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Sulle origini – o del reale e del movimento (Lumiere, i soggetti del cinema
del tempo?) – il cinema prima del cinema – gli anni Edison (si)
(i lumiere )
Il momento di inizio del "cinema" è controverso e solo nelle rappresentazioni
dei Lumière si trovano tutti gli elementi che mettono d'accordo ogni
studioso: la proiezione, l'uso di fotogra e "in movimento", lo scopo di
intrattenimento, la presenza di un pubblico pagante e la fruizione
collettiva contemporanea.
Convenzionalmente indichiamo il 28 dicembre del 1895 come la nascita del
cinema, quando i fratelli Louis e Auguste Lumiere, mostrarono per la prima
volta, al pubblico del Grand Cafè del Boulevard de Capucines a Parigi, un
apparecchio da loro brevettato, il cinématographe.
Si tratta della prima volta, che siamo al buio e ci troviamo accanto a uno
sconosciuto.
Convenzionalmente vengono de nite due fasi distinte alle origini del cinema:
il “cinema delle attrazioni mostrative” (1895- 1908) caratterizzato da ssità
della macchina, assenza di strettire narrative e personaggi,... e il “sistema
delle integrazioni narrative” (1909-1914) in cui la linearizzazione delle
inquadrature è nalizzata al racconto, dove lo sguardo in macchina è
proibito. Questa non va intesa come un’opposizione statico-evolutiva ma
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dialettica, si trovano infatti esempi che integrano le caratteristiche di
entrambe.
Il cinema delle origini non va tuttavia inteso come un’infanzia del cinema, ma
costituisce un genere a se stante, dotato di autonomia e dignità estetica non
inferiore al cinema narrativo.
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Edison e i suoi collaboratori e ettuavano le riprese all’interno del Black
Maria, un piccolo palcoscenico di posa, nel quale le pareti interne erano
dipinte di nero per dare uno sfondo omogeneo ai lmati. La parte superiore e
frontale era apribile per poter garantire la massima illuminazione con la luce
solare, essendo la pellicola usata ancora poco sensibile.
Oltre ai Lumiere e Edison, vi sono poi altre gure che contribuiscono alla
nascita del cinema, più o meno contemporanee o antecedenti.
A lui si deve il più antico lmato della storia del cinema: La Vague, 1891, in
cui si vede un’onda infrangersi su uno scoglio.
Negli stessi anni inoltre, anche Muybridge, compie studi sul movimento. Egli
posizionò lungo il rettilineo di un tracciato dodici macchine fotogra che in
la. Il cavallo correndo s orava dei li, che facevano scattare gli obiettivi. Il
risultato ottenuto fu una sequenza di foto che, unite assieme, formavano un
breve lmato. I movimenti delle zampe non coincidevano con quelli che si è
soliti vedere in pittura, sancendo la supremazia della fotogra a.
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Gli spettacoli proiettati da Reynaud a partire dal 1892 al teatro Grévin di
Parigi, conosciuti con il nome di pantomime luminose, si possono
considerare i primi cartoni animati della storia (tra cui Pauvre Pierrot, 1892).
Le animazioni di Reynaud costituiscono un’esperienza collettiva antecedente
rispetto ai Lumiere.
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sparizioni, trasformazioni, salti da un luogo all'altro, da un tempo all'altro,
ecc. Uno strumento quindi per mostrare metamorfosi “magiche".
Il montaggio nei primi lm non aveva quindi uno scopo narrativo, era un
semplice accostamento di inquadrature senza soluzione di continuità.
Il primo che iniziò a ricercare una continuità visiva nei suoi lm fu Edwin S.
Porter che grazie a questo diede una grande dinamicità ai suoi lm.
Realizza il lm The Great Train Robbery nel 1903, uno dei primi lm con un
racconto lineare completo, si tratta della riproduzione di un vero
avvenimento di cronaca, che in uenzerà tutta la storia del cinema, in quanto
utilizza una serie di tecniche non convenzionali, tra cui il montaggio
composito, riprese on-location e frequenti movimenti di cinepresa. Il lm
è uno dei primi ad utilizzare la tecnica del montaggio incrociato, in cui due
scene vengono mostrate in svolgimento simultaneo ma in luoghi diversi.
Indichiamo con il termine meta lm, un lm che mostra sé stesso, che non si
pone soltanto come nestra sul mondo, ma come nestra aperta sul modo
di rappresentare il mondo.
Il Cinema è l’unico caso in cui il montaggio è visibile (a di . dell’arte e della
letteratura), con il montaggio si rende evidente che il cinema è una realtà
narrativa.
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Nasce l’esperienza lmica, il montaggio consente di l’immergerci in ciò
che stiamo guardando.
La rivoluzione russa, segna le arti del 900’, il rapporto tra arte e politica si
modi ca radicalmente, un nuovo linguaggio si di onde in Europa. Si
costituisce un’arte rivoluzionaria, cambia le regole del linguaggio. Questa
corrente rivoluzionaria trova nel cinema, oltre a un e cace metodo di
propaganda, una pratica di teorizzazione della propria estetica.
Ci si propone di costruire un mondo nuovo e un uomo nuovo, i “media”
svolgono un ruolo fondamentale in questo discorso. La propaganda si
di onde attraverso manifesti, parate, una nuova architettura razionalista, e il
cinema viene prediletto, in quanto medium esportabile, quindi visibile da
moltissime persone.
Questo periodo vede come maggior teorico del cinema, in particolare
montaggio, Ejzenstejn, autore della teoria del montaggio delle attrazioni.
Secondo tale teoria il cinema e il teatro dovrebbero essere utilizzati come
strumenti volti a stimolare particolari reazioni emotive nello spettatore. Per
raggiungere tale scopo è necessario realizzare un montaggio
cinematogra co che si svincoli dal mero naturalismo per comprendere
elementi eterogenei. Il concetto di "attrazione" risulta quindi fondamentale
per catturare l'attenzione del pubblico, che deve essere sempre spinto alla
ri essione intellettuale.
Secondo Ejzenstejn il montaggio s da e organizza la forma che il
cinema assume, è una rivoluzione mentale, può cambiare la mentalità
degli spettatori.
Il montaggio può formare un uomo nuovo, poiché quest’ultimo permetterà
allo spettatore di costruire nuove di erenze, nuove somiglianze, guarderà il
mondo in un modo diverso.
Il rapporto con la pittura sarà sempre molto forte, infatti sarà proprio tramite
l’analisi di alcune opere pittoriche che arriverà a de nire le operazioni di
montaggio e della costruzione dello spazio-tempo che si ri etteranno poi
nelle sue opere lmiche.
Sulla scena irrompono i cosacchi dello zar, che, per rappresaglia, iniziano a
marciare verso la folla inerme con i fucili puntati. Il popolo scappa,
dimostrando di non avere intenzioni bellicose nei confronti dei soldati, i quali
però si rivelano in essibili, facendo fuoco, sparando e travolgendo tutto ciò
che trovano a tiro: uomini, donne e bambini indifesi.
Durante la strage la camera sta fuori, ogni tanto si avvicina ai corpi, in modo
anatomico: prende un dettaglio del corpo e lo fa diventare importante.
Racconta dal punto di vista di chi è ucciso, di chi è passivo.
Altri dettagli narrativi da sottolineare sono i primi piani dei volti smarriti, il
lavoro con le ombre, la relazione tra prima e dopo, tra le persone inquadrate
all’inizio che diverranno il vettore principale della scena che si sta per
formare, la passaggio da alcuni dettagli a una prospettiva totale, il passaggio
dalla forma all’informe nella fuga, costruita per contrapposizioni alto-basso,
folla-volto singolo, forme (massa che si concentra per cercare riparo,...) e
informe (disgregazione). Volti e corpi rendono spazio geometrico spazio
espressivo che è anche spazio di tensione, dovuta al pathos a cui si viene
chiamati.
L’estasi
In La Linea Generale (o il Vecchio e il Nuovo) (1929) si occupa della riforma
agraria che trasforma completamente processi agricoli e forme di vita
comunitaria. L’arrivo della modernità e tecnologia in luoghi che no a poco
prima erano sottoposti a servitù della gleba. A ronta il rapporto tra il vecchio
e il nuovo e la resistenza dell’arcaicità a queste forme di modernità. Solo se
la composizione cinematogra ca porta ad una trasformazione euforica dei
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singoli è possibile costruire una nuova armonia comunitaria, i singoli devono
uscire dalla propria individualità e reinserirsi all’interno di una comunità
nuova, un nuovo patto.
http://www.igorfrancescato.it/pdf/
L_uomo_con_la_macchina_da_presa_web.pdf
Concludere integrando con questo
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l'occhio umano non può arrivare. Solo la verità interessa l'occhio della
cinepresa e solo guardando e mostrando cose reali si può costruire una
società migliore.
Spicca l’idea che la macchina sia parte integrante del nostro corpo, non
soltanto uno strumento addetto a pochi, ma a tutti.
Uomini e donne con la macchina da presa potranno lmare tutto quello che
vorranno, registrare il mondo.
- O re una ri essione sul cinema.
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- 3 Vediamo poi tutta la parabola che porta il corpo cittadino dal risveglio
alla piena attività. La città si sveglia, immagini del treno in velocità si
alternano a quelle di una donna che si alza dal letto e si veste. I mezzi di
trasporto cominciano a funzionare e la città si popola.
La sequenza si conclude con una donna che sistema dei materiali, che sono
quelli del lm. È la messa in scena della materialità del cinema, il lm è
materia, è una pellicola su cui grazie alla luce si impressiona un’immagine.
4 Una serie di sequenze mostrano poi le persone che, una volta terminate le
attività lavorative, si rilassano e si incontrano.
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È un'affermare che il cinema può decidere le velocità, dilatare il tempo o
velocizzarlo. La macchina non è neutra.
Manhatta, è un corto diretto dal pittore Charles Sheeler e dal fotografo Paul
Strand. Considerato il primo lm d’avanguardia americana, consiste in una
serie di immagini della New York degli anni ‘20 montate in modo da non
seguire una struttura narrativa o temporale. Abbiamo una macchina da presa
che si sposta dall’alto verso il basso per seguire le linee dei grandi palazzi di
Manhattan.
L'animazione ha una storia lunghissima dietro di sé, che inizia molto prima di
quella del cinema.
Già nel 1891, abbiamo ‘Pauvre Pierrot’, una pantomima luminosa francese
diretta da Charles-Émile Reynaud.
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Nei primi anni del Novecento vi furono parecchi sperimentatori, si può citare,
negli Stati Uniti, Winsor McCay, con il suo personaggio animato Gertie il
dinosauro, il quale nasce per i musei americani- in particolare viene
proiettato al Museum of Natural History di New York-. Vediamo in America
di ondersi un forte fascino per gli animali preistorici. In questo corto
In questo periodo vediamo, oltre a disegni anche persone in carne e ossa nei
cartoni, ciò era dovuto al fatto che non esisteva ancora un’industria, e
produrre 20.000 disegni al mese era un’impresa titanica. Abbiamo un
dispositivo che inizia a creare un mondo parallelo, animalizzato, che può
disporre di una totale libertà di forme e prescindere dalle regole del vivere.
Tra i personaggi ideati in questo periodo spicca il Gatto Felix, ideato da Otto
Messmer, il gatto nero esordisce nel 1917 per poi raggiungere il massimo
livello di successo negli anni venti, lo vediamo comparire infatti nel 1919, nel
cortometraggio Feline Follies. È una pre gurazione di Mickey Mouse: Felix è
un gatto nero profondamente umanizzato che vive in un mondo abitato da
umani e da animali antropomor , con i guai quotidiani che possono capitare
alle persone e con le emozioni umane.
Del 1922 è invece Cinderella, del 1926 the adventure of prince Aladdin,
entrambi diretti da Lotte Reiniger.
Del 1929 è the skeleton dance, appartenente alla ‘Silly Symphony’, una
serie di cortometraggi animati prodotti tra il 1929 e il 1939 da Walt Disney,
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al quale si debbono molte delle innovazioni introdotte nell’ambito
dell’animazione, e la creazione di un’industria.
Parigi, avanguardie
Pag 80 - cubismo
Il cinema nei primi anni del 900’ entra inevitabilmente in relazione con le arti
visive, in particolare è interessante analizzare l’in uenza delle innovazioni nel
campo delle arti gurative, esempio lampante ne sono i movimenti cubisti,
dadaisti e surrealisti.
Anche l’incontro fra dadaismo e cinema produsse alcuni capolavori, quali per
esempio Entr’acte, Emak Bakia, Etoile de mer.
Nel cinema dada ritroviamo tutti i capisaldi estetici del dadaismo, quali
arte come anti-arte, distruzione di ogni teoria estetica e del gusto,
ironia, gioco, critica, follia, infanzia, sovversione, nuove tecniche
espressive, collage, performance e così via.
Il cinema dev’essere destrutturato e delegittimato, utilizzato contro sé
stesso.
Il dadaismo si connota come un movimento di negazione dialettica dell’arte
e va inteso come punto di partenza per l’arte contemporanea, che si
distingue dall’arte precedente per la capacità di ri ettere su sé stessa.
Uno dei capisaldi del cinema dadaista può essere considerato Entr’acte,
rmato da Francis Picabia, e realizzato con l’aiuto di Renè Clair, del 1924, un
lm tardo rispetto al movimento vero e proprio, il quale si sciolse nel 1923.
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- Famose sono ad esempio le sequenze in cui Picabia e Duchamp giocano a
scacchi su una scacchiera che diventa la città stessa di Parigi, come se gli
artisti avessero il potere di muovere come pedine i monumenti della città.
- La vita urbana qui si manifesta in una forma informe, la città diviene una
strana pausa di ilarità, si alternano visioni totali a inquadrature strette.
Gli artisti lmano qui con il loro corpo un progetto estetico, un’opera
collettiva, prevale l’idea che il cinema possa lmare il mondo e si faccia
esso stesso tale. Si scopre un sistema regolato da leggi, da una
grammatica e una sintassi.
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Emak Bakia
Etoile de mer
1928- Con questo lm Man Ray cercò di creare un cinema di puro lirismo,
come poesia composta da immagini anziché da parole. Le
didascalie contengono spesso giochi di parole, in pieno stile
dadaista
è un lm realizzato con una particolare tecnica di ripresa
fondata sull’impiego di un ltro che rendeva i contorni del
pro lmico sfumati.
L’atmosfera è onirica e surreale, la fotogra a densa e
pastosa, quasi pittorica. Il lm si basa su una trasposizione
di una poesia surrealista di Desnos.
Il lm tende quindi al versante surrealista e anticipa le
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Le tecniche utilizzate sono la scomposizione degli oggetti, andamento da
forme astratte a gurative, che costituisce per certi versi un’anticipazione
della poetica espressionista
Prevale un confronto con la scienza, un’attrazione per il movimento che sta
all’interno delle cose, interpretabile come una volontà di indagare il modo in
cui guardiamo, e come raccontiamo guardando, implicando uno sguardo
inevitabilmente culturale.
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Le Chien andalou di Bunuel e Dali è nato dal racconto reciproco dei propri
sogni
Il lm è ricco di simbologie enigmatiche, che si susseguono senza un senso
apparente, ma con una serie di richiami analogici e formali.
La proiezione era accompagnata da musica di Wagner, e prevedeva 18
fotogrammi al secondo
I cartelli in questo caso non danno informazioni utili.
Il nucleo narrativo è chiaro, si focalizza sull’attrazione carnale tra un uomo e
una donna, gli elementi diventano un dispositivo associativo per il quale
abbiamo una serie di indizi.
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all'insaputa dell’autore della precedente, e così via no a formare un poema
collettivo
anonimo e nato dall'irrazionalità degli incontri casuali delle frasi). Di fatto, di
questo lm rimangono nella mente alcuni frammenti, come la scena in cui la
donna, anziché il protagonista esagitato, perturbato e quasi pazzo, in stile
buñueliano, bacia con trasporto il piede di una statua di marmo
I due lm considerati erano nati dalla stretta collaborazione tra un regista, che
poi svilupperà una sua poetica molto coerente no agli anni settanta, che è
appunto Buñuel, e un artista che vantava già un discreto successo nella
compagine surrealista quale Dali.
La gura di Dali merita di essere maggiormente approfondita
perché si tratta di un personaggio per molti aspetti identi cabil
come uno degli esponenti del Surrealismo più originali ed etero
dossi. L’amore per il cinema dell’artista non fu episodico, m
ebbe uno sviluppo interessante dopo la stagione surrealista - e in particolare
dobbiamo ricordare la collaborazione i con du
grandi registi come Disney e Hitchcock (King 2007)
Nel 1934 Dali si era infatti trasferito negli Stati uniti e li era entrato in contatto
con il produttore Warner, il quale a sua volta lo aveva Messo in contatto con
Disney. Dalì aveva spesso sostenuto che i tanti suoi quadri erano "simili a
fotogrammi del lmato vero dell'immaginazione" e la possibilità del disegno
animato adesso gli dava il pretesto per realizzare tale intuizione. Ciò portò ad
una collaborazione non casuale, ma durata diversi mesi, culminata nella
preparazione di un episodio per un lm a scene autonome, sul modello di
Fantasia, che Disney aveva in mente di produrre. Questo episodio venne
battezzato Destino, dal titolo della canzone di Armando Dominguez che
doveva costituire la colonna sonora, ma, per ragioni indipendenti dalla
volontà di Disney stesso, non venne mai realizzato. Destino venne
completato solo nel 200
grazie all'interessamento del nipote Roy Disney e per mano del regista
d'animazione S. Monféry, e il frammento che possiamo oggi vedere è
qualcosa di assolutamente straordinario che, forse, se avesse visto la luce
all'epoca, nel 1946, avrebbe cambiato i destini stessi del rapporto tra l'arte
cinematogra ca e quella visiva
Cinema espressionista
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Anche l’uso della luce è esasperato, l’uso dell’occhio di bue, (sistema per
cui si cerchia il volto di qualcuno, andando poi al nero, al ne di indirizzare lo
sguardo dello spettatore) va a marcare il carattere astratto della scena.
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Tra di essi spicca la gura di Maya Deren, che costituisce un vero e proprio
trait-d'union tra lo spirito delle avanguardie storiche e le nuove ricerche del
cinema sperimentale - che si autode nisce in questo modo proprio in
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Maya Deren
Nei lm dell’autrice traspare una dimensione onirica, perturbante, che
coesisteva all’epoca con una domanda fondamentale - il cinema può lmare
i sogni, e come
Sono chiare le in uenze surrealiste e psicoanalitiche.
Una delle opere più rappresentative del lavoro di Maya Deren è Meshes of
the afternoon, del 1943, un cortometraggio in bianco e nero in cui vediamo
la stessa Deren muoversi in atmosfere assolate apparentemente alla ricerca
di qualcosa che non ci viene detto.
Il lm non può non richiamare certe atmosfere oniriche tipicamente
surrealiste, attraverso giochi di ombre, sovrimpressioni, personaggi
enigmatici dal volto coperto da una fotogra a raf nata, Il rallentio, e la
ripetizione, coerenti al mondo del sogno, dove i tempi spesso diversi da
quelli vissuti nella realtà. La dinamica è marcatamente onirica, quasi come
fosse un monologo.
Nel lm della Deren vi sono però alcuni elementi di novità che non vanno
sottovalutati: innanzitutto il fatto che la protagonista è una donna,
presumibilmente alla ricerca di se stessa (il che rende quest'opera
un'anticipazione di certe poetiche dell'arte al femminile venute alla ribalta più
di trent'anni dopo); in secondo luogo l'uso del montaggio molto
sperimentale che alterna sapientemente grandi primi piani della Deren
con dettagli e riprese ravvicinate (la maniglia di una porta, una chiave che
cade sul selciato a rallentatore, ecc…) che caricano questo cortometraggio di
una drammaticità più moderna rispetto alle prove surrealiste; il terzo
elemento è la presenza molto " sica" della protagonista che si impone
all'attenzione dello spettatore ed è sottolineata da un uso altrettanto plastico
dei movimenti di macchina. Questi elementi costituiscono il segno di una
capacità di rinnovare il linguaggio cinematogra co sperimentale in direzioni
inedite che, per certi aspetti, sembrano quasi preludere a quelli che saranno i
veri e propri video d’artista degli anni sessanta e settanta
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ricontestualizzato e tras gurato in diverse dimensioni temporali, si presta a
diverse simbologie.
-At land
At Land si apre con una serie di inquadrature dell’oceano e di un corpo,
trascinato lentamente a riva dalla corrente: si tratta di una donna senza
nome, interpretata dalla stessa Maya Deren. Il modo di lmare serve qui a
raccontare luoghi sici e mentali, il rapporto plastico tra corpo e natura.
Si alternano una dimensione di con denza a una di dif denza, tramite
l’avvicinamento e l’allontanamento della macchina
La donna inizia un viaggio alla ricerca della propria identità che la conduce in
luoghi ogni volta differenti, in un’esperienza onirica che mira a mostrare il
disagio della protagonista nell’atto del riconoscimento di sé.
Le dif coltà della donna nel determinare la propria individualità, è
rappresentata dalle doppelgänger della protagonista con le quali entra in
contatto e che rivelano la frammentazione della sua psiche, così come
l’impossibilità di posizionarsi in modo adeguato all’interno del reale
Uno degli indizi visuali ai quali Deren ricorre per guidare lo spettatore è la
partita di scacchi.
La protagonista sembra muovere le pedine con il proprio sguardo –
l’elemento magico è una costante della produzione artistica e cinematogra ca
della regista – sino a quando un pedone viene mangiato, cade dalla
scacchiera e nisce in uno scenario completamente differente da quello
precedente. Il tentativo di ritrovare il pedone perduto da parte della donna
coincide con il proprio percorso di ricerca individuale, ma non solo, nel
gioco degli scacchi si deve infatti conquistare un campo. Termini come
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campo, tensione, regole, sintassi, grammatica, sono elementi associabili alla
sfera cinematogra ca.
Si tratta quindi sia di un ragionamento sull’onirico che sul cinema. Il
cinema s da sé stesso, volendo mettere in scena l’invisibile.
Len Lye
Neozelandese
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Tra i suoi lavori ricordiamo Kaleidoscope, Tusalava, dove ri ette sull’arte
maori Colour Box, Birth of a Robot, e Trade Tattoo. Segnerà molto l’arte
americana sperimentando sulla scultura cinetica.
Hans Richter
Dreams that Money Can Buy è Buy è un lm a episodi, ciascuno dei quali è
af dato ad un artista (nell'ordine: Max Ernst; Léger; Man Ray; Duchamp;
Alexander Calder; lo stesso Richter); gli episodi però si inseriscono in una
cornice narrativa abbastanza coerente, in contrasto con lo stile
destrutturato del cinema d'avanguardia.
In sintesi, si tratta della storia di Joe, che decide di vendere sogni (le visioni
degli artisti) a dei facoltosi clienti; in ultimo però il protagonista resta vittima
della ambiguità tra verità e sogno da lui stesso creata
vere opere d'arte compaiono qui come veri e propri elementi della
sceneggiatura. Max Ernst mostra il quadro ‘La vestizione della sposa’, Léger
e Calder, mostrano le loro celebri sculture mobili.
Tutto questo testimonia una nuova possibilità di fruizione mediale
dell'opera d’arte
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Marie Menken
Willard Maas
Bruce Conner
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Il termine documentario, con l’accezione con gli attribuiamo oggi, nasce solo
negli anni 30’, debitore al contesto culturale dell’epoca, che vedeva
di ondersi in diverse forme il primitivismo.
Scoprire che le colonie avevano armi, signi cava ammettere che avevano
tecnologia, di conseguenza ammettere che erano in grado di pensare. Si
crea quindi la necessità di trovare le di erenze tra persone di origini
di erenti, si creano determinati miti sull’africa e una certa curiosità, a cui
risponderanno gli antropologi con un’idea di scienza.
L’antropologia infatti, la quale si sviluppa in questo periodo, studiando
culture che progressivamente stavano scomparendo, spinse per
documentarle, lmandole, al ne di costruire un atlante di stampo positivista.
Si vuole registrare il loro codice di comportamento, le loro lingue.
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Le spinte coloniali portarono a derubare le popolazioni dei propri oggetti
tradizionali, in uenzando poi anche l’arte occidentale. Gli artisti iniziano a
ricercare forme pulite, non estremamente lavorate.
Negli anni venti emergono già alcuni nomi, tra i quali spicca quello di Robert
J. Flaherty, padre della docu- ction, ovvero una mescolanza di nzione e
documentario.
Negli anni ’80 Godard viene invitato ad insegnare cinema in un corso da cui
verrà prodotto un libro (Introduzione alla vera storia del cinema, 1982); nella
prima lezione mostra alcune scene di questo lm per mostrare come il
cinema non mostri la verità del corpo ma le verità del corpo all’interno degli
spazi che viviamo
Il termine documentary apparve per la prima volta nel 1926 in una recensione
di John Grierson al lm L'ultimo Eden (Moana) di Flaherty.
Pensato a colori ma realizzato poi in B/N, sin dai cartelli esprime l’idea della
Polinesia come luogo dell’anima. Dimensione erotica della nudità giusti cata
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dal contesto caldo e di mare. Il primitivo qui è il passato dal quale si è
originato tutto, una semplicità ormai scomparsa che va riscoperta.
Altro autore, noto per i suoi contributi all’antropologia visuale è Jean Rouch,
del quale ricordiamo il lm ‘ Tracking the Pale Fox’, che racconta la storia
delle ricerche sui Dogon a partire dalla famosa spedizione del 1931 di Marcel
Griaule.
In tutto il mondo lmò poi Joris Ivens, che infuse nelle sue opere un forte
impegno sociale e culturale. Suo è il celebre documentario Regen, sulla
pioggia (1929), lmò inoltre la rivoluzione in Cina e il Vietnam, ma anche il
paesaggio francese o il vento
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In ne, da citare è anche Que viva Mexico!, lm incompiuto del 1931, diretto
dal regista sovietico Eisenstein, il quale si propose di celebrare la
rivoluzione popolare più importante del secolo dopo quella sovietica, quella
messicana del 1911.
Tutto il lm gioca sul rapporto storia- cultura-natura e antropologia
Il documentario presenta somiglianze, richiami plastici tra i volti e le statue, e
si ri fa principalmente ai concetti di sublime e di natura, presentandosi a
metà tra nzione e documentario
Per parlare nuovamente di storia anche Ejsenstejn deve ritornare alla natura,
che a sua volta contiene una storia, riscontrabile nelle pietre.
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Mentre il cinema americano voleva costruire i suoi valori, legati al consumo; il
cinema europeo voleva costruire un nuovo modo di vedere. Si possono
delineare in questi anni un cinema poetico e cinema politico-poetico.
Negli anni dei totalitarismi il found footage prende invece un’accezione più
educativa o meglio propagandistica.
Un esempio di montaggio a ni più politici è La caduta della dinastia dei
Romanov di s r' Il'ini na Šub (1927) dove le immagini, che fungono da
documento, sono montate in modo da ricostruire e produrre una certa idea
di storia.
Queste creazioni lo conducono alla creazione del suo primo lm, Rose
Hobart, opera centrale per la storia del found footage. Si tratta di un
rimontaggio del lm East of Borneo (1931, regia di George Melford). Il titolo è
il nome della star del lm originale, Rose Hobart, che Cornell amava molto.
Il lm di Cornell fu proiettato nel 1936 alla Julian Levy's New York City
Gallery, e non al cinema, altra caratteristica che lo rende estremamente
rivoluzionario, dove si veri cò un episodio che condizionò molto la volontà
dell’autore, riguardo alla circolazione della sua produzione. Una volta in sala,
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Salvador Dalí si alzò in piedi urlando e sostenendo che Cornell gli avesse
rubato l'idea dalla mente. In seguito il regista ritirerà il lm, il quale non sarà
visibile no agli anni 60. Capiamo quindi che questo tipo di montaggio
presenta un certo carattere surrealista, richiama la pratica inventata dai
surrealisti, il cosiddetto ‘cadavre exquis’, sovvertendo la costruzione lineare.
Realismo poetico- Abel Glance, Jean Epstein, Jean Vigo, Jean Renoir
Isidore Isou arrivò a Parigi dalla Romania nel 1945 dove ha fondato il
movimento Lettrista, un movimento d’arte e letterario che doveva ispirazione
al Dada, e Surrealismo.
Isou discute di ciò che è sbagliato nel cinema e teorizza un cinema che deve
essere composto attraverso "discrepanti visioni", in cui il suono e l’immagine
sono volutamente estranei e dove il tessuto delle immagini viene manipolato
e/o distrutto attraverso candeggio e gra .
Guy Debord ancheggerà prima Isou per poi prendere la sua strada
fondando l’Internazionale Lettrista, l’Internazionale Situazionista e la rivista
Potlatch (titolo basato su un rito di nativi americani, esempio di economia
del dono, in cui alcuni gruppi sociali portano doni ad altri gruppi no a
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prosciugarsi economicamente per arricchirsi di nuovo grazie a doni di altri
gruppi).
Debord a erma la propria ambizione nella maniera più radicale: egli intende
distruggere il cinema, in quanto spettacolo che o re al pubblico
nient’altro che vite sostitutive.
Si propone di creare una sorta di anti-cinema, lavorando su lm che hanno
lunghe pause di neri e bianchi, rallentando il tempo, negando il cinema come
imitatore della realtà.
Ciò che aliena l'uomo, ciò che lo allontana dal libero sviluppo delle sue
facoltà naturali non è più, come accadeva ai tempi di Marx, l'oppressione
diretta del padrone e il feticismo delle merci, bensì è lo spettacolo, che
Debord identi ca come ‘un rapporto sociale fra individui mediato dalle
immagini[
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Persiste la volontà di smascherare quest’ultimi, le maschere sociali, le
immagini, e la necessità interrogarsi su cosa sia la verità
Attraverso il montaggio smaschera l’immagine per portarla ad un potenziale
grado zero, per interrogare su cosa sia la verità.
Contesto culturale
Nel secondo dopoguerra, in Europa emerge un’esigenza di ricostruire,
rimediare alle tragedie belliche.
Lo statuto delle arti viene messo in discussione e deve quindi trovare nuovo
equilibrio. L’immagine lmica diventa un elemento di denuncia, un materiale
di conoscenza per le masse. La discussione critica sull’arte, viene portata
avanti in particolare Scuola di Francoforte (Istituto per la Ricerca Sociale), la
quale teorizza e analizza l’industria culturale (Adorno, Horkheimer, Kracauer)
e il suo rapporto con le masse. Cultura mediale si confronta con la
propaganda, cinema diventa luogo di discussione. Asse temporale e
spaziale decisivo per la società e cultura europea. Questione della modernità
era evidente, 2a GM fu più marcatamente lmata della 1a. A partire da
Adorno no a Jaspers ci si chiede se si possa fare arte dopo i campi di
concentramento, se dalla musica a qualunque forma culturale si possa
ricominciare dopo l’orrore del nazismo e la sua scienti cità aziendale alla
base dello sterminio. Questione centrale su cui la cultura di quegli anni
inizierà ad interrogarsi. Avanguardie anni ’40 e ’50 recuperano avanguardie
precedenti.
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La scena centrale del lm, con la corsa e l'uccisione di Pina (Anna Magnani)
dietro al camion che porta via il marito catturato dai tedeschi, è forse la
sequenza più celebre del neorealismo, nonché una delle più famose della
storia del cinema italiano.
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Considerata una delle vette del Neorealismo, qui il regista vi utilizza
principalmente attori non professionisti, o locali.
Il protagonista è interpretato da Edmund Moeschke, un ragazzino di 11 anni,
che al termine del lm si suicida.
Altro lm emblematico è Francesco, giullare di Dio che mette in scena
alcuni episodi tratti da I oretti di san Francesco e La vita di frate Ginepro.
Vediamo una scena in cui i frati sono sollecitati a girare su loro stessi, a
cadere, e a intraprendere la via verso la quale sono rivolti
Rossellini afferma attraverso questo episodio che tutte le vie del cinema sono
possibili, bisogna avere il coraggio di percorrerle, e che anche il linguaggio
può adattarsi alla casualità. Per citare Godard, ‘Non vi è un’immagine
giusta, ma vi è solo un’immagine’.
Da ricordare è inoltre Europa ’51, del 1952, in cui Rossellini per il
personaggio di Irene si ispirò alla gura di Simone Weil, e Matri Bhumi, lm
del 1958, girato direttamente in India.
L’autore coinvolge presente non per fare cronaca ma per interrogare la
contemporaneità.
Rossellini in tutta la sua opera cinematogra ca si interroga costantemente su
come ricominciare a vivere dopo il dramma della seconda guerra mondiale e
del nazismo, lavorando verso l’idea dell’informe, rompendo con la tradizione,
uscendo dal set
C’è l’idea di un cinema che si trasforma, si gira come si può e senza certezze
di fondi, che si fa giorno per giorno, affrontando rischi estetici molto più
complessi rispetto al teatro.
Nell’ultima parte della sua vita si dedicherà alla televisione perché, in quegli
anni, era più potente del cinema.
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Importante è inoltre l’in uenza di Guy Debord, che identi ca il cinema come
medium del capitalismo.
Negli anni 50 si sovverte il principio fondativo su cui si basa l’estetica
cinematogra ca, vediamo venire a meno l’idea di trama, grazie all’in uenza
del ‘teatro povero’ di Grotowski e di Beckett. Un andamento antispettacolare
entra per no nei lm narrativi di successo.
Gli anni Cinquanta hanno costituito un periodo di transizione nella storia del
cinema americano. Si assiste a un’innovazione tecnica, si inizia a pensare
a grandi schermi immersivi, a proiezioni multiple, al cinema 3D, e assistiamo
alla nascita del panoramico.
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Viene a meno il centro dell’immagine, si interrompe la storia della
prospettiva, nasce un formato non adatto alla televisione, che conferisce al
cinema lo statuto di un luogo in cui si doveva andare per vedere i lm
accuratamente.
Sia nel cinema che nelle arti, in particolare con la nascita dell’espressionismo
astratto e il libro ‘ the sublime is now’ di Barnett Newman, assistiamo a una
tendenza di andare all’andare oltre la bidimensionalità, nel caso del cinema,
a superare la sala, e alla formazione di una nuova esperienza lmica.
Vediamo nascere diverse tendenze cinematogra che, innanzitutto possiamo
citare il cinema strutturale, cinema in cui assume più importanza il
contenuto che la forma. È un cinema meta sico che si confronta con
l’esperienza dell’essere, lavora attraverso le immagini verso l’astrazione.
Tra gli esponenti vediamo per esempio Michael Snow, Hollis Frampton, Tony
Conrad, Ernie Gehr, e Wilhelm Hein.
Micheal Snow dirige Wavelenght, lm dove in una stanza si lma la luce nel
suo declinare, mentre la camera avanza lentamente nello spazio. Il punto di
conclusione è un’inquadratura di una fotogra a in bianco e nero del mare,
quindi un paesaggio illusorio
Un’altra sua opera molto radicale da ricordare è la region centrale, del
1971, in cui lma per 24 ore con un braccio robotico un paesaggio.
Si diffonde in questi anni anche una tendenza più autobiogra ca, incarnata
da Jones Mekas, inventore del diary- lm, la sua produzione lmica si
contraddistingue per un progressivo interesse per l’esperienza vissuta in
prima persona, usando il cinema per documentare le esperienze di tutti i
giorni.
Jones Mekas è anche l’autore del manifesto del new American cinema
group, ispirato dalla nouvelle vague e italiana e francese, il quale riuniva
registi indipendenti di cinema sperimentale di New York. Il manifesto era
caratterizzato da un'aperta opposizione etica ed estetica all'industria
hollywoodiana e dalla volontà di creare un tessuto distributivo alternativo a
quello delle major.
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Italia- Verso gli anni 60 - Paolini, Ferreri il cinema sperimentale in Italia negli
anni sessanta... Gri , Scavolini. Il cinema di Schifano, Carmelo Bene, Paolo
Gioli
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Dillinger è morto, La Rabbia, Accattone
La veri ca incerta Gri e Baruchello, Umano non umano, Anonimatografo,
Film stenopeico
L’Italia degli anni ’60 e ’70 ha dato il suo grande contributo alla storia dei
generi cinematogra ci, reinventando e riadattando i codici classici
all’esigenza di un pubblico più attento alle tematiche sociali e politiche
Usa come voci narranti una serie di scrittori ed artisti del periodo (Bassani ad
esempio, autore de Il giardino dei Finzi Contini). Pasolini interviene nel
dibattito della cultura Italiana, scinde la modernità dal progresso,
dall’industrializzazione, dalla modernità capitalista, identi candola come priva
di esperienza, anestetizzante ed annichilente, antisoggettiva, una sorta di
ritorno al fascismo. (antropologia italiana legata al fascismo).
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Tutti i suoi scritti in qualche modo partono dal paradosso di voler dare vita ad
un cinema che vuole essere anti-cinema.
Bene chiarì che esso fu una prova per le luci e come preparazione al
successivo lm Nostra Signora dei Turchi, ma va comunque, in un modo o
nell'altro, considerato un'opera a sé stante. Il lm ha come interprete
principale ed unico Carmelo Bene, salvo la sporadica e fugace apparizione di
Lydia Mancinelli, ed ha come linea guida, a tratti spezzata, il sonoro della
voce (spesso fuori campo) e della musica. Si tratta di un lavoro
prevalentemente focalizzato sulla messa in campo della luce, continuamente
esposta agli specchi della camera d’albergo, moltiplicando l’’immagine e
interrogando su quale siano vere e false.
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