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COMUNE DI TARQUINIA

Assessorato alla Cultura

la musica in etruria
Gli strumenti a corda degli Etruschi:
uso e iconografia

SUSANNA SARTI

�originalita della pratica musicale degli Etruschi e evidente mondo greco e nel Vicino Oriente durante l'VIII e VII sec.
nella preferenza che essi mostrano per la musica strumentale e a.C. (fig. 1), e costίtuita dalla ben nota immagine sull'anfora
nella loro predilezione per gli strumenti a fiato. Tuttavia, anche orientalizzante di produzione ceretana attribuita a1 Pitτore del­
ί cordofoni sono presenti nell'immaginario etrusco, raffigurati l'Eptacordo5. Una presenza isolata che, tuttavia, inserisce
nelle varie produzioni artίstiche e artigianali per un lungo arco l'Etruria nella temperie culturale del momento, con 1'adozione
di tempo che va dal VII sec. a.C. alla piena romanizzazione. della phonninxlkitharisfin dal primo - secondo quarto del VII
Sebbene numerosi sίano gli elementi ίη comune tra gli stru­ sec. a.C.; a questo proposito e assai significativo il ritrovamento
menti greci e quelli etruschi, nella pratica musicale etrusca di plettri ίη contesti di VII sec. a.C.6. Durante il VI sec. a.C.
sono evidenti alcune peculiarita nell'uso e nella resa iconogra­ sί trovano strumenti di forma varia, ma ηοη ben definiti nella
fica degli strumenti a corda. lnnanzitutto, delle tre famiglie di loro morfologia, con una cassa di risonanza piu sq uadrata,
cordofoni definibili con ί nomi moderni di lire, arpe e liuti 1 , come sulla lastra di Murlo (fig. 2a), ο piu arrotondata, come
ίη Etruria sί trova solo la prima. lnoltre, degli strumenti in­ su quelle di Acquarossa (fig. 2b) e di Vigna Grande a Orvίeto;
clusi nella famiglia delle lire, molto diversi nella loro morfolo­ comunque, 1'occasione della musica e ancora la danza ο il ban­
gia e impiego, gli Etruschi sembrano conoscere solamente la chetto7.
ly1ϊt con il carapace di tartaruga e un solo tipo di cetra, la co­ ln Etruria ηοη viene rappresentata la cosiddetta cetra tracia
siddetta "cetra a culla''; solo nel periodo ellenίstίco sί diffonde (fig. 3d)8, solo sporadicamente il barbiton (fig. 3b)9 e la grande
un diverso tipo di cetra, di forma rettangolare allungata, pre­ kithara da concerto (fig. 3f).
sente sia nel mondo greco che ίη quello romano2• Nel periodo ellenίstίco anche ίη Etruria, come nel resto del
Νell'area del Mediterraneo, a partire dall' eta del Bronzo, sί Mediterraneo, sί diffonde un tipo di cetra caratterizzata da una
τrova raffiguraτa una notevole varieτa di strumenτi a corde3 di notevole varίeta (fig. 3g-n).
difficile classificazione. ln effetti, ίη Grecia sί arriva alla for­
mulazione della lyra solamente alla fine dell'VIII sec. a. C., della
grande kithara non prima della fine del VII sec. a. C., e solo ίη La lyra
forma ancora molto rudimentale4 , mentre la cosiddetta "cetra
a culla'' compare ίη Anatolia a partire dalla meta del VI sec. Α partire dalla seconda meta del VI sec. a.C. la lyra e fre­
a.C. e, subito dopo, ίη Grecia e ίη Etruria. quentemente raffigurata con ί1 tίρίcο carapace di tartaruga.
La prima testίmonianza ίη Etruria di uno strumento a Lo strumento puo essere suonato da un satiro, come sul
corda, riconducibile alle numerose phoπni nges presenti nel cipρo fiesolano di casa Buonarroti 10 (fig. 4), ma la lyra rί-

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corre soprattutto in scene di danza, musica e banchetto, anche felsinea, sono riferibili al culto dί Aplu: il dio e rappre­
come su numerosi rilievi chiusini (fig. 5). ln effetti, tipici di sentato in sembianze giovanili, a volte con corona di alloro e
questa produzione ίη pietra fetida sono tutti quei rituali che spesso con la lyraο la cetra14. Anche Adone, Faone, Orfeo e Ta­
sί svolgevano nel corso dei funerali, cosi come connessa al- miri sono raffigurati talvolta liricini, soprattutto a partire dalla
1'ambi to funerario e l'iconografia delle ρί tture tombali, dove seconda meta del IV sec. a.C., quando si manifesta un piu evi­
la lyra e presente ίη scene di banchetto e di danza, talvolta dente interesse per figure musicali e mantiche 15. La lyra puo es­
anche raffigurata nell' atto di essere suonata insieme ad altri sere rappresentata come oggetto da appendere insieme ad altri
strumenti (fig. 6b), caratterίstica quest'ultίma piuttosto rara sullo sfondo di una scena ispirata a un thiasos dionisiaco16, op­
nella Grecia arcaica e classica. pure puo essere lo strumento di Alchumend 7 . La lyra e ormai
L'iconografia etrusca di periodo arcaico propone la lyra diventata anche lo strumento degli dei e del mito.
impiegata fondamentalmente nel banchetto (fig. 6a) e in Dalla breve rassegna il dato piu evidente e che ίη un primo
contesti quali riti, processioni e danze, suggerendo una con­ momento la lyra sia stata impiegata in contesti diversi rispetto
notazione dello strumento essenzialmente funeraria; la lyra a quelli che vengono proposti ίη Grecia. lnfatti, ηοη viene sot­
ηοη e invece raffigurata come strumento del mito, degli dei tolineato il carattere principale della lyra greca, strumento con­
e ancora meno della scuola e dell'educazione per ί giovani. siderato ad Atene il piu adatto all'insegnamento e
Comincia ad essere rappresentata come attributo di divinita all'educazione del cittadino, mentre, almeno inizialmente, e
sulla ceramografia a figure rosse e sugli specchi di V e IV sec. messo ίη evidenza un carattere principalmente funerario, che
a.C., sebbene con caratteristiche diverse da quelle dello stru­ sί esprime con la presenza dello strumento nel banchetto e in
mento greco corrispondente. Sullo specchio da Vulci a Ber­ tutte quelle cerimonie che prevedevano processioni e danze.
lino (fig. 7) 11, Aplu ha ceduto la lyra ad Artumes che la sta Una tale connotazione ηοη e cosi frequente per lo strumento
suonando, mentre sullo specchio del Louvre (fig. 8) Aplu ha nell'iconografia greca, dove la presenza ίη ambito funerario
conservato la sua ly1-a e sua sorella tiene gli auloi. Per que­ sembra essere piuttosto connessa con 1'attivita del defunto ο
st'ultima scena e stato ipotizzato che si tratti di una modifica con la p aideia, per cui la lyra viene deposta ίη una tomba per
del tema iconografico che propone Artemide che tiene le ricordare 1'eta di una fanciulla 18. L uso che gli Etruschi face­
frecce del suo arco; in tal caso sarebbe stata la lyra a suggerire vano della lyra appare piu affine a quello che si riscontra nel
la trasformazione delle frecce in auloi, per simbolizzare 1'op­ mondo italiota, dove lo strumento viene spesso raffigurato ap­
posizione, se ηοη la complementarieta, dei due strumenti e peso all'interno di un heroon ο insieme ad altri oggetti con­
dei due tipi di musica, quella apollinea della lyra e quella dio­ nessi con il simbolismo funerario 19 . Comunque, a partire dal
nisiaca dell' aulos' 2• Comunque, le raffigurazioni di Artemide V sec. a.C., pur mantenendo tale connotazione, lo strumento
che suona la lyra ο che tίene gli auloi costituiscono una no­ diviene anche attrίbuto di divinita e figure mitiche.
vita rispetto all'iconografia greca; variazioni che si riscon­
trano anche nella rappresentazione della contesa tra Apollo e
Marsia, in cui la lyra puo essere tenuta anche da una Musa, La "cetra a cuHa''
come sul cratere falisco a figure rosse al Museo di V illa Giu­
lia (fig. 9)13• I.:iconografia della lyra nel periodo arcaico e quindi piut­
Un limitato gruppo di bronzetti di IV sec. a.C., offerti tosto ripetitiva e i contesti sono perlopiu il banchetto, la danza
come ex voto in santuari di area veiente, cerite e vulcente, ma e le cerimonie funerarie, sίtuazioni ηοη molto diverse da quelle

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in cui si trova la cetra a culla, lo strumento a corde piu fre­ La. kithara
quente in Etruria, cosiddetto per la forma caratteristica della
sua cassa di risonanza. ln Grecia, essa e suonata prevalente­ ln Grecia la grande kithara - al contrario della lyra e della
mente da figure femminili e Muse, ma si trova spesso rappre­ cetra a culla - e lo strumento del musicista professionista che
sentata anche in mano a giovani, soprattutto in ambito lo suona ίη occasione degli agoni musicali e, insieme agli auloi,
scolastico. Sembra dunque uno strumento per ambienti chiusi durante le processioni riωali. Solo raramente associata ad altre
quali il gineceo e la scuola, seppure talvolta essa accompagni i divinita, quali Atena ed Artemide, la kitharae lo strumento di
canti del komos e i corteggi dionisiaci. ln Etruria, invece, al Apollo e di Eracle; puo essere presente anche nel mondo dio­
pari della fyra, si trova spesso nelle processioni, cerimonie fu­ nisiaco, dove essa viene suonata dai satiri.
nebri (fig. 1Ο) e banchetti. Su una pisside a figure nere di VI ln Etruria, la kithara da concerto e rappresentata raramente:
sec. a.C. e su un' olpe, datata verso il 470 a.C., entrambe ad nelle tombe, quali la Tomba della Fustίgazione (490 a.C.) e la
Heidelberg 20 , e raffιgurato un satiro citaredo che, come ab­ Tomba della Pulcella (410 a.C.) di Tarquinia (fιg. 13), e - piu
biamo visto, puo suonare anche la lyra. Frequente la presenza tardi - su oggetti di particolare pregio come specchi e ciste, la
della cetra a culla nelle raffigurazioni delle tombe dipinte: a maggior parte dei quali presenta una cetra con la cassa armo­
Tarquinia, nella Tomba delle Leonesse (520 a.C. circa) e in nica rettangolare e ί bracci elaborati ίη modo tale da suggerire
quella dei Leopardi (480-470 a.C.) la cetra e raffιgurata in­ che sί tratti di una imitazione del complesso meccanismo ca­
sieme agli auloi e nella Tomba 5513 (meta del V sec. a.C.) lo ratteristico dello strumento greco. La kithara e utilizzata per
strumento e curiosamente tenuto da una figura maschile nuda miti noti come quello di Apollo e Marsia, piuttosto diffuso in
(fig. 11). Liconografia si diversifιca nel IV sec. a.C., quando la ambito etrusco-italico, nonche in alcune aree dell'Etruria me­
cetra a culla si trova anche all'interno del gineceo, come ben te­ ridionale 23, ma con notevoli varianti rispetto all'iconografia
stimonia il sarcofago della tomba dei Tenies di Vulci, su cui e classica. Apollo e la figura femminile che sullo specchio di Villa
rappresentato l'incontro di due coniugi ciascuno con proprio Giulia (fig. 14) si contrappongono al Marsia e alla piccola fi­
corteggio, il gineceo per 1'una e ί1 corteo magίstratuale per 1'al­ gura satiresca in basso sί proporrebbero come modelli morali ed
tro (fig. 12). estetici per ί clienti prenestini che commissionarono lo spec­
La cetra a culla viene quindi suonata, anche associata ad chio24. lnoltre, se su una cista in bronzo Marsia e rappresentato
altri strumenti, in svariate occasioni quali banchetti, proces­ proprio nell'atto di sfιdare il dio della musica, il quale ha una
sioni, danze, cortei. La sua frequenza suggerisce una spiccata kithara - che appare semplifιcata perche priva del suo peculiare
preferenza degli Etruschi per q uesto strumento che verosimil­ meccanismo (fig. 15) -, echi del celebre mito sono evidenti
mente e stato importato dall'Anatolia alla meta del VI sec. nella raffigurazione del cratere a figure rosse attribuito al Pit­
a.C. 2 1; con lo strumento deve essere necessariamente arrivato tore di Perugia (fig. 16), dove compaiono due grandi kitharai,
il musicista, depositario della tecnica 22. Questo ηοη sembra es­ una ίη mano ad Apollo e 1' altra tenuta da una Musa raffigurata
sere vero per la grande kithara, attestata ίη Etruria solo ίη rari nell'atto di accordare lo strumento, anch'esse prive del mecca­
casi, in cui comunque ηοη viene resa in modo fedele e il suo nismo che contraddistingue la kithara greca da concerto25 . Se
peculiare meccanismo posto alla congiuntura tra la cassa e ί il mito e dunque conosciuto, ηοη si puo pensare altrettanto
bracci e disegnato in maniera schematica e addirittura invero­ per lo strumento, sia dal punto di vista dell'organologia che
simile. del ruolo; infatti, la kithara di periodo classico ηοη vίene raf­
fιgurata in mano a fιgure femminili ο Muse.

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Sugli specchi si trovano altre divinita con la kithara, come sec. a.C. le raffigurazioni, seppur varie, sono poco convίncenti
Orfeo26, Menerva e Apollo27. Si tratta della kithara greca di da un punto di vista della organologia2 8, alla fine del IV sec.
tipo classico, ma nella resa iconografιca, anche considerando il a.C. ed ancora di ρίi:ι a partire dal 111 sec. a.C., fa la sua com­
margine di liberta artίstίca, appare pίi:ι come una ricezione che parsa la kitharalcetra "di tipo ellenίstίco", nelle sue innumere­
una vera e propria conoscenza e assimilazione: le caratterίsti­ voli varίanti. La documentazione, assai ricca, e costίtuίta da
che tecniche peculiari dello strumento ηοη vengono rese fe­ coperchi di specchio con raffigurazioni di Menadi (fig. 19) e
delmente e talvolta una struttura tanto complessa vίene Muse con la cetra29 , urne con il mίto delle Sirene e Ulisse (fig.
riprodotta senza tener conto dί partίcolari importantί. 20) e con la vicenda di Cacu30 (fig. 21), ma anche scene con il
La kithara sembra dunque conosciuta in Etruria come mo­ viaggio agli inferi del defunto con un gruppo di musicίsti
tivo iconografιco, come immagine, pίi:ι che come vero e proprio (cornu, tibiae e cetra) alla testa del corteo31 . ln questo caso,
strumento; un po' come accade nella Roma del I sec. a.C. per tutte le caratterίstiche dello strumento corrispondono a quelle
gli scultori neoattici (fig.17) e, in modo ηοη molto diverso, alla della cetra ellenistίca presente nella Grecia propria e nel mondo
fine del ΧΙΧ: sec. per Gustav Klimt, quando raffigura fedel­ orientale. 11 cosmopolitίsmo del periodo ha fatto si che lo stru­
mente la kithara classica nelle due versioni del quadro "Mu­ mento fosse conoscίuto ίη tutto il bacino del Mediterraneo,
sίca", del 1895 (fig. 18a) e del 1898, e nel "Fregio di Beethoven'' ίη Magna Grecia, Sicilia, ίη Etruria ed infine a Roma, dove
del 1902 (fig. 18b). Una conferma e data dal fatto che la grande contίnua il processo di modifica della morfologia dello stru­
kithara sullo specchio di Villa Giulia (fig. 14) e raffigurata nel mento, arrivando a forme talmente ibride da ηοη essere pii:ι
campo tra Apollo e la figura femminile, come se fosse appesa riconoscibili ne come kitharaifcetre ne come lyrai
alla parete, disposizione improbabile per uno strumento del ge­
nere e del tutto assente nell'iconografιa greca.
Conclusioni

La cetra eHenistica Dunque, per quanto riguarda gli strumenti a corda sί ri­
conoscono come peculiarίta proprie dell'Etruria ηοη solo 1'as­
Nel periodo ellenίstίco la realta musicale appare profonda­ senza dί arpe e lίutί, ma anche una precίsa scelta tra gli
mente cambiata rispetto a quella di epoca arcaica e classίca. 11 strumenti a corde di uguale lunghezza. Sembra infatti che gli
bacino del Mediterraneo conosce ora una koine non solo lin­ Etruschi si siano serviti principalmente della cetra a culla e
guίstίca, ma anche di costumi; sί viaggia e comunίca pίi:ι facil­ della ly1-a, mentre hanno adottato la kitharalcetra soltanto
mente; anche la musica diventa pίi:ι diversificata e gli strumenti nella sua versione pii:ι semplice diffusa nel periodo ellenίstίco.
si fanno pii:ι numerosi e vari. Essi, infatti, possono cambiare Anche le occasioni in cui si usava la musίca a corde appaiono
nella loro morfologia e semplificarsi per essere usati a scuola e generalmente piuttosto diverse rispetto a q uelle del mondo
a casa, ο farsi pίi:ι complessi per essere impiegati ηeί concorsi greco, dove la musica, impiegata nelle pίi:ι svariate sίtuazίoni
e nelle orchestre, assai diffuse nel periodo; allora la kithara di­ pubbliche, era protagonίsta anche nel privato, dalla scuola al
venta uno strumento che viene usato anche dalle donne. gineceo; in Etruria sembra invece mancare sia il contesto ago­
Anche ίη Etruria si trova un tipo di cetra rettangolare allun­ nistico sia quello dell 'insegnamento, cosicche la musica dei
gata, che e conoscίuta ίη numerose varianti ίη tutti i paesi del cordofoni e in gran parte connessa con eventi come il ban­
Mediterraneo (fig. 3g-n). Se sulla ceramografia etrusca di IV chetto e le cerimonie che richiedevano danze rituali. Almeno

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in un prirno rnornento le caratteristiche e connotazioni dei eta ellenistica, dovunque nel bacino del Mediterraneo avviene
cordofoni etruschi sono q uelle proprie degli strurnenti corri­ uno scarnbio di oggetti, persone e idee, tale da favorire anche
spondenti nel resto del rnondo italico e italiota, piuttosto che lo spostarsi di rnusicisti, di strurnenti rnusicali e, verosirnil­
quelle proprie degli strurnenti a corda greci, fino a quando, in rnente, anche di chi li costruiva.

ΝΟΤΕ
1
SARn 1997, pp. 439-440. NACHE BAΠAGLI A-EMILIOZZI 1990, pp. 239-241, η. 72 e tav.
2
Cfr. anche JANNOT 1979, p. 481. CCCXXIV-CCCXXXV.
3 AIGN 1963, p. 379. 17
ADAM 1980, η. 4.
4 SARn 2003, pp. 47-48. 18
Cfr. BESCHI 1996, p. 108.
5 Wίirzburg, Martίn-von-W ner-Museum, ίηv. ΖΑ 66, ίη MAR­ 19 Sί veda, ad esempίo, Toorsco 2006, p. 236 fίg. 3.
ag
20
TELLI 1988, fig. 1. Pίssίde etrusca a fίgure nere , Heίdelberg, Unίversίtat, ίηv. Ε34,
6 ΒΟΝGΙ-Π JOVINO 1986, pp. 214-215, ηη. 596-597-598. Per ί plet­ CVA Heidelberg 2, tav. 61, 1-2; Olpe etrusca a figure nere, Heίdelberg,
trί ίη Etrurίa, v. JURGEIT 1962. Unίversίtat, ΗΑΜΡΕ 1971, p. 45, η. 72.
7 Murlo, Antίquarίum dί Poggίo Cίvίtate, ίηv. 69220, WINTER 2009, 21
Cfr. LAWΈRGREN 1984.
22 Per
pp. 187-189, 3.D.5A, p. 184 fίg. 3.19 e Ill. 3.7.4;Vίterbo, Museo Ar­ il ωmmercίo e !ο scambίo dί strumentί musίcalί nel bacίno del
cheologίω Nazίonale, ίηv. Β3 e C1, lastre da Acquarossa, WINTER 2009, Medίterraneo antίco cfr. LAWΈRGREN 1993, p. 75.
pp. 78-280, 4.D.6.E, p. 276 fίg. 4.23 e Ill. 4.10.4; Orvίeto, Museo Cί­ 23 Cfr. CSE Villa Giulia Ι, p. 62.
24
vίco, sine inv., WINTER 2009, pp. 372-373, 5 .D.4.D, p. 373 fίg. 5.26 Specchίo, Roma, Museo dίVilla Gίulίa ίηv. 12983, CSEVilla Giu­
8
Per la kithara tracίa cfr. Crιιο 1993, ίη partίcolare pp. 227-229, lia 1, pp. 61-64, η. 20.
fίgg. a-b-c 25 Melbourne, Natίonal Gallery ofVίctorίa, ίηv. D 87/1969, Bo­
9 Cfr. Tomba Cardarellί ίη LAWΈRGREN 2007, p. 123 fίg. 4. NAMICI 1992, p. 682, η. 7 ωη fig.
10
Cίppo, Fίrenze, Casa Buonarrotί, ίηv. 53, CORSI 1997, pp. 40- 26 Specchίo, Boston, Museum of Fίne Arts, ίηv. 13.207, CSE U.S.A.
44, η. 20. 2, pp. 36-37, η. 14.
27
11
Berlίn, Staatlίsche Museen, ίηv. 2972, CSEBundesrepublik Deut­ Specchίo, Parίs, Cabίnet des Medailles, REBUFFAT-EMMANUEL
schland 4, pp. 18-19, η. 7. 1973, pp. 131-135, tav. 20.
12
CSELouvre ΠΙ, pp. 39-40, η. 9. 28
Cfr., ad es., PIANU 1980, p. 50, η. 30 tav. XXVIII e pp. 51-52 η.
13 Cratere falίsco a fί re rosse, Roma, Museo dίVilla Gίulίa, ίηv. 31 tav. ΧΧΙΧ.
gu
6473, BONAMICI 1992, p. 683 η. 8 con fίg. 29 Cfr. CSELouvre Ν, p. 44.
14 GUALANDI 1984. 30 Cfr. SMALL 1982, pp. 113-123.
15 Cfr. VAN DER MEER 1995, p. 19. 31 Artigianato artistico 1985, p. 59, η. 47. Per ulterίorί raffίgurazίonί
16
Cίsta, Roma, Museo Etrusω dίVilla Gίulίa, ίηv. 51199, BORDE- con questo tίpo dί cetra cfr. JANNOT 1979, pp. 492-495.

BibHografia

ADAM 1980 Raumes bis um 700 vor Christus, Frankfurt, Ph.D. Disserta­
tion J.W. Goethe-Universitat, 1963.
R. ADAM, Recherches sur les miroirs prenestins, Paris 1980.
Artigianato artistico 1985
AIGN 1963 Α. MAGGIANI (a cura di), Artigianato artistico. LΈtruria _ςetten­
Β. AIGN, Die Geschichte der Musikinstrumente des iigiiischen triona!e interna in eta el!enistica, Milano 1985.

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