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Il liuto

Il liuto, la chitarra e vihuela sembrano derivar da due matrici diverse: quella dei TAR
dall’antica Persia e quella degli UD dall’antica Arabia. Strumenti a corda con fattezze
simili a quelle del liuto sono state rinvenute nelle tombe egizie e da questi,
probabilmente, derivarono quelli usati in Persia e Mesopotamia :
Strumenti con cassa di risonanza di pelle, con due o tre corde e suonati con il plettro.

Il liuto deriva dal nome arabo al’ûd (che in arabo significa il legno o ramo), una
evoluzione dell’antico strumento persiano chiamato barbat
che gli arabi diffusero in Europa, intorno al IX secolo attraverso la Spagna e la
Sicilia. Il nome Al ud , per corruzione divenne lauto, leuto, laud, liuto, lute. Suonato
con un plettro ricavato dalla piuma di uccello.
Bisogna aspettare gli inizi del XIV secolo per trovarlo con 4 o 5 corde doppie,
tastiera attraversata da tasti formati da legacci. Nei dipinti del pittore Merlozzo da
Forlì nella metà del 1400, nella Sacrestia di San Pietro in Vaticano ci permette di
vedere che il liuto aveva in quell’epoca le sembianze del liuto rinascimentale
quindi divisione in sette tasti e 11 corde (la prima semplici e cinque cori). La forma
del liuto ricorda quella della tartaruga, questa è la ragione per cui spesso nei testi
dedicati a questo strumento lo si definisce testudo.
1440
Michael Pretorius nel Syntagma Musicum(1619) contempla ben sette tipi diversi di
liuti a seconda della lunghezza della corda, che va da 90 cm a 40. (Il Syntagma
musicum, pubblicato in tre volumi fra il 1614 e il 1619, è una delle fonti principali
per lo studio delle prassi esecutive nella musica del primo barocco).

Mersenne Armonie Universelle(1636)


Dipinto di Gentileschi (notare la posizione del nodo dei tasti di budello)

Liuto basso e tenore e sue accordature (canto, sottana, mezzana, tenor, bordon,
basso) il raddoppio dei bassi all’ottava venne abbandonato appena le corde furono più
sonore e robuste, già nel 1585 La intavolatura di liuto di Michele Carrara prevede i
raddoppi all’unisono.

L’action del cantino al XII tasto può essere di circa 2.5 – 2.8 mm, e tra 3.5-3.8 al
sesto coro.
Chitarra e Vihuela

La chitarra e la vihuela hanno la stessa origine. Oltre alle raffigurazioni nelle tombe
egizie risalenti a 3700 anni a.C. di strumenti simili al liuto e alla chitarra
è particolarmente significativo il reperto archeologico raffigurante uno strumento
simile alla chitarra è un bassorilievo in pietra risalente al 1350 circa a.c. scolpito nella
porta d’ingresso della città ittita Alaca Höjük, in Anatolia e conservato nel museo
archeologico di Ankara.

L’antica denominazione sanscrito-anatolica car tar significa (quattro-corde),


troviamo altri strumenti con la parola tar , per es: do tar strumento a due corde
dell’antica Persia, se tar strumento a tre corde sempre dell’antica Persia.
Un’altra teoria vede la chitarra e vihuela siano di origine europea, per la somiglianza
con la cithara presente nelle miniature del Salterio Carolingio di Utrecht (codice
miniato di salmi con molte illustrazioni) stampato nell’860

che ricorda la fidicula romana termine che per corruzione linguistica (citola, vigola,
vigüela) avrebbe originato quello di vihuela, mentre in Spagna, l’apporto degli arabi
si sarebbe limitato alla modifica di certe caratteristiche strutturali, infatti lo strumento
qui ha le spalle cuspidate, come possiamo vedere nelle miniature delle Cantigas de
Santa Maria del 1260

Questo potrebbe essere un primo esempio di Vihuela de peñola (o púa) cioè suonata
con il plettro, vi era anche la vihuela de mano (vihuela comun) e vihuela de arco.
Come abbiamo visto nel capitolo dedicato alla letteratura per vihuela, in Italia la
vihuela de arco si evolverà negli strumenti ad arco e nella viola da mano.
Secondo alcuni organologi, la guitarra morisca col fondo ricurvo importata dagli
arabi, unitamente alla fidicula latina dal fondo piatto, potrebbero aver originato la
chitarra ispano-araba. Alla fine del XII secolo in Francia si chiamò guiterne
(ancora con le spalle cuspidate) a forma esagonale, dal fondo ricurvo da cui
derivò la chitarra battente suonata in Italia. Anche in Inghilterra si chiamò
Gittern ed ebbe forma esagonale.

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