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Cinema futurista

« Scomponiamo e ricomponiamo l'universo secondo i nostri meravigliosi capricci »


(Manifesto della Cinematografia futurista, 1916)

Il cinema futurista fu il più antico movimento del cinema d'avanguardiaeuropeo. Nacque in Italia
ufficialmente nel 1916 (ma con qualche esperimento anteriore) e non lasciò opere di grandissima
importanza, prese singolarmente, ma la sua portata culturale fu molto ampia e influenzò tutte le
successive avanguardie, nonché alcuni autori stessi del cinema narrativo: la sua eco si espande fino
alle visioni oniriche di alcuni film di Alfred Hitchcock.
In Italia Filippo Marinetti diede alle stampe nel 1909 il Manifesto del futurismo, dove si sosteneva,
tra l'altro, come una "rombante automobile" fosse più bella della Nike di Samotracia, una delle
icone più famose della bellezza in senso classico. In successione vennero poi pubblicati
il Manifesto tecnico della letteratura futurista (1912), il Manifesto del teatro di varietà(che lodava
l'eterogeneità e il disordine del teatro popolare, 1913), il Manifesto del teatro
futurista sintetico (dove si annunciava un nuovo genere composto da scenette di brevità
assoluta, 1915) e infine il Manifesto della Cinematografia futurista, del 1916. In quell'anno
Marinetti realizzò il primo film Vita futurista (diretto da Arnaldo Ginna), oggi perduto.

Caratteristiche
Nel Manifesto della Cinematografia futurista, firmato
da Marinetti, Corra, Ginna, Balla, Chiti e Settimelli, sosteneva come il cinema fosse "per natura"
arte futurista, grazie alla mancanza di un passato e di tradizioni, ma non apprezzava il cinema
narrativo "passatissimo", cercando invece un cinema fatto di "viaggi, cacce e guerre", all'insegna di
uno spettacolo "antigrazioso, deformatore, impressionista, sintetico, dinamico, parolibero". Nelle
loro parole c'è tutto un entusiasmo verso la ricerca di un linguaggio nuovo slegato dalla bellezza
tradizionale, che era percepita come un retaggio vecchio e soffocante. Il Futurismo fu la prima
corrente artistica a interessarsi del cinema come linguaggio in sé e come "movimento del
linguaggio". Una visione tipicamente futurista poteva essere il panorama che cambia
repentinamente dal finestrino di un'automobile, di un treno o di un aeroplano, dove il tema della
modernità e della velocità erano un tutt'uno che non aveva bisogno di ulteriori aggiunte.
I futuristi furono tra i primi a intuire come i trucchi cinematografici, ormai ampiamente sperimentati
nel decennio precedente, fossero utilizzabili non solo come fenomeno da baraccone, ma anche come
mezzo creativo, poetico e simbolico. Unasovrimpressione ad esempio non era più solo un mezzo
per far apparire un fantasma o un gigante accanto a un nano, ma poteva diventare uno strumento per
un nuovo linguaggio artistico e sovversivo. Lo stesso montaggio permetteva la scomposizione della
realtà secondo "i capricci" degli artisti, permettendo visioni mai sperimentate prima. In questo senso
il cinema era anche un "mezzo di trasporto"

Film
La produzione di film d'avanguardia fu piuttosto limitata, come per le sperimentazioni successive, e
in particolare per il futurismo molte opere sono andate perdute.
I primi film sperimentali furono quelli dei fratelli Corradini, soprannominati in arte Ginna eCorra,
che nel 1911 realizzarono quattro pellicole colorate a mano (cinepitture), con macchie di colore
sparse e confuse, oggi perdute. Tali esperimenti vennero poi ripresi più tardi nelcinema astratto in
Germania, da pittori come Eggeling e Richter, e influenzarono anche la
cosiddetta aeropittura o secondo futurismo del 1929.
Marinetti realizzò nel 1916 il film Vita futurista, perduto, dove coi sui colleghi futuristi disturbava
la quiete pubblica importunando i clienti dei caffè borghesi di Firenze.
L'unico film significativo che ci sia pervenuto è quindi Thaïs o Perfido incanto del 1917, del
regista Anton Giulio Bragaglia. La storia è piuttosto convenzionale e si rifà alle torbide storie
amorose del "diva-film" tipico dell'epoca, ma le scenografie del pittore Enrico Prampolini si
discostano nettamente dalla tradizione, creando uno stravagante e opprimente mondo di spirali,
losanghe, scacchiere, che fecero da modello ai registi dell'Espressionismo tedesco.
Un altro film perduto è Il re, le torri, gli alfieri di Ivo Illuminati, dove i personaggi erano vestiti
come le figure degli scacchi e si muovevano su un pavimento a scacchiera.
Molto amato dai futuristi era il cinema comico popolare, dove spesso faceva da padrone nella scena
il movimento puro (corse, inseguimenti, capitomboli), infervorato dal montaggio. Lo
stesso Marinetti aveva infatti scritto un'opera carnevalesca, il Re Baldoria.

Influenza
Il futurismo italiano non produsse nel cinema opere immediatamente all'altezza dei loro propositi
rivoluzionari, ma l'importanza del movimento come fonte di ispirazione per tutte le avanguardie
successive fu enorme. In Germania film comeIl gabinetto del dottor Caligari (1919)
o Metropolis (1926) hanno come fonte d'ispirazione profonda il movimento futurista italiano, e
altrettanto si può dire delle avanguardie francesi, soprattutto René Clair.
Anche nel cinema commerciale sono frequenti e durature le tracce del futurismo. Ancora negli anni
Trenta il film Gli uomini, che mascalzoni... di Mario Camerini (1932) contiene una girandola di
illusioni ottiche a ritmo frenetico, con l'uso dell'accelerato, dello split-screen, di sovrimpressioni,
ecc.
Ma anche nelle visioni oniriche di alcuni film di Alfred Hitchcock (ad esempio Vertigo) si
rincontrano le stesse tecniche sovversive sperimentate in primo luogo dai futuristi.

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