Theoria, theorein
L’elaborazione di una teoria del film che non voglia essere asseverativa e
dogmatica richiede una riflessione particolare sulle procedure discorsive e sulle
modalità di costituzione delle configurazioni teoriche stesse. Come già ho preci-
sato altrove1, un’opzione generale a favore dell’interpretazione e contro le filo-
sofie e i saperi gerarchici non può non guardare con cautela, se non con sospetto
verso i sistemi di pensiero e verso le affermazioni più rigide. Una microteoria
1
Per gli approfondimenti negli orizzonti della teoria e della metodologia già effettuati si
vedano P. BERTETTO, L’analisi come interpretazione. Ermeneutica e decostruzione, in P.
BERTETTO (a cura di), Metodologie di analisi del film, Roma-Bari, Laterza, 2006 e ID., Lo
specchio e il simulacro. Il cinema nel mondo diventato favola, Milano, Bompiani, 2007. I
riferimenti concettuali sono naturalmente costituiti dall’ermeneutica e dalla decostruzione. Si
vedano in particolare M. HEIDEGGER, Essere e tempo, Milano, tr. it. Bocca, 1953 (ed. or.
1927), H.G. GADAMER, Verità e metodo, voll. I, II, Milano, tr. it. Bompiani, 1986 (ed. or.
1960) e 1995 (ed. or. 1983), P. RICOEUR, Il conflitto delle interpretazioni, Milano, tr. it. Jaca
Book, 1977 (ed. or. 1965), ID., Dell’interpretazione, Milano, tr. it. Il Saggiatore, 2002 (ed. or.
1967), J. DERRIDA, La scrittura e la differenza, Torino, tr. it. Einaudi, 1971 (ed. or. 1967), ID.,
Posizioni, Verona, tr. it. Bertani, 1975 (ed. or. 1972), G. VATTIMO, Oltre l’interpretazione,
Roma, Laterza, 1994, M. FERRARIS, L’ermeneutica, Roma, Laterza, 1998.
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Paolo Bertetto
Uno dei caratteri salienti del cinema, dunque, potrebbe essere definito con il concetto di
/CONTRAPPUNTO VISIVO….Presupposto fondamentale: L’inquadratura non è un elemen-
to/del montaggio/l’inquadratura è una cellula/(molecola) del montaggio…Il conflitto all’in-
terno di un atesi:/1 si formula nella dialettica della didascalia 2 si forma spazialmente nel
conflitto interno all’inquadratura e 3 esplode con intensità crescente nel conflitto di montag-
gio tra inquadrature 3.
2
S.M. E JZENSTEJN , Drammaturgia della forma filmica (ed. or. 1929), in I D ., Il
montaggio, Venezia, Marsilio, 1986, p. 19.
3
Ivi, p. 26.
4
Ivi, p. 27.
14
Nota su teoria, analisi e interpretazione del film
5
Ivi, rispettivamente pp. 26, 30, 34, 38, 32.
15
Paolo Bertetto
6
H. G. GADAMER, Verità e metodo, vol. I p. 356.
7
P. RICOEUR, Il Tempo raccontato (1985), Milano, tr. it. Jaca Book, 1988, p. 97.
8
P. RICOEUR, Dell’interpretazione, cit., p. 20.
9
Ivi, p. 25.
10
Si pensi alle problematiche discusse da J. DERRIDA in Posizioni, cit. e in ID., La disse-
minazione.
16
Nota su teoria, analisi e interpretazione del film
11
G. DELEUZE, L’immagine-tempo, Milano, tr. it. Ubulibri, 1989 (1985), p. 308.
12
Ibidem.
13
F. CASETTI, Teorie del cinema, Milano, Bompiani, 1993, p. 2.
14
Ivi, pp. 13, 16, 193-6.
15
SCHENK-AMBROSOLI, Vocabolario greco-italiano, Milano, Mondadori, 1940, p. 399.
17
Paolo Bertetto
16
P. CHANTRAINE, Dictionnaire étymologique de la langue grecque, Paris, Klincksieck,
1983, p. 433. Ringrazio Maria Grazia Bonanno dei suggerimenti bibliografici e dei consigli.
17
S.M. E JZENSTEJN , Nell’interesse della forma (ed. or. 1934), tr. it. I formalisti.
Ejzenstejn inedito, a cura di P. MONTANI, “Bianco e Nero”, 1971. Sull’argomento si veda
anche P. BERTETTO, Lo specchio e il simulacro, cit..
18
M. MERLEAU-PONTY, L’occhio e lo spirito, Milano, tr. it. Se, 1989 (ed. or. 1964) p. 31.
19
Ivi, pp. 37-8.
18
Nota su teoria, analisi e interpretazione del film
19
Paolo Bertetto
La teoria del film guarda quindi l’immagine filmica nelle sue forme molte-
plici e punta a interpretarla lungo quattro assi fondamentali. Innanzitutto consi-
dera le strutture dell’immagine filmica stessa nelle sue particolarità legate al
dispositivo produttivo e ai sensi complessi generati dai testi audiovisivi. Insieme
studia le configurazioni dell’immagine e la stratificazione di forme e di livelli di
rifigurazione del visibile oltre che di possibilità interpretative specifiche, ineren-
ti all’immagine stessa. Inoltre da un lato riflette sui concetti e sulle forme sim-
boliche prodotte dal cinema e li allarga e li confronta con il pensiero le proble-
matiche e la filosofia contemporanea; e dall’altro apre una riflessione sul rap-
porto cinema /mondo/soggetto/divenire e più specificamente su come il cinema
abbia contribuito a cambiare il mondo e il soggetto.
Infine analizza il rapporto spettatoriale non solo per quanto riguarda la pro-
duzione del fruitore, ma anche e soprattutto nel suo feedback specifico sulla
struttura dell’immagine stessa. In questa prospettiva di visione e riflessione e
con questa articolazione molteplice si svilupperà quindi il theorein, la teoria-
interpretazione che ci interessa sviluppare 20.
Ma questo discorso richiede un’ulteriore riflessione, onde non cadere in un
troppo facile riconoscimento dell’automaticità del percorso immagine/specu-
lazione. La visione dell’immagine infatti sollecita il pensiero e scatena circuiti
cerebrali per la comprensione. L’immagine ha dentro di sé elementi che pro-
ducono il pensiero, funziona come un Fuori che stimola il dentro a riflettere e
a pensare 21. È perché il mondo-immagine non è una totalità significante, che
noi dobbiamo pensare, sfruttando la sollecitazione dell’immagine, del Fuori. È
perché l’immagine è separata dalla parola che si crea un circuito iperprodutti-
vo che va dall’immagine alla parola, al concetto. E questo processo è appunto
quello che delinea e orienta il percorso del pensare in relazione al cinema e
definisce il quadro di discorsi che ci interessa fare. Tra teoria e interpretazione
del film.
Riflettiamo quindi su quello che l’immagine filmica ci mostra e assumiamo
le implicazioni concettuali con l’ottica e le problematiche che la cultura e il pen-
siero contemporanei ci prospettano: in un itinerario concettuale in cui il pensare
non è mai disgiunto dall’interpretazione dei testi e l’interpretazione non rinun-
cia ad assumere su di sé la scommessa della creazione di concetti.
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In questa prospettiva è pensato il mio ultimo libro Lo specchio e il simulacro. Il cine-
ma nel mondo diventato favola, cit.
21
Si vedano in particolare G. DELEUZE, Foucault, Milano, tr. it. Feltrinelli, 1987 (ed. or.
1986) e G. DELEUZE, F. GUATTARI, Che cos’è la filosofia?, Milano, tr. it. Einaudi, 1996 (ed.
or. 1991).
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