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INTRODUZIONE Il presente prontuario di sceneggiatura non da considerarsi un manuale o un trattato sullargomento, ma semplicemente una guida sintetica per chi

i si avvicina per la prima volta allaffascinante mondo di quelli che fanno il cinema. La figura dello sceneggiatore fondamentale in questo settore: senza di lui un film non avr mai inizio, e tutte le persone addette alla realizzazione del progetto (il produttore, il regista, gli attori, lo scenografo, il direttore della fotografia, ecc.) non entreranno mai in scena. Questa guida invoglier laspirante sceneggiatore ad approfondire la materia, per poi avvicinarsi sempre pi al processo produttivo, e perch no a diventare un quotato scrittore di cinema. Scrivere per il cinema significa scrivere per immagini; che totalmente diverso dalla composizione letteraria, dove padroneggiano elementi come lintrospezione e la funzione poetica. Uno sceneggiatore di buon livello non deve necessariamente possedere una competenza linguistica pari a quella di un romanziere, maestro di artifici letterari. Deve essere culturalmente vivo e capace di semplificare e descrivere con chiarezza ci che vede lobiettivo di una macchina da presa. Il tutto va scritto facendosi accompagnare da uno stile narrativo elegante, miscelato con indicazioni tecniche indispensabili in fase di regia. DALLIDEA ALLA SCENEGGIATURA Il linguaggio cinematografico, non altro che raccontare una storia sotto forma di immagini. Si parte da unidea, che pu nascere da un tema, da uno spunto di cronaca, da unopera letteraria o da unidea originale. Il tutto sta nel sintetizzare la storia in poche frasi, e non facile. Esponete la vostra storia per iscritto in tre frasi, secondo lazione e il personaggio. Prima di tutto bisogna isolare il protagonista ; poi definire lo svolgimento dellazione. Bisogna cercare di essere il pi possibile generici, sforzandosi nel limare lidea a poche frasi. Gli stadi principali, adottati per arrivare dallidea alla sceneggiatura sono i seguenti: - il soggetto; - la scaletta; - il trattamento; - la sceneggiatura. Il soggetto Il soggetto il film scritto sotto forma di racconto. In esso appaiono lintreccio e tutti gli elementi che costituiscono la storia. Deve contenere le tre parti essenziale della struttura narrativa, ovvero linizio, la parte centrale e la fine. Il soggetto aiuta lo scrittore ad organizzare la storia nelle sue componenti fondamentali che in seguito si espanderanno prendendo la forma pi complessa della sceneggiatura. La sinossi deve essere redatta in stile indiretto e privo di dialoghi. Anche se non esiste una lunghezza standard per il soggetto, normalmente si scrivono dalle tre alle cinque cartelle dattiloscritte. La scaletta Il secondo passo, prima di arrivare alla sceneggiatura, rappresentato dalla scaletta ; che lossatura della storia. In questa fase lo scrittore organizza uno schema che riassume i punti salienti della vicenda. Spesso la scaletta viene fatta coincidere con una successione numerata di tutte le scene, in ordine, con una frase che ne riassuma lazione relativa. Il trattamento E qui che la storia riassunta nel soggetto, inizia ad espandersi come una macchia dolio. Seguendo lo schema della scaletta, si descrive dettagliatamente lazione del film, in continuit. Ogni situazione descritta dettagliatamente e i personaggi incominciano a prendere forma, a caratterizzarsi. Anche gli ambienti sono definiti con precisione. Nel trattamento domina laspetto narrativo-letterario. Nella maggior parte dei casi, in questa fase vengono inseriti i dialoghi, e il trattamento viene denominato, per gli addetti ai lavori, "scalettone". La sua lunghezza pu variare dalle trenta alle cento cartelle dattiloscritte. La sceneggiatura Questo il paragrafo pi delicato del nostro prontuario. Ora che la storia ben strutturata, non ci resta che scriverla in termini cinematografica, cio sotto forma di scene e sequenze. Una sceneggiatura, ovvero il copione, pu essere scritta in due modi, comunemente chiamati : allitaliana e allamericana. Nel primo caso avremo il foglio diviso in due colonne : a destra gli elementi sonori e i dialoghi; a sinistra gli elementi visivi e lazione. La sceneggiatura allamericana invece viene redatta per scene principali, dove tutti gli elementi sopra indicati sono riuniti in una progressione uniforme. Ogni scena viene numerata e individuata in tre elementi base : luogo - interno/esterno - giorno/notte. Nel primo si indica lambiente(il set), nella seconda si specifica se si gira in interno o in esterno ed infine si indica se lilluminazione della

scena deve essere diurna o notturna. Segue la descrizione dellazione con le indicazioni tecniche di ripresa, che vedremo pi avanti. Una buona sceneggiatura deve essere scritta in una forma chiara, semplice, con uno stile elegante, con pochi termini tecnici o indicazioni di regia che la inceppino. Usare paragrafi brevi con i verbi in forma attiva, modo indicativo e tempo presente. Anche se si racconta un avvenimento avvenuto precedentemente, bisogna scriverlo sempre al presente, come se la cosa stesse accadendo proprio ora. Evitare i verbi composti. Usare verbi e sostantivi forti, e aggettivi solo se necessario dal punto di vista drammatico. Bisogna usare parole che esprimono immagini specifiche, semplici ; evitando lintrospezione o quel tipo di informazione che non si pu mostrare sullo schermo. Alternato ai paragrafi, si possono inserire i dialoghi, fissando gli spazi come segue : Descrizione del luogo, del personaggio, dellazione... PERSONA CHE PARLA (indicazione parentetica) Le parole che vengono dette. Descrizione... I dialoghi devono differire leggermente dalla realt. Nella scrittura cinematografica i dialoghi devono essere sintetici. Devono avere un valore scenico, cio composto da battute che gli attori non facciano fatica a pronunciare. I dialoghi, messi insieme devono trasmettere una certa musicalit. Devono inoltre presentare una certa dinamicit : far scorrere la storia in avanti, senza intoppi. Il dialogo anche un ottimo mezzo per far emergere la figura del personaggio, rivelando quelle informazioni che non sono state descritte nel discorso indiretto. Per consuetudine una pagina di sceneggiatura allamericana corrisponde a circa un minuto di film. Per cui un lungometraggio di centoventi minuti corrisponder ad una sceneggiatura di centoventi cartelle dattiloscritte, con interlinea 1. IL PARADIGMA Su come vada concepita una sceneggiatura ci sono molte scuole e tendenze. Syd Field, uno tra i pi noti sceneggiatori e insegnanti americani del settore, ha inventato un nuovo sistema per creare una sceneggiatura. E il sistema del paradigma, paragonabile ad una mappa, la struttura drammatica di una sceneggiatura. Il paradigma un modello, un esempio, uno schema concettuale dellaspetto che avr la sceneggiatura. E suddiviso in tre parti: un inizio, una parte centrale e una fine. Linizio corrisponde al primo atto, la parte centrale al secondoatto, e la fine al terzo atto. Alla fine del primo atto e alla fine del secondo, troviamo il cosiddetto colpo di scena. Esso indispensabile per far procedere la struttura narrativa; per aumentare la curiosit dello spettatore. E lostacolo che il protagonista della storia deve superare per arrivare alla risoluzione. Una storia cosi concepita deve essere creare una atmosfera di attesa per catturare il pubblico. Poich una pagina di sceneggiatura equivale ad un minuto sullo schermo, il paradigma suddiviso in maniera tale da impostare un film di centoventi minuti, cio centoventi pagine. Il primo atto lungo trenta pagine. Incomincia a pagina uno e continua fino al primo colpo di scena. Il secondo atto va da pagina trenta a pagina novanta ; dal punto della vicenda che comincia alla fine del primo atto fino al secondo colpo di scena che arriva alla fine del secondo atto. Questo secondo blocco lungo sessanta pagine ed tenuto insieme dal contesto drammatico definito confronto nella cui met, a pagina sessanta, troviamo la parte centrale. Infine il terzo atto, che va da pagina novanta a centoventi. Queste ultime trenta pagine sono tenute insieme dal contesto drammatico chiamato risoluzione. Quanto detto pu essere, a grandi linee, schematizzato in figura, dove stato tracciato il paradigma di un film celebre : E.T. di Steven Spielberg. Ecco la trama ed il relativo paradigma : La storia: E.T. giunto sul pianeta Terra con unastronave si perde nel bosco. Rimane solo quando i suoi sono costretti a partire senza poterlo far rientrare nellastronave. Braccato, vaga nella periferiadella citt. Viene trovato e curato da un ragazzino : Elliot. E.T. edElliot diventano, inevitabilmente, amici. Il ragazzo presenta ilvisitatore, "lo Gnomo", a suo fratello e a sua sorella. In breve tempo Elliot ed E.T. sviluppano un sistema di comunicazione basato pi sulle affinit di sentimenti che sul linguaggio : luno avverte le sensazioni dellaltro. Il piccolo visitatore, inoltre, possiede dei poteri extrasensoriali. E.T. ha nostalgia : vuole tornare a casa. Vuole telefonare a casa. Il ragazzo va in cantina e porta a E.T. tutto quello che trova : una sega, qualche giocattolo, un saldatore, una caffettiera. Il fratello maggiore di Elliot dice che E.T. potrebbe ammalarsi. E.T. prende vari pezzi e li assembla realizzando un primitivo impianto trasmittente. La notte di Ognissanti, travestito da gnomo, E.T. fugge nel bosco con i bambini. Regola il suo impianto di trasmissione e invia un segnale nello spazio. Elliot ed E.T. passano la notte nel bosco. E.T. non soffre solo per la lontananza da casa, ma anche sicamente. Peggiora. In un disperato tentativo di aiuto, Elliot lo fa vedere a sua madre. Ma troppo tardi : E.T. sta morendo. Gli adulti prendono liniziativa. Cercheranno di salvarlo, ma tutto ormai inutile : E.T. muore. Poi miracolosamente torna in vita. Paradigma : Come potete vedere, alla pagina ventitr della sceneggiatura troviamo il primo colpo di scena : quando Elliot costretto a nascondere lextraterresre nellarmadio, per paura di farlo vedere ai suoi familiari. A met della storia, ovvero la parte centrale (pc) individuabile a pagina 61, E.T., in preda alla nostalgia,

vuole tornare a casa. Questa situazione tiene collegata la prima e la seconda met del secondo atto. A pagina ottantasei troviamo il secondo colpo di scena : E.T. in fin di vita. La risoluzione si ha quando lextraterreste, dopo essere morto, torna miracolosamente in vita.

SCRITTURA CINEMATOGRAFICA Scrivere per il cinema significa scrivere per immagini, e per fare ci occorre che lo sceneggiatore abbia un suo punto di vista tecnico. In genere in ogni paragrafo di sceneggiatura va indicata linquadratura appropriata. Linquadratura quellimmagine colta dallobiettivo della macchina da presa (m.d.p.). Il regista, a secondo delle diverse angolazioni dellinquadratura, pu esprimere il suo punto di vista rispetto alla realt che vuole rappresentare. Per quanto concerne linquadratura bisogna subito distinguere il campo di ripresa dal piano di ripresa. Il primo corrisponde alla porzione di spazio inquadrato; il secondo invece riguarda la porzione della figura umana inquadrata. Questi due elementi della scrittura cinematografica possono essere frazionati in otto specifici punti di vista. : - Campo lunghissimo o totale (C.L.L .): quando la macchina da presa inquadra una spazio vastissimo, che si perde praticamente allinfinito. - Campo lungo (C.L.): molto simile allinquadratura precedente; solo che in questo caso la figura umana pi riconoscibile nellambiente. - Campo medio (C.M.): quando una o pi persone sono riprese per intero. Nel caso in cui venga inquadrata una persona sola , allora si avr la Figura intera (F.I.) - Piano americano (P.A.): la figura umana ripresa dalle ginocchia in su. - Primo piano (P.P.): viene inquadrato il volto e parte del busto del personaggio. - Primissimo piano (P.P.P.): inquadrato solo il volto. - Controcampo (Cc.): inquadratura diametralmente opposta a quella precedente. - Dettaglio/particolare: si usano per fare dei primi piani rispettivamente ad un oggetto e ad una parte specifica del corpo umano. Seguono ora i movimenti della macchina da presa. - Panoramica: movimento rotatorio della m.d.p., fissa su un sostegno. Pu essere verticale o orizzontale e obliquo. Facendo un rapido movimento di macchina, da uninquadratura a unaltra, si avr la panoramica a schiaffo. - Carrellata: quando la m.d.p. compie un movimento in avanti, indietro, obliquo, a destra e a sinistra. Pu essere fatto sui binari dove viene posto il carrello; con il pied de poule (un carrello mobile a tre ruote), e con la cameracar, quando la macchina da presa e fissa su unauto o su una moto per la strada. - Dolly: quando la macchina da presa montata su una gru con un braccio mobile che compie movimenti dal basso allalto e viceversa con grande maneggevolezza, grazie ad una serie di meccanismi pneumatici. - Steady-cam:

una macchina da presa particolare, montata sul corpo delloperatore, grazie ad un sofisticato meccanismo. Altri elementi usati dallo sceneggiatore sono : - Stacco: uninterruzione netta tra uninquadratura e quella successiva. - Dissolvenza: che pu essere in chiusura quando limmagine lentamente scompare nel buio. Si dice in apertura quando limmagine, dal buio, emerge a poco a poco. La dissolvenza incrociata quando uninquadratura si trasforma gradualmente in unaltra. Per quanto riguarda i dialoghi, esiste un termine tecnico molto comune nella nomenclatura cinematografica: F.C. (fuori campo). La voce fuori campo si ha quando il personaggio parla senza essere inquadrato. Possiamo inoltre avere in campo una persona che pensa, e sentire la voce interiore : in questo caso non avremo un F.C., ma semplicemente scriveremo : VOCE PERSONAGGIO Le parole che vengono pensate. LO SVILUPPO DEI PERSONAGGI I personaggi di un film sono coloro che animano la storia. Lo spettatore si deve riconoscere in loro. Soprattutto il protagonista deve attirare linteresse dello spettatore, suscitando delle reazioni forti. Deve avere una personalit tale da renderlo credibile nei conflitti che gli si presentano durante il cammino. Deve avere una certa coerenza. Tutti questi elementi fanno s che il personaggio sia caratterizzato. Il linguaggio cinematografico non permette di far pensare un personaggio come in un romanzo letterario. Quanto detto solo possibile mostrarlo nellatto di farlo, in modo tale che il suo agire riveli di fatto ci che sta pensando. Per caratterizzare un personaggio in maniera cos dettagliata, occorre che lo sceneggiatore lo conosca alla perfezione. E consigliabile, a tale proposito, costruire una biografia contenente gli elementi che stanno alla base della caratterizzazione del personaggio: - let; - la posizione sociale; - i rapporti interpersonali; - la psicologia, il carattere. Ovviamente tutte le informazioni legate al personaggio non vanno esaurite in un solo colpo, ma vanno rivelate poco alla volta, per mantenere desta lattenzione del pubblico. Si incontra sempre in un racconto, unaltra figura : lantagonista. Esso colui che oppone al protagonista, ostacolandolo. Anche i personaggi minori devono essere costruiti secondo le stesse regole dei protagonisti, anche se in tono minore. LADATTAMENTO Ladattamento consiste nel trasportare un opera letteraria o teatrale in un racconto cinematografico. Un copione cinematografico risulter molto diverso dal romanzo o dal testo teatrale dal quale stato tratto. Per procedere nelladattamento occorre innanzitutto entrare in rapporto di familiarit con lopera originaria, leggendola attentamente e cogliendone i dettagli, insomma analizzarla. Si dovr poi schedare il racconto in base ai fatti, ai personaggi e alle azioni, cercando di ricostruire la storia ordinandola per scene, utilizzando le stesse tecniche descritte precedentemente. Una delle operazioni pi complicate e quella di tradurre un romanzo in film. Come si sa un'opera letteraria ricca di tanti importanti valori che difficilmente possono essere tagliati per la versione cinematografica. l'iter pi congeniale quello di saper individuare le scene chiave del romanzo, per realizzarne una scaletta vera e propria. Ne consegue una progressiva struttura narrativa che piano piano ci porter alla

stesura della relativa sceneggiatura. Sicuramente questo un lavoro delicato che comporta abilit, sensibilit e tanta pazienza. ESEMPIO DI SCENEGGIATURA Giunti al temine di questo prontuario, eccovi un esempio di sceneggiatura redatta allitaliana e poi allamericana.
SCENA 10 Terrazzo-Est. giorno. Veronica e Beatrice si sporgono dalla ringhiera BEATRICE Se qualcuno ci vede, siamo fritte. VERONICA Non stanno guardando noi, Bea. Guardano loro. Una donna di una bellezza strepitosa passa in gondola sotto un ponte, e porge un grappolo duva al suo prescelto. Le ragazze stanno a guardare. Sono sgomente e impaurite - una paura che a tratti si fa vero e proprio orrore. BEATRICE Dio non dovrebbe permettere che il peccato sia cos bello. VERONICA Come dee. Livia, Imperia, Marina... VERONICA Quelli non sono i loro veri nomi. Li inventano, lo sanno tutti. VERONICA Neanche "Pio" il vero nome del Papa. Beatrice d una botta a Veronica, come per rimproverarla.

Ora la stessa scena redatta allamericana.


SCENA 10 Terrazzo-Est. giorno. Veronica e Beatrice si sporgono dalla ringhiera. BEATRICE Se qualcuno ci vede, siamo fritte. VERONICA Non stanno guardando noi, Bea. Guardanoloro. Una donna di una bellezza strepitosa passa in gondola sotto un ponte, e porge un grappolo duva al suo prescelto. Le ragazze stanno a guardare. Sono sgomente e impaurite - una paura che a tratti si fa vero e proprio orrore. BEATRICE

Dio non dovrebbe permettere che il peccato sia cos bello. VERONICA Come dee. Livia, Imperia, Marina... BEATRICE Quelli non sono i loro veri nomi. Li inventano, lo sanno tutti. VERONICA Neanche "Pio" il vero nome del Papa. Beatrice d una botta a Veronica, come per rimproverarla.

(Tratto da : "The honest courtesan" - Sceneggiatura di Jeannine Dominy). LA FICTION TELEVISIVA L'iter per lo sceneggiatore intenzionato a realizzare un opera destinata al piccolo schermo differisce da quello tradizionale. Se si tratta di una serie televisiva, anzich scrivere le sceneggiature complete dei singoli episodi, opportuno presentare al possibile committente, in genere RAI e MEDIASET, un progetto che normalmene gli addetti ai lavori usano chiamare "Bibbia", contenente i seguenti elementi: - Titolo - Nome dell'autore - Formato (La durata in minuti dei singoli episodi). - Descrizione della serie (Un paragrafo che spiega e approfondisce le tematice della storia proposta). - Profilo dei personaggi (descrizione dettagliata di ciascun personaggio, delineandone le caratteristiche fisiche, psicologiche e sociali). - Soggetti relativi ai singoli episodi (Se si tratta di una fiction a lunga serialit, sufficiente presentare dei brevi paragrafi riassuntivi relativi alle prime puntate). Il tutto deve essere contenuto in una decina di pagine. Una fiction va concepita adeguando lo stile al mezzo televisivo; ad esempio i primi piani si preferiscono ai campi lunghi. Inoltre bisogna tener conto del grado di attenzione che presta un telespettatore da casa, che non sicuramente lo stesso di uno spettatore seduto in una sala cinematografica. In ultimo vanno preventivate le interruzione dovute agli stacchi pubblicitari. IL COPYRIGHT Quando l'aspirante sceneggiatore scrive il suo film, pensa quasi ed esclusivamente a chi proporlo ed eventualmente venderlo. Una volta termina la fase di stesura della sceneggiatura, l'autore esordiente viene colto da un altro timore: come tutelare la propria opera? In Italia il metodo pi ufficiale ed anche il pi diffuso consiste nel depositare in S.I.A.E. (Societa' Italiana degli Autori ed Editori) il soggetto o la sceneggiatura. In questo caso la data del deposito far fede sulla propriet della vostra opera. L'altro metodo, il pi semplice ed economico, consiste nel spedire a se stessi, una raccomandata con il proprio soggetto o sceneggiatura. In questo caso la data sul timbro della spedizione far fede sulla propriet della vostra opera. Molti professionisti comunque usano affidare la propria sceneggiatura ad un avvocato o ad un'agenzia cinematografica. BIBLIOGRAFIA
- Syd Field - LA SCENEGGIATURA - Lupetti e Co. Editore, 1991 - Lucio Battistrada, Massimo Felisatti - CORSO DI SCENEGGIATURA Gruppo Editoriale Fabbri, 1993 - Massimo Moscati - MANUALE DI SCENEGGIATURA - Arnoldo Mondadori Editore, 1989 - Terence St. John Marner - GRAMMATICA DELLA REGIA - Lupetti e Co. Editore, 1972 - Age - SCRIVIAMO UN FILM - Pratiche, 1988 - Vincenzo Cerami - CONSIGLI A UN GIOVANE SCRITTORE - Giulio Enaudi Editore, 1996

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