FACOLTA DI ARCHITETTURA
Corso di Laurea in Scienze dellArchitettura_L17
M. DEZZI BARDESCHI,
Restauro: punto e da
capo, 1991, pp.55-56
Marco Dezzi Bardeschi e la storia del restauro
M. DEZZI BARDESCHI,
Restauro: punto e da
capo, 1991, pp.55-56
1. Biografia culturale
PROFILO BIO-PROFESSIONALE
Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/
1. GIOVANNI MICHELUCCI (1891 - 1990)
E ancora:
E la materia originale che pesa e deve pesare con la sua presenza. Noi dobbiamo
chiarirci quale funzione abbiano i materiali nella costituzione delloggetto e della
sua autenticit e trovare in essi la giustificazione del restauro (...). Non materiali
genericamente indicati ma proprio quelli che il costruttore ha maneggiato nel
comporre quella sua opera darte. () ci implica anzitutto il riconoscimento
dellunicit dellopera darte, quindi dellirripetibilit dellopera stessa
(Piero Sanpaolesi, 1973)
2. PIERO SANPAOLESI (1904-1980)
Autenticit, unicit e irripetibilit diverranno le parole dordine nel discorso di
Dezzi Bardeschi sul restauro. Il restauro non si effettua per sostituzione della
materia, ma per conservazione e consolidamento della materia stessa: quella
materia, autentica, originale e irriproducibile, che, proprio perch segnata dal
tempo e dalla storia, ne testimone e documento primo.
O francesi! Rispettiamo questi resti / Il cielo benedice i figli pietosi / che conservano, nei
giorni funesti/ leredita dei loro avi. / Come una gloria nascosta contiamo ogni pietra caduta
quanto a noi, non profaniamo punto questa madre sacra / consolando la sua gloria in
lacrime / cantiamo i suoi astri eclissati / perche la nostra giovane musa, sfidando lanarchia /
non vuole agitare la sua bandiera / fattasi bianca dalla polvere dei tempi passati (VICTOR
HUGO, Ode alla Bande Noire, 1823)
5. VICTOR HUGO
Alcuni anni or sono, visitando, o per meglio dire rovistando La parola greca, la cui traccia, incisa
all'interno di Notre-Dame, l'autore di questo libro trov in un nelloscuro recesso di una delle torri della
recesso oscuro di una delle torri, questa parola incisa a mano sul
cattedrale parigina, non era sopravvissuta
muro: .
allintervento dei restauratori e a cui Hugo
Queste maiuscole greche, annerite dal tempo e scolpite piuttosto dedica il suo romanzo, ripresa da Dezzi
profondamente nella pietra, un non so che nei tratti tipici della
grafia gotica presente nella forma e nella disposizione, quasi ad
Bardeschi come titolo e programma della sua
indicare che era stata una mano medievale a scriverle l, ma rivista:
soprattutto il senso lugubre e fatale che esse racchiudono, e dunque proprio per stimolare una pi
colpirono vivamente l'autore. Egli si chiese, cerc di indovinare
profonda riflessione sui corretti fini della
quale potesse essere stata quell'anima in pena che non aveva
voluto abbandonare questo mondo senza lasciare un simile disciplina, sulle sue radici, tanto pi
marchio di crimine o di sventura in fronte alla vecchia chiesa. autentiche quanto disattese, e sui suoi
In seguito, il muro (non so pi quale) stato imbiancato o
concreti criteri e modi di applicazione, che
raschiato e l'iscrizione scomparsa. nata la rivista , prendendo a proprio
vessillo l'avvertimento preposto al suo
Perch cos che si trattano da circa duecento anni in qua le
meravigliose chiese del Medio Evo. Le mutilazioni sono loro inflitte popolare Notre Dame, nel marzo 1831.
da ogni parte, dal didentro come dal difuori. Il prete le imbianca, Tale battaglia attivamente portata avanti da
l'architetto le raschia, poi sopraggiunge il popolo che le demolisce. Dezzi Bardeschi, proprio sotto linsegna di
Cos, tranne il fragile ricordo che le dedica qui l'autore di questo .
libro, non rimane pi niente oggi di questa parola misteriosa incisa
nella oscura torre di Notre-Dame, niente dell'ignoto destino che una bandiera che gi tante generazioni
essa riassumeva cos malinconicamente. hanno sventolato e si sono idealmente
Gi da parecchi secoli, l'uomo che ha scritto questa parola su quel passate di mano, in una risentita staffetta
muro scomparso dal novero delle generazioni, la parola, a sua contro ogni ipocrisia e deliberato tradimento
volta, scomparsa dal muro della chiesa, forse la chiesa stessa perseguito nel nome stesso del "restauro":
scomparir ben presto dalla faccia della terra. una bandiera che, oggi pi che mai, invitiamo
Proprio su quella parola si fatto questo libro. i giovani a raccogliere e a levare ben alta
contro ogni conformismo ed ogni
compromesso dilaganti.
VICTOR HUGO, Notre Dame de Paris, 1831
6. JOHN RUSKIN
B. P. TORSELLO (a cura di), Che cos il restauro? Nove studiosi a confronto, Venezia 2005, p. 38.
DEFINIZIONE DI RESTAURO
Saper conservare per poter innovare sintesi della teoria di Dezzi Bardeschi.
Affiancare alla conservazione, intesa come il massimo rispetto per lesistente,
linnovazione, cio il riconoscimento dellautonomia del progetto del nuovo.
2. LA STORIA EFFETTIVA
Alla storia scritta bisogna sostituire la storia effettiva, alla ricerca della verit
dellorigine la storia del trascorso della fabbrica e la storia vivente che la
fabbrica scrive, allo sguardo storiografico lascolto clinico dellesistente che
diventa il punto di partenza di una corretta pratica di conservazione. Si deve,
dunque, rispettare ogni segno della storia, anche di quella che meno sembra
appartenerci e a cui siamo meno disposti a prestare ascolto e considerazione.
DECALOGO DELLA TEORIA
3. IL MONUMENTO-DOCUMENTO
In continuit con la tradizione che, da Boito in poi, sottolinea il valore
documentale del monumento, che non accetta dicotomie tra forma e materia e
privilegi speciali accordati alle istanze estetiche.
La materia, sulla quale la storia si inscrive, il documento primo da conservare
nella sua autenticit:
la materia che racconta, perch ce l'ha scritto addosso, il processo per il
quale passata ogni fabbrica, anche la fabbrica pi umile, e che insomma
costituisce in definitiva il segno tangibile, il documento primario, su cui riposa la
storicit e dunque la specificit e l'autenticit di quella fabbrica e non altre, in
quel luogo e non in altro.
4. AUTENTICIT E MATERIA
La materia non solo il mezzo di manifestazione dellopera darte, ma il
veritiero testimone della sua autenticit:
l'autenticit dell'opera quella stessa dei suoi componenti materici, ed
legata irreversibilmente proprio alla loro sussistenza hic et nunc. Occorre
dunque conservare il monumento non semplicemente in effigie ma nelle sue
reali strutture fisiche, nei componenti materici che ne costituiscono l'irripetibile
contesto specifico, unico, individuo, in cui solo consiste l'autenticit dell'opera.
DECALOGO DELLA TEORIA
5. FORMA E MATERIA
La coincidenza tra valore storico e valore artistico significa che limmagine non
un invariante immateriale, una realt pura sottratta al divenire, ma il risultato
dello stesso processo di degrado delledificio.
l'immagine estetica tutt'altro che una costante immutabile permanente e
definitiva. Altro che invariante! Anch'essa fatalmente segue, essendone il
risultato, il processo biologico che subisce il contesto fisico di cui essa veicolo
di immagine.
6. UNICIT E IRRIPRODUCIBILIT DELLORIGINALE
Non si tratta di perseguire il ritorno allo stato originario ma di salvaguardare
l'originale in quanto documento autografo, unico e irriproducibile, in una lettura
senza pregiudizi che si fa carico della processualit della fabbrica e dunque
anche di fratture e discontinuit.
Larchitettura scrittura autografa come ogni originale una siffatta scrittura
deperibile (e peribile), ma soprattutto irriproducibile. l'aura dell'originale che
ci parla e ci coinvolge, non l'ambito freddo della riproduzione differente che il
restauro ha tentato di proporci in oltre un secolo di macabri esercizi sulla viva
pelle del monumento. Nei casi migliori, alla fine, ci ha consegnato al posto
dell'originale, solo inganni e ben datate esercitazioni di revival stilistico da
manuale.
DECALOGO DELLA TEORIA
7. MONUMENTO PALINSESTO
Occorre abbandonare le categorie di unit, originariet ed omogeneit stilistica,
in favore del concetto articolato di palinsesto, una scrittura di mondo sempre
aperta a nuove e inedite trascrizioni.
Larchitettura un palinsesto stratificato in continua trasformazione dove ogni
generazione continua a sovrascrivere, lasciando traccia della propria storia e
del proprio passaggio.
8. RIPETIZIONE E DIFFERENZA
Anche la conservazione, persino la conservazione, di necessit
trasformazione e mutazione. La denuncia contro i ripristini del dov'era,
com'era, contro i miti del ritorno all'origine, si fonda sullaffermazione di una
irreversibilit del processo subito dalla fabbrica.
In un mondo eracliteo dove tutto scorre e tutto si trasforma, ogni ripetizione ,
per principio, differente.
DECALOGO DELLA TEORIA
9. CONSERVAZIONE E RI-USO
Specificit dellarchitettura lessere un manufatto rispetto al quale non pu
essere messo in atto un atteggiamento - teoretico/estetico - esclusivamente
contemplativo, avendo il suo senso in una destinazione funzionale.
La conservazione non pu che implicare il ri-uso: senza uso non si pu
pretendere di conservare poich tutto si ruderizzerebbe in modo definitivo.
Per attuare una concreta ed effettiva conservazione dell'esistente occorre
dunque riattivarne luso, un uso che pu essere differente rispetto alla
destinazione passata ma pur sempre compatibile, vale a dire che deve
implicare il minor consumo e il massimo rispetto per la raggiunta consistenza
materiale della fabbrica: per poter ri-usare cio, bisogna conservare, anzi
dimostrare di saper conservare.
DECALOGO DELLA TEORIA
Siderno, palazzo De Moj, Recupero a sede di attivit Cosenza, Recupero e restauro del Castello
socio-culturali (2008) Svevo-Normanno (2008)
2 | IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE
Le tavole di rilievo offrono il supporto alle indicazioni di intervento, in generale
essenzialmente di pulizia, consolidamento e protezione, essendo ridotte al minimo
necessario le sostituzioni.
Nelle tavole di progetto una
fitta tessitura di descrizioni
scritte sintetizza, in relazione
ad ogni diverso materiale e
patologia individuati, le
operazioni previste nelle
schede del capitolato
speciale dei lavori.
Cosenza, Recupero e restauro del Castello Svevo- Milano, Recupero e riuso della Cascina Cuccagna
Normanno (2008) (2006)
3 | IL CANTIERE
Costituisce luogo e momento di ulteriori approfondimenti sulledificio, dove si completa il
quadro delle informazioni necessarie allintervento. Bandite demolizioni e operazioni
generalizzate di sostituzione, si attuano esclusivamente interventi di consolidamento
strutturale, pulizia e protezione dei materiali.
Documentazione fotografica
che illustra i lavori svolti sui
paramenti in pietra della
Stazione di Santa Maria
Novella a Firenze (1991).
In dettaglio: le tecnologie impiegate negli interventi di pulizia, come gli impianti di lavaggio con
nebulizzazione di acqua deionizzata e lapplicazione di impacchi di argilla assorbente per eliminare
le macchie pi resistenti, e documenta le operazioni di riposizionamento e la riadesione delle parti
in fase di distacco tramite iniezioni di resine epossidiche con minime reintegrazioni mediante
tassellature delle lacune. La sostituzione dei materiali in opera viene effettuata solo nei situazioni
estreme come nel caso delle lastre della pavimentazione della galleria della stazione,
eccessivamente lesionate e parzializzate e perci irrecuperabili.
4 | IL PROGETTO DEL NUOVO
Al progetto di conservazione si accompagnano,
laddove occorrano, le integrazioni necessarie a
permettere la continuita duso delledificio.
Gli interventi di reintegrazione sono il campo di
applicazione del progetto del nuovo che per Dezzi
Bardeschi non mai mimetico rispetto
allesistente. Il nuovo deve denunciarsi come tale,
entrando in positivo dialogo con lantico.
4. Lavori e Progetti
INTERVENTI SU COMPLESSI STORICO-MONUMENTALI: la Biblioteca Classense a Ravenna (1975-88), il
Palazzo Gotico a Piacenza (1982-86), il Palazzo della Ragione a Milano (1978-2003), e pi
recentemente, il Bastione Borghetto a Piacenza (2000-02)
PROGETTI DI NUOVE ARCHITETTURE:il complesso residenziale di San Jacopino (1970-74) a Firenze, la
nuova Sala Consiliare a Campi Bisenzio (FI) (1985-93), la nuova sede ASL e le residenze per
anziani a Montelupo Fiorentino (FI) (1991-93), lampliamento delle Terme di Tabiano a
Salsomaggiore (PR) (1993-95)
INTERVENTI DI SISTEMAZIONE DI SPAZI URBANI: la Piazza del Teatro a Porto San Giorgio (AP) (1991) e la
piazza Fornia a Monticelli Terme (PR) (2002)
1. Biblioteca Classense
Ravenna 1975-88
PROGETTO DI RESTAURO
Il complesso
monumentale della
Biblioteca Classense si
trova nel centro storico
di Ravenna e
comprende, oltre la
stessa biblioteca, le
chiese di San Romualdo
e San Nicol.
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88
L'edificazione dell'Abbazia
camaldolese, poi sede della Biblioteca
Classense, ha inizio nel 1512.
Lineamenti storici
Le origini della Biblioteca Classense risalgono al
secondo decennio del XVI secolo, quando, in
seguito alla battaglia di Ravenna del 1512, i
camaldolesi abbandonarono il sito suburbano di
Classe per costruire all'interno delle mura cittadine
quello che sarebbe diventato il pi importante
complesso monastico dell'Ordine.
I cantieri si protrassero fino al 1798, anno della
soppressione napoleonica in seguito alla quale il
complesso divent la sede delle maggiori
istituzioni bibliotecarie cittadine.
Testimonianza della primitiva struttura sono: la
porta d'ingresso, sul cui architrave si legge la data
1523, e una parte del primo chiostro.
Successivamente, si realizzarono altri interventi,
che hanno portato alla configurazione di un
processo costruttivo stratificato, esito
dell'alternanza di molteplici e differenti generazioni
di architetti e di maestranze.
Lintervento
FASE 1 | 1976
Si avviano i primi studi d'archivio e le prime indagini dirette sulla
fabbrica.
Elaborati prodotti:
-rilievo geometrico dettagliato dello stato attuale, sul quale
evidenziata la situazione di degrado dei materiali, in particolare in
riferimento al fenomeno dell'umidit.
- schede analitiche per ogni vano appositamente elaborate per
rendere sintetica e allo stesso tempo completa e immediata la
lettura dello stato di conservazione dei materiali per ogni singolo Rilievo geometrico. Pianta piano terra
locale.
- relazione finale nella quale, posta in evidenza l'importanza
dellaccurato rilievo dello stato di fatto, si propone un piano
pratico e concreto degli interventi prioritari da intraprendere.
Valori di umidit alle diverse altezze dal Andamento dell'umidit a 75 cm. Valori dell'umidit nei vari ambienti.
piano di calpestio (75, 150, 225 cm.) dal piano di calpestio.
1. Biblioteca Classense
Ravenna 1975-88
PROGETTO DI RESTAURO
FASE 2 | 1978
Dagli studi condotti emerso che il primo intervento di
restauro e consolidamento deve interessare gli edifici
del Magazzino di Classe, o Manica Lunga, nel quale
sono stati riscontrati importanti fenomeni di dissesto
statico.
Per la redazione del progetto si prevede di effettuare una
serie di indagini preliminari per la verifica delle
fondazioni, delle falde e della consistenza del suolo,
nonch il monitoraggio di lesioni, fessurazioni,
spanciature e cedimenti delle fondazioni, e lanalisi della
volta mediante prove di carico in scala.
Successivamente si redige il progetto di aggiornamento
degli impianti tecnici: i punti luce e di riscaldamento
installati sono insufficienti, mentre necessario
provvedere alla prima installazione di impianti telefonici,
antifurto e antincendio.
Occorre dunque particolare attenzione per
limplementazione dei nuovi impianti con i preesistenti,
evitando, per quanto possibile, la manomissione e il
dannegiamento irreversibile della fabbrica.
Pianta piano terra - Pianta piano ammezzato -
Pianta piano primo
Sezioni longitudinali della Manica Lunga
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
Sezioni significative della Manica Lunga con apputi per il progetto di consolidamento.
PRINCIPI GUIDA
rispettare e arricchire la preesistenza, dimostrando cos piena consapevolezza del patrimonio
storico su cui si interviene.
aggiungere e non sottrarre.
Il progetto di recupero della Sala degli otto pilastri al pian terreno della Manica Lunga ha previsto:
una nuova pavimentazione, in sostituzione del piano di calpestio in terra battuta che la sala ha
mantenuto per secoli;
un nuovo sistema di impianti;
fornitura di attrezzature essenziali.
1. Biblioteca Classense |
Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
Manica lunga.
Studi per la realizzazione della
pavimentazione del piano terra.
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
Manica Lunga. Studi per la realizzazione della nuova pavimentazione e degli arredi
fissi al piano terra
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
Il dado sovrapposto al capitello della prima colonna di granito, con la vecchia linea di
alimentazione elettrica in disuso, prima e dopo lintervento.
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
1. Biblioteca Classense | Ravenna 1975-88 PROGETTO DI RESTAURO
Lineamenti storici
Il Palazzo della Ragione, insieme a la Loggia degli Osii, le Scuole
Palatine e la Casa dei Panigarola, circoscrive la piazza dei
Mercanti.
Il progetto iniziale, avviato nel 1228 per volere del Podest,
prevedeva il solo portico aperto da destinare a luogo per
assemblee, arbitraggi e ordinanze.
Nel 1233, sul porticato fu costruita una grande sala coperta,
nella quale si riunivano mercanti, banchieri e notai,
accrescendone ulteriormente limportanza nella vita politica e
sociale dellintera citt. Il Palazzo fu detto delle Ragioni
perch qui si rendeva al popolo ragione, civile e penale, da parte
dei Giudici.
Nel XVI secolo il Palazzo sub numerosi adattamenti e nel 1770-
73, per volere di Maria Teresa dAustria, un ulteriore intervento,
ad opera dellarchitetto Francesco Croce, dot il Palazzo
dellultimo piano, un sopralzo con ampie finestre ovali. Tale
modifica fu necessaria perch potesse essere adibito a sede
dellArchivio Notarile, funzione che mantenne fino al XX secolo.
Durante le "Cinque giornate di Milano" (18-22 marzo 1848) il
Palazzo fu danneggiato da una cannonata, ma subito riparato.
Nel 1939 il Comune di Milano diventa proprietario del Palazzo
della Ragione e negli anni Ottanta ne avvia il restauro.
http://palazzodellaragionefotografia.it/palazzo-della-ragione/
2. Palazzo della Ragione | Milano 1984-92 PROGETTO DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE INTERNA
2. Palazzo della Ragione | Milano 1984-92 PROGETTO DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE INTERNA
Giovanni Pividor, Loggia degli osii,1850 ca. Piazza Mercanti,Palazzo dei Giureconsulti e il L'Illustrazione Italiana,
vecchio passaggio al Duomo, 1860 19 marzo 1882
STATO DI FATTO
Edificio pubblico dellistituzione
comunale medioevale, ampliato nel
XVIII secolo con la costruzione
dellultimo piano, da destinare ad
archivio e caratterizzato da grandi
finestre ad oculi.
Il primo progetto proposto prevedeva
labbattimento del piano
Settecentesco per ripristinare
limmagine medievale.
Lopinione pubblica disapprov tale
atteggiamento discriminatorio,
richiedendone la conservazione di
tutte le stratificazioni storiche.
Il Palazzo della Ragione,
agli inizi del XX sec.
2. Palazzo della Ragione | Milano 1984-92 PROGETTO DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE INTERNA
3. riapertura dellantico accesso sul lato di Piazza del Duomo e realizzazione di una
nuova scala di accesso dalla Piazza.
http://europaconcorsi.com/projects/144820-Marco-Dezzi-Bardeschi-Milano-nuova-scala-di-accesso-dalla-Piazza-Mercanti-al-piano-primo-del-Palazzo-della-Ragione-2000-
2. Palazzo della Ragione | Milano 1984-92 PROGETTO DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE INTERNA
1. INTERVENTO DI CONSERVAZIONE
Le soluzioni studiate per la nuova scala di accesso hanno avuto tutte in comune la ricerca della massima
autonomia, leggerezza e trasparenza visiva della struttura, rappresentata da un unico supporto, unesile
antenna dacciaio, a cui appeso limpalcato dei pianerottoli e dei gradini in cristallo.
La soluzione adottata ha consentito di liberare da ingombri a terra lintera sede stradale sottostante e di
smaterializzare la struttura, usando cavi dacciaio in luogo di ingombranti sostegni da terra.
La prima soluzione ha ipotizzato una tensostruttura come perno su ununica asta baricentrica rispetto
allarticolato percorso di discesa: realizzando cos una scala di vetro, unutile macchina per la
conoscenza da vicino della peculiare stratigrafia del monumento (e dello spazio circostante).
2. Palazzo della Ragione | Milano 1984-92 PROGETTO DI CONSERVAZIONE E SISTEMAZIONE INTERNA
Stato attuale
3. Tempio-Duomo | 2004-10
Pozzuoli
Progetto di restauro
LINEAMENTI STORICI
1964: un incendio provoca la distruzione del tetto e il
crollo di piccole porzioni di murature e di buona parte dei
rivestimenti, riportando in vista alcune colonne, lepistilio
e le pareti della cella dellantico edificio.
1968: intervento di restauro, curato da Ezio De Felice.
Inizialmente si procede al consolidamento del tempio.
Poi, si realizza una copertura metallica temporanea per la
protezione del cantiere di restauro, rimasta in funzione
oltre il 1972, anno di sospensione dei lavori.
Lobiettivo del restauro di De Felice era di riportare alla
luce lantico tempio romano a discapito della fabbrica
barocca.
Probabilmente, se lintervento fosse stato completato, oggi In alto, Dettaglio del muro laterale dopo lintervento
sopravviverebbe solo il tempio romano, mentre si sarebbe di De Felice
irreparabilmente persa la straordinaria ricchezza evocativa suscitata
dalla coesistenza armonica di due architetture fra loro molto diverse. In basso, da sin. verso des., la facciata dingresso e
la controfacciata, una vista verso la zona absidale.
3. Tempio Duomo | Pozzuoli 2003-10 PROGETTO DI RESTAURO
CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE, PROMOSSO DALLA
REGIONE CAMPANIA NEL 2003, PER IL RESTAURO DEL COMPLESSO
MONUMENTALE TEMPIO-CATTEDRALE DELLACROPOLI DI POZZUOLI, MEGLIO
NOTA COME RIONE TERRA.
CONSERVAZIONE
integrale delle stratificazioni del tempo
+
AGGIUNTA
di nuovi segni, anche fortemente connotanti,
spesso in aperta dissonanza con il testo
antico, considerati quali ulteriori
stratificazioni del monumento.
Posti di fronte alla discordia in atto tra la tendenza degli archeologi (interessati
a rimuovere tutto il costruito povero []) e quella della chiesa (fortemente
decisa a ripopolare il quartiere dei suoi abitanti e a riconsacrare il tempio al rito
religioso privilegiando la sua sopravvissuta dotazione barocca), il progetto si
pone lobiettivo di conciliare i due punti di vista affidandosi a un puntiglioso
progetto di conservazione [] senza tuttavia rinunciare ad attivare un progetto
architettonico di qualit nei punti pi deboli e vuoti del palinsesto [] dopo
lultimo intervento moderno di De Felice
3. Tempio Duomo | Pozzuoli 2003-10 PROGETTO DI RESTAURO
3. Tempio Duomo | Pozzuoli 2003-10 PROGETTO DI RESTAURO
I MATERIALI