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Cabiria, il più lungo e il più costoso film dei suoi tempi è sicuramente una delle pietre
miliari della storia del cinema e al contempo affonda le sue radici nella tradizione sia del
teatro di prosa sia del teatro lirico italiano.
Il film, che per lʼepoca fu un vero kolossal si avvale anche di innovazioni tecniche
importantissime, grazie alla collaborazione di Segundo de Chomon, che introduce
innovazioni tecniche e di linguaggio cinematografico: si veda lʼutilizzo, in più momenti sia
della carrellata sia di campi ravvicinati e di qualche piano a figura intera o mezza figura
che permette di riconoscere le emozioni sui volti dei personaggi. Lo stesso de Chomon
cura anche gli effetti speciali: è possibile ravvisare, nella riproduzione di eventi naturali di
enorme portata, come lʼeruzione dellʼEtna quella volontà di governare la natura che
affonda le sue radici nel positivismo e che è una delle cifre distintive del nascente
futurismo. Gli effetti speciali dellʼeruzione del vulcano e della conseguente distruzione
della casa di Batto appaiono allo spettatore moderno piuttosto ingenui, ma se
contestualizzati allʼepoca dovevano apparire come un prodigio di tecnica.
Cabiria avrà una straordinaria fortuna cinematografica: non solo viene ripreso da Griffith,
che in Intolerance gli rende omaggio, ma viene identificato come lʼapice del film storico e
lʼispiratore di un vero e proprio genere, il peplum che conoscerà grande fortuna negli anni
ʻ50 e ʼ60.
In conclusione, si può senza dubbio affermare che Cabiria è figlio del suo tempo e del
contesto storico italiano dellʼepoca ma al contempo è una vera pietra miliare della storia
del cinema: contiene, in nuce, molti characters - alcuni dei quali provenienti dalla
tradizione teatrale - che il cinema italiano esplorerà a lungo negli anni a venire, e introduce
novità tecniche e registiche di straordinaria portata.