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Come l'industria culturale ha condizionato la società contemporanea

Con l’espressione industria culturale si intende un’organizzazione produttiva e


distributiva di un particolare tipo di cultura, detta “cultura di massa”, sviluppatasi
nella società industriale. L’industria culturale comprende i libri, televisione, il
cinema, un giornale e ogni altro strumento di comunicazione. Il suo scopo è quello di
fornire la più ampia informazione sui più svariati argomenti, capaci di suscitare
l’interesse delle persone (che formano il pubblico della cultura di massa).
L’industria culturale ha a che fare con la conoscenza, l’informazione e la
comunicazione e si colloca a cavallo tra la sfera economica e la sfera dei valori; inizia
ad affermarsi nel XX secolo nella vita politica e sociale grazie ad alcuni fattori che
influiranno sul suo sviluppo. Uno di questi è l’allargamento della sfera dei
consumatori grazie al miglioramento delle condizioni economiche delle classi
popolari e al diffondersi di stili di vita che promuovono l’acquisto di libri, riviste e
prodotti simili. Un altro fattore incisivo è la scolarizzazione della società che aumenta
il numero dei consumatori e crea un settore dell’editoria dedicato ai testi scolastici.
Infine la conquista del suffragio elettorale universale in quasi tutti i paesi
dell’occidente fa sì che le masse popolari diventino un soggetto politico. Giornali,
libri e film diventano strumenti di propaganda politica e anche la radio e la
televisione svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione delle idee e nella
gestione del potere. La società che nasce attraverso questi mutamenti è detta “società
di massa”. Al termine della guerra vengono utilizzati sempre più i nuovi mezzi di
comunicazione come la radio e il cinema, dotati di una forte capacità di persuasione e
diffusione, della possibilità di rivoluzionare la vita umana come non era
immaginabile fino a pochi anni prima. Tutti i sistemi politici, alle prese con il
problema del consenso delle masse, si avvalgono, dagli anni Venti in poi, di tali
mezzi. Due esempi sono i regimi totalitari del Fascismo in Italia e del Nazismo in
Germania, basati sulla formazione del consenso e del conformismo passivo tramite la
propaganda.
Il settore dell’editoria nel corso del XX secolo ha un forte sviluppo nella società di
massa in molte direzioni dando un’offerta sempre più ampia e differenziata. Le
grandi opere della letteratura vengono stampate in edizione tascabile e nascono altri
prodotti editoriali: giornali, riviste, fumetti, dépliant, tutti legati all’evoluzione della
comunicazione che si divide anche in generi dedicati all’utenza femminile,
all’infanzia e a quella maschile. L’innovazione della tecnologia fa sì che vengano
introdotte fotografie favorendo la nascita del rotocalco, incentrato su temi di attualità,
e dal secondo dopoguerra cominciano a circolare i fotoromanzi.
Con la consacrazione dei nuovi media, radio televisione e cinema, si fondono cultura
e comunicazione attraverso un sistema di simboli, conoscenze e credenze condivise.
Per quanto riguarda il Cinema, negli Anni Venti le tecniche cinematografiche si
raffinarono e specializzarono, tanto che questo periodo viene detto “apogeo del
cinema muto” (il primo film sonoro fu Il cantante di Jazz del 1927). Gli Stati Uniti
furono i principali protagonisti di questa fase, investendo molto nell’industria
cinematografica e creando il mito hollywoodiano, attraverso un abile utilizzo dello
star system, della codificazione dei generi cinematografici, rivolti ad un pubblico
sempre più vasto.
Nello stesso periodo, nascevano anche le singole cinematografie nazionali che,
soprattutto in Germania e Russia, legate alla vitalità politica, sociale e artistica degli
anni dell’immediato dopoguerra, raggiungono alti livelli estetici.
A partire dagli anni ’50 la Tv diventa il simbolo più rappresentativo della
comunicazione di massa e per definire il ruolo che ha avuto possiamo ricorrere al
pensiero di Umberto Eco che distingue tra paleotelevisione (vecchia tv) e
neotelevisione (la nuova tv). La paleotelevisione è antiquata con un palinsesto
limitato ed è semplicemente un mezzo che mette in rapporto lo spettatore con ciò che
viene trasmesso. La neotelevisione che nasce con la diffusone delle emittenti private,
ha un flusso continuo di programmi ed è un misto di informazione e divertimento,
diventa una fonte di realtà, di “eventi mediali” in cui i personaggi televisivi diventano
i protagonisti. La principale risorsa economica è la pubblicità nelle varie forme:
sponsorizzazioni, televendite e spot e il pubblico diventa un vero e proprio
consumatore. Prodotti cinematografici, telefilm a puntate, telenovele diventano merci
di tipo culturale che sono il risultato di politiche imprenditoriali basate su
programmazioni e indagini di mercato volti alla commercializzazione che non si
discosta molto da quella di ogni altro settore economico.
Una strategia che ha portato al successo dell’industria culturale è il rapporto tra i vari
ambiti, ad esempio la fotografia presta i suoi servizi alla stampa, la pubblicità utilizza
volti di personaggi dello spettacolo conosciuti da tutti, le sceneggiature dei film
prendono spunto dai libri, musicisti rock recuperano sonorità della musica classica.
I prodotti della cultura di massa in questo modo entrano a far parte integrante della
vita quotidiana. Anche la lettura del quotidiano è cambiata, rispetto ai tradizionali
giornali cartacei, i prodotti editoriali in rete offrono tutti i vantaggi della
multimedialità e di una struttura ipertestuale che consente al lettore di navigare
all'interno del complesso di informazioni seguendo percorsi personali. Molti giornali
on line consentono anche l'accesso ad archivi e banche dati per approfondire
determinati argomenti, o la consultazione di articoli apparsi in numeri precedenti.
Non esiste uno spazio delle nostre giornate che non venga riempito da un prodotto
della nuova industria culturale: un sottofondo musicale ad esempio in auto, o una
serie tv sul tablet, oppure si guarda un film appena uscito fra le mura di casa senza
più bisogno di recarsi al cinema.
Proprio il settore del cinema è stato penalizzato dall’odierna pandemia perché sia i
teatri che le multisale sono state e sono ancora chiuse. Questa situazione è stata
dannosa per l’industria del cinema, ma un aspetto positivo è che in famiglia si può
guardare un film comodamente sul divano e con gli amici, che prima si poteva vedere
solo andando al cinema e con un costo più elevato.
La pandemia ha fatto crescere il fenomeno delle serie tv, perché stando più tempo in
casa la televisione è diventata fondamentale per molti e la possibilità di vedere più
puntate all’ora che si desidera è sicuramente vantaggioso.
Un’altra caratteristica di questa comunicazione mediatica, messa in evidenza dallo
studioso francese Edgar Morin, è il suo sviluppo come una specie di mitologia,
l’Olimpo dello spettacolo è costituito da “divinità” ed “eroi” che permettono agli
spettatori di essere trasportati in una dimensione fantastica.
I personaggi dello spettacolo, attori, cantanti, i campioni sportivi, ma anche politici o
scienziati attraverso le apparizioni televisive diventano dei veri e propri “divi” perché
vengono raccontati nella loro vita privata e la gente si riconosce e si identifica in
qualche modo con loro. I personaggi televisivi poi impersonificano aspirazioni che la
gente comune può solo sognare e mai realizzare e diventano oggetto di ammirazione,
invidia e condizionano la vita delle persone senza che queste ultime se ne accorgano.
Personalmente trovo a volte eccessive certe devozioni verso personaggi discutibili,
ma ormai i mass media sono parte integrante della vita di tutti ed è difficile
mantenere la propria personalità e non assuefarsi ai gusti delle masse che hanno
bisogno di leggerezza e di superficialità per contrastare i problemi di ogni giorno.
Questi processi influenzano la cosiddetta “opinione pubblica”: per un numero
crescente di cittadini, diventa più facile accedere alle informazioni di interesse
generale, farsi una propria opinione sulle questioni più importanti, ma anche
occuparsi di “gossip” che dilaga in ogni emittente televisiva.
Nelle società di massa oggi l’opinione pubblica allarga le proprie dimensioni,
controllando e condizionando anche l’attività politica, ma anche essendone
condizionata con le moderne tecniche della propaganda, cioè con la diffusione
sistematica di messaggi e informazioni diretti a fornire un’immagine positiva o
negativa di avvenimenti, persone, istituzioni e anche di prodotti commerciali.
Il diffondersi di meccanismi sociali è stato anche velocizzato dalla nascita della
cultura “digitale”, cioè all’irruzione delle tecnologie informatiche nel campo della
comunicazione. Grazie al Web le idee, le conoscenze, i processi di apprendimento a
esso collegati circolano molto più velocemente e si può utilizzare Internet ormai
ovunque grazie agli smartphone, ai pc o ai tablet.
Anche l’attività di studio e di ricerca tradizionalmente legata ai libri è mutata; la fonte
delle informazioni è ormai solo il Web, anche se bisogna essere in grado di
distinguere tra tutti i dati forniti dalla rete e sapersi destreggiare dal sovraccarico di
informazioni o information overload e vagliarne la validità.
Alla fine del Novecento gli importanti sviluppi nel campo dell'informatica e delle
comunicazioni in rete hanno rivoluzionato i modi di produzione, di diffusione e di
fruizione dei prodotti editoriali: l’e-book, o la copia elettronica di un brano musical o
di un video. L’ editoria elettronica è la pubblicazione di opere editoriali su supporti
non più cartacei ma elettronici, che possono essere letti su personal computer o su
un’altra piattaforma.
Arricchiti di suoni e immagini, sia fotografie sia filmati, i testi
diventano multimediali, associano cioè le potenzialità dei diversi mezzi di
comunicazione. Questo fenomeno ha sicuramente vantaggi per la divulgazione delle
opere e la condivisione del sapere.
Vivendo nel pieno dell’era della società di massa e delle nuove tecnologie è per me
normale avere a disposizione tante informazioni, prodotti culturali e musica grazie a
Internet, ed è sicuramente difficile confrontarsi con le epoche passate dove lo
scrittore o il musicista creavano opere uniche. Noi giovani quasi sempre siamo
abituati ad avere “tutto e subito” e la società contemporanea ce lo permette proprio
attraverso i new media. Non c’ è nulla ormai che non si possa trovare sul web o
attraverso le Smart Tv e questo condiziona in qualche modo il nostro agire perché le
nostre aspettative vengono soddisfatte velocemente e non sappiamo più cosa vuol
dire desiderare qualcosa o saper aspettare per ottenere qualcosa di gradito.
In questa era della riproducibilità dell’arte, sia le tecniche multimediali che i mezzi di
comunicazione di massa possono addirittura prevedere i gusti del pubblico e se da
una parte questo è un forte segno di progresso, dall’altra si perde molto del fascino
originale delle opere del passato e dei libri cartacei.
Secondo quanto dice Edgar Morin la cultura di massa nella società di oggi non deve
essere sottovalutata rispetto alla cultura tradizionale, ma dato che sono imprevedibili i
suoi sviluppi, dobbiamo essere positivi e pensare che “Forse già sotto i nostri occhi, e
per frammenti si prepara l’abbozzo di un essere che potrebbe affrontare il divenire e
assumere una condizione cosmica”.

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