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STORIA DEL CINEMA

EFFETTI SPECIALI
Nicolò Baccaro
3L
LA NASCITA DEL CINEMA
• La nascita del cinema si fa risalire al 28 dicembre 1895
quando due fratelli imprenditori francesi, Auguste Marie
Louis Nicolas Lumiere e Louis Jean Lumiere,
inventarono il proiettore cinematografico e pertanto furono
considerati i primi cineasti della storia. Il cinematografo
proiettava su uno schermo bianco una sequenza di
immagini distinte, impresse su una pellicola stampata con
un processo fotografico, in modo da creare l’effetto del
movimento. I Fratelli Lumiere proiettarono per la prima
volta in pubblico il loro primo cortometraggio intitolato “la
sortie de l'usine lumière” dove erano ritratti degli operai
che escono dalla fabbrica di materiali fotografici Lumière.
In questi anni, si parlava di cinema primitivo ovvero le
immagini dei soggetti in movimento in un contesto
reale. In uno dei cortometraggi più famosi dei fratelli
Lumiere “ L’arrivée d’un train en gare de La Ciotat”
viene utilizzato il fuoricampo con funzioni narrative,
creando così l’illusione che il treno stia uscendo dallo
schermo. Esso, girato nel 1895 e proiettato il 6 gennaio
1896,come possiamo osservare dal video, mostra
l’arrivo del treno nella stazione di La Ciolat”.
CINEMATOGRAFO

• Il cinema, dunque, in questi anni raggiunse un


successo commerciale grazie al metodo di
proiezione, attraverso l’utilizzo del Cinematografo.
Questo apparecchio riprende su una pellicola da 35
mm e, se posto davanti una lanterna magica, funge
anche da proiettore. I Lumiere stabilirono anche la
velocità di 16 fotogrammi al secondo, che restò lo
standard per 25 anni. Il pubblico si appassionò al
cinema che, prima si diffuse in Europa e, poi, negli
Stati Uniti.
HOLLYWOOD
• Verso la fine degli anni dieci a Los Angeles
si riunirono affaristi interessati al cinema e
registi che alla caotica New York
preferivano il dolce clima californiano.
Negli anni successivi la cittadina si
sviluppò sia a livello agricolo sia a livello
industriale ed in breve tempo venne invasa
dalle case di produzione cinematografiche
come la Metro-Goldwyn-Mayer e la
Universal.
• Sono passati più di cento anni dal 28 dicembre
1895 ma, ancora oggi seppur con delle
modifiche e nuove tecnologie, il Cinema
persiste nella vita di tutti noi ogni singolo
giorno. L’indimenticabile Charlie Chaplin alla
fine di uno dei suoi più grandi film “Il Grande
Dittatore” “THE GREAT DIRECTOR”, fa un
“Discorso all’Umanità”. Esso è un inno alla
libertà, un discorso che porta la speranza e la
fiducia che il mondo potrà essere migliore.
THE GREAT DIRECTOR
• “Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non voglio né
governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti: ebrei,
ariani, uomini neri e bianchi…Tutti noi esseri umani dovremmo
unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del
prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo
mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti
noi…La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo
dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto
precipitare il mondo nell’odio, condotti a passo d’oca verso le
cose più abiette. …Uniamoci tutti! Combattiamo tutti per un
mondo nuovo, che dia a tutti un lavoro, ai giovani la speranza, ai
vecchi la serenità ed alle donne la sicurezza…Combattiamo per
mantenere quelle promesse. Per abbattere i confini e le barriere.
Combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio. Un mondo
ragionevole in cui la scienza ed il progresso diano a tutti gli
uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate
tutti uniti!”(il discorso all’Umanità di Charlie Chaplin nel film Il
Grande Dittatore)
• in questi giorni così difficili per noi tutti, l’intero mondo si è
trovato improvvisamente ad affrontare una situazione
sconosciuta e potenzialmente dannosa per la propria salute;
Tutto il mondo è stato costretto ad un isolamento sociale
forzato e per via di ciò ha cercato di reinventarsi qualcosa. In
televisione la Lavazza ha girato uno Spot che riporta
proprio alcune delle grandi frasi del Discorso all’Umanità di
Chaplin… Tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci
sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non
odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è
posto per tutti…………” Un monologo toccante che oggi
più che mai ha colpito i nostri cuori e che ci fa capire che
dobbiamo essere uniti al fine di combattere questo nemico
unico e invisibile per tutti, CHIAMATO Covid-19
IL CORAGGIO DI CHAPLIN
DURANTE IL NAZISMO
Questo film, considerato uno dei film più coraggiosi,
rappresenta una parodia del nazismo. Ci furono infatti
diversi ostacoli alla sua uscita proprio perché c’era la
voglia di riflettere sull’assurdità del Nazismo, deridendo
l’allora temuto Adolf Hitler. Chaplin, nella sua veste di
clown, amato dal popolo del suo tempo, sfida in questo
film l’uomo che aveva causato tanto orrore e sofferenza.
LA PROPAGANDA FASCISTA E
NAZISTA NEL CINEMA
• In questo periodo, dunque, il cinema fu il punto
culminante della propaganda fascista e nazista. Tutti i
cinegiornali avevano solo questa funzione: essi prima di
ogni proiezione venivano programmati obbligatoriamente.
L’obiettivo della produzione dei film o dei documentari
era solo quello di affermare le dottrine codificate nel
saggio “Mein Kampf” “La mia battaglia”, scritto da Hitler,
con l’unico intendo di convincere i tedeschi ad eliminare
quelle che venivano considerate le razze etnicamente
inferiori. Nel pieno fervore della seconda guerra mondiale,
fu realizzato nel 1940 anche il documentario scientifico
“L’Ebreo Errante”, sotto la guida di Goebbels, che incitava
apertamente all’odio raziale contro gli ebrei.
IL CINEMA MUTO
• Chaplin, grande attore del cinema Muto, aveva affermato
che “L’essenza del cinematografo è il silenzio” . Nel cinema
muto, gli attori dovevano veicolare delle informazioni senza voce,
per questo, la mimica facciale, i gesti e i movimenti del
corpo erano molto importanti. Le espressioni del volto dovevano
essere immediatamente riconoscibili dal pubblico e quindi era
fondamentale che fossero molto teatrali. Inoltre, gli attori
venivano truccati quasi in modo eccessivo, dando risalto agli
occhi e alle labbra affinché l’attenzione del pubblico si potesse
focalizzare proprio su di essi. Le inquadrature tendevano ad
essere molto fisse e il raccordo tra campo e controcampo era
molto importante. Non si potevano permettere, per esempio, di far
parlare qualcuno senza aver ripreso l’attore nell’atto di parlare.
Altrimenti sarebbe stato impossibile per il pubblico capire chi
pronunciava le parole.
• In questi anni uno dei grandi registi e sceneggiatori
statunitense fu David Griffith che realizzò il film Muto
“La Nascita della Nazione”, un film che registrò i
maggiori incassi nella storia, suscitando nello
spettatore forti emozioni attraverso quel susseguirsi
accelerato o rallentato di scene e inquadrature. Fino
agli anni ’20 i film oltre ad essere Muti e quindi non
parlati ma solo con didascalie, erano accompagnati da
un sottofondo musicale fatto da una piccola orchestra
che suonava dal vivo, in sala
Quest’anno ad ottobre ricorre l’ottantesimo
anniversario dell’uscita del film The Great
Director. Era infatti il 15 ottobre 1940 quando
usci questo film, un film con la sua prima
pellicola sonora, una delle pellicole più
grandiose di tutta la cinematografia mondiale.
Chaplin, infatti, non si adattò facilmente alla
nuova tecnica del cinema sonoro, ma cercò
comunque di adattarla alle sue esigenze. Il
Grande dittatore è il primo film in cui Chaplin
parla: solo Hitler riuscì a farlo parlare
IL CINEMA SONORO
La storia del cinema, pertanto, viene segnata in modo
indelebile dall’avvento del sonoro, che cambia in modo
radicale l’industria e il destino di molti attori. Chaplin con
The Great Dictator riuscì a sostenere il cambiamento ma
molte star del cinema Muto furono licenziate.
Il 1927 fu l’anno che segnò la fine del cinema muto e l’inizio
del cinema sonoro. La musica entra presto nei locali dove
si proiettavano i film. Inizialmente l’dea della musica fu
quella di coprire il rumore assordante del proiettore ma,
successivamente, la musica fu vista come un piacere per
lo spettatore, come uno degli elementi che andavano a
completare la sceneggiatura, la scenografia e la
recitazione. Con l’avvento del sonoro, tutte le
accortezze artificiose presenti nel cinema muto non
erano più necessarie. Per esempio, gli attori
potevano muovere la labbra normalmente, senza
scandire perfettamente le parole. 
IL PRIMO FILM SONORO
Da qui la realizzazione in America del primo film sonoro: “Il
Cantante Jazz” di Alan Crosland: in questo film, per la prima
volta, fu possibile ascoltare gli attori che non solo cantavano ma
parlavano anche. La pellicola, a differenza di quelle passate, oltre
ad avere scene cantate e suonate, conteneva al suo interno pochi
minuti di dialogo parlato. L’avvento del sonoro determinò
numerosi cambiamenti all’interno dell’industria cinematografica.
Dal punto di vista tecnico, per esempio, fu necessario ridurre il
rumore della macchina da presa e delle luci. Ma non solo! Gli
attori dovevano essere sia fotogenici che fonogenici.
IL CINEMA È UN OCCHIO APERTO AL MONDO

Nel cinema acquista un’importanza fondamentale l’Occhio, lo


Sguardo. Il cinema, dunque, è fondato sull’attività dello
sguardo essendo esso un linguaggio che comunica
principalmente attraverso le immagini. Nel mondo del cinema,
lo sguardo non può essere una ricezione passiva delle immagini.
Lo sguardo al cinema è memoria e capacità di organizzazione.
Quando l’oggetto che noi osserviamo scompare dalla vista di un
occhio umano, esso resta ancora impresso sulla retina
dell’occhio per circa un decimo di secondo; ciò rende possibile
osservare con continuità il succedersi dei fotogrammi.

Wim Wenders un regista, sceneggiatore e produttore


cinematografico tedesco del cinema di oggi ha affermato che “lo
sguardo è ancora capace di creare un ordine in un mondo
sempre confuso”.
• Quindi il Cinema è soprattutto l’Occhio del Regista,
l’occhio con il quale lui vede e interpreta la realtà,
organizzandola in una sequenza di immagini, scegliendo
le inquadrature migliori; ma il Cinema è anche l’Occhio
dello spettatore, che osserva dal suo punto di vista, che
osserva attraverso le proprie emozioni, i propri sogni, le
proprie aspettative in un processo di identificazione o
rifiuto delle immagini che appaiono al suo occhio. Per
queste ragioni, l’Occhio dello spettatore non si identifica
con l’Occhio del Regista. Allo spettatore non appare ciò
che il regista vede, ma appare il prodotto finito. Così lo
“Pochi forse riflettono sul fatto che spettatore osserva le modalità con le quali il regista ha
le immagini sono più importanti operato le riprese, le scene, il montaggio e tutto
della storia narrata nel film, ma è l’insieme della tecnica disponibile che danno un senso
così”…..Ciò che nella realtà unisce compiuto e personale alla sua storia. Pertanto, sia nella
lo spettatore al regista è la Voglia di visione del regista sia nella visione dello spettatore, il
Vedere, di osservare, di muovere lo Cinema era e resta OCCHIO perché esso è un
sguardo e scrutare» linguaggio fatto di immagini.

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