- PRASSINOSCOPIO (1878).
- JAMES WILLIAMSON
1) VISIONE di “Fire!” (1901) riprese dal vero, sequenze di
finzione,
linearizzazione del racconto.
Il film più famoso è del 1902, “Il viaggio sulla luna”. Abbiamo un’inquadratura che
rappresenta un unico luogo (scena) ma con più azioni. Anche il colore diventa
attrazione, i fotogrammi venivano colorati a mano uno per uno dagli operai (anche “Il
viaggio attraverso l’impossibile”, 1904). Tema del sogno ricorrente nel cinema
delle origini, rappresentati in sovrimpressione. Presenti dissolvenze incrociate quando
cambiano le scene. Racconto a quadri o “a stazioni”; Coincidenza tra scena e
inquadratura; Inquadrature autarchiche.
GIOVANNI PASTRONE:
2) VISIONE “Cabiria” (Itala Film, 1914) spettacolo visionario, scenografie
monumentali, uso della carrellata. Gabriele D’Annunzio collaborò per creare le
didascalie del film. “Sinfonia del fuoco” di Ildebrando Pizzetti. Storia ambientata nel 3°
secolo a.C., al tempo delle guerre puniche.
E’ un film che vuole collegare teatro, cinema, musica e pittura. Spettacolo molto simile
all’opera lirica, ma con la ricchezza della nuova arte visionaria.
Invenzione del CARRELLO usato in molte scene per avvicinarsi o allontanarsi dai
personaggi e far entrare lo spettatore dentro la finzione. Inserisce anche un’ampia
scala di piani (no attrazioni cinematografiche ma strumenti narrativi essenziali). Il
carrello permette di muoversi sulla scena e si avvicina ai personaggi per una maggiore
partecipazione emotiva.
- abbandona l’inquadratura autarchica e cambia il punto di vista anche durante una
singola scena.
FRANCIA:
- Serie noir e poliziesche: “Feuillade Fantomas” (1911); “Feuillade Les
vampires” (1917).
- Film comici-anarchici-caotici: fughe-inseguimenti.
- Melodrammi e storie patetiche.
- film più brevi, ad episodi.
Sono gli anni in cui il sistema del racconto viene proposto da nuovi film,
lungometraggi, ma anche presentato da nuove sperimentazioni in Europa. Nascono
dalle avanguardie artistiche e si diffonde poi nel cinema.
Non si parla più di “cinematografo” ma di CINEMA forma istituzionale per cui andare
al cinema significa la stessa cosa per vari paesi, andare in una sala cinematografica,
acquistare il biglietto e vedere la proiezione. Da qualcosa di eterogeneo a un momento
della vita quotidiana comune in tutti i paesi ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL CINEMA.
SEQUENZA: somma di più inquadrature che dipendono l’una dall’altra (non più
autonome).
Quando arriva il cinema delle AVANGUARDIE, si ritorna al mostrare, al subordinare il
racconto alla potenza delle immagini, ma non per tornare alla rappresentazione
primitiva, delle origini, ma per trasformarla e considerarla in ARTE e non
semplicemente come uno spettacolo NON RACCONTARE: MOSTRARE.
PITTURA, SCULTURA, ARCHITETTURA, DANZA ecc. fondano elementi artistici nuovi,
innovare l’idea che il cinema sia solo una questione di intrattenimento.
Cinema che frantuma i modelli conosciuti, un’arte che scandalizza e trasgredisce
la morale borghese e attacca le convenzioni. La modernità si annuncia con la
distruzione di ogni forma e modello tradizionale. (“Manifesto del futurismo”
(1909)).
AVANGUARDIE EUROPEE:
- rottura della sequenza narrativa rivendicando ogni libertà poetica di espressione.
- abbandono della linearità temporale e spaziale il cinema può spostarsi nello spazio
e nel tempo che vuole.
- Tema e sogno della “macchina”. La città, il corpo umano e l’occhio in particolare
erano considerati come macchine viventi.
Il futurismo presenta la sostituzione e rifiuto della bellezza classica (riferimento de “La
Vittoria di Samotracia”) alla bellezza moderna del movimento, della deformazione,
della dinamicità e sintesi (riferimento Giacomo Balla).
CINEMA NEL FUTURISMO “Manifesto della cinematografia futurista” (1916),
di Marinetti, Corra, Balla, Settimelli, Ginna, Chiti:
- “Occorre liberare il cinema come mezzo di espressione per farne lo strumento ideale
di una nuova arte, immensamente più vasta e più agile di tutte quelle esistenti”.
- “scomponiamo e ricomponiamo l’universo secondo i nostri meravigliosi capricci”
“scomporre e ricomporre” per fare capricci importanza del MONTAGGIO.
Abbiamo la teoria del cinema futurista ma di fatto non viene realizzato, in quanto non
hanno i mezzi per realizzare quello che il mondo ideale del futurismo crea (nella vita
futurista si voleva sorprendere i borghesi con sabotaggio, una sorta di “candid
camera”).
In realtà il futurismo è internazionale e lancia le sue idee altrove.
“Thaïs” (1917) “Diva-film” : nella parte finale, la specie di
camera del mistero, in cui la protagonista viene soffocata da dei
gas, è ideata dallo scenografo Enrico Prampolini (rapporti fra
futurismo e avanguardie europee: astrattismo, cubismo,
dadaismo), progettandola dando più importanza alle linee e
all’astratto rispetto alla figura.
LE AVANGUARDIE FRANCESI:
- CINEMA DI POESIA dadaismo, cubismo, surrealismo
- REALISMO POETICO sintesi fra poesia e narrazione (corrente tipica del cinema
francese che arriverà più tardi).
REALISMO POETICO:
Sintesi tra poesia e narrazione.
- Soggettiva come strumento narrativo nel cinema americano, per
mostrare cosa stava guardando un personaggio (SOGGETTIVA
CONTENUTISTICA) i francesi mostrano con una forma poetica
anche lo stato d’animo di un personaggio oltre che alla loro
visione (SOGGETTIVA PSICOLOGICA: lo spettatore si ritrova nelle
“L’Atalante” (Jean Vigo, 1934) Prima grande sintesi fra il cinema sperimentale
delle avanguardie e il cinema narrativo tradizionale.
Il “viaggio” di due giovani sposi uno alla scoperta dell’altro. L’uomo che perde la
donna in acqua, lui la cerca tuffandosi, non la trova ma la vede, con la mente. Viaggio
in barca = viaggio dentro di sé.
Solitudine di Juliette, non sa dove andrà e quale sarà il suo destino.
Sequenza del sogno pienamente surrealista, presenza delle avanguardie, liberare le
immagini dalla necessità di raccontare.
Ogni inquadratura di Vigo è sia realistica (oggettiva) che fantastica (soggettiva).
Presenti raccordi in soggettiva.
ESPONENTI REALISMO POETICO:
JEAN RENOIR (figlio del pittore), VIGO, MARCEL CARNE’.
JEAN RENOIR:
- usa vecchi obiettivi con una grande profondità di campo = messa a fuoco delle cose
lontane e vicine contemporaneamente.
- nasce il PIANO-SEQUENZA: inquadratura molto lunga che comprende tutto un
episodio. Non è in inquadratura fissa ma la cinepresa fa lunghi movimenti con carrelli
e panoramiche. Non è reale ma è l’effetto del reale. La durata dell’inquadratura
rappresenta l’intera durata temporale.
- importanza del FUORI CAMPO, personaggi che vanno e vengono dal riquadro.
5. LE AVANGUARDIE TEDESCHE
Nel 1919, nel Trattato di Versailles, le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale
impongono misure punitive in termini territoriali, economici e militari alla Germania.
- perdita delle colonie e di territorio della Germania
- Alsazia-Lorena ritorna alla Francia
“Heimat – eine deutsche cronik” (1984) guardare cosa succede alla gente
comune dalla prima guerra mondiale all’età contemporanea.
AVANGUARDIE TEDESCHE:
- ESPRESSIONISMO
- KAMMERSPIEL
- NUOVA OGGETTIVITA’
UFA (Universum-Film AG) 1917:
Inizio 1917 l’alto comando delle forze armate tedesche crea l’ente incaricato di
creare e diffondere filmati propagandistici (BUFA: Bild und Filmamt). Idea di una
grande società di produzione cinematografica controllata dallo stato e al servizio
dell’interesse nazionale.
Fine 1917 nasce a Berlino dalla fusione di diverse società private la UFA finanziata
dal governo tedesco, ministero della guerra e Deutsche Bank.
Ente incaricato di diffondere film di propaganda durante la prima guerra mondiale.
Idea di una grande società di produzione cinematografica controllata dallo stato e al
servizio dell’interesse nazionale. È a tutti gli effetti una casa di produzione statalizzata.
IL CINEMA ASTRATTO (ripreso dalla pittura astratta):
Kandinskij e Mondrian padri dell’astrattismo pittorico.
Cinema: mancanza assoluta di storie o di figure umane o di oggetti.
- ricerca della “musica visiva”, puro ritmo.
- Eggeling e Richter padri del cinema astratto.
“Rythmus 21”, Hans Richter 1921
(MATERIALE PROFILMICO tutto ciò che sta davanti alla macchina da presa.
PRATICABILI elementi della scenografia che possono essere attraversati dagli
attori).
1) ESPRESSIONISMO:
- Scomposizione dello spazio in linee.
- contrasto tra bianco e nero, luce e ombra.
- distorsione del segno (linea, colore, parola, suono, azione, immagine).
- pittura (Kirchner); teatro (Piscator); poesia (Benn); cinema (Wiene).
caratteristiche della pittura espressionista che passa al mondo del cinema.
Edvard Munch “L’urlo” crisi dei valori tradizionali: religione, ideologie, progresso,
solitudine dell’uomo moderno.
IL CINEMA ESPRESSIONISTA:
- tendenza pittorica e teatrale della messa in scena.
- deformazione dell’immagine e dello spazio e del segno.
- distorsioni create con trucchi tipo sovrimpressioni, apparizioni e sparizioni.
- fissità a durata delle inquadrature.
- conflitti (particolare del cinema espressionista) tra luce/ombra e bene/male.
Aggressività dell’immagine dato da queste differenze ANTINOMIE.
- distacco dal realistico.
- ricrea un mondo distorto che esprime il senso di smarrimento della società del
tempo.
5) VISIONE “Il gabinetto del dott. Caligari” (1919) Robert Wiene:
- esponente del cinema espressionista.
- lunghe inquadrature, film-incubo a due dimensioni. Serie di disegni viventi, crudele
magia.
- Raccordi non precisi, lo spazio si configura come un labirinto, un villaggio fantastico,
costruito fatto apposta per disorientare l’osservatore, una visione mentale.
Inquadratura che costituisce un’unità a sé. Costruzione volutamente ambigua.
- finestre e muri distorti, espressione di incertezza e paura.
- chiusura dell’immagine su se stessa.
- priorità dell’inquadratura singola rispetto al montaggio narrativo.
- CESARE il sonnambulo assassino: è un folle ma allo stesso tempo vittima di
manipolazione. Lo sguardo è verso la macchina, spalanca gli occhi con senso di terrore
minaccia verso lo spettatore, infrazione alla regola del cinema classico americano
che non permette mai agli attori di guardare in macchina in quanto si stacca dalla
continuità narrativa.
- il primo piano che ha aspetti demoniaci e persecutori o sofferenti.
(KONRAD VEIDT: attore espressionista che interpreta Cesare, trucco che è una delle
sue caratteristiche fondamentali, come una sorta di vampiro.)
- SCENOGRAFIE: Hermann Warm. Risultato di un gruppo di lavoro capitanato da Warm
con l’aiuto di Walter Reimann e Walter Rohig che studiarono il copione ed idearono
scenografie surreali create su tela dipinta ispirati ai modelli pittorici di Kirchner.
- EFFETTO SCHUFFTAN: Nome preso dal fotografo Eugen Shufftan, padre del cinema
virtuale. Poteva creare luoghi immaginari, un edificio piccolo disegnato su cartone
poteva essere proiettato e ingigantito con un gioco di specchi: creava un ambiente
grande senza grosse spese.
La Maquette: una tavola con una scenografia disegnata viene proiettata con uno
specchio sopra i personaggi (castelli, foreste, città fantastiche) trucco ideato per lo
stadio di “Metropolis”. Gigantismo della scena.
CARL FREUND: FOTOGRAFIA ESPRESSIONISTA:
1) luce trasversale
2) Macchina da presa vicina all’attore
3) contrasti di luce violenti
- “L’ultimo uomo”, “Metropolis”, “La mummia”.
FRIEDRICH WILHELM MURNAU:
Nasce in un a ricca famiglia di industriali tessili. La madre sostiene gli interessi artistici
del figlio (costante anche nella cultura tedesca del fatto che gli interessi artistici
vengono visti con grande sospetto). Studia storia, filosofia e arte. Attore nella
compagnia di Max Reinhardt. Esordisce come regista cinematografico con “Der
Knabe in Blau” (1919).
Altri film:
-“Nosferatu” (1922) ripreso dal racconto ottocentesco, il vampiro. Mantiene il
tema del doppio e del conflitto tra luce e ombra. Cinema e pittura; espressionismo e
kammerspiel; l’orrore che avanza.
- “Faust” (1926)
- “Tabu” (1931) realizzato in collaborazione con Robert Flaherty. In questo
periodo Murnau matura il mestiere di sceneggiatore.
- “Aurora (Sunrise)” (1927) negli USA campagna come luogo in cui si vive in
modo sicuro e legata ai valori tradizionali. Dramma sentimentale, racconta l’amore, la
debolezza, il bisogno reciproco e le tentazioni di due amanti. Amore e seduzione.
2) IL KAMMERSPIEL:
- “teatro da camera”.
- contrario dell’espressionismo e ritorno al realismo.
3) LA NUOVA OGGETTIVITA’:
- deformazione immagini in maniera caricaturale.
- realismo grottesco
- unione di riprese dal vero con storie recitate.
- pittori: George Grosz (“I pilastri della società”, 1926) e Otto Dix.
PHILIP JUTZI (esponente della nuova oggettività):
- realismo delle storie.
- problemi sociali e drammi umani.
- mescola riprese reali con scene di finzione.
- film: “Il viaggio di mamma Krausens verso la felicità” (1929)
scenario di classi agiate e capitalismo nutrito dalla fame della povera gente, si include
un nuovo modo di rappresentare la “femme fatale”, punto di unione tra Hollywood e il
cinema tedesco):
- “La via senza gioia” (1925) con Greta Garbo. Degrato e sofferenza di Berlino e
della piccola borghesia.
- “Diario di una donna perduta” (1929) con Louise Brooks.
- “Lulu” (1928) con L. Brooks. Ritratto di una donna sensuale ed energica con i
capelli neri a caschetto e splendenti, è il mito della nuova “femme fatale” che porta
piacere e distruzione nella vita degli uomini.
6. IL CINEMA SCANDINAVO
Non presenta degli episodi di avanguardia in senso stretto ma porta delle innovazioni
importanti nel cinema.
VICTOR SJOSTROM:
Uno dei padri del cinema svedese, nel 1921 realizzò “Il carretto fantasma” (tratta
temi come la solitudine dell’uomo).
Nel 1918 realizza “I proscritti” che racconta il rapporto tra uomo e natura, entrambi
crudeli. Presente un forte rapporto tra CINEMA/PITTURA come nell’espressionismo
tedesco e le avanguardie francesi.
7. LE AVANGUARDIE SOVIETICHE
I MAESTRI:
Idee comuni rifiuto del cinema come spettacolo e intrattenimento. Lo spettatore
deve essere vigile, all’erta, stimolato da sempre nuovi.
1) DZIGA VERTOV
TEORIA DEL “CINEOCCHIO”:
2) SERGHEI EJZENSTEJN:
LA TEORIA del “Montaggio delle attrazioni” (1924):
- riflessione sullo spettatore.
- Combinazione delle immagini o montaggio (Griffith).
- nel montaggio continuo tutto è chiaro ed esplicito.
- il montaggio delle attrazioni è implicito, suggerisce, propone associazioni inedite, fa
pensare.
- il montaggio delle attrazioni è molto diverso dal montaggio parallelo o alternato: la
storia non è chiara e ordinata, ma è tutto disordinato, scomposto e ricomposto, cosa
che allo spettatore dà un senso di smarrimento. nasce la “Teoria degli stimoli”: il
montaggio non deve fornire la storia o l’azione già completata, ma deve stimolare
l’immaginazione e il lavoro intellettuale dello spettatore. Tutto infatti, deve essere
frammentato.
“Sciopero” (1925)
- inquadrature brevissime.
- abolizione montaggio contiguo.
- lo spettatore deve ricostruire il senso dell’evento.
- “CINE-PUGNO” : montaggio delle attrazioni, primo piano come attrazione e
aggressione emotiva, scuotere lo spettatore, per attivarlo e scuoterlo. Contro il
pericolo che lo spirito quotidiano piccolo-borghese contamini la rivoluzione.
- Sequenza finale famosa montaggio parallelo della strage zarista, gli operai
trucidati e un bue al macello: si parla del “MONTAGGIO INTELLETTUALE”,
l’eliminazione dei raccordi, non c’è nessun collegamento spaziale o temporale ma
solo logico.
3) di volumi (grande-piccolo)
4) di masse (pochi-molti)
5) di spazi (vasto-stretto)
6) di luci (buio-luce)
(Ejzenstejn e Pudovkin pensano che il sonoro non deve adeguarsi alle immagini come
nel cinema narrativo ma deve essere una cosa a parte o addirittura in conflitto con
esse).
I MAESTRI:
- CHARLIE CHAPLIN
- BUSTER KEATON
- ERICH VON STROHEIM
- Personaggio che sta dalla parte dei meno fortunati e difende i poveri, ma si
trasforma facendo vedere la sua rabbia nei confronti dei
personaggi negativi. Vendicatore dei deboli e degli
oppressi, la vittima indifesa che si ribella e riesce sempre
a vincere.
- La creazione del personaggio: the Tramp (il vagabondo) e
Charlie (Charlot in Europa).
Il Vagabondo, è una sorta di maschera della sua
contemporaneità che racconta anche la sua storia
personale. Da questo personaggio prenderà il via del suo
alter ego. Abbigliamento: cappello troppo stretto,
pantaloni troppo corti, bastone troppo esile contrasti
ma con il giusto mezzo, ideali borghesi.
- Le opere di Chaplin erano così amate che nel periodo del
suono vennero sonorizzate, con tanto di rumori e colonne sonore.
Visione “The Cure” (1917) Chaplin è un alcolista che va
in una clinica per disintossicarsi
- comica di 1834 piedi, 19 minuti, 181 inquadrature, 6 secondi di
durata media per inquadratura, vicina al “Potemkin” di
Ejzenstejn.
- primo film di Chaplin pienamente maturo.
- ambientato in una casa di cura, scarso numero di luoghi, 5
spazi diversi mostrati.
- film diretto e interpretato da lui.
- maturità linguistica e stilistica di Chaplin regista.
- il personaggio rimbalza da una stanza all’altra.
- corpo estremamente elastico, dinamico e minuto.
Danza della cinepresa: montaggio di pezzi brevissimi (6 secondi in media, nel 1917).
- “Il monello” (1921)
CHAPLIN E LE MACCHINE:
“Tempi moderni” (1936)
- rifiuto del cinema sonoro e costruisce le gag come se fossimo ancora nel periodo del
muto.
- gioco fra Charlot e le macchine: elemento di satira sociale molto vistoso.
- Satira della catena di montaggio.
- la macchina nutritiva.
- gli ingranaggi.
- contro l’alienazione del lavoro industriale (fabbrica fordista) avvicina Chaplin a
posizioni comuniste (cacciato dagli Stati Uniti anche per questo).
L’ATTORE-CITAZIONE:
A differenza di Chaplin che riuscirà a inserirsi nel cinema del sonoro, Keaton cessa la
sua produzione fermandosi al cinema muto, ma diventerà un attore-simbolo dell’era
del muto nel cinema sonoro. Compare in film sonori come:
- “Viale del tramonto” (1950) di Wilder
- “Luci della ribalta” (1952) di Chaplin
- “Ai confini della realtà” (1961) serie tv
- “Film” (1965) di Beckett
Parla della storia di una giovane ragazza figlia di immigrati e di suo marito, che prima
la ama alla follia e poi la uccide.
Parabola dell’avidità umana. Diventa un’opera maledetta perché nessuno riesce a
confezionarla in una versione accettabile dal pubblico. Il protagonista inizialmente
sembra una persona tranquilla ma diventa in realtà subito violento. Porta tutto alla
rovina, forza una donna di sposarlo e successivamente troverà la sua autodistruzione.
- prima grande sfida e provocazione sociale e culturale.
- Realismo e metafora uniti.
- Presenta un contrasto di inquadrature: se il primo piano sembra lieto, lo sfondo
spesso era tetro o addirittura terrificante (scena del matrimonio in primo piano con un
funerale sullo sfondo.
- osservazione crudele dei volti e corpi.
- profondità di campo delle origini usata in modo metaforico per sottolineare i contrasti
delle inquadrature.
- contrasto fra primo piano e sfondo dentro una sola inquadratura:
1) AVAMPIANO: matrimonio
2) SFONDO: funerale dietro la finestra
3) AVAMPIANO: si ritorna al matrimonio dopo aver collegato i due elementi.
- realismo metaforico: descrizione
- profondità di campo per drammatizzare la situazione.
- profondità di campo metaforica: presentimenti
- sguardo in macchina: coinvolgimento dello spettatore.
“What a country!” critica alla società americana.
- realismo metaforico: descrizione del pranzo di nozze; i personaggi grotteschi (Nuova
oggettività tedesca).
LO STILE:
- realismo e metafora.
- il primo piano simbolico.
GLORIA SWANSON
(mondo fantastico, altolocato. Attrice drammatica, donna fatale
ma sa lavorare anche nella commedia).
IL CONTESTO AMERICANO:
- la grande crisi del 1929.
- il New Deal e Roosvelt.
- il rilancio dell’ottimismo.
- il ruolo del cinema.
- la costruzione del racconto classico come visione del mondo positiva, come fuga.
LA DIVISIONE DEL LAVORO:
STUDIO SYSTEM: I MESTIERI DEL CINEMA
Studio System sistema di produzione in cui tutte le fasi del film sono sotto il
controllo di una sola casa produttrice.
- ruolo modesto del regista (director): deve solo dirigere gli attori e la sceneggiatura
gli viene affidata.
- Soggetto (story).
- sceneggiatura (screenplay)
- riprese (operator)
- scenografia e costumi (art director)
- fotografia (cinematographer)
- montaggio (editing)
PRODUCER SYSTEM:
Ruolo preminente del PRODUTTORE:
- sceglie il soggetto, la sceneggiatura, il cast
- controlla le riprese e l’edizione finale
- la Metro Goldwyn Mayer e il produttore IRWING THALBERG
- F.S. Fitgerald “L’ultimo Magnate” (1940); “Gli ultimi fuochi” (Kazan, 1976).
IL PRIMATO DELLO STILE CLASSICO HOLLYWOODIANO:
- 1915 modo di rappresentazione istituzionale e costruzione del film narrativo
CONTINUITY SYSTEM
- Continuità spazio-temporale perfetta = ILLUSIONE REALTA’ CODICE HAYS
(riguarda la censura, prodotto che autoregolamenta quello che i film Hollywoodiani
possono o non possono far vedere. Garantisce che i prodotti non possono essere
Majors:
- Paramount
- MGM SCENEGGIATURA DI FERRO (limitava il potere del regista
e
- Fox gli si impediva di abbandonarsi a improvvisi estri
creativi.
- Warner Era indicato tutto, dialoghi, azione e inquadrature.)
- RKO
HOUSE STYLE / STUDIO LOOK
(elementi e generi che identificano la casa di
produzione)
Minors:
- Universal
- Columbia BLOCK BOOKING
- United Artists
IL GENERE:
Organizzazione della narrazione e della messa in scena governata da precise
convenzioni.
(Esempio: WESTERN: XIX secolo, frontiera del west, pistoleri, cow-boy, contadini……).
Sistema regolatore per la produzione e scelta del tipo di spettacolo da vedere per lo
spettatore.
IL SISTEMA DEI GENERI:
1) MUSICAL
2) COMMEDIA (“Susanna”, 1938)
3) MELODRAMMA (“Via col vento”, 1939)
4) WESTERN (“Ombre rosse”, 1939)
5) HORROR (“Dracula”, 1930)
6) GANGSTER MOVIE/NOIR (“Il falcone maltese”, 1941)
1) IL MUSICAL
- WARNER BROS Musical metalinguistico. (“42nd street”, 1933).
- RKO musical e commedia sofisticata.
Fred Astaire e Ginger Rogers: virtuosi del tip tap (“Cappello a cilindro”, M.
Sandrich, 1935).
- MGM: Judy Garland musical sfarzoso e spettacolare (“Il mago di Oz”, 1939).
2) IL GANGSTER MOVIE:
- WARNER BROS - “Little Caesar” 1931, con Edward G. Robinson; “The public
enemy” 1931, con James Cagney.
- UNITED ARTISTS “Scarface” (1932).
3) L’HORROR:
- UNIVERSAL “Dracula” (1931); “Frankestein” (1931); “La moglie di
Frankestein” (1935).
- RKO “King Kong” (1933).
4) LA COMMEDIA:
Genere più importante e più antico.
Intorno a questo genere, si muovono grandi registi.
- Frank Capra e la “commedia sociale” “Accadde
una notte”, 1934 con Clark Gable e Claudette
Colbert il giornalista povero Peter incontra Ellie,
ereditiera e in fuga dal padre che vuole impedire il
suo matrimonio con un aviatore. Peter si prende cura
di lei e si innamorano, ma il loro amore non può
andare a buon fine perchè il padre di lei vuole che si
sposi con un uomo ricco. Dominaza assoluta
dell’azione; lo spettatore è coinvolto fino in fondo.
La cinepresa, ovvero il narratore, si sposta dove vuole
a seconda del dialogo, e con lui lo spettatore.
- Ernst Lubitsch e la “Sophisticated Comedy”, caratterizzata dai dialoghi e situazioni
divertenti, bella costruzione drammaturgica e attori competenti “Ninotchka”,
1939 con Greta Garbo.
- Howard Hawks e la “Screwball Comedy” “Susanna”, 1939 con Cary Grant e
Katharine Hepburn.
Più tardi la commedia diventa più cupa e amara, Billy Wilder fa vedere il lato più
amaro e disincantato della commedia ma lo arricchisce con umorismo e psicoanalisi
freudiana. Per lui la commedia è una tragedia mascherata da un sorriso malinconico.
La commedia, ridà agli spettatori la fiducia nei rapporti umani, società, lavoro, che si
era persa con la crisi del ’29.
LO STAR SYSTEM:
- la star è un prodotto dell’industria e una sua proprietà.
- Manipolazione e costruzione dell’immagine. Corpo dei divi come oggetto da plasmare
a scopo di lucro.
- IL DIVO : non recita ma è solo un’immagine confezionata che si offre allo sguardo
del pubblico.
L’ATTORE: è un professionista in grado di interpretare molte parti e creare
personaggi, mette in gioco la sua professionalità.
- Vita privata gestita dallo studio.
- Contratti di lunga durata e ricatti (minimo 7 anni).
- Maquillage e chirurgia plastica.
- (Bette Davis si ribella a queste regole per gli attori e dichiara guerra alla Warner).
“Viale del tramonto” di Billy Wilder (1950)
Racconta una storia di star. Presente anche Buster
Keaton. Viene raccontata la storia della diva Norma Desmond (interpretata da Gloria
Swanson, ha vissuto realmente le vicende della storia) l’attrice in declino che era
famosissima negli anni ’20, ma ora abbandonata e dimenticata. Si riallaccia in
generale alla decadenza delle star del muto. Contempla le immagini di sè da giovane,
vede e conosce solo se stessa, per lei il tempo non passa (divo legato al fotografo che
crea l’immagine).
IL MODELLO DELLA NARRAZIONE CLASSICA:
- narratore onnisciente.
- lo spettatore al centro del mondo (diegetico) la cinepresa.
- onnipresenza macchina da presa. (la cinepresa si sposta dove vuole a seconda del
dialogo, e con lui lo spettatore).
- invisibilità macchina da presa.
- il punto di vista di Dio (è talmente onnisciente lo spettatore, e integrato, che sembra
avere un enorme potere. In realtà è inserito in una situazione di totale passività (buio
e silenzio in sala).
CAMPO-CONTROCAMPO:
Il campo-controcampo come esempio di trasparenza: lo spettatore si trova sempre al
posto di chi ascolta per vedere bene chi parla (“Il grande sonno” di Hawks, 1945
spettatori che guardano come se fossero accanto al protagonista ma allo stesso
tempo sono al di fuori e lo vedono impaurito).
L’ILLUSIONE DI REALTA’:
Lo spettatore non deve pensare di essere al cinema, ma davanti a una finestra da cui
guarda il mondo senza essere visto. Sistema di regole con cui il film dà allo spettatore
l’illusione di trovarsi nel mondo reale.
Evitare
1) sguardi in macchina;
2) voce over del narratore (presente solo all’inizio).
3) inquadrature lunghe e in profondità di campo.
4) montaggio sperimentale: scavalcamenti di campo, split-screen, montaggio
parallelo, ellissi, reaction shots, rumori insignificanti…
TRASPARENZA DEI CODICI:
4 imperativi per un cinema comprensibile a tutti:
- LEGGIBILITA’: semplificare l’inquadratura, chiarezza della narrazione.
- DRAMMATIZZAZIONE: schema chiaro dei contrasti tra luci, piani, posizioni e azione
(buoni/cattivi, bene/male...).
- GERARCHIA DENTRO LE IMMAGINI: avampiano sempre più importante dello sfondo.
- GERARCHIA PERSONAGGI: trattamento visivo differente per protagonisti e comparse.
8) VISIONE “Susanna” (1938)
Contrapposizione tra i due protagonisti:
l’intellettuale (paleontologo) bloccato nella sua
dimensione, maldestro e la vivacità di Susan,
che porta caos e disordine nella vita rigida e
ordinata di David. E’ la donna ad essere il
motore e centro della storia, è il libero flusso
desiderante: l’energia della new woman che si
impone nella realtà borghese e moderna
americana.
Il genio femminile, l’eroina degli anni ’30, trascina il compagno in una serie di
situazioni imbarazzanti. Contrapposizione anche tra la fidanzata Alice e Susan.
Liberazione del leopardo feroce simbolo della liberazione di un disordinato stato di
natura che si contrappone all’ordine iniziale. Il crollo dello scheletro del brontosauro
alla fine del film è segna la vittoria del caos. Presenti molti doppi sensi e allusioni nei
dialoghi.
Doppiaggio in italiano solo 10 anni dopo, lo vediamo quando il cinema hollywoodiano
viene bloccato dall’Italia. Dinamica dei personaggi censurata dal doppiaggio italiano,
censurata anche la parola “gay”, ma che appare per la prima volta sugli schermi degli
USA. Battute pronunciate da Susanna censurate dal doppiaggio italiano poiché troppo
rigide e pesanti. Il personaggio femminile è il motore dell’azione, è estremamente
diverso, nuovo, può permettersi qualsiasi cosa. L’attrice è Katrine Hepburn. Questo
film si conclude con un lieto fine, ma mancano una serie di premesse al fine di
mostrare che la loro sarà una vera e propria relazione di coppia. Situazioni non
esattamente edificanti tra i due protagonisti. Il regista del film è uno dei più grandi
autori di Hollywood. C’è una sorta di conflitto aperto all’inizio del film, quando lei parla
del rapporto di coppia, conflitto che si rinnova successivamente.
Il personaggio maschile (Cary Grant), è inconsueto, perché inetto, ricorda il comico
Harold Loyd, ha un’incapacità di muoversi autonomamente, nella sequenza con la
vestaglia l’attore trova il suo unico momento in cui non è passivo ma perde la sua
mascolinità. Uno dei primi scandali hollywoodiani è stato quello dell’omosessualità di
Cary Grant. Commedia che si tiene molto in bilico, nell’osservanza della sua
trasgressione, sono in azione due elementi contrapposti.
IL CONCETTO DI AUTORIALITA’:
Nel cinema espressionista tedesco, l’autore era lo sceneggiatore. Nella Hollywood
classica viene rivisitato il concetto del cinema classico, ogni autore deve costruire la
propria differenza rispetto agli altri.
- storie raccontate in un dato insieme di film (POETICA) la poetica consiste
nell’insieme dei temi, delle storie, dei personaggi costruiti da un autore.
- modo di raccontare e filmare storie (STILE) lo stile è la somma delle scelte
espressive di ciascun regista, riguarda le inquadrature e le forme di recitazione o
montaggio che possono essere trasgressive e intense. Ogni autore di Hollywood sa
trovare dentro le regole dello stile classico la possibilità di manifestare le sue esigenze
stilistiche e personalità. Sanno inserire dentro i loro film alcuni tratti stilistici costanti
che fanno la differenza rispetto ad altri: le “marche d’autore”.
- western come mito di fondazione della civiltà americana, mitologia che celebrava la
battaglia per la libertà ed uguaglianza. Racconto della lotta contro la natura selvaggia,
gli indiani e i banditi, difesa dei deboli. il genere Western era quindi uno dei
maggiori strumenti di unificazione del paese.
- Ford poteva trasgredire quanto voleva perchè le sue opere erano troppo importanti
culturalmente e non potevano essere censurate.
- molte scene girate in profondità di campo (fastidiose perchè ostacolano la leggibilità
del film).
- inserisce in ogni film la sua visione complessa del mondo e della vita.
- “Ombre Rosse” (1939) Ringo (John Wayne) appare improvvisamente dal nulla
nel deserto a salvare la carovana inseguita: zoom in avanti nell’apparizione, per
proporlo in maniera molto forte allo spettatore, indicandolo anche come soggetto
predominante nel racconto.
- epica americana, viaggio, frontiera, nascita di un grande paese.
- SPAZIO: La Monument Valley, dove Ford gira quasi tutti i suoi western, è emblema
del nuovo mondo sconfinato e aperto a tutto e tutti.
- Definisce il suo cinema ma non viola le regole.
- “Sentieri Selvaggi” (1956) Film a colori (il colore arriva a costituire la norma
del cinema quando viene introdotta nelle case) tv in bianco e nero e formato
quadrato, cinema a colori in quanto deve offrire qualcosa di più anche con il formato
orizzontale (panoramico).
Il capo indiano Scar, rapisce Deborah e ne fa la sua squaw. Ethan e Martin la cercano
per 10 anni. Deborah (Debbie), è diventata una donna e vive con Scar. Uno dei due la
ritrova, è tentato di ucciderla, ma poi la riporta a casa e se ne riparte per il suo destino
di uomo solo. Una sorta di happy end: la ragazza non viene uccisa ma l’eroe rimane
solo eroe che salva gli altri ma mai se stesso.
2) ALFRED HITCHCOCK:
- si identifica con il genere thriller facendo il grande salto ad Hollywood, genere
definito dalla suspence e diventa un maestro assoluto.
- non è americano ma inglese che continua a fare film già dal periodo muto, dove si
trovano costanti in tutto il suo cinema.
- Compromesso porta elementi di forte infrazione dal cinema classico ma allo stesso
tempo si inserisce perfettamente nel cinema classico hollywoodiano
- Suspence VS sorpresa la sorpresa è qualcosa che accade all’improvviso e che
sorprende appunto lo spettatore;
9) VISIONE “Rebecca, la
prima moglie” (1940)
Incipit del romanzo di Daphne
du Maurier, ambito onirico che
racconta.
Immaginario romantico:
notturno, chiaro di luna,
sentiero tortuoso, cancello chiuso attraversato per una
“soprannaturale potenza”. Gioco espressionista di luci ed ombre per introdurre la
narrazione, costituita da flashback.
LE RIVISTE:
- ruolo molto importante delle riviste in questi anni.
- rivista “PRIMATO” dibattito sul realismo.
- rivista “CINEMA” diretta dal figlio di Mussolini, Vittorio. Nasce per dare vita ad una
nuova industria cinematografica internazionale. Dibattito sul cinema che vorremmo.
Il realismo. Ritorno a Verga e alla tradizione realista della letteratura italiana. Cinema
come “arte rivoluzionaria ispirata a un’umanità che soffre e spera”. Collaboratori:
Giuseppe De Santis, Gianni Puccini, Carlo Lizzani, Pietro Ingrao, Umberto Barbaro,
Cesare Zavattini, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti.
- NO manifesto, ma MILITANZA INTELLETTUALE.
- neorealismo letterario come riferimento (Verga)
- neorealismo cinematografico
- avviano un dibattito nazionale che investe l’idealismo crociano sostituendogli il
realismo e ricollegandosi alla sua tradizione fino a quel momento minoritaria nella
cultura italiana dall’Unità (ma anche alla letteratura americana e alla Neue
Sachlichkeit tedesca).
- articoli importanti:
1) Mario Alicata e Giuseppe De Santis, “Verità e poesia: Verga e il cinema italiano”
nella rivista “Cinema”, 10 ottobre 1941 la poetica del pedinamento, seguire passo
passo la vita quotidiana di una persona qualunque.
2) Zavattini nella rivista “Cinema” contemplazione come azione conoscitiva.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE:
- scarsa convinzione sulla guerra (nel film “Roma città aperta”, l’ufficiale nazista
ubriaco).
Bombardamenti degli obiettivi civili, paura e ansia nella popolazione.
I FILM PRE-NEOREALISTI:
1) “Quattro passi tra le nuvole” (1942) contrasto fra città e campagna.
2) “I bambini ci guardano” di De Sica (1943) la solitudine dei bambini, male dei
bambini dato dai genitori che si separano. Termina con il bambino che rifiuta la madre
perché ha portato il padre a suicidarsi. Il bambino finisce in un istituto, diviene orfano.
3) “Gente del Po” di Antonioni (1942) azzeramento della storia a beneficio del
paesaggio.
4) “Ossessione” di Visconti (1943) rovesciamento dei modelli degli anni ’30.
Film tratto dal romanzo “Il postino suona sempre due volte” di James Kane. Vicenda
Noir. Ambientato nella pianura padana, lingua con dialetto dei paesani. Visione della
vicenda romanzesca che rappresenta di più il realismo.
CAOS E CONFUSIONE:
- NEOREALISMO: ricerca di nuove forme per interpretare il mondo nuovo.
- Ambiguità del reale.
- La cinepresa è coinvolta nelle scene che mostra (soggettività della cinepresa).
- Fine del punto di vista di Dio
- lo sporco, l’anarchia, la paura
- Il senso tragico della realtà.
dell’esecuzione di Don Pietro (Aldo Fabrizi), nel film era un ufficiale nazista, nella
realtà era un ufficiale fascista, italiano. Viene rielaborato il mito dell’Iliade.
TRE GRANDI MAESTRI, TRE IDEE DIVERSE DI NEOREALISMO:
1) ROBERTO ROSSELLINI:
“Il realismo per me, non è altro che la forma artistica della verità” realismo come
“atteggiamento di amore verso la realtà”.
- Il rapporto con l’altro:
1) “Roma città aperta” (1945);
2) “Paisà” (1946) il titolo nasce dal grido di riconoscimento e fratellanza dei
napoletani che si incontrano in terre straniere, ma in realtà sono tutti soli, nessuno
incontra nessuno (incontri mancati). Culture che non s’incontrano. Sacrifici inutili. Joe e
Carmela (1° episodio sulla liberazione, ma tutti segnati dall’incapacità di riconoscersi
ed incontrarsi).
3) “Germania anno zero” (1947) un bambino, Edmund, nella Berlino distrutta,
avvelena il padre invalido per togliere un peso alla sua povera famiglia. Il bambino ha
un volto misterioso che non comunica, vaga fra le rovine della città rasa al suolo dai
bombardamenti alla ricerca di cibo, persone e calore. Edmund è il primo grande
simbolo dell’uomo moderno. Rossellini “non dimostra, mostra”. Crollo di tutte le
ideologie.
dei primi film che mostra lo “spaesamento” culturale che trova in questo, la soluzione
per la ricerca di se stessa.
4) “La paura” (1954) meno significativo ma molto drammatico. Fine provvisoria
della parabola cinematografica di Rossellini. Storia di paura, soggetti incompresi. Irene
Wagner, moglie di uno scienziato che studia gli animali, lo tradisce. Lui se ne accorge
e la fa ricattare da una sconosciuta, per studiare il comportamento degli animali
impauriti.
Rossellini continuerà e fare film ma soprattutto per scopi didattici (anche documentari
per la Rai).
2) LUCHINO VISCONTI:
Articolo “Cinema antropomorfico” sulla rivista “Cinema”, ottobre 1943:
“Perché l’attore è prima di tutto un uomo. Possiede qualità umane-chiave. Su di esse
cerco di basarmi, graduandole nella costruzione del personaggio: al punto che l’uomo-
attore e l’uomo-personaggio vengano ad un certo punto ad essere uno solo” mentre
stava lavorando ad “Ossesione”.
Gavetta con un regista francese, era stato il suo assistente alla regia. Diventa anche
regista teatrale.
IL CINEMA ANTROPOMORFICO chiede agli attori una particolare aderenza alla realtà.
La ricerca è sempre quella della verità. Il dominio dell’estetica è sottoposto al
ragionamento etico. “Spesso, attori meno illustri sul mercato, ma non per questo
meno degni di attirare la nostra attenzione, ne posseggono altrettante. Per non
parlare dei non attori, che, oltre a recare il contributo affascinante della semplicità,
spesso ne hanno di più autentiche e di più sane, proprio perché, come prodotti di
ambienti non compromessi, sono spesso uomini migliori”.
quando la teoria del neorealismo arriva al cinema porta il senso del vero che è
frutto di una costruzione. Gli attori erano i meno illustri sul mercato, non provenivano
dal teatro maggiore, quello borghese, ma dal mondo del teatro popolare.
“Il più umile gesto dell’uomo, il suo passo, le sue esitazioni, e i suoi impulsi da soli
danno poesia e vibrazioni alle cose che li circondano e nelle quali si inquadrano”. Gli
attori si muovono come se fossero nella realtà. Ci deve essere una stretta relazione tra
ambiente e personaggi.
“Ossessione” (1943)
E’ la storia di due amanti, Gino e Giovanna, che uccidono il marito di lei per vivere
insieme e poi si accorgono di non avere un futuro. Due esseri umani con le loro colpe.
- La protagonista Giovanna, come Pina in “Roma città aperta”, sono le prime donne
reali, ben lontane dall’immagine artefatta che creava lo studio system. Sono donne
verem disordinate, sporche, gridano e corrono scomposte.
- film pre-neorealista.
- si uniscono due tendenze: 1) noir americano: racconta una vicenda nera;
2) il neorealismo: rappresenta il vero, povertà, sporcizia e sensualità: nascita della
donna moderna, soggetto del desiderio sessuale e non oggetto del maschio.
- poetica degli sconfitti e dei perdenti il finale è tragico, i protagonisti muoiono dopo
essere stati perseguitati dal senso di colpa per aver ucciso il marito della donna.
- Gino è un vagabondo e trova Giovanna in una caverna. Lei viene sempre mostrata
nella quotidianità del popolo.
- parallelismo con Lana Turner e John Garfield.
povertà dopo una vita decorosa. La solitudine dei vecchi. Una deriva nella città eterna
(Roma).
CESARE ZAVATTINI TEORICO DEL NEOREALISMO:
- “il banale non esiste”.
- la “Meraviglia” vedere con pazienza insaziabile, educarci alla contemplazione del
nostro simile nelle sue azioni elementari.
- la poetica del “Pedinamento”: per lui la macchina da presa deve essere trattata
come una penna che scrive su un diario. Si racconta un personaggio mentre si segue
anche se questo non fa niente.
- la lezione dei Lumière: modi di inquadrare la realtà.
- lasciare che la realtà si faccia storia.
INFLUSSI:
- neorealismo
- film documentario
- cinema americano
- televisione
I FILM DI CULTO
- Ejzenstejn, De Sica, Dreyer
- cinema americano di serie B
- Jean-Pierre Melville (il polar francese)
UNA SCUOLA ARTISTICA:
- politica degli autori
- fare film personali, scritti e concepiti dal loro autore
- piccolo budget e autoproduzione
- contro “Le cinéma du papa”
UNA PASSIONE TRAVOLGENTE:
- la Nouvelle Vague travolge l’assetto tradizionale del cinema francese
- “Positif” vs. “Cahiers”
- Autant-Lara vs.Truffaut
RAPPORTO CON LA TRADIZIONE:
- nasce il concetto di cinema classico
- amore per la tradizione ma anche distacco: fine dei miti
- gli eroi non sono più esseri superiori ma uomini e donne comuni (la lezione
neorealista)
- i generi classici: recupero e trasformazione
LA NOUVELLE VAGUE “CONTRO”:
Contro il “cinema classico”:
- rottura con il linguaggio cinematografico fisso e codificato
- Nuovo assetto produttivo e distributivo (1955 prima legge europea di sostegno al
cinema)
- nuova concezione dello spettatore cinematografico: più riflessivo e meno passivo
I GENERI RIVISITATI:
- dal noir al nuovo poliziesco
- l’eroe è un giovane debole (neorealismo), ma:
- adora gli eroi classici (Bogart)
- li imita in modo maldestro e incapace
Significato: distanza fra mito (cinema classico) e realtà (neorealismo)
EROI DEL CINEMA DEL PASSATO:
- non più gli eroi, ma la loro ombra, il loro ricordo
- gli eroi moderni sono piccoli sognatori ANTIEROI
RIVOLUZIONE NARRATIVA:
- crisi dei vecchi codici del cinema classico
- NO drammatizzazione eroi = persone comuni
- NO gerarchizzazione luoghi e spazi non sono più semplice sfondo, ma
protagonisti: la città
- NO leggibilità inquadrature con molti centri (accadono contemporaneamente
molte cose)
1) FRANCOIS TRUFFAUT:
- il regista dell’amour fou
- il cinema come autobiografia
- riproposta della narrazione: il cinema deve rispettare la pagina scritta. Nei suoi
film spesso la voce fuori campo del narratore legge intere pagine dei libri d’origine.
Recupera così il vecchio ruolo del presentatore delle origini. Più importante della storia
stessa è quindi l’atto del raccontare, che diventa l’aspetto principale del film.
umani.
alberi, e presenti una serie di momenti in cui non si capisce realmente cosa stia
succedendo: quando il poliziotto raggiunge Michel prima di ucciderlo. Quando Michel è
in macchina si sentono degli spari ma non corrispondono a nessuna azione,
evidentemente era un suono che era nella mente del personaggio.
Scena finale Corsa esageratamente lunga dopo lo sparo. Il personaggio pronuncia
una frase che viene fraintesa, e si chiude una “non-vicenda” d’amore.
Ultima scena con il gesto della ragazza, si tocca il contorno delle labbra, gesto
presente anche all’inizio del film.
quotidiana. Gli intervistatori sono presenti insieme agli intervistati. Di fronte alla
cinepresa tutte le persone recitano e si mettono in posa. No cinema di
recitazione ma cinema di documentazione.
4) CLAUDE CHABROL: “Le beau Serge” (1958); “I cugini” (1958).
Il dramma del passaggio dalla provincia alla città. Continua sul genere noir.
5) JACQUES RIVETTE: l’intreccio continuo di realtà e finzione.
“Paris nous appartient” (1960) città vista dalla concezione dei
personaggi.
Nel cinema italiano non ci sono giovani e si crea una diversa modalità di raccontare
l’uomo moderno, questo avviene non con la rottura del “cinema dei padri” (il
neorealismo), ma avviene con il racconto di un mondo che ha perso le coordinate, che
si è lacerato.
Viene definito il “cinema inquieto” e non “cinema di rottura” sguardo, cinepresa
inquieta che si muove in un mondo del tutto nuovo.
EREDITA’ DEL NEOREALISMO:
1) Nasce la commedia all’italiana RISI, COMENCINI, MONICELLI
2) Cinema d’autore: I° GENERAZIONE (“grandi vecchi”) FELLINI, VISCONTI,
ANTONIONI
3) Cinema d’autore: II° GENERAZIONE (“nuovi autori”) FERRERI, OLMI, PASOLINI,
LEONE, BELLOCCHIO, BERTOLUCCI
LO STILE:
1) cinepresa in movimento continuo, ma non si sa cosa vuole riprendere
2) ambienti reali e vita comune: eredità del neorealismo
3) rapporto intenso fra cinepresa e attore, ci regala anche dei nuovi gesti ma non c’è
più modo di intendersi (gesto famoso di Marcello Mastroianni alla fine de “La Dolce
Vita”).
CONTENUTI:
1) incertezza del quotidiano
2) solitudine degli individui che hanno perso la ricchezza
3) Italia industriale e consumista = falsa ricchezza
1) FEDERICO FELLINI:
1) “Le notti di Cabiria” (1957) i sogni di una povera prostituta: l’amore, un
marito, una casa.
Sceneggiatura di Pierpaolo Pasolini (seminatore di sceneggiature e grande innovatore
del panorama italiano).
- a metà film Marcello incontra Paola, una ragazza semplice e povera che lavora in una
trattoria al mare e nell’ultima scena la rivede lontana, gli parla ma lui non riesce a
sentire e a capire, Marcell ormai è troppo lontano dalla vita comune. Paola è il simbolo
di una possibile salvezza dall’angoscia in cui si trova.
- Presente un monologo di Marcello che esalta la figura femminile. Illusione del sogno
più importante della realtà.
- Stupido mondo del cinema, il fanatismo della religione superstiziosa, l’ozio triste
dell’aristocrazia, le feste insulse, l’ignoranza dei ricchi, l’arida raffinatezza degli
intellettuali.
- soppressione totale dell’azione e del protagonista: al loro posto troviamo un
paesaggio di innumerevoli figure che appaiono e subito scompaiono. Le fantasticherie
dell’osservatore si mescolano sempre con le cose reali che vede o vorrebbe vedere.
- la voce fuori campo non viene da un narratore centrale, ma da molte fonti confuse.
2) LUCHINO VISCONTI:
- esaltazione della messa in scena, il cinema si intreccia sempre con il teatro.
1) “Senso” (1954)
Livia Serperi, contessa italiana dell’800 che si innamora di un nemico austriaco,
diventa simbolo negativo del nostro Risorgimento.
- Critica del risorgimento italiano: opera di ricchi borghesi.
- Critica occulta della Resistenza: opera di pochi partigiani, ci ricorda che dietro la
bellezza, c’è ancora la voglia di raccontare la storia dal punto di vista delle classi più
povere.
- Visconti e la pittura: legato alla grande ricostruzione scenografica e del costume.
- Inquadratura del bacio ripreso dal quadro “Il bacio” di Hayez (1859).
- Sintesi di pittura, teatro, musica, letteratura e storia.
- Franz Mahler e Livia Serpieri. Ricostruzione di un mondo ottocentesco.
2) “Rocco e i suoi fratelli” (1960) Epopea garibaldina, cinque fratelli che
emigrano dal sud per andare nella città di Milano. Rocco, Simone, Francesco, Luca,
Ciro.
E’ ripreso da “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij.
3) “Il Gattopardo” (1963) una delle più profonde e amare descrizioni della
società e della storia italiane.
3) MICHELANGELO ANTONIONI:
POESIA E LINGUAGGIO:
- Carrelli e panoramiche
- lo sguardo in macchina
- il fuori fuoco come soggettiva della cinepresa
- l’atto di fare cinema e l’atto di guardare sono la stessa cosa. Il cinema è una
riflessione sullo sguardo umano.
tutta la Sicilia. I due si sentono osservati nella piazza deserta. Scoprono intanto che
l’assenza di Anna è stata colmata da una nuova storia che sta nascendo tra loro e si
avvicinano sempre di più. Una mattina Claudia trova Sandro che amoreggia con una
ragazza di Messina e scappa. Sandro la insegue e si ritrovano alla panchina nella
piazza davanti all’albergo, consolandosi piangendo e accettando il loro strano e
incerto rapporto, come tutto il resto.
- vero e proprio manifesto del cinema moderno
- evidente rottura con tutte le tradizioni narrative del cinema ma anche l’avvio della
stagione del nuovo benessere, la società italiana che si risolleva dopo la guerra.
- Film ambientato in Sicilia nelle Isole Eolie. La figura del pescatore che parla in inglese
perchè è stato in Australia. Gli altri personaggi fanno parte dell’alta società italiana, un
mondo che non riesce più a comunicare (film dell’incomunicabilità). Successivamente
farà film che riguardano l’alienazione (personaggi che cedono).
Elementi fondamentali che costituiscono la novità:
1) film drammatico e di mistero: personaggio che si insegue e che diventa una sorta di
mito ma che non si sa più che fine fa e non si trova.
2) Claudia vive in una bolla sentimentale destinata ad infrangersi, e si arrende al fatto
che veri sentimenti non si provano più.
3) nell’ultima scena piangono entrambi, Claudia tratta Sandro come un bambino,
poggiandogli la mano sulla spalla per consolarlo. Lo perdona e accetta quel rapporto
incerto.
Antonioni li riprende di spalle, come farà in molti film Inquadratura divisa in due
parti uguali: paesaggio e muro (aperto e chiuso), essere insieme o soli, è la stessa
cosa.
4) la storia non si conclude oppure si conclude con una sconfitta.
5) contraddizioni che stanno dentro lo sguardo del narratore, totalmente incapace di
allestire un racconto nel senso classico del termine.
6) il modo di trattare i personaggi è diverso rispetto al cinema precedente (per
esempio inquadrati di spalle, inquadrature a sorpresa, ovvero l’inquadratura nasce
spesso vuota e i personaggi compaiono solo dopo, come nascosti e soprattutto
ininfluenti, i personaggi perdono la loro centralità e si vede soprattutto nella parte
iniziale).
7) racconta l’impossibilità di compiere una vera avventura e di andare veramente alla
scoperta del mondo, perché proprio questo mondo non c’è più (non è più quello del
neorealismo).
8) Anna annuncia di volersene andare proprio prima del matrimonio (figura del crollo
del matrimonio che non garantisce più niente).
9) film “on the road”, un continuo spostarsi pieno di pretesti di fuga dalle relazioni,
soprattutto tra uomo e donna.
10) I punti chiave:
-LO SPAZIO: lo spazio spesso è protagonista dei film.
-IL TEMPO CHE SCORRE: il film moderno spesso mostra solo il tempo che scorre,
soprattutto nella noia.Cocteau: il cinema mostra la morte al lavoro, perché noi
guardiamo una serie di figure che sono morte, immagini che ricordano il passato.
Lunga durata delle inquadrature: tempo della riflessione. Scorrimenti del tempo che il
racconto classico non racconterebbe mai perché non contribuisce ad arricchire la
storia. Cinema dello sguardo e della riflessione, inquietudine che si scopre in questi
lunghi tempi in silenzio. Durata media dell’inquadratura quasi doppia rispetto ai canoni
del cinema classico.
- personaggi in DIVENIRE.
I NUOVI AUTORI:
1) FERRERI:
1) “Dillinger è morto” (1969) cinema e pittura, l’occhio spietato della macchina
da presa.
Legame con la pittura di Lichtenstein. Noia che crea oggetti artistici. Iperrealismo e
racconti paradossali. Uomo che non sa che fare e il film ci fa vedere l’inazione del
personaggio.
2) “La grande abbuffata” (1973) la ricca borghesia si uccide mangiando.
Ricordo di Sade: “Le 120 giornate di Sodoma”. Una sorta di suicidio programmato a
causa degli eccetti. Critica spietata al mondo materialista.
2) OLMI:
1) ”Il posto” (1961) la Milano dello sviluppo industriale. Mondo degli impiegati.
Un giovane di campagna va a vivere in città.
2) “L’albero degli zoccoli” (1978) la vita dei contadini in un cascinale inizio
‘900. Film raccontato tutto in dialetto. Realismi del cinema italiano che continuano a
raccontare la storia del paese.
3) PASOLINI:
1) ”Accattone” (1960) film d’esordio.
Far sentire la macchina da presa:
- sguardi in macchina
- ricerca dell’autentico
- fuori fuoco
- carrelli
- panoramiche
- lunghi primi piani
Pasolini teorico del cinema, nel libro “Il cinema di poesia” (1966) riflette su quello
che gli interessa fare come regista e il rapporto con la macchina da presa.
2) ”La ricotta” (1963) convoca nel suo film Orson Welles.
Stracci, il protagonista che si offre per fare Cristo in cambio di una ricotta, muore.
3) “Edipo re” (1967) racconta il mondo del mito e del passato ma con la presenza
di elementi del mondo contemporaneo. Edipo come simbolo dell’uomo moderno,
emigrante senza identità. (anche “Medea” con Maria Callas).
4) MARCO BELLOCCHIO:
1) ”I pugni in tasca” (1965) la famiglia come istituzione oppressiva e soffocante,
covo di follia e disperazione. Personaggio che ha problemi di epilessia che viene
soffocato e nascosto dalla famiglia. La sua libertà coincide con l’uccisione della madre.
5) BERNARDO BERTOLUCCI:
1) ”La commare secca” (1962) da pasolini
2) “Strategia del ragno” (1970) L’Italia: “un paese di pazzi, di vecchi e di vecchi
pazzi”.
- Il cinema moderno impara a scomporre la storia sotto il profilo dei vari punti di
vista, scoprendo che esistono molte verità.
- La storia può anche essere semplicemente la ricerca di un oggetto.
- Gli autori moderni abbandonano le vecchie forme narrative dell’illusione di
realtà.
- Frantumano il tempo, lo spazio e i personaggi, per riflettere sul cinema come
strumento di conoscenza del mondo e dell’uomo, per questo sono chiamati “i
maestri dello sguardo”.
2) certezza - incertezza
3) narrazione - visione
4) drammatizzazione – de-drammatizzazione (non si sa mai bene chi è buono e chi è
cattivo).
FORME SECONDARIE DI OPPOSIZIONE:
1) inquadrature brevi – inq. Lunghe
2) storia centrale – molte storie possibili
3) narratore onnisciente – narratore poco o troppo informato
4) narratore onnipresente – narratore limitato
5) trasparenza dei codici – metalinguaggio
6) cinepresa invisibile – cinepresa spesso visibile (sguardo in macchina, immagini fuori
fuoco ecc.)
ALLE PORTE DEL CINEMA MODERNO:
- Neorealismo = rottura dei codici
- Nouvelle Vague = nuove forme narrative e nuovi temi
IL SENSO MISTERIOSO DELLE IMMAGINI:
- la cinepresa soggettiva
- il rispetto dell’altro
- il piccolo Edmund padre del personaggio moderno
- Bazin: il mistero dell’uomo
IL PERSONAGGIO MODERNO:
- “L’avventura” (Antonioni) il personaggio moderno non è più sicuro di niente,
neppure della sua identità. Chi sono? Che ci faccio qui?
IL PIANO SEQUENZA:
- la poetica dello sguardo
- Macchina da presa fissa
- Macchina da presa in movimento
1) DREYER MAESTRO DELLA MODERNITA’
CINEMATOGRAFICA:
2) OZU:
- maestro dei moderni
- debutto nel cinema muto giapponese, costante oscillazione fra moduli narrativi del
cinema classico americano e cultura visiva della tradizione nipponica.
- scelta di un linguaggio povero
- riduzione al minimo del montaggio, dei movimento della macchina da presa, della
recitazione
- il cinema come ritorno a Lumière, lo sguardo sul mondo.
“Viaggio a Tokyo” (1955)
Shukichi e Tomi Hirayama, alla soglia dei
settant’anni, decidono di andare a trovare i figli a
Tokyo. Lasciano la loro città, Onomichi, e si
apprestano ad affrontare un lungo viaggio in treno. I
due anziani coniugi vivono un amore nutrito di
affetto e rispetto sconosciuto ai figli. Al termine del
viaggio, affaticata e affranta dalla scoperta
dell’indifferenza dei suoi figli, la donna muore. La
nuora è l’unica ad accudire la vecchia donna e a
provare il peso della morte di suo figlio. Rimasto
vedovo, il vecchio scopre la sua eredità nella giovane
nuora che lascia libera di risposarsi per trovare la propria felicità e il suo posto nel
mondo
- inquadrature ad altezza tatami
- profondità di campo
- inquadrature fisse
- il dolore della morte del figlio trattenuto, sedimentato, introiettato.
2) BRESSON: IL DETTAGLIO:
- non cerca attori che interpretano personaggi, ma corpi, volti e oggetti, per farne di
simboli dell’uomo e del suo mondo interiore.
- cinepresa quasi sempre rivolta in basso
- attenzione per i dettagli e i frammenti di azione.
- cinema di vuoti, una parola invece di lunghi discorsi, un piccolo gesto invece di una
serie di azioni.
- montaggio come protagonista
- il fuori campo è la figura dominante
- meditazione sulla vita e sulla morte, memoria della primavera, sogno della propria
morte.
- Angustia della vecchiaia, egoismo, disprezzo, pedanteria e cocciutaggine. “Sono
morto pur essendo vivo”.
- Isaak Borg, grazie al viaggio con Marianne, scopre se stesso. Catarsi e conversione
spirituale.
- La psicanalisi: i sogni
1) le lancette dell’orologio
2) “non devi aver paura del letto, dei gabbiani, delle onde del mare. Non temere, tra
poco sarà giorno”.
- Equilibrio tra realtà e sogno, ricordo e presente.
- il cinema qui è usato come schermo della memoria o del pensiero. I tempi, luoghi e
spazi diversi e incompatibili possono incontrarsi. Le varie dimensioni della vita si
confrontano: realtà, ricordo, immaginazione, sogno, speranze, illusioni, paure.
16) VISIONE “Barry Lyndon” (1976) un ritorno al romanzo. La gran parte dei
film di Kubrick vengono tratti dai romanzi perché è un grande studioso di letteratura e
musica.
Questo film è caratterizzato da uno studio attentissimo dalla messa in scena
prendendo ispirazione dalla pittura vedutista settecentesca e realizza le inquadrature
come se fossero dei grandi affreschi, realizzati con un grande movimento di macchina,
ovvero: LO ZOOM ALL’INDIETRO COME MOMENTO DI RIFLESSIONE, da un dettaglio alla
“Eyes Wide Shut” (1999) Con Nicole Kidman e Tom Cruise. Ultimo film, metafora
della situazione dell’uomo moderno, grande legame alla metropoli, dramma
sentimentale.
WIM WENDERS:
Parla del rapporto tra realtà e mito, soprattutto i miti classici. Più tardi anche lui si
avvicinerà al documentario culturale, musicale o storico.
“Nick’s film” (1980) la morte filmata di Nicholas Ray. Cocteau: “il cinema mostra
sempre la morte al lavoro”. Elemento di realismo della volontà di raccontare gli ultimi
istanti di Ray.
ABBASS KIAROSTAMI: LO SGUARDO, IL PERCORSO:
In Iran si parlava spesso di denunciare i pregiudizi, fanatismo religioso e prigionia delle
donne. Il regista iraniano, fa un cinema dello sguardo che somiglia molto al cinema
della modernità. Trova come fonte di ispirazione prima il neorealismo, la Nouvelle
Vague e dopo la modernità. Mostra un cinema ci paesaggio soprattutto, con tempi
lunghi e privi di azione e rapporto con la natura. Rilancia negli anni ’90 gli elementi
chiave del linguaggio del tempo della riflessione. Molto legato alla cultura araba e al
sistema narrativo da “Mille e una notte” (ogni racconto contiene sempre altri racconti
e la verità e solo una delle tante finzioni).
ALEKSANDR SOKUROV:
“Arca russa” (2003) film-documentario in costume ambientato nell’epoca
napoleonica. Piano sequenza digitale teoricamente infinito. 96 minuti di piano
sequenza.
VON TRIER E IL DOGMA (1995):
“DOGMA”: il manifesto Rifiuto del montaggio, sguardi in macchina, inquadrature
volutamente brutte (girare senza stile), l’uso delle telecamere digitali, rifiuto della luce
artificiale.
Con questo paradosso, cerca di provocare l’ambiente artistico dettando delle regole.
Degli elementi del cinema moderno ritornano negli anni ’90. Ci sarà una nuova scuola
quindi di questo stile.
LO SPETTATORE MODERNO:
- dallo spettatore/dio allo spettatore/uomo.
- uno spettatore non più passivo e performato dal film (cinema classico), ma attivo e
direttamente coinvolto nella produzione del senso.
- che cosa guardo?
- dove mi trovo? Che accade?
- oltre il moderno: dov’è il mio corpo mentre guardo e cosa sta facendo?
Spettatorialità incarnata (quale tipo di esperienza fa il mio corpo mentre guardo il
film).
LA STORIA AMERICANA:
- nel ventennio che segna l’avvento e la crescita della nuova letteratura della Beat
Generation
- Dalla bomba atomica alla guerra del Vietnam
- rivendicazioni razziali
- momenti pacifisti
LA CULTURA DEGLI ANNI ’60:
- Guerra del Vietnam (1962-75)
- J.F.Jennedy (1963)
- Martin Luther King (1968)
- Malcolm X (1965)
- pantere nere
LA BEAT GENERATION:
- Allen Ginsberg
- William Borroughs
- Jack Kerouac, “Sulla strada” (1957) crea il termine di Beat Generation alla
ricerca di Deam Moriarty, simbolo di libertà.
- “il beat è un viaggio dantesco, il beat è Cristo, il beat è Ivan, il beat è qualunque
uomo, qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero
destinato”.
- Bob Dylan
RIBELLIONE A RITMO DI JAZZ:
- “BEAT” ribellione, battito, ritmo
- ritmo della musica jazz che si ascolta in quegli anni
- battito sincopato del “Be pop”
- cadenza battente dei versi nelle poesie
- Beat è la scoperta di sé, della vita “on the road”, del sesso liberato dai pregiudizi,
della droga, dei valori umani, della conoscienza collettiva
CINEMA DELLA BEAT GENERATION:
- David Meltzer è un poeta beat che racconta i rapporti fra il movimento Beat e il
cinema
- I Beatnik detestavano: “Il selvaggio” con Marlon Brando (1954) la versione
MGM del romanzo di Kerouac “Sulla strada” (The Subterraneans, 1960).
- I beatnik riconoscono la loro poetica nel cinema di Cassavetes: “Ombre” (1958),
“Too Late Blues” (1961)
CARATTETI DEL CINEMA MODERNO AMERICANO:
CULTURA D’ELITE VS. CULTURA DI MASSA:
Cultura d’elite:
- 1958-60: NEW AMERICAN CINEMA
- New York, produzione indipendente
- innovazione, sperimentazione
- Jonas Mekas, Stan Brakhage, Andy Warhol
Cultura di massa:
- 1967-80: LA NUOVA HOLLYWOOD
- “Il laureato” (Mike Nichols 1967)
IL CINEMA UNDERGROUND NY
I nuovi indipendenti:
- “Shadows” di John Cassavetes
- “Pull My Daisy” di Robert Frank (partecipazione di esponenti della Beat
Generation)
I registi sperimentali:
- Stan Brakhage
- Andy Warhol
- Nuova avanguardia dopo la seconda guerra mondiale (Maya Deren, Kenneth Anger)
NEW AMERICAN CINEMA:
- Inizio anni ’60, NY
- registi indipendenti di cinema sperimentale
- aperta opposizione etica ed estetica all’industria hollywoodiana
- la pop art e il cinema
IL MANIFESTO:
- Jonas Mekas: manifesto del “New American Cinema Group” (1960)
- la rivista “film culture”
LE INFLUENZE:
l’autonomia artistica e produttiva del New American Cinema influenza gli autori della
Nuova Hollywood:
- George Lucas
- John Milius
- Francis Ford Coppola
- Martin Scorsese
I REGISTI DEL NEW AMERICAN CINEMA:
1) CASSAVETES:
- macchina a mano
- storie di gente comune
- luoghi reali
- “Shadows” (Ombre), 1960
LA POETICA:
- attore televisivo e cinematografico negli anni ‘50
- affianca alla recitazione la regia di film indipendenti
- la “Scuola di New York” assume come criteri: realismo, documentarismo,
improvvisazione
- povertà di mezzi produttivi
- richiami espliciti alla “poetica del pedinamento” di Zavattini
- laboratorio di recitazione fondato e diretto da Cassavetes a New York
- Cassavetes porta nel circuito off-Broadway gli insegnamenti di Martin Ritt, Elia Kazan
e altri maestri dell’Actors Studio conosciuti a Hollywood
“Shadows” (Ombre), 1960 Racconta le giornate di un giovane di colore che
scopre il razzismo profondo dietro la finta amicizia dei bianchi, ma la singolarità non è
nella trama ma nel modo di ripresa.
- girato quasi tutto con la macchina a spalla sempre in movimento.
- primo lungometraggio in 16mm, score originale di Charles Mingus, girato senza soldi,
interpretato da amici non professionisti.
- il direttore della rivista “Film Culture” Jonas Mekas fa di Cassavetes il simbolo del
2) MARTIN SCORSESE:
CINEMA = CANTO METROPOLITANO:
- poemi tragici
- storie realistiche di strada
- macchina a mano
- piano-sequenza
-soggettive
CARATTERI DEL CINEMA MODERNO AMERICANO:
Violenza sentimento con cui l’uomo domina il mondo.
Sequenza d’apertura “2001: odissea nello spazio” di Kubrick. Sovversione delle
gerarchie spaziali, manipolazione delle categorie temporali.
L’ESORDIO DI MARTIN SCORSESE:
- “The big shave” (1967) la ferita autoinflitta dall’America al suo volto pulito.
Disorientamento spaziale. Irruzione della violenza. Contrappunto musicale.
CARATTERI DI SCORSESE:
- storie di strada
- ambienti reali
- macchina a mano
- zoom (aspirina)
- teleobiettivo (strada)
- cinepresa inquieta e tormentata
- alterna continuamente soggettività e oggettività per lasciare incertezza allo
spettatore.
3) WOODY ALLEN:
- Comicità meta-cinematografica (citazioni) “Prendi i soldi e scappa” (1969)
- Falso documentario (mokumentary) “Zelig” (1983)
- Giovane timido senza donne, disadattato, autoironico e simpatico ma sfortunato
e maldestro. Il personaggio più tardi diventa un intellettuale estraneo alle mode,
isolato e depresso.
- Malinconia
L’OMAGGIO A NEW YORK:
- “Io e Annie” (1977)
- “Manhattan” (1979)
I COLORI DEL MODERNO:
- PARIGI 1960
- NEW YORK 1979
1) LA HOLLYWOOD POSTCLASSICA:
CRISI DEL MONOPOLIO DELLA MPPDA Nel 1934 la Commissione Antitrust avvia una
causa contro la Paramount, perché la legge Antitrust prevede che ci sia un per la
costituzione del cartello (monopolio) delle Majors, di cui la Paramount è capofila.
- la causa è sospesa fino al 1948 in questo anno esce la sentenza contro la
Paramount e la MPPDA è sciolta. La Paramount deve cedere una parte delle sale
cinematografiche, e anche altre Major si comporteranno analogamente.
FINE DEL MONOPOLIO DI HOLLYWOOD, VIA LIBERA AI PRODUTTORI INDIPENDENTI.
Contemporaneamente si ha una CRISI DEI GENERI A HOLLYWOOD.
Il pubblico si differenzia: professionisti borghesi, lavoratori comuni, emarginati,
intellettuali, giovani ribelli, anziani, disoccupati, scoprono di non avere più gli stessi
problemi ed interessi, così non vanno più a vedere tutti insieme gli stessi film. In
seguito al cambiamento del pubblico occorreva cambiare sia i modi di produzione che
i generi, fare film diversi per ciascun tipo di spettatore. Si scelgono storie più vicine al
mondo attuale e si elabrano nuovi miti.
NICHOLAS RAY:
Racconta eroi crepuscolari, falliti e solitari.
“Neve rossa” (1951); “Johnny Guitar” (1954)
“Gioventù bruciata” (1955) le bande giovanili degli anni ’50. James Dean che
incarna un nuovo tipo maschile seducente, eroe negativo e sfuggente, un ribelle senza
motivo (rebel without a cause).
“Vittoria amara” (1958) Brand e Leigh: due amici-nemici. Brand, primo eroe
vigliacco della storia americana. La paura durante l’assalto a Bengasi. Lascia morire il
Il cinema cambia segno soprattutto con quello del regista ELIA KAZAN:
- Il senatore Mc Carthy
- La lista nera a Hollywood
- Kazan era accusato di spionaggio e questa causa diventa fonte di grande
preoccupazione per tutti coloro che gli sono vicini perché è il fondatore dell’Actor’s
Studio.
- Eroi deboli e “traditori”
“Fronte del porto” (1954) il protagonista sfuggente e confuso (la recitazione di
Marlon Brando nuova molto psicologica e toccante, permette agli attori di comunicare
emotivamente in maniera forte). FORMATO “REALISTICO”: formato 4:3 e bianco e
nero.
“La valle dell’Eden” (1955) con James Dean. La scoperta della verità dietro le
menzogne del perbenismo USA. Cal, il giovane ribelle, scopre che la madre non è
morta, come sostiene suo padre, ma vive ed è una prostituta. (dopo il codice Hays).
ricordi per poter interpretare al meglio i personaggi, anche con l’aiuto di un percorso
di psicanalisi, per accedere ad una dimensione del loro lavoro che diventa
indimenticabile. Con questo tipo di training psicologico, si tira fuori la profondità
dell’attore e quindi del personaggio (“La fabbrica dei sentimenti”). Questo metodo
usato a lungo era a scapito dell’attore stesso, veniva reso molto fragile.
LA RECITAZIONE COME RICERCA:
- lavoro sulla condizione creativa dell’attore: il sentimento non deve essere forzato ma
si devono creare le condizioni affinchè scaturisca.
- non agire con la memoria dei muscoli. L’attore deve prima di tutto credere a tutto ciò
che avviene intorno a lui e principalmente a ciò che fa.
- la recitazione è un processo di ricerca, di approfondimento e di “allenamento” che
porta l’attore a creare il personaggio attraverso l’impiego controllato delle proprie
risorse interiori.
I NUOVI PERSONAGGI:
- GLI ANTIEROI:
1) DUSTIN HOFFMAN:
“Il laureato”, 1967 Conflitti familiari
generazionali e le diverse morali sessuali, il
contrasto tra i genitori ottusi e un ragazzo
apparentemente docile ma deciso che rifiuta di
farsi inserire nel mondo dei genitori e scappa alla
fine con la ragazza che ama mentre lei è all’altare
con un altro uomo.
- Trasforma radicale dell’eroe e dell’attore.
- Sovversione delle regole del type-casting (non è
particolarmente bello).
- Personaggio maschile fragile, eroe senza qualità.
- Cultura dell’alienazione giovanile.
- Simboli: società “plastificata”, la plastica. Musica:
Simon & Garfunkel, a partire dal 1967 con l’inizio
della nuova Hollywood si ha una stretta relazione tra film e utilizzo massiccio
della musica Rock insieme a temi giovanili, che commenta la trama, a differenza
dei film della Hollywood classica che era insieme
alla musica Jazz.
- Pezzo del tuffo in piscina, soggettiva sia visiva
che sonora.
- Nella scena conclusiva, scappano su un bus, in
una sola inquadratura fanno vedere che non
comunicano emotivamente e con lo sguardo,
estraneità tra i due, pensano solo a ciò che hanno
fatto e al futuro incerto.
- rielaborato il tradizionale happy ending, che diventa sarcastico o addirittura
amaro.
2) JACK NICHOLSON: crea un antieroe con personaggi asociali in vario modo, una
serie di uomini seri, solitari e sfuggenti. Più tardi la sua figura cambia verso una
recitazione eccessiva, espressionista e distorta. “La sparatoria” (1966);
“Cinque pezzi facili” (1971), “Shining” (1980); “Batman”.
3) AL PACINO: figura che somiglia vagamente a quella di Dustin Hoffman
inizialmente, ma più tenebrosa e violenta.“Panico a Needle Park”
NUOVI REGISTI:
LA FORMAZIONE DEI NUOVI CINEASTI:
- AIP Roger Corman Factory (Coppola, Scorsese, Hellman, Bogdanovich).
- Scuole di cinema: Milius, Lucas, Spielberg, De Palma.
- Televisione: Peckinpah, Altman, Frankenheimer, Pollack.
I MODELLI: IL MODERNO EUROPEO:
Dal 1960 esprime la rottura estetica con il cinema classico e postclassico.
Antonioni in “Zabrinskie Point” (1970) riassume il paradigma dei film della
rinascita:
1) celebrazione della contestazione e della controcultura anni ’60 (“Blow-up”, 1968)
2) esplorazione della nuova condizione esistenziale (alienazione, paura, disillusione,
solitudine).
ALTMAN:
“I compari” (1971), “Il lungo addio” (1973) tempi lunghissimi e vuoti di azione.
Il cinemascope come spazio aperto e vuoto.
LE NUOVE POETICHE:
1) “Apocalypse Now” di Coppola, 1979 (dal racconto di Conrad “Cuore di
tenebra”).
2) cinema ad alto tasso visionario e pieno di simbologie.
I GENERI RIVISITATI:
- demolizione dei miti
- Neo-western, Neo-poliziesco, malinconia (Sam Peckinpah (“Il mucchio selvaggio”,
1969); Arthur Penn (“Piccolo grande uomo”, 1970)).
NUOVI GENERI:
- ROAD MOVIE
18) VISIONE Easy Rider”, 1969 di Dennis
Hopper dissoluzione del western. Sequenza del
trip in acido: montaggio poetico, avanguardie anni
’20 e Nouvelle Vague.
Uno dei film più trasgressivi della nuova
cinematografia americana, unisce nuovi personaggi
ovvero due antieroi ad uno stile del tutto nuovo.
Billy e Wyatt, partono sui loro choppers (motociclette
degli hippy dei '60) per cercare fortuna. Fanno molti
incontri, piacevoli e no. Arrestati per aver sfilato insieme a una banda senza l'apposito
permesso, vengono aiutati da un avvocato che decide di unirsi alla loro avventura.
Il più famoso "film di strada" della storia del cinema. Il tema classico del viaggio si
mescola con quelli della cultura alternativa degli anni '60: marijuana, musica pop,
protesta hippy, pacifismo, crisi del mito americano. In varia misura furono ammirate la
colonna musicale, la bizzarra tecnica di montaggio, la suggestiva fotografia,
l'interpretazione di Nicholson.
Road movie sceneggiato dai due interpreti principali, Peter Fonda e Dennis Hopper, e
diretto da quest'ultimo, Easy Rider è un racconto sulla libertà, un viaggio che ha per
meta New Orleans. Un racconto amarissimo e crudele, che alla fine indigna senza
parole, per denunciare lo squallore e la paura della provincia bianca e borghese del
sud nel 1969. Una paura che si manifesta rozzamente nei confronti di qualsiasi minima
e pericolosa traccia di diversità.
E quando il desiderio di libertà si cristallizza in fuga e assume sembianze allucinatorie
e lesionanti, come nella sequenza dell'acido, le voci e le immagini si fondono, delirano,
e trascinano chi guarda lentamente alla deriva.
- un sogno di libertà: l’orologio buttato in terra prima di partire.
- fine del viaggio e delle illusioni: i due amici vengono assassinati e le motociclette
esplodono.
- lunghi camera-car che mostrano la motocicletta in corsa.
- uso frequente del fuori fuoco e dei movimenti di macchina che fanno oscillare il film
dal punto di vista oggettivo e soggettivo.
JACK NICHOLSON:
- 1955 Martin Landau, Actors Studio con Steve McQueen.
- corsi di arte drammatica tenuti da Landau a Los Angeles.
- Los Angeles del 2019, un futuro immaginato al passato, con luoghi, personaggi e
abiti degli anni ’40.
- Qui il futuro non è lucente e positivo, ma è solo una città che cade a pezzi, con gente
sporca, confusa e stanca.
- lunghi e lenti movimenti della cinepresa, carrelli, zoom e panoramiche sulle
scenografie, insistenza dettaglio dell’occhio e della pupilla che si dilata o si stringe
porta lo spettatore alla riflessione sul tema dello sguardo.
- Parla della confusione fra esseri umani e automi.
- Stile pensoso e malinconico che è lo stile del cinema moderno, ma anche
citazionista, stile del postmoderno tra moderno e postmoderno.
- citazione come fondamento
- dal racconto di Philip Dick
- L’incubo del doppio
- Sdoppiamento dell’eroe
- immagini spettacolari
- le citazioni
- 7 versioni (prima versione 1982, Director’s cut 1992, Final Cut 2007-Scott)
- la citazione: l’occhio elemento centrale del riconoscimento tra umano e replicante.
(collegato a Kubrick “2001: Odissea nello spazio”).
- la scenografia come citazione. Il gigantismo, la monumentalità della maquette
(ricorda il film “Metropolis” di Lang) effetto schufftan.
- Blade Runner e Metropolis: scenografia, inquadrature, tema automi
- Cinema e videogiochi: il videogioco è del 1998 ed è stato spesso recensito come se
fosse il sequel del film. È importante che sempre di più negli elementi del
merchandising ci sono i videogiochi.
LO STILE POSTMODERNO:
- ritorno delle attrazioni
- trucchi ed effetti digitali
- priorità dell’immagine e dei trucchi sul racconto
CARATTERI DEL POSTMODERNO:
- il metalinguaggio divora il film (citazioni)
- cancellazione della prospettiva spazio-temporale
- confusione reale/virtuale (“Matrix”, fratelli Wachowski, 1999).
- coinvolgimento dello spettatore nel gioco delle citazioni
- rottura dei codici (sguardi in macchina)
- forma narrativa classica (pseudo lieto fine)
QUENTIN TARANTINO:
- per lui la storia del cinema è una scatola da cui pescare a caso e a piacere, il gioco è
l’unico contenuto e scopo del film.
- citazionismo ludico come cifra del post-moderno
- euforia della cinefilia
- film come raccolta di citazioni
OLTRE IL POSTMODERNO:
DENTRO LE IMMAGINI:
- L’incertezza dei valori “Il cattivo tenente” (1992)
- Il mistero dell’immagine “Inland Empire” (2007)
POSTMODERNO O NEOMODERNO? IL MISTERO DELLE IMMAGINI:
DAVID LYNCH:
- TEMI FILM:
1) confronto delle due facce del mondo ovvero il reale e l’immaginario;
2) il personaggio che cambia aspetto durante la storia
3) mostruosità del mondo normale
4) pessimismo di fondo e caos del mondo
5) realtà e finzione che cozzano l’una contro l’altra.
6) mondo interiore e mondo esterno si confondono “Mulholland Drive” (2001).
20) VISIONE “Mulholland Drive” (2001)
Quella che il regista stesso ha definito come "una
semplice storia d'amore nella città dei sogni" è in
realtà un intricato enigma sospeso tra allucinazione e
realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni
'40 ed una aperta ostilità verso l'attuale star system.
Rita è un'avvenente bruna sopravvissuta ad un
incidente d'auto in seguito al quale ha però perso la
memoria, Betty un'aspirante attrice di belle speranze
che la ospita nel proprio appartamento e se ne
innamora. Le due protagoniste cercano di far luce
sull'amnesia di Rita, per scoprire che in realtà niente è come sembra.
Rita comincia a rammentare qualcosa, ovvero un nome: Diane Selwyn. Le due
donne, dopo aver trovato nella borsa di Rita una chiave blu e una grande quantitativo
di soldi, si introducono nell’appartamento di Diane Selwyn e scoprono il corpo di una
donna esanime che giace sfigurata da un colpo di pistola. Le due donne si avvicinano
molto e diventano amanti, e Rita, durante una notte, trascina Betty al Club Silencio,
un teatro dove si imbatteranno in una piccola scatola blu, che apriranno con la chiave
già in loro possesso. Tutto lo scenario cambierà, poiché in realtà tutto ciò che è
apparso sullo schermo è frutto di un sogno di Diane/Betty, che si sveglia nel suo letto
e affronta la realtà angosciante che vive ogni giorno. Mulholland Drive da questo
momento si stravolge e mostra una verità differente, un universo fatto di ossessioni,
amori non corrisposti, umiliazioni e gelosie che porteranno Diane al delirio e ad un
tormento troppo grande da sopportare.
- Nella realtà Diane Selwyn (Betty) è una ragazza che vuole diventare un’attrice. Sua
zia Ruth, che era di Los Angeles, le ha lasciato un’eredità che convince Diane a
trasferirvisi per tentare di entrare nel mondo nel cinema. Durante i primi casting e
precisamente sul set del film “La storia di Sylvia North”, incontra Camilla Rhodes
(Rita), che riesce ad ottenere il ruolo che le darà la celebrità, mentre lei viene
scartata. Le due diventano amiche, poi amanti. Camilla aiuta Diane ad ottenere
piccole parti nei suoi film, fino a quando Camilla non si innamora del regista del film,
Adam. Quando Diane apprende che Camilla sposerà Adam, gelosa e preda dell’ira, usa
i soldi della zia per commissionare l’omicidio di Camilla. Il segno che l’omicidio è
avvenuto è la chiave blu che troverà nel suo appartamento e, una volta trovata, non
accentando la dolorosa realtà, si rifugia nel sogno in cui reinventa la storia del loro
incontro e del loro amore. Nel sogno lei è Betty, un’attrice felice e speranzosa che si
trasferisce a Los Angeles. Conosce Rita (Camilla), una donna che soffre di amnesia e
decide di aiutarla a trovare se stessa. Ma dopo poco il sogno comincia a sfuggirle, il
nome di Diane Selwyn affiora nei ricordi di Rita. Rita e Betty entrano di soppiatto nella
casa di Diane e trovano un cadavere. Rita, dopo un sogno piuttosto brusco, porta in
piena notte Betty al Club Silencio, dove tutto è un’illusione. Rita inserisce la chiave in
un cubo blu e ciò determina la fine del sogno. Tornati nella realtà, Diane non controlla
i suoi sensi di colpa e, ossessionata dal passato, cade in un delirio vorticoso e si
suicida.
- David Lynch scrivendo questo film, probabilmente, ha deciso di riprendere alcuni
particolari di due pellicole epocali: Persona di Bergman e Vertigo di Hitchcock.
Questi due film, appartenuti ad epoche completamente diverse, hanno una cosa che li
accomuna con Mulholland Drive: il primo per il sogno, mentre il secondo per ciò che
circonda la morte di un personaggio.
- il film è come una tela labirintica, va guardato e assaporato non solo con i nostri
sensi, ma con una percezione inconscia.
- il film è diviso in 3 parti: sogno, illusione e realtà. E non è sempre facile
distinguere le tre parti, soprattutto perché non è lineare e segue una propria
temporalità narrativa.
Il film nella prima parte è un sogno, un sogno che dura quasi 90 minuti, la
realtà corrisponde a ciò che accade negli ultimi 30 minuti, dopo il risveglio di Diane.
Dopo il suo risveglio però Diane è preda di allucinazioni, a volte le sue visioni sono veri
flashback, che scompongono volutamente la fluidità drammaturgica.
- il montaggio, nasconde e confonde dettagli decisivi per comprendere il film.
- nella seconda parte del film ci sono flashback improvvisi e si possono distinguere dal
resto notando la comparsa e la scomparsa di una chiave blu (diversa da quella del
sogno) e di un posacenere a forma di pianoforte.
1) il pessimismo di Hollywood
2) narrazioni distorte che riguardano l’incertezza dei valori del mondo contemporaneo
3) il nuovo potere tenebroso delle immagini nel nostro mondo
4) falsità della memoria
5) identità umana e violenza psicologica
Film sul dubbio, sulla paura e l’incertezza. Raccontano poco ma più che altro sollevano
domande e problemi.
angoscia del male e della colpa “Il cattivo tenente” (1992).
IL CITAZIONISMO DI FERRARA:
“The addiction” (1994) un film interamente sperimentale, tutti sono vampiri nella
metropoli moderna. (“Vampyr” di Dreyer).
IL NEOMODERNISMO DI ABEL FERRARA:
“Blackout” (1997) Matty (Mattew Modine), ha dimenticato un omicidio. Il ritorno
del rimosso. Angoscia esistenziale e desiderio di liberazione dal male che governa il
mondo.