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Rassegna di Nuova Musica

Programma Stefano Scodanibbio Produzione Gianluca Gentili Consulenza artistica Tonino Tesei Segreteria Paola Pierucci
nellambito di Le parole della musica - Palcoscenico Marche 2008 Ministero Beni e Attivit Culturali Regione Marche M3/Polo Lirico-Sinfonico Regionale
Associazione Arena Sferisterio Macerata Fondazione Orchestra Regionale delle Marche Fondazione Teatro delle Muse Ancona

Provincia di Macerata Comune di Macerata Rai Radio3

Assessorato ai Beni Culturali Assessorato Attivit Culturali

www.rassegnadinuovamusica.it

Foto di Fabrizio Garghetti, Casa Ricordi, Milano

Chi pu oggi, al pari di Franco Donatoni, unire le qualit minute dellartigiano con loriginalit di un raffinato mondo immaginario? Sono rari i compositori che, come lui, hanno forgiato un utensile originale, che parlano un linguaggio cos specifico, che si sono creati un territorio poetico tanto evidente da essere riconoscibile fra tutti. Inoltre il suo universo ha la fortuna di fare la gioia degli interpreti per il suo aspetto concreto, vicino, evidente. La lunga perseveranza di Franco Donatoni sembra averlo portato verso la libert e, pi ancora, verso la spontaneit: felice privilegio, se altri ne esistono, questa facilit apparente che a disposizione daltri mette simili profonde risorse tanto ostinatamente raggiunte, e tanto seducenti! Ogni compositore pu invidiarlo per questa maestria che realizza lillusione. Pierre Boulez

do na toni

Omaggio a Franco Donatoni


_luned 17 novembre _teatro lauro rossi For Grilly (1960) Improvvisazione per 7 Clair (1980) due pezzi per clarinetto Spiri (1977) per dieci strumenti Note damicizia per Franco Donatoni video/collage Ash (1976) per otto strumenti Argot (1979) due pezzi per violino Rasch II (1995) per quartetto di sassofoni, vibrafono, marimba, percussione e pianoforte Isabella Consoli oboe Roberta Gottardi clarinetto Quartetto di Saxofoni Alea Fausto Bongelli clavicembalo e pianoforte Marco Rogliano violino Ensemble Algoritmo Matteo Cesari flauto Massimo Munari clarinetto basso Ciro Longobardi pianoforte Antonio Caggiano percussioni Maddalena Pippa violino Gabriele Croci viola Giorgio Casati violoncello Marco Angius direttore Stefano Scodanibbio direttore (Rasch II) _marted 18 novembre _teatro lauro rossi Lumen (1975) per sei strumenti Nidi (1979) due pezzi per ottavino Rasch (1990) per quattro sassofoni Alamari (1983) per violoncello, contrabbasso e pianoforte Franoise Variationen, II e III ciclo (1987) per pianoforte Hot (1989) per sassofono sopranino e tenore e sei strumenti Matteo Cesari ottavino Federico Mondelci sax Quartetto Atem Giorgio Casati violoncello Stefano Scodanibbio contrabbasso (Alamari) Maria Isabella De Carli pianoforte (Alamari) Ciro Longobardi pianoforte (Franoise Variationen) Ensemble Algoritmo Roberta Gottardi clarinetto Massimo Munari clarinetto basso Mario Bracalente tromba Massimo Gianangeli trombone Antonio Caggiano percussioni Gabriele Croci viola Dario Calderone contrabbasso Marco Angius direttore

Franco Donatoni nato a Verona il 9 giugno 1927. Ha studiato al Conservatorio di Milano con Ettore Desderi e al Conservatorio di Bologna con Lino Liviabella. Si diplomato in composizione e strumentazione per banda nel 1949, in musica corale e direzione di coro nel 1950 e in composizione nel 1951. Nel 1953 ha conseguito il diploma del corso di perfezionamento di composizione tenuto da Ildebrando Pizzetti presso lAccademia di Santa Cecilia in Roma. Ha frequentato i Ferienkurse fr Neue Musik di Darmstadt nel 1954, 1956, 1958 e 1961. Le sue opere sono pubblicate dagli editori Zanibon di Padova, Schott di Magonza, Boosey & Hawkes di Londra, Suvini e Zerboni di Milano e Ricordi di Milano. Ha pubblicato quattro libri di riflessioni sulla propria arte: Questo (Adelphi 1970), Antecedente X (Adelphi 1980), Il sigaro di Armando (Spirali Edizioni 1982), In-oltre (LObliquo 1988). Partito da posizioni bartkiane, si accostato dapprima alle tecniche seriali postweberniane e allo strutturalismo; tra i lavori pi significativi che hanno concluso questa fase di apprendistato ricordiamo i pezzi per orchestra Strophes (1959), Sezioni (1960) e Puppenspiel (1961). Influenzato dalla lezione di Cage, Donatoni ha compiuto una riflessione sulloperare artistico che lo ha portato a teorizzare un rovesciamento del tradizionale rapporto creatore-opera. Attraverso le pratiche dellindeterminazione e riducendo lattivit del comporre allinvenzione di tecniche automatiche di trasformazione del materiale, ha aperto le sue composizioni ad aspetti aleatori. Tra gli esiti di queste pratiche giova ricordare, con particolare rilievo: Per Orchestra (1962), Quartetto IV-Zrcadlo (1963) per archi, Puppenspiel n. 2 per flauto, ottavino e orchestra (1965), Souvenir (1967) per 15 strumenti, Etwas ruhiger im Ausdruck (1967) per 5 strumenti. In seguito la riflessione di Donatoni si volta verso il superamento dei rigorosi automatismi combinatori: le tecniche usate sono sempre di tipo automatico, ma legate allempirismo del momento, con codici cambiati molto frequentemente. Alla intensa produzione degli anni Settanta appartengono Double II (1970) e Voci (1972-73) per orchestra, Espressivo (1974) per oboe e orchestra, Duo pour Bruno (1974-75) per orchestra, Portrait (1976-77) per clavicembalo e orchestra, Diario 76 (1977) per 4 trombe e 4 tromboni, Ash (1976) per 8 strumenti,

Spiri (1977) per 10 strumenti, Arie (1978) per voce e orchestra e The Hearts Eye (1979-80) per quartetto darchi. Le nozioni di processo, immagine, figura connotano la sua musica pi recente che caratterizzata da grande raffinatezza sonora e da sviluppi forti ed imprevedibili. Tra i lavori pi importanti degli anni Ottanta e Novanta ricordiamo: il monumentale ciclo di brani orchestrali In cauda (1982-83) per coro e orchestra, In cauda II (1993-94), In cauda III (1996), Fire -In cauda IV (1998) per 4 voci femminili e orchestra, Esa -In cauda V (2000); i numerosissimi pezzi per ensemble, tra i quali segnaliamo: Le ruisseau sur lescalier (1980) per violoncello e 19 esecutori, Tema (1981) per 12 strumenti, Cadeau (1984) per 11 strumenti, Darkness (1984) per 6 percussionisti, Refrain (1986) per 8 strumenti, Flag (1987) per 13 strumenti, Le souris sans sourire (1988) per quartetto darchi, Closhes (1988-89) per 2 pianoforti e 10 esecutori, Sweet Basil (1993) per trombone e Big Band, Lem II (1996) per contrabbasso e 15 strumenti. Di altissimo rilievo la grande serie dei pezzi bipartiti, ciascuno per un diverso strumento solista, che Donatoni ha composto a partire dal 1977: il primo esempio Algo per chitarra, seguito da Ali per viola, e da molti altri, fino ad arrivare ai pi recenti Feria IV per accordeon,Tell per corno inglese e Till per corno (tutti del 1997). Nel febbraio 1985 andata in scena al Teatro alla Scala di Milano la sua opera Atem. Nel 1990 il Festival Settembre Musica di Torino gli ha dedicato unampia monografia e il volume Donatoni (EDT 1990). Dal giugno allottobre 1992 Milano Musica ha realizzato, in suo omaggio, unimportante rassegna; nel corso di otto concerti sono state eseguite alcune fra le sue composizioni pi significative e, in prima assoluta, Larte della fuga di Bach trascritta per orchestra. Nel 1998, nellambito del Festival di Strasburgo, stata rappresentata la sua opera buffa Alfred Alfred con lo stesso Donatoni come attore protagonista. Di fondamentale importanza stata la sua attivit didattica, che ha esercitato enorme influenza nel mondo musicale non solo italiano. Ha insegnato nei conservatori di Bologna, Torino e Milano dal 1953 al 1978. Per molti anni stato titolare della cattedra di perfezionamento di composizione presso lAccademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma. Ha tenuto ininterrottamente dal 1969 al 1999 il corso di perfezionamento di composizione presso lAccademia Musicale Chigiana di Siena. Dal 1971 al 1985 stato professore incaricato presso il corso DAMS della Facolt di Lettere dellUniversit di Bologna. Nel 1972 stato invitato dal Deutscher Akademischer Austauschdienst a risiedere a Berlino per un anno. Ha tenuto numerosi seminari sulle proprie opere in Francia, Svizzera, Spagna, Olanda, Israele, Stati Uniti, Messico, Australia. Ha ottenuto molti premi: Liegi 1951 (Quartetto per archi), Radio Lussemburgo 1952 (Concertino per archi, ottoni e timpano solista), e 1953 (Sinfonia per archi), SIMC. 1961 (Puppenspiel per orchestra), Marzotto 1966 (Puppenspiel n. 2 per flauto, ottavino e orchestra), Koussevitzki 1968 (Orts per 14 strumenti), Psacaropoulo 1979 (Spiri per 10 strumenti). Membro effettivo dellAccademia Filarmonica Romana e dellAccademia Nazionale di Santa Cecilia, nel 1985 stato insignito del titolo Commandeur dans lOrdre des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura Francese. Franco Donatoni si spento a Milano il 17 agosto 2000.

Franco Donatoni, da Spiri

Note alle composizioni di Franco Donatoni


For Grilly, Improvvisazione per sette, stato scritto nel 1960 ed dedicato a Franco Travis. stato eseguito la prima volta a Roma il 24 maggio dello stesso anno. Il principio dellimprovvisazione specificato dal sottotitolo non si deve intendere nel senso comune (come nel jazz), ma cos come lo intendeva Boulez allinizio degli anni Sessanta: Improvvisazione () irruzione (Einbruch) nella musica di una dimensione libera. For Grilly un brano formato da brevi episodi densi di figurazioni multiformi, imprevedibili ed eccentriche. Lindicazione metronomica iniziale croma = il pi veloce possibile determina un andamento vorticoso: gli strumenti si avvicendano e si intersecano freneticamente in un travolgente gioco di contrasti (fortissimo - pianissimo, acuto - grave, denso - rado, continuo discontinuo). Con questo lavoro Franco Donatoni conclude il suo periodo di apprendistato volto ad assimilare le ricerche dei maggiori compositori post-weberniani: Pierre Boulez e Karlheinz Stockhausen (In For Grilly risentivo un po dello Stockhausen del tempo di Kontra-Punkte, di Zeitmasse, che io avevo sentito a Baden-Baden e che avevano rappresentato per me una vera e propria esplosione interiore rivela Donatoni). Clair, due pezzi per clarinetto, stato scritto nel 1980 ed dedicato a Giuseppe Garbarino che l ha eseguito per la prima volta a Siena il 26 agosto 1980. Clair fa parte della grande serie di composizioni per strumento solista iniziata da Donatoni nel 1977 con Algo per chitarra e poi proseguita con due decine di altri lavori, fino a Till per corno del 1997. A proposito dichiara lautore: Non si tratta di pezzi scritti per esplicita intenzione virtuosistica o nellintento di esplorare inedite possibilit strumentali, anche se le esecuzioni di essi esige la presenza di interpreti dotati di attitudini virtuosistiche. Si tratta piuttosto di un interesse per la scrittura lineare o addirittura monodica che restringe il gesto compositivo ad articolazione filiforme e riduce le possibilit di collocazione della figura nello spazio. Tutti i componimenti sono divisi in due parti complementari, onde ottenere in modo evidente la separazione dei caratteri espressivi differenti per articolazione, dinamica, gesto, ecc. I due pezzi che formano Clair traducono nella maniera pi efficace questa opposizione binaria: il primo impetuoso ed estroverso, il secondo sommesso e introverso. Il primo brano giocato prevalentemente sulla voce calda e brillante (anche pettegola e petulante) del registro acuto del clarinetto; il secondo pezzo (da eseguire il pi veloce possibile) comincia nel registro basso dello strumento (chalumeau) con una dinamica sommessa al limite delludibilit e sempre sottovoce e vorticoso sale, con rapidi guizzi, nel registro medio e approda a una catena di fantasmagorici trilli.

Spiri, per dieci strumenti, stato scritto nel 1977 su commissione di diverse istituzioni musicali italiane ed dedicato a Salvatore Sciarrino. stato eseguito la prima volta a Roma il 18 gennaio 1978. Scrive Donatoni: Lutilizzazione continua dello stesso materiale iniziale secondo procedure simili al canone, desta una riconoscibilit delle figure che pu far pensare al tematismo. Tale esito anche dovuto ai processi compositivi di trasformazione a distanza e non va attribuito ad una deliberata intenzione di fare riferimento a tecniche specifiche di elaborazione. Nella presentazione di Spiri trova il posto per la prima volta la nozione di figura che per Donatoni unidentit importantissima. Per figura il compositore intende qualsiasi frammento nel quale il livello dellarticolazione consenta di riconoscere lidentit tipologica, non come organismo individuale tematicamente e soggettivamente connotato ma come singolarit riconoscibile nelle determinazioni che sono proprie alla sua connotazione generalizzata. Si potrebbe anche dire che la figura non dotata di individualit ma esiste soltanto in una condizione di reale o presunta staticit. La sua generalizzazione dalla tipologia costante e dalla singolarit mutevole quello che chiamo levento, statico nellunit e dinamico nella molteplicit. Fin dallinizio la prima e pi importante figura di Spiri materializzata dalloboe e dal violino solista: un breve arpeggio le cui note polarizzate sono tratte dal nome dellautore (F.A.C.D.: Fa, La, Do, Re). Questo frammento appare con vesti strumentali sempre nuove (anche a breve distanza) in molti luoghi della composizione ( una sorta di ide fixe). Una seconda figura molto caratteristica il Do diesis (la nota preferita dal compositore). Si presenta per la prima volta a battuta 25 al violino solista (in pizzicato bartkiano), successivamente al trio dei legni (su diversi registri, in ottava), e infine al violoncello. Altre figure meno pregnanti ricorrono in questa composizione le cui unit di articolazione sono molto frammentate a causa di un progetto di schematizzazione della macroforma che era abbastanza consueto a Donatoni, fino al 1981. Le diverse sezioni di cui il brano costituito si succedono e si alternano in un gioco di variazioni e di proiezioni a distanza; si riscontra la tendenza tangibile soprattutto nella seconda parte dellopera a stratificare un numero di elementi figurali sempre crescente. In Spiri c una evidente leggerezza ludica: un pezzo felice, nato da condizioni felici confida lautore.

Ash, per otto strumenti, stato scritto nel 1976 su commissione dellAccademia Musicale Chigiana di Siena dove stato eseguito per la prima volta, diretto dallautore, il 27 luglio dello stesso anno. Ash - cenere - lopera che pose fine alla drammatica decisione di Donatoni di abbandonare la composizione. Racconta lautore: Talvolta sotto la cenere possono esserci ancora delle faville capaci di divampare, ma la decisione di scrivere Ash la devo a mia moglie Susie. [Nel 1976] mi era stato commissionato un pezzo per lestate successiva dallAccademia Chigiana di Siena in cui si prevedeva la partecipazione di singoli docenti con Accardo, Garbarino, Giuranna, uno staff di gran lusso, insomma. Non sapevo come sottrarmi a quellimpegno, ma mia moglie mi convinse ad assolverlo ugualmente. Diceva che tanto io avevo deciso di non comporre pi e quindi entro la prospettiva di quella decisione avrei potuto fare uneccezione scrivendo un pezzo soltanto. Perch no? In fondo cosa rischiavo? La mia decisione era ormai presa e cos scrissi Ash applicando ancora una volta il mio solito procedimento degli automatismi, in maniera un po meno rigorosa per, perch dovevo concedere degli spazi ai singoli strumenti concertanti suonati da quei solisti illustri. () La conseguenza pratica del dover scrivere per quei solisti illustri fu laccorciare i tempi entro i quali i codici agivano. Ne venne una musica determinata pi dalla linearizzazione che dalla sovrapposizione dei codici, ricca di articolazioni variegate e differenti. Era un vantaggio indubbiamente e cos a quella condizione mi sono attenuto anche nei lavori successivi.

Argot, due pezzi per violino, stato scritto nel 1979 ed dedicato a Salvatore Accardo che lha eseguito per la prima volta a Siena il 25 agosto 1979. Afferma Donatoni: Questi pezzi nascono da niente () nascono come gesti: nel primo caso un arpeggio, nel secondo dei modelli ritmici molto difettivi come articolazioni di altezze, il che ha dato lestro ad Accardo, quando li ha eseguiti per la prima volta, di interpretarli in modo zigano. [Lappiglio per una interpretazione di questo tipo nacque] credo dalla cultura e dalla mentalit di Accardo che non volle che assistessi alle prove e mi mise davanti al fatto compiuto della sua interpretazione. Il primo movimento di Argot, da intendersi il pi veloce possibile, caratterizzato da modalit esecutive tipiche del virtuosismo paganiniano (arpeggi rapidissimi, spiccato, gettato, ecc.) piegate tuttavia a una nuova funzionalit. Il secondo brano di Argot pi esteso e variegato del primo: Donatoni espone un materiale minimo e lo sottopone a un processo di crescita e di variazione impressionante, che non sembra avere alcuna direzionalit; il brano facilmente divisibile in diciotto pannelli differenti che sono il risultato di riletture del frammento iniziale: ci crea un movimento circolare, caleidoscopico; la forma non precostituita. Questo pezzo esemplifica bene il pensiero compositivo dellautore. Infatti, ecco quel che scrive Donatoni: Lo sviluppo viene negato a favore della crescita, lunit viene sacrificata alla molteplicit (), il rettilineo lascia il posto al ramificante in nome di un esito formale ch anzitutto esplorazione e non attuazione di un progetto.

Rasch II, per quartetto di sassofoni, vibrafono, marimba, percussione e pianoforte, stato scritto nel 1995 su commissione della Fundacin Sax-ensemble. stato eseguito la prima volta a Madrid il 24 ottobre del 1995. Linizio di Rasch II esattamente il retrogrado della coda di Rasch (1990): questa composizione scaturita come sovente accade in Donatoni da unopera ad essa precedente. Al riguardo lautore si esprime cos: Io di solito parto da qualche suggestione desunta da pezzi precedenti, da qualche evidenza non ancora bene espressa in superficie, ma di cui si esige un commentario da parte mia. Continuo a commentare sempre le stesse cose: si vedr che il pezzo stesso un frammento perch in realt il mio pensiero continua da un pezzo allaltro. Solo per necessit pratiche il pensiero musicale viene interrotto in quel certo organico, quando le cose che si devono sperimentare nel pezzo sono finite e non hanno pi interesse ad essere continuate. Donatoni adatta lidea che chiudeva Rasch al nuovo e pi vasto contesto strumentale e sviluppa le figure musicali nelle nuove dimensioni spaziali e temporali. Egli divide lorganico in undici gruppi tutti differenti che cito in ordine di apparizione: 1) quartetto, 2) quartetto e vibrafono; 3) quartetto e marimba; 4) vibrafono e pianoforte; 5) quartetto, vibrafono e pianoforte; 6) quartetto e pianoforte; 7) marimba e pianoforte; 8) quartetto, marimba e pianoforte; 9) quartetto, temple blocks e pianoforte; 10) quartetto e bongos; 11) quartetto e tom toms. Gli strumenti a percussione a suono indeterminato entrano soltanto verso la fine della composizione. Nella casistica delle possibili combinazioni strumentali lelemento dialettico resta il tratto caratterizzante e il confronto fra entit sonore contrapposte genera una forma molto spettacolare. Le figure circolano molteplici e, nella variet e imprevedibilit delle successioni, Donatoni instaura tra i gruppi strumentali ora un rapporto antinomico, ora un rapporto dialogico, sottolineando il ruolo fondamentale che i mutamenti giocano nella sua musica.

Lumen, per sei strumenti, stato scritto nel 1975 ed dedicato alla memoria di Luigi Dallapiccola. stato eseguito la prima volta a Siena il 25 agosto 1975. Il titolo e il materiale di partenza del brano donatoniano deriva da Lux di Dallapiccola, su testo tratto dai Soliloquia di uno pseudo-SantAgostino, per voce e strumenti, a cui il compositore istriano cominci a lavorare nel 1974 e che purtroppo lasci incompiuto. In Lumen i sei strumenti sono divisi in tre coppie ciascuna delle quali ha un ruolo specifico: i due archi hanno una funzione ritmica, le due percussioni un ruolo armonico e i due fiati uno melodico. La viola e il violoncello per quasi tutta la durata del pezzo suonano, con diverse modalit di attacco, le sole quattro note corrispondenti alle loro corde vuote; la celesta e il vibrafono eseguono alcuni lievi accordi che vengono successivamente sciolti in morbidi arabeschi; lottavino e il clarinetto basso, estremamente divaricati tra loro, disegnano un canto estatico, una sorta di malinconico lied. Tutto avvolto da una luce tenue, eterea. Tuttavia dalla battuta 39 i due fiati, come contagiati dalle percussioni, trasformano gradualmente il loro canto in un ghirigoro sempre pi frenetico che sfocia nella luminosissima sezione culminante del pezzo (battute 59-63) in fortissimo. Segue unesile coda dove, le leggere figurazioni musicali scivolano via svanendo nel nulla.

Nidi, due pezzi per ottavino, stato scritto nel 1979 ed dedicato a Pierre-Yves Artaud e a Roberto Fabbriciani. stato eseguito la prima volta alla Biennale di Venezia il 26 novembre 1979 da Fabbriciani. Nidi prende le mosse da alcuni frammenti di Lumen osserva Franco Donatoni. Un piccolissimo frammento di tre suoni (Fa, Re, Sol bemolle i primi due sono anche le iniziali del compositore: F.D.) desunto dalla misura 59 di Lumen d origine a questo fantastico dittico. Lottavino inizia esponendo sommessamente la cellula di tre suoni che, poi, viene sottoposta a un procedimento di prolificazione, il quale mette in campo anche le altre note del totale cromatico in un gioco di permutazioni e di spostamenti di ottava; lo strumento conquista progressivamente anche i registri, le dinamiche e le velocit estreme. In alcune parti, il pezzo suscita la sensazione di polifonia ed eterofonia latenti. Spiega Donatoni, infatti: [Pensate] alla scrittura classica con il suo procedere a tre parti ma trasferita in un decorso lineare com quello di uno strumento solista. Le tre articolazioni saranno evidentemente giustapposte e non sovrapposte. () C una linea sola ma ci sono in realt momenti e articolazioni differenti che fanno un falso contrappunto articolato mediante la connessione armonica. () [La sensazione di eterofonia latente] nasce dalla asimmetria metrica che fa s che la durata di ciascuna linea sia asimmetrica rispetto a quella delle altre. I due pezzi richiedono allo strumentista una tecnica prodigiosa e la conoscenza delle modalit esecutive dei suoni multipli. Lo splendido titolo evoca il mondo degli uccelli: probabilmente Donatoni che non era un musicista ornitologo come Messiaen e non era interessato a riprodurre lesuberante assolo dellusignolo voleva evocare il tempo degli uccelli (cos laveva definito Grard Grisey) i quali hanno una costante di tempo molto breve. Questi piccoli pennuti, infatti, si muovono in modo agitato e fremente, cantano reiterando rapidamente brevi moduli, presi dal grande bisogno di sintesi che caratterizza il mondo dei volatili.

Rasch, per quattro sassofoni, stato scritto nel 1990 su commissione del sterreichischer Rundfunk Landestudio Steiermark ed dedicato al Raschr Quartet che ne ha realizzato la prima esecuzione a Graz il 10 giugno dello stesso anno. Rasch sviluppato da un frammento estratto da Soft per clarinetto basso che Donatoni ha composto nel 1989. Il pezzo diviso in undici brevi episodi ognuno dei quali caratterizzato da figure articolate in modo sempre diverso. Tali episodi sono generati organicamente gli uni dagli altri senza soluzione di continuit per creare un efficace arco dinamico e formale. Infatti, la composizione si avvia con un suono legato e tenue (soft, appunto) e arriva verso la met a un fortissimo molto incisivo e articolato; soltanto verso la fine il compositore ripristina la dinamica iniziale: pianissimo mormorando e un poco vibrato. Il titolo Rasch riflette il nome del quartetto dedicatario, ma anche la parola tedesca che significa rapido, svelto; la suggestione desunta dal titolo si riverbera nella partitura, la quale continuamente pervasa da un ritmo spigliato e frettoloso, e da un pressoch continuo avvicendarsi del bipolare dialogo suono-pausa.

Alamari, per violoncello, contrabbasso e pianoforte, stato scritto nel 1983 su commissione dellAccademia Musicale Chigiana di Siena ed dedicato a Stefano Scodanibbio. stato eseguito la prima volta a Siena il 29 agosto 1983 da Alain Meunier, Franco Petracchi e Maria Isabella De Carli. Scrive ancora Donatoni: Come accade per gli altri Trii, anche questo utilizza materiali provenienti da Lame per violoncello, Lem per contrabbasso e Rima per pianoforte. Larticolazione che ne deriva formalmente autonoma anche se gli oggetti di provenienza possono essere facilmente riconosciuti. E specifica: [Ogni opera] fa parte di un pannello infinitamente pi grande, che lintegrit dellopera del compositore, cio la sua totalit dellopera. Alamari concepito come una successione di pannelli dove i materiali di partenza vengono trasformati mediante la tecnica della variazione continua o delle riletture. In questa composizione Donatoni privilegia un esacordo cromatico (Mi bemolle, Re, Re bemolle, Do, Si, Si bemolle) al quale, in principio, d una evidenza ritmica e in seguito una evidenza melodica. Da battuta 97 fino a battuta 133 lautore scrive una lunga sequenza melodica che egli chiamava falsa melodia perch le durate e lordine delle note sono inafferrabili nella loro imprevedibilit. In questa circostanza, a seguito del rinnovarsi incessante e permutato delle note dellesacordo e dellassestarsi di queste su sempre diverse posizioni della misura, si ha un bellissimo e soavemente esotico esito musicale. Successivamente la falsa melodia si dissolve assorbita da ritmi articolati e incalzanti.

Le Franoise Variationen (variazioni 8-14, II ciclo; variazioni 15-21, III ciclo), per pianoforte, sono state scritte nel 1987 su commissione della Rassegna di Nuova Musica di Macerata e sono dedicate rispettivamente a Massimiliano Damerini e a Maria Isabella De Carli. Sono state eseguite la prima volta allAbbazia di Fiastra (Macerata) il 4 luglio 1987 da Damerini. La genesi delle Franoise Variationen spiegata da Donatoni: Franoise Peri, la moglie di un critico cinematografico che ha collaborato con Fellini mi aveva chiesto una volta un foglietto manoscritto da mettere in cornice. Fu cos che buttai gi il materiale dal quale sarebbero nate le variazioni. Le Franoise Variationen consistono in sette cicli di sette variazioni ciascuno (nel manoscritto ogni variazione occupa esattamente una pagina che dura pressappoco un minuto). Spiega ancora lautore: Ogni ciclo vive separatamente ed permutabile a seconda della discrezione del pianista, del respiro che lui intende dare allesecuzione. La tecnica di elaborazione impiegata quella della variazione totale (codificazione diversa del materiale) di cui parlava Berio verso la fine degli anni Cinquanta. Aggiunge Donatoni: [Il materiale] il medesimo nel primo ciclo; il secondo si basa su un materiale corrispondente del primo ciclo. Quindi il materiale del numero 1 sar quello del numero 8, quello del 2 diverr quello del 9 e cos via. Si tratta dunque di una variazione della variazione concepita secondo una distanza prospettica di 7. Ogni ciclo caratterizzato da un aspetto particolare del pianismo: il legato, lo staccato, gli arpeggi, gli accordi, le note ripetute, ecc. Il primo ciclo datato 1983 e lultimo 1996, la durata complessiva 40 minuti circa. Le Franoise Variationen sono il lavoro pi importante che Donatoni ha dedicato al pianoforte e nel genere variazione sono una delle opere pi significative del secondo Novecento. La composizione, grazie alla sua originalit e perfezione tecnica, si pu facilmente accostare alle opere dei grandi del passato. Lo stesso Donatoni, il giorno della prima esecuzione maceratese, disse ironicamente: Anche Mozart ha scritto le sue Franoise Variationen.

Hot, per sassofono sopranino e tenore e sei strumenti, stato scritto nel 1989 su commissione della Association des Saxophonistes de France (AS. SA. FRA.) ed dedicato a Daniel Kientzy. stato eseguito la prima volta a Metz il 1 novembre 1989. Lo stesso Franco Donatoni racconta la genesi della sua composizione: Alamari un trio per violoncello, contrabbasso e pianoforte () e Berio avendolo ascoltato osserv che avrebbe potuto costituire la base ritmica di un componimento pi complesso. Mi parso un buon suggerimento e cos da Alamari ho tratto Hot. Soggiunge Donatoni: Mi sarebbe piaciuto poter disporre di una vera big band jazzistica ma alla fine ho dovuto accontentarmi del sestetto jazz tradizionale con clarinetto, tromba, trombone, vibrafono, marimba, percussioni varie, pianoforte e contrabbasso. Per questi strumenti ho composto un pezzo che definirei di jazz immaginario ma con un materiale assolutamente mio in cui per esigenze di lettura i pannelli corrispondono a vere e proprie sezioni di 34 battute (). Secondo le esigenze dellhot jazz tali sezioni sono perfettamente strofiche. Il jazz vorrebbe inoltre una falsariga armonica che qui non propriamente tale, ma costituita dalla presenza dello stesso materiale. Larticolazione interna del brano prevede lalternanza di episodi di insieme con passi solistici del tipo: sassofono solo, sassofono con clarinetto, tromba con trombone, quindi le ance semplici con gli ottoni e quindi la sezione ritmica che corrisponde al tradizionale break della batteria e naturalmente assoli del pianoforte e del contrabbasso. Lautore fornisce anche alcuni suggerimenti in merito allinterpretazione del suo brano: Si tratta di un jazz immaginario ma andrebbe interpretato, secondo me, secondo la tradizione jazzistica, ovvero con swing e vibrato. Naturalmente non facile perch lo swing non si pu insegnare in nessun modo e non pu neppure essere notato. Puoi ricorrere a tutte le acciaccature che vuoi, ma non riuscirai mai a riprodurre quel modo di pensare musicale puntato che tipico dello swing. La partitura donatoniana non contiene sezioni dedicate alla libera improvvisazione, il suo jazz immaginario risulta cos particolarmente rigoroso. A questo proposito il compositore riporta un divertente episodio: Tre miei allievi sono andati in un bar di Porta Ticinese frequentato dai jazzisti e hanno proposto di ascoltare una cassetta contenente il mio Hot senza dire chi era lautore. Gli astanti hanno creduto che si trattasse di un compositore di free jazz, autore di una partitura probabilmente scritta perch gli strumenti andavano fin troppo insieme.
Franco Donatoni, da Franoise Variationen

Tonino Tesei, 2008

Interpreti
LEnsemble ALGORITMO stato fondato da Marco Angius nel 2002 grazie alladesione di giovani musicisti dediti per vocazione alla musica contemporanea e gi affermati sulla scena internazionale. I suoi componenti, premiati in contesti prestigiosi come il Kranichsteiner Musikpreis o il premio della Fondazione Stockhausen, si sono esibiti nelle maggiori sale e festivals di tutto il mondo. Le potenzialit del gruppo si sono espresse in alcune performance spettacolari e memorabili come la doppia partecipazione alla Gaudeamus International Competition di Amsterdam 2005 (presso il nuovo Muziekgebouw/Bimhuis della capitale olandese), in Laborintus II e Canticum novissimi testamenti di Berio al Parco della Musica di Roma (2003), nella Begleitmusik zu einer Dichtspielszene di Giorgio Battistelli (2004), nel Quaderno di strada di Sciarrino per il Warsaw Autumn Festival 2006 e NYYD di Tallinn (2007), Le marteau sans matre di Boulez (Parma, 2008) Lattivit discografica di Algoritmo culminata nel Premio del Disco Amadeus 2007 per la miglior incisione dellanno nel repertorio contemporaneo con Mixtim di Ivan Fedele (Stradivarius), in co-produzione RaiRadio3. Algoritmo si esibito presso la Biennale Musica di Venezia (2007), La Filature di Mulhouse (2005), Romaeuropa Festival (Musica XXI), Warsaw Autumn Festival (2003-06), Concerti del Quirinale (2005), Traiettorie di Parma (2006 e 2008), Cantiere Internazionale dArte di Montepulciano (2008), Italian Music Days di Cracovia (2005), Nuova Consonanza (2002-2006), Scuola Civica di Milano (2003), Teatro Comunale di Modena, Dissonanzen di Napoli (2008), Tonknstlerfest di Lugano (2003), Radio3/Concerti Euroradio. Nel 2008 iniziata la collaborazione con i corsi di perfezionamento di composizione dellAccademia Nazionale di Santa Cecilia. Marco Angius, direttore dorchestra e densemble, si messo in luce nel 2000 con la prima mondiale di Studi per lintonazione del mare di Salvatore Sciarrino, per cento flauti, cento sax e solisti (Stradivarius). Ha diretto lOrchestra Sinfonica della Rai di Torino (Rai Nuova Musica), Orchestre de Chambre de Lausanne (Les Amplitudes), Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, Muziekgebouw/Bimhuis di Amsterdam (Gaudeamus), Luxembourg Philarmonie e deSingel di Anversa (con lHermes Ensemble), Biennale Musica di Venezia, Filature di Mulhouse (Portraits Croiss), Warsaw Autumn, Teatro Lirico di Cagliari (Cinque passi nel Novecento), Romaeuropa Festival, Traiettorie di Parma, Accademia Filarmonica Romana, Teatro Lirico Belli di Spoleto (Premio Orpheus 2007), Istituzione Universitaria dei Concerti. E fondatore e direttore musicale dellensemble Algoritmo, col quale ha vinto il Premio del Disco Amadeus 2007 per la migliore incisione dellanno (Mixtim di Ivan Fedele, etichetta Stradivarius). Dal 2008 dirige i concerti finali del corso di composizione presso lAccademia Nazionale di Santa Cecilia. Nel 2009 previsto il suo debutto al Teatro dellOpera di Roma con Jakob Lenz di Wolfgang Rihm. Marco Angius autore di una monografia sullopera di Salvatore Sciarrino (Come avvicinare il silenzio, Rai Eri, 2007) e di numerosi scritti tradotti in varie lingue (Musica/Realt, Electa, Salzburger Festspiele 2008). Fausto Bongelli si dedica con particolare interesse ed impegno culturale alla produzione contemporanea; in collaborazione diretta con i compositori ha presentato opere nei principali Festivals in Italia, Austria, Germania, Spagna, Francia, Croazia e sue esecuzioni sono state trasmesse dalla Rai, Radio Nacional de Espaa, Radio Colonia e Radio Saarbrcken-Germania, Klassikaraadios-Estonia, Radio Charts-Canada, Yle RadioFinlandia, New Classical Radio-Tennesse (Usa), Radio Svizzera Italiana. Ha registrato CD per le case discografiche New Albion, Col-legno, Stradivarius, Rai-Trade, Edipan, Iktius, Rca, Ricordi, Aliamusica e Bongiovanni.

Giorgio Casati ha svolto gli studi di violoncello con Marco Bernardin presso il Conservatorio di Milano, diplomandosi nel 2002 con lode e menzione speciale. Dal 2001, si perfezionato con Mario Brunello ed allievo dellAltenberg Trio Wien, di Andrea Lucchesini e di Gnter Pichler. Come solista o in duo, stato invitato da Lingotto Giovani, lUnione Musicale di Torino, il Festival Amfiteatrof di Levanto, la Biennale di Zagabria, i Solisti Aquilani, Novecento e presente di Lugano, la Gia di Brescia, Contemporaneamente di Lodi, Sincronie, Milano Musica e Radio3. Tra i compositori con i quali ha collaborato, Fausto Romitelli, Gerard Pesson, Stefano Gervasoni, Emilio Pomarico, Mauricio Kagel, Stefano Scodanibbio, Heiner Goebbels, George Lopez, Misato Mochizuki, Giovanni Verrando, Emanuele Casale, Liza Lim, Raphael Cendo. Nel 2002 stato insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia di bronzo quale Benemerito della Cultura e dellArte. Matteo Cesari. Dopo essersi diplomato nel 2004 con Giorgio Zagnoni al Conservatorio di Bologna con il massimo dei voti e aver ottenuto lo stesso anno la maturit scientifica, ha continuato i suoi studi allIstituto Musicale Pareggiato di Modena con, tra gli altri, Michele Marasco e Andrea Oliva ottenendo nel 2007 la laurea summa cum laude con una tesi sul ciclo di conferenze tenute da Luciano Berio allUniversit di Harvard. Frequentato poi il Cour de Perfectionnement al Conservatorio di Strasburgo con Mario Caroli ha ottenuto il 1re Prix. Attualmente frequenta il Master 2 in interpretazione e composizione allUniversit di Strasburgo. Nel 2006 ha ottenuto la Borsa di Studio Severino Gazzelloni e il premio per la migliore interpretazione di Sequenza I di Luciano Berio. Un anno dopo ha vinto il I Concorso Internazionale dInterpretazione di Musica Contemporanea Fernando Mencherini. Recentemente, ha ottenuto lo Stipendienpreis al 44th Internationale Ferienkurse fr Neue Musik a Darmstadt subito seguito dal primo premio al XII Concorso Internazionale di Musica

da Camera Contemporanea di Cracovia.Ha preso parte a diversi festival tra i quali Il Suono di una mano sola di Cagli e Musica di Strasburgo. Collabora con diversi ensemble tra i quali Accroche Note e Ensemble Algoritmo. Ultimamente ha eseguito e registrato, insieme anche a Mario Caroli, gli Studi per lintonazione del mare di Salvatore Sciarrino a Roma. Maria Isabella De Carli ha compiuto i suoi studi musicali al Conservatorio di Milano e al Mozartem di Salisburgo. Ha svolto unintensa attivit concertistica sia come solista che in diverse formazioni cameristiche, esibendosi nelle pi importanti rassegne musicali in tutta Europa, Stati Uniti, Messico, Argentina, Giappone, Cina, con un repertorio che va dalla musica barocca a quella contemporanea. Sue esecuzioni di musiche di Franco Donatoni, alcune a lei dedicate, sono registrate su CD Ricordi e Stradivarius. E docente di pianoforte e di metodologia dellinsegnamento strumentale al Conservatorio di Milano. Roberta Gottardi. Nata a Trento, ha studiato al Conservatorio della sua citt con Giulio Cappello e in seguito con Antony Pay, di cui poi stata assistente ai corsi del Campus di Musica di Sermoneta. Si dedica da sempre al repertorio classico e contemporaneo, sia come solista che in ensemble, collaborando fra gli altri con lOttetto Classico Italiano, il Quartetto Prometeo, il Quartetto di Torino, lEnsemble Algoritmo. Si interessa anche alla prassi esecutiva con strumenti storici, con collaborazioni con il Serenatantica Ensemble e in Francia con La Grande Ecurie et la Chambre du Roy. presente in festivals italiani ed esteri quali il Maggio Musicale Fiorentino, Festival Pontino, Mnchener Biennale, South Bank Centre di Londra, Bologna Festival, Biennale di Venezia, Autunno Musicale di Como, Festival di Nuova Consonanza, Gaudeamus Muziekweek di Amsterdam, Autunno di Varsavia, Laeiszhalle di Amburgo. Nel suo vasto repertorio si segnala lo spettacolo di teatro musicale Harlekin

di Karlheinz Stockhausen, per un unico clarinettista-danzatoremimo. Ha ricevuto il premio Cesare Barison per la musica da camera e il primo premio del concorso promosso dalla Fondazione Stockhausen. Ha collaborato con compositori quali Stockhausen, Fedele, Cifariello e Ciardi. Ha inciso per Edipan, Symposion, Philarmonia, Stradivarius, Altrisuoni, Stockhausen Verlag, oltre che per diverse trasmissioni di Rai Radio3. docente al Conservatorio di Bolzano. Ciro Longobardi compie gli studi pianistici con Carlo Alessandro Lapegna, perfezionandosi in seguito con Alexander Lonquich per il pianoforte e con Franco Gulli, Maurice Bourgue e Franco Rossi per la musica da camera. Tra il 1994 ed il 1996 segue le masterclasses tenute da Bernhard Wambach a Darmstadt ed a Parma.Finalista e miglior pianista presso lInternational Gaudeamus Interpreters Competition 1994 di Rotterdam, Kranichsteiner Musikpreis nellambito del 37 Ferienkurse fr Neue Musik di Darmstadt nello stesso anno, ha suonato per: Festival Traiettorie di Parma (Teatro Farnese), Festival Milano Musica, Festival Internazionale di Ravello, Ravenna Festival, Rai Nuova Musica Torino, Giovine Orchestra Genovese, Festival Pontino, Nuova Consonanza ed Istituzione Universitaria dei Concerti Roma, Saarlndischer Rundfunk Saarbrcken, Ferienkurse Darmstadt, Festival Synthse Bourges, Festival Manca Nizza, Fondazione Gaudeamus Amsterdam (Muziekgebouw), Peter B. Lewis Theatre (Guggenheim Museum) New York, Festival di Salisburgo, in qualit di solista, di camerista e di membro di Dissonanzen (Napoli) e di Algoritmo (Roma). Ha inciso per Mode, Tactus, Niccol, Graffiti Records. Per Limen Classic & Contemporary ha pubblicato il primo volume delle opere pianistiche complete di Charles Ives, disco entusiasticamente recensito dalla critica specializzata. Federico Mondelci si diplomato con lode al Conservatorio Statale di Musica G. Rossini di Pesaro e successivamente,

nel 1981, al Conservatorio Superiore di Bordeaux sotto la guida di Jean-Marie Londeix ottenendo la Medaglia dOro allunanimit. Ha al suo attivo unattivit di solista internazionale nelle sale da concerto pi prestigiose tra cui il Teatro alla Scala, la Carnegie Hall di New York, la Philarmonica di San Pietroburgo, la Sala Tchaikovsky di Mosca. La sua discografia, principalmente con le etichette Delos e Chandos, comprende il repertorio solistico con orchestra, il duo con pianoforte e il quartetto. Accanto allattivit internazionale di solista, Federico Mondelci affianca unimportante attivit di direttore dorchestra collaborando con solisti di fama internazionale come Ilya Grubert, Michael Nyman, Kathryn Stott, Pavel Vernikov, Nelson Goerner, Francesco Manara, Luisa Castellani. docente di sassofono al Conservatorio G. Rossini di Pesaro, direttore artistico dellEnte Concerti di Pesaro e direttore della ISO - Italian Saxophone Orchestra, da lui stesso fondata nel 1995. inoltre fondatore dellItalian Saxophone Quartet che dal 1985 si esibisce con successo in ambito internazionale. Marco Rogliano, avviato prestissimo allo studio della musica, si diplomato con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio S. Cecilia di Roma sotto la guida di Antonio Salvatore. Perfezionatosi con Ruggiero Ricci, Riccardo Brengola e Salvatore Accardo, fa il suo debutto internazionale come solista nel 1989 eseguendo il Concerto di Sibelius con la Helsingborg Symphony Orchestra diretta da Ari Rasilainen. Premiato in numerosi concorsi nazionali ed internazionali (Bucchi di Roma, ARD di Monaco, East and West Artists di New York) ha tenuto concerti solistici e cameristici nelle pi importanti istituzioni italiane e straniere. La sua incisione dei 24 Capricci di Paganini per la Tactus (secondo italiano dopo Salvatore Accardo) gli ha procurato un grande successo internazionale di critica annoverandolo tra i pi grandi interpreti del genere. Ha inoltre inciso lHumoreske e la Leggenda per violino e orchestra di Respighi (prima registrazione assoluta) e le Quattro Stagioni di Vivaldi per Tactus.

Nel 1996 Salvatore Accardo lo ha invitato personalmente come Primo Violino Solista della sua Orchestra da Camera Italiana e dal 2001 ricopre lo stesso ruolo nellEnsemble Cameristico I Solisti di Pavia fondato e diretto da Enrico Dindo. Tiene il Corso di Perfezionamento presso lAccademia Musicale di Pavia. Nel 2009 debutter a Berlino accanto ad Ingolf Turban con i Berliner Simphoniker diretti dal M Shambadal ed in Cina con il Quarto Concerto di Paganini assieme allOrchestra Sinfonica di Macao. Marco Rogliano suona su un Nicola Bergonzi (Cremona, 1790) affidatogli dalla Fondazione Maggini di Langenthal (Svizzera). Gli stato conferito il Premio Scanno 2008 per la Musica. Gi titolare della cattedra di Musica da Camera presso il Conservatorio di Rovigo, attualmente responsabile del Triennio Cameristico e del Biennio di Specializzazione in Violino al Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo. Stefano Scodanibbio, contrabbassista e compositore, nato a Macerata il 18.6.1956. Il suo nome legato alla rinascita del contrabbasso negli anni 80 e 90, ha infatti suonato nei maggiori festival di musica contemporanea numerosi pezzi scritti appositamente per lui da compositori quali Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis. Ha collaborato a lungo con Luigi Nono e Giacinto Scelsi. Attivo come compositore ha scritto pi di 50 lavori principalmente per strumenti ad arco e per quattro volte le sue composizioni sono state selezionate dalla SIMC, Societ Internazionale di Musica Contemporanea (Oslo 1990, Citt del Messico 1993, Hong Kong 2002, Stoccarda 2006). Nel giugno 2004 ha eseguito la prima esecuzione della Sequenza XIVb di Luciano Berio, una propria versione per contrabbasso dalloriginale Sequenza XIV per violoncello. Il suo lavoro di Teatro Musicale Il cielo sulla terra stato eseguito a Stoccarda nel giugno 2006, replicato a Tolentino nel luglio dello stesso anno e ripreso a Citt del Messico in agosto del 2008.

Ha registrato per Montaigne Auvidis, col legno, New Albion, Dischi di Angelica, Mode, Ricordi, Stradivarius, Wergo. Di particolare rilievo le sue collaborazioni con Terry Riley e con Edoardo Sanguineti. Nel 1983 ha fondato e da allora dirige la Rassegna di Nuova Musica di Macerata. Il Quartetto di Saxofoni ALEA, attivo dal 1998, ha come obiettivo primario la ricerca e linnovazione del repertorio. La, formazione ricca di potenzialit, suscita sempre maggior interesse nelle nuove generazioni di compositori e nel pubblico. Grande attenzione data ai recenti contributi dei pi significativi compositori europei e alle ultime correnti della musica americana, senza dimenticare il repertorio del Novecento e le incursioni nel mondo del jazz e della trascrizione colta. I componenti del quartetto, docenti titolari in Conservatori di musica, svolgono intensa attivit concertistica, collaborano con prestigiose orchestre, effettuano registrazioni radiofoniche, televisive e discografiche, e tengono corsi di alto perfezionamento presso importanti istituzioni italiane ed europee. L Atem Saxophone Quartet si costituito nel 2005 dallincontro di quattro giovani sassofonisti italiani. I quattro musicisti hanno completato i propri studi presso il CNSR di Bordeaux, il Conservatorio G. Rossini di Pesaro, il Conservatorio G. Verdi di Milano, Konservatorium Amsterdam. Il Quartetto Atem debutta ufficialmente nel luglio 2008 presso lAuditorium Parco della Musica. I quattro musicisti si sono inoltre esibiti presso i principali festival nazionali ed internazionali di musica classica e Jazz. Dal 2007 collaborano con il sassofonista argentino Javier Girotto con il quale hanno inciso il CD Suix pubblicato dalla prestigiosa etichetta Parco della Musica Records. Il Quartetto Atem propone un repertorio vastissimo e unico che spazia dalla musica antica alla musica davanguardia.

La mia distanza da Stockhausen, malgrado lammirazione, che egli perfeziona sempre pi il proprio io e la propria musica, mentre io voglio distruggere luno e laltra. Ho tentato e tento di entrare nella coscienza del processo compositivo, non minteressa mostrarlo rifinito nella sua levigatezza di prodotto artigianale. Alla scrittura della percezione preferisco la percezione della scrittura (nel secondo caso la scrittura precede e guida la percezione), alla scrittura del tempo il tempo della scrittura (nel secondo caso la scrittura, attuando la forma-tempo, definisce nel processo la propria necessit e mediante quello istituisce la qualit della durata), alla finalizzazione progettuale lerratica ramificazione delle radici Comporre radicalmente eterogeneo a produrre, esprimere universalmente estraneo a vendere: ci che svanisce nella memoria , oggi, un prodotto resosi latitante allapprovazione, un oggetto paradossale che non pu non esplicare la sua impertinenza allavere. Il vero intendimento era di negare la negazione. Non per giungere attraverso la doppia negazione allaffermazione, ma per concludere in una perfetta finzione: tutto a posto, tutto corretto, ma tutto falso. Le piste, daltronde, sono tutte false, non esiste una pista che non sia falsa: chi le evita tutte, indica una falsa pista a chi lo segue. necessario tuttavia incamminarsi, ritornando incessantemente a cancellare le orme. In tempi difficili, solo la Parola che desta bagliori di fiamma ha diritto di sopravvivere; la forma fatta di suoni reca una verit che non pu patire violenza verbale: essa non pu essere detta, pu venire soltanto ascoltata. Il sole sta sopra, ne indovino solo la presenza, ne conosco leffimero splendore, ma io sto quaggi, paziente nellombra che della tenebra ha soltanto memoria e timore. Franco Donatoni

Stockhausen al Teatro Lauro Rossi di Macerata / Maggio 2007

Foto di Fabio Falcioni

Stockhausen in senso tecnico leroe positivo della musica contemporanea, linventore per eccellenza di linguaggi. Franco Donatoni

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Ricordo di Karlheinz Stockhausen


_gioved 20 novembre _cineteatro italia proiezione del documentario WDR FREITAG aus LICHT/FRIDAY from LIGHT _venerd 21 novembre _teatro lauro rossi Am Himmel wandre ich (In the sky I am walking) (1972) American Indian Songs for two voices Nicholas Isherwood basso Sabine Neumann mezzosoprano

Mostra fotografica Stockhausen a Macerata Foyer del teatro nei giorni della rassegna

Foto di Fabio Falcioni

Karlheinz Stockhausen nato il 22 agosto 1928 a Mdrath, nei pressi di Colonia. Ha composto 347 lavori, pubblicato 10 volumi di testi teorici (TEXTE zur MUSIK) editi dalla casa editrice Stockhausen-Verlag. Le sue prime 36 partiture furono pubblicate dalla Universal Edition di Vienna poi, dalla sua fondazione nel 1975, la StockhausenVerlag ha pubblicato tutti i suoi lavori. Nel 1991 la Stockhausen-Verlag inizia la pubblicazione dei suoi compact discs nella serie Stockhausen Complete Edition, che ad oggi comprende 134 cd, e si occupa della produzione e distribuzione di tutte le sue partiture, libri, video e cd . Dal 1998 il Maestro tiene regolarmente, con cadenza annuale, gli Stockhausen Courses Krten rivolti ad interpreti, musicologi e uditori. Nel 1977 Stockhausen inizia la composizione di LICHT (LUCE), I Sette Giorni della Settimana. LICHT, costituito dai Sette Giorni della Settimana, ha una durata complessiva di circa 29 ore: MARTED 240 minuti, SABATO 185 minuti, LUNED 278 minuti, GIOVED 156 minuti, VENERD 290 minuti, MERCOLED 267 minuti, DOMENICA 298 minuti. Subito dopo la prima mondiale di LICHT-BILDER, lultima scena del ciclo LICHT, avvenuta il 26 ottobre 2004, Stockhausen inizia la composizione di KLANG (SUONO), Le 24 Ore del Giorno. Gi con le sue prime composizioni puntillistiche come KREUZSPIEL (1951), SPIEL (1952) e KONTRA-PUNKTE (1952/1953) Stockhausen acquista una fama internazionale. Da allora i suoi lavori sono stati criticati da alcuni e ammirati da altri. Fin dal 1950 i risultati ottenuti attraverso le sue composizioni hanno caratterizzato, in modo indelebile, lo sviluppo musicale:Musica Seriale, Puntillismo, Musica Elettronica, Nuova Musica per Percussioni, Musica Variabile, Nuova Musica per Pianoforte, Musica Spaziale, Musica Statistica, Musica Aleatoria, Musica per Live Electronics; nuove sintesi di Musica e Parola, Teatro Musicale, Musica Rituale, Musica Scenica, Composizione per Gruppi, polyphonic Process Composition, Moment Composition, Formula Composition fino allattuale Multi-Formula Composition; lintegrazione di oggetti trovati (inni nazionali, folklore di ogni Paese, short-wave events, scene sonore, ecc.) fino alla World Music e alla Musica Universale; sintesi di musiche europee, africane, latinoamericane e asiatiche in Telemusik, la verticale Musica Ottofonica, ecc.

Dagli inizi sino ad oggi il suo lavoro pu essere definito come Musica Spirituale, ci sempre pi evidente non solo nelle composizioni con testi spirituali, ma anche in altri lavori attraverso Overtone Music, Intuitive Music, fino alla Cosmic Music in STIMMUNG, AUS DEN SIEBEN TAGEN, MANTRA, STERNKLANG, INORI, ATMEN GIBT DAS LEBEN, SIRIUS, LICHT. A Osaka, Giappone, in occasione dellExpo 70, in un auditorio sferico da lui concepito, fu eseguita la maggior parte dei lavori composti da Stockhausen fino ad allora: venti strumentisti e cantanti, per 183 giorni, per 5 ore e mezzo al giorno, raggiunsero un pubblico di milioni di ascoltatori. Stockhausen costituisce lesempio perfetto del compositore che, in qualit di direttore dorchestra, esecutore, direttore musicale, proiezionista del suono partecipa direttamente a quasi tutte le prime mondiali dei suoi lavori ed a innumerevoli loro esecuzioni e registrazioni in tutto il mondo. Oltre ad essere stato invitato a tenere lezioni in Svizzera, Stati Uniti, Finlandia, Olanda e Danimarca, nel 1971 Stockhausen stato Professore di Composizione al Conservatorio di Colonia, nel 1996 stato insignito del dottorato onorario alla Free University di Berlino e nel 2004 ha ricevuto un dottorato onorario alla Queens University di Belfast. E membro di 12 Accademie per le Arti e le Scienze, nel 1988 stato nominato Cittadino Onorario di Krten e Commandeur dans LOrdre des Arts et des Lettres. Ha ottenuto numerosi premi discografici e prestigiosi riconoscimenti, fra gli altri Medaglia Tedesca di Merito, 1 classe, Premio Musicale Siemens, Medaglia Picasso dell UNESCO, Ordine al Merito della Nord-Reno Westfalia, 8 premi dalla Societ degli Editori Tedesca per le pubblicazioni delle sue partiture, Premio BACH di Amburgo; Premio Cultura di Colonia e, nel 2001, il Polar Music Prize con la seguente motivazione: Per la sua carriera di compositore caratterizzata da unimpeccabile integrit e da uninesauribile creativit e per essere rimasto per cinquanta anni allavanguardia dello sviluppo musicale. Karlheinz Stockhausen si spento il 5 dicembre 2007 allet di 79 anni a Krten-Kettenberg.

Am Himmel wandre ich (In the sky I am walking) American Indian Songs for two voices 1. DREAM SONG (Chippewa) In the sky I am walking, A Bird I accompany. 2. LOVE SONG (Chippewa) Oh I am thinking Oh I am thinking I have found my lover Oh I think it is so! 3. WAR SONG (Pawnee) Let us see, is this real, Let us see, is this real, This life I am living? Ye Gods, who dwell everywhere, Let us see, is this real, This life I am living?

4. LOVE SONG (Nootka) No matter how hard I try to forget you, you always come back to my mind, and when you hear me singing you may know I am weeping for you. 5. SONG sung over a dying person (Chippewa) You are a spirit, I am making you a spirit, In the place where I sit I am making you a spirit. 6. OPENING PRAYER OF THE SUN DANCE (Teton Sioux) Grandfather! A voice I am going to send, Hear me! All over the universe A voice I am going to send, Hear me. Grandfather! I will live! I have said it.

7. PERUVIAN DANCE SONG (Ayacucho) Wake up, woman (man), Rise up, woman (man), In the middle of the street A dog howls. May the death arrive May the death arrive Comes the dance You must dance, Comes the death You cant help it! Ah! what a chill, Ah! what a wind ..... 8. PLAINT AGAINST THE FOG (Nootka) Dont you ever, You up in the sky, Dont you ever get tired Of having the clouds between you and us? 9. A SONG BY NEZAHUALCOYOTL (Aztec) I am like the quetzal bird, I am created in the one and only god; I sing sweet songs among the flowers; I chant songs and rejoice in my heart.

10. SONG TO BRING FAIR WEATHER (Nootka) You, whose day it is, make it beautiful. Get out your rainbow colours, So it will be beautiful. 11. LOVE SONG (Aztec) I know not whether thou hast been absent: I lie down with thee, I rise up with thee, In my dreams thou art with me. If my eardrops tremble in my ears, I know it is thou moving within my heart. 12. SONG OF A MAN WHO RECEIVED A VISION (Teton Sioux) Friends, behold! Sacred I have been made. Friends, behold! In a sacred manner I have been influenced At the gathering of the clouds. Sacred I have been made, Friends, behold! Sacred I have been made.

Indianerlieder di Karlheinz Stockhausen


Nel 1972 Karlheinz Stockhausen compose ALPHABET fr Lige, unopera di durata indeterminata (ma di minimo 3 ore) che consiste di tredici situazioni eseguite contemporaneamente in 14 spazi differenti e intercomunicanti di uno stesso complesso, entro il quale lascoltatore va e viene liberamente da uno spazio allaltro. La concezione di base di ALPHABET fr Lige simile a quelle di altri meno noti lavori stockhauseniani quali i progetti collettivi ENSEMBLE (1967) e MUSIK FR EIN HAUS (1968), che sono delle polifonie di composizioni: entro un piano regolativo sovraordinato si ha lesecuzione simultanea di pi composizioni (di differenti compositori) in spazi diversi di uno stesso edificio, messi in comunicazione tra loro attraverso microfoni e altoparlanti. Come in ALPHABET fr Lige, anche in ENSEMBLE e MUSIK FR EIN HAUS lascoltatore libero di vagare a suo piacimento da uno spazio allaltro, in modo da fare unesperienza del suono personale e poliprospettica. Questa nuova prassi esecutiva direttamente connessa allidea stockhauseniana di Momentform (forma-momento) o forma infinita, formulata in un celeberrimo scritto del 1960. Mentre la maggior parte delle composizioni occidentali presentano forme drammatiche direzionate (la forma sonata ne lemblema) e forme epiche o sequenziali (suite, variazioni, eccetera), la Momentform un tentativo di superare il concetto di durata attraverso la verticalizzazione del tempo. una forma eminentemente anti-teleologica, anti-funzionale, anti-causale; in essa ci che conta soltanto limmediato, ladesso. Escludendo i concetti di inizio [Anfang] e fine [Ende] la Momentform conduce naturalmente ad un rinnovo della prassi dascolto e della prassi esecutiva.
Karlheinz Stockausen, da Am Himmel wandre ich

Essendo tutto sempre concentrato sullimmediato, sullo hic et nunc, non necessario ascoltare unopera sin dallinizio, ma si pu cominciare indifferentemente da un punto qualsiasi. A questo fine, gi allinizio degli anni Sessanta, Stockhausen immaginava dei luoghi di esecuzione musicale permanente - funzionalmente simili alle gallerie dove vengono esposte le opere darte visiva -, in cui vi fossero programmi non-stop o addirittura opere musicali perenni. In tale contesto, non essendovi alcuna teleologia, nessun filo rosso da seguire, latteggiamento dellascoltatore cambia radicalmente: pu ascoltare quando e per quanto tempo vuole. In ALPHABET fr Lige il termine alfabeto non si riferisce soltanto ad un espediente esecutivo utilizzato (la lista di termini attraverso i quali si instaurano legami tra le differenti situazioni), ma anche alla ri-fondazione di un originario linguaggio musicale e alla riscoperta del potere del suono. In dodici delle tredici situazioni di ALPHABET fr Lige vengono esibite infatti delle specifiche funzioni dei suoni, i quali vengono utilizzati per: 1. rendere visibili le vibrazioni sonore in liquidi, raggi luminosi, fiamme; 2. rendere visibili gli spettri sonori nella materia solida (cipria, polvere di ferro, ecc.); 3. mandare in frantumi delle lastre di vetro; 4. magnetizzare i cibi; 5. massaggiare un corpo umano; 6. annichilare i suoni attraverso i suoni stessi; 7. fare lamore; 8. armonizzare i sette centri vitali; 9. respingere e mantere lontani i pensieri ; 10. accellerare e rallentare i ritmi respiratori e cardiaci di animali; 11. invocare gli spiriti dei morti; 12. pregare.

Soltanto una delle 13 situazioni di ALPHABET fr Lige non ha alcuna funzione: si tratta del duetto vocale IN THE SKY I AM WALKING (il titolo tedesco AM HIMMEL WANDRE ICH), che fu composto nel giugno 1972, in einer knappen Woche, come Stockhausen stesso dice, in appena una settimana. Questo duetto concepito come ununit scenico-musicale a s stante e pu essere eseguito indipendentemente da ALPHABET fr Lige. Anche se originariamente pensato per 2 voci femminili, il duetto pu essere eseguito da qualsiasi coppia vocale (2 voci femminili o 2 voci maschili o 1 voce maschile e 1 voce femminile). La composizione prende il titolo dallincipit del testo del primo canto, In the sky I am walking ...., ma anche conosciuta come Indianerlieder (Canti indiani). Infatti il testo di questa composizione consiste di 12 brevi poesie o aforismi o preghiere delle trib di nativi damerica (Chippewa, Pawnee, Nootka, Teton Sioux, Ayacucho, Aztechi) che Stockhausen scelse nella traduzione inglese, dallantologia curata da Margot Astrov e intitolata American Indian Prose and Poetry (American Indian Prose and Poetry. An Anthology, curato da Margot Astrov, New York 1946, Quinta Edizione 1962. Il titolo della prima edizione The Winged Serpent). Se questi testi fossero cantati (o forse salmodiati) dagli indiani dAmerica incerto, perch nessuna musica stata tramandata insieme ad essi. Questi 12 testi, ampliati e trasformati secondo leggi musicali, sono stati disposti da Stockhausen in tal modo da formare un nuovo testo pi complesso, un tutto unitario e inscindibile, dove la successione delle atmosfere interiori ha una grande importanza:

1. Sogno - 2. Amore - 3. Guerra 4. Amore 5. Morte 6. Danza del sole 7. Danza della morte 8. Lamento contro la nebbia 9. Uccello quetzal 10. Bel tempo 11. Amore 12. Visione Questi testi poetici sono tuttavia soltanto una delle componenti di cui consiste il materiale sonoro impiegato dai cantanti. Come in altre composizioni stockhauseniane tra cui STIMMUNG e MOMENTE, i testi poetici sono stati integrati con formazioni sonore onomatopeiche (voci duccello, vento, richiami di guerra, ecc.); astratte formazioni vocaliche e consonantiche; suoni vocali inusuali e nomi magici (scelti liberamente dagli interpreti); interiezioni varie; liberi testi intimi (vengono sussurrate erotic things to a lover, which you would not directly say to him); il racconto di una fiaba che ha a che fare con i suoni (ugualmente scelta dall interprete); nomi duccelli (sono note le personali identificazioni di Stockhausen con il volo e con uccelli divini quali Huma, Garuda, Eagloo o il Quetzalcoatl/Miron di MUSIK IM BAUCH); nomi come Jilly, Jillina, Jika (tutti vezzeggiativi del nome di Jill Purce, lautrice di un importante testo sul significato simbolico della spirale nella musica di Stockhausen ed esperta di canto armonico, che partecip allesecuzione di ALPHABET fr Lige del 1972). Oltre a ci un ruolo importante svolto, come gi nel teatro musicale ORIGINALE (1961), anche dagli elementi scenici che producono suono: larrivo dei cantanti, il fruscio delle vesti, lo scricchiolio del suolo, i gesti e i movimenti sulla scena, ecc. Gli Indianerlieder sono costituiti da dodici scene che si susseguono luna dietro laltra senza interruzione, come un continuum unitario, e in ognuna di esse viene utilizzato un canto. La composizione della musica degli Indianerlieder al di l di qualsivoglia intento di ricostruzione etnomusicologica.

Il materiale musicale di base consiste di una serie di 12 suoni (do - fa# - sol - mi - re# - sol# - do# - si - re - la - si - fa) che lentamente si dispiega: il primo canto composto interamente con soltanto un suono, il secondo canto con due suoni, il terzo con tre suoni, e cos via fino al dodicesimo canto che composto utilizzando tutti e dodici i suoni della serie. Il graduale iter melodico - dalla semplicit unisonica del primo canto alla complessit pancromatica dellultimo - trova il suo pendant nello sviluppo ritmico: dalla semplice sincronicit iniziale, attraverso un graduale sfasamento, sincopi e sezione polimetriche, alla fine del dodicesimo canto si raggiunge una stratificazione ritmica del tutto non misurata con un accellerando bis ekstatisch (accellerando fino ad estatico). La molteplicit espressiva del contenuto testuale associata ad una grande variet dinamica e temporale. In partitura i gradi dinamici e i tempi sono notati in maniera relativa, in quanto Stockhausen ha predisposto 12 forme dinamiche e 12 tempi base, il cui ordine viene determinato preventivamente dagli esecutori stessi, e la loro scelta determina una delle versioni possibili dellopera. Per una versione lunga dellopera (per esempio le 4 ore in ALPHABET fr Lige) i 12 canti possono essere eseguiti per quattro volte di seguito e ad ogni esecuzione la successione di tempi e dinamiche viene variata. Per eventuali versioni ancora pi lunghe Stockhausen suggerisce che i canti possono essere eseguiti nel seguente ordine: 1, 1 + 2, 1 + 2 + 3, 1 + 2 + 3 + 4, e cos via fino a 1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10 + 11 + 12, e poi 2...12, 3...12, e cos via fino a 10 + 11 + 12, 11 + 12, 12. Ad ogni ripetizione dello stesso canto devono venire variati dinamica e/o tempo.

Da queste poche indicazioni riguardanti i criteri compositivi utilizzati da Stockhausen negli Indianerlieder, risulta chiaro che anche qui continuano a vigere i principi seriali. Infatti il serialismo non definisce uno stile musicale, ma piuttosto un modo di pensare i materiali musicali. Nella particolare declinazione stockhauseniana il serialismo non nientaltro che relativit; esso funge da principio di mediazione tra estremi: organizzazione seriale soltanto un modo di pensare che garantisce lequilibrio degli elementi in una forma data si ha un massimo di variazione e un minimo di elementi si tratta di unorganizzazione economica!. Nelle notizie per il programma di sala per unesecuzione del 23 febbraio 1975 nellambito di una serie di concerti organizzati della WDR di Colonia, che aveva come motto Incontro con lIndia Stockhausen scriveva: Alla domanda, se uno dei miei lavori abbia un legame immediatamente comprensibile con la musica indiana, io rispondo spontaneamente: s, gli Indianerlieder ; perch questo ciclo si dispiega in maniera del tutto simile ad una improvvisazione di musicisti indiani su un rga, quando il rga nelllpa (il preludio non accompagnato) a poco a poco viene presentato in tutti i dettagli - suono per suono -, e quando alla fine poi sta il rga completamente dispiegato. Anche la successione immutata di gradi della scala e le altezze nella medesima ottava e la graduale ascesa della melodia sono simili alllpa.

I gesti prescritti ai cantanti ricordano i gesti delle mani dei cantanti indiani e sviluppano una drammaturgia del dialogo. Addirittura lintroduzione di elementi pi liberi, - come i nomi e i suoni vocali inusuali, le deviazioni variate (come in STIMMUNG), dare alle note ripetute forma di nuvole con glissandi delle altezze e di timbri o il Vogelmoment [il momento dell uccello], - hanno una funzione simile ai rgins, che servono allampliamento e alla vivacizzazione del rga scelto. Tuttavia negli Indianerlieder vi un ampliamento essenziale: il rga una melodia dodecafonica con tutte le propriet, che la musica seriale del ventesimo secolo ha sviluppato. AM HIMMEL WANDRE ICH (Canti indiani) dedicato a Helga Hamm-Albrecht e a Karl O. Barkey, i cantanti della prima esecuzione. Secondo Stockhausen i cantanti dovrebbero eseguire questa musica soltanto se sono capaci di identificarsi perfettamente con ci che cantano. Chi dunque non esperisce perfettamente in s In cielo cammino, accompagnando un uccello, chi non senza alcun dubbio canta Voi Di, che dimorate dappertutto e rappresentandosi un morente tra i cantanti Nel posto dove siedo, faccio di Te uno spirito e Grande Padre! Invio una voce per tutto luniverso: vivr e Io sono creato nelluno e unico Dio e alla fine mostrando la compagna Sacra ella divenuta, sacro io sono divenuto, questi non dovrebbe eseguire questa musica. Leopoldo Siano

Interpreti
Nicholas Isherwood uno dei massimi interpreti della musica antica e contemporanea. Ha lavorato con William Christie, Peter Etvs, Paul McCreesh, Nicholas McGegan, Helmuth Rilling, Gennadi Rozhdestvensky, oltre ai compositori Elliott Carter, George Crumb, Hans Werner Henze, Mauricio Kagel, Gyrgy Kurtg, Olivier Messiaen, Giacinto Scelsi, Karlheinz Stockhausen and Iannis Xenakis (La Scala, Covent Garden, Thatre des Champs Elyses, Salzburg Festival, Concertgebouw, Berlin Staatsoper, Vienna Konzerthaus, Tanglewood). Ha cantato Antinoo nel Ritorno di Ulisse in Patria con Boston Baroque, Claudio nellAgrippina di Hndel con Nicholas McGegan, Satiro nellOrfeo di Rossi e Pan nellAlcione di Marais con Les Arts Florissants, Joas in Il Gedeone di Porpora con Martin Haselbck, Frre Lon nel Saint Franois dAssise nellultima produzione seguita dal compositore, Der Tod in due produzioni del Kaiser von Atlantis di Ullmann con la Bach Akademie a Stuttgart e lensemble 2e2m, Joe in Dark Waters di Ernst Krenek alla Konzerthaus di Berlino, Romo dal Romo et Juliette di Pascal Dusapin al Festival di Avignone, Lear in Vision of Lear di Toshio Hosokawa alla Biennale di Monaco, Il Testimone nel Tieste di Sylvano Bussotti allOpra di Roma, Micromgas nellopera omonima di Paul Mefano, Giovanni Falcone nel Tempo Sospeso in Volo di Nicola Sani al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia e Lucifer nelle prime assolute di Montag, Dienstag e Freitag di Karlheinz Stockhausen alla Scala e lOpera di Lipsia e Donnerstag aus Licht al Covent Garden. Ha improvvisato con Steve Lacy, Joelle Landre, Sainkho Namtchilak e David Moss, registrato 50 cd e recitato in tre film. Ha pubblicato un articolo su Scelsi nella rivista della Fondazione Scelsi. Il suo articolo sul vibrato vocale sul Journal of Singing ed il suo libro Le Tecniche di Canto sar pubblicato da Brenreiter Verlag nel 2008. stato professore di canto allUniversit di New York, Notre Dame, a Calarts e allEcole Normale de Musique e ha tenuto stages al Conservatorio di Parigi, al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, al Mozarteum di Salisburgo e Stanford. attualmente professore di canto e arte scenica allUniversit dellOregon. In questa stagione canter nei Teatri dellOpera di Bologna, Reggio Emilia e Roma. Ha lavorato con Karlheinz Stockhausen per 24 anni esibendosi in numerose prime assolute. Sabine Neumann, mezzosoprano, nasce in Germania ad Amburgo. Intraprende gli studi di canto nella nota universit berlinese Hanns Eisler, completando poi la sua formazione artistica presso lAccademia Liszt Ferenc di Budapest. Si esibisce spesso allo Staatsoper di Amburgo e allo Staatsoper Unter den Linden di Berlino, interpretando ruoli operistici sotto la direzione di Herbert Blomstedt e Gerd Brecht. Fra le rappresentazioni a cui ha preso parte nei due prestigiosi teatri tedeschi, va segnalata lAlbert Herring di Benjamin Britten, in cui si distingue interpretando il ruolo di Emmy. Lintensa attivit artistica della cantante comprende inoltre la partecipazione a numerosi concerti e festival di musica antica e contemporanea in Europa, Cina, Giappone, Usa e Messico. Ha preso parte ad importanti progetti musicali quale Seven attempted escapes from silence, opera di sette giovani compositori andata in scena in prima mondiale assoluta allo Staatsoper di Berlino nel 2005.

Lessenziale della mia musica sempre religioso, laspetto tecnico soltanto illustrativo. Mi stato spesso rimproverato di fare della mistica fumosa. Oggi la mistica viene fraintesa come qualcosa di confuso. Ma la mistica ci che non si lascia pronunciare con parole, dunque musica. La musicalit pi pura la pi pura mistica, in un senso moderno. La mistica lacuta capacit, di penetrare le cose con lo sguardo. Lintuizione non presente negli uomini in maniera chiara, ma come raggi di sole penetra continuamente in essi. Il pensiero una formulazione, una traduzione dellintuizione sul piano dei nostri congegni, del nostro mondo pratico unapplicazione allambito della percezione. (da Michael Kurtz, Stockhausen. Eine Biographie, Brenreiter Kassel-Basel, 1988) Lho detto e anche scritto innumerevoli volte gi da molti anni: che io non faccio la MIA musica, piuttosto trasmetto le vibrazioni che capto; che io funziono come un traduttore, sono un apparato radio. Se componevo giustamente nella condizione adatta, io STESSO non esistevo pi. (dalla composizione verbale LITANEI, 1968) Gi con i primi lavori che ho composto, come KREUZSPIEL o SPIEL per orchestra o PUNKTE per orchestra, erano alla loro origine concetti puramente spirituali. Volevo fare della musica stellare; volevo fare una musica spaziale. E lorganizzazione era semplicemente un processo per realizzare ci. Dunque il processo mentale viene sempre in un secondo momento. Allinizio di ogni nuova composizione vera un visione interiore, la scoperta di un mondo che non avevo ancora mai esperito. (Vibrato beetween Intuition and Mental Work, colloquio con Richard Dufallo, 8 Aprile 1987, Texte zur Musik 10) Seppelliamo gli stanchi postmoderni cominciamo unepoca astronica e dedichiamo la nostra vita allarte astronica, alla musica astronica. (Astronische Epoche,Texte zur Musik 10)

Registrazioni audio e sito web Andrea Lambertucci Grafica Simona Castellani Foto Fabio Falcioni

Il documentario FREITAG aus LICHT/FRIDAY from LIGHT stato gentilmente messo a disposizione da Massimo Simonini (Festival Angelica di Bologna) Si ringraziano: Luciano Messi (direttore dellorganizzazione artistica e tecnica di Sferisterio Opera Festival) Fabio Tiberi (direttore generale della Fondazione Orchestra Regionale delle Marche) gli uffici amminstrativi dellAssociazione Arena Sferisterio e FORM

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