Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
22 Webern
primo movimento
Contestualizzazione
Nato a Vienna nel 1883, Anton von Webern fu allievo di Guido Adler, il padre della musicologia e,
soprattutto, di Arnold Schönberg, con cui, insieme ad Alban Berg, fondò la cosiddetta Scuola di
Vienna.
La musicologia, cioè lo studio scientifico della musica, fu solo una delle molteplici novità che
presentava la città di Vienna all'inizio del Novecento, vero centro culturale e artistico europeo,
basti pensare ai pittori Gustav Klimt ed Egon Schiele e agli studi psicoanalitici di Sigmund Freud.
Inoltre in ambito musicale la città era legata ad una tradizione che arrivava da Wolfgang Amadeus
Mozart e Ludwig van Beethoven sino a Johannes Brahms, Gustav Mahler e infine a Schönberg.
divenne, proprio grazie ai suoi allievi Berg e Webern, un elemento fondamentale della storia
i dodici suoni della scala cromatica e sul fatto che ognuno di essi può essere ripetuto solo dopo
Webern adottò la dodecafonia appena venne teorizzata da Schönberg, della quale si sarebbe
rivelato esponente originalissimo. Egli usò la dodecafonia come strumento per conquistare
Webern si allontanò dalla tradizione ponendo l'attenzione nei suoi componimenti ai silenzi e alle
Il quartetto per violino, clarinetto, sassofono tenore, e piano Op.22, è stato concepito nel settembre
1928. Un accurata descrizione della sua genesi si puo trovare nel libro si Hans e Rosaleen
Moldenhauer: Anton von Webern: A Chronicle of His Life and Works. Nel libro infatti viene descritto
come Webern scrisse al suo editore, “Ho iniziato a lavorare a una nuova opera: un concerto per
violino, clarinetto, corno, piano e orchestra d’ archi, nello spirito di alcuni dei concerti
brandemburghesi di Bach.” Nelle sue bozze indica un’opera in tre movimenti ispirata da diverse
località austriache che apparentemente avevano per lui un significato particolare. L’ anno seguente
on una lettera ad Alban Berg indica che il lavoro era quasi ultimato, e che era mutato molto in
altri progetti e non concluse il quartetto fino al settembre del 1930. Fu suonato poco dopo a
Vienna e criticato aspramente dalla critica, nonostante per i colleghi della seconda scuola viennese
Struttura
Nonostante l’abbandono completo della tonalità, Webern spesso usava forme classiche per i suoi
pezzi. In questo caso si può ricondurre la struttura ad una forma sonata classica, nonostante
nessuna relazione tonale. Infatti è tripartita con l’aggiunta di un introduzione e una coda e ha due
Battute 1-5 Introduzione: con un canone inverso, la serie inversa suonata da tenore e mano
destra del piano e la serie normale ma trasposta di 10 semitoni da violino e mano
sinistra.
Battute 6-15 Esposizione: viene esposta la serie base al sassofono tenore e viene ripetuta due
volte.
Battute 16- 27 Sviluppo: Inizia con I9 al violino (vedere matrice) e P1 al clarinetto.Il climax
viene raggiunto nel Do alto al violino a battuta 22, da cui scaturisce una sezione
palindroma in cui vengono concatenate P11 e I11.
Battute 28-39 Ripresa inizia con le stesse note dell’ esposizione ma con la serie spezzettata tra
gli strumenti invece che solamente al sax tenore
Battute 39-43 Coda: In sostanza l’ inverso dell introduzione ma piu complessa, infatti finisce
con la stessa nota con cui è iniziato ovvero do # nel suo equivalente enarmonico
re♭.
Strutturalmente il brano si può interpretare anche come un grande Palindromo con forma ABA
Nell’ introduzione vengono presentate le serie, I0 e P10 che sono utilizzate nella coda in modo
retrogrado, creano un’ immagine speculare delle note dell’introduzione. Queste stesse due serie
serie utilizzate nelle due sezioni A sono le stesse solo vengono invertite la 2° e la 3° e modificata la
Matrice e Serie
Dopo 5 battute introduttive viene presentata la serie su cui è basato il brano al sassofono tenore
All’ interno della serie ci sono 5 intervalli di semitono e tra la decima e l’undicesima nota della
serie intercorre un intervallo di tritono, intervallo abbastanza centrale nella composizione come
verrà spiegato in seguito. L’ enfatizzazione di questi intervalli e il modo in cui viene trattata le
puntilismo in musica presenta intervalli molto ampi perché spesso le note della serie vengono
trasposte di ottava a seconda dell’esigenza. Inoltre Webern utilizzerà anche una tecnica chiamata
Klangfarbenmelodie, ovvero la serie verrà spezzettata tra gli strumenti (vedi sotto).
Matrice
L’ intervallo di tritono C F# viene utilizzato molto spesso nel brano e in ben 6 delle variazioni
delle serie capitano come 4° e 9° nota della serie e l’autore sfrutta spesso la cosa facendo
convergere le voci ad una di queste due note come a b.4 (figura 1) dove l’imitazione delle voci viene
violino che esegue la serie di base trasposta segue il sassofono che suona un’inversione della stessa.
In questa stessa introduzione la serie è spezzettata tra gli strumenti, infatti la 10° trasposizione
della serie è affidata in quest’ ordine a: violino, piano (mano sinistra), violino, clarinetto
(convergenza con l’altra serie), e di nuovo piano (mano sinistra) (figura 1).
Figura 1
Le due voci del canone stabilite all’inizio continueranno fino alla fine del movimento. Tra l’entrata
delle due voci, vi è una distanza di un sedicesimo, tuttavia non sempre, infatti ci sono casi in cui
arriva a un quarto di distanza. Considerando questa inconsisteza ritmica nelle entrate può essere
considerato un canone poco scolastico. Inoltre gli ordini delle entrate delle voci spesso si alternano
e non vi è nessuno schema ricorrente nel movimento. Nella prima sezione A viene presentato il
sassofono come voce estranea al canone con la serie I6 e circondata dal canone tra I6 e P4 (figura
2) mentre nella seconda A la terza voce estranea al canone è suonata fa violino, clarinetto e
L’ introduzione serve anche a presentare ogni strumento dell’ensemble, ognuno dei 4 strumenti è
capace di un grande spettro di dinamiche e colori ed è utilizzato in tutta la sua estensione, come a
b. 22 con il do alto del violino. In particolare quest’ ultimo presenta una frequente alternanza tra
pizzicato e arco durante tutto il movimento e anche l’utilizzo della sordina. Il piano è trattato in
modo molto peculiare: le entrate della mano destra e sinistra presentano due diverse serie e ogni
mano è trattata separatamente come fosse uno strumento singolo. All’ interno del movimento
mano destra e sinistra sono ritmicamente sempre molto vicine, la differenza tra le entrate delle due
mani non supera l’ ottavo di durata. Già dalle prime due battute si percepisce la capacità degli
strumenti a fiato di fondersi con gli altri membri dell'ensemble. Nonostante il potenziale per
grandi contrasti timbrici, questa fusione dona un suono omogeneo all'opera. Webern cerca di
annullare i colori strumentali collegano ritmicamente i motivi degli strumenti tra loro con note
molto vicine a livello di registro strumentale. La gamma di dinamiche è molto ampia tuttavia
Webern amava scrivere musica su dinamiche molto basse (metà dei suoi lavori dall’ Op.3 o Op,4
utilizzano un intervallo dinamico dal ppp al p) perciò anche questo movimento siede la maggior
parte del tempo su dinamiche molto silenziose tranne per i f , gli accenti su singole note sporadiche
Ritmo e agogica
Il tempo del brano è 3/8, ma sono frequenti cambi di tempo come a battuta 3 e 4 dove diventa
rispettivamente 5/8 e 4/8. Il brano è lento, infatti il segno all’inizio sehr mässig significa “molto
moderato”
Le pause frequenti causano un effetto di frammentazione delle melodie, il punto in cui sono meno
frequenti e quindi le linee melodiche risultano più continue è durante il climax a b. 22. Ad ogni
inizio delle varie sezioni è presente un ritardando seguito poco dopo da un a tempo a bb. 6 (es.
L’ introduzione presenta tre motivi ritmici che poi forniranno materiale tematico che verrà ripreso
e rivisitato per tutto il movimento (figura a,b,c). Questi sono prettamente ritmici infatti non sono
a) b) c)
Conclusioni
Il quartetto op.22 di Webern rappresenta il talento del compositore al massimo della sua carriera
creativa. La sua organizzazione formale è strabiliante, ma allo stesso tempo mostra una libertà
tradizione classica. La semplicità all’ interno della complessità dell’opera infatti risulta in un
grande omaggio e riconoscenza verso le opere dei compositori “tonali” del passato.