"Audiovisione - Suono e
Immagine nel cinema"
Cinema Sonico
1. Proiezione del Suono
sull’immagine
Un’illusione audiovisiva. Così viene definito il cinema da Chion nelle
prime pagine del suo libro.
L’immagine senza il suono è astratta, lontana. Con il suono è reale.
Prendendo ad esempio la sequenza iniziale di Persona di Ingmar
Bergman, è possibile notare come senza il suono, il piano della mano
nell’obitorio, risulti poco concreto.
Grazie a ciò è possibile notare come la relazione suono-immagine sia di
notevole importanza.
Questa “illusione audiovisiva”, come la chiama Chion, è possibile
trovarla nella relazione suono-immagine del “valore aggiunto”
Prima del suono un linguaggio testuale non era escluso dal cinema. Si
faceva infatti uso dei cartelli, e tramite l’alternanza tra essi e gesti o
reazioni si creava un linguaggio. Ciò imponeva chiaramente
un’interruzione nella narrazione per far posto al cartello. Il sonoro
invece fa accadere tutto contemporaneamente.
Vi sono tre modalità di presenza della parola nel cinema sonoro:
Parola Teatro: ovvero quando il dialogo sentito ha una funzione
drammatica, informativa o affettiva. Sin dal momento in cui viene
scritta la sceneggiatura, fino al momento del montaggio è tutto
costruito per rendere centrale la parola del personaggio, il suo valore, il
suo significato.
Parola Testo: solitamente affidata ad un narratore onnisciente
(voice over), o comunque ad una voce esterna alla narrazione. La
parola testo ha una funzione evocativa.
Parola Emanazione: quando la parola diventa un aspetto dei
personaggi. Non viene sentita per intero, o magari non deve essere
sentita per intero.
Si crea così una sorta di relativizzazione della parola, che viene offerta
in modo non continuo, sfuggente, mancando quindi di una chiarezza
totale. Si può quindi giungere ad un “chiaroscuro verbale”, ovvero
un’alternanza tra parole comprese e parole che sfuggono.
Vi sono altri modi di relativizzare la parola e sono:
Rarefazione (presenza della parola rarefatta)
Proliferazione (tramite una sovrapposizione eccessiva di parole o
dialoghi tra personaggi, le parole si annullano automaticamente)
Poliglottismo (utilizzo di una lingua straniera)
Parola sommersa (la parola viene inglobata a seconda delle
situazioni, per poi riuscirne o rientrarne)
Perdita di intelligibilità (lo spettatore è cosciente di una perdita di
comprensione)
Decentramento (non tutti gli elementi sono centrati sul dialogo
quindi è difficile ascoltarlo)
10. Introduzione ad
un’analisi Audiovisiva
Con un’analisi audiovisiva si mira a cogliere una logica tra il
rapporto suono-immagine di un film.
Uno dei metodi per applicare quest’analisi consiste nel
guardare la sequenza prima con suono e immagine, poi senza
suono ma con l’immagine, poi senza immagine ma con il suono
ed infine nuovamente con entrambi.
Per far ciò la colonna audio deve avere una certa consistenza,
ovvero come un insieme di suoni sono amalgamati insieme.
Questa consistenza deve avere un equilibrio generale dei livelli,
per favorirne la comprensione allo spettatore. Ogni suono
inoltre, deve essere in un certo senso “legato” al prossimo, così
da dare una sensazione di continuità.
Riguardo all’analisi, torna spesso utile comparare suono e
immagine su una stessa questione: suono e immagine possono
per esempio avere ritmi diversi e tuttavia coesistere, oppure il
suono potrebbe essere definito e l’immagine poco chiara, o
viceversa, creando un effetto di estraniazione interessante.
Il suono ha anche il potere di suggerire, o evocare immagini
(come abbiamo già visto nel caso della porta automatica di Star
Wars), implementando falsi ricordi nella mente dello spettatore.