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Il piacere del latino: per ricordarlo, impararlo, insegnarlo, Mondadori, 1989.

Ha conosciuto diverse successive ristampe e si trovano anche recensioni recenti su internet. Lautore Enzo Mandruzzato, professore di lingue classiche in pensione e apprezzato traduttore dal tedesco (liriche di Holderlin). Nato a Bologna nel 1934, vive a Padova da molti anni. Il libro strutturato su una serie di piani che spaziano dal contesto storico, politico, culturale in cui nasce e si sviluppa il latino, alla grammatica della lingua, alla sua utilizzazione in ogni forma e registro linguistico. Unampia introduzione alla romanit aiuta il lettore a entrare nellargomento; un fondamentale capitolo reca il titolo come pensavano. Veniamo cos introdotti alla concezione romana della religione, della storia, del potere e del pensiero, per facilitare una comprensione dallinterno della lingua. difficile tradurre Cicerone se, pur conoscendosi perfettamente morfologia e sintassi del latino, si ignorano le strutture mentali di uno stoico eclettico del I sec. a.C. Segue una trattazione breve ma sostanzialmente completa della grammatica latina, in cui naturalmente lAutore, lungi dal limitarsi a compendiare un normale libro di testo del ginnasio, si addentra nelle sottigliezze di una lingua universale che fu veicolo di cultura in Occidente per almeno quindici secoli. In particolare si sofferma sullimpiego delle forme verbali per manifestare reconditi pensieri o desideri dello scrittore, cui il testo allude, senza esprimerli. Segue una serie di brani non facili, tradotti e commentati dallAutore per introdurre il lettore nel vivo della forma mentis romana. Un capitolo dedicato, giustamente, alla poesia latina e alle sue particolarit espressive (caratteristiche in generale di ogni poesia, che deve trasmettere, pi che concetti, sensazioni, usando e piegando le infinite risorse messe a disposizione dalla lingua). Un capitolo dedicato all italo-latino: vengono analizzati brani di autori italiani da Dante a DAnnunzio, in cui linflusso della classicit pi marcato. Negli scrittori presi in esame, lAutore mette in rilievo sintassi e lessico presi in prestito direttamente dagli Antichi. bene al riguardo sottolineare che fino almeno allultima Guerra mondiale, la cultura che costituiva oggetto di studio in ogni scuola italiana, era quasi esclusivamente quella classica: i testi greci e soprattutto latini costituivano il punto di riferimento essenziale e imprescindibile di ogni persona di media cultura. Nellultimo mezzo secolo, con lavvento massiccio sulla scena italiana della cultura contemporanea straniera e segnatamente angloamericana, le cose sono molto cambiate; infatti la rassegna dellAutore si ferma, come appena detto, a DAnnunzio. Conclude il libro unappendice in cui sono riportate le immancabili tavole morfologiche declinazioni e coniugazioni - seguite dalle unit di misura in uso presso i Latini, dal calendario, dagli schemi metrici e cos via. Nellinsieme, unopera di indubbie ambizioni tanto saggistiche quanto letterarie, ricca di spunti interessanti, rivolta comunque soprattutto a chi il latino lo conosce gi. Lunico appunto che mi sento di muovere al testo, un certo compiacimento nellimpiego di un linguaggio a tratti involuto, caratteristico di chi, mentre parla o scrive, pi che al lettore o interlocutore, si rivolge a se stesso. Le frasi si rincorrono luna con laltra in un gioco che sembra badare pi alla declamazione che alla spiegazione, al gusto del linguaggio che sottintende anzich esporre, richiedendo al lettore uno sforzo supplementare di comprensione. Un linguaggio pi piano e scorrevole avrebbe reso a mio avviso lopera altrettanto interessante, e maggiormente godibile.

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