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Linguaggi e formati del cinema e dell’audiovisivo

La fotografia era stata inventata nel 1827 e nel 1884 Eastman inventò la pellicola su rullo e Edison inventò il cinetoscopio (uno
strumento che faceva ruotare immagini statiche in una scatola dando l’illusione del movimento).

1895-1903

Il 28 dicembre 1895 i fratelli Lumiere proiettano una piccola raccolta di 10 documentari (l’uscita dalle officine, la voltige
(scenetta comica), la pesca al pesce rosso, lo sbarco (processione di inventori registrati per farli vedere il giorno dopo ad un
congresso), i fabbri (messa in scena), l’innaffiatore innaffiato (si dispiega la vena teatrale intravista in precedenza), il pasto del
bimbo (il figlio di uno dei fratelli Lumière spesso usato come protagonista, il primo in cui si muove lo sfondo in contrasto anche
con la tradizione teatrale), un acrobata, la piazza di Cordeliers a Lione (inizia a prendere vita ed è l’unico vero documentario), il
mare (documentaristica, bambini che si tuffano in mare).

Questa invenzione stupisce le masse e si espande velocemente ma viene considerato un intrattenimento di corte e non per le
masse, i fratelli Lumiere non riprendono quello che accade veramente ma quello che pensano dovrebbe accadere. Le prime
proiezioni passano attraverso la complicata organizzazione di «eventi» specifici in apposite sale oppure si insinuano nei locali
pubblici, nei caffè e nei teatri di varietà, come simpatico intermezzo negli spettacoli più tradizionali.

Presto iniziarono a produrre brevi film anche altri soggetti, in Francia Melies che aveva una carriera come illusionista teatrale
rimase affascinato dalle proiezioni del Lumiere e decise di sperimentare con film come la luna a un metro del 1896, il primo
film a soggetto fondando.

Melies trasformò il realismo del Lumiere in produzioni teatrali registrate, usò i primi trucchi teatrali e si può considerare il
padre della stop motion, fondò la sua propria casa di produzione star film.

A mano a mano che nuovi soggetti si affacciavano al mondo del cinema veniva scoperta l’inquadratura e addirittura il
montaggio, le macchine erano ancora grandi e pesanti ma per muoverle nacque il Dolly nel 1899 che permetteva una ripresa
del movimento fluida.

Negli anni successivi si uniscono i vantaggi del teatro e quelli della cinepresa allestendo palcoscenici, Melies pensa ad un
nuovo tipo di spettacolo cinematografico, dell’illusione a cui contrappone la realtà, appone un timbro fantastico al cinema, tra
poesia e trucco scenico, permette ciò che il teatro non può offrire.

Presto i film furono proiettati in grandi sale o nelle fiere, si sperimentò anche l’utilizzo dei colori, nacquero i primi divi, il
cinema diventa popolare prima di maturare una vera e propria identità e subisce l’influenza del contesto sociale, si adatta alla
volontà del pubblico a seconda delle risorse che ha a disposizione e dello scambio con le forme di spettacolo preesistenti.

Il periodo che copre il primo ventennio di esistenza del nuovo mezzo (1895-1915) viene definito Cinema delle Attrazioni o
Modo di Rappresentazione Primitivo, per distinguerlo dalla forma di maturazione raggiunta con il sistema hollywoodiano
(Modo di rappresentazione Istituzionale)
1903-1918

È un periodo in costante movimento, alla ricerca delle novità da un punto di vista artistico, politico, culturale, il cinema in
questo contesto trova la sua stabilità in un tipo di esperienza psicologica complessa, negli USA emerge Hollywood e lo star
system, nel frattempo in oriente il Giappone faceva da pioniere cinematografico.

Il lungometraggio si instaura come produzione tipica e vince la lotta con il cortometraggio, anche se gli USA saranno tra i più
restii ad adottarlo.

Porter nel 1903 dirige la grande rapina al treno che rappresenta uno dei primi montaggi in continuità alternando riprese
interne ed esterne facendo seguire una storia al pubblico, da questo momento in poi il cinema continuerà a seguire il corso di
un’azione in vari luoghi.

The Life of an American Fireman (1903) di Porter è molto rilevante. La sequenza più nota è l’arrivo del vigile del fuoco di fronte
a una casa in fiamme. Il film mostra una stanza della casa in cui il vigile del fuoco salva una madre e con un salto di montaggio,
si arriva a un’inquadratura in esterni in cui la madre si trova per strada.
Gli storici del cinema hanno sostenuto che si tratti del primo esempio di montaggio in continuità. Il film alterna riprese in
interni ed esterni, mentre il pubblico segue la storia di un salvataggio nonostante lo spazio della strada scompaia
all’improvviso per lasciare posto a quello di una stanza. Il cinema aveva imparato a seguire il corso di un’azione da un
luogo all’altro. Questo rese possibili le sequenze di inseguimento, liberando il linguaggio cinematografico ed enfatizzando il
movimento.
È uno dei primi film con un racconto lineare completo senza salti temporali, le inquadrature sono fisse ma contengono la
totalità dell’azione, contiene effetti speciali.

In Europa il primo ad aprire una sala cinematografica è Pathé a Parigi che si trasforma in cinema di lusso, nel 1907 diresse
cavallo imbizzarrito che vede un parallelismo tra le azioni del cavallo e del cavaliere creando un montaggio alternato. Nel 1908
si inizia ad utilizzare lo stratagemma delle ombre per dare profondità alla fotografia e si vede il primo flashback della storia in
the yidddisher boy.

Il pubblico che in quel periodo si stava avvicinando al cinema cercava film più raffinati, si stava aprendo ad un pubblico più
acculturato che non voleva i film da Nickelodeon (spazi come magazzini e garage in cui raccogliersi ad assistere alle proiezioni
che venivano riprodotte in continuazione, sono più economici dei teatri e sono quasi sempre inazione) , questo portò alla
costruzione di cinema veri e propri, impresari iniziano ad acquisire sale e mantengono prezzi bassi per permettere anche alle
fasce di popolazione più umili di accedervi, sono solitamente posizionati nelle zone industriale per permettere agli operai di
accedervi più facilmente.

Il cinema diventa luogo d’incontro e socializzazione, nel 1908 i Nickelodeon sono la principale modalità di usufrutto del cinema
ma sono luoghi rozzi e improvvisati piena di gente povera che rischia di stigmatizzare il ruolo del cinema, i produttori non
voglio associarsi a immigrati e poveri spesso maltrattati all’interno dei film.

1928-1945:

Da prima del 1927 si tentava di fare dei film sonori installando altoparlanti sugli schermi, spesso questa novità era vista dai
registi del muto come una condanna per il cinema, inoltre, per i film muti il caos delle riprese in esterna non andava bene e si
tornò a girare al chiuso per evitare rumori fastidiosi.

Dal 1933 fu possibile aggiungere musica separatamente alla colonna sonora dopo il montaggio ma ciò non permetteva
l’utilizzo dei dialoghi che avrebbero dovuto essere in perfetto sync con le immagini che costrinse a girare le immagini insieme
utilizzando varie macchine per allineare parlato e immagini.

Il sonoro influenzò anche la performance degli attori anche perché i registi non potevano più parlare loro durante le riprese e
questa serie di limitazioni frustrò molti autori che a lungo si rifiutarono di utilizzare il sonoro.

Stati uniti:
1903-1918: Nella prima decade del 1900 attraverso il lavoro di ingegno della MPPC (trust) nacque lo star system, una
macchina pubblicitaria che usava i divi per vendere i biglietti, le star erano totalmente controllate da registi e case produttive e
l’ossessione per questi soggetti crebbe al punto che in ogni nazione in cui era presente il cinema nacque un divƏ e ciò
influenzava ogni aspetto dell’industria cinematografica.

Per esaltare gli attori (all’interno di un cinema ancora muto) i registi aumentarono i primi piani e si concentrarono sugli aspetti
psicologici che li coinvolgevano, Hollywood conobbe un enorme successo.

Tra il 1897 e il 1908 avvenne una guerra dei brevetti, iniziata da Edison che comprese l’importanza di questo nuovo mezzo e
brevettò i fori che permettevano alla pellicola di rimanere agganciata alla macchina da prese garantendosi il monopolio della
pellicola, il Trust permise la fine di questa guerra facendo però iniziare la cosiddetta guerra del trust che finì nel 1918.

Griffith -> diresse il bastone della tenda, un corto che avrebbe dettato lo stile comico di tutto il cinema muto americano,
donava incredibile umanità ai suoi lavori, diresse nascita di una nazione nel 1915, uno dei film più controversi della storia,
dedicato agli USA in cui due famiglie schierate in fazioni opposte nella guerra civile vede un figlio razzista “salvare” una ragazza
non razzista da un uomo di colore, questo è il primo film interamente narrativo (l’elaborazione delle immagini è totalmente
funzionale alla narrazione della storia).

Griffith vide Cabiria che lo influenzò al punto di girare Intolerance che cerca di esplorare l’intolleranza attraverso la storia
mettendo insieme una serie di momenti storici importanti, le tecniche utilizzate per questo film erano decisamente innovative,
ai critici sembrò un tentativo di scuse, ma questo film è il primo che non si lega né al tempo né allo spazio ma ad un tema.

1918-1928: Iniziò un periodo di deregolamentazione in cui gli avversari di Edison poterono iniziare a costruire cinematografi o
aziende come la Paramount Pictures o la Warner Bros che fu la prima a investire nel sonoro, gli studio volevano controllare e
standardizzare ogni parte del loro funzionamento producendo pellicole in stile fordista.

Ci fu una specializzazione del lavoro, la produzione delle pellicole prevedeva una preproduzione in cui la produzione sceglieva
attori e sceneggiatori, il momento delle riprese vero e proprio, infine il materiale girato era portato ad un montatore che
iniziava la fase di post-produzione, con l’arrivo del sonoro si era aggiunto un compositore che assisteva alla proiezione di una
copia-lavoro e ne scriveva la partitura.

I film di questo periodo erano accessibili, trattavano di persone comuni, ma con una componente emotiva decisamente
superiore a quella quotidiana per questo è spesso descritto come periodo del realismo romantico chiuso (per chiuso si intende
un cinema in cui attori e pellicole non si rendono conto di essere tali).

Queste pellicole comprendono inquadrature molto brevi e da molteplici angolazioni che aumentarono le sfere romantiche con
dive come Greta Garbo, la produzione in questo periodo si aggirava intorno ai 600 film all’anno, ma si parla di dittatura in cui
l’attore è muto, l’approccio al cinema era diventato industriale e non artistico.

In questo periodo si sviluppa la commedia hollywoodiana che fonda le basi sulla figura di Charles Chaplin, stupito dalla
comicità detta slapstick di quel periodo donò sottigliezza emotiva e narrativa modificando lo star system, producendo
interpretando e scrivendo le musiche di ogni suo film.

Nel 1915 dopo essersi ribellato alle regole folli della casa di produzione Keystone raggiunge il successo ottenendo totale
controllo sulle proprie produzioni e fondando la united artist corporation con cui produsse il suo primo lungometraggio il
monello che è la storia di una ragazza madre costretta ad abbandonare il figlio che educherà Charlot, la profondità dei lavori di
Chaplin è innegabile e lo dimostrò anche in film come la febbre dell’oro o il grande dittatore.

Chaplin influenzò il cinema mondiale e soprattutto Lloyd che tentò a lungo di creare un personaggio forte come quello di
Chaplin, creò un soggetto che apparentemente era l’inverso di Charlot ma con una fortissima presenza comica, il suo successo
più grande è mosca umana (un lavoratore deve rilanciare l’economia del magazzino in cui lavora e propone una scalata
dell’edificio che toccherà a lui fare).

Keaton è un altro soggetto che si impose sulla scena comica hollywoodiana ma la sua carriera fu breve a causa di una serie di
scandali che portarono alla nascita di un ente atto alla censura di scene sessuali o violente, l’Hays office che produsse un
codice ostacolando la produzione per quasi 30 anni.

Alla fine degli anni 20 registi americani e internazionali iniziarono a disprezzare lo stile del realismo chiuso, Louis Weber una
delle registe più pagate al mondo trattava temi diversi da quelli del realismo chiuso opponendosi al pregiudizio religioso o
manifestando contro la pena capitale.

Alcuni autori cercarono di concentrarsi sul sociale come Von Stroheim che voleva esplorare la decadenza dei ricchi, in rapacità
racconta la storia di una moglie che vince alla lotteria diventando avida e del marito che diventa un alcolizzato povero che per
questo uccide la moglie e il rivale, era originariamente di dieci ore ma fu ridotto, l’originale è andato perduto.

Nel 1928 King Vidor dirige la folla, un film su una coppia a cui muore la figlia e in cui il padre cerca di attutire i rumori di New
York per non disturbarla non accettando la sua morte, il film si scaglia contro il falso mito del sogno americano, ogni suo film è
unico e avrà una grande influenza anche all’estero, questo film rappresenta il manifesto del cinema tra le due guerre.

1928-1945: Gli studi fondati negli anni 20 avevano formato un’oligarchia che controllava la totalità della produzione
americana, nacquero vari generi come i western, le commedie Screwball, gli horror, i film di animazione e i drammi.

I film di guerra sono spesso ambientati nel primo conflitto mondiale e vede gli americani combattere valorosamente contro gli
oppressori per difendere la libertà, morale che si ripeterà fino alla guerra del Vietnam, a differenza dei film europei che spesso
hanno una vena antimilitarista, è un genere che subirà molte riflessioni sulla sua natura.

Gli horror erano già presenti negli anni 20 come e seguirono con il fantasma dell’opera, Dracula… all’inizio sconvolsero il
pubblico, Frankenstein è un’opera fondamentale per il concetto di pregiudizio ed ebbe molte influenze, la Universal si
specializzò in questi genere.

I film sui gangster non avevano origine europea e riuscirono ad affascinare il pubblico, il primo fu il piccolo Cesare che narra la
storia di un gangster italiano che fa guerra ai rivali, spesso questi film si basavano su famiglie di origine italiana o irlandese.

Nel 31 nemico pubblico di Wellman fu tra i più violenti e in modo controverso non condanna esplicitamente le azioni del
protagonista, questa linea di film proseguì per anni fino ai decenni successivi in cui i concetti di avidità e potere si sposarono
bene con il contesto americano capitalista.

Musical horror e film di gangster rappresentavano ampia parte della produzione ma il western fu un genere molto apprezzato
in America anche se fu meglio esplorato negli anni 40, spesso parlano di società emergenti o della creazione della legge e sono
messi a confronto con i film di gangster. Protagonista del genere fu John Wayne che rese questo genere famoso.
L’aura mitica che avvolge la colonizzazione del selvaggio west avvalora un piano narrativo stereotipato e appiattito sullo
scontro elementare fra bene e male, sono ambientati in esterni con un ritmo scandito dall’azione e dalle sparatorie. Negli anni
30 viene segregato a b-movie soppiantato di film di gangster.

Negli anni 70 con il revisionismo il western vede un’inversione di rotta che rivaluta la correttezza dei vecchi film facendo uno
scambio dei ruoli di bene e male tra colonialisti e indiani.

La commedia si era profondamente modificata con l’arrivo del sonoro, inaspettatamente si femminilizzò, le donne divennero
importanti attrici e i temi delle commedie degli anni 30 lanciarono dive come Katharine Hepburn, Hawks fu un importante
regista di questo genere e diresse commedie come Susanna! ventesimo secolo e gli uomini preferiscono le bionde… le donne
rappresentate sono risolute mentre gli uomini sono spesso umiliati.

Hawks sperimenta un tipo di recitazione ispirato a Chaplin che ha l’obiettivo di essere veloce tanto che spesso gli attori
dialogando si sovrappongono e aumentano il realismo delle scene. Le commedie di Laurel e Hardy che iniziarono a lavorare
insieme nel 27 non si rifanno al realismo romantico chiuso ma i loro personaggi non sono anarchici, spesso rompevano la
quarta parete e dialogavano con il pubblico.

Alcuni musical cercarono di trasgredire il realismo romantico chiuso, si ispiravano ai film astratti ma erano estremamente
artificiosi e spesso si rivolgevano al pubblico.

Nel 37 la Disney produsse Biancaneve e i sette nani cementando la sua reputazione che portò alla realizzazione di 9 successivi
film di enorme successo, Walt Disney era un uomo ambizioso e nel 29 collaborando con il disegnatore Iwerks realizzò
steamboat willie che rese Mickey mouse tra i personaggi più famosi del cinema americano.

Quando Iwerks lasciò lo studio Disney dovette reinventarsi lanciando paperino nel 34 e poi dedicandosi ai lungometraggi, la
prima di Biancaneve ottenne una standing ovation e ottime recensioni e lo stesso successo si ripeté per Pinocchio e Bambi.

Il mercato della Disney fu messo in crisi dalla guerra, per salvarsi la Disney iniziò a concentrarsi più sull’aspetto economico che
sulla produzione che vedeva sempre più copiature tra disegni, i temi del surrealismo si andavano perdendo e i film Disney
risultavano conservatori, incentrati sui valori della famiglia, dopo la morte di Walt Disney lo studio continuò ad espandersi.

Nel 39 uscirono tre film su donne che formarono il cinema successivo: Ninotchka, il mago di Oz e via col vento, il primo diretto
da Billy Wilder è una parodia del comunismo in cui una rivoluzionaria russa si abbandona ai piaceri del mondo occidentale, il
secondo film invece è un esempio di escapismo hollywoodiano degli anni 30, infine Via col vento narra di una giovane viziata
che perde tutto nella guerra civile americana, ciò può apparire come una stravagante critica all’America.

Nel 39 John Ford diresse ombre rosse che racconta di un gruppo di viaggiatori che si spostano in carrozza a cui si unisce un
cowboy che alla fine del film se ne andrà con una prostituta viaggiatrice maltrattata dal resto della carovana, il cowboy
rappresenta un uomo giusto ma difettoso, solitario.

Ford girò numerosi film western successivi in Arizona con John Wayne che saranno costanti nei suoi film successivi, influenzò il
western ma anche il cinema internazionale grazie al suo allontanamento dalla piattezza del cinema di quel periodo.

Quarto potere è il primo film di Orson Welles che collaborò con uno dei migliori direttori alla fotografia americani, con questo
film volevano scioccare il pubblico, impattarono tutto il cinema successivo americano, il film parla di un magnate assetato di
potere ma privo di gusto ed è una denuncia all’egoismo degli imprenditori americani. Welles trattò spesso temi importanti nei
suoi film e influenzò molti registi contemporanei per film come i migliori anni della nostra vita del 46 di Wyler…

1945-1952: Si iniziava a esplorare il long-take o piano sequenza che erano riprese più lunghe che permettevano di mettere in
scena azioni diverse a diverse distanza dagli obbiettivi, Hitchcock si era trasferito nel 38 e iniziò una grande produzione di film
interessandosi sempre di più ai limiti del cinema narrativo, ma fu una tendenza che durò poco.

Sviluppò il tema dell'ossessione di colpevolezza, che è vicina alle teorie di Freud, dissemina nelle sue storie un notevole
umorismo nero, che porta a ridere delle proprie paure, ma anche a vedere il male più̀ affascinante, più̀ divertente del bene.

Lo stile di Hitchcock è onirico, basato sui contrasti di luce espressionisti innaturali. Il risultato è di sospeso tra la veglia e il
sonno, come l'effetto cercato dal cinema surrealista. Dietro la facciata di un'apparente adesione ai metodi del cinema
narrativo classico, il regista inseriva tutta una serie di trasgressioni, come i lunghi movimenti di camera, i giochi di luci e ombre
nell'inquadratura, i punti di vista che celano cose allo spettatore: sono tutti elementi che abbassano la priorità̀ dell'azione in
favore di una visione improntata sullo "sguardo" della cinepresa” (e quindi del regista).
Nacquero i film noir o film neri che affondano le proprie radici in varie tendenze del cinema, tra i più influenti film del genere
c’è la fiamma del peccato di Billy Wilder che parla di un assicuratore che si innamora della moglie di un cliente che lo convince
ad uccidere il marito, è un film pieno di suspense. Una sorta di evoluzione dei polizieschi che spesso tratta di angosce e
tradimenti, spesso tratta l’ossessione del tempo e della fatalità.

Wilder era profondamente affascinato dall’informalità del cinema americano che lo portò ad una sorta di straniamento che
dipinge l’America come un luogo problematico e ambiguo, la maggior parte dei film noir furono girati da registi immigrati
dall’Europa che avevano avuto influenze dall’espressionismo tedesco.

Il noir fa riferimento ad una dimensione onirica, di disorientamento e ambiguità̀, ritorna l'influenza della psicoanalisi, il tema

del sogno e della rimembranza, disagi e turbamenti mentali. Solitamente il mondo noir è un mondo notturno e urbano,
definito da una temporalità̀ complessa e spezzata

La rappresentazione delle donne in questi film è particolare, sono inquietanti e spesso causano il crollo delle controparti
maschili, sono rese forti dalla loro carica erotica e manipolano gli uomini facilmente.

Molti film successivi hanno un carattere utopistico evidente in film come la vita è meravigliosa di Frank Capra del 46 che
mostra grande sospetto nei confronti della vita urbana che ha un finale felice simile a quello del mago di Oz.

1953-1959: Arrivò il widescreen che fu usato per la prima volta nel 50 dalla 20th Century-fox e che influenzò molti altri registi
cambiando i loro stili, spingendoli ad allontanare la macchina da ripresa dagli attori e ad aumentare la luce, ma queste
limitazioni infastidivano i registi di Hollywood e non ebbe mai il successo che ebbe in Francia dove il widescreen era stato
inventato. Il cinema americano fu influenzato dalla politica mettendo sempre più spesso in scena i valori conservatori del
consumismo e ottimismo.

Nel 52 fu levata la censura e al cinema fu data la stessa libertà di ogni altra forma d’arte, ma ciò non ebbe un impatto
immediato sui film anche se si affacciavano le prime provocazioni come l’uomo dal braccio d’oro di Kubrick che si occupava del
tema della droga.

Anche l’arrivo della televisione mise in crisi la visione di Eisenhower attraverso le serie televisive attraverso la
rappresentazione di temi come quello della solitudine o della disperazione, sebbene non siano mai troppo espliciti.

Nascevano nuove stelle del cinema come Marlon Brando o James Dean e nacque un approccio psicologico sperimentale alle
tecniche di recitazione degli attori moderni che si iniziano a calare completamente nel ruolo da recitare con attori come De
Niro, Hoffman e Al Pacino e attrici come Joan Crawford.

Nonostante il periodo sociale fosse incentrato sulla famiglia e sui suoi valori la maggior parte dei film prodotti nel periodo
trattavano di uomini soli come l’infernale Quinlan di Welles o la donna che visse due volte di Hitchcock che appassionato da
Freud basò il film sulla teoria della scopofilia (il desiderio sessuale di guardare).

1959-1969: Le innovazioni tecnologiche impattarono il cinema soprattutto il genere del documentario che vede novità come le
elezioni primarie del 1960 che sarebbe diventato il primo esempio di direct cinema e che mette in mostra le elezioni
statunitensi che avrebbe vinto Kennedy in modo semplice seguendo i fatti e gli avvenimenti, non mettendo in scena niente che
non fosse totalmente reale senza curarsi di messe a fuoco o illuminazione.

Usando le stesse tecniche Cassavetes dirige ombre che sarà il primo esempio di new american cinema, lo stesso Hitchcock
innovò il proprio cinema con Psyco in un film in bianco e nero sulla solitudine dell’omicidio, Hitchcock fu il più grande regista
per le sue capacità di adattamento al tempo e allo stile e questo film stabilì le rotaie su cui il cinema violento si sarebbe mosso
nei decenni successivi.

Andy Warhol era un artista già conosciuto al tempo che si dedicò alla regia capendo le tendenze della cultura di massa in
modo unico, rinunciò a tutti gli elementi espressivi del cinema e sleep è un film composto da riprese statiche di un uomo nudo
che dorme, sono assenti luci, dialoghi, suoni o narrazioni.

Si avviò una produzione enorme di film a basso budget per ragazzi, horror… tra i registi esordienti del periodo c’erano
Coppola, Scorsese… più avanti sarà girato easy rider che è uno dei film più controversi del periodo, parla di motociclisti che
contrabbandano cocaina e finisce in tragedia.

Nei film successivi si presentò nuovamente un accenno di realismo romantico chiuso, la decade si concluse con 2001: odissea
nello spazio di Kubrik che si apre con una delle sequenze più conosciute del cinema, è un film che frammenta il tempo, lo
accorcia elide la totalità della storia dell’uomo con un espediente visivo.
1969-1979: La comunità cinematografica era divisa e i cinema stavano chiudendo, la produzione segue tre tendenze:

Tendenza Registi
Dei dissidenti -> Hopper con fuga da Hollywood del 71 girò una vera e propria lettera d’odio al western americano,
la continuazione frammenta la storia iniziando dalla fine utilizzando i trucchi di Godard, non fu apprezzato dalla critica
del cinema del ma altri autori dissidenti ebbero successo come Altman con M*A*S*H che, come il film precedente,
decennio ironizza sul genere dei film di guerra. Fu il primo film americano a mettere in discussione la religione e a
precedente disprezzare apertamente la guerra. Altri due dissidenti furono Coppola e Scorsese che produssero
rispettivamente la conversazione e taxi driver, i due si influenzarono molto e approfondirono il cinema
di gangster, entrambi i registi svilupparono un interesse per il tema dell’autodistruzione.
Dell’assimilazione Bogdanovich produsse il primo tra questo genere di film, l’ultimo spettacolo che celebra una sorta di
-> furono funerale alla Hollywood degli anni 60, dopo il fallimento di New York New York di Scorsese Bob Fosse
utilizzati nuovi produsse Cabaret un musical moderno ambientato a Berlino durante l’ascesa del nazismo, le canzoni
schemi nel celebrano il denaro e il sesso in modo amorale.
contesto dei Coppola nel 72 diresse il padrino, una rivisitazione del film di gangster che ebbe un enorme successo, la
generi storia narra dell’ascesa della famiglia Corleone, il film fu descritto come amorale e fascista, fu girato con
cinematografici luci bassissime che impedivano troppi movimenti agli attori, Chinatown di Polanski è girato
immediatamente dopo ma sulla stessa linea e la storia intreccia il consumo della terra con il dramma
familiare, il film sembra noir ma il suo cinismo è profondamente antiamericano.
Il revival dell’intrattenimento classico degli anni 30/40
Nel 69 dopo anni di proteste il cinema americano si stava aprendo alle persone di colore e Gordon Parks diresse ragazzo la tua
pelle scotta che prevedeva regista e protagonista di colore in un film commerciale, nel 71 Van Peebles diresse sweet
sweetback’s baadassss song più rivoluzionario e racconta di un ragazzo nero che vede dei poliziotti aggredire un altro ragazzo,
li attacca e scappa. Il film fa eco ai classici gangster ma prendeva in giro il razzismo e la corruzione dei bianchi.

Le tematiche ebraiche erano state trattate a seguito della guerra ma negli anni 60 arrivò Woody Allen che portò un carattere
comico ebraico nel cinema americano, spesso interpreta i personaggi dei suoi film

Ben presto avvenne un vero e proprio terremoto con l’arrivo di film che ottennero un successo enorme in pochissimo tempo
come lo squalo, l’esorcista e guerre stellari, sono film che hanno visto un aumento dei costi di produzione e pubblicizzazione
ma non sono solo questi i motivi del successo.

Era iniziata l’epoca dei blockbuster, ogni film che ottenne successo si radicava in qualcosa di necessario nella mente degli
spettatori, questi film utilizzavano shock, brivido e paura per attirare il pubblico, l’esorcista di Friedkin raccontava una storia
soprannaturale come se fosse un documentario, assume un approccio narrativo tradizionale per mostrare la ferocia del
demonio in un contesto borghese bianco.

Lo squalo di Spielberg fu un progetto molto ambizioso che spesso nemmeno il regista sapeva se sarebbe riuscita a finire, volle
filmare in mare aperto per rendere le riprese più naturali ma furono disastrose, i personaggi e i temi del film diventarono tipici
del cinema di Spielberg.

I film di George Lucas divennero presto i film più visti e seguiti della storia, la sua trilogia cambiò il mondo della fantascienza e
sebbene fosse girato in una stanza in modo estremamente semplice attirò milioni di spettatori.

1979-1990: Una visione malata della mascolinità aveva occupato i film degli anni 70 ma con la vittoria di Reagan come
presidente questa visione andò morendo, film come Toro scatenato di Scorsese o american Gigolò avevano modificato la
visione del cinema, in toro scatenato il regista univa espressionismo e documentario in modo unico.

Fece il suo ingresso nella scena Spike Lee un regista radicale che dirige fa la cosa giusta in cui racconta le tensioni tra neri e
latinoamericani, tema centrale dei suoi film sono i neri in America.

David Lynch è uno dei pochi surrealisti del periodo, i suoi film rappresentavano speso deformazioni fisiche come in elephant
man in cui il deforme protagonista cerca un atto di tenerezza, o come in velluto blu del 86 in cui un ragazzo spia una donna
controllata da Frank un uomo brutale e inquietante.

Si affacciarono nuove forme di cultura visuale compresi video di canzoni per la prima volta trasmessi su MTV nell’81, inoltre si
stava profondamente espandendo il mondo della pubblicità, successivamente si cercò di realizzare film descritti come high-
concept ovvero che potessero essere descritti con una sola frase come flashdance o top gun.

Dal 1984 si iniziarono a montare i film al computer allo stesso modo della pubblicità, Top gun fu la perfetta sintesi di tutte le
innovazioni che stavano prendendo piede, nasce da una pubblicità di MTV e si trasforma in film.
Italia

1903-1918: Il cinematografo arriva in Italia nell’86 ma le prime case produttrici si sviluppano nel 1903, 1913 Pastrone diresse
Cabiria la storia di una ragazza che viene rapita, Pastrone ingaggia lo stesso D’annunzio per certificare la validità della sua
opera, facendogli coniare il titolo. Con questo film si ottiene un nuovo linguaggio cinematografico anche grazie alla quantità di
personaggi e degli intrecci oltre alla costruzione artistica delle scenografie che permettono di fargli assumere le sembianze di
un mondo tanto irrealistico quanto familiare.

Nel 25 Mussolini apre l’istituto LUCE e inizia la produzione con chiari fini propagandistici ma la produzione è poca e lenta,
risale solo con l’arrivo del sonoro con film come la canzone dell’amore di Righelli, un importante regista del periodo fu
Camerini che produrrà ma non è una cosa seria, il signor Max… ma la sua unica opera di regime sarà il grande appello che
tratta del colonialismo italiano anche che per il regime non sarà abbastanza propagandistico.

Dal 38 viene bloccato l’importo di film stranieri attraverso i dazi, ciò diede impulso alla produzione nazionale che sfruttò
Cinecittà fino all’arrivo della guerra, nasce il cinema dei telefono bianchi (un genere assimilabile alla commedia sentimentale
lontana da qualsiasi problema sociale).

1945-1952: Il cinema degli anni 30 cercava evasione e dopo la guerra dovette trovare nuovi schemi che si presentarono in film
come Roma città aperta di Rossellini o Umberto D di De Sica che definirono un nuovo linguaggio detto neorealismo, parte di
questo cambiamento era dovuto a Mussolini ma anche il fatto che Cinecittà si era trasformata in caserma e ciò costrinse a
girare per strada.

I tratti tipici del neorealismo sono la vocazione antifascista, la diffusione di una nuova morale e di una nuova estetica affidata
agli intellettuali e agli artisti, promuovendo i marginalizzati e la verosimiglianza, la creazione di un rapporto interpersonale con
il pubblico.

Zavattini fu il più importante neorealista e scrisse tra i film più importanti per il genere, tra cui ladri di biciclette diretto da
Vittorio De Sica questo racconta di un disoccupato a cui viene rubata la bicicletta, la cerca con il figlio ma non trovandola ne
ruba una a sua volta mettendo in luce la sua meschinità.

Il film rappresenta una discesa nella disperazione, ogni scena è in relazione di causa effetto con la precedente e la successiva,
quello che accade nel film non ha sempre senso per la trama ma sono cose che accadono nella vita vera, spesso i film
neorealisti utilizzano attori non professionisti e girano per strada con la luce naturale.

Rossellini nei suoi film racconta storie disturbanti del presente italiano come l’uccisione di partigiani o la convivenza degli
italiani dopo la guerra, tratta temi scioccanti ma semplici, mostra per la prima volta nel cinema una toilette, ma si sbarazzò del
dramma e della raffinatezza visiva trasformando il cinema dissidente degli anni 20 in un movimento cinematografico politico
che però non fu apprezzato dal pubblico. Il neorealismo fu una prosecuzione del melodramma fascista.

1952-1959: Tra gli autori simbolisti del tempo in Italia apparve Fellini che aveva trovato nel circo e nella sua stravaganza un
argomento centrale dei suoi film che hanno un approccio mitico e che ebbero un grande successo come le notti di Cabiria del
57 in cui viene descritta una società in cui la religione è scomparsa e la società è kitsch.

Le sue opere esplorano la condizione umana in un tono più leggero di quello svedese, i suoi lavori influenzarono molti artisti al
punto di coniare il termine felliniano.

1959-1969: Si aprì un periodo florido per la cinematografia italiana con il contributo di molti registi come Pasolini che si
trovava in opposizione con il suo tempo ma in sintonia con le tendenze del momento, fece film come accattone che
rappresenta l’opposto del cinema di qualità del periodo.

Gli anni 60 videro un ritorno al grezzo e alla semplicità in contrasto con l’opulenza del consumismo e della modernità, inoltre
le strumentazioni erano diventate più leggere e semplici da portare in giro permettendo di girare all’esterno.

Gli elementi tipici dei film di Pasolini sono l’omosessualità, il marxismo e il cattolicesimo per questo i suoi film furono spesso
contestati, la combinazione di questi aspetti rese il regista scettico nei confronti del naturalismo.

Sergio Leone è uno dei registi italiani più internazionale, realizzò per un pugno di dollari nel 64 che è un western tradizionale,
genere che stava perdendo attrattiva in America anche a causa del fatto che erano spesso razzisti, sessisti solo le loro versioni
moderne ottenevano successo, Leone diede il via ad un filone di film detti spaghetti western che ebbero successo in Europa.

Leone dava un aspetto mitico ai propri film, visibile in c’era una volta il west e c’era una volta in America che rende brutale il
cinema di gangster frammentando il tempo e rendendo la storia non lineare.
Fellini fu altrettanto influente negli anni 60 con film come la dolce vita che prevede una denuncia alla borghesia romana e alla
moda, Antonioni invece spezza le inquadrature frontali e posiziona la macchina da presa in modo laterale al di sopra del livello
degli occhi come per osservare i personaggi in modo isolato, esterno. L’obiettivo di questo regista è osservare la disperazione
e l’insensatezza della vita moderna influenzando molti altri registi.

1969-1979: La riscoperta sessuale fu importante per l’Italia che ebbe vari autori riscoprire il tema della sessualità come
Luchino Visconti che nel 69 diresse una serie di film che analizzavano il lato fatale dell’omosessualità repressa come morte a
Venezia o la caduta degli Dei.

Bertolucci aveva una visione meno pessimista, diresse conformista, la storia di un uomo che tenta di dimostrare la sua
eterosessualità unendosi alla milizia fascista, film vuole indagare la relazione tra repressione sessuale e politica e il
protagonista è un uomo psicologicamente recluso in contrasto con lo stile liberatorio di Bertolucci.

Spagna

1918-1928: Uno dei film sperimentali degli anni 20 fu un chien andalou di Buñel, un film avanguardista in cui la sceneggiatura
realizzata con l’aiuto di Dalì si basa sulla storia di riconciliazione di una coppia che presenta immagini apparentemente
sconnesse che però influenzarono il cinema successivo.

1945-1952: Nonostante il regime di destra franchista fu molto influenzata dal neorealismo italiano, Nieves Conde diresse il
primo film neorealista ma era un conservatore e ciò entra in contrasto con l’idea che il movimento cinematografico fosse
progressista, gira Surcos che è ambientato in una baraccopoli di cui vengono ritratte le condizioni di vita degli abitanti causate
a suo avviso dalla corsa alla modernizzazione seguendo un’idea quasi franchista.

Luis Berlanga è un noto neorealista spagnolo e diresse benvenuto Mister Marshall che vuole criticare le manovre economiche
messe in atto dagli USA dopo la guerra.

1959-1969: La Spagna era ancora sotto la dittatura che aprì la strada ad una combinazione di realismo ed ironia chiamata
esperpento che è la modalità narrativa principale di Almodovar.

Buñel nel 61 diresse Viridiana che è stato il suo film più censurato, nonostante fosse stato chiamato dallo stesso Franco a
girare un film in Spagna il film è una critica alla chiesa e a Franco che viene rappresentato dallo zio abusatore della
protagonista che è invece metafora della chiesa ingenua.

Anche altri registi diressero opere antifranchiste come Saura nel “la caccia” in cui racconta di tre amici che combattono per
Franco nella guerra civile ma esasperati dalla caccia dei conigli simbolo della guerra muoiono in modo brutale, nonostante non
si nomini mai la guerra civile è spesso presa in giro.

1979-1990: Apparve sulla scena uno dei registi spagnoli più famosi al mondo, Almodovar che inserì nei suoi film uno stile
personale pieno di sentimento e assurdo, i suoi film sfidavano la morale fascista e conservatrice e si adattavano alla Spagna
libera dalla dittatura franchista che aveva appena scoperto la movida e la libertà.

Nei film di Almodovar le figure paterne diventano oggetto di desiderio e le madri sono fonti di simboli e potere, spazza via anni
di rigidità sessuale utilizzando colori primari forti con una vena comica ed irriverente derivante dalla pop art.

Francia

1918-1928: In contrapposizione con il realismo chiuso René Clair realizzò una delle commedie più influenti del tempo; un
cappello di paglia a Firenze in cui un uomo diretto al suo matrimonio è fermato dal suo cavallo che mangia il cappello di una
donna in compagnia del suo amante facendo nascere una serie di equivoci.

La Francia degli anni 20 vede la nascita di un vero e proprio movimento avanguardista cinematografico con Dulac, nel 1923
Gance portò ancora più avanti questo tipo di impressionismo e diresse la rosa sulle rotaie all’interno del quale uno dei
protagonisti appeso ad un precipizio vede la sua vista scorrergli davanti ma le immagini sono così veloci che sono impercettibili
al pubblico che percepisce però il panico del soggetto.

I film d’avanguardia sono spesso prodotti da piccole case e spesso finanziati da illuminati o familiari, l’avanguardia rifiuta il
cinema ordinario e viceversa, considera lecito ogni esperimento, è un movimento spinto dal futurismo italiano e
dall’astrattismo in pittura che porta alla cine pittura.

I naturalisti francesi avevano introdotto una forte componente realista nel cinema provando un rallentamento della
produzione del 1928, alla fine degli anni 20 il dadaismo si affacciò al cinema e iniziarono produzioni astratte.
1928-1945: Stava nascendo una vera e propria avanguardia, ad esempio nei film di Jean Vigo come Zero in condotta che parla
di una rivolta in un collegio maschile la cui scena centrale è una lotta con i cuscini che fu estremamente criticata per lo scopo
sovversivo che nascondeva e addirittura censurata.

Rappresenta il contrasto tra lo slancio infantile e l’autoritarismo degli adulti, la rivolta è metafora della libertà creativa.

Autori come Renoir cercarono di esplorare nuovi generi e tra i suoi film più famosi c’è Toni che racconta di minatori italiani
amplificando il realismo del suo cinema, rappresentando un giovane un innocente colpevole di amare la donna sbagliata., è un
esempio di naturalismo finzionale, ma non ebbe successo internazionale come invece ebbe la grande illusione che cerca di
esplorare l’umanità di ogni personaggio e si concentra sul tema della generosità che ripercorre ogni film di Renoir.

Il realismo poetico è una corrente cinematografica che si sviluppa in Francia negli anni 30, il movimento ebbe una grandissima
influenza sul futuro e in molti paesi, ponendo le basi per la nascita del cinema moderno. Si contrappone all’impressionismo del
decennio precedente, ricorrendo a tratti quali:
- un approccio realistico, erede della letteratura populista e dell’influenza culturale sovietica;
- un ambientazione presso fasce sociali di emarginati e fuorilegge;
- un pessimismo di fondo e la presenza di eventi tragici con momenti di tenerezza e pietà.
L’ambientazione entro la contemporaneità riprende la lezione dei naturalisti dell’Ottocento e la traduce in uno sguardo rivolto
al presente e alle classi meno agiate. Il protagonista di questo clima culturale è la figura dell’uomo innocente schiacciato da un
destino contro cui è vano opporsi. Uno degli elementi più tipici del realismo poetico è la manipolazione soggettiva delle
inquadrature, cioè il mostrare, tramite la soggettività, non solo quello che il personaggio vede in quel momento, ma anche il
sentimento che sta provando, lo stato d’animo.
Nasce una visione più psicologica e sentimentale che coinvolge lo spettatore. Le vicende rappresentate sono ambientate in
quartieri di periferia e gravitano intorno a figure quali malviventi, operai, disertori, che rimandano tutte all’idea di “eroe
tragico”, destinato a essere sconfitto dal fato.
Gran parte del pessimismo francese di questo periodo era dovuto alla crisi successiva alla fine della Prima guerra mondiale,
uno dei film più influenti del periodo fu la regola del gioco di Renoir che aveva una trama simile a via col vento ma rappresenta
un film satirico, ricco di contrasti interni e la pessima rappresentazione della classe media non lo fece apprezzare al pubblico.

1945-1952: Molti film di questo periodo raccontano della resistenza ma molti dei più popolari erano importati da Hollywood
che influenzò il cinema francese successivo, ma che causò numerose proteste da parte di attori francesi.

1952-1959: Bresson fu il regista internazionale più ambizioso negli anni 50, il suo focus era quello della prigione ma non in
senso claustrofobico o traumatico, non voleva che i film dessero idee autobiografiche o che esprimessero un caos interiore,
voleva distaccarsi, un esempio è diario di un ladro del 59.

Bresson non apprezzava nemmeno l’espressività degli attori ai quali levava il pathos attraverso la ripetizione delle battute fin
quando non avessero assunto un sentimento annoiato, questa tecnica avrà una forte influenza negli anni 70/80.

1959-1969: La nouvelle vague, tradotto in italiano “nuova onda”, è un movimento che invase la Francia intorno alla fine degli
anni Cinquanta. Fino all’ultimo respiro è emblematico, Godard, decise di non utilizzare l’illuminazione artificiale nel film,
adoperò soltanto luce naturale. È l’adattamento di un film gangster americano grazie al quale Godard divenne uno dei più
importanti autori mondiali. A provocare stupore e sconcerto sono i cosiddetti Jump cut: non avevano alcun proposito
particolare e né erano dettati da qualche specifica motivazione, semplicemente vengono attuati e valorizzati perché questo
genere di montaggio, percepisce i tagli come belli in quanto tali.

Molti dei film assimilabili alla nouvelle vague presero come esempio Godard, i registi in questione erano stanchi ed annoiati
del moralismo portato dal neorealismo e di tutto ciò che circoscriveva la Seconda guerra mondiale. Con l’ausilio di macchine
da presa più leggere e pellicole veloci, i registi andavano alla ricerca della vita quotidiana, tra donne senza trucco e senza luci
artificiali.

Veniva eliminata ogni forma di disturbo che potesse compromettere la realtà, quindi, niente scenografie complesse.
L’anno scorso a Marienbad è un film che usa tecniche disorientanti verso la destrutturazione della logica spazio-temporale del
montaggio, mette in discussione il cinema narrativo, ma queste sperimentazioni non attraevano il pubblico.

1969-1979: Viene riscoperta la sessualità sotto vari punti di vista anche grazie all’abolizione della censura che produsse tra i
film più espliciti mai prodotti come il Decameron o fiore delle mille e una notte che sembrano affermare che nel passato c’era
molto meno inibizione.

1979-1990: La pubblicità prestò i suoi mezzi al cinema dando vita al cinéma du look che rifiutava le idee minimaliste del
cinema precedente, Beineix produsse film come Betty blue e Diva che volevano abbattere barriere sociali e culturali e non
rappresentare la realtà come avevano fatto i loro predecessori.
Germania

1918-1928: Gran parte dei registi internazionali si distaccano dal realismo romantico chiuso americano e tra loro Lubitsch uno
dei registi più ironici del periodo, ebbe successo con la principessa delle ostriche che insieme ad una serie di successi lo portò
in America dove continuò a girare film sovversivi come la zarina del 1924.

I registi più importanti di questo periodo sono Wiener, Lang e Murnau, erano interessati agli aspetti primitivi e repressi
dell’essere umano e influenzati dai pittori espressionisti diedero vita ad una forma cinematografica detta espressionismo.

L’espressionismo si può associare ad una corrente cinematografica o alla totalità della produzione cinematografica della
repubblica di Weimar degli anni ’20, le sue caratteristiche sono uno stile visivo distorto legato alla rappresentazione
psicologica dei personaggi (lo straniamento visuale).

Le distorsioni visive del genere sostituiscono alla descrizione della realtà la sua percezione soggettiva, i set replicano la
stilizzazione dell’arte espressionista, valorizzando la messa in scena, la stessa recitazione è esagerata con un aumento dei
primi piani di volti truccati ed estremamente espressivi.

L’illuminazione maggiormente usata è quella frontale e laterale uniforme, disegnando le ombre per aumentare le distorsioni, i
temi sono quelli del mistero e del soprannaturale ambientati in spazi esotici e fantastici lontani dalla quotidianità.

Nonostante la perdita della guerra il mercato del cinema era in espansione sovvenzionato dallo stato, questo portò alla
realizzazione di opere come il gabinetto del dottor Caligari di Wiener nel 1928, è un film in cui la fotografia è caratterizzata da
ombre dipinte e luce diffusa che amplificano il risultato, il film vede uno studente raccontare di un sonnambulo che lavora in
una fiera e di notte uccide i nemici del padrone.

Caligari vuole rappresentare l’oppressivo stato tedesco mentre Cesare (il sonnambulo) è il popolo costretto, nel finale gli
autori vogliono smussare l’aspetto politico del film, spesso rappresenta attraverso le immagini e i montaggi lo stato mentale
del protagonista.

L’espressionismo tedesco avrebbe influenzato molti autori come anche Hitchcock, Lang che in “il dottor Mabuse” racconta di
un criminale che rapisce una contessa e manda al fallimento il marito, ipnotizza l’avvocato che lo accusa e lo porta al suicidio, il
film di per sé non è espressionista ma i suoi dettagli lo sono, gli istinti di Mabuse sono primitivi e si nascondono sotto una
superficie ricca, metafora della corruzione del governo tedesco.

Metropolis è uno dei film più influenti del periodo, è ambientato nel 2000 e racconta degli scontri tra i lavoratori ed un
imprenditorie autoritario, gli operai sono mossi da una donna angelica (Maria) che viene rapita e sulla cui immagine viene
creato un robot che dovrebbe sostituirla per aizzare gli operai e portarli all’anarchia, Maria e il figlio dell’imprenditore
innamorato di lei salvano la città unendo i due opposti.

Può essere considerato anche un romanzo di formazione, è un film monumentale si rifà al Kammerspiel tedesco che si distacca
dall’espressionismo perché la camera è meno oppressiva più mobile nelle riprese costruendo un rapporto con l’attore.

Murnau dirige anche Nosferatu nel 22, la prima volta in cui si tratta il tema del vampiro (Dracula) in un film, non è
propriamente espressionista come film.

L’interesse per lo sfruttamento, la discesa nella follia e la città sono temi cari a questo movimento.

Era un periodo di forte astrattismo, il cinema si era trasformato in moda intellettuale e autori come Ruttmann portarono ciò
all’estremo dirigendo film come opus 1 il primo film astratto di animazione in cui a partire da pitture realizzate su vetro si
realizzava il film. La serie di opus sottolinea l’impersonalità di opere fatte di luci in movimento.

1928-1945: Dal 34 i nazisti presero il controllo dell’industria cinematografica e in questo periodi tra i più noti registi ci fu Leni
Riefenstahl una documentarista che si alleò con il partito per produrre film tanto belli quanto controversi come Il trionfo della
volontà e Olympia del 36 che documentò le olimpiadi di Berlino.

Con il nazismo numerosi registi e attori sono costretti a emigrare, la maggior parte verso Hollywood, molte case produttrici
vanno in bancarotta permettendo una centralizzazione della produzione nelle mani del regime, la propaganda diretta fallisce
mentre quella indiretta diventerà un mezzo centrale.

Le riprese di questo furono spettacolari, realizzate con palloni aerostatici o seppellendo le telecamere ma uno dei momenti più
noti nel cinema mondiale è la sequenza dei tuffi, le caratteristiche del documentario erano la simmetria le proporzioni la
suspence, Riefenstahl fu tra i più grandi registi del periodo.
Ci furono altri film non altrettanto belli come Süss l’ebreo di Harlan ed è estremamente offensivo con intento di pura e
semplice propaganda antisemita ma il regime non documentò mai le atrocità della guerra e del genocidio.

1945-1952: Dopo la guerra gli alleati si impadronirono della produzione cinematografica per quattro anni, impedirono di
lavorare ad alcuni registi facendo sì che i film più interessanti provenissero dalla Germania orientale da registi come Staudte
che tornò all’espressionismo tedesco.

1969-1979: Per la prima volta dopo decenni il cinema si stava rinnovando anche grazie al nuovo assetto politico progressista,
nel 62 un gruppo di registi pubblicò un manifesto che rifiutava il cinema tedesco tradizionale, il boom economico aveva
riportato un po’ di ottimismo nel contesto sociale ancora abbattuto dalle atrocità dell’olocausto.

Il cinema nazionale che si stava sviluppando attaccava questo falso ottimismo e i suoi membri risultavano degli sbandati come
Fassibinder, Wenders, Kluge… il primo tra questi era un regista autodistruttivo ossessionato dal cinema e dai temi della
repressione e della disperazione, il suo pessimismo lo però a ritrarre luoghi chiusi dai quali non si può fuggire.

Wenders diresse un amore splendido in cui un fotoreporter aiuta una bambina a ritrovare sua nonna e nel viaggio si affeziona
a lei, anche se sono piccoli accenni di emozioni sono una partenza per un persona (metafora della Germania) anestetizzata.

Sanders-Brahms diresse Germania madre pallida e racconta di una donna che vede il marito partire per la guerra e la affronta
sola con la figlia in attesa del marito che tornerà compromesso dall’esperienza, il film aiutò a collocare il ruolo della donna nel
contesto tedesco della guerra.

Herzog invece si disinteressò della Germania e dei suoi temi, diresse film in giro per il mondo spesso estremamente pericolosi
e ciò si riflette negli stessi film e in questo periodo rappresenta il più grande regista di paesaggi.

Inghilterra

1928-1945: Negli anni 20 la produzione era rallentata e pochissimi dei film proiettati avevano origine in Inghilterra e il governo
stabilì il Quora Act che stabiliva una quota minima di proiezioni nazionali che aumentò la produzione.

Hitchcock si formò in Germania e nei suoi film racchiude la cinematografia sonora occidentale di quel periodo, combinavano
suspense, erotismo e commedia anche se la profondità psicologica arriverà solo nella produzione americana, nel “l’uomo che
sapeva troppo” racconta di una coppia che ascolta accidentalmente una conversazione sul complotto per uccidere un
diplomatico e a cui viene rapita la figlia per far mantenere il silenzio.

Hitchcock fa coincidere l’assassinio con una nota del concerto e fu talmente particolare da riprodurlo esattamente uguale nel
remake americano degli anni successivi.

Korda contribuì alla nazionalizzazione del cinema inglese e produsse le sei mogli di Enrico VIII che ebbe successo internazionale
nel 33, dopo il successo divenne un produttore inglese e fu parte fondante del successo cinematografico inglese.

Grierson realizzò Nanuk l’esquimese che voleva essere un documentario, i suoi interessi erano per i piccoli gesti e l’assenza di
panico, spesso ritraeva la nobiltà inglese aumentando l’aspetto epico dell’Inghilterra.

1945-1952: allineato con il cinema occidentale seguiva l’espressionismo ma cerca di spingersi oltre come in “il terzo uomo” del

49 di Reed che è un film postbellico estremamente rilevante per il cinema futuro e racconta di un americano a Vienna dopo i
bombardamenti che cerca di trovare un suo amico che ritrova grazie alla fidanzata ma trasformato in un trafficante, il finale è
antiromantico e ricorda molto il neorealismo italiano.

1952-1959: David Lean un regista interessato a creare ritratti popolari del carattere britannico ma assunse una prospettiva
sempre più internazionale, diresse pochi film, tra i quali spicca Lawrence D’Arabia, sono tutte produzioni dai costi altissimi che
portavano avanti la tradizione della qualità (film di guerra che la descrive come sporca e dolorosa).

1959-1969: I registi inglesi erano più interessati ai protagonisti maschili, molti dei film messi in scena sono tratti dal teatro o
dai romanzi e la narrazione è sempre centrale, Londra era diventato un centro culturale e film come Tom Jones e tutti per uno
volevano raccontarlo.

1969-1979: Non ebbero l’impatto dei coetanei tedeschi ma vi furono molti registi con interessi diversi, Loach fu un grande
innovatore, la sua tecnica prevedeva che gli attori fossero sempre meno informati su cosa stava accadendo per permettergli di
reagire naturalmente, per questo fu uno dei migliori realisti del tempo.
Russel ha uno stile simile a quello di Fellini, il suo interesse è verso gli ambienti artistici bohemienne, ne “i diavoli” racconta la
possessione demoniaca di un gruppo di suore in un convento che scandalizzò il pubblico al pari di Viridiana e fu quasi
totalmente censurato.

Jarman aiutò Russel per la costruzione del set dei diavoli e nella sua produzione si concentrò su temi come l’identità inglese,
l’omosessualità e le barbarie della vita quotidiana, produsse blue uno dei film più astratti mai visti.

Roeg è un altro regista del periodo che dirige film come sadismo che è una sorta di rivalutazione del film gangster tradizionale
e cerca di chiedersi che cosa vuol dire essere un’artista, dirige l’inizio del cammino nel 71 in cui due ragazzi seguono un
cammino lungo l’Australia dopo il suicidio del padre e questo gli permette di liberarsi dalle identità moderne e riscoprire una
vita mitica e primitiva più vicina all’universo.

Per questo regista il tempo non è lineare, credeva nella possibilità di un mondo in cui le persone non sono guidate dai pensieri
consci o dai preconcetti morali rendendolo tra i registi più spregiudicati del periodo, diede il via al nuovo cinema australiano.

1979-1990: L’Inghilterra si stava spostando verso la destra neoliberale con Thatcher che vedeva l’arte come mezzo espressivo
di orgoglio nazionale, il duo Merchant-Ivory produsse film che cercavano nel passato del paese l’ambizione di essere una
nazione tollerante.

Forsyth rappresentò i ceti popolari inglesi spesso dimenticati nel cinema anglosassone in film come Gregory’s girl e local hero
in cui parla di un commerciante texano che vuol comprare un villaggio in Scozia ma viene fermato, altri autori si scagliarono
verso l’ideologia dominante del tempo.

Frears fu uno di questi e trattò la storia d’amore di due giovani ragazzi in my beautiful laundrette rendendo il film una doppia
provocazione perché affronta il tema del razzismo e dell’omosessualità ma rendendo il contesto del film un modello ideale
dell’ideologia Thatcher.

Altri autori vollero sperimentare come Jarman che riprese senzatetto, omosessuali e disperati per rendere la realtà della vita e
Greenway che introdusse sistemi numerici e alfabetici nei suoi lungometraggi facendo contare o elencare ai propri personaggi
numeri o animali, costruendo una tirannia dell’ordine.

Russia

1903-1918: C’è un distanziamento del cinema russo da quello americano, con l’entrata in guerra la Russia si isolò e produsse
film solo recentemente riscoperti, era un cinema malinconico, pessimista in contrasto con l’ottimismo statunitense.

1918-1928: Nella corrente di avversione al realismo chiuso hollywoodiano nascono registi come Boris Barnet che contribuì alla
naturalizzazione del cinema russo, dirige film come la ragazza con la cappelliera che mostra la relazione tra i due giovani
amanti in modo estremamente creativo.

Dopo la Rivoluzione russa al cinema fu data grande attenzione e dal 1924 il cinema sovietico divenne puramente sperimentale,
nel 1925 Ejzenstejn gira sciopero! All’inizio del film un operaio si suicida scatenando uno sciopero dei colleghi che finisce in
modo brutale per la repressione della polizia, alternata a scende del macello di un bue.

Nel 1925 dirige la corazzata Potëmkin che parte con la guerra tra Russia e Giappone e finisce con la rivoluzione di San
Pietroburgo anche se la scena centrale del film riguarda la battaglia di Odessa che rappresentava l’oppressione del regime
zarista, il montaggio segue una serie di soggetti intenti a salire o scendere la scalinata che si alternano con il rumore dei passi e
degli spari, il film ebbe un’influenza impressionante.

1928-1945: Stalin era arrivato al potere e aveva iniziato a interferire con le produzioni cinematografiche chiedendole eroiche
ed ottimiste, la sperimentazione era passata di moda ed Ejzenstejn si era trasferito prima negli Stati Uniti e poi in Messico,
Dovzenko girò la terra nel 1930 che fu però criticato dalle autorità.

Il governo stabilì che l’unico stile accettabile era il realismo socialista che faceva vedere comportamenti eroici e visioni
idealistiche della vita, Vertov girò tre canti su Lenin che racchiudeva tre canzoni in suo onore, la prima sulle donne islamiche
che non dovevano più coprirsi dopo “la liberazione” la seconda sulla morte di Lenin e la terza riguarda le folle in piazza Rossa
per vedere il corpo del vecchio capo di stato.

1959-1969: Tarkovskij è un regista russo che dopo aver diretto Andrej Rublev fu costretto a smettere di girare per sei anni
considerando quanto il film si distaccava dallo stile ufficiale permesso nella Russia sovietica.

Il regista russo più soggetto alla censura sovietica fu Paradzanov molto interessato al folklore e alla musica georgiana, suo
luogo di nascita e fu il primo a mostrare influenze non realiste come da Pasolini ma il suo film le ombre degli avi dimenticati
rappresentava tutto ciò che l’unione sovietica non poteva accettare, era un film personale che celebrava una cultura che non
fosse la loro ed era pieno di riferimenti sessuali.

1979-1990: Dopo l’apertura politica di Gorbačëv avvenne un’apertura artistica che si nota in va e vedi, uno dei film di guerra
migliori mai realizzati che parla di un giovane bielorusso che vede le atrocità del nazismo, in quel periodo venne avviata una
riabilitazione dei film censurati che fece riscoprire film come Pentimento diretto da Abuladze che narra la storia della morte di
un sindaco il cui cadavere è costantemente riesumato da una donna che lo odia per aver commesso crimini in nome di Stalin,
la storia è tratta da un evento vero poiché si credeva che in questo modo l’anima del morto non potesse riposare, questo fu il
primo film esplicitamente critico sulla storia sovietica.

Giappone

1903-1918: Murata realizzò anime della strada discostandosi dalla raffigurazione bidimensionale tipica giapponese e forse
influenzato da Intolerance, intreccia quattro racconti in modo estremamente complesso facendoli riunire alla fine del film.

1918-1928: Alcuni autori furono influenzati dall’espressionismo tedesco come Kinugasa che realizzò una pagina di follia nel
1927 che è la storia di un anziano che lavora nel manicomio in cui è rinchiusa la moglie e cerca di aiutarla ma il suo stato
peggiora, nel film flashback e simbologie sono usate per mostrare lo stato mentale della protagonista.

1928-1945: Il cinema giapponese era rimasto indifferente all’introduzione del sonoro e fa parte del rifiuto alla modernità tipico
del conservatorismo giapponese, uno degli autori maggiore del periodo fu Ozu che nel 32 dopo essersi liberato dall’influenza
occidentale creò sono nato, ma… che racconta di due fratelli che si trasferiscono in una scuola nuova e vengono bullizzati ma si
rendono conto che il talento dipende dalla forza e si trasformano in bulli capendo che il prestigio dipende dai soldi.

I film di Ozu si oppongono al lieto fine di Hollywood e ai finali tragici russi affermando che la vita sia triste e statica, le
inquadrature dal basso di Ozu hanno l’obiettivo di rendere l’ombelico il centro di gravità della persona e permettono di
riprendere i soggetti e non il terreno rendendo l’inquadratura più lunga che rende i film di Ozu più leggeri e per la prima volta
mostra i soffitti.

Ozu non fu tra i registi più influenti al di fuori del Giappone ma ha portato in occidente l’establishing shot ovvero una tecnica
per cui prima di girare una scena si mostra un’inquadratura del luogo, si tratta di immagini cuscinetto.

Altri due autori influirono sul cinema degli anni 30: Naruse e Mizoguchi, Il primo diresse moglie sii come una rosa! I suoi
migliori film derivano da esperienze personali per questo il film riflette sul pessimismo della vita, fa vedere un circolo di donne
che assediano un uomo e detengono il controllo, il secondo regista usa spesso donne come soggetti ma si concentra sul
passato e introduce elementi realistici al cinema giapponese.

1945-1952: Tra i più importanti registi del periodo c’è Kurosawa che non accettava le regole del neorealismo ma rese popolare
il cinema giapponese in Europa, a rendere ciò possibile fu Rashomon, è un film ambientato nel XII secolo in cui un bandito
uccide un samurai e violenta la moglie, successivamente i tre personaggi e il taglialegna che ha trovato il corpo (che comunica
attraverso un medium) raccontano la propria versione die fatti.

I protagonisti dei suoi film erano soggetti solitari come i samurai, anche grazie all’interesse che il regista provava per l’idea
dell’auto-sacrificio, nel 54 diresse i sette samurai è girato usando gli obiettivi più avanzati all’epoca e il montaggio lo rese tra le
opere più influenti degli anni 50.

1953-1959: Il Giappone iniziò una forte produzione cinematografica, Mizoguchi diresse i racconti di una luna pallida che ebbe
un enorme successo raccontando di un vasaio che vuole diventare ricco ma è spiritualmente guidato dalla moglie, è uno dei
film più sereni mai visti nonostante il finale tragico.

1959-1969: Molti registi giapponesi continuarono ad affrontare nei loro film i drammi del loro tempo, tra i registi troviamo
Oshima che divenne portavoce delle generazioni giovani con racconto crudele della giovinezza che mette a confronto due
sorelle di età diversa, l’autore rifiutava il conformismo giapponese rivalutando il potere rivoluzionario della sessualità.

Porci, geishe e marinai è il ritratto di gangster e prostitute che vivono nella base americana in Giappone, il regista è Imamura
che rende chiari i suoi obiettivi rendendo sesso e classi subalterne i suoi soggetti preferiti, le donne rappresentate da Imamura
sono diverse dalla rappresentazione classica occidentale o orientale, sono donne sovrappeso, sensibili.

1979-1990: Kurosawa dopo un periodo di grande successo si trovò in seria difficoltà e fu aiutato a produrre uno degli ultimi
film da George Lucas che finanziò Kagemusha – l’ombra del guerriero, Kurosawa curò ogni dettaglio della produzione
occupandosene personalmente.
Tsuchimoto dedicò la quasi totalità della sua carriera al disastro dell’impianto di produzione di fertilizzanti Chisso che rilasciò
sostanze mortali nelle acque nei dintorni di un villaggio che ne soffrì conseguenze durissime e moltissimi morti, altri registi di
documentari scavallarono una linea non esplicita quando per ottenere informazioni per la realizzazione di “l’armata nuda
dell’imperatore è in marcia” prelevarono informazioni con l’inganno, il film fu pianificato da Imamura.

Nei paesi orientali l’arrivo del VHS quasi distrusse la produzione cinematografica, l’animazione in Giappone venne portata da
Tezuka che aveva visto i cartoni americani e li aveva adattati allo stile manga classico giapponese, il mercato divenne presto
più grande di quello statunitense.

Gli anime erano però indirizzati agli adulti ed esplicitamente erotici a differenza della Disney, arrivarono oltre con Miyazaki e
la fondazione dello studio Ghibli che portò gli anime al cinema.

India

1918-1928: Produceva ritratti delle vite dei santi sviluppando i cosiddetti all indian film ovvero produzioni fantastiche con
specifiche marche geografiche o religiose pensate per attrarre religioni e regioni diverse.

Homi Master è uno registi più influenti del periodo e realizzò ventunesimo secolo mostrando i cambiamenti sociali e mettendo
in scena i problemi del popolo, registi come Painter seguirono questo stile girando Savkari Pash, la storia di un contadino la cui
terra è espropriata da uno strozzino che lo costringe a trasferirsi in città.

1928-1945: I film muti indiani si dividevano in storici sociali mitologici e melodrammi ma il passaggio al sonoro modificò la
produzione indiana, il primo film sonoro fu Alam Ara di Irani che conteneva canzoni sincronizzate al film e da quel momento in
poi ogni film incluse una scena sonora.

In pochi anni il cinema indiano era diventato un grande musical, i più famosi erano quelli girati in hindi a Mumbai, per aggirare
le limitazioni del sonoro nel 35 si inserì la tecnica del playback il cui primo film è Devdas ancora oggi molto famoso in India.

1945-1952: Gli inglesi si erano ritirati e l’India era divisa in due, uno dei primi film fu i bambini della terra del 46 e tratta di una
famiglia bengalese costretta a fuggire a Calcutta, è un film che si concentra sui cambiamenti sociali e li tratta in modo
melodrammatico, Abbas il regista più moderno diresse Awara che ebbe un successo duraturo, questo film si ispirava a Chaplin
e voleva unire comicità e temi sociali.

I due musical ebbero molto successo in unione sovietica e in Cina, il cinema indiano del periodo fu fortemente influenzato dal
neorealismo italiano che era spesso proiettato a Bombay e ispirò uno dei principali drammaturghi indiani, Ghatak che ebbe
però una carriera breve influenzata dal contesto politico del Bengala, suo paese d’origine e dall’alcol.

1952-1959: La maggior parte dei film prodotti in questo periodo erano musical in playback ma un nuovo regista Mehboob
realizzò racconti più complessi, appassionanti come madre India che parla di lavoro e modernità con la disperazione anche
dovuta al talento di Nargis, una delle migliori attrici indiane che aiutò a rendere il film famoso dentro e fuori dall’India.

Guru Dutt fu un altro regista fondamentale per questa nuova direzione che il cinema indiano stava prendendo, diresse fiori di
carta che fu il primo film indiano in widescreen e racconta di una regista che ricorda l’epoca d’oro della produzione negli
studio, il finale è tragico e il film non ebbe successo portando il regista al suicidio.

Ray diresse il lamento sul sentiero che ebbe l’effetto che Rashomon ebbe per il cinema giapponese, questo rese il cinema
indiano famoso all’estero. Il lamento sul sentiero racconta del figlio di un prete che lascia il suo villaggio e viene lentamente
lasciato da ogni membro della sua famiglia.

Per capire il cinema indiano di questo periodo è necessario capire il contesto sociopolitico del tempo, era un periodo di
ribellioni in oriente, il terzo mondo cercava di discostarsi sia dal realismo romantico chiuso occidentale sia dal realismo
sovietico creando uno stile cinematografico in linea con il contesto politico.

1959-1969: Nel 60 fu fondata la film and theatre institute of India che divenne un luogo di sperimentazione, Mani Kaul
produsse il suo pane nel 69 era un film sull’avanguardia che partiva dalla narrazione della relazione complicata di una coppia.

L’industria indiana non era omogenea ma l’unico regista conosciuto in occidente continuò ad essere Ray che diresse Devi un
film in cui una donna viene sognata dal suocero come una divinità hindu, il tema del film è lo scontro tra la cultura antica e i
valore dell’illuminismo.

1969-1979: Nel 71 risultava la più grande industria cinematografica al mondo e il divo più noto era Amitabh Bachchan che
spesso interpretava personaggi ribelli e tormentati della classe operaia, ma danzava in ogni film, Mani Kaul con il film Uski Roti
diede vita al nuovo movimento del cinema indiano.
1979-1990: Lo stile pubblicitario influenzò il ritmo e il dinamismo del cinema indiano, alcuni registi continuarono a produrre
film intellettuali ma il successo dei film mascolini li emarginò, Mani Kaul produsse Siddeshwari nel 1989 che tratta della vita e
musica dell’omonima musicista ed è un capolavoro del cinema indiano.

Cina

1928-1945: Vide la sua espansione cinematografica in questo periodo ma è dal 31 che la Cina si inserisce veramente nel
panorama con la realizzazione di film muti che si adattavano allo stile del realismo romantico chiuso americano come in the
peach girl che racconta la storia di una ragazza e di un albero di pesche che sono una la metafora dell’altro.

Nel 37 quando il Giappone invase la Cina Muzhi realizzò street angel che racconta di un trombettista che si innamora di una
cantante parlando di come le classi popolari di Shanghai soffrissero l’occupazione, attraverso questo film il regista vuole
criticare il governo nazionalista.

1945-1952: Dopo la rivoluzione di Mao il governo sostenne l’espansione del cinema cinese ma ne era interessato come mezzo
di controllo e indottrinamento più che come arte, questo processo mise in difficoltà i registi di Shanghai che furono costretti a
fuggire verso Hong Kong dove furono prodotti tra i migliori film dell’epoca.

1959-1969: Non ebbe un’evoluzione registica, tra i più importanti Xie Jin che nel 64 diresse due sorelle sul palcoscenico che è
al storia di due sorelle che diventano dive ma una è sedotta dal successo mentre l’altra diventa rivoluzionaria, erano
produzioni che propagavano idee socialiste.

Dopo la rivoluzione di Mao furono ristrette le possibilità estetiche dei registi tanto da impedire a molti registi di lavorare.

1969-1979: Nei primi anni 70 nacque la stella di Bruce Lee e del kung fu che mette in scena i combattimenti con un realismo
nuovo che ebbe successo in tutto il mondo, alla morte prematura dell’attore lo succedette Jackie Chan che imitò il suo
predecessore aggiungendo un tocco ironico al personaggio e diminuendo il realismo.

Hong Kong iniziava a mostrare i primi segni di modernismo Kung Hu è un regista che applicò una nuova tecnica che sarebbe
diventata tipica della cinematografia cinese, già dagli anni 30 gli attori dei film erano spesso attaccati a fili trasparenti che ne
simulassero un movimento più agile sollevandoli in aria, Hu simulò questa tecnica utilizzando trampolini da cui gli attori si
sarebbero lanciati, come succede in un tocco di zen che rappresenta una magica battaglia tra le canne di bambù.

1979-1990: Mao aveva chiuso l’accademia di cinema di Pechino che riaprì nel 78, il primo film degno di nota da allora fu terra
gialla dell’84 di Kaige, è la storia di un soldato che studia canzoni folkloristiche e si stabilisce a casa di un contadino, la
relazione tra i personaggi non sopravvive al contrasto tra comunismo e tradizioni rurali terminando in tragedia.

Lo stile del film è strettamente legato al taoismo che mette a confronto netto lavoratori sfruttati e sfruttatori, il film allo stesso
tempo loda il maoismo per aver liberato le donne e lo denuncia per aver semplificato la morale.

Lo stesso regista diresse il re dei bambini che è un racconto anti-machista in cui un insegnante insegna a rifiutare la dualità del
maoismo ma nessuno dei due film piacque al regime. Hsiao-Hsien porta avanti le ideologie di Kaige e dirige città dolente che
racconta la nascita della Taiwan moderna, è un racconto autobiografico che sembra criticare lo stile ipercinetico di Hong Kong,
il film è nostalgico e mantiene una forte tensione, fu influenzato dal rigore formale di Ozu.

Africa e Medio Oriente

1928-1945: Nel 35 fu fondato il primo studio di produzione cinematografica arabo al Cairo e rese l’Egitto il centro produttivo
del Medio Oriente, tra i primi film significativi si trova El azima di Kamal Selim che è la storia del figlio di un barbiere in un
quartiere del Cairo e affonda le radici nella quotidianità nordafricana.

1952-1959: I registi del terzo mondo vedono nel cinema un medium per far progredire i propri paesi, i film pionieri furono
madre India di Rey, stazione centrale di Chahine (il racconto di una serie di personaggi che si relazionano tra loro nella
stazione ferroviaria)

1959-1969: I primi film che furono girati in Iran furono di Forough Farrokhazd che diresse la casa nera nel 62 che parla di una
colonia di lebbrosi ma a influenzare la produzione iraniana è il tono sincero del film e il suo tentativo di superare la
descrittività, Makhmalbaf diresse la mela che è la storia di due donne recluse in casa dal padre per la loro sicurezza le
particolarità del film sono che gli attori interpretano quasi tutti sé stessi oltre al fatto che la regista aveva 18 anni.

Il primo film girato in Senegal da un nero è la nera di… Chahine era interessato alla decolonizzazione dell’Africa Subsahariana e
al cinema che questo evento avrebbe creato, in Europa si parlava di negritude ma questo film spezza questa tradizione
assumendo una voce indigena.
1969-1979: Le immagini dell’Africa più comuni alla fine degli anni 60 erano profondamente razziste ma molti registi si
opponevano: Ben Ammar che produsse Sejnane che racconta di come i poveri avessero sopportato la guerra, Mambéty
diresse il villaggio della iena che racconta di due sbandati che cercano denaro per andare a vivere a Parigi.

Safi Faye fu la prima regista africana nota e diresse lettere dal villaggio nel 1975, un documentario sull’impatto del crollo del
mercato di noccioline per gli agricoltori ed è raccontato come se fosse una lettera.

Sembéne realizzò Ceddo che racconta una storia simbolica sull’impatto dell’islam in Africa e prefigura che il futuro dell’Africa
preveda un rifiuto delle religioni monoteiste, ma il film fu bandito per anni in Senegal.

Haile Gerima realizzò Touki Bouki che rappresenta uno dei film più coraggiosi della storia nordafricana, un dramma che
racconta la storia di tre millenni di colonizzazione dell’Africa orientale, l’approccio al film è intellettuale, la colonna sonora è
composta da canti e respiri e le inquadrature sono sempre verso il basso, i personaggi rappresentati sono mitici.

Il rifiuto delle norme occidentali dell’Africa del nord fu ripreso anche in Iran in cui Mehrjui diresse Gav (mucca) che modificò il
cinema iraniano raccontando la storia del proprietario dell’ultima mucca del villaggio che muore e il villaggio la nasconde
dicendogli che sia scappata e ciò lo porta alla follia. Il cinema iraniano ha spesso a che fare con gli oggetti e con l’equilibrio che
ne risulta.

Nel 72 in Siria fu pubblicato il manifesto del cinema arabo, il più noto regista medio orientale fu Güney, passò molti anni in
prigione dove scrisse alcuni dei suoi capolavori che furono girati da altri registi che seguirono le sue istruzioni attentamente.

1979-1990: l’Africa subsahariana ebbe un’espansione grazie ai film degli anni 70 che crebbe anche grazie alla collaborazione
con case produttrici europee e che permisero la nascita di film come Jom (dignità) è un film che parla di dignità attraverso
prima la storia di un principe che uccide un colonialista e poi si suicida e poi di uno sciopero contemporaneo.

Il vento di Cissé suggerisce che il vuoto spirituale sia causa della maggior parte dei problemi che affliggono l’Africa occidentale,
molti dei paesi africani ebbero il loro debutto cinematografico in questi anni e molti di questi film furono tra le migliori prime
produzioni mai realizzate. Molti film di questo periodo si scagliano contro il colonialismo.

Sudamerica

1945-1952: Il cinema cubano e brasiliano furono influenzati dal neorealismo italiano, fra tutti Gutierrez, Alea e Solas ne erano
i più influenzati che però furono coadiuvati nelle loro spinte artistiche dai regimi di sinistra.

1959-1969: Furono terre di nuove idee di sinistra, nasce il cinema novo che è il cinema sociale brasiliano con film come il dio
nero e il diavolo biondo di Rocha, un western politico ambientato in un villaggio di Bahia in cui un cowboy uccide l’avido capo e
fugge insieme alla donna e ad un predicatore rivoluzionario nero nel corso del film il predicatore uccide i figli della coppia e un
gangster incontrato lungo il percorso uccide i discepoli del predicatore così che non ci fossero né angeli né diavoli. La morale
del film è che la religione non è in grado di risolvere i problemi e le violenza diventa normale se si ha fame.

Alvarez è un documentarista cubano che in now mette in mostra la radicalità della cinematografia sudamericana montando
immagini di proteste negli USA e della brutalità nella repressione di queste da parte della polizia, è un anteprima dei video
musicali degli anni 80.

1969-1979: Il cinema non occidentale si stava politicizzando, negli anni 60 dei registi argentini scrissero il manifesto del cinema
non occidentale “verso un terzo cinema: note ed esperienze per lo sviluppo di un cinema di liberazione nel terzo mondo”, i
registi del terzo mondo volevano usare il cinema come arma per liberarsi dalle influenze occidentali e della loro oppressione.

Europa dell’est

1952-1959: In Polonia ebbero successo in questo periodo numerosi registi, il più conosciuto è Roman Polanski ma anche
Wajda che nei suoi film ha spesso raccontato al resistenza polacca e la guerra, per nascondere il significato dei suoi film usò
molti simboli per cui assunse il titolo di regista simbolista.

Dreyer invece fu un regista danese che nel 29 aveva fatto la passione di Giovanna D’arco ottenendo un pubblico
internazionale e nel 1955 realizzò Ordet – la parola che si basa su uno spettacolo teatrale e racconta la storia di un uomo
mentalmente instabile che per riacquisire la sanità mentale chiama dall’aldilà la moglie del fratello.

I personaggi di questo regista vivono in un universo in cui il divino è accessibile a chi è grazioso e intelligente, la purezza e il
minimalismo dell’autore rendono i suoi lavori così popolari. Bergman fu un importante regista svedese che trattava temi
filosofici che hanno permesso l’evoluzione del simbolismo europeo.
1959-1969: Polanski fu uno dei registi più influenti del panorama est europeo, i suoi film sono solitamente claustrofobici, fu
spesso definito cosmopolita e il suo interesse non era la realtà ma cosa vi si nasconde dietro (le fantasie, le paure, i desideri).

Nel 67 diresse per favore non mordermi sul collo che è una commedia horror girato come se fosse un quadro in cui fa il
protagonista insieme alla futura compagna Sharon Tate con cui si trasferì a Hollywood.

Il cinema di questo periodo prese una svolta nuova riscoprendo i romanzi di Kafka e spronando una nuova corrente di cinema
cecoslovacco il cui rappresentante principale è Forman che rappresenta la satira ispirandosi alle tecniche del documentario e
di Cassavetes che realizzò film come qualcuno volò sul nido del cuculo e hair.

Una importante regista cecoslovacca è Vera Chytilova la cui innovazione consisteva nel raccontare storie di donne normali di
pura finzione o documentate dalla realtà, i tentativi dei registi di questi anni volevano allontanare la cinematografia dalla
visione autoritaria di sinistra della società.

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