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L’OPERA LIRICA ITALIANA

L’OPERA LIRICA rappresenta il genere musicale più tipicamente Italiano.


Il 70/80% delle OPERE LIRICHE scritte, sono italiane e delle restanti hanno il testo
[CIOE’ IL LIBRETTO] redatto in lingua italiana.
Questa è una tradizione molto antica che trova una conferma anche nella produzione
di W.A. MOZART, poiché lui si servì molto spesso della collaborazione di librettisti
italiani, tra cui Lorenzo da Ponte che firmerà alcune sue composizioni come: “Le
Nozze di Figaro” & “Il Don Giovanni”.
Possiamo quindi affermare con certezza che
l’opera lirica è un genere musicale nettamente italiano che rappresenta il primato
musicale italiano nel mondo,
infatti l’Italia ancora oggi è conosciuta nel mondo per le opere di Rossini, Puccini &
Verdi.

Fra tutte le ragioni che potrebbero spiegare la fortuna dell’opera lirica italiana,
potremmo ricordare:
a) La nascita, nel 1600, del MELODRAMMA per opera della “CAMERATA DE
BARDI o CAMERATA FIORENTINA”
b) La tradizione del “teatro popolare italiano” che possiamo definire come
un’opera stilisticamente più povera ma che comunque ha già: UNA
SCENOGRAFIA e UN’AZIONE TEATRALE; [elementi già presenti nella tradizione
italiana sia MEDIEVALE che RINASCIMENTALE]
JEAN JACQUES ROUSSEAU scrive più volte sull’Italia affermando che essa,
meritatamente, ha il primato dell’opera e che quindi l’opera stessa deve essere
esclusivamente italiana perché la lingua italiana è quella che si presta maggiormente
alla musica e a questo genere musicale.
L’Opera Italiana del 1700 aveva una sinfonia di apertura, chiamata appunto
“Ouverture”, che poteva essere in due stili:
1) All’ ITALIANA detta anche Scarlattiana con una struttura TRIPARTITA:
“ALLEGRO – LENTO – ALLEGRO”
2) Alla FRANCESE (sempre con struttura tripartita) di J. B. LULLY che aveva invece
gli andamenti rovesciati, cioè:
“ADAGIO – ALLEGRO – ADAGIO”

i “RECITATIVI” potevano essere:


- SECCHI se accompagnati dal solo dal Cembalo
- OBBLIGATI quando venivano sostenuti dall’intera orchestra presentando in
questo caso una maggiore capacità espressiva.
C’erano anche le “ARIE”,
costruite musicalmente su strofe poetiche, che rappresentavano il momento di
maggiore dispiegamento musicale e melodico.
Le “ARIE” erano chiamate o definite:
- “SEMPLICI” QUANDO ERANO COSTRUITE SU UN’UNICA STROFA
- “DOPPIE” QUANDO invece ERANO COSTRUITE SU DUE STROFE. Quindi vi
era: Una 1° strofa [A] alla quale seguiva una 2° strofa [B]

C’era pure “l’ARIA col DA CAPO”, cioè:


- una 1° strofa (A),
- una 2° strofa (B) per poi ritornare nella
- 1° strofa (A)
Infine abbiamo pure
“L’ARIA RONDò” che era formata da più strofe con una particolarità:
- ogni volta, prima di introdurre una nuova strofa si ritornava a riprodurre la 1°
strofa
N.B.
[il Rondò era una danza medievale chiamata più precisamente “rondellus” che
simboleggiava un “andamento circolare”]
SCHEMA/ESEMPIO delle “ARIE”:
- ARIA SEMPLICE [A]
- ARIA DOPPIA [A - B]
- ARIA col “DA CAPO” [A – B – A]
- ARIA RONDò [A – B – A – C – A]

LA RIFORMA DI GLUCK
Purtroppo però nel 1700 succede che l’Opera Lirica perde un po' della sua capacità
drammatica a favore di un virtuosismo narcisistico dei cantanti che volevano
concentrare su di loro l’attenzione del pubblico, dando più importanza alle loro
capacità tecniche.
Questa cosa fu soggetta a molte critiche da parte di parecchi compositori.
Infatti ci fu Benedetto Marcello che scrisse un libretto dal nome “IL TEATRO ALLA
MODA”, nel quale denunciava tutti gli eccessi e gli abusi dei cantanti. Si decise così di
fare una riforma.
A questo infatti ci pensò C. W. GLUCK, [1714 - 1787].
Egli, molto attivo a Vienna, cerca di proporre una riforma dell’opera avvalendosi della
collaborazione del poeta italiano CALZABIGI, affermando e sostenendo che:
- L’OUVERTURE deve essere una composizione orchestrale nella quale si
preannuncia con esattezza il carattere, lo stile e i sentimenti che verranno
proposti nell’Opera

- L’ARIA col “DA CAPO” deve essere abolita perché secondo lui non ha alcun
senso ripetere una strofa in quanto non crea quella forza espressiva. Per questo
quindi propone “L’ Aria libera”

- IL RECITATIVO OBBLIGATO era secondo lui meglio se non addirittura necessario


rispetto al recitativo secco in quanto più espressivo. Infatti proprio per questo
motivo, egli introduce nell’opera anche i cori per rappresentare una massa di
fedeli o di soldati

- L’ORGANICO DELL’ORCHESTRA deve essere ampliato, infatti da questo


momento in poi possiamo considerare l’orchestra di Gluck molto simile all’
“Orchestra Beethoveniana“ grazie ad una massa di archi che si estende in
quantità per potersi bilanciare con la sezione dei fiati costituita da: flauti, oboi,
clarinetti, corni, fagotti, trombe, tromboni e anche percussioni.

GLUCK sostiene pure che fra i librettisti e compositori doveva esserci


un’intensa e profonda collaborazione.

Fra i maggiori compositori che sostenevano questa riforma, esportando l’Opera


Italiana all’ estero abbiamo:
- Luigi Cherubini & Gaspare Spontini che esportarono L’Opera Italiana in Francia
- Antonio Salieri in Austria a Vienna il quale lavorava alla Corte dell’ Imperatore
GIUSEPPE II°. (tra gli allievi di Salieri troviamo: Beethoven, Schubert e Listz )
- “Il Gruppo dei 5” [italiani ovviamente], costituito da Galuppi, Traetta, Sarti,
Paisiello e Cimarosa che (sempre nel 1700) esportò l’Opera Lirica italiana in
RUSSIA.

Nel 1700, quindi l’Opera Lirica Italiana ha ormai conquistato il primato in


EUROPA, infatti posiamo dire che ci stiamo avvicinando al 1800 con i trionfi di
Rossini, Donizetti, Bellini & Verdi

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