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BIANCANEVE E I SETTE NANI

(Snow White and the Seven Dwarfs)


Il 21 Dicembre 1937, il mondo vide il risultato del lavoro che occup Walt Disney e i suoi artisti per una buona parte degli anni trenta.La lavorazione
obblig tutto lo Studio a dare il meglio di s, il lavoro si protraeva spesso ben dopo l'orario regolare per tutti.
Walt inseguiva un sogno, e lo avrebbe realizzato a costo di inimicarsi il mondo intero, certo che, alla fine, avrebbe stupito e meravigliato tutti.
Si racconta che durante un viaggio in Europa, Walt si stup di vedere che, in un piccolo cinema francese non si proiettava nessun film di punta, ma
solo una serie di cartoni animati. Possibile che qualcuno pagasse per vedere un'ora di cartoni? La domanda non era che un lampo nella turbinosa
mente di Walt, ma.....
Il suo Studio aveva gi dato parola e colore ai disegni animati, in pochi anni aveva cambiato il concetto di "cartoon", ma chi lo diceva che le
innovazioni erano finite?
Walt si chiese se il pubblico avrebbe pagato il biglietto di ingresso per vedere un film di lunghezza normale ma senza nessun attore e cap che nessuno
poteva rispondere a questa domanda. Nessuno a parte lui stesso.
Decise di rispondere.
L'idea era nata, ora bisognava creare tutto il resto. Walt prese in esame diversi soggetti e, alla fine, scelse la fiaba dei fratelli Grimm che narrava di
una principessa, di una strega cattiva e dei nanetti minatori. Nella mente del grande Walt tutto era possibile, ma al di fuori di lui l'intero progetto era
folla pura. Roy Disney riteneva pi logico dedicare lavoro e denaro a dieci short piuttosto che ad un solo film, le banche stentavano a concedere
prestiti per un prodotto che, se anche avesse reso
dei soldi, non lo avrebbe fatto prima di alcuni anni, gli uomini di Walt non avevano la minima idea di come realizzare un lungometraggio di
animazione.
Walt fu il motore di tutto e segu ogni dettaglio: tratt con le banche, decise il volto dei personaggi, le loro voci, assegn il lavoro ad artisti che
riteneva in grado di tradurre in immagini le sue parole, intervenne sulla trama e sulle musiche e port avanti lo Studio dall'inizio alla fine.
La "pazza" di Walt Disney, per citare un parere espresso a suo tempo, ha regalato al mondo uno dei capolavori assoluti della cinematografia
mondiale: "Biancaneve e i sette nani"
Uno dei classici di tutta la storia di Hollywood opera di Walt Disney. La grande sfida intrapresa a met degli anni trenta ha riconfermato la
grandezza di Walt e, forse, la cosa che pi di ogni altra ne ha creato il mito immortale.
Grazie a Biancaneve, infatti, Walt scopr negli anni quaranta il grande vantaggio, nella lunga distanza, delle sue opere: le grandi major di Hollywood
non volevano che i loro divi si scontrassero con loro stessi in pellicole di anni precedenti e, quindi, non mettevano i film nelle sale pi
di una volta. Walt, invece, affront una crisi finanziaria riproponendo nel 1944 "Biancaneve" al cinema. Fu un successo! Da allora i film Disney
iniziarono a tornare nelle sale ogni sei anni. Questo vuol dire che prodotti di successo limitato come "Pinocchio", "Fantasia" e "Bambi" potevano
tornare a guadagnare denaro senza che lo Studio ne investisse troppo. La Disney aveva un tesoro nell'archivio e non lo sapeva. Facci caso: la politica
del ritorno dei film ogni sei-sette anni stata
seguita fino ad ora. Negli anni ottanta si spostata al mercato dell'home video, ma con lo stesso criterio di ritorni. Se l'idea buona, buona.
PINOCCHIO
(Pinocchio)
Quando la "folla di Walt Disney" lo port a compiere la titanica impresa di realizzare il suo primo lungometraggio di animazione, il mondo cap che
era iniziata una nuova era per il cinema. Come giustificare altrimenti il fatto che il secondo film di lunga durata di Disney non era il secondo della
storia?
Proprio cos! Anche se il suo ricordo si perde tra due grandi Classici prodotti da Walt, esiste gi un film della concorrenza. I Fratelli Fleischer, gi
creatori di Betty Boop e di Popeye, diedero vita nel 1939 a un buon prodotto tratto da "I Viaggi di Gulliver".
Walt aveva gi attinto dal repertorio europeo per la sua "Biancaneve" e lo rifece per "Pinocchio".
Walt, si sa, non era interessato a seguire alla lettera le fiabe e i racconti dai quali traeva i suoi film, voleva piuttosto crearne una sua versione,
estraendone gli spunti pi interessanti, modificando intere sezioni, aggiungendo o togliendo elementi.
Il burattino di legno indiscutibilmente quello scaturito dalla mente del nostro Carlo Collodi, ma reinterpretato alla maniera di Disney.
Via, quindi, tutta la parte del ciocco di legno che si lamenta per il dolore quando Geppetto cerca di tagliarlo e il film inizia col falegname gi intento a
dare al pupazzo gli ultimi ritocchi. Il giocattolo non ha vita, finch Geppetto non esprime un desiderio assurdo: che diventi un bimbo vero!
"Pinocchio", il secondo lungometraggio animato di Disney, si apre con alcune sequenze memorabili sul piano tecnico. L'utilizzo della Multiplane
Camera di Ub Iwerks, consent ad esempio la sequenza in cui l'immagine si sposta dalla casa di Geppetto fino alla Stella, per poi mostrare una
panoramica del villaggio.
Degna di nota anche la scena di Pinocchio in fondo al mare, con un effetto ondeggiante molto efficace e una animazione che crea davvero l'illusione
del movimento subacqueo.
Belle le musiche del film, sia nei brani cantati che in quelli di accompagnamento. La canzone iniziale, cantata dal Grillo Parlante diventata un
emblema di tutta l'opera di Walt Disney recitando: "When you wish upon a star, makes no a difference who you are, anything your heart desires will
come to you" letteralmente diventa pi o meno: Quando credi in una stella, non importa chi tu sia, tutto quello che il tuo cuore desidera verr da te. Se
non Disney questo...
Presso il pubblico italiano, il film non ebbe all'inizio il successo che merita anche perch sono molte le differenze dal racconto di Collodi. Come
spesso accaduto per i film Disney, il tempo ha rivalutato il prodotto assegnandogli la corona di film indimenticabile.
FANTASIA
(Fantasia)
Un incontro tra due artisti genern un film originale e innovativo. Naturalmente un'opera d'arte.
I due artisti sono Leopold Stokowsky e Walt Disney, il film c "Fantasia".
Walt Disney, negli anni trenta, divenne amico di Leopold Stokowsky. Tra i due c'era una stima reciproca e nacque l'idea di lavorare insieme. Ma a che
cosa?
Si decise di creare uno short con protagonista Topolino. La creatura di Disney non avrebbe proferito parola e tutto il film sarebbe stato dominato dalla
musica classica dell'orchestra sinfonica di Philadelphia diretta dal Maestro Stokowsky. Il brano musicale e la trama erano quelli de "L'Apprendista
Stregone", musica di Paul Dukas".
Non si badn a spese e presto fu chiaro che il cartoon non avrebbe mai ripagato i costi. Disney e Stokowsky non si fermarono, anzi! Seguirono la
strada opposta: se uno short non poteva guadagnare cose tanto, forse un lungometraggio avrebbe potuto.
Si scelsero altri brani, il progetto iniziale si amplin di volta in volta tanto che nessuno, prima della conta finale, si rese conto del mastodontico lavoro
che serve alla sua realizzazione.
Il 13 Novembre 1940 "Fantasia" debuttn nelle sale. Il film non potc godere di una distribuzione troppo vasta perch Walt aveva voluto che il suono
fosse stereofonico e, a quei tempi, un tale sistema sonoro non esisteva.
Pun sembrare una battuta, ma non lo c! Walt Disney si rese conto che in una sala da concerto il suono avvolge l'ascoltatore e in una sala
cinematografica no. Bisognava inventare un sistema di registrazione e riproduzione capaci di ricreare tale effetto.

Sembra incredibile, ma allo Studio Disney si compe tale miracolo. "Fantasia" c il primo film stereofonico della storia.
Ma chi poteva godere di tale meraviglia se nelle sale l'impianto era monofonico? La Disney stessa si occupn di attrezzare le sale di volta in volta
seguendo la programmazione di "Fantasia", cosa questa che fece lievitare non di poco i costi finali. La gente andn a vedere il film, ma in proporzione
alle cifre investite, i guadagni furono esigui. Le critiche piovvero implacabili. Secondo molti, Walt aveva fatto il passo piu lungo della gamba.
Allora nessuno sapeva che "Fantasia" sarebbe diventato uno dei capolavori riconosciuti di Walt Disney.
Walt aveva visto il suo stesso progetto cambiare tra le sue mani, lo short di Topolino era diventato un lungometraggio. Intravide nella sua stessa
struttura una formula potenzialmente eterna. Il film che usce nelle sale era una serie di sofisticati brani di animazione slegati l'uno dall'altro, questo
avrebbe permesso di far tornare periodicamente "Fantasia" al cinema previa sostituzione di uno o piu segmenti. Un film sempre nuovo e diverso,
costruito di volta in volta seguendo i gusti del pubblico.
Il relativo insuccesso alla prima uscita fece naufragare l'idea. Solo sessant'anni dopo, grazie a Roy Edward Disney, "Fantasia" ha avuto un seguito. Ma
questa c un'altra storia.
Celebrato, attaccato, osannato, criticato. "Fantasia" ha affrontato commenti di ogni tipo. Oggi c stabilmente dotato di una giusta aura di leggenda.
DUMBO
(Dumbo)
Nel 1941, alla vigilia dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, e appena dopo la chiusura dello sciopero allo studio Disney (vedi "La vita di Walt
Disney" ), un piccolo elefante in grado di volare, diede alla Factory disneyana una boccata di ossigeno.
Dopo gli esigui incassi di "Pinocchio" e "Fantasia", finalmente un lungometraggio animato dal successo fulmineo.
Dumbo fu realizzato in buona parte durante lo sciopero dagli artisti che non vi avevano aderito e, per la prima volta, in buona parte senza Walt.
La parte creativa dell'opera fu lasciata agli sceneggiatori, agli animatori e all'intero staff, mentre Disney si occupava della presentazione e
distribuzione.
Walt effettu in quel periodo alcuni viaggi diplomatici in Sud America e il ritorno agli Studi era dominato dallo sciopero.
Il suo staff ebbe quindi poche occasioni di comunicazione con lui, ma questo non imped al lavoro di progredire. L'assenza di Walt si sente nel film
per la mancanza di scene tecnicamente avanzate ("Biancaneve", "Pinocchio" e "Fantasia" avevano segnato tre passi avanti nella tecnica) e per la
ripetizione, a detta dei critici, di cose gi fatte. Dumbo si muove forse con la stessa goffaggine di Pinocchio, il topolino che lo accudisce sembra una
riedizione del Grillo Parlante, gli elefanti rosa riprendono l'astrattismo di "Fantasia" e cose di questo genere. Fin qui le critiche ufficiali.
Il pubblico, di contro, si divert un mondo alla sequenza degli elefanti rosa che Dumbo vede dopo aver bevuto champagne, e si commosse fino alle
lacrime nel vedere Dumbo e sua madre, divisi dalle sbarre di ferro, che si toccano con le loro proboscidi.
Anche grazie ad un investimento relativamente ridotto, "Dumbo" fu un grande successo.
Anche se in qualche modo va considerato un film di secondo piano, di fatto convive a pieno titolo nel Pantheon dell'animazione accanto a
"Biancaneve e i Sette Nani", non fosse altro che per le emozioni che sa regalare.
Un film sul tema della diversit che si sviluppa senza formalismi o compatimenti di sorta. L'esclusione dell'elefantino dalle grandi orecchie e la sua
rivincita, giunta nel momento in cui segue una strada diversa da quella degli altri, sono storie che, in fondo, accadono tutti i giorni. Walt Disney, nel
suo mondo di fantasia, di fatto racconta molte verit.
Le fiabe e le favole sono nate per questo. Walt Disney le onora.
BAMBI
(Bambi)
Il 13 Agosto 1942, usce in America un film che, stilisticamente, era in totale contrasto con "Fantasia" di due anni prima e, piu in generale, con tutto il
repertorio Disneyano. Tanto era astratto "Fantasia", quanto era realistico "Bambi".
L'idea di Walt Disney era proprio quella di spingere l'animazione ai suoi limiti e, dopo aver prodotto un film carico di emozioni create senza
raccontare storie, cren, all'opposto, un film che doveva essere una rappresentazione il piu possibile "vera" della vita nella foresta. La trama era un
racconto di Felix Salten che, dipingendo la vita di un cervo dalla nascita all'etr adulta, mette in essere la metafora della vita di ognuno di noi..
La critica e il pubblico del tempo non poterono fare a meno di notare il grande realismo del film. Fino ad allora nulla di paragonabile era mai stato
prodotto da nessuno. Il fatto curioso c che proprio per questo "Bambi" fu attaccato. Qualcuno si chiese se, per avere lo stesso risultato risparmiando
migliaia di dollari, Disney non avesse potuto filmare animali veri nel bosco (!!!).
La storia di Bambi viene infatti raccontata con grande ausilio musicale ma con dialoghi ridotti al minimo, il che rende ancora piu credibile "l'illusione
della vita".
Non mancarono, naturalmente, gli elogi e i guadagni, anche se questi non bastarono a rientrare delle spese.
Walt Disney, dal canto suo, define la pellicola "oro puro" e non smise mai di tesserne le lodi. Aveva ragione.
Si racconta che, nel 1950, mentre il film era nelle sale per la sua riedizione, Walt esorde in una riunione aziendale annunciando trionfante: "Bambi da
oggi si c ripagato i costi, e sta iniziando a guadagnare!".
I guadagni che la pellicola ha portato alla factory negli anni sono senz'altro enormi, ma c soprattutto in termini di immagine che "Bambi" ha valore.
Un capolavoro. Sotto tutti gli aspetti.
La trama c tutta plasmata sulla vita del "principino" della foresta, il cerbiatto Bambi, appena venuto al mondo.
Gli animali vengono a vedere il neonato, accovacciato accanto a sua madre, un cervo di una dolcezza infinita, pieno di premure per il suo piccolo, che
rappresenta degnamente la categoria delle mamme.
In questa scena incontriamo alcuni personaggi che ritroveremo in tutto il film. In particolare il Gufo e la famiglia dei conigli, con Tamburino in testa.
Con "Bambi", Walt Disney ha realizzato uno dei suoi prodotti migliori. La forza di alcuni momenti c tale che, a distanza di decenni resta invariata e ha
superato anche il "pericolo home video", vale a dire la perdita di fascino di un film dovuta alla possibilitr di vederlo in qualunque momento, per un
numero di volte potenzialmente infinito.
La sequenza di un semplice temporale estivo diventa, grazie ad un perfetta orchestrazione musicale, spettacolo puro. Le prime gocce d'acqua sono le
prime note, musica grandiosa per lampi e tuoni, di nuovo note singole per le ultime gocce.
La scena con Bambi e Tamburino che, ancora cuccioli, giocano sul ghiaccio c divertente e tenera come poche, l'incontro con Fiore c memorabile per
simpatia. Tamburino che non riesce a sfuggire al controllo della madre c esilarante.
D'altro canto, la fuga nella foresta in fiamme c tesissima e, soprattutto, la morte della madre di Bambi, seppure fuori scena, c un trauma per lo
spettatore. Negli anni '90, per ricreare una tale forza, si c scelto di far morire Mufasa (ne "Il Re Leone") in modo molto violento e totalmente visibile
al pubblico perch una morte "suggerita" non sarebbe stata cose incisiva. Ma allora perch, per lo stesso pubblico, la morte invisibile in "Bambi" c un
pugno nello stomaco?
Difficile a dirsi, finchc si trascurano due dettagli importanti: la magia e l'arte di un genio chiamato Walt Disney.

SALUDOS AMIGOS
(Saludos Amigos)
All'inizio degli anni '40, Walt Disney, come il resto del mondo, faceva i conti con la guerra. Inoltre, proprio nel 1940, il suo Studio affrontava il
celebre sciopero. Entrambe le cose concorsero, non poco, a limitare gli incassi dei film.
Il dipartimento di Stato americano temeva che le simpatie crescenti per le teorie filonaziste divenissero un problema concreto nell'America Latina e,
quindi, faceva propaganda patriottica. In questo senso ben poche cose possono competere con il cinema.
Molte star di Hollywood prestarono la loro opera per questa propaganda; Walt Disney non ne fu certo escluso.
Lo Stato finanzin diverse produzioni Disneyane di quegli anni, soprattutto short animati, ma anche due lungometraggi nati da altrettanti viaggi di
Disney e della sua equipe nell'America del Sud.
Quei due film sono "Saludos Amigos" e il suo quasi-seguito "I Tre Caballeros".
Durante il viaggio in Sud America, Walt e i suoi avevano a disposizione una cinepresa con la quale filmarono una infinitr di cose, nella ricerca di
spunti per nuovi lavori. Una parte di cin che ripresero c rimasta nel film, cose c possibile vedere i disegnatori all'opera, i luoghi reali che ispirarono gli
artisti, lo stesso Walt Disney durante le discussioni con i ragazzi del team e, non ultime, le popolazioni locali col loro bagaglio di usanze e tradizioni.
"Saludos Amigos" c un prodotto celebrativo di quei luoghi, ma anche una raccolta di quattro cartoon Disney, due dei quali interpretati da Paperino.
Il primo cartoon c "Paperino sul lago Titicaca", una vivace avventura del papero nella vesti di turista. Una pacata voce commenta ogni suo
movimento, mentre lui scopre ad ogni angolo qualcosa di nuovo. La curiositr lo spinge sempre oltre la soglia del disastro (naturalmente) e ogni
sequenza diventa una gag.
Paperino osserva una donna che fa il pane e ne resta... impastato, incontra un lama testardo, disintegra una imbarcazione locale, insomma.... non si
smentisce.
Nel secondo short, il protagonista c Pippo che ci mostra le differenze e le somiglianze tra il Cow-Boy del Texas e il Gaucho argentino.
Pippo viene preso di peso dalla sua terra per essere trasformato in gaucho ma, se c semplice averne l'aspetto, le abitudini non sono facili da
apprendere.
Pippo scoprirr che non c facile tenere sotto controllo il proprio cavallo, proverr a mangiare alla maniera di un gaucho alternando rapidamente carne,
pane e coltello, danzerr freneticamente al suono di musiche argentine.
Esilarante la caccia all'emu con Pippo lanciatore di Bolas, non lo c di meno il canto notturno durante il quale la voce dell'eroe viene supportata da....
un giradischi!
Un cartoon con ritmo e trovate simpatiche.
Il terzo brano si ispira ai pericolosi viaggi aerei sulle Ande. Il protagonista c un personaggio tutto nuovo: l'aeroplanino Pedro.
Il piccolo aeroplano sogna di diventare un giorno grande e forte come il suo papr, un aereo postale. Un giorno il suo genitore si ammala (di
raffreddore alla testa dei cilindri) e, dato che la mamma non sopporta le grandi altezze, tocca a Pedro compiere il viaggio oltre le Ande per garantire il
servizio postale.
L'avventura c piu ardua di quello che il piccolo si aspettava e lassu il vento e la neve sono tremendi. Pedro riesce a raccogliere la sacca della posta, ma
ora deve portarla all'aeroporto dal quale c partito. Quindi, una seconda traversata l'aspetta. Sarr dura, ma la determinazione e il coraggio lo aiuteranno
a portare a termine la missione. Ma ne valeva davvero la pena?
Per chiudere il film, torna Paperino, qui ripreso per le vie di Rio de Janeiro in compagnia di un nuovo strepitoso personaggio: Josc Carioca,
pappagallo destinato a decenni di fortuna nel mercato Brasiliano dei fumetti.
Questa strana coppia si compone di un esperto di samba (Josc) e un volonteroso quanto negato allievo in tale disciplina (Paperino, ovviamente). Josc
c innamorato della sua terra e, quindi, dei suoi suoni, delle sue musiche. Saprr insegnare al papero ad amarle allo stesso modo. Quando Paperino
impara a seguire il ritmo, la musica regna ormai su tutta la scena, portando il film verso il suo festoso finale.
Un film dalla struttura a episodi, come succede spesso negli anni '40, che resta popolare negli anni. Tutti e quattro i brani animati sono stati distribuiti
anche separatamente dal film. Probabilmente, anche chi non ha mai visto "Saludos Amigos", avrr avuto modo di vedere in TV o in videocassetta i
cartoni realizzati per la pellicola.
I TRE CABALLEROS
(The Three Caballeros)
Come gi accadde per "Saludos Amigos", lo Stato finanzi questa produzione animata di Walt Disney, con l'intento di celebrare i popoli sudamericani.
Non era tanto una cortesia da buon vicino, quella messa in piedi dal governo statunitense, quanto una manovra di propaganda antinazista. Durante la
seconda guerra mondiale, infatti, l'America del Sud mostrava preoccupanti simpatie, o quantomeno tolleranze, verso le teorie di Hitler.
Col denaro delle sovvenzioni e la traccia da sviluppare forniti dal governo, Walt Disney onor l'impegno preso costruendo cartoni ad hoc.
Nel 1945, il caleidoscopico "I Tre Caballeros" usc nei cinema, divertendo e meravigliando. Walt, in questo film, sond il terreno della scrittura mista
come mai aveva fatto prima, raggiungendo livelli di interazione straordinari.
Le prodezze tecniche arrivano durante l'avanzare del film, divenendo via via pi trascinanti.
"I Tre Caballeros" si apre con l'immagine di un anonimo, ma enorme, pacco dono. Il biglietto allegato, firmato "i tuoi amici dell'America Latina",
spiega che si tratta di un regalo di Compleanno per Paperino.
Felice come un bimbo, il papero apre il pacco trovandone all'interno altri pi piccoli.
Ne sceglie uno e lo apre, scoprendo un proiettore con tanto di pellicola. Si tratta di un documentario, non troppo serio, sugli uccelli rari dell'America
del Sud. Titolo: Aves Raras, che significa appunto Uccelli Rari. Il primo di questi un comunissimo pinguino; la sua rarit consiste nel suo essere
tanto freddoloso da voler abbandonare il Polo Sud. Il piccolo Pablo ci prover in diversi modi, facendo l'impossibile per raggiungere un paradiso
tropicale.
All'avventura del pinguino segue una carrellata su volatili pi belli e curiosi di questi posti; tra le creature mostrate, appare a pi riprese l'Aracuan
Bird, destinato negli anni a tornare in altri due cartoni animati.
Assolutamente inusuale anche il racconto del Gauchito Volante, un ragazzino che andando a caccia di Condor sulle montagne, si imbatte in un
simpatico somarello dotato di ali di nome Burrito. Dopo averlo catturato e dopo averne conquistato l'amicizia, il gauchito lo iscrive ad una corsa di
paese, vincendo, ma non ritirandone il premio.
Paperino apre altri pacchi. Un libro sulle bellezze del Brasile introduce un personaggio gi noto: Jos Carioca. Il pappagallo accompagna Paperino nel
libro stesso, alle scoperte della citt di Baa, al suono della canzone omonima; una lenta ed evocativa introduzione alle sequenze seguenti.
E' in questa citt che ai personaggi disegnati dagli animatori Disney si aggiungono attori e ballerini in carne e ossa, in maniera perfetta e ancora oggi
efficace.
Il terzo dono arriva dal Messico, ma non facile capire di cosa si tratta, poich allo sciogliere del fiocco sul pacco un'esplosione di colori e musica
trascina tutto con s! I Tre Caballeros del titolo sono finalmente uniti nello schermo quando arriva un nuovo travolgente personaggio: il galletto
messicano Panchito. E il film guadagna in allegria e festosit divenendo, in questo senso, uno dei titoli pi indicativi di tutta la storia Disney. La
canzone che d il titoli al film, gi di per s molto allegra, acompagnata da una serie di gag che difficile guardare senza sorridere. Paperino
continua imperterrito a cantare anche se, naturalmente, non gliene va dritta una. Da vedere.

Panchito porta con s un serape volante (che poi un tappeto) con il quale il trio si reca di persona in Sudamerica. Se a Baa dei personaggi reali si
muovevano in ambienti disegnati, qui l'opposto e i nostri (soprattutto Paperino) interagiscono con ragazze del luogo. Assolutamente imperdibile
Paperino che gioca a moscacieca sulla spiaggia di Acapulco. La prova che negli anni '40 Walt Disney e i suoi uomini erano decenni avanti agli altri.
Meraviglie tecniche a supporto di idee narrative, non solo prove di capacit tecnologiche. Da questo punto di vista, il film una cartolina della visione
Disneyana dell'animazione.
Divertente anche You Belong to My Heart, che contrappone alla musica soave di una canzone romantica la simpatia di Paperino. In aggiunta, i toni
languidi del brano vengono spesso interrotti dalla ripresa di "I Tre Caballeros", con un contrasto esilarante.
Nei numeri musicali che seguono, ballerini reali animano numeri con fiori e cactus, con Paperino sempre presente e interesato alle bellezze locali,
intese come ragazze, pi che come paesaggi.
In questo c' una particolarit, poich Donald Duck non in genere troppo interessato al genere femminile e le sue schermaglie amorose sono spesso
raccontate dal punto di vista del fidanzato di Paperina.
Qui, invece, abbondano gli occhi allupati e la lingua penzoloni all'apparire di giovani donne sudamericane, per giunta in carne e ossa.
"I Tre Caballeros", iniziato come un film ad espisodi, diventa presto un corpo unico, grazie al fatto che e sequenze che dovrebbero introdurre e
accorpare i segmenti diventano esse stesse spettacolo ed difficile capire quando finisce l'introduzione e inizia l'episodio, anche perch i personaggi
continuano le loro allegre scorribande negli episodi stessi. Il film finisce, naturalmente, col guadagnarci, conquistando il suo posto nella storia Disney
grazie ad un susseguirsi pressocch ininterrotto di momenti allegri e di divertimento puro, e mantenendo un ritmo serrato per buona parte della sua
durata.
Svincolato da una trama vera e propria, "I Tre Caballeros" dipinge una serie di cartoline dedicate al Sud America a base di musica e divertimento,
melodia e risate, in un cocktail davvero gustoso.
I RACCONTI DELLO ZIO TOM
(Song of the South)
Nel 1946, quattro anni prima de "L'Isola del Tesoro", una pellicola Disney veniva presentata come Walt Disney's First Live-Action Musical Drama,
quindi come primo film ad azione vivente della Disney.
Allora "L'isola del Tesoro" non il primo? O la locandina qui accanto, che riporta la scritta, sbagliata?
Niente di tutto ci.
A differenza di quanto era avvenuto per prodotti come "I Tre Caballeros" o "Il Drago Riluttante", le sequenze riprese dal vivo non erano il collante per
degli episodi realizzati in animazione ma, all'opposto, era la parte animata ad essere al servizio di quella recitata. Insomma, per la prima volta gli
attori erano chiamati non ad introdurre una storia ma ad interpretarla e "viverla" sullo schermo.
Non difficile credere che la scelta fu fatta anche per motivi economici, dato che l'animazione era (ed ), un processo costosissimo. Al di l di questo,
per, c' un fatto ineluttabile: il film un capolavoro.
Il titolo originale, "Song of the South" pi evocativo e fascinoso di quello italiano. Da noi si preferito sottolineare il lato fantasy con "I Racconti
dello Zio Tom", cercando magari un assonanza con il celebre Zio Tom della altrettanto celebre capanna. Che sia questo il motivo del cambio di
generalit dell'uomo? Lo zio Tom, infatti, in America si chiama Remus.
I protagonisti della vicenda sono sostanzialmente tre: lo zio Tom, anziano cantastorie di colore, il piccolo Johnny, nipote della proprietaria della terra
dove Tom vive e la dolce Jinny, deliziosa bambina, povera al pari dello zio del titolo.
Siamo negli Stati Uniti del Sud, negli anni della schiavit.
Johnny arriva a far visita alla sua ricca nonna e l vede i suoi genitori separarsi. Forse per la prima volta si rende conto che tra sua madre e suo padre
qualcosa non funziona pi. Decide di fuggire per trovare suo padre ma, provvidenzialmente, si imbatte in uno schiavo che gli regge il gioco. Finge di
voler partire con lui ma, di fatto, lo scoraggia. Ha di meglio da fare: racconta al giovane fuggiasco una delle sue popolarissime storie che narrano di
conigli parlanti, di orsi tontoloni e di perfide volpi, creature note ormai in tutta la piantagione come Fratel Coniglietto, Compare Orso e Comare
Volpe.
Sono storie semplici e immediate, con il grande merito di essere sempre specchio di situazioni reali, e di fornire la soluzione ai problemi. Non a caso,
quella storia parla di Fratel Coniglietto e del suo desiderio di lasciare la sua casa, salvo poi scoprire che l'idea non poi un granch.
Johnny torna a casa, felice di aver trovato un nuovo amico.
La vita scorre tranquilla, sia pur con i suoi problemi quotidiani. Girovagando per le terre di famiglia Johnny incontra Jinny, alle prese con i suoi
terribili fratelli Jack e John, che vogliono affogare il suo cagnolino. Johhny interviene e tutto finisce in una zuffa, ma il premio duplice per l'eroe del
momento: il cagnetto salvo e Jinny gli diviene amica per la pelle.
La piccola gli affida il cane per allontanarlo dai fratelli, ma a casa della nonna Johnny riceve il divieto di tenerlo. Tanto saggia la nonna, quanto
severa la madre. Il cane se ne deve andare.
Johhny dovrebbe riportarlo indietro, ma ritiene pi giusto lasciarlo alle cure dello zio Tom che, ignorando l'ordine materno, accetta di buon grado.
L'amicizia tra Johnny e Jinny sempre pi salda ed la sola cosa, insieme ai racconti dell'anziano schiavo, che rende serena la vita del bambino.
L'ultima avventura che il vecchio gli ha raccontato quella di Fratel Coniglietto che, per sfuggire dai suoi persecutori Compare Orso e Comare Volpe,
li convince dell'esistenza del Trastulliol, immaginifico luogo dove ognuno trova la sua felicit.
Tutti ne abbiamo uno, spiega lo Zio Tom, ma ciascuno deve trovare il proprio.
Purtroppo le cose sono destinate a cambiare e se da un lato sua madre, fortunatamente con poca convinzione, dimostra di non gradire la sua amicizia
con Jinny (perch poi, non chiaro. Perch ne teme i fratelli? O solo perch povera??!!) dall'altro, la scoperta della presenza del cucciolo a casa
dello zio Tom un intollerabile disubbidienza!
La colpa ricade in qualcha maniera sull'uomo reo solo di aver accontentato un bimbo. La sua influenza su Johnny disturba l'educazione materna. C'
un solo rimedio: lo schiavo non pu pi raccontare le sue storie a Johnny.
Pi facile a dirsi che a farsi. In primo luogo, Fratel Coniglietto ormai celebre in tutto il circondario grazie a Tom e lui non pu fare a meno di
raccontarne le vicende, in secondo luogo, proprio chi ha dei problemi avrebbe bisogno di quelle storie. Ma soprattutto uno il problema: il grande
affetto che ormai unisce il giovane rampollo bianco e l'anziano schiavo di colore. Sarebbe insopportabile per lo zio Tom evitare il piccolo e, peggio
ancora, non raccontargli pi fiabe create apposta per lui.
Lo zio Tom, con il quale sono cresciute centinaia di persone, comprese la madre e il padre di Johnny, lascia le terre dove ha sempre vissuto.
Johnny, ignaro di tutto, corre alla capanna del cantastorie perch ha capito che proprio quello il suo Trastulliol, il luogo dove felice, ma la
capanna vuota.
Un calesse in lontananza sta portando via uno schiavo e il suo carico di sogni e racconti. Ma Johnny non ci sta e comincia a correre. Non c' modo di
raggiungere il calesse se non quello di attraversare un campo recintato. In quel campo, per, vive un pericoloso toro che vede invaso il suo territorio.
Compare la mamma di Johnny che chiama invano il piccolo e lo vede superare le deboli assi in legno per correre verso lo zio Tom, un attimo prima
che il toro carichi.
Ora regna il silenzio nella ricca, grande casa della nonna di Johnny. Il piccolo a letto, privo di sensi, e al suo capezzale c' sua madre. C' anche suo
padre, tornato d'urgenza alla notizia, ma non basta.

Il piccolo chiama lo zio Tom ma i suoi genitori, forse dimentichi del potere dei sogni, non danno peso alla cosa. Solo la nonna, sufficientemente
saggia da saperlo, scende le scale e esce di casa fino a raggiungere, sull'uscio, il nugolo di persone in attesa di notizie sul piccolo. Chiama lo zio Tom,
che ha naturalmente rimandato la partenza, e lo invita in casa.
Il vecchio racconta di un luogo felice, dove mamma e pap sono felici, dove tutti sono felici, perch quel Trastulliol il pi felice Trastulliol del
mondo.
Un po' quello che succede quando Johnny riapre gli occhi e sorride allo zio Tom, dopo che tutti hanno ascoltato quest'altra splendida storia di fantasia
che ha tanto il sapore della realt. O era una storia vera che sembrava di fantasia?
Nella sequenza di chiusura del film, ritroviamo i protagonisti che cantano la celebre Zip a Deeh Dooh Dah e cos ritroviamo Jinny, Johnny e lo zio
Tom che cantano nei viali alberati della Georgia e, a sorpresa, arriva anche Fratel Coniglietto che, meravigliando lo stesso Tom, canta la sua parte di
brano seguito poi da diverse creature animate, nel pi classico lieto fine Disney.
"I Racconti dello Zio Tom" sicuramente un ottimo film, pieno di musica, allegria e buoni sentimenti. Non ultimi gli effetti speciali, capaci dei
destare meraviglia nei momenti in cui i cartoni e gli attori recitano insieme. Se ne occup il grande Ub Iwerks, e si vede. Una meraviglia per gli occhi
anche a diversi decenni di distanza.
Nonostante questo, la pellicola piuttosto rara; pochi passaggi TV e la videocassetta fuori catalogo da molti anni, sicuramente pi dei classici seisette del ciclo di ritorni abituale.
Qualunque sia il motivo, c' da augurarsi che non blocchi ancora a lungo questo tesoro negli archivi.
Tra l'altro, se in Europa abbiamo avuto occasione di possedere la videocassetta, in America stanno ancora aspettando. Un vero peccato.
Ad interpretare lo zio Tom, fu chiamato l'ottimo James Baskett, insignito di un Oscar speciale per questo ruolo, ma all'onore del premio si contrappose
l'umiliazione di non poterlo ritirare per l'assenza di camere d'albergo nella zona per ospiti di colore (!!!).
Johnny e Jinny sono Bobby Driscoll e Luana Patten, onnipresenti nei film Disney di quegli anni e quelli immediatamente seguenti.
Un'ultima chicca il personaggio della governante di colore della casa che ha il simpatico volto di Hattie Mc Daniel, famosa ancora oggi per il ruolo
di Mamy in Via col Vento.
MUSICA, MAESTRO
(Make Mine Music)
A sei anni da "Fantasia", Walt Disney ripropone lo stesso schema e la stessa idea di fondo in un altro film: "Make Mine Music".
Siamo di fronte ad un altro capolavoro? Per la verit, era ancora cocente la delusione del film dl 1940 che cost una cifra spropositata e che non era
piaciuto n al pubblico, n alla critica (almeno non tanto quanto Walt avrebbe voluto). "Make Mine Music", quindi, nasce con obiettivi diversi e
diversi risultati. Non si cerca l'arte (se non quella dell'animazione stessa), non si impiegano gli ultimi ritrovati tecnici e, soprattutto, praticamente
esclusa la musica classica a favore di musiche moderne, allegre, comiche.Il tono generale della pellicola ne risulta molto alleggerito il che, diciamoci
la verit, non per forza un difetto.
Nell'insieme, all'universale fama di "Fantasia", non corrisponde altrettanta popolarit per "Musica Maestro", titolo italiano di "Make Mine Music".
Una serie brani musicali accompagna altrettante avventure animate. Divertente quella de "I Testoni e i Cuticagna", che seguendo i ritmi allegri delle
musiche country racconta dell'insensata faida tra due famiglie contadine americane e dell'amore sbocciante tra una ragazza e un giovanotto figli delle
famiglie in guerra.
Originale e allegra la storia di "Johnny Fedora e Alice di Feltro", due cappelli che vivono in una vetrina e che vengono divisi quando l'elegante
copricapo femminile viene venduto. Al cappello.... maschio tocca a breve la stessa sorte ma lui non si rassegna. Dopo mille vicissitudini finisce lacero
e contuso ad un passo dalla fine. Proprio quando il suo destino appare segnato, una sorpresa l'attende. Un racconto delizioso.
Un piccolo classico il segmento di "Pierino e il lupo", versione animata del lavoro di Prokofiev. Piacevolissimo il cartoon de "La Balena che Voleva
Cantare all'Opera".
Una menzione particolare merita "Blue Bayou", elegante sequenza nella quale assistiamo ad una danza che in natura ha spesso luogo. Seguiamo il
volo degli aironi. Questo segmento il pi bello tecnicamente e stilisticamente. Questo perch arriva dritto dritto da "Fantasia", per il quale fu creato
per visualizzare "Il Chiaro di Luna" di Debussy ma, poi, non pi inserito nel prodotto finale. Riadattato per "Musica Maestro" ad un brano pi
moderno, "Blue Bayou" rivela le sue nobili origini in ogni momento, in ogni inquadratura.
A differenza di quanto accadeva in "Fantasia", in "Musica Maestro" abbonda il parlato, canzoni con testo e sequenze ricche di dialoghi. Tutto
sommato il paragone col classico del 1940 si pu ridurre a due soli punti: la struttura ad episodi musicali e l'animazione disneyana, sempre pregevole.
Il film, nella sua forma originale, non certo tra i primi che vengono in mente pensando all'operato Disney, ma guardandolo per intero, ci si rende
conto che pi di un brano stato pi volte ripreso in programmi televisivi o venduto al di fuori della pellicola in videocassette separate. Questo perch
ci sono momenti veramente meritevoli di essere rivalutati e, riproponendoli singolarmente, li si pu far apprezzare da un pubblico che, forse, non
acquisterebbe una videocassetta o un DVD di un film che non conosce.
Peccato.
In sostanza si tratta di uno spettacolo con tanti pregi. Nato in un periodo di congiuntura, non pu contare su scene particolarmente affascinanti, o
tecnicamente memorabili. Punta tutto sull'animazione pi classica di quei tempi e, in questo senso, un film riuscito.

LO SCRIGNO DELLE SETTE PERLE


(Melody Time)
Era passato pi di un decennio dallo storico successo di "Biancaneve e i Sette Nani" ed erano gi passati sette anni dall'uscita di "Dumbo". Gli altri
lungometraggi furono per lo pi di basso successo commerciale. Quando usc nelle sale "Lo Scrigno delle Sette Perle" era gi in lavorazione
"Cenerentola", ma per il momento arrivavano ancora film prodotti con costi limitati.
La struttura a episodi consentiva di spaziare tra argomenti, situazioni e perfino stili anche opposti tra loro, consentendo inoltre qualche esperimento.
Nell'insieme esiste una certa somiglianza formale col capolavoro "Fantasia", ma limitata al concetto dell'unione di cartoons brevi e all'associazione
totale con la musica. Pi calzante, invece, il paragone con "Musica, Maestro" del 1946.
Il titolo italiano una evidente metafora del prodotto; non ci sono scrigni nel film, il film stesso ad esserlo. Le sette perle altro non sono che i sette
cartoni che lo compongono.
Una breve introduzione ci porta la prima perla: "Once Upon a Wintertime". Una voce maschile ricorda una sua disavventura con la sua futura moglie.
Una giornata da passare pattinando sul ghiaccio, sfiora il dramma quando il ragazzo e la ragazza si trovano a dover affrontare il pericolo del ghiaccio
sottile. Parallelamente alla loro storia, scorre quella di una coppia di coniglietti, quasi a parodiare le loro vicende.
Una crepa sul ghiaccio cresce fino a spezzare l'intera superficie e la ragazza in balia del fiume. A poco servono gli affanni del ragazzo ma, per
fortuna, gli animali che li circondano riescono all'ultimo momento a salvare la giovane donna e la coniglietta, fino a riportare il cartoon sui binari
della love-story a lieto fine.
Il secondo gioiello del film una scatenata versione swing del "Volo del Calabrone", intitolato qui "Bumble Boogie".
Un simpatico calabrone si trova a dover affrontare fiori e tasti di pianoforte che, seguendo i ritmi di una musica indiavolata, lo minacciano a pi
riprese. Una vera e propria esplosione di fantasia in cui i fiori diventano trombe oppure spiano l'insetto con il loro occhio; i tasti di pianoforte
diventano serpenti minacciosi o gabbie che rinchiudono la piccola creatura. Un vero e proprio incubo, per il calabrone, ma una delizia per lo
spettatore. Da vedere.
Delizioso il cartoon che segue, intitolato ad un curioso eroe americano i cui simboli sono una Bibbia, un sacco di semi e una pentola usata a mo' di
cappello: Johnny Appleseed, tradotto in italiano come Giovannino Seme di Mela.
Giovannino un ragazzo felice della sua vita passata a seminare e a raccogliere mele ma, quando passa accanto alla sua casa una carovana di pionieri
che va a colonizzare il West, sente il desiderio di partire. Riflettendo, scopre di non essere i grado di rendersi utile in nessun modo laggi, poich non
sa fare altro che occuparsi delle sue mele. All'improvviso appare uno strano angelo con tanto di baffoni e cappello di procione che lo spinge ad
affrontare l'avventura proprio per le sue mele; lo convince. Giovannino parte e, ad ogni radura pianta i suoi semi, giorno dopo giorno, mese dopo
mese, anno dopo anno. I pionieri costruiscono le loro citt e traggono beneficio da quelle mele per tanti anni. L'ombra di Giovannino si estende su
tutto il West, ormai.
Quando l'angelo riappare per far partire Giovannino ancora una volta. Questa volta per i pi grandi campi di mele che abbia mai visto: le nubi del
cielo.
Una perla famosa e divertente quella di "Little Toot", curiosa storia di un piccolo battello, figlio di un rimorchiatore, interessato pi ai giochi che al
lavoro, data la sua et. Nulla di male, finch per aiutare il babbo a trainare una enorme nave non la fa uscire dal controllo fino a farla abbattere sul
porto e (addirittura) sui palazzi.
Suo padre viene retrocesso al traino dei rifiuti e lui viene allontanato dalle acque territoriali. In mezzo all'oceano Little Toot solo ma, proprio per
questo pu intervenire quando un'altra nave in bala della tempesta. Dal porto nessuno pu partire ma lui gi l! Fa appello a tutte le sue forze e,
seppure con l'aiuto di una provvidenziale serie di fulmini che lo pungolano, riesce a portare la nave in salvo, mostrando le sue capacit e rendendo suo
padre orgoglioso di lui.
Una pausa dal sapore poetico la quinta perla: "Alberi". Gli alberi vengono descritti con musica e immagini come una grande opera del creato. Ci
viene mostrata la loro funzione e la loro forza durante i temporali, per esempio, riprendendo la scena analoga che troviamo in "Bambi", anche se non
con lo stesso potere di coinvolgimento. Ce ne viene descritta la bellezza, fino all'immagine finale dove la sagoma di un albero appare come una icona
sacra, con tanto di aureola.
La sesta perla ce la regalano tre cari amici: Paperino, Jos Carioca e l'Aracuan Bird (quest'ultimo protagonista di un esilarante segmento de "I Tre
Caballeros" e dello short "Clown of the Jungle", sempre con Paperino). Una particolarit di "Blame it on the Samba" la scrittura mista che ci
consente di ammirare i nostri eroi di cartone mentre tormentano una impassibile Ethel Smith in carne e ossa che suona diversi strumenti musicali. Il
tutto si svolge all'interno di un enorme bicchiere in cui l'Aracuan ha versato un cocktail di elementi sudamericani per risvegliare dall'apatia Paperino e
Jos. Il cocktail funziona benissimo ed festa per gli occhi, tra una gag e l'altra.
L'ultima perla quella del celebre "Pecos Bill" leggendario Cow-Boy che non si ferma davanti a nulla finch non incontra la bella Sue e se ne
innamora all'istante. Il cavallo di lui, Sputafuoco non vede bene la cosa, ma poco importa; ben presto arriva il giorno del matrimonio. Lei chiede due
doni: un cuscinetto a molla, per dare risalto al vestito nuziale e una bella cavalcata sul destriero pi indomabile del West, lo stesso Sputafuoco.
Pessima scelta! Un assurdo incidente porta alla separazione degli sposi prima ancora che le nozze siano celebrate e l'impavido Pecos Bill si ritira nel
deserto a piangere alla luce della luna, accompagnato nei lamenti dagli sciacalli. Nonostante il finale a dir poco triste, il cartoon divertente e ritmato.
Chi non l'ha visto si perso qualcosa.
Come gi accaduto per "Musica, Maestro", alla non facile reperibilit del film nella sua forma originale si contrappone la popolarit di molti dei brani,
apparsi in parecchi special televisivi e editati in VHS nel corso degli anni. "Little Toot", "Pecos Bill", "Once Upon a Wintertime", "Bumble Boogie":
in quanti non li hanno mai visti, magari anche accorciati?
CENERENTOLA
(Cinderella)
Chi non ha mai sentito nominare questa fiaba? Chi non ne conosce la versione Disney? E ancora: chi non ha mai sentito cantare "I Sogni Son
Desideri" o "Bibbidi Bobbidi Bu"?
Quelli che hanno risposto "Io" a a tutte le domande sono sicuramente pochi, e come potrebbe essere altrimenti? La vicenda della ragazza sfortunata
che diviene principessa si racconta da millenni, la riscrittura di Charles Perrault c la piu nota e la reinterpretazione disneyana ha fatto la storia del
cinema d'animazione.
Il film, nella memoria collettiva, si colloca accanto al leggendario "Biancaneve e i Sette Nani".

Walt Disney realizzn questo film per risollevare le sorti della sua azienda dopo il periodo della seconda guerra mondiale.
Anche se non furono privi di prodotti pregevoli, gli anni tra "Bambi" e "Cenerentola" non videro la Walt Disney nel pieno delle sue forze. Per
riconquistare il suo pubblico, Disney cercn un soggetto che riproponesse in qualche modo le atmosfere di "Biancaneve". Una fiaba, una ragazza
sfortunata, musiche da sogno, personaggi di contorno degni di competere per simpatia con i nani o con il Grillo Parlante di "Pinocchio".
Scelse il soggetto di "Cenerentola" e ne fece uno dei suoi capolavori.
Stiamo parlando di uno dei piu amati, celebrati, citati film Disney, ricco di elementi classici e di personaggi memorabili. I realizzatori del film
ricordano che la creazione fu rigidamente realistica, praticamente furono girati due film: uno con i modelli che "interpretavano" i personaggi, e l'altro
quasi ricalcato sul primo. Fu forse una piccola vendetta quella del celebre "errore" nell'immagine dell'orologio che riporta due volte le dodici? Mah!
La matrigna c un personaggio di un realismo incredibile, per giunta appare come una donna piacente e si muove con eleganza. Per raggiungere un
risultato cose notevole, si c ricorsi senz'altro ad un modello vero. Per la caratterizzazione di Anastasia e Genoveffa, invece, si c scelto di accentuarne i
tratti in modo esagerato, proprio da cartone animato, cosa che consente di renderle quasi simpatiche (quasi, pern).
Dal punto di vista musicale, Cenerentola offre pagine di storia Disney memorabili: la danza col principe, l'incantesimo della fata, il canto di
Cenerentola all'inizio della sua giornata, il brano che accompagna i titoli di testa. Tutto meraviglioso.
Walt Disney cercn in Cenerentola il riscatto artistico dopo la guerra. Lo trovn.
ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
(Alice in Wonderland)
Il film d'animazione che Walt Disney presentn nel 1951 era un suo sogno vecchio di molti anni. L'idea di realizzare qualcosa sul personaggio di
Lewis Carrol era in Disney fin dai tempi in cui muoveva i suoi primi passi nel mondo dell'animazione. La serie di "Alice in Cartoonland" ne c la
prova.
Fu grazie a quella idea che Walt ottenne un contratto con la Universal di Margareth Winkler (vedi "La Vita di Walt").
Anni dopo, quando la vulcanica mente dell'uomo dei sogni concepe il concetto di lungometraggio di animazione, tra i vari soggetti che vaglin il piu
quotato fu per diverso tempo proprio "Alice nel paese delle meraviglie" di Carrol, solo la realizzazione di un film live-action da parte della
"Commonwealth Pictures" nel 1931 fermn l'idea nascente di Disney. Nel 1933 l'embrione di una nuova "Alice", addirittura in scrittura mista, fine nel
nulla perch la Paramount annuncin l'uscita di un film con cast straordinario sullo stesso soggetto.
Era destino che il primo lungometraggio Disney non fosse basato su Lewis Carrol.
Disney regaln al mondo Biancaneve e i Sette Nani, ma di tanto in tanto Alice gli tornava in mente.
Quattordici anni dopo Biancaneve, finalmente nel regno di Disney arrivn anche Alice.
La storia c alquanto semplice, e segue sostanzialmente i romanzi di Carrol, la forza di questo film c nei personaggi strampalati e nel gusto per la
follea. Carrol descrive un mondo di pazzi che appare divertente ma che, di fatto, non pun funzionare proprio per la mancanza di logica. Nel film
questo messaggio risulta un po' sfocato ma alcuni dei personaggi che compaiono sono tanto azzeccati da elevare l'intera pellicola al rango di "Classico
Disney".
Si tratta di un film curioso nel mondo della zio Walt. Un numero enorme di personaggi che sfilano durante la visione e nessuno, in fondo, con una
vera storia da raccontare o di cui far parte.
Alla sua uscita non incassn quanto si sperava (destino comune a molte opere Disney), per la sua struttura che lo rende frammentario e quasi privo di
trama. La follea elevata a protagonista non riesce sempre ad essere convincente e, qui, appare come una dilatazione dell'episodio di Dumbo in cui
l'elefantino beve dello Champagne e vede gli elefanti rosa. In quell'occasione l'assurdo e il sorprendente reggono benone, ma un film intero basato su
questo non risulta coinvolgente come altri prodotti Disney.
Il personaggio di Alice non ha la forza innata comune alla eroine disneyane, la loro credibilitr, la loro vita.
Un film quindi che resta in secondo piano rispetto alle celebri fiabe o ai film piu movimentati.
Alla fine degli anni '60, tuttavia, una grande rivalutazione del prodotto si ebbe grazie ai "figli dei fiori", che nelle gag, nel ritmo e proprio nel folle che
impregna il film, trovarono il loro mondo ideale.
In seguito il film si c attestato come opera di secondo piano nella filmografia disneyana, ma solo, e questo va detto, perchc da Disney ci si aspetta
sempre il meglio.
LE AVVENTURE DI PETER PAN
(Peter Pan)
Walt Disney, nella sua opera, si rivolgeva al bambino che in ognuno di noi. Ogni persona ha (o dovrebbe avere) un lato infantile, una parte della
propria personalit che non vuole saperne di crescere. In altre parole, ognuno di noi un po' Peter Pan.
Forse mai il bambino che in noi stato celebrato da Disney come in questa pellicola.
La pice teatrale scritta nel 1904 da Sir James Barrie era da tempo nei progetti di Walt e, finalmente, nel 1953 divenne uno dei suoi film. Come era gi
successo in precedenza e come sarebbe accaduto molte volte in seguito, l'interpretazione Disney sarebbe divenuta una sorta di versione definitiva.
Il tema principale di "Peter Pan" senza dubbio quello della crescita. Anche se il protagonista designato pu permettersi di sfuggire a questa legge
naturale e i ragazzi sperduti possono decidere di restare bambini per sempre sull'Isola che non c', i personaggi nei quali il pubblico si identifica
devono, ad un certo punto, andare per la loro strada.
A ben guardare, per, se sbagliato non crescere mai, non giusto nemmeno non restare un po' bambini. Ecco perch un velo di tristezza (o
nostalgia?), pu apparire nello spettatore al ritorno a casa dei ragazzi Darling e, forse, il lieto fine si compie quando Agenore Darling riconosce nel
cielo un vascello visto molti anni prima.
LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO
(Sleeping Beauty)
Questo film usc nelle sale nel 1959, dopo sei anni di lavoro e di innovazioni tecniche. "La Bella Addormentata nel Bosco" fu il primo film
d'animazione girato in Technirama, quindi con un'immagine sugli schermi superiore in dimensioni a qualunque altro Cartoon, oltre che a molti film
live action.

Alla presentazione al pubblico di "Sleeping Beauty", Walt Disney annunci con orgoglio:"abbiamo creato il film dei quadri in movimento". Aveva
ragione.
Diversi passaggi di questo film sono memorabili; d'obbligo la citazione della danza nel bosco, dove la perfezione dell'immagine di Aurora e Filippo
e del loro riflesso nel lago, compete con prodotti realizzati al computer quarant'anni dopo. Spettacolo puro nella fuga del principe dal castello stregato
e nello scontro con la strega che ne segue. Anche la sequenza d'apertura, che pu apparire un pochino statica nell'animazione, in realt una
riproduzione di alcuni arazzi del '400. Per una magia della Disney, quegli arazzi hanno preso vita.
La vicenda narrata ha il sapore eterno delle fiabe pi classiche. Principi, principesse, fate, streghe e draghi creano un insieme magico di incanto e
suggestioni. Meravigliose musiche accompagnano il tutto.
Nella grandezza di questa pellicola, un posto di rilievo stabilmente occupato da Tchaikowsky, le cui musiche create per un balletto con lo stesso
soggetto, sono state riprese con pochi adattamenti per raccontare questa fiaba. In sostanza: un film favoloso, tanta tecnica, tanta arte, tanto spettacolo.
Al suo esordio tutto ci non fu apprezzato, ma col passare del tempo una eccezionale rivalutazione ha fatto di "La Bella Addormentata" uno dei
capisaldi del magnifico mondo di Walt Disney.

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