in Europa:
– in Germania: Max e Emil Skladanowsky crearono il bioskop (doppio nastro di 53 mm, proiettati
alternativamente, sistema troppo ingombrante)
– in Francia: i fratelli Louis e August Lumière nel 1894 inventarono il CINÉMATOGRAPHE che
usava la pellicola 35 mm e un meccanismo a intermittenza, poteva anche stampare le copie
positive e quindi era anche una parte di proiettore → sistema di proiezione che contribuì a
rendere il cinema un'impresa commerciale internazionale.
→ il primo film: girato nel marzo 1895 “L'uscita dalla fabbrica Lumière”
→ 28 dicembre 1895 in una sala del Grand Cafè di Parigi, proiezione di 10 film (atto ufficiale
della nascita del cinema → possiede le condizioni essenziali dello spettacolo cinematografico:
un soggetto produttore, un dispositivo, un atto di vendita e uno spazio pubblico)
– nel Regno Unito: nel marzo 1895 R.W. Paul con B. Acres realizzarono qualcosa di simile al
kinetoscopio, il 14 gennaio 1896 mostrarono alcuni film tra i quali “Rough Sea at Dover”. Paul
vendeva le sue apparecchiature e contribuì alla diffusione dell'industria cinematografica nel
Regno Unito
I tre rivali americani:
– W. Latham aggiunse un ricciolo alla macchina da presa, in grado di allentare la tensione della
pellicola e di permettere la realizzazione di film più lunghi
– F.C. Jenkins e T. Armat esibirono il proiettore phantoscope ad Atlanta nell'ottobre 1895
→ T. Armat si separa e perfeziona il phantoscope chiamando il nuovo apparecchio vitascope
(commercializzato però da Edison)
– H. Casler nel 1894 brevettò il mutoscope (meccanismo di fotografie rotanti, simile al
peepshow) e fondò l'American Mutoscope Company (nel 1897 era la società cinematografica
più famosa degli USA)
1897 → invenzione del cinema completata. Due sistemi: peepshow (individuale) e proiezione
(pubblico). Tutti i proiettori usavano la pellicola 35 mm con perforazioni laterali
L'espressionismo:
– 1908 nella pittura e nel teatro, reazione al realismo e tentativo di esprimere le emozioni più
profonde. In pittura: ampie campiture, colori luminosi e non realistici, contorni neri, figure
allungate, espressioni grottesche e angosciate, edifici incurvati o distorti, suolo inclinato
– Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1920) mostra come le ricostruzioni in
studio potessero avvicinarsi alla stilizzazione della pittura espressionista
– in teatro: allestimenti in stile espressionista, recitazione di ampi gesti (esprimere in maniera
diretta ed estrema le emozioni), frammentazione del flusso narrativo e ricorso a finali aperti
– aspetti formali: solo pochi film ricorrevano a una messa in scena deformata, ma altri usavano
distorsioni stilistiche con gli stessi effetti di quelle usate nel Caligari
– l'importanza della composizione: la messa in scena, l'immagine cinematografica doveva
diventare grafica, rilievo alla composizione delle singole inquadrature, scenografia come
organismo vivente, attore come elemento visivo, l'azione subisce delle pause o dei
rallentamenti, superfici stilizzate, forme simmetriche o distorte
– esasperazione e ripetizione: interpretazione dei personaggi era esasperata per accordarsi
all'insieme, recitazione anti-naturalistica, illuminazione laterale, ombre: effetti deformanti
– movimenti di macchina e montaggio: campo controcampo e montaggio alternato, ritmo
lento per soffermarsi sulla composizione dell'inquadratura, movimenti della macchina da
presa funzionali alla composizione (inclinazione del pdv)
– narrazione: storie in grado di valorizzare il loro stile, vicende nel passato con elementi esotici,
di fantasia e orrore
– Metropolis di Fritz Lang (1927)
Il Kammerspielfilm:
– tendenza del Kammerspiel (teatro da camera): pochi personaggi esplorando gli effetti della
crisi sulla loro esistenza, recitazione evocativa, forza rivelatrice dei dettagli, uso ridotto della
scenografia, attenzione alla psicologia dei personaggi, storie ambientate nel presente, no
didascalie (dettagli della recitazione e simbolismi) intreccio su drammi emotivi senza lieto fine,
pubblico intellettuale, L'ultima risata di Mayer (successo incredibile grazie al lieto fine),
declino nel 1924.
La Nuova Oggettività:
– mutato il clima culturale della Germania avvicinamento al realismo e all'analisi sociale
– critica della società contemporanea
– Teatro tedesco (Bertol Brecht) e il concetto di “effetto di straniamento” all'opposto delle teorie
espressioniste, riflessione sulle implicazioni ideologiche e politiche di quanto rappresentato
– Georg W. Pabst: L'ammaliatrice, 1925 (film della strada)
– Bruno Rahn: Tragedia di prostitute, 1927
– ambientazione urbana, stile di ripresa mobile ma sempre prossima ai personaggi
– viene criticata la loro incapacità di risolvere i problemi sociali che denunciavano
Lo stile “internazionale”:
– da metà anni '20 → stile d'avanguardia internazionale: mescolanza di tecniche e temi
dall'impressionismo, dall'espressionismo e dal cinema sovietico
1 → tratti espressionisti nei film francesi e tratti impressionisti nei film tedeschi → le frontiere
stilistiche dei due movimenti divennero sempre più indistinte (commistione impress-espress)
2 → nascita dell'avanguardia sovietica che si ispirava a elementi stilistici del cinema europeo
3 → dopo il 1926 il cinema sovietico esercita influenza sul cinema tedesco → uso politico del
mezzo cinematografico
4 → stile d'avanguardia internazionale
– Carl Th. Dreyer: regista rappresentativo dell'ultimo cinema muto europeo, attivo inizialmente
in Germania e Danimarca
In Francia realizzò La passione di Giovanna D'Arco (1928) film che combinava le influenze del
cinema d'avanguardia francese, tedesco e sovietico in uno stile innovativo e originale; gran
numero di primissimi piani (decentrati e schiacciati contro sfondi bianchi), attenzione sul volto
degli attori (valorizzare ogni sfumatura emotiva), scenografie spoglie, inquadrature dinamiche
dal basso, montaggio veloce
La casa francese non poté più finanziare suoi film così Dreyer ricorse a un mecenate per Il
vampiro (1932)
IL CINEMA SOVIETICO NEGLI ANNI VENTI
– 1907: prima società nazionale (Drankov)
– 1914: chiusura delle società di distribuzione straniere, crescita dell'industria nazionale e
nascita di nuove società locali (Yermoliev)
→ caratteristiche: toni melancolici e finali tragici, ritmo lento, frequenti pause, recitazione che
dilata l'azione, psicologia del personaggio, influenza di modelli stranieri (divismo italiano) ma
recitazione meno enfatica di questi
– durante la guerra: genere melodrammatico di Evgenij Bauer e Yakov Protazanov
– dal 1916 l'industria russa crebbe fino a 30 case di produzione
Innovazioni a Hollywood:
– registrazione del suono: microfoni direzionali, giraffe leggere e versatili, registrazione separata,
introduzione della colonna sonora (passaggi musicali che accompagnavano azione e dialogo) →
Max Steiner partitura per King Kong (stile sinfonico)
– movimenti di macchina: versioni perfezionate di gru e dolly
– Technicolor: innovazione del colore, sistema a doppia pellicola (anni '20) → (anni '30)
macchina con prismi che riflettevano la luce su 3 pellicole (una per colore primario), colore per
fantasia e spettacolo o per dramma storico
– effetti speciali: reparti dedicati agli effetti speciali, retroproiezione, stampa ottica (area non
impressionata sulla pellicola e successivamente ritoccata), modellini, animazione tridimens.
– stili di ripresa: immagine sfumata ed effetto flou più uniformi, nuova pellicola adatta alla luce
diffusa delle lampade ad incandescenza, alcuni sceglievano un'immagine scintillante e poco
contrastata / stile meno impastato ma non troppi contrasti, piattezza / profondità di campo
(primi piani a fuoco o no) → la sperimentazione di Welles, narrazione e psicologia personaggi
rimangono comunque centrali
I principali registi:
– La vecchia generazione: Charlie Chaplin (due lungometraggi muti e uno parlato), Josef von
Sternberg (melodrammi convenzionali con stile eccezionale), Ernst Lubitsch (commedia
Trouble in Paradise e Vogliamo Vivere! commedia sul nazismo), John Ford (trilogia e film in
costume con S. Temple, solo un western Ombre rosse, uso innovativo della profondità di
campo), Howard Hawks (diversi generi, racconto e recitazione asciutti, ritmo veloce e
montaggio analitico, avventure in aeroplano), William Wyler, Frank Borzage (melodrammi
sentimentali, stile sfumato e luminoso), King Vidor (Amore sublime), Raoul Walsh (film
d'azione I ruggenti anni Venti e Una pallottola per Roy svolta nella carriera di Bogart)
– Nuovi registi: George Cukor, Rouben Mamoulian e Vincente Minelli (registi teatrali); Preston
Struges, John Huston e Orson Welles (sceneggiatori)
– Registi immigrati: Alfred Hitchcock, Fritz Lang, Billy Wilder e Otto Preminger
Innovazioni e trasformazioni dei generi:
– il musical: musical rivista, musical operetta (in luoghi di fantasia), musical integrati (in
ambienti comuni), musical dietro le quinte (coreografie di Busby Berkley: Quarantaduesima
strada fissò molte convenzioni del genere); musica che porta avanti la dimensione narrativa /
musica che congela la dimensione narrativa; scenografie e coerografie non possibili a teatro,
piacere per il sincronismo, genere di consolazione, il piacere visivo/uditivo; duplice piano
realtà/fantasia
– la screwball comedy (commedia sofisticata/commedia del matrimonio): coppie di personaggi
eccentrici, conflitto tra i sessi, amori che valicano i confini di classe, genere inaugurato da
Ventesimo secolo (Hawks 1934), Accadde una notte (Capra 1934), Bringing Up Baby (Hawks
1938), alto rango sociale, la figura femminile immatura come rappresentazione di un'America
che deve acquisire consapevolezza, sceneggiatura a più mani per ottenere dialoghi eccellenti
– il western (Bazin: “genere americano per eccellenza”): funzione storica, narrativa, e poetico-
linguistica, racconto di conquista → genere del colonialismo americano, senso dello spazio
instabile e idea di spostamento della frontiera americana, un genere aperto che mette tutto in
chiaro (i valori in gioco, i buoni, i cattivi), il genere sposa la mobilità → Ombre rosse di John
Ford (1939)
– il film horror: schema fissato da Il castello degli spettri di Paul Leni nel 1927, ciclo horror della
Universal, serie horror dal reparto “B” della RKO (minaccia di orrori invisibili)
– il cinema sociale: interesse per problemi sociali con stile realistico, Warner Bros., F. Lang con
Furia (1936) e J. Ford con Furore (1940), declino con la ripresa economica post bellica
– il film di gangster: film di attualità che traevano spunto dal crimine organizzato cresciuto
durante il proibizionismo, problema della censura (Nemico pubblico di Wellman e Scarface)
– il film noir: è uno stile e una tendenza narrativa, nasce nel 1941 con Il mistero del falco (John
Huston), raccontano delitti ma anche opere di impegno sociale, deriva dal romanzo poliziesco,
rivolto a un pubblico maschile, ambientazione classica della grande città in scene notturne,
angolazioni dall'alto o dal basso, luci soffuse, narrazione in voce over, unico genere a cui
vennero consentiti finali non lieti; Humphrey Bogart nel ruolo di Sam Spade; debito nei
confronti del cinema tedesco (Il dott. Mabuse di Lang aveva anticipato il noir)
– il film di guerra: subito la guerra era dipinta come un'insensata tragedia (Casablanca di Curtiz,
1942: incorpora il tema bellico dentro una trama melodrammatica), dopo i fatti di Pearl
Harbour il cinema sostenne la causa bellica, film di guerra sui nazisti rappresentati come
spietati assassini, propaganda contro i giapponesi con toni razzisti
CINEMA E TOTALITARISMI
URSS, GERMANIA, ITALIA (1930-45)
Unione Sovietica e realismo socialista:
– 1930 unica società la Sojuzkino
– realismo socialista (ufficiale da gennaio 1935): principi estetici e dogmi quali la disposizione
per il partito (propagandare ideologia e politiche del partito comunista) e la centralità del
popolo (descrivere in modo positivo la vita della gente comune)
→ realismo = verità + ”personaggi tipici in circostanze tipiche”
→ immagine ottimistica e idealizzata della società sovietica
– complesso apparato di censura che controllava le scenografie e poteva anche fermare un film in
produzione
– i generi: film sulla guerra civile, film biografici, racconti di eroi comuni, musical socialisti
– anni '30 → film sui nazisti
– durante la guerra: produzione rallentata e allontanata dalle zone occupate, dal 1942
lungometraggi sulla ferocia del nemico tedesco
Germania, cinema durante il nazismo:
– tentativo di un'alternativa ad Holywood: Tobis-Klangfilm (1929)
– cartello internazionale per dividersi il mercato mondiale (1930)
– musical tedeschi fronteggiarono la concorrenza (L'angelo azzurro di von Sternberg)
– registi come F. Lang, G.W. Pabst e Max Ophuls nel 1933 lavoravano già fuori dalla Germania
– nazismo → forte influenza sull'industria cinematografica:
→ Joseph Goebbels (ministro della propaganda e dell'informazione + controllo sulla politica
culturale) creare un cinema che esprimesse gli ideali del nazismo
→ calo di importazioni ed esportazioni
→ declino produttivo con l'inizio della guerra
→ graduale nazionalizzazione del settore completata nel 1942 con la UFA Film (UFI): unione di
tutte le case di produzione tedesche, concentrazione verticale.
– I film dell'epoca nazista: film d'intrattenimento con contenuto politico ridotto, film di
propaganda (stimolare l'adesione al partito glorificandolo in trame ambientate in epoche
precedenti), Leni Riefenstahl (cineasta più celebre dell'epoca nazista, film di propaganda: Il
trionfo della volontà documentario sul congresso del partito nazista; Olympia sui giochi
olimpici di Berlino nel 1936 per dipingere la Germania come un membro affidabile della
comunità mondiale, amichevole competizione fra gli atleti, statuarietà dei corpi e tensione
agonistica come valore estetico quasi astratto), film contro i nemici del Reich (Regno Unito,
URSS, odio per gli ebrei in Suss l'ebreo di Veit Harlan), glorificazione della guerra, film di
evasione (musical tedeschi di puro intrattenimento come Amphitryon)
FRANCIA 1930-1945
REALISMO POETICO, FRONTE POPOLARE E OCCUPAZIONE
L'industria e il cinema negli anni '30:
– mercato sonoro in Francia dominato da sistemi tecnologici americani e tedeschi (la Tobis-
Klangfilm con filiale parigina nel '29), incremento della produzione grazie all'avvento del
sonoro, crescita dell'affluenza nelle sale e aumento degli incassi, struttura decentralizzata
dell'apparato produttivo che permise la nascita di tendenze originali
– cinema fantastico e surreale: Renè Clair famoso nel primo periodo del sonoro, la tradizione
surrealista trovò continuità (Zero in condotta di Jean Vigo, 1933), morte di Vigo nel '34 segna
la fine del surrealismo e la partenza di Clair segna l'abbandono del genere fantastico
– la produzione di qualità: film di livello elevato, spesso adattamenti letterari, complesse
scenografie con leggera influenza dell'espressionismo (J. Feyder influenzato
dall'impressionismo; Marc Allégret con Il lago delle vergini; divi popolari e caratteristici come
Jean Gabin e Michèle Morgan; Sacha Guitry attore, sceneggiatore e regista criticato per il suo
teatro filmato ma amato per dal pubblico per le commedie brillanti)
– registi immigrati (G.W. Pabst, Max Ophuls) e Francia come tappa intermedia verso Hollywood
(F. Lang, B. Wilder)
– realismo quotidiano: La scuola materna (1933) di Jean Benoit-Levy ed Marie Epstein affronta
il problema dei bambini abbandonati e maltrattati, girano in un luogo autentico con bambini
non attori professionisti; Marcle Pagnol autore di commedie sentimentali con tono leggero e
ironico, attento alla quotidianità e ai ritmi, fonda una casa di produzione prolifica di successi
Realismo poetico:
– tendenza generale più che un movimento
– cinema che abbia un'ambientazione reale ma un trattamento poetico
– protagonisti: figure ai margini della società che trovano riscatto in amori intensi e idealizzati e
che si risolvono in una sconfitta, tono all'insegna della nostalgia e dell'amarezza
– 1930 La piccola Lisa di Jean Gremillon → avvisaglie di realismo poetico: uso evocativo del
suono fuori campo (ponte sonoro e flashback sonoro)
– dagli anni '30 il realismo poetico si afferma con Julien Duvivier, Marcel Carnè (Il porto delle
nebbie e Alba tragica), Jean Renoir
– Jean Renoir il più significativo tra i registi francesi degli anni '30, stile: virtuosistici movimenti
di macchina, inquadrature in profondità di campo, improvvisi cambiamenti di tono; con La
grande illusione (1937) assume una posizione pacifista nei confronti della guerra, ambientato
in un campo di prigionia tedesco durante la prima guerra mondiale, suggerisce i legami di
classe come più importanti della fedeltà alla nazione, contrasto fra aristocrazia in declino e
classe lavoratrice che vede la speranza (contrasto che riappare in La regola del gioco, 1939)
Il Fronte popolare:
– forte influenza sul cinema: la Ciné-Liberté nel 1936 (Renoir, Allégret, Feyder, Dulac)
– 1936 film La vita ci appartiene: opera collettiva per la campagna elettorale del Fronte
popolare, stile innovativo (mescolanza di scene ricostruite e riprese dal vero), inizia con un
documentario sulla Francia che si rivela essere una lezione a degli studenti, vengono seguiti
nella strada e una donna lancia un messaggio esplicito, alla fine un cinegiornale che mostra
Hitler la cui voce è sostituita dall'abbaiare di un cane.
– 1938 film La Marsigliese: epopea storica rievoca i fatti della Rivoluzione francese e della caduta
della monarchia nel 1792, problemi coi finanziamenti e insuccesso (forse perché Renoir trattò
Luigi XVI e la sua corte con comprensione e rispetto, come con gli aristocratici di La regola del
gioco), vicende quotidiane di un gruppo di soldati, eventi insignificanti / avvenimenti cruciali
– Renoir a supervisionare la produzione di La vita ci appartiene e per realizzare La Marsigliese
– la produzione cinematografica nella Francia di Vichy: 1940 arrivo dei tedeschi e istituzione
di un governo di destra → travolgimento dell'industria cinematografica, ripresa dal 1941 con
due industrie separate:
→ il cinema Vichy: COIC a sostegno e controllo dell'industria (censura rigida ed ebrei esclusi),
i film di quest'area furono banditi nella zona occupata fino al 1942
→ la zona occupata: subito film non francesi ma poi ripresa della produzione nazionale su
richiesta del pubblico, periodo proficuo, Germania sostenne la produzione francese, 1940 a
Parigi la Continental sotto controllo della UFI, occupazione anche del sud Francia, carenza di
materiale e produzione sempre più difficile fino al suo arresto nel 1944. I sospetti di
collaborazionismo furono puniti.
– i film durante l'occupazione: commedie e melodrammi, film di prestigio, distanti dalla realtà
contemporanea; Robert Bresson; Il corvo di Clouzot (film “antifrancese”) e Amanti perduti di
Carné
IL CINEMA AMERICANO NEL DOPOGUERRA
(1945-1960)
Il clima del dopoguerra:
– Hollywood durante la guerra fredda
– La sentenza Paramount (avvio del caso 1938 – accusa della Corte Suprema 1948)
Il realismo minore:
– testi e personalità che risentono delle nuove istanze realiste ma senza operare un drastica
rottura nei confronti di stili e modelli narrativi della tradizione
– Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Pietro Germi
– Luigi Zampa e Renato Castellani nel genere della commedia
http://distribuzione.ilcinemaritrovato.it/per-conoscere-i-film/ninotchka/ernst-lubitsch
IL CINEMA COME ARTE E L'IDEA DI AUTORE
Nascita e sviluppo della “teoria dell'autore”:
– Discussione dagli anni '40: chi ha diritto ad essere identificato come l'autore del film?
→ Bazin (“Revue du cinéma”, 1946-49): fonte principale del valore di un film è il regista
→ Alexandre Astruc: saggio sulla camera-stylo (1948) → il cineasta usa la macchina da presa
come lo scrittore fa con la penna
– Cahiers du cinéma (1951, Doniol-Valcroze) rivista mensile a cui scrisse anche Bazin,
recensiva alcuni film definendoli opere dei loro registi (Viale del tramonto film di Wilder...)
– Giovani critici iniziano a forzare l'idea di auteur (Rohmer, Chabrol, Godard, Truffaut)
→ 1954 saggio di Truffaut (Una certa tendenza del cinema francese): lo sceneggiatore del
cinema di qualità riduceva il ruolo dell'autore a quello di un semplice esecutore. L'autore
genuino è colui che scrive la sceneggiatura del film
→ esaltazione dei registi che scrivevano le sceneggiature dei propri film
– rivista rivale Positif → sosteneva l'idea di autore e si concentrava su registi che avevano
controllo sulla scrittura
– Anche altrove la critica inizia ad assorbire la politica di autore (la rivista inglese Movie)
– FILM D'AUTORE = individuare elementi comuni nel film (filmografia coerente ed unitaria),
attenzione a come l'opera si sviluppa nel tempo, studio dello stile (che cosa diceva e come lo
diceva), idea di autore e idea di cinema come arte → conferire dignità accademica al cinema