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LEZIONE 1: FOTOGRAMMA + FERMO IMMAGINE

Argomento 1: Fotogramma/Frame
Per il fotogramma ci ritroviamo nel periodo del pre cinema cioè prima del 1895 prima della
nascita del cinema dei fratelli Lumiere.
Il fotogramma riporta al cinema come immagine e non come parola.

Questa immagine mostra un regista sovietico che tiene in mano una pellicola con molti
fotogrammi e con in mano un paio di forbici. L’immagine ci porta all’aspetto materico del
cinema: “cinema è anche un oggetto tangibile e le forbici sono infatti uno strumento che
possono tagliare o modificare un film”.

Definizione di fotogramma/frame
Il fotogramma è ciascuna delle singole immagini fotografiche impresse su una pellicola
cinematografica, che scorrono tra i 16 e i 24 fotogrammi al secondo, producono l’illusione di
un movimento continuo.

La pellicola cinematografica è composta da molti fotogrammi, la pellicola di un film contiene


moltissimi fotogrammi (1 metro è quasi 50 fotogrammi). Un film è composto da tanti frames.
La caratteristica del fotogramma sono queste perforazioni che stanno ai lati e servono per
passare all’interno del proiettore.
Il fotogramma muto è differente da quello sonoro perchè nel fotogramma sonoro c'è la
presenza della pista sonora che è dove viene impressa la colonna sonora.
Un film è composto da una componente visiva e una uditiva. Nel cinema muto c’era
comunque la musica solo nel momento della fruizione, ma c'era anche il lettore che leggeva
le didascalie.
Il fotogramma è importante poiché dà vita all’immagine, dunque l’immagine nasce dalla
proiezione delle serie di fotogrammi, che noi nel film non vediamo, quindi si entra nel campo
della percezione.

Come è composta la pellicola cinematografica?


● Perforazioni laterali - permettono lo scorrimento, aggrappandosi ai rulli dentellati
della macchina di proiezione.
● Giunta laterale - contenente la traccia audio della colonna sonora (detta anche pista
sonora).
● Fotogramma (frame) - contenente le immagini a scorrimento.
● Interlinea (frame line) — linea di separazione tra un fotogramma e l'altro.

Altre definizioni di fotogtamma


Il fotogramma è l'unità più piccola di cui si compone un film (o più specificamente l'unità più
piccola di cui si compongono le diverse inquadrature che formano un film). Tuttavia, i
fotogrammi, ovvero quei quadri in cui è suddivisa la pellicola impressionata, rappresentano
delle unità tecniche non espressive. Ciò che noi infatti vediamo sullo schermo non
è il fotogramma, bensì un'immagine che nasce proiezione di una serie di fotogrammi.
(Gianni Rondolino - Dario Tomasi).
il fotogramma cinematografico preso autonomamente rispetto alla concezione di immagini
che compongono la pellicola del film non si discosta da una fotografia.
(Bruno Di Marino).
Il fotogramma, ci ricorda lo straordinario rapporto tra il cinema e la fotografia, anche se ha
delle caratteristiche e degli strumenti propri. Ogni singolo fotogramma contiene una porzione
di immagine che solo in fase di proiezione sarà ricomposto originando così l’illusione del
movimento e componendosi in una inquadratura. Inoltre ci sono degli aspetti del cinema che
ci riportano al teatro (attori, dialogo),

LA VELOCITÀ
La velocità di svolgimento di un’azione e la durata complessiva di un film sono date
innanzitutto dalla velocità di scorrimento (cadenza) dei frame per ciascun secondo in fase di
proiezione. Tale velocità era variabile (16 o 18 f./s nei film muti). Dopo l’epoca del muto,
quindi con l’avvento del sonoro si è arrivati a 24f./s. (Per f/s ovviamente si intende frame per
secondo).
Ogni frame contiene entro i suoi bordi tutto ciò che il regista ha deciso di ritagliare della parte
di realtà che ha davanti, il cosiddetto profilmico. Tutto il resto diventa conseguentemente
fuori campo.(Bruno di Marino)
Profilmico = coniato da Etiene Souriau (1951) s’intende tutto quello che sta davanti alla
cinepresa pronto per essere filmato. Dunque oggetti, volti, corpi prima della loro
elaborazione cinematografica. Il profilmico è tutto ciò che è davanti alla cinepresa pronto
per essere filmato.

(ESEMPIO: Immagine del “film via col vento” (1939) di Victor Fleming il profilmico è nel
gruppo di corpi davanti alla cinepresa in un ambiente ricreato in studio è all’inizio del film al
party prima che scoppi la guerra di successione.)
Fuoricampo = tutto ciò che non viene mostrato dalla macchina da presa (dalla cinepresa)
ma che esiste in quanto parte dello spazio, di cui l’inquadratura è solo una minima parte.
Pascal Bonitzer lo definisce come tutto ciò che si muove all’esterno o sotto la superficie delle
cose. Il fuori campo è un paradosso per il cinema è tutto ciò che non viene mostrato dalla
cinepresa.

Il film si regge tra tutto ciò che è visibile e quello che non lo è.

(ESEMPIO:Il teorico francese Steven Spielberg film 1975 lo squalo Jaws quando lo squalo
attacca gioca sul fuori campo, infatti lo squalo non è nel fotogramma ma si agita sotto il
fotogramma. Lui vede questa bagnante che fa il morto, All’inizio del film non si vede mai lo
squalo ma solo ad un certo punto. Questa scelta di non mostrare il mostro avviene
ritardando la visione dell’animale.)
Il cinema è un'industria, un prodotto commerciale è l’arte del consumo.

(ESEMPIO:Il film Funny Games è di un registra austriaco 1997 di Micheal Haneke, rilega al
fuori campo tutte le azioni violente come l’omicidio di un bambino, questo avviene nel fuori
campo).

Il cinema classico è un esempio di come ha preso scelte “fuori scena” dato che non tutto
poteva essere fatto vedere.

Effetto PHI
In base all’effetto Phi la presentazione in rapida successione di una serie di immagini fisse
verrebbe percepita dall’occhio umano come un elemento che si muove nello spazio.
In base a questo fenomeno riusciamo a percepire le immagini che si muovono nello spazio.
Giocattoli ottici (ci troviamo nel Precinema) sono esperienze che precedono il cinema che
permettevano al pubblico di divertirsi, l’uso di questi giocattoli ottici avveniva da una singola
persona.
Fenachistoscopio

In questa immagine infatti è presente Joseph Plauteau (1801-1883), l’inventore del


fenachistoscopio.

Esso (1832) consentiva di vedere una figura animarsi (singole immagini che grazie alla
costruzione dell’oggetto stesso si animano e acquistano movimento.
Fenachistoscopio deriva dalla radice greca che significa “ingannare” infatti si inganna
l’occhio dato che gli oggetti sembrano muoversi. Era formato da due dischi di cui uno con
finestre e l’altro contenente immagini. Quando i dischi ruotavano alla velocità corretta
l’osservatore poteva vedere l’animazione. Idea dunque di meraviglia e incanto.
Zootropio

Un altro giocattolo ottico è zootropio inventato da William George Horner è un oggetto più
pesante, non abbiamo a che fare con le foto ma immagini disegnate, è un'anticipazione del
film d’animazione. Le immagini sono disposte in un cilindro. In una civiltà che è molto attratta
dal movimento della foto anche nei primi film che hanno come soggetto il treno, il viaggio in
treno, coppia che balla animali in corsa. E’ più voluminoso e protagonista è la forma
cilindrica che produce un'illusione di movimento a figure statiche.

Zootropio deriva da zoe (vita) e tropo (giro) e significa ruota della vita.
Una serie di disegni riprodotta su una striscia di carta era posta all'interno di un cilindro
dotato di feritoie a intervalli regolari. Sempre grazie al principio del del fenomeno phi, la
rapida successione delle immagini produceva l'illusione di movimento.
Prassinoscopio

Precursore del cinematografo è Charles-Emile Reynaud inventa un apparecchio più


complesso. Uomo con ottime conoscenze scientifiche.

Inventa il prassinoscopio (1876) è un cilindro che contiene un altro cilindro al suo interno
ricoperto da specchietti
Parassioscoppio vuol dire osservare l’azione.
Il prassinoscopio utilizzava una striscia di immagini applicate in cerchio sulla superficie
interna di un cilindro girevole. Il prassinoscopio rappresentava una versione più evoluta dello
zootropio, poiché sostituiva le feritoie con una serie di specchi posizionati a 45°, così da
riflettere le immagini verso l'osservatore, permettendogli una visione pià chiara rispetto a
quella offerta appunto dallo zootropio.
Venivano sempre disegnate immagini a mano su strisce di carta che producevano diversi
momenti di un movimento, quindi c’è una similitudine con la pellicola.
Renayut è un pioniere del cinema e del cinema d’animazione, Charles-Emile Reynaud
inventa il teatro ottico un parecchio complesso in grado di proiettare immagini (disegnate
sempre dallo stesso Reaynald) e questo era fruito da più persone da un pubblico pagante.
Era uno strumento complesso con il quale si potevano creare veri e propri film.

Evoluzione del prassinoscopio, il teatro ottico consisteva di una serie di lastre di vetro,
dipinte a mano, montate su bande di pelle. Ogni banda era collegata alle altre tramite nastri
metallici forati agganciati all'ingranaggio di un tamburo ruotante, in modo da venire allineati
alla lanterna del proiettore. Collegando le strisce di immagini a una coppia di ruote simili alle
moderne bobine cinematografiche, Reynaud creò così una serie continua di immagini in
movimento, svincolandosi dal limite delle dodici immagini del precedente sistema del
prassinoscopio. Prassinoscopio voleva che la striscia copriva solo 12 immagini, mentre il
teatro ottico si liberava da questo limite. Le lastre venivano tutte dipinte a mano da
Reyanaud.
Pantomie luminose 1892
Sono la maggior produzione di Reynaud produzioni dell’autore ad un pubblico pagante.
(produzioni ottiche). Figura tragica quella di Charles- Emile Reaynald dato che non riuscirà a
competere all’invenzione dei fratelli Lumiere. Arriverà comunque a produrre 5 pantomime,
ne rimarranno 2 nel mondo. Aneddoto significativo è che l’autore getta nel fiume Senna le
sue pantomime poiché realizzerà che sono inutili di fronte all’innovazione dei fratelli
Lumiere).

(ESEMPIO: Pauvre Pierrot del 1892, racconto di corteggiamento e Autor d’une cabine del
1894 argomento il balneare)
Cronografia
Un’altra esperienza molto significativa che ci avvicina alla nascita del cinema e al concetto di
fotogramma è lo sviluppo della cronofotografia.

Edward Muybridge è un fotografo che inventa la cronografia, che vive e opera in Gran
Bretagna a lui si deve un esperimento (cronografia).
Fu un pioniere della fotografia del movimento.
Farà un esperimento dove in un grande capannone collocherà gli obbiettivi delle sue
fotocamere.
Esperimento di The Horse in Motion
Nel 1878, M. fotografò con successo un cavallo in corsa, utilizzando 24 fotocamere
sistemate parallelamente lungo il tracciato. Ogni singola macchina veniva azionata da un filo
colpito dagli zoccoli del cavallo.

Questa opera fu inoltre molto importante per i pittori (gli artisti si resero conto che
sbagliavano nella riproduzione del cavallo al galoppo). Questo movimento scomposto da
Muybridge fece percepire qualcosa di nuovo.
L’esperimento è l’opposto del cinema. Non da l’illusione di un movimento ma scompone il
movimento. Il cinema ci mostra il movimento nella continuità, il movimento ce lo mostra nello
scomponimento. Stampando questa linea e mettendolo in un giocattolo ottico si poteva
ottenere l’effetto del movimento. Grazie a questo movimento si scopri qualcosa di nuovo del
cavallo che non si sapeva (il fatto che al galoppo le 4 zampe si staccano dal terreno).

CINEMA DAL VERO vs CINEMA D’ANIMAZIONE


Il concetto di fotogramma è importante per capire il cinema dal vero e il cinema di
animazione.
Il cinema dal vero: riprende un movimento che esiste nella realtà. Possibilità di riprendere
la realtà in movimento che scompone il movimento reale in fotogrammi (di norma 24 al
secondo) e di ricomporli tramite un proiettore che proietta su uno schermo le immagini
registrate su pellicola in continuità le immagini registrate sulla pellicola. Il movimento dunque
esiste già nella realtà. Il principio tecnico su cui si basa il cinema dal vero è la possibilità di
riprendere la realtà in movimento per mezzo di un apparecchio (la cinecamera).
Il cinema di animazione: Il cinema di animazione crea un movimento, si mette l’oggetto
davanti alla cinepresa e si fa un singolo scatto. In questo tipo di cinema la realtà da
riprendere (disegni, oggetti, ecc) è statica e non dinamica. La cinecamera ha la funzione di
un apparecchio fotografico, a scatto singolo, fotogramma per fotogramma, e solo al
momento della proiezione della pellicola gli oggetti ripresi si “animano”. Creazione di un
movimento che nella realtà NON esiste e tramite tecniche (come questa qua sotto) lo
genera. Esso lavora sui singoli fotogrammi.
Diversamente dal cinema dal vero che riproduce sulla pellicola un movimento già esistente
nella realtà, il cinema di animazione crea un movimento che non esiste nella realtà. Lavora
cioè su oggetti statici (disegni o oggetti).
Il cinema di animazione si collega alla tecnica di ripresa.
- a passo 1 (stop-motion/frame by frame): la tecnica di ripresa a passo 1, usata abitualmente
nel cinema di animazione, usa una particolare macchina da presa capace di impressionare
un fotogramma alla volta. Dopodiché si sostituisce il disegno con uno che mostra una fase
successiva (oppure si sposta l’oggetto) e così via, fino a realizzare fotogramma per
fotogramma (frame by frame) tutto il fim. La tecnica di ripresa a passo uno, usata
abitualmente nel cinema di a. tradizionale, usa una particolare macchina da presa capace di
impressionare un fotogramma alla volta.
Noti autori: Tim Burton con “Nightmare Before Christmas” e “La sposa cadavere”. Vengono
utilizzati pupazzi.
In ogni caso c'è un'altra piccola differenza da ricordare nei disegni e nei pupazzi. (nel primo
caso vengono sostituiti i disegni e nel secondo vengono fatti muovere i pupazzi). La tecnica
rimane comunque la medesima ossia molteplici scatti. Quando si vuole fare un film da
disegni animati si pone davanti alla cinepresa disegno per disegno. Cinema d’animazione
che usa disegni riprende dall’alto mentre con i pupazzi riprende dal davanti, la cinepresa può
essere considerata una fotografica.

2° Argomento: fermo immagine (Freeze frame)


All’inizio il cinema è immagini, dunque frame e freeze frame.
Il fermo immagine è l’espediente tecnico che apparentemente riesce a rendere percepibile il
singolo fotogramma. Lo spettatore ha l’illusione di cogliere il fotogramma che compone il
film. È un illusione poiché non ci fa vedere il singolo fotogramma ma una serie di fotogrammi
congelati. Il fermo immagine è un procedimento che ci fa capire come esista il fotogramma,
ha delle valenze espressive, il film ha questo potere per marcare il fatto che non siamo
davanti alla realtà, ma a una costruzione della realtà. Il fermo immagine non si usa molto,
ma solo per allertare lo spettatore che si è davanti a una finzione dell’oggetto, il fermo
immagine non nasce subito con la nascita del cinema. Il freeze frame diventa importante nel
film d’autore e nel secondo dopo guerra. Nel caso del cinema moderno il fermo immagine è
molto usato molto in una chiusura che non si capisce, mentre nel cinema più vecchio si
riesce molto a capire come si chiude (nota di congelamento dell’emozione).

Definizione
Il fatto che ciascun istante di un film sia riducibile a un fotogramma, ovvero a un frammento
isolabile dal contesto, risulta in alcuni casi evidente grazie al fermo-immagine. || Non ci si
trova di fronte a un semplice blocco del fotogramma ma a una tecnica che procede per
fotogrammi congelati, capaci di mostrare solo alcuni passaggi di un'azione...Questo tipo di
congelamento operato sulla riproduzione di un movimento reale ha come scopo quello di
rendere irreale la sequenza, di marcare la sua dimensione atemporale, oppure di scandire in
modo dettagliato le varie fasi di un avvenimento.

Funzionamento
Il fermo-immagine è ottenuto utilizzando diversi fotogrammi successivi sui quali è
impressionata un'identica inquadratura. Soltanto attraverso una successione di fotogrammi
identici si ottiene un fermo-immagine. Non è una soluzione molto utilizzata ma la ritroviamo
in molte epoche. Questa tentazione di usare un freeze frame è sempre stata presente.

Utilizzo più frequenti dei fermo immagini:


- fine del film
- Inizio del film
-metà film

Esempi:
1. Il primo Freeze frame della storia del cinema. Il film si chiama “Tabarin di lusso”
(1928) A. Hitchcock. Britannico, film muto, una commedia di Hitchcock, dove peraltro
lo definisce come il suo peggior film. Il film non venne ben accolto all’epoca ma
presentava tante soluzione tecniche e stilistiche interessanti. Il film segue le
disavventure di una giovane ereditiera che si deve reinventare dato che pensa di
avere perso tutta la sua eredità.In essa il padre le fa credere che è caduta in
miseria. Il film frame a metà quando rimarca la dimensione a temporale del ricordo
del viaggio in crociera così che gli spettatori possono avere l’impressione di entrare
nei pensieri della protagonista e diventa un quadro dentro ad una vetrina.
2. I 400 colpi (1959) di Francois Truffaut racconta della adolescenza di Truffaut è un epilogo
e il freezer film è alla film è un 13enne che non è amato dalla mamma e dal patrigno e arriva
in riformatorio e poi in una partita di calcio riesce a scappare e va a realizzare il suo sogno
cioè vedere il mare e freezer film è sul suo volto giovanissimo. Questo film si conclude con
questo congelamento dell’immagine che fu poi imitato da moltissimi autori futuri. È un film
dal sapore autobiografico in cui Truffaut ripercorre la sua adolescenza. Il protagonista fugge
dal riformatorio per vedere il mare. L’ inquadratura finale va considerata come
semplice momento di conclusione ma c'è anche altro. In qualche modo è come se il
protagonista viene intrappolato all’interno dell'universo cinematografico. Questo finale
piacque molto e in altre pellicole successive accade spesso che il film si conclude con un
fermo immagine.

3. Wanda (1970) di Barbara Loden racconta la vicenda di onda in place. Basso budget,
povero, non piace alle femmine, si chiude con un freeze frame da sola, forse si è ispirata ai
400 colpi. Serve per marcare una irresolutezza per dare al pubblico la possibilità di
immaginare il proseguo o il fine ultimo. Fermo immagine sulla protagonista con uno sguardo
basso, figura di una donna ante eroica anti holliwoodiana, immagine molto sgranata. Il film si
conclude con un raggelante fermo immagine. Nel finale il suo amante viene ucciso e il
destino lascia immaginare che diventa una prostituta. In una certa misura parte delle
esperienze di Barbara Loden sono trasferite nel film (poco autobiografico).
Un immagine nel freeze frame che lascia un interpretazione di intrappolamento
cinematografico.

4. Picnic at Hanging rock (1975) di Peter Weir film australiano, in un cinema di nuovo
rilancio ottiene molti premi è molto famoso, fa anche attimo fuggente. Il film racconta un
picnick in una roccia vulcanica nel sud dell'austria e scompaiono delle ragazze e un
insegnante, parte con dei meccanismi del giallo dell'horror e però non da risoluzione e il
fermo immagine nella fine del picnic e nella perdita di alcune ragazze. Effetto rarrelety che
rimarca la dimensione a temporale del film, c'è anche la dissolvenza in bianco. Il freeze
frame ci fa capire irresolutezza. Allude alla dimensione atemporale del racconto. Nel cinema
moderno il finale grazie al freeze frame non è ben delineato ed è più aperto
all’interpretazione. Il destino dei personaggi non si chiarisce. In questo film il finale è
eternamente aperto. Il film è diretto da Peter Weir (grande attore e regista che dirigerà molti
film famosi come l’attimo fuggente, questo è il suo primo film e sarà di enorme successo in
Australia). Il film racconta di una scolaresca femminile che si reca a fare un picnic verso
questa roccia vulcanica. Ad un certo punto 3 ragazze ed un insegnate partono per una
passeggiata e non ritornano più. La sparizione non viene mai chiarita.Il freeze frame finale è
diventato di grande successo tanto da diventare immagine del poster del film. Effetto molto
suggestivo.
5. “Thelma e Louise” (1991) di Ridley Scott.
Il film grazie al fermo immagine riesce a concludere un senso di vittoria, nonostante il film
rimandi alla morte delle due protagoniste. Le due protagoniste decidono di fare una vacanza
ma compiono a loro malgrado atti criminali (tra cui l'uccisione di una persona). Sono dunque
costrette alla fuga poiché braccate dalle forze dell’ordine. Il film si conclude che loro
vengono circondate dalle forze armate ma, il freezer frame, sottolinea appunto un senso di
eterna vittoria e libertà. Qua sotto è mostrata l’iconica scena finale. Famosissima è la
conclusione di questo film.

Il freeze frame può anche essere usato anche all’inizio per introdurre il personaggio.
Esempi
La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra: migliore commedia della Hollywood classica e
nelle fasi iniziali del film abbiamo un congelamento sul personaggio protagonista ormai
diventato adulto. Il fermo immagine mostra il personaggio che comunica un certo tipo di
grandezza che nel film non raggiungerà mai.

Romeo + Giulietta (1996) di Baz Luhrmann: nel prologo del film ce un fermo immagine dove
è usato per introdurre i personaggi di contorno della tragedia. Il registra decide di
rappresentare le due famiglie con un fermo immagine.

IL FERMO IMMAGINE COME STRUMENTO DI RIFLESSIONE SUL CINEMA


In questo caso si parla di flessione metacinematografica, ossia sul cinema stesso, sul suo
funzionamento e poteri. Il fermo immagine in questo caso viene usato come strumento di
riflessione sul cinema. in questo caso un cinema sperimentale che viene adottata dal regista
per ragionare sulla comunicazione del cinema, un linguaggio del cinema.
L’uomo con la macchina da presa (1929) di Dziga Vertov.
Il documentario descrive la vita in Russia verso gli anni ’20. Il racconto della vita in Russia si
sviluppa parallelamente ad un’analisi della realizzazione di un documentario, dunque c’è un
perfetto rispecchiamento fra la forma del film e il soggetto. Vengono messe in scena tutte le
fasi della produzione del film. Questo è un film METACINEMATOGRAFICO.
Il fermo immagine infatti è molto presente all’interno di questo film.
Negli anni 20 esiste poi una corrente di film che si concentrano sulla vita delle città.
Il frammento di questo film mostrato contiene una vera e propria riflessione sul fotogramma
e sul movimento. Il regista infatti mostra:
1. i personaggi che si muovono
2. mostra i freeze frame di questi personaggi e luoghi
3. Poi passa a mostrare le porzioni di pellicola con i loro singoli fotogrammi (nella fase di
produzione).
4. L’autore poi ci riporta dentro l’illusione cinematografica.
La riflessione teorica viene presa a carico maggiormente dai film documentaristici (ma non
solo).
Viene mostrato il processo di costruzione e fruizione del documentario davanti a un pubblico
in sala. Il regista usa il freeze frame per mostrarci cosa sta riprendendo poi ferma con i
freezer film, l’oggetto di un fotogramma, la materialità del film il tagliare qualcosa, come un
film viene fatto e funziona, immagini di grande dinamismo.

Esistono dei casi estremi del freezer frame tipo:


La Jetèe (1962) di Chris Marker. Il regista è sperimentale e il film (che dura 28 minuti) quindi
un cortometraggio si compone in una successione di immagini fisse. Un film costruito da
Freeze Frame. La pellicola infatti si può definire come fotoromanzo.
Non si tratta di un documentario ma è un film che si costruisce attorno ad un soggetto
fantascientifico/apocalittico. Il carattere e bizzarro del film è aumentato proprio grazie all’uso
del Freeze Frame. E’ un film di avanguardia, l’opera è composta da immagini fisse e quindi
un freezer frame fa riferimento come se il film fosse composto da tutte foto con una
narrazione, è un racconto fantascientifico. Il fermo immagine riporta il rapporto di fratellanza
tra foto e film quindi c’è l’immagine con una narrazione, un suono.
Branca de Neve (2000) di Joao Cesar Monteiro. Il film si compone di fermo immagini
completamente neri. Nei film precedenti infatti il piano dell’immagine non era rifiutato mentre
qui per gran parte del film abbiamo Freeze Frame neri ma con una Voice-over che racconta.
L’opera è molto severa e tutto ciò rappresenta una riflessione sulla visione e non visione. In
molti momenti del film c’è uno schermo tutto nero molto lungo che spezza con delle
immagini continua il rapporto tra visibilità e invisibilità, foto e cinema, c’è un riferimento alla
favola Branca de Neve, immagini fisse che sono illustrazioni, con una voce narranti e poi ci
sono immagini in bianco e nero.
“con il passaggio prima all’elettronica e poi al digitale non ha più senso parlare di
fotogramma, ma si dovrebbe ragionare solo in termini di inquadratura. Il fotogramma inteso
in senso letterale, come traccia visibile sul supporto, è ormai destinato a scomparire,
essendo irrimediabilmente al rapporto della stampa su pellicola”

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