Sei sulla pagina 1di 3

Storia della musica – lezione 8

Wolfgang Amadeus Mozart lavora principalmente intorno alla città di Stalingrado, una piccola città retta
politicamente da un arcivescovado, ragione per cui nella città e nella sua musica vi era un importante
impostazione religiosa anche nella musica, i compositori che lavorano qui dovevano scrivere solo musiche
sacre.
Il padre di Mozart, Leopold Mozart, consapevole delle capacità del figlio, lo fa viaggiare per tutta l’Europa,
sin da piccolo: Italia, Germania, Francia, Inghilterra e molti altri paesi vicini. Ciò:
- Lo porta a contatto con importanti figure e culture del momento:
o In Francia conosce Maria Antonietta;
o A Londra il “Bach londinese”;
o In Italia l’opera italiana, che lascia un segno fondamentale nella sua immaginazione che è
molto incline alla teatralità, tant’è che il suo sogno centrale era di poter fare opera, elemento
castrante visto che a Stalingrado li era vietato;
- Li permettono di lasciare “miracoli” spettacolari. A Roma, durante il periodo di Pasqua, nella
cappella sistina (dove di solito avveniva lo stesso rito musicale di origine di Allegri con il coro
nascosto reso nascosto), Mozart, ascolta la composizione altamente polifonica (circa 20 parti), torna
a casa in albergo e la riscrive tutta;
- Ottenere la protezione di alcuni reali. Purtroppo Mozart viene apprezzato da molte corti ma nessuno
lo accogli in maniera stabile, quando sfiorisce il prodigio, le sue porte si chiudono sistematicamente.
1781, quindi, Mozart si trasferisce a Vienna a Salisburgo divenendo il primo libero professionista: dava
lezioni, faceva concerti e vendeva le sue composizioni. Ragione per cui scriveva moltissimi per incassare il
più possibile, arrivando a più di 600 composizioni a 35 anni (quando muore).
Ci sono diverse figure del tempo che sono molto interessati alla figura di Mozart. Un esempio è Haydn che
nel 1785 si schiera apertamente in favore di Mozart: “se solo potessi persuadere l’animo di ogni amico della
musica su quanto sono inimitabili i labori di Mozart, quanto sono profondi, musicalmente intelligenti,
straordinariamente sensibili! Le nazioni dovrebbero gareggiare tra di loro per annoverare simili gioielli entro
i loro confini. Mi fa rabbia pensare che l’incomparabile Mozart non sia stato ancora ingaggiato da una corte
imperiale o reale”.
A Vienna nascono alcune delle principali e più importanti opere di Mozart:
- Il concerto (non barocco) solistico, un genere ampliamente teatrale, dove il rapporto tra il solista
(generalmente un pianoforte o un violino) e l’orchestra ricorda il rapporto tra i personaggi del teatro;
- Opere, con il quale riesce a entrare in contatto con lo stile italiano, francese e tedesco;
- I quartetti per archi, un importante terreno di sperimentazione in quanto era riferito ad un piccolo
pubblico e, quindi, non ci si doveva preoccupare del gusto e del loro riscontro. Possiamo quindi
affermare che Mozart scrive musica per se, riscoprendo qui la polifonia, che lo porta anche a
riscoprire l’importanza di Bach padre;
- Le sinfonie (41), un focus rilevante delle opere di Mozart.
Mozart porta avanti anche delle innovazioni nella cornice classicista:
- La teatralità che entra nella musica strumentale. Non c’è compositore come Mozart che riesce a
ricordare con le sue sinfonie personaggi teatrali, grazie alla loro originalità. Ciò si presenta
sopragttuto all’interno dei concerti solistici, dove può mettere in atto la teatralità della musica. In
questi casi ci troviamo di fronte a:
o Temi (personaggi) individuali;
o Sviluppo (azione) imprevedibile;
- La sperimentazione. Mozart cerca di fare qualcosa di nuovo, innovare. Esempi sono:
o La polifonia drammatica. Nella prima metà del 700 la polifonia era qualcosa di armonioso,
erano tutte sullo stesso piano; questa scrittura viene drammatizzata da Mozart, creando delle
tensioni tra le varie parti\componenti;
o Economia materiale. Mozart usa pochissimo per creare delle elaborazione anche complesse,
un esempio è un tema della Sinfonia n.40, costituito da varie componenti :un piccolo schizzo
di note che all’inizio sembra irrilevante, ma nello sviluppo è diventata fondamentale;
- Nella musica strumentale fondamentale è l’ambiguità: qualsiasi cosa può essere trasformarsi e
rovesciarsi, una caratteristica centrale del teatro e del suo teatro. Esempi:
o L’opera italiana del librettista di Mozart Lorenzo da Ponte Le nozze di Figaro (1786), su
soggetto di Bomarche in quante presentava la ribellione delle classi inferiori. L’opera gira
intorno al matrimonio di Figaro e Susanna, due servitori del castello del Conte d’Almaviva,
il quale vuole avvalersi del vecchio privilegio di andare a letto la prima notte di nozze con la
nuova moglie del servitore, portando così Figaro a lottare con le sue forze contro il re, al
quale si aggiunge la contessa (una giovane ma matura, che viene rappresentata come donna
trascurata non più al centro dei desideri del conte e cerca di impedire la realizzazione dei
sogni del conte); Cherubino (un giovane servitore sempre eccitato, e per questa ragione è
sempre in mezzo della situazione del Conte); Mantellina (una signora poco appetibile che il
Conte cerca di avvicinare a Figaro per riuscire nel suo desiderio). Alla fine la contessa e
Susanna si alleano, tirando un’imboscata al conte: Susanna invia una lettera per un
appuntamento al Conte, ma Susanna e la contessa si scambiano di abito e il conte flerta con
la contessa e quando lei scopre il suo volto lei la perdona. Si conclude positivamente. Però è
interessante notare come la conclusione in realtà sia identitca all’inizio, è come se ci dicesse
Mozart “quanto ci vorrà perché il Conte ritorni al suo inizi”, quindi è un rappresentazione
operistica del “un lupo perde il pelo ma non il vizio”;
o Così fan tutte (1780), un’altra opera italiana nel quale viene raccontata la storia di due
coppie napoletane: Fiordiligi e Guglielmo; Dorabella e Ferrando. L’opera inizia con
Guglielmo e Ferrando che parlano della fedeltà delle loro due compagne, alle quali però Don
Alfonso mette su parole, in maniera misogina, e li lancia una scommessa: avrebbero dovuto
fare tutto quello che Don Alfonso li avrebbe detto per una giornata per capire se fossero
effettivamente fedeli. Don Alfonso li dice che dovevano improvvisamente partire per la
guerra. Ci sono lacrime e strepiti delle donne e dopo qualche ora Ferrando e Guglielmo
tornando vestiti come albanesi e portano avanti un approccio incrociato: Dorabella cede nel
primo pomeriggio; anche se Fiordiligi all’inizio dice che erano troppo innamorata di
Guglielmo alla fine cede per sposarsi. Le donne, quando i compagni rivelano il trucco, loro
cercano di farsi perdonare. Le due coppie si ricongiungono in un brindisi a 4, anche se vi è
un amaretta di fondo in quanto sono due coppie basate sull’infedeltà (e la mancanza di
fiducia). Mozart presenta così molta ambiguià;
o Don Giovanni (1787), un personaggio teatrale molto famoso, emblema del seduttore ma che
sembra più un vettore che spinge ad una tensione che non riuscirà mai a raggiungere,
nonostante sia affiancato dal suo servitore Leporello che tiene un catalogo con tutte le sue
conquiste. Il Don Giovanni di Mozart è un Don Giovanni “alla fine carriera”, incapace di
concludere. Il primo fallimento ci viene raccontato dall’aristocratica Don Anna, di cui noi
non sappiamo cosa succede, ma sappiamo solo che i due escono dalla stanza con la donna
infuriata (probabilmente vi è stato un tentativo di stupro), al quale si mettono in mezzo
Commendadore (il padre di Don Anna), che vedendo la figlia (promessa sposa ad un nobile)
in queste condizioni decide di sfidare a duello Don Giovanni e riesce ad ucciderlo. E’ il
primo movence che crea delle energie che si abbattono su Don Giovanni che è costretto a
fuggire continuamente dagli altri personaggi e dalla bellezza ideale. Fugge da Don Anna,
Donna Livia (sembra sia stata abbandonata all’altare) e dalla contadina Zelina (con la quale
non riesce a concludere nulla perché il fidanzato si mette sempre in mezzo). Questa corsa
termina verso la fine, quando scopre di essere in un cimitero, guardandosi attorno scopre di
essere davanti alla tomba funebre del Commendadore. Don Giovanni obbliga a Leporello di
invitare la statua di Commendadore a cena, e la statua dice si. Ricomincia la corsa. La scena
finale è a casa di Don Giovanni, dove arriva Donna Livia, che cerca di farlo cambiare, alla
fine arriva anche la statua del Commendadore che lo invita a casa sua e alla fine la statua
porta con se Don Giovanni nell’oltretomba. Questa sarebbe una commedia buffa, comica,
ma nel finale, con l’apparizione della statua, diventa inquietante, tragiche, ci troviamo di
fronte ad un unione tra tragico e comico: è una commedia o una tragedia, rappresentando
così la massima ambiguità.
o Sinfonia in sol minore K. 550 o sinfonia 40. IL tema principale è un tema regolare e
simmetrico, con tutte porzioni di frasi da 10 note. Ci troviamo difronte ad un tema duale,
facendoci provare delle opzioni contrapposte, ambigue e non decifrabili. A seconda delle
esecuzioni del tema possiamo trovarci di fronte a dei risultati completamente diversi.

Potrebbero piacerti anche