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LA SONATA BAROCCA

La musica strumentale, grazie all’attività di Frescobaldi entrò nella tradizione scritta


e totalmente autonoma. Nel 500 la CANZON DA SUONAR non era del tutto
svincolata dalla musica vocale, poiché discendeva dalla chanson parigina. Con l’inizio
del 600 nell’area veneziana inizia ad apparire il termine Sonata, molto
probabilmente derivato dalla canzone da Suonar. Inizialmente aveva una struttura
flessibile, multidirezionale e variabile con le varie parti, tra di loro metriicamente
contrastanti. Tra il 1600 e il 1630 i maggiori compositori di suonate erano i violinisti,
meno interessati alla rigida teoria contrappuntistica e compositiva, ma alla
possibilità di poter esprimere tutte le potenzialità tecniche e virtuosistiche dello
strumento. In questa prima fase del secolo gli organici si restringono e si diffondono
due tipi di sonate.

1) SONATA A SOLO. Uno strumento più basso continuo .


2) SONATA A DUE/TRE: 2 o 3 strumenti più basso continuo
.
Tuttavia, questa schematizzazione limitata perché esistono anche altre forme. La
Sonata tre era composta da due strumenti monodici, quasi sempre due violini più il
basso continuo scritto su un pentagramma corredato da cifratura. Il Basso continuo
poteva essere eseguito da uno più strumentisti. La Sonata sola, invece, era ancora
composta da un solo strumento solistico più basso continuo.
ARCANGELO CORELLI

I primi compositori di suonate sono appartenenti all’area veneta ma a metà del 600
sono i compositori di area modenese e bolognese a sviluppare il genere, Vitali,
Bononcini padre, Torelli ma soprattutto Arcangelo Corelli. Quest’ultimo nasce a
fusignano, si istruisce a Bologna per poi trasferirsi a Roma, dove raggiunge l’apice
della fama e vi rimarrà fino alla morte. Fu al servizio dei tre maggiori mecenati della
città: la Regina Cristina di Svezia, Il cardinali Benedetto Pamphilj e Ottoboni. Alla
Regina dedicherà la raccolta di sonate da Chiesa, op 1 e compose per lei varie sonate
per intrattenimento privato. Dal 1684 cominciò il servizio per il cardinale Pamphilj,
a cui dedicherà la raccolta delle 12 sonate da Camera op 11. Tra il 1689 e il 1690
passa al servizio del Cardinal Ottoboni che riuniva sotto di lui maggiori musicisti del
tempo, come Pasquini, Scarlatti ed Handel. Allo stesso tempo Corelli, esercitò la
libera professione soprattutto presso il teatro Romano di Tordinona .
Le raccolte di Corelli sono 6:
OP 1 SONATE A TRE DA CHIESA .
OP 2 SONATE A TRE DA CAMERA
OP 3 SONATE A TRE DA CHIESA
OP 4 SONATE A TRE DA CAMERA
OP 5 SONATE A SOLO PER VOLINO
OP 6 CONCERTI GROSSI
Questa produzione. E quasi certamente una campionatura di tutto ciò che calcarelli
ha scritto in vita ed è stata per i compositori successivi un grande punto di
riferimento, come: Antonio Vivaldi, Giuseppe Tortini, Locatelli ecc.
SONATA DA CAMERA E SONATA DA CHIESA

Un’altra classificazione del genere suonata è applicabile che per quanto riguarda
l’occasione è il contesto in cui eseguirlo. Suonata da Camera e suonata da Chiesa. Il
diverso tipo di fruizione si riflette sulla struttura e sui parametri stilistici.
LA SONATA DA CHIESA era divisa in movimenti intitolati con indicazione agogica
neutre (allegro, grave, adagio eccetera), ed era composta nello stile ecclesiastico più
serio e composto per essere utilizzato in occasioni ecclesiastiche grandi, il basso
continuo era eseguito dall’organo. L’andamento dei movimenti si alterna lento-
veloce-lento- veloce. il musicologo Bonta formulo un’ipotesi secondo la quale nelle
chiese poco facoltose che non potevano permettersi un coro stabile, le sonate da
chiesa potevano essere impiegate in sostituzione di alcune parti del Proprium,
mentre il celebrante recitava abassa voce il testo liturgico come accadeva con gli
organisti che inserivano alcune loro composizioni ( vedi Frescobalsi). Può essere
ipotizzabile anche che insieme all’organista la Chiesa retributiva anche due violinisti
che seguivano le parti superiori delle composizioni polifoniche per organo. Così
l’introduzione delle sonate da chiesa è considerabile come un processo graduale.
LE SONATE DA CAMERA, invece, era totalmente indipendente da qualsiasi
destinazione liturgica e da un rapporto stretto col contrappunto, ma era invece
legata alla musica per danza, in voga all’interno delle corti. Difatti, era composta da
un preludio iniziale e comprendeva movimenti di danza alternati in lento-veloce.
Questa alternanza era tipica già del 400, quando le danze a Corte erano “a coppia”
come bassadanza e salterello, la prima lenta e la seconda veloce. In Italia danza
lente-veloce erano stesso materiale trattato in modo diverso. Così nasce la
consuetudine di riunire le musiche per danza in SUITE, ovvero successioni di danza
lente e veloci della stessa tonalità. I compositori cominciarono a inserire le musiche
per danza nelle proprie composizioni strumentali, seppur le suite strumentali non
fossero affatto danzate per la presenza di imitazioni contrappuntistiche, passaggi
virtuosistici e raffinatezze ritmiche. I movimenti della Sonata da Camera prendono i
nomi dalle danze come Allemand, Corrente, Gavotta, Sarabanda o Giga. Nonostante
queste differenze, il confine tra i due tipi di suonata non era invalicabile e la prassi a
volte era quella di unire i movimenti da Chiesa e da Camera. L’esempio lampante è il
fatto che anche le sonate da Camera cominciano a datarsi di un preludio in tempo
lento, come il grave della Sonata da Chiesa. Molto spesso, inoltre, la sonata da
Camera presenta un fitto tessuto contrappuntistico con il basso che partecipa
attivamente alle imitazioni.
ESEMPI SI SONATE CORELLIANE OP 2 N.1, OP 3 N.2, OP 5 N.4

Fino ai primi decenni del 600 le sonate avevano forme variabili, solitamente
costituite da un unico movimento simile alla struttura del ricercare, composizioni ad
alta trama contrappuntistica con note di valore elevato. Il prototipo delle sonate
corelliane, è da ricercarsi nelle sonate multidirezionali del veneziano Gabrieli,
composta da un unico movimento diviso in sezioni metricamente contrastanti. Nel
corso del 600, poi, si andarono sempre di più frammentando, assumendo l’aspetto
di movimenti autonomi fino alla standardizzazione del numero e della tipologia di
movimenti. Con Corelli sia ha lo schema standard di quattro movimenti: Grave,
allegro, adagio e allegro: .

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Una delle tecniche tipiche della music barocca è il FORTSPINNUNG, ovvero lo
“sviluppo continuo”: il comositore sviluppa una breve cellula melodica-ritmica,
trasportandolo, variandolo, invertendolo. Al fianco del FORTSPINNUNG, ci sono le
PROGRESSIONI, ovvero delle ripetizioni di un breve modulo in grado superiore o
inferiore alla scala. Corelli, inoltre, introduce un particolare URTO, composto da una
doppia dissonanza data da un ritardo più una anticipazione. Si arriva sempre più al
concetto di TONALITA’che abbiamo oggi, con la tensione armonica data dalla
geriarchia dei gradi della scala di riferimento, primi tra tutti TONICA, DOMINANTE E
SOTTODOMINANTE.

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