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Curiosità
Il termine cinema viene dal greco antico κίνημα, -τος “movimento”. Il cinema inteso come
proiezione di immagini in movimento ha illustri antenati: dalle ombre cinesi agli studi ottici europei
fino alla fotocamera stenopeica di Leonardo da Vinci (1452-1519), e soprattutto la Lanterna magica
e il Mondo Nuovo entrambi del Settecento.
Fonte: Getty-Images
Nel 1891 l’inventore statunitense Thomas A. Edison (1847-1931) ideò il kinetoscopio: era una
grossa scatola con un oculare su cui il cliente vi poggiava l’occhio, inseriva una moneta e girando la
manovella poteva così guardare uno dei “films”. Fatto incredibile, Edison si dimenticò di
depositare il brevetto per la sua invenzione.
Grazie ai consigli del padre Antoine, i fratelli Auguste (1862-1954) e Louis (1864-
1948) Lumière confezionarono il primo cinematografo. Dopodiché organizzarono le prime
proiezioni a pagamento a partire dal 28 dicembre 1895.
Queste proiezioni erano dieci brevi film, di cui il primo è comunemente accettato come il primo
film della storia del cinema: L’uscita dalle officine Lumière. Già l’anno dopo si proiettava in altri
paesi d’Europa.
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Un contributo importante per il cinema statunitense fu quello di David W. Griffith (1875-1948).
Egli cominciò da autodidatta e attore per poi dirigere moltissimi film dell’epoca, circa 450.
Inoltre, Griffith codificò le regole del montaggio, soprattutto il cosiddetto montaggio alternato.
Griffith si trasferì ad Hollywood, dove stavano nascendo gli studios. Nel 1915 produsse Nascita di
una nazione, di ben 160 minuti, la prima opera cinematografica narrativa. Fu il film muto più
redditizio della storia del cinema, tuttavia fu molto controverso perché razzista e apologetico
nei confronti del KKK.
Curiosità
Georges Méliès offrì ai fratelli Lumiere una cifra astronomica per acquistare il brevetto del
cinematografo. Lumière padre rifiutò dicendogli: «Giovanotto, io non vi voglio rovinare, questo
apparecchio ha valore soltanto scientifico, non avrà futuro nel mondo dello spettacolo».
Fonte: Getty-Images
Nei primi anni del Novecento l’interesse per questo primo tipo di cinema calò. Nacquero così i
primi circuiti di sale pensate per intrattenere la classe operaia: i film erano più semplici, con le
prime didascalie e senza imbonitore. Fiorì il cinema comico.
Il cinema come racconto si impose durante la Prima guerra mondiale. Iniziò allora
una separazione di generi: la commedia, l’avventura storica o di fantasia, il giallo. Negli anni
Trenta venne redatto il Codice Hays, con i requisiti qualitativi minimi per accettare le pellicole per
Hollywood.
Il cinema divenne presto un bacino d’investimenti, dati i guadagni. Ma bisognava rispondere
alle attese del pubblico. Nacquero i primi divi. La fama veniva alimentata dalla radio e dai
giornali.
Il cinema europeo era d’avanguardia. Bisogna citare il surrealismo di Salvador Dalì (1904-
1989) e Luis Buñuel (1900-1983), le sperimentazioni di Dziga Vertov (1896-1954) e Sergej M.
Ėjzenštejn (1898-1948), lo stile francese di René Clair (1898-1981). In Germania ci fu una
vera esplosione tra Espressionismo, Kammerspiel e Nuova Oggettività: con Friedrich W.
Murnau (1888-1931), Fritz Lang (1890-1976) e Robert Wiene (1873-1938).
Negli anni Trenta in America nacque lo studio system: l’interezza della produzione è in mano
loro. Dopo le commedie e i drammi romantici, con la Grande Depressione si fanno strada altri
generi: come il noir e i gangster-movies, ma su tutti regna il musical con Fred Astaire (1899-1987)
e Ginger Rogers (1911-1995). C’era infatti una grande novità: il sonoro.
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La sincronizzazione tra visivo e sonoro fu sperimentale nel primo ’900 tuttavia il pubblico non
l’apprezzava. Per caso, nel 1926, quattro fratelli produssero un film di tre ore, il Don Juan, in cui
compare qualche dialogo e una selezione di musica classica sincronizzata.
I quattro fratelli erano Harry (1881-1958), Albert (1883-1967), Sam (1887-1927) e Jack (1892-
1978) Warner: i Warner bros. Contattarono poi un cantante, Al Jolson, per girare il film The jazz
singer (1927), il quale riscosse un grande successo. Ma il primo film interamente parlato fu il
loro Lights of New York (1928). Finiva un’era, nasceva un nuovo colosso: la Warner Bros.
Pictures.
Negli anni successivi i sistemi audio fecero balzi in avanti: l’audio stereofonico (1931),
quello magnetico (1935) e di largo uso a partire dagli anni ‘50, il Dolby System per i rumori di
fondo (1975), fino al suono digitale di oggi.
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Anche il colore ha avuto alti e bassi. Già a fine ’800 si coloravano direttamente le pellicole con
tinture diverse. Il Kinemacolor fu utilizzato per dare l’illusione del colore, ma fu abbandonato
prima del Primo conflitto mondiale. Una prima rivoluzione fu il Technicolor, visibile in Via col
Vento (1939) di Victor Fleming (1889-1949).
Lo Studio system crollò per le leggi contro il monopolio statunitensi. Ma il successo era alle
stelle: vennero girati in questo periodo film tra i più importanti della storia del cinema, tra
cui Casablanca (1942) e Quarto Potere (1941), il capolavoro di Orson Welles (1915-1985).
La scuola italiana fu molto importante. Era caratterizzata stilisticamente dal Neorealismo.
Salirono alla ribalta registi del calibro di Luchino Visconti (1906-1976), Roberto
Rossellini (1906-1977) e Vittorio De Sica (1901-1974), e vennero girati capolavori quali Roma
città aperta (1945) e Ladri di biciclette (1948).
Curiosità
La scritta monumentale “HOLLYWOOD” che sovrasta il celebre quartiere di Los Angeles fu del
1923. Inizialmente temporanea, con l'ascesa dell'industria del cinema divenne un simbolo. Da qui la
decisione di non smantellarla più.
Dagli anni ’50 agli anni ’80
Gli anni ’50 e ’60
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Divi come Marlon Brando (1924-2004) e James Dean (1931-1955) furono pionieri nella ricerca
del realismo. All’interno del blocco comunista il cinema ribelle fu presente, ma censurato.
Con gli anni ’60 si fece strada la New Hollywood, con un vero vento di rivoluzione: film
scandalosi — Psycho (1960) di Alfred Hitchcock (1899-1980) Il laureato ( 1967) di Mike Nichols
(1931-2014); Easy Rider, Dennis Hopper (1936-2010), 1969 — e antipatriottici — Il dottor
Stranamore (1964) di Stanley Kubrick (1928-1999) — diedero spazio alle istanze dei giovani. Si
abbandonarono le rigidità del Codice Hays e si criticarono il perbenismo e l’ipocrisia della
società occidentale.
L’avanguardia francese guidata da Jean-Luc Godard (1930) prese il nome di Nouvelle Vague,
molto discussa e apprezzata per l’approccio molto personale e per le problematiche intime. Lo stile
si discosta dalla tradizione e si apre all’interpretazione non spiegando tutto. Anche in Italia
lavorano i giganti: Federico Fellini (1920-1993), Michelangelo Antonioni (1912-2007), Pier
Paolo Pasolini (1922-1975) e poco dopo Bernardo Bertolucci (1941-2018).
Approfondisci
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Se Lo squalo (1975) di Steven Spielberg (1946) fu un successo per il pubblico, fu con Star
wars (1977) di George Lucas (1944) che il cinema conquistò definitivamente il pubblico di
massa, facendo riemergere la space opera. Emerse una nuova variegata generazione di
registi: Francis Ford Coppola (1932) Woody Allen (1935), Martin Scorsese (1942) e Terrence
Malick (1943).
Sulla scia di Star Wars uscirono due sequel di Spielberg: Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977)
e E.T. (1982), mentre con Tron (1982) si sperimentava la computer grafica. Scorsese venne
osannato per Toro scatenato (1980) tra i capolavori del cinema americano. Anche i gangster-
movies come Il Padrino (1972), di Coppola e Scarface (1983) di Brian De Palma (1940) si presero
il loro spazio.
Curiosità
Fin dai tempi de Lo squalo, Spielberg (1946) non è stato mai presente all’ultima ripresa. Credeva
infatti che il cast avesse pianificato di gettarlo in acqua. Da allora è divenuta una tradizione.
Il cinema contemporaneo
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Il Batman (1989) di Tim Burton (1958) fu il primo film a superare l’incasso di 100 milioni in 10
giorni. Tra Star Wars, Indiana Jones e Ritorno al futuro si fece strada l’idea della saga
cinematografica. Negli anni ’90 questo corso continua con la nuova trilogia di Star Wars, Jurassic
Park, Terminator e Matrix.
Dopo una flessione la Disney fece la storia del cinema d’animazione negli anni ’90, sia per
critica che per incassi: ad esempio Aladdin (1992) e Il re leone (1994). Nel contesto
della Pixar nacque il primo studio di film animati digitalmente con Toy Story (1995) di John
Lasseter (1957).
L’acquisizione e la computazione tramite le nuove tecnologie degli ultimi vent’anni sollevò
dei dibattiti all’interno dell’industria: sebbene la qualità dell’analogico, rispetto all’acquisizione
direttamente digitale, era ancora maggiore, il digitale permetteva però l’abbattimento rilevante
dei costi.
Tra gli anni ’90 e i primi 2000 si impose il cinema action e fantasy della trilogia del Signore
degli Anelli (2001-2003) di Peter Jackson (1961), e la serie di film dedicati a Harry Potter (2002-
2011). Ad oggi il genere dominante nelle sale è il cinecomics dell’universo Marvel, che da Iron
Man (2008) di Jon Favreau (1966), ha sfornato ben ventisette titoli.
Curiosità
Nonostante il grande successo di pubblico negli ultimi anni dei cinecomics Marvel, il film Avengers
Endgame (2019) di Anthony (1970) e Joe Russo (1971), rimane comunque la seconda pellicola con
più incassi nella storia del cinema, circa 2,79 miliardi di dollari, contro il primo film che rimane
Avatar (2009) di James Cameron (1954) attestandosi sulla cifra di 2,84 miliardi di dollari — non
tendendo conto però dell’inflazione.
Storia del cinema: audio lezione
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origini ai giorni nostri!
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