanchétta, s.f., braccio della stadera.
non del grano). stancóne, s.m., cattivo pagatore.
stagnà, v. tr., 1. rivestire di stagno: ~ la stangà, v. tr., 1. (fig.) punire. 2. (fig.) in-
callara. 2. ristagnare le commessure di fliggere un danno economico.
un recipiente: toccà portà la bbótte a ~ stanghétta, s.f., 1. traversa della sedia. 2.
ma la funtana || stagnasse, v. intr. pron., una delle quattro travi che sporgono sul
diventare stagno. lato anteriore e posteriore della base
stagnaro, s.m., 1. stagnaio. 2. idraulico. della macchina di santa Rosa. 3. (fig.)
stagnaròla, s.f., oliera, ampolla di latta facchino assegnato ad una stanghétta
dal becco lungo e sottile. della macchina di santa Rosa.
stagnata1, s.f., recipiente di latta rivestito stantile, istantivo, agg., stantio: nu lo
di stagno. sènte che ffiéta de ~?
stagnata2, s.f., sommaria stagnatura. stantilisse, v. intr. pron., diventar stantio:
stamane, avv., stamani. sta farina se stantilisce.
stampa, s.f., 1. matrice: se n’è ppèrza la stantilizzo, s.m., odore di muffa.
~, non esiste più. 2. impronta: si nu la stànzia, s.f., 1. camera. 2. magazzino a
piante, te dò no schjaffóne, te ce lasso la pianterremo: la ròbba da magnà pi
~. 3. zecca, officina in cui si coniano le ccasa se tenìa ma la ~ || dim. stanziétta.
monete: che tte créde?, mica c’hò la ~ starlà, v. tr., togliere il tanno: ògge stò a
de le quatrine io, che sta sèmpr’a ~ ll’ajjo mal disótto.
cchjède. starnutà, v. intr., starnutire: me vène
stampellóna, s.f., (iron.) donna dalle da ~.
gambe lunghe. starnutarèlla, s.f., starnutamento, serie
stampétta, s.f., attrezzo del calzolaio. prolungata di starnuti.
stampo, s.m., 1. matrice: na còppia de starnutèlla, s.f., vitalba fiammella (Cle-
fratèlle fatta cu lo stésso ~, identici di matis flammula L.), pianta spontanea
fisionomia. 2. arnese del maniscalco. velenosa, simile alla vitalba.
stanà, v. tr., 1. spegnere: bbevémo n goc- staro, s.m., 1. staio, misura di legno per
cétto pe ~ la séte, dissetarci. 2. arrestare aridi pari a kg. 32: l grano se misurava
lo scorrere di un liquido: ~ l zangue. 3. co lo ~. 2. misura di superficie agricola
ristagnare le commessure di un reci- pari a m2 1156.
piente: ~ la bbotte | vedéve li vase stasiato, agg., estasiato: ce remase ~ a
stanate ntórno le funtane (rif. ai vasi vvedélla passà.
vinari di legno pronti per la vendem- stàteva:→ stàtuva.
mia). stàtuva, stàteva, s.f., statua || dim. statu-
stanca, s.f., stanga: la nòtte usava a vétta.
mmétta la ~ a la pòrta, na ~ a ppuntéllo statuvine, s.f. pl., statuine: (infant.)
| (infant.) ~ ~, chi cc’è ssótto, c’ari- ggiocà a le bbèlle ~.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
578

stavòrta, avv., stavolta. ante, aperto in alto, che chiude il campo


stecazze, inter., che importa?: e ~ n ce le || dim. stenarèlla. 2. (scherz.) porta di
métte? casa: chjude la ~! 3. (fig., dispr.) donna
stécca, s.f., 1. pala stretta e lunga, per in- dalle gambe molto lunghe.
fornare pane di pezzatura minore. 2. stènna, stènne, v. tr., 1. tendere: se stènne
scheggia. la matassa | ~ le cape su la filagna | ~ la
stecchétte (a li), loc. avv., a stecchetto: li bbianchirìa sópra l filo | stinniva l lin-
tène ~ l fijje, li fa filare dritto. zòlo | ~ la mano, elemosinare. 2. esten-
stecchino, s.m., bambino gracile. dere. 3. spandere in terra. 4. (fig.)
stecchisse, v. intr. pron., irrigidirsi, uccidere || stènnese, v. intr. pron., sten-
morire: (imprec.) pòssa stecchitte! dersi: se stennì sul lètto | n òmo stéso
stecchito, agg., irrigidito per il gelo, di lóngo pir tèrra || Forme: Ind. pres. 3
panno steso ad asciugare d’inverno: li stènne; 6 stènneno, stèngono, stènnono
carzóne sò stecchite cóme l baccalà. nu | impf. 3 stennéva, stinniva | perf. 3
le toccà che sse róppono! stennì, stinnì | Cond. pres. 1 sten-
stécco, s.m., uomo magrissimo. narèbbe | P. pass. stéso.
steccóne, s.m., 1. fagiolo dall’occhio, da stennardo, stinnardo, s.m., stendardo.
cogliere piccolo. 2. (fig.) giovane stennardóne, s.m., (fig.) spilungone.
cresciuto in fretta: è nu ~, me pare n ar- stennarèllo, s.m., (raro) matterello.
bùccio. stènne:→ stènna.
stégna:→ stégne. stennino, s.m., stenditoio, attrezzo per
stégne, stégna, v. tr., spegnere: stégne l stendervi i panni ad asciugare.
lume! || stégnese, v. rifl., spegnersi: l stennipanne, s.m., stenditoio, attrezzo per
fòco s’è sténto. stendervi i panni ad asciugare.
stélla, s.f., 1. stella: ~ bbèlla, Venere: lèva stentarèllo, stenterèllo, s.m., 1. (scherz.)
la ~ | ~ cu la cóa, cometa || dim. stel- ragazzo gracile. 2. persona magra, con-
létta, favilla che sprizza dal fuoco: l sumata dal lavoro.
fòco fa le stellétte. 2. (gerg.) soldo: qui sténte (a), loc. avv., a fatica.
sse fa nnòtte e n ze véde manco na ~ | stenterèllo:→ stentarèllo.
stellétta (a la), loc. avv., a ciel sereno: sténto1, agg., scolorito.
dormimo ~. sténto2, p.pass e agg., spento.
stellato, s.m., cielo stellato | dim. stel- stenzióne, s.f., estensione: s’allargava pe
latèllo, cielo notturno quasi limpido, na ~ de chilòmetre.
dove sono visibili alcune stelle. stepidì, stiepidì, v. tr., stiepidire.
stellino, s.m., cavallo con una macchia stepidita, s.f., atto di stiepidire: li dà
bianca in fronte. na ~.
stèma, s.f., stemma. stermenà, v. tr., sterminare: le veléne
stèmio, agg., (rec.) astemio. ll’hanno stermenate ll’ucèlla.
stemparà, v. tr., temprare il metallo. sternasse, v. intr. pron., ritornare.
stemporalata, s.f., temporale improvviso, sterpà, v. tr., svellere pruni e sterpi.
violento e di breve durata. sterpara, s.f., sterpaglia.
stemporànio, agg., estemporaneo. sterpóne, s.m., 1. grosso sterpo: tutte ster-
sténa, s.f., 1. portone alto di tavole a due póne sò. 2. (fig.) uomo alto e magro.
Vocabolario
579

sterrà, v. tr., 1. sterrare. 2. pulire gli at- stira, nell’espr.: fà la ~, scherzo violento
trezzi agricoli dalla terra. in cui si strizza il membro virile di q.no.
sterratóra, s.f., ralla, sterratore. stirà1, v. tr., 1. stirare. 2. distendere le
stèrta, stérta, s.f., 1. (arc.) strato circolare membra || stirasse, v. intr. pron.,
di covoni disteso sull’aia per essere pe- sgranchirsi.
stato dai cavalli. 2. grossa quantità, stirà2, nell’espr.: ~ le cianche, ~ l calzino,
sciorinamento. ~ le zzampe, morire | stira le zzampe
sterzà, v. tr., spostare, togliere: bbeso- cóme n cardellino, muore.
gnava sterzalle, méttele m mòdo che sse stirafèrro, s.m., ferro da stiro.
mpicciàvono, se tiràvono ndiètro (rif. ai stirarèlla, s.f., 1. languore: c’hò la ~ de
sassi nel maceratoio). stòmmoco. 2. stiramento delle membra.
stésa, s.f., grossa quantità, sciorinamento. stirata, s.f., atto di sgranchirsi: se dà na ~,
stià, inter., grido per scacciare o incitare quanno s’arza.
bestie. stirmìnio, s.m., sterminio.
stia, s.f., 1. rispostiglio. 2. porcile. 3. (fig., stirpa, s.f., stirpe: difatte adèra pròpio
dispr.) abitazione sporca. di ~.
sticchenigge, s.m., (dispr.) individuo stìtico, s.m., avaro.
molto magro. stituzzióne, s.f., istituzione.
stièna, s.f., schiena, dorso: me sènto la ~ stivale, s.m. pl., (fig., euf.) testicoli: nu
ndolita. mme róppe le ~!, non seccarmi! || m par
stienale, s.m., schienale. de ~!, niente affatto!
stiepidì:→ stepidì. stivalóne, s.m., stivale alto di gomma da
stiepidito, agg., tiepido. lavoro.
stignà, v. tr., 1. togliere una cattiva abitu- stizzà, v. tr., battere un tizzo, per provo-
dine. 2. costringere all’obbedienza. care la fiamma: ~ l fòco cu lo spito.
stigne, v. tr., stingere: sta tènna r zóle la stizzarèllo, s.m., 1. litigioso. 2. persona
stigne tutta || stìgnese, v. intr. pron., suscettibile.
scolorire. stizzasse, v. intr. pron., 1. offendersi. 2.
stillà, v. tr., stillare. rompere i rapporti di amicizia: se
stillo, s.m., pugnale || dim. stillétto. stìzzeno pe na stronzata e n ze pàrlono
stilóso, agg., elegantone. ppiù ll’ann’e ll’anne.
stimà, v. tr., stimare: n ce lu stimavo prò- stizzo, s.m., segmento terminale delle ver-
pio. tebre della coda del gatto: levà lo ~.
stimmolà, v. tr., stimolare. stizzonà, v. tr., battere un tizzo per pro-
stìmmolo, s.m., stimolo || prov.: lu ~ di la vocare la fiamma.
mattina fa ccòmodo pi la séra. stó, stu, agg.dim., questo: ~ strónzo che n
stinco, s.m., attrezzo di calzolaio. zè antro! | ma guarda tu ~ scémo! | co ~
stinnardo:→ stennardo. cazzo lu fò! | st’àrbero | ~ fusto te lo
stiòppo, s.m., (arc.), fucile. dice, il sottoscritto | sta vècchja | ste re-
stìpeto, stìpito, s.m., stipite: ha ntruppato gazze | sti fijje, questi bambini | sti còse
lo ~ quanno ggirava. | st’avvocate | cu sti chjare de luna che
stipici, inter., (triv.) che importa? ccómpre? | a st’óra, a quest’ora | pe sta
stìpito:→ stìpeto. vòrta lassamo pèrda | stu pèzzo de
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
580

cazzo! || Forme: f. sta, m. e f. pl., sté, sti. stoppolàssene, v. intr. pron., non curarsi,
stolino, stulino, s.m., stoino, stuoia avvol- infischiarsi: me ne stóppolo, me ne in-
gibile da finestra: tira ggiù lo ~ che cc’è fischio.
l zóle. stoppolóne, s.m., stoppione (Cirsium ar-
stòlo, s.m., (citt.) stuolo. vense Miller).
stolzà:→ storzà. stoppóne, sopr.
stomacóso, stomicante, stommacóso, stòrce, v. tr., storcere: ~ l naso, a) esitare;
agg., stomachevole, nauseante. b) agire di malavoglia | ~ la bbócca, far
stòmeco:→ stómmico. boccacce || v. intr., avere il restio (detto
stomicante:→ stomacóso. di cavallo) || stòrcese, v. rifl., contorcersi
stommacà:→ stommicà. || v. intr. pron., slogarsi: me sò stòrto na
stòmmaco:→ stómmico. zzampa, mi sono slogato un piede.
stommacóso:→ stomacóso. storcignà, storcinà, sturcinà, v. tr., rad-
stómmeco:→ stómmico. drizzare.
stommicà, stommacà, v. tr., disgustare: storcinà:→ storcignà.
me stómmica | c’è rrimasto stommicato. store:→ stório.
stómmico, stòmeco, stòmmaco, stóm- stòria, s.f., foglio volante con il testo di
meco, stòmmeco, stòmmoco, stòmoco, un racconto in ottave: ggirava ll’osterie
s.m., 1. stomaco, epigastrio: la bbócca pi vvénna le stòrie.
de lo stòmmico, l’apofisi xifoide, car- stório, stóre, s.m., storno (Sturnus vulga-
dias | magna tutta ròbba pesante, che tte ris L.).
se métte su lo ~, difficile da digerire | me stornavèllo, s.m., trottolina di legno con
sta su lo ~ quél cristiano, lo detesto | punta di metallo, che si fa girare svol-
num bévo mae a ~ vòto, a digiuno | na gendo rapidamente uno spago avvolto
puzza che ffà rrivortà lo ~ | te fa vvenì le intorno ad essa.
fòrze de ~. 2. (fig.) vigore: llì bbiso- stórno (a), loc. avv., a stormo: sonà le
gnava èssa òmmene de stòmmoco campane ~.
bbòno, sennò mettéva soggezzióne, in- stortignàccolo, s.m., (dispr.) uomo dalle
timoriva (rif. allo sforzo per sollevare gambe storte.
un sasso enorme). stòrto: ~ cóme la vitàbbia.
stòmmoco:→ stómmico. stortura, s.f., atto contrario a giustizia.
stòmoco:→ stómmico. storzà, stolzà, v. intr., 1. sussultare. 2.
stoppaccià, v. tr., 1. scoprire un tranello. schizzare via: le castagne storzònno via
2. scoprire le intenzioni altrui. 3. sco- da la tièlla. 3. scartare, spostarsi bru-
prire il compagno (al gioco del na- scamente di lato: r cavallo co gnènte
scondino): ll’ha stoppacciato | è stop- stórza.
pacciato Ntògno! storzata, s.f., sobbalzo.
stopparèlla, s.f., qualità scadente di stórzo, 1. sobbalzo. 2. scarto, movimento
stoppa: la ~ ll’addopràvono pe ffà cco- brusco e improvviso di un animale: l
cin’e mmatarazze. zomaro dava cèrte stórze! || accr.
stòppe, s.m., stop. storzóne.
stóppio, s.m., stoppie del frumento: fo- stotarà, stoterà, stotorà, v. tr., sgranare la
cave lo ~, dòppo fatta la ròsta. pannocchia: domane stotaramo l
Vocabolario
581

granturco. le stracce vanno sèmpre pir ària | li


stoterà:→ stotarà. stracce prima si bbùtteno e ppò s’aripìj-
stoteratura, s.f., sgranatura delle pan- jano. 2. (fig.) nuvola striata, filacciosa,
nocchie. portata dalla tramontana: cèlo a stracce,
stotorà:→ stotarà. con leggere nuvole sparse.
stozzà, v. tr., fare a pezzi, detto del pane. straccióso, agg., 1. (fig.) filaccioso: le
stòzza, s.f., (gerg.) cibo: guadagnasse la nùvole straccióse, s’allùngheno m pò.
~, lavorare per vivere. 2. (fig.) in cui sono in sospensione im-
strabballà, v. intr., traballare (di veicoli). purità (rif. a vino).
strabballerina, s.f., donna leggera. stracco: ~ mòrto, sfinito | me sènto ~
strabbarzóne, s.m., scossa violenta || cóme uno n guèrra dòppo na bbattajja
avv., barcolloni, di ubriaco. | co ttutto ch’è ~ ncóra lavóra | ~ da
stràbbico, agg., strabico. campà.
strabbuggeràssene, v. intr. pron., (euf.) stracòce, v. tr., stracuocere.
infischiarsene. stracórre, v. intr., trascorrere: la fèsta è
stracca1, s.f., sottocoda di cuoio, fini- ggià stracórza.
mento che passa sotto la coda stradà, v. tr., instradare, insegnare il me-
dell’asino. stiere.
stracca2: ~ (a la), loc. avv., pigramente: strada: ~ bbianca, strada sterrata | ~ sfar-
lavorà ~. data, strada asfaltata | mdd. ch’adè la ~
straccà, v. tr., stancare || straccasse, v. dell’òrto? (si dice a chi passa abitual-
intr. pron., stancarsi: pure lòro se strac- mente sul terreno altrui oppure di chi
còrno | s’éra straccato che n ze sa | làs- sceglie una soluzione facile) | lassà le
solo chjacchjerà, prim’o ppòe se còse a mmèżża ~, in sospeso | portà ssu
straccarà. la cattiva ~, sulla via del vizio || ~ (pe),
straccale, s.m. pl., bretelle. loc. avv., a) in strada; b) strada facendo;
stracchézza, s.f., stanchezza. c) nel corso del tempo: quarche vvita
stracciabbrache, s.m., salsapariglia (Smi- mòre sèmpre ~, qualche vite si secca ||
lax aspera L.) || ~ (a), loc. avv., in pes- pèrdese la ~ de casa, ritardare || ~ nòva,
sime condizioni: è rridótto ~. odon., Via Cavour || ~ de la Madònna
stracciafregàssene, v. intr. pron., (euf.) de Loréto, Via lattea || prov.: chi llassa
infischiarsene. la ~ vècchja pi la nòva, con quarche
stracciaròlo, s.m., cenciaiolo: ~, dònne! malanno s’aritròva | tutte le strade pòr-
stracce, scarpacce, rame ottóne pióm- ton’a Rróma.
bo! (grido di richiamo). stradajjòlo, agg., detto di bambino di
stràccio, s.m., 1. cencio: sò rridótto cóme strada, di monello.
no ~ | (antifr.) che ~ de fèsta!, che me- stradata:→ stratata.
raviglia di festa! | si cche ~ d’imbroj- stradèlla, stradélla, s.f., stradéllo, s.m.,
jóne! | lo sènte che stràcce de callo?, 1. sentiero. 2. viottolo, stretto passaggio
che sorta di calore intenso? | sto strac- nel campo.
ciarèllo de signóre | pagà a stracc’e stradéllo:→ stradèlla.
bboccóne, a lunga scadenza | e ndo vae, stradóne, s.m., 1. viottolo erboso, che at-
a stracce? (nel gioco delle carte) || prov.: traversa un campo coltivato. 2. passag-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
582

gio tra proprietà diverse in campagna || su la capòccia ll’ha stramortito.


dim. stradoncèllo. strampicóne, s.m., 1. mozzicone di
strafegàssene, strafregàssene, v. intr., in- pianta tagliata alla base: pir tèrra c’è
fischiarsene. rrimasto quarche ~. 2. sterpo. 3. ce-
strafigurato, agg., trasfigurato. spuglio. 4. (fig., scherz.) persona che in-
straforato, agg., 1. traforato, detto della ciampa spesso.
rocca per filare. 2. con crepe, di casa strangujjóne, s.m. pl., convulsioni.
fatiscente. stranì, v. tr., far innervosire: no lo strillà!,
straformà, v. tr., trasformare. lo stranisce quél fijjo || stranisse, v. intr.
straformato, agg., 1. trasformato. 2. (fig.) pron., 1. innervosirsi. 2. diventare di
deforme: è mmèżżo ~, porétto. cattivo umore.
strafóro (de), loc. avv., a) di nascosto; b) straniato, agg., estraneo: li nòve venute
di frodo. sò m pò straniate e ddivèrze (rif. alle
straforóne, s.m., individuo guardingo, persone trasferitesi dall’esterno nel
sornione. quartiere di Pianoscarano).
strafóttesene, v. intr. pron., (euf.) infi- stranita, s.f., 1. scarica di busse. 2. atto di
schiarsene. afferrare una donna senza riguardo: jje
strafregàssene:→ strafegàssene. la darèbbe na ~ man quélla.
strafugasse, v. intr. pron., 1. divorare. 2. stranito, agg., 1. innervosito: sta creatura
strozzarsi: strafùghete, ngórdo! (forma me pare stranita. 2. di cattivo umore.
interiettiva rivolta a persona che man- stranuto, s.m., starnuto.
gia avidamente). strapazzà, v. tr., 1. strapazzare. 2. mal-
stragge, s.f., strage: stanòtte la faina ha trattare. 3. redarguire || strapazzasse, v.
ffatto na ~ de galline. intr. pron., strapazzarsi, stancarsi.
stragnèro, s.m., straniero. strapazzata, s.f., atto di afferrare una
stragòde, v. intr., stragodere. donna senza riguardo.
stragranne, agg., stragrande. strapazzóna (a la), loc. avv., in disordine:
strajjato, agg., sdraiato. bbutta llà la ròbba ~.
stralevitasse, v. rifl., superare il punto strapèrde, v. intr., sperdere.
giusto di lievitazione. strapiantà, v. tr., trapiantare.
stramaccióne, s.m., 1. strame di fieno. 2. strapianto, s.m., trapianto.
(fig., dispr.) individuo deforme. strapiommà, v. intr., strapiombare.
strameżżà, v. tr., togliere la metà, di- strapiómmo, s.m., strapiombo: na casa a
videre in due parti un peso: pe ppor- ~ sul mare.
tallo, è mmèjjo a strameżżallo sto sacco. strapontino, s.m., strapuntino.
strameżżata, s.f., atto di togliere la metà straportà, v. tr., 1. trasportare. 2. portar
del contenuto di un recipiente. via, spazzare: l vènto strapòrta li nùgole
stramo, s.m., 1. fogliame: lo ~ de le pa- || Forme: Ger. straportanno.
tate se lassa llì pper tèrra (parte epigea strapòrto, s.m., 1. trasporto: lo ~ de la
della pianta costituita da foglie e fusto). máchena (rif. alla macchina di santa
2. (coll.) resti della battitura dei legumi Rosa). 2. corteo funebre.
secchi. strappà vvia, v. intr., tirare a campare ||
stramortì, v. tr., tramortire: co na bbòtta ~ (a), loc. avv., velocemente, senza
Vocabolario
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troppa cura: na còsa ~. ce vòle lo ~ de varechina.


strappacòre, s.f.., sigaretta economica strattorà, trattorà, v. tr., lavorare il ter-
molto forte || ~ (a), loc. avv., con voce reno con il trattore.
sguaiata: cantà na canzóna ~. strattorata, s.f., aratura fatta con il trat-
strappaggiàccole, s.m., 1. persona inca- tore.
pace. 2. persona trasandata. stravaccasse, v. rifl., stravaccarsi.
strappalenzòle, agg., di peto deflagrante, stravéda:→ stravéde.
rumoroso. stravéde, stravéda, v. intr., travedere:
strapparèlla, s.f., languore di stomaco. stravéde pel fijjo, chissà che ffarèbbe |
strappata, s.f., 1. aiuto, opera prestata ad ll’ha ffatto ~, stupire || s.m., cosa mai
altri. 2. azione fatta alla meglio. vista: li fécero véde lo stravéda, lo stra-
strappatura, s.f., sforzo muscolare. biliarono.
strappino, s.m., 1. arruffone. 2. operaio o stravèria, s.f., improvvisa modifica del
artigiano mediocre. 3. automobilista percorso, scarto.
inesperto. stràzzio, s.m., tormento: che ~ a sentilla
strappo, s.m., (rec.) passaggio in auto- lamentasse dal dolóre?
mobile: me lo dae no ~? strefolà1, v. tr., fregare, strofinare.
straripà, v. tr., 1. gettare dalla ripa. 2. strefolà2, v. tr., rompere un trefolo della
(fig.) rovinare || v. intr., straripare. corda.
strascicà, v. tr., strascicare. strefolàccio, s.m., straccio: ll’ha rridótto
strascicóne, avv., strasciconi. no ~, in pessime condizioni.
strascinà:→ trascinà. strefolasse, v. intr. pron., 1. sfilacciarsi, di
strascinato, agg., 1. ripassato in padella: fune. 2. strofinarsi addosso. 3. rotolarsi
bbròccole strascinate. 2. cotto al forno in terra, dell’asino. 4. (fig.) ingraziarsi
con solo sale: la pizza strascinata. il favore altrui, adulare.
strascino, s.m., 1. corteo: riva lo ~ de la strefolata, s.f., atto di rotolarsi in terra.
spòsa. 2. codazzo: ll’annav’apprèsso no stréga, striga, s.f., 1. fibra di canapa. 2.
~ de cristiane. 3. estrazione della ca- legame del fascio di canapa.
napa dal maceratoio. strégna, strégne, strigna, strigne, v. tr., 1.
strascinóne, avv., strasciconi: le dònne stringere: ~ le déta | la su mà li strégne
annàvono cu li vèste ~. al còre | ce vò la mano fòrte, pe strégna
strasecolà, v. tr., trasecolare: sò rremaste | ~ la cigna, tirare la cinghia | no la
strasecolate. strégna tròppo! | strégne l culo, allarga
stratà, v. tr., 1. abbattere al suolo: quér le dènte! | l tèmpo strégne | strégnala!,
ventàccio de jjère ll’ha stratate tutte (di stringila! 2. restringere un abito. 3. pre-
frutta). 2. gettare || stratasse, v. rifl., mere con le mani la massa del latte
sdraiarsi: me sò stratato llà che m me rappreso || v. intr., 1. inaridirsi: la tèrra
reggévo dritto. è ffrésca, nu strégne quanno che ffa,
stratata, stradata, s.f., 1. grande quantità quando il grano matura. 2. concludere:
di frutta abbattuta al suolo. 2. dissemi- quanno vae a ~, n ce tròve gnènte | e
nazione: ha ffatto na ~ de grano, ll’ha ffòrza, nu la fà ttanto lónga, strégne! ||
spaso tutto n giro. strégnese, v. rifl., appassire: ll’oliva se
stratto, s.m., estratto: pe mmannallo via strégne, è sciutta || Forme: Ind. pres. 3
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
584

strégne | impf. 6 stregnévono. strìgolo, s.m., strigolo (Silene inflata L.):


strégne:→ strégna. co le strìguele ch’hò ccòrto ce famo la
stregnitóra, s.f., parte del basto che lo frittata.
tiene fermo sulla groppa della bestia. strijja, s.f., striglia.
strégo, s.m., (scherz.) stregone, chi opera strijjà, v. tr., strigliare.
malefici. strijjata, s.f., 1. passata di striglia. 2. (fig.)
stregognà, stregugnà, v. tr., ammaliare, rimprovero severo.
affatturare: mó te stregógno! (minaccia strijjòzzo, s.m., strillozzo (Emberiza ca-
rivolta ad un bambino). landra L.).
stregognato, agg., 1. colpito da incante- strillà, strellà, v. tr., sgridare || v. intr., 1.
simo. 2. (fig.) stravolto. gridare: strilla cóme n ossèsso. 2. stri-
stregugnà:→ stregognà. dere || (d.) a ~ è ssèmpre la pèggio ròta
strellà:→ strillà. dil carro || Forme: Ind. pres. 6 strìlleno
strème, s.m. pl., estremi: adè all’ùrteme | perf. 6 strillònno | Ger. strillanno.
strème, sta ppe mmorì. strillóne, s.m., chi parla a voce molto alta.
streminzito, agg., del grappolino con strina, s.f., 1. freddo pungente e improv-
acini radi e piccoli. viso, che brucia le colture. 2. vento vio-
strénta, s.f., azione di torchiare. lento e gelido di tramontana. 3. forte
strepidóso, agg., strepitoso. gelata.
strèppe, s.m., one step, tipo di ballo. strinà, v. intr. impers., 1. nevischiare. 2.
strétta, s.f., 1. azione di torchiare. 2. far freddo intenso || v. tr., 1. gelare: fa n
quantità di uva torchiata in una volta. 3. fréddo che tte strina. 2. far inaridire (del
vino ricavato dalla torchiatura. 4. colpo freddo eccessivo o improvviso, rif. a
decisivo: fòrza rigà, dàmole llà na ~! 5. piante e colture erbacee): sto fréddo le
improvviso calore eccessivo che, in pre- strina ll’oliva.
senza di nebbia, causa l’arresto di cre- strippà, v. tr., sventrare.
scita dei cereali, che si seccano senza striscétta, s.f., strisciolina.
granire. striscià, v. tr., 1. sfregare: s’arrampicava
strettomicina, s.f., streptomicina. striscianno le còsce mal palo | llì dó se
strettóra, s.f., strettoia. strisciàvono le manciate del cavarèllo,
stricà, strigà, v. tr., 1. strigare. 2. sgrovi- c’arimanéva sótto sèmpre m pò de cà-
gliare: strigàtevele da valtre! || stri- nepe, che sse staccava da la manciata |
gasse, v. intr. pron., 1. districarsi, ca- striscià a ccórpe de scótala da la parte
varsi d’impaccio. 2. pettinarsi i capelli del tajjo. 2. togliere con le mani la cor-
aggrovigliati. teccia ai vimini || v. intr., scivolare ||
stricata, s.f., atto di strigare. strisciasse, v. rifl., comportarsi con ser-
stricchinina, s.f., stricnina. vilismo: n zò bbono a strisciamme co
stride, v. intr., garrire della rondine: li nnessuno.
róndene stridéveno. strìscio, trìscio, s.m., striscio: ~ (a), loc.
strigà:→ stricà. avv., a) rasente: m’è ppassato ~ ttrìscio;
striga:→ stréga. b) strisciando (rif. allo spostamento dei
strigna:→ strégna. sassi nel maceratoio) || ~ (de), loc. avv.,
strigne:→ strégna. di striscio: ll’ha ppréso ~, sfiorandolo
Vocabolario
585

appena | pe alliscià e ffallo scajjà e annà stroncata, s.f., atto dello spezzare.
vvia, se menava ~ a ffianco del caval- stroncatóro, agg., detto di una lunga sega
létto (rif. al fusto della canapa) || inter., a lama libera, con due impugnature alle
dichiarazione al gioco del tressette: trì- estremità, manovrata da due uomini,
scio e bbusso! usata per segare grossi tronchi d’albero:
striscióne, avv., strasciconi. segóne ~.
stròfa, s.f., breve componimento in versi, stronchézza, s.f., (raro) stanchezza.
usato sovente in tenzoni poetiche || dim. stroncicóne, struncicóne, s.m., 1. persona
strofétta. che inciampa spesso. 2. chi trascina i
strofinasse, v. rifl., 1. strofinarsi. 2. (fig.) piedi. 3. persona dalle gambe storte.
comportarsi con servilismo, adulare. strónco, agg., 1. sciancato, storpio. 2.
strogòto, strugòto, agg., ostrogoto || parlà malridotto. 3. sfinito. 4. mozzo, di torre.
~, una lingua incomprensibile: ma che stroncóne, s.m., 1. attrezzo da taglio. 2.
pparlo ~ che num me capisce? (dispr.) individuo goffo.
stroito:→ strovito. stronomìa, s.f., astronomia.
stròlaca, stròleca, s.f., 1. indovina, fat- stronzàggene, s.f., stupidità.
tucchiera. 2. (fig.) megera. stronzata, s.f., sciocchezza.
stròleca:→ stròlaca. strónzo, s.m., 1. deiezione (spec. di per-
strolecà, strolegà, strolicà, v. tr., 1. in- sona, maiale, cane). 2. (fig.) cretino:
dovinare. 2. presagire. 3. escogitare: bbrutto ~ cacato pe ffòrza! (insulto) ||
nun zò che ~ pe ppranzo, cosa cucinare dim. stronzétto: fa lo ~, si comporta in
| ggià nn’éva strolecata n’antra nòva | modo odioso.
(d.) una ni pènza e n’antra ni stròlica. 4. stroppià, struppià, v. tr., 1. storpiare: lo
inventare: hanno strolicato na massa de stroppiamo ll’itagliano nóe. 2. azzop-
màchine || strolicasse, v. intr. pron., pare. 3. (fig.) rovinare || stroppiasse,
scervellarsi. struppiasse, v. intr. pron., diventare stor-
stròleco, stròlego, stròlico, stròligo, s.m., pio.
1. indovino. 2. (fig.) guaritore. stroppiato, struppiato, agg., 1. storpiato,
strolegà:→ strolecà. deformato nelle membra. 2. (fig.) pro-
stròlego:→ stróleco. nunciato in modo errato. 3. (fig.) goffo:
strolicà:→ strolecà. va n giro co n vistito ~.
stròlico:→ stróleco. stróppio, strùppio, s.m. e agg., storpio.
stròligo:→ stróleco. strovì, struì, v. tr., istruire || strovisse, stru-
strómbolo, agg., (euf.) stupido. isse, v. rifl., istruirsi.
stroménto, sturménto, s.m., strumento: io strovito, stroito, struito, strutto (scherz.),
pi stroménto sonavo la mandòla | le struvito, agg., 1. istruito, cólto: è na
stroménte ll’artiste se le pòrton’ap- perzóna struvita. 2. chi ha frequentato
prèsso. le scuole superiori.
stroncà, struncà, v. tr., 1. spezzare: se strozzà, v. tr., 1. legare molto fortemente.
strónca co le mano a ppèzze granne e 2. strozzare. 3. (fig.) ingoiare, inghiot-
ppìccole, secónno cóm’uno le vò. 2. tire: ll’òjjo fòrte no lo stròzze (dell’olio
(fig.) fiaccare, sfinire || stróncasse, v. troppo acido). 4. (fig.) soffocare: ll’èl-
rifl., spezzarsi: s’èra strónca la còrda. lara le stròzza le piante || strozzasse, v.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
586

rifl. e intr. pron., 1. divorare: s’è stroz- strùppio:→ stróppio.


zato sù gnicòsa ésso, s’è mmagnato struscià, v. tr., sfregare: le bbandierétte
tutto. 2. soffocarsi: a mmoménte se de carta è l vènto chi le strùscia || stru-
strozzava | te pòssa strozzà, quanto sciasse, v. rifl., adulare q.no, per otte-
magne! || prov.: chi mmagna da solo, se nerne i favori.
stròzza | quéllo che nu stròzza, ngrassa. strusciata, s.f., segno superficiale fatto
strozzacavallo, s.m., grano selvatico (Da- col piccone sul terreno prima dello
sypyrum villosum L. - Borbas). scavo.
strozzaprète, s.m. pl., gnocchetti di sola struscicóne:→ struscinóne.
farina, molto duri, che vengono conditi struscinóne, struscicóne, struscióne, avv.,
con pecorino. 1. carponi. 2. strasciconi.
strozzinà, v. intr., prestare denaro a inte- strùscio: ~ (de), loc. avv., di striscio.
resse esoso. struscióne:→ struscinóne.
strozzino, s.m., (raro) esofago. strutto (scherz.):→ strovito.
strozzóne, s.m., persona golosa. struvito:→ strovito.
strùccio, s.m., spicchio: no ~ d’ajjo ce sta struzzióne, s.f., 1. istruzione. 2. addestra-
bbène. mento militare. 3. insegnamento.
struffajje, s.f. pl., 1. cianfrusaglie: pijja stu:→ stó.
sù ttutte li ~ che nnamo! 2. attrezzi di- stuccà, v. intr., accordarsi sul prezzo; ven-
versi. dere in blocco || stuccasse, v. intr. pron.,
strùffolo, strùfolo, s.m., dolce fritto di stuccarsi, annoiarsi.
carnevale, castagnola: me sa mmijjanno stùcchjo, s.m., acero campestre (Acer
de fà na magnata de strùffole. campestris L.).
struffóna, s.f., (dispr.) donna trasandata. stucco (a), loc. avv., a) a prezzo fermo,
strufinà, v. tr., sfregare || strufinasse, v. senza misurare o pesare: fam’a ~, sènza
intr. pron., sfregarsi: ~ ll’òcchje. sta gguardà l capéllo; b) in blocco.
strufinata, s.f., strofinata. stucinà, v. tr., 1. togliere il tappo. 2. sfru-
strufolà, v. tr., sfregare: se métte l zale, se conare: ~ la pippa ntartarita.
strùfola, dòppo se pulisce dal zale. ce se studià, v. tr., 1. studiare. 2. (fig.) escogi-
métte la mòrca dell’òjjo (rif. al formag- tare: ll’éva studiata bbèlla, mica nò | ha
gio) || strufolasse, v. intr. pron., sfre- studiato mal libbro dil futtutonculo, è un
garsi. furbone || Forme: Ind. pres. 2 stùdie | P.
strùfolo:→ strúffolo. pass. studiato, stùdio.
strugge, v. tr., struggere. stùdie, s.m. pl., studi.
strugòto:→ strogóto. studiènte, s.m., studente: me pajje no ~,
struì:→ strovì. cu sti libbre sótt’al bràccio.
struisse:→ strovisse (vd. strovì). stufa, s.f., locale caldo a fianco del forno,
struito:→ strovito. dove si lascia lievitare la pasta.
struncà:→ stroncà. stufà, v. intr., annoiare: uffa, mó c’ha
struncicóne:→ stroncicóne. stufato, ci hai annoiato || stufasse, v. intr.
struppià:→ stroppià. pron., annoiarsi.
struppiasse:→ stroppiasse (vd. stroppià). stufarèllo, s.m., incostante, chi si stanca o
struppiato:→ stroppiato. si annoia presto di tutto.
Vocabolario
587

stufaròla, s.f., tegame di terracotta o di le vèspe n ze pònno ~. la mattina prèsto


rame stagnato a due manici e con co- che ssò nfreddolite, co na canna co la
perchio. fiàccola n cima se bbrùceno ll’ale e
stulino:→ stolino. vvanno tutte pe ttèrra || prov.: nu
stullo, s.m., stollo del pagliaio. stuzzecà l cane chi ddòrme. 3. attizzare
stupèndio, s.m., (raro) stipendio. il fuoco. 4. (fig.) incitare.
stupènno, agg., stupendo. stuzzicarèllo, s.m., rivalità: c’è m pò de
stupetàggene, s.f., stupidaggine. ~ tra n quartière e ll’altro || agg., liti-
stùpeto, s.m., stupido: (scherz.) parlamo gioso.
no ~ pi vvòrta!, uno alla volta | stu ~ che stuzzichino, agg., di ragazzo inappetente.
n zi pòco! || prov.: n c’è ppèggio còsa su pper giù, loc. avv., all’incirca.
che nnasce stùpete | pi le stùpete nun c’è su, nzu, sun, sur, prep., su: se véggono ~
mmedecina. st’óra, a quest’ora circa | nzu na spalla
stupì, v. intr., (lett.) stupire: stupìsciono. | sur un sasso | sun quél càrico di légna
sturà, v. tr., 1. stasare. 2. togliere il tappo: | sun tre ccanne || sul, su lo, sur, su la,
mi sò sturato l mi sciampagna | te sturo sull’ (m. e f. davanti a voc.), su le (m e
ll’orécchja si vvèngo llà (espr. di mi- f. pl.), prep. art.: ~ la pòrta, sulla soglia
naccia). 3. accendere un fiammifero. | sul fòco | n cazzòtto sul muso | co le
sturbà, v. tr., 1. sconvolgere. 2. di- cannéle su le mano, in mano | m’avéte
sgustare: llatte nu lo soppòrto, me visto su la finèstra, affacciato alla fine-
sturba || sturbasse, v. intr. pron., 1. venir stra | la méssa la guardo ~ la tele-
meno. 2. stupire || v. intr. recipr., venire visióne, alla TV | ll’hò mmésso sur
in disaccordo: da anno se sò sturbate, comò | ll’ucèlle sull’àrbere | rivò sul-
mica se pàrlono. l’óra del pranzo.
sturbante, agg., (rec.) meraviglioso. sù, só1, sune (raro), avv., su: arrivàvono
sturbato, agg., 1. svenuto. 2. offeso. 3. in sù dde qquì | sù n cima | facévono só l
disaccordo, in lite. 4. indisposto. filo | fanno sù e ggiù ll’óre e ll’óre,
sturbino, agg., permaloso, suscettibile. passeggiano avanti e indietro per ore |
sturbo, s.m., 1. malore improvviso. 2. fa ssù e ggiù tutto ll’anno, lavora come
svenimento. 3. (fig.) cosa meravigliosa. pendolare | tornamo sù! | sù ppe le mon-
sturcinà:→ storcignà. tagne | sù ppil campanile | sù pper culo
sturménto:→ stroménto. | ll’abbàcchjo sù ppel fórno, al forno |
sturnèllo, s.m., stornello. sù ppe ggiù, all’incirca | annà n zù |
stuzzecà:→ stuzzicà. annà ssù, salire in alto (di pianta rampi-
stuzzicà, stuzzecà, v. tr., 1. stuzzicare: se cante) | riva tròppo sù, cresce troppo in
stùzzica l naso | ~ la cannèlla co m ba- alto | pell’in zù, all’in zù, in su, verso
stoncèllo (rif. al rubinetto della botte l’alto | sù ppe ddi llì | sù dde llì, lassù, da
ostruito) | quanno la bbótte èra finita, quelle parti | sù ddi qquì.
che l vino nun c’éva ppiù la fòrza de fà süave, agg., (citt.) soave.
rrażżo, allóra se stuzzicava, veniva m subbaffitto, s.m., subaffitto: sta a ~ da na
pò ppiù. dal difòri co na filagna, a védava, abita in subaffitto.
ffòrza de stuzzecà, se sturava | ~ la sùbbeto, sùbbito, sùbboto, avv., subito: lo
pippa, sfruconare la pipa. 2. infastidire: famo ~ e n ce penzamo ppiù | ~ ch’éva
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
588

magnato, appena che ebbe mangiato. succórzo, s.m., soccorso: mica chi ddava
sùbbia, s.f., lesina. ~ mal pròssemo chi li dava l quatrine!
subbicchjèra, s.f., sorbettiera per gelato. sucidasse, v. rifl., suicidarsi.
subbissà, v. tr., subissare: la subbissàvono sudà, v. intr., sudare: sudava cóme m
dall’appràvese. pòrco | te fa ssudà le sètte camìce.
subbisso: n zubbisso e mmèżżo, una quan- sudarèlla, s.f., sudore freddo.
tità enorme. suddàfrica, n. geogr., Sud Africa.
sùbbito:→ sùbbeto. suddamèrica, n. geogr., Sud America.
subbolliménto, s.m., sobbollimento. sudde, s.m., sud.
subbonnà:→ sobbonnà. sudisfà:→ sodisfà.
sùbboto:→ sùbbeto. sudisfatto:→ sodisfatto.
subbùjjo, s.m., subbuglio. sudisfazzióne:→ sodisfazzióne.
succecà, succicà, v. tr., solleticare. sudorà, v. tr., guadagnare con fatica: ti fi-
sùcceco, sùccico, ciùccico, s.m., 1. a- nisce tutte quel pò di bbuècche, ch’émo
scella: lo pòrta sótt’al zùcceco. 2. sol- sudorato e mmésse da parte | qué ssò
letico: patisce l ~ | fà l ~, solleticare | fà qquatrine sudorate.
l zuccicarèllo. sufajja, s.m. coll., 1. lupini bolliti salati.
succèda, succède, v. intr., succedere: sò 2. (fig.) sciocchezze, quisquilie: adè
ccòse chi ssuccèdeno qué | chi ssuc- ttutta ~.
cède?, che cosa succede? | pò ssuccèda sufferènza:→ suffirènza.
man tutte | qué ssuccède gni mòrte de suffirènte, agg., sofferente.
papa (di cosa rarissima) | (d.) tutto pò suffirènza, sufferènza, s.f., sofferenza.
ssuccèda || prov.: quéllo chi n zuccède n suffitta, s.f., soffitta.
cent’anne, succède n un’ora (la sven- suffitto, s.m., soffitto.
tura può piombarci addosso repentina) suffrì, soffrì, v. intr., 1. soffrire: quanto
|| Forme: Ind. pres. 6 succèdeno | impf. sòffre l vòstro patre! | soffriva de còre,
3 succidiva; 6 succedéveno | fut. 3 suc- era cardiopatico | sta tèrra sòffre de
cedarà. mòlla, questo terreno è acquitrinoso. 2.
succede:→ succèda. sopportare: a sto mónno quante péne
succhjà, v. tr., 1. succhiare. 2. sorbire. 3. tòcc’a ssuffrì || Forme: P: pass. suffèrto.
sfruttare (detto di polloni). suffugà:→ assoffugà.
succhjadéto, s.m., personaggio immag. suffugato, agg., soffocato.
succhjasàngue:→ sugasàngue. sugà, v. tr., 1. succhiare. 2. assorbire: l
succhjétto, s.m., fossetta: c’ha le suc- mattóne la sùgheno ll’acqua.
chjétte ma le guance. sugabbótte, s.m., ubriacone.
succhjo: ll’àrbere vanno n zucchjo de pri- sugamèle, s.m., 1. succiamele, dolcimela,
mavèra || ~ (a), loc. avv., aspirando con milzadella (Lamium maculatum L.). 2.
forza: bbéva ~. fiore di buglossa (Anchusa officinalis L.).
succhjóne, s.m., 1. succhiata. 2. bacio la- sùgara, sùghera, s.f., quercia da sughero
scivo. 3. segno rosso lasciato sulla pelle (Quercus suber L.): la ~ c’éva la scòrza
da un bacio. érta.
succicà:→ succecà. sugarà, v. tr., tappare con un tappo di su-
sùccico:→ sùcceco. ghero.
Vocabolario
589

sùgaro:→ sùgoro. sumarata, s.f., 1. azione da ignorante. 2.


sugasàngue, succhjasàngue, s.m., sfrut- sproposito.
tatore. sumarino, agg., asinino: um mulo ~, nato
sugasùbbie, s.m., individuo magrissimo. da un’asina || prov.: dònna piccolina,
suggètto, s.m., soggetto || agg., èra tutta fica sumarina || sumarina (a la), loc.
ròbba suggètta a ppagà l dàzzio. avv., a) da asino; b) sonoramente: féce
suggezzióne, suggizzióne, s.f., imbarazzo, m péto ~.
soggezione, rispetto: métta ~, incutere sumaro:→ somaro.
rispetto | ce ll’ha spiattellato llà sènza sumijjà:→ assomijjà.
gnuna ~. sumijjanza:→ somijjanza.
sugghigno, s.m., (lett.) sogghigno. summésso, agg., sommesso.
suggillato, agg., sigillato. sun:→ su.
suggirì, v. tr., suggerire. sune (raro):→ sù.
suggizzióne:→ soggezzióne. sunfrasù (a la):→ sanfasò (a la).
sùghera:→ sùgara. suo, pron. poss. ton., suo, proprio, loro:
sugnà:→ sognà. campa der zuo | è mmèjjo a ccostruì sul
sugo, s.m., 1. sugo: l ~ d’ua, il mosto | ~ zuo, sul terreno proprio | stà ssu le sue,
de gómete, ~ de gómmito, lavoro ma- in atteggiamento riservato | èh, féce li
nuale, fatica. 2. umore, linfa delle pian- sua!, la fece bella! | sta ttutto su la sua,
te: le piante vanno n ~, in vegetazione è persona riservata | méttese cóntro le
(quando la linfa comincia a circolare in sue, i propri parenti | c’ha la ròbba de la
primavera). sua, terreni di proprietà | la casa è
sùgoro, sùgaro, s.m., 1. sughero. 2. tappo mmèjjo avéccela de la sua, di proprietà
di sughero. | pijjamo la sua de màchina? | l vistito
sulènne, agg., solenne. èra l zuo | pòrta l zuo de somaro | sò le
sulfùria:→ sorfùrea. sue de scarpe? | gnuno sa le sue de
sulitàrio, agg., solitario. guae, conosce i propri guai || agg. poss.,
sullazzo, s.m., sollazzo. ll’abbàcchjo la mòrte sua è a scottadito,
sullevà, sullivà, v. tr., sollevare: st’ar- la migliore ricetta | s’ariméttono al
berétte sò ppòco sullevate da la tèrra, pòsto ~, al loro posto | ll’hanno fatt’a
troppo bassi || sullivasse, v. rifl., solle- mmòdo ~, a modo loro || prov: casa sua,
varsi. ripòso ~ || su, agg. poss. at., suo, sua,
sullèvo, sullièvo, s.m., sollievo. suoi, sue, proprio, propria, propri, pro-
sullièvo:→ sullèvo. prie: r zu fijjo, suo figlio | l zu pate | la
sullïóne, sollïóne, s.m., 1. solleone: è ~ fijja granne | a la ~ mà | la ~ cognata
ntrato l zullïóne. 2. (infant.) pupazzo | la ~ zzia | le ~ zzie, i suoi zii, le sue zie
fatto all’inizio del solleone con stracci | la ~ mójje | la ~ zzì Rosarba | le ~
o paglia e ortaggi. nònne | le ~ cognate | le ~ parènte | ai li
sullivà:→ sullevà. ~ tèmpe | li ~ fijje, i suoi figli | le dònne
sullivasse, vd. sullevà. évono cómpro le ~ scarpe, le proprie
sumà:→ assumà. scarpe.
sumara:→ somara. suparà, superà, v. tr., superare.
sumararo:→ somararo. superà:→ suparà.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
590

supèrbia: (prov.) la ~ arriva n carròzza, surtì:→ sortì.


e vva vvia a ppiède. surusèra (n), surosèra (n), loc. avv., qua
superbióso, agg., altezzoso. e là, in giro: annà ~, girovagare senza
supina (a la), loc. avv., disteso sulla concludere nulla | sta ttutta la nòtte ~
schiena: dòrme ~, appòsta sornaca. cóme n’ànema m péna, in agitazione.
suppóne, v. intr., supporre. survejjà:→ sorvejjà.
supportà, v. tr., sopportare: la mi Ròsa susianèlla, s.f., insaccato fatto con le in-
m’avarà da ~ pi n antro pò di tèmpo teriora del maiale: la ~ se magnava
(con allusione alla propria morte). quann’èrono finite le sarzicce.
supprì, s.m., 1. supplì. 2. (fig., scherz.) suspettà, v. intr., sospettare.
deiezione di equino. suspettóso, agg., sospettoso.
suppricà, v. tr., supplicare. suspirà, v. intr., 1. sospirare: (d. scherz.)
suprannòme, s.m., soprannome: cóme jje suspira core, che rraggión tu hae
dìcono de ~? (spesso enunciato come commento a chi
suprano, s.m., soprano. sospira rumorosamente). 2. desiderare:
suprazzióne:→ sopporazzióne. ve fate ~ cóme l missìa. 3. (fig.) soffrire.
supreóre:→ suprióre. suspirato, agg., atteso con ansia.
suprióra, s.f., superiora di convento. suspiro, s.m., 1. sospiro: tiràveno n zu-
suprióre, supreóre, agg., superiore: tròp- spiro di sullèvo. 2. (fig.) sofferenza: li
p’è ssuprióre a llòro || s.m., superiore. sapémo nóe le suspire p’annà vante!
supruso, s.m., sopruso. sussurrétto, s.m., spione.
surcenato:→ ciorcinato. sussurróne, s.m., maldicente.
surchjà, v. intr., succhiare un liquido. susta, s.f., 1. corda per legare le some sul
surcinato:→ ciorcinato. basto: la ~ la stregnévono col tortóro. 2.
surdato:→ sordato. (fig.) preoccupazione, patimento: m’è
surèlla, sorèlla, s.f., sorella: quelòro due ttòcca na ~. 3. (fig.) punizione: li dà la
sò ffratèll’e ssorèlla | ci mannò ma la ~ ~ | quanno va ccasa, sentarae che
più cciuca | dim. surellùccia || prov.: du ssusta! 4. (fig.) batosta. 5. (fig.) tempo-
sorèlle sposate ma na casa: una sul rale violento.
fòco, una su la bbràcia (sulla difficile sustacchina:→ sostacchina.
coabitazione) || agg., uguale: pàrgono sustené, v. tr., sostenere.
surèlle | sti du tófe sò ssorèlle || ~ (a), sutre, top., Sutri: ~, paés’antico, nun ti
loc. avv., in maniera che coincidano: farae mae n amico; e sse tti lo farae, te
métte du file de mattóne ~, perfetta- ne penterae (blas. pop.).
mente allineati in senso verticale. suturno, agg. e s.m., 1. taciturno. 2. ar-
surfùrea:→ sorfùrea. cigno.
suriano, agg., soriano: gatto ~. svacà:→ svagà.
surnacà:→ sornacà. svacata:→ svagata.
surosèra (n):→ surusèra (n). svagà, svacà, v. tr., 1. sgranare: ~ l tòtoro.
surprésa, s.f., sorpresa. 2. piluccare: l fijje vann’a ~ ll’ua || v.
surrègge, v. tr., sorreggere. intr., 1. (fig.) parlare in maniera scor-
surride, v. intr., sorridere. retta: sta ttènto a non ~! 2. (fig.) subo-
surriso, s.m., sorriso. dorare, mangiare la foglia.
Vocabolario
591

svagagrano, s.m., particolare della treb- svéjjo, agg., 1. desto. 2. pronto e vivace.
biatrice. sveluppà:→ sgoluppà.
svagasse:→ sdivagasse (vd. sdivagà). svenasse, v. intr. pron., 1. tagliarsi le vene.
svagata, svacata, s.f., 1. atto di sgranare. 2. (fig.) far grandi sacrifici economici.
2. (coll.) insieme di acini caduti in terra: svenì, v. intr., 1. svenire: svènghe da la
pe ccòjja n rampazzo, ha ffatto la ~ pir puzza. 2. allentarsi delle fibre (detto di
tèrra. un tessuto). 3. ammorbidirsi di cuoio
svampà, v. intr., 1. scolorarsi: l zóle messo in molle.
svampa a la marina. 2. svampire, per- svènia, s.f., donna procace.
dere gradazione e sapore (del vino). 3. svénne, v. tr., svendere.
svampare. svennita, s.f., svendita.
svampata, s.f., 1. vampata. 2. svani- sventajja, s.f., ventola da fuoco.
mento. 3. fuoriuscita di gas da un reci- svèntola, s.f., 1. cosa enorme. 2. (fig.)
piente chiuso. bella donna. 3. (fig.) coito.
svànzeche, s.f. pl., (gerg.) denaro. sventolà, v. tr., far vento: svèntela l for-
svaporà, v. intr., evaporare. nèllo | ~ l fòco mal cammino || v. intr., 1.
svecchjà, v. tr., 1. ringiovanire: la vita soffiare del vento. 2. garrire, agitarsi al
s’ha dda svecchjà. 2. eliminare animali vento || sventolasse, v. rifl., farsi vento.
vecchi. 3. (scherz.) provocare la morte sventolata, s.f., 1. raffica di vento. 2.
di persone vecchie (rif. a malattie): colpo di freddo.
mdd. ll’invèrno svècchja. sventolóne, s.m., sberla: ha ppréso cèrte
sveccià, v. tr., togliere la veccia dal campo sventolóne, arméno mpara.
di grano. sventrà, v. tr., sventrare || pòrca sventrata!
svéjja, s.f., 1. sveglia: dà la ~ a li sèe. 2. (imprec. triv.).
orologio munito di suoneria: ll’ha svenzajjo, svinzajjo, s.m., (ant.) guinza-
méssa la ~?, hai caricato la suoneria? 3. glio.
cosa grossa, notevole: portava cèrte svergà, v. tr., togliere alcune gocce di latte
svéjje de carzóne che n ze sa. con mungitura parziale (di donna o ani-
svejjà, v. tr., svegliare: li svéjja l caporale male): ~ la zzinna de la vacca.
ll’oprajje, ce pènza ésso || svejjasse, v. sverginà, v. tr., 1. deflorare. 2. (fig.) usare
rifl., 1. destarsi: svéjjete, ch’è ggiórno! | q.cosa per la prima volta || sverginasse,
la mattina se svejjònno cul buco pir v. intr. pron., perdere la verginità.
l’inzù, di malumore | me sò svérta che svergognafamijje, s.m., figlio dal com-
ssudavo | vurrébbe svejjàmmece mellì, portamento immorale.
vorrei svegliarmici. 2. sveltirsi: è óra da svergognapatre, s.m., figlio dal compor-
svejjasse, la vò capì? | cérca de svejjatte tamento immorale.
m pò! 3. manifestarsi (di un dolore) || svermà, v. tr., liberare dai vermi: ~ le bbè-
Forme: Ind. pres. 1 svéjjo; 2 svéjje, svéjji; stie.
3 svéjja; 6 svéjjono | perf. 1 svérze; 2 svernà, v. intr., 1. trascorrere l’inverno:
svejjaste; 3 svejjò, svérze; 6 svejjònno, portàvono le bbèstie a ~ a mmarémma,
svérzero | P. pass. svejjato, svérto. ll’invèrno. 2. superare l’inverno: ora-
svejjarino, s.m., svegliarino, rimprovero mae hò svernato! me sènto mèjjo.
|| agg., di individuo mattiniero. svernicià, v. tr., togliere la vernice.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
592

sverniciata, s.f., atto di togliere la ver- metterlo nelle botti: se svinava ne la


nice. callara, co na chjave de fèrro déntro, pe
svérta (a la), loc. avv., alla svelta, velo- ddalle fòrza.
cemente: fanno sèmpre tutto ~. svinturato, agg., sventurato.
svertézza, s.f., azione rapida: ha ffatto na svinzajjo:→ svenzajjo.
~, in un battibaleno. sviolinà, v. intr., adulare.
svertina, s.f., (gerg.) coito veloce. sviperata, agg., viperina: na códa ~.
svérto1, agg., 1. veloce: ~ cóme la pórvere svìrgola, s.f., cosa straordinaria.
| (antifr.) ~ cóme n gatto de piómmo | svirżillà:→ sverżillà.
svérta, va ccasa!, sbrigati! || svérta (a svitellà, v. tr., togliere il vitello dalla
la), loc.avv., velocemente. 2. abile. 3. vacca.
d’ingegno pronto || vezz. svertarèllo || svociasse, v. intr. pron., 1. perdere la voce,
avv., in fretta: num parlà tanto ~! per aver parlato o gridato troppo: m’ha
svérto2, p. pass. di svejjà e agg., sveglio. fatto ~ pe cchjamatte. 2. (fig.) parlare ad
sverżellà:→ sverżillà. alta voce.
sverżillà, sverżellà, svirżillà, v. intr., 1. svojjatàggene, s.f., svogliataggine.
avere comportamento brioso. 2. muo- svojjato, agg., svogliato.
versi con scioltezza: ancóra svirżilla svòrta, s.f., 1. svolta di strada || la ~, odon.
ch’è m piacére la su nònna. 2. curva.
svezziése, agg., svedese. svortà, v. tr., 1. influenzare. 2. far uscir di
svicolà, v. intr., 1. cambiare strada per evi- senno: la passióne jje svortò l cervèllo,
tare q.uno. 2. (fig.) sfuggire una si- lo fece impazzire || v. intr., 1. far gomito,
tuazione o un argomento. angolo (di una strada). 2. cambiare di-
svignàssela, v. intr., svignarsela. rezione. 3. imboccare una curva.
sviluppà:→ sgoluppà. svòrto, s.m., (raro) voltura catastale.
svinà, v. tr., svinare, togliere il vino dai svotà, v. tr., svuotare || svotasse, v. intr.
tini dopo la prima fermentazione, per pron., defecare.
Vocabolario
593

ta ttà, loc. avv., a) velocemente, imme- taccolino, s.m., 1. (arc.) fazzoletto grande
diatamente; b) senza esitazione, con di seta, color rosa pallido, ricamato, por-
risolutezza. tato un tempo dalla sposa il giorno del
tà, ideof., voce che imita un rumore matrimonio. 2. (arc.) velo con cui le
secco. donne coprivano il capo in chiesa.
tàala:→ tàvala. taccolóso, agg., con caccole (rif. a pe-
tabbaccaro, s.m., tabaccaio. cora).
tabbaccherìa, s.f., tabaccheria. taccóne, s.m., 1. (arc.) antica moneta di
tabbacchina, s.f., operaia che raccoglie il rame da due soldi. 2. tipo di pasta casa-
tabacco. linga, larga due dita.
tabbacchino, s.m., (gerg.) donnaiolo: èra taccuvino, s.m., (raro) taccuino.
n ~, annava stabbaccà. tafanale:→ tàfano.
tabbacco, s.m., 1. tabacco. 2. tritume che tafanàrio:→ tàfano.
si forma nel tronco di castagno o di tàfano, tafanale, tafanàrio, s.m., 1. buco
quercia. causato lanciando con forza la propria
tabbellina, s.f., tavola pitagorica: mparà trottolina su quella dell’avversario. 2.
la ~ a mménte. (fig.) deretano. 3. (fig.) fortuna: c’hae m
tabbellóne, s.m., tabellone: vall’a llèggia bèl
mal ~! | l ~ de la tómmola m piazza. taffettà, s.m., taffetà.
tabbernàquelo, s.m., tabernacolo. tagliano:→ talliano.
tàbbola rasa, s.f., tabula rasa: hanno fatto tajja, s.f., taglia.
~ n um moménto. tajjà, v. tr., tagliare: tàjjejje la capòccia!,
tacca tacca, loc. avv., a) a stento, appena; tagliagli la testa! | (imprec.) pòssa taj-
b) all’ultimo momento: arriva ~. jatte l capo! | tàjjele!, tagliali!, tagliale!
tacche, s.f., (rec.) tac, acr. di tomografia | tàjjolo! | tàjjeme na fétta de pane! | ~ la
assiale computerizzata: ha dda fà la ~. vigna, sradicare il vigneto | ~ na pianta,
tàcchete, ideof., tac. abbattere | l cannéto se tajjava da
tàcchja, s.f., scaglia, scheggia di legno: dicèmbr’a ffebbraro | la fame se tajjava
mdd. gni bbòtta na ~ (di chi coglie sem- col curtèllo, si pativa molta fame | l
pre nel segno) || dim. tacchjétta. capélle li tajjàven’a ccódeca, i capelli li
tacco: méttese a le tacche de uno, mettersi rasavano a zero | sto pane pare tajjato
alle calcagna || dim. tacchétto, tacco alto col róncio, tròppo érto | tajjava cóme u
da donna. rrasóre, era affilatissimo | sto cortèllo n
tàccola, s.f., 1. caccola del naso, di per- tajja manco l zarapóllo, non è affatto af-
sona: levasse le tàccole. 2. resto di filato | se sentéva cascà ggiù le làgreme
sterco nel deretano. 3. sterco attaccato cóme na vita tajjata, piangeva a dirotto
alla lana delle pecore. 4. pallottolina che | ~ li panni addòss’a la ggènte, spette-
si forma nella polenta non ben mestata. golare | n vinàccio tajjato, che n ze pò
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
594

bbéva, imbevibile | tajja córto! | tajja minato a grano | che bbèl ~ de cànepe!
ch’è rróscio! (grido del venditore di co- 6. augnatura; punto dell’innesto. 7. ta-
comeri) | adèra n òmo tajjato all’antica, glio di stoffa per confezionare un abito.
era un uomo burbero | mdd. sta ttènte, è 8. guaime: venìa r ~ frésco, quanno la
uno che ttajja e ccuce (di un pettegolo) magnàvono le bbèstie ll’èrba || dim. taj-
|| prov.: vò stà bbène cóme n ré? tajj’e jétto, a) graffio; b) incisione.
ccuce e ffà dda té || tajjasse, v. rifl., tajjòla, s.f., tagliola.
ferirsi || Forme: Ind. pres. 1 tajjo; 2 tajji; tajjoline, tajjuline, s.m. pl., tagliolini,
3 tajja; 6 tàjjeno | impf. 3 tajjava; 6 varietà di pasta casalinga all’uovo, ta-
tajjàveno, tajjàvono | perf. 6 tajjòrno | gliata in strisce sottili, da mangiarsi in
P. pass. tajjato | Ger. tajjanno. brodo.
tajjacannéto, s.f., attrezzo per tagliare le tajjòlo, s.m., tagliolo, attrezzo del mani-
canne. scalco e del carradore.
tajjacarte, s.m., tagliacarte. tajjuline:→ tajjoline.
tajjafièno, s.f., falcione per tagliare il tajjuzzà, v. tr., tagliuzzare.
fieno secco nei pagliai, con lama trian- tale: l tal di ~, il tal dei tali.
golare di ferro e manico in legno. talecquale, agg. inv., identico: ~ l zu pá |
tajjalégna, s.m., taglialegna. l zòno èra ~ a pprima || avv., in modo
tajjarino, s.m., operaio addetto a tagliare identico: ll’hanno fatte ~ le fèste.
il legaccio dei covoni da gettare nella talliano, itagliano, tagliano, agg., ita-
trebbiatrice. liano.
tajjata, s.f., 1. atto di tagliare. 2. fianco di tamanto, agg., (raro, ant.) così grosso,
collina. 3. (fig.) conto approssimativo: grande.
li damo llà na ~. tamarinde, s.m., tamarindo.
tajjatèlle, s.f. pl., tagliatelle. tamburlano, s.m., 1. recipiente rotondo a
tajjatìccio, s.m., residui vegetali derivanti due manici per liquidi. 2. armadio. 3.
dal taglio: c’è rrimasto l ~ pir tèrra. (fig., dispr.) uomo massiccio.
tajjatóre, s.m., (raro) taglialegna. tamme tamme, s.m., tam tam.
tajjatura, s.f., 1. tagliatura. 2. punto in cui tammurèllo, s.m., tamburello.
un ramo è stato tagliato alla potatura. tammurino, s.m., tamburino.
tajjère, s.m., tailleur || dim. tajjerino. tammuro, s.m., tamburo.
tajjerina, s.f., (rec.) taglierina. tanajje, s.f. pl., tanajja, s.f., tenaglie:
tajjo, s.m., 1. atto del tagliare: l ~ dil fièno damme qqua m par de ~! | tanajja da
| mdd. tòcca fà ccènto misure e n ~ sólo chjòdo, ~ da ùnghja, ~ fémmina (at-
(della difficoltà di tagliare la pelle per trezzi del maniscalco) | tanajje a ffòco,
confezionare stivali). 2. ferita: se fa ~ da fòco, tenaglie del fabbroferraio | ~
pprèst’a ffasse n ~. 3. parte tagliente di da tiro, la tanajja pe ttirà la sòla (del
attrezzo, lama: li dà da la parte dil ~ | ri- calzolaio).
famo l ~ de la farce, ch’ha ppèrzo l filo. tanavèllo, s.m., 1. gruccia per piantare
4. varco nel campo di grano: apriva l ~, maglioli. 2. trapano a mano per legno, a
pe ffà ppassà la metitrice (rif. al primo forma di croce decussata. 3. succhiello
della squadra dei mietitori). 5. superfi- per legno || dim. tanavellétto.
cie di terreno: n ~ de grano, terreno se- tanìa, s.f., 1. litania. 2. (fig.) sfilza.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
596

tanìcchja, s.f., nottolino, piccolo sali- taramàntola:→ taramàntela.


scendi di legno per la chiusura di bat- taràntala, s.f., 1. tarantola (Lycosa taren-
tenti rustici. tula L.): le taràntele. 2. geco (Tarentula
tanisò, s.m., tannisol, prodotto chimico, mauritanica L.).
usato per conservare il vino: l ~ se métte tarantèllo, chiusa rimata di tiritera.
mal vino che ccàmbia de colóre. taratatà, ideof., rumore del rullo del tam-
tanno, tarlo, s.m., tallo, germoglio del- buro.
l’aglio fresco: l ~ dell’ajjo se cocina ne taratùfolo, s.m., 1. tartufo bianco (Tuber
la padèlla co le patate e r rosmarino | magnatum Piro). 2. scorzone (Tuber ae-
se lèva l ~, sinnò nun crésce ll’ajjo. stivum Vittad.).
tanto, agg. e avv., molto: scusàtece ~! | taratùppete, inter., (scherz.) voce usata
mi piacerèbbe, gran ~ || e ttanto ce sè per sorprendere il bambino.
riuscito a ffà no sbajjo!, eppure, egual- tardà, v. intr., tardare: mdd. tardò, ma
mente | na grandinatèlla, e ttanto èra vvénne (maniera di salutare scherzosa-
sèmpre dannósa || tant’è n’è vvéro!, mente l’arrivo di un ritardatario).
come non fosse vero! | ~ se sta bbène! tardajjòlo, s.m., chi rincasa tardi la sera ||
(antifr.) || tante, pron. indef. pl.: a li ~ de agg., tardivo (di frutto).
ggennaro lavoravo mellaggiù | m’ha tarde, avv., tardi: stavo fòri dall’arba
ppiantato a le ~ dil mése, quando ha vo- fin’a ttarde, a tarda sera | è bbèllo ~
luto lui || ~ quanto, loc. avv., niente af- ormae, piuttosto tardi | hanno fatto ~ al
fatto: ma mmì me fréga ~ || tant’i llà, trèno, sono arrivati in ritardo | ésso riva
loc. avv., a) troppo lontano; b) troppo sèmpre ~, ritarda sempre | è ppiù ttarde
avanti nel tempo || da tant’ha, loc. avv., ch’a bbonóra, è ora di affrettarsi || prov.:
da tanto tempo: ~ ch’è ppartito || tante chi ttarde arriva, malallòggio tròva |
vòrte, loc. avv., a) forse; b) qualora: ~ mèjjo ~ che mmae.
lo véde, dìjjelo! || n tantino, n tantinèllo, tardile, agg., tardivo: n frutto ~.
loc. avv., a) un pochino; b) un attimo: tardóna, s.f., donna nubile d’età avan-
aspettàteme n ~! zata.
tàppete, inter., (scherz.) voce rivolta ai tardòtta, personaggio immag. di tir.
bambini per causare sorpresa. targìzzio, sopr.
tappétto, s.m., tappo a corona di bottiglia: tarlo:→ tanno.
ggiocà cu le tappétte. tarmato, agg., 1. butterato. 2. ustionato in
tappo, s.m., (dispr.) omino || dim. tap- viso.
pétto. tarménte, avv., talmente.
tarabbòzzolo, s.m., 1. ragazzo grassoc- taroccà, tarroccà, v. tr., rimproverare
cio. 2. individuo basso e tarchiato || dim. aspramente: sentarae quanto te taròcca
tarabozzolétto. la tu mà!
taramàntala:→ taramàntela. taroccata, s.f., sgridata, rimbrotto.
taramàntela, taramàntala, taramàntola, taròlo, s.m., 1. buco provocato da un
s.f., (raro) tarantola (Lycosa tarentula tarlo. 2. (antifr.) grande quantità: ce
L.): taramàntole mal bóco e ppunte de n’ha n ~.
gomère arrotate (insulto rivolto ai con- tarpa, s.f., talpa (Talpa romana Thomas,
tadini). T. europaea L.).
Vocabolario
597

tarpà, v. tr., agguantare. tattavèlla, s.f., tottavilla (Lullula arborea


tarpano, s.m., ignorante, grossolano. L.).
tarpo, s.m., atto di agguantare: dà l ~, dà tàvala, tàala, tàvela, s.f., 1. asse: la ~ dil
ll’agguanto, agguantare una donna con pane, asse su cui si portava al forno il
intenzioni erotiche. pane da cuocere | l lètto co le tàvele, co
tarroccà:→ taroccà. le bbanche, co m pajjàccio de pajja, se
tartajjà:→ antartajjà. dormiva llì ssópra. 2. ala dell’aratro a
tartajjóne, ntartajjóne, s.m., balbuziente. tavola fissa. 3. tavola: càmbia le carte n
tàrtaro, tàrtero, tàrtoro, s.m., 1. sudi- tàvala, è un voltagabbana | ha ppèrzo
ciume indurito su gomito o ginocchio. bbanch’e ttàvele, tutto | mdd. a la ~ mia
2. mobile vecchio, cadente: c’ha ddu nun ce portate ne ffunghe ne rranòcchje
tàrtare déntro casa. 3. gromma indurita ne llumache | ~ travèrza, pe sta sséde, e
della botte. 4. calcare. 5. terreno sas- ttèn’unita la cassa del carrétto | ~ pog-
soso. 6. incrostazione della pipa. giapiède, sul davante del carrétto | la ~
tartaruca, s.f., tartaruga (Testudo her- dil pètto, lo sterno | ua da ~ || tavolétta
manni Gmelin). (a), loc. avv., ad alta velocità || prov.: ~
tartaruchéto, s.m., terreno dove abbon- e llètto num pòrta rispètto || Forme: pl.
dano tartarughe. tàvele.
tàrtero:→ tàrtaro. tàvela:→ tàvala.
tàrtoro:→ tàrtaro. tavolina, s.f., piano inclinato di legno per
tartufara, s.f., tartufaia. la lavorazione del formaggio nella ca-
tàscio, s.m., tasso (Meles meles L.): ~ panna del pastore: le fuscèlle stann’a
porcino (dal sapore di maiale) || zzampa scolà su la ~.
de ~, zampa di tasso, usata come amu- tavolóne, s.m., tronco sul quale si rotola-
leto per i neonati. vano le pietre da porre sopra i fasci di
tassobbardasso, s.m., verbasco, tasso canapa immersi nella vasca: l ~ s’ap-
barbasso (Verbascum thapsum L.). poggiava llà ssul filo de la cànepe.
tasta, s.f., 1. tassello che il venditore e- tavulino, s.m., tavolo: s’addòrme sul ~.
strae con il coltello da un cocomero, per tazza, s.f., 1. isolatore, in ceramica o in
farlo assaggiare al cliente. 2. assaggio vetro, dei fili elettrici. 2. vaso della toi-
di cocomero: sarà mmèjjo a ffà la ~ lette, water: ~ dil cèsso. 3. n. di una
prima de crompallo. vasca per la macerazione della canapa.
tastóne (a), loc. avv., tastoni. 4. incavatura nel terreno: s’accavalla e
tata, s.m., 1. (arc.) padre: ó tà! | tatarèllo sse fa la ~ da cap’all’órdine (rif. alla
mio!, babbino mio! | nun védo ll’óra vigna).
d’èssa ~, pe mmagnà mal bacile. 2. ma- tè tè, inter., voce di richiamo per l’asino.
schera carnevalesca dialettofona del tè, tiè, inter., tieni!: ~, bbécca qué!
padre || ~ (l), sopr. té1, téne (ant.), ti, pron. pers. ton., te: gno-
tatanai, s.m., 1. confusione. 2. baccano. rante quant’e tté n c’è gnuno || te, ti: che
tato, s.m., (infant.) fratellino. tte ce vòle a ffallo! | quanno ~ pare | ~
tatòccio, s.m., individuo tonto. pijje n córpo!
tattamèlla, s.m., stupidone || accr. tat- té2, pron. dimostr., questo: e tté, e
tamellóne. cch’adè?
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
598

teccunuluggìa, s.f., (rec.) tecnologia. temperino (a), loc. avv., mescolato con
tèdene:→ tènene. acqua: li dà bbéve vino ~.
tégna, tigne, v. tr., tingere: émo portato la tempestino, agg., irrequieto, vivace (di
lana nòstra a ttégne de néro, tingere in bambino).
nero | mdd. ndó tòcca, tégne | dó s’ac- tèmpo: sta ppe finì l ~ (rif. allo scadere
còsta, tégne, fa danni ovunque || Forme: del periodo di gestazione) | ha ppassato
Ind. pres. 3 tégne | P. pass. ténto. l ~, ha ffatto l ~ (rif. alla gravidanza) | la
tegnòla, s.f., 1. tignola dell’olivo (Prays tu nònna, che ttèmpo c’ha?, quanti anni
oleae Bernard). 2. tignola del grano (Si- ha? | quanto ~ c’ha l fijjo? | c’avarà
totroga cerealella Ol.). avuto l ~ vòstro, la vostra età | sémo
téjja:→ tijja. tutto n ~ nóe due, abbiamo la stessa età
tejjata, s.f., quantità di cibo contenuta in | al ~ mio, ai miei tempi | stu ~ n za che
una teglia: se ne magnarèbbe na ~ pi ffà (il tempo è variabile) | secóndo có-
qquanto li piàciono. m’annava l ~, se metéva prima (a se-
téla, s.f., ragnatela: l ràgnolo c’ha ffatto conda delle condizioni atmosferiche) |
la ~ | adè ppièna de téle de ràgnolo casa vinn’a ~, fece in tempo | fam’a ttèmpo |
sua | la ~ dil ràgnelo. al tèmp’Inèa, al ~ de Checchennina, an-
telaro, s.m., 1. telaio: ne n disótto quanto ticamente | dà ttèmpo che vveggarae
ce capéva l ~, quélla dònna lavorava. 2. che tt’arriva (espr. di minaccia) || de ste
telaio della finestra. tèmpe, oggidì | de quélle tèmpe, a quei
telefrecà, v. intr., (raro) telegrafare. tempi | tèmp’addiètro, qualche tempo fa
teléfreco, s.m., (raro) telegrafo. | ~ de prima, loc. avv., un tempo: ~,
telegramma: (scherz.) segnale premoni- quanno l concime pòco se conoscéva |
tore di morte prossima: è rrivato l ~, a ttèmp’a ttèmpo, loc. avv., appena in
tòcca ppartì. tempo, all’ultimo momento: rivò ~ | a
télo, s.m., panno con cui si copre il pane ttèmpo còmodo, loc. avv., in altra occa-
posto a lievitare. sione: se vedémo ~ | a ttèmp’e llòco, a
telògno (al), loc. avv., a freno: lo tène ~ l ttèmp’a llòco, loc. avv., al momento op-
fijjo. portuno: ~, n’avé pprèscia! || (d.) è ffi-
temóne, s.m., timone del carro. nito l ~ che Bbèrta filava!, ormai siamo
temparà, temperà, v. intr., 1. piovere a tutti emancipati, non è più come un
lungo e fitto. 2. penetrare in profondità tempo || prov.: l ~ passa e la mòrte s’av-
(rif. alla pioggia): co sta bbèll’acqua ha vicina | l ~ pèrzo nun z’acquista ppiù | l
ttemparato. ~ è ggalantòmo | col ~ e cco la pajja, se
temparato, agg., 1. misto ad acqua (rif. a matùrono le sòrbe e la canajja | l ~
vino). 2. aduso: ~ a la fadiga. bbòno s’aspètta n campagna | ~ rifatto
témpera, s.f., 1. pioggia abbondante. 2. di nòtte nun dura | chi cc’ha ttèmpo,
lama affilata dell’aratro. n’aspètte ~.
temperà:→ temparà. temporalata, s.f., temporale improvviso e
temperalàpisse, s.m., temperalapis. breve: lo chjappò na ~ pi strada.
temperatóra, s.f., temperatóre, s.m., re- tenàcia, s.f., resistenza (rif. alla fibra della
gistro dell’aratro. canapa).
temperatóre:→ temperatóra. ténca, s.f., tinca (Tinca tinca L.) || dim.
Vocabolario
599

tencarèlla | ~ néra, a) donna dalla car- tènero:→ tènnero.


nagione scura, olivastra; b) donna tenerume, s.m., 1. (coll.) vegetazione
magra. verde della vite. 2. parte delicata del
téne (ant.):→ té1. corpo. 3. cartilagine. 4. (fig.) tenerezza:
tené, tinì, v. tr., 1. tenere: la màchina la adè ttutto còre e ttenerume. 5. (fig.) pru-
tène cóme ll’oràcolo (come cosa pre- rito (in tir.).
ziosa) | ~ dde cónto, ~ dda cónto, ri- tènise, tènnese, tènnise, s.m., (rec.) ten-
sparmiare | tènghele di cónto! | tenéve- nis.
te!, sorreggetevi! | se la tenévono cara | tènna, s.f., 1. tenda da finestra: la ~ è
le tène le fijje, le sorveglia i figli | nun ze vvécchja, ma li bbuchi sò nnòvi. 2.
tène sto fijjo, non si frena | le tène bbène tenda da campeggio: le sordate dòr-
le bbèstie, ne ha cura | la tène m pianta meno sótto le tènne || dim. tennarèlla,
de mano | ll’ha ttenuto ésso a bbatéżżo, tennina.
gli ha fatto da padrino | ~ ma la crésima, tennara, s.f., donna che confeziona tende.
ma la commugnóne | nun tène cécio, tènne, v. tr., tendere: ~ l file.
non mantiene segreti | mdd. nun vò ttené tènnero, tènero, agg., 1. tenero: na cìccia
nné scorticà, si rifiuta di collaborare || tènara cóme la ggioncata. 2. di una va-
prov.: tanto chi ttène, cóme chi scórteca rietà di peperino. 3. di una varietà di fru-
(sulla necessità di collaborare). 2. so- mento: évono sementato tutto grano
stenere: tènolo bbène co ttutt’e ddue le tènnero.
mano! || prov.: n zéppo de furminante tènnese:→ tènise.
tène l mónno. 3. contenere: sta callara tènnica, s.f., tecnica.
tene sètt’òtto sécchje. 4. trattenere: ~ l tènnico, s.m., tecnico: hò cchjamato l ~
fiato, il respiro || v. intr., essere a tenuta dil commune || agg., tecnico: ll’uffìcio ~.
stagna: n’avé ppaura, sta bbótte tène, è tennis:→ tènise.
a tenuta stagna || tenésse, v. rifl., 1. te- tennóne, s.m., tendone.
nersi: tenéteve fòrte, cummà! | se tène ténta, s.f., tinta || de che tténta!, certa-
su la sua, è persona riservata. 2. rite- mente, senza alcun dubbio.
nersi: si tenéva da èsse quarcuno || te- tentellina, s.f., donna dappoco.
nécce, v. intr., tenerci: è uno che cce tentéllo, s.m., uomo dappoco.
tène (si veste con eleganza) || inter., ténto, p. pass. e agg., tinto.
tené, prendete!: ~, pijjàteve qué! || tentóne (a), loc. avv., a) a tentoni; b) a
Forme: Ind. pres. 2 tènghe; 3 tène; 4 te- caso, senza saper dove.
némo; 6 tèngheno, tènono | impf. 1 ti- tentóre, s.m., tintore.
nivo; 3 tinìva; 4 tinìvemo; 6 tenévono, tentura, s.f., tintura.
tinéveno, tinìveno, tinìvono | perf. 1 tenì; tenturé, s.m., varietà di uva rossa, usata
2 tenéste; 3 tinì; 4 tenéssemo; 6 ténneno per colorare il vino.
| fut. 1 tengarò, tengherò; 6 tengaranno téola:→ tévela.
| Cond. pres. 6 terrébbeno | Imper. 2 tépido:→ tèpido.
tène; 5 tené | P. pass. tinuto | Ger. te- tèpido, tépido, agg., tiepido: coll’acqua
nènno. tépida, sótto la sdinerbatura dell’acqua
tènene, tèdene, s.m., tetano: c’è pperìcolo non ce stava, nun zoffriva la fibbra (rif.
che tte vène l ~. alla canapa immersa nel maceratoio).
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
600

téppa, s.f., (dispr.) gentaglia. sciutta, loc. avv., senza irrigazione: le


terà:→ tirà. pommidorette ~ sò le mèjjo | quante mi-
terina, tirina, s.f., 1. zuppiera di terracotta ràcole ~!, quante smancerie fai!
con coperchio. 2. (fig.) asso di coppe terracina (a), loc. avv., (gerg.) in terra:
nelle carte napoletane. annà ~, cadere in terra.
terìzzia, litterìzzia, tirìzzia, s.f., itterizia. terramòto, s.m., terremoto.
tèrmene, s.m., segnale di confine. terranéra, s.f., sarchiatura invernale del
termoclise, s.f., (rec.) ipodermoclisi. terreno coltivato a grano, per togliere le
termòmotro, s.m., termometro. erbacce ed aerarlo: a ffà tterranéra
tèrmosse, s.m., termos. s’annava, se facéva a ggennaro col zap-
ternaro, agg., ternario, con tre sostanze: pétto, le dònne || prov.: ~ bbón grano
concime ~ pe la vite. ména | la ~ di ggennaro, émpe l gra-
ternità, s.f., 1. trinità. 2. chiesa della Tri- naro.
nità, a Viterbo. terràtoco, s.m., (arc.) terratico; imposta
ternite, s.f., eternit. comunale pagata per l’affitto del terreno
tèrno:→ itèrno. coltivabile.
tèrra: la ròbba vène secónno tèrre, cre- terzale, s.m., 1. superficie che si semina
sce a seconda della qualità dei terreni | ~ ogni tre anni per rinforzare la terra. 2.
lènta, sciòrta, se lavora bbène, terra pe- fieno di terzo taglio.
netrabile all’aria e alla pioggia | ~ cre- terzijjo, s.m., terziglio, gioco di carte.
tósa, argillosa | ~ fòrte, terra simile terzino, s.m., tipo di mattone spesso 6 cm.
all’argilla, pesante e compatta, senza tèrzo (a), loc. avv., con contratto di terze-
calcare né tufo: la ~ fòrte va llavorata ria: quarcuno c’èra che stav’~.
co la sciutta | ~ leggèra, terra vulcanica, tésa, s.f., 1. superficie di terreno, dove si
sgranata, dove predomina sabbia | ~ metteva ad asciugare la canapa. 2. quan-
morgana, terra sabbiosa e leggera | ~ tità di canapa posta ad asciugare. 3.
porcina, ~ purcina: la ~ purcina è (ant.) spazio di tempo || prov.: lunga ~,
nnéra, na spèce de la créta | ~ róssa, pajja pésa.
terra refrattaria | ~ fonnata, soffice in téso, agg., (raro) ben in evidenza: pòrta le
profondità | ~ vérgene, mai coltivata, pénne tése (di chi è tradito dal coniuge).
non sfruttata | ~ da ripòrto, terra usata tèssa, tèsse, v. tr., 1. tessere. 2. intrecciare
per riempire | ~ fina, terriccio leggero | (rif. a rivestimento vegetale): la cap-
~ accorpata, proprietà formata da pic- panna èra fatta de légno e ttissuta de
coli appezzamenti contigui | mdd. li canna.
manca sèmpre la ~ sótto le zzampe, è tèssara, s.f., 1. tessera: ha ppijjato la ~, si
sempre ansioso | mdd. annà ffà la ~ pel è tesserato. 2. carta annonaria: tèmpo de
céce, morire || dà la ~, regolare l’aratro, guèrra se comprava tutto co la ~ | l
affinché la lama si affondi più in pro- pane stav’a ttèssara.
fondità | a ppiano ~, loc. avv., a livello tessarà, v. tr., tesserare.
della strada || fra le du tèrre, tra le du tessè, sopr.
tèrre, loc. avv., a fior di terra: ~ s’annè- tèsse:→ tèssa.
sta la vita, all’altezza del colletto | la tessitóra, s.f., tessitrice.
tajja fra le du tèrre la pianta || a ttèrra tèsta, s.f., 1. capo: m’ha fatto la ~ cóme n
Vocabolario
601

żiro, m’hai annoiato con le tue chiac- ti ti ti, inter., voce per chiamare il cagno-
chiere | ~ quadra, individuo caparbio || lino.
prov.: ~ frédda e ppiède calle (consiglio tïatrale, agg., teatrale.
sull’abbigliamento) | chi nun ha ttèsta, tïatro:→ treatro.
abbi gambe | chi ffa de ~ d’antre, la sua ticchetacche, ideof., tic tac.
che sse la tajje || ~ da mòrto, teschio | ~ ticchétta, s.f., etichetta, galateo.
di sótto, (euf., scherz.) pène || ~ de ticchettato, agg., punteggiato.
cazzo, imbecille: ~ fatt’a rrampazzo! 2. ticchjarèllo, sopr.: avécce ll’anne de ~,
estremità: na ~ de macchja | ~ de spilla, essere vecchissimo | campa cent’anne
capocchia di spillo. cóme ~.
testaménto: (prov.) ~ fatto e mmòrte vi- tìcchjo, s.m., 1. tic nervoso: c’ha l ~
cina. nell’òcchje. 2. voglia: tutto m bòtto jje
testardo: ~ cóme n todésco. se pijja l ~.
testaréccio, s.m., 1. caposaldo del filare. tiè:→ tè.
2. pilastro del cancello rurale. tièlla, s.f., 1. teglia rettangolare di lamiera,
testicciòla, s.f., (rec.) testa di agnello o per cuocere pietanze al forno. 2. padella
vitello cotta al forno. forata per caldarroste.
testimognanza, distimognanza, s.f., te- tiellata, s.f., contenuto di una teglia.
stimonianza. tigna, s.f., 1. tigna, affezione contagiosa
testimògno:→ tistimògno. || prov.: dal capo ne vène la ~ (censura
tèsto, s.m., teglia rotonda di rame, da dello scandaloso comportamento di
forno: li tèste de ramo s’addopràvono politici e amministratori). 2. calandra
pi ccòcia li pizze de Pasqua. del grano (Calandra granaria L.). 3. ti-
tétta, s.f., particolare della zampa della gnola dei panni; tarma (Trichophaga ta-
vacca. petzella L.). 4. (fig.) ostinazione, capar-
tettarèllo, s.m., poppatoio. bietà: c’ha la ~ del gòbbe, propria delle
tettaròlo, s.m., operaio specializzato nella persone gobbe | ll’hò ffatto pe ttigna ||
costruzione di tetti. prov.: la vigna è ttigna (richiede lavoro
tètte1, s.m., (infant.) cane. assiduo) | nun ze scórtaca la ~, finchè
tètte2, inter., (scherz.) voce rivolta ai bam- nun ze marita la fijja. 5. (fig.) capriccio,
bini per causare sorpresa, scoprendosi il bizza di bambini: c’ha na ~ sto fijjo che
volto, e trastullarli. n ze sa.
tétto, s.f., 1. tetto: anná ppe le tétte, non tignasse, v. intr. pron., esser colpito da ti-
aver scampo: n d’ha d’annà, pi l tétte?, gnola (di legumi o di canapa).
non mi sfuggirai || dim. tettarèllo. 2. tigne:→ tégna.
(fig.) famiglia || prov.: bbeato quél ~ che tigno, s.m., 1. pochissimo. 2. (antifr.)
cc’ha na vècchja e n vècchjo. molto: còsta n ~.
tettójja:→ tettóra. tignòla, s.f., male che viene ai cavalli.
tettóra, tettójja, s.f., tettoia || dim. tet- tignòlo, cogn., Toniolo: (ant.) è ddel ~, è
torétta. un cattolico (simpatizzante dell’unione
tévela, téola, s.f., tegola in piano: ~ mari- promossa dal sociologo Giuseppe To-
tata, tegola piana con sopra il coppo. niolo, 1845 - 1918).
ti:→ té1. tignóso, agg., ostinato, caparbio: le sèe ~!
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
602

| ~ cóme n gòbbo | la magnarèbbe sul tinuta, s.f., tenuta, vasto possedimento


capo ma n ~ (di cosa squisita). agricolo || dim. tenutèlla, tenuta di mo-
tijja, téjja, s.f., 1. teglia. 2. parti minori deste estensioni.
della carne di maiale cotte nella teglia. tirà, terà, v. tr., 1. tirare: ~ la martinic-
3. recipiente di terracotta a fondo piatto, chja, frenare | ~ ddi carce, sferrare calci
alto 10 cm., usato nei frantoi per cuo- | ~ avante le fijje, allevare i figli | le sa
cere fagioli e minestra, in cui poi tutti si ttirà ssù le fijje, li sa ben allevare | tira
mangiava || tijja (a), loc. avv., diretta- la fòrza, sfrutta (rif. al pollone infrutti-
mente nella pentola: magnàvon’~, tutte fero) | la pomata tirava l malumóre di
déntr’al tròccolo || dim. tijjarèlla: ma- la firita, assorbiva | ~ ffòri, ~ ffòra: li
gnà a ttijjarèlla. fò ttirà ffòri l ròspo, lo faccio confessare
tijjo, s.m., 1. tiglio (Tilia europaea L.). 2. | ~ l còllo, strozzare | ~ ffòra la léngua |
fibra dura di canapa. tira fòra pure ll’òcchje, vomita con vio-
tilifò, sopr. lenza | l fòsso tira acqua all’èpeca di li
tilivisióne, travisióne, trevisióne, s.f., 1. piògge | la vinàccia la tiramo fòra da la
(rec.) televisione. 2. (rec.) televisore. tina col zappóne o cco le mano (rif. al-
timbolà, v. tr., (arc.) timbrare. l’operazione di svinatura) | ~ ffòri l
tìmbolo, s.m., (arc.) timbro. nùmmoro, estrarre il numero (della
tìmedo, agg., (raro) timido. tombola) | ha ttirato sù l tré, ha estratto
timitillo, sopr. il numero tre | tira sù, chi ècchime!,
timpèsta, s.f., tempesta. prosegui il cammino, sto arrivando! | se
timpistato, agg., tempestato. tiràvono sù le bbótte, si trasportavano
tina, s.f., tino: ll’ua se pistava cu le dalla cantina || mdd. tira sù, chi la còlla
zzampe ma la ~ || dim. tinarèlla. è ccara, quattro sòrde a la cucchjara!
tinace, agg., tenace. se dice mal fijje chi ttìrono sú l móccico
tinata, s.f., contenuto di un tino. | tira sù, che la còlla è ccara, tre bbaj-
tinche tónche, ideof. che imita il rumore jòcche a la cucchjara, se dice man chi
delle ruote del carro: sènto l carrétto chi ttira sù ccul naso | ha ttirato sù l muro,
ffa ~. ha innalzato il muro | hò ttirato via pil-
tinellante, s.m., (raro) chi sta vinificando. l’affare mie, ho proseguito il cammino |
tinèllo, s.m., tinaia, locale a livello stra- tira via, pòrta da magnà al tata!, sbri-
dale, sovrastante la cantina, dove si gati, porta il mangiare a tuo padre! | ~
vinifica. vvia, vivere alla meglio: a la mèjjo ccosì
tinerézza, s.f., tenerezza. se tira via | ~ ddritto, seguire il proprio
tinì:→ tené. cammino; mirare alla mèta | ho ttirato
tinozzétta, s.f., recipiente in legno, per via pi ll’affare mie | ~ vante, vivere alla
mettere il bucato: la ~ da bbucata. meglio | tirava vante ll’òrto, coltivava |
tintativo, s.m., tentativo. tira llà, ch’è ttutto piano!, continua pure
tinticà, v. tr., infastidire. tranquillamente (anche commento a chi
tinticarèllo, s.m., 1. solletico. 2. (fig.) ten- non se la prende) || a ttirà vvia, loc. avv.,
tazione. in fretta; alla meglio: fà na còsa ~ | la
tintillino, s.m., 1. fanatico. 2. perdigiorno. sicónna catigorìa ppiù ~, più modesta.
tintinnà, v. intr., tentennare. 2. lanciare: tìrejje n zasso! | mdd. tira r
Vocabolario
603

zasso e nguatta la mano || v. intr., 1. fare tirarèllo, s.m., operaio che estraeva la ca-
presa: l ciménto ha ttirato oramae. 2. napa dal maceratoio: l ~, quanno veniva
assorbire forza dal terreno: sta vita tira sù a ppijjà na manciata, éva l còmpeto
de ppiù, è ppiù ggajjarda. 3. scorrere: l de strigà ppure quélle tòrte e ffacce de
fòsso tira bbène || tirasse, v. intr. pron., le manciatèlle a pparte | l ~ la trasce-
tirarsi: ~ ndiètro, rinunciare a qualcosa nava fòri, ll’addrizzava m piède, pe
| ~ llà, togliersi di mezzo: sènza manco ffalla scolà.
dille tìrete llà!, fatti da parte! | m’ha tirasù, s.m., (arc.) inserviente di osterie,
détto tìrete llà, ti sembra poco? | ~ ssù, il cui compito era di trasportare, dalla
farsi coraggio || prov.: tira tira, la còrda cantina al locale di vendita, i recipienti
se strónca | tira ppiù m pélo di frégna pieni di vino.
chi m paro di bbòva | tira ppiù m pélo de tirata, s.f., sorsata: fa ttutta na ~, tracan-
fémmena che ccènto para de bbòva | nare d’un fiato.
tira ppiù m pélo de frégna n zalita che tiratira, s.m., 1. persona amata: c’ha l ~
ccènto para de bbòva pe la scénta || llassù. 2. (fig.) infatuazione amorosa.
Forme: Ind. pres. 2 tire; 4 tiramo; 6 tirato: te manno scarzo a llètto e a
tìrono | impf. 2. tirave; 6 tiràvono | perf. ppanza tirata (rimprovero scherz. ri-
1 tirò; 3 tirètte; 6 tiròrno | Cong. pres. 3 volto ad un bambino, ma la minaccia è
tire | Ger. tiranno. inconsistente, in quanto ovviamente a
tirabbace, s.m., tirabaci; ricciolo appiat- letto si va scalzi e la pelle del ventre è
tito a semicerchio sulla guancia di una tesa, se si è sazi).
donna. tirèlla, s.f., cordone laterale del gonfalone
tirabbrace:→ tirabbràcia. portato in processione.
tirabbràcia, tirabbrace, s.f., tirabrace. tirina:→ terina.
tirabbusiù, s.m., cavatappi. tirinquarto, s.m., attrezzo del muratore
tiraculo (a), loc. avv., di linea attillata: per sollevare pesi.
vàttel’a ppijjà mmuro muro co la vè- tirinquinto, s.m., insieme di carrucole,
ste ~! per sollevare pesi sull’impalcatura dei
tirafilo, s.m., tendifilo del filare. muratori.
tirafónno, s.m., 1. attrezzo usato per fis- tirintuno (arc.), trentauno (raro), trin-
sare i telai di porte e finestre. 2. stru- tuno, num card., trentuno.
mento del bottaio. tiritalla tiritalla, incipit di tir.
tirafórma, s.m., tiraforme, arnese del cal- tiritì, incipit di tir.
zolaio, per togliere la forma in legno tiritìppete, tiritómmela, tiritóppela, tiri-
dalla scarpa. tóppete, tiritùppete, inter., dagli e dagli:
tiràggio, s.m., il vegetare di una pianta: le tiritìppete e ttiritóppete (rivolto a chi
punte de ~ se làssano quanno se póta. parla spedito, ma prolisso) | tiritómmela
tirante, s.m., sostegno di rinforzo esterno llallerallà.
al filare. tiritómmela:→ tiritìppete.
tirapiède, s.m., 1. tirasuole; laccio di fu- tiritóppela:→ tiritìppete.
nicella, che serve al calzolaio per tener tiritóppete:→ tiritìppete.
ferma sulla gamba la scarpa da lavorare. tiritùppete:→ tiritìppete.
2. (fig.) tirapiedi, persona servile. tirìzzia:→ terìzzia.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
604

tiro, s.m., 1. atto del succhiare di un ani- sto livello. 2. palpare una donna. 3.
male. 2. singolo lancio al gioco della spingere avanti a sé un animale: ~ li
ruzzola. 3. getto di vino: tòcca regolasse bbòve | toccavo la perticara co le vac-
l ~, quanno bbév’a ccannèllo. 4. tirante. che || v. intr., spettare: n ve tòcca gnènte
5. verricello. 6. glandola anale del cane: ma vvue | mi toccava la lizzióne, era il
mal cane li si lèva l ~. 7. presa, di ce- mio turno di irrigazione | a cchi ttòcca
mento. tòcca, regà! | sótt’a cchi ttòcca! || prov.:
tirrazzo, s.m., terrazzo. man chi ttòcca, nun ze ngrugna || v. intr.
tirritòrio, s.m., territorio. impers., bisognare: me toccò ffacce pe
tirróre, s.m., terrore. ffòrza | tòcca sta ttènte | mi tòcca pa-
tìseco, agg.,1. tisico. 2. debole. galla io | toccarà d’annà a vvéda a
tisìa, s.f., tisi: co la ~, se divènta tìseche. ccasa sua | quante tòcca ffanne a sto
tisòro, tresòro, s.m., tesoro. mónno! || Forme: Ind. pres. 4 toccamo;
tistimògno, distimògno, testimògno, s.m., 6 tòccheno | fut. 3 toccarà | Cond. pres.
1. testimone. 2. mattone che viene mu- 1 toccarébbe, toccarèbbe; 3 toccarèbbe.
rato ai lati del termine lapideo di con- toccatèllo, s.m., frutto mézzo, venduto a
fine tra due proprietà. basso prezzo: dàteme m pò ddu chile di
titale, s.m., 1. bambino (in tono vezz.). 2. portugalle toccatèlle.
fratello nato dallo stesso padre e da altra toccatina, s.f., leggero colpo apoplettico,
madre. ictus.
titta, ipoc., Battista. tocchétte (a), loc. avv., a pezzetti: me pià-
tittarèlla, sopr. m. ciono le patat’~.
tittino, sopr. toccià, v. intr., beccare: l purcino ha ttoc-
tittolino, s.m. bambino (in tono vezz.) || ciato (all’interno del guscio).
agg., piccolino. tòccio, s.m., imboccatura della bottiglia.
tizzo, s.m., 1. carboncino che si forma tòcco, s.m., suono delle campane al mat-
sullo stoppino della candela accesa e tino || dim. tocchétto, a) rintocco delle
che ne diminuisce la luminosità. 2. tiz- frazioni di ora; b) ultimo suono delle
zone: èsse rósso cóme n ~, di chi è rosso campane prima della messa: sbrigà-
in viso, alterato. mese, ha ddato l ~.
tizzo tòzzo maritòzzo, incipit di tir. todésco, totésco, s.m., tedesco: mica par-
tòcca, inter., basta!: li dava m pèzzo de lo ~! (a chi non capisce).
pane e ttòcca | na bbèlla bbevuta e tofara, s.f., terreno tufaceo.
ttòcca la viòla! tófo, s.m., tufo.
toccà, v. tr., 1. toccare: n toccallo!, non tògna, nell’espr.: fà la ~, insistere, osti-
toccarlo! | tòccheme l naso!, toccami il narsi | n fà la ~!, a) non atteggiarti a per-
naso, se osi | toccà la mano, richiedere sona gentile per adulare; b) non fare lo
una donna in matrimonio | mdd. ndó gnorri.
tòcca, tégne, fa danni dovunque | la mà- tògo, agg., 1. (vezz.) bello. 2. ben riuscito.
chena pare che ttòcca, sembra che sfiori tòi tòi, inter., voce di richiamo per i
le pareti della case (rif. alla macchina di colombi.
santa Rosa) | sto fiasco tòcca e nun tolétta, s.f., specchiera.
tòcca, il contenuto sfiora appena il giu- tomajja:→ tomara.
Vocabolario
605

tomara, tomajja, tomarra, s.f., tomaia. ll’ha fatta tónna, l’hai fatta bella, hai
tomarra:→ tomara. commesso un grosso errore | n vino ~,
tomasso, tumasso, antrop., Tommaso, di sapore armonico | ~ cóme na mélla,
custode del cimitero: annà ttrovà Tto- grassoccio || ll’olivo ~, varietà di olivo.
masso, morire | mdd. ~ spedisce, ~ ri- 2. preciso: du settimane tónne. 4. senza
céve (muore gente tutto il tempo). contare le unità di ordine minore: famo
tombaròlo, s.m., scavatore clandestino di r cónto ~ | dim. tonnarèllo.
tombe antiche, spec. etrusche. tonòbbele (arc.):→ automòbbele.
tómbela, tómmela, tómmola, s.f., tonòbbile (arc.):→ automòbbele.
tombola: émo fatto ~!, abbiamo totaliz- tontilóne→ tontolóne.
zato tutti i numeri per poter vincere la tontolomèo, s.m., persona tonta, stupida.
tombola! || fà ttómmela, a) cadere rovi- tontolóne, tontilóne, s.m., 1. persona
nosamente; b) fallire; c) rompere q.cosa tonta, stupida. 2. maschera carnevalesca
|| tómmola!, inter., (scherz.) di com- muta || dim. tontoloncèllo.
mento ad altrui caduta. tonżilla:→ donżilla.
tombolata, tombolétta1, s.f., partita a tonżillite:→ donżillite.
tombola in famiglia. tòpa, s.f., 1. glandola gonfia del collo:
tombolétta1:→ tombolata. c’ha le tòpe. 2. (fig., raro) organo ses-
tombolétta2:→ tombolina. suale femminile.
tombolina, tombolétta2, s.f., donnina tòpo (l), sopr.
grassottella. topara, s.f., topaia.
tombolino, s.m., secondo premio nel topocèco, s.m., talpa (Talpa romana Ber-
gioco della tombola. nard, T. europaea L.).
tòmeca, agg., atomica: la bbómba ~. topóso, agg., che ha le glandole del collo
tómmela:→ tómbela. gonfie.
tómmola:→ tómbela. toppà, v. intr., cadere.
tomóre, s.m., tumore. torazzo, s.m., giovenco.
tóndo, s.m., (ipercorrettismo) tonno tórbalo:→ tórbero.
(Thunnus ssp.). torbarina, s.f., vortice.
tòneca:→ tònica. tórbaro:→ tórbero.
tonfà, v. tr., picchiare di santa ragione || v. torbaróne, s.m., (dispr.) vino torbido.
intr., cadere. tórbedo:→ tórbero.
tónfo (a): bbév’~, bere a garganella, di- tórbero, tórbalo, tórbaro, tórbedo, tór-
rettamente dalla bottiglia. boro, agg., 1. torbido: pìscio ~ | n vino ~
tòni, sopr. cóme la liscìa | tramuntana tórbara (che
tònica, tòneca, s.f., veste talare. trascina nuvoloni neri). 2. (fig.) di malu-
tónna (a la), loc. avv., in cerchio. more; scuro in volto: ògge è ttórbolo,
tonnèllo, s.m., sezione segata di tronco làssolo fà ch’adè mmèjjo.
della lunghezza di mt. 1. tórboro:→ tórbero.
tonnina: te pésto cóme la ~ | te fò a ppez- tòrce, antòrce, ntòrce, tòrcia1, v. tr., 1.
zétte cóme la ~ (espr. di minaccia). torcere: attacca sù, che ttorcémo! | li
tónno, s.m., ano || agg., 1. rotondo: parlà dava filo da tòrcia. 2. piegare l’estremi-
cchjaro e ttónno, in modo esplicito | tà ad angolo retto: le majjòle se tor-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
606

cìono. 3. strizzare il bucato: torcémole venire: nun tórna a llavorà cu ste tasse
bbène sti panne! || tòrcese, v. rifl., con- arte | tornerà a ccomprallo | dice che jje
torcersi: se tòrce cóme n zèrpe dar tornava mèjjo a ffà vvenì qquélla da
dolóre. fòri, jje costava de méno (rif. alla
torcecòllo, s.m., torcicollo. canapa importata).
torcétto, s.m., laccio per suini. tornaro, s.m., tornitore: vò ddal ~ a
torchjà, v. tr., torchiare, spremere l’uva ffamme bbucà le rùzzole.
con il torchio. tórno (da), loc. avv., di torno: lèvete ~,
torchjata, s.f., 1. azione di torchiare. 2. ch’impicce!
quantità di vinaccia necessaria per riem- tòro: portà mmal ~, portare alla monta
pire un torchio. (rif. alla vacca).
torchjatura, 1. azione di torchiare. 2. torore:→ tortóro.
vinello ricavato dalla spremitura delle torrino, s.m., colombo torraiolo (Co-
vinacce: toccava bbéva la ~. lumba livia Gmelin).
tòrcia1:→ tòrce. tòrta, s.f., 1. ritorta, virgulto di pianta
tòrcia2, s.f., (gerg.) pène. usato per legare fasci di legna. 2. le-
torcibbudèlla:→ torcibbudèllo. game di steli: se facéveno le tòrte, co la
torcibbudèllo, torcibbudèlla, s.m., 1. cànepe stéssa méss’a bbagno, che rreg-
volvolo, violenta colica intestinale: si géva | quanno che sse legava li fasci,
sse n’accòrge l ~! (scherz., a bambini). s’accoppiàvono, tre ppéle pe pparte,
2. appendicite. p’aggiuntalle, che sse chjamàveno
torcijjóne (a), loc. avv., a torciglione. tòrte, sèmpre abbagnate che vvenévono
torciorécchjo, s.m., mezzo di conteni- cóme le còrde, reggévono.
mento del cavallo. tortijjóne, s.m., (lett.) tortiglione.
torcitura, s.f., 1. vinaccia torchiata: si uno tòrto: ~ a mmé e bbastonate a tté! (detto
c’éva la vennémmia lunga, la ~ la ri- nelle liti) | nun c’éva tutte l tòrte.
passava coll’uva vérgene, diventava tortorata, s.f., randellata: ndo vae, sò
ppiù bbòna. 2. vinello ricavato dalla ttortorate! (espr. rivolta a chi a briscola
spremitura delle vinacce: mal zi frate prende con l’asso di bastoni).
quarche ssecchjétto di ~ ci lu dàveno tortorate, sopr.
tutte. 3. legno di due anni, parte piegata tortóre:→ tortóro.
del magliolo. tortorèlla, s.f., tortora (Streptopelia tur-
tórdice, s.f., tordo gaggiaio (Turdus visci- tur L.).
vorus L.). tortóro, tortóre, s.m., 1. bastone lungo e
tordino, s.m., pispola (Anthus pratensis nodoso || ~ (a), loc. avv., a) con movi-
L.). mento avvolgente; b) in disordine, alla
tórdo: chjappà l tórde a vvólo, essere rinfusa: ggiocà ~ (al gioco della scopa)
abile | (d.) l ~ passa na vòrta sóla, me- | bbuttà na còsa ~. 2. bastone nocchie-
glio cogliere l’occasione propizia. ruto, con cui si torcono le funi del basto
tório:→ tórlo. o del carro: se dava l ~, ossìa s’infilava
tórlo, tório, s.m., tuorlo. ma la còrda de la susta un légno ari-
tormentina, s.f., trementina. curvo, che ssi chjamava bbilla, e ssi
tornà, v. intr., tornare || v. impers., con- ggirava a ~ inzinènte ch’adèra bbèllo
Vocabolario
607

strétto. tòto, ipoc., Antonio || dim. totarèllo.


tórzo, s.m., 1. torsolo di verdura o frutta. tòtoro, tòtero, tùtero, s.m., 1. tutolo. 2.
2. fusto legnoso del cavolo. 3. torsolo pannocchia con foglie: l granturco fa
legnoso della pannocchia di granturco. ttòtero, comincia a far la spiga. 3. (fig.)
4. (fig., dispr.) stupido: sto ~ de bbròc- pène: c’ha n ~! (di un membro virile di
colo! || agg., di coltello la cui lama non grandi dimensioni). 4. (fig.) asso di ba-
è tagliente. stoni. 5. gioco fatto con quattro palle di
torzóne, agg., laico: frate ~, frate con- ferro da gettare a distanza in una grande
verso. buca contornata da quattro piccole. 6.
toscanèlla, top., Tuscania || blas. pop.: ~ buca centrale nel gioco omonimo.
bbèlle fontane, ll’òmmene bbécche e le totorotò, sopr.
dònne puttane. tototata, sopr.
toscanése, s.m. e agg., ab. di Tuscania, tòtte, s.m., tot, un tanto: ha ppagato n ~ e
tuscanese || la ~, n. di una vasca per la ària! || agg. indef., anno ~, un certo
macerazione della canapa. anno | ~ mijjóne ll’è ccostato, alcuni
tóssa, s.f., tosse: ~ corvurza, pertosse | ~ milioni.
attaccata, tosse secca || dim. tossétta, tòtto, s.m., (infant.) cane.
tosse stizzosa. tottò1, inter., (infant.) voce per chiamare il
tossà, v. intr., tossire || Forme: Ind. pres. 3 cane.
tósse; 4 tossamo; 6 tóssono | Ger. tos- tottò2, nella loc.: fà ttottò, sculacciare (rif.
sènno. a un bambino).
tossicà, v. intr., tossicchiare. tovajja, s.f., tovaglia || dim. tovajjétta |
tòsto, agg., 1. duro, indurito: sta fettina è pegg. tovajjàccia || prov.: chi mmétte la
ttòsta cóme m pèzzo de sòla | castagne ~, métte la bbattajja | se métte la ~,
tòste | l pane ~, pane secco. 2. (fig.) ncumìncia la bbattajja | chi mmétte la
tardo, duro di comprendonio: c’ha na ~, paga le spése (rif. agli inviti a man-
capòccia tòsta cóme n zércio, n capisce. giare).
3. (fig.) robusto, resistente: u llégno ~ tovajjato, s.m., tovagliato; servizio di
cóme ll’ornéllo. 4. (fig.) abile, bravo: sò biancheria da tavola.
mmusicante tòste. 5. turgido: m pisèllo tozzétto, s.m., cantuccio, biscotto con
~ cóme n catarcióne (rif. al pène). 6. mandorle e nocciole.
(fig.) violento, fragoroso: cèrte tròne tòzzo: lavóra pe n ~ de pane | c’è dda fà
tòste! 7. (fig.) di alta gradazione: vino ppòche tòzze, di chi vive in povertà ||
~. 8. (fig.) profondo: chi ssònno ~! 9. dim. tozzarèllo, tozzétto | tozzettino,
(fig.) calante, detto della luna: l capélle grumo | pegg. tozzàccio.
se tàjjon’a lluna tòsta. tra:→ ntra.
totapurcra, s.f., inno liturgico mariano trabballà, v. intr., traballare: appòsta la
(dall’incipit.: Tota pulchra es Maria): carròzza trabballava, ora capisco (di
cantà l ~. cosa che non funziona).
totèra, s.f., tutela: a vvent’anne, a n fijjo trabbassèlla, sopr. m.
se dice: è ffòr de ~. trabboccà, v. intr., traboccare, di liquido:
tòtero:→ tòtoro. l bròdo li trabbócca da la pila.
totésco:→ todésco. tracagnà, v. intr., 1. mutare: tracagna l
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
608

tèmpo. 2. indugiare, portare a lungo. 3. trafòjjo, trifòjjo, s.m., trifoglio dei prati
tergiversare. (Trifolium pratense L. e affini), usato
traccaggènia, s.f., 1. indugio. 2. lungag- per sovescio: m prato pièno de ~ || tra-
gine. fòjjo sarvàteco, vulneraria, trifoglio sel-
traccheggià, v. intr., indugiare, portare a vatico (Anthyllis vulneraria L.).
lungo: nun ze stamo tanto a ttraccheg- traforóne, agg., guardingo || ~ (de), loc.
già! avv., di nascosto.
tracchenannae, avv., ancheggiando: la trafugóne, s.m., persona sfuggente || ~
véde che vva vvia ~. (de), loc. avv., in maniera evasiva.
tràccia, s.f., 1. linea di abbozzo. 2. solco traguardà, v. tr., determinare empirica-
segnato in terra dalle ruote di un carro. mente la verticale in un dato punto.
3. solco fatto dal cavatore, per estrarre trajjale, s.m., canale scavato dall’acqua
una pietra: prima fa le tracce cul pìc- piovana.
chjo. tralaccà:→ intralaccà.
tracìda, tracìde, v. tr., sopportare: gna che tralaccóne:→ ntralaccóne.
tte lo dico: nu lo pòzzo ~ coll’òcchje. tralassasse, tralassatasse, v. intr. pron., 1.
tracide:→ tracida. sfinirsi. 2. venir meno: si sintì ttralas-
tracimà, v. tr., diminuire, togliere il su- satà.
perfluo. tralassatasse:→ tralassasse.
tracòlla, s.f., catenina, collana d’oro tralasso, s.m., 1. stanchezza. 2. sveni-
(spec. della sposa). mento: li pijjò n ~ all’improviso.
tracollà, v. intr., cadere, di un peso. tralussata, agg., indebolita (di vacca che
tracòllo (a), loc. avv., a tracolla: parte cu non mangia).
la catana ~. trama, s.f., infiorescenza dell’olivo, mi-
tradì, v. tr., tradire. gnola: appunta la ~, comincia a migno-
traditóra, s.f., 1. traditrice: ~ (a la), loc. lare.
avv., servendosi della mano sinistra: nu tramà1, v. tr., inserire con la spola la
mmétta l vino ~, che ss’offènne!, non trama nell’ordito.
mescere con la sinistra, altrimenti si of- tramà2, v. intr., mignolare dell’olivo.
fende! 2. (fig.) piccola finestra circolare tramajjo, s.m., tramaglio, rete verticale
al di sopra della porta d’ingresso, nelle da pesca composta da tre teli sovrap-
case di campagna: spia da la ~, pe posti l’uno all’altro.
vvéde chi arriva. tramannà, v. tr., tramandare: lo traman-
tradizzióne, s.f., tradizione. nàvono ll’antiche.
traduce, v. tr., tradurre: ce lo pòe ~ tu a trambucióne, s.m., (dispr.) individuo
llòro. grosso, ingombrante.
trafatto, agg., mézzo, di frutto che ha su- traménte:→ ntraménte.
perato la maturazione. tramme, tranve, s.m., 1. tram: tranve lèt-
traffichino, trafichino, s.m., piccolo com- treco | (euf.) attàcchet’al tramme!, peg-
merciante: s’èra mésso a ffà l ~ de gio per te! 2. (arc.) autobus: l tranve su
mèrce campagnòla. la strada rivava fin’a Bbagnajja.
trafichino:→ traffichino. tràmpele, tràmpene, s.m. pl., 1. trampoli.
trafila, s.f., attrezzo da falegname. 2. (fig., scherz.) scarpe ortopediche.
Vocabolario
609

tràmpene:→ tràmpele. (fig.) conseguenza.


tramuntana, s.f., 1. vento che spira dal trascórre, v. intr., trascorrere.
nord: ògge tira na ~ che tte pòrta via || traseccasse, v. rifl., divenire troppo a-
prov.: ~ di bbòn còre, o tré, o sèe, o sciutto: ll’ajjo se trasécca | m bigónzo
nòve (presagio sulla durata). 2. (fig.) trasécco fàcile che bbutta.
screpolatura causata dal vento freddo: trasfirì, v. tr., trasferire.
m’è vvenuta la ~ sul labbro. trasfiriménto, s.m., trasferimento.
tranchède, antrop., Tancredi. trastullà, v. tr., trastullare: la trastulla l
trancisino, sopr. nònno la cratura || trastullasse, v. rifl.,
tranve:→ tramme. gingillarsi, perder tempo: se trastulla
tránzeto, s.f., (raro) transito. sèmpre pe strada.
tranzì, v. intr. pron., struggersi di deside- trastullóne, s.m., ragazzo che abitual-
rio: me piàciono tanto li gnòcche che mente si trastulla.
cce tranzìscio. tratta, s.f., forza di trazione: la màchena
trapalà, v. tr., ventilare, paleggiare il c’è ppirìcolo che ppijja la ~ (rif. alla
grano ammontato nel granaio. macchina di santa Rosa durante il tra-
trapassà, v. tr., 1. sorpassare: lo trapassa sporto).
sù ppe la salita. 2. oltrepassare || v. intr., trattà, v. tr., 1. trattare: tòcca sapécce ~
1. superare la maturazione: sta bbièta è col cristiane | me tratta cóme na pèzza
ttrapassata. 2. superare il punto di ma- da piède, mi tratta senza il minimo ri-
cerazione: quann’è ttrapassata, la cà- guardo. 2. servire cibo: tràttal’a ppajja
nepe fa le maccaróne. sto spozzarato!
trapasso, s.m., passaggio: nel ~ de reg- trattenésse, v. rifl., 1. intrattenersi. 2. fre-
gime (dal fascista al democratico) || fà narsi.
ttrapasso, non mangiare durante l’intera trattorà:→ strattorà.
giornata. trattóro, s.m., trattore || dim. trattorétto.
tràpono, s.m., trapano da falegname. trauzzolà, travuzzolà, v. tr., far rotolare:
tràppela, s.f., trappola. (infant.) adè l nònno che ttravùzzola le
trappolaro, s.m., imbroglione abituale. bbótte (cred. pop. rif. al rumore del
trappolóne, s.m., trappola di maggiori di- tuono) || v. intr., rotolare: travuzzolava
mensioni per catturare ratti. ggiù ppe la còsta, s’è ffermato n um
trapuntà, v. tr., eseguire le impunture di macchjoncèllo, ll’ha ffermato, ha smor-
un materasso. zato la bbòtta || trauzzolasse, travuzzo-
trasannato, agg., trasandato. lasse, v. rifl., rotolarsi per terra.
trascenà:→ trascinà. travajjà, v. intr., soffrire || travajjasse, v.
trascinà, strascinà, trascenà, v. tr., 1. tra- intr. pron., soffrire di mal di stomaco.
scinare: nu ~ l piède! | mi toccò strasci- travajjato, agg., tormentato: le ggiórne
nalla a ccasa di la su cummare | la travajjate del fàscio, (rif. all’epoca fa-
trascenava fòri. 2. ripassare verdure in scista).
padella: bbròccole strascinate. travajjo1, s.m., malessere, disturbo, nau-
trascinière, s.m., mercante di bestie vec- sea: me sènto n ~ de stòmmico.
chie. travajjo2, s.m., 1. travaglio; congegno di
trascino, s.m., 1. strascico. 2. seguito. 3. travi per immobilizzare le vacche du-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
610

rante la ferratura. 2. armatura per la che mmi trèmeno le mano | li trèmono


monta delle vacche. le bbrocchétte, trema di freddo | (iron.)
travéggo, s.m., capacità di ingannare: a cchjàcchjere nun ze trèma, tutto pare
c’ha l ~, te fa vvéde na còsa per un’an- facile a parole | li trèmeno le staffe,
tra. freme d’indignazione.
traverzina, s.f., legno che unisce le trematrèma, s.m., individuo pauroso.
stanghe del carro agricolo. trème:→ trèmele.
traverzà, v. tr., attraversare. trèmele, trème, trèmole, s.m., (arc.) Tre-
travèrzo, agg., di cavallo che butta il tal- moli, n. di un ponte scomparso di Vi-
lone in fuori || ~ (a), ~ (de), ~ (pe), loc. terbo.
avv., di traverso: la cìccia ll’è nnata pe tremènno, agg., tremendo.
ttravèrzo | sè fatto pròpio pe ~, hai un tremmercante, s.m. pl., stelle della cin-
pessimo carattere | na còsa finit’a ~, tura di Orione.
finita male. trèmole:→ trèmele.
traverzóne, s.m., forte vento. trènce, s.m., trench, impermeabile.
travisióne:→ tilivisióne. trenecà:→ trenicà.
travo, s.m., trave: pe ffortuna l ~ èra trenicà, trenecà, v. intr., 1. tremolare:
gròsso che nu sbracò. trénica, ma nun casca (di cosa che
travuzzolà:→ trauzzolà. tremola) | mdd. trénica trénica, san-
travuzzolasse:→ trauzzolasse (vd. trauz- t’Antò, bbutta ggiù na góccia d’ò! (rif.
zolà). all’olio d’oliva con cui condire). 2. ten-
travuzzolóne, avv., ruzzoloni, rotoloni. tennare || v. tr., far oscillare.
treatro, tïatro, s.m., teatro. trenicata, s.f., scossa: li da na ~ pe vvéde
trebbià, tribbià, v. tr., trebbiare grano. si rrègge.
trebbottóne, s.m., (scherz.) apertura dei trentauno (raro):→ tirintuno.
pantaloni, patta: te dò na bbòtta mal ~ si trentumpélo, s.m., (iron.) persona dai
nu la piante. capelli radi.
treccétta, s.f., interiora di agnello intrec- treónfo, s.m., trionfo.
ciate: na ~ de bbudellétte m’annarébbe treppiède, s.m., treppiedi, per il focolare.
pròpio. trésca, s.f., 1. calpestio: fa la ~, cóme na
tréccia, s.f., gruppo di cinque cavalli, che pestaréccia. 2. pantano risultante da
pestavano i covoni sull’aia || ~ (a), loc. calpestio in terreno umido.
avv., in fila. trescà, v. intr., sguazzare.
treccrociaro, s.m., ab. di Tre Croci (fraz. trescaréccia, s.f., calpestio.
di Vetralla). tresemarino, tresimarino, s.m., rosma-
trecìcolo:→ tricìcolo. rino (Rosmarinus officinalis L.): (an-
trédece, num. card., tredici: sémo n ~, tifr.) aspètta tu, ti ll’incarta ma na fòjja
pòrta fortuna. di ~, non sperare di averlo.
tréfolo: ce vònno tre quattro tréfole, pe ffà tresimarino:→ tresemarino.
la fune | na còrda a ttré ttréfele. tresòro:→ tisòro.
trèggia, s.f., treggia: la ~, adè ccóme na trevisióne:→ tilivisióne.
bbiga p’addomà l cavalle. tribbià:→ trebbià.
tremà, v. intr., tremolare: m pòzzo scriva trìbbia, s.f., trebbiatrice: la ~ a ffèrmo.
Vocabolario
611

tribbiatóre, s.m., trebbiatore. mdd. qui n c’è ~ pe ggatte!, nulla da


tribbiatrice, s.f., trebbiatrice. fare || ~ (a), loc. avv., maniera di
tribbiatura, s.f., trebbiatura. cucinare frittate. 2. (scherz.) pancia, di
tribbolà, v. intr., soffrire, far sacrifici: persona o animale.
quanto tòcca ~ a sto mónno! trippàccio, s.m., interiora di bestie ma-
tribbolato, agg., 1. sfortunato. 2. soffe- cellate.
rente || prov.: le tribbolate sò amice de trippalzugo, inter., insulto rivolto a per-
Ddio. 3. frutto di grande fatica: la sona grassa.
cànipe èra tribbolata na massa. 4. di tripparòlo, s.m., operaio che lavora le
sviluppo stentato (di pianta). trippe al mattatoio.
trìbbolo, s.m., sofferenza | (d.) morì n ze trippata, attrippata, s.f., mangiata.
morirà, ma l trìbbole tante! trippétta, s.f., trippa di agnello || sopr. m.
tribbuna, s.f., tribuna. triscebbusso, s.m., 1. combinazione di un
tribbunale, s.m., 1. tribunale. 2. (fig.) de- asso e di altre tre carte dello stesso seme
retano femminile di notevoli dimen- (nel gioco del tressette). 2. (fig.) scarica
sioni. di busse.
tricà, v. tr., mettersi in ordine: trìchete su, trìscio:→ strìscio.
va a la méssa a ssan Gijjo! trisiggèllo, antrop., n. di un giocoliere
tricchetracche, s.m., battola della setti- medievale viterbese.
mana santa: facéveno spaurà l cavalle, trisse, s.m., tris.
che se mpennàvano, quanno sonàveno tristo, s.m., 1. individuo losco. 2. (fig.)
l ~ || (mdd. scherz.) ha ppréso via ~ fur- avversità, sventura || prov.: dóppo l ~
bicétte, se l’è svignata. vène l bòno. 3. sporcizia: prènne l ~, co-
tricchetricche, incipit di una formula da prirsi di vecchia sporcizia || agg., 1. cat-
gioco. tivo, malvagio || prov.: ggènte trista,
tricìcolo, trecìcolo, s.m., triciclo. menzionat’e vvista. 2. infelice, sfortu-
trìfere, s.f. pl., (lett.) trifore. nato: ~ chi cce càpita! || prov.: ~ quel
trifojjino, s.m., varietà di trifoglio (Do- cane chi cc’ha ddu patróne.
rycnium pentaphyllum Scop., D. hirsu- trita, s.f., 1. (arc.) tecnica di trebbiatura,
tum Ser.). fatta utilizzando animali che pestavano
trifòjjo:→ trafòjjo. i covoni sull’aia: chi cc’éva le bbèstie,
trii, onom., voce che imita il verso della attaccava le bbèstie, cavalle o bbòve
rondine. vacche che ssia, ggiràvono ntórno fino
trijja, s.f., triglia di scoglio (Mullus sur- ch’èra fatta la ~, ch’èra stritolato
muletus L.), triglia di fango (M. barba- bbène. 2. scalpiccio frenetico: hanno
tus L.). fatto na ~, hanno rovinato tutto calpe-
trincèra, s.f., trincea. stando.
trincià, v. tr., sbriciolare. trità, v. tr., (arc.) trebbiare il grano con i
trinciato, s.m., foglia di tabacco. cavalli.
trintuno:→ tirintuno. tritaròlo, s.m., persona rumorosa.
trìpelo, agg., triplo. tritéllo, s.m., cruschetto, tritello.
tripolino, n. di un cane. tritolume, s.m., tritume di cereali.
trippa, s.f., stomaco cucinato dei bovini: tròcco, s.m., troguolo.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
612

tròccolo, s.m., 1. truogolo: l cióco lo trónco, s.m., 1. pesante croce di legno


magna mal ~ l brodajjóne. 2. (scherz.) portata in processione da un confratello.
pentola. 2. (fig.) branco di bestiame, armento.
troccolóne, s.m., chi cammina trasci- tròno, s.m., 1. tuono: cèrte tròne tòste! |
nando i piedi. cun tutte quél tròne, m piovéva, mal-
trofèvo, s.m., (raro) trofeo. grado tuonasse tanto, non pioveva ||
tròjja, s.f., 1. troia, scrofa che ha già par- manco l ~ de marzo sènte, di persona
torito: na ~ fijjata | magna quanto na ~ sorda | tròn’e llampe, fùrmen’e ssaétte!
fijjata, è vorace. 2. (fig.) prostituta || 2. fulmine: (imprec.) te pijjasse n ~! |
dim. trojjétta, ragazza leggera | accr. man quelue nu ll’ammàzzeno manco l
trojjóna | pegg. trojjàccia. tròne de marzo (di persona robusta).
trojjàggene, s.f., comportamento fem- tropèa, s.f., sbornia.
minile riprovevole. tròppo: mdd. quann’è ttròppo, è ttròppo!,
trojjajjo, trojjaro, s.m., troiaio. a tutto c’è un limite | tropparèllo, un po’
trojjame, s.m. coll., donne di malaffare. troppo || prov.: l ~ strùppia.
trojjaro:→ trojjajjo. tròscia, s.f., 1. rivolo d’acqua. 2. liquido
trojjata, trojjerìa, s.f., troiata, azione im- versato: n véde ch’ha fatto na ~ pe
morale. ttèrra? || tròsce (a), loc. avv., a dirotto ||
trojjerìa:→ trojjata. dim. troscétta | accr. troscióne.
trómba:→ trómma. tròtta, s.f., 1. trota di fiume (Salmo trutta
trombà, v. tr., 1. (gerg.) bocciare a scuola. fario L.). 2. trota iridea (Oncorhynchus
2. (gerg.) fottere. mykiss Walbaum).
trombata, s.f., (gerg.) coito. trottapiano, s.m. inv., 1. scansafatiche. 2.
trombatura, s.f., (gerg.) bocciatura. (gerg., scherz.) pidocchio: ci facéveno
trombétta, s.f., spia. l ~.
trómma, trómba, s.f., 1. tromba || ~ par- tròtto (de), loc. avv., al trotto: va vvia ~.
lante, (arc.) grammofono || dim. trom- trottolétta, trottolina, s.f., piccola trot-
métta. 2. coda di cipolla, da cui si ricava tola, che si aziona senza funicella.
il seme. 3. proboscide. trottolina:→ trottolétta.
trommétta, s.f., peto: (scherz.) sonava tròva:→ trovà.
la ~, spetezzava. trovà, tròva, truvà, truvare (raro), v. tr.,
trommettière, trummettière, s.m., trom- trovare: tròveme! | tròvemelo! | e
bettiere. qquanno lo tròve qqui? | ha ttròvo la
tronà, v. intr. impers., tuonare: lo sènte Mèrica, ha fatto fortuna | n trovava lòco,
cóme tròna! | tròna, l nònno Fichétto requie | ce tròve Gnàzzio!, ci trovi il sot-
traùzzola le bbótte | quanno tròna de toscritto | ce tròve chi tte gastiga, chi tte
marzo, uno se ròtola pir tèrra | (d.) purga, trovi il castigamatti | ll’ha tròvo
tanto tronò che ppiòvve (di evento at- bbòno!, hai a che fare con me | trovacce
teso a lungo). ll’amico (il baco nel frutto) | pe ttrovallo
tronchesine, s.f. pl., tronchese, utensile ce vò l can da càccia | t’è vvenuto a
per tagliare fili metallici. ttròva | lu vò a ttròva | nun tròva a
tronchétto, s.m., 1. attrezzo del calzolaio. bbatte n chjòdo, esser disoccupato | fu
2. sperone di vite: ~ córto a ttre òcchje. ttròva na fiasca cul vino | hò ttròvo n
Vocabolario
613

nido | ci ll’hò ttròvo, l’ho colto sul fatto truvà:→ trovà.


| ha ttròvo la strada chjusa, si è imbat- truvare:→ trovà.
tuto in un ostacolo | la su fijja n’ha ttro- truvasse:→ trovasse (vd. trovà).
vato, è rimasta nubile || trovasse, ttaccà:→ attaccà.
truvasse, v. intr. pron., trovarsi: ndóve si ttaccato, agg., affezionato.
tròveno || Forme: Ind. pres. 2 tròve; 4 ttènte:→ attènte.
trovamo; 6 tròvono | impf. 6 trovàveno ttènto:→ attènte.
| perf. 1 trovae, trovò; 3 trovétte; 4 tro- tturà:→ atturà.
vémmo; 6 trovònno, trovòrno | fut. 1 tro- tturasse, vd. atturà.
varò; 2 trovarae, troverae; 3 trovarà; 5 tubbà, v. intr., tubare, di colombi.
trovaréte; 6 trovaranno | Cond. pres. 1 tubbatura, s.f., 1. tubatura. 2. tubazione.
trovarèbbe | Cong. pres. 3 tròve | impf. tubbercolóso, agg., tubercoloso.
1, 2 trovasse | P. pass. tròvo, truvato | tubbìa, top., Tobia, fraz. di Viterbo.
Ger. trovanno, trovènno. tubbiòlo, microtop.
tru, inter., voce per far camminare il tubbo, s.m., 1. tubo. 2. (gerg.) misura da
maiale. un litro di vino.
trucce cavalle, incipit di tir. tucino, s.m., zipolo: pe ssam Martino se
trucce cavallo, incipit di tir. cavava dal ~, s’assaggiava (rif. al vino
trucce trucce cavallucce, incipit di tir. nuovo).
trucci trucci cavallucci, incipit di conta. tufà, v. tr., 1. annoiare. 2. nauseare. 3.
trucce:→ trucci. dispiacere, rincrescere.
trucchetrucche, sopr. tufarino, agg., 1. tufaceo. 2. che vive nel
trùcchjo, s.m., trucco. terreno tufaceo: na vipra tufarina.
trucci, trucce, inter., (infant.) voce d’inci- tuffasse, attuffasse, v. intr. pron., tuffarsi.
tamento ad equini. tuffe tuffe, s.m., (infant.) treno a vapore.
trucci trucci cavalli morèlli, incipit e tumasso:→ tomasso.
chiusa di tir. tùmbolo, tùmmolo, s.m., tumolo, all’in-
trùcido, agg., 1. torvo. 2. crudele. 3. tra- terno della chiesa.
ditore. tummellà (a), loc. avv., a) in tutta fretta:
trucidóna, s.f., prostituta. fa ffagòtto ~, fuggire; b) in disordine:
trujjo, agg., 1. torbido. 2. disgustoso: bbuttà la ròbba ~; c) senza misura: ma
acqua trujja, bevanda disgustosa. che mm’ha préso ~, a ccòttemo!
trullandao, trullandò, s.m., stupidello. tummistufe, turmistufe, s.f., personaggio
trullandò:→ trullandao. immag. femminile: la signóra ~ me
trullo, s.m., stupidello. pare. che sse credarà dda èsse?
trummettière:→ trommettière. tùmmolo:→ tùmbolo.
truncicóne, s.m., 1. sezione di tronco. 2. tùnnele, s.m., galleria, tunnel.
grosso ramo. tuo, pron. poss., tuo: e cché ssò le tue?,
trusco, s.m., etrusco: chi ssèe n ~? || agg., sono forse i tuoi? | ch’è l ~ qué?, è forse
scorbutico. il tuo? | te magne l ~ e l mio || prov.: avé
trusculoggìa, s.f., etruscologia. ddil ~, chi nun ti manca gnènte | li tua,
trusiana, ntrusiana, s.f., prostituta. li tui, i tuoi familiari, i tuoi parenti ||
truttà, v. intr., trottare. prov.: Natal’e Ppasqua cu le tue, a
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
614

ccarnevale cun chi vvòe || agg. poss.: la quando si fanno 10 punti.


màchina tua || tu, agg. poss., in proto- tuttaddue, tutteddue, agg., ambedue:
nia, tuo, tua, tuoi, tue: l ~ marito | la ~ c’èrono ~ le famijje | ~ li vòrte | da ~ le
mà, tua madre | l ~ pà, tuo padre | la ~ parte, d’ambo le parti.
mójje | li ~ parènte | le ~ carzóne. tutteddue:→ tuttaddue.
tupè, s.m., tuppè. tutto: veggarae che rrìvono tutte nzième
tuppirtù (a), loc. avv., a quattr’occhi, in | tutte quante, tutti, tutte | tutte le
confidenza. ggiórne, ogni giorno | è arta tutta qué, è
turato, p. pass. e agg., otturato. alta così | sémo ~ n tèmpo, abbiamo la
turchinèllo, vezz., di colore leggermente stessa età | è ttutta na frégna, la stessa
turchino. cosa | sò ttutte róghe ggiù ddéntro, è un
tùrchjo, agg., ubriacone luogo pieno di rovi | ~ l cucuzzaro, to-
turco: cèsso a la turca, con un’apertura in talità di q.cosa | ~ l buco del carzolaro,
terra, senza water || agg., 1. (fig.) di alta id. c.s. | tutt’è cche ffamo n tèmpo, pur-
gradazione: quél vino néro ~. 2. (fig.) di ché facciamo in tempo || tutt’al più, loc.
sapore aspro. avv., al massimo | tutta na bbòtta, tutta
turìbbelo, s.m., (raro) turibolo. na vòrta, tutt’a n tratto, tutt’anzième,
turlònia, cogn., Torlonia: manco s’ère ~!, tutt’assième, tutt’enzième, tutt’inzième,
nemmeno fossi ricco come Torlonia! tutt’um bòtto, ~ nzième, ~ n córpo, loc.
turmentà, v. tr., tormentare. avv., improvvisamente | co ttuttoché,
turménto, s.m., tormento. loc. avv., benché, sebbene: ~ ssémo
turmistufe:→ tummistufe. mèżże parènte | co ttuttociò, loc. avv.,
turo, s.m., tappo di sughero: attènte a nondimeno | n tutt’e pper ~, loc. avv.,
num pèrde l ~ del barlòzzo, sinnò tte tutto sommato.
tòcca annà ddurmì cu la patróna! tuttomajjo, s.m., euforbia cespugliosa,
(scherz., in campagna tra operai che be- erba velenosa usata per la pesca di frodo
vevano alla stessa botticella). nei corsi d’acqua (Euphorbia characias
turrènte, s.m., torrente. L.).
tuscagna:→ tuscànnia. tuttomìo, onom., imitazione del verso
tuscànnia, tuscagna, top., Tuscania. della civetta || fà ~, appropriarsi di tutto.
tùtero:→ tòtoro. tutù, onom., (infant.) imitazione del
tutta, inter., si dice al gioco della morra suono della trombetta.
Vocabolario
615

ù, inter., uh! d’amór, canta de ràbbia || dim. ucel-


uà, inter. di disgusto. létto, ucellino (raro) | pegg. ucellàccio.
ua, s.f., uva: ~ da tàvela | ~ lujja, uva lu- 2. (fig.) pène, membro virile.
glienga | ~ mericana | ~ fràvela, uva fra- uddimìo:→ oddimìo.
gola | ~ de san Giuvanne, uva selvatica, udóre, s.m., odore | dim. udorétto.
che non allega: sparisce cóme ll’ua ~ | ~ uffèrta, s.f., offerta.
nocchjòla, uva selvatica | ~ passerina, ufféso, p. pass., offeso.
varietà di uva dagli acini piccoli e senza ufficina, s.f., officina.
vinaccioli | ~ rància, ribes (Ribes ru- uffo (a), loc. avv., a) a ufo, gratis: li piace
brum, R. nigrum) | ~ spina, uva orsina de magnà ~, mangiare a scrocco; b) i-
(Arctostaphilos uva ursi Spr.) || mdd. nutilmente, a vuoto: ha ffatto la strada
famo l giòco dell’~: gnuno a ccasa sua ~; c) senza compenso: mica pò llavorà
(form. infant. di commiato) || prov.: set- ~ || prov.: ~ n canta cèco.
tèmbre, ll’~ è ffatta e l fico pènne | uffo, luffo, s.m., 1. femore: me sò rrótto l
quanno ll’~ è ccóme l pépe, pijja la far- luffo. 2. articolazione coxofemorale: co
cétta e mmète. ste luffe nun cammino ppiù. 3. fianco.
ubbedì, ubbidì, v. intr., obbedire: sti fijje uggènia, antrop., Eugenia: la sòra ~.
n’ubbidìsciono mae | li toccò a ~, do- ugnàccia, s.f., artiglio.
vette ubbidire || Forme: Ind. pres. 1 ub- ugnóne:→ unnióne.
bidìscio; 6 ubbedìsciono | perf. 1 ubbidì; ugnuno:→ gnuno1.
6 ubbidinno. uguajjà, v. tr., uguagliare.
ubbidì:→ ubbedì. uguajjanza, s.f., uguaglianza.
ucaristìa, s.f., eucarestia. uguajjato, agg., uniforme, rif. al lavoro
uccasióne, accausióne (raro), occausióne dei campi: tirà ssù ttutto ~.
(raro), s.f., occasione. uguale, avv., ugualmente, lo stesso: lòro
ucchjétto:→ occhjétto. pure fanno ~ | n fa gnènte, tant’è ~! | pé-
uccupato, agg., occupato. son’uguale, hanno lo stesso peso.
ucellétto, s.m., (infant.) pène. ùlciora, lùcciola, s.f., ulcera.
ucèllo grifóne, s.m., 1. (fig.) persona ulive, s.f. pl., olive: annam’a ~, a cogliere
scarmigliata. 2. (fig.) asso di denari. le olive per conto terzi.
ucèllo żżìżżero, s.m., (fig., infant.) pène. ulivèllo, s.m., livello, canone: pijjà na
ucèllo, s.m., 1. uccello: annav’a cchjappà casa a ~, in affitto.
ll’ucèlla, ad uccellare | mdd. adè ccóme ulivo, livo, s.m., olivo (Olea europaea L.).
ll’~ su la frasca (di persona guardinga, ullallà, inter., (scherz.) espr. di fastidio.
in trepidazione) | si cóme ll’~ del mala- um, inter., uhm!: ~! fa la vaccarèlla
gùrio || prov.: ~ che vva de nòtte nun fa (commento al gioco della scopa).
bbòn nido | ll’~ ngórdo li crèpa l gózzo umà, v. intr., 1. trasudare umidità: annà-
| ~ che sta ne la gàbbia, se nun canta vono n quélla chjèsa ndó ce umava na
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
616

massa d’acqua. 2. trapelare, stillare: le umuto:→ immuto.


bbótte, se ùmono, se stùccono | na can- un1:→ n1.
nèlla che uma, bbutta m pò. ùncica:→ óncica.
umanetà, s.f., umanità. uncicata, s.f., unghiata.
umbèrta (all’), loc. avv., taglio di capelli uncinara:→ oncinara.
corti con sfumatura alta: annava de ùndece, ùnnece, num. card., undici:
mòda a ttajjasse le capélle ~ | l tajjo ~. quanno fu vvèrzo li ~, lo vìddero arrivà.
umbrèlla:→ ombrèlla. ùneco, agg., unico: èra fijja ùneca de
umbrellaro:→ ombrellaro. matre védova.
umbrèllo:→ ombrèlla. ungarése, agg., ungherese.
umbrïaco, mbreaco, mbrïaco, agg., u- ungarìa, n. geogr., Ungheria.
briaco: ~ cóme na zzucca | parécchje l ùnnece:→ ùndece.
zàbboto sò mbrïache cóme ccucuzze | unnióne, ugnóne, s.f., unione: teatro
mdd. quelòro vònno la bbótte pièna e la dell’~.
mójje mbrïaca, pretendono tutto. unnipotènte:→ nnipotènte.
umbrïacóne:→ imbrïacóne. unniputènte:→ nnipotènte.
umbriche:→ ombrichèlle. uno: pò dice che ~ se ncazza! | ~ coll’al-
umbrichèlle:→ ombrichèlle. tro s’ajjùtono, a vicenda | è vvèrzo ll’~,
umbrico:→ ombrico. sono quasi le tredici | all’~ priciso,
ume:→ lume. magno | “uno, due ttré!” “fante, cavallo
ùmedo, ùmmedo, ùmmido, agg., umido: e rré!” (scambio di battute scherzose al
sta légna è ùmmida, appòsta m pijja || gioco della scopa) || prov.: ~ è ppòco e
s.m., sugo preparato con olio e pomo- ddue sò ttròppe.
doro: bbaccalà n ~. unóre, s.m., onore.
ùmele, agg. inv., (citt.) umile. untà:→ ontà.
umentà:→ omentà. untura, s.f., 1. unzione: ll’~ de la góla
umicióne:→ ompicccióne. (che aveva luogo in chiesa, il giorno di
umijjà, umillià, v. tr., umiliare || umij- San Biagio). 2. untume.
jasse, umilliasse, v. intr. pron., umiliarsi. unze, s.m., (scherz.) il numero uno nel
umijjante, agg., umiliante. gioco della tombola.
umijjazzióne, s.f., umiliazione. uò, ideof. dell’atto di vomitare.
umillià:→ umijjà. uòtto, nell’espr.: ha ffatto ~, ha vomitato.
umilliasse:→ umijjasse (vd. umijjà). ùpele:→ lùpole.
uminazzióne:→ alluminazzióne. upèrto:→ apèrto.
umino:→ lumino. upi, s.m., luogo immag.: dó vae, a ~?
umirtà, s.f., umiltà. ùpimme, s.m., (rec.) grande magazzino
ùmmedo:→ ùmedo. Upim.
ummidità, s.f., umidità. upinióne:→ oppinióne.
ùmmido:→ ùmedo. upino:→ lopino.
ummuto:→ immuto. upo:→ lupo1.
umóre stallino, s.m., malattia alle giun- ùpolo:→ lùpolo.
ture del cavallo. upomanaro:→ lupomannaro.
umpiccióne:→ ompicccióne. uppurtuno, agg., opportuno.
Vocabolario
617

uprì:→ aprì. tomo (n), ùrtimo (nell’), ùrtimo (sull’),


ùrchjo, s.m.,1. personaggio immag. pau- ùrtomo (sull’), loc. avv., a) alla fine:
roso: ll’~ cu li sanne. 2. uomo scon- quann’è stato sull’~ | prò quanno ch’è
troso, solitario: è n ~ quelue, vacce a all’~, nun c’è | ll’ùrtemo l legarino an-
pparlà! 3. (fig.) cafone, zotico. 4. (fig.) nav’apprèsso e llegava | quanno ch’èra
avaro. ll’~; b) più tardi, negli ultimi tempi:
urciògno, idron., Urcionio. quésto si sèppe n ùrtemo || prov.: bbeati
urécchjo:→ orécchjo. ll’ùrtimi, se li primi sò ddiscréti.
urganeżżà, v. tr., organizzare. urtica, s.f., ortica (Urtica diodica L., U.
urgòjjo:→ orgòjjo. urens L.).
urientà, v. tr., orientare, dare orienta- urticara:→ orticara.
mento. urtimaménte:→ ortemaménte.
uriggenale, urigginale, agg., originale. ùrtimo:→ ùrtemo.
urìggene:→ rìggene. urto, s.m., fastidio: sapésse quanto me dà
urigginale:→ uriggenale. ~!, sapessi quanto mi irrita | c’ha n ~ de
urinalata, s.f., 1. contenuto di un orinale: nèrve.
ll’arrivò addòsso n’~ da la finèstra. 2. ùrtomo:→ ùrtemo.
lancio del contenuto di un orinale. urulòggio:→ orlòggio.
urinale, s.m., orinale. usà, v. intr., essere in uso: l fucile, n trom-
uriżżónte, s.m., orizzonte. bóne cóme usàveno allóra.
urlà, v. intr., urlare: urlònno, urlarono | usanza:→ osanza.
urlanno pi la ràbbia, jjescinno da la usce, inter., nell’espr.: ~ ~, gnuno a li case
pòrta. sua! (detto per dare commiato in modo
urlòggio:→ orlòggio. deciso).
urnato, agg., ornato. uscì:→ escì.
uròpa, n. geogr., Europa. uscillazzióne, s.f., oscillazione.
uropèo:→ ropèo. ùscio: èssa sécco cóme n ~, essere ma-
urta, s.f., contrasto, lite: sta n ~ co ttutte | grissimo.
méttese d’~ co uno | se sò pprése n ~ | uscita, s.f., prima apparizione in pubblico
pijjasse d’~. dei neosposi al ritorno dal viaggio di
urtasse, v. rifl., offendersi, impermalirsi: nozze.
s’è urto. usofòrmio, s.m., lisoformio.
urtemaménte:→ ortemaménte. uspedale:→ uspidale.
ùrtemo, ùrtimo, ùrtomo, agg., ultimo: uspidale, uspedale, s.m., ospedale.
ll’ùrteme de marzo, la fine di marzo | uspìzzio, spìzzio, s.m., ospizio: ll’~ dil
ll’~ dell’anno, san Silvestro | le tre ùr- vècchje.
teme de fijje, i tre figli minori | ha ffatto ussà, v. intr., ronzare: c’hò ll’orécchje che
ll’ùrtema, ha preso l’ultima mano a mme ùssono.
carte | fà ll’ùrtema, morire | qué sò ll’ùr- ussìa, cong., ossia, ovvero.
teme, ultima produzione di frutti di una ussignóne:→ ossignóne.
pianta | sta ll’ùrteme strème, in fin di usso, s.m., 1. ronzio: me ciùffolono
vita || ùrtemo (all’), ùrtomo (all’), ùr- ll’orécchja, sènto ll’~. 2. brusio: quanno
temo (ll’), ùrtemo (n), ùrtimo (n), ùr- che ssènto ll’~ de le ggènte, me stracco.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
618

ussugna:→ ossógna. utomàtico:→ otomàteco.


ustinzòrio, s.m., ostensorio. utopissìa:→ utoppisìa.
ustriècio:→ austrìcio. utoppisìa, utopissìa, utozzìa, s.f., (rec.)
ustro:→ lustro. autopsia.
usurajjo, s.m., 1. usuraio. 2. avaro. utóre, s.m., (raro) autore.
ùtele, s.m., utile: te dovésse dì, se fa ppiù utozzìa:→ utoppisìa.
ddanno che ~ || agg., utile: è stato ~ la utro, s.m., utero.
parte sua ma stu mónno || prov.: sémo utunno:→ atónno.
tutte ~, gnuno è nnecessàrio. uturiżżà:→ otoriżżà.
utìzzio, antrop., Eutizio. uvatta, s.f., ovatta.
Vocabolario
619

và, inter., suvvia!: cantamo tutt’assième, ll’ha fatto l ~? 3. cicatrice lasciata sulla
và! pelle dalla vaccinazione antivaiolosa.
vacca, s.f., femmina del toro, allevata per valé, v. intr., valere: nun vàlono gnènte |
la carne: ~ da còrpo, prónta pel frutto nun vale n zòrdo farzo | nun vale na cica
(da riproduzione) | ~ mungana, vacca da | n vale na séga | mó n ci vale ppiù! |
latte || mdd. li va la ~ pill’ara, le cose ògge n vajjerébbe gnènte || prov.: vàj-
gli vanno bene || vacche, s.f. pl., (fig.) jono ppiù qquattr’òcchje che ddue | vale
eritema a macchie rosso-violacee ppiù na còsa fatta che ccènto da fà ||
causate da circolazione sanguigna anor- Forme: Ind. pres. 1 vajjo, vargo; 4 va-
male, che si formavano sulle cosce di lémo; 6 vàjjono, vàlono, vàrgono | impf.
bambini e donne d’inverno, per ecces- 3 valiva | perf. 3 varze; 6 vàrzero, vàr-
siva esposizione al calore del fuoco: li zoro | fut. 1 valarò, valerò, valgarò; 2
venìvono le ~ ne le zzampe. valarae, valgarae; 3 valarà, valerà, val-
vaccaro, s.m., bovaro. garà | Cond. pres. 3 vajjarébbe, vale-
vaco, vago, s.m., 1. acino: n ~ d’ua | fa rébbe | P. pass. valuto.
ccèrti vaghétti ciuchi cóme la passe- valèrio, nell’espr. ecolalica: va llà, ~!
rina, sènza granèllo. 2. chicco, bacca, valìcia (raro):→ valìggia.
seme: l lino fa le vacarèlle | vaca de valìggia, bbaligge (arc.), bbalìggia (arc.),
grano | n ~ de gràndine. 3. granello: valìcia (raro), s.f., valigia: fà le valigge,
pép’a vvache || dim. vacarèllo, vachétto, andarsene | c’ha li valigge prónte || dim.
vagarèllo || pl. vagarèlle, mangime per valiggétta | accr. valiggióne.
i polli. valiggiata, s.f., contenuto di una valigia.
vaffanciulla:→ vaffanculla. valintino gójjo, sopr.
vaffanculla, vaffanciulla, inter., (euf.) valintinùccio, sopr.
vaffanculo! vallaro, s.m., parte più bassa del solco: la
vaffanzièna, inter., (euf.) vaffanculo! vacca più ggròssa annav’a vvallaro.
vagabbonnàggio, s.m., vagabondaggio. valle: ~ cupa, odon. | ~ de la tròjja, top.
vagabbónno, s.m., vagabondo || blas. int.
pop.: vagabbónne de Bbagnajja, propo- vàllia:→ vajja.
tènte de Vitèrbo, latre de Sam Martino. vallonèa, s.f., corteccia di una sorta di
vaganza, s.f., vacanza: domane famo ~ | quercia (Quercus aegilops), che si ma-
le vaganze de Natale, le vacanze nata- cinava per estrarne tannino.
lizie | quanno ve le danno le vaganze? valtre:→ vantre.
vago:→ vaco. vàlzere:→ vàrzere.
vajjà, v. tr., (citt.) vagliare, esaminare. vampata, s.f., 1. vampa, caldana dovuta a
vajja, vàllia, s.m., vaglia postale. menopausa. 2. zaffata. 3. (fig.) attacco
vajjòlo, s.m., 1. vaiolo: ~ pazzo, vaiolo d’ira. 4. (fig.) esplosione di gioia.
benigno. 2. vaccinazione antivaiolosa: vampóre, s.m., afrore del mosto in fer-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
620

mentazione: da la tina venéva sù n ~ rignana, però è vvanuce || (fig.) annà a


che tte sturbava. le vanuce, impoverirsi.
vanèllo, s.m., gherone. vànvara (a), loc. avv., a vanvera: parlà ~.
vanga: lavorà a ~, lavorare utilizzando la vanzà:→ avanzà.
vanga || prov.: la ~ c’ha la punta d’òro, vanzato, agg., avanzato, rimasto: ma-
la zzappa d’argènto | male la ~, pèggio gnamo l pane ~ de jjère.
l zzappóne | male la ~, pèggio la séga, varacchina, s.f., varechina: la ~ s’usa
male chi mmète, pèggio chi lléga. ppiù ppòco mó.
vangatìccio, s.m., terreno vangato. vardà:→ guardà.
vangatura: ~ a ccavallo, operazione di vardarònne, guardarònne, inter., guarda
scalzatura e rincalzatura della vite || ~ un po’!: ~ che ss’avarébbe da véda!
(de), loc. avv., a) all’epoca della van- varpa (a), loc. avv., in maniera sconclu-
gatura; b) durante il lavoro di vangatura. sionata: chjàcchjere ~ tu | fa le còse ~,
vangelista, s.m., evangelista. senza riflettere.
vanijja, s.f., vaniglia. vartre:→ vantre.
vanijjato, agg., vanigliato: zzùccoro ~. vàrvola, s.f., valvola.
vannarèlla, s.f., donna di bassa statura: varzènte, s.m., 1. valore. 2. (coll.) gio-
hò vvisto passà ddu vannarèlle, due ielli.
donne basse (dal cogn. Vanni di due vàrzere, vàlzere, s.m., valzer || dim. var-
sorelle molto basse). zerétto.
vannino, s.m., puledro di cavallo o mulo vascèlla, s.f., mascella.
che non ha ancora un anno. vàschja, s.f., vasca || dim. vaschjétta.
vanósa, agg., (dispr.) di donna fatua. vaso, s.m., 1. (fig.) mammella di donna:
vantaggiata, agg., di pianta dal ger- sam Martino, cummà, chi bbèlle vase!
mogliamento precoce. 2. (fig.) mammella turgida di vacca: ha
vantarèllo, s.m., individuo che si vanta. ffatto m bèr ~ sta vacca.
vantasse:→ avantasse. vassallàggene, s.f., comportamento male-
vante:→ avante. ducato.
vantièri, avv., l’altro ieri. vassallata, s.f., birichinata da ragazzi.
vantóso, agg., vantone. vassallo, s.m., 1. bullo. 2. (fig.) ragazzo
vantre, valtre, vartre, voaltre, vóe, voj- vivace, discolo: che vvassallo che ssèe.
jaltre, vue, pron. pers., voi: valtre state vassapé, inter., vattelappesca!, chissà!: lo
zzitte! | vène cun vue | li nònne se dà- vennerà ~ qquanno! | ll’incòmmede ci
veno del vue | ll’annamorate si dàveno ni sò ~ qquante! | ~ dda quanto tèmpo!
del vue | a vvartre che vve fréga? | dicé- vatecano, agg., vaticano: l cuncijjo ~
teciolo vue che cce lu sapéte! | pure vue secónno.
pirò! | pòvere vóe! vé, inter, neh!: sparàvono, ~!
vanuce:→ vanùcio. ve, vi, pron. pers. at., vi: ~ ll’avarà ppure
vanùcio, vanuce, agg., di vegetale vuoto détto | fàtemolo sapé quanno vi n’an-
al suo interno, appassito prima di giun- nate | ve piace? | allóra ~ saluto! | ~
gere a maturazione: sèlloro vanùcio | na pare?, prego! | ~ chjamo io, n dubbitate
ravanèlla vanuce drénto | quanno sò | quanno ~ paga, è ssèmpre tarde.
ttrapassate sò vvanuce | è bbèlla sta ma- vècchja, nell’espr.: bballa la ~, effetto ot-
Vocabolario
621

tico, quasi un tremolio trasparente del- ce sémo viste!, addio! | éte visto gnènte
l’aria, che evapora d’estate da una su- Méco? | véde da lontano, è presbite | sta
perficie surriscaldata. vvéde che ccasca | véde l lume, aver il
vecchjàjjene, s.f., (scherz.) vecchiaia. dono della vista | fa vvéde, mostrare |
vecchjaro, s.m., gerontocomio. mdd. tòcca vedénne de tutte le colóre! |
vècchjo, agg., vecchio: ~ cóme l cucco, ha da véda la ggènte!, vedessi la gente
vecchissimo | l govèrno ~, della passata che c’è! | vedéssela bbrutta, avere un
legislatura | patate vècchje, dell’anno cattivo presentimento | n ze véde n’en-
scorso | vitame ~, qualità di vitigno an- tégna, manco de qqui a llà, non si vede
teriore alla epidemia della filossera || nulla, nemmeno a un palmo dal naso |
dim. vecchjarèllo || s.m., 1. parte le- s’éssete visto tutto quel pappié!, una do-
gnosa di una pianta. 2. cattivo odore del cumentazione enorme | n c’ha cche
tessuto dovuto al trascorrere del tempo: vvéde | che vvò véda!, espr. di meravi-
l panno prènne de ~ || pl. le vècchje, glia | chi ss’è vvisto, s’è vvisto | visto che
gerontocomio: stà a le ~. cce sèe, damme na mano! | se pònno ~
veccióne: ll’ua è ccóme l ~ (rif. alle di- cóme l diàvol’e ll’acqua santa || prov.: si
mensioni dell’acino). nun ze véde, nun ze pò ddì | òcchjo nun
vecciuta, s.f., tipo di vite selvatica. véde, còre num pènza. 2. considerare:
vecinato, s.m., vicinato: sta ggiù ppi toccarà vvéda cóme stanno le còse ||
qquel ~ | dumane lu va rraccontà ma Forme: Ind. pres. 1 véggo; 2 véde, vég-
ttutto l ~. ghe; 4 vedémo; 6 védeno, véggono |
vecino, vicino, s.m., vicino: sémo vecine impf. 1 vedivo; 2 vedéve; 3 vidiva; 4
de casa || prov.: pòzza durà la mala vi- vedévemo; 5 vedévete; 6 vedéveno,
cina quanto dura la nève marzolina | pe vedévono, vidìveno | perf. 1 védde,
non fà rrida la vecina, métte pòch’òva vidde, viddi; 2 vedéste; 3 vidde; 4
sótto la gallina || avv., vicino: sta dde vedéssemo; 6 vìddeno, vìddono | fut. 1
casa ~ al dòmo. veggarò; 2 vedarae, veggarae; 3
véda:→ véde. vedarà, veggarà, veggherà; 4 veg-
védava:→ védeva. garémo; 5 vedaréte, veggaréte; 6 veg-
vedé:→ véde. garanno | Cong. impf. 4 vedéssemo; 5
véde, véda, vedé, v. tr., 1. vedere: ha visto vedéssete | Cond. pres. 3 veggarèbbe; 4
mae pòe vène | éte visto mae lo riva da- veggaréssemo | Imper. 2 véde | Ger.
véro? | a vvédelo, manco pare, a vederlo vedènno.
| dallo a vvéda | santa Lucìa, nu la vég- védeva, védava, s.f., vedova || agg., infra-
ghe? (a chi non vede un oggetto che ha settimanale: si èra na fèsta ~, m pij-
sotto gli occhi) | vu véda che cce la fae? jàvono pagàccio || védeve, s.m. e f. pl.,
| lo vé ch’ha fatto?, non vedi il danno vedovi: la scampanata èr’ariservata
che hai provocato? | te fò vvéda io | véde mal ~ chi ss’arisposàveno.
m pò!, ma certamente | nu lo pòsso veggetà, v. intr., vegetare (di piante).
véda, non lo sopporto | e ppó a vvéda veggetale, agg., vegetale.
cóme s’incollava quélle sacchétte! | nun veggetazzióne, s.f., 1. vegetazione. 2.
c’ha cchi vvéda gnènte cu ésso | n ce se crescita, sviluppo (di piante): la vita è n
véde manco a bbiastimà, è buio pesto | ~, inizia il ciclo vegetativo primaverile.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
622

veggìllia:→ vergìllia. vénta la guèrra ll’americane | chi


véjja, s.f., veglia: annà a ~, andare a tra- vvénce? | dállela vénta! | nun ci la dò
scorrere la serata conversando in casa di vvénta | vincì ll’orgòjjo | è ccóme ~ n
persone amiche: le dònne dòppo cenato tèrno al lòtto | ha vvénto la scomméssa
annàven’a ~ | qué ssò ccòse che sse ric- | vénce la tapp’a ccronòmotro | c’hanno
cónten’a ~, sono cose assurde. vénto || dà vvénta, soddisfare ogni ca-
vejjà, v. intr., vegliare. priccio: la dà vvént’a ttutte | ce le dà
vejjóne, s.m., veglione di carnevale. tutte vénte mal fijjo | nu ll’ha vvoluto dà
véla, s.f., felice disposizione: sò dde ~ vvénta || prov.: chi vvince prima, pèrde
bbòna, staséra, di buonumore. l zacco e la farina | chi ppiù ddura, la
veléno, s.m., 1. veleno: na medecina vince || Forme: Ind. pres. 1 véncio; 2
amara quanto l ~ || prov.: l ~ è mmal vénce; 3 vénce, vince; 4 vencémo; 6 vén-
bbaràttolo più cciuco (rif. a persone di ciono | impf. 1 vencévo; 3 vencéva; 6
bassa statura) | gni sèrpe c’ha l zu ~ vencéveno, vincéveno | perf. 1 vénze,
(tutti abbiamo i nostri difetti). 2. pro- vincì; 2 vencétte, vincì ; 3 vénze, vin-
dotto antiparassitario per coltivazioni cétte; 4 vénzomo; 6 vénzono, vincinno |
agricole: co ttutte sti veléne, la ròbba fut. 1 venciarò | Cond. pres. 3 vencia-
n’è ppiù bbòna | gna dalle l ~ pi ll’in- rèbbe | P. pass. vénto | Ger. vencènno.
zètte, l’insetticida. vénde:→ vénna.
vellane:→ villano. vènere, s.m., venerdì, solo nel prov.: né
vellano:→ villano. dde ~ né dde marte, nun ze spòsa nné
vellutino, velluto, s.m., muschio: an- sse parte, né ssi dà pprincìpi’all’arte.
nam’a ffà l ~ pel prisèpio. venì, vinì, v. intr., 1. venire: vènghece!,
velluto:→ vellutino. vienici! | è vvinuto, giunto | quanto sta a
vélo, s.m., fibra bianca della canapa. vvenì?, quanto tarderà? | quéste ni
vembrulè:→ vimbrulè. vinìveno da la parte dil Bujjicame |
véna (su la), loc. avv., a) di buona qua- vèngheme a ddì! | vènghece a vvéda si
lità: n vinétto ~; b) quasi abboccato. cchi ccasa ch’ha mmésto sù! | le vénne
véna, s.f., avena (Avena sativa) | ~ matta, penzato de fallo, pensò di farlo | sta vve-
~ servàtica, avena folle (Avena fatua). nènno l mèdeco | nun vène bbène sta
venardì, venirdì, s.m., venerdì: la precis- còsa | me vinne bbène da scappà vvia,
sióne del ~ ssanto | Dio ce sarve dal ~, sinnò mi menava, riuscii a fuggire | se
ggiórno di le stréghe! (scongiuro) | vedémo maggio che vvène, in futuro | ha
mdd. jje manca pure quarche ~, è un po’ ddétto che vvène, che verrà | ci vinne la
matto || prov.: venirdì nun è ccóme vòjja da vinill’a vvéda | venimmo dar
ll’artri dì | chi rride de venardì, piagne viaggio, tornammo | fa n um moménto
de sàbboto. annà e vvenì | la settimana che vvène,
venatura, s.f., nervatura della foglia. prossima | venì ssù ccóme l fónghe, cre-
vénce:→ véncia. scere in fretta | m’ha ffatto venì l latte a
vénceta, vìnceta, s.f., vincita. li cojjóne, mi ha proprio annoiato | vinne
vencetóre, s.m., vincitore. n temporale, scoppiò | l vino veniva tór-
véncia, vénce, vince, v. tr., vincere: n ce boro, sgorgava dalla botte | te pòzza ~ l
la fa a vvénciala, a vincerla | hanno cacaróne! | na séra me vénne penzato,
Vocabolario
623

in mente | acquarèlla nun vinì!, piog- neno, vénnono | impf. 1 vennévo, ven-
gerella, non cadere! || prov.: quéllo nivo; 2 vennéve; 3 vennéva, venniva; 4
ch’ha dda ~ nessun vècchjo lo ricòrda | vendévomo; 6 vennévano, vennévono |
quéllo che vvène tòcca pijjà. 2. risultare: fut. 1 vennarò; 3 vennarà, vennerà |
venéva m baccano chi n zi sa. 3. cre- perf. 1 vinnì; 2 vennéste; 3 vinnì; 4 ven-
scere, svilupparsi: vengarà ggranne sto néssimo; 6 vendénno, vennénno, ven-
fijjo? | venéva bbèlla arta la ròbba, néttono | Cond. pres. 1 vennarèbbe; 3
cresceva bene | le pretése di questòro vennarèbbe | Imper. 2 vénne; 5 vennéte
che vvèngheno su adèsso, dei giovani di | P. pass. vennuto, vinnuto | Ger. ven-
oggi. 4. costare: quanto vène sta cìc- nènno.
cia?, quanta costa questa carne? 5. suc- vénne:→ vénna.
cedere, accadere: vinne l finimónno | e vennecà, v. tr., vendicare || vennecasse,
ppèggio avarà da ~! 6. eiaculare. 7. di- vennicasse, v. intr. pron., vendicarsi: se
ventare || a vvenì, loc. avv., al ritorno: vennecòrno.
ll’aripijjamo ~ qquà || Forme: Ind. pres. vennémmia, s.f., vendemmia.
1 vièngo; 2 vènghe; 3 vène; 4 venémo, vennemmià, vinnemmià, v. tr., vendem-
venimo; 5 venéte, vinite; 6 vèngheno | miare.
impf. 1 venévo; 3 venéva, vinéva; 4 vennemmiatóre, s.m., (raro) vendem-
venévemo, venévomo; 5 venévete; 6 miatore.
venéveno, venévono, venìveno, vennétta, s.f., (raro) vendetta.
venìvono, vinéveno, vinìveno | perf. 1 vennicasse:→ vennecasse (vd. vennecà).
vinne; 2 venéste; 3 vinne; 4 venéssemo; vénnita, s.f., vendita: ll’ha mmésto n ~ l
6 veninno, vìnneno (arc.) | fut. 1 ven- garace.
garò; 2 vengarae, verrae; 3 vengarà, 4 vennitóre, s.m., venditore.
vengarémo; 5 vengaréte; 6 vengaranno ventajja, s.f., ventola da fuoco.
| Cong. pres. 1 viènga, 3 viènga | impf. ventajjo, s.m., ventaglio per farsi vento.
3 venésse, 6 venésseno, vinìsseno | ventale, agg., detto del dente del giudizio
Cond. pres. 3 vengarèbbe | Imper. 2 (che si sviluppa a vent’anni).
vène, vènghe; 5 venéte, vinite | P. pass. ventata, s.f., infreddatura: ha ppréso
vinuto | Ger. venènno. na ~.
venirdì:→ venardì. vénte, num. card., venti.
vénna, vénde, vénne, v. tr., vendere: ven- ventecinque, vinticinque, num. card.,
nétele! | vennétemelo! | dille si cc’ha venticinque.
quarch’artra còsa da vénnete | a ventedue, vintidue, num. card., ventidue.
qquanto ll’ha vennuto? | me ll’ha vven- ventelatóro, s.m., ventilatore, particolare
nute care le galline | lo vò vénna?, vuoi della trebbiatrice.
venderlo? | òjjo da ~, olio in vendita | ventetré, num. card., ventitré || ~ óra, s.f.
adèsso n ce sò ppiù a vvénna, in vendita pl., 1. pomeriggio molto avanzato. 2.
| le portàvon’im piazza a vvénna | nun è suono della campana prima dell’Ave
ppe vvénne, non ha intenzione di Maria.
vendere | nu la tròv’a vvénne, non riesce ventisèe, vintisèe, num. card., ventisei.
a venderla || Forme: Ind. pres. 1 vénno; vènto: ~ dell’acqua, scirocco, foriero di
3 vénne; 4 vennémo; 5 vennéte; 6 vén- pioggia | annà a vvènto, camminare
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
624

spinto dal vento | a ttutte l vènte || dim. ccarcerato.


ventarèllo, brezza | accr. ventóne, vento vergara, s.f., moglie del vergaio: Èmma
violento | pegg. ventàccio. de la ~, ll’ha conosciuta tu?
ventolato, agg., ventilato. vergaro, s.m., vergaio, capo del personale
vèntre: è nnato n un ~ de vacca quelue, è di azienda ovicola.
fortunato, privilegiato. vérgene, s.m., 1. terreno mai lavorato
ventrésca, s.f., 1. pancetta di maiale sa- sotto lo strato attivo. 2. terriccio sca-
lata. 2. (fig., triv.) pube femminile. vato di fresco: co la vanga tirava sù l ~
ventrino, s.m., puzzo che emana da be- de la tèrra || agg., 1. intatto, puro: adè
stie macellate da tempo, alle quali non vvérgene, cóme ll’ha ffatta la su mà || ~
sono state tolte le interiora. Maria! | ~ santìssema! 2. mai lavorato:
ventuarménte, avv., eventualmente. la maése ~. 3. non torchiato: se tor-
vepare, inter., ma certo! chjava prima la vinàccia ~, pò s’ari-
verace, agg., di bestia con un solo testi- passava. 4. vergine (detto di olio di
colo. oliva, miele, cera).
veraménte: (antifr.): ~ lo sò io ndo sta, vergìllia, veggìllia, viggìglia, viggijja,
non lo so davvero | ~ c’hò ttèmpo, sono viggìllia, s.f., vigilia: domane è la ~ de
occupatissimo | ~ nu ll’hò llavorata la la madònna dell’Assunta | pi Nnatale
vigna! | ~ è na strada comòda!, è pes- famo ~.
sima. vergògna, virgògna, s.f., 1. vergógna:
verdacchjóna, s.f., verdacchia, varietà di éveno ~. 2. (euf.) organo genitale fem-
prugna. minile.
vérde, agg., 1. verde: ~ cóme ll’ajjo, vergognasse, virgognasse, v. intr. pron.,
acerbo, immaturo | sto pummidòro è vergognarsi: vergògnete tu! | t’hae da
vverde cóme rrágono. 2. adirato, fu- vergognà cóme n cane | si virgognònno
rioso: ll’hò llassata ch’èra ~ || cogn., di la gnudità, si vergognarono.
Verdi || (rec.) banconota da 5.000 lire. vergognóso: sto fijjo è vvergognóso, ti-
verdèllo, s.m., varietà di vitigno. mido | dim. vergognosétto.
verdino, agg., di corpo di animale macel- vèrme:→ vèrmene1.
lato da tempo. vèrmene1, vèrme, vèrmine, s.m., verme:
verdògnolo, agg., verdógnolo. te piace l càcio marcétto cu le vèrme? |
verdóne, s.m., 1. varietà di pomodoro da quelue c’ha l ~, ha i vermi ossiuri, pa-
mangiare fresco, non mezzo. 2. (euf. rassiti intestinali || dim. vermétto, ver-
raro) ramarro (Lacerta viridis). micéllo.
verdura, virdura, s.f., 1. vegetazione. 2. vèrmene2 (raro):→ vèrmutte.
(coll.) foglie e fiori utilizzati per com- vèrmete:→ vèrmutte.
porre le infiorate. 3. (coll.) ortaggi. vermicélle, s.m. pl., tipo di pasta confe-
veretà, virità, s.f., verità: gna che ddiche zionata in casa.
la ~ | a ddì la ~, in verità, a dire il vero verminara, s.f., ossiuriasi, affezione pa-
|| mdd. la ~ n za mmanco do sta ddi rassitaria intestinale: (imprec.) te po-
ccasa | sta in lòco de ~, all’altro mondo, tésse pijjà na ~!
è morto | mdd. la ~ vène sèmpr’a ggallo vèrmine:→ vèrmene1.
cóme ll’òjjo || prov.: chi ddice la ~ va verminisse, v. intr. pron., inverminirsi.
Vocabolario
625
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
626

vèrmute:→ vèrmutte. se facéva l ~ de cóme se facév’al giórno


vermutino:→ vermuttino. pe zzappà. 4. cattiva strada: hò vvisto m
vèrmutte, vèrmene2 (raro), vèrmete, vèr- brutto ~, se métte male. 5. grido di ani-
mute, s.m., vermouth: l vino mi pare male: sènte l cane che ffa le vèrze, latra
vèrmene. || ~ (a), loc. avv., a) correttamente, con
vermuttino, vermutino, s.m., bicchierino ordine. fà na cosa ~; b) con le buone:
di vermouth. éssa le sa ppijjà ~ l fijje.
vernaréccio, agg., di agnello nato durante vésco, s.m., (arc.) vescovo.
l’inverno. vespara, s.f., vespaio.
vernicétta, s.f., lucido per scarpe. vesparo, s.m., 1. vespaio. 2. intercapedine
vernile, agg., vernino. con massicciata di drenaggio. 3. (fig.)
verosìmmele, agg., verosimile. assembramento.
vèrte, s.f. pl., bisacce doppie di canapa vèspere, s.f. pl., funzione liturgica
bianca portate a tracolla. serotina del sabato.
vertécchjo, s.m., fusaiolo, anello di terra- vespijjóne, s.m., (ant.) cocchiere del carro
cotta, forato al centro, che viene infilato funebre: l mi nònno facéva l ~ quanno
alla base del fuso, per tenerlo a piombo c’èra l colèra.
e farlo girare più velocemente. véspro: nun hanno mae visto Cristo a
vertìggine, s.f. pl., vertigini. vvèspro, non hanno mai visto nulla.
verzà, v. tr., versare. vessana, agg., vissana, detto di razza di
verzàccio, s.m., smorfia: o mà, lo végghe, pecora.
Pèppe me fa le verzacce. vèsta, s.f., 1. veste femminile: la saccòc-
verżèlla, s.f., fascetta metallica: arzava sù cia la portava sótt’a li vèste ntórn’a la
ccul dènte n tàvolo da vinaro cu la ~ vita || prov.: fèsta pe ffèsta, non zi lógra
ntórn’al bórdo chjodata. na ~. 2. tonaca del confratello: la ~ de la
verzièra, s.f., (ant.) versiera, diavolessa: cappa. 3. (fig.) rivestimento vegetale di
mannàggia l diàvolo e la ~! un recipiente di vetro.
vèrzo1, avv., all’incirca: saranno state ~ vestajja, s.f., vestaglia.
le sèe | parte sèmpre ~ st’óra, all’incirca vestarèlla, s.f., grembiule per bambini:
a quest’ora del giorno. èra ne le vestarèlle, era ancora bam-
vèrzo2, s.m., 1. modo: nun tutte la pijjà- bino.
veno a lu stésso ~ | tòcca sapéllo pijjà vestì:→ vistì.
vvèrzo | nun c’è vvèrzo de fàccelo capì vestüàrio, s.m., vestiario.
| n c’hò ppréso mae ~ | chi ppe n ~, chi veterbése:→ vetorbése.
ppe n antro | ce vò l ~ pe ffà le còse, oc- vetèrbo, top., Viterbo || (dispr.) viterbìc-
corre usare la maniera giusta nel fare le chjo | (vezz.) viterbùccio.
cose | n c’ha vvèrzo pi gnènte a ffà le veticoltóre, s.m., (raro) viticoltore.
còse | a sto vestito dalle l ~ ggiusto! 2. vetorbése, veterbése, vitorbése, s.m., ab.
direzione, senso: le canne tutte da n ~ di Viterbo || agg., viterbese.
se méttono | girà ccóntro ~, in senso in- vetralléno:→ vetrallino.
verso. 3. gesto, cenno: s’évono da capì vetrallino, vetralléno, s.m., vento prove-
a vvèrze da lontano | a la nòtte tante niente da Vetralla.
vòrte se sognava, e pparéva da lavorà, vetraro, s.m., vetraio.
Vocabolario
627

vétrica, s.f., vetrice, vinco (Salix vimina- vicolétto, viculétto, viquelétto (ant.), s.m.,
lis L.). 1. vicolo stretto: sta ggiocà cu li com-
vetrinàrio, vetrinaro, s.m., veterinario. pagne nel ~ | métte ne n ~, mettere in
vetrinaro:→ vetrinàrio. gravi difficoltà economiche: ll’ha
vetriòla, s.f., varietà di chiocciola di pic- mmésso ne n ~ a vvénne la tèrra | stò m
cole dimensioni dal guscio fragile mèżżo a n ~, mi trovo in grave diffi-
(Helix pomatia L.). coltà. 2. viottola di comunicazione fra
vetriòlo:→ vitriòlo2. singoli campi.
vétta, s.f., coppia di buoi aggiogati: m par vìcolo: è ppassato pel ~ Bbusse, le ha bu-
de bbòve nzième sò na ~. scate (gioco di parole su bbussà e sul-
vettina, bbittina, vittina, s.f., 1. orcio di l’odon. Via Bussi).
terracotta per contenere l’olio per uso viculétto:→ vicolétto.
domestico. 2. recipiente cilindrico di vìggele, s.m., (raro) vigile urbano | le ~
metallo da 50-60 kg. per olio. der fòco || agg., c’ha ll’òcchjo ~.
vi:→ ve. viggìglia:→ vergìllia.
via: ll’ha mésso ~ bbène?, lo hai riposto viggijja:→ vergìllia.
con cura? | rivava a mmèżża ~, giun- viggilà:→ viggiolà.
geva a metà altezza | a mmèżża ~, a viggìllia:→ vergìllia.
metà cammino | n discurzo restat’a viggiolà, viggilà, v. intr., vigilare.
mméżża ~, interrotto | pijjà vvia, av- vigna: ~ strétta, a filari ravvicinati | bbèlla
viarsi || ~ (pe), prep., a) a causa: cèrte ~ e ppòca uva! (detto di uomo di bel-
vècchje non ze spòseno ~ de la penzióne l’aspetto, ma sessualmente impotente, o
| ~ sua n féciono gnènte; b) tramite: di donna bella, ma infeconda) | mdd. e
s’èra spicializzato ~ dil mistière || ~ ~, cch’adè la ~ del zio? che qquanno n c’è
loc. avv., un po’ alla volta, a poco a poco ésso ce sò io (detto di chi approfitta
|| inter., basta!: na bbevuta e vvia | famo della proprietà altrui) | mdd. me pare la
prèsto, na bbòtta e vvia. ~ del cojjóne (di cosa di cui tutti appro-
viacrùcise, viacrùcisse, s.f., 1. via crucis. fittano) || dim. vignarèlla, 1. vigna di
2. (fig.) sofferenza, traversia: sapésse le modesta estensione. 2. vigneto di
viacrùcisse llà pill’uspedale! impianto recente || prov.: la ~ è ttigna
viacrùcisse:→ viacrùcise. (richiede lavoro assiduo) | ~ vècchja fa
viaggià, v. intr., viaggiare. l vino bbòno.
viàggio, s.m., 1. tragitto: fà n ~ a vvòto, vignaròla, s.f., calessino leggero trainato
senza esito positivo | quante viagge éte da un cavallo, per trasportare persone, e
fatto fin’adèsso? | mdd. fà n ~ e ddu con ripiano per caricare merce.
servizzi, prendere due piccioni con una vignaròlo, s.m., 1. vignaiolo, contadino
fava. 2. carico: ha pportato du viagge che coltiva le viti. 2. (raro) sorvegliante
de légna jjère. della vigna.
viannante, s.m., viandante. vignato, agg., di terreno coltivato a viti.
vïarèlle, vïarélle, s.m. pl., budellini con- vignòlo, s.m., piccolo vigneto di uso fa-
diti e seccati del maiale. miliare, con pergola, orto e giardino.
vicènna, s.f., vicenda. vijjaccata, s.f., vigliaccata.
vicino:→ vecino. vijjaccheria, s.f., vigliaccheria.
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
628

vijjacco, agg., vigliacco. sione impurità | ~ d’artefatta, adulterato


villanfottuto, agg., di persona spregevole | sto ~ è ccallo cóme l pìscio | qué adè n
|| inter., villanaccio! (insulto rivolto a un vinóne, vino forte, maturo | vezz. vinétto
contadino). | pegg. vinàccio, vino scadente | vin
villano, vellano, vellane (raro), s.m., colti- zanto, vino liquoroso || prov.: l ~ se pò
vatore diretto residente nel centro abi- ffà ppure coll’ua | l ~ è la zzinna dil vèc-
tato || prov.: l pèggio mestière è l ~ | mal chje | mèjjo puzzà dde ~ che dd’acqua
~ n ci lu fa ssapére quant’è bbòno l santa | l ~ fa ariviscetà li mòrte | ~
càcio co le pére | vellane e ppàssere dó bbòno nun vò ffrasca | ~ bbòno, òmo
le tròve ammàzzele | l vellane stanno bbravo, dùreno pòco | òmo de ~ n vale
bbène, sè mése fòra e sse mése n cam- n quatrino.
pagna. vinticinque:→ ventecinque.
villotina:→ villutina. vinticinquina, s.f., circa venticinque:
villutato, agg., 1. vellutato. 2. di frutto ri- sarà stata fónna na ~ de mètre bbòne,
coperto di pruina. abbondanti.
villutina, villotina, s.f., ghigliottina: se di- vintidue:→ ventedue.
céva la ~, pirch’annava ggiù cóme l vel- vintina, s.f., ventina.
luto. vintisèe:→ ventisèe.
villuto, s.m., velluto. vintuno, num. card., ventuno: c’ha vvin-
vilòce, agg., veloce. tun anno || s.m., 1. combinazione del
vimbrulè, vembrulè, bbimbrulè, s.m., vin gioco del tressette, composta dell’asso
cotto; bevanda calda a base di vino e del due dello stesso seme. 2. il sette
rosso, spezie e zucchero. nel gioco a carte della stoppa.
vinaro, s.m., oste. vinuta, s.f., venuta.
vince:→ véncia. viòla, s.f., viola mammola (Viola odorata
vincellaro, vincillaro, s.m., spazio rica- L.) | ~ der penzièro, viola del pensiero
vato nella parete della cucina, in genere (Viola tricolor L.).
coperto da una tendina, in cui si ripone- violétta, s.f., (fig.) profumo: ah, chi vvio-
vano brocche: l ~ ndu si tinéva l quar- létta!
taroncèllo del vino e la bbròcca violóne, s.m., (ant.) contrabasso.
dill’acqua. viperaro, s.m., catturatore di vipere.
vìnceta:→ vénceta. viperino, agg., di persona maldicente.
vincillaro:→ vincellaro. vipra, s.f., vipera: vipre tufarine || ha
vincitóra, s.f., vincitrice. pprovato l mózzico de la ~ (detto di per-
vinerando, agg., (lett.) venerando. sona guardinga).
vinì:→ venì. viquelétto (ant.):→ vicolétto.
vinnemmià:→ vennemmià. virdìcchjo, s.m., verdicchio, varietà di vi-
vino: ~ frizziante | ~ bbianco | ~ néro, tigno.
vino rosso | ~ tòsto, vino forte | ~ fiacco, virdura:→ verdura.
di bassa gradazione | cèrte vine nére virgìllio, antrop., Virgilio.
tòste, vini rossi di alta gradazione | ~ virgògna:→ vergògna.
bbìcio, rosato | ~ ggirato, avariato | ~ virgognasse:→ vergognasse.
straccióso, vino in cui sono in sospen- virità:→ veretà.
Vocabolario
629

viròneca, antrop., Veronica. vistito, s.m., vestito: ~ bbòno, de la fèsta


virtù: crésce in ~, (iron.) peggiorare. | ~ de tutte le ggiórne, ordinario | ~ de
virżellina, s.f., ragazza fresca. strapazzo, da lavoro | n ~ lóngo cóme m
virżillino, s.m., verzellino (Serinus ca- parteònne || dim. vestetino, vistitino |
narius serinus). pegg. vistitàccio.
visavì, s.m., armadio da camera con spec- vita1, s.f., 1. esistenza: émo fatto na vi-
chio. tàccia nojjantre, abbiamo avuto
vìscela, s.f., visciola: marmellata de vì- un’esistenza difficile | càrcer’a vvita,
scele || dim. visciolétta. ergastolo || prov.: la ~ è na valle de là-
vische, s.f. pl., residui della canapa: se la- creme, ma cce se piagne bbène | la ~ è
vorava co n antr’ordégno che jje levava n lampo, la fica no stampo | la ~ gna sa-
tutte le ~. pélla pijjà | la ~ è n campo de fave:
vischjatèlle, s.m. pl., panie. cóme te ggiri te lo méttono nel culo | la
viscì: acqua de ~, acqua minerale gasata. ~ adè ttutta na fregatura | la ~ è na ròta
visciga, s.f., vescicola. che ggira. 2. fianco: c’hò no sfògo
visciòla, s.f., 1. vermiciattolo grigiastro ntórno a la ~.
che si trova talvolta nel fegato delle pe- vita2, s.f., vite (Vitis vinifera L.): ~ da
core (Distoma hepaticum). 2. malattia frutto, vite di sei anni | ~ mericana, vite
di stomaco degli ovini, cachessia peco- americana non innestata | ~ ggióvene,
rina. vite di un anno | ~ fatta, vite di tre anni
vìseta, s.f., visita: passà la ~ (per essere | ~ gajjarda, vite rigogliosa | na ~ scà-
assunto nell’esercito). pele, una vite debole | dim. vitarèlla,
visìbbele, agg., visibile. vite di piccole dimensioni || pl., vite, sar-
visità, v. tr., 1. visitare. 2. render omag- menti: raccòjje le vite potate.
gio: ~ r zepórcro || visitasse, v. intr. vitàbbia, s.f., vitalba (Clematis vital-
pron., sottoporsi ad esame medico. ba L.): le pónte de ~ se màgnono, sò
vìspero, vìspio, vispro, agg., vispo: c’ha bbòne.
ddu òcchje vìspere. vitamàccio, s.m., varietà di vitigno: l ~ pe
vìspi:→ vìspero. la gajjardìa no le permettéva d’allegà l
vispro:→ vìspero. frutto.
vistì, vestì, v. tr., 1. vestire: mó vvégghe vitame, s.m., vitigno: ~ servàteco | l ~
tutte dònne chi vvèsteno da òmo | le vècchjo fa l vino bbòno | se l ~ mettéva
vècchje vanno n giro vistite a nnéro, in pòco, allóra se dava ppiù a llungo. n ~
abiti neri | vistito gnudo da lottatóre, in che ll’uva la mettéva sèmpre parécchjo,
tenuta atletica | bbrìscola vistita, fante, toccava dajj’a ccórto, sinnò si seccava
donna, cavallo o re di briscola (nel (sulla tecnica di potatura della vite).
gioco omonimo) | adè n vellano car- vitametèrna (a), loc. avv., con forza:
zat’e vvistito. 2. rivestire: na damig- bbussà ~, picchiare di santa ragione.
giana vistita, rivestita di vimini | la vitara, s.f., deposito di sarmenti nel vi-
sventajja se facéva vestènnola de pénne gneto.
di piccióne, la ventola da fuoco si con- vitorbése:→ vetorbése.
fezionava utilizzando penne di colombi vitrina, s.f., 1. vetrina. 2. porta a vetri
|| vistisse, v. rifl., vestirsi. d’ingresso di un locale pubblico: spa-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
630

lanca la ~. vóce, s.f., 1. voce: mdd. è ttutto vóc’e


vitriòlo1, s.m., vetriolo. ppénne cóme l cucco, è persona senza
vitriòlo2, vetriòlo, agg., 1. fragile: sarcino sostanza || a pprima ~, loc. avv., al
~, varietà di salcio. 2. scheggioso: c’ha primo rintocco || dim. vocétta | accr. vo-
ll’ógna vetriòla sto cavallo (rif. a un di- cióne | pegg. vociàccia || prov.: uno c’ha
fetto dell’unghia). la ~, ll’artro bbatte le nóce | chi cc’ha la
vìttema, s.f., vittima. ~ e cchi mmagna le nóce. 2. grido di
vittina:→ vettina. richiamo: dalle m pò na ~!, dàjje na ~!
vittura, s.f., 1. vettura. 2. (arc.) trasporto | uno se dava ~, si marcava il tempo du-
|| annà a ~, trasportare per conto terzi rante un lavoro da fare in due. 3. notizia:
merci con il carro. s’è spasa la ~ | dà vvóce, spargere la no-
vitturale, s.m., 1. chi trasporta con bestie tizia.
da soma: l ~ co li somari careggiava vóe:→ vantre.
ll’ua. 2. trasportatore con carro. vòjja, s.f., 1. buona volontà: mica c’ha
vitturino, s.m., conducente di carrozza vvòjja d’annà scòla. 2. voglia, deside-
pubblica. rio: me passa l còre da la ~ de fallo, mi
vitturióso, agg., vittorioso. struggo dal desiderio | te mancarà la ~,
vitupèrio, s.m., 1. ingiuria: dì ppèst’e ~ dirae | n c’hò ~ d’annà ccasa | éva ~ la
de uno, parlar male di qualcuno | mòrt’e su mà a dìccelo!, aveva un bel dirglielo
vvitupèrio! (imprec.). 2. (fig., dispr.) ter- | ha ~ a llavorà! | éve ~ aspettà! | ha ~
reno incolto, trascurato. 3. (fig.) confu- quanta ròbba c’hanno | ha ~ a ccam-
sione. minà! | ha ~ a ddì, ha ~ a ffà, nun ce se
viva:→ vive. cava a vénnelo | ha ~ pi qquante sére
vivajjo:→ vivaro. duràveno | d. ~ de lavorà, sàrtem’ad-
vivaro, vivajjo, s.m., vivaio. dòsso. 3. capriccio: li pìjjono le vòjje
vive, viva, v. intr., vivere: dava da vìvece cóme na dònna ncinta | cavasse sta ~,
mam parécchje famijje | li piace l quèto togliersi questo capriccio | tutte ste vòjje
~ || prov.: nun ze vive de sólo pane | d’adèsso n c’èreno. 4. macchia cutanea
cóme se vive, se mòre || Forme: Ind. congenita, dovuta ad una pigmen-
pres. 4 vivémo; 6 vìveno | impf. 3 vivìa | tazione abnorme o ad un angioma, at-
fut. 3 vivarà | perf. 1 visse; 2 vivéste; 4 tribuita a una voglia insoddisfatta della
vivéssemo; 6 vìsseno | Ger. vivènno. gestante: na ~ de cìccia | na ~ de vino ||
vìvere, s.f. pl., (raro) vipere: c’ha le ~ n dim. vojjarèlla.
culo (di persona irrequieta). vojjaltre:→ vantre.
vizzià:→ avvizzià. vòjjo, s.m., volere, volontà: l nòstro ~
vizziato, agg., 1. di oggetto deformato cónta póco.
dall’umidità. 2. di vino difettoso. vojjóso, agg., voglioso.
vìzzio, s.m., 1. vizio: ll’ha ppijjate tutte l volà1, s.m., volant.
vìzzie. 2. cattiva abitudine: ce ll’ha ppe volà2, v. intr., volare || v.tr., giocare l’ul-
vvìzzio. tima carta di un seme nel gioco del tres-
voaltre:→ vantre. sette || Forme: Ind. pres. 2 vóle; 4
vocàbbolo, s.m., microtop. registrato volamo; 6 vólono | Ger. volanno.
sulle carte catastali. volé, v. intr., volere: magare ne vulésse!,
Vocabolario
631

ce ne sono a iosa | vòle tutto lue cóme P. pass. vorzuto, vuluto, vurzuto | Ger.
la ciovitta (dall’interpretazione del volènno.
verso dell’uccello: tuttomìo, vd. s.v.) | volentière, vuluntière, avv., volentieri: ci
che cce vorrà mmae a ffallo? | e cci faciva spésso e vvolentière.
volésseno le pastarèlle! | ~ la pappa volésse ddio, inter., Dio lo voglia!
fatta, volere tutto bell’e pronto | nun vò vólo, s.m., 1. capacità di librarsi in aria ||
ne mmèta e nne llegà, non vuole col- ~ (da), loc. avv., in età da levarsi in
laborare | éssa nun vuliva annàllese a volo: ll’ucèlle si ne vanno quanno sò
ccorcà vvicino, lei non voleva coricar- dda ~. 2. (fig.) cascatone: ha ffatto n ~
glisi vicino | nun volènno, lo roppé, in- de quarche mmètro || inter., con cui si
volontariamente | gna ubbidillo e dichiara a tressette di giocare l’ultima
vvulélle bbène | ce volésse tanto?, pos- carta di un seme.
sibile che occorra tanto tempo? | e nun volpara, s.f., terreno boscoso.
vulia damme qualèra? | sè matto che cce voltorécchjo:→ vortorècchjo.
vòle!, cosa ci vorrà mai? | vòjja o nun vòmeto, s.m., vomito.
vòjja, s’ha dda fà | vò fà che nu lo rive?, vommità, gomità (arc.), gumità (arc.), v.
vuoi scommettere? | e qqui tti ci vòjjo! | tr., vomitare: ha ggomitato.
che vvurrèbbe dì?, che significa? | ce vò vorcàneco, agg., vulcanico.
ffin che l babbo vèn da mèta (è neces- vorcano, s.m., vulcano.
sario moltissimo tempo) | (d.) quanno vórga, s.f., vascone per irrigazione dei
ce vò, cce vò (a giustificazione di campi.
un’azione drastica) | chi la vò ccòtta e vòrgia, s.f., variazione musicale fatta a
cchi la vò ccruda (sulla disparità di pa- fine verso dai poeti improvvisatori.
reri) || prov.: chi vvòle vada, e cchi nnun vorpacchjòtto, s.m., volpacchiotto.
vòle manne | chi ttròppo vòle, gnènte vórpe, gólpe (rust.), górbe (rust.), górpe
strégne | chi ttutto vòle, gnènte ac- (rust.), s.f., volpe (Vulpes vulpes L.) ||
chjappa | chi ttutto vòle, tutto pèrde | vo- dim. vorpétta | pegg. vorpàccia.
lènno, tutto se pò ffà | léga l zomaro ndu vorpóne, golpóne (rust.), s.m., volpone.
vò l patróne | guida l zomaro ndu vò l vorrappiòva, sopr.
patróne: se ssi scórtica, è ddanno suo || vòrta, s.f., 1. volta: li dà dde ~ l cervèllo
volésse, v. intr. pron., volersi: si vulì- man quelue, vaneggia. 2. inizio di fase
veno bbène nfra di lòro || Forme: Ind. lunare, rif. alla luna crescente: dà dde ~
pres. 1 vòjjo; 2 vò, vòe, vòi; 3 vò, vòle; la luna. 3. tempo, momento di tempo,
4 volémo; 5 vuléte; 6 vònno | impf. 1 circostanza: ce stava na ~ n falegname
vulivo; 2 vuléve; 3 volia, voliva, vulia, | qué è ll’ùrtima ~ che tte lu dico | pe sta
vuliva; 6 volìveno, volìvono, vulìveno | ~ lassamo pèrde | n’antre ddu vòrte | na
perf. 1 vòrze, vòrzi 2 voléste; 3 vòlze, ~, un tempo | quélle de na ~, gli uomini
vòrze; 4 voléssemo; 6 vòrzeno, vòrzero di un tempo | quarche vvòrta c’annavo
| fut. 2 vorrae; 3 vojjarà; 5 vojjaréte; 6 | uno a la ~ | m pò pe vvòrta, m pò a la
vorranno | Cong. pres. 3 vòjja | impf. 3 ~, un po’ alla volta | na ~ metuto, se car-
vulésse; 6 volésseno | Cond. pres. 1 vur- rucolava, dopo mietuto, il grano si tra-
rèbbe, vurrébbe; 2 vurréste; 3 vorrèbbe, sportava a soma | s’accéseno tutte ni na
vurrèbbe; 4 vorréssimo; 6 vurrébbero | ~, si accesero tutti contemporaneamente
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
632

| tutta na ~ pijjò ffòco, prese fuoco im- vorzìnia, s.f., (ant.) Società elettrica
provvisamente | dà dde ~ al carrétto pe Volsinia.
scaricà, alzare le stanghe || tante vòrte, vòstre, agg. e pron. poss, pl. m. e f.,
loc. avv., talora || vòrte (a le), vòrte (da vostri, vostre.
le), vòrte (de le), loc. avv., a) talora: ~ votà1, v. tr., vuotare: s’annav’a vvotà l
ce va ppure da sólo | ~ ce potésse venì, pitale | ~ l zacco, svelare segreti || v.
ce lo dicésse | si a le vòrte t’abbiso- intr., evacuare, defecare.
gnasse quarche ccòsa, dìmmolo! b) per votà2, v. tr., votare.
caso, qualora: guarda ~ sta n cantina, vòto, p. pass. di votà1 || s.m., (rec.) con-
guarda se per caso fosse in cantina | ~ tenitore vuoto || agg., vuoto: n àrbero ~,
lo védo, jje lo dico || prov.: na ~ per uno, un albero incavato, marcio all’interno |
n fa mmale a nnessuno. annà a ddormì a ppanza vòta, senza
vortà, v. tr., 1. volgere: vortò ll’òcchjo | ~ aver cenato || sonà a vvòto (di botte
l culo | ~ la frittata, cambiare opinione, semivuota) || ~ (a), loc. avv., inutil-
contraddirsi. 2. deviare. ~ ll’acqua, far mente: ha ffatto la strada ~ || prov.:
entrare l’acqua nella vasca del macera- sacco ~ n ze règge m piède.
toio: toccava vvortalla im mòdo che rri- vóto: portà l ~ ma ssant’Antògno, essere
vasse ggiù m pò ntepedita, n dév’èsse profondamente grato.
bbollènte, sinnò nun veniva bbène || v. vüalle, s.m., voile, tessuto leggero.
intr. pron., voltarsi, girarsi: me vòrt’ad- vue:→ vantre.
diètro | me sò vvòrto llà | vòrtete de vulontàrio, agg., volontario.
qqua! | si vortònno sènza parlasse || vulticà:→ vurticà.
Forme: Ind. pres. 1 vòrto | impf. 3 vor- vulùbbele, agg., impulsivo: lu dicivo
tave | perf. 1 vortò; 6 vortònno | P. pass. ch’èra tròppo ~!
vòrto | Ger. vortanno. vuluntà, s.f., volontà: éva da dimostrà la
vortabbandièra, s.m., voltagabbana. su bbòna ~ | c’èra ggènte di bbòna ~.
vortastòmmeco, vortastòmoco, s.m., vol- vuluntière:→ volentière.
tastomaco, nausea: sólo ll’odóre me fa vurtecà:→ vurticà.
vvenì l ~. vurticà, vulticà, vurtecà, v. tr., 1. rotolare:
vortastòmoco:→ vortastòmmeco. le scòjje se vurticàvono a mmano. 2.
vortato, agg., castrato: n tòro ~. versare il contenuto: ~ la bbacinétta dda
vorténgo, agg., 1. distorto a spirale, di la finèstra. 3. minestrare: mà, bbutta
legno di albero che si avvolge, con fibre ggiù la pasta! vùrteca! | aó, vùrtica che
intrecciate, assumendo andamento ellit- mmó ècchece! | a Ròsa, è mmeżżog-
tico, e nel taglio si scheggia. 2. di albero giórno, vùltica! || vurticasse, v. intr.,
che col vento si torce. 3. (fig.) dal pes- voltolarsi nel sonno.
simo carattere: n òmo ~. vvantaggiasse:→ avantaggiasse.
vórto, s.m., volto. vviva marìa, inter., inneggiamento gri-
vortorécchjo, voltorécchjo, s.m., aratro dato a conclusione dei lavori di
in ferro a due ali, usato per arare pendii. mietitura.
Vocabolario
633

żża żżà, ideof., (rif. ad un taglio secco) zzampata, s.f., 1. pedata: pròvete a ddà
velocemente, immediatamente: si ll’ha na ~, che tte fò bbèllo! | li dà na ~ ma la
da fà, fallo ~! cujja | fà a zzampate, giocare al calcio
żża, żżàcchete, ideof., zac! (rif. ad un con la palla. 2. raccomandazione: è
taglio secco). nnat’avante a ffòrza de zzampate.
żżabbajjóne, s.m., 1. zabaione. 2. (fig.) zzampettóne, s.m., individuo dalle gam-
cosa spregevole. be lunghe.
żżàccara, s.f., zacchera. zzampugnaro, s.m., zampognaro.
żżaccaróso, agg., 1. inzaccherato: c’ha li żżanna, s.f., 1. zanna del porco. 2. inci-
scarpe żżaccaróse. 2. miserabile. sivo superiore particolarmente svilup-
żżàcchete:→ żża. pato.
żżagajjà, nżagajjà, v. tr., balbettare. żżannóne, s.m., (infant.) ragazzo con gli
żżagajjóne, nżagajjóne, s.m., 1. bal- incisivi sporgenti.
buziente. 2. ubriaco che parla indistinto. żżanżanièra, s.f., zanzariera.
żżagajjóso, s.m., balbuziente. zzappà, v. tr., 1. zappare: mdd. stò ccul
żżaganèlla, s.f., masturbazione maschile. frate e zzappo ll’òrto, magno l càvolo
żżàgara, s.f., varietà di castagna piccola, quann’è ccòtto. 2. sarchiare || prov.: chi
da scarto, usata come mangime. zzappa la vigna d’agósto, émpe la tina
żżagaròlo: annà a ~, (gerg.) masturbarsi. de mósto.
żżaghino, sopr. zzappa: (prov.) male la ~, pèggio la séga,
żżagra, s.f., (lett.) zagara. male chi mmète, pèggio chi lléga.
zzambano: → zzampana. zzappastro, s.m., zappa pesante dalla
zzampa, s.f., 1. gamba: me fanno male le lama stretta: l ~ èra largo pòco ppiù de
zzampe, mi dolgono le gambe | c’ha na tre ddéta.
zzampa tutto m pèzzo, irrigidita | stirà le zzappata, s.f., operazione di zappatura di
zzampe, morire | camminà a qquattro breve durata || dim. zappatèlla.
zzampe, carponi. 2. zampa: le zzampe zzappatura: (prov.) na bbòna ~ vale pi
davante, le zampe anteriori | zzampe de n’adacquatura.
gallina, scrittura indecifrabile | ~ de zzappettà, v. tr., lavorare con la zappa
pòrco, piè di porco: pijja la ~ pe ddi- dalla lama stretta.
sarmà || a zzampe per ària, loc. avv., a) zzappetèllo:→ zzappitèllo.
a gambe in aria: annà ~, fallire; b) sos- zzappétto:→ zzappitèllo.
sopra: ha bbuttato la casa ~ || dim. zzappitèllo, zzappitéllo, zzappetèllo,
zzampétta. zzappetéllo, zzappétto, s.m., piccola
zzampaleggèra, s.m., persona veloce nel zappa a lama stretta.
camminare. zzapponaro, s.m., artigiano che fabbrica
zzampana, s.f., zzambano, s.m., (arc.) zappe.
zanzara (spec. Culex pipiens L.). zzapponata, s.f., 1. colpo inferto con una
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
634

zappa pesante. 2. lavorazione del ter- (ad una persona molto magra).
reno eseguito con la zappa pesante. żżèro: ~ carbonèlla, nulla | aristamo da
zzappóne, s.m., 1. grossa zappa pesante. capo a ~ | le chjàcchjere stanno a ~.
2. marra da muratore || dim. zappon- zzïana, s.f., (arc.) zia.
cèllo. zzibbèllo, s.m., zimbello.
żżaravajje, s.f. pl., carabattole. zzibbibbo, s.m., zibibbo: la pizza col ~.
żżardasse:→ ażżardasse. żżibbidèe, żżebbedèe, s.m. pl., zebedei,
żżażżà, v. intr., 1. ruzzare: nun ~ ttanto, a testicoli: num me róppe li ~!, non mi
bbèllo! 2. scherzare. 3. prendere le cose seccare!
alla leggera. zzicchinèno, sopr.
żżavajja, sopr. zzicchino, s.m., zecchino.
żżavarése, sopr. żżico żżico żżago, incipit di canzone.
żżebbedèe:→ żżibbidèe. zzico, agg., carino: ~ lue! || ~ (a), loc. avv.,
zzeccà:→ azzeccà. con parsimonia: se facéva sèmpr’~ co
zzélla, s.m., 1. sudiciume sulla pelle. 2. la cìccia, si mangiava poca carne |
(fig.) sfortuna: pòrte pròprio ~ tu. m’ariccomanno, fà ~!, mangiaci molto
zzellóso, agg., 1. sporco. 2. (fig.) sfortu- pane! || a ~ a ~, loc. avv., un poco alla
nato. volta, a poco a poco.
zzénga, agg., cavalla, pecora o vacca che żżicożżaco, żżigożżago, s.m., 1. zig-zag.
ha perso un capezzolo per mastite. 2. greca, gradi portati al braccio || ~ (a),
żżénże, s.m. pl., (scherz.) soldi. loc. avv., a zig-zag.
żżèo, s.m., ubriacone. żżiènna:→ ażżiènna.
zzeppà:→ azzeppà. żżigheggià, v. intr., frinire della cicala.
zzéppa, s.f., 1. cuneo per spaccare pietre żżighirinato, agg., zigrinato.
o legname. 2. chiodino di legno, che żżigolétta, s.f., continuo e rapido muta-
s’infila nel tacco della scarpa. 3. (fig.) mento di direzione: quanno córre fa
raccomandazione. 4. particolare del- ttutte żżigolétte.
l’aratro. 5. (fig.) riparo, rimedio: mét- żżigożżago:→ żżicożżaco.
tece na ~, si ssè bbòno! 6. legno legato zzii, onom., imitazione del verso della
alla funicella con cui si avvolge la ruz- rondine.
zola per lanciarla. zzin zzan, ideof., imitazione del rumore
zzepparèlla, s.f., pigia pigia: na ~, n fit- di un’arma da taglio vibrata in aria.
tume de ggènte pe ssanta Ròsa, ésse zzinfaròsa:→ sinfaròsa.
visto! żżingato, agg., zincato: m pèzzo de filo ~.
zzeppata:→ anzeppata. żżìnghete, inter., voce con cui si gioca
zzéppo, agg., 1. pigiato di acini (di grap- con un bambino.
polo). 2. granito: na spiga zzéppa. 3. żżingo, s.m., zinco.
gremito: è ppièno ~ de cristiane, gremi- żżìngoro, s.m., 1. zingaro: sò rrivate le
tissimo. żżìnghere, gli zingari. 2. (dispr.)
zzéppo, s.m., 1. bastoncino: n ~ de furmi- girovago.
nante. 2. fiammifero di legno: p’ac- zzinnà:→ azzinnà.
cènne l fòco sò mmèjjo li zzéppe. 3. zzinna, s.f., 1. mammella: c’ha le zzinne
fuscello | mdd. e cché magne l zéppe? mósce | stà a zzinne de fòra, con le
Vocabolario
635

mammelle nude. 2. poppata: dà la ~, al- alla suola della scarpa.


lattare | pijjà la ~, poppare | l vino èra zzoccolétto, s.m., pattino del freno della
la ~ dil vècchje. 3. (fig.) sorsata di vino: bicicletta.
(scherz.) pijjà la ~ (di chi beve con la zzòccolo, s.m., 1. ceppo di legno, coperto
bocca attaccata alla bottiglia). di gomma di pneumatico, che viene pre-
zzinnata:→ azzinnata. muto tirando la martinicca sulla ruota
zzinnóna, s.f., donna popputa. del carro agricolo, per frenarlo: l zzòc-
zzinnóso, agg., con protuberanze: tutte chele se fanno d’ontano, cu le pèzze de
patate zzinnóse. gómma. 2. pezzetto spesso di lardo ||
zzio zzio, onom., interpretazione del verso dim. zzoccolétto || Forme: pl. zzòcchele.
del topo: l zórce fa ~, squittisce. zzoccolóne, s.m., tipo di grosso mattone
zzio, s.m., 1. zio: l tu ~ | le mi zzie, i miei fatto a mano.
zii | l zi Chécco | ~ carnale | ~ de féde zzompà, v. tr., saltare: ~ l fòsso | li zzóm-
(marito della zia). 2. all. rivolto a per- pen’addòsso | zzómpa de pal’in frasca |
sona di riguardo: zzì prè!, reverendo! zzómpa ggiù!
(rivolto ad un prete) | r zi frate, il frate. zzómpo, s.m., salto: fa qquattro zzómpe,
zzipèppe, s.m., orinale alto con coper- ballare in famiglia || a zzómpe, a salti,
chio. rapsodicamente | manco l diàvolo a
żżirlà, v. intr., zirlare del tordo. zzómpe jje stava a ppètto, lo eguagliava
żżiro, s.m., orcio di terracotta della capa- || dim. zzompétto: va vante a zzompétte,
cità di 30 litri circa (per olio d’oliva): l a passettini.
~ dell’òjjo | l ~ pi la bbucata. zzoppà, v. tr., azzoppare || zzoppasse, v.
zzisa, s.f. (infant.) mammella: dalli la ~!, intr. pron., azzopparsi.
allattalo! || dim. zzisétta: li tòcca le zzi- zzoppicóne, avv., zoppiconi: si nn’arin-
sétte. niédono ~ ~ a li su case, alle proprie
żżita, s.f., lettera zeta: se scrive co du ~. case.
zzitèlla, s.f., 1. nubile || zzitellóna, nubile zzòppo: camminà ~, zoppicare || ~ (l),
anziana. 2. (arc.) ragazza: le zzitèlle, sopr.
collegio femminile di Viterbo. zzorfanèllo, s.m., zolfanello.
zzitèllo, s.m., (scherz., raro) celibe || żżotemìa, żżotimìa, s.f., azotemia: c’hò la
zzitellóne, celibe attempato. ~ arta.
zzittà:→ azzittà. żżòtica, s.f., sudiciume indurito sul corpo.
zzittasse:→ azzittasse (vd. azzittà). żżotimìa:→ żżotemìa.
zzitto: zzitt’e bbòne a gguadammiasse l żżòżża, s.f., brodaglia.
pane. zzózza, s.f., prostituta.
żżiżżagna, s.f., zizzania. zzozzerìa, s.f., sozzura.
żżiżżì1, inter., voce con cui si gioca con un zzozzétta, s.f., ragazza leggera.
bambino. zzózzo, agg., sozzo: ~ cóme na pèsta ||
żżiżżì2, agg., (infant.) effervescente, friz- dim. zzozzétto.
zante: ll’acqua ~. zzozzóne, s.m., sozzone.
zzòcca, s.m., ceppo di albero tagliato raso zzozzume, s.m., sporcizia.
terra. zzuccà:→ azzuccà.
zzòccola, s.f., blocco di fango attaccato zzucca: ~ lardara (varietà di zucca di no-
IL LESSICO DIALETTALE VITERBESE
636

tevole dimensione, dalla forma tondeg- zzucco, agg., del grano senza resta.
giante, schiacciata ai poli, dalla polpa zzùccoro, s.m., 1. zucchero. 2. glucosio.
giallo-aranciata, Cucurbita maxima Du- zzucutuzzù, incipit di filastrocca.
chesne) | ~ a ffiascóne | ~ a ssalame | ~ a zzùfolo, s.m., fischietto provvisto di stan-
ffiaschétta || empì la ~ dill’acqua dil tuffo, confezionato con la corteccia di
pózzo (rif. ad una zucca svuotata e secca, legno.
usata come recipiente) || dim. zzucca- żżulù, żżurù, s.m., zoticone.
rèlla, zzucchétta || n c’ha ssal’in ~, in te- zzunna zzunna, onom., imitazione del
sta, è stupido || pl., zzucche, (fig., scherz.) suono della banda musicale.
mammelle: va che bbèlle ~, ste fijje! zzunna, s.f., 1. musica malamente ese-
zzuccamónna, s.m. 1. persona calva. 2. guita. 2. concerto bandistico. 3. (fig.)
persona dai capelli rasati cortissimi. 3. noiosa cantilena.
(fig., gerg.) pène. zzuppa, s.f., 1. zuppa, tipo di vivanda | ~
zzuccapelata, s.m., calvo. ngrése, zzupp’ingrése, zuppa inglese,
zzuccarino, s.m., 1. zuccherino. 2. (fig., dolce liquoroso || dim. zzuppétta || prov.:
antifr.) fatica pesante || agg., 1. zucche- la ~, cava la fame e la séte tutta | tanto
roso: na bbivanda zzuccarina | ma st’ua la ~ che l pam mòllo | si non è ~, è ppam
li manca la parte zzuccarina, è povera bbagnato. 2. (fig.) bagnatura di pioggia:
di glucosio. 2. di una varietà di fico. (iron.) t’è ttoccato l péscio? ha préso
zzuccaronata, s.f., azione grossolana. na ~.
zzuccaronato, agg., roso dal grillotalpa: zzuppasse:→ azzuppasse (vd. azzuppà).
patate zzuccaronate. zzuppo: piòv’a ddirótto, sò ~ fràcio.
zzuccaróne, s.m., 1. grillotalpa (Gryl- żżurro, s.m. e agg., azzurro: l ~ del cèlo.
lotalpa gryllotalpa L.). 2. (fig., dispr.) żżurù:→ żżulù.
contadino. 3. (fig.) persona rozza. 4. zzuzzomajja:→ zzuzzumajja.
(fig.) zuccone || dim. zuccaroncèllo | zzuzzumajja, zzuzzomajja, s.f., 1. (dispr.)
pegg. zzuccaronàccio. cose di nessun conto. 2. prima classe
zzùcchero d’òrżo, s.m., caramello. elementare: la prima ~, la secónda pe-
zzucchétta, s.f., zucchina, frutto della paròla, la tèrza carbonara. 3. minuzza-
zucca (Cocurbita pepo), che si coglie glia. 4. porcheria. 5. frutta di scarto. 6.
immaturo. confusione. 7. gentaglia.
FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI SETTEMBRE 2009
PRESSO LA TIPOLITOGRAFIA QUATRINI, SNC - VITERBO

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